2021_PG_La_parrochia_e_il_santuario_affidati_ai_salesiani


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La parrocchia
e il santuario
affidati
ai salesiani
Settore
Pastorale
Giovanile

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Disegno grafico: Artia Comunicación
Illustrazioni: Javier Carabaño
Proprietà riservata al Settore per la Pastorale Giovanile, SDB
Salesiani di Don Bosco – Sede Centrale
Via Marsala, 42. 00185 Roma

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La parrocchia
e il santuario
affidati
ai salesiani
Settore
Pastorale
Giovanile

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SIGLE E ABBREVIAZIONI
CIC Codice di Diritto Canonico (1983).
Cost. / Reg.Costituzioni e Regolamenti della Società di San
Francesco di Sales (1984).
CG Capitolo Generale dei Salesiani di Don Bosco.
PEPS Progetto Educativo-Pastorale Salesiano.
PEPSI Progetto Educativo-Pastorale Salesiano Ispettoriale.
CEP Comunità Educativo-Pastorale.
QR La Pastorale Giovanile Salesiana, Quadro di Riferimento
(2014).

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Sommario
Presentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
Capitolo 1
L’originalità della parrocchia affidata ai salesiani . . . . . . . . . . . . . . 9
1.1 L’assunzione di parrocchie nelle deliberazioni
dei Capitoli Generali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10
1.2 Un dono prezioso per tutta
la comunità ecclesiale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12
Capitolo 2
La CEP delle parrocchie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17
2.1 L’importanza della CEP della parrocchia . . . . . . . . . . . . . . 18
2.2 I soggetti della CEP della parrocchia . . . . . . . . . . . . . . . . . 20
Capitolo 3
La proposta educativo–pastorale della parrocchia affidata alla
comunità salesiana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31
3.1 Un centro di evangelizzazione
e educazione alla fede. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32
3.2 Una presenza della Chiesa aperta e inserita
nel territorio. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36
3.3 Una comunità dallo sguardo missionario . . . . . . . . . . . . . . 40
3.4 Un’opzione chiara per i giovani e per le classi popolari . . . 44
3.5 Luogo di convergenza dei diversi ambienti della casa
salesiana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 49
Capitolo 4
L’animazione pastorale organica nella parrocchia . . . . . . . . . . . . . 55
4.1 Principali interventi della proposta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 56
4.2 Le strutture di partecipazione e di responsabilità . . . . . . . 63
Capitolo 5
Altre tipologie: chiese pubbliche, santuari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 79
Riflessione conclusiva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 86
Documentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 87
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Presentazione
Per essere in grado di evangelizzare, la
parrocchia, proprio in quanto Chiesa fra le case dei suoi figli e delle sue
figlie, ha dovuto continuamente adeguarsi ai tempi, mutando le modalità
della sua presenza. Oggi, la parrocchia affidata ai salesiani è chiamata a fare
altrettanto. Non può che esistere come Chiesa in «uscita» sul territorio nel
quale è inserita, capace di aggregare persone, di accendere storie di fede
e di creare legami nella vita quotidiana.
Come Congregazione, è nata l’esigenza, di individuare alcuni ambiti
privilegiati di rinnovamento pastorale della parrocchia affidata ai salesiani.
Dopo la prima stesura dell’ambiente “parrocchia e santuari salesiani affidati
ai salesiani” nel “Quadro di riferimento per la Pastorale giovanile” redatto
nell’anno 2014, si è pensato di adeguare il testo, partendo dal conoscere
più da vicino le realtà parrocchiali.
Il Settore della Pastorale Giovanile Salesiana ha, per tale ragione, coinvolto
le Ispettorie, con l’obiettivo di promuovere, in primo luogo, un’analisi critica
della situazione della parrocchia rispetto ad alcune questioni: le situazioni
socio-religiose attuali, le caratteristiche dell’evangelizzazione oggi a livello
locale, le peculiarità e i ruoli delle persone coinvolte (sacerdoti e parroci,
fedeli, giovani, genitori, ecc.). Contestualmente sono stati ricevuti ed
esaminati con attenzione e coinvolgimento gli orientamenti del Rettore
Maggiore e del Consiglio e i vari contributi inviati dai delegati ispettoriali
per la pastorale giovanile e da alcune commissioni nazionali.
Questo processo ha consentito di maturare una riflessione aggiornata
sulla parrocchia affidata ai salesiani. Tale documento non ha non ha
pretese di esaustività e completezza rispetto a questo ambito così ampio,
ma mira ad offrire ulteriori stimoli e possibili risvolti pastorali. Poiché, infatti,
ogni realtà ha i suoi nodi cruciali e le sue sfide, si sono operate delle scelte
privilegiando quegli elementi essenziali che caratterizzano e garantiscono
la sua originalità e la sua specificità educativa e pastorale, come luogo di
accoglienza e di servizio apostolico, di fronte alle sfide di quest›epoca di
forti cambiamenti.
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Il testo si configura dunque come una raccolta sintetica e organica delle
maggiori riflessioni, indirizzi educativo-pastorali e questioni operative
emerse dai vari contributi pervenuti dalle ispettorie, evitando un›esposizione
articolata dei fondamenti teologici e anche una compiuta analisi del
contesto culturale e pastorale di ogni realtà.
Per una maggiore sistematizzazione dei contenuti si è preferito suddividere
il testo in cinque capitoli. Questa struttura può risultare funzionale per
concettualizzare gli elementi essenziali di tutti ambienti salesiani.
◗◗ Nel primo capitolo ci si sofferma sull’ORIGINALITÀ della parrocchia
affidata ai salesiani al fine di meglio identificare lo scopo per cui
siamo presenti in queste realtà ecclesiali. Un percorso che nasce
dall’intenzione di don Bosco di creare una parrocchia per i giovani
senza parrocchia, dono prezioso per la missione in tutta la comunità
ecclesiale, ripercorrendo il processo di assunzione delle parrocchie
nelle varie deliberazioni dei Capitoli Generali.
◗◗ Si arriva poi a identificare le PERSONE coinvolte nella missione: la
Comunità Educativo-Pastorale, una comunità di persone (una “casa”),
non una struttura o un’istituzione. Essendo comunità di comunità,
si sottolinea l’importanza della CEP delle parrocchie e di tutti i suoi
soggetti che assumono una missione comune che coinvolge tutti nella
corresponsabilità.
◗◗ La VISIONE identifica alcune domande che caratterizzano il
terzo capitolo: Quali sono le nostre speranze e i nostri sogni?
Quali sfide apostoliche stiamo affrontando come parrocchia
affidata ai salesiani? Chi e cosa stiamo cercando di trasformare
evangelicamente? In altri termini si sofferma su quali obiettivi
intendiamo conseguire. Sono quindi analizzati tutti gli elementi
caratterizzanti la proposta educativo-pastorale della parrocchia
affidata alla comunità salesiana.
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◗◗ Il quarto si sofferma sull’ORGANIZZAZIONE. La proposta, ispirata al
catecumenato cristiano, si prende cura della dimensione personale,
comunitaria, celebrativo-liturgica e dell’impegno di evangelizzazione
che orientano la programmazione corretta degli interventi con i
giovani, assicurando la completezza e l’integrità dell’esperienza
cristiana delle persone e delle strutture di partecipazione e
responsabilità.
◗◗ Nell’ultimo capitolo, viene presentato un aggiornamento relativo alle
chiese pubbliche e santuari.
Alla fine di questo processo, desidero innanzitutto ringraziare tutti coloro
che hanno contribuito con le loro osservazioni; indubbiamente abbiamo
vissuto una positiva esperienza di ascolto delle realtà della Congregazione.
Grazie alla qualità delle riflessioni, ci è stato permesso di raccogliere preziosi
elementi di verifica e rilancio della nostra carità pastorale nell’ambiente della
parrocchia. Lo sforzo di sistematizzare tutti gli aspetti legati all’ambiente
parrocchia si è portato avanti con l’intenzione di continuare la riflessione
a livello locale ed ispettoriale, sperando che questo lavoro possa avere
ricadute pastorali.
P. Miguel Angel García Morcuende, sdb
Consigliere generale per la pastorale giovanile
15 OTTOBRE 2021
8

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L’ORIGINALITÀ
DELLA PARROCCHIA AFFIDATA
AI SALESIANI
CAPITOLO
I

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L’ORIGINALITÀ DELLA PARROCCHIA AFFIDATA AI SALESIANI
11
L’ASSUNZIONE DI PARROCCHIE NELLE
DELIBERAZIONI DEI CAPITOLI GENERALI
Lo zelo apostolico di Don Bosco per i giovani più poveri di Torino lo spinse a
creare una parrocchia per i giovani senza parrocchia. Don Bosco stesso
a suo tempo ne accettò sette e nell’anno 1887 scrisse un regolamento sul
corretto funzionamento della parrocchia. Toccò le tematiche che più lo
preoccupavano: l’attenzione prioritaria ai giovani, soprattutto i più poveri,
la preferenza educativa della Congregazione e l’identità del religioso
salesiano parroco che vi presta servizio in comunione con il Vescovo e il
clero diocesano. Questi temi continueranno ad essere punti di riferimento
centrali negli anni successivi.
«I malati, i poveri e i ragazzi siano oggetto di speciale sollecitudine
(dei parroci)» (Deliberazioni del Quarto Capitolo Generale del 1886).
Dopo un lungo percorso durato decenni, il CG 19 del 1965, afferma che
“il ministero salesiano cerca di inserire tutte le attività ordinarie delle sue
Parrocchie nel piano d’insieme della pastorale diocesana, anche se realizzate
secondo il nostro spirito e in armonia con i nostri metodi e le nostre strutture
“(CG19, Parte I, cap. XI, 3). Il CG 20 afferma nel 1971 che «la parrocchia
affidata ai salesiani non va più vista come un’opera collocata accanto al
collegio o alla scuola, ma come il vero centro e perno del nostro servizio alla
comunità ecclesiale locale. In questa prospettiva, la parrocchia si presenta
come un campo di lavoro che ha al centro una comunità di Salesiani, a cui
la Chiesa affida il mandato della diffusione del Regno di Dio» (CG20, 436).
Il successivo Capitolo Generale del 1978 definisce l’impegno parrocchiale
come salesianamente valido, anche «perché permette di raggiungere alcuni
giovani nel loro ambiente naturale e di seguirli per tutto l’arco del loro
sviluppo; offre più facili possibilità di coinvolgere, per la loro educazione,
genitori e adulti; favorisce il loro naturale inserimento nella Chiesa locale
e nel territorio» (CG21,135). La riflessione è basata su due presupposti:
◗◗ la parrocchia ci permette di collocarci tra i giovani;
◗◗ in essa possiamo evangelizzarli secondo il Progetto Educativo
Pastorale Salesiano.
10

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LA PARROCCHIA E IL SANTUARIO AFFIDATI AI SALESIANI
In questo Capitolo Generale le parrocchie vengono affidate al dicastero per
la pastorale giovanile (CG21,400).
Nel 1984, con l’approvazione definitiva delle Costituzioni e Regolamenti della
Società di San Francesco di Sales rinnovati, la parrocchia è esplicitamente
riconosciuta come uno degli ambienti nei quali concretizziamo la nostra
proposta: «Realizziamo la nostra missione anche nelle parrocchie,
rispondendo alle necessità pastorali delle Chiese particolari in quelle zone
che offrono un adeguato campo di servizio alla gioventù e ai ceti popolari»
(cfr. Cost. 42; Reg. 25).
Considerando l’importanza delle tappe sopra descritte, possiamo trarre
due conclusioni:
◗◗ Primariamente, nella parrocchia presa in consegna dai salesiani, il
carisma della Congregazione si deve manifestare non meno che in
altri settori delle nostre opere salesiane. In sostanza è fondamentale
aver presente quanto sia necessario non partire dalle strutture per
cercare l’identità salesiana, ma dal carisma, dalla spiritualità e dalla
missione. Questo è espresso nell’articolo 42 delle Costituzioni dei
Salesiani di Don Bosco:
«Nelle parrocchie […] contribuiamo alla diffusione del Vangelo
e alla promozione del popolo, collaborando alla pastorale della
Chiesa particolare con le ricchezze di una vocazione specifica»
(Cost. 42)
◗◗ La seconda conclusione è che l’ispettoria ha una responsabilità di
animazione e di governo, non solo in riferimento alla vita religiosa
delle persone e della comunità religiosa cui la parrocchia è affidata,
ma anche in riferimento all’azione pastorale e educativa delle
parrocchie stesse. Ciò è dovuto proprio allo scopo principale di ogni
ispettoria: promuovere la vita e la missione della Congregazione e
offrire un servizio specifico alla Chiesa particolare (cfr. Cost. 157).
Quindi, assumere una parrocchia salesiana, implica prima di tutto
individuare le componenti salesiane nell’animazione di questo ambiente,
chiedendosi qual è l’apporto carismatico che viene dato alla diocesi
attraverso la parrocchia a noi affidata.
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L’ORIGINALITÀ DELLA PARROCCHIA AFFIDATA AI SALESIANI
12
UN DONO PREZIOSO
PER TUTTA LA COMUNITÀ ECCLESIALE
La parrocchia è la prima istanza comunitaria nella quale la Chiesa svolge
la missione affidatale da Gesù in un contesto socioculturale ben definito.
Francesco, nella Evangelii Gaudium 28, ricorda alcuni aspetti significativi
dell’identità della parrocchia, che, oltre ad essere “presenza ecclesiale in
un territorio”, è una “comunità di comunità”, luogo e santuario della vita
cristiana, comunità missionaria ed evangelizzatrice.
“Sin dal suo sorgere la parrocchia si pone come risposta a una
esigenza pastorale precisa, portare il Vangelo vicino al Popolo
attraverso l’annuncio della fede e la celebrazione dei sacramenti
[…], chiamata a cogliere le istanze del tempo per adeguare il
proprio servizio alle esigenze dei fedeli e dei mutamenti storici
[…], alla ricerca di altre modalità di vicinanza e di prossimità
rispetto alle abituali attività. Tale compito non costituisce un
peso da subire, ma una sfida da accogliere con entusiasmo” (“La
conversione pastorale della comunità parrocchiale al servizio della
missione evangelizzatrice della Chiesa”, 2020).
Nel nostro caso, la parrocchia affidata ai salesiani entra nella pastorale
della Chiesa con uno stile, un impianto, una specificità; si configura, per
sua natura, come uno spazio privilegiato di evangelizzazione per i giovani
e l’opzione per essi non è esclusiva o discriminatoria, ma preferenziale e
costituisce una sfida sempre attuale. Questa opzione preferenziale è un
dono prezioso per la missione in tutta la comunità ecclesiale.
Le caratteristiche di tale presenza pastorale sono differenziate e molteplici,
sia a partire dalla richiesta di affidamento, sia rispetto alla collocazione
sociale.
La richiesta di affidamento può riguardare:
◗◗ presenze parrocchiali del clero diocesano che successivamente
vengono affidate a una comunità religiosa: in alcuni casi, i religiosi
animano solo l’ambiente parrocchia; in altri, i confratelli che animano
la parrocchia fanno parte di una Opera salesiana più ampia, avente
anche altre attività pastorali;
12

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LA PARROCCHIA E IL SANTUARIO AFFIDATI AI SALESIANI
◗◗ taluni passaggi da «chiesa pubblica» o da «santuario» a «parrocchia»;
◗◗ la consegna di una o più parrocchie a più sacerdoti «in solidum», tutti
equiparati al parroco; in questo caso il «moderatore» ha il compito
di dirigere l’azione pastorale comune e di rispondere di essa davanti
al Vescovo (cfr. CIC, can. 517, §1);
◗◗ parrocchie, infine, affidate a religiosi isolati o a titolo personale, o
per ragioni contingenti. La Congregazione, rispetto a quest’ultima
modalità di affidamento, si sta orientando nel non accettare più
questo tipo di richiesta. Tutte le indicazioni, riguardanti le condizioni
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L’ORIGINALITÀ DELLA PARROCCHIA AFFIDATA AI SALESIANI
stabilite dal diritto e le procedure da seguire per l’accettazione di
una parrocchia, sono contenute nel documento «Elementi giuridici e
prassi amministrativa nel governo dell’Ispettoria” (Direzione generale
Opere Don Bosco, 2004, nº 126).
Quanto alla collocazione pastorale e sociale in cui le parrocchie affidate ai
salesiani sono inserite, si constata una certa molteplicità:
◗◗ sono poste in regioni di diffusa adesione sociale alla Chiesa che
richiedono un’evangelizzazione approfondita;
◗◗ altre sono situate in contesti in cui la fede richiede una fase di
riformulazione per il rapido processo di secolarizzazione;
◗◗ non poche si sviluppano in società nelle quali alla Chiesa non sono
consentite altre strutture, ambienti o vie di evangelizzazione;
◗◗ alcune parrocchie sono stazioni missionarie, mentre altre, si trovano
in ambienti rurali;
◗◗ sono poi presenti in ambienti con una forte religiosità popolare, ma
anche in contesti interreligiosi;
◗◗ non mancano nei grandi agglomerati urbani e nelle periferie di grandi
città, con relative problematiche di aggregazione, di promozione
umana e di radicamento.
◗◗ diverse, infine, sono ubicate in contesti socioeconomici medio alti,
mentre altre in più modesti.
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LA PARROCCHIA E IL SANTUARIO AFFIDATI AI SALESIANI
A COLPO D’OCCHIO
ORIGINALITA’ PARROCCHIA AFFIDATA AI SALESIANI
Spazio privilegiato di
evangelizzazione per i giovani
Secondo il Progetto
Educativo-Pastorale Salesiano
Caratteristiche differenziate e
molteplici a partire da:
• assunzione di parrocchie
nelle deliberazioni dei Capitoli
Generali
• dono prezioso per tutta la
comunità ecclesiale
• il carisma della
Congregazione si deve
manifestare non meno che in
altri settori delle nostre opere
salesiane
• l’ispettoria ha una
responsabilità di animazione
e di governo
Richiesta di affidamento
• parrocchie diocesane affidate a
comunità religiosa
• passaggi da «chiesa pubblica» o da
«santuario» a «parrocchia»
• consegna di una o più parrocchie a più
sacerdoti «in solidum»
• parrocchie, infine, affidate a religiosi
isolati o a titolo personale (la
Congregazione si sta orientando
nel non accettare più questo tipo di
richiesta)
Collocazione sociale
• poste in regioni di diffusa adesione
sociale alla Chiesa
• situate in contesti in cui la fede richiede
riformulazione
• in società nelle quali alla Chiesa non
sono consentite altre strutture
• stazioni missionarie o ambienti rurali
• ambienti con una forte religiosità
popolare, ma anche in contesti
interreligiosi
• nei grandi agglomerati urbani, nelle
periferie di grandi città
• in contesti socioeconomici medio alti o
modesti
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L’ORIGINALITÀ DELLA PARROCCHIA AFFIDATA AI SALESIANI
16

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
LA CEP
DELLE PARROCCHIE
CAPITOLO
II

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LA CEP DELLE PARROCCHIE
2 1 L’IMPORTANZA DELLA CEP DELLA PARROCCHIA
Dal mistero dell’incarnazione nasce il mistero della Chiesa: “Il Figlio
di Dio, incarnato nella natura umana, ha redento l’uomo e lo ha
trasformato in una nuova creatura, vincendo la morte con la sua morte
e risurrezione. Egli ha costituito i suoi fratelli e le sue sorelle, chiamati
da tutte le nazioni, misticamente come il suo corpo, comunicando loro
il suo Spirito” (LG 7). La Chiesa è un “mistero di comunione”. L’essenza
della Chiesa è determinata dal mistero del Dio Trino: essa è il popolo
di Dio Padre (LG 2), il corpo mistico di Cristo (LG 3) e il tempio dello
Spirito Santo (LG 4).
La parrocchia, in questa società e in questa storia, diventa il volto della
Chiesa, che si concretizza come comunità eucaristica, missionaria ed
evangelizzatrice nel territorio di una Chiesa particolare, e che la gente
trova vicino a casa propria, visibilmente e socialmente inserita nella sua
vita quotidiana. In essa, i cristiani vivono la fede, la speranza e la carità,
nutriti dalla Parola di Dio, nella celebrazione dei sacramenti, specialmente
l’Eucaristia, creando la comunione in una comunità impegnata per sua
essenza nella missione di salvezza della Chiesa universale, attraverso la
Chiesa particolare.
La parrocchia costituisce una grande comunità di credenti battezzati,
“porzione” della Chiesa universale, nel dinamismo della pastorale
diocesana. La comunità cristiana è il luogo storico in cui si vive la
comunione: in essa il credente trova la sua casa. In questo senso, oggi
la tipologia della parrocchia non è certamente univoca, bensì composita.
Essendo comunità di comunità, la parrocchia crea anzitutto un tessuto
ampio di rapporti umani che favorisce la comunione e la fraternità: una
“spiritualità di comunione” (Novo Millennio Ineunte, 43-45).
La forma salesiana d’animazione di ogni realtà educativa, che realizza la
missione di Don Bosco, viene definita Comunità Educativo-Pastorale (CEP)
(cfr. Cost. 47; CG24, nn.149-179; QR, cap. V). Non è una nuova struttura
che si aggiunge agli altri organismi di gestione e di partecipazione esistenti
nelle diverse opere o ambienti pastorali, né tantomeno una modalità
organizzativa di lavoro o una tecnica di partecipazione. È l’insieme di
persone (giovani e adulti, genitori e educatori, religiosi e laici, rappresentanti
di altre istituzioni ecclesiali e civili e appartenenti anche ad altre religioni,
18

