Libro SYMFAM 2018_it


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PASTORALE
GIOVANILE
e FAMIGLIA
ATTI
DEL CONGRESSO
INTERNAZIONALE
MADRID, 27 Novembre - 1 Dicembre 2017
Dicastero per la
Pastorale Giovanile
Salesiana

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Diseño gráfico: ARTIA COMUNICACIÓN
Ilustraciones: JAVIER CARABAÑO
Propiedad reservada al DICASTERO PER LA PASTORALE GIOVANILE SALESIANA
SEDE CENTRALE SALESIANA
Via Marsala, 42
00185 Roma

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PASTORALE
GIOVANILE
e FAMIGLIA

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PRESENTAZIONE
P. ÁNGEL FERNÁNDEZ ARTIME
X Successore di Don Bosco
Sono lieto di presentarvi gli atti del Congresso Internazionale Pastorale Gio-
vanile e Famiglia che si è tenuto a Madrid dal 27 novembre al 1 dicembre 2017.
La riflessione su “Pastorale Giovanile e Famiglia” è stata parte del nostro
cammino come Congregazione nei precedenti Capitoli Generali. L’idea di un
Congresso Internazionale è nata nel 2014, in risposta ai due Sinodi dei Ve-
scovi convocati da Papa Francesco sulle sfide pastorali della famiglia (2014 e
2015), e al Capitolo Generale 27 dei Salesiani di Don Bosco (2014). Nel 2014,
quindi, il Dicastero per la Pastorale Giovanile Salesiana ha avviato un continuo
e lungimirante percorso di studio e riflessione, consistente in una serie di
tappe in vista del Congresso: lo studio dei contesti familiari nelle sette regioni
del mondo in cui è presente la Congregazione Salesiana, la creazione di un
gruppo di studio interno, l’analisi del contesto ispettoriale e locale attraverso
un questionario.
In questo Congresso, attraverso la presenza di circa 300 partecipanti da tut-
to il mondo salesiano, si è potuto approfondire il dono del carisma salesiano
nelle quattro conferenze che sono state offerte, nei vari workshop e nella pre-
sentazione di 21 buone pratiche; tutto questo ci ha offerto una “fotografia”
dell’impegno della Congregazione a favore della famiglia nei diversi processi
educativo-pastorali.
Ho potuto constatare un vero ambiente di famiglia, e una grande disposizione
all’apprendimento e alla condivisione. Confido nel fatto che questo spirito e
4

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questa esperienza si ripetano nei vari contesti locali affinché la ricchezza vissuta
e condivisa in questo Congresso sia resa viva a livello locale.
Colgo inoltre questa opportunità per ringraziare don Fabio Attard, Consigliere
Generale per la Pastorale Giovanile Salesiana, che ha guidato questo cammino.
Una speciale parola di apprezzamento per i membri del Dicastero per la Pastorale
Giovanile in Roma, e ai membri del Consiglio Generale dei Salesiani di Don Bosco
che hanno partecipato. Ringrazio anche l’Ispettore e i membri del Consiglio Ispet-
toriale dei Salesiani dell’Ispettoria di Madrid, Spagna, “Santiago el Mayor” per
tutta la disponibilità e gli aiuti offerti. Ringrazio anche la rappresenza dell’Ispetto-
ria delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Spagna, e la partecipazione dei membri della
Famiglia Salesiana e molti altri, che hanno contribuito al buon esito del Congresso.
Mi piacerebbe concludere ricordando che questo Congresso non è l’evento
culminante di tale cammino. Esso è infatti parte di un lungo cammino e pro-
cesso nel quale continueremo ad aprire spazi di discernimento attorno alla
pastorale giovanile e alla famiglia. Per questo si stabiliranno strategie comuni,
al fine di accrescere l’impatto delle nostre azioni, e si affronterà la costruzione
di un’azione educativo-pastorale con le famiglie, più incisiva e fruttuosa, sempre
nel solco della pastorale giovanile salesiana. Sono sicuro che questi “Atti del
Congresso” saranno uno strumento efficace nel nostro cammino di Pastorale
Giovanile e Famiglia.
Con il mio affetto e augurio di ogni bene da parte del Signore.
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INTRODUZIONE
PASTORALE GIOVANILE
E FAMIGLIA RIFLETTERE,
CONDIVIDERE, COSTRUIRE
FABIO ATTARD
Consigliere per la Pastorale Giovanile
dei Salesiani di Don Bosco
IL CUORE DELL’IDEA:
la famiglia, una realtà
estremamente ricca e complessa
I Salesiani di Don Bosco, attraverso il Dicastero per la Pastorale Giovanile Sale-
siana, hanno voluto dedicare il proprio lavoro nel triennio 2015-2018 al tema
della famiglia, in occasione dei Sinodi promossi dalla Chiesa sull’argomento
(2014 e 2015). Nella stessa riflessione del 27º Capitolo Generale della Con-
gregazione Salesiana (2014) si è insistito sul fatto che la famiglia è un fattore
chiave nella società e nell’educazione delle nuove generazioni. La famiglia, in-
vestita da una serie di trasformazioni economiche, sociali, giuridiche, politiche,
ha visto cambiare il proprio volto nei suoi connotati fondamentali. Scendendo
alle radici del cambiamento, si deve registrare l’emergere di una nuova cultura
familiare, di un nuovo modo di accompagnare pastoralmente le esigenze della
famiglia. Per noi Salesiani, la famiglia è soggetto attivo di pastorale, soggetto
edificante la Chiesa e la società, con un’identità ed una missione specifica. Anzi,
possiamo affermare che la famiglia è il luogo unificante dell’azione pastorale.
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Per questa ragione, il Dicastero desidera che la riflessione sia un cammino fatto
insieme, un cammino progressivo e propositivo, un cammino in cui confluiscano
i contesti molteplici della realtà mondiale. Affinché sia realmente un cammino
fatto insieme, sono state pensate una serie di tappe in cui siamo e saremo
progressivamente coinvolti.
Nelle diverse tappe, infatti, provvediamo ad interagire con diverse persone com-
petenti a diverso titolo sull’argomento della famiglia. Ci auguriamo, così, che
il cammino risulti propositivo non soltanto in ordine alle scelte che ogni realtà
Provinciale e locale dovrà fare, ma anche di supporto valido per scelte che spet-
tano a tutti, in quanto ricco dell’analisi di molteplici aspetti. Le prime tre tappe
rappresenteranno le premesse e le fondamenta su cui costruire il Convegno
Internazionale, in modo tale che rappresenti quasi una conclusione di un lungo
ragionamento. Vediamo quindi i passi compiuti sinora, le proposte attivate in
quattro tappe:
eeUna fotografia mondiale particolarmente poliedrica (settembre 2015
– febbraio 2016)
eeVerso una sintesi realistica e articolata del mondo delle famiglie (mar-
zo 2016)
eeLo studio del contesto locale salesiano per eventuali prospettive ope-
rative (giugno-febbraio 2017)
eeMomento di confronto e progettazione per il futuro (novembre 2016)
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FASE 01
Una fotografia mondiale
particolarmente poliedrica
Dal mese di settembre 2015 al mese di febbraio di 2016, la famiglia è
stata esaminata in chiave sociologica ed educativa a livello regionale (Timeline,
tabella 1). Queste giornate formative hanno esaminato, con il qualifi­cato aiuto
di esperti provenienti dalle diverse regioni geografiche in cui è organizzata la
Congregazione, le molteplici dimensioni della realtà familiare. Sei relatori ci
hanno offerto una ricerca sul campo documentata, alternando la prospettiva
sociologica e politica, all’attenzione pastorale e pedagogica, ponendo le basi
per una riflessione attenta sugli aspetti costitutivi della realtà familiare e sulle
sfide che oggi ci si trova ad affrontare.
Raccogliere in una conclusione una fotografia particolarmente poliedrica della
famiglia oggi nel mondo è un’impresa difficile. Tuttavia, le conclusioni di questi
incontri ci hanno permesso di individuare una serie di ass­ unti che costituiscono
una piattaforma assai robusta per ulteriori ap­profondimenti, oltre che per un
bilancio positivo circa l’importanza sostanziale della famiglia. Ne elenchiamo
alcuni tra i più emergenti:
eeda una parte, le minacce che destabilizzano la famiglia non sono
soltanto di carattere economico, ma si affiancano soprattutto quelle di ca-
rattere simbolico, culturale e an­tropologico, che mettono in discussione la
sua natura e le sue funzioni (la sfida dell’ideologia gender, l’immagine della
famiglia in alcuni media, l’aumento dell’instabilità coniugale e la fragilità
dell’istituzione familiare, i fattori condizionanti di carattere socioculturale);
eedall’altra, vi è una coscienza più viva della libertà personale, e
una maggiore attenzione alla qualità delle relazioni interpersonali
nel matrimonio, alla promozione della dignità della donna, alla pro-
creazione responsabile, all’educazione dei figli.
I destinatari di questi sei incontri sono stati i responsabili provinciali della pasto-
rale giovanile di tutte le Regioni del mondo. Dalle constatazioni e dalle riflessioni
condotte insieme a loro, emerge una doppia sfida:
eecostruire e diffondere una nuova cultura della famiglia, sia a
livello sociale sia educativo. Laddove essa venga percepita e valo-
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rizzata come essa realmente è, cioè come soggetto sociale a pieno
titolo con una straordinaria funzione non solo economica e di cura,
ma anche culturale ed educativa, allora potrà diventare generat­rice
di solidarietà tra le generazioni e sorgente di forme comunitarie di
vita sul territorio;
eenello stesso tempo bisogna promuovere ade­guate strategie edu-
cativo-pastorali di sostegno alla famiglia nella sua fondamentale
funzione di coesione sociale e di azione educatrice delle nuove ge-
nerazioni.
FASE 02
Verso una sintesi realistica e
articolata del mondo delle famiglie
Nei giorni 19 e 20 marzo del 2016, si è convocato un gruppo di studio.
Partecipavano: Marcelo Farfan (Ecuador), Alberto Martelli (Italia), Hubert Pin-
to (India), Miguel Angel Garcia (Equipe Dicastero Pastorale Giovanile), Fabio
Attard (Consigliere Generale e responsabile Equipe Dicastero Pastorale Gio-
vanile), Gustavo Cavagnari (Argentina), Rossano Sala (Italia), Mario Olmos
(Equipe Dicastero Pastorale Giovanile), Renato Cursi (Equipe Dicastero Pasto-
rale Giovanile), Daniel Garcia (Equipe Dicastero Pastorale Giovanile) y Virginia
Cagigal (Spagna).
In questo gruppo internazionale sono state delineate le grandi questioni emer-
genti che oggi la famiglia sta incontrando, una volta studiata la realtà dei diversi
contesti nella prima tappa. Il gruppo ha voluto riflettere intorno ad alcune linee
di lettura con un approccio strutturale e culturale:
eela prima, relativa alle criticità e alle dimensioni della crisi, eco­
nomica, demografica e socioculturale (e qui i relatori hanno riletto
alcuni temi considerati a livello mondiale nella prima tappa, tra le
altre, il nuovo scenario socioculturale, il problema educativo e an-
tropologico, lo sforzo che le famiglie devono fare per trasmettere ai
propri figli la voglia di costituire a loro volta una famiglia, l’immagine
che della famiglia ci restituiscono i media, la delicata e urgente que-
stione dell’educazione affettivo-sessuale);
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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
eela seconda, relativa a possibili risorse da potenziare per una più
grande apertura, accoglienza e accompagnamento, capendo che la
famiglia non è un’area, ma una dimensione della pastorale della gio-
vanile.
Successivamente sono state richiamate alcune scelte operative educative e pa-
storali che bisogna favorire. Il tentativo è stato quello di individuare alcuni nodi:
eeaccompagnare le coppie alla vita affettiva;
eeeducare i genitori al compito educativo;
eeriuscire ad avere un doppio sguardo come educatori su tutta la vita
del giovane e quindi della sua famiglia;
eecurare il ciclo della vita familiare, cioè, educare alla transizione nella
vita adulta e la relazione tra genitori e figli adolescenti;
eecomprendere e rafforzare l’identità individuale, l’identità della cop-
pia, e l’identità genitoriale; l’urgenza di una formazione specifica
(sulla famiglia, non solo sul matrimonio), specializzata (perché il
punto di vista della teologia non è lo stesso della psicologia, e ogni
scienza può contribuire), integrata (perché i diversi approcci non
devono essere meramente accostati) e condivisa (fatta insieme da
consacrati e laici, dove si comprendono reciprocamente le rispettive
vocazioni);
eesistemare la preparazione remota, prossima e immediata al matri-
monio.
FASE 03
Lo studio del contesto locale
salesiano per eventuali
prospettive operative
Nel mese di giugno 2016, viene richiesto a tutte le realtà Ispettoriali la risposta
ad un Questionario, uno strumento di indagine che gli 86 Consigli Ispettoriali
devono compilare a partire dall’osservazione della propria realtà. Il questionario
prevede tre domande:
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eeQuali sfide presenta la famiglia alla pastorale giovanile nell’ispettoria?
eeNei vari progetti dell’ispettoria, quali sono le scelte che l’ispettoria
ha fatto o intende fare nel campo di pastorale giovanile e famiglia?
eeQuali proposte nell’ispettoria possono essere qualificate come buone
pratiche, che siano cioè innovative e in grado di intercettare con suc-
cesso le nuove sfide su pastorale giovanile e famiglia?
La presentazione della ricerca (Timeline, tabella 2) mostrerà come l’accompa-
gnamento ed il protagonismo delle famiglie nella realtà locale offre attualmente
diversi approcci educativo-pastorali. Questa terza tappa è dedicata quindi ad
esporre i risultati della ricerca sul campo, delineando il profilo delle famiglie
che si rivolg­ ono alle presenze salesiane del mondo. I numerosi dati di queste
risposte contribuiranno implicitamente a descrivere e comprendere l’identità
della missione salesiana.
FASE 04
Momento di confronto e
progettazione per il futuro
Dopo l’avvio di un percorso di condivisione e di ascolto attivo della Congre-
gazione, attraverso la consultazione a livello continentale e le riflessioni delle
Ispettorie, una quarta tappa si prefigge le seguenti tre finalità: approfondire
gli orientamenti attuali della Chiesa e della Congregazione sulla famiglia,
condividere le sfide e le opportunità educativo-pastorali della famiglia e
costruire esperienze per la riflessione ed azione all’interno delle Comunità
Educativo-Pastorali. Il Dicastero per la Pastorale Giovanile, partendo da que-
sta speciale attenzione, propone il Congresso Internazionale Pastorale
Giovanile e Famiglia, che si terrà tra il 27 novembre ed il 1 dicembre 2017,
a Madrid.
Questo appuntamento internazionale propone di offrire tre contenuti precisi:
eeUna lettura propositiva sulla famiglia oggi: partendo dall’attuale
esperienza della Congregazione, cogliere quelle sfide ed opportunità
che il momento storico ci sta offrendo.
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eeUna lettura ecclesiale e spirituale sulla famiglia: alla luce del
cammino sinodale della Chiesa, e dell’Esortazione Apostolica «Amoris
Laetitia». Si offrono spunti e sollecitazioni per la riflessione persona-
le e comunitaria: famiglia ed evangelizzazione; giovani e vocazione
matrimoniale; l’educazione all’amore; percorsi formativi per fidanzati
e sposi; situazioni particolari della coppia/famiglia; famiglia e figli.
eeUna lettura educativo-pastorale salesiana: proporre, rafforzare
ed integrare la pastorale salesiana a favore della famiglia all’interno
del Progetto Educativo Pastorale Salesiano.
L’attività affidata al Congresso si basa su una metodologia articolata in di-
versi momenti per promuovere e condividere non solo riflessione, ma anche
iniziative a favore della famiglia. Ogni giorno i partecipanti del Congresso sa-
ranno coinvolti nelle seguenti proposte (Tabella 3):
eeRiflessione approfondita iniziale, offerta da esperti, che accompagna
i lavori della giornata.
eeTestimonianze e buone pratiche nel campo della pastorale giovanile
salesiana e della famiglia, che siano già all’opera e consolidate, da
varie parti del mondo, facilitando l’apprendimento esperienziale e la
condivisione di gruppo.
eeLavori di gruppo a livello continentale, per un ascolto ed una rifles-
sione più contestualizzati.
eeWorkshop: laboratori pratici ed esperienziali su temi specifici guida-
ti da esperti internazionali, per una proposta di accompagnamento
pastorale per varie fasce di età e gruppi, permettendo di acquisire
nuove conoscenze, abilità e attitudini rispetto a diverse aree attorno
alla famiglia.
I destinatati diretti del Congresso sono i 400 partecipanti, laici e consacrati,
provenienti dalle 89 Ispettorie in cui è organizzata la Congregazione dei Sale-
siani di Don Bosco, presenti oggi in 132 Paesi del mondo. Per ognuna di queste
Ispettorie è prevista la partecipazione di una delegazione di alcuni esperti o
persone impegnate nel settore del lavoro pastorale con la famiglia (il numero
tra parentesi indica la quantità di partecipanti per paese o gruppo di paesi).
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LOGOTIPO
«Vigila sui tuoi pensieri: la tua vita dipende da come pensi»
(Proverbi 4,23)
L’icona rappresenta l’allegria multicolo-
re delle famiglie: “Crescere dal profondo
del cuore” (parla dell’accoglienza, incon-
tro, fragilità, misericordia, fiducia…).
ILLUSTRAZIONE
«Gesù cresceva in statura, progrediva in sapienza e godeva il
favore di Dio e degli uomini» (Lc. 2,52)
In “Amoris Laetitia”, Papa Francesco
riconosce che “il cammino sinodale ha
portato in sè una gran bellezza ed ha
offerto molta luce” (AL 4) e che i con-
tributi ricevuti costituiscono “un pre-
zioso poliedro” (AL 4).
In primo piano, vediamo una famiglia
nell’intimità che si sforza nel quotidia-
no (“la fatica delle tue mani”, dice il
Papa), che costruisce la famiglia gio-
cando, senza individualismo. Ogni
membro compie una funzione: si trat-
ta di togliere dei pezzi senza che cada
la torre. I personaggi hanno dei tratti/
lineamenti allegri e realisti, fugge dalla
semplificazione del bianco e nero, per
situarsi in un’ampia gamma di grigi,
possibilità e trame (dietro ogni fami-
glia, gioie, drammi e sogni).
In secondo piano, la pastorale giovanile.
I bambini e i giovani hanno un colore
speciale, non è un’immagine di un corti-
le idilliaco o ingenuo. Una fotografia di
giochi, dinamica, appassionata, perché
crescere richiede attenzione e sforzi. I
bambini sono speranza che costruisce,
apre al futuro. Come nel gioco della fa-
miglia, tutti hanno un posto nella torre
che si costruisce, dai membri che forma-
no la struttura fino a quelli che aiutano
a crearla.
In terzo piano, l’immagine della natura
è tranquilla e dona pace. Cresce e si
costruisce con finezza e bellezza. Chi
cerchi norme nitide e contundenti ri-
marrà deluso. La creazione ha il suo rit-
mo, processo, gradualità, riflesso della
Gloria divina e della luce della Pasqua.
È il cuore stesso di Gesù che ci circonda,
ispira e favorisce il nostro incontro e
dialogo. In modo stimolante e sempli-
ce, invita a guardare al cielo.
Disegno: Javier Carabaño
Commenti: Miguel Angel García
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27 novembre 2017
LA FAMIGLIA NEL
CAMMINO SINODALE
DELLA CHIESA:
PROSPETTIVE ED
OPPORTUNITÀ
BRUNO FORTE
Arcivescovo di Chieti-Vasto

2.7 Page 17

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
La pastorale della famiglia e dei giovani, che è di vitale importanza per tutta
la Chiesa, lo è particolarmente per i figli di don Bosco, cui Maria - nel sogno
fatto a nove anni - aveva indicato i giovani come il campo in cui avrebbe dovuto
lavorare o, più verosimilmente, nel linguaggio della cultura contadina alla quale
Giovannino apparteneva, come il campo da dover “arare”. Mosso da questo
mandato, percepito come sorgente e ispirazione di ogni futura scelta della sua
vita, don Bosco non esiterà ad affermare: “Nelle cose che tornano a vantaggio
della pericolante gioventù o servono a guadagnare anime a Dio, io corro avanti
fino alla temerità”1. Traggo da queste parole la struttura della mia riflessione:
vorrei anzitutto esaminare la realtà della famiglia oggi, quale ambiente vitale
in cui si situano sfide, opportunità e pericoli per le nuove generazioni; vorrei
quindi delineare i tratti fondamentali della proposta che la Chiesa è andata
facendo sulla famiglia in questi anni, al fine di trarne “vantaggio” per i giovani
e “guadagnare anime a Dio”; per indicare, infine, alcune linee prioritarie per
l’azione pastorale, specialmente in prospettiva salesiana.
Per quest’ultima parte mi riferirò alle indicazioni maturate dal cammino delle due
Assemblee sinodali dei Vescovi dedicate alla famiglia, offerte all’intero popolo di Dio
dall’Esortazione Apostolica di Papa Francesco “Amoris Laetitia”, in modo da preci-
sare su quali piste mi sembra sia necessario “correre avanti fino alla temerità” nello
spirito di don Bosco. In questo contesto, cercherò anche di rispondere alla domanda
su come la Chiesa oggi stia invitando i credenti impegnati nel campo dell’educa-
zione a vivere la loro chiamata come un dono per i giovani, provando a raccogliere
quelle indicazioni che potrebbero illuminare, accompagnare e rendere più ecclesiale
il vissuto carismatico della famiglia salesiana. Al tempo stesso, proverò a evidenziare
gli aspetti fondamentali che andrebbero approfonditi per favorire un’esperienza di
Chiesa dove la famiglia trovi il suo spazio di accoglienza e il motivo per rafforzare
la sua identità, non solo come oggetto, ma anche e specialmente come soggetto
e protagonista dell’azione pastorale. Mi preme anche sottolineare come questa
attenzione alla famiglia e ai giovani sia in piena sintonia con la decisione presa da
Papa Francesco di dedicare la prossima Assemblea del Sinodo dei Vescovi, da tenersi
nel 2018, al tema «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale»2.
1 Memorie biografiche XIV, Cap. XXVIII, 662.
2 Questo è il titolo del Documento preparatorio alla XV Assemblea Generale Ordinaria,
pubblicato il 13 gennaio 2017 e inviato a tutte le Conferenze Episcopali del
mondo, con allegato un ampio questionario, da cui si attendono risposte utili a
contestualizzare nell’attualità e nella concretezza la riflessione sinodale. La Terza
Parte del Documento - dedicata a L’Azione pastorale - dopo una sezione intitolata
“Camminare con i giovani”, sviluppata secondo i tre verbi “uscire”, “vedere” e
“chiamare”, presenta i soggetti, i luoghi e gli strumenti della pastorale giovanile
con luci e stimoli in grande sintonia con quanto proposto in queste riflessioni.
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Tale scelta tematica è così presentata nel Documento preparatorio del prossimo
Sinodo: “La Chiesa ha deciso di interrogarsi su come accompagnare i giovani
a riconoscere e accogliere la chiamata all’amore e alla vita in pienezza, e anche
di chiedere ai giovani stessi di aiutarla a identificare le modalità oggi più efficaci
per annunciare la Buona Notizia. Attraverso i giovani, la Chiesa potrà percepire
la voce del Signore che risuona anche oggi. Come un tempo Samuele (cf. 1
Sam 3,1-21) e Geremia (cf. Ger 1,4-10), ci sono giovani che sanno scorgere
quei segni del nostro tempo che lo Spirito addita. Ascoltando le loro aspirazioni
possiamo intravvedere il mondo di domani che ci viene incontro e le vie che la
Chiesa è chiamata a percorrere”3. Significativa è la reciprocità che sin dall’inizio
del cammino il Papa ha voluto stabilire con i giovani: essi non saranno solo
l’oggetto della riflessione, volta ad approfondire le vie per trasmettere loro il
dono della fede e aiutarli nel discernimento della propria risposta alla chiamata
personale rivolta dal Signore a ciascuno, ma dovranno essere protagonisti e
interlocutori significativi, capaci di aiutare i pastori e la Chiesa tutta a meglio
riconoscere e interpretare i segni dei tempi e a corrispondervi con fede e amore.
Una scelta e un metodo che mi sembrano in totale sintonia con le parole citate
di don Bosco e in generale con il carisma salesiano.
1 LA REALTÀ DELLA
FAMIGLIA OGGI
Nella Costituzione pastorale del Concilio Vaticano II sulla Chiesa nel mondo
contemporaneo Gaudium et Spes, fra le sfide cui si chiede di dedicare maggiore
attenzione e impegno, è indicata al primo posto la famiglia, quale fondamento
del vivere insieme degli esseri umani: “La famiglia, nella quale le diverse gene-
razioni s’incontrano e si aiutano vicendevolmente a raggiungere una saggezza
umana più completa e ad armonizzare i diritti della persona con le altre esigenze
della vita sociale, è veramente il fondamento della società”4. Quest’attenzione
alla famiglia è stata particolarmente viva nel magistero di Giovanni Paolo II,
che ha scelto come tema della V Assemblea ordinaria del Sinodo dei Vescovi
(26 Settembre - 25 Ottobre 1980) “la famiglia cristiana” e vi ha dedicato l’E-
3 Documento preparatorio, Introduzione.
4 Concilio Vaticano II, Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo
contemporaneo Gaudium et Spes, 47.
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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
sortazione Apostolica ad esso seguita Familiaris consortio5. In essa tra l’altro
si afferma: “L’avvenire dell’umanità passa attraverso la famiglia!... Spetta ai
cristiani il compito di annunciare con gioia e convinzione la buona novella sulla
famiglia, la quale ha un assoluto bisogno di ascoltare sempre di nuovo e di
comprendere sempre più a fondo le parole autentiche che le rivelano la sua
identità, le sue risorse interiori, l’importanza della sua missione nella città degli
uomini e in quella di Dio”6.
Le ragioni di questa importanza dell’istituto familiare sono riconoscibili nella sua
stessa natura e missione, in base al disegno divino sull’umanità: “Nel disegno
di Dio Creatore e Redentore la famiglia scopre non solo la sua identità, ciò che
essa è, ma anche la sua missione, ciò che essa può e deve fare. I compiti, che la
famiglia è chiamata da Dio a svolgere nella storia, scaturiscono dal suo stesso
essere e ne rappresentano lo sviluppo dinamico ed esistenziale. Ogni famiglia
scopre e trova in se stessa l’appello insopprimibile, che definisce ad un tempo
la sua dignità e la sua responsabilità: famiglia, diventa ciò che sei!”7. In questa
luce si comprende perché la famiglia debba essere al centro dell’agire pastorale
della Chiesa e, dunque, dei progetti e delle iniziative presi a tutti i livelli e dai
diversi soggetti ecclesiali nell’ambito dell’evangelizzazione e della catechesi.
Perché questo sforzo corale possa realizzarsi, occorre partire da uno sguardo
lucido e assolutamente realistico alla realtà della famiglia oggi, nella varietà e
complessità dei contesti culturali in cui si trova.
Scrive Papa Francesco nell’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium: “La
famiglia attraversa una crisi culturale profonda, come tutte le comunità e i
legami sociali. Nel caso della famiglia, la fragilità dei legami diventa partico-
larmente grave perché si tratta della cellula fondamentale della società, del
luogo dove s’impara a convivere nella differenza e ad appartenere ad altri
e dove i genitori trasmettono la fede ai figli. Il matrimonio tende a essere
visto come una mera forma di gratificazione affettiva che può costituirsi in
qualsiasi modo e modificarsi secondo la sensibilità di ognuno”8. Alla radice
di questi fenomeni sta spesso un’idea della libertà, concepita non come la
capacità di realizzare la verità del progetto di Dio sul matrimonio e la fami-
glia, ma come autonoma forza di affermazione, non di rado contro gli altri,
5 Giovanni Paolo II, Familiaris consortio. Esortazione apostolica sui compiti della famiglia
cristiana nel mondo di oggi, 22 Novembre 1981.
6 Ib., 86.
7 Ib., 17.
8 Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium (24 Novembre 2013), 66.
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per il proprio egoistico benessere9. Vanno inoltre considerati i condiziona-
menti che nei vari contesti gravano sulla realtà familiare: “Merita la nostra
attenzione il fatto che, nei Paesi del così detto Terzo Mondo, vengono spesso
a mancare alle famiglie sia i fondamentali mezzi per la sopravvivenza, quali
sono il cibo, il lavoro, l’abitazione, le medicine, sia le più elementari libertà.
Nei Paesi più ricchi, invece, l’eccessivo benessere e la mentalità consumistica,
paradossalmente unita a una certa angoscia e incertezza per il futuro, tolgo-
no agli sposi la generosità e il coraggio di suscitare nuove vite umane: così
la vita è spesso percepita non come una benedizione, ma come un pericolo
da cui difendersi”10.
Non mancano, naturalmente, aspetti positivi nella situazione attuale dell’istituto
familiare: così, l’Esortazione Apostolica post-sinodale Amoris Laetitia, firmata da
Papa Francesco il 19 marzo 2016 e pubblicata l’8 Aprile seguente, nel secondo
capitolo, dedicato a “la realtà e le sfide delle famiglie”, osserva la crescente va-
lorizzazione della dignità e del protagonismo di ognuna delle componenti della
vita familiare, con la dovuta attenzione ai mutati contesti socio-culturali, dove
“gli individui sono meno sostenuti che in passato dalle strutture sociali nella loro
vita affettiva e familiare”11. Così, se da una parte crescono l’individualismo e il
timore dell’impegno “per sempre”, in un quadro largamente diffuso di “cultura
del provvisorio”, dall’altra si punta a una maggiore autenticità nelle relazioni
interpersonali, sfidando chi crede a “uno sforzo più responsabile e generoso
nel presentare le ragioni e le motivazioni per optare in favore del matrimonio
e della famiglia, così che le persone siano più disposte a rispondere alla grazia
che Dio offre loro”12.
Con realismo e concretezza l’Esortazione richiama i condizionamenti oggettivi
che influiscono sulla formazione e la vita delle famiglie, legati alla mancanza o
alle esigenze del lavoro, ai problemi abitativi, ai fenomeni migratori, ai bisogni
degli anziani e delle persone disabili, alle difficoltà connesse alla miseria, mate-
riale e morale, che spesso incidono fortemente sulla costruzione della famiglia
e sulle sue reali possibilità di vita: nei confronti delle persone che si trovano in
queste situazioni, “la Chiesa deve avere una cura speciale per comprendere,
consolare, integrare, evitando di imporre loro una serie di norme come se fos-
sero delle pietre, ottenendo con ciò l’effetto di farle sentire giudicate e abban-
donate proprio da quella Madre che è chiamata a portare loro la misericordia di
9 Cf. Familiaris Consortio, cit., 6.
10 Ib.
11 Amoris Laetitia, 32.
12 Ivi, 35.
19

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
Dio”13. Con grande sincerità il Papa, dopo aver osservato come “nessuna unione
precaria o chiusa alla trasmissione della vita ci assicura il futuro della società”,
si chiede: “Ma chi si occupa oggi di sostenere i coniugi, di aiutarli a superare i
rischi che li minacciano, di accompagnarli nel loro ruolo educativo, di stimolare
la stabilità dell’unione coniugale?”14. In particolare, Francesco rivendica il ruolo
e la dignità della donna, spesso svalutati o calpestati, e che sono invece fonda-
mentali per la vita della famiglia e della società.
I PUNTI CENTRALI DELLA
2PROPOSTA DELLA CHIESA
CIRCA LA FAMIGLIA
Il terzo capitolo dell’Amoris Laetitia presenta la vocazione della famiglia alla
luce del messaggio evangelico. Afferma Papa Francesco: “Non si può com-
prendere pienamente il mistero della famiglia cristiana se non alla luce dell’in-
finito amore del Padre, che si è manifestato in Cristo, il quale si è donato sino
alla fine ed è vivo in mezzo a noi. Perciò desidero contemplare Cristo vivente
che è presente in tante storie d’amore, e invocare il fuoco dello Spirito su
tutte le famiglie del mondo”15. Viene così introdotta una rapida presenta-
zione dell’insegnamento della Chiesa sul matrimonio e la famiglia, alla cui
luce l’indissolubilità “non è innanzitutto da intendere come giogo imposto
agli uomini, bensì come un dono fatto alle persone unite in matrimonio”16.
Papa Francesco sottolinea pure che “il sacramento del matrimonio non è una
convenzione sociale, un rito vuoto o il mero segno esterno di un impegno…
è una vocazione, in quanto è una risposta alla specifica chiamata a vivere
l’amore coniugale come segno imperfetto dell’amore tra Cristo e la Chiesa.
Pertanto, la decisione di sposarsi e di formare una famiglia dev’essere frutto
di un discernimento vocazionale”17. Un tale discernimento è illuminato dalla
convinzione che il matrimonio cristiano “non solo indica quanto Cristo ha
13 Ib., 49.
14 Ib., 52.
15 Ib., 59.
16 Ib., 62.
17 Ib., 72.
20

3.2 Page 22

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amato la sua Chiesa nell’Alleanza sigillata sulla Croce, ma rende presente tale
amore nella comunione degli sposi. Unendosi in una sola carne essi rappre-
sentano lo sposalizio del Figlio di Dio con la natura umana”18.
Si può dunque parlare di un “vangelo della famiglia” da annunciare. Questa
buona notizia, secondo la fede e l’esperienza della Chiesa, abbraccia quattro
aspetti fondamentali, che vanno sempre tenuti presenti e proposti nella loro
unità: la famiglia è scuola di umanità, di socialità, di vita ecclesiale e di santifi-
cazione. La famiglia è anzitutto scuola di umanità, e cioè scuola di amore per
la vita e la crescita della persona19. Questo avviene anzitutto nella relazione che
il matrimonio richiede e stabilisce fra i coniugi: “Proprio perché atto eminente-
mente umano, essendo diretto da persona a persona con un sentimento che
nasce dalla volontà, l’amore (coniugale) abbraccia il bene di tutta la persona;
perciò ha la possibilità di arricchire di particolare dignità le espressioni del corpo
e della vita psichica e di nobilitarle come elementi e segni speciali dell’amicizia
coniugale. Il Signore si è degnato di sanare, perfezionare ed elevare questo
amore con uno speciale dono di grazia e carità”20. La Familiaris consortio ha
posto giustamente al centro della realtà familiare questo vincolo dell’amore:
“L’amore è la fondamentale e nativa vocazione di ogni essere umano… L’istitu-
zione matrimoniale non è una indebita ingerenza della società o dell’autorità, né
l’imposizione estrinseca di una forma, ma esigenza interiore del patto d’amore
coniugale che pubblicamente si afferma come unico ed esclusivo perché sia
vissuta così la piena fedeltà al disegno di Dio Creatore”21.
Riconoscere il valore di questo amore unitivo e proporne continuamente la necessità
è compito ineludibile dei credenti: “Testimoniare l’inestimabile valore dell’indisso-
lubilità e della fedeltà matrimoniale è uno dei doveri più preziosi e più urgenti delle
coppie cristiane del nostro tempo”22. All’amore che nasce dall’alto ed è alla base di
ogni vero amore, in particolare di quello familiare, Benedetto XVI ha consacrato la
sua Enciclica Deus caritas est. Nella distinzione che in essa fa fra “eros” e “agape”,
fra amore passionale e amore oblativo, si avverte l’eco del dibattito novecentesco
avviato dalle ricerche di Anders Nygren23. In questo quadro, il Papa afferma che
l’amore cristiano “non è rifiuto dell’eros, non è il suo avvelenamento, ma la sua
18 Ib., 73.
19 Cf. Gaudium et Spes, 52: “La famiglia è una scuola di arricchimento umano”.
20 Ib., 49.
21 Familiaris Consortio, 11.
22 Ib., 20.
23 Cf. A. Nygren, Eros e agape. La nozione cristiana dell’amore e le sue trasformazioni,
Bologna, Il Mulino, 1971 (Edizione originale svedese: Stoccolma 1930).
21

3.3 Page 23

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
guarigione in vista della sua vera grandezza”24. Ciò avviene grazie a un amore più
grande, donato dall’alto: è l’esperienza del Dio Amore a rendere possibile il dono
di sé all’altro e agli altri nella gratuità. “Sì, amore è ‘estasi’, estasi non nel senso
di un momento di ebbrezza, ma estasi come cammino, come esodo permanente
dall’io chiuso in se stesso verso la sua liberazione nel dono di sé, e proprio così
verso il ritrovamento di sé, anzi verso la scoperta di Dio”25. Un programma, que-
sto, ineludibile per ogni vita familiare che voglia essere autentica e umanizzante, e
che si lasci plasmare dal modello dell’amore eterno: “Il matrimonio basato su un
amore esclusivo e definitivo diventa l’icona del rapporto di Dio con il suo popolo e
viceversa: il modo di amare di Dio diventa la misura dell’amore umano”26. Sulla via
dell’amore, illuminato e nutrito dalla fede, la famiglia può profilarsi dunque come
autentica scuola di umanità buona, sana e felice27.
Grazie a questa suo essere singolare scuola di amore, la famiglia è anche scuola
di socialità, che fa crescere la persona nello sviluppo delle sue capacità di so-
cializzazione e nella costruzione della società. Afferma la Familiaris consortio:
“La famiglia è la prima e fondamentale scuola di socialità: in quanto comunità
di amore, essa trova nel dono di sé la legge che la guida e la fa crescere. Il
dono di sé, che ispira l’amore dei coniugi tra di loro, si pone come modello e
norma del dono di sé quale deve attuarsi nei rapporti tra fratelli e sorelle e tra
le diverse generazioni che convivono nella famiglia. E la comunione e la parteci-
pazione quotidianamente vissuta nella casa, nei momenti di gioia e di difficoltà,
rappresenta la più concreta ed efficace pedagogia dei figli nel più ampio oriz-
zonte della società”28. Così, “nel matrimonio e nella famiglia si costituisce un
complesso di relazioni interpersonali - nuzialità, paternità-maternità, filiazione,
fraternità -, mediante le quali ogni persona umana è introdotta nella famiglia
umana e nella famiglia di Dio, che è la Chiesa”29, e impara a stabilire relazioni
feconde sul piano diacronico (con genitori e nonni), come su quello sincronico
(nell’esperienza dei fratelli e delle sorelle).
Sulla stessa linea, la famiglia diventa grembo di vita ecclesiale, che educa
a vivere nella comunione della Chiesa: “Il matrimonio e la famiglia cristiani
24 Benedetto XVI, Lettera Enciclica Deus caritas est (25 Dicembre 2005), 5.
25 Ib., 6.
26 Ib., 11.
27 Ad approfondire il motivo dell’amore che rende viva e feconda la vita familiare
è il quarto capitolo dell’Esortazione Amoris Laetitia, che offre una splendida
applicazione alla vita familiare dell’inno alla carità della prima lettera ai Corinzi
di Paolo (1 Cor 13, specie 4-7).
28 Familiaris Consortio, 37.
29 Ib., 15.
22

3.4 Page 24

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edificano la Chiesa: nella famiglia, infatti, la persona umana non solo viene
generata e progressivamente introdotta, mediante l’educazione, nella comu-
nità umana, ma mediante la rigenerazione del battesimo e l’educazione alla
fede essa viene introdotta anche nella famiglia di Dio, che è la Chiesa”30. Si
colloca qui l’idea della famiglia come “piccola Chiesa”: “In quanto «piccola
Chiesa» - afferma la Familiaris Consortio -, la famiglia cristiana è chiamata, a
somiglianza della «grande Chiesa», ad essere segno di unità per il mondo e ad
esercitare in tal modo il suo ruolo profetico testimoniando il Regno e la pace
di Cristo, verso cui il mondo intero è in cammino”31. Il protagonismo attivo e
rilevante della famiglia nella vita ecclesiale è così messo in luce: “La famiglia
cristiana è chiamata a prendere parte viva e responsabile alla missione della
Chiesa in modo proprio e originale, ponendo al servizio della Chiesa e della
società se stessa nel suo essere ed agire, in quanto intima comunità di vita
e di amore”32. D’altra parte, alla famiglia la Chiesa può guardare come a un
modello cui ispirarsi: “Grazie alla carità della famiglia, la Chiesa può e deve
assumere una dimensione più domestica, cioè più familiare, adottando uno
stile più umano e fraterno di rapporti”33.
La famiglia è chiamata anche a essere scuola di fede e di santificazione, in cui
si eserciti e si alimenti il cammino di santità dei coniugi e dei figli: “I coniugi cri-
stiani sono fortificati e quasi consacrati da uno speciale sacramento per i doveri
e la dignità del loro stato. Ed essi, compiendo con la forza di tale sacramento
il loro dovere coniugale e familiare, penetrati dello spirito di Cristo, per mezzo
del quale tutta la loro vita è pervasa di fede, speranza e carità, tendono a rag-
giungere sempre più la propria perfezione e la mutua santificazione, e assieme
rendono gloria a Dio”34. Il sacramento nuziale è in se stesso fonte della grazia
necessaria a realizzare un simile progetto di vita35. La realizzazione di questa
chiamata alla santità coniugale e familiare è alimentata dai doni sacramentali del
Signore e dalla corrispondenza docile e orante ad essi: “Il sacerdozio battesimale
dei fedeli, vissuto nel matrimonio-sacramento, costituisce per i coniugi e per la
famiglia il fondamento di una vocazione e di una missione sacerdotale, per la
quale le loro esistenze quotidiane si trasformano in «sacrifici spirituali graditi a
Dio per mezzo di Gesù Cristo» (cf. 1Pt 2,5): è quanto avviene, non solo con la
celebrazione dell’Eucaristia e degli altri sacramenti e con l’offerta di se stessi alla
30 Ib.
31 Ib., 48.
32 Ib., 50.
33 Ib., 64.
34 Gaudium et Spes, 48.
35 Cf. Familiaris consortio, 56.
23

3.5 Page 25

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
gloria di Dio, ma anche con la vita di preghiera, con il dialogo orante col Padre
per Gesù Cristo nello Spirito Santo”36.
LINEE DI AZIONE
IN AMBITO EDUCATIVO,
3 in rapporto al carisma salesiano e
alla crescita della vita ecclesiale
Alla luce di quanto detto si comprende la centralità che spetta alla famiglia nella
vita della Chiesa e quindi anche nel servizio apostolico della famiglia salesiana.
Questa centralità presenta due aspetti: da una parte, la famiglia è soggetto
privilegiato della trasmissione della fede, e dunque dell’educazione dei ragazzi
e dei giovani alla vita cristiana e dell’aiuto da offrire loro nel discernimento vo-
cazionale; dall’altra, la famiglia è oggetto prioritario della cura pastorale della
Chiesa e dei figli di don Bosco in essa.
A) Come osserva il Quadro di Riferimento della Pastorale Giovanile
Salesiana, “la vita umana si colloca sotto il segno della vocazione, la
quale chiede grande apertura di spirito e responsabilità nell’assun-
zione di un impegno fedele: responsabilità significa letteralmente as-
sumere la bellezza del rispondere”37. Nasce dunque la domanda sul
come la Chiesa oggi stia invitando i credenti impegnati nel campo
dell’educazione ad assumere la loro chiamata come un dono per le
giovani generazioni, la loro crescita nella fede e il loro discernimento
vocazionale. La risposta che il cammino sinodale sulla famiglia e
la successiva Esortazione Apostolica Amoris Laetitia hanno dato a
questa domanda può compendiarsi nell’idea del ruolo decisivo della
famiglia nell’educazione alla fede38: “Nell’orizzonte della comunità
36 Ib., 59.
37 Pastorale Giovanile Salesiana. Quadro di Riferimento, Roma 2014
38 È questo un aspetto centrale nella riflessione proposta dai Vescovi italiani nel
documento Educare alla vita buona del Vangelo (2010), in cui si afferma chiaramente
il primato che spetta alla famiglia in campo educativo.
24