2.9 Page 19

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LA PARROCCHIA E IL SANTUARIO AFFIDATI AI SALESIANI
uomini e donne di buona volontà) che operano insieme per l’educazione
e l’evangelizzazione dei giovani, specialmente i più poveri, secondo lo stile
di Don Bosco. Tale realtà si può concepire come una struttura a cerchi
concentrici, in base al grado di condivisione delle responsabilità dei singoli
nella missione.
Il nostro carisma è un dono dello Spirito per la Chiesa, per cui una parrocchia
affidata ai salesiani unifica due caratteristiche distintive:
◗◗ in primo luogo, è luogo della presenza di Dio nella Chiesa locale, a
partire dal carisma salesiano;
◗◗ in secondo luogo, è Comunità Educativo-Pastorale, in cui ognuno è
responsabile dell’annuncio del Vangelo e della crescita della comunità
stessa, ma soprattutto dei giovani.
La CEP della parrocchia affidata ai salesiani assume una missione comune
che coinvolge nella corresponsabilità (cfr. CG24, 18), attorno ad un
progetto pastorale, il maggior numero possibile di persone e di energie
evangelizzatrici. È necessario dunque superare un modello di parrocchia
essenzialmente clericale e “monolitica”, una parrocchia in cui soltanto i
ministri ordinati prendono decisioni e amministrano.
Si tratta di arrivare a una visione comunionale della parrocchia che
impedisca la concezione autoreferenziale e la clericalizzazione della
pastorale, mettendo in primo piano le relazioni fraterne; una parrocchia
intesa come CEP, in cui la pluralità delle vocazioni, carismi e
ministeri costruiscono un organismo armonico, in cui tutti i membri
trovano il loro posto e in cui il cammino quotidiano è un esercizio di
corresponsabilità. È una comunità che si arricchisce con volti, storie,
carismi, dialogo e confronto.
Una parrocchia in cui si realizza una “fusione delle diversità”;
con sacerdoti, religiosi e laici che cooperano a un’unica missione,
vicendevolmente complementari nella diversità, portando
ciascuno il proprio contributo, tutti uniti dallo stesso battesimo.
Detto con altre parole, nella Chiesa c’è posto per tutti e tutti
possono trovare il loro posto nell’unica famiglia di Dio,
nel rispetto della vocazione di ciascuno e cercando di valorizzare
ogni carisma.
19

2.10 Page 20

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LA CEP DELLE PARROCCHIE
Infatti, nella parrocchia, le diversità “fanno chiesa” insieme: diversità di
itinerari di fede, prima di tutto; diversità di ordine socioculturale; diversità di
temperamenti, di inclinazioni, di categorie mentali; diversità di provenienza;
diversità di età; diversità di responsabilità nella stessa parrocchia.
2 2 I SOGGETTI DELLA CEP DELLA PARROCCHIA
Le molteplici espressioni vocazionali sono manifestazione della
corresponsabilità laicale e della ministerialità entro la configurazione delle
parrocchie. Nelle comunità parrocchiali sono presenti numerosi laici (adulti
e giovani) che prestano il loro servizio e ministero in vista del bene comune.
Da semplici destinatari di «servizio religioso», i membri della comunità
parrocchiale devono divenire, nelle loro zone, soggetti della missione della
chiesa.
Le persone, soprattutto i giovani, vivono in un ambiente in cui condividono
interessi ed esperienze, in dialogo con coetanei e adulti, in un clima di
accompagnamento reciproco e in un continuo scambio di competenze e
talenti. Vivere questa esperienza di reciprocità in chiave comunitaria, questa
“cultura dell’incontro”, significa concretizzare in ogni casa salesiana una
Comunità Educativo-Pastorale, che non è un’esigenza di ordine ed
equilibrio, ma la nostra modalità educativa e pastorale. Per questo,
non solo siamo insieme, ma sentiamo il bisogno di lavorare insieme, perché
crediamo nella ricchezza che ogni vocazione offre.
Le persone che costituiscono le CEP sono: i giovani, le famiglie, i gruppi
della Famiglia Salesiana, le comunità religiose, i laici, i gruppi, le associazioni
e i movimenti ecclesiali.
“La “cultura dell’incontro” è il contesto che promuove il
dialogo, la solidarietà e l’apertura verso tutti, facendo emergere la
centralità della persona. È necessario, pertanto, che la parrocchia
sia “luogo” che favorisce lo stare insieme e la crescita di relazioni
personali durevoli, che consentano a ciascuno di percepire il senso
di appartenenza e dell’essere ben voluto. La comunità parrocchiale
è chiamata a sviluppare una vera e propria “arte della vicinanza”.
(“La conversione pastorale della comunità parrocchiale al servizio della
missione evangelizzatrice della Chiesa”, 2020).
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3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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LA PARROCCHIA E IL SANTUARIO AFFIDATI AI SALESIANI
A La comunità religiosa salesiana della parrocchia accresce il suo valore con
la presenza significativa e complementare di salesiani chierici e laici, che
costituiscono un elemento essenziale della sua fisionomia e completezza
apostolica. Il salesiano coadiutore porta, infatti, in tutti i campi educativi e
pastorali il valore proprio della sua laicità (cfr. Cost. 45).
La comunità, quindi, alla quale viene affidata la parrocchia, con la ricchezza
della sua vocazione specifica, collabora “carismaticamente” (secondo la
consacrazione apostolica salesiana) con il mandato ministeriale affidato
dal Vescovo diocesano. Tutto il rinnovamento della Congregazione dopo il
Concilio Vaticano II si è concentrato sulla “comunità” locale come soggetto
della missione (cfr. Cost. 44. 49). È sempre più urgente collaborare alla
creazione di una mentalità che veda la pastorale di una parrocchia affidata
ai salesiani non legata esclusivamente alla sola figura del parroco, ma
all’intera comunità salesiana.
L’intera comunità religiosa salesiana è portatrice di una «sensibilità
pastorale specifica», che arricchisce la pastorale d’insieme attraverso
il suo patrimonio spirituale e carismatico. Il suo stile pedagogico, i suoi
rapporti di fraternità e di corresponsabilità nella missione rappresentano
una testimonianza di riferimento nelle parrocchie e nei quartieri.
La comunità vive lo spirito di famiglia esercitandosi a tal fine nella condivisione;
sperimenta prima di tutto nelle dinamiche interne un’intesa e una stima
reciproca. L’ispettore e il suo Consiglio assicurano una comunità religiosa
per la cura pastorale della parrocchia e sostengono i confratelli nell’autentica
realizzazione della propria vocazione salesiana incoraggiandone l’ardore
apostolico prevalentemente dedito alla gioventù. L’ispettore visita a pieno
diritto una parrocchia affidata ai salesiani ed interviene per assicurarsi che
l’impegno stretto con il Vescovo sia assolto secondo la Convenzione stipulata
(cfr. Elementi giuridici e prassi amministrativa nel governo dell’Ispettoria,
Direzione generale Opere Don Bosco (2004), Appendice A-14), per garantire
alla Congregazione e alla Chiesa locale che la proposta salesiana sia accolta
e attuata nella pienezza del carisma di don Bosco.
È l’intera comunità che assume gli orientamenti pastorali della
diocesi, con la ricchezza del proprio carisma pastorale. Tutta la comunità:
◗◗ è pienamente inserita nella vita e negli orientamenti dell’ispettoria
di cui è parte;
21

3.2 Page 22

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LA CEP DELLE PARROCCHIE
◗◗ crea attorno al parroco un’équipe di animatori per la pastorale
parrocchiale;
◗◗ promuove lo sviluppo e la realizzazione del PEPS nella parrocchia;
◗◗ è responsabile, in collaborazione con il parroco e la sua équipe, della
formazione e dell’animazione spirituale dei fedeli;
◗◗ guida i membri della Famiglia Salesiana ad essere i primi collaboratori
nello sviluppo del progetto;
◗◗ partecipa alla vita della parrocchia, interessandosi alla vita e alla storia
delle persone, soprattutto dei giovani.
La comunità religiosa (cfr. CG21, 138; Reg. 26) fa parte del nucleo animatore
della parrocchia affidata ai salesiani e vi assume un ruolo distintivo (cfr.
CG24, 159) in quanto:
◗◗ è testimone del primato di Dio;
◗◗ manifesta visibilmente la sua vita fraterna e la pratica dei consigli
evangelici con i propri momenti di preghiera, d’incontro, di
distensione;
◗◗ condivide questa testimonianza con i laici della comunità parrocchiale;
◗◗ è unita in un progetto che riconosce le diverse competenze dei
confratelli.
Tali peculiarità rendono più serena, più avvincente e anche più
appagante la vita della comunità, riconsegnando un vangelo e
una vita nella chiesa più attraente.
B Il direttore della casa salesiana, in quanto “primo responsabile
della vita religiosa, delle attività apostoliche e dell’amministrazione dei
beni” (Cost. 176), è il custode dell’identità salesiana consacrata per la
comunità locale. Egli accompagna e aiuta ogni confratello a discernere,
a sviluppare e a utilizzare i doni carismatici conferiti per la realizzazione
della missione salesiana, anche nella parrocchia (cfr. Animazione e governo
della comunità. Il servizio del direttore salesiano, Società di San Francesco
22

3.3 Page 23

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LA PARROCCHIA E IL SANTUARIO AFFIDATI AI SALESIANI
di Sales. Salesiani di Don Bosco (2019), punto 4: “custode e animatore
dell’identità consacrata salesiana”). Cura l’unità e l’identità salesiana di
tutta l’Opera e incoraggia i confratelli nella realizzazione del progetto
pastorale della parrocchia (cfr. Reg. 29).
La difficoltà nel coordinare in un unico piano le proprie attività di direttore,
che assolve dal punto di vista religioso e anche educativo per tutta l’Opera
salesiana, con quelle del parroco che è a capo della comunità parrocchiale
(riferimento ultimo di animazione e di indirizzo della parrocchia), viene
chiarita dal CGS 20 (CGS20, 435) e dai Regolamenti (cfr. Reg. 23). Queste
indicazioni hanno tentato di dare ordine rispetto all’articolazione di
queste due figure. L’art. 29 dei Regolamenti (1984) ha raccolto i risultati
dell’esperienza fatta con questa norma: «Dove la situazione lo consente, si
proceda all’erezione canonica della casa salesiana a servizio della parrocchia
con il proprio direttore-parroco. Quando gli uffici di direttore e di parroco
sono separati, il direttore curi l’unità e l’identità salesiana della comunità e
stimoli la corresponsabilità dei confratelli nella realizzazione del progetto
pastorale parrocchiale».
Dunque, il direttore di una casa salesiana dedita solo alla parrocchia, qualora
possibile, conviene sia anche parroco, assumendo la funzione direttore-
parroco. I due ruoli condividono come comune obiettivo la realizzazione
di una comunità religiosa che sia centro animatore di una comunità più
ampia che è la parrocchia affidata ai salesiani.
Dall’altra parte, può darsi pure che il direttore abbia una duplice
responsabilità di parroco o di incaricato dell’oratorio; ciò prevede che
sia nominato un confratello, preferibilmente con il ruolo di viceparroco,
assegnato all’oratorio o in parrocchia, che gli consenta di dedicarsi ai
principali compiti e responsabilità del direttore.
Nelle opere complesse, con più di un ambiente, il direttore presiede il
Consiglio della CEP o dell’Opera. Questo Consiglio è l’organismo
di collegamento e di coordinamento costituito dal direttore e dai
rappresentanti di tutti gli ambienti che compongono l’Opera stessa; per
questa ragione sarebbe opportuno favorire la presenza del parroco e di
qualche membro del Consiglio Pastorale. Animati dallo stesso carisma e
partecipi dell’unica missione, essi si fanno carico di rendere presente in un
territorio il dono e il servizio del carisma salesiano nella sua significatività.
Per tale ragione condividono le varie responsabilità, che derivano dalla
23

3.4 Page 24

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LA CEP DELLE PARROCCHIE
gestione di tutti gli ambienti di un’Opera, e si ritrovano non soltanto per
organizzare, ma anche per formarsi e per costruire cammini di riflessione
comune.
C Il parroco è il primo responsabile della missione parrocchiale affidata
dal Vescovo alla Congregazione Salesiana; egli è infatti consapevole delle
proprie responsabilità nei confronti del Vescovo e della Congregazione.
È importante ricordare che il parroco salesiano compie una duplice
rappresentanza. Egli “Rende presente” il vescovo e il progetto della Chiesa
particolare (cfr. LG 28) ed è per questo motivo che riceve il mandato dalla
sua persona; contestualmente rappresenta la Congregazione e la sua
proposta, in quanto la parrocchia è affidata alla Congregazione ed è essa
che designa e al termine del mandato sostituisce il parroco. Il parroco
presiede la comunità parrocchiale, assumendo la responsabilità di attuare
il Progetto Educativo-Pastorale, in comunione con il direttore, con la
comunità salesiana e con il Consiglio Pastorale.
Fedele alla missione educativa e pastorale, il salesiano parroco ha come
modello Don Bosco nell’evangelizzazione dei giovani e del popolo di
Dio. Oggi tale ispirazione si concretizza coltivando una visione curata
del modello educativo-pastorale, che ogni salesiano dovrebbe ricercare.
Questa impostazione è assai importante. Ricordiamo l’importanza che
le Costituzioni Salesiane hanno nell’identità dei salesiani in quanto
“educatori pastori”, consapevoli del bisogno di avere alle spalle un
tipo di formazione salesiana che li sappia aiutare a rispondere alle sfide
delle società di oggi, alle domande e alle attese, anche inespresse,
del popolo di Dio, particolarmente dei giovani; salesiani sacerdoti più
collegati agli spazi, ai tempi e alle situazioni di vita della gente che abita
negli ambienti popolari.
Il parroco, proprio per queste necessità di relazione, dovrebbe
divenire un riferimento costantemente accessibile, in
termini di tempo, ma anche di desiderio nell’«abitare»,
intellettualmente e affettivamente, la sua comunità,
portando nel cuore e mettendo a disposizione le sue potenzialità,
sempre una più feconda attività apostolica di stampo giovanile
e popolare.
Altro tratto - strettamente legato ai precedenti - è la capacità di stabilire
relazioni di qualità, avendo cura dei rapporti interpersonali diversificati con
24

3.5 Page 25

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LA PARROCCHIA E IL SANTUARIO AFFIDATI AI SALESIANI
il singolo, con i confratelli, con i religiosi e le religiose che incrocia, con i
laici, con i malati, con i giovani e i ragazzi, con gli anziani e con le famiglie,
con le persone che compongono i gruppi che operano in parrocchia e con
la Chiesa locale.
In questo senso, il parroco è chiamato ad accogliere, ascoltare,
accompagnare e formare la comunità parrocchiale “salesianamente”, cioè,
con una spiritualità semplice e adeguata, una testimonianza apostolica
concreta, un esempio di laboriosità, un senso di ottimismo, un orizzonte
missionario, una predilezione per la gioventù e per i poveri, una rinnovata
devozione mariana e una coinvolgente prassi sacramentale.
L’esistenza personale di un salesiano sacerdote si regge su una costellazione
di valori ispirati dalle Costituzioni dei Salesiani di don Bosco. In sintesi,
congiunge in sé i doni della consacrazione apostolica salesiana e quelli del
ministero pastorale. La riflessione ecclesiale ha chiarito come il sacerdozio
non sia generico, né come esercizio del ministero, né come grazia. Il
carisma ha dato origine ad una modalità singolare nell’essere sacerdote e
nell’esercizio del ministero. Hanno sintetizzato questo concetto gli autori
che alla biografia di Don Bosco hanno assegnato il titolo: «Un sacerdote
educatore», o «Un sacerdote per i giovani».
D I laici, in forza del battesimo, hanno posto, ruolo e responsabilità
ben precisi nel seno delle nostre comunità parrocchiali. Esse promuovono e
accompagnano la diversità delle vocazioni, incoraggiando anche un laicato
che assume il suo ruolo significativo nella missione evangelizzatrice. La
comunità parrocchiale coltiva le relazioni umane, si prende cura delle
persone e dei gruppi affinché tutti si sentano riconosciuti, accettati,
compresi. Le nostre comunità ecclesiali rappresentano il luogo più adatto
per vivere quotidianamente l’esperienza cristiana quotidiana; i laici, le
famiglie, i giovani e i poveri sono i soggetti di riferimento prioritari nelle
proposte della comunità.
In ogni parrocchia ci sono gruppi di laici che donano il loro tempo
nei vari settori dell’attività di educazione, di evangelizzazione,
di celebrazione e di carità. Sono membri dei vari consigli
(pastorali, degli affari economici, dell’oratorio-centro giovanile),
responsabili di gruppi, associazioni e movimenti, presenti e
operanti nell’ambito del territorio parrocchiale.
25

3.6 Page 26

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LA CEP DELLE PARROCCHIE
Il valore di una parrocchia è dato dalla sua capacità di costruirsi come
comunità. Un luogo di persone che non siano solo identificabili con ruoli di
tutta una gamma di «ministeri» istituiti e i servizi (come sacerdoti, diaconi,
lettori, accoliti, catechisti, ministri della comunione, operatori della carità,
ecc.). Questo elenco non può essere rappresentativo di tutte le realtà, in
quanto si modella in funzione delle attività che la parrocchia decide di
attivare in risposta alle peculiarità e alle esigenze (non solo immediatamente
religiose) del contesto in cui vive. Di sicuro, però, è anche uno spazio
popolato dalle famiglie portatrici di novità e vita. Per popolare le parrocchie
di famiglie è necessario prestare attenzione e accompagnarle nel momento
in cui si costituiscono (preparazione al matrimonio), quando c’è la nascita
di un figlio (battesimo), nelle fasi di crescita dei figli anche nella fede
(iniziazione cristiana), nella vicinanza ai malati e l’anziani che abitano le case
(pastorale degli ammalati), nel momento del lutto e del distacco (funerale).
26