3.6 Page 26

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cristiana, la famiglia resta la prima e indispensabile comunità edu-
cante. Per i genitori, l’educazione è un dovere essenziale, perché
connesso alla trasmissione della vita; originale e primario rispetto
al compito educativo di altri soggetti; insostituibile e inalienabile,
nel senso che non può essere delegato né surrogato”39. Questo
compito deve essere assunto con coraggio e lungimiranza: “Si trat-
ta di generare processi più che dominare spazi. Se un genitore è
ossessionato di sapere dove si trova suo figlio e controllare tutti i
suoi movimenti, cercherà solo di dominare il suo spazio. In questo
modo non lo educherà, non lo rafforzerà, non lo preparerà ad af-
frontare le sfide. Quello che interessa principalmente è generare nel
figlio, con molto amore, processi di maturazione della sua libertà,
di preparazione, di crescita integrale, di coltivazione dell’autentica
autonomia”40. Una saggia gradualità nelle esigenze formative è qui
raccomandata: “Quando si propongono i valori, bisogna procedere
a poco a poco, progredire in modi diversi a seconda dell’età e del-
le possibilità concrete delle persone, senza pretendere di applicare
metodologie rigide e immutabili. I contributi preziosi della psicologia
e delle scienze dell’educazione mostrano che occorre un processo
graduale nell’acquisizione di cambiamenti di comportamento, ma
anche che la libertà ha bisogno di essere incanalata e stimolata,
perché abbandonata a sé stessa non può garantire la propria matu-
razione”41.
La famiglia va allora valorizzata come primario e fondamentale soggetto edu-
cativo: essa “è l’ambito della socializzazione primaria, perché è il primo luo-
go in cui si impara a collocarsi di fronte all’altro, ad ascoltare, a condividere,
a sopportare, a rispettare, ad aiutare, a convivere. Il compito educativo deve
suscitare il sentimento del mondo e della società come ambiente familiare, è
un’educazione al saper abitare, oltre i limiti della propria casa. Nel contesto
familiare si insegna a recuperare la prossimità, il prendersi cura, il saluto. Lì si
rompe il primo cerchio del mortale egoismo per riconoscere che viviamo insieme
ad altri, con altri, che sono degni della nostra attenzione, della nostra gentilez-
za, del nostro affetto”42. Questa convinzione non può ignorare le difficoltà che
la famiglia incontra nell’assolvere alla sua responsabilità educativa: “Educare
in famiglia è oggi un’arte davvero difficile. Molti genitori soffrono, infatti, un
39 Educare alla vita buona del Vangelo, cit., n. 36.
40 Amoris Laetitia, n. 261.
41 Ib., n. 273.
42 Ib. n. 276.
25

3.7 Page 27

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
senso di solitudine, di inadeguatezza e, addirittura, d’impotenza. Si tratta di
un isolamento anzitutto sociale, perché la società privilegia gli individui e non
considera la famiglia come sua cellula fondamentale. Padri e madri faticano
a proporre con passione ragioni profonde per vivere e, soprattutto, a dire dei
‘no’ con l’autorevolezza necessaria. Il legame con i figli rischia di oscillare tra la
scarsa cura e atteggiamenti possessivi che tendono a soffocarne la creatività e
a perpetuarne la dipendenza”43.
Di fronte alle responsabilità educative che le competono e alle difficoltà con
cui deve confrontarsi la famiglia appare oggi al tempo stesso dotata di forza
e di fragilità: “La famiglia, a un tempo, è forte e fragile. La sua debolezza non
deriva solo da motivi interni alla vita della coppia e al rapporto tra genitori e
figli. Molto più pesanti sono i condizionamenti esterni: il sostegno inadeguato al
desiderio di maternità e paternità, pur a fronte del grave problema demografico;
la difficoltà a conciliare l’impegno lavorativo con la vita familiare, a prendersi
cura dei soggetti più deboli, a costruire rapporti sereni in condizioni abitative e
urbanistiche sfavorevoli. A ciò si aggiunga il numero crescente delle convivenze
di fatto, delle separazioni coniugali e dei divorzi, come pure gli ostacoli di un
quadro economico, fiscale e sociale che disincentiva la procreazione”44. Tra i
fattori destabilizzanti va segnalato in particolare il diffondersi di stili di vita ispi-
rati alla cultura del provvisorio, che rifuggono dalla creazione di legami stabili.
Nonostante questi aspetti di fragilità, la famiglia resta il soggetto primario per la
trasmissione della fede e l’educazione al discernimento vocazionale: se le tante
agenzie educative operanti nella Chiesa, a cominciare dalle opere salesiane, ci
ricordano come la famiglia non sia la sola agenzia educatrice, non si può non
ribadire che c’è un’impronta che essa sola può dare e che impegna la comunità
cristiana a sostenere i genitori nel loro ruolo di educatori, promuovendone la
formazione e il reciproco sostegno.
L’educazione alla fede trova nella famiglia il suo ambiente originario e na-
turale, perché è lì che essa può compiersi in forma concreta e continuativa
nell’ambito delle relazioni quotidiane, che soprattutto nei primi anni di vita
sono le più incisive sulla formazione della personalità. Di qui l’importanza che
i genitori siano stimolati a interrogarsi sulla loro responsabilità educativa in
ordine alla fede. Occorre perciò compiere ogni sforzo pastorale al fine di va-
lorizzare la famiglia come protagonista della trasmissione della fede, soggetto
di annuncio e di catechesi nei confronti dei suoi membri, e in particolare dei
figli: alla famiglia devono far riferimento anche i sacerdoti, i catechisti e gli
43 Ib.
44 Educare alla vita buona del Vangelo, cit.
26

3.8 Page 28

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animatori pastorali in vista di una stretta collaborazione, in particolare nell’iti-
nerario dell’iniziazione cristiana e nella promozione del cammino vocazionale
dei giovani. È comunque dovere dell’intera comunità cristiana formare la fa-
miglia e sostenerla perché sia all’altezza dei compiti che le spettano in ambito
educativo e catechetico: a tal fine la preparazione al matrimonio deve essere
proposta come un cammino di riscoperta della fede e di inserimento nella vita
della comunità ecclesiale. Anche la cura delle giovani coppie è importante: si
tratta di accompagnare le fasi iniziali della vita coniugale, ponendo le basi di
un cammino di formazione permanente.
B) La famiglia va poi riconosciuta come oggetto prioritario della cura
pastorale della comunità cristiana: “La famiglia va amata, sostenuta
e resa protagonista attiva dell’educazione non solo per i figli, ma per
l’intera comunità. Deve crescere la consapevolezza di una ministeria-
lità che scaturisce dal sacramento del matrimonio e chiama l’uomo
e la donna a essere segno dell’amore di Dio che si prende cura di
ogni suo figlio… Sostenere adeguatamente la famiglia, con scelte
politiche ed economiche appropriate, attente in particolare ai nuclei
numerosi, diventa un servizio all’intera collettività”45. Come accom-
pagnare le famiglie perché diventino a pieno titolo protagoniste di
evangelizzazione e di catechesi per i loro figli e per l’intera comunità
cristiana? Se “evangelizzare significa non soltanto insegnare una
dottrina bensì annunciare il Signore Gesù con parole ed azioni, cioè
farsi strumento della sua presenza e azione nel mondo”46, evange-
lizzare le famiglie significherà accompagnarle nell’esperienza viva
della fede ecclesiale, ben sapendo che “l’evangelizzazione è frutto
di un percorso corale, una missione dove consacrati e laici sono
soggetti attivi, protagonisti dell’evangelizzazione dei singoli e delle
culture”47.
Quali sono gli aspetti fondamentali che vanno approfonditi per fa-
vorire un’esperienza di Chiesa in cui la famiglia trovi il suo spazio di
accoglienza e il motivo per rafforzare la sua identità e la sua missione
credente? Il sesto capitolo dell’Esortazione Amoris Laetitia - dedicato
ad “Alcune prospettive pastorali” - prende in esame precisamente
le modalità con cui “annunciare il Vangelo della famiglia oggi”. Vi
45 Ib., n. 38.
46 Congregazione per la Dottrina della Fede, Nota Dottrinale su alcuni aspetti
dell’Evangelizzazione, 3 dicembre 2007, n. 2.
47 Cfr. Christifideles Laici 55-56; Capitolo Generale dei Salesiani di don Bosco 24, n.96.
27

3.9 Page 29

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
si afferma tra l’altro: “La pastorale familiare deve far sperimentare
che il Vangelo della famiglia è risposta alle attese più profonde della
persona umana: alla sua dignità e alla realizzazione piena nella re-
ciprocità, nella comunione e nella fecondità. Non si tratta soltanto
di presentare una normativa, ma di proporre valori, rispondendo al
bisogno di essi che si constata oggi, anche nei paesi più secolarizzati.
Inoltre è parimenti necessaria un’evangelizzazione che denunzi con
franchezza i condizionamenti culturali, sociali, politici ed economici,
come l’eccessivo spazio dato alla logica del mercato, che impediscono
un’autentica vita familiare, determinando discriminazioni, povertà,
esclusioni e violenza”48. Al fine di promuovere il protagonismo pa-
storale della famiglia occorre formare ad esso anzitutto chi si prepara
al matrimonio: “Tanto la preparazione prossima quanto l’accompa-
gnamento più prolungato devono fare in modo che i fidanzati non
vedano lo sposarsi come il termine del cammino, ma che assumano il
matrimonio come una vocazione che li lancia in avanti, con la ferma e
realistica decisione di attraversare insieme tutte le prove e i momenti
difficili”49.
Un esame delle varie ragioni di crisi nella vita della famiglia arricchisce questa
riflessione sulla pastorale familiare, evidenziando come anche nei tempi più
critici ci siano risvolti positivi da cogliere e valorizzare: “A partire da una crisi si
ha il coraggio di ricercare le radici profonde di quello che sta succedendo, di
negoziare di nuovo gli accordi fondamentali, di trovare un nuovo equilibrio e
di percorrere insieme una nuova tappa”50. L’atteggiamento richiesto ai pastori
nei confronti delle famiglie in crisi o di chi ha sperimentato il fallimento del
proprio legame nuziale deve essere comunque sempre quello dell’accoglienza
e dell’accompagnamento: “Ai divorziati che vivono una nuova unione, è impor-
tante far sentire che sono parte della Chiesa, che non sono scomunicati e non
sono trattati come tali, perché formano sempre la comunione ecclesiale. Queste
situazioni esigono un attento discernimento e un accompagnamento di grande
rispetto, evitando ogni linguaggio e atteggiamento che li faccia sentire discri-
minati e promovendo la loro partecipazione alla vita della comunità. Prendersi
cura di loro non è per la comunità cristiana un indebolimento della sua fede e
della sua testimonianza circa l’indissolubilità matrimoniale, anzi essa esprime
proprio in questa cura la sua carità” (n. 243). Accoglienza, accompagnamento,
discernimento e integrazione sono i quattro termini che riassumono l’atteggia-
48 Amoris Laetitia, n. 201.
49 Ib., n. 211.
50 Ib., n. 238.
28

3.10 Page 30

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mento pastorale richiesto dall’Esortazione Amoris Laetitia nei confronti di tutte
le famiglie, specialmente di quelle ferite dal fallimento nell’amore51.
Afferma Papa Francesco: “La Chiesa deve accompagnare con attenzione e
premura i suoi figli più fragili, segnati dall’amore ferito e smarrito, ridonando
fiducia e speranza, come la luce del faro di un porto o di una fiaccola porta-
ta in mezzo alla gente per illuminare coloro che hanno smarrito la rotta o si
trovano in mezzo alla tempesta. Non dimentichiamo che spesso il lavoro della
Chiesa assomiglia a quello di un ospedale da campo”52. In riferimento, poi,
alle convivenze e alle unioni di fatto l’Esortazione - ribadendo con chiarezza
l’esigenza per i discepoli di Cristo chiamati al matrimonio di unirsi stabilmente
nel vincolo nuziale - invita ad affrontare “tutte queste situazioni in maniera co-
struttiva, cercando di trasformarle in opportunità di cammino verso la pienezza
del matrimonio e della famiglia alla luce del Vangelo. Si tratta di accoglierle e
accompagnarle con pazienza e delicatezza”53. In questa linea, Papa Francesco si
rifà all’insegnamento di san Giovanni Paolo II circa la “legge della gradualità”,
che “non è una gradualità della legge, ma una gradualità nell’esercizio pruden-
ziale degli atti liberi in soggetti che non sono in condizione di comprendere,
di apprezzare o di praticare pienamente le esigenze oggettive della legge”54.
Circa il discernimento delle situazioni dette “irregolari” l’Esortazione propone
la scelta fra la logica dell’emarginazione e la logica dell’integrazione, l’unica
che sia conforme alla misericordia rivelata in Cristo: “Si tratta di integrare tutti,
si deve aiutare ciascuno a trovare il proprio modo di partecipare alla comunità
ecclesiale, perché si senta oggetto di una misericordia immeritata, incondizio-
nata e gratuita. Nessuno può essere condannato per sempre, perché questa
non è la logica del Vangelo!”55. E questo - sottolinea Papa Francesco - vale non
solo per i divorziati che vivono una nuova unione, ma per tutti, in qualunque
situazione si trovino.
L’accoglienza, l’accompagnamento e il discernimento in vista dell’opportuna
integrazione di ciascuno nella vita della comunità ecclesiale sono la scelta pasto-
rale che l’Esortazione chiede a tutta la Chiesa: piuttosto che offrire una nuova
normativa generale di tipo canonico, impossibile a formularsi di fronte alla va-
rietà e complessità delle situazioni, Papa Francesco incoraggia a un responsabile
51 Cf. ib., nn. 247ss. Il capitolo VIII s’intitola precisamente: “Accompagnare,
discernere e integrare la fragilità”.
52 Ib., n. 291.
53 Ib., n. 294.
54 Ib., n. 295.
55 Ib., n. 297.
29

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
discernimento personale e pastorale dei casi particolari, ispirato alla misericordia.
Si coglie qui una singolare corrispondenza fra quanto Francesco indica alla
Chiesa e quanto don Bosco raccomanda ai suoi figli: “Il sistema preventivo sia
proprio di noi. Non mai castighi penali; non mai parole umilianti, non rimproveri
severi in presenza altrui. Ma dolcezza, carità e pazienza… Si faccia sempre in
modo che coloro che siano avvisati, diventino amici nostri più di prima, e non
partano mai avviliti da noi”56. Un simile atteggiamento pastorale sarà anche
attento a riconoscere che, poiché il grado di responsabilità non è uguale in tutti
i casi, le conseguenze o gli effetti di una norma non necessariamente devono
essere sempre gli stessi. Il discernimento, affidato in particolare ai pastori, dovrà
dunque coniugare fedeltà alla dottrina della Chiesa e attenzione alle situazioni
concrete e al peso delle circostanze attenuanti: “Il discernimento deve aiutare
a trovare le strade possibili di risposta a Dio e di crescita attraverso i limiti.
Credendo che tutto sia bianco o nero, a volte chiudiamo la via della grazia e
della crescita e scoraggiamo percorsi di santificazione che danno gloria a Dio.
Ricordiamo che un piccolo passo, in mezzo a grandi limiti umani, può essere
più gradito a Dio della vita esteriormente corretta di chi trascorre i suoi giorni
senza fronteggiare importanti difficoltà. La pastorale concreta dei ministri e delle
comunità non può mancare di fare propria questa realtà”57.
CONCLUSIONE
Lo sviluppo della riflessione proposta consente di evidenziare tre caratteristi-
che che ben esprimono l’ispirazione di fondo dell’azione pastorale di Papa
Francesco, quale si è espressa in particolare nelle due assemblee sinodali sulla
famiglia: innanzitutto, la marcata attenzione al pluralismo e all’inculturazione
della fede, in vista del superamento necessario di ogni forma di eurocentrismo
e di “centralismo romano”. “Naturalmente - afferma Francesco sin dall’inizio
dell’Esortazione apostolica Amoris Laetitia -, nella Chiesa è necessaria un’unità
di dottrina e di prassi, ma ciò non impedisce che esistano diversi modi di inter-
pretare alcuni aspetti della dottrina o alcune conseguenze che da essa derivano.
Questo succederà fino a quando lo Spirito ci farà giungere alla verità completa
(cfr. Gv 16,13), cioè quando ci introdurrà perfettamente nel mistero di Cristo e
56 Lettera di Giovanni Bosco a don Giacomo Costamagna, 10 Agosto 1885.
57 Amoris Laetitia, n. 305.
30

4.2 Page 32

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potremo vedere tutto con il suo sguardo. Inoltre, in ogni paese o regione si pos-
sono cercare soluzioni più inculturate, attente alle tradizioni e alle sfide locali”58.
In secondo luogo, colpisce nell’intero cammino sinodale e nelle indicazioni offerte
dall’Esortazione apostolica ad esso seguita la costante coniugazione di realismo
nella lettura dei problemi e di misericordia nelle indicazioni per affrontarli e supe-
rarli: “Contemplare la pienezza che non abbiamo ancora raggiunto ci permette
anche di relativizzare il cammino storico che stiamo facendo come famiglie, per
smettere di pretendere dalle relazioni interpersonali una perfezione, una purezza
di intenzioni e una coerenza che potremo trovare solo nel Regno definitivo. Inoltre
ci impedisce di giudicare con durezza coloro che vivono in condizioni di grande
fragilità. Tutti siamo chiamati a tenere viva la tensione verso qualcosa che va oltre
noi stessi e i nostri limiti, e ogni famiglia deve vivere in questo stimolo costante”59.
Infine, mi sembra giusto evidenziare il linguaggio usato da papa Francesco, che è
concreto e colloquiale e sa essere anche evocativo e poetico, come si addice alle
parole dette per descrivere e illuminare l’amore: colpiscono in tal senso le citazioni
letterarie, come quelle di Jorge Luis Borges60, e di Mario Benedetti61.
Realismo e immaginazione, concretezza ed evocazione si ritrovano, dunque, va-
riamente mescolati nell’Amoris Laetitia, in cui si avverte come Francesco sia il pa-
store da anni esercitato nel parlare di amore con amore alla gente bisognosa di
amare e di essere amata: “Cari fidanzati, abbiate il coraggio di essere differenti,
non lasciatevi divorare dalla società del consumo e dell’apparenza. Quello che
importa è l’amore che vi unisce, fortificato e santificato dalla grazia”62. La parola
del Pastore risulta così impastata del quotidiano della vita, che è l’unico luogo
in cui si esprime propriamente l’amore: “I giovani sposi vanno anche stimolati a
crearsi delle proprie abitudini, che offrono una sana sensazione di stabilità e di
protezione, e che si costruiscono con una serie di rituali quotidiani condivisi. È
buona cosa darsi sempre un bacio al mattino, benedirsi tutte le sere, aspettare
l’altro e accoglierlo quando arriva, uscire qualche volta insieme, condividere le
58 Ib., n. 3.
59 Ib., n. 325.
60 Al n. 8 dell’Esortazione: “ogni casa è un candelabro”: in “Calle desconocida”, Fervor
de Buenos Aires, Buenos Aires 2011, 23: tr. it. Fervore di Buenos Aires, Adelphi, Milano
2010, 29.
61 Al n. 181 di Amoris Laetitia: “Te quiero”, in Poemas de otros, Buenos Aires 1993, 316:
“Le tue mani sono la mia carezza / i miei accordi quotidiani / ti amo perché le tue
mani / si adoperano per la giustizia. // Se ti amo è perché sei / il mio amore la mia
complice e tutto / e per la strada fianco a fianco / siamo molto più di due”.
62 Amoris Laetitia, n. 212.
31

4.3 Page 33

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
faccende domestiche”63. La voce che qui parla si leva dalla cattedra altissima
dell’esperienza, illuminata dalla fede viva e dalla carità premurosa e tenera verso
i giovani e le famiglie, grembo vitale della loro crescita e formazione.
È la stessa carità che ispirò don Bosco nel consacrarsi interamente alle nuove
generazioni e che egli volle compendiare nel programma espresso da queste
sue parole: “Basta che siate giovani, perché io vi ami assai… Difficilmente
potrete trovare chi più di me vi ami in Gesù Cristo e che più desideri la vostra
felicità”64. Nelle scelte pastorali riguardanti la famiglia, a partire dalla prepa-
razione al matrimonio fino al sostegno alle famiglie provate o ferite, è questo
amore che tutti vorremmo sentire vivo e operante in noi. Concludo perciò la
mia riflessione ponendo a tutta la cara famiglia salesiana alcune domande, che
potranno aiutare la revisione della vita sulle orme di don Bosco: nell’azione
pastorale al servizio dei giovani e delle famiglie prestiamo la giusta attenzione
alle esperienze di fede vissuta e alle sensibilità culturali, proprie del contesto in
cui operiamo? Ci sforziamo di coniugare il realismo nella lettura dei problemi
e la misericordia nelle indicazioni per affrontarli, sul modello della carità che
ardeva nel cuore del Santo dei giovani? Il nostro linguaggio è tale che i gio-
vani possano comprenderci e loro e le loro famiglie possano sentirsi raggiunti
dalla nostra simpatia e dal nostro amore? Don Bosco interceda per noi, perché
possiamo rispondere con l’eloquenza della vita e l’ardore della carità a queste
domande. E Maria Ausiliatrice accompagni il nostro cammino, ottenendoci
di accrescere e contagiare il nostro entusiasmo nel servire famiglie e giovani
dovunque potremo incontrarli, spendendoci senza risparmio per amore loro
e costruendo con loro fra le case degli uomini la città di Dio, segno e profezia
della Gerusalemme del cielo.
63 Ib., 226.
64 Il giovane provveduto, Introduzione “Alla gioventù”: prima edizione Paravia, Torino
1847, 7.
32

4.4 Page 34

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33

4.5 Page 35

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4.6 Page 36

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28 novembre 2017
PASTORALE GIOVANILE
E FAMIGLIA
IL CAMMINO
DELLA
CONGREGAZIONE
SALESIANA
FABIO ATTARD SDB
Consigliere per la Pastorale Giovanile
dei Salesiani di Don Bosco

4.7 Page 37

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
Il binomio Pastorale Giovanile e Famiglia è al centro della nostra riflessione
in quanto è al centro del nostro carisma salesiano. Da questa affermazione
ci lasciamo guidare nella riflessione che segue, che ha come scopo principale
quello di fare una lettura del cammino che la Congregazione Salesiana sta fa-
cendo in questi ultimi decenni attorno a questo tema. Una riflessione che trova
il suo punto di partenza nell’esperienza del Concilio Vaticano II, che ha dato a
tutta la Chiesa l’opportunità di approfondire la sua missione oggi. Alla luce del
mistero e della Parola contempliamo la nostra chiamata di essere Chiesa oggi,
cioè essere riflessi della luce di Cristo per l’umanità, nel mondo contemporaneo
con le sue gioie e speranze.
Che la famiglia è al centro della nostra missione salesiana lo dicono con chia-
rezza e semplicità le nostre Costituzioni e Regolamenti. Sono due articoli che
sono come due indicatori solidi e eloquenti:
Costituzioni, articolo 47
Realizziamo nelle nostre opere la comunità educativa
e pastorale. Essa coinvolge, in clima di famiglia, giovani
e adulti, genitori ed educatori, fino a poter diventare
un’esperienza di Chiesa, rivelatrice del disegno di Dio.
In questa comunità i laici, associati al nostro lavoro,
portano il contributo originale della loro esperienza e del
loro modello di vita.
Accogliamo e suscitiamo la loro collaborazione e offriamo
la possibilità di conoscere e approfondire lo spirito
salesiano e la pratica del Sistema Preventivo.
Favoriamo la crescita spirituale di ognuno e proponiamo,
a chi vi sia chiamato, di condividere più strettamente la
nostra missione nella Famiglia salesiana.
Regolamenti, articolo 5
L’attuazione del nostro progetto richiede in ogni ambiente
e opera la formazione della comunità educativa pastorale.
Il suo nucleo animatore è la comunità religiosa.
I salesiani siano presenti nell’elaborazione, realizzazione
e revisione del progetto e si adoperino perché in clima di
famiglia vi partecipino i giovani, i genitori e i collaboratori,
ciascuno secondo il proprio ruolo.
Alla fine della riflessione spero che ci sia più chiara la portata di ciò che questi
due articoli contengono. Che arriviamo a scoprire che dietro queste poche righe
36

4.8 Page 38

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abbiamo una ricchezza che conferma il protagonismo della famiglia – soggetto
e oggetto della pastorale giovanile salesiana.
CAMMINO POST-CONCILIARE
1 DELLA CONGREGAZIONE
SALESIANA
In questa prima parte diamo uno sguardo sui punti fermi che emergono
all’interno del cammino della Congregazione nell’immediato post-Concilio.
Però, per fare questo dobbiamo partire da un punto centrale che ci serve come
una bussola. È la bussola attorno al tema della famiglia che ci ha lasciato la
Costituzione Conciliare Gaudium et Spes (GS, 1965). Le due parti della GS
sono, la prima, La Chiesa e la vocazione della persona umana (Parte I), e la se-
conda che tratta Alcuni problemi urgenti (Parte II). A questo punto del nostro
percorso è illuminante cogliere la portata profetica del primo tema trattato
nella Parte II perché porta il titolo: Dignità del matrimonio e della famiglia e
sua valorizzazione.
A distanza di più di 50 anni, ci rendiamo conto di come i Padri Conciliari
avevano colto il terreno dove la Chiesa sarà chiamata a investire buona parte
delle sue energie pastorali. L’iter della Chiesa post-Conciliare si nutre e si
rafforza grazie a tutta la freschezza che troviamo nella GS e a come questa
presenta la famiglia e il matrimonio: la famiglia che non è percepita come un
paziente da curare, bensì un soggetto attivo; la famiglia che ha una missione
da compiere; la famiglia che va aiutata e promossa da parte di tutti i compo-
nenti della società.
A I CAPITOLI GENERALI
Questo brevissimo accenno è d’obbligo, siccome già nella prima istanza di ri-
flessione che la Congregazione ha avuto, il Capitolo Generale Speciale (CGS
20, Roma, 10 giugno 1971 – 5 gennaio 1972), il tema della famiglia emerge
con la stessa forza e visione.
37

4.9 Page 39

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
Si inizia con una prima affermazione sulla famiglia come il luogo della
prima educazione, ponendo però alla ribalta la convinzione che la respon-
sabilità verso le giovani generazioni va largamente assunta: quella degli
educatori adulti in primis, ma non solo. Il CGS invita ad una responsabilità che
va oltre le mura sia della famiglia come anche degli edifici dove si svolge la
proposta pastorale:
Siccome la prima educazione è data dalla famiglia e in
molti casi proprio dalla prima educazione dipende la
promozione umana del giovane, i salesiani aiuteranno il
meglio possibile, anche con scritti e conferenze, i genitori,
specialmente giovani, nell’educazione cristiana e umana
dei loro figli. I laici responsabili diretti dei giovani hanno
anche loro un influsso determinante sulla evoluzione
dei giovani. Per questa ragione, moltiplicheremo con
essi contatti e incontri. Possiamo anche essere mandati
a numerose altre persone di livello socioculturale più
elevato, le cui responsabilità sociali e politiche, e le
diverse competenze scientifiche e pastorali possono
influire molto sulla situazione sull’educazione dei giovani
(CGS n.55).
Da questa premessa, di cui il tempo ha ampiamente confermato l’attualità,
incontriamo due punti focali attorno al tema della famiglia. Il primo punto
ci è offerto dalla prospettiva di una sana impostazione del progetto edu-
cativo-pastorale, dove la famiglia come soggetto all’interno della comunità
educativo-pastorale e insieme ad essa collabora insieme nel servizio della
crescita dei giovani.
La seconda affermazione tratta il tema della evangelizzazione e della cate-
chesi, percorsi di educazione alla fede, all’interno della parrocchia. Un primo
riferimento lo troviamo nel Documento n.4 che porta il titolo Rinnovamento
pastorale dell’azione salesiana tra i giovani. All’interno di questo documento
troviamo un paragrafo sulle caratteristiche del nostro servizio pastorale dove
“i rapporti con la famiglia” sono considerati e vissuti in relazione alla centralità
del giovane:
L’azione salesiana consideri il giovane in rapporto alla
sua famiglia, per integrarne, supplirne o rettificarne
l’opera educativa. È compito delle nostre Comunità
cercare di mantenere coi genitori una collaborazione
38

4.10 Page 40

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e un’intesa profonda nella comune responsabilità e
azione. Le forme di questa collaborazione sono varie. L’
importanza di questa fusione tra la famiglia e noi nella
formazione del giovane ci deve spingere a rinnovarci
(CGS n. 356).
Questi rapporti perché non rimanessero soltanto un buon proposito sono ulte-
riormente commentati e approfonditi quando si parla del progetto educativo e
pastorale che la Comunità Educativo-Pastorale (CEP) assume (da ricordare che
il CGS a proposito della CEP la indica con il termine comunità educativa):
Il rinnovamento dell’azione pastorale della Congregazione
e delle singole Ispettorie, nella mente del CGS, si otterrà
soprattutto mettendo decisamente in pratica i seguenti
postulati della dottrina sulla COMUNITA’ EDUCATIVA:
a) la corresponsabilità (nel governo delle opere) degli
educatori religiosi e laici, dei giovani e delle loro famiglie;
b) la programmazione e la revisione periodica di tutta l’
azione educativa della Comunità; c) la creazione di un
autentico clima di famiglia, nel quale la presenza attiva
e fraterna dell’educatore è condizione indispensabile;
d) la demassificazione di tutta la comunità giovanile,
organizzandola, secondo l’ età e la preparazione, in
sezioni e gruppi (CGS n. 395).
Questo è il linguaggio che nell’immediato dopo Concilio la Congregazione ha
maturato nel CGS. La collaborazione con la famiglia è una scelta irrinun-
ciabile, una scelta ferma e centrale verso un autentico rinnovamento
pastorale. Un cammino di rinnovamento pastorale che si basa sulla corre-
sponsabilità, programmazione, clima di famiglia, e proposte per gruppi di età
superando il modello di una proposta unica per tutti senza dare attenzione alla
varietà dei percorsi pastorali dei ragazzi e dei giovani.
Un secondo riferimento, che troviamo nel Documento n.5, L’azione salesiana
nelle parrocchie, tratta il tema della famiglia in relazione all’evangelizzazione e
alla catechesi, però questa volta all’interno dell’esperienze della parrocchia. Il
CGS in maniera molto chiara e profetica, primariamente pone l’accento sulla
necessità che ci si renda conto che lo scenario nel quale stiamo vivendo
è in continuo cambiamento. In questo contesto la famiglia ha un protago-
nismo unico:
39

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
Ci è dato seguirli (giovani di estrazione popolare o
povera) durante l’intero ciclo educativo dalla fanciullezza
alla maturità, in continuo diretto rapporto con le loro
famiglie. Questo è tanto più necessario oggi perché, in
un contesto sociale che – quasi ovunque – non può più
dirsi cristiano, l’educazione dei giovani diventa aleatoria
se contemporaneamente non si cerca di rievangelizzare
la famiglia e la società in cui vivono (CGS n. 401).
L’evangelizzazione non può dirsi completa se non si assume il rapporto
con la famiglia come un partner insostituibile: sia per la necessita di essere
evangelizzata, sia anche per l’importanza, la capacità e la opportunità che essa
ha nel rafforzare processi a lungo termine, evitando il pericolo di una ‘educa-
zione dei giovani aleatoria’.
Dalla consapevolezza di questa visione pastorale chiara, segue un invito che
oggi incontriamo spesse volte nei documenti del magistero della Chiesa e anche
in quello della Congregazione. Credo che sia utile scoprire che già nel CGS
si è arrivati a capire che “la famiglia non è solo oggetto ma soggetto
dell’azione pastorale”:
Il ruolo rinnovato e l’accurata organizzazione della
catechesi, nei settori degli adulti e della gioventù, trovino
il loro centro unificatore nella famiglia, considerata non
solo come oggetto, ma specialmente come soggetto di
azione pastorale. Per l’educazione dei giovani alla fede
occorre portare la famiglia ad adempiere i suoi doveri
cristiani, poiché appunto attraverso la famiglia i giovani
vengono gradualmente introdotti nel consorzio civile e
nel popolo di Dio (CGS n. 422).
Inoltre, il CGS indica passi concreti che a distanza di decenni mantengono
la loro validità e attualità pastorale. Credendo veramente che la famiglia sia
oggetto e soggetto dell’azione pastorale, la Comunità Educativo-Pastorale si
dà da fare, pensando a un cammino progettuale per rendere operativa questa
convinzione. I passi concreti offerti dal CGS hanno un doppio binario:
a) il primo è quello della coppia stessa, cioè come aiutarla e ac-
compagnarla. Offrire cammini perché all’interno stesso del rapporto
coniugale si promuova un cammino di reciproco sostegno e mutua
crescita, umana e spirituale;
40

5.2 Page 42

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b) il secondo diventa la conseguenza pastoralmente logica del primo:
offrire la proposta di gruppi di spiritualità familiare, ma che siano
gruppi dove la crescita guarda fuori, evitando così la trappola
della chiusura. Che siano gruppi dove la spiritualità vissuta diventi
coraggio e dinamismo per assumere un impegno pastorale, in altre
parole per diventare profeti:
I genitori vengano quindi preparati a essere per i loro figli
i primi annunciatori della fede, i primi catechisti. Ciascun
coniuge poi si renderà educatore e aiuto complementare
dell’altro nel cammino della vita cristiana.
Infine, se la famiglia cristiana è il luogo dove la fede
viene accolta, sorge anche il dovere che essa, tutta
intera, renda testimonianza al Vangelo. Si promuovano a
questo scopo i gruppi di spiritualità familiare. Si formino
dei coniugi disposti ad assumere un impegno pastorale
nella comunità, in particolare per la preparazione dei
giovani e dei fidanzati al matrimonio. così la famiglia
diventerà Chiesa domestica, primo seminario, comunità
aperta, e riscoprirà nella fede una dimensione nuova
dell’amore, della libertà, del servizio con gli altri e per gli
altri (CGS n. 422).
Notiamo il linguaggio usato dal CGS nelle seguenti citazioni, per cogliere la
lungimiranza di quello che già nell’immediato dopo Concilio la Congregazione
ha intuito:
eefamiglia, considerata non solo come oggetto, ma specialmente come
soggetto di azione pastorale;
eei genitori vengano quindi preparati a essere per i loro figli i primi
annunciatori della fede, i primi catechisti;
eela famiglia cristiana… luogo dove la fede viene accolta… rende te-
stimonianza al Vangelo;
eeconiugi disposti ad assumere un impegno pastorale nella comunità;
eela famiglia diventerà Chiesa domestica, primo seminario, comunità
aperta.
A questo punto ci rendiamo conto che studiando il cammino della Congregazio-
ne ci troviamo davanti a un patrimonio che ci evita la fatica inutile di inventare
nuove formule. Al contrario, facciamo bene a rinnovare la nostra memoria, a
41

5.3 Page 43

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
mantenere vivo quel processo ricco e pieno di speranza che questo Capitolo
Generale Speciale ci ha trasmesso.
Per vari motivi le prospettive e le linee generate dal CGS non avevano suscitato
simili riflessioni nei seguenti Capitoli Generali. Sappiamo che lo sforzo della
Congregazione nei Capitoli Generali 21, 22, 23, 24 e 25 è stato molto concen-
trato sul tema dell’educazione ed evangelizzazione, al rinnovo delle Costituzioni,
all’educazione dei giovani alla fede, Salesiani e laici, comunione e condivisione
nello spirito e nella missione di Don Bosco, e la comunità salesiana oggi. Que-
sto in qualche modo non ha lasciato spazio a trattare in modo più specifico la
famiglia, anche se in questo periodo la Chiesa era impegnata nel Sinodo sulla
famiglia che ha portato alla promulgazione dell’Esortazione Apostolica Familiaris
Consortio.
Il tema della famiglia all’interno di questi Capitoli Generali lo notiamo presente,
sempre in relazione ai temi centrali che la Congregazione stava studiando. Ri-
portiamo in rassegna questi riferimenti che sono stati ripresi varie volte in varie
pubblicazioni e scritti:
La cura della “pietà” ebbe nei tempi passati forme
pedagogiche adeguate alla condizione dei giovani di
allora. Per noi è oggi urgente ripensare momenti e forme
convenienti di iniziazione a partire dalla famiglia stessa
(CG 23, n. 139).
In questa situazione della famiglia risuona provocante
l’interrogativo di don Egidio Viganò: “Domandiamoci:
può un educatore oggi formare la persona dei suoi
giovani senza approfondire, chiarire e far rivivere i
valori della famiglia?” (Lettera pubblicata in ACG n. 349,
Roma, 10 giugno 1994, citata in CG 24, n. 10).
Si intensifichi la collaborazione con la famiglia in
quanto prima educatrice dei suoi figli e delle sue figlie.
A questo fine bisogna offrire nelle nostre opere un
clima educativo ricco di valori familiari, e in particolare,
un’équipe di educazione integrata armoniosamente di
presenze maschili e femminili (CG 24, n. 177).
Azione e riflessione hanno dato vita in questi anni a piani
vocazionali sia locali che ispettoriali; maggior attenzione
42

5.4 Page 44

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è stata data alle proposte formative; più ampio è stato il
coinvolgi mento dei giovani nei gruppi e nel Movimento
Giovanile Salesiano. Non sempre abbiamo saputo
coinvolgere la famiglia, come primo luogo di crescita
vocazionale (CG 25, n. 41).
Arriviamo al Capitolo Generale 26 (CG 26, 2008). Ritorna con chiarezza e
con forza il tema della famiglia in un Capitolo Generale che aveva l’obiettivo di
ripartire da Don Bosco. Durante il Capitolo Generale ci sono due momenti par-
ticolari dove il tema della famiglia è trattato in maniera esplicita: il primo, all’in-
terno dello schema del Capitolo; il secondo, si tratta di due interventi di Papa
Benedetto XVI, uno all’inizio del CG 26 attraverso la lettera scritta ai Salesiani
di Don Bosco65 e l’altro è il suo discorso verso la fine del Capitolo Generale.66
È importante far riferimento alla lettera citata sopra, prima di commentare il
CG 26, per capire come questo Capitolo Generale abbia riflettuto sulla tema
della famiglia. È una lettera che illumina e dà risalto all’agenda già proposta
per il Capitolo Generale. È una lettera che va riletta alla luce dell’impegno di
Papa Benedetto XVI, come lo è anche oggi di Papa Francesco, sul tema della
famiglia e la sua missione educativa. Alcuni punti chiave ci servono come
indicatori per il futuro:
eela famiglia come Chiesa domestica,
eela famiglia il primo focolare educativo della fede,
eel’invito ai Salesiani di Don Bosco riveste una doppia importanza:
MMall’interno del cammino della Congregazione a causa della no-
stra missione, quella di essere educatori e evangelizzatori dei
giovani con una speciale attenzione alla famiglia;
MMuna importanza ecclesiale in quanto il carisma salesiano e la
famiglia sono un dono che va condiviso con la Chiesa;
eeinfine, un invito a un approfondimento di questa singolare conver-
genza: pastorale giovanile e famiglia.
Scrive Papa Benedetto XVI:
65 Lettera di Sua Santità Benedetto XVI ai partecipanti al XXVI Capitolo Generale dei
Salesiani di Don Bosco, https://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/letters/2008/
documents/hf_ben-xvi_let_20080301_capitolo-salesiani.html
66 Discorso di Sua Santità Benedetto XVI ai Partecipanti al Capitolo Generale della Società
Salesiana di San Giovanni Bosco (salesiani), https://w2.vatican.va/content/benedict-
xvi/it/speeches/2008/march/documents/hf_ben-xvi_spe_20080331_salesiani.html
43

5.5 Page 45

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
È indispensabile aiutare i giovani a valorizzare le risorse
che portano dentro come dinamismo e desiderio positivo;
metterli a contatto con proposte ricche di umanità e
di valori evangelici; spingerli ad inserirsi nella società
come parte attiva attraverso il lavoro, la partecipazione
e l’impegno per il bene comune. Ciò richiede a chi li
guida di allargare gli ambiti dell’impegno educativo con
attenzione alle nuove povertà giovanili, all’educazione
superiore, all’immigrazione; richiede inoltre di avere
attenzione alla famiglia e al suo coinvolgimento. Su
questo aspetto così importante mi sono soffermato
nella Lettera sull’urgenza educativa,67 che ho recentemente
indirizzato ai fedeli di Roma, e che ora idealmente
consegno a tutti i Salesiani.68
Una parola chiave di tutto questo percorso è la parola “coinvolgimento”.
Papa Benedetto affianca la “attenzione alla famiglia” alla scelta del “coinvol-
gimento” della famiglia, precisamente la famiglia come oggetto e soggetto
dell’azione pastorale. Questo per noi è un richiamo a una responsabilità con-
divisa, a un progetto d’insieme all’interno delle nostre Comunità Educati-
vo-Pastorali, ma anche una responsabilità a livello ecclesiale, politico, sociale
che nella Lettera sull’urgenza educativa Papa Benedetto lo esplicita in questi
termini:
La responsabilità è in primo luogo personale, ma c’è
anche una responsabilità che condividiamo insieme,
come cittadini di una stessa città e di una nazione, come
membri della famiglia umana e, se siamo credenti, come
figli di un unico Dio e membri della Chiesa.69
A seguito di questa Lettera, il CG 26 come previsto nei lavori preparatori, offre
un rinnovato vigore ad alcune Nuove Frontiere: la famiglia, la comunicazione
sociale, l’Europa. Sulla famiglia incontriamo un linguaggio che oramai è diven-
tato un patrimonio nostro e della Chiesa:
67 Lettera del Santo Padre Benedetto XVI alla Diocesi e alla Città di Roma sul compito urgente
dell’educazione, 21 gennaio 2008: http://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/
letters/2008/documents/hf_ben-xvi_let_20080121_educazione.html
68 Lettera di Sua Santità Benedetto XVI ai partecipanti al XXVI Capitolo Generale dei
Salesiani di Don Bosco.
69 Lettera del Santo Padre Benedetto XVI alla Diocesi e alla Città di Roma sul compito urgente
dell’educazione, 21 gennaio 2008.
44

5.6 Page 46

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Una particolare attenzione va riservata alla situazione
attuale della famiglia che è il soggetto originario
dell’educazione e il primo luogo dell’evangelizzazione.
Tutta la Chiesa ha preso coscienza delle gravi difficoltà
nelle quali essa si trova e avverte la necessità di offrire
aiuti straordinari per la sua formazione, il suo sviluppo
e l’esercizio responsabile del suo compito educativo. Per
questo anche noi siamo chiamati a fare in modo che la
pastorale giovanile sia sempre più aperta alla pastorale
familiare (CG 26, n. 99).
Il CG 26 non nasconde il fatto che abbiamo ancora strada
da fare: “nelle ispettorie è cresciuta l’attenzione alla
famiglia, che è il riferimento essenziale per l’educazione,
ma gli impegni finora assunti sono ancora insufficienti”
(CG 26, n. 102). Per questo, conferma e incoraggia una
pista pastorale che negli ultimi anni ha dato segni di
speranza. Va rafforzata quella attenzione alla famiglia
che supera il modo di considerare la famiglia come
oggetto della pastorale, diremmo come un “paziente”
che necessità la nostra simpatia. Dobbiamo passare “da
una pastorale giovanile non sufficientemente attenta
ai contesti familiari ad un maggiore investimento di
energie a favore della famiglia” (CG 26, n. 104), assumendo
un’attenzione privilegiata alla famiglia nella pastorale giovanile
(CG 26, n. 108).
In maniera più specifica il CG 26 offre alcune linee di azione che riprendono
quella visione pastorale proposta nel CGS:
La comunità:
ee coinvolga e formi i genitori nell’azione educativa e
evangelizzatrice dei figli;
ee p r o m u ov a i t i n e r a r i d i e d u c a z i o n e a f f e t t i v a
soprattutto nell’adolescenza e accompagni i giovani
nell’esperienza del fidanzamento, valorizzando
l’apporto dei genitori, dei laici corresponsabili e dei
gruppi della Famiglia salesiana;
ee favorisca le nuove forme di evangelizzazione e di
catechesi delle famiglie e attraverso le famiglie (CG
26, n. 109).
45