3.7 Page 27

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LA PARROCCHIA E IL SANTUARIO AFFIDATI AI SALESIANI
Il parroco con il suo consiglio dà orientamenti rispetto all’animazione dei
gruppi ecclesiali, con speciale attenzione alle proposte del Movimento
Giovanile Salesiano e della Famiglia Salesiana. In questo senso, il carisma,
che caratterizza la parrocchia, è prima di tutto quello salesiano. Ciò esige
che le varie componenti della Famiglia Salesiana, che sono corresponsabili
del carisma di Don Bosco e punto di riferimento spirituale, curino in modo
più esplicito la loro identità e rinnovino la loro presenza attraverso il dialogo
e la collaborazione.
E La parrocchia affidata ai salesiani considera i giovani come membri
legittimi e immancabili della CEP. Loro sono “la ‘fortuna’ storica della
Congregazione” (con le parole di don Juan Vecchi). Duque, questa presenza
carismatica deve assicurare l’attenzione al mondo degli adolescenti e dei
giovani, alle loro preoccupazioni, esperienze e aspettative. La pastorale
giovanile nella parrocchia esprime la cura della Chiesa verso un numero
molto esteso di giovani, prestando attenzione a tutta le età. Essere legati
alla concretezza delle azioni dovrebbe portare a considerare anche l’ampia
realtà giovanile che spesso è al di fuori della parrocchia.
«Voglio sottolineare che i giovani stessi sono attori della pastorale
giovanile, accompagnati e guidati, ma liberi di trovare strade
sempre nuove con creatività e audacia […]. Si tratta piuttosto
di fare ricorso all’astuzia, all’ingegno e alla conoscenza che i
giovani stessi hanno della sensibilità, del linguaggio e delle
problematiche degli altri giovani» (Christus vivit, 203).
La parrocchia mira a essere una comunità che fa spazio al protagonismo
dei giovani, facendo emergere i loro bisogni ed accompagnandoli;
liberando la loro iniziativa, creatività e autonomia nelle attività e nei
percorsi lungo i quali vengono accompagnati secondo la propria sensibilità
e prospettiva, al fine di rendersi protagonisti attivi di iniziative per loro stessi
e per la comunità parrocchiale. È importante favorire il coinvolgimento dei
giovani anche nei percorsi formativi della parrocchia-oratorio, non come
semplici animatori esecutori, ma come protagonisti nel pensare ed attuare
nuovi percorsi esperienziali. Ordinariamente, alcuni giovani, sono membri
del Consiglio pastorale, coinvolti nella pianificazione ed esecuzione del
Progetto Educativo-Pastorale Salesiano. La preferenza dei giovani, come
detto precedentemente, caratterizza la proposta pastorale parrocchiale
come dinamica, entusiasta e propositiva di ideali evangelici.
27

3.8 Page 28

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LA CEP DELLE PARROCCHIE
F Il responsabile dell’Oratorio – Centro Giovanile, secondo gli
orientamenti del CG20 (cfr. 432) dovrebbe essere il vicario parrocchiale
per il settore giovanile. Questa è una prospettiva che può ancora offrire
suggerimenti validi. Ha infatti due vantaggi:
◗◗ da un lato, collega la parrocchia e l’Oratorio-Centro giovanile in un
unico piano di azione pastorale;
◗◗ dall’altro, presenta l’Oratorio-Centro giovanile come un centro di
irradiazione di iniziative giovanili verso il territorio e non solo come
un ambiente dove vengono proposte attività.
Infatti, la missionarietà dell’Oratorio salesiano può e deve
incominciare dal territorio della parrocchia non facendo l’errore
reciproco di chiudersi nelle proprie mura.
In alcuni casi, il responsabile dell’Oratorio-Centro giovanile è un laico.
Alcune realtà ispettoriali, infatti, hanno usufruito della possibilità di istituire
questa figura a tempo pieno o parziale. Si raccomanda vivamente che il
laico con tale ruolo sia presente al Consiglio Pastorale Parrocchiale.
Occorre prestare attenzione al legame con l’ambiente Oratorio – Centro
Giovanile (cfr. Reg. 26) come vedremo più avanti. In molte realtà non esiste
parrocchia senza oratorio, mentre abbiamo alcuni esempi di situazione
opposta (oratori in zona pastorale) senza parrocchia.
28

3.9 Page 29

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LA PARROCCHIA E IL SANTUARIO AFFIDATI AI SALESIANI
A COLPO D’OCCHIO
L’IMPORTANZA DELLA
COMUNITÀ EDUCATIVO-PASTORALE
DELLA PARROCCHIA
Assume una missione comune:
coinvolge nella corresponsabilità
attorno a un progetto il maggior
numero di persone
Pluralità di vocazioni, carismi e
ministeri: cultura dell’incontro
Comunità
religiosa
salesiana della
parrocchia
Accresce il
suo valore con
la presenza
significativa e
complementare
di salesiani
chierici e laici
• portatrice di una «sensibilità pastorale
specifica»
• vive lo spirito di famiglia nella condivisione
• assume gli orientamenti pastorali
dell’ispettoria e della diocesi
• fa parte del nucleo animatore della
parrocchia e vi assume un ruolo
distintivo
Il direttore
della casa
salesiana
• custodisce l’identità salesiana consacrata per la comunità locale
• cura l’unità e l’identità salesiana di tutta l’Opera
• incoraggia i confratelli nella realizzazione del progetto pastorale
della parrocchia
• presiede il Consiglio della CEP o dell’Opera
Il parroco
• primo responsabile della missione parrocchiale affidata dal
Vescovo alla Congregazione Salesiana
• rappresenta la Congregazione e la sua proposta
• presiede la comunità parrocchiale
• assume la responsabilità di attuare il Progetto Educativo-Pastorale
Salesiano in comunione con il direttore, la comunità salesiana e il
Consiglio Pastorale Parrocchiale
29

3.10 Page 30

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LA CEP DELLE PARROCCHIE
I laici
• promuovono e accompagnano la diversità delle vocazioni
• assumono il loro ruolo significativo nella missione
evangelizzatrice
• attenzione al Movimento Giovanile Salesiano e alla Famiglia
Salesiana
I giovani
• membri legittimi e immancabili della CEP
• membri del Consiglio pastorale parrocchiale
• coinvolti nella pianificazione ed esecuzione del Progetto
Educativo-Pastorale Salesiano
Il responsabile
dell’Oratorio-
Centro
Giovanile
• vicario parrocchiale per il settore giovanile
• collega la parrocchia e l'Oratorio-Centro giovanile in un unico
piano di azione pastorale
• presenta l'Oratorio-Centro giovanile come un centro di
irradiazione di iniziative giovanili verso il territorio
30

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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LA PARROCCHIA E IL SANTUARIO AFFIDATI AI SALESIANI
LA PROPOSTA
EDUCATIVO–PASTORALE DELLA
PARROCCHIA AFFIDATA
ALLA COMUNITÀ SALESIANA
CAPITOLO
III

4.2 Page 32

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LA PROPOSTA EDUCATIVO–PASTORALE DELLA PARROCCHIA AFFIDATA ALLA COMUNITÀ SALESIANA
La parrocchia ha senz’altro delle esigenze proprie, in vista della sua natura
ecclesiale e culturale, che devono essere considerate in una presenza
salesiana che le assume. Il nostro carisma si inserisce in esse in forma
unitaria e originale. Di conseguenza il nostro compito è quello di assumere
pienamente questa tensione avendo cura di arricchire le nostre proposte
educativo-pastorali, essendo fedeli al nostro DNA salesiano.
Ma quale è il “proprium” educativo-pastorale della parrocchia
affidata ai salesiani?
31
UN CENTRO DI EVANGELIZZAZIONE E EDUCAZIONE
ALLA FEDE.
Gli Atti degli apostoli costituiscono un libro del Nuovo Testamento che,
più di altri, ci aiuta a capire la vita non certo facile delle prime comunità
cristiane. In esse sbocciava e si consolidava la condivisione e diffusione
della verità di Gesù Cristo. C'è un brano che può davvero accompagnare la
vita di ogni comunità parrocchiale: “Erano perseveranti nell’insegnamento
degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere.”
(Atti 2,42).
◗◗ In questo passo degli Atti degli Apostoli si parla di “perseveranza”
nell’insegnamento degli apostoli. Ciò comporta l’annuncio
dell’evangelo e un approfondimento di tale annuncio tramite
la catechesi. L’ascolto della Parola è momento essenziale di una
comunità investita dalla forza dello Spirito, anzi, l’incontro con la
Parola avviene in comunità.
◗◗ Un’ulteriore perseveranza si attua nella comunione, nello “stare
insieme”, trovarsi concordi. Lo concretizzano tutti i membri della
parrocchia, poggiando sullo stesso fondamento, sulla medesima fede;
da qui un’intesa che sfocia nella condivisione anche dei beni materiali
e indica l’unità nella fede e la comunione della carità.
◗◗ La terza “perseveranza” è quella della “frazione del pane”. È uno
“spezzare il pane” che rimanda le nostre celebrazioni eucaristiche,
questo trovarsi a mangiare il Pane della Vita indica che la storia con
Gesù non è finita, ma continua.
32

4.3 Page 33

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LA PARROCCHIA E IL SANTUARIO AFFIDATI AI SALESIANI
◗◗ Poi c’è la perseveranza “nella preghiera”, che è la base dell’intera
vita comunitaria. È la preghiera che garantisce un collegamento tra
ascolto della Parola, celebrazione dell’Eucarestia, pratica della carità.
«Quando i Salesiani sono chiamati dal Vescovo alla cura
pastorale di una zona, o di un settore del popolo di Dio, assumono,
di fronte alla Chiesa, l’esaltante impegno di costruire - in piena
corresponsabilità con i laici - una comunità di fratelli, riuniti
nella carità, per l’ascolto della Parola, la celebrazione della Cena
del Signore e per l’annuncio del messaggio di salvezza» (CG20,
416).
A In questa linea, la parrocchia è il luogo naturale dove a tutti viene fatta
una proposta sistematica di evangelizzazione e di educazione alla
fede (cfr. CG23, 116-157). Promovendo il primo annuncio per coloro che
sono lontani e offrendo percorsi continui e graduali di vita cristiana, la
parrocchia affidata alla comunità salesiana vede l’urgenza di passare da
una pastorale di sacramentalizzazione (con una catechesi prevalentemente
orientata ad essa) a una pastorale di formazione permanente della
fede (iniziazione e maturazione nella vita cristiana, con una catechesi
corrispondente).
L’attenzione a promuovere il primo annuncio è un’espressione missionaria
concreta della parrocchia salesiana. Il «primo annuncio» della fede, che
riguarda l’incontro vitale con il Signore risorto, non è solo l’«inizio», ma è
il «centro» e il «cuore» del nostro credere. Una fede che deve dar luogo
anche ad un cammino di formazione, di maturazione, di crescita, “il che
implica prendere molto sul serio ogni persona e il progetto che il Signore
ha su di essa” (EG 160). È questa una sfida per tutte le nostre parrocchie.
“È l’annuncio principale, quello che si deve sempre tornare ad ascoltare
in modi diversi e che si deve sempre tornare ad annunciare durante la
catechesi in una forma o nell’altra, in tutte le sue tappe e i suoi momenti”
(EG 164).
Don Bosco ha trasmesso ai salesiani anzitutto la sua passione per la
salvezza dei giovani, attenzione che concretamente si esprime nell’impegno
costante di una catechesi semplice, essenziale, adattata alla condizione,
all’età e alla cultura dei giovani, legata alle altre proposte educative e
ricreative dell’oratorio: “Questa Società nel suo principio era un semplice
catechismo”. Perciò, diventa importante promuovere una diversificazione
33

4.4 Page 34

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LA PROPOSTA EDUCATIVO–PASTORALE DELLA PARROCCHIA AFFIDATA ALLA COMUNITÀ SALESIANA
e un rinnovamento degli itinerari catechistici. In questo senso, si dovrebbe
evidenziare la dimensione antropologica della catechesi, non solo l’ambito
metodologico, ma anche quello contenutistico, prestando attenzione alle
condizioni psico-sociologiche dei bambini, adolescenti, giovani e adulti;
ai «segni dei tempi»; alle «culture giovanili»; alla apertura alle scienze
dell’uomo.
B La parrocchia è una comunità dove si possono sperimentare i valori più
caratteristici della spiritualità giovanile salesiana: la gioia della vita
cristiana quotidiana, la speranza che scorge il positivo nelle persone e nelle
situazioni, la promozione della comunione e della dimensione sociale della
carità, pratica fondamentale nella nostra espressione carismatica.
La comunità parrocchiale si impegna, dunque, con tutti, per la maturazione
umana e religiosa con una proposta di vita cristiana specifica che consiste
nell’aprirsi a nuove forme dell’ospitalità, accogliendo tutti coloro che
cercano il significato religioso della loro vita; offrendo compassione e
accompagnamento a coloro che sono tentati di allontanarsene; accettando
tutti, anche coloro che non sono interessati inizialmente a intraprendere
un cammino di fede.
C È una comunità missionaria ed evangelizzatrice in cui la Parola di Dio
e la liturgia sostengono la vita di fede dei suoi membri, promuovendo la
comunicazione dell’esperienza cristiana. La comunità parrocchiale mette
al centro della vita comunitaria l’Eucaristia e celebra i sacramenti della vita
cristiana, in particolare il sacramento della Riconciliazione.
Per questo le nostre chiese parrocchiali sono chiamate a generare spazi di
silenzio, di preghiera e di incontro personale con Dio, tra le molte altre varie
attività. La sua Parola ha bisogno di essere proclamata, studiata, accolta,
pregata, vissuta…. La sua presenza è celebrata. La sua chiamata ascoltata
e seguita, la sua volontà compiuta. La parrocchia non nasce per essere solo
luogo di convivenza, anche se accoglie tutti, né tantomeno luogo di fuga
in una falsa spiritualità... Il fatto che il Signore sia lì ci dice che questa è la
casa in cui vive, il luogo della trascendenza e della sua presenza, che
noi scegliamo di abitare; questo è il nostro interesse comune e prioritario.
Le occasioni per rendere evidente la centralità della Parola di Dio possono
essere svariate. Per i sacerdoti c’è una opportunità ineguagliabile: l’omelia.
I fedeli si accorgono se il loro sacerdote è convinto di ciò che dice, se è
34

4.5 Page 35

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LA PARROCCHIA E IL SANTUARIO AFFIDATI AI SALESIANI
appassionato della Parola di Dio, se cerca di viverne in prima persona il
cuore, attraverso l’amore e l’accoglienza del prossimo.
D La parrocchia affidata ai salesiani alimenta la devozione a Maria
Ausiliatrice. La Vergine di Don Bosco è da considerarsi come una presenza
veramente attiva che ci rende migliori al seguito di Gesù, “fate quello
che Egli vi dirà”: è l’invito della Madre. Inoltre, la devozione a Maria
Ausiliatrice ci unisce nella comunità universale della Chiesa. La devozione
all'Ausiliatrice risulta di fatto un aspetto peculiare del contributo salesiano
alla Chiesa perché diventa una caratteristica originale di Don Bosco; non si
può separare la nostra spiritualità dalla devozione a Maria Ausiliatrice che
è dunque, un elemento imprescindibile del nostro Carisma in quanto ne
permea la fisionomia e ne vitalizza le componenti. Senza una sana vitalità
della dimensione mariana, la nostra spiritualità ne risentirebbe in vigore e
in fecondità; mentre, per altro, la cura opportuna di un profondo rilancio
mariano farà rinverdire tutta la vocazione salesiana. La nostra devozione
all›Ausiliatrice, che, come salesiani, promuoviamo in tutti gli ambienti, è in
strettissimo interscambio vitale sia con la «missione» salesiana che con lo
«spirito» proprio del nostro carisma. Il culto e la pietà mariani mostrano se
una parrocchia è salesiana.
L’Associazione di Maria Ausiliatrice (ADMA) vive e diffonde questa
devozione, secondo lo spirito di don Bosco. Offre un itinerario di
santificazione e di apostolato valorizzando, infatti, in maniera speciale, il
culto a Gesù Sacramentato e la devozione a Maria Ausiliatrice. Aderendo
all’ADMA ci si impegna a imitare Maria e a vivere la spiritualità del
quotidiano con atteggiamenti evangelici, valorizzando la partecipazione alla
vita liturgica e intensificando l’ascolto della Parola di Dio e la preghiera del
Rosario, specialmente il 24 di ogni mese. Gli aderenti, nelle parrocchie, sono
solleciti nel collaborare con le iniziative apostoliche locali, nel servizio del
prossimo, con particolare attenzione alle vocazioni sacerdotali e religiose.
E Una delle caratteristiche della parrocchia affidata ai salesiani è la rilevanza
che si dà alla mediazione educativa. Anzi, l’attenzione preferenziale per
le nuove generazioni, e l’attenzione specialmente ai più poveri, immette
in tutta la pastorale della parrocchia una particolare forma di azione e una
disposizione educativa specifica. Questo apporto educativo alla Chiesa e alla
pastorale assume una sua tonalità particolare nel salesiano parroco. Egli,
infatti, si trova a dover gestire un’azione articolata che va dalla catechesi,
alla celebrazione dei sacramenti; dalla pratica della carità, all'accostamento
35

4.6 Page 36

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LA PROPOSTA EDUCATIVO–PASTORALE DELLA PARROCCHIA AFFIDATA ALLA COMUNITÀ SALESIANA
alle famiglie e alla visita degli ammalati. Il suo carisma educativo si riflette
in tutti questi ambiti per cui diviene un modello sotto il profilo educativo.
Le espressioni di mediazione educativa coinvolgono anche il campo
culturale, dell’associazionismo giovanile, della promozione umana, del
sostegno scolastico, dell’esperienze di servizio e di solidarietà, dei progetti
socioeducativi. Quindi attività che non sono unicamente liturgiche o
catechistiche, ma sono di crescita e di orientamento nella vita. Impegnata
nel dialogo con questi variegati ambiti, la parrocchia aiuta tutti a sviluppare
valori, criteri di giudizio e modelli di vita secondo il Vangelo, attraverso una
presenza fondata sulla reciprocità e sulla fiducia (data e ricevuta).
32
UNA PRESENZA DELLA CHIESA APERTA E INSERITA
NEL TERRITORIO.
A La parrocchia è il volto della Chiesa sul territorio, il punto di riferimento
che rende visibile la Chiesa, socialmente inserita nella vita quotidiana.
In essa i cristiani vivono la fede, la speranza e la carità, alimentati dalla
Parola di Dio e dalla celebrazione dei sacramenti. La parrocchia è “la Chiesa
che vive tra le case dei suoi figli e figlie” (Christifideles Laici, 26).
La parrocchia affidata ai salesiani, effettivamente, rende visibile la premura
della Chiesa per i giovani e, radicandola in un luogo concreto, la rende
“comunitaria”, appartenente ad una comunità caratterizzata da un carisma.
Insieme ad altri settori della nostra opera salesiana, fa parte della Chiesa
locale e quindi anche della sua pastorale. La parrocchia è una comunità,
aperta a tutti, in cui si vive intensamente lo spirito di famiglia, che diventa
scuola e strumento di comunione e solidarietà. È Comunità educativo-
pastorale, riunita e chiamata dal Signore Gesù, in un luogo che rappresenta
e definisce il senso di appartenenza, la spiritualità salesiana, l’amore alla
Chiesa che abita tra i giovani e in mezzo al semplice popolo di Dio.
La territorialità del quartiere offre alla parrocchia concretezza
e storia, fisionomia culturale, problematiche familiari e
sociali; consegna persone in difficoltà con cui dialogare e
da accompagnare, anche nella vita di grazia. È importante
sottolineare come l’appartenenza a un territorio in pianta
stabile non sempre coincida con l’appartenenza alla stessa
36

4.7 Page 37

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LA PARROCCHIA E IL SANTUARIO AFFIDATI AI SALESIANI
parrocchia. Si è infatti dilatato il concetto di appartenenza
dovuto alla grande mobilità delle persone, alla rete di relazioni
che lega le persone al di fuori del proprio territorio.
Quindi, il territorio non è solo un luogo geografico, ma è anche una rete
di tradizioni e di relazioni umane. Oggi i luoghi di appartenenza sono
molteplici e le appartenenze si ridisegnano costantemente. In altre parole,
l'originalità della parrocchia in ordine all’annuncio evangelico in un territorio
si percepisce nel suo sfrangiarsi nel vissuto delle persone. Vivere in una
comunità parrocchiale affidata ai salesiani significa quindi “fidarsi” della
qualità delle relazioni umane, ovunque si trovino le persone.
B Una parrocchia è concepita e compresa a partire dalla sua territorialità,
come già specificato, in cui fedeli sono tutti coloro che la abitano:
◗◗ i battezzati “nella loro diversità” di percorso e di cammino dentro una
Chiesa dove convivono, al tempo stesso, fedeli ferventi, impegnati,
ma anche fedeli occasionali, oppure, stagionali;
◗◗ i cristiani che si sono allontanati per individualismo o per delusione
nei confronti delle istituzioni religiose;
◗◗ le persone seguaci di altre religioni che condividono lo spazio
geografico, la città o il paese;
◗◗ le persone non credenti, dubbiose o che vivono nell’indifferenza.
Siamo lievito, cioè testimoni semplici di comunità che riconoscono la gioia
del Vangelo e cercano di renderlo presente in modo comprensibile con
un’ospitalità sincera, una porta aperta... tutti elementi distintivi di uno
stile di accoglienza salesiano.
Consapevoli di ciò, la parrocchia si ritiene interpellata da quanti si
considerano indifferenti o non credenti. Ci viene richiesto di imparare le
lingue e le culture nelle quali queste persone dicono le loro esperienze per
poter comprendere con esse ciò che per loro è importante e interessante,
come Paolo ad Atene (At 17).
Ogni parrocchia ha una peculiarità e una sua fisionomia.
Come salesiani, proponiamo una pastorale inclusiva di ogni
37

4.8 Page 38

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LA PROPOSTA EDUCATIVO–PASTORALE DELLA PARROCCHIA AFFIDATA ALLA COMUNITÀ SALESIANA
diversità, sebbene in ogni caso ci debba essere un discernimento
preventivo volto ad accertare nella proposta l’esistenza di
determinate condizioni in armonia con il carisma di Don Bosco
(cfr. Reg. 26).
C La comunità parrocchiale diventa di conseguenza centro significativo
anche di tutte le varie comunità ecclesiali e gruppi che vi esistono.
Questa è una ricchezza enorme, ma presuppone una certa disponibilità e
organizzazione: i gruppi presenti concepiscono il nostro modo di essere
Chiesa attraverso la CEP e il PEPS o comunque vanno accompagnati a
comprenderli e condividerli.
È una comunità aperta, che collabora con le altre parrocchie e comunità,
con le organizzazioni pastorali diocesane e con le altre agenzie sociali
e educative presenti nel territorio per lo sviluppo umano e religioso dei
cittadini. Il rapporto fra la comunità religiosa a cui è affidata la parrocchia
e le altre comunità religiose maschili e femminili che operano nel territorio
stesso della parrocchia affidata ai salesiani, dovrà ispirarsi a una autentica
38

4.9 Page 39

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LA PARROCCHIA E IL SANTUARIO AFFIDATI AI SALESIANI
fraternità, tale da farle sentire efficacemente inserite in una pastorale di
insieme, pur rispettando le specifiche finalità.
La parrocchia svolge la propria missione in comunione con la Chiesa locale e
il Vescovo collaborando con la pastorale della Chiesa particolare attraverso
la ricchezza di una vocazione; è quindi espressione nella Chiesa locale del
“criterio oratoriano di Don Bosco”. Difatti, l’art. 40 delle Costituzioni dei
Salesiani di Don Bosco, l’esperienza di Don Bosco, per noi salesiani è il
criterio guida:
«Don Bosco visse una tipica esperienza pastorale nel suo primo
oratorio, che fu per i giovani casa che accoglie, parrocchia che
evangelizza, scuola che avvia alla vita e cortile per incontrarsi
da amici e vivere in allegria. Nel compiere oggi la nostra
missione, l’esperienza di Valdocco rimane criterio permanente di
discernimento e rinnovamento di ogni attività e opera» (Cost. 40).
Nelle nostre ispettorie cerchiamo di rispondere a quelle sfide che assumiamo
in tutti gli ambienti salesiani: passare da una pastorale di “manutenzione”
all’articolazione di una Comunità educativo-pastorale capace di essere un
ambiente accogliente e familiare (“casa”), segnato dalla gioia (“cortile”);
dove tutti possano sviluppare le loro potenzialità e acquisire nuove
competenze per la vita (“scuola”) e camminare seguendo una chiara
proposta di fede (“chiesa”).
D È inoltre attenta al dialogo con le altre religioni e credenze
tradizionali. Laddove esista una significativa presenza di persone di
altre tradizioni religiose, come indica il Pontificio Consiglio del Dialogo
Interreligioso (Dialogo nella verità e nella carità. Orientamenti pastorali
per il dialogo interreligioso, 2014), “i parroci devono assumere la guida
nel compito di attuare gli orientamenti e le direttive per il dialogo
interreligioso nelle loro parrocchie, rendendole parte del piano pastorale.
Può anche risultare proficuo stabilire rapporti con responsabili di altre
religioni nel proprio quartiere, iniziando, quando possibile, con piccoli
gruppi di dialogo.
Attraverso l’esempio e l’attività personale, i sacerdoti possono ispirare i
propri parrocchiani a vivere in solidarietà con le persone di altre religioni,
condividendo le loro gioie e i loro dolori, ad esempio in occasione delle
nascite e dei decessi, dei matrimoni, dei successi e dei fallimenti, delle
39

4.10 Page 40

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LA PROPOSTA EDUCATIVO–PASTORALE DELLA PARROCCHIA AFFIDATA ALLA COMUNITÀ SALESIANA
malattie, delle avversità, ecc. Secondo le circostanze, programmi sociali e
culturali comuni, celebrazioni con le persone di diverse religioni presenti
in parrocchia possono essere buone occasioni di scambio all’insegna
dell’amicizia e della solidarietà”.
La coesistenza di gruppi etnici, di credenze tradizionali, di lingue e anche
espressioni originali di vita, di celebrazione e di pensiero, evidenzia la
necessità di una pastorale attenta a questa realtà, affinché le verità e i
valori di queste culture siano toccati e trasfigurati dal Vangelo. Occorre,
pertanto, intraprendere un dialogo di amicizia, stima e rispetto per
quanti aderiscono a queste religioni tradizionali, valorizzando i valori
positivi che ben s’armonizzano col contenuto della fede. Una tale
capacità di integrazione e di creatività necessita di uno spirito aperto
e critico.
3 3 UNA COMUNITÀ DALLO SGUARDO MISSIONARIO
A In un mondo che ha bisogno del messaggio della tenerezza del perdono
e della misericordia del Padre, è urgente che ogni cristiano si faccia
missionario. Essere pronti a esserci per gli altri nel tempo della speranza,
nel tempo della desolazione e anche nel tempo della persecuzione (Mt
2,3-6).
Effettivamente, tutte le parrocchie salesiane devono essere animate dallo
spirito missionario di Don Bosco. Molte parrocchie salesiane sono situate
in diversificate zone di missione, in città metropolitane e in grossi centri
urbani, ma anche in altri contesti, al servizio della dignità umana e
della proclamazione del Vangelo.
Nella fedeltà a Gesù, la parrocchia crede che il Regno di Dio abbia come suoi
destinatari e soggetti privilegiati i poveri. Pertanto, nella sua pastorale deve
risplendere l’opzione preferenziale evangelica per i più bisognosi. La
parrocchia affidata ai salesiani deve prestare particolare attenzione a ciò che
crea disagio ed emarginazione nel territorio. Tutto ciò ci aiuta a ricordare
che è anzitutto indispensabile partire dalla chiarificazione di due termini:
scelta e preferenziale. Per “scelta” intendiamo un gesto maturo, personale,
consapevole, definitivo; un atto libero, conseguenza di una vocazione,
cioè di una chiamata da parte di Gesù Cristo, il quale passò in mezzo a
40

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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LA PARROCCHIA E IL SANTUARIO AFFIDATI AI SALESIANI
noi beneficando soprattutto i più poveri e gli ammalati. Un segno carico di
responsabilità per la pastorale. Con “preferenziale” indichiamo una scelta
non esclusiva, né escludente qualcuno.
La parrocchia è incoraggiata a essere spazio di accoglienza e di speranza
per tutti, specialmente per chi è stanco, diseredato, emarginato, malato
e sofferente. Così, in stretto dialogo e collaborazione con le istituzioni
stabilite nel territorio, promuove fortemente la tutela e la promozione dei
diritti umani; condivide le loro preoccupazioni, aspirazioni e azioni.
Assume come criterio e scelta fondamentale l’unità esistenziale di
evangelizzazione, la promozione umana e la cultura cristiana. Evangelizzare
è manifestare il Dio dell’Amore senza escludere nessuno.
Annunciamo il Vangelo e la persona di Gesù in relazione intima
con la storia delle persone, con i loro problemi e con le loro
possibilità. Nel desiderio di sanare le situazioni di vulnerabilità
ci lasciamo guidare dal valore di pienezza umana che la persona
ha in Dio. Lo sviluppo dell’evangelizzazione parrocchiale
comporta insieme la diffusione del Vangelo e la promozione del
popolo (cfr. Cost. 42).
B In passato, la parrocchia era percepita come uno spazio chiuso, come
una sorta di acquario con i numerosi organismi al suo interno; oggi si
ha l’impressione di essere tutti in mare aperto. Questa espressione “in
mare aperto” ci può parlare dell’ampiezza e della profondità della nostra
missione. Siamo “pescatori di uomini” in un mondo vasto e complesso
che esige da noi un atteggiamento pastorale di apertura, di accoglienza,
che richiede di aguzzare lo sguardo, di raggiungere tutti. Non possiamo
ignorare o trascurare la sete spirituale di tante persone, oppure, non
ascoltare il grido che assume tante forme e linguaggi e non intercettare il
desiderio di autentiche espressioni spirituali.
Non è più possibile procedere secondo la prospettiva del “cercare di portare
persone in parrocchia”, che è di tipo centripeto. Occorre rendersi conto dei
profondi cambiamenti nella società, dell’urgenza di un dialogo permanente
con la comunità; acquisire uno stile di inclusività nel modo di relazionarci
con tutti, con la proposta di percorsi di fede molteplici e diversi – per
linguaggio e forma – da quanto proposto di solito.
41

5.2 Page 42

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LA PROPOSTA EDUCATIVO–PASTORALE DELLA PARROCCHIA AFFIDATA ALLA COMUNITÀ SALESIANA
Ci è indispensabile provare a osservare la vita quotidiana della parrocchia
in alcuni dei suoi abituali destinatari che richiedono maggiore cura e
attenzione pastorale:
◗◗ L’esperienza parrocchiale è osservatorio e terreno attraverso cui
mettere in pratica la nostra capacità missionaria. Se si sofferma lo
sguardo sui più vicini, ci si rende conto, ad esempio, che è il luogo
dove molti dei nostri anziani si sentono a casa. Il luogo dove possono
pregare per i defunti e cercare conforto nella loro solitudine. È il
luogo dove possono esprimere i loro sentimenti religiosi con
semplicità, spesso attraverso una religiosità popolare, in sintonia con
tanti atteggiamenti evangelici pieni di saggezza. Altri anziani invece
vanno raggiunti fuori dalle mura, nelle loro solitudini. La solitudine
può essere guarita con la carità, la vicinanza e il conforto spirituale.
◗◗ Le parrocchie non possono e non devono essere riconosciute solo
per la loro grandezza architettonica (anche se molte hanno un
patrimonio storico e artistico ereditato che dobbiamo preservare),
ma come territori in cui gli “stranieri” trovano una patria. Sono
il contesto in cui manifestare la promessa di Dio a questa parte
dell’umanità, luogo in cui ciò che Dio dice nell’alleanza con il suo
popolo diventa realtà: Io sono un Dio fedele, un Dio vicino, un
Dio di tenerezza e misericordia, che fa nuovo ogni giorno che
nasce. Incontriamo giovani uomini e donne la cui vita li ha portati a
cambiamenti esistenziali, anche traumatici: sono migranti e stranieri,
per lavoro e per necessità. Cosa ci chiedono in realtà questi uomini
e donne? Come vivono la loro fede? La nostra parrocchia è il luogo
frequentato da sempre più uomini e donne di altre latitudini, altre
culture e altre lingue. Di fronte a queste realtà, le parrocchie affidate
ai salesiani devono essere una casa accogliente per i cittadini di
qualsiasi continente, proprio per la nostra cattolicità. E ogni membro
della comunità parrocchiale contribuisce all’accoglienza con uno
stile umile e misericordioso, più con la pratica della vita che con le
parole, soprattutto con le persone ferite.
◗◗ Per questo, siamo tutti chiamati ad essere consapevoli che in
quello spazio geografico che sono le nostre parrocchie ci sono
molte situazioni umane: periferie “esistenziali” di ogni tipo. È
nella carità che la Parola proclamata diventa credibile, per esempio
visitando le famiglie, i malati e i poveri, portando l’Eucaristia o
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5.3 Page 43

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LA PARROCCHIA E IL SANTUARIO AFFIDATI AI SALESIANI
anche una parola di consolazione. Per questo, la parrocchia si affida
anche alle organizzazioni pastorali di carità (Caritas e altre forme
di volontariato) o attiva centri di ascolto di supporto psicologico e
sociale, per essere il luogo della presenza di Dio nella città, come
dirà ripetutamente Francesco; città e paesi dove si incrociano i
sentieri della vita, a volte pieni di dolore, a volte pieni di speranza;
sentieri che dobbiamo accompagnare e ai quali non dobbiamo
mettere dogana o argine.
◗◗ Diventa urgente una conversione missionaria della parrocchia per
poter raggiungere le persone tenendo conto della realtà attuale. Una
chiesa in uscita per far fronte alle urgenze che nascono durante
le crisi economiche, sociali e educative, ma anche pandemiche, che
fanno emergere vulnerabilità e portano numerose conseguenze in
svariati ambiti.
◗◗ Nella nostra Congregazione ci sono parecchie cappelle e
stazioni missionarie parrocchiali. Sono luoghi, all interno del
territorio di una parrocchia, dove un confratello o più confratelli
si recano regolarmente per prestare servizio pastorale. Si trovano
principalmente in territori parrocchiali molto grandi, in zone di nuova
evangelizzazione nei centri urbani, in zone rurali o montuose, o in
contesti dove i cattolici sono una minoranza. Generalmente sono
animate da catechisti laici, mentre i sacerdoti le visitano di tanto
in tanto per celebrare i Sacramenti a beneficio della comunità, che
altrimenti non potrebbe partecipare alla vita della Chiesa.
Sono luoghi caratteristici del primo annuncio missionario che favorisce lo
sviluppo dei ‘raggi di Verità’ (Nostra Aetate, 2) e la crescita dei ‘semi della
Parola’ che il Signore ha piantato nelle culture, nelle religioni e nei popoli
(Evangelii Nuntiandi, 53) e anche la promozione sociale dei più poveri ed
emarginati. Grazie alla stazione missionaria, la comunità locale, godendo
della presenza dei ministri laici e dei sacerdoti, viene stimolata ad essere ‘in
uscita’ per costruire la Chiesa.
Di fatto: “il missionario si integra nella chiesa locale, e nella vita e nel
progetto educativo-pastorale dell’Ispettoria, arricchendole con i suoi
doni personali, il suo zelo apostolico e la sua sensibilità missionaria” (La
Vocazione Missionaria Salesiana. Riflessioni, processi ed orientamenti
operativi, Parte I. punto 1, 4 aprile 2021).
43

5.4 Page 44

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LA PROPOSTA EDUCATIVO–PASTORALE DELLA PARROCCHIA AFFIDATA ALLA COMUNITÀ SALESIANA
34
UN’OPZIONE CHIARA PER I GIOVANI E PER LE CLASSI
POPOLARI
A Il carisma di Don Bosco è un impegno sostanzialmente pastorale che
si caratterizza per la sua missione giovanile e popolare. Nella parrocchia,
la pastorale giovanile dovrebbe essere considerata come la dimensione
che ne caratterizza la vita. È questo il particolare contributo che i Salesiani
offrono come arricchimento alla missione di una Chiesa particolare (cfr.
Cost. 48; Reg. 26). La caratteristica attenzione ai giovani è quindi una scelta
preferenziale di dinamismo giovanile nell’evangelizzazione.
In ogni ambiente dell’Opera Salesiana - e quindi anche in parrocchia
- questa scelta dà il tono a tutta l’evangelizzazione di un determinato
territorio: sviluppa una pastorale del futuro, soprattutto per i giovani e le
classi popolari, offrendo delle proposte educativo-pastorali esemplari per le
nuove generazioni. In effetti, la pastorale salesiana tra i giovani ha «stile»
e «metodo» per tutti i campi della missione, come afferma l’art. 20 delle
Costituzioni: «Don Bosco visse nell’incontro coi giovani del primo oratorio
un’esperienza spirituale ed educativa che chiamò ‘Sistema Preventivo’...
ce lo trasmette come il modo di vivere e di lavorare per comunicare il
vangelo...».
Opzione chiara per i giovani non vuole dire però che l’obiettivo della
parrocchia sia una “concentrazione di iniziative di pastorale giovanile”,
trascurando gli altri gruppi; si tratta piuttosto di entrare in un’ottica in cui
ogni comunità parrocchiale sia luogo di crescita umana e cristiana, con
particolare attenzione alle nuove generazioni, sostenuta dalla presenza
e dal servizio degli adulti, esplicitamente formati. Nessuno chiede che
la parrocchia sia una “istituzione giovanile”. “Preferenza” non significa
“esclusione” perché la parrocchia abbraccia senza discriminazione tutte le
persone e i gruppi che compongono il popolo cristiano, ai quali la Parola
di Dio deve arrivare nella loro situazione di vita: bambini, adulti, anziani,
malati, ecc. Non è concepibile, dunque, una parrocchia che non presuma
una corrispondente cura di tutta la comunità. La preferenza giovanile è,
in primo luogo un’ottica e una prospettiva, che si esprime poi in modalità
e iniziative settoriali.
Nelle nostre parrocchie, i bambini, gli adolescenti e i giovani
non possono e non devono essere relegati a un ruolo secondario.
44

5.5 Page 45

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LA PARROCCHIA E IL SANTUARIO AFFIDATI AI SALESIANI
Non possono essere solo quelli a cui «dispensiamo la catechesi»,
quelli che occupano le sale della parrocchia per qualche anno
per poi lasciarle definitivamente quando ricevono i sacramenti
dell’iniziazione cristiana.
B Bisogna rinvigorire lo sguardo fiducioso sui giovani, simile a quello di
nostro padre Don Bosco. L’Oratorio di Valdocco è stato definito dallo stesso
monsignor Franzoni, arcivescovo di Torino, “la parrocchia dei bambini
abbandonati senza parrocchia”. La scelta prioritaria dei giovani, soprattutto
dei più poveri, divenne la spina dorsale di tutto il suo impegno pastorale.
Oggi siamo chiamati a “raccogliere” il grido che i giovani mandano al
mondo degli adulti con la richiesta di “essere visti” e accolti: è un grido
che chiede speranza per il futuro, per il loro e per il nostro.
«L’evangelizzazione passa anche e sempre più obbligatoriamente attraverso
l’analisi delle situazioni di vita che incidono sulla personalità giovanile»
(CG21, 20.). Il saper cogliere o leggere alla luce del vangelo la condizione
giovanile con competenza, può dare alla parrocchia affidata ai salesiani un
tratto caratteristico. Di conseguenza, è anche necessario che le comunità
cristiane aprano la loro mentalità alla cultura dei giovani e a quegli aspetti
che sanno di novità. Per questo è necessario non perdersi in lamenti e
analisi scoraggianti che spesso producono un senso di inadeguatezza e
rischiano di allontanarci da un mondo da cui per molti versi ci sentiamo
lontani.
Dobbiamo essere una Chiesa che incoraggia e non si lamenta,
una Chiesa che consegna e trasmette gioia e non amarezza, una
Chiesa che trasmette fedeltà e non abbandono. Abbiamo bisogno
di riscoprire una visione positiva, ma aderente alla realtà, divina
e provvidenziale della storia.
È necessario, come dice Francesco, superare la tentazione del “si è sempre
fatto così” (EG 33). Abbiamo bisogno della creatività e della presenza
rumorosa dei giovani. Abbiamo bisogno che le nostre parrocchie subiscano
una profonda conversione che permetta loro di presentare un volto amico
ai giovani. Che sia una casa in cui subentri la realtà delle nuove generazioni
(preadolescenti, adolescenti, giovani adulti) pur con la sua complessità in un
mondo che cambia a dismisura; i giovani possono insegnarci a interpretare
la loro realtà in modo da rispondere adeguatamente ai loro bisogni e ai
desideri.
45