5.7 Page 47

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
Una nota di commento: credo che il CG 26 in questo campo abbia offerto
una piattaforma che lascia due positive conseguenze: la prima è quella di raf-
forzare il tema della famiglia non solo come una proposta chiusa nelle nostre
mura, ma come un cammino ecclesiale. Infatti, i due Sinodi sulla famiglia che
seguivano hanno dato ragione a questa scelta pastorale. C’è anche da rilevare
come negli ultimi anni il tema della famiglia soggetto della Comunità Edu-
cativo-Pastorale stia incontrando interesse, riflessione e proposte concrete in
parecchie ispettorie salesiane. Questi due aspetti, quello ecclesiale e quello
congregazionale, offrono una speranza per il futuro come vediamo più avanti.
Arriviamo al Capitolo Generale 27 (CG 27), e constatiamo la continuazione
e il rafforzamento del processo rilanciato dal CG 26. E qui abbiamo una rifles-
sione ancora più focalizzata sul tema della famiglia, insieme all’intervento di
Papa Francesco verso la fine del Capitolo Generale. I due punti di forza sui quali
questo Capitolo Generale insiste sono i seguenti: a) il coinvolgimento della
famiglia e b) la formazione: cammino pastorale e formazione. Anche qui
vediamo la convergenza del cammino della Chiesa, con la preparazione ai due
Sinodi sulla famiglia, insieme ai lavori del Capitolo Generale.
Come già accennato, il CG 27 insiste sul protagonismo della famiglia. I termini
adoperati hanno una chiarezza che illumina, guida e rafforza i nostri cammini
di progettazione pastorale. Nella parte che porta il titolo Disponibili alla proget-
tualità e alla condivisione leggiamo:
Un fronte apostolico emergente, che abbiamo iniziato
a curare, è la pastorale familiare, non solo nei contesti
parrocchiali e di formazione degli adulti, da riconsiderare
in stretto collegamento con la pastorale giovanile (CG
27, n. 20).
Questa affermazione nella sua brevità va presa come una luce e una indicazione
indispensabile per le nostre Comunità Educativo-Pastorali. La pastorale familiare,
prima di tutto non è solo una chiamata per certi ambienti, non è esclusiva e
tanto meno escludente. Qui abbiamo un pericolo, una trappola che dobbiamo
essere pastoralmente intelligenti ad evitare. La famiglia è un soggetto in tutti i
luoghi dove noi ci rendiamo servi e pellegrini dei giovani. La famiglia c’è nella
misura che noi accettiamo di incontrare i giovani con tutta la loro storia, nella
loro complessità, ma anche nella loro potenzialità.
La pastorale familiare non è un settore a parte. La pastorale familiare non è una
responsabilità di qualcheduno che organizza della attività, di qualunque natura
46

5.8 Page 48

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queste attività possano essere. La “pastorale familiare (è) da riconsiderare in
stretto collegamento con la pastorale giovanile.” Questa è una convinzione
che ci fa riflettere. È una prospettiva che ci aiuta a evitare la frammentazione
di piccoli regni pastorali personali. È una chiamata che deve rafforzare una co-
munità che educa la famiglia attraverso il coinvolgimento, che da la possibilità
alla famiglia di essere protagonista educatrice e pastorale.
Di nuovo questo punto è ripreso dal CG 27 nella parte che porta il titolo Facen-
do esperienza di vita fraterna come a Valdocco, disponibili alla progettualità e
alla collaborazione:
Nella Chiesa, che è popolo di Dio in cammino e
comunione di persone con diversi carismi e ruoli,
condividiamo con i laici il servizio della costruzione
del Regno di Dio. Il carisma salesiano ci chiede la cura,
il coinvolgimento e la corresponsabilità di tutti i membri
del nucleo animatore della CEP (cfr. Costituzione della Società
di San Francesco di Sales, articolo 47), salesiani e laici, per
promuovere una mentalità progettuale e un’azione
comune a beneficio dei giovani, delle famiglie e degli
adulti degli ambienti popolari (CG 27, n. 20).
Il CG 27 ci offre i processi e i passi concreti che danno spessore a questa insi-
stenza pastorale, affinché essa sappia mettere insieme a) il coinvolgimento
della famiglia e b) la formazione, cioè cammino pastorale e formazione:
Integrare nel progetto educativo pastorale ispettoriale e
locale la pastorale familiare, prevedendo la formazione e
il coinvolgimento dei laici come animatori [CG26, 99, 102,
104] (CG 27, n. 71, 5);
Assicurare l’attenzione alla pastorale delle famiglie e
alla formazione dei laici a tutti i livelli e favorire da parte
dei settori della missione salesiana e della formazione
il coordinamento delle riflessioni e degli interventi (CG
27, n. 71, 7).
Papa Francesco, nel suo discorso ai membri del CG 27, ha ribadito il tema
della famiglia con la stessa insistenza delle discussioni fatte al Capitolo. Il Papa,
partendo dalla prospettiva vocazionale, insiste sulla scelta fondamentale del
coinvolgimento della famiglia all’interno della pastorale giovanile vocazionale:
47

5.9 Page 49

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
Le vocazioni apostoliche sono ordinariamente frutto di
una buona pastorale giovanile. La cura delle vocazioni
richiede attenzioni specifiche: anzitutto la preghiera, poi
attività proprie, percorsi personalizzati, il coraggio della
proposta, l’accompagnamento, il coinvolgimento delle
famiglie.70
B LETTERE DEI RETTORI MAGGIORI
Questa presentazione del cammino della Congregazione attraverso i Capitoli
Generali va ovviamente completata con un riferimento alle tre lettere scritte dai
nostri Rettori Maggiori71, don Egidio Viganò, don Pascual Chávez e don Angel
Fernandez Artime sul tema della Famiglia.
La lettera di don Viganò, Nell’Anno della Famiglia (1994), affronta la sfida
pastorale attorno alla famiglia dal punto di vista della nuova evangelizzazione.
Poi continua a allargare il discorso sociale, politico e culturale per indicare al-
cuni punti di orientamento pastorale che connettevano con il cammino della
Congregazione attorno al tema del coinvolgimento dei laici, trattato di lì a poco
nel CG 24.
Don Viganò inizia con una affermazione che va al cuore della sfida che rimane
valida tutt’ora:
È opportuno (…) che ci intratteniamo seriamente su come
il tema della famiglia investe a fondo il nostro processo
di rinnovamento. Servirà a sentirci più situati «nel cuore
della Chiesa» e più inseriti in forma solidale «con il
mondo e con la sua storia». Lo Spirito del Signore ci ha
suscitati nel Popolo di Dio con uno specifico compito di
«pastorale giovanile». Sappiamo, e l’abbiamo ripetuto
varie volte, che non si può realizzare una autentica
70 Discorso del Santo Padre Francesco ai partecipanti al Capitolo Generale della
Società Salesiana di San Giovanni Bosco (Salesiani), 31 marzo 2014; https://
w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2014/march/documents/papa-
francesco_20140331_capitolo-generale-salesiani.html
71 Don Egidio Viganò, Nell’Anno della Famiglia, ACG n. 349 (1994); don Pascual
Chávez, E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia (Lc 2,52), ACG 392 (2006); don Angel
Fernandez Artime, Siamo Famiglia! Ogni casa, scuola di Vita e di Amore, ACG 424
(2017).
48

5.10 Page 50

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pastorale giovanile senza un rapporto concreto e
armonico con la «pastorale familiare».
Don Viganò era convinto che “la famiglia è certamente una delle «nuove fron-
tiere» dell’evangelizzazione ed è legata profondamente (…) con la missione
giovanile e popolare del nostro carisma.” E per questo insiste che “il tema della
famiglia è troppo importante per tutti e, in modo certamente privilegiato, per
gli educatori nella fede.”
Passando poi ad una lettura ampia, teologica e antropologica, don Viganò
indica “tre aspetti legati alla pastorale della famiglia” che stanno ad indicare
i punti fermi maturati durante i Capitoli Generali: protagonismo pastorale,
formazione e accompagnamento. Notiamo che la comprensione che ci lascia
don Viganò è quella di una sintesi tra pastorale giovanile e famiglia, cioè di un
cammino che va rafforzato, mai frammentato:72
Ciò su cui bisogna insistere per un concreto rinnovamento
in un maggior interscambio tra pastorale giovanile
e pastorale familiare, è di mettere al centro delle
progettazioni educative proprio la programmazione di
continue iniziative nello sviluppo e rafforzamento del
dono di sé, vincolato con le esigenze delle differenze
sessuali e vocazionali. Di qui ancora l’urgenza di
incorporare a tutta l’attività educativa una autentica
spiritualità giovanile, nella quale si curi anche una
adeguata pedagogia ascetica e un senso pratico di
ricupero personale e di riconciliazione con Dio.
72 Qui riportiamo I testi che possono servire per ulteriore approfondimento:
• Formazione e animazione dell’alleanza coniugale: accompagnare con
preoccupazione evangelizzatrice vari gruppi di sposi;
• L’educazione sessuale: l’esperienza insegna che ciò non risulterà effettivo
senza una spiritualità giovanile: amore, sessualità, spiritualità vanno
intimamente unite nel processo di educazione alla fede. E qui si inserisce
necessariamente l’educazione alla vocazione che, in qualunque stato di vita, è
appunto una concreta formazione all amore come dono di sé;
• La preparazione al matrimonio: la formazione della persona all’amore,
che è l’essenza di ogni educazione, deve orientare il progetto educativo a
preparare bene al matrimonio. È questo un aspetto della pastorale vocazionale
(il matrimonio è la vocazione ordinaria della maggioranza dei giovani) da
considerare insieme – anche se con accenti e modalità differenti – con la
vocazione alla vita consacrata.
• Ci sono, dunque, nella pastorale giovanile, specifici valori da promuovere
intensificando quella spiritualità del quotidiano tanto raccomandata dal CG23.
49

6 Pages 51-60

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6.1 Page 51

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
La lettera di don Pascual Chávez, E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia
(2006), inizia con una lettura sui rischi e le minacce che pesano sulla famiglia
oggi, per poi passare a una riflessione teologica e carismatica molto ricca, dan-
do spazio a una riflessione sulla figura di Mamma Margherita. Infine passa ad
un invito a rinnovare la missione della famiglia, indicando alcune applicazione
pastorali e pedagogiche.
Ci interessa soffermarci su quest’ultima parte per sottolineare quelle linee che,
come vediamo, sono in piena sintonia e rafforzano il cammino dei Capitoli
Generali. Come preludio a queste linee don Pascual Chávez scrive:
Per noi, Famiglia salesiana, vivere in famiglia non è
semplicemente una scelta pastorale strategica, oggi
tanto urgente, ma è una modalità di realizzare il
nostro carisma e un obiettivo da privilegiare nella
nostra missione apostolica. Come tratto carismatico
caratteristico, noi Salesiani e Membri della Famiglia
Salesiana viviamo lo spirito di famiglia; come missione
prioritaria, condividiamo con le famiglie, che ci affidano
i figli, il compito di educarli ed evangelizzarli; come
opzione metodologica educativa, lavoriamo ricreando nei
nostri ambienti lo spirito di famiglia.
È in questa logica di “condivisione del compito educativo e evangelizzatore”
che si leggono le seguenti applicazioni pastorali e pedagogiche:
eegarantire uno speciale impegno di educare all’amore nell’ambito
dell’azione educativa salesiana e nell’itinerario di educazione alla fede
proposto ai giovani;
eeaccompagnare e sostenere i genitori nelle loro responsabilità
educative, coinvolgendoli pienamente nella realizzazione del Proget-
to educativo-pastorale salesiano;
eepromuovere e qualificare lo stile salesiano di famiglia: nella
propria famiglia, nella comunità salesiana, nella comunità educati-
vo-pastorale;
eecoinvolgere le famiglie nel cammino di educazione e di evan-
gelizzazione.
Il vocabolario che ci offre don Pascual Chávez arricchisce e focalizza sempre di
più quei punti chiave che si maturano in questi anni.
50

6.2 Page 52

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Nella lettera di don Angel Fernandez Artime, la Strenna di quest’anno
2017, Siamo Famiglia! Ogni casa, scuola di vita e di amore, incontriamo il tema
della famiglia sullo sfondo dell’Esortazione Apostolica Amoris Laetitia (AL), di
Papa Francesco. Dopo una lettura salesiana dei 9 capitoli dell’AL, il Rettor Mag-
giore fa una lettura della situazione familiare alla luce del carisma salesiano e
delle qualità di empatia e accompagnamento che sono i segni del nostro
specifico contributo educativo pastorale.
Ed è proprio il tema dell’accompagnamento che serve come il filo rosso
che collega le varie indicazioni contenute nella lettera. Tre domande chiave
precedono le indicazioni:
eeCome accompagnare i genitori, gli sposi e quanti stanno a capo della
propria famiglia?
eeCome accompagnare i figli, specialmente quelli che si trovano negli
ambienti salesiani, tanti ragazzi e ragazze in tutto il mondo?
eeCome accompagnare con la nostra pastorale giovanile, familiare e
parrocchiale i giovani che stanno maturando un progetto di vita al
matrimonio e alla formazione di una famiglia?
Le varie indicazioni che seguono, e che servono non solo come risposta ma an-
che come linee operative, possiamo raccoglierle in questa sintesi che rispecchia
lo spirito dell’AL. Sono punti che aprono un’ampia rete di azioni e processi a
favore di tutti i protagonisti della missione salesiana:
I. porre la famiglia come una scommessa, una priorità educativo-pa-
storale l’attenzione alle Famiglie. Dobbiamo convincerci che non è
sufficiente che sia chiara per noi la priorità dei giovani come destina-
tari della nostra missione. Oggi più che mai questo compito educativo
e di evangelizzazione è inseparabile dalla famiglia;
II. assumere l’accompagnamento come scelta prioritaria:
eeaccompagnamento come una via verso una proposta di
spiritualità e di fede;
eeaccompagnamento vocazionale di tutti i giovani verso una
maturazione del loro progetto di vita;
eeaccompagnamento e sostegno ai genitori nella loro mis-
sione educativa, coinvolgendoli il più possibile.
51

6.3 Page 53

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
UNA NOTA DI SINTESI
Al termine di questo cammino conviene iniziare ricordando prima di tutto la
forza profetica del Capitolo Generale Speciale. Alla luce del cammino del
Concilio Vaticano II il CGS ha colto lo spirito giusto del Concilio e ha messo
le basi per una visione pastorale. È un dono che facciamo bene a mantenere
vivo. Lo studio e la riflessione di tutto quello che avveniva in questo momen-
to particolare è un regalo per tutti noi, che non possiamo e non dobbiamo
perdere.
Secondo: notiamo che per alcuni decenni il tema della famiglia è stato
ricordato all’interno di altri temi che in quel momento la Congregazione
doveva trattare: come l’educazione e l’evangelizzazione dei giovani, le Costi-
tuzioni, la riflessione sui percorsi della fede dei giovani, come anche lo sforzo
tutt’ora in atto per rafforzare l’esperienza educativa e pastorale condivisa con i
laici. Come abbiamo mostrato, il tema della famiglia non era del tutto dimen-
ticato, ma trattato all’interno di un cammino ampio. Anche se la lettera di don
Viganò nel 1994 non è rispecchiata nei CG in quel momento, possiamo dire che
se oggi stiamo affrontando e declinando il tema della famiglia come merita, lo
dobbiamo anche al contributo di questa riflessione.
Terzo: notiamo un cammino che si rafforza nella sua attenzione alla fa-
miglia: la famiglia come soggetto educativo e pastorale, in sintonia con il
cammino dei Sinodi; la famiglia alla luce della nuova evangelizzazione (Evan-
gelii Gaudium) e alla luce dell’invito per il prossimo Sinodo su Giovani, Fede e
Discernimento Vocazionale.
Quarto: il tema della famiglia chiede da noi uno sforzo continuo di riflessio-
ne, studio e confronto. Cresce lo sforzo di ripensare il tema della Comunità
Educativo-Pastorale alla luce del coinvolgimento della famiglia. Come abbiamo
visto sia nei CG, sia nelle lettere dei Rettori Maggiori, come anche nelle lette-
re e discorsi ai Salesiani da parte di Papa Benedetto XVI e di Papa Francesco,
è evidente un approccio che non permette atteggiamenti superficiali oppure
mediocri.
Quinto: credo che possiamo dire che i nuclei di sintesi che emergono da que-
sto percorso siano i seguenti:
I. Coinvolgimento: questa parola è apparsa più volte come una neces-
sità primaria, come una chiamata che dobbiamo sentirla non tanto
a livello meccanico, ma come una risposta a un grido silenzioso a
52

6.4 Page 54

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nascosto da parte della famiglia che ci invita ad una risposta nel segno
dell’accoglienza, del ‘sentirsi a casa’;
II. Protagonismo: la famiglia come soggetto. Questa è una frase ricor-
rente che con il passar del tempo la stiamo incontrando più spesso.
Non basta offrire spazio di coinvolgimento se non si maturi in una
vera e propria esperienza condivisa. E qui entra in gioco la nostra
capacità e creatività pastorale del come proponiamo, viviamo e ac-
compagniamo la CEP e del come far maturare il PEPS;
III. Accompagnamento: il Capitolo 8 della AL è una sintesi ed una
mappa. Sintesi di alcuni richiami fatti nei nostri CG e nelle lettere dei
nostri Rettori Maggiori. È anche una mappa in una situazione sociale
e culturale sempre più carica di nuove sfide pastorali, in cui la famiglia
chiede sempre di più di essere aiutata nell’accompagnamento, nel
discernimento e nell’integrazione. Le nostre presenze ed esperienze
educative e pastorali sono una straordinaria opportunità di spazi di
convergenza e di proposte integrali;
IV. Formazione: infine viene fuori in questi decenni la chiamata continua
alla formazione. La famiglia è vista come una risorsa nei processi di
evangelizzazione. Oggi più che mai, di fronte alla grandezza della
sfida che dobbiamo affrontare, questa chiamata riveste un valore
profetico molto forte.
La parte che segue vuole essere una fotografia di come si trova la Congrega-
zione in questo momento storico a proposito del tema della famiglia. All’inizio
del 2016, il Rettor Maggiore ha inviato a tutte le Ispettorie della Congrega-
zione una lettera in cui le invitava a fare una lettura educativa e pastorale
sulla famiglia. Qui offriamo la sintesi di questo lavoro, che è stato oggetto di
studio nei vari incontri regionali dei Delegati di Pastorale Giovanile in questi
ultimi due anni.
2 ANATOMIA DELLA SFIDA
La prima domanda era quella di chiedere ad ogni Ispettoria di individuare le
sfide che presenta la famiglia alla pastorale giovanile salesiana nella Ispettoria.
Le risposte giunte possiamo raccoglierle in cinque categorie: la realtà che in-
contriamo, la comprensione del matrimonio e della famiglia, la sfida della fede,
53

6.5 Page 55

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
i processi pedagogici, la proposta della pastorale giovanile, e, infine, l’urgenza
e il bisogno dell’accompagnamento.
A REALTÀ
In questo campo riconosciamo la chiamata a essere più disposti a conoscere la
situazione dei giovani e l’ambiente delle loro famiglie. Si accenna ad una certa
distanza tra la famiglia e i nostri ambienti. Le famiglie possono trarre molti
benefici da quello che noi professiamo di offrire: vicinanza ai loro figli che si
sentono soli e poco accompagnati, sostegno a famiglie povere materialmente
e anche povere nella capacità di offrire ai loro figli l’attenzione necessaria. No-
tiamo anche un margine di crescita nella solidarietà, come antidoto alla cultura
dello scarto.
Un’altra faccia di questa realtà ci parla di un pluralismo culturale, religioso,
social, etnico e sessuale che il più delle volte non siamo in grado di decifrare,
e tanto meno di gestire. In quest’area si presentano anche le sfide dei vari
modelli di famiglia che noi necessariamente incontriamo nei nostri vari ‘cor-
tili’ educativi e pastorali: le famiglie monoparentali, le famiglie con i genitori
dello stesso sesso, genitori e figli che stanno vivendo una nuova situazione
familiare.
In questo scenario sentiamo la chiamata a valutare la crescente partecipazione
della donna nei vari processi pastorali, il suo specifico contributo come donna,
e molte volte come madre, a tutti i livelli, in tutti i settori della società.
Infine, ci accorgiamo che dobbiamo approfondire il tema del protagonismo
della famiglia nello sviluppo integrale del ragazzo/a, dell’adolescente, dei gio-
vani. Questa chiamata noi la vediamo approfondita all’interno del nostro mo-
dello educativo e pastorale, come è assunto e proposto nell’esperienza della
Comunità Educativo-Pastorale, e tradotto nella dinamica dei nostri progetti
e processi.
B MATRIMONIO – FAMIGLIA
Un secondo tema che è emerso molto fortemente dalle risposte delle Ispettorie
è quello di come è percepito il tema del matrimonio e della famiglia. La dimen-
sione della sacralità del matrimonio e della famiglia è fortemente messa in crisi.
Nell’epoca del villaggio globale, segnata fortemente dalla cultura digitale, i
54

6.6 Page 56

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valori che ci hanno accompagnato fin qui, i valori cosiddetti ‘tradizionali’, valori
trasmessi da una generazione all’altra, soffrono l’urto del cambio, e aggiungia-
mo cambio veloce e aggressivo.
L’incremento delle rate del divorzio, il cambiamento, qualche volte continuo,
nell’assetto familiare sono segni che vanno letti dal di dentro di un quadro
sociale molto complesso. Il tema della migrazione che tocca tante famiglie
che si spostano dalla campagna verso le città porta con sé un cambiamento
nei rapporti sociali e familiari che rende i vari soggetti all’interno della stessa
famiglia stranieri gli uni per gli altri. Alla luce di questi cambiamenti che por-
tano un vero e proprio terremoto relazionale, c’è la consapevolezza che spesse
volte la scuola, l’oratorio o la parrocchia risultano l’unico esempio e spazio
di appartenenza, di stabilità, di ‘famiglia’ nella vita dei ragazzi/e, adolescenti
e giovani.
C FEDE
Il tema delle fede e dalla pratica religiosa sta soffrendo un colpo significativo.
Riconosciamo che ci troviamo di fronte ad un bivio – anche se esiste il rischio di
perdere la connessione con i nostri destinatari, esiste anche la convinzione che
in questo frangente storico abbiamo anche una grande e nuova opportunità.
Se da una parte notiamo una diminuita partecipazione nelle varie proposte,
insieme ad un indebolimento della pratica della fede, ed una vita meno segnata
dai valori morali, dall’altra ci rendiamo conto che i giovani sono alla ricerca di
nuovi punti di riferimento, di adulti significativi.
Il tema dei processi di fede, di catechesi, di formazione umana e spirituale,
va preso sul serio, cioè va rivisitato perché il contesto di ‘oggi’ non è quello di
‘ieri’. Notiamo che serpeggia la tentazione di dire e di agire ripetendo gli stessi
processi schemi: ‘abbiamo sempre fatto così’. Ci accorgiamo che gli itinerari di
fede e la proposta del gruppo molte volte non sta connettendosi con i nuovi
linguaggi. Sembrano risposte vecchie a domande nuove, inedite.
La percezione e l’immagine della Chiesa nella società in genere, quella che si
comunica attraverso le nostre presenze - scuola, oratorio, parrocchia, centri di
accoglienza – in genere riconosciamo che queste percezione e immagine sono
drasticamente cambiate. Se la famiglia non è più vicina alla proposta nostra,
dobbiamo avere il coraggio di verificare se siamo noi lontani dalla famiglia, e
non viceversa.
55

6.7 Page 57

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
D PEDAGOGIA
Se per noi l’abbinamento ‘evangelizzazione e educazione’ è fondamentale,
dobbiamo dire che i sintomi che abbiamo presentato nel campo della fede
(evangelizzazione) hanno una ricaduta sulla dimensione della pedagogia (edu-
cazione).
Il passaggio alla cultura post-moderna e globalizzata ci sfida a trovare nuovi
linguaggi pedagogici. Siamo chiamati a scoprire quegli spazi di convergenza
che sono tipici della nostra proposta educativa che presuppongono lo spirito di
famiglia come categoria esistenziale integrale: umana, pedagogica e spirituale.
Direttamente sentiamo che questa sfida ci chiede di esaminare se il rapporto
con la famiglia si è semplicemente e gradualmente ridotto ad un rapporto di
‘domanda e offerta’, ‘provveditore e consumatore’.
In genere, dalle Ispettorie viene fuori il fatto che ci sentiamo interpellati dalla
sfida che porta con sé la perdita della figura paterna e materna nella vita dei
nostri giovani. Lo stesso vale per il tema della chiara crisi dell’autorità, l’assenza
di figure adulte significative perché autentiche. Questo è molto evidente in quei
momenti in cui noi ci facciamo pellegrini dei nostri giovani. Quando quest’ultimi
aprono il loro cuore in ricerca di punti di riferimento, di esperienze e spazi di
ascolto.
La stessa ricerca che vivono i giovani, la stanno vivendo anche i genitori. A
loro modo, questi ultimi rispondono bene quando noi prendiamo l’iniziativa di
offrire spazi di appartenenza. Sono riconoscenti quando vedono educatori che
vogliono il bene dei loro figli. Questo atteggiamento ci invita di rafforzare la
nostra disponibilità, di essere più presenti e aperti.
Qui incontriamo famiglie che stanno passando momenti di crisi e di povertà
permanente. La pastorale familiare, e lo dicono molto Ispettorie, non può li-
mitarsi ad una attività che si compie, ma deve essere una testimonianza che si
rende visibile e permanente in un progetto pastorale che cammina con chi sta
chiedendo sostegno e accompagnamento.
Un tema che è venuto fuori molto frequentemente è quello della preparazione
al matrimonio, insieme all’educazione all’amore. Anche qui riconosciamo che
il cammino davanti a noi è lungo quanto impegnativo.
56

6.8 Page 58

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E PASTORALE GIOVANILE SALESIANA
Risulta crescente l’insistenza e la consapevolezza da parte delle Ispettorie sul
fatto che il tema della famiglia non può essere considerato un lavoro in più
o un’attività a parte. Bisogna riflettere sulla famiglia all’interno del Progetto
Educativo e Pastorale Salesiano della Ispettoria (PEPSI). Se non si compie questo
passo, la famiglia non sarà mai integrata né come oggetto né tantomeno come
soggetto della pastorale.
Per questo ci rendiamo conto che il nostro lavoro con e per la famiglia farà
strada secondo alcuni criteri: superare una pastorale fondata solo sulle attività,
seguire un progetto a lunga gittata e frutto di questo impegnarci a generare
una cultura pastorale a favore della famiglia.
Un punto preoccupante è il seguente: dalle risposte venute dalle Ispettorie si nota
che tale sfida delle volte incontra resistenze, volute o meno, da parte di coloro che
hanno una responsabilità pastorale nei vari ambienti e settori. Alcuni si trovano
a doversi fare carico di una responsabilità che spesso li pone in una situazione
che rende abbastanza faticosa la cultura dell’incontro e l’impegno nell’ascolto.
F ACCOMPAGNAMENTO
Infine, è emerso molto frequentemente il tema dell’accompagnamento. La con-
figurazione dei modelli familiari sta cambiando, e con questo cambiamento
deve seguire anche un cambiamento del modo come noi comunichiamo le
nostre proposte pastorali. Qui c’è il riferimento a ragazzi/e, adolescenti e giovani
che vivono in un nucleo familiare monoparentale, una nuova unione, genitori
dello stesso sesso. Questo comporta la sfida di una nuova serie di valori, frutto
di una realtà diversa da quella dominante della famiglia tradizionale che ab-
biamo conosciuto fino adesso. In questa realtà accompagnare le persone e le
loro storie ci chiede di esplorare nuove frontiere con nuovi linguaggi. Richiede
necessariamente una certa preparazione.
Nelle risposte pervenute si intravede la convinzione che anche in questo nuovo
scenario, lo “spirito di famiglia”, il nostro modo di relazionarsi con tutti, senza
distinzione, senza pregiudizi, rimane l’esperienza più apprezzata dalle persone
che incontriamo.
Per questo il tema dell’accompagnamento, in quanto una proposta chiara di
compassione, accoglienza e proposta risulta una opportunità pastorale unica
57

6.9 Page 59

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
che ha una ricaduta ad ampio raggio. È una proposta che aiuta le persone
a discernere le loro scelte personali. L’accompagnamento è un cammino che
apre una finestra su quei valori che la presenza educativa e pastorale promuo-
ve, mentre allo stesso tempo incoraggia gli adulti alla partecipazione dei vari
processi educativi.
L’accompagnamento va proposto anche ai giovani che si stanno preparando
ad assumere il loro progetto di vita: preparazione al matrimonio, discerni-
mento della propria vocazione. In questa area abbiamo una chiamata che
con il passar del tempo acquista una chiarezza sempre più forte all’interno
dei processi di pastorale giovanile. Alla constatazione di una debole prepa-
razione al sacramento del matrimonio, in varie Ispettorie ci si sta interro-
gando su quali sono le opportunità sulle quali bisogna riflettere e che vanno
esplorate.
Infine, un altro punto accennato nelle varie risposte è quello della formazione
e preparazione degli agenti pastorali. Il tema della formazione, così presente
in questi ultimi anni, sia nei CG sia nelle lettere dei Rettori Maggiori, è venuto
fuori molte volte in questa riflessione. Qui si riconferma l’urgenza di un piano
di formazione che molte Ispettorie stanno prendendo molto sul serio: l’accom-
pagnamento e la formazione della comunità educativo-pastorale.
3 LA RISPOSTA ATTUALE
ALLA FAMIGLIA
Come Ispettorie, ci siamo anche interrogati su quali sono quelle esperienze e
scelte nel campo della PG e Famiglia che attualmente sono collocate all’interno
dei progetti dell’Ispettoria, come il Progetto Organico Ispettoriale (POI), il Pro-
getto Educativo-Pastorale Salesiano dell’Ispettoria (PEPSI) ed altri orientamenti
pastorali.
A PROPOSTE
La sintesi delle risposte ricevute indica, prima di tutto, un notevole impegno in
questo campo, pastorale giovanile e famiglia, però evidenzia anche alcuni limiti
58

6.10 Page 60

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che ci servono come indicatori verso un impegno pastorale più chiaro e processi
più solidi. Le varie proposte pastorali in questo campo possiamo presentarle in
tre categorie: proposta spirituale, proposta formativa e collaborazione
pastorale.
La prima, proposta spirituale: consiste nell’offrire giornate di ritiri, campi,
o altri momenti e eventi di natura spirituale dedicati alle famiglie, come per
esempio lectio divina alla famiglia e catechesi familiare. Non manca in questa
proposta anche esperienze che si ispirano alla spiritualità Salesiana.
Una seconda categoria è quella della proposta formativa: una proposta for-
mativa rivolta ai Salesiani attorno all’Esortazione Apostolica Amoris Laetitia,
organizzazione di seminari e convegni di studio sul tema della famiglia.
In molte Ispettorie troviamo percorsi per adolescenti sul tema dell’educazione
all’affettività. Questa è una proposta assai frequente all’interno dei PEPS locali.
Affine a questa proposta è anche comune la preparazione delle giovani coppie
al sacramento del matrimonio e l’offerta di vari percorsi di accompagnamento
di coppie di sposi.
Un’esperienza che sta crescendo è quella della scuola per genitori nelle varie
presenze salesiane, e che non si limita soltanto ai contesti scolastici. Lo stesso
si nota nella crescita di centri di consulenza, centri di ascolto e di accompagna-
mento spirituale.
Una terza categoria è quella di una vera e propria collaborazione pastorale
strutturata tra famiglie e Salesiani nella pastorale giovanile. Qui notiamo come
in alcune Ispettorie esistono già da qualche anno dei buoni e solidi processi di
riflessione e di cammini pastorali che stanno dando molto frutto. Il coinvolgi-
mento crescente della famiglia nell’animazione di varie proposte puntuali di
pastorale giovanile sta diventando sempre più presente e solida: per esempio
l’accompagnamento dei giovani nei gruppi di fede, gruppi di formazione al
matrimonio, gruppi di animazione missionaria, attenzione, accompagnamento
e accoglienza a ragazzi non accompagnati, ragazze madri.
B LIMITI
I limiti che si riscontrano in questo campo li possiamo collocare sul livello della
preparazione dei Salesiani e dei laici collaboratori, del progetto pastorale e
delle strutture pastorali.
59

7 Pages 61-70

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7.1 Page 61

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
Notiamo come alla crescita dell’impegno pastorale attorno alla famiglia non
corrisponde una simile attenzione alla preparazione di un personale ade-
guatamente preparato. Tutti riconosciamo che la famiglia ci sta chiedendo
più attenzione e più energia, ma non siamo ancora arrivati al punto di prepa-
rare bene e in maniera sufficiente agenti pastorali per queste nuove frontiere.
Nell’assenza di persone preparate, alcune resistenze pastorali hanno più forza
nel fermare o impedire processi pastorali innovativi di cui si vede l’importanza
e l’opportunità.
Si nota anche il bisogno di assumere con chiarezza il tema della famiglia,
soggetto e oggetto della pastorale giovanile salesiana, all’interno dei no-
stri progetti pastorali. Questo è una chiamata perché si rafforzi una
mentalità pastorale che eviti la frammentazione pastorale da una parte, e
l’individualismo pastorale dall’altra. In questo scenario frammentato qua-
lunque risposta pastorale a favore della famiglia rischia di camminare su
un binario parallelo.
Un terzo livello è quello delle strutture pastorali. Fondamentalmente qui le
Ispettorie hanno indicato che si tratta di offrire un protagonismo alla famiglia
nella CEP. Alla luce del Quadro di Riferimento (QdR), “la CEP è un centro di
accoglienza e convocazione del maggior numero possibile di persone interessate
agli aspetti umani e religiosi del territorio, una sfida pastorale ben rilevata è
quella di realizzare una condivisione più piena con la famiglia, la prima e indi-
spensabile comunità educante” (QdR, p.111). In relazione a questo obiettivo è
evidente un limite che va riconosciuto e trattato. Quanto segue cerca proprio di
suggerire linee che evitano il pericolo di stare fermi con un atteggiamento che
guarda alla famiglia solamente come oggetto, come paziente che ha bisogno
delle nostre cure.
C OPPORTUNITÀ – PUNTI POSITIVI
Insieme alle proposte pastorali e i limiti già indicate dalle iIpettorie, seguono una
serie di obiettivi che servono come linee guida per il futuro.
Prima di tutto l’importanza di essere chiari e espliciti nei nostri programmi pasto-
rali: PEPS dell’Ispettoria, PEPS locali e la CEP di ogni opera. Le esperienze
positive presenti in alcune Ispettorie indicano la strada da seguire e da proporre.
Sono esperienze che hanno un filo rosso comune: si tratta di una riflessione
seria che superi il pericolo di una pastorale giovanile salesiana parallela ad una
pastorale familiare.
60

7.2 Page 62

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Una secondo opportunità è quella di accompagnare le giovani coppie che
hanno fatto parte dei nostri percorsi pastorali. In alcune Ispettorie si sta lavo-
rando con vari gruppi della Famiglia Salesiana nella proposta di offrire percorsi
di accompagnamento verso il matrimonio a giovani coppie che hanno vissuto
l’esperienza di animatori nel Movimento Giovanile Salesiano.
Una terza esperienza è quella di molte Ispettorie che rafforzano l’impegno delle
CEP locali nell’essere vicino alle famiglie, specialmente quelle che stanno
vivendo in situazione di disagio e povertà. La visita alle famiglie dei nostri
ragazzi, i centri di ascolto e di consulenza, programmi per genitori, sono espe-
rienze che aprono una frontiera molto urgente verso un mondo che è molto
vicino, eppure può risultare anche molto lontano perché non conosciuto.
Infine, si portano avanti anche progetti di formazione di agenti pastorali
per la famiglia, per Salesiani e laici. Esistono alcune proposte formative che
vanno conosciute perché sono frutto di uno sforzo pastorale collettivo di tutta
la Ispettoria, il Consiglio Ispettoriale, Commissione Pastorale Giovanile, Gruppi
della Famiglia Salesiana e Famiglie.
ORIZZONTE PER UNA FORTE
4RISPOSTA CARISMATICA DI
DON BOSCO OGGI
A questo punto offriamo alcuni spunti che servono come indicatori per una
più forte e significativa alleanza tra pastorale giovanile salesiana e famiglia.
A I GIOVANI AL CENTRO DELLA PASTORALE
GIOVANILE SALESIANA
Nel primo articolo delle Costituzioni Salesiane troviamo la radice del perché
dell’attenzione ai giovani e la loro centralità nella missione salesiana:
Con senso di umile gratitudine crediamo che la Società di san
Francesco di Sales è nata non da solo progetto umano, ma per
61

7.3 Page 63

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
iniziativa di Dio. Per contribuire alla salvezza della gioventù,
“questa porzione la più delicata e la più preziosa dell’umana
società”, lo Spirito Santo suscitò, con l’intervento materno di
Maria, san Giovanni Bosco. Formò in lui un cuore di padre e
di maestro, capace di una dedizione totale: “Ho promesso a
Dio che fin l’ultimo mio respiro sarebbe stato per i miei poveri
giovani” (Cost. 1).
Partendo da questa radice cogliamo il vero senso della missione salesia-
na. Nel primo capitolo del Quadro di Riferimento (QdR) abbiamo una narrazione
molto nitida di come Don Bosco ha vissuto e trasmesso questa centralità dei
giovani nella missione salesiana:
Don Bosco è il primo santo che fonda una Congregazione
non solo a favore dei giovani, ma assieme ai giovani
stessi, valorizzandone in modo inaudito il protagonismo
tipico di questa età e coinvolgendoli in prima persona
nell’avventura della loro crescita religiosa e umana. Per
questo la pastorale salesiana è giovanile: non solo perché
vede nei giovani i propri destinatari e la propria misura,
ma perché li assume come protagonisti” (QdR p. 33).
In questa ottica diventa chiaro come qui non si tratta di una scelta populista,
di un protagonismo cieco e senza mete, non parliamo di un certo giovanilismo
non sano. Qui siamo chiamati a cogliere come lo ‘spirito di famiglia’ insieme
alla responsabilità educativa di tutti i soggetti presenti in questo cammino
siamo invitati a fare la nostra parte in questa splendida storia dei nostri giovani.
La Pastorale Giovanile Salesiana è giovanile perché al centro della sua azione
sta la persona dei giovani, specialmente dei più bisognosi. Cerchiamo i giovani
nella loro realtà:
Imitando la pazienza di Dio, incontriamo i giovani al punto
in cui si trova la loro libertà. Li accompagniamo perché
maturino solide convinzioni e siano progressivamente
responsabili nel delicato processo di crescita della loro
umanità nella fede (Cost 38).
La meta proposta dalla Pastorale Giovanile Salesiana ad ogni giovane è quella di
arrivare allo sviluppo integrale della propria personalità, dove Cristo è il punto
di riferimento fondamentale.
62

7.4 Page 64

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Alla luce di questo fondamento carismatico, la famiglia è chiamata a
essere soggetto, cioè protagonista pastorale; protagonista nel vivere mo-
menti di crescita personale, protagonista nel testimoniare scelte personali,
protagonista nell’accompagnare i giovani insieme a tutti i soggetti pastorali
della CEP. Nel QdR abbiamo una sintesi che serve come luce in questo cam-
mino che ci spetta:
Riconosciamo che la famiglia è la cellula della società e
della Chiesa. Essa, pur con tutte le sue difficoltà, è stimata
dai figli stessi che ne ricevono l’indispensabile affetto. Per
i genitori, l’educazione è un dovere essenziale, connesso
alla trasmissione della vita, originale e primario rispetto
al compito educativo di altri soggetti, insostituibile e
inalienabile, non delegabile né surrogabile [cfr. Familiaris
Consortio 36] (QdR p.111).
Solo alla luce del carisma come vissuto e trasmesso a noi da Don Bosco, solo
alla luce delle linee pastorali che la Congregazione Salesiana ci propone, arri-
viamo a vivere e condividere una proposta educativo-pastorale integrale e
integrante. Nel mantenere viva l’unità organica del PEPS, ispettoriale e locale,
nel permettere che il nostro PEPS sia una esperienza viva della CEP, solo allora
evitiamo il rischio reale che qualunque proposta pastorale a favore della famiglia
diventi una esperienza autocefala, separata, autonoma, parallela al cammino
della Ispettoria.
B CAMMINI E PROCESSI
Con grande soddisfazione si notano cammini in varie Ispettorie che stanno
prendendo molto sul serio la chiamata a favore della famiglia all’interno della
Pastorale Giovanile Salesiana. Se esiste un criterio comune, se abbiamo una
scelta costante possiamo dire che è la seguente: un cammino arricchito da
una riflessione condivisa da tutti i soggetti della CEP.
Non esistono progetti fatti a tavolino. La famiglia è protagonista della pro-
pria crescita. La famiglia diventa protagonista della crescita dei giovani fa-
cendo un cammino insieme con i membri della CEP: un cammino arricchito
dallo ‘spirito di famiglia’, un cammino sostenuto dallo spirito e dalla parola
del Vangelo, un cammino illuminato dall’esperienza spirituale e pedagogica
di Don Bosco.
63

7.5 Page 65

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
Ogni CEP s’impegna a rendere coscienti i genitori
della loro responsabilità educativa, di fronte ai nuovi
paradigmi emergenti, e ad accompagnare con particolare
attenzione le giovani coppie, coinvolgendole attivamente
nella CEP stessa. È necessario operare un attento
discernimento comunitario, SDB e laici, per riconoscere
e rispondere alle problematiche più urgenti della famiglia,
cogliendone le molteplici risorse. È auspicabile un
coinvolgimento sempre più partecipativo della famiglia
nel PEPS (QdR p.111).
Il coinvolgimento della famiglia all’interno dei processi della Pastorale Giova-
nile Salesiana non basta volerlo. Bisogna che questo obiettivo trovi persone,
spazi, e proposte che favoriscono un maggior coinvolgimento e partecipazione
dei genitori e delle loro famiglie. Le nostre presenze, i nostri ambienti devono
promuovere un ‘eco-sistema’ educativo e pastorale dove il tema della
famiglia e il clima dello ‘spirito di famiglia’ possano crescere e possano
anche generare una forza di attrazione.
Una riflessione del Rettor Maggiore don Juan Edmundo Vecchi è molto pertinen-
te in questo senso: “(Don Bosco ha fatto nascere) una comunità, non soltanto
visibile, ma addirittura singolare, atipica, quasi come una lucerna nella notte:
Valdocco, casa di comunità originale e spazio pastorale conosciuto, esteso,
aperto.”73 Noi oggi, sui passi del nostro Padre e Maestro Don Bosco, siamo chia-
mati a mantenere viva questa cultura pastorale, segnata da rinnovati rapporti
tra famiglia ed educatori, giovani ed educatori, giovani e famiglia, un rapporto
tanto necessario quanto apprezzato.
C GOVERNO E ANIMAZIONE
Infine, in questo momento storico, è più che mai evidente l’urgenza di scelte
pastoralmente intelligenti e creative da parte di chi ha la responsabilità
del governo e dell’animazione a tutti i livelli. I processi pastorali che se-
gnano la vita di una Congregazione o istituzione, perfino i processi della stessa
Chiesa, non cadono dalle nuvole. Basta leggere e meditare con attenzione il
cammino post-Conciliare della Chiesa attraverso l’esperienza dei vari Sinodi dei
Vescovi.
73 Don Juan Edmundo Vecchi, Ecco il tempo favorevole, ACG 373 (2000).
64

7.6 Page 66

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I processi che veramente segnano una Ispettoria sono quelli frutto di una
riflessione seria, fondata sulla preghiera, illuminata dal carisma di Don Bo-
sco, e condivisa con tutti i protagonisti della CEP ispettoriale. Il vero governo
così fondato e radicato, sul Vangelo, sul carisma e sulla vita pastorale come vissuta
dai vari protagonisti è capace di ascoltare dove sta soffiando lo Spirito di Dio.
Qui non si tratta soltanto di una lettura e proposta sociologica, per quanto
indispensabile sia. Qui non si tratta di offrire esperienze che si vendono. Qui si
tratta di ascoltare il grido dei giovani, un grido nascosto ma profondo. Qui si
tratta di leggere con attenzione e contemplare con serietà e onestà le implica-
zioni sociali, culturali e spirituali della vita attuale dei nostri giovani: la speranza
perduta, la fiducia mancante, l’assenza di orizzonti.
Alla luce di queste sfide la famiglia non è una forza in più, ma un protago-
nista indispensabile: che necessita accompagnamento, che cerca sostegno,
ma che ha anche una vocazione unica, irrepetibile, indispensabile.
Il governo ha la chiamata di “riconoscere,” “interpretare,” e “scegliere
quelle vie che il Signore ci sta provvidenzialmente indicando. Il bello di questo
momento storico è che già lo vediamo all’opera in alcune parti. Sta già avve-
nendo quello che vogliamo che avvenga. A tutti noi spetta di prendere sul serio
le parole di Gesù: alzati e cammina!
CONCLUSIONE
In queste pagine si è cercato di presentare e leggere il cammino fatto dalla
Congregazione Salesiana in questi ultimi decenni. Un cammino che contiene
un impegno notevole da parte della Congregazione, che nell’insieme di un
processo di rinnovamento spirituale, carismatico e pastorale ha saputo anche
valutare il tema della famiglia sulla scia dell’attenzione data dalla Costituzione
Pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et Spes (GS).
È una scelta di cui, alla luce della esperienza vissuta, constatiamo la portata
pastoralmente profetica. I Sinodi sulla famiglia, con le due esortazioni aposto-
liche – Familiaris Consortio e Amoris Laetitia – ne testimoniano le conseguenze
per tutto il cammino della Chiesa.
L’augurio è che tale cammino possa continuare con forza e coraggio. Un cam-
mino sostenuto da una sana sinergia tra pastorale giovanile salesiana e famiglia
e da una proposta pastorale che sia veramente un dono per la famiglia oggi.
65

7.7 Page 67

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
66

7.8 Page 68

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RIFLESSIONI
REGIONALI
AFRICA – MADAGASCAR
ANGLOPHONE GROUP
Challenges from the journey of the Congregation so far:
eeFormation of the SDBs and the Lay collaborator to a clear understan-
ding and incarnation of Salesian Charism is yet to be realized in most
of our communities and provinces.
eeInvolvement of families: there is need to strengthen the synergy
between the SDBs and the laity especially for greater impact in the
society; keeping in mind non Catholic families.
eeSalesian communities receive a lot of documents. Most of these do-
cuments are not read and assimilated by many of the confreres which
need to be translated into activities and pastoral projects.
eeNeed to reach out to the parents of many children who come to our
schools and Centres keeping in mind that they are more than those
who are in the parishes.
eeMany of our lay collaborators are not adequately prepared to work on
their own without constant reference to SDBs; they take instruction
each time they undertake any activities.
eeUsually the priests are perceived as experts; but they are few in com-
parism with the number of Young people in need, however, they
can reach only few young people. This calls for the need to get more
lay people involved so as to reach more young people. How can we
involve lay people in proclaiming the gospel? This is the question we
should be asking ourselves.
eeWhere there are proper lay empowerment, a lot could be done espe-
cially in the proclamation of the gospel.
67

7.9 Page 69

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
eeThere is need to overcome the doubt that spiritual inputs are not
attractive to the young people and their families among the SDBs
and our lay collaborators.
eeWhen we reintegrate young people to their families and the families
are not properly accompanied, the rescued, run the risk of going back
to the streets. The accompaniment should be done till the person is
responsible enough to take care of himself.
eeOn the issue of the continuity of missions to young people and the
families; there is a need to ensure that projects and missions are not
driven by individuals but community as it is the community that su-
stains each mission. For this reason, the preparation of the Educative
Pastoral Plan is important.
eeCollaboration is an important approach to sustain missions today. To
achieve this, we need to understand whose mission? In God’s plan,
communion is collaborating together to achieve God’s work. The
challenge is to overcome monopolization of the mission.
eeIn this discussion, it seems that the lay people and the Salesians have
different understanding of the terminologies, especially in words like
collaboration, autonomy, etc.
eeIn all these, we have to keep in mind the Salesian Charism and the
identity. Because in it we have the methodology. In our mission in col-
laboration with lay people, our platform should be co-responsibility.
Our aim is young people and their families.
eeOvercoming the challenges of clericalism: clericalism not necessarily
seen as the problem of the clergy but lay people who constantly see
the priests and religious as the main point of reference for the mission.
This is very strong where the clergy hold revered positions in the society.
eeYoung people and families are bombarded with all sorts of infor-
mation in such a way that they no longer distinguish between the
Christian and secular values.
AFRIQUE ET MADAGASCAR
GROUPE FRANCOPHONE
Quels sont les défis qui émergent du chemin fait jusqu´à ce moment par la
Congrégation?
68

7.10 Page 70

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eeMettre en application les réflexions et conclusions du magistère de
la Congrégation à tous les niveaux. Et surtout mettre en marche des
mécanismes et dynamismes pour favoriser l´application des réflexions
(concrétiser les grandes lignes d´interpellation)
eeSe convertir, changer de mentalité et croire en nos potentialités.
eeChercher à contextualiser notre pastorale des jeunes : offrir une
originalité de notre continent pour enrichir la réflexion de la
Congrégation
eeAccorder plus d´importance aux familles et ne pas se limiter aux
jeunes : considérer la pastorale des jeunes et de la famille comme un
même moment de l´agir pastoral
eeProfiter des opportunités que nous offrent les jeunes (désirs de trouver
des espaces pour s´exprimer, de chercher des modèles) pour mieux les
écouter et les accompagner
eeCultiver l´esprit missionnaire au niveau local dans l´intention de
découvrir cette vocation chrétienne et de rompre avec la vision
traditionnelle du missionnaire
eeOpter pour des itinéraires de formation qui impliquent la réalité
familiale et surtout veiller à la continuité des initiatives : réflexion-
programmation-évaluation
eeVeiller à ce que la réalité de la famille soit transversale dans nos
œuvres
eeCréer des espaces et des structures d´échange autour de la famille et
les accompagner avec les moyens nécessaires
eeRester ouverts et apprendre des autres, tout en cultivant notre
intelligence pastorale qui capte les signes des temps
eeChercher à récupérer certaines valeurs en perte de vitesse
INTERAMÉRICA 1
¿Cuáles son los DESAFÍOS que emergen del camino realizado hasta ahora por
la Congregación?
Después de realizar la socialización de las respuestas de las Inspectorías
presentes, destaco estas respuestas según cantidad de resonancias:
1. Ofrecer respuestas de acompañamiento y formación sistemática,
69

8 Pages 71-80

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8.1 Page 71

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
atrayentes y que estén acordes con las diferentes realidades que
vive la familia en la región: situación económica, perspectiva de paz
y también situaciones de violencia, surgimiento de otros modelos
de familia, realidad religiosa – devocional (en muchas ocasiones
desconectada de la realidad), distanciamiento entre padres e hijos,
crisis de fe, migraciones. Las respuestas de acompañamiento, que
incluyan no solo a los padres, sino también a los hijos. Prácticas
articuladas con la vida.
2. Buscar estrategias para vincular a la familia a los procesos pastorales
de una manera más decidida, dirigir la mirada más a ellos y
procurar su protagonismo en estos procesos; pasar de convocar a
comprometer.
3. Formar – capacitar a quienes apoyan los procesos pastorales y de
intervención con las familias. No estamos capacitados para ello.
4. Llevar la espiritualidad Salesiana y sus características al ambiente
de la familia – acogida, espíritu de familia. Hacer uso del Sistema
Preventivo, una propuesta perfecta para ser asunta al trabajo con la
familia.
5. Proponer modelos atractivos a las familias de hoy.
INTERAMÉRICA 2
¿Cuáles son los desafíos que emergen del camino realizado hasta ahora en la
Congregación?
eeEl primer desafío es precisamente el conocer ese camino que ha he-
cho la congregación. Queda en evidencia la necesidad de formarnos
en el acompañamiento de las familias y generar procesos donde las
familias no sólo sean objeto de la pastoral, sino sujetos y protago-
nistas.
eeOtro desafío es atender y acompañar a los jóvenes para asumir voca-
cionalmente el matrimonio y también acompañar a los matrimonios
jóvenes.
eeEl desafío de retomar auténticamente el carisma, pues el carisma
salesiano tiene en su origen la experiencia familiar de Don Bosco, el
Espíritu de Familia y la dimensión vocacional.
eeDesafío de intervenir sistémicamente, de hacer una pastoral integrada
70

8.2 Page 72

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e integradora que asume la realidad en su totalidad, que no separa
al joven de su familia, que no separa la formación del joven de su
discernimiento vocacional, que no separa la Pastoral Juvenil de la
Pastoral Familiar o Vocacional.
AMÉRICA CONE SUL - CISBRASIL
Quais são os desafios que emergem do caminho feito até hoje na Congregação?
Desafios para: SDB, CONGREGAÇÃO SDB
eeDistância (dos SDB) afetiva e efetiva dos jovens.
eeAbrir-se e preparar-se para refletir e agir o tema “jovens e famílias”.
eeAproveitar o fato da Congregação estar presente em 132 países:
variedades de jovens e famílias; grandes possibilidades de trabalho.
Desafios para: SDB, FAMÍLIA SALESIANA, LEIGAS/LEIGOS; OBRAS SALESIANAS
eeEntender que trabalhar com/para os jovens significa trabalhar com/a
família dele: não é mais possível olhar apenas para o jovem, pois ele
vem de uma família e ele vai constituir uma família.
eeEstudar profundamente a realidade e os contextos em que estão
inseridas as obras salesianas e onde as famílias, de fato, vivem.
eeEnvolver a Família Salesiana no acompanhamento dos jovens e das
famílias.
eeAproximação e parceria entre a obra salesiana e as famílias.
eeAbertura e a acolhida: acolher e jovem e a família como são.
eeAcompanhamento:
MMdisponibilidade;
MMtempo;
MMfoco: jovens namorados/noivos e recém-casados; novos
arranjos familiares
eeReforçar a ideia da CEP e ativar seu Conselho.
eeFazer, de fato, pastoral de conjunto e orgânica (eficaz e sistêmica).
71

8.3 Page 73

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
AMERICA CONO SUR SEPSUR
DESAFÍOS
ARTICULACIÓN. La articulación y la mirada orgánica es un desafío en nuestra
acción pastoral desde estas tres dimensiones:
eeArticulación entre las diferentes propuestas pastorales para la familia,
notamos que existen actividades muy significativas pero que funcio-
nan de manera aislada.
eeArticulación entre estas propuestas para las familias con la Pastoral
Juvenil para que las acciones que se lleven a cabo apunten a un mi-
smo objetivo global.
eeArticulación entre los diferentes grupos de la Familia Salesiana, el
acompañamiento a las familias es un desafío que atraviesa a todos
los grupos y necesitamos articular fuerzas porque somos conscientes
que solo no podemos
ACOMPAÑAMIENTO. Esta es la manera más adecuada de responder a las
necesidades de los jóvenes y sus familias asumiendo de manera cada vez más
comprometida el acompañamiento salesiano. Este acompañamiento debe ser
ofrecido a…
eeLos animadores y los novios para que puedan transitar un proceso
vocacional (antes)
eeLos matrimonios jóvenes (durante)
eeLas familias que atraviesan situaciones difíciles (pobreza, vulnera-
bilidad) o donde ya se ha producido un quiebre: Divorciados, etc.
(después)
eeAcoger a las familias reforzando nuestra capacidad de empatía para
acoger a las familias siendo creativos en generar nuevos espacios de
participación.
MIRADA DE PROYECTO PEPS: asumir dentro del PEPS la atención a las fami-
lias de manera más propositiva.
eedesde procesos de reflexión carismática sobre las nuevas realidades
emergentes.
eeFavoreciendo la presencia de los padres en los diferentes organismos
72

8.4 Page 74

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de animación de las obras salesianas: consejo de la obra, equipos
pastorales, etc.
SUJETOS. Favorecer el cambio de paradigma: pasar de la visión de la familia
como objeto y sujeto de la acción pastoral en las obras.
EAST ASIA - OCEANIA 1
What are the challenges that result from the journey that the Congregation
made so far?
eeMINIMAL CONTACT WITH FAMILIES. As Salesians, we see that when we
do our work, it is always a direct contact with the young people. We
seldom deal directly with the families of our young people and thus we
lack the awareness of the reality of their families. The parents are also busy.
eeDISTANCE. One specific situation may also be shared by many others:
in Papua New Guinea--geographical distance of the young from the
families and thus, the distance of the Salesians also from the families
such that family ministry would be difficult to practice. There is also
the cultural distance of the Salesians from the families of the young
since many of the Salesians are missionaries and therefore can be out
of touch with the context of the family. The parents also entrust their
children to the Salesians that they do not anymore mind how their
sons are. There is little collaboration.
eeWHEN TO BECOME A PROPHET. There is also the challenge to strike
the balance between being tolerant and being a prophet. When do
we correct what is wrong?
eeTO MOVE FROM THEORY TO PRACTICE. We have a lot of ideas about
families from the documents of the Church and the Congregation.
Are all these practicable?
eeDESIRE OF THE YOUNG TO STAY MORE IN THE SCHOOL (OR WITH
FRIENDS) RATHER THAN AT HOME. Many times, the home becomes
the place in which the young people like staying the least. They prefer
the school and friends.
eeTHE HETEROGENEITY OF FAMILIES. Do we define “family” in the
same way? There are different concepts around the world. We have
to be clear about our definitions of “family.” As a Congregation, we
73

8.5 Page 75

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
cannot dictate what the nature of family should be. In family ministry,
we have to bring the charismatic heritage to each local setting. One
help would be: how does one feel about his family?
EAST ASIA - OCEANIA 2
What are the challenges that result from the journey that the Congregation
made so far?
eeThe provinces need to have paradigm-shift particularly in involving
the families as active subjects in the youth ministry of the province.
eeThe provinces need to strengthen the existing EPC in the education
of the young people.
eeIn carrying out the family ministry, we need to prepare personnels in
the area of counseling in order to have a better accompaniment of
the families and young people.
eeThere is a need to have synergy with other groups or sectors or
professionals in carrying out the family ministry.
eeThe family model being presented in the ministry most of the time
is for christian family, which most of the time is not so ideal in non-
christian context.
eeAt times some Salesians might think that ministering to the families
is the task of the parish priest. Hence, in the province, the family
ministry do not recieve much attention in the SEPP of the province.
eeSome families in the post-conflict countries are still fragile. The
struggle for survival is more important than the education of their
children. Therefore, it is difficult to involve families in the youth
ministry of the province.
SOUTH ASIA 1
The presentation by Fr. Fabio Attard was very well appreciated by all the
participants. The clarity of thought right through the presentation of the Map
74

8.6 Page 76

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of the Congregation made our understanding of the Salesian Charism clearer
with reference to Youth Ministry and Family.
1. The participants were able to understand that Youth Ministry and Family
are not two separate ministries, but rather a single ministry! A few lay
collaborators would have found the presentation a bit heavy because of
the Salesian and ecclesial vocabulary that they are not used too.
2. Our Salesian formation would need to be redefined in terms of our
Youth Ministry and Family. For many, our Youth Ministry and Family
Ministry are seen as separate ministries. Family is still not seen as an
active subject and protagonist in our Youth Ministry.
3. We realise that when Family ministry is neglected or weak, our Youth
Ministry is also weak. When we get the Family in the youth ministry
we get in touch with the reality of the youth. Accompaniment of the
young right from early days is essential. It got to be done systematically.
Accompaniment of the young must change with the passage of time.
4. Our Congregation is still ‘clerical heavy’. The laity are backward. The
laity are not involved in the care of the young. They are dependent
on the priests and religious. We cannot function in isolation. We need
to level the gap and stop promoting clericalism.
5. Role of Family in the Vocational journey of the young. Family play
important role in advocacy of the young and their rights. In the formation
of the Salesians, parents are called to interact with their children. Parents
visit the families of the confreres or invite them for the celebration.
6. In families, faith life is weak. Departures from the church life and its
liturgy is becoming common. The presence of fringe groups with extreme
right views pose a severe danger to the faith of the youth and families.
7. We fail badly in the Formation of EPC. We have not yet understood
the power of the EPC and its animating role in the Salesian mission.
8. We need to appreciate the Salesian Map of our Educative and Pastoral
journey so far and be better involved in processes that enhance
effective Youth Ministry and Family.
SOUTH ASIA 2
Challenges that result from the journey that the Congregation has taken so far?
75

8.7 Page 77

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
1. An explicit Educative Pastoral Plan for family ministry is to begin.
2. We have to educate the Salesians to change their mindset about
divorced parents or broken families regarding vocation to Salesian life.
3. To give attention to family as educational pastoral priority.
4. Educative Pastoral Community is to be revamped and ensure that
families are involved in the process of implementation.
5. We have no plans for accompanying the spouses, parents and those
who have responsibility for the family.
6. Preparing Salesians to take up the family ministry at the formation
level.
7. Involvement of women in the ministry as equal partners is also
important.
8. Working for the girls too is important in our ministry.
9. We can help with the vocational discernment in preparation for
marriage.
10.Pastoral accompaniment of the families has been neglected and it is
time to take it up.
11.We are not qualified to work with families or as animators at the
Diocesan Pastoral centres and we Salesians need to be prepared.
12.We need to have continual reflection with regard to the changes
taking place in our societies.
EUROPE CENTRE NORTH
What are the challenges that result from the journey that the Congregation
made so far?
eeDB’s journey started with children who had no family. For DB,
starting the journey meant keeping in mind the young who were
disadvantaged.
eeToday, it is important to consider if the parents are themselves
searching for a journey and ways to connect with their faith. Grand
parents are precious. Parents are stressed as in Belgium they often
feel inadequate. Interfaith dialogue is crucial.
eeThe context of Germany, goes beyond the Salesians, it involves the
whole church. It is a case where children are bringing their parents to
Church and inspire them to ask about their faith journey.
76

8.8 Page 78

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eeIn schools (UK) we might have missed opportunities to involve the
parents in their faith journey. We often have stopped to formal
encounters related to academic stuff only.
eeA negative past, like abuse cases from the Church, leave persons
feeling discouraged to engage with the Church ‘which provides
services’. Conversely, it is our witness and our readiness for authentic
relationships which will make the difference.
eeOne of the difficulties, due to the nature of our work, is the fact that
we focus too much on what we are doing at a local level. One can
easily invest all the energy in his/her work without opening enough
up at a Provincial and Congregational level.
eeWe are not sure if the “journey” has really invested its focus on the
family as protagonist. The Synod and Amoris Laetitia have helped us
to move out of the old schemes. We do not really see the journey.
ee23 years ago, Fr. Vigano had already perceived the need and we still
talk of new frontiers. We need to move forward with courage.
eeThe presence of parents is at times seen as intrusive and we make
ourselves believe this to be something negative; we can work with
the young without parents: reality shows us how this is not the case.
DB himself brought significant others in the lives of his young.
eeSalesian formation puts emphasis on youth ministry. A paradigm
shift is needed in the formation whereby working with families as
complement to youth ministry, is not perceived as a threat but as an
enrichment in our ministry.
eeAre there any studies about the relation of DB with the significant
adults/role models and how it worked at Valdocco?
eeWe perceive a clear challenge put forward by a fluid society,
which very often promotes virtual connectivity rather than familiar
connectedness. How to change this challenge into an opportunity?
eeWe are used to have young people coming to us: do we go to them?
Reaching out is important. It is good to enter the houses and meet
them at home. It helps us encounter the background and meet them
where they feel comfortable and at home.
eeECP should consider the families as an integral part of our
mission as educators. What does it mean to involve parents in the
implementation of this process?
eeWorking with families is wider than working only with “parents”.
We need to include the social area and widen our understanding of
a system. We are invited to look at the wider system.
eeWe need to deconstruct the meaning of “family”, different meanings
and forms of families that are found in different places.
77

8.9 Page 79

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
eeReview our ministries in such a way that new contexts and
relationships are fostered, starting from what they understand by
“family”.
eeThe young who live in residential care, still feel the need to connect
with their families, irrespective of the fragmentation of their
families. Let us turn this existential challenge into an opportunity.
eeAt times we equate family ministry with dysfunctional families. Let
us look at the beauty of good families who yearn to be accompanied
and share in our mission.
eeBesides looking at families ad extra, (what to do for others),
let us also foster a deep connection ad intra (between SDB’s as
consecrated and parents as married Christians).
eeUniversities and SDB centers should also include family and system
studies in the initial formation of SDB’s. This should complement
philosophical and theological studies.
eeBe also aware that some new SDB’s are coming from dysfunctional
b a c k g ro u n d s : h o w d o e s t h i s e ff e c t t h e C o n g re g a t i o n ’s
understanding of “family”?
eeShare good practice with parents, inform them what their children
are receiving from us and enable them to enter in dialogue with us,
instilling trust and an openness to journey.
eeRelationships should come before sacramentality. For the SDB
Family, working with families should go beyond social work.
eeHow to create a balance between human and religious formation?
We need to be more sensible.
eeSense of ownership expressed by our young refer to the beauty of a
faith school, a faith based journey. Often we fail to appreciate that
diversity does not mean confusion.
eeMuslim families present an urgent need to establish good
relationships and build bridges whereby communication and
dialogue are respected.
eeWe need to get involved in marriage preparation and support
people who want to love according to the Gospel values. We need
to look out for partners.
eeWork between SDB’s and FMA’s: very often it is a counter witness
of a family spirit which we are putting forward.
78

8.10 Page 80

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MEDITERRANEA 1
ITALIA & PORTOGALLO
Emerge con chiarezza una fatica a mettersi realmente in ascolto e poi in
cammino rispetto alle indicazioni magisteriali (attuazione di CGS, CG 21 e CG
24). Non è detto che il pensiero riguardo alle CEP alla corresponsabilità laicale
e al coinvolgimento della famiglia sia stato recepito.
La sfida è quella di dare continuità ai processi avviati
La centralità della CEP come luogo di incontro tra l’attenzione ai giovani e le
famiglie. Noi ribadiamo la necessità di mantenere al centro il ragazzo sia nella
riflessione che nella messa in pratica del progetto educativo pastorale.
La sfida è quella di pensare e di attuare il legame tra la pastorale giovanile e le
famiglie in modo approfondito e coerente con i fondamenti del nostro carisma.
Il rapporto con le famiglie a volte è strumentale: ci “serviamo di loro” quando
le pensiamo. Di solito ci riferiamo solamente ai genitori: formare una famiglia
si identifica con cure la loro genitorialità
Urge
eeuna reciproca conversione: che loro ci percepiscano come alleati
educativi, e che noi li percepiamo come principali soggetti educativi;
eerilegittimare i genitori nel loro compito educativo
MEDITERRANEA 2 _ ITALIA & MEDIO
ORIENTE
Domanda: quali sono le sfide che emergono dal cammino fatto finora nella
Congregazione?
Risposte:
1. Sfida di nomi e parole. Chiarire la terminologia che utilizziamo: pastorale
79

9 Pages 81-90

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9.1 Page 81

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
famiglie o animazione delle famiglie? Per non perdere il focus sui giovani,
non “diocesanizzare” la nostra organizzazione pastorale e di uffici
ispettoriali, e non dare adito a parallelismi o pastorali non collegate.
Provare a far sì che la Congregazione abbia un modo unico di parlare
2. Sfida teologica: approfondire cosa intendiamo come famiglia e animazione
delle famiglie e stile famigliare o ambiente di famiglia, perché la cultura
contemporanea non ci aiuta a definire chiaramente la questione
3. Sfida della formazione, sia dei Salesiani sia delle famiglie: come
formarci per rendere meglio conto della ragione che è in noi e delle
nostre convinzioni viste le spinte avverse della cultura contemporanea
4. Sfida di come rendere protagoniste le famiglie: in modo graduale
e con la possibilità di coinvolgere non solo le famiglie perfette, ma
anche quelle in difficoltà.
5. Sfida della rete. Non dobbiamo fare tutto noi Salesiani, nella
formazione e nelle alleanze, ci si può anche aprire all’esterno (diocesi
o altro) per fare delle bune alleanza.
6. Sfida di tenere insieme famiglie e MGS: per fare dei veri percorsi di
formazione per i giovani verso la famiglia e per non perdere di vista
il focus giovanile della nostra pastorale.
7. La famiglia come luogo, soggetto, oggetto, percorso per unificare
più parti dell’opera salesiana in un unico progetto pastorale, senza la
separazione: famiglie del parroco e giovani dell’oratorio.
8. Passare dalla famiglia per coinvolgere la famiglia, innescando percorsi
e occasioni di accoglienza e di relazione.
9. L’animazione delle famiglie come cambio di mentalità: non solo
Salesiani e laici, ma Salesiani e famiglie; non solo formazioni dei
giovani, ma formazione della famiglia e con la famiglia
10.Sfida del coinvolgimento delle famiglie con difficoltà e ferite
P.S. Don Najib segnala la situazione limite e diversa per noi del Sudan, dove la
famiglia non existe, e di Aleppo, dove l’oratorio Salesiano è rimasto come unico
centro in cui si è continuato ad offrire un luogo di incontro durante la guerra.
MEDITERRANEA 3 _ SPAGNA &
PORTOGALLO
Desafíos desde el camino realizado por la congregación.
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9.2 Page 82

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eeTenemos la necesidad de partir de la realidad actual de la familia para
después iluminarla con los criterios del evangelio, tal como hizo el
Concilio Vat II (GS).
eeEstamos en un momento crucial para superar la desconexión secular
de la PJ con la Familia. Los acentos teóricos están claros desde el
CG21; en la práctica falta aplicarlos. La Pastoral con las familias no es
novedad, la congregación ha reflexionado sobre ello, ¿por qué esta
desconexión con el pensamiento de la congregación?
eeEl momento actual es de redescubrimiento de la familia como sujeto
pastoral. En parte nuestro camino se parece al de Emaús: ahora se
nos empiezan a abrir los ojos y a entenderlo todo de manera clara. La
familia pide tener su lugar como protagonista de nuestra PJ.
eeNecesitamos impostar un nuevo modo de hacer pastoral desde las
claves de la “acogida” “acompañamiento”, “discernimiento”, “in-
tegración”: cómo favorecer este trabajo en nuestras estructuras (go-
bierno) ; quién lo debe hacer (formación).
eeEl trabajo con las familias debe integrarse por medio de procesos, no
de acciones aisladas. El PEPS y la CEP son el lugar para hacerlo. En
este sentido conviene tener presentes tres claves propias del trabajo
pastoral : “la Paciencia con los tiempos”, la “Pasión por lo que se
hace” y la “Creatividad” para recrear esta nueva cultura.
eeAdemás de educar y evangelizar con las familias, debemos educar
para vivir en familia.
eeEste camino pastoral con la familia solo se puede hacer en el contexto
de una comunidad que se siente comunidad de fe : importancia de
la experiencia creyente de los adultos de la CEP.
MEDITERRANEA 4 _ SPAGNA &
PORTOGALLO
¿Cuáles son los DESAFÍOS que emergen del camino realizado hasta ahora en
la Congregación?
La Congregación ha aportado mucho en la reflexión sobre la Pastoral Juvenil.
En ese discurso, siempre ha estado presente la familia de un modo implícito.
Falta, quizás una aplicación concreta de todo el pensamiento pastoral. Hemos
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9.3 Page 83

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
de creernos y asimilar, toda la reflexión que está escrita.
Quizás se ha entendido mal la concepción de que nuestra pastoral esta centrada
exclusivamente en los jóvenes. Hoy explicitamos mejor: La familia y los educa-
dores no encontramos para prestar un mejor servicio a los jóvenes.
Constatamos que Las familias están muy desorientadas, pero son receptivas,
a las propuestas de participación y de trabajo conjunto con los educadores y
salesianos.
Es necesario enfocar desde la perspectiva familiar todos los proyectos pastorales,
elaborando procesos e itinerarios bien diseñados en los diferentes ambientes
pastorales.
Concretamos los siguientes desafíos:
eeIncorporar de modo explicito en toda la reflexión pastoral a las fa-
milias y a los jóvenes, que aporta criterios de realismo. Han de estar
presentes en la reflexión, en el diseño de los proyectos, en la realiza-
ción y en la revisión.
eeCrecer en la reflexión y formación conjunta, salesianos, familias, jóv-
enes, familia salesiana. Todos nos encontramos en la misión.
eeAfrontar los itinerarios y procesos desde la perspectiva vocacional,
respetando los ritmos de vida de las familias. Estar atentos a no abu-
sar de los seglares, implicándolos excesivamente en nuestros ritmos
pastorales.
eeAcogida incondicional desde la misericordia. Acoger la realidad. Hacer
sentir al otro que es amado y aceptado en su situación.
eeCuidar nuestros ambientes sanos, de fiesta y de familiaridad, don-
de se puedan dar las necesarias condiciones en las que las familias
puedan sentirse a gusto y se les puedan hacer diferentes propuestas.
eeProponer, sin miedo, nuestro modelo antropológico cristiano. No
dejarnos comer terreno por la ideología de género. Proponer el mode-
lo de familia cristiana. No renunciar a proponer el modelo de persona
y de familia creyente.
eeEducar a nuestros jóvenes en el sentido cristiano de la vida, de las
relaciones, de la sexualidad. Educar en la apertura a la vida.
eeEl futuro para la pastoral juvenil pasa por la familia Salesiana. Es nece-
sario articular bien la reflexión de Pastoral Juvenil y familia salesiana.
Cuanto más familia salesiana seamos, mejor pastoral juvenil haremos.
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9.4 Page 84

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9.6 Page 86

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29 novembre 2017
AMORIS LAETITIA:
ALCUNE SFIDE E
PROPOSTE PER
UNA PASTORALE
GIOVANILE
IN CHIAVE DI
FAMIGLIA
CARMEN PEÑA GARCÍA
Facoltà di Diritto Canonico, U.P. Comillas

9.7 Page 87

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
Uno degli eventi rilevanti degli ultimi tempi, a livello ecclesiale, è stata la
convocazione da parte di papa Francesco di un Sinodo dei Vescovi sulla Famiglia,
pensato come una riunione da celebrare in due sessioni: l’Assemblea straordina-
ria, celebrata a Roma dal 5 al 19 ottobre 2014, e l’Assemblea ordinaria, dal 4 al
21 ottobre 201574. Con la convocazione di questo Sinodo, si è aperto quello che
qualche autore ha definito il Triennio della Famiglia75, che ha visto la sua “conclu-
sione” con la pubblicazione da parte di papa Francesco dell’esortazione apostolica
Amoris Laetitia (=AL) il 19 marzo 2016, con la quale il Papa, a partire dall’ascolto
dei padri sinodali, fissa i principi magisteriali e le linee pastorali più adeguate per
rispondere alle sfide e alle necessità della famiglia nel contesto attuale.
Durante questi anni si è assistito ad un fecondo periodo di riflessione intraec-
clesiale, che non si proponeva solo di comprendere la situazione dell’istituzione
della famiglia nel mondo attuale e nei diversi ambiti geografici, ma, soprattutto,
di propiziare una revisione dell’azione pastorale della Chiesa in questa
materia, infatti i lavori del Sinodo non cercano prioritariamente di offrire un
giudizio analitico – e in qualche modo esterno – sulla situazione o sullo stato
della famiglia oggi, ma di valutare e verificare in che modo e attraverso quali vie
la Chiesa potrebbe, attraverso tutti i suoi agenti – con le stesse famiglie come
primi soggetti della pastorale – adempiere meglio la sua missione evangeliz-
zatrice, cercando di capire come la Chiesa possa aiutare le persone a crescere
nell’amore, contribuire alla costituzione di matrimoni e famiglie solide e felici,
e accompagnare le persone nelle loro situazioni familiari concrete.
E’ per questa ragione che non può essere considerato concluso, con la pubbli-
cazione di Amoris Laetitia, il compito ecclesiale in favore delle famiglie. Al con-
trario, è ora, al termine di questo intenso periodo di riflessione a livello di Chiesa
universale, che, dalle diverse realtà ecclesiali e mantenendo sempre il proprio
74 Tra i documenti emanati nel corso di questo processo sinodale – pubblicati
sul sito web del Vaticano - sono di particolare interesse l’ Instrumentum laboris
dell’Assemblea straordinaria, del 26 giugno 2014, su Le sfide pastorali della famiglia
nel contesto dell’evangelizzazione; la Relatio post disceptationem, del 13 ottobre 2014
(11ª Congregazione Generale); la Relatio Synodi, del 18 ottobre 2014; l’ Instrumentum
laboris per l’Assemblea ordinaria su La vocazione e la missione della famiglia nella
Chiesa e nel mondo contemporaneo, del 23 giugno 2015, risultante dalla integrazione
nei Lineamenta delle risposte offerte al questionario allegato alla Relatio Synodi del
2014; e, da ultimo, la Relazione finale del Sinodo dei Vescovi, del 24 ottobre 2015.
Si osserva una profonda connessione e progressione nei lavori di entrambe le
assemblee sinodali, nonostante il fatto che la comparazione con i documenti
successivi mostra come alcuni temi pur rilevanti siano stati trascurati nella
seconda parte dei lavori.
75 F. Vidal, El valor de la familia en la sociedad de los cuidados, Lección inaugural del
curso 2016-17 de la Universidad Pontificia Comillas, Madrid 2016, 6-9.
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carisma, devono realizzarsi e partire iniziative rinnovate di lavoro pastorale che
integrino e tengano in considerazione anche questa dimensione familiare. Così
lo intese lucidamente il Capitolo Generale 27° della Congregazione Salesiana
nel 2014, proponendo tutto un itinerario di lavoro, analisi e riflessione, a partire
dagli ambiti geografici concreti di presenza, sul tema Pastorale giovanile e fami-
glia. Questo lungo camino, che culmina in questo Congresso, ha il suo punto
di origine e si propone di sostenere l’importanza di integrare la dimensione
familiare nel lavoro con i giovani, proprio del carisma salesiano.
Effetivamente, la famiglia costituisce una dimensione rilevante e una sfida nell’am-
bito della pastorale giovanile, da una duplice prospettiva: da un lato, perché non
si può trascurare, nel lavoro con i giovani, il contesto e l’ambiente concreto in cui
essi vivono, essendo la famiglia parte integrante fondamentale di questo contesto
vitale; dall’altro lato – e qui si visualizza meglio l’aspetto di “sfida” – perché le
famiglie dei prossimi decenni saranno costituite dai giovani e dai bambini di oggi,
dalla cui formazione umana, affettiva e spirituale, dipenderà in gran misura la
solidità delle famiglie future. Come, in quale maniera, attraverso quali vie e in che
misura può la Famiglia Salesiana, con il suo lavoro con e per i giovani, contribu-
ire alla costituzione di famiglie solide e felici, a far sì che la chiamata evangelica
all’amore e a una vita in pienezza trasformi la vita di tanti giovani, costituisce una
delle domande fondamentali intorno alle quali ruota questo Congresso, verso
la quale si dirige tutto il lavoro nei gruppi di questi giorni, e alla quale cercano
di contribuire, pur essendo pienamente consapevole dei miei limiti, le riflessioni
seguenti su alcuni aspetti rilevanti dell’Amoris Laetitia.
LO SGUARDO CRISTIANO
SULLA REALTÀ DEL
1 MATRIMONIO E LA FAMIGLIA
NEL MONDO ATTUALE
I rapidi cambiamenti nella concezione della famiglia riscontrabili negli ultimi
decenni nel mondo moderno, così come la diversità di tradizioni e le notevoli
differenze sulle relazioni coniugali e familiari in funzione degli ambiti culturali
e geografici, pongono sfide importanti a chi si proponga di offrire un’appros-
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9.9 Page 89

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
simazione pastorale a queste questioni. Questa tensione era molto presente
nei lavori sinodali, soprattutto nel Sinodo straordinario del 2014, che mise in
evidenza la realtà poliedrica della famiglia nelle diverse regioni del mondo; ed
è stata egualmente presa in considerazione – già in relazione con la pastorale
giovanile salesiana- nei lavori preparatori di questo Congresso, come spiega la
Tavola I, Mappatura della realtà sociale ed ecclesiale della famiglia nelle regioni
o continenti (settembre 2015- febbraio 2016).
Non si può dimenticare, tuttavia, che questa realtà poliedrica esprime preci-
samente l’universalità della missione della Chiesa, che è presente ed agisce
in contesti e culture profondamente diverse, con problemi, urgenze e ritmi
distinti; costituisce, pertanto, un segno della sua ricchezza e pluralità, anche se
rappresenta ancora una sfida per riuscire a coniugare l’universalità del Vangelo
rispetto alle culture e alle lingue locali. In questo senso, papa Francesco, pro-
prio all’inizio della sua esortazione apostolica, fissa come criterio la necessità
dell’inculturazione delle risposte ecclesiali che si offrono, rimettendola ad
un discernimento da parte delle Conferenze Episcopali e dei Vescovi locali, dal
momento che i principi generali dovranno essere applicati in contesti e tradizioni
molto diverse tra loro (AL 3).
All’interno di questa enorme varietà dei presupposti antropologico – culturali e
delle situazioni sociologiche che interessano direttamente le famiglie, interessa
sottolineare la preoccupazione sinodale affinché qualsiasi azione pastorale si
basi su una buona analisi della situazione, a partire da una descrizione della real-
tà “molto vicina alla base”, poi i problemi e le sfide delle famiglie saranno molto
diversi nelle diverse culture e aree geografiche. Si può affermare, in questo
senso, che lo sguardo sulla realtà offrirà una doppia chiave: da una parte, quella
che potremmo definire uno sguardo profetico, di denuncia di quegli elementi
sociali e culturali disumanizzanti e di chiamata ad un maggior impegno per la
giustizia; ma anche uno sguardo speranzoso e costruttivo, che dalla pedagogia
divina e da una visione misericordiosa ed amorosa di Dio, avvalori gli aspetti
positivi contenuti in quelle realtà meno perfette e accompagni le persone nelle
loro situazioni vitali concrete, animandole a camminare verso una maggiore
pienezza umana e cristiana.
Nella prima dimensione, quella profetica, il Sinodo si è focalizzato su quelle
ingiustizie socio-economiche di abuso e sfruttamento delle persone (situazioni
di povertà e di guerra, di migrazione forzata, lo sfruttamento sessuale delle
donne e dei bambini, la violenza maschilista, le leggi sul lavoro ingiuste che
rendono difficile la vita familiare, la persistenza della poligamia o dei matrimoni
combinati in alcune culture, ecc…) che feriscono profondamente le famiglie e
88

9.10 Page 90

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la società, così come ha anche denunciato quegli elementi culturali – edonisti
ed individualisti – pericolosi per la stabilità familiare (sessualità deresponsa-
bilizzata, abbandono degli anziani, rifiuto della maternità, dipendenza dalla
pornografia, paura dell’impegno, ecc.). Anche il Papa presenta nel secondo
capitolo dell’esortazione la denuncia di queste situazioni, dell’individualismo
esacerbato e della cultura del provvisorio, o, come ripete spesso nei suoi discorsi,
della cultura dello scarto.
Si osserva anche una notevole preoccupazione per la promozione della dignità
della donna, che deve ancora essere difesa in molti contesti culturali avversi.
Distanziandosi tanto dal pensiero patriarcale e maschilista come dalle forme
inadeguate di femminismo, il Papa si pronuncia con chiarezza a favore della
promozione della donna nella società, che qualifica come “opera dello Spirito”,
esortando la rimozione delle discriminazioni ingiuste e violenze di ogni tipo,
difendendo l’effettiva promozione della donna nella società, l’uguaglianza sul
lavoro e nell’accesso ai posti direttivi, aspetti sui quali, come sottolinea France-
sco, “c’è ancora molto da crescere”. E’ significativo che, replicando ad alcune
opinioni emerse nell’aula sinodale, il Papa ricorda espressamente che non si
possono attribuire i problemi attuali delle famiglie all’emancipazione femmi-
nile, considerando che già questa sola affermazione costituisce “una forma di
maschilismo” (AL 54). Già con riferimento all’ambito matrimoniale e familiare
– che è (deve essere) riflesso di questa uguale dignità dei coniugi, plasmata nella
parità o reciprocità coniugale – il Papa mette in guardia ripetutamente contro
ogni forma di sottomissione – sessuale, fisica o verbale – della donna all’uo-
mo, mentre critica certe interpretazioni maschiliste dei testi paolini (AL 156) e
ricorda che la violenza all’interno del matrimonio “contraddice la natura stessa
dell’unione coniugale” (AL 54).
Questo deve portare a sua volta, ad una riformulazione e rivalorizzazione dei
ruoli dell’uomo e della donna nella vita familiare: la donna non deve essere la
sola ad avere un ruolo determinante nella famiglia, ma è fondamentale anche
il coinvolgimento dell’uomo nella vita famigliare e nell’educazione dei figli, e
la chiamata evangelica alla reciprocità coniugale, a una radicale donazione di
sé stesso all’altro, nel rispetto e l’amore reciproco (AL 28). Lo stabilirsi di nuove
relazioni, più paritarie, tra i membri della coppia, e il maggiore legame affettivo
e coinvolgimento degli uomini nell’educazione dei figli costituisce una sfida, ma
è anche una delle luci della famiglia attuale.
Questa valorizzazione critica su determinati aspetti della realtà familiare nei
diversi contesti socioculturali non è, come spiegavo in precedenza, un mero
giudizio in qualche modo esterno, riferito ad una realtà aliena, ma racchiu-
89