5.6 Page 46

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LA PROPOSTA EDUCATIVO–PASTORALE DELLA PARROCCHIA AFFIDATA ALLA COMUNITÀ SALESIANA
“Il mondo nel quale viviamo in questo XXI secolo, caratterizzato
dalla diversità delle culture e dei contesti, ha bisogno – e possiamo
dire che si aspetta – di incontrare Salesiani consacrati-apostoli
preparati e disposti a vivere la propria vita con la mente e il cuore
di Don Bosco. Salesiani capaci di continuare a donare la vita per
i giovani del mondo di oggi, con i loro linguaggi, le loro visioni e i
loro interessi. Senza dubbio molti di questi adolescenti e giovani
si trovano nelle case salesiane, mentre molti altri frequentano
“altri cortili”: siamo salesiani anche per loro”. (CG28,2)
C A livello pratico si forniscono alcune azioni possibili o attenzioni da
sviluppare che la parrocchia può mettere in atto nella vita quotidiana a
favore dei giovani:
◗◗ la conoscenza aggiornata della situazione dei giovani e, quindi, la
competenza in quei problemi pastorali che anche gli animatori della
parrocchia devono coltivare per arricchire la Chiesa particolare;
◗◗ l’elaborazione di itinerari, iniziative e proposte in parrocchia che
permettano di accogliere sempre più i giovani, di coinvolgerli nella
definizione dei loro bisogni e delle risposte educative più adeguate
(la metodologia pastorale di Don Bosco coniuga inscindibilmente
evangelizzazione e educazione, cioè include sempre la dimensione
pedagogica nella prassi pastorale);
◗◗ la valorizzazione delle persone che lavorano con/per i giovani, alla cui
competenza e al cui lavoro va dato valore, così come agli ambienti e
alle istituzioni che si occupano di bambini e giovani;
◗◗ la sensibilizzazione della comunità diocesana circa i problemi e le
esigenze della pastorale giovanile;
◗◗ la preoccupazione di avvicinare i giovani alla fede e di farli crescere in essa,
soprattutto l’attenzione apostolica agli ultimi, ai più svantaggiati, ecc.;
◗◗ l’interesse per il mondo del lavoro e le problematiche correlate alla
disoccupazione;
◗◗ la promozione di una partecipazione attiva dei giovani alle
celebrazioni;
46

5.7 Page 47

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LA PARROCCHIA E IL SANTUARIO AFFIDATI AI SALESIANI
◗◗ l’aggiornamento dei processi di iniziazione e formazione cristiana degli
adolescenti e dei giovani (siamo sempre più convinti che i cammini
di educazione alla fede devono andare oltre la preoccupazione della
trasmissione di contenuti, per aprirsi a una formazione più integrale,
in cui l’esperienza di Dio possa portare frutto);
◗◗ il rinnovamento dei mezzi di espressione cristiana (canti, gesti,
linguaggio, metodi, narrazioni, testimonianze, simboli, manifesti);
◗◗ la partecipazione dei giovani agli organi parrocchiali (hanno bisogno
di sentirsi protagonisti della vita della comunità, anche con voce e
voto quando possibile);
◗◗ la promozione della partecipazione dei giovani ai gruppi parrocchiali
e alle esperienze che rendono i giovani evangelizzatori di altri giovani;
◗◗ la sensibilizzazione di tutta la comunità parrocchiale alle questioni
educative;
◗◗ la preparazione degli adulti nell’ affrontare la questione giovanile in
ambito familiare, educativo e pubblico anche attraverso gruppi di
confronto.
Come conseguenza, queste affermazioni esigono una revisione
intelligente di alcune modalità organizzative delle parrocchie
affidate ai salesiani. Sono necessarie dosi massicce di creatività nella
sperimentazione di nuove forme di presenza, di testimonianza e di ascolto
della cultura giovanile.
Dobbiamo spronare la nostra immaginazione, suggerire idee e azioni che
siano stimolo nella vita quotidiana dei nostri giovani. Infatti, la proposta di
Gesù, più che una risposta a un atteggiamento di ricerca, deve essere una
provocazione e una domanda rivolta in particolare ai giovani feriti, spezzati
o disorientati. Da qui la necessità di insistere sulla novità del Vangelo, sul suo
potenziale di dare una gioia e un senso insuperabili alla vita, riconoscendo
allo stesso tempo che la sua accettazione pone il cristiano controcorrente
rispetto a certi valori socialmente dominanti.
Abbiamo bisogno di accompagnare giovani che ritornino a sognare...
giovani entusiasti, che scelgano di innamorarsi appassionatamente del
47

5.8 Page 48

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LA PROPOSTA EDUCATIVO–PASTORALE DELLA PARROCCHIA AFFIDATA ALLA COMUNITÀ SALESIANA
progetto di Gesù, e che, spiritualmente attrezzati, decidano di vivere
l’impegno del Vangelo.
D La parrocchia affidata ai salesiani ha un carattere popolare di ampia
accoglienza. Le parrocchie salesiane si trovano generalmente in «ambienti
popolari» e popolosi delle grandi città (CG21, 141), in «quartieri popolari e
poveri» (CGS20 411, 407), con la «gente umile» (CG21 141): zone dove si
evidenzia un tipo di azione che tende a raggiungere il più grande numero
di persone. L’evangelizzazione della cultura popolare richiede una costante
attenzione alle varie forme in cui essa si manifesta. L’evangelizzazione si
contestualizza e integra in questi ambienti popolari, con la considerazione
della sua storia, tradizione e cultura, dei costumi e delle sue radici:
«La parrocchia affidata ai salesiani è popolare a motivo
sia della sua ubicazione, perché è preferibilmente inserita in
ambienti popolari e popolosi delle grandi città, sia dello stile
della sua azione che cura l’aggancio con il popolo e non vuole
essere una comunità arroccata e chiusa, o una chiesa per pochi.
Essa, pertanto, cura le liturgie e le feste in cui il popolo si possa
ritrovare con naturalezza e semplicità; presta attenzione e
simpatia alle espressioni di pietà popolare e sa orientarle, con
rispetto, mediante una pedagogia di evangelizzazione. è anche
popolare a motivo della sua apertura alla vita del quartiere
poiché partecipa ai problemi della gente con la quale vive e di
cui condivide gioie e dolori” (CG21,141).
Quando, in ottica di fede cristiana, si parla di pietà (o religiosità, o anche
devozione) popolare, s’intende richiamare una genuina fede cristiana,
che è ricca di valori, sia religiosi sia storico-culturali, i quali non possono
essere ignorati. Molte di queste devozioni rappresentano un insieme di
valori di tradizione storica, di ambientazione folkloristica e di bellezza
naturale e plastica; coniugano ricchi sentimenti umani di amicizia condivisa,
uguaglianza di trattamento e valore di tutto ciò che di bello la vita racchiude
nella comune gioia della festa. Nelle radici profonde si scorgono autentici
valori spirituali della fede in Dio.
Non possiamo inoltre non interrogarci sulla cura delle manifestazioni
popolari esterne nella vita pastorale delle nostre comunità cristiane. La
devozione alla Vergine, ad esempio, ha molto di positivo e di incoraggiante,
ma occorre essere capaci di dare a queste radici di fede la loro pienezza
48

5.9 Page 49

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LA PARROCCHIA E IL SANTUARIO AFFIDATI AI SALESIANI
evangelica, portando a riscoprire le ragioni profonde della presenza di Maria
nelle nostre vite come modello nel pellegrinaggio della fede. D’altra parte, è
consolante constatare come ci sia in alcuni casi una grande preoccupazione
e sollecitudine nel promuovere in questo tipo di religiosità una maggiore
formazione cristiana e una più attiva partecipazione liturgica e caritativa
nella vita della Chiesa, che si traduce in vero dinamismo apostolico.
Si desidera ribadire l’importanza di quella cura evangelica che sa trarre
l’umana bontà religiosa da tutte le espressioni e le consuetudini della pietà
popolare, che accogliendole le purifica, le consolida e le eleva.
35
LUOGO DI CONVERGENZA DEI DIVERSI AMBIENTI
DELLA CASA SALESIANA
A La parrocchia diventa un ambiente centrale in cui confluiscono tutti
gli altri settori come luogo di riferimento per celebrare e condividere la
fede. Costituisce, infatti, un ambiente pastorale che accoglie tutta l’Opera
salesiana e soprattutto gli ambienti dove sono presenti i giovani.
Animare tale contesto implica integrare la parrocchia nel progetto organico
prima di tutto della casa salesiana, la quale diventa “un servizio organico,
unitario e corresponsabile per lo sviluppo umano, civile e religioso del
quartiere dove è inserita (CG20, 436). La parrocchia è infatti chiamata
ad essere “la casa di Dio e la porta del cielo” (un riferimento al sogno di
Giacobbe, cfr. Gen. 28, 12.17) e la casa della comunità, per tutti coloro
che entrano in un’opera salesiana.
Una delle urgenze delle nostre opere, in una società globalizzata e spesso
distante dalla fede, è quella di essere spazio aperto alla trascendenza:
lucernario che rende trasparente la presenza di Dio. La parrocchia non
può essere semplicemente un luogo di incontro per le persone, dove si
svolgono attività di vario tipo (teatro, giochi, laboratori, campi, musica); né
unicamente una scuola di volontariato sociale, un centro di assistenza o di
integrazione sociale. Senza dubbio tutte queste azioni, di enorme valore
pedagogico, rimangono essenziali all’interno della comunità, ma come
accennato precedentemente, la parrocchia affidata ai salesiani è il luogo
dove la comunità cristiana dell’Opera Salesiana celebra e prega, è chiamata
ad essere la “tenda dell’incontro”.
49

5.10 Page 50

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LA PROPOSTA EDUCATIVO–PASTORALE DELLA PARROCCHIA AFFIDATA ALLA COMUNITÀ SALESIANA
«La casa dove abita» è il nome che Giacobbe diede al luogo
dove si addormentò ed ebbe un sogno (cfr. Gen. 28,12-17). La
parrocchia non è un monastero o un luogo esclusivo di preghiera,
ma lo spazio singolare sempre disponibile per l’incontro
con Dio, dove pregano gli anziani e i giovani, gli adolescenti e i
bambini che frequentano la nostra casa.
B La parrocchia è chiamata ad essere il luogo di accoglienza per quei
giovani, educatori o famiglie che ritornano alla fede delusi dagli idoli che
la nostra società ci propone, e che alla fine sono incapaci di dare senso alla
vita. Le nostre Opere accolgono la domanda di tanti pellegrini della
vita, di tanti viaggiatori che chiedono di essere “salvati”, cioè di essere
continuamente riammessi alla vita; chiedono di trovare ragioni e sostegno
per una vita buona e felice, nel nome del Signore Gesù. La parrocchia non
è un palazzo, ma è luogo di incontro di tutti coloro che cercano l’unico
vero Dio, anche senza conoscerlo. In tutti i nostri ambienti pastorali, la
preoccupazione deve essere come accompagnare tante persone in ricerca
(esplicitamente o meno), affinché con la testimonianza, la bellezza di un
incontro personale con Gesù sia capace di accendere (o riaccendere) la
fede. Usando una bella definizione cara a San Giovanni XXIII, la parrocchia
è come la “fontana del villaggio”: disseta, dà ristoro ed è luogo d’incontro.
C Dobbiamo fare della fare della parrocchia un luogo dove bambini,
adolescenti, giovani e adulti cantano: un luogo di festa gioiosa,
legata alla vita. Celebrazioni liturgiche che non perdono la dimensione
sacramentale, in cui i simboli sono espressione della profondità dell’esistenza
e, pertanto, danno loro un significato ultimo: un luogo “che permetta loro
anche di condividere la vita, festeggiare, cantare, ascoltare testimonianze
concrete e sperimentare l’incontro comunitario con il Dio vivente”. (Christus
vivit, 204).
La parrocchia deve essere riconosciuta come il luogo dove la comunità
viene vissuta come una ulteriore famiglia, che si ritrova ogni domenica
a sedersi come figli, come fratelli e sorelle, alla tavola del Padre. Il luogo
d’incontro per adulti, bambini e giovani, a cui si giunge dopo i diversi
lavori della settimana e le preoccupazioni quotidiane, la tavola attorno a
cui si condividono storie, aneddoti, speranze, ma anche preoccupazioni e
fallimenti. È il luogo dove non si risolvono le differenze, ma dove, grazie
alla mediazione del Padre, noi figli possiamo fare pace e chiedere perdono
per il dolore che gli abbiamo causato.
50

6 Pages 51-60

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6.1 Page 51

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LA PARROCCHIA E IL SANTUARIO AFFIDATI AI SALESIANI
Di una comunità parrocchiale che vive in questo modo, si può veramente
dire che l’Eucaristia è il suo centro. In essa, lo spezzare il pane e la sua
distribuzione non diventa un gesto liturgico di routine, ma il sacramento
memoriale del corpo di Cristo dato per amore e l’espressione di ciò che
siamo, la “famiglia” di Dio, e di ciò che viviamo, l’amore fraterno e il
servizio.
51

6.2 Page 52

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LA PROPOSTA EDUCATIVO–PASTORALE DELLA PARROCCHIA AFFIDATA ALLA COMUNITÀ SALESIANA
A COLPO D’OCCHIO
COMPITO DELLA PARROCCHIA
• inserire il carisma salesiano
nella struttura ecclesiale e
culturale della parrocchia
• fedeltà al nostro DNA salesiano
Un centro di
evangelizzazione
e educazione
alla fede
Da una
pastorale
orientata ai
sacramenti a
una, iniziazione
e maturazione
nella vita
cristiana
• offre una proposta sistematica di
evangelizzazione e di educazione alla fede
• attenta a percorsi continui, graduali e
diversificati di vita cristiana
• sperimenta i valori della Spiritualità
Giovanile Salesiana in ottica comunitaria
• promuove la centralità della Parola di Dio
• mette l'Eucarestia al centro della vita
comunitaria
• celebra i sacramenti della vita cristiana
• alimenta la devozione a Maria Ausiliatrice
• dà rilevanza alla mediazione educativa
Una presenza
della Chiesa
aperta e
inserita nel
territorio
Punto di
riferimento che
rende visibile la
Chiesa
• socialmente inserita nella vita quotidiana
del territorio
• fedeli: tutti coloro che abitano lo
spazio geografico (battezzati nella loro
diversità, cristiani lontani, persone di
altre religioni, non credenti, dubbiosi o
indifferenti)
• con uno stile di accoglienza salesiano
• centro significativo anche di tutte le varie
comunità ecclesiali e gruppi
• attenta al dialogo con le altre religioni e
credenze tradizionali
52

6.3 Page 53

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LA PARROCCHIA E IL SANTUARIO AFFIDATI AI SALESIANI
• atteggiamento pastorale di apertura, di
accoglienza, che richiede di aguzzare lo
sguardo, di raggiungere tutti
• curare evangelizzazione, promozione
umana e cultura cristiana
• maggiore cura e attenzione pastorale
verso: anziani, stranieri, periferie
"esistenziali", urgenze e cappelle e
stazioni missionarie parrocchiali
L’opzione
preferenziale
evangelica per i
più bisognosi
Una comunità
dallo sguardo
missionario
• rinvigorire lo sguardo fiducioso sui
giovani come Don Bosco: la parrocchia,
volto amico per i giovani
• conoscenza aggiornata della situazione
dei giovani
• elaborazione di itinerari, iniziative e
proposte per i giovani
• valorizzazione delle persone che
lavorano con/per i giovani
• sensibilizzazione della comunità
diocesana
• preoccupazione di avvicinare i giovani più
bisognosi alla fede
• interesse per il mondo del lavoro e
disoccupazione
• promozione di una partecipazione attiva
dei giovani alle celebrazioni
• aggiornamento dei processi di iniziazione
e formazione cristiana
• rinnovamento dei canti, gesti, linguaggio,
ecc.
• partecipazione dei giovani ai gruppi e agli
organi parrocchiali
• sensibilizzazione di tutta la comunità
parrocchiale alle questioni educative
• preparazione degli adulti su questione
giovanile
Scelta
preferenziale
per i giovani
(non escludente)
e carattere
popolare
di ampia
accoglienza
Un’opzione
chiara per i
giovani e per le
classi popolari
53

6.4 Page 54

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LA PROPOSTA EDUCATIVO–PASTORALE DELLA PARROCCHIA AFFIDATA ALLA COMUNITÀ SALESIANA
Luogo di
convergenza dei
diversi ambienti
della casa
salesiana
Ambiente
centrale in cui
confluiscono
tutti gli altri
settori come
luogo di
riferimento per
celebrare e
condividere la
fede
• "tenda dell'incontro" dove la comunità
cristiana dell'Opera Salesiana celebra e
prega
• luogo di accoglienza nell’Opera salesiana
per tanti pellegrini della vita
• spazio di festa gioiosa, legata alla vita
• “famiglia” per i figli, seduti alla tavola del
Padre
54

6.5 Page 55

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LA PARROCCHIA E IL SANTUARIO AFFIDATI AI SALESIANI
L’ANIMAZIONE
PASTORALE ORGANICA
NELLA PARROCCHIA
CAPITOLO
IV

6.6 Page 56

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L’ANIMAZIONE PASTORALE ORGANICA NELLA PARROCCHIA
4 1 PRINCIPALI INTERVENTI DELLA PROPOSTA
A La parrocchia è una comunità evangelizzatrice: porta il primo annuncio
a coloro che sono lontani e li catechizza, incontrandoli nel punto in cui si
trovano. Questo è il motivo per cui sembra opportuno recuperare alcuni
principi che si ispirano al catecumenato cristiano come elementi
pedagogici e di base per una educazione alla fede. Si tratta di considerare
il dono della fede come una forza dinamica di crescita progressiva, che
consta di fasi, tappe, passaggi tra loro conseguenti. È un cammino che
viene sostenuto (oltre che dal dono gratuito di Dio), da un necessario aiuto
educativo. Così, l’educazione, nella prospettiva cristiana, va vista come
necessario accompagnamento sulla via della fede, come cammino fatto
insieme, sul modello dei viandanti di Emmaus (Lc 24,13-35), per la crescita
integrale della persona alla luce della fede.
Perciò, il catecumenato cerca di evangelizzare nelle quattro principali aree
di crescita nella fede, presenti nell’esperienza della Chiesa: la dimensione
personale, la dimensione comunitaria, la dimensione celebrativo-liturgica,
e la dimensione dell’impegno di evangelizzazione. Attraverso queste
dimensioni comprendiamo che:
◗◗ al di là dell’annuncio è richiesta una risposta personale, libera e
responsabile;
◗◗ è necessario avviare un processo di educazione cristiana che porti
unitariamente alla fede vissuta, celebrata, espressa, testimoniata;
◗◗ è fondamentale integrare la conversione della vita e la testimonianza
della carità.
Questo percorso può aiutare la programmazione corretta degli interventi
con i giovani, assicurando la completezza e l’integrità dell’esperienza
cristiana.
B La parrocchia crea e propone itinerari graduali e diversificati
di educazione alla fede, in particolare dei giovani e delle famiglie,
insegnando in modo semplice a vivere la propria fede, per mezzo di
esperienze, e non solo in termini di “discorsi teorici”. Gli itinerari potrebbero
preparare le famiglie per l’educazione alla fede dei loro figli, istituire la
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6.7 Page 57

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LA PARROCCHIA E IL SANTUARIO AFFIDATI AI SALESIANI
catechesi battesimale, offrire cammini di educazione alla fede per i fidanzati
che potrebbero successivamente dar vita a gruppi di famiglie (cfr. Pastorale
Giovanile e Famiglia. Settore per la Pastorale Giovanile Salesiana. Salesiani
di Don Bosco, 2021, cap. 3)
L’iniziazione cristiana prende in considerazione l’esperienza, i rapporti con la
comunità e la testimonianza della vita. È un cammino esigente che richiede
un adeguato periodo di formazione, detto anche catecumenato, includente
molteplici processi pastorali e iniziative che, con freschezza e creatività,
permettano un incontro personale con Gesù Cristo.
In tutte queste espressioni, si deve sempre trasmettere una
sintesi adeguata e aggiornata del messaggio cristiano e,
soprattutto, integrare l’esperienza personale nel processo di
maturazione e crescita, cercando di incoraggiare e accompagnare
il progressivo impegno per la vita cristiana.
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6.8 Page 58