10 Pages 91-100

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10.1 Page 91

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
de, a mio modo di vedere, un appello diretto alla nostra azione formativa ed
educativa, nel lavoro con i giovani e in tutta la nostra azione: come riuscire nel
lavoro con i giovani a trasmettere questi valori del rifiuto del maschilismo e di
qualsiasi forma di violenza? Come formare i giovani ai valori dell’impegno e
della definitività del dono di sé? Come evitare che la cultura dello scarto vada
impregnando le nostre decisioni quotidiane?
Tuttavia, l’approssimazione ecclesiale alla realtà poliedrica della famiglia nei
diversi contesti non può limitarsi alla denuncia, né rimanere uno sguardo fred-
do ed analitico, disimpegnato, ma sarà sempre uno sguardo speranzoso e
costruttivo, che, a partire dalla certezza del fatto che la proposta cristiana
risponde agli aneliti e al bene profondo della persona, sia anche uno sguardo
misericordioso, lo sguardo della Chiesa Madre che ama ed accoglie tutti i suoi
figli, specialmente ai più deboli e fragili, e che cerca di scoprire e valorizzare gli
aspetti positivi che possono emergere anche in situazioni che oggettivamente
non coincidono con l’ideale. La belleza e la verità della dottrina ecclesiale sul
matrimonio e la famiglia non è incompatibile con la misericordia nei confronti
delle famiglie fragili e ferite. La misericordia non si oppone alla giustizia né alla
verità evangelica, né si tratta di un suo compromesso al ribasso, ma costituisce
il nucleo stesso della Rivelazione di Gesù Cristo76.
In questo senso, il Papa non rinuncia nella sua esortazione apostolica ad affron-
tare situazioni matrimoniali o familiari complesse, come quelle dei fedeli uniti
in matrimoni civili o unioni di fatto o quelle dei matrimoni rotti77. Il capitolo 8
di Amoris Laetitia invita all’accompagnamento e all’accoglienza delle persone
che si trovano in queste situazioni, attraverso un attento discernimento della
situazione di ogni fedele, sempre secondo la logica dell’integrazione nella co-
munità ecclesiale e della misericordia, “evitando giudizi che non tengano in
conto la complessità delle situazioni” e la “incondizionale, gratuita e immeritata
misericordia di Dio” per tutti (AL 296-297).
E’ significativo il tono positivo e costruttivo con il quale il documento affronta
le situazioni complesse che possono presentarsi, senza giustificarle né preten-
76 Francesco, Misericordiae Vultus. Bolla di indizione del Giubileo della Misericordia, 11
aprile 2015, 25.
77 Nel cap.6, sono incluse tra queste situazioni complesse i matrimoni misti e
dispari, che presentano una gran potenzialità per l’ecumenismo e il dialogo
interreligioso, ma anche difficoltà speciali, essendo esigibile il rispetto della
libertà religiosa di entrambi i coniugi e prendersi cura dell’educazione religiosa
dei figli (AL 247-249, RS72-74); le famiglie monoparentali (AL 252) o le persone
omosessuali (AL 250-251).
90

10.2 Page 92

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dere di farle diventare parte dell’ideale cristiano, ma invitando ripetutamente a
scoprirne e valorizzarne gli elementi positivi e a trasformarle in opportunità nel
cammino di conversione verso la pienezza del matrimonio e della famiglia. Nella
prospettiva della pedagogia divina nella storia della salvezza, che permette di
affermare il legame tra l’ordine della natura e l’ordine della grazia e lo sviluppo
graduale, per tappe successive, della creazione di tutto in e per Cristo, l’esor-
tazione apostolica invita a scoprire i semina Verbis latenti in ogni realtà matri-
moniale umana, senza trascurare la profonda trasformazione che si produce in
esse quando sono raggiunte dalla grazia divina (AL 76-79).
In questo senso, c’è una notevole insistenza sinodale nell’indicare, come via
per una pastorale familiare rnnovta, la necessità di guardare con amore, ac-
compagnare e accogliere con pazienza e delicatezza le persone che vivono in
situazioni matrimoniali meno perfette; si invita a un buon discernimento delle
situazioni, cercando di scoprire – e valorizzare come semi del Verbo – quegli
elementi positivi che possono trovarsi nei matrimoni civili o unioni di fatto (sta-
bilità, legame pubblico di affetto, cura della prole, perdono reciproco e ricerca
del bene dell’altro, ecc.) che realizzano, almeno in maniera analoga e parziale,
l’ideale matrimoniale, di modo che si possano accompagnare queste persone
nel loro cammino verso la pienezza del matrimonio sacramento, identificando
quegli elementi che favoriscano l’evangelizzazione e la crescita umana e spiri-
tuale (AL 292-294) 78.
Allo stesso modo, un altro elemento culturale sempre più esteso è la fragilità
delle unioni matrimoniali, essendo notevole – e praticamente universale – l’in-
cremento dei divorzi o delle rotture coniugali, che hanno un influsso diretto
non solo nella situazione personale degli sposi, ma in tutta la vita familiare:
bambini figli di genitori divorziati, che vivono alternartivamente con l’uno o
l’altro genitore, o anche in famiglie ricostituite, ecc. Tanto il Sinodo quanto
l’esortazione apostolica hanno prestato un’attenzione particolare alla pasto-
rale delle persone separate e divorziate, anche se conviene chiarire che questa
preoccupazione ecclesiale per i divorziati non significa rassegnazione di fronte
all’elevatissimo e crescente numero di rotture coniugali, come se fosse un fatto
necessario ed inevitabile. La prima preoccupazione di qualsiasi azione
pastorale in favore della famiglia sarà quella di contribuire alla pre-
78 In AL 295, Francesco, citando Giovanni Paolo II, ricorda che questi “proponeva
la cosiddetta «legge della gradualità», nella consapevolezza che l’essere umano
«conosce, ama e realizza il bene morale secondo tappe di crescita». Non è una «gradualità
della legge», ma una gradualità nell’esercizio prudenziale degli atti liberi in
soggetti che non sono in condizione di comprendere, di apprezzare o di praticare
pienamente le esigenze oggettive della legge”.
91

10.3 Page 93

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
venzione delle rotture coniugali, aiutando la costituzione di matrimoni
e famiglie solide e felici; in sintesi, contribuire alla crescita all’amore.
Con le parole del papa, “oggi, più importante di una pastorale dei fallimenti
è lo sforzo pastorale per consolidare i matrimoni e cosí prevenire le rotture
(AL 307). In questo senso, l’esortazione apostolica insiste sull’importanza di
un aiuto integrale alle coppie di sposi e alle famiglie, che passerebbe per varie
strategie e momenti differenziati, molti dei quali interessano direttamente la
pastorale giovanile.
UNA PRESENTAZIONE
VOCAZIONALE E “IN POSITIVO”
DELLA PROPOSTA CRISTIANA:
2 la vocazione al matrimonio e alla
famiglia come vocazione all’amore
Il Papa, nel capitolo 2 dell’esortazione apostolica, invita a rivedere il nostro
modo di proporre la vocazione matrimoniale e familiare, invitando a farlo in un
contesto vocazionale di apertura alla grazia, senza agire con un atteggiamento
difensivo (AL 35-38). Nel lavoro pastorale, la priorità non deve girare tanto
intorno alla difesa o contrapposizione di modelli astratti di famiglia, quanto
piuttosto intorno alla cura della persona concreta, nella sua specifica situazione,
e nella presentazione della proposta evangelica in modo emozionante, convinti
che risponda agli aneliti dell’essere umano e costituisca un bene per sé.
Un apporto rilevante del Sinodo, raccolto anche dal Papa, è l’importanza di mo-
strare la bellezza della vocazione matrimoniale e familiare. Di fronte alle
tentazioni individualiste della nostra società, una sfida pastorale di primo ordine
è quella di riuscire a rendere visibile la bellezza della vocazione matrimoniale e
familiare, che risponde ai desideri più profondi della persona umana. Più che
elaborati discorsi dottrinali, tutto ciò esigerà la testimonianza e l’impegno mis-
sionario delle stesse famiglie cristiane, che, con la loro stessa vita, manifestino
con semplicità e in modo credibile questa bellezza, in quanto, come ha esposto
appropriatamente un padre sinodale, “la bellezza non si spiega, si mostra”.
92

10.4 Page 94

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In questo senso, la teologia cattolica rispetto al matrimonio presenta una base
antropologica molto forte, insistendo sul valore della realtà naturale del ma-
trimonio, amata da Dio dalle origini. In una visione profondamente unitiva del
piano naturale e soprannaturale, in chiave di incarnazione, è la stessa realtà
umana, naturale, ricchissima del matrimonio, con la sua struttura peculiare, ad
essere elevata a sacramento tra battezzati (essendo fonte di grazia sacramen-
tale per i coniugi e inserendosi nella stessa struttura costitutiva della Chiesa,
formando una Chiesa domestica), senza che questa elevazione all’ordine della
grazia modifichi sostanzialmente la sua essenza, il che conferisce al matrimonio
sacramentale una notevole peculiarità rispetto agli altri sacramenti79.
Sarà importante, tuttavia, un rinnovamento del linguaggio, che consenta di svi-
luppare un annuncio del messaggio evangelico sull’amore familiare e matrimoniale
che risulti significativo per le persone e, soprattutto, per i giovani di oggi. Come af-
fermano i documenti sinodali, questo esigerà creatività e una presentazione fondata
e audace del messaggio evangelico: di conseguenza, si dovrebbe evitare di presen-
tare l’indissolubilità del matrimonio come un “giogo imposto agli uomini” o come
una catena perpetua, indicandolo come un dono che il Dio irrevocabilmente fedele
fa a tutti i coniugi, sostenendo e rendendo possibile il desiderio, profondamente
umano, di un amore per sempre (RS 40, 48); sarà importante anche un linguaggio
capace di trasmettere la bellezza dell’amore coniugale e della sessualità (RS 56), etc.
A livello di fondamento teologico, un apporto significativo è il riferimento alla Tri-
nità e all’amore trinitario come fondamento per una Teologia della famiglia.
Secondo lo sguardo di Cristo, la vocazione al matrimonio e alla famiglia è una voca-
zione all’amore e alla tenerezza (AL 59). Si insiste sulla centralità dell’amore nella vita
familiare e matrimoniale, a immagine dell’amore del Dio trinitario, apparendo la fa-
miglia come icona del Dio amore, del Dio Trinità fonte inesauribile di amore reciproco.
Se l’uomo e la donna, nei confronti di sé stessi e nella loro relazione reciproca,
sono immagine di Dio, la famiglia, comunione di amore, è immagine eccellente
79 CONCILIO VATICANO II, Cost. ap. Gaudium et spes, n.48: L’intima comunità di
vita e d’amore coniugale, fondata dal Creatore e strutturata con leggi proprie, è
stabilita dall’alleanza dei coniugi, vale a dire dall’irrevocabile consenso personale.
E così, è dall’atto umano col quale i coniugi mutuamente si danno e si ricevono,
che nasce, anche davanti alla società, l’istituzione del matrimonio, che ha
stabilità per ordinamento divino. In vista del bene dei coniugi, della prole e anche
della società, questo legame sacro non dipende dall’arbitrio dell’uomo. Perché è
Dio stesso l’autore del matrimonio, dotato di molteplici valori e fini: tutto ciò è di
somma importanza per la continuità del genere umano, il progresso personale e
la sorte eterna di ciascuno dei membri della famiglia, per la dignità, la stabilità, la
pace e la prosperità della stessa famiglia e di tutta la società umana.
93

10.5 Page 95

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
della Trinità; da questa rivalutazione teologica della famiglia stessa – non solo del
matrimonio – si può affermare che, nonostante le sue debolezze e difficoltà, ogni
famiglia è in sé stessa - ed è chiamata ad essere ogni volta con maggiore pienezza
– immagine di Dio, un luogo privilegiato di amore e cura reciproci, che presenta
un carattere sacro e inviolabile. Da una prospettiva teologica, questo fondamento
trinitario della famiglia complementa alla perfezione la concezione della famiglia
come Chiesa domestica e ridimensiona la centralità dell’amore nella realtà familiare.
Su questa stessa linea, Amoris Laetitia insiste molto non solo sull’importanza
dell’amore coinugale, ma anche su altre manifestazioni dell’amore familiare,
nel ruolo della famiglia allargata, i nonni, gli zii, i fratelli… Particolarmente belli
sono i numeri 27-29 dell’esortazione apostolica, dedicati alla “tenerezza dell’ab-
braccio”, alludendo il Papa alla delicatezza e intimità cosciente che si genera
nell’abbraccio tra una madre e suo figlio già svezzato (gamul), o in quello di un
padre ai suoi figli, per esemplificare questa radicale vocazione all’amore e alla
tenerezza che deborda la dimensione sponsale.
Allo stesso modo, alla base dei lavori del Sinodo si è prodotto un certo allarga-
mento del focus matrimoniale, passando gradualmente da una concezione – a
volte esagerata – quasi di un diritto di ogni persona senza praticamente limiti
(ius connubii) alla promozione di un’impostazione più vocazionale dell’op-
zione matrimoniale e familiare, con il Papa che invita a riscoprire il suo valore
sacramentale ed a inserirla in una vita di fede e di esperienza ecclesiale: “Il
matrimonio è una vocazione, in quanto è una risposta alla specifica chiamata
a vivere l’amore coniugale come segno imperfetto dell’amore tra Cristo e la
Chiesa. Pertanto, la decisione di sposarsi e di formare una famiglia dev’essere
frutto di un discernimento vocazionale” (AL 72).
Di fatto, già nel Sinodo, diverse voci proposero, con formule distinte, un mag-
giore legame tra l’iniziazione cristiana e la preparazione al matrimonio (RS,
39), una specie di catecumenato dell’opzione di vita, a cominciare dalla con-
fermazione, un processo catechetico che agisca come linea conduttrice della
pastorale giovanile80. Si tratta di proposte che dovranno essere approfondite e,
in questo caso, strutturate, ma che tracciano un cammino possibile, e sulle quali
è tornato Papa Francesco in occasioni successive, affermando la necessità “di
rendere più efficaci gli itinerari di preparazione per il sacramento del matrimo-
nio, per la crescita non solamente dell’umano, ma anche della fede degli sposi”
e propugnando l’istituzione “di un nuovo catecumenato nella preparazione al
80 Francesco, Misericordiae Vultus. Bolla di indizione del Giubileo della Misericordia, 11
aprile 2015.
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matrimonio… di modo che anche la preparazione al matrimonio si trasformi
in una parte integrale di tutto il procedimento del matrimonio sacramentale,
come un antidoto per evitare la proliferazione di celebrazioni matrimoniali nul-
le o inconsistenti”81. In definitiva, si percepisce chiaramente la necessità di un
rinnovamento profondo e creativo della formazione e preparazione al
matrimonio, con un coinvolgimento attivo delle coppie sposate e di tutta la
comunità ecclesiale.
Seconda questa prospettiva vocazionale dell’opzione per il matrimonio e la fa-
miglia, il matrimonio cristiano appare come una vera chiamata di Dio che esige
un attento discernimento, per cui è opportuno inserire questa decisione in una
vita di fede e di esperienza ecclesiale, e in un cammino formativo e vocazionale
– personale e di coppia – adeguato, che permetta una decisione matura, a
livello umano e religioso82. Questo esigerà creatività per elaborare cammini
formativi che permettano una migliore preparazione ecclesiale dell’opzione ma-
trimoniale e la creazione di sinergie con altri ambiti pastorali, tra i quali occupa
un posto speciale la pastorale giovanile.
La vocazione matrimoniale – come le altre vocazioni – è una vocazione molto
bella e arricchente, allo stesso tempo seria ed esigente, che presenta inoltre
la complessità di coinvolgere due persone, con i loro peculiari vissuti di fede,
ma anche con i loro momenti e ritmi vitali distinti, condizionamenti affettivi,
ecc. Nell’esortazione apostolica (AL 205-211), il Papa insiste sulla necessità di
accompagnare e orientare i giovani nel processo di fidanzamento, affinché
possano discernere bene la decisione matrimoniale; anche se “ogni persona
si prepara per il matrimonio fin dalla nascita” – e qui il ruolo della famiglia è
insostituibile - è fondamentale anche configurare una pedagogia dell’amore,
poiché “imparare ad amare qualcuno non è qualcosa che si improvvisa, né può
essere l’obiettivo di un breve corso previo alla celebrazione del matrimonio” (AL
208); al contrario, qualsiasi preparazione o accompagnamento dovrà aiutare
i giovani a vedere la celebrazione del matrimonio non tanto come la fine di
un cammino, quanto piuttosto come un inizio, “una vocazione che li lancia in
avanti, con la ferma e realistica decisione di attraversare insieme tutte le prove
e i momenti difficili” (AL 211).
81 Gli attuali corsi prematrimoniali risultano insufficienti; come ha segnalato uno dei
padri durante il Sinodo, è indicativo il fatto che tutte le grandi decisioni della vita
siano preparate con cura, tranne che il matrimonio.
82 Questa prospettiva vocazionale, di discernimento e scelta è riportata anche nel
documento preparatorio della XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei
Vescovi, che avrà luogo nel 2018, dedicata precisamente al tema de I giovani, la
fede ed il discernimento vocazionale.
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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
In questa impostazione vocazionale, conviene, tuttavia, eliminare alcune confu-
sioni rispetto alla sacramentalità del matrimonio e all’oggetto del discernimento
vocazionale al momento di decidere di impegnare tutta la vita in questa op-
zione. Secondo la più recente interpretazione ecclesiale, plasmata in occasione
del Concilio Vaticano II (Gaudium et Spes) e conseguentemente trasposta nel
Codice di Diritto Canonico, il matrimonio – che tra battezzati ha carattere sa-
cramentale, segno e fonte di grazia – è l’istituto dell’amore, venendo definito
dal Concilio come “intima comunità di vita e amore coniugale”. Il matrimonio
– tanto nella sua realtà naturale quanto in quella sacramentale – non dipende
primariamente dalla celebrazione liturgica (pur essendo questa necessaria, in
circostanze abituali, nel caso dei cattolici), quanto dal fatto che i contraenti
prestino un consenso matrimoniale valido, poiché è precisamente la volontà
reciproca di unirsi in matrimonio ciò che lo fa nascere.
Il consenso, la decisione di contrarre matrimonio, è un atto di volontà trascen-
dente, che ha per oggetto il dono reciproco dei coniugi in quanto persone per
costituire il consorzio di tutta la vita (c.1057): quello che i contraenti donano e
ricevono recíprocamente non è una serire di diritti e doveri annessi al loro nuo-
vo stato matrimoniale, bensì, propriamente, donano e ricevono sè stessi, nella
totalità delle loro persone, per costituire insieme l’essenza del matrimonio, il
consorzio di tutta la vita, trasformando in questo modo la dimensione relazio-
nale in oggetto essenziale del consenso. Quello che devono amare i contraenti
al momento di prestare il consenso non è propriamente il matrimonio come
negozio giuridico, né tantomeno il matrimonio come consorzio di tutta la vita o
come sacramento; quello che i contraenti devono amare è la persona dell’altro
nella sua coniugalità. Il consenso dei contraenti non ha per oggetto – non si
dirige direttamente – all’istituzione matrimoniale, ma all’altro in quanto coniu-
ge, a donarsi e ricevere l’altro come sposo/a per costituire il consorzio di tutta
la vita che è il matrimonio. Questo evidenzia già l’importanza di un’adeguata
conoscenza reciproca – tanto dell’altro come di sé stesso e delle proprie capacità
– al momento di prendere la decisione di contrarre matrimonio.
Questo consenso esige una determinata capacità psichica nei contraenti, ca-
pacità che non si esaurisce nel capire e desiderare quello che è il matrimonio
o nell’essere consapevole di quello che si sta dicendo, ma che, data la tra-
scendenza del suo oggetto, esige una speciale ponderazione e valutazione del
passo che si sta per compiere, una libertà proporzionata al dono coniugale di sé
stessi, senza pressioni esterne né condizionamenti interni, così come la capacità
di essere coniugi, la capacità di assumere e compiere gli obblighi coniugali, di
costituire il consorzio di vita coniugale. Di fronte all’idea diffusa per cui il matri-
monio sarebbe per tutti (o comunque per chi non è in grado di rispondere ad
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10.8 Page 98

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un’opzione vocazionale più elevata), si deve insistere – senza cadere nell’estre-
mo di trasformare il matrimonio in qualcosa di accessibile solo ad alcuni eletti
o persone specialmente mature o con una capacità oblativa straordinaria – sul
fatto che il matrimonio esige contraenti che abbiano la capacità e le attitudini
personali necesarie per costituire e far nascere l’intima comunità di vita e amore
coniugale che è il matrimonio; se il matrimonio è un consorzio di vita ordinato
al bene dei coniugi, esso esigerà almeno una certa capacità di relazione inter-
personale, di dono e consegna di sé all’altro ad un livello profondo.
Ugualmente, dato il contenuto assai denso che la Chiesa attribuisce al matri-
monio (con le sue caratteristiche di indissolubilità, fedeltà, apertura alla prole,
ordinamento al bene dei coniugi…, caratteristiche che, a seconda dei contesti,
possono arrivare ad essere davvero controculturali), non tutte le persone che
esteriormente affermano di “volersi sposare” nella Chiesa hanno veramente
l’intenzione di accettare un matrimonio così come la Chiesa lo propone, il che
provocherà in quel caso la nullità del consenso manifestato esteriormente. In
effetti, essendo centrale l’amore nel matrimonio e nella genesi della decisione
di contrarre, non si può dimenticare le caratteristiche e le conseguenze del
vero amore: come ricorda il Papa, “il matrimonio è una questione di Amore,
si possono sposare solo coloro che si scelgono liberamente e si amano” (AL
217), ma questo amore non è solo l’attrazione fisica o un’affettività diffusa, è
importante continuare ad arricchirlo ed approfondire la decisione consapevole
e libera di appartenersi e amarsi per sempre, poiché il vero amore mira a una
consegna definitiva, per sempre, allo stesso tempo feconda, aperta agli altri,
non chiusa in sé stessa. Così lo indica papa Francesco nei capitoli 4 e 5 della
esortazione apostolica, capitoli centrali dedicati all’amore coniugale – con tutte
le sue caratteristiche e dimensioni - e all’amore familiare in un senso più ampio,
contemplando tanto la fecondità di questo amore, quanto la sua apertura a ciò
che il Papa chiama più volte la famiglia allargata83.
Tuttavia, in non poche occasioni, le persone chiedono di contrarre formalmente
un matrimonio canonico – per motivi di tradizione, familiari, ecc.- rifiutando,
83 Si tratta di capitoli in buona misura originali rispetto alla Relazione finale del
Sinodo, che riflettono bene la personalità di questo Papa, i suoi interessi e la
sua spiritualità: particolarmente significativi sono i nn. 90-119 AL, che sono un
commento a 1 Cor 13. In questi paragrafi, Francesco, in linea con i suoi interventi
nelle catechesi ai novelli sposi nel 2015, anima le coppie, con molto realismo, a
prendersi cura del reciproco amore, a continuare a crescere in esso, a condividere
un “tempo di qualità”, cercando soluzioni per superare le crisi, ecc. Si può dire che
in alcune parti dell’esortazione, il Papa, più che un Maestro, appare quasi come
un nonno che si fa prossimo e dà consigli saggi, semplici e realisti, ai suoi figli e
nipoti.
97

10.9 Page 99

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
però, l’apertura alla nascita di figli, o l’indissolubilità del matrimonio, o l’im-
pegno alla fedeltà coniugale, per cui si trovano a prestare il proprio consenso
a una realtà diversa da quella che sarebbe nella sua vera essenza la realtà
matrimoniale; in altri casi, anche più evidenti, quello che si produce è una stru-
mentalizzazione dell’istituzione matrimoniale, che si sceglie solo come negozio
giuridico formale, magari per ottenere altri fini e benefici, ma senza accettare
la sua realtà di intima comunità di vita e di amore orientata al bene dei coniugi,
il che vizia ugualmente alla radice il consenso così prestato.
Come evitare questo? Come accompagnare e formare i giovani affinché possano
vivere l’invito di Gesù all’amore, a questo dono totale e definitivo, incondizionato,
di sé stessi a un’altra persona per far nascere la realtà matrimoniale e familiare?
Per fare ciò, sarà fondamentale, da una parte, offrire una formazione integrale
– umana, emozionale, affettiva e spirituale – non solamente degli sposi, ma di
tutti i giovani, conforme al noto schema della Familiaris Consortio di prepara-
zione remota, prossima e immediata. In relazione alla cosiddetta preparazione
remota, è fondamentale l’insistenza sull’importanza dello sviluppo affettivo
e emozionale nella formazione dei giovani e delle coppie, evitando di
fomentare l’individualismo egoista o vissuti poco integrati e disumanizzanti
degli affetti e della sessualità. La chiamata profonda di ogni persona all’amore,
al dono di sé, ad amare e essere amato, si sperimenta, apprende e vive priori-
tariamente nella propria famiglia, spazio pedagogico originario, ma c’è anche
un ampio campo di lavoro educativo e formativo nell’affettività e nei valori
per aiutare i giovani a continuare a crescere come persone in relazione con gli
altri; il ruolo delle persone coinvolte nella pastorale giovanile – caratteristica del
carisma salesiano – in questa formazione integrale di bambini e giovani sarà di
grande importanza per la loro crescita come persone e per la costruzione futura
di relazioni affettive e familiari solide.
Ugualmente, già di fronte all’accesso al matrimonio canonico, sarà fondamen-
tale accompagnare il processo di discernimento sulla capacità e intenzione
dei contraenti, senza rigorismi nè richieste esagerate, ma aiutando i fidanzati ad
essere consapevoli della trascendenza del passo che stanno per compiere e della
serietà degli impegni che assumono contraendo matrimonio. Questo esigerà
un ripensamento in profondità della pastorale prematrimoniale, poiché per un
discernimento e un’assunzione consapevole degli obblighi, diritti e impegni che
comporta il contrarre matrimonio, non sono sufficienti una o più chiacchierate
o riunioni, né tanto meno un fine settimana, quando magari le nozze e gli altri
preparativi sono già stati decisi, giacché, arrivati a quel punto, è molto difficile
che i fidanzati – soprattutto se si tratta di uno solo dei due – avranno la libertà
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10.10 Page 100

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di fare un passo indietro in questo momento, per quanto possano essere seri
e forti i dubbi che fossero sorti. In questo senso, converebbe dilatare questa
preparazione, consentendo ai contraenti di compiere, con maggiore libertà e
ponderazione, la loro deliberazione sulla convenienza di contrarre matrimonio
e sulle implicazioni di questo importante passo.
Sarà importante in questo senso elaborare con creatività nuovi cammini
formativi, promuovendo un accompagnamento più continuo e personalizzato
delle coppie, curandosi più delle situazioni personali che del compimento bu-
rocratico di alcuni requisiti standardizzati. In definitiva, non si tratta di limitare
arbitrariamente il diritto al matrimonio (ius connubii), ma certamente di essere
consapevoli che questo diritto esige alcuni requisiti previi di capacità e volontà
(di attitudine e atteggiamento) per il suo esercizio, se non vogliamo che la ce-
lebrazione si trasformi in qualcosa vuoto di contenuto84.
Infine, anche se forse può sembrare qualcosa di lontano dall’ambito proprio
della pastorale giovanile – specialmente in quei contesti sociogeografici nei quali
si va posponendo l’età in cui si contrae matrimonio – è opportuno sottolineare
che l’esortazione apostolica invita anche a curare la celebrazione liturgica
(AL 212-216), esortando una partecipazione attiva e fruttuosa dei contraenti
nella ceremonia, e curando l’espressività dei segni, la centralità della Parola di
Dio, la ricchezza della benedizione nuziale, ecc., poiché è importante curare la
dimensione celebrativa e festiva di questa opzione vocazionale all’amore.
Inoltre, c’è un’insistenza sull’importanza dell’ accompagnamento delle giovani
coppie di sposi, incoraggiando gli sposi nella scoperta e nello sviluppo della loro
vocazione e del loro amore: “una sfida della pastorale familiare è aiutare a sco-
prire che il matrimonio non può intendersi come qualcosa di concluso. L’unione
è reale, è irrevocabile, ed è stata confermata e consacrata dal sacramento del
matrimonio. Ma nell’unirsi, gli sposi diventano protagonisti, padroni della propria
storia […] non si pretende dal coniuge che sia perfetto. Bisogna […] così com’è:
incompiuto, chiamato a crescere, in cammino.” Occore prendersi cura e far ma-
turare l’amore, accettare l’altra persona, non sostituire lo sguardo amoroso con
uno sguardo inquisitore (218). In questo compito di assumere il matrimonio come
84 In questo senso, già Benedetto XVI ricordava nel suo discorso alla Rota Romana
del 2011, che il diritto al matrimonio non è il “diritto a una cerimonia nuziale”,
ma il “diritto di celebrare un autentico matrimonio. Non si negherebbe, quindi,
lo ius connubii laddove fosse evidente che non sussistono le premesse per il suo
esercizio, se mancasse, cioè, palesemente la capacità richiesta per sposarsi,
oppure la volontà si ponesse un obiettivo che è in contrasto con la realtà naturale
del matrimonio”.
99

11 Pages 101-110

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11.1 Page 101

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
un cammino di maturazione, nel quale ognuno dei due coniugi sia fonte di grazia
e di crescita per l’altro (AL 221), sarà importante il ruolo di accompagnamento
che possa ricoprire la comunità cristiana, “famiglia di famiglie”, camminando
insieme con la coppia, condividendo la sua scoperta della bellezza della vocazione
matrimoniale, aiutandoli a superare un eventuale “autocentrismo” dannoso per
la coppia e la famiglia, e sostenendoli nei momenti più provanti.
Si apre ora un ampio spazio educativo-pastorale per la realizzazione di que-
sto accompagnamento e per la prevenzione della rottura coniugale e la
protezione della stabilità del matrimonio e delle famiglie, promuovendo vie
di riconciliazione, di mediazione e di risoluzione dei conflitti all’interno della
coppia e della famiglia prima che la separazione sia irreversibile; promuovendo
azioni di riconciliazione, che mirino a scoprire il valore curativo del perdono, del
perdonare e del sentirsi perdonato, ecc.
3DI FRONTE ALLA ROTTURA
CONIUGALE
Nonostante tutti gli sforzi, ci saranno occasioni nelle quali la rottura coniugale
sia inevitabile o anche appaia come moralmente necessaria – riconosce il Papa
– per il bene dei figli o per la dignità della persona (AL 241). L’accompagna-
mento della coppia e dei figli in questo momento di crisi e lungo la loro
relazione futura rappresenterà una sfida pastorale importante per le perso-
ne coinvolte nel lavoro con i giovani e le famiglie. Questo accompagnamento
paziente e amoroso – che, citando papa Francesco, è un’arte che obbliga a
togliersi i sandali davanti alla terra sacra dell’altro e della sua intimità85 - esigerá
un “approccio saggiamente differenziato” secondo le situazioni e circostanze: a
volte, l’accompagnamento esigerà di rimanere in silenzio; altre volte, un ascolto
rispettoso e attivo, risanatore; orientamento, consiglio, appoggio, incoraggia-
mento…
Da una prospettiva ecclesiale, è fondamentale ricordare l’inopportunità di
identificare sistematicamente la rottura coniugale, il divorzio, con una
situazione irregolare. L’esortazione raccoglie (AL 242) gli avvertimenti sinodali
85 Evangelii Gaudium 169.
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11.2 Page 102

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– già raccolti nella Familiaris Consortio di Giovanni Paolo II (FC 83) – rispetto alla
necessità di non discriminare in nessun modo le persone divorziate che non si
sono risposate, riconoscendo che sono spesso “testimoni eccellenti della fedeltà
coniugale” e che non si possono privare queste persone della partecipazione
ai sacramenti, inclusa l’Eucarestia, della possibilità di partecipare attivamente
alle catechesi e alla vita della Chiesa, di assumere responsabilità ecclesiali, ecc…
Sarebbe una grave ingiustizia se si appesantisse ingiustificatamente la coscienza
di queste persone per il mero fatto che sono divorziate.
Anche riguardo alle persone divorziate che si sono risposate l’esortazione in-
siste (AL 243) sulla necessità di accoglierle e accompagnarle, poiché non sono
scomunicate e continuano ad essere parte della Chiesa. Il cap.8 dell’esortazione
invita a compiere un discernimento attento delle diverse situazioni, ac-
compagnando la persona a prendere consapevolezza della propria situazione
davanti a Dio, posto che la responsabilità della persona di fronte a determinate
azioni o decisioni non è la stessa in tutti i casi. Il Papa insiste sul fatto che il
giudizio negativo su una situazione oggettiva non può essere confuso
con un giudizio sulla colpelvolezza o imputabilità della persona che si
trova in questa situazione, poiché la responsabilità morale può vedersi attenuata
o sfumata da fattori psichici, sociali, ecc., che molte volte possono portare a
condizionare o anche determinare alcune situazioni, e che dovranno essere
considerati con attenzione (AL302).
Riprendendo intuizioni presenti già in San Tommaso, il papa ricorda, in tema di
imputabilità delle azioni, la possibilità che esistano attenuanti o condizionamenti
che impediscono alla persona di agire in maniera diversa o che riducono la sua
responsabilità (AL301-2). Il papa esorta a considerare meglio la coscienza delle
persone al momento di giudicare la loro situazione quando si trovano in unioni
che non realizzano oggettivamente il nostro ideale di matrimonio, ricordando
l’importanza di una coscienza ben formata, ma anche che “questa coscienza
può riconoscere non solo che una situazione non risponde obiettivamente alla
proposta generale del Vangelo; può anche riconoscere con sincerità e onestà
ciò che per il momento è la risposta generosa che si può offrire a Dio, e scoprire
con una certa sicurezza morale che quella è la donazione che Dio stesso sta
richiedendo in mezzo alla complessità concreta dei limiti, benché non sia ancora
pienamente l’ideale oggettivo” (AL 303)86.
86 L’esortazione sottolinea anche il carattere dinamico di questo discernimento – che
ha sempre bisogno di revisione e apertura per avvicinarsi all’ideale (AL 303) – e
il limite delle norme generali (certamente necessarie), che devono informare
la decisione, ma che non possono includere tutte le situazioni particolari, che
dovranno essere oggetto di un discernimento pratico (AL 304).
101

11.3 Page 103

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
Anche se non è possibile sviluppare qui tutta la ricchezza di questo capitolo 8
di Amoris Laetitia, non voglio rinunciare a sottolineare l’importanza, per essere
fedeli all’insegnamento papale, di non interpretare questa dottrina sul discer-
nimento delle situazioni particolari – che si trovava già nel pensiero di San
Tommaso – in chiave relativista, poiché lo stesso Francesco insiste sul fatto che
la fedeltà al Vangelo impedisce qualsiasi tipo di timidezza o rispetto umano
nella proposta dell’ideale: “comprendere le situazioni eccezionali non implica
mai nascondere la luce dell’ideale più pieno né proporre meno di quanto Gesù
offre all’essere umano”. E nemmeno in chiave soggettivista, come se la valu-
tazione “di foro interno” o in coscienza, senza disconoscere la sua innegabile
importanza, fosse l’unica a dover essere presa in considerazione. La Chiesa è
comunità, assemblea di fedeli, comunione, e dovranno pertanto evitarsi, nella
misura possibile, divergenze tra foro esterno e foro interno.
In questo senso, risulta significativo il fatto che, nel caso dei divorziati tornati a
sposarsi, tanto nei documenti sinodali quanto nell’esortazione, la verifica della
possibile nullità del primo matrimonio, appaia come una via da prendere in con-
siderazione; di fatto, è la via o rimedio ordinario che la Chiesa offre ai suoi fedeli,
poiché anche se, ovviamente, non tutti i matrimoni infranti sono nulli, molte
volte, purtroppo, possono esserlo. Il matrimonio è una vocazione molto bella ma
anche esigente, che ha anche la difficoltà intrinseca di essere una “cosa a due”.
Così, dunque, i processi canonici di nullità matrimoniale appaiono come una so-
luzione pienamente ecclesiale, un rimedio che, indipendentemente dalla buona
fede con la quale potrebbero aver contratto matrimonio le parti, risponde alla
verità profonda di un matrimonio in cui siano mancati alcuni dei requisiti per la va-
lidità e che può trasformarsi in un momento profondamente risanatore della per-
sona, di riconciliazione con il suo passato e con l’esperienza della crisi coniugale.
In questo senso, è signficativo il fatto che, già nel periodo intersinodale, papa
Francesco abbia modificato il regolamento di questi processi di nullità per ren-
derli più agili e accessibili ai fedeli, invitando ad una conversione missionaria
delle strutture pastorali –anche dei tribunali ecclesiastici – in modo che si vada
incontro ai fedeli divorziati risposati, facilitando la possibilità che, se lo vedono
opportuno, possano presentare il loro caso (per sgombrare i dubbi sul loro stato
di vita e la validità o nullità del loro matrimonio precedente) ed attendere la
risposta della Chiesa87.
87 Francisco, Motu Proprio Mitis Iudex Dominus Iesus, 15 agosto 2015: AAS 107 (2015)
958-970. In un altro motu proprio recante la stessa data, Mitis et misericors Iesus,
il papa modifica, in termini simili, i canoni che regolavano i processi di nullità
matrimoniale nel Codice Canonico delle Chiese Orientali.
102

11.4 Page 104

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4CONCLUSIONE
L’esortazione apostolica Amoris Laetitia di papa Francesco guarda alla realtà con
una visione positiva, segnalando le possibilità e le sfide delle attuali situazioni
familiari e matrimoniali, piuttosto che i suoi pericoli, pur essendo consapevole
di questi ultimi. E’ una chiamata ottimista a continuare a lavorare e verificare
la nostra azione pastorale, anche nell’ambito del lavoro con e per i giovani, ad
aprire ampie e variegate vie di lavoro per il bene delle famiglie, vie che riguar-
dano l’ambito educativo, la formazioni ai valori e all’affettività, l’orientamento
e la mediazione familiare nel suo senso più ampio, la prepazione dei giovani al
matrimonio e alla famiglia, l’accompagnamento pastorale delle famiglie e con le
famiglie, il discernimento attento delle situazioni, ecc. Sviluppare con creatività,
audacia evangelica e senso ecclesiale piani di azioni che aiutino a realizzare i
suggerimenti sinodali nel nostro lavoro pastorale concreto, costituisce una sfida
importante in questo periodo postsinodale, in attesa dei contributi del prossimo
Sinodo sui Giovani del 2018.
103

11.5 Page 105

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
RIFLESSIONI
REGIONALI
AFRICA & MADAGASCAR
ANGLOPHONE GROUP
PASTORAL FRONTIERS WE NEED TO REFLECT ON
Scope: We need to widen the scope of formation and preparation for marriage
and family life. Starting from early childhood till the young people get engaged
and married and even continue long after marriage. This process need to be a
lifelong process; covering all the stages of human development.
There is need to create stages of formation in the pastoral and catechetical plan
of the Church that will cover the life cycle of a every person.
Sexual education: education to love is one of the topics that are hardly covered
in most of our institutions and most of the young people grow up with wrong
or distorted notion of sexuality.
There is need for accompaniment, especially the young people and their
families. The Church must serve as main point of reference protagonist in this
process.
There is a period we need to pay particular attention to; that is the period after
confirmation to the time the young people are engaged or in courtship. In most
instances, this is a forgotten stage.
We need to empower the parents through training to help to speak openly
about the issues of marriage and family to their children. The culture of
openness regarding the issues of marriage and sexuality need to be improved
in many parts of our continent.
104

11.6 Page 106

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Pastoral agents need to be trained about sexuality so that they will be better
prepared to form the younger generations.
Rediscovering of many of the African values that sustained marriages in the
past, and repackage them to suit the concrete reality of our time. This process
must be championed by African confreres in collaboration with the lay people.
Social teachings of the church need to be adequately presented to the young
people and their families as a follow up and continuation of catechetical
ongoing formation.
Pre-marriage preparation and post-marriage preparation need to be created to
cater for different stages of the family life.
Some harmful cultural practices that taint the dignity of marriages, such as
cohabitation, costly dowries, abductions, child marriages, etc., need to be
addressed.
Issues of single parenthood that is gradually becoming a norm in many African
countries need to be looked into, especially on how to accompany them
towards full integration and restoration to sacramental life without any form
of discrimination.
In all these we have to seek for creative ways to work with the local church
to ensure that we are pulling in the same direction; bringing our unique
charismatic identity to enrich the local church in which we work.
There are several opposing diversities in the practices in many of African cultures
in issues of marriages and families. Africa has very diverse cultures and we need
to keep this in mind.
We need to challenge the mindset that create disparity in the equal dignity of
man and woman in most of the African families and marriages.
Overcoming some of the cultural barriers that affect marriage and families
through evangelization of culture; for instance, some rituals and initiation for
girls at the age of 10 or 11 which all the families are required to bring their
daughters. After this rite, girls are taught that they are adult and such, are ready
to marry. Some of the young people die while giving birth and it hinders their
education etc.
105

11.7 Page 107

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
In most cultures, special grooming and preparations are given to the girl child,
but the man is neglected in many places. The church need to have proper care
and preparation for the boys and empower the families to prepare equally the
boys and the girls.
Abortion: teenage abortion is high due to early engagement to sex and
pregnancy; this calls for sexual education for teenager.
We need to educate our families especially catholic families to overcome family
managed abortion as a cover up to tarnishing family’s image, especially among
some staunch Catholics.
When a girl is pregnant, she is not allowed to receive communion, but the boy
is not even considered in that.
Teenage abortion is one of the factors that cause breaking of marriages in Africa
and need to be given proper attention through proper sexuality education. The
point is that many teenagers engage in an unsafe abortion that destroy their
uterus. So when they marry and cannot have children, the marriage collapses.
AFRICA & MADAGASCAR
GROUPE FRANCOPHONE
LES FRONTIÈRES PASTORALES
Frontières pastorales comme horizons qui nous interpellent dans notre être et
agir pastoraux:
eeL´éducation intégrale des jeunes
eeLa réalité même de la famille aux prises avec les nouvelles idéologies
eeLe poids de la tradition et les nouvelles connotations de la dot
eeLes déviations sexuelles
eeLes familles monoparentales
eeLes pauvretés anthropologiques, économiques
eeLa formation et l´éveil des consciences
eeL´accompagnement des jeunes mariés et des couples de fait
106

11.8 Page 108

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eeLa récupération des valeurs traditionnelles à partir de la perspective
de l´inculturation
eeLa formation des parents à base d’itinéraire : considérer la fondation
des familles comme une vocation
eeL´influence des sectes ésotériques
eeLes TIC (technologies de l’information et de la communication, “ICT”
en anglais) et leurs défis
eeL´accueil et l´accompagnement des situations douloureuses
eeLa polygamie
INTERAMÉRICA 1
¿Cuáles son las FRONTERAS PASTORALES acerca de las cuales debemos reflexio-
nar en nuestras Comunidades Educativo-Pastorales?
Varias de las respuestas a esta pregunta, se repiten respecto de la pregunta an-
terior por los DESAFÍOS. Elenco la respuesta en dos ítems, uno el de DESAFÍOS
y el otro de NUEVAS FRONTERAS, para no perder información:
DESAFÍOS
1. Vinculación de los padres y de todos nuestros grupos a los procesos
pastorales, al apostolado.
2. Acompañamiento y acogida de las familias y sus situaciones con equi-
pos capacitados para hacerlo (capacitados en psicología, doctrina
eclesial, acompañamiento, vida cristiana).
3. Preparación para el matrimonio previa, durante y posterior; enten-
diendo la familia – matrimonio como opción vocacional, plan de Dios
para la vida.
4. El trabajo a modo de preparación con los jóvenes del MJS.
5. Apoyarse en testimonios de familias que sirvan de modelos vocacio-
nales para los jóvenes y para familias cercanas a conformarse o que
ya han hecho camino.
6. Cambiar el chip en nuestras maneras de pensar y de responder a las
realidades: con Don Bosco y con los tiempos. Esto implica cambio de
estereotipos, de lenguaje, cultivo de una cultura del encuentro – ir
no esperar.
107

11.9 Page 109

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
7. Se requiere asegurar procesos y no tanto actividades.
NUEVAS FRONTERAS
1. Las familias de los migrantes, constituyen un desafío para la misión
en la Región, pues varios de los países que la integran, padecen este
flagelo.
2. Trabajo con familias que viven situaciones como el homosexualismo:
padres o hijos.
3. Trabajo con familias o jóvenes en condición de vulnerabilidad: pobre-
za, pandillismo, drogas.
4. La utilización de los Medios de comunicación como herramienta edu-
cativa y evangelizadora, de una manera tal que impacte, llame la
atención.
5. Florecimiento de sectas, iglesias protestantes y otras opciones reli-
giosas que hacen que las familias, incluso al interno, vivan diferentes
perspectivas de fe.
6. Trabajo con familias en unión libre, pues ha sido una opción de mu-
chos en la Región.
7. Generar propuestas que permitan acompañar a los creyentes en esa
brecha de tiempo que existe entre los sacramentos como la Confir-
mación y el Matrimonio.
INTERAMÉRICA 2
¿Cuáles son las fronteras pastorales acerca de las cuales debemos reflexionar
en nuestras Comunidades Educativo-pastorales?
eeUna frontera es la de los mismos destinatarios, muchos atendemos
principalmente a niños y adolescentes, no a jóvenes en edad de tomar
de decisiones.
eeEn general los contenidos de los programas formativos no preparan
para el noviazgo ni para matrimonio. Esos temas se ven por separado
u ocasionalmente.
eePoner en el corazón de la pastoral juvenil la pastoral familiar, no verla
como algo ajeno.
eeSuperar la pastoral de actividades y ofrecer procesos pastorales, eso
108

11.10 Page 110

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es acompañamiento formativo.
eeNuestra pastoral está muchas veces fragmentada, dividida
eeNecesitamos una formación multidisciplinaria para atender todas las
realidades de la familia. Trabajo interdisciplinar, en red, requiere inter-
venciones profesionales para atender familias en dificultad. Abrirnos
a la frontera, a la posibilidad de auxiliarse de las ciencias humanas.
eeEn nuestra región una frontera es la realidad de la migración y la de
la pobreza material y espiritual.
eeUn reto entre gestión (hacer cosas) y el liderazgo (se tiene una visión
y unas estrategias)
Superar la frontera de la sacramentalidad y el clericalismo.
AMÉRICA CONE SUL - CISBRASIL
Quais são as fronteiras pastorais em que deveria refletir as nossas Comunidades
Educativo-Pastorais?
ee“Mundo” da educação superior: jovens universitários e suas famílias,
educadores e suas famílias.
eeCEP como “sujeito” da Pastoral Juvenil Salesiana.
eeNovos “arranjos familiares” e “arranjos pastorais” (casais separados
e divorciados, segunda união, uniões homoafetivas, etc.)
eeInserção da família nas ações da CEP.
eeEducação dos jovens e das famílias: para o amor, à afetividade e à
sexualidade; para a cidadania e a política; para a tolerância.
eeUma pastoral vocacional (vocação à vida religiosa e/ou sacerdotal)
adequada aos jovens e às famílias destes tempos.
eeAtenção às famílias migrantes: crianças exploradas, mulheres
violentadas, famílias separadas, tráfico humano, trabalho escravo.
eePotencializar a reflexão e a ação da RSB sobre a juventude e a família
nas suas áreas: escolas, obras sociais, paróquias, comunicação.
eeFormação dos agentes de pastoral: SDB e Família Salesiana, leigas/
leigos.
eeBom uso das redes sociais.
109

12 Pages 111-120

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12.1 Page 111

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
AMERICA CONO SUR - SEPSUR
Nuevas Fronteras Pastorales que debemos guardar en nuestras comunidades.
Las Nuevas Fronteras de la cultura. Respetar los contextos culturales, para acom-
pañar necesitamos asumir las NF de la inculturación del Evangelio en las culturas
donde se desarrolla la vida de las familias conociendo su realidad.
Las Nuevas Fronteras: las situaciones complejas de las familias. Estas nuevas
realidades nos desafían para tener más cercanía y animarnos a acompañar,
perder el miedo, aprender y prepararnos y asumir estos nuevos desafíos desde
una perspectiva del acompañamiento.
eeFamilias que vivan en pobreza, que no saben cómo ser padres, que
no tienen posibilidades y poco acceso a la educación…
eeJóvenes con experiencias negativas en el propio ceno familiar que
perdieron el sueño de formar su propia familia.
eePersonas divorciadas. cambiar el concepto negativo que se tenemos
sobre las personas divorciadas, comprender y acompañar esta realidad
desde las orientaciones de las AL.
Las Nuevas Fronteras de pérdida de sentido del matrimonio. Frente a esto ne-
cesitamos presentar en positivo la vocación matrimonial generando espacios
de discernimiento.
eeAnimarnos a ver las experiencias positivas que se presentan en la vida
de las parejas y familias que más se acercan a don del matrimonio…
eela importancia de la gradualidad, en tanto de acompañar a las fami-
lias desde su propia situación, para todos debe haber un horizonte…
aprender comprender la realidad desde los positivo de la acción de
Dios que ya están sus semillas desparramas en la realidad.
Las Nuevas Fronteras de la formación.
eeFormación de los agentes de pastoral y padres sobre desafíos de la
familia en la actualidad.
eeFormación sobre el acompañamiento salesiano y el discernimiento
pastoral.
eeCamino formativo para los jóvenes porque se percibe que en nuestras
110

12.2 Page 112

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comunidades no hay propuesta vocacional para acompañar, sobre
todo a los novios, jóvenes… brindando herramientas para el discer-
nimiento.
eeItinerarios de formación partiendo de la realidad de las personas. Es
en el camino que se va reconociendo cómo va viviendo su ser hijo de
Dios ayudando a integrar su vida desde la fe desde la acogida de las
personas y su situación.
eeTransformar nuestros lenguajes para hacer cercanas y sencillas nues-
tras propuestas para acompañar a la realidad juvenil. Formación de
formadores, implicar a las familias… acompañar a los que acompa-
ñan…
Revisar nuestra actuación pastoral en lo que hace a la propuesta vocacional
de matrimonio. Esta es una Nueva Frontera: revisar nuestras prácticas desde
nuestra realidad actual. Acompañamiento no solo sobre la crisis sino como
procesos.
eeRevalorizar la preventividad en nuestra acción pastoral, no salir a tapar
incendios sino proyectar y acompañar las familias dentro de procesos
buscando actuar antes a través de propuestas concretas.. acompañar
a los jóvenes para tomar es decisión. Nuevos lenguajes, integración
de las familias.
Profundizar en la CEP. En camino más comunitarios y participativos para acom-
pañar a las familias donde todos estén involucrados (consagrados, laicos, do-
centes, animadores, etc)
EAST ASIA - OCEANIA 1
What are the Pastoral Frontiers on which the Educative and Pastoral Community
should reflect?
There is so much in Amoris Laetitia that could touch Youth Ministry. What is
important is to apply this in the context of our particular settings. In the EAO
region, there is a diversity of contexts and this should prove the richness of the
document.
111

12.3 Page 113

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
NEEDS OF THE YOUTH MINISTERS (SALESIANS AND LAY)
A question to ask is what are the skills needed, the values to be inculcated and
education and formation that are demanded of those who work with Youth
Ministry and Family.
SPECIAL SITUATIONS
Here are special situations that are present in the EAO Region:
1. Single Parent Families
There are many cases in which the young people in our works belong to single-
parent families.
2. Teenage pregnancy
Teenage pregnancy is becoming a reality fast in many of our settings.
3. Families from same sex relationships
A frontier that has come to the fore is that in many of our Provinces (though
not in all) some of our young people may actually belong to families with same
sex relationships. Some may even ask whether we should accept children from
these families. There are cases where even some of our lay mission partners
belong to such families. In some settings where this is not be acceptable, the
Salesians close one eye in accepting employees in these situations.
In our parish settings, how do we deal with such situations as when a gay
couple comes to have their child baptized? Are we going to say no?
4. A Different Definition of the Family
In PNG in particular, the dynamics of the family may be very confusing. This is a
challenge for us, especially the missionaries--to know the nature and dynamics
of the family in our context.
5. Young People from the same father but from different mothers.
6. Mixed Marriages in EAO
Many of the EAO settings have Catholics as the minority and the phenomenon
is more on mixed marriages. Marriage in the Catholic Church has become more
popular because of the solemnity that it offers. However, after the wedding,
the couples disappear. Strategies can be employed to bring them back to the
Church. (GIA gives an example that couples are invited for Christmas and play
the Holy Family.) There is a need to make the non-Catholic party to understand
Catholic marriage. Religion indeed becomes an issue.
112

12.4 Page 114

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REMOTE PREPARATION: THE NEED TO EMPHASIZE THAT MARRIAGE IS
A SACRAMENT
Many times we are not understood when we talk about marriage as a
sacrament. This has a lot of implications: there will be no place for God and
marriage is not seen as a lasting commitment. Nowadays, there is a lack of
sense of the “sacrament.” Many couples do not get married in the Church
because, they say, they will break up anyway. The formation for married life thus
starts remotely, even in high school when we can instill in the young people the
sense of sacredness in marriage, when we teach them about the sacraments.
This may be done not only for Catholic settings but even in non-Catholic or
non-Christian settings.
POST-CANA AND OTHER FORMATION PROGRAMS
Many of our parishes do not offer Post-Cana programs (assisting newly married
couples). The structure of the Basic Ecclesial Communities can actually be a
good venue for the Post-Cana, for accompaniment of young married couples.
Marriage counseling becomes imperative. The priests who solemnize marriages
may help in this Post-Cana program, although it will be better if couples are
tapped to help couples and families help families. There is, however, a consistent
problem: when we give formation to families, many times, the men are not
present.
EAST ASIA - OCEANIA 2
What are the pastoral frontiers on which that the Educative and Pastoral
Community should reflect?
eeIn the youth ministry of the province at times the Salesians are
dealing directly only with the youngsters without involvement of
the family as protagonist of the education of young people. Hence,
the pastoral frontier on which the EPC should reflect on, is family
ministry particularly involving families as the important subject of
youh ministry.
eeAt times the Salesians are so focused on the school such that little
attention is given to newly formed families which are cohabited with
no regards to church wedding.
eeThe migration of people from remote areas or countrysides into
113

12.5 Page 115

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
the big cities to search for work and better opportunities at times
create difficulties such as being marginalized and therefore in need
of accompaniment.
eeThe prevalence of divorece or conjugal separation somehow affects
the value of forming a family.
eeSome christians who get married to somebody from non-christian
religion experience difficulty in preserving the value of christian
marriages.
eeFacilitate the involvement of the EPC or gathering different sectors
or group to think about how to put into practice the shaping of a
pedagogy of love as a long term preparation for marriage.
eeThere is a need to seriously consider the pre-wedding preparation as
a moment to prepare the couples to have well-formed consciences
and to be aware that marriage is not about the contract but as self-
giving in love.
eeIn our youth ministry there is a need to promote also vocation to
married life.
eeThere should be regular meeting and formation of EPC on how to
address post modern reality we are facing in our youth ministry such
as LGBT, broken families, single parents, etc.
eeThere is weakening of the values of family and matrimony due to the
post-modern people who are so occupied with their work than their
families. The most progressive country like Japan feels that there is
no sense of getting married in the Church.
eeThe desire for the better academic achievement of children leads
parents to focus more on the academic training of their children than
passing on to them Christian values.
SOUTH ASIA 1
Accompaniment of young couples
eeOur accompaniment of the young couples, the married couples that
are in crisis, tension,
eeThe young couples are under stress on account of globalization,
secularization, consumerist tendency. Accompaniment of the young
couples in the first five years of marriage.
114

12.6 Page 116

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eeFamily counseling and couple retreats, Family counseling Centres,
Offer specialized helps to people in irregular unions, cohabitation,
live-in relations, mixed marriages; adult catechesis;
eePsychological helps to people living through extra-marital affairs.
eeOrganize occasions for the youngsters of marriageable age to find
their potential partners.
eeFocus on the re-evangelizing of the families, deepening of faith;
eeAdopt, promote and encourage peoples movement – Neo-
catechumnate, couples for Christ, Charismatic movements, BCC,
SMCs, Legion of Mary, Society of Vincent de Paul;
Marriage preparation
eeWell designed marriage preparation commensurate with age; syllabus
can be chalked out.
MMFirst communion
MMConfirmation
MMYouth and Marriage
eeTaking the vocation and guidance of Salesian Youth Ministry –
vocation work primarily as life preparation.
eeCourse on the theology of the body; this is a powerful tool for the
marriage preparation.
Conversion of pastoral approach
eeA change in Pastoral approach in the mix marriages; quick response
towards young people who are in difficulty with regard to marriage,
mixed marriage,
eeWork towards elimination of roadblocks in marriage, dowry, marriage
expense, mass marriages/single marriage, irrational values on virginity;
eeAttitude of AL towards polygamous unions; incompatibility of age
in marriage.
eeThe provinces should prepare confreres to help the families who are in
difficult situation through counselling; open centres in every province.
eeCreate a new wave of change of attitude towards the new trends
with regard to marriage in the mind of the people.
115

12.7 Page 117

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
SOUTH ASIA 2
Pastoral Frontiers which the Educative Pastoral Community Should Reflect
1. Economic Problems affecting the Families
a. Acute poverty.
b. The parents unable to support the children and so they are
abandoned.
c. Unemployment and change in job-culture and temporary Jobs.
d. Problems of marriage due to lack of educational qualification
and job.
2. Problems affecting women’s dignity and equality
a. Women’s dignity are not upheld before or after marriage.
b. Violence against women are high.
c. The girl often embraces the faith of the husband and choices
for the girls are less.
d. The sex ratio of girls in our catholic church is less and the
marriages take place late in life. Inequality of boys and girls
in our family.
e. Minors abused by their own family members especially the
girls.
3. Parent-Children Conflict
a. Young people wishing to get qualified but the family unable
to support.
b. Parental responsibilities versus young people’ choice of life-
partners.
c. Single parent problema.
d. Addressing the issue of parents of beneficiaries who are
separated.
e. Young people who are detached from families.
f. Lack of harmony in the families.
4. Socio-cultural problems
a. Marriage preparation for young people.
b. Young people to be followed up even as young couples.
c. Young people not willing to get married but are living together
(for reasons of economy etc.)
d. Too much of money is involved in marriage by way of dowry
and it becomes difficult for the poor to get married.
e. Domination by men is very much prevalent in families in India.
116

12.8 Page 118

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f. Inter-caste or inter-religious marriages are huge challenges
in India. Many Catholics leave the religions easily (especially
about bringing children in our faith)
g. Problem of alcoholism and the burden of families fall on the
mother.
h. Irresponsible drinking by men in the families is a major cause
of dysfunctional families particularly in the rural areas and in
the slums.
i. Suicide in the families are also on the increase.
j. Abandonment of elders in our families.
k. Educating to Social media is a huge problema.
5. Formation of the young
a. Vocation to married life has very little formation.
b. Less importance to sacraments and importance given to
worldly ways.
c. We can use the various sodalities, associations we have to help
address families.
d. Young people have trial marriages and if they are not happy
they get easily separated.
e. We have unholy marriages (non-sacramental) and many
marriages are rectified later.
EUROPE CENTRE NORTH
What are the pastoral frontiers on which the educative and pastoral community
should reflect?
eeHow to understand and enter in dialogue with a common culture of
young people who are for cohabitation or entering partnership, afraid
of life long commitments who, nonetheless, are actively involved in
our salesian ministry.
eeWe welcome AL’s guidelines but on a Congregational level, diversity
is so evident that we perceive as impractical for one single, common
paradigm.
eeWhat the unit of a family is (understood), varies from one county to
another.
eeVery often we question about the commitment of our young. But we
117

12.9 Page 119

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
fail to question what our current (adult, formed) collaborators think.
Celibacy, for example, is usually linked with old age and elderly people.
eeThe desire for accompaniment is present in many people. Others
do not ask for it but still need it. How are we to give credit to these
people? How can we reach out to young people and not only
Catholic young people? How are be going to be optimistic and bring
people back to faith? How can we rediscover and redefine, in a a
post digital, fluid society, the beauty and the need for a faith journey?
eeThe category “marriage” seem to exclude people; young people are
in search and young people commit themselves in several ways which
do not necessarily regard marriage as a destination.
eeHow to focus our attention on those who are divorced. A call
for compassion and an invitation for meaningful liturgies which
accompany those who are at the periphery.
eeDeconstruct meanings from within, starting from the EPC, not to
assume that those who are already part of the process, are indeed in
touch and open for the AL language.
eeSDB communities can be regarded as one of the frontiers: The Good
Shepherd should have the smell of his sheep. Very often, protecting
institutions seems to be a priority. We need to ensure healthy SDB
communities where “living and working together” is fundamental.
Working from a different priority, we risk of killing the family spirit
which is crucial in setting up an EPC. Instill courage in the SDB’s
not to be afraid to risk and propose meaningful prayerful spaces,
processes and journeys for the young. Address the yearning of the
young and challenge, where needed, a superficial way of conducting
a consecrated life.
eeGay unions and heterosexual marriages out of church often ask for
a blessing. This puts the priest in an awkward position. How can we
cater for ‘minorities’? The Church seems to be running two parallel
ethical stances: a doctrinal and a pastoral one; how can we connect
and converge both stances?
eeYoung people who are turning towards a traditional Church, turning
back to old liturgies; a search for divinity - an elect-syndrome of the
few and the rest who got it wrong? Young people are searching
for an identity which risks stopping at the exterior form. A crisis of
identity and immediacy of connectedness seem to be another frontier.
eeHow to address the need of fellowship of the young in a fragmented
society.
eeCatholic politicians and stakeholders who are to be formed in our
value system to advocate in favor of families and young.
118

12.10 Page 120

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eeMuslim radicalism vs Catholic radicalism: extremism in both cases.
How to foster unity, acceptance and openness. Openness and desire
to do good. Avoid closing down. Challenges to witness Christ.
MEDITERRANEA 1
ITALIA & PORTOGALLO
La sfida pastorale si gioca a livello locale nella CEP questa è la prima frontiera.
UNA FRONTIERA CULTURALE: l’idea di famiglia, di amore, di pieno
compimento di sé è fortemente messa in discussione dalla nostra cultura. Nella
CEP occorre:
eeriflettere su come rievangelizzare la nostra cultura su questo punto;
eefavorire la presenza di famiglie mature come testimonianza della
bellezza della vita reciprocamente data.
DUE FRONTIERE PRATICHE
eeformare e accompagnare i ragazzi nei processi di maturazione
affettiva e di discernimento vocazionale in vista della vocazione
matrimoniale.
eeLa presenza di nuovi orfani (orfani di genitori vivi) provoca le nostre
realtà su come instaurare un patto educativo con loro. Non sempre
le famiglie sono un alleato educativo, anzi a volte sono di ostacolo
MEDITERRANEA 2
ITALIA & MEDIO ORIENTE
Domanda: quali sono le frontiere pastorali sulle quali dobbiamo riflettere nelle
nostre CEP?
119

13 Pages 121-130

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13.1 Page 121

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
Risposte:
1. La frontiera del linguaggio: come ricostruire un linguaggio e quindi
una realtà dicibile e bella per chi non ne ha fatto esperienza; non per
la nostalgia di usare termini vecchi, ma per non perdere la ricchezza di
termini e realtà che costruiscono l’uomo.
2. Come conciliare la accoglienza di tutti e la “difesa” della verità, non come
spada da brandire, ma come luogo per crescere ed essere uomini. Come
conciliare anche l’accoglienza di tutti senza scandalizzare quelli che ancora
cercano di portare avanti la loro vita in equilibrio e fedeltà.
3. Non solo progetti per recuperare e accogliere, ma anche progetti di
prevenzione, sia verso i giovani che faranno famiglia, sia verso le famiglie
che devono essere sostenute nella loro fedeltà al progetto cristiano di vita.
4. Sviluppare percorsi di formazione per i giovani specifici per il
matrimonio, perché spesso la formazione dà per scontato che poi
uno sappia essere marito e moglie, ma non è così vero.
5. Ripensare la formazione a partire dalla realtà del matrimonio come
forma antropologica di base dell’uomo e della donna. Ripensare
la realtà e la formazione all’adultità attraverso la vocazione del
matrimonio, come responsabilità di risposta a questa chiamata
fondamentale per la vita di ognuno.
6. Formarci meglio al sacramento del matrimonio, nella sua connessione
e differenza rispetto alla coppia, per saper rendere ragione di ciò che
esso dà in più alla vita della coppia e della famiglia.
7. Non basta aggiungere alla PG un capitolo sulla famiglia, occorre
studiare ed integrare le due cose nel focus unico della PG.
8. La CEP come l’ecosistema pastorale in grado di far respirare una forma-
zione, una vocazione, una meta, anche al di là e al di fuori dei cammini
“ufficiali”.
9. Fare rete con la Famiglia Salesiana per poter offrire alle famiglie un
luogo di formazione, di servizio e di vita cristiana, anche oltre l’MGS.
MEDITERRANEA 3 _ SPAGNA &
PORTOGALLO
Fronteras Pastorales desde la condición actual de la familia
120

13.2 Page 122

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eeDestacamos de la ponencia de Carmen la necesidad de descubrir
qué significa la vocación cristiana y cómo la familia es una vocación
específica; en medio de una cultura a-vocacional que vivimos.
eeInteresante destacar la vía de la belleza de la familia, como propuesta
luminosa, y nos preguntamos cómo visibilizar la belleza de la familia
eeAlgunos caminos para visibilizar la belleza de la familia pueden ser:
MMPresencia de los matrimonios al lado de los jóvenes trabajando
como agentes pastorales dentro de la PJ y en procesos especí-
ficos de formación para el noviazgo y matrimonio.
MMPresentar a familias auténticas, también con sus límites y pro-
blemas.
MMHacer discursos positivos, dando oportunidad al diálogo y a
despertar intereses y sueños vocacionales en los chicos/as.
MMIncluir en nuestros grupos a la pluralidad de familias que exis-
ten, visibilizando una Iglesia inclusiva, que no juzga sino que
es fuente de sanación.
eeSe necesita una formación de pastores y agentes con sensibilidad para
acompañar a esposos, novios.
eeReforzar el sentido comunitario de nuestras CEPs como comunidades
de referencia en donde se vive y se comparte la vida y la fe.
eeAlgunos proyectos de pastoral para la familia:
MMIntuir un proyecto integral para parejas, que aborde el “antes,
durante y después” del matrimonio (formación, acompaña-
miento, discernimiento), dando ocasión para un proyecto de
vida único y compartido por la pareja.
MMRenovación de la educación en la afectividad, con presencia
de matrimonios.
MMAlgún proyecto extra-eclesial para generar una cultura a favor
de la familia.
MEDITERRANEA 4 _ SPAGNA &
PORTOGALLO
¿Cuáles son las FRONTERAS PASTORALES acerca de las cuales debemos reflexio-
nar en nuestras Comunidades Educativo Pastorales?
121

13.3 Page 123

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
Es de agradecer una visión positiva del matrimonio sin reduccionismo. La Evan-
geli Gaudium un gran tesoro en el que profundizar. Encontramos las siguientes
fronteras que abordar:
eeLa frontera de la formación integral para la relación de pareja, para el
matrimonio desde los primeros años de la vida, con procesos largos.
Acompañar las relaciones prematrimoniales, los primeros años del
matrimonio y la educación de los hijos.
eeAplicar el Sistema Preventivo con toda su riqueza a los procesos de
crecimiento en la afectividad, en la relación, en la sexualidad, en la
educación para el amor. Prevenir las situaciones de fragilidad. Educar
en el amor en querer al otro es ya una propuesta “anticultural”. Ayu-
dar a madurar en la afectividad. Educar en el respeto, en la fidelidad.
Recuperar la frescura del evangelio como propuesta de vida feliz. El
desafío del evangelio no puede perjudicar, sino enriquecer.
eeNos jugamos mucho en la acogida, el respeto y cuidado a las perso-
nas en situación de especial dificultad. Dialogo constructivo con las
personas que viven situaciones especiales: crisis, divorcios, separa-
ciones, divorcios, parejas homosexuales. Compaginar la caridad y la
propuesta de la verdad.
eeEducar en el respeto al otro, en la confrontación, en el diálogo, en el
discernimiento. No todo vale según la propuesta cristiana. Respetar
los procesos.
eeArgumentar mejor toda la propuesta desde la antropología cristiana.
Definir con claridad y formar en lo que piensa la iglesia y la con-
gregación sobre todos los temas de fragilidad. Ser conscientes que
educamos en un tiempo de mucha pluralidad ideológica.
eeConvence y atrae el testimonio concreto, por lo tanto, proponer testi-
monios creíbles de personas y familias auténticas y felices con lo que
son. Hacer notar la calidad humana y de entrega al otro que nos hace
no mejores, pero si diferentes en nuestro modo de concebir la vida.
eeEn nuestra propias comunidades educativos pastorales hayamos si-
tuaciones familiares muy diversas. A cada una es hay que responder
de manera diversa. Escuchar a las familias en su realidad y en sus
situaciones concretas.
Pero cualquier respuesta tiene que contar con las familias, los educadores y los
jóvenes.
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30 novembre 2017
LA FAMIGLIA NELLA
PROPOSTA PASTORALE
SALESIANA
UNA LETTURA
EDUCATIVA ED
EVANGELIZZATRICE
SALA ROSSANOSDB
Direttore della rivista “Note di Pastorale Giovanile”
Docente dell’Università Pontificia Salesiana

13.7 Page 127

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
«In famiglia, la fede accompagna tutte le età della vita, a
cominciare dall’infanzia: i bambini imparano a fidarsi
dell’amore dei loro genitori. Per questo è importante che
i genitori coltivino pratiche comuni di fede nella famiglia,
che accompagnino la maturazione della fede dei figli.
Soprattutto i giovani, che attraversano un’età della vita così
complessa, ricca e importante per la fede, devono sentire
la vicinanza e l’attenzione della famiglia e della comunità
ecclesiale nel loro cammino di crescita nella fede»
(Francesco, Lumen fidei, n. 53)
INTRODUZIONE
Siamo in un momento ecclesiale molto bello, che segna l’incontro fecondo di
due prospettive, quella della famiglia e quella dei giovani, che ci riempie di gioia.
Davvero vi è una felice coincidenza, non pensata ma effettiva, tra due grandi
momenti sinodali della Chiesa universale: il “doppio Sinodo” sulla famiglia,
culminato nell’Esortazione post-Sinodale Amoris laetitia e il Sinodo sul tema “I
giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, tutt’ora in preparazione, che
si terrà nell’ottobre del 2018.
Tutto ciò attesta con chiarezza che l’argomento del nostro congresso interna-
zionale – “Pastorale giovanile e famiglia” – sta nel cuore e nelle preoccupazioni
della Chiesa in questo tratto iniziale del terzo millennio e che la Congregazio-
ne salesiana è in piena sintonia con i cammini ecclesiali quando afferma che
«un fronte apostolico emergente, che abbiamo iniziato a curare, è la pastorale
familiare, non solo nei contesti parrocchiali e di formazione degli adulti, da
riconsiderare in stretto collegamento con la pastorale giovanile»88.
Il punto di vista specifico della mia relazione è carismatico salesiano. È importan-
te dichiarare fin da subito che il nostro carisma è legato ai giovani e resta legato
a loro: per questo parliamo di famiglia all’interno della pastorale giovanile e in
una prospettiva di “pastorale giovanile vocazionale”, come ci dispone a pensare
il prossimo Sinodo. Questa, a pensarci bene, è anche la verità del cristianesimo
88 Capitolo Generale 27, n. 20.
126

13.8 Page 128

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a proposito della famiglia, perché al centro della famiglia mette la figura del
Figlio e quindi dei figli:
Il cristianesimo, per quanto colossale sia stata la sua rivoluzione, non modificò
l’antica e selvaggia sacralità della famiglia, ma si limitò a rovesciarla. Non negava
la trinità composta da padre, madre e figlio, ma si limitava a interpretarla in
senso inverso, ossia figlio, madre e padre. Questa è chiamata non famiglia, ma
Sacra Famiglia, poiché molte cose diventano sacre una volta messe sottosopra89.
L’andamento della mia relazione sarà caratterizzata da tre parti connesse e
interdipendenti.
La prima parte avrà il compito di mostrare come lo “spirito di famiglia” sia
storicamente e pastoralmente il punto generativo del carisma salesiano e il
motivo della sua efficacia educativa e della sua efficienza evangelizzatrice fin
dalle sue origini.
La seconda parte pensa alla famiglia come oggetto delle cure specifiche del
carisma salesiano e quindi cerca di cogliere come il nostro spirito abbia cura
dei giovani in prospettiva vocazionale, lavori con una metodologia familiare e
si prenda cura delle famiglie in prospettiva carismatica.
La terza ed ultima parte intende pensare alla famiglia come soggetto originale
della pastorale giovanile salesiana, mostrando come essa possa essere prota-
gonista, in comunione con altri soggetti ecclesiali, dell’educazione e dell’evan-
gelizzazione dei giovani, mostrando quali siano i campi privilegiati dell’azione
della famiglia all’interno del carisma salesiano.
1 UN CARISMA FAMILIARE
È evidente ed incontestabile, dal punto di vista storico e pastorale, che la casa di
don Bosco fu fin dall’inizio una “Famiglia per i giovani senza famiglia” ed una
“Parrocchia per i giovani senza Parrocchia”. Ricreare un clima di famiglia e un’e-
sperienza autentica di Chiesa fu la sua azione prioritaria nella Valdocco degli inizi.
89 G.K. Chesterton, Eretici, Lindau, Torino 2010, 145.
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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
Nella tradizione salesiana lo stile che permea ogni nostro pensiero e azione
prende il nome di “spirito di famiglia”, ed affonda le sue radici in don Bosco
e nell’esperienza di Valdocco90. Non è un’idea parziale, riservata ad una parte
dell’opera o a tempi specifici, ma è uno stile di vita che avvolge dall’interno
tutto l’essere e l’operare concreto e quotidiano di tutta un’opera salesiana.
Lo “spirito di famiglia” non è quindi un elemento accessorio del nostro agire
educativo, ma è per noi una dimensione trasversale di tutta la nostra pastorale
giovanile salesiana.
L’identità del nostro carisma rimane chiara: noi siamo “segni e portatori dell’a-
more di Dio ai giovani” e offriamo nelle nostre case un’esperienza di famiglia a
tutti i giovani che vi entrano e a tutti coloro che collaborano con noi.
1.1 L’ORIGINE: LO “SPIRITO DI FAMIGLIA”
All’origine del carisma salesiano ci fu lo “spirito di famiglia”, come clima di
affetti condivisi e di interazione intergenerazionale e corresponsabile. Effettiva-
mente l’oratorio di Valdocco fu
vero “laboratorio” nel quale don Bosco, altri sacerdoti,
laici adulti, giovani e alcune donne, prima fra tutte
mamma Margherita, vivono quello stile originale e
simpatico di predilezione verso i giovani che si chiama
Sistema Preventivo. Tale sistema, a Valdocco prima, poi a
Mornese ed in altri luoghi, diventa una vera spiritualità,
che accomuna educatori e giovani nello stesso cammino
verso la santità. […] Nel far memoria degli inizi di
Valdocco abbiamo incontrato non solo il cuore pastorale
di Don Bosco ma anche la sua capacità di coinvolgimento:
grazie all’apporto di ecclesiastici e di laici chiesa, camere
e cortili diventano realtà91.
Il modello a cui si ispira lo “spirito di famiglia” salesiano è quindi la vita dell’O-
ratorio di Valdocco, dove don Bosco viveva in mezzo ai suoi ragazzi e ai suoi
collaboratori come un padre e una madre vivono tra i loro figli. È interessante
leggere la descrizione che ne fa l’autore delle Memorie Biografiche:
90 Cfr. A.J. Lenti, Don Bosco: storia e spirito. 1. Dai Becchi alla casa dell’Oratorio (1815-
1858), LAS, Roma 2017, 530-540.
91 Capitolo Generale 24, n. 3.87.
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13.10 Page 130

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L’Oratorio allora era una vera famiglia. […] Don Bosco
governò e diresse l’Oratorio come un padre regola la propria
famiglia, e i giovani non sentivano che vi fosse differenza
tra l’Oratorio e la loro casa paterna. […] Senza alcun
timore, anzi con gran pace e gioia si viveva nell’Oratorio.
Quivi respiravasi aria di famiglia che rallegrava. Don Bosco
concedeva ai giovani tutta quella libertà che non era pericolosa
per la disciplina e per la morale92.
È su questo stile che don Bosco costruisce tutte le sue case e la stessa comunità
religiosa, perché lo spirito di famiglia interessa tutti gli aspetti della vita e mis-
sione salesiana93. Possiamo quindi affermare che lo stile familiare fu la regola
d’oro dell’oratorio, perché «sul principio della fondazione dell’Oratorio non
vigeva altra regola fuori di quella che lega naturalmente insieme i membri di
una famiglia. Cinque anni dopo furono stesi alcuni articoli per norma di ogni
camerata, nei quali si esponevano le cose più necessarie da osservarsi per la
buona condotta morale, religiosa e laboriosa degli alunni»94.
Questo spirito nella Valdocco degli inizi è precedente e fondativo sia della Co-
munità Educativo-Pastorale, della stessa Congregazione Salesiana e anche della
Famiglia Salesiana, che ne appaiono propriamente i buoni frutti. Faccio qui
un’affermazione molto forte, perché pongo questo tipo di ordine non solo
temporale, ma soprattutto qualitativo: Spirito di famiglia Ò Comunità Educati-
vo-Pastorale Ò Congregazione salesiana Ò Famiglia Salesiana! Ci basti qui solo
risentire l’articolo 16 delle nostre Costituzioni:
Don Bosco voleva che nei suoi ambienti ciascuno si
sentisse “a casa sua”. La casa salesiana diventa una
famiglia quando l’affetto e ricambiato e tutti, confratelli
e giovani, si sentono accolti e responsabili del bene
comune.
In clima di mutua confidenza e di quotidiano perdono si
prova il bisogno e la gioia di condividere tutto e i rapporti
92 Cfr. Memorie biografiche di don Bosco III,353.360-361; IV,679; VI,592.
93 Il tema appare trasversalmente lungo tutte le Costituzioni salesiane: lo spirito
di famiglia nella comunità educativa (Cost. 37.38.47), nella comunità religiosa
(Cost. 49.51.53.56), nella pratica dei consigli evangelici (Cost. 61), nell’autorità
e nell’obbedienza (Cost. 65), nella vita di castità (Cost. 83) e nella comunità
formatrice (Cost. 103).
94 Cfr. Memorie biografiche di don Bosco IV,542.
129

14 Pages 131-140

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14.1 Page 131

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
vengono regolati non tanto dal ricorso alle leggi, quanto
dal movimento del cuore e dalla fede.
Tale testimonianza suscita nei giovani il desiderio di
conoscere e seguire la vocazione salesiana.
Dalla descrizione della “casa salesiana” ci si può rendere conto di quanto lo
spirito di Don Bosco penetri le nostre comunità ai vari livelli: locale, ispettoriale,
mondiale
1.2 LA REALIZZAZIONE: LA “FAMIGLIA SALESIANA”
La stessa “Famiglia salesiana” corrisponde oggi a questo vasto movimento che
ha cuore la vita piena e abbondante per le giovani generazioni. Il termine stesso
“famiglia” indica lo spirito e lo stile che unisce tutti i membri che sono chiamati
alla condivisione del carisma del Fondatore.
Sarebbe per noi troppo impegnativo rileggere per intero la recente “Carta d’i-
dentità carismatica della Famiglia Salesiana” del 31 gennaio 2012. L’articolo 3
di questo documento così chiarisce:
Il termine famiglia descrive il legame che intercorre tra
i vari Gruppi, sia pure con intensità diverse. Esso non è
semplice affinità o generica simpatia, ma l’espressione
istituzionale della comunione interiore, carismatica e
spirituale; aiuta perciò a precisare i differenti livelli di
appartenenza alla Famiglia Salesiana.
Tale appartenenza attinge ad uno spirito comune che
fonda la missione ispirata al carisma di Don Bosco, pur
rispettando le caratteristiche proprie ed originali di ciascun
gruppo. Ciò esige un saggio discernimento, che può
portare al riconoscimento ufficiale.
Una famiglia che prima di tutto condivide la passione apostolica di don Bosco:
quella di essere fonte di vita piena e abbondante per ogni giovane. Una missio-
ne a tre dimensioni che si integrano a vicenda:
1. Missione giovanile. Secondo le precise intenzioni di
Don Bosco, i Gruppi della Famiglia da lui fondati
130

14.2 Page 132

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hanno come destinatari privilegiati i giovani poveri,
abbandonati, pericolanti o, con linguaggio moderno,
la gioventù maschile e femminile più bisognosa di
aiuto per situazioni di povertà economica, di carenza
affettiva, culturale o spirituale.
2. Missione popolare. Illuminato dall’Alto, Don Bosco
si interessò pure degli adulti, con preferenza per
quelli più umili e poveri, per i ceti popolari, il
sottoproletariato urbano, gli immigrati, gli emarginati,
in una parola, per tutti coloro che risultavano più
bisognosi di aiuto materiale e spirituale. […] Particolare
attenzione viene data alla famiglia, luogo primario
di umanizzazione destinato a preparare i giovani
all’amore e all’accoglienza della vita, prima scuola
della solidarietà tra le persone e i popoli. Tutti sono
impegnati a garantirle dignità e saldezza perché
diventi, in maniera sempre più evidente, una piccola
“chiesa domestica”.
3. Apostolato missionario ad gentes. Don Bosco coltivò
l’ideale missionario e partecipò in modo concreto
all’opera missionaria della Chiesa del suo tempo.
Volle che la Società Salesiana e l’Istituto delle Figlie
di Maria Ausiliatrice si dedicassero alle «missioni»;
ed è ciò che fecero le due Congregazioni religiose fin
dalle loro origini, con una straordinaria espansione
che le ha rese presenti in tutti i continenti95.
Una famiglia che vive la missione nell’ottica della comunione e della collabo-
razione, perché
Don Bosco dimostrò in tutta la sua azione di educatore,
pastore e fondatore una grande capacità di intuire le
possibilità e le doti di ciascuno, di corresponsabilizzare
anche i più giovani tra i suoi collaboratori, di armonizzare
nel lavoro apostolico competenze molto diverse, di
individuare per ciascuno un lavoro congeniale all’indole,
all’ingegno, alla formazione. Fu sempre consapevole della
95 Cfr. Carta d’identità carismatica della Famiglia Salesiana, art. 16.
131

14.3 Page 133

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
necessità di una carità cooperativa nel servizio educativo e
pastorale, convinto che lo Spirito Santo suscita i carismi
a beneficio di tutta la Chiesa.
La comunione tra i Gruppi nella e per la missione si
sta dimostrando sempre più indispensabile in ordine
all’impegno educativo e missionario; infatti si avverte
come urgente la necessità di collegare gli interventi, di
proporre diversi modelli di vita cristiana e di garantire
ministeri complementari.
Così, l’operare insieme intensifica l’efficacia della
testimonianza, rende più convincente l’annuncio del
Vangelo, favorisce una più vivace carità apostolica,
consente di approfondire i tratti caratteristici di ciascun
Gruppo mentre manifesta e potenzia l’identità della
Famiglia nella comunione e nella missione96.
Una famiglia infine che agisce in forma corresponsabile perseguendo degli
obiettivi condivisi, che sono la passione e l’attenzione educativa nell’attuale
contesto storico; la metodologia del Sistema preventivo, che rappresenta la sua
esperienza spirituale ed educativa che trae efficacia da un mirabile equilibrio
tra ragione, religione e amorevolezza; la condivisione dello spirito salesiano97.
Anche se non è sempre facile mantenere viva, vivace e vivibile la realtà della
Famiglia salesiana, la tensione e il desiderio di vivere e lavorare insieme deve
davvero caratterizzare questo vasto e articolato movimento voluto e creato da
don Bosco stesso, il quale era profondamente convinto che per educare è ne-
cessario essere in molti e condividere le stesse intenzioni apostoliche.
1.3 LA RISCOPERTA: L’INDOLE FAMILIARE DELLA
CHIESA
Una delle cose più interessanti emerse dalla concentrazione sul tema famiglia
che la Chiesa ha vissuto in questi ultimi anni è stata la riscoperta, in realtà non
molto sottolineata, dello stile di famiglia nella Chiesa.
96 Ivi, art. 19.
97 Cfr. ivi, art. 21.
132

14.4 Page 134

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L’esortazione apostolica Amoris Laetitia, al n. 87, così definisce la Chiesa:
La Chiesa è famiglia di famiglie, costantemente arricchita
dalla vita di tutte le Chiese domestiche. Pertanto, “in
virtù del sacramento del matrimonio ogni famiglia
diventa a tutti gli effetti un bene per la Chiesa. In questa
prospettiva sarà certamente un dono prezioso, per l’oggi
della Chiesa, considerare anche la reciprocità tra famiglia
e Chiesa: la Chiesa è un bene per la famiglia, la famiglia è
un bene per la Chiesa. La custodia del dono sacramentale
del Signore coinvolge non solo la singola famiglia, ma la
stessa comunità cristiana”.
Si coglie così l’unità, la reciprocità e la complementarietà tra famiglia e Chiesa,
che considerate da sole rischiano di perdere qualcosa della loro intima identità:
sicuramente, da una parte, la famiglia senza la Chiesa rischia di essere un nucleo
chiuso ed autoreferenziale, senza aperture e incapace di attingere agli ampi
orizzonti della Chiesa; ma dall’altra parte, la Chiesa senza famiglia rischia di
diventare un ambiente burocratico e freddo, un centro di erogazione di “servizi
religiosi” senza dinamiche confidenziali, accoglienti e affettuose, perdendo così
il suo tratto generativo e materno.
A proposito della Parrocchia, che è la cellula vivente della Chiesa, così si dice,
seguendo il solco di questa ritrattazione familiare della Chiesa in quanto figura
generatrice della fede:
“Il principale contributo alla pastorale familiare viene
offerto dalla parrocchia, che è una famiglia di famiglie, dove
si armonizzano i contributi delle piccole comunità, dei
movimenti e delle associazioni ecclesiali”. Insieme con
una pastorale specificamente orientata alle famiglie, ci si
prospetta la necessità di “una formazione più adeguata
per i presbiteri, i diaconi, i religiosi e le religiose, per i
catechisti e per gli altri agenti di pastorale”. Nelle risposte
alle consultazioni inviate a tutto il mondo, si è rilevato
che ai ministri ordinati manca spesso una formazione
adeguata per trattare i complessi problemi attuali delle
famiglie. Può essere utile in tal senso anche l’esperienza
della lunga tradizione orientale dei sacerdoti sposati98.
98 Francesco, Amoris laetitia, n. 202.
133

14.5 Page 135

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
Attestare che la Chiesa e la Parrocchia sono “una famiglia di famiglie” è affer-
mazione molto forte e orientativa rispetto a stili relazionali da avere, modelli
formativi da assumere, percorsi educativi da percorrere e qualità delle nostre
celebrazioni da attuare!
eeStili relazionali. Ci dice, prima di tutto, che la famiglia è un elemen-
to che fa da matrice all’esperienza stessa della Chiesa, che è nata e
cresciuta come esperienza familiare già dagli anni passati da Gesù a
Nazaret e che si è sviluppata fin dai suoi inizi annunciando la buona
novella di famiglia in famiglia.
eeModelli formativi. La nostra formazione non si basa su modelli di
marketing aziendale che ricerca efficacia ed efficienza produttiva, ma
entra nella logica di una formazione spirituale che tocca gli affetti
e converte il cuore, facendo leva sulle risorse che ci vengono dalla
relazione con il Dio dell’alleanza e dell’amore.
eePercorsi educativi. Non ci accontentiamo di “corsi”, ma entriamo
nella logica dei “percorsi”, che ci impegna nella difficile ed entusia-
smante arte dell’accompagnamento delle giovani generazioni e delle
famiglie stesse, che hanno bisogno di compagni di viaggio capaci di
condividere le fatiche e le gioie di un cammino.
eeQualità delle celebrazioni. La liturgia ha la sua parte strategica da
non sottovalutare, perché nella liturgia si manifesta lo stile di una
Chiesa convocata da Dio per essere sua famiglia. Attraverso l’architet-
tura e gli spazi sacri, la qualità del canto e la dignità della celebrazione
si può fare molto per dire questo!
Punti fermi
a. La famiglia come contesto educativo: la sua presenza intergenera-
zionale e corresponsabile fa da matrice al carisma salesiano e da
paradigma per ogni sua realizzazione nel tempo e nella storia;
b. La Chiesa soggetto educativo: la comunione tra i vari stati di vita nella
Chiesa (laicale, familiare, religioso e sacerdotale) è da pensarsi come
l’unico soggetto educativo adeguato;
c. Lo Spirito di famiglia e la pastorale giovanile: è per noi decisivo ri-
pensare la pastorale giovanile a partire allo spirito di famiglia, che è il
clima adeguato all’educazione e all’evangelizzazione
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14.6 Page 136