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L’ANIMAZIONE PASTORALE ORGANICA NELLA PARROCCHIA
Ma una condizione indispensabile per garantire concretamente questa
feconda integrazione è la programmazione, da parte dei catechisti e
animatori dei gruppi di fede. Essa non è semplicemente una pianificazione
“fatta a tavolino”, alla ricerca del comprovato miglior programma; neanche
si oppone all’«arte» catechistica, ma è in funzione di essa. Pianificare è
un atto dovuto al singolo catechizzando con le sue specifiche esigenze
e potenzialità (sensibilità religiosa, livello di preparazione, ritmo di
apprendimento ...); un compito importante per il valore dato al messaggio
cristiano; una condizione per rendere possibili il confronto e la verifica.
C Un’altra azione della parrocchia è quello di incoraggiare l’appartenenza
ecclesiale nei gruppi facendoli crescere nella consapevolezza di un
accompagnamento pastorale sempre più attento alle varie specificità. A
tal fine, accoglie i movimenti, i gruppi giovanili e favorisce i gruppi della
Famiglia Salesiana, tra gli altri. Avvia il coordinamento di questi gruppi con
il MGS e la proposta della Spiritualità Giovanile Salesiana. L’esperienza
del gruppo dovrebbe essere in grado di condurre a comunità cristiane più
aperte e integrate.
D’altra parte, il parroco è un salesiano sacerdote, che cerca di armonizzare
tutte le presenze dello Spirito che convivono nella parrocchia, non
prediligendone una sola come sua ed esclusiva. Occorre essere attenti,
nel non promuovere in modo esclusivo solo alcuni movimenti, esperienze
particolari, o gruppi specifici. Non favorendo il pluralismo associativo non
soltanto si impedisce la conoscenza di molteplici vocazioni e possibilità
ad ogni giovane e adulto, ma si impoverisce il volto stesso della comunità
parrocchiale.
A questo punto, possiamo ulteriormente sottolineare la significatività della
ministerialità laicale di una parrocchia. Il parroco dovrebbe continuamente
promuovere la crescita degli operatori pastorali laici e valorizzare i
loro carismi, non rischiando di cadere nella tentazione di interessarsi o
lodarli unicamente nell’imminenza di una necessità o di un problema
organizzativo. Allo stesso modo, diventa qualcosa di disfunzionale affidare
degli incarichi in modo improvviso a qualsiasi persona sia disponibile, senza
un discernimento delle sue competenze e della sua effettiva maturità.
D La parrocchia è una comunità che vive la liturgia e i Sacramenti:
prepara a celebrarli con gusto e bellezza. Tutte le parti dell’opera vivono
la dimensione celebrativa con la parrocchia facendo l’esperienza viva della
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6.9 Page 59

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LA PARROCCHIA E IL SANTUARIO AFFIDATI AI SALESIANI
Liturgia, del luogo celebrativo, dello spazio sacro, dei sacramenti, perché
la parrocchia è il luogo dove la fede è nutrita. Occorre pensare a forme di
preghiera che siano più vicine alla vita, cercando di usare un linguaggio
comprensibile e accessibile, espresso in modo semplice attraverso canti,
gesti, storie, testimonianze, simboli, la Parola di Dio ben esposta, affinché
la celebrazione sia viva e si possa stimolare la partecipazione attiva di tutti
nella sua preparazione e attuazione. Un linguaggio quindi non banale,
chiaramente lontano da formule stereotipate, spesso incomprensibili e
quasi sempre prive di espressività dell’assemblea celebrante.
Occorre pensare a nuove strategie comunicative per l’annuncio
della fede. Comprendere i nuovi codici per raggiungere il cuore dei
giovani parlando del Vangelo. Una nuova evangelizzazione
che sappia tradurre il messaggio di Gesù con nuove
forme di comunicazione. La diversità culturale (che colpisce
anche i «nostri» giovani) causa una mancanza di connessione
e quindi una mancanza di comunicazione del messaggio. Più
concretamente, non c'è comunicazione perché il modo di esprimere
la Buona Novella non è in sintonia con l'esperienza vissuta.
E Promuovendo la crescita di una fede attiva, la parrocchia educa alla
dimensione sociale della carità per costruire una cultura della solidarietà.
Così, riconosce e incoraggia l’impegno dei membri della comunità
parrocchiale coinvolti nell’azione sociale e nella carità.
In una comunità ecclesiale deve essere visibile in gesti concreti una
condotta di vita sobria e aperta alla generosità e alla solidarietà, in azioni
che manifestano i valori del Regno. Ampia è quest’attività caritativa
delle parrocchie, però possiamo soffermarci su come si sia riconfigurata
questa dimensione, ad esempio, nella realizzazione di quelle attività che
permettono alla Caritas parrocchiale di conoscere e accompagnare le
situazioni di povertà, disagio e vulnerabilità sociale. Tra molte altre azioni,
segnaliamo: l’apertura di centri d’ascolto; l’accoglienza di alcuni gruppi
particolarmente svantaggiati come i migranti irregolari e i senzatetto;
l’assunzione di servizi più specifici e la costruzione di reti (con altre realtà
ecclesiali e con le organizzazioni civili) per rispondere alle esigenze dei nuovi
poveri che bussano alla porta. La domanda di assistenza non proviene più
solo dai poveri cronici ma anche da persone cadute in povertà per eventi
particolari come la perdita del lavoro, una dipendenza, problemi di salute
fisica e mentale, la pandemia.
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6.10 Page 60

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L’ANIMAZIONE PASTORALE ORGANICA NELLA PARROCCHIA
L’aiuto offerto dalla parrocchia non può quindi limitarsi al semplice
sostegno economico (pacchi alimentari, guardaroba, erogazioni di piccole
sovvenzioni), ma deve raggiungere i bisogni più profondi della persona, di
relazione, di senso, per poter portare speranza. Si tratta di “riordinare” e
ripensare le cose, il tempo, le persone, i luoghi parrocchiali a partire da chi
‘manca’, da chi è ‘lontano’, da chi è ‘solo’, da chi ‘soffre’, da chi ‘cresce’,
da chi ‘non lavora’. Anche quando viene chiesto un aiuto materiale, la
persona porta con sé sofferenze maggiori, derivanti dalla fatica nel dare
senso alla sua vita, da eventi vissuti, da condizioni talvolta di isolamento. Il
vero bisogno è quello di riallacciare relazioni e trovare il senso della propria
biografia.
La specificità della parrocchia non è più il contributo economico
o il pacco viveri ma lo stile relazionale che trasforma la
vita dal semplice ascolto, alla compagnia, all’ospitalità (ove
è possibile), fino ai percorsi più strutturati. La parrocchia,
accanto all’attività di sostegno economico, segue nella vicinanza
e nell’ascolto dei singoli e delle famiglie.
La dimensione sociale della carità favorisce il coinvolgimento apostolico
degli animatori giovanili nelle iniziative sociali, culturali, caritative e
missionarie delle parrocchie. Sostiene la promozione, la formazione
e l’accompagnamento del volontariato solidale e missionario (cfr. Il
volontariato nella missione salesiana. Dicastero per la Pastorale Giovanile.
Dicastero per le Missioni, 2019). Avrebbe anche una ricaduta educativa il
formare educatori di strada (giovani e adulti) al fine di raggiungere i ragazzi
che normalmente non frequentano i nostri ambienti; tale specializzazione
consentirebbe di arrivare a tanti tipi di povertà, talvolta invisibili, che ci
circondano.
F La comunità parrocchiale diventi un centro di formazione per laici,
dinamici e impegnati, e, soprattutto, per animatori pastorali dei giovani.
Una priorità per il futuro della comunità ecclesiale è lo sviluppo di percorsi
di formazione adeguati a tutti gli agenti. Fra tutti questi operatori un posto
particolare occupano quelli che intervengono nel delicato e, per molti
aspetti decisivo, settore dell’educazione della fede, come i catechisti, gli
educatori, gli animatori dei giovani e dei gruppi di adulti e fidanzati, ecc.
La funzione di queste figure catechetiche resta fondamentale. Con la loro
azione di testimonianza, insegnamento e formazione, sono chiamati ad
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7 Pages 61-70

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7.1 Page 61

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LA PARROCCHIA E IL SANTUARIO AFFIDATI AI SALESIANI
un vero accompagnamento spirituale: condurre i ragazzi ad ascoltare e
accogliere la parola di Dio, ad incontrarsi con il Signore, a operare scelte
coerenti. Oltre alla competenza ed esemplarità di vita cristiana, ai catechisti
si chiedono amorevolezza, dedizione, grande abilità nel preparare il terreno,
seminatore generoso, vicinanza premurosa, incoraggiamento, preghiera,
paziente attesa. La metodologia creativa e dinamica non può essere
veramente feconda se non è praticata da catechisti preparati.
Francesco ha istituito in maniera ufficiale il “ministero laicale” del catechista
(Antiquum ministerium. Lettera Apostolica in forma di “Motu Proprio” del
Sommo Pontefice Francesco, 10 maggio 2021), valorizzando ancora di più
la “missione” dei laici battezzati che annunciano il Vangelo. Ogni ministero
è il segno di un potenziamento del ruolo dei laici nella comunità.
Va assicurata una formazione di base comune, che garantisca
l’identità salesiana di ogni collaboratore nella realizzazione
educativo-pastorale salesiana. È essenziale conoscere, assumere
e praticare il modello educativo-pastorale (cfr. La pastorale
giovanile salesiana. Quadro di riferimento. Settore della Pastorale
Giovanile, 2014) e al suo interno, i nuclei della spiritualità
giovanile salesiana: la spiritualità del quotidiano, luogo in
cui la persona riconosce la presenza operosa di Dio e vive la
propria realizzazione personale; la spiritualità della gioia e
dell’ottimismo, senza rinunciare per questo all’impegno e alla
responsabilità; la spiritualità dell’amicizia con il Signore Gesù,
che dà le ragioni della speranza e introduce in una vita che
trova in Lui la pienezza di senso; la spiritualità di comunione
ecclesiale, ambiente naturale per la crescita nella fede attraverso
i sacramenti (nella Chiesa troviamo Maria, prima credente,
che precede, accompagna e ispira); la spiritualità del servizio
responsabile, generoso, ordinario e straordinario (cfr. ibid. cap. IV).
G Nell’Oratorio, Don Bosco creò una comunità, cioè una famiglia in cui
lui stesso era il centro e il cuore, un luogo di incontro familiare per diverse
vocazioni, dove i valori umani e cristiani erano vissuti e goduti al punto
da rendere desiderabile la proposta di santità (cfr. Pastorale Giovanile e
Famiglia. Settore per la Pastorale Giovanile Salesiana. Salesiani di Don
Bosco, 2021, cap. 2). La parrocchia affidata ai salesiani è anche un posto
dove la «vocazione» può essere presentata con freschezza, efficacia,
continuità e completezza. La parrocchia è, in questo contesto, una comunità
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7.2 Page 62

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L’ANIMAZIONE PASTORALE ORGANICA NELLA PARROCCHIA
che accompagna la scelta vocazionale dei fedeli, specialmente dei
giovani. L’accompagnamento dei giovani richiede uno sforzo notevole.
Questo servizio aiuta a personalizzare la fede: nell’ascolto di Dio si rafforza
il senso vocazionale della vita cristiana. La parrocchia orienta e accompagna
le diverse vocazioni nella Chiesa, ma offre in particolare ai giovani una
proposta vocazionale specifica alla vita religiosa, al sacerdozio o al laicato
impegnato. Promuove nella comunità parrocchiale e nei vari gruppi e
movimenti una costante preghiera per le vocazioni.
H Una tra le sfide più significative dell’evangelizzazione oggi è quella che
emerge dall’ambiente digitale. I nuovi media e l’internet sono infatti
una grande e irrinunciabile opportunità di comunicazione per
evangelizzare. Occorre però conoscerne la natura, il funzionamento, i
limiti, i punti di forza e le trasformazioni che introducono. Gli strumenti
di comunicazione sono una grande opportunità in parrocchia, perché
consentono di trasformare in notizia gli eventi della vita della comunità: il
sito internet e i profili social sono diventati ormai canali di comunicazione
privilegiati non solo per i giovani, ma anche per gli adulti.
La cura della comunicazione nelle parrocchie, quindi, non costituisce
una attività secondaria, ma un’attenzione essenziale, non è riconducibile
unicamente alla realizzazione di bollettini parrocchiali, manifesti e volantini.
In molti casi, la radio parrocchiale, ad esempio, raggiunge molte persone
che non possono partecipare, per i più svariati motivi, alla vita di una
comunità locale. La radio diventa una soluzione efficace, pratica per
diffondere la voce della parrocchia e aiuta a sentirsi partecipi della vita
parrocchiale, soprattutto per gli anziani e i malati.
Le parrocchie sono chiamate a essere protagoniste nella sfida di
comunicare anche attraverso il web, ma l’impegno di ‹abitare› gli ambienti
digitali non va interpretato come la necessità di rincorrere una moda, ma
come un’occasione per dare nuovo slancio all’attività pastorale. Questo
compito esige l’acquisizione di competenze, la sensibilizzazione delle
comunità e la valorizzazione di coloro che in questo campo mostrano di
possedere spiccate attitudini, spesso laici; molte parrocchie coltivano la vita
di comunione e l’attività missionaria anche attraverso gli sms, i siti Internet
e le newsletter. Queste modalità permettono di interagire e dialogare con
i più giovani, di contattare quotidianamente con gli operatori pastorali, di
creare e aumentare il senso di appartenenza alla comunità parrocchiale.
62

7.3 Page 63

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LA PARROCCHIA E IL SANTUARIO AFFIDATI AI SALESIANI
Inoltre, consentono di coinvolgere sempre più persone in maniera attiva
nelle attività promosse dalla parrocchia; forniscono anche (soprattutto
tramite il sito internet o le reti social) “informazioni di servizio” utili anche
a chi non frequenta la parrocchia e di far conoscere la vita della Chiesa e del
territorio. Questo habitat digitale, dove sono presenti tanti laici impegnati,
è vissuto in comunione o in rete con altre istanze, istituzioni a livello locale
o generale.
42
LE STRUTTURE DI PARTECIPAZIONE E DI
RESPONSABILITÀ
A ) Animazione della comunità parrocchiale locale
Nelle sezioni precedenti abbiamo definito la proposta educativo-
pastorale salesiana della parrocchia e i diversi ruoli implicati (parroco,
direttore, comunità religiosa, laici e giovani), in modo da soffermarci
ora sugli organismi di corresponsabilità ecclesiale parrocchiali. Essi
rappresentano un momento significativo della partecipazione all’azione
pastorale della parrocchia mediante il contributo del “consiglio” offerto
per il bene della Chiesa, in vista del comune discernimento per il servizio
al Vangelo.
Il “consigliare”, nella Chiesa, è un momento privilegiato
di discernimento, in un contesto orante di ascolto della Parola
di Dio e delle istanze di tutte le componenti della Comunità
locale; nasce dalla comunione e si esprime in forma matura
nella corresponsabilità. Tutti i fedeli, in maniera complementare
e corresponsabile, hanno il diritto e il dovere di partecipare
attivamente alla vita e alla missione della Chiesa, per
realizzare la vocazione universale alla santità, contribuire
allo sviluppo integrale della persona e della società ed
estendere a tutti gli uomini e a tutte le realtà umane il progetto
salvifico del Padre, rivelato e compiuto in Cristo nella potenza
dello Spirito Santo.
I Tra gli organismi ecclesiali nei quali si realizza la sacramentalità della
Chiesa mediante la comunione, la partecipazione e la corresponsabilità dei
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7.4 Page 64

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L’ANIMAZIONE PASTORALE ORGANICA NELLA PARROCCHIA
pastori, dei religiosi e dei laici, occupa un posto privilegiato il Consiglio
Pastorale Parrocchiale. In esso l’intera comunità è rappresentata
nell’unità della fede e nella varietà dei carismi, doni e ministeri, non per
un semplice fatto di delega né per una mera istanza organizzativa, bensì
per un esercizio organico di ecclesialità, che si compie attraverso
la mediazione, il discernimento e la decisione.
La rappresentatività nel Consiglio Pastorale ha innanzitutto una funzione
di mediazione, non nel senso che i membri del Consiglio agiscono per
delega sindacale di coloro che rappresentano, ma perché mediano le
istanze di tutta la comunità locale.
Ogni parrocchia ha il suo Consiglio e si fa carico dei compiti attribuiti al
Consiglio Pastorale Parrocchiale, e dunque ricopre le funzioni assegnate dal
CIC (c. 536, §§ 1-2). Nelle opere “mono-ambiente educativo” il Consiglio
Pastorale Parrocchiale coincide con il Consiglio della CEP (cfr. QR, cap.
VII, p. 2). In casi di opere molto complesse e con tanti ambienti educativi,
sarebbe preferibile che il direttore non fosse assente dalla vita parrocchiale
e quindi sarebbe auspicabile che fosse membro del Consiglio Pastorale
della parrocchia. Contestualmente, è opportuno specificare che comunque
la Parrocchia ha personalità giuridica propria (can.515§3) e il Parroco ne è
l’unico titolare, così come occorre tener presente il disposto del can. 519:
Il Parroco è il Pastore della Parrocchia.
Il consiglio parrocchiale è un’équipe pastorale di carattere
consultivo e operativo, in conformità con i compiti previsti dal
Codice di Diritto Canonico (cfr. can. 536) e le linee guida della
Chiesa locale. Si delinea così la natura consultiva degli
organismi di partecipazione, che deve essere intesa in senso
propriamente ecclesiale e solo analogicamente in riferimento
al linguaggio comune e alla prassi degli ordinamenti giuridici
democratici.
Se è vero, infatti, che – a motivo della costituzione gerarchica della Chiesa
– il momento decisionale è affidato al parroco (nel livello parrocchiale),
è altrettanto vero – a motivo della natura comunionale – che la decisione
deve maturare attraverso il dialogo, il confronto e il discernimento
comunitario con tutti gli organi di corresponsabilità che lo affiancano
nelle varie attività.
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7.5 Page 65

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LA PARROCCHIA E IL SANTUARIO AFFIDATI AI SALESIANI
La decisione, nel Consiglio Pastorale, costituisce il momento in cui i vari
pareri e suggerimenti maturati nel discernimento comunitario devono
trovare la loro sintesi attraverso il ministero proprio dei pastori. In tal modo il
Consiglio Pastorale è realmente soggetto unitario delle scelte ecclesiali,
in quanto espressione compiuta di comunione in un’autentica fraternità
cristiana, sia pure con la collaborazione diversificata del pastore e di tutti
gli altri fedeli.
Il Consiglio è in definitiva un’équipe necessaria per l’animazione pastorale
della parrocchia. Presieduta dal parroco, animata e accompagnata da lui
stesso insieme con gli altri salesiani coinvolti nella comunità, l’équipe è
composta dai presbiteri assegnati alla parrocchia, dai rappresentanti dei
vari settori della vita parrocchiale e dagli altri membri. Quindi perché possa
svolgere questo ruolo conviene che sia:
◗◗ designato dalla base in forma partecipata;
◗◗ rappresentativo dei principali gruppi, attività, comunità della
Parrocchia, curando che i diversi membri siano la voce di tutti,
specialmente dei giovani, al di là del gruppo che rappresentano;
◗◗ sensibilizzato al particolare carisma salesiano e operi armonicamente
sotto il coordinamento del parroco.
Le sue funzioni sono definite nel suo Statuto e sono principalmente queste:
◗◗ studiare la situazione locale rilevandone le esigenze della parrocchia e
dei destinatari, per una risposta evangelica alle sfide che ne provengono;
◗◗ partecipare nel definire e concretizzare gli indirizzi e le iniziative;
◗◗ studiare e approvare il bilancio ordinario della parrocchia;
◗◗ cercare le vie più idonee per una più ampia comunione e
partecipazione dei fedeli;
◗◗ assicurare la formazione degli agenti pastorali parrocchiali;
◗◗ proporre all’assemblea il PEPS della parrocchia, lo realizza e lo valuta
periodicamente.
65