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2 LA PASTORALE GIOVANILE
SALESIANA PER LA FAMIGLIA
Noi non vogliamo, da un punto di vista salesiano, una “pastorale familiare”
parallela alla “pastorale giovanile”. Non chiediamo che dopo questo congresso
internazionale che coinvolge l’intera Congregazione tra gli uffici ispettoriali ne
nasca uno nuovo dedicato alla pastorale familiare, che sia affiancato – e magari
concorrente – a quello della pastorale giovanile.
Siamo molto più interessati al fatto che il clima di famiglia diventi tipico di ogni
nostra opera, che l’attenzione vocazionale verso tutti i giovani e una speciale
attenzione alle fragilità della famiglia diventi una caratterizzazione trasversale
del nostro modo di procedere educativo e pastorale.
Così vediamo come la famiglia può essere oggetto indiretto o diretto delle
nostre cure pastorali.
2.1 LA COMUNITÀ EDUCATIVO PASTORALE:
REALIZZAZIONE DELLO “SPIRITO DI FAMIGLIA”
Innanzitutto è necessario qui parlare della Comunità Educativo Pastorale e del
suo nucleo animatore, perché ci occupiamo della famiglia prima di tutto assu-
mendo un metodo e un volto familiare nel nostro vivere e lavorare insieme nelle
nostre opere educative e pastorali.
In quanto grande famiglia che si occupa dell’educazione e dell’evangelizzazio-
ne dei giovani su uno specifico territorio, la Comunità Educativo Pastorale è la
realizzazione oggi di quello spirito di famiglia che ha caratterizzato l’origine
del nostro carisma. Nel recente Quadro di Riferimento della pastorale giovanile
salesiana essa viene così definita:
ee comunità: perché coinvolge in un clima di famiglia
giovani e adulti, genitori ed educatori, dove l’elemento
fondamentale di unità non è il lavoro o l’efficacia,
ma un insieme di valori vitali (educativi, spirituali,
salesiani...) che configurano un’identità condivisa e
cordialmente voluta;
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14.7 Page 137

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
ee educativa: perché colloca nel centro dei suoi progetti,
relazioni e organizzazioni, la preoccupazione
per la promozione integrale dei giovani, cioè la
maturazione delle loro potenzialità in tutti gli aspetti:
fisico, psicologico, culturale, professionale, sociale,
trascendente;
ee pastorale: perché si apre all’evangelizzazione,
cammina con i giovani incontro a Cristo e realizza
un’esperienza di Chiesa, dove con i giovani si
sperimentino i valori della comunione umana e
cristiana con Dio e con gli altri99.
In sintesi la Comunità Educativo Pastorale è il nostro modo di essere Chiesa e di
fare esperienza concreta del carisma salesiano: essere e vivere come una grande
famiglia che agisce in comunione, condivisione e corresponsabilità, avendo a
cuore l’educazione e l’evangelizzazione delle giovani generazioni.
La ragione determinante che ci ha portato in questa direzione è precisamente
«la nuova stagione che vive la Chiesa. Essa rivela una acuta consapevolezza di
essere comunione con Dio e tra gli uomini e prende la comunione come via
principale per realizzare la salvezza dell’uomo»100. L’affermazione è capitale,
perché riordina le priorità di quello che facciamo in ordine al come lo facciamo,
mettendo in primo piano che il modo in cui si cammina dice qualcosa di decisivo
su dove si vuole arrivare:
Non è stato un cammino breve. Il travaglio preconciliare,
la riflessione del Concilio, lo sforzo di reimpostare
la vita ecclesiale e la pastorale nel post-Concilio, la
sintesi dottrinale e la pratica maturata in questi anni
che ci portano verso il duemila, i Sinodi sui laici, sui
ministri ordinati e sulla vita consacrata e le conseguenti
Esortazioni Apostoliche hanno chiarito come le diverse
vocazioni si completano, si arricchiscono, si coordinano; anzi,
non riescono ad avere una originale identità se non nel
vicendevole riferimento all’interno della comunione
ecclesiale101.
99 Dicastero per la Pastorale Giovanile, Quadro di riferimento della Pastorale Giovanile
Salesiana, Roma, 32014, 110.
100 Atti del Consiglio Generale 363 (1998), I.3.
101 Ivi.
136

14.8 Page 138

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Andiamo ancora più in profondità. Se la Comunità Educativo Pastorale è l’in-
sieme di tutti coloro che abitano la realtà salesiana, dobbiamo arrivare anche a
definire, per così dire, il nucleo familiare che anima la grande famiglia. Parliamo
del “nucleo animatore”, ovvero di un piccolo gruppo di persone che il compito
specifico di convocare, motivare e coinvolgere tutti i membri della Comunità
Educativo Pastorale. Questo nucleo è il volano del funzionamento di un’opera
e viene così definito:
Tutti i componenti della CEP, SDB e laici, partecipano
alla sua animazione, ma alcuni hanno il compito
specifico di favorire il contributo di tutti, promuovendo
la responsabilità del più grande numero possibile dei
membri, curandone la qualità e il coordinamento e
avendo particolare cura dei livelli più determinanti
per l’identità salesiana e la qualità educativa ed
evangelizzatrice. Con la loro testimonianza carismatica,
queste persone costituiscono il “nucleo animatore”
della CEP.
Il cuore, nella persona, pur essendo un piccolo organo
rispetto al resto del corpo, è capace di far arrivare il
sangue, e quindi la vita, a tutte le parti del corpo, a
patto però che tutte le “valvole” lavorino sinergicamente
per questo. Così, il nucleo animatore è un gruppo di
persone composto da salesiani e laici che si identifica con la
missione, il sistema educativo e la spiritualità salesiana e
assume solidalmente il compito di convocare, motivare,
coinvolgere tutti coloro che si interessano all’opera, per
formare con essi la comunità educativa e realizzare
il progetto di evangelizzazione ed educazione dei
giovani102.
Il modo di procedere che parte ed assume la comunione come forma fonda-
mentale per la missione mette così al centro la “profezia di fraternità”, che
riteniamo oggi la vera forza educativa ed evangelizzatrice.
102 Quadro di riferimento della pastorale giovanile salesiana, 117-118.
137

14.9 Page 139

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
2.2 LA “PASTORALE GIOVANILE VOCAZIONALE”:
PASTORALE FAMILIARE IN OTTICA PREVENTIVA
Entro qui nel cuore pulsante della mia relazione.
Noi collaboriamo primariamente alla pastorale familiare, nell’ottica carismatica
salesiana, facendo pastorale giovanile in modo corretto, coerente e lungimi-
rante. Siamo convinti che una buona pastorale giovanile contribuirà alla costi-
tuzione di giovani forti, solidali e capaci di amare. E questo sarà la condizione
fondamentale per avere famiglie solide, fedeli e felici!
Il Documento Preparatorio per il prossimo Sinodo parla di “pastorale giovanile
vocazionale” in vari momenti e ponendo il discernimento vocazionale come
compito specifico dell’età giovanile103. Ci chiede, insomma, di qualificare voca-
zionalmente tutta la pastorale giovanile e di estendere pastoralmente gli spazi
dell’animazione vocazionale abbracciando anche la vocazione familiare.
Partiamo da una convinzione fondamentale, cioè che il matrimonio è una vo-
cazione autentica e originale nella Chiesa, quindi ha qualcosa di proprio e
singolare rispetto alle altre chiamate vocazionali nella Chiesa:
Il matrimonio è una vocazione, in quanto è una risposta
alla specifica chiamata a vivere l’amore coniugale come segno
imperfetto dell’amore tra Cristo e la Chiesa. Pertanto, la
decisione di sposarsi e di formare una famiglia dev’essere
frutto di un discernimento vocazionale. […] Tanto la
preparazione prossima quanto l’accompagnamento
più prolungato devono fare in modo che i fidanzati non
vedano lo sposarsi come il termine del cammino, ma che
assumano il matrimonio come una vocazione che li lancia in
avanti, con la ferma e realistica decisione di attraversare
insieme tutte le prove e i momenti difficili104.
Recuperare invece con convinzione l’idea che il matrimonio, essendo autentica
vocazione che porta agli altri stati di vita cristiana una ricchezza singolare è uno
dei punti fermi del cammino ecclesiale di questi ultimi anni. Direi un punto di non
103 Cfr. R. Sala, Pastorale giovanile vocazionale. L’invito sinodale a qualificare
vocazionalmente il nostro impegno educativo-pastorale in «Note di pastorale giovanile»
3 (2017) 2-4.
104 Francesco, Amoris laetitia, n. 72.211.
138

14.10 Page 140

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ritorno. Su questa scia “vocazionale” i due recenti Sinodi sulla famiglia hanno par-
lato di preparazione remota, prossima e immediata al matrimonio affermando che
vanno tenute ben presenti le tre tappe indicate da
Familiaris Consortio (cfr. 66): la preparazione remota, che
passa attraverso la trasmissione della fede e dei valori
cristiani all’interno della propria famiglia; la preparazione
prossima, che coincide con gli itinerari di catechesi e le
esperienze formative vissute all’interno della comunità
ecclesiale; la preparazione immediata al matrimonio, parte
di un cammino più ampio qualificato dalla dimensione
vocazionale105.
È molto interessante tenere presente queste tre attenzioni: la preparazione
“remota” sembra essere a carico della famiglia di origine; quella “prossima”
sembra essere legata alla comunità cristiana e quindi ai percorsi di pastorale
giovanile; quella “immediata” dovrebbe preparare i giovani che si avviano alla
celebrazione del sacramento verso un’accoglienza “vocazionale” del matrimo-
nio, riconoscendo appunto che «il matrimonio cristiano non può ridursi ad una
tradizione culturale o a una semplice convenzione giuridica: è una vera chia-
mata di Dio che esige attento discernimento, preghiera costante e maturazione
adeguata»106.
Effettivamente il legame tra questi tre momenti (remoto-prossimo-immediato)
intercettano in un certo senso tre azioni pastorali distinte ma mai separate,
riconducendole in unità intorno alle persone che crescono (infanti, fanciulli,
adolescenti, giovani, adulti): pastorale familiare, pastorale giovanile e pastorale
vocazionale. Noi le consideriamo troppe volte tre pastorali separate, ma nella
realtà esse sono una innestata nell’altra, si sostengono o cadono a vicenda, si
alimentano costantemente come i vasi comunicanti, crescendo o diminuendo
in maniera direttamente proporzionale: lavorando bene in una direzione non
si fa che qualificare tutti gli altri ambiti. Da un punto di vista remoto e quindi
originario
vi è unanime consenso nel ribadire che la prima scuola di
educazione è la famiglia e che la comunità cristiana si pone
a sostegno ed integrazione di questo insostituibile ruolo
formativo. Si ritiene necessario individuare spazi e momenti
105 Sinodo sulla famiglia, Relazione finale approvata dai padri sinodali, n. 57.
106 Ivi.
139

15 Pages 141-150

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15.1 Page 141

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
d’incontro per incoraggiare la formazione dei genitori e
la condivisione di esperienze tra famiglie. È importante
che i genitori siano coinvolti attivamente nei cammini di
preparazione ai sacramenti dell’iniziazione cristiana, in
qualità di primi educatori e testimoni di fede per i loro figli107.
Da un punto di vista prossimo non è nemmeno immaginabile una pastorale
giovanile che – in forma esageratamente autoreferenziale – non sia legata in-
trinsecamente a quella familiare e che agisca e progetti i suoi percorsi in forma
separata rispetto a quelli della pastorale familiare:
La pastorale giovanile è senz’altro un ambito specifico,
che, però, oltre a tangere la pastorale vocazionale
specifica al sacerdozio o alla consacrazione, deve tenere
in considerazione anche la pastorale familiare. E questo
per due motivi: sia perché i giovani stessi sono inseriti
in una famiglia, e sia perché molti di loro in futuro
fonderanno una famiglia propria. Purtroppo un’eccessiva
specializzazione ha portato allo sviluppo di “due mondi”
– quello del giovane e quello della famiglia. Bisogna
ricuperare l’unità108.
Infine ci chiediamo, dal punto di vista immediato, quale ruolo e quale compito
va pensato per una pastorale giovanile e familiare capace di riscoprire sempre
più la dimensione vocazionale della vita cristiana. Proprio l’apertura vocazionale
diviene discernimento e preparazione alla vita vissuta secondo il Vangelo nei di-
versi stati di vita: sacerdotale, consacrato, matrimoniale. Mi pare che la relazione
finale del Sinodo sia oltremodo chiara e ci indichi una direzione ben precisa:
Emerge dunque l’esigenza di un ampliamento dei temi
formativi negli itinerari prematrimoniali, così che questi
diventino dei percorsi di educazione alla fede e all’amore,
integrati nel cammino dell’iniziazione cristiana. In questa
luce, è necessario ricordare l’importanza delle virtù, tra
cui la castità, condizione preziosa per la crescita genuina
dell’amore interpersonale. L’itinerario formativo dovrebbe
107 Ivi, n. 67.
108 Duarte da Cuhna (Segretario Generale del Consiglio delle Conferenze
Episcopali Europee), La pastorale giovanile in Europa in un momento di nuova
evangelizzazione, relazione al XII Convegno Nazionale di Pastorale Giovanile della
CEI, Roma, 10-13 ottobre 2011 (cfr. http://giovani.chiesacattolica.it).
140

15.2 Page 142

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assumere la fisionomia di un cammino orientato al discernimento
vocazionale personale e di coppia, curando una migliore sinergia
tra i vari ambiti pastorali. I percorsi di preparazione al
matrimonio siano proposti anche da coppie sposate in
grado di accompagnare i nubendi prima delle nozze e
nei primi anni di vita matrimoniale, valorizzando così la
ministerialità coniugale. La valorizzazione pastorale delle
relazioni personali favorirà l’apertura graduale delle menti
e dei cuori alla pienezza del piano di Dio109.
Quello della preparazione al matrimonio è un campo unificante che deve dare
da pensare sia alla pastorale vocazionale, che non può accontentarsi di un ser-
vizio vocazionale ristretto alle vocazioni di “speciale consacrazione”, che alla
pastorale giovanile, che non può pensare di occuparsi di una massa informe di
giovani senza attenzione alle specifiche scelte vocazionali in uscita.
In questo senso i percorsi dovrebbero passare attraverso tre livelli di diversa pro-
fondità: dai corsi in ottica di competenze, che vedono protagonisti l’avvocato,
lo psicologo, il prete, il medico, il conciliatore siamo passati ai corsi in ottica
relazionale, che mettono al centro la relazione di coppia, le reti, la genitorialità,
la gestione del conflitto e l’educazione dei figli. Ma non siamo ancora giunti a
percorsi in ottica vocazionale, che mettono al centro il dono della chiamata, la
necessità della fede e del sacramento, l’amore e la responsabilità.
Ciò che in fondo risulta fondamentale è riconoscere che il punto preciso su cui
fare forza per riprogettare la pastorale è un legame forte con la famiglia, sia in
entrata che in uscita.
In entrata perché la pastorale giovanile riceve i suoi soggetti dalle età della vita
precedenti alla gioventù, ovvero dall’infanzia, dalla fanciullezza e dall’adolescen-
za. I primi due tempi vedono come protagonista quasi assoluta la famiglia e le
relazioni primarie, e il terzo tempo segna in genere l’incrinatura e la contesta-
zione con la vita familiare. In uscita perché i soggetti che terminano il passaggio
dall’età giovanile in genere sono chiamati a vivere la loro vocazione cristiana
attraverso la creazione di una loro famiglia. È quindi normale pensare che uno
dei compiti fondamentali della pastorale giovanile sia abilitare i giovani alla re-
sponsabilità della vita adulta che si specifica in forma privilegiata nell’assunzione
della responsabilità familiare. Per questo anche l’animazione vocazionale entra
a pieno titolo nella nostra riflessione.
109 Sinodo sulla famiglia, Relazione finale approvata dai padri sinodali, 58.
141

15.3 Page 143

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
2.3 LA CURA PASTORALE SALESIANA PER LA FAMIGLIA:
UN SEGNO DEI TEMPI
C’è anche però, dal punto di vista carismatico, la necessità di una concen-
trazione specifica sulla famiglia, perché i nostri giovani, insieme a tante
povertà (materiale, culturale, morale, spirituale), vivono a volte una grande
“povertà familiare”. Anche su questo versante il carisma si muove, met-
tendo in campo una vera e propria “pastorale familiare” specifica, sempre
privilegiando la forma preventiva, perché «oggi, più importante di una pa-
storale dei fallimenti è lo sforzo pastorale per consolidare i matrimoni e così
prevenire le rotture»110.
Già alcune indicazioni di Benedetto XVI ci avevano illuminato il cammino su
queste tematiche. Incontrando i capitolari il 31 marzo 2008, con la sua con-
sueta lucidità, così si esprimeva in ordine al nostro impegno pastorale per la
famiglia:
Nell’educazione dei giovani è estremamente importante
che la famiglia sia un soggetto attivo. Essa è spesse volte
in difficoltà nell’affrontare le sfide dell’educazione;
tante volte è incapace di offrire il suo specifico apporto,
oppure è assente. La predilezione e l’impegno a favore dei
giovani, che sono caratteristica del carisma di Don Bosco,
devono tradursi in un pari impegno per il coinvolgimento e
la formazione delle famiglie. La vostra pastorale giovanile
quindi deve aprirsi decisamente alla pastorale familiare.
Curare le famiglie non è sottrarre forze al lavoro per i
giovani, anzi è renderlo più duraturo e più efficace. Vi
incoraggio perciò ad approfondire le forme di questo
impegno, su cui già vi siete incamminati; ciò tornerà
anche a vantaggio dell’educazione ed evangelizzazione
dei giovani.
Nel documento finale del Capitolo Generale XXVI, nelle nuove frontiere, la fa-
miglia è uno dei tre ambiti privilegiati di impegno, insieme alla comunicazione
sociale e all’Europa. Inclusi tra i “giovani poveri” e la ricerca di “nuovi modelli
gestionali” questi tre appaiono impegni decisivi per il futuro111.
110 Amoris laetitia, n. 307.
111 Anche se sulla famiglia la prima parte del n. 99 (chiamata di Dio) e del n. 122
(situazione) offrivano più una direzione di marcia che delle proposte concrete.
142

15.4 Page 144

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Sta di fatto che la Chiesa nel suo insieme ha ritenuto di dover far leva maggior-
mente sul tema della famiglia piuttosto che su quello dei giovani: la scelta è
lecita ed anche doverosa, perché in realtà essa non fa torto ai giovani ma crea
le condizioni per un’educazione durevole e sostanziosa, mettendo le basi per
un rinnovamento della società nel suo insieme. Questo nonostante il momento
critico che la famiglia sta vivendo:
La famiglia attraversa una crisi culturale profonda, come
tutte le comunità e i legami sociali. Nel caso della famiglia,
la fragilità dei legami diventa particolarmente grave perché
si tratta della cellula fondamentale della società, del luogo
dove si impara a convivere nella differenza e ad appartenere
ad altri e dove i genitori trasmettono la fede ai figli. […]
L’individualismo postmoderno e globalizzato favorisce uno
stile di vita che indebolisce lo sviluppo e la stabilità dei legami
tra le persone, e che snatura i vincoli familiari. L’azione
pastorale deve mostrare ancora meglio che la relazione con il
nostro Padre esige e incoraggia una comunione che guarisca,
promuova e rafforzi i legami interpersonali112.
Il senso della nostra attenzione diretta alla famiglia sta tutto qui: proprio perché
essa è un soggetto particolarmente fragile e provato, vi è la necessità di mag-
giore attenzione e cura pastorale.
Uno dei caratteri propri del nostro carisma è quello missionario: siamo chiamati
a crescere nella sensibilità che «oggi la pastorale familiare dev’essere essenzial-
mente missionaria, in uscita, in prossimità, piuttosto che ridursi ad essere una
fabbrica di corsi ai quali pochi assistono»113. Prossimità per noi significa incon-
trare le famiglie nella situazione e nella condizione in cui realmente si trovano,
cercando di accompagnare con pazienza e prudenza i loro tortuosi cammini, di
essere presenti con intelligenza e sapienza nel momento del discernimento e
non abbandonarli nel momento della fatica e della sofferenza.
È quindi opportuno, in ogni articolazione della nostra missione, avere uno
sguardo privilegiato e attento per la famiglia. Sia nell’ambito propriamente ca-
rismatico, cioè quando ci occupiamo direttamente dei giovani, siamo chiamati
ad avere particolare cura delle famiglie di provenienza, attraverso l’incontro,
la formazione, l’accompagnamento e il sostegno. Sia quando ci occupiamo,
112 Francesco, Evangelii gaudium, n. 66.67.
113 Francesco, Amoris laetitia, n. 230.
143

15.5 Page 145

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
sempre secondo il carisma, di attività pastorali più ampie, per esempio quelle
di Parrocchie affidate alla Congregazione: qui la preparazione immediata al
matrimonio, l’accompagnamento delle giovani coppie, il sostegno e l’integra-
zione di coppie e di singoli in difficoltà sono per noi campi di azione specifica e
privilegiata verso cui non ci è permesso sottrarci.
Punti fermi
a. La Comunità Educativo Pastorale: vivere e lavorare insieme secondo
un modo di procedere fatto di comunione, condivisione e correspon-
sabilità è la nostra “profezia di fraternità” in atto;
b. La pastorale giovanile vocazionale: assumere la prospettiva vocazio-
nale ampia in pastorale giovanile non è più per noi un optional, ma
una necessità storica, ecclesiale e carismatica;
c. La pastorale familiare: la “povertà familiare” dei nostri giovani va
affrontata anche direttamente, con una pastorale familiare guidata
dal sistema preventivo, fatto di “ragione, religione e amorevolezza”.
LA FAMIGLIA
3 CORRESPONSABILE DELLA
MISSIONE SALESIANA
Il cammino ecclesiale di questi ultimi decenni ci porta a pensare che la piattafor-
ma battesimale sia il punto di accesso per essere missionari ed evangelizzatori.
Così il “soggetto famiglia”, in quanto cellula originaria ed espressione autentica
della Chiesa, non si può estromettere da questa logica, ma è chiamato con
entusiasmo a prenderne parte.
La famiglia evidentemente non è un soggetto isolato – come non lo dovrebbero
essere altri stati di vita cristiana – ma è parte del soggetto educativo ecclesiale e
ne partecipa con le sue specificità in uno stile di corresponsabilità.
Quindi è logico pensare che anche nel carisma salesiano vi sia uno spazio spe-
cifico per la famiglia come soggetto dell’azione educativa ed evangelizzatrice
verso le giovani generazioni.
144

15.6 Page 146

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3.1 QUALI SPECIFICITÀ?
IL PROPRIO DELLA FAMIGLIA
Ci chiediamo innanzitutto: qual è il proprio della famiglia? Dove risiede la sua
originalità? Qual è la sua peculiarità rispetto ad altri soggetti civili ed ecclesiali?
Rispondo a queste domande rileggendo alcuni aspetti di Amoris laetitia, offrendo tre
grandi affermazioni, che riassumono i tre capitoli più propositivi di tutto il documento
a riguardo della vocazione specifica della famiglia: il quarto, il quinto e il settimo.
Il primo carattere proprio della famiglia è la vocazione all’amore. Tutto il capitolo
quarto dice con chiarezza che la famiglia ha il compito di mostrare a tutti che
cosa sia l’amore e come vada vissuto nella vita di tutti i giorni.
La scelta di utilizzare l’inno alla carità di san Paolo – che sempre don Bosco uti-
lizza per dire l’essenza del suo sistema educativo! – come referente privilegiato
per dire la concretezza dell’amore, coniugandolo attraverso gli atteggiamenti
quotidiani, è quasi una richiesta al Signore di darci non solo il pane quotidiano,
ma l’amore quotidiano. Per comprendere il vangelo della famiglia bisogna sof-
fermarsi a parlare dell’amore:
Tutto quanto è stato detto non è sufficiente ad esprimere
il vangelo del matrimonio e della famiglia se non ci
soffermiamo in modo specifico a parlare dell’amore.
Perché non potremo incoraggiare un cammino di fedeltà
e di reciproca donazione se non stimoliamo la crescita,
il consolidamento e l’approfondimento dell’amore
coniugale e familiare. In effetti, la grazia del sacramento
del matrimonio è destinata prima di tutto “a perfezionare
l’amore dei coniugi”. Anche in questo caso rimane valido
che, anche “se possedessi tanta fede da trasportare le
montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla. E se
anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio
corpo per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi
servirebbe” (1Cor 13,2-3). La parola “amore”, tuttavia, che
è una delle più utilizzate, molte volte appare sfigurata114.
Il secondo proprio della famiglia è la sua vocazione generativa. A questo è
consacrato il capitolo successivo all’amore, che fa un tutt’uno con esso, perché
114 Ivi, n. 89.
145

15.7 Page 147

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
amore e generazione sono lo stesso verbo, perché «l’amore dà sempre vita»115.
L’amore è sempre e assolutamente il luogo della fecondità e della generazione:
proprio la configurazione biologica dell’uomo e della donna dicono originaria
predisposizione a dare la vita.
Nessuna altra vocazione nella Chiesa è generatrice nel modo della famiglia e la
generazione di altro genere, per esempio la fecondità spirituale, ha nella famiglia
il suo referente privilegiato. In Maria c’è piena unità in questo: concepire nella
fede e concepire nella carne sono in Lei, come eccezione fondante, un tutt’uno.
Tutto ciò mette al centro della riflessione il legame genetico e l’unità dinamica
tra carne e spirito, tra amore e sessualità, tra corpo e affetti. Tutti temi asso-
lutamente di primordine nel nostro tempo: basti pensare alla questione del
cosiddetto “gender”, che con assoluta superficialità trancia ogni legame tra
corporeità oggettiva e percezione soggettiva di sé, ritornando a canoni di rozzo
cartesianesimo che considera il corpo mera res extensa, materia indifferenziata
nelle mani di un presunto creatore di sé!
Pensiamo invece al tema della gravidanza, come un fare fisicamente e spiritual-
mente spazio all’altro che desidera venire in mezzo a noi, dove il corpo della
donna esprime al meglio la sua singolarità femminile. Oppure al tema delle
famiglie aperte e solidali nei confronti della vita fragile e pericolante, attraverso
l’adozione e l’affido; oppure al tema della filialità come originario dell’umano
in quanto tale, su cui l’Esortazione Apostolica così riflette:
A nessuno fa bene perdere la coscienza di essere
figlio. In ogni persona, “anche se uno diventa adulto, o
anziano, anche se diventa genitore, se occupa un posto di
responsabilità, al di sotto di tutto questo rimane l’identità
di figlio. Tutti siamo figli. E questo ci riporta sempre al
fatto che la vita non ce la siamo data noi ma l’abbiamo
ricevuta. Il grande dono della vita è il primo regalo che
abbiamo ricevuto”116.
Il terzo aspetto singolare della famiglia è la sua vocazione educativa. Di questo
si parla al capitolo settimo, affermando che la famiglia è il soggetto privilegiato
e primo dell’educazione dei figli. Non è né la Chiesa né lo Stato né la scuola
il luogo originario dell’educazione, ma la famiglia, che non può delegare l’e-
115 Ivi, n. 165.
116 Ivi, n. 188.
146

15.8 Page 148

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ducazione dei figli, ma semplicemente aiutata da altri soggetti ecclesiali e civili
in questo suo compito proprio, perché «la famiglia è la prima scuola dei valori
umani, dove si impara il buon uso della libertà»117.
Il lavoro dell’Esortazione nell’ambito educativo è quello di spingere i genitori ad
uscire dalla logica della “delega” e della “consegna” dei propri figli ad “agenzie
educative” che ne curino la crescita e l’educazione a prescindere dalle dinami-
che familiari, riappropriandosi del proprio compito educativo:
I Padri hanno voluto sottolineare anche che “una delle
sfide fondamentali di fronte a cui si trovano le famiglie
oggi è sicuramente quella educativa, resa più impegnativa
e complessa dalla realtà culturale attuale e della grande
influenza dei media”. “La Chiesa svolge un ruolo prezioso
di sostegno alle famiglie, partendo dall’iniziazione cristiana,
attraverso comunità accoglienti”. Tuttavia mi sembra
molto importante ricordare che l’educazione integrale dei
figli è “dovere gravissimo” e allo stesso tempo “diritto primario”
dei genitori. Non si tratta solamente di un’incombenza o di
un peso, ma anche di un diritto essenziale e insostituibile
che sono chiamati a difendere e che nessuno dovrebbe
pretendere di togliere loro. Lo Stato offre un servizio
educativo in maniera sussidiaria, accompagnando la
funzione non delegabile dei genitori, che hanno il diritto di
poter scegliere con libertà il tipo di educazione – accessibile
e di qualità – che intendono dare ai figli secondo le proprie
convinzioni. La scuola non sostituisce i genitori bensì è
ad essi complementare. Questo è un principio basilare:
“Qualsiasi altro collaboratore nel processo educativo deve
agire in nome dei genitori, con il loro consenso e, in una
certa misura, anche su loro incarico”. Tuttavia “si è aperta
una frattura tra famiglia e società, tra famiglia e scuola, il
patto educativo oggi si è rotto; e così, l’alleanza educativa
della società con la famiglia è entrata in crisi”118.
È ribadito così che proprio della famiglia è il paziente accompagnamento edu-
cativo in ogni momento dei figli, in qualunque età della vita si trovino: infanti,
bambini, fanciulli, preadolescenti, adolescenti, giovani, adulti e anziani! Cer-
117 Ivi, n. 274.
118 Ivi, n. 84.
147

15.9 Page 149

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
tamente con attenzioni e tecniche diverse, ma sempre responsabili delle varie
dimensioni di vita: curare la crescita morale, attraverso una formazione etica
dei figli mediante «la vita virtuosa [che] costruisce la libertà, la fortifica e la edu-
ca»119; far crescere attraverso sanzioni, correzioni e stimoli dosati attraverso una
sana pedagogia del buon senso e una paziente fiducia; accompagnare attra-
verso una prudente e sapienze educazione sessuale, che può essere ben intesa
«solo nel quadro di una educazione all’amore, alla reciproca donazione»120; non
ultimo infine attraverso un’autentica e impegnata trasmissione della fede, che
rimane un compito primario della famiglia cristiana, la quale non può pensare di
essere rimpiazzata da agenti ecclesiali, che in realtà potrebbero solo rafforzare
l’educazione religiosa in famiglia, ma mai sostituirla:
L’educazione dei figli dev’essere caratterizzata da un
percorso di trasmissione della fede, che è reso difficile dallo
stile di vita attuale, dagli orari di lavoro, dalla complessità
del mondo di oggi, in cui molti, per sopravvivere, sostengono
ritmi frenetici. Ciò nonostante, la famiglia deve continuare
ad essere il luogo dove si insegna a cogliere le ragioni
e la bellezza della fede, a pregare e a servire il prossimo.
Questo inizia con il Battesimo, nel quale, come diceva
sant’Agostino, le madri che portano i propri figli “cooperano
al parto santo”. Poi inizia il cammino della crescita di quella
vita nuova. La fede è dono di Dio, ricevuto nel Battesimo, e
non è il risultato di un’azione umana, però i genitori sono
strumento di Dio per la sua maturazione e il suo sviluppo121.
3.2 QUALI APPORTI? ALCUNI CAMPI PRIVILEGIATI
Se il proprio vocazionale della famiglia è l’amore, la generazione e l’educazione,
logicamente questi saranno gli apporti specifici della famiglia per arricchire la
Comunità Educativo Pastorale e il suo nucleo animatore.
Effettivamente ad oggi non abbiamo detto ancora molto e non ci siamo impe-
gnati in un approfondimento adeguato sulle possibili e buone “contaminazioni”
tra carisma salesiano e famiglia.
119 Ivi, n. 267.
120 Ivi, n. 280.
121 Ivi, n. 287.
148

15.10 Page 150

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Si tratta, per dirla in sintesi, di incrociare ed intrecciare in maniera sapiente e
creativa i quattro pilastri del carisma salesiano, ben sintetizzati nel criterio ora-
toriano – casa che accoglie, parrocchia che evangelizza, scuola che avvia alla
vita e cortile per incontrarsi tra amici122 – con i tre ambiti propri della famiglia
– l’amore, la generazione, l’educazione.
Molte volte nel nucleo animatore della Comunità Educativo Pastorale ci sono
persone sposate, ma quasi mai ci sono persone che vi partecipano in quanto
coppia, cioè in quanto nucleo familiare. Eppure questo potrebbe essere un
aspetto nuovo da valorizzare a livello locale, ispettoriale e perfino mondiale. È
un modo concreto per rendere visibile la pienezza della comunione ecclesiale,
dove la presenza e la comunione tra tutti gli stati di vita del cristiano costitui-
scono la Chiesa.
Va senza indugio maturata l’idea che alcune famiglie possano entrare in una
dinamica apostolica, facendo un autentico discernimento circa il suo proprio
compito all’interno di un carisma educativo-pastorale qual è quello salesiano.
Non tutte le famiglie saranno chiamate a farlo, ma anche solo poche potrebbero
davvero essere un segno piccolo e chiaro di questa unità dinamica tra famiglia
e carisma salesiano. Alcune Ispettorie salesiane hanno vissuto in questi anni e
stanno tuttora vivendo un autentico discernimento pastorale per approfondire
la questione da un punto di vista teorico e pratico.
Qui possono nascere tante cose, tanto diverse e creative in ogni ambiente,
perché l’opera pastorale non è mai semplicemente “ripetizione”, ma sempre
creazione, ovvero frutto di quella “fantasia della carità” che dovrebbe caratte-
rizzare ogni opera ecclesiale. L’argomento della “convenienza pastorale” non
intesa in senso mercantile, ma in senso sostanziale, diventa centrale: che cosa
è meglio fare qui e adesso per rendere visibile l’apporto della famiglia e della
sua spiritualità al carisma salesiano, segnato dalla predilezione per i giovani?
Dal mio punto di vista, suggerisco tre istanze privilegiate, tra le tante disponibili
e possibili: l’educazione affettiva nei gruppi giovanili e apostolici; la presenza di
famiglie animatrici di altre famiglie, soprattutto nelle realtà parrocchiali e nella
formazione degli educatori; la presenza di famiglie insieme con i consacrati in
momenti di animazione vocazionale locale e ispettoriale.
Sul primo ambito sottolineo l’apporto strategico delle famiglie nell’ambito
dell’educazione all’amore: educazione affettiva, educazione all’amore e alla
122 Cfr. Quadro di riferimento della pastorale giovanile salesiana, 126-131.
149

16 Pages 151-160

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16.1 Page 151

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
donazione reciproca. Far entrare i giovani nella logica dell’amore come dedizio-
ne di sé all’altro è certamente uno specifico che una coppia ha da consegnare
alla Chiesa e ai giovani.
Pensate alla dinamica virtuosa della presenza del maschile e del femminile, che
porta delle ricchezze enormi e preziose per la triplice dimensione dell’amore,
della generazione e dell’educazione. In particolare la complementarietà tra il
registro materno e paterno è senz’altro necessari per una buona educazione,
dove c’è bisogno dell’accompagnamento materno e della trasmissione paterna.
Pensate solo a come i passaggi dalle diverse tappe che caratterizzano la vita
familiare come cammino di sempre maggiore donazione possono diventare
dinamiche educative per gli adolescenti e per i giovani:
Il cammino implica passare attraverso diverse tappe
che chiamano a donarsi con generosità: dall’impatto
iniziale caratterizzato da un’attrazione marcatamente
sensibile, si passa al bisogno dell’altro sentito come parte
della propria vita. Da lì si passa al gusto della reciproca
appartenenza, poi alla comprensione della vita intera
come progetto di entrambi, alla capacità di porre la felicità
dell’altro al di sopra delle proprie necessità, e alla gioia di
vedere il proprio matrimonio come un bene per la società.
La maturazione dell’amore implica anche imparare a
“negoziare”. Non è un atteggiamento interessato o un
gioco di tipo commerciale, ma in definitiva un esercizio
dell’amore vicendevole, perché questa negoziazione è un
intreccio di reciproche offerte e rinunce per il bene della
famiglia. In ogni nuova tappa della vita matrimoniale,
occorre sedersi e negoziare nuovamente gli accordi,
in modo che non ci siano vincitori e vinti, ma che
vincano entrambi. In casa le decisioni non si prendono
unilateralmente, e i due condividono la responsabilità
per la famiglia, ma ogni casa è unica e ogni sintesi
matrimoniale è differente123.
Sottolineo anche, in questo primo nucleo di impegno specifico della famiglia,
la presenza e la necessità di famiglie accoglienti per i ragazzi, gli adolescenti
e i giovani. Famiglie che partecipano della missione salesiana accogliendo gio-
vani nella loro casa: attraverso l’adozione, l’affido temporaneo o definitivo, la
123 Francesco, Amoris laetitia, n. 220.
150

16.2 Page 152

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corresponsabilità verso realtà salesiane che si prendono cura di giovani senza
famiglia, come ad esempio la collaborazione concreta con le case famiglia. È
un modo reale di partecipare alla missione salesiana.
Sul secondo ambito, quello legato all’impegno di coppie per l’animazione di
gruppi di famiglie, sottolineo il necessario affrancamento della pastorale fa-
miliare dalla custodia clericale che, come sappiamo, è sempre un gioco a due
colpe: il “clericalismo” è sempre frutto di chi vuol essere troppo protagonista
(il sacerdote o i religiosi) e di chi si adagia rimanendo dentro un’identità passiva
di “destinatario” (i laici e le famiglie). Gruppi famiglie che chiedono continua-
mente la presenza formativa del ministro ordinato o del Consacrato/a rischiano
di mortificare la giusta apostolicità della famiglia ed entrare in un ritmo passiviz-
zante, che non giova né alla vita dei sacerdoti né al protagonismo della famiglia.
Insomma, ci vogliono famiglie che si impegnino per le famiglie!
Per questo occorre mettersi in moto come coppie di sposi, come Ispettoria e
come realtà locale: pensare a percorsi formativi per gli operatori/formatori che
li abilitino ad operare a servizio delle famiglie; pensare agli educatori di gruppi
come “coppia”, insieme a singoli; favorire la crescita dei gruppi di famiglie, che
si formino intorno alla Parola e alla Spiritualità Salesiana, per poter essere nucleo
animatore di altre famiglie.
Insieme la presenza della famiglia può essere un dono per la formazione degli
animatori e degli educatori: partendo dalla convinzione che è la comunione tra i
coniugi il soggetto educativo all’interno della famiglia, c’è molto da dire, proprio
a livello di sposi, sulle strategie comuni di educazione ed evangelizzazione dei fi-
gli in vista di una formazione integrale di giovani che si impegnino per i giovani.
Infine, un terzo ambito, che vedo più orientato verso il discernimento vocazio-
nale, è quello legato a esperienze di spiritualità salesiana a livello ispettoriale e
locale, dove è importante mostrare l’uscita vocazionale completa dalla pastorale
giovanile. Pensate alla bellezza della vicinanza tra famiglie, consacrate/i e mi-
nistri ordinati nei momenti in cui i giovani vivono il travaglio del discernimento
vocazionale: la compresenza di verginità per il Regno e della fecondità umana
mostra le diverse forme dell’amore che non sono in concorrenza tra loro, ma
vivono di un’autentica ma diversa fecondità, sia spirituale che fisica.
In questa direzione sono due i problemi da risolvere che intravedo: il primo
è quello di pensare alla pastorale giovanile come pastorale senza fine, cioè
senza una uscita vocazionale chiara e consapevole. Invece la pastorale giova-
nile, compito legato al carisma, è bene che incominci, ma è bene soprattutto
151

16.3 Page 153

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
che finisca! Noi lavoriamo per generare adulti nella fede e nella vita, ed è per
questo che aiutiamo i ragazzi a confrontarsi con persone che hanno raggiunto
una maturità vocazionale nei diversi stati di vita cristiana. Il secondo problema
è quello di un’animazione vocazionale concentrata solo sulle cosiddette vo-
cazioni “di speciale consacrazione”, ovvero alla vita religiosa e al sacerdozio.
Sicuramente vi è una specificità propria in queste vocazioni, che richiede una
cura e un’attenzione speciale, la quale però non va pensata in forma esclusiva
ed escludente, ma dentro una dinamica vocazionale integrale ed integra-
ta. Altrimenti l’animazione vocazionale diviene una “pastorale del bonsai”,
piuttosto che essere il punto di arrivo per il discernimento vocazionale che è
compito di ogni giovane:
Come vivere la buona notizia del Vangelo e rispondere
alla chiamata che il Signore rivolge a tutti coloro a cui si fa
incontro: attraverso il matrimonio, il ministero ordinato,
la vita consacrata? E qual è il campo in cui si possono
mettere a frutto i propri talenti: la vita professionale,
il volontariato, il servizio agli ultimi, l’impegno in
politica?124
3.3 QUALE FORMAZIONE? CAMMINI PER
LA MISSIONE SALESIANA
L’ultimo punto che intendo trattare è per alcuni aspetti il più delicato e a volte il
più debole: quello della formazione, perché tutto ciò che è stato detto in questi
giorni esige, per essere realizzato, l’avvio di processi virtuosi di formazione per
tutti e per ciascuno.
L’improvvisazione è la madre di tante sciagure, in tutti i campi e in tutte le
direzioni. La formazione oggi è una necessità continua che implica continuo
aggiornamento e permanente capacità di apprendimento. Formazione che evi-
dentemente non riguarda semplicemente le famiglie, ma i consacrati salesiani
e i ministri ordinati.
C’è una prima vera e propria riforma da attuare per tutti, una vera e propria
conversione: assimilare lo stile della comunione, le dinamiche della condivisio-
ne e l’arte della corresponsabilità. Ne parliamo molto, ma siamo ancora molto
124 Cfr. Sinodo dei Vescovi – XV Assemblea Generale Ordinaria, I giovani, la fede e il
discernimento vocazionale. Documento preparatorio e questionario, II,2.
152