7.6 Page 66

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L’ANIMAZIONE PASTORALE ORGANICA NELLA PARROCCHIA
II Viene fatta salva l’obbligatorietà di costituire il Consiglio degli Affari
Economici della Parrocchia, che deve esser costituito secondo il can.
537 del Codice di Diritto Canonico. La sua composizione risponde a criteri
di competenza ed efficienza amministrativa. È l’organo di collaborazione
dei fedeli con il parroco nella gestione amministrativa della parrocchia. Ha
funzione consultiva:
◗◗ coadiuva il parroco nel predisporre il bilancio preventivo della
Parrocchia;
◗◗ approva il rendiconto consuntivo;
◗◗ esprime il parere sugli atti di straordinaria amministrazione;
◗◗ cura l’aggiornamento annuale dello stato patrimoniale della
parrocchia.
I suoi membri devono essere esperti in campo economico e di retta condotta
e attivamente inseriti nella vita parrocchiale. È composto da almeno tre
fedeli nominati dal parroco, sentito il parere del Consiglio Parrocchiale.
Presidente di diritto della commissione economica è il Parroco, in quanto
“pastore proprio” (cfr. CIC, cann. 515.519) di una determinata comunità
di fedeli; il parroco ne è responsabile non solo sotto il profilo sacramentale,
liturgico, catechetico e caritativo, ma anche sotto il profilo amministrativo.
Ne è infatti il legale rappresentante (cfr. CIC, can. 532) e amministratore
unico (cfr. CIC, can. 1279) nell’ordinamento canonico.
Se ne deduce che è indispensabile fare attenzione a un’ammini-
strazione ordinata, documentabile, precisa e formata sui
principi morali ed etici. Quindi sarà necessario impegnarsi
nell’amministrare bene denaro e beni che passano attraverso il
canale della parrocchia; fare il dovuto rendiconto amministrativo
annuale a chi di competenza (comunità, ispettoria, Curia, fede-
li); seguire i contratti di lavoro dei collaboratori laici, le relative
assicurazioni sociali, l’osservanza delle prescrizioni comunali
e statali; sapere con chiarezza quali sono i contributi annui da
destinare alle collette nazionali e diocesane. Da questo insieme
di indicazioni appare evidente che il Consiglio degli Affari Eco-
nomici, se bene informato e bene partecipato, può dare alla par-
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7.7 Page 67

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LA PARROCCHIA E IL SANTUARIO AFFIDATI AI SALESIANI
rocchia un contributo di notevole efficacia, riconoscendo ai laici
una competenza specifica loro propria.
III Le commissioni e i gruppi di lavoro sono équipes che, in conformità
con il PEPS, animano le diverse aree di attività. Tra queste è particolarmente
importante la commissione o équipe animatrice della pastorale giovanile,
coordinata dal vicario parrocchiale, o da un salesiano / laico responsabile
dell’Oratorio-Centro Giovanile (cfr. CG20, 432). In alcune realtà il consiglio
dell’Oratorio è identificato con la commissione o equipe animatrice della
Pastorale Giovanile; ciò risulta una buona soluzione per evitare dispersione
e garantire organicità nella riflessione e nelle scelte. Tutto ciò tenendo conto
delle diverse realtà, che prevedono anche case salesiane con un unico
«ambiente», ovvero l’oratorio- centro giovanile.
IV L’assemblea parrocchiale e i gruppi sono strumenti di comunione, di
partecipazione e di corresponsabilità alla vita della comunità, in particolare
con i laici identificati e impegnati nella missione salesiana. Rafforzano la loro
identità mediante la preparazione e la realizzazione del Progetto Educativo-
Pastorale Salesiano della parrocchia.
Per riassumere, è auspicabile che questi consigli e gruppi siano intesi sotto
il prisma della corresponsabilità, come espressione di comunione, non frutto
di curiosità e benevolenza:
◗◗ Questi organismi mirano a essere competenti nel promuovere
l’originalità e la creatività di ogni parrocchia, capaci di una
programmazione pastorale alla luce del PEPS locale e ispettoriale,
secondo gli ambiti di impegno di ciascuno.
◗◗ Tutto, dunque, è finalizzato alla scoperta della comunità parrocchiale
come soggetto dell’evangelizzazione e quindi corresponsabile e
pienamente partecipe della missione della Chiesa.
◗◗ Per tali ragioni, i luoghi e i tempi del discernimento comunitario
(gruppi, incontri, assemblee) devono essere approfonditi, promossi
e valorizzati, focalizzandosi come comunità sul momento presente e
sulle sue richieste, non correndo il rischio agganciarsi alla nostalgia dei
tempi passati, quando l'animazione e la gestione erano solo attività
di sacerdoti e religiosi.
67

7.8 Page 68

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L’ANIMAZIONE PASTORALE ORGANICA NELLA PARROCCHIA
◗◗ Questi organismi sono espressione di una vera “comunità cristiana”,
che non indica una cerchia ristretta di eletti (cfr. EG, 28), magari scelti
solo per soddisfare il parroco: parlare di “comunità” porta, piuttosto,
a rafforzare la consapevolezza che la chiamata cristiana si vive insieme
agli altri, si sostiene e si rafforza reciprocamente in una circolarità di
vocazioni e relazioni feconde.
B ) In dialogo con il Vescovo e la Chiesa Locale
I L’Opera salesiana gode di una grande stima nell’ ambiente diocesano
e negli organismi ecclesiali. Pur confermando la disponibilità completa a
collaborare con la Chiesa particolare, laddove è possibile, è importante
valorizzare l’affidamento della parrocchia ai salesiani come comunità
di consacrati in linea con il carisma fondazionale. Gli stessi Vescovi ci
sollecitano affinché sia più visibile il nostro lavoro nell›ambito della
pastorale giovanile, al fine di arricchire il territorio con l›espressione
del carisma e della tradizione salesiana.
Qui si colloca il discorso della Convenzione scritta tra ispettoria e diocesi,
richiesta sia da Mutuae relationes, 57 che dal can. 520 del CIC. Quanto
espresso in forma ufficiale in queste convenzioni serve a porre in chiaro le
motivazioni ancora attuali e valide dell’accettazione della parrocchia e le
caratteristiche che debbono essere evidenziate nel servizio che deve rendere
la comunità salesiana e la diocesi.
Comprendiamo che il primo impegno che noi abbiamo, quando veniamo
destinati alla parrocchia, non è quello della supplenza, ma dell’apporto alla
Chiesa particolare della ricchezza di un carisma.
È da ricordare l’invito che il “Mutuae relationes” rivolge
ai Vescovi: “È specifico ufficio del Vescovo difendere la vita
consacrata, promuovere e animare la fedeltà e l’autenticità dei
Religiosi e aiutarli a inserirsi, secondo la propria indole, nella
comunione e nell’azione evangelizzatrice della sua Chiesa” (MR
52). E inoltre: «Nessun impegno apostolico deve essere occasione
di deflettere dalla propria vocazione” (MR 46).
II Da quanto è stato detto, si deve camminare verso una comunione
e una collaborazione nella Chiesa particolare. L’ appartenenza
68

7.9 Page 69

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LA PARROCCHIA E IL SANTUARIO AFFIDATI AI SALESIANI
alla Congregazione, importante per rimanere fedeli alla propria scelta
vocazionale e per continuare a vivere alla luce del carisma specifico, non
deve essere vista in alternativa all’appartenenza al presbiterio diocesano,
ma a servizio del disegno pastorale globale nella propria diocesi. Le strutture
diocesane, in cui le nostre parrocchie si inseriscono, sono molto varie (zona
pastorale, decanato, vicariato...). Crediamo che sia bene riflettere, dal
punto di vista della comunione, sulla relazione positiva con le parrocchie
vicine e l’arcipretura.
In genere il parroco è presente al ritiro o agli incontri del vicariato o della
diocesi: queste giornate di convivenza e di programmazione irrobustiscono
sempre più il clima di collaborazione e il vincolo tra i parroci e la diocesi.
In contatto con il vescovo e gli altri parroci acquisisce un’esperienza di
comunione diocesana che deve saper comunicare a tutta la comunità.
È un tipo di sensibilità e mediazione che il parroco dovrebbe curare in
maniera sistematica. La comunione interparrocchiale e interdiocesana non
è semplice strategia organizzativa, ma esigenza della missione stessa della
Chiesa (cfr. CGS20, 416).
Quanto detto passa non solo attraverso la vera coerenza nella vita e
nell’azione dei singoli e delle Comunità parrocchiali, ma anche il senso
di appartenenza con la Chiesa particolare, con la sua storia e la sua
pastorale, sino a diventare dialogo, buone relazioni, cordialità dei rapporti,
volontà di rendersi presenti, impegno a sostenere le iniziative proposte,
convinzione che nella Chiesa nulla è mai solo organizzativo e funzionale,
ma comunionale.
C ) Il Progetto Educativo-Pastorale unitario e articolato
I La parrocchia è immersa in un mondo soggetto a profonde e rapide
trasformazioni. Occorre sedersi, condividere, ragionare, riflettere, analizzare,
individuare obiettivi e priorità, coinvolgere, corresponsabilizzare, formare,
verificare, in una parola: progettare. Occorre una lettura più approfondita
dei cambiamenti e delle provocazioni della realtà territoriale e dell’impatto
che su di essa deve avere la comunione ecclesiale e la sua missione. Essa
è una realtà unitaria e complessa e richiede un progetto (cfr. CG21, 140).
L’obiettivo primario dell’azione pastorale, svolta nella parrocchia affidata ai
salesiani, è quello di diventare una vera casa composta da tanti soggetti che
condividono una missione. Per questo, il carisma salesiano ha bisogno
69

7.10 Page 70

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L’ANIMAZIONE PASTORALE ORGANICA NELLA PARROCCHIA
di quell’attenzione metodologica, uno strumento operativo, che
permetta di tracciare percorsi per raggiungere gli obiettivi, di impiegare
bene le risorse, di verificare i risultati: il Progetto Educativo-Pastorale.
«La parrocchia affidata ai salesiani evangelizza secondo lo stile
e lo spirito del nostro Progetto Educativo Pastorale» (CG21 140)
La pastorale parrocchiale si configura in un progetto unitario e articolato,
un processo mentale e comunitario di coinvolgimento, chiarificazione e
identificazione. La progettazione è fatta alla luce della fede, anzi, è un
modo determinato di porsi davanti alla realtà con gli occhi di fede. Perciò
non si colloca immediatamente nell’ambito di un “prurito tecnico” o di
un semplice adempimento cartaceo. Con esso la parrocchia propone una
effettiva corresponsabilità nella missione pastorale di insegnare, santificare
e guidare tutti. Le strutture della parrocchia rafforzano la comunione tra
tutti e la convergenza e complementarità delle persone, degli interventi e
delle strutture intorno a questo piano operativo.
Affinché la pastorale parrocchiale abbia una continuità, non deve solo
garantire la stabilità delle persone, ma deve avere dei «punti precisi» di
riferimento per tutti: un progetto. Il PEPS è un canale concreto operativo
che guida il cammino delle nostre comunità parrocchiali e, perciò, è una
proposta alla quale non si può derogare. Esso è:
◗◗ strumento indispensabile per realizzare la pastorale parrocchiale
secondo l’identità salesiana, interpretando ed attualizzando la nostra
proposta e il suo metodo;
◗◗ elemento importante per la continuità pastorale della vita parrocchiale
quando avvengono gli inevitabili avvicendamenti del personale;
◗◗ punto di riferimento nel dialogo con il vescovo e gli organismi
diocesani;
◗◗ condizione che si inserisce, qualifica ed arricchisce il progetto della Chiesa
locale, risponde alle sue richieste ed esigenze e a quelle del territorio;
◗◗ possibilità concreta per un cammino d’insieme nella convergenza e
nell’ arricchimento reciproco tra le parrocchie della stessa ispettoria
(cfr. QR, cap. VI).
70

8 Pages 71-80

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8.1 Page 71

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LA PARROCCHIA E IL SANTUARIO AFFIDATI AI SALESIANI
II In conclusione, per la sua appartenenza alla Chiesa locale, la parrocchia
affidata ai salesiani incorpora nel suo PEPS gli orientamenti pastorali
della diocesi e quelli del PEPS ispettoriale e locale. Si richiede lo
sforzo di un progetto globale che sappia formulare un piano pastorale
di ampio respiro in connessione sia con la diocesi che con l’ispettoria. Si
tratta di operare una sintesi, di creare sintonia. La visione della diocesi va
vissuta, dunque, non in modo conflittuale, né nella reciproca indifferenza
o diffidenza, ma in un mutuo e necessario riferimento e arricchimento (cfr.
CG21 139b; CGS20 403). Il parroco in particolare è chiamato a questa
azione, evitando, d’altro canto, l’appiattimento della proposta pastorale
salesiana, l’allontanamento quantitativo e qualitativo dal campo giovanile
e la caduta della capacità «educativa».
Nell’attuare la linea del carisma va superato sia il timore, sia il pericolo, di
giustapporre due pastorali: la pastorale della Chiesa particolare va riletta
con la sensibilità del proprio carisma salesiano operando quelle scelte che
sono dettate dal servizio specifico in cui la Congregazione è chiamata a
testimoniare. A volte le difficoltà di «conciliare» questi due riferimenti è
più apparente che reale, nel senso che si riferisce ad aspetti organizzativi e
di calendario, più che al diritto/dovere di esprimere il proprio carisma. Per
questo il dialogo del salesiano parroco non è solo con il vescovo, ma anche
con l’ispettore, che è riferimento e ispirazione.
III Quando la parrocchia è presente nella zona insieme con altri
ambienti dell’opera salesiana (Oratorio-Centro Giovanile, Scuola, Opera
Sociale, Internato, Residenza), promuove con essi, in dialogo, una speciale
collaborazione per una pastorale unitaria all’interno dell’unica
missione.
La nostra maniera di evangelizzare non è solo «l’insegnamento
religioso» o «il servizio del culto». Don Bosco preferì un tipo
di pastorale che favorisse un programma di integrale
educazione (ricreazione-lavoro-studio-catechismo), nel quale
la fede era il centro illuminante.
Esprime la volontà di crescere organicamente come casa salesiana. Se
è legittima la suddivisione delle responsabilità, non è comprensibile la
moltiplicazione e la suddivisione dei progetti pastorali all’interno della
stessa opera con dualismi e parallelismi. In relazione con l’Oratorio-Centro
Giovanile è un richiamo ad un progetto educativo pastorale convergente
71

8.2 Page 72

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L’ANIMAZIONE PASTORALE ORGANICA NELLA PARROCCHIA
sul territorio e nella Chiesa locale, a partire dalle diverse responsabilità dei
due ambienti dell’opera. Ci vuole un vero progetto che faccia convergere i
due settori, con vantaggi reciproci. I vicendevoli rapporti dichiarano di fatto
l’unitarietà dell’azione pastorale; la distinzione dei progetti ci permette di
rispondere meglio alle non poche situazioni particolari della Congregazione:
◗◗ Oratorio-Centro Giovanile in una parrocchia affidata ai salesiani;
◗◗ Oratorio-Centro Giovanile in parrocchie diocesane;
◗◗ Oratorio-Centro Giovanile in opere molto articolate, dove esiste anche
la parrocchia a noi affidata, insieme ad altri ambienti e attività.
L’ Oratorio-Centro Giovanile è un ambiente ricco di molte proposte suggestive
per i fanciulli ed i ragazzi, tutte centrate sulla relazione, sullo scambio
intergenerazionale, con figure significative per età e carisma (la pedagogia
dei modelli). È il luogo nel quale la catechesi e la celebrazione della fede
occupano un posto centrale, ma non unico, poiché naturalmente connesso
con un programma ricco e articolato su misura dei bisogni fondamentali dei
destinatari: la vita di gruppo, il canto, la musica, le passeggiate, i campi estivi,
il protagonismo in attività di servizio rapportate alle età.
Come menzionato sopra, il consiglio Oratorio-Centro Giovanile,
nella sua totalità o attraverso una rappresentanza qualificata,
è presente all’interno del consiglio pastorale parrocchiale a
garanzia dell’unitarietà dell’azione evangelizzatrice.
D ) Animazione ispettoriale/nazionale
I Il parroco è indicato dall’Ispettore e presentato all’Ordinario del luogo
per lavorare al servizio della Chiesa locale, in comunione con il Vescovo,
il presbiterio e le altre parrocchie. Cerca il coordinamento con le altre
parrocchie dell’Ispettoria e la delegazione ispettoriale della pastorale
giovanile. Gli orientamenti del Capitolo Generale 19 ed il Capitolo Generale
Speciale (CG20, 441) esigono che si promuova in tutte le Ispettorie il
coordinamento delle parrocchie.
Le parrocchie dipendono dalle Diocesi nelle quali sono localizzate, ma
sono affidate alla Congregazione Salesiana per una risposta alle esigenze
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8.3 Page 73

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LA PARROCCHIA E IL SANTUARIO AFFIDATI AI SALESIANI
pastorali delle Chiese particolari (Reg. 25). Se l’accettazione di una
parrocchia evidentemente esige l’approvazione del Rettor Maggiore con
il consenso del suo Consiglio, ricordiamo che il senso della presenza
salesiana in un territorio ampio come l’ispettoria viene verificato
dall’ispettore con il suo Consiglio. La restituzione della parrocchia alla
diocesi, la ricollocazione in altra zona, la riqualificazione delle parrocchie
rispondono a nuovi bisogni e nuovi destinatari. L’ispettoria non è solo
una circoscrizione di tipo giuridico/amministrativo, ma è una comunità
carismatica e giuridica che si preoccupa di promuovere la vita e la missione
in tutte le sue opere.
Oltre il rapporto preciso di convenzione, sottoscritto dal vescovo e dai
salesiani, nella persona dell’ispettore, l’Ispettoria deve dare indicazioni
operative nel Direttorio ispettoriale, per esempio in merito a: strutture
edilizie; relazione con i Vescovi e le Amministrazioni comunali; rapporto
parrocchia e oratorio; promozione della vocazione e la formazione del
laico (operatori pastorali, catechisti, laici con ministeri, amministratori);
corresponsabilità della comunità religiosa nella parrocchia; rapporti
amministrativi ed economici tra parrocchia e casa salesiana, in conformità
con il diritto universale, le Costituzioni ed il documento Elementi giuridici e
prassi amministrativa nel governo dell’Ispettoria, Direzione generale Opere
Don Bosco (2004), nº 163.
II Una Commissione ispettoriale, presieduta da un coordinatore,
garantirà l’azione ispettoriale di accompagnamento e di sostegno alle
comunità parrocchiali nell’attuazione del PEPS ispettoriale. Sia il coordinatore
che la Commissione stessa fanno parte degli organi di animazione della
pastorale giovanile ispettoriale.
Il Coordinatore e i membri della Commissione hanno queste funzioni:
◗◗ sensibilizzare le comunità salesiane perché prestino maggiore
attenzione alle realtà parrocchiali là dove si trovano;
◗◗ promuovere la riflessione e l’approfondimento dell’identità salesiana
della parrocchia in relazione alla situazione ecclesiale e sociale del
territorio;
◗◗ sensibilizzare le comunità salesiane perché siano integrate non solo
dove la parrocchia è affidata ai salesiani, ma anche perché abbiano
73

8.4 Page 74

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L’ANIMAZIONE PASTORALE ORGANICA NELLA PARROCCHIA
un impatto, collegamento, articolazione e cura pastorale insieme alla
parrocchia dove sono territorialmente;
◗◗ garantire l’elaborazione, l’esecuzione e la valutazione del PEPS delle
parrocchie, offrendo alle comunità parrocchiali linee e orientamenti
che guidino a vivere l’identità salesiana;
◗◗ favorire la comunicazione e la collaborazione tra le diverse parrocchie
dell’Ispettoria, affinché tra le nostre parrocchie ci sia un progresso
nella comunicazione di esperienze, buone pratiche, progetti condivisi,
programmi di formazione specifica;
◗◗ sostenere la formazione permanente dei salesiani e dei laici
corresponsabili nella pastorale parrocchiale, con incontri e corsi
programmati (alcuni percorsi formativi di fatto non possono
essere realizzati solamente da una parrocchia, ma richiedono la
collaborazione fra parrocchie dell’ispettoria);
◗◗ curare più specificatamente la formazione dei parroci (la formazione
dovrebbe abilitare il salesiano parroco e la comunità a coordinare la
parrocchia secondo il criterio oratoriano);
◗◗ convocare periodicamente giornate o incontri di parroci, consigli
pastorali, catechisti, équipes di diaconia, di apostolato della salute,
di pastorale giovanile, e quei confratelli impegnati nel servizio della
Parola e della Riconciliazione;
◗◗ rispondere alle sfide pastorali della Chiesa nelle chiese pubbliche e
santuari presenti nelle opere dell’Ispettoria.
Si richiama l’importanza di istituire una commissione
ispettoriale qualora non ancora presente e si richiede la
sinergia con le altre commissioni ispettoriali: Oratorio-
Centro Giovanile, MGS, Animazione vocazionale, Animazione
missionaria, Comunicazione Sociale. La Commissione Ispettoriale
di Formazione garantisce l’accompagnamento formativo per gli
studenti di teologia, soprattutto per i diaconi, nell’esercizio del
loro ministero, che vengano inseriti nella gestione effettiva del
ministero parrocchiale.
74

8.5 Page 75

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LA PARROCCHIA E IL SANTUARIO AFFIDATI AI SALESIANI
III.- Il dinamismo e il lavoro di coordinamento ispettoriale sono sostenuti
dal lavoro di animazione e di coordinamento nazionale, secondo
le circostanze e i contesti. La sua funzione è in primo luogo quella di
promuovere la riflessione e l’approfondimento dell’identità salesiana
della parrocchia, attraverso lo sviluppo e l’aggiornamento della proposta
educativo-pastorale.
Altre Indicazioni e proposte per il livello nazionale possono essere, ad
esempio:
◗◗ fornire indicazioni precise per favorire la crescita di un’armonia
educativa-pastorale tra parrocchia e Oratorio-Centro Giovanile nell’
unitarietà di un progetto e nella condivisione di una programmazione;
◗◗ stilare e proporre sussidi concreti, articolati e aperti, di linee ed
elementi per stendere i progetti pastorali locali;
◗◗ facilitare la comunicazione tra le ispettorie per la condivisione delle
esperienze e delle sfide;
◗◗ programmare una proposta di formazione e di aggiornamento per
le case di formazione sulle tematiche tipiche del lavoro oratoriano e
parrocchiale salesiano.
Una pratica comune in diverse realtà della Congregazione è quella di
promuovere, attraverso l’organizzazione nazionale, l’aggiornamento
e la formazione dei parroci (formazione, esercizi spirituali, corsi di
specializzazione). È poi possibile convocare riunioni per una riflessione
nazionale, nella consapevolezza della ricchezza derivante dalla varietà dei
gruppi che partecipano delle nostre parrocchie (catechisti, consigli pastorali,
animatori giovanili, comitati, gruppi).
75

8.6 Page 76

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L’ANIMAZIONE PASTORALE ORGANICA NELLA PARROCCHIA
A COLPO D’OCCHIO
Comunità evangelizzatrice
ispirata dal catecumenato
cristiano (il dono della fede in
crescita nelle sue diverse fasi)
• impegno di evangelizzazione richiede risposta
personale, processo di formazione cristiana
conversione della vita e carità
Itinerari graduali e diversificati
di educazione alla fede
• l’iniziazione cristiana prende in considerazione
l’esperienza, i rapporti con la comunità e la
testimonianza
Appartenenza ecclesiale nei
gruppi
• coordinamento de gruppi con il MGS e la
proposta della Spiritualità Giovanile Salesiana
• il parroco promuove la crescita degli operatori
pastorali laici e valorizzare le loro competenze
Preparazione-celebrazione
della liturgia e i Sacramenti
con gusto e bellezza
• forme di preghiera più vicine alla vita
• linguaggio comprensibile e accessibile,
espresso in modo semplice (canti, gesti, storie,
testimonianze, simboli, ecc)
• ravvivare la partecipazione attiva di tutti nella sua
preparazione e attuazione
• nuove strategie comunicative per l’annuncio della
fede
Educazione alla dimensione
sociale della carità per
costruire una cultura della
solidarietà
• incoraggiamento per l'impegno dei membri
coinvolti nell’azione sociale e nella carità
• gesti concreti visibili di una condotta di vita sobria
e aperta alla generosità e alla solidarietà
• promozione, formazione ed accompagnamento
del volontariato solidale e missionario
Formazione dei laici, dinamici
e impegnati, soprattutto,
animatori pastorali dei giovani
• percorsi adeguati di Spiritualità Giovanile
Salesiana, in particolare, catechisti, educatori,
animatori di gruppi giovanili e fidanzati
76

8.7 Page 77

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LA PARROCCHIA E IL SANTUARIO AFFIDATI AI SALESIANI
• orientamento verso le diverse vocazioni nella
Chiesa
• una comunità parrocchiale (vari gruppi e
movimenti) in costante preghiera per le vocazioni
Accompagnamento
vocazionale dei fedeli,
specialmente dei giovani
• trasformano in notizia gli eventi della vita della
comunità
• ciò esige: competenze e sensibilizzazione delle
comunità
• ciò consente di: interagire e dialogare con
i più giovani, di contattare quotidianamente
gli operatori pastorali, di creare e aumentare
il senso di appartenenza alla comunità
parrocchiale
L’ambiente digitale: una
grande e irrinunciabile
opportunità di comunicazione
per evangelizzare
• équipe pastorale di
carattere consultivo
e operativo
• funzione consultiva
• composizione
secondo criteri
di competenza
ed efficienza
amministrativa
• équipes che, in
conformità con il
PEPS, animano
le diverse aree di
attività
Consiglio
Pastorale
Parrocchiale
Consiglio
degli Affari
Economici
della
Parrocchia
Commissioni
e i gruppi di
lavoro
Organismi di
corresponsabilità
ecclesiale
parrocchiali
Animazione
della
comunità
parrocchiale
locale
• spazi di comunione,
di partecipazione e di
corresponsabilità alla
vita della comunità
Assemblea
parrocchiale
e i gruppi
77

8.8 Page 78

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L’ANIMAZIONE PASTORALE ORGANICA NELLA PARROCCHIA
In dialogo
con il
Vescovo e
la Chiesa
locale
Il Progetto
Educativo-
Pastorale
unitario e
articolato
Animazione
ispettoriale/
nazionale
78
• visibilità del lavoro salesiano
nell'ambito della pastorale
giovanile
• arricchimento del territorio con
l'espressione del carisma e della
tradizione salesiana
• convenzione scritta
tra ispettoria e
diocesi
• comunione,
collaborazione
e senso di
appartenenza alla
Chiesa particolare
• indispensabile per realizzare
la pastorale parrocchiale
secondo l'identità salesiana
• elemento importante per la
continuità pastorale della vita
parrocchiale
• punto di riferimento nel
dialogo con il vescovo e gli
organismi diocesani
• condizione per inserirsi,
qualificare ed arricchire il
progetto della Chiesa locale
• coordinamento delle
parrocchie
• indicazioni operative nel
Direttorio ispettoriale
• commissione ispettoriale
nell’attuazione del PEPS
• animazione e di
coordinamento nazionale:
aggiornamento della
proposta educativo-
pastorale delle parrocchie
• attenzione
metodologica nella
valorizzazione del
carisma salesiano
• PEPS, strumento
operativo per
promuovere
l'originalità e la
creatività di ogni
parrocchia
• la parrocchia affidata
ai salesiani incorpora
nel suo PEPS
gli orientamenti
pastorali della diocesi
e quelli del PEPS
ispettoriale e locale
• parrocchia nella
zona insieme con
altri ambienti
dell’Opera salesiana
(Oratorio-Centro
Giovanile, Scuola,
Opera Sociale,
Internato, Residenza),
promuove
una speciale
collaborazione
per una pastorale
unitaria all’interno
dell’unica missione

8.9 Page 79

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ALTRE TIPOLOGIE:
CHIESE PUBBLICHE, SANTUARI
CAPITOLO
V

8.10 Page 80

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ALTRE TIPOLOGIE: CHIESE PUBBLICHE, SANTUARI
Le chiese pubbliche e i Santuari presenti nelle opere dell’Ispettoria
sono ovunque una «presenza» salesiana significativa, un «luogo» sacro
di richiamo e d’incontro, di testimonianza e di messaggio salesiano ed
ecclesiale.
È importante, come abbiamo sottolineato in riferimento alla parrocchia,
curare l’accoglienza del fedele, del visitatore, del passante, che si manifesta
con diversi fattori, dai dettagli più semplici fino alla disponibilità personale
all’ascolto e all’accompagnamento. Qui sta l’aspetto visibile della carità, che
provoca una riflessione nel visitatore che si sente accolto da Dio perché è
accolto dai fratelli. Potrebbe essere un’accoglienza realizzata da sacerdoti,
religiosi o laici, caratterizzata dalla qualità umana, dal rispetto per i processi
personali, aiutando a chiarire gli interrogativi e addirittura a provocarli.
In queste circostanze hanno particolare importanza altri elementi come la
dignità delle celebrazioni liturgiche e delle manifestazioni di pietà popolare,
l’ambiente di rispetto e di raccoglimento, l’ordine e la sicurezza, la cura
dell’intero spazio e le corrette indicazioni, un’architettura senza barriere,
il materiale stampato e le nuove tecnologie, la creazione di spazi fisici
accoglienti per ogni categoria di persone e per ogni uso specifico (cappelle
per l’adorazione e la riconciliazione, punti informativi, museo, ecc.), per
evitare la percezione di commercializzazione nello spazio sacro.
Anche queste tipologie di presenze vanno quindi considerate
all’interno del PEPS ispettoriale come espressioni tipiche
della nostra tradizione, che offrono una proposta culturale e
pastorale propria. Vuol dire che ogni santuario o rettoria dipende
sia dalla comunità religiosa, che dalla parrocchia del posto.
A Le chiese pubbliche sono dette anche “rettorie” che funzionano
con alcuni servizi pastorali, ma non sono riconosciute come parrocchie.
Il servizio liturgico si manifesta nei giorni festivi e feriali con celebrazioni
eucaristiche, con incontri di preghiera per gruppi o nuclei di fedeli anche
giovani, con tridui o novene particolari o salesiane. La devozione a Maria
Ausiliatrice occupa un posto decisivo come grande contributo alla Chiesa.
Il servizio della riconciliazione è il più apprezzato, non solo dai fedeli, ma
anche da sacerdoti e religiosi, in alcuni luoghi anche da turisti e pellegrini.
B Santuari e/o Basiliche sono chiese riconosciute come tali dalla autorità
ecclesiastica e centri di accoglienza e di preghiera per molti fedeli. La
80

9 Pages 81-90

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9.1 Page 81

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LA PARROCCHIA E IL SANTUARIO AFFIDATI AI SALESIANI
Congregazione è particolarmente ricca di santuari e basiliche. I “santuari”
sono luoghi sacri ove i fedeli si recano per motivi di pietà, in pellegrinaggio
(cfr. CIC, can. 1230-1234). Vi si offrono i mezzi della salvezza, vi si annunzia
con diligenza la parola di Dio, vi si celebrano l’Eucarestia e la Penitenza,
conservando le sane forme della pietà popolare (cfr. CIC, can.1234). Di
norma i Santuari, oltre ad essere oggetto di particolare meta di pellegrinaggi,
sono luogo di venerazione e devozione legato a eventi o manifestazioni
della Madonna, dei Santi o dei Martiri. Alcuni, infatti, conservano reliquie
o immagini ritenute miracolose o sono luoghi particolarmente segnati dalla
santità di qualche servo di Dio o, ancora, da molteplici forme della «pietà
popolare».
Non bisogna dimenticare che la presenza religiosa nello spazio pubblico è
un altro modo per evangelizzare, così come tutte le manifestazioni della
religiosità popolare (quali processioni, feste e pellegrinaggi). Per alcuni di
81

9.2 Page 82

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ALTRE TIPOLOGIE: CHIESE PUBBLICHE, SANTUARI
coloro che giungono ai santuari, questo costituisce l’unico vincolo che li
unisce alla comunità ecclesiale. La Chiesa, dunque, coglie l’occasione per
proclamare il messaggio evangelico e per condurre le persone a Cristo.
In alcuni Santuari trovano collocazione manifestazioni artistiche di pittura,
scultura, sacre rappresentazioni allestite con buon gusto e sostenute da
contenuti dottrinali e oggetti per il culto. A questo scopo, musica, canto,
architettura, pittura, scultura, arredi e paramenti sacri, dovrebbero, in un
Santuario, essere oggetto di particolare cura.
Ogni pellegrino, visitatore, passante, merita tutta l’attenzione che gli si può
riservare. Per quanto possibile, egli deve essere accolto come individuo, a
livello personale: tutti devono trovare il loro posto nel santuario.
A ciò invita il documento “Il Santuario, memoria, presenza e
profezia del Dio vivente”, quando dice che “questa esperienza di
Chiesa deve essere particolarmente sorretta da un’adeguata
accoglienza dei pellegrini al santuario, che tenga conto dello
specifico di ciascun gruppo e di ciascuna persona, delle attese dei
cuori e dei loro autentici bisogni spirituali” (Pontificio Consiglio
della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, 8 maggio 1999, 12).
È per questo che non ci si può accontentare di un’accoglienza uniforme,
ma è necessario tendere ad ampliare la proposta, evitando il rischio
dell’uniformità. Se accoglienza differenziata significa incontro personale,
ciò esige un’attenzione di qualità nel santuario, il che implica, tra l’altro,
da parte dei responsabili, una presenza attiva, oltre a un atteggiamento
amabile.
Altre azioni concrete che possono contribuire a realizzare un’accoglienza
adeguata sono:
◗◗ la promozione del volontariato per l’accoglienza e la formazione di
quanti sono coinvolti nella vita del santuario, elaborando programmi
e manuali specifici di formazione umana, dottrinale, spirituale e
pastorale;
◗◗ l’organizzazione di visite guidate all’interno della struttura;
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9.3 Page 83

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LA PARROCCHIA E IL SANTUARIO AFFIDATI AI SALESIANI
◗◗ la preparazione qualificata dei sacerdoti che esercitano il ministero
della Parola e della Riconciliazione;
◗◗ la definizione chiara del carisma proprio del Santuario, che deve dare
forma allo spirito e al senso della vita e dell’operato del volontario.
Tutto ciò rientra nell’opportuna elaborazione di un piano pastorale
per l’accoglienza e per l’evangelizzazione, in sintonia con la pastorale
diocesana, in modo che sia integrato in essa, tenendo conto anche della
collaborazione tra santuari e parrocchie, tra santuari e chiese pubbliche
(magari favorendo incontri nazionali e regionali con la presenza di numerosi
operatori pastorali), tra associazioni di pellegrinaggi, con enti civili, agenzie
e guide turistiche.
Infine, è importante ribadire la rilevanza del can. 1234 § 2 CIC, che
dispone espressamente la conservazione e la tutela delle testimonianze
votive dell’arte e della pietà popolare. Va anche ricordato il can. 1189 sulle
immagini preziose e su quelle particolarmente venerate (cfr. can. 1190 § 3)
e anche quello riguardante le sacre reliquie insigni (cfr. can. 1190 §§ 1 e 2).
83

9.4 Page 84

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ALTRE TIPOLOGIE: CHIESE PUBBLICHE, SANTUARI
A COLPO D’OCCHIO
CHIESE PUBBLICHE
«Luogo» sacro di richiamo e
d'incontro, di testimonianza
e di messaggio salesiano ed
ecclesiale
SANTUARI
Presenza salesiana
significativa
Con alcuni servizi pastorali
(non sono riconosciute come
parrocchie): celebrazioni
eucaristiche, incontri di
preghiera, tridui e novene
Chiese riconosciute come tali
dalla autorità ecclesiastica
e centri di accoglienza e di
preghiera per molti fedeli
I “santuari” sono luoghi
sacri ove i fedeli si recano
per motivi di pietà, in
pellegrinaggio, luoghi di
accoglienza e di preghiera
per molti fedeli
Curare l’accoglienza del fedele, del visitatore, del passante
• dignità delle celebrazioni liturgiche e delle
manifestazioni di pietà popolare
• cura dell’intero spazio
• rispetto e raccoglimento
• architettura senza barriere
• materiale stampato e nuove tecnologie
• spazi fisici adeguati e accoglienti per ogni categoria
di persone e per ogni uso specifico (cappelle per
l’adorazione e la riconciliazione, punti informativi,
museo, ecc)
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9.5 Page 85

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LA PARROCCHIA E IL SANTUARIO AFFIDATI AI SALESIANI
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9.6 Page 86

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Riflessione conclusiva
La parrocchia è «salesiana» per lo stile comunitario che promuove, per
l’esperienza ecclesiale che vive e per la testimonianza della comunità
religiosa. È «salesiana» per il rapporto di comunione con la chiesa locale,
il sostegno e lo sviluppo di gruppi e associazioni, la partecipazione e il
favorevole inserimento nel territorio, l’attenzione preferenziale e prioritaria
ai giovani. Il ministero parrocchiale lo viviamo come vero apostolato
salesiano nella misura in cui restiamo fedeli alla nostra missione e rendiamo
attuale il carisma di Don Bosco.
La parrocchia affidata ai salesiani, come il carisma salesiano, si caratterizza
non soltanto per alcuni tratti «spirituali», ma evangelizza secondo lo stile
e lo spirito del Progetto Educativo-Pastorale salesiano. È qui che sono
rappresentati gli atteggiamenti, le iniziative, i contenuti, le esperienze e
le scelte pastorali salesiane. Queste pagine hanno cercato di offrire alcuni
stimoli in tale direzione.
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9.7 Page 87

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Documentazione
DOCUMENTI DELLA CHIESA
»»Lumen Gentium. Costituzione dogmatica Concilio Vaticano II sulla
Chiesa (21 novembre 1965).
»»Nostra Aetate. Dichiarazione sulle relazioni della Chiesa con le
religioni non cristiane (28 ottobre 1965).
»»Evangelii Nuntiandi. Esortazione Apostolica di Paolo VI (8 dicembre
1975).
»»Mutuae relationes. Criteri direttivi sui rapporti tra i vescovi e i
religiosi nella Chiesa. Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata
e le Società di Vita Apostolica; Congregazione per i Vescovi (14
maggio 1978).
»»Codice di Diritto Canonico. Promulgato da Giovanni Paolo II (25
gennaio 1983).
»»Christifideles Laici. Esortazione apostolica di Giovanni Paolo II su
vocazione e missione dei laici nella Chiesa e nel mondo (30 dicembre
1988).
»»Il Santuario - Memoria, presenza e profezia del Dio vivente.
Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e Itineranti (8
maggio 1999).
»»Direttorio per la Catechesi. Pontificio Consiglio per la Promozione
della nuova evangelizzazione (23 marzo 2020).
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9.8 Page 88

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Documentazione
»»Novo Millennio Ineunte. Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II (6
gennaio 2001).
»»Evangelii Gaudium. Esortazione Apostolica di Francesco (24
novembre 2013).
»»Dialogo nella verità e nella carità. Orientamenti pastorali per il
dialogo interreligioso. Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso
(19 maggio 2014).
»»Christus vivit. Esortazione Apostolica Postsinodale di Francesco (25
marzo 2019).
»»La conversione pastorale della comunità parrocchiale al servizio
della missione evangelizzatrice della Chiesa. Istruzione della
Congregazione per il Clero (20 luglio 2020).
»»Antiquum ministerium. Lettera Apostolica in forma di “Motu
Proprio” del Sommo Pontefice Francesco (10 maggio 2021).
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9.9 Page 89

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DOCUMENTI DELLA CONGREGAZIONE E DELLA
FAMIGLIA SALESIANA
»»Capitolo Generale 4 della Società Salesiana (1886).
»»Capitolo Generale 19 della Società Salesiana (1965).
»»Capitolo Generale Speciale della Società Salesiana (1971).
»»Capitolo Generale 21 della Società Salesiana (1978).
»»Capitolo Generale 22 della Società Salesiana (1984).
»»Capitolo Generale 23 dei Salesiani di Don Bosco. «Educare i
giovani alla fede» (1990).
»»Capitolo Generale 24 dei Salesiani di Don Bosco. «Salesiani e
laici: Comunione e condivisione nello Spirito e nella missione di Don
Bosco» (1996).
»»Capitolo Generale 28 dei Salesiani di Don Bosco. «Quali salesiani
per i giovani d’oggi?» (2020).
»»Costituzioni e Regolamenti della Società di San Francesco di
Sales (1984).
»»Elementi giuridici e prassi amministrativa nel governo
dell’Ispettoria, Direzione generale Opere Don Bosco (2004).
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9.10 Page 90

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Documentazione
»»Animazione e governo della comunità. Il servizio del direttore
salesiano. Settore per la Formazione. Salesiani di Don Bosco (2019).
»»Il volontariato nella missione salesiana. Dicastero per la Pastorale
Giovanile. Dicastero per le Missioni (2019).
»»La Vocazione Missionaria Salesiana. Riflessioni, processi ed
orientamenti operativi. Settore per le Missioni (2021).
»»Pastorale Giovanile e Famiglia. Settore per la Pastorale Giovanile
Salesiana. Salesiani di Don Bosco (2021).
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10 Pages 91-100

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10.1 Page 91

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10.2 Page 92

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10.3 Page 93

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10.4 Page 94

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