16.4 Page 154

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indietro rispetto a dove dovremmo realmente essere. Stimare tutte le vocazioni
nella Chiesa, ricevere con gioia l’apporto di ciascuna di esse per il bene dei gio-
vani, vivere nella logica di uno scambio permanente di doni, gareggiare nello
stimarci a vicenda sono ancora traguardi da raggiungere
Oggi per noi è di somma importanza vivere una spiritualità di comunione o, per
dirla con alcuni ultimi interventi del nostro Rettor Maggiore, una profezia di fra-
ternità: consacrati, laici, famiglie e giovani insieme in una reale corresponsabilità
apostolica. Si tratta di far emergere uno stile relazionale ben preciso. Quando
parlo di “stile” intendo qualcosa di ben preciso: esso indica la concretezza
con cui le forze e le forme –in ambito personale, comunitario, istituzionale – si
fondono in unità vivente, dando vita ad un ecosistema realmente praticabile.
Nel Capitolo Generale XXIV, svoltosi nel 1996, che ha messo a tema il legame
tra salesiani e laici in ordine allo spirito e alla missione salesiana, si parlava in
maniera, a mio parere profetica, di spiritualità della relazione e di spirito di
famiglia da seminare, da coltivare e da far maturare. Tre numeri sono, a mio
parere, attualissimi in ordine alle condizioni di rinnovamento del nostro modo
di vivere e operare. Essi mi paiono un po’ come tre fari. Li riporto, perché mi
pare che parlino da soli con estrema chiarezza:
[91] Don Bosco uomo di relazione
Il primo dono che don Bosco fa ai suoi è quello di una
relazione umana serena e accogliente. La padronanza di sé
gli permette di donarsi con straordinaria efficacia e di
dare, gradualmente, alla propria relazione un contenuto
pastorale e sacramentale. La qualità dell’incontro educativo
sta in cima ai suoi pensieri. “Tutti quelli con cui parli
diventino tuoi amici”, suggerisce, ed “essere amico di
don Bosco” significa tutto a Valdocco: impegno spirituale,
felicità interiore, collaborazione educativa, gioia di
famiglia. È sua convinzione che lo spirito salesiano
“deve animare e guidare le nostre azioni ed ogni nostro
discorso”. Lo dice con forza nelle lettere a don Cagliero e
a don Costamagna dell’agosto 1885: “Il sistema preventivo
sia proprio di noi. (...) Carità, pazienza, dolcezza (...) Ciò
valga per i salesiani fra loro, fra gli allievi, ed altri, esterni
od interni”. “Studia di farti amare”, mormora a don Rua,
lasciandogli quasi un testamento ed indicandogli il
segreto dell’arte del Buon Pastore. Don Bosco consegna,
153

16.5 Page 155

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
dunque, al termine della vita, come una convinzione
profonda ed una preziosa eredità, l’intuizione raccolta nel
sogno dei 9 anni. E, nel prediligere le “virtù relazionali” - come
cardini del dialogo educativo e della collaborazione operativa
- don Bosco si dimostra eccellente discepolo di San Francesco
di Sales.
[92] Un bisogno degli uomini d’oggi
Oggi si lamenta una diffusa assenza di relazione e la
solitudine fa più paura della morte, specie ai giovani ed
agli anziani. Le scienze umane descrivono l’uomo come
un essere di relazione. Già a partire dal grembo materno,
egli è impastato di relazioni. Una relazione positiva lo
costruisce e lo fa felice, una negativa lo deprime e lo può
distruggere. In ogni caso, la relazione sta al cuore di ogni
approccio educativo, di ogni sforzo di collaborazione, della
serenità familiare come dell’efficacia di una comunità educativa
pastorale. “Bisogna farsi fratelli degli uomini nell’atto stesso
che vogliamo essere loro pastori, padri e maestri. Il clima del
dialogo è l’amicizia, anzi il servizio” (Paolo VI).
[93] La risposta salesiana: l’amorevolezza
L’ascolto dei laici e dei giovani ci fa convinti che c’è
grande voglia di rapporto. E che ci sono in Congregazione
numerose esperienze che fondano la speranza di poter
crescere in tale direzione, esprimendo in pienezza
- insieme ai laici e primariamente nei loro confronti -
le ricchezze dell’amorevolezza salesiana e dello spirito
di famiglia che ne deriva. Essa può rischiare di essere
degradata a puro strumento tecnico, captativo e manipolatore
della personalità dell’altro, sia giovane che adulto. Per
questo va riempita di carità fino ad essere trasformata
in espressione di autentica spiritualità relazionale. Ne
è frutto e segno quella castità serena, così cara a don
Bosco, che regge l’equilibrio affettivo e la fedeltà oblativa.
Così rinvigorita e purificata, la relazione educativa si
esprime nell’incontro personale, costruisce un ambiente
formativo stimolante, incoraggia al cammino di gruppo,
accompagna la maturazione vocazionale.
154

16.6 Page 156

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Per quanto riguarda le competenze personali, penso ad alcuni atteggiamenti
mirabilmente sintetizzati sempre dal CG 24 al n. 103 in vista della costruzione
della Comunità Educativo Pastorale:
Consideriamo importante coltivare in tali itinerari alcuni
atteggiamenti:
ee una attenta presa di coscienza dei nostri
comportamenti relazionali e comunicativi,
ee la pazienza dell’ascolto e la disponibilità a fare
spazio all’altro,
ee la scelta di dare fiducia e speranza,
ee la disponibilità ad entrare nella logica dello
scambio dei doni,
ee la prontezza a fare il primo passo e ad accogliere
sempre con bontà,
ee l’assunzione della quotidiana disciplina che
valorizza l’essere insieme,
ee la prontezza alla riconciliazione.
Lavorare insieme secondo uno stile corresponsabile ci chiama ad alcune con-
versioni pastorali decisive: passare dal “fare per i giovani” al “fare con i gio-
vani”; passare dagli “eventi separati” ad una “pastorale del quotidiano”;
passare dalla “convocazione di massa” all’ “accompagnamento responsa-
bile”; passare dal “si è sempre fatto così” al “pensare insieme secondo il
Vangelo”; passare dalla “corresponsabilità esecutiva” alla “corresponsabilità
progettuale”; passare dall’ “accettazione” dei laici e delle famiglie alla loro
“valorizzazione”.
A partire da una formazione che ci abilita prima di tutto a lavorare insieme,
sviluppando la grazia di essere “vasto movimento” con tanti doni che devono
essere condivisi, nascono alcune esigenze specifiche, che sono tipiche del nostro
carisma educativo ed evangelizzatore.
Vi è certamente necessità di formazione sul nostro metodo educativo: il siste-
ma preventivo – fatto di ragione, religione, e amorevolezza – rimane per noi il
riferimento per poter vivere un’esperienza spirituale ed educativa in ogni nostra
realtà125. Al suo interno troviamo i grandi pilastri della spiritualità giovanile sale-
siana, già ben identificati fin dal Capitolo Generale XXIII del 1990:
125 Cfr. Quadro di riferimento della pastorale giovanile salesiana, 75-103.
155

16.7 Page 157

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
1. Spiritualità del quotidiano. Il quotidiano ispirato a Gesù
di Nazareth è il luogo in cui il giovane riconosce la
presenza operosa di Dio e vive la sua realizzazione
personale.
2. Spiritualità della gioia e dell’ottimismo. Il quotidiano va
vissuto nella gioia e nell’ottimismo, senza rinunciare
per questo all’impegno e alla responsabilità.
3. Spiritualità dell’amicizia con il Signore Gesù. Il quotidiano
è ricreato dal Cristo della Pasqua che dà le ragioni
della speranza e introduce in una vita che trova in Lui
la pienezza di senso.
4. Spiritualità di comunione ecclesiale. Il quotidiano si
sperimenta nella Chiesa, ambiente naturale per la
crescita nella fede attraverso i sacramenti. Nella
Chiesa troviamo Maria, prima credente, che precede,
accompagna e ispira.
5. Spiritualità di servizio responsabile. Il quotidiano viene
consegnato ai giovani in un servizio generoso,
ordinario e straordinario126.
Vi è la necessità di una formazione specifica sulla pastorale giovanile, che è
la nostra missione specifica, e sui suoi cinque ambiti di azione – promozione
umana, annuncio esplicito, formazione morale della coscienza, correspon-
sabilità apostolica e accompagnamento vocazionale in ottica vocazionale –
vanno presi seriamente in considerazione ed approfonditi con sistematicità
progettuale127.
Esiste anche, infine, una formazione specifica sulla pastorale familiare: for-
mazione in vista della preparazione al matrimonio dei giovani, in vista dell’ac-
compagnamento delle giovani coppie e di gruppi di famiglie, in vista dell’inte-
grazione di coppie in situazione di difficoltà. Su tutto ciò vi è una letteratura
pressoché sterminata e una miriade proposte ecclesiali in ogni continente,
nazione e diocesi.
126 Capitolo Generale 23, n. 161. Cfr. Quadro di riferimento della
pastorale giovanile salesiana, 93-99.
127 Mi permetto qui di rimandare a R. Sala (con A. Bozzolo, R. Carelli e P.
Zini - Prefazione di G. Mari e postfazione di S. Currò), Pastorale giovanile 1.
Evangelizzazione ed educazione dei giovani. Un percorso teorico-pratico, LAS, Roma 2017,
333-398.
156

16.8 Page 158

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Punti fermi
a. Il proprio della famiglia: siamo chiamati a riconoscere con gratitudine
ciò che è specifico e caratteristico della famiglia e non di altri stati di
vita cristiana;
b. L’apporto della famiglia: all’interno del carisma salesiano siamo chia-
mati a valorizzare il proprio della famiglia per l’educazione e l’evan-
gelizzazione delle giovani generazioni;
c. La necessaria formazione: per uscire dall’improvvisazione e dall’in-
competenza siamo chiamati a formarci insieme con le famiglie se-
condo il nostro carisma salesiano.
CONCLUSIONE
Ringraziando tutti e ciascuno di voi per la vostra attenzione e pazienza, vi lascio,
come conclusione operativa, tre semplici domande, che si riferiscono ognuna
ad una delle tre parti della mia esposizione.
Un carisma familiare. In che modo nelle nostre realtà salesiane cerchiamo di
realizzare lo “spirito di famiglia” come clima adeguato che favorisce l’emergere
del contesto familiare dell’educazione, l’unico in grado di riproporre l’ambiente
pastorale tipico delle nostre origini carismatiche?
La pastorale giovanile salesiana per la famiglia. Come ci stiamo impegnando
con convinzione in una vera e propria “pastorale giovanile vocazionale” che
coinvolga tutti i giovani che frequentano le nostre case, avendo anche un’at-
tenzione speciale alla loro famiglia di provenienza, attraverso un accompagna-
mento adeguato?
La famiglia corresponsabile della missione salesiana. In che modo ed in quali
ambiti stiamo valorizzando l’apporto specifico della famiglia per l’efficacia del-
la missione salesiana nelle nostre Ispettorie e nelle nostre realtà locali e quali
cammini di formazione abbiamo intrapreso per qualificarci in questo compito?
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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
158

16.10 Page 160

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RIFLESSIONI
REGIONALI
AFRICA & MADAGASCAR
ANGLOPHONE GROUP
1. A charism of the family. Rediscovering family spirit is essential if we
are to reclaim the pastoral atmosphere of our founding charism. In
our Salesian realities, how do we make “family spirit”, which is the
necessary context for our style of education, a lived reality?
MMSharing our charism with young people and laity and other
interested individuals and groups is one of the ways we must
rediscover our family spirit.
MMWe need to explore ways of balancing professionalism in our
institution with relationship with young people, families and
all our collaborators. Less talk, more actions.
MMNeed to improve relationship and collaboration with all the
members of the Salesian family.
MMUrgent need to heed to the call to Return to Don Bosco and
to young people by being present with the young people, not
only in the classrooms but especially at the playground.
MMRediscovering the family spirit is also inculcating in each of us
the same passion that drove Don Bosco.
MMWe need to understand what Salesian Spirit means; but most
importantly, the emphasis should be on the ownership of
the mission and sense of co-responsibility in planning and
ownership of the mission of Don Bosco.
MMThe animating nucleus in our Centres should not necessarily be
Salesians, but the joint planning and activities of the Salesians
and the collaborators.
MMThere is need to orient everyone who is interested in joining
the Salesian family so that the insertion becomes concrete and
committed.
MMNeed to rediscover Table-Fellowship as an integral part of the
159

17 Pages 161-170

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17.1 Page 161

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
Salesian spirit. This is highlighted especially in the Salesian
festivities and celebrations, especially in the oratories and
schools.
MMPlanning together as EPC for the mission in a systematic
way and concluding with table fellowship. Secondly, shared
responsibilities in the missions, we should not plan as EPC and
implement as SDBs.
2. Salesian Youth ministry for the family. What commitments are we
making to build a genuine “vocational youth ministry” that involves
all the young who come to our houses, including the necessary
accompaniment to their families of origin?
MMImitation of Don Bosco whose approach was vocational
proposals made to young people, usually in an informal way.
however, there is need to have an orgnised and systematic
programmes that allows the young to reflect on and envision
what they want to be.
MMStrengthen and structure Career Guidance Offices within all
our sectors and institutions in such a way that they will be
more structured to meet the needs of young people in career
and vocational choices.
MMThere is need to create processes that complement
programmes and activities that are tailored to assist the young
people to follow their vocations. One of the processes is one-
on-one dialogue with the young in a personal and friendly
way.
MMGroup accompaniment: in many of our institutions, we
have groups with young of like minds. Our closeness and
accompaniment can go a long way to assist them in vocational
choices.
MM3. The family as co-responsible for the Salesian mission. How
and in what areas of our work are we recognizing the specific
contribution that families can bring so that our Salesian
mission may become more effective at the local and provincial
levels? What formative itineraries have we undertaken to
better prepare ourselves to do this?
MMThe team of vocation animation need to henceforth collaborate
with lay people in planning and implementing their formative
plans and activities.
MMWorking with parents in our schools (PTA) and oratories helps
us to understand the background of the children that come to
our schools and centres and their challenges.
160

17.2 Page 162

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MMWhenever we invite the parents of the boys who are with us,
we need to invite both of them so that they will show to their
children through their presence the beauty of love.
MMInvite role model parents from time to time to share with
young people the ups and downs and beauty and joys of
marriage and family life as a way of inculcating culture of
openness on family and sexuality issues in our environment.
MMAs Salesians, we need to be courageous to let families and
groups to know where we need their help, especially in
catechesis, leading people to Jesus and helping the faithful to
appreciate the scripture.
MMReflections and discussions on Amoris Laetitia in many of
our communities are steps we take to prepare ourselves
to understand the role of the family and the need for our
collaboration for greater impact in our mission.
AFRICA – MADAGASCAR
GROUPE FRANCOPHONE
COMMENT NOUS NOUS ENGAGEONS DANS UNE VRAIE PASTORALE
VOCATIONNELLE DES JEUNES
eePrendre progressivement conscience que la vocation est large et
susciter les vocations dans tous les secteurs de nos œuvres (vocation
matrimoniale et religieuse et choix de vie).
eeFaire de la famille un grand collaborateur: fréquenter les familles des
candidats à la vie salésienne ou les parents des confrères.
eeImpliquer toute la communauté éducative et pastorale dans
l´accompagnement des vocations et des familles.
eePromouvoir et accompagner la famille salésienne.
eePrésenter la pastorale vocationnelle comme partie intégrante de la
pastorale des jeunes. Toute pastorale des jeunes est vocationnelle.
eeImpliquer les parents dans l´animation des activés pastorales.
eeMettre en place des itinéraires de formation ou des plans de formation
pour accompagner les familles.
eeOrganiser des rencontres des familles avec les jeunes en recherche,
ou soigner là où cela se fait déjà.
161

17.3 Page 163

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
eeProfiter de nos plateformes de communication pour promouvoir la
vocation en général.
eeQue chaque animateur ait son groupe de référence.
eeS´intéresser pour la situation des jeunes et de leurs familles.
eePréparer les parents pour qu´ils accompagnent leurs enfants dans leur
décision vocationnelle.
eeEviter de présenter la vocation matrimoniale comme un échec.
eePromouvoir les écoles de mariage à base d´itinéraires.
eeMettre l´accent sur la quatrième dimension du PEPS dans nos secteurs.
eeOuvrir nos maisons à toutes les personnes.
eeApprendre à connaitre les familles et les impliquer progressivement
dans nos œuvres.
INTERAMÉRICA 1
Carisma familiar:
Entre las Inspectorías se identifican algunas estrategias para fortalecer, favorecer
este espíritu de familia, entre las cuales:
1. El proyecto de Formación Conjunta, Proyecto Laicos o Proyecto Segla-
res. La capacitación de laicos y salesianos en salesianidad se identifica
como una de las estrategias más fuertes.
2. Los diversos encuentros, retiros, celebraciones que se realizan como
iniciativas, algunas inspectoriales y otras locales, para fortalecer y
favorecer este espíritu de familia. Algunas estrategias locales sencillas
ayudan a este ejercicio.
3. Algunos proyectos inspectoriales o locales PEPS, propugnan por el
fortalecimiento de este rasgo carismático.
Sin embargo se descubre la necesidad de seguir trabajando por salesianizar aún
más las Inspectorías y obras; pero también algunas circunstancias han permitido
identificar la existencia de este rasgo: terremoto en Haití, huracán en Puerto
Rico, son algunos ejemplos. Se constata que la presencia de directores o núcleos
“ANIMADORES”, garantizan - fortalecen un espíritu de familia.
162

17.4 Page 164

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INTERAMÉRICA 2
La pastoral juvenil salesiana para la familia. ¿Cómo nos estamos comprometien-
do en una verdadera y propia “pastoral juvenil vocacional” que implique a todos
los jóvenes que frecuentan nuestras casas, asegurando una atención especial a
las familias de las que provienen, por medio de un adecuado acompañamiento?
eeEs importante ubicar que el paso por este congreso va a significar un
“antes y un después”. Es evidente que hay inspectorías que están
“más delante que otras”, algunas que el tema está asumido inspec-
torialmente y en otras no.
eeEn algunos lugares ya no se habla de pastoral vocacional, sino de la
dimensión vocacional de la pastoral juvenil.
eeSeguir asumiendo y profundizando el CRPJ ya que va en la línea de
la transversalidad de la cuestión vocacional.
eeEl carisma ya tiene todos los elementos necesarios para dar unidad
a la pastoral juvenil, familiar y vocacional. Es necesario recuperarlos,
profundizarlos, ponerlos en practica.
eeLo que nos falta es sistematizar, hacer evidente, resaltar… experien-
cias que ya tenemos.
eeDesde el PEPSAL bien hecho, tomando en cuenta a todos en una real
y efectiva representación de la CEP.
eeImplicación de personas… cualificar y respetar funciones.
Desafíos que emergen del Congreso para tomar en cuenta en la Inspectoría:
eeLa familia como sujeto de evangelización y de la Pastoral Juvenil.
Poner a la familia en el corazón de la PJ, no son dos pastorales en
paralelo.
eeContinuidad con los procesos pastorales, hacer enlace entre el MJS
y las familias.
eeLa familia llevarla al corazón de la PJ, decisión motivada no solamente
por la gestión, sino liderar esta idea y plantear estrategias. Gestión
hacer cosas, liderar llevar adelante estrategias.
eeOrganizar un encuentro con los coordinadores de pastoral (salesianos
y laicos) de la inspectoría para replicar los contenidos y las reflexiones.
eeSocializar la experiencia para poner a todos en contexto.
eeCrear una escuela de formación de familias, a nivel inspectorial.
eeEn las inspectorías donde no está muy consiente el tema familia en la
163

17.5 Page 165

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
PJ o no está organizada a nivel inspectorial. Dependiendo del punto
de partida donde nos encontramos.
eeTrabajo como Familia Salesiana
eeAsegurar que se introduzca en el lenguaje pastoral….
eeIntegrarlas a los proyectos pastorales: POI. PEPSI.
eeSi queremos llevar a la familia al corazón de la pastoral, debemos ha-
cerlo bien, apoyarnos de las ciencias humanas, la profesionalización,
para enriquecer las propuestas.
eeRevalorar la noción de CEP (donde se supone hay familias), el mismo
PEPSI, las dimensiones de la PJ… en definitiva el carisma salesiano
desde el criterio oratoriano, desde el espíritu de familia.
eeComunicar nuestra experiencia de familia, de espíritu de familia.
eeFamilia Salesiana. (en ocasiones trabajamos disfuncionalmente…)
AMÉRICA CONE SUL - CISBRASIL
Um carisma familiar. De que modo, em nossas realidades salesianas, procuramos
realizar o “espírito de família” como clima adequado que favorece o surgimento
do contexto familiar de educação, o único grau para propor o ambiente pastoral
típico das nossas origens carismáticas?
eeConstruindo uma ideia adequada de “casa” com identidade
salesiana, sobretudo para os educandos.
eeUma “casa salesiana” realmente aberta: seja pela disponibilidade dos
SDB seja pela disponibilidade física dos espaços das obras.
eeUtilizando o indicativo do Sistema Preventivo de sempre valorizar
o bom e o esperançoso da vida dos jovens e das famílias, sem
desconsiderar o que precisa ser melhorado.
eeEnxergando o “todo” da acolhida e do acompanhamento dos jovens
e das famílias feito pelas obras salesianas.
eeValorizando as ações próprias do “espírito de família” - tanto com
os educadores e educandos quanto com as famílias - que cria o
ambiente educativo próprio do trabalho salesiano: lúdico, esportivo,
cultural, celebrativo, etc.
A Pastoral Juvenil Salesiana para a família. Como é que estamos nos empenhan-
do com convicção numa verdadeira e própria “Pastoral Juvenil Vocacional” que
164

17.6 Page 166

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envolva todos os jovens que frequentam as nossas casas, tendo também uma
atenção especial à sua família de proveniência, através de um acompanhamento
adequado?
eeCrescendo na consciência de que somos “Família Salesiana” tanto
no que diz respeito à formação quanto nas ações organizadas em
conjunto voltadas para a acolhida/acompanhamento dos jovens e
das famílias.
eeJá existem trabalhos pontuais envolvendo SDB e leigas/leigos no
atendimento dos jovens e das famílias... mas dificilmente organizados
em forma de processo.
eePerder o receio de entender a Pastoral Juvenil também como
Vocacional: criar e/ou reforçar uma “cultura vocacional”.
eeOrganização e trabalho das Comissões de Pastoral Juvenil Salesiana
(inspetoriais e regionais) e dos Conselhos Nacionais da AJS/MJS (locais
e inspetoriais).
A família corresponsável da missão salesiana. De que modo e em que âmbitos
estamos valorizando o contributo específico da família para a eficácia da missão
salesiana nas nossas Inspetorias e nas nossas realidades locais?
eeVencendo a barreira ideológica de que “envolver a família na CEP”
significa apenas convidá-la para participar de reuniões e encontros.
eeValorizando os grupos laicais, sobretudo da Família Salesiana, no seu
carisma e na sua missão.
eeAbrindo espaços para o envolvimento e a participação das famílias,
sobretudo na CEP e no Conselho da CEP.
E que caminhos de formação desenvolvemos para nos qualificarmos nesta
tarefa?
eePor enquanto os “caminhos” se reduzem: à reunião de pais de obras;
a alguns retiros (sobretudo retiros da Família Salesiana); ao incentivo à
participação em grupos (pastorais e movimentos) de casais; a algumas
palestras na área da educação e da família, etc.
eeNecessidade de conscientização de que ainda há um longo caminho
a ser percorrido: converter a mente e o coração dos SDB e da Família
Salesiana para a causa dos jovens e das famílias; aproximar as famílias
das obras salesianas; trabalhar juntos (sobretudo como Família
Salesiana) e de modo projetual (com orientação e acompanhamento
inspetorial) e processual (entendendo a família primeiro como
165

17.7 Page 167

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
“objeto” e depois como “sujeito” da ação); constituir atividades
dentro de processos (pastoral de processos e não tanto de eventos);
etc.
AMERICA CONO SUR - SEPSUR
LA FAMILIA EN LA PROPUESTA PASTORAL SALESIANA.
a) Un carisma familiar.
Notamos que tenemos un buen trabajo sobre este tema con los jóvenes de
nuestros ambientes pero nos falta crear espacios para favorecer el clima de
familia con docentes y padres.
Hay muchas actividades en nuestras obras que son significativas y que ayudan
al clima de familia y sentido de pertenencia : retiros, jornadas institucionales,
celebraciones, encuentros, etc.
Es significativo el clima de familia que se ha generado a partir de promover
instancias de pequeñas comunidades dentro de instituciones grandes, ellos
permitió un conocimiento mutuo, colaboración, fraternidad…
El clima de familia es posible cuando logramos trabajar corresponsablemente
entre salesianos, laicos y otros miembros de la FS.
Notamos que espontáneamente generamos un clima de familia y confianza,
los alumnos, animadores, padres entre otros se siente bien porque estamos a la
mano somos cercanos… lo que a veces no logramos es dar paso a la generación
de la CEP, del trabajo compartido y proyectado, de integrar esta experiencia
fraterna y cordial dentro de un proceso.
b) La pastoral juvenil salesiana para la familia.
Existe en ARS una experiencia donde el aspirantado busca ser un centro voca-
cional para los jóvenes en la diversidad de vocaciones.
En la universidad de Chile se pudo incorporar un espacio para que los estu-
166

17.8 Page 168

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diantes puedan pensar su profesión desde la perspectiva del proyecto de vida.
En el equipo de pastoral juvenil de ARN se generaron instancias para reflexionar
sobre la dimensión vocacional del carisma y sumar esta reflexión -de la vocación
como punto de partida y de llegada de toda acción pastoral- en todos los sec-
tores de animación (MJS, escuelas, CFP, parroquias, directivos, etc.) tratando de
dejar de lado la concepción de vocación reducida a la vida religiosa y sacerdotal.
En ARN tuvieron un buena experiencia en generar una comunidad de jóvenes
para reflexionar sobre el propio proyecto de vida con un itinerario accesible y
significativo de ello surgieron muchas vocaciones para los sscc y para los sdb.
c) La familia corresponsable de la misión salesiana.
Reconocemos que todavía nuestros proyectos y acciones pastorales comprenden
a la familia como objeto, destinatarios pasivos. El encuentro nos está ayudando
a revisar nuestras prácticas para poder dar paso a las familias como sujetos
activos de la misión.
Los laicos deben hacer camino, acompañado por la comunidad religiosa, para
empoderarse en los procesos de animación y gobierno de las obras salesianas.
Conversión pastoral para evitar el clericalismo muchas veces arraigado no solo
en los religiosos sino también en los laicos.
En algunas inspectorías hay laicos que asumieron roles de animación de las
obras enriqueciendo la reflexión y la acción pastoral desde su experiencia de
vivir el carisma y la misión como padres.
EAST ASIA - OCEANIA 1
The family is co-responsible for the Salesian mission. In our parish ministry,
how and where are we recognizing the specific contribution that families can
bring so that our Salesian mission may become more effective at the local and
provincial levels? What formative itineraries have we undertaken (or can we
undertake) to better prepare ourselves to do this?
167

17.9 Page 169

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
Lay empowerment is a trend in the Church. We can form the young to be
apostles to the family. We can go beyond the structure of the family, involving
not only the parents but also the grandparents in the formation of the youth.
We need to involve the whole family in youth ministry, because it is in the family
that we foster that vocation to love. If the young person does not feel loved
in the family, then it would be more difficult to receive that from elsewhere.
Constant communication can be done, even daily, between the parents and
their children (in some settings, through the Students’ Handbook).
We can and should involve the parents in planning our pastoral ministry with
young people. This may not be easy because one problem is that sometimes, the
parents themselves are hands off in relation to our work. We should therefore
involve them even from the planning stage of our apostolate.
The parents should be aware of our charism, of the uniqueness of Salesian
Youth Ministry, what distinguishes it from other ways of doing youth ministry.
There is a value in talking about Youth Ministry and Family in the Provincial level.
There is a need to form all Salesians in the specific aspect of Family Ministry.
Our works indeed should focus on the family and the Province can make the
courses available for the Salesians and the lay people. Someone who belongs
to the Province Youth Ministry Team should focus on Family Ministry.
A charism of the family. Rediscovering family spirit is essential if we are to
reclaim the pastoral atmosphere of our founding charism, in our salesian
realities, how do we make “family spirit”, which is the necessary context for
our style of education, a lived reality?
Settings with boarding schools have an advantage in instilling the Family Spirit.
For students who come only during the day, this becomes more difficult. Time
is indeed a factor in our contact with young people.
Family Spirit should be a mark of the Educative Pastoral Community. This is
sometimes misunderstood: professionalism is sometimes sacrificed in the name
of family spirit, or vice versa. However, these can actually go together: we are
close together as a family, but we have a vision and a mission. Family Spirit in
our ministry is built through structures, feasts, and activities. The way liturgies
and assemblies are conducted in our settings may facilitate growth in Family
Spirit. There is a whole range of ways in which Family Spirit may be inculcated.
Family Spirit should begin with the Salesians and this should be imbibed in
168

17.10 Page 170

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formation. We should make our communities embody Family Spirit, for conflicts
in communities are discernible by lay people.
Family Spirit flows onto our lay mission partners. Even in works managed by lay
people. Since these lay people in our settings have been constantly immersed
in them, there may even be instances when Family Spirit is stronger than when
there were Salesians! Even the language helps: Oratories, instead of classrooms,
the word in the ear, etc.
Salesian Youth Ministry for the Family. What commitments are we making to
build a genuine “vocational youth ministry” that involves all the young who
come to our houses, including the necessary accompaniment of their families
of origin?
FOCUS ON VOCATION MINISTRY
The focus of our education in the olden times was for young people to excel so
that they would have a good future. Today, there is more emphasis on making
life choices, about who they are and what they feel about things. This is actually
vocational youth ministry. We see this in how students look at their careers,
which is something positive, rather than just advising them about their career.
STRENGTHEN EXISTING GOOD PRACTICES
We carry on with the good practices that we are already doing: retreats,
initiation programs, good morning/good night talks, the word in the ear, religion
classes, etc. These are practices that we can maximize and that we should
preserve. Our commitment then goes with the line that we need not reinvent
the wheel.
PLAN!
There should be regular planning, as for example, goal setting at the beginning
of the year.
CONTACT WITH FAMILIES
The Salesians or lay educators or youth ministers can visit the families of the
young people so as to get to know them better. This is one way of knowing
and reaching the peripheries. This can also be done by the formators to those
who are in initial formation.
169

18 Pages 171-180

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18.1 Page 171

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
EAST ASIA - OCEANIA 2
A. In our salesian realities, how do we make family spirit, which is the necessary
context for our style of education, a lived reality?
eeLiving out loving-kindness in our places of apostolate is one way
of making family spirit a lived reality. This means we need to have
physical presence among the Young and be patient with them.
eeThe rector as the main animator of the EPC should have a fatherly
character in order to inspire the EPC to live as a family.
eeSometimes generational gap becomes a challenge to family spirit
becoming a lived reality. Therefore, an ongoing formation for salesians
is needed in order to strengthen community life.
eeGood fraternal life of the Salesian community is a good witnessing to
the lived reality of family spirit. Hence, the Salesians are encouraged
to live in harmony and unity because every Salesian community is the
animating nucleus of the EPC.
eeIn the wider reality of the Salesian Family, the family spirit becomes
a lived reality through recollection together and celebrating Salesian
feast days together.
B. What commitments are we making to build a genuine vocational youth
ministry that involves all the young who come to our houses, including the
necessary accompaniment to their families?
eeTo involve families of the young people as active subject of our youth
ministry. There is a need to establsih continuous dialogue between
the Salesians and the families of the young people.
eeTo establish friendship with families, particularly in promoting the
sense of permanent commitmment.
eeTo draw up formation plan for adult in order to be more committed
in the self-giving for accompanying the youth.
eeEmpowering lay people with formation in order to take part in the
vocational youth ministry particularly in accompanying the youth.
C. How and in what areas of our work are we recognizing the specific
contribution that families can bring so that our Salesian mission may become
more effective at the local and provincial level? What formative intineraries have
we undertaken to better prepare ourselves to do this?
170

18.2 Page 172

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eeInvolving families as members of the EPC.
eeA consistent studies and reflection on families.
eeWorking together co-respinsibly by valuing lay people’s presence and
contribution in our ministry for the young people.
SOUTH ASIA 1
1. Rediscovery of the Salesian charism – family Spirit
eeThere is a family spirit permeating in our institutions.
eeYounger Salesians seem to be losing the Saleisan spirit – family spirit.
MMIn some provinces – the fraternal spirit is less visible. There are
divisions, suspicion, distrust and lack of cooperation. Confreres
are jealous about each other.
MMEthnic issues, caste differences, etc., block family spirit.
MMThere is lack of adequate human formation with regard to
ability to dialogue, to give fraternal correction and to receive
correction.
MMUnity and fraternal love is sine qua non for bringing about.
2. Vocational guidance in our works
eeParents meet in the schools.
eeCatechism classes, Sunday Catechism.
eeParents-teachers meeting with regard to the children.
eeSelf-help groups are used to teach about life.
eeCareer guidance, vocation camps and visits of the family.
eeCommunity(neigbourhood, officials, police etc) is used to build the
children.
eeOrientation programme for the outgoing students.
eeMarriage preparation of adults.
3. Family as co-responsible for the Salesian Mission
eeYoung people become volunteers in Sunday school.
eeParents are involved in the formation of the Salesians. They are invited
to visit and see what their children do in the formation houses.
eeBCCs share in the mission of the church.
eePreparation of the sacrament of confirmation by the adults.
eeMen and women’s association share in the mission of the parish.
4. What formative programmes are organized for the Salesians and the lay
collaborators.
171

18.3 Page 173

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
eeParents are invited to celebrate a day in the pre-novitiate and in the
novitiate.
eeThere is a shift from involvement of the Salesians alone to lay people
who are involved in teaching in the seminaries.
eeSome provinces are animated to their collaborators with regard to
the Salesian identity.
eeOrganize and re-energize the past pupils of schools and colleges.
eewe, Salesians stand in need of formation, particularly with regard to
conversion of the mind to take on board.
SOUTH ASIA 2
Question number C. The Family as co-responsible for the Salesian Mission.
1. Families can help in counselling provided they are trained.
2. Families can help in all sectors of our ministry (Basic Christian
Communities, preparation for First Holy Communion, Catechism
classes, assistance in the boarding etc.)-
3. The families can help with marriage preparation clases.
4. Street children can live in family style within our campus.
5. Families Preaching retreat to the College and school students and
teachers.
6. The children who do not have parents can be given foster care with
parents from families.
7. Families can help also in finding employment opportunities for the
young
8. The parents and families could be asked to meet and speak with the
children in our care.
9. The parents of the seminarians could be involved in the formation of
the brothers provided they are trained.
10.Families at the local level could adopt or financially help Salesian misión.
11.In the mission areas families help as catechists and evangelisers.
12.Catholic families can help with home-integration.
13.Family members can help as members of the Provincial commissions
to help in our misión.
14.Families can also be involved in the vocation promotion and vocational
discernment of young people.
172

18.4 Page 174

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Formative itineraries to better prepare ourselves!
1. Studying various documents which speak about the importance of
families and these could be included in the formation plan.
2. We need to set criteria of specialization for our Salesians (for example
Youth Ministry, Family Counselling) and ensure their contribution in
their specialization.
3. Guidelines and training material to be prepared for the Salesians to
enter into family ministry.
4. To build competencies in the Salesians in the specific training to work
along with families.
5. More awareness programmes can be organized at the provincial and
local level for the Salesians and the families to learn to work together
for the mission.
6. To have a comprehensive data about our beneficiaries to organize
more and better services.
7. To organize music and other activities which attract families to our
services.
8. To manifest a witnessing life to attract families and young people.
Question number 1
Rediscovering Family Spirit in our Salesian Setting
1. By being a welcoming community in attitude and in action.
2. People-friendly campus.
3. Availability and accessibility.
4. Communion among ourselves.
5. Collaboration and co-responsibility among ourselves
6. To be faithful to the simple daily practices like praying Rosary with
boys.
7. Remove the barriers in our communities (cultural, language, caste etc.).
EUROPE CENTRE NORTH
B. Salesian youth ministry for the family. What commitments are we
making to build a genuine “vocational youth ministry” that involves all the
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18.5 Page 175

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
young who come out to our houses, including the necessary accompaniment
to their families of origin?
Marriage and consecrated life go hand in hand. We are grateful for the privilege
of working with many animators; we also reckon how often we have spent
time asking them what to do rather than reflect on who they should be. Their
plea surprises us.
Formation means an openness for a journey, a privilege way of accompanying
the young, giving them the capacity to love and mirror it back.
Main challenges: invite young people to consider a discernment process of what
God is asking of them, Presenting role models; consecrated and lay, journey
with them.
Religious values are caught and not taught. Young people feel the sense of
family and trust: a first and sure way to create a culture.
Rediscover the preventive system. Get in touch with families, share quality time.
Spirituality behind the ethos: commitment of SDB’s teaching the “why” we do
what we do.
Bring the young to believe in themselves and in who they are. Some do not
believe in the value of being “children of God” as opposed to seeing the
difficulties or challenges. You are precious!
Friendship with Jesus; helping them to encounter Christ in the sacraments is
often difficult but they are still encouraged to encounter Jesus in loving others,
passing on this love.
Rediscover a new language which is common to the young: a language which
enables them to encounter love.
We reckon the failure of deciding for them what they needed and what they
don’t like. Direct encounters with Christ are being proposed with huge positive
surprises. This bravery is speaking more of our fears rather than their failures.
Our commitment: pick experiences which speak to their feelings as a starting
point to move towards God’s grace.
174

18.6 Page 176

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We underestimate the Young person’s needs for the spiritual and what can be
done through us by God. We need to go back to Don Bosco and the Valdocco
dream.
C. The family co-responsible for the Salesian mission. How and in what
areas of our work are we recognizing the specific contribution that families
can bring so that our Salesian mission may become more effective at the local
and provincial levels? What formative itineraries have we undertaken to better
prepare ourselves to do this?
Though “family spirit’ is felt by many students, we admittedly don’t have a
planned strategy.
Some kindergartens are followed by salesian parishes especially round the
Sunday liturgy. This might serve as a first step in bringing back families who
were distant.
The need to plan and create spaces for religious encounters as a strategic way
forward. Recover the Salesian “assistance” as a privileged way of being with
the young.
We need to take the Congress back and translate it in an action plan.
There are some structured initiatives but not really an organic plan. A paradigm
shift is needed.
The need to go back, create a space for families, in order to listen to their needs
rather than prepare courses/opportunities pre-fabricated according to what I
see important rather than what they actually need.
Lay people have to shake the SDB’s to invest in relationships. SDB’s struggle to
maintain their identity, not because they are anti-lay, but because what their
formation led them believe to be. It left many SDB’s in a vulnerable position,
lay people are entering the world of the young.
Initial formation can be enriched by considering families’ encounters and
testimonies as well as basic systemic training/awareness.
Wedding is only the beginning and not the end. This also applies for SDB’s: the
profession in not the climax but the beginning of the journey of relationships.
In countries where foreign SDB’s are working, one has to be sensible towards
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18.7 Page 177

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
cultures. Foster a mentality of formation teams run between SDB’s and couples.
An inward desire to be with the young.
Time to celebrate; time to spend time with the young.
Rediscover the letter from Rome (1884). It is reassuring to know that SDB’s in
DB’s time had to be reminded that “family spirit” is not automatic; it is a divine
gift which needs to be fostered and taken care of. We are getting in touch with
the giftedness of the current milieu.
MEDITERRANEA 1
ITALIA & PORTOGALLO
Domanda 1
Alcuni aspetti che creano spirito di famiglia:
eeLo stile di accoglienza
eeIl coinvolgimento dei ragazzi nel pensare e fare
eeAttenzione ai momenti informali e alle relazioni
eeAffidarsi a Dio per avere un cuore libero e non appesantito dalle cose
e dalle urgenze rende più capaci nell’accogliere l’altro
eeInvestire sulle relazioni all’interno dei consigli CEP e, a cascata, su
tutta la CEP
eeLa presenza di anziani sereni favorisce molto il clima di famiglia
eeLa possibilità di utilizzare spazi riservati alla Comunità Salesiana
eePregare assieme l’uno per l’altro
eeLa partica educativa dell’angelo custode
Domanda 2
Il tema del profilo in uscita nelle nostre scuole: quando pensiamo
all’orientamento nelle realtà scolastiche lo restringiamo solo nel campo
scolastico-lavorativo e il “meta-messaggio” che passiamo è che la cosa
importante per il tuo futuro è la tua professione e non la tua vocazione.
176

18.8 Page 178

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MEDITERRANEA 2
ITALIA & MEDIO ORIENTE
Domande:
1. Un carisma familiare. In che modo nelle nostre realtà salesiane
cerchiamo di realizzare lo “Spirito di famiglia” come clima adeguato
che favorisce l’emergere del contesto familiare dell’educazione,
l’unico in grado di riproporre l’ambiente pastorale tipico delle nostre
origini carismatiche?
2. La PG salesiana perla famiglia. Come ci stiamo impegnando con
convinzione in una vera e propria “pastorale giovanile vocazionale”
che coinvolga tutti i giovani che frequentano le nostre case, avendo
anche una attenzione speciale alla loro famiglia di provenienza,
attraverso un accompagnamento adeguato?
3. La famiglia corresponsabile della missione salesiana. In che modo ed
in quali ambiti stiamo valorizzando l’apporto specifico della famiglia
per l’efficacia della missione salesiana nelle nostre ispettorie e nelle
nostre realtà locali e quali cammini di formazione abbiamo intrapreso
per qualificarci in questo compito?
Risposte (a partire dalla domanda numero 2 e poi dalla numero 3):
Il coinvolgimento della famiglie nella PG è un fatto diffuso sia a livello locale
che a livello ispettoriale.
Alcune famiglie sono coinvolte anche in alcuni “gruppi ricerca” ispettoriali e
nelle singole comunità si sviluppano gruppi di incontro per loro e di formazione
per giovani famiglie, per i genitori dei ragazzi delle scuole, degli oratori, ecc.
Funziona l’opera di inclusione della comunità in clima di famiglia, per permettere
l’accoglienza di tutti, a prescindere dal punto di partenza, per includere così
tutti, giovani e genitori, nei vari cammini.
Il lavoro insieme di delegato di PG e all’animatore vocazionale ha stimolato a
fare dei cammini vocazionali a 360° con anche la collaborazione, anche a livello
progettuale, di coppie di genitori che partecipano agli incontri. Più a macchia
di leopardo la realtà locale.
177

18.9 Page 179

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
La PG è in genere impostata vocazionalmente, ma a livello ispettoriale è meno
presente il coinvolgimento della famiglie di provenienza dei ragazzi.
Sporadica, ma a volte presente, la coppia nei consigli delle CEP. Più facile la presenza
di movimenti di gruppi di formazione di famiglie e di pastorale famigliare.
Nelle case sono spesso coinvolte le famiglie dei ragazzi. Il problema è la
progettazione di questi cammini, con anche delle coppie presenti nella
progettazione stessa.
Problema del coinvolgimento dei laici “dipendenti” specie nel mondo della
scuola, anche come coppie e non solo come singoli.
Esperienza della formazione affettiva dei gruppi apostolici.
Favorisce certamente l’entrata delle coppie nelle nostre pastorali il clima di
famiglia della stessa comunità salesiana.
Valorizzare la Famiglia Salesiana come sinfonia di vocazioni.
Difficoltà di trovare a volte da chi formarsi perché di formazione ce n’è tanta
in giro e di professionisti ed esperti ce ne sono tanti, ma chi va bene per noi?
Si accenna alla presenza di famiglie di non cristiani nelle nostre opere…
MEDITERRANEA 3
SPAGNA & PORTOGALLO
III- TERCERA PREGUNTA. La familia corresponsable de la misión salesiana.
¿De qué modo y en cuáles ámbitos estamos valorizando el aporte específico
de la familia para la eficacia de la misión salesiana en nuestras Inspectorías y
realidades locales y qué caminos de formación hemos asumido para cualificar-
nos en esta tarea?
eeLa presencia de los seglares de la Familia Salesiana en nuestras casas
ayudan a crecer en el sentido de familia y en el propio sentimiento
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18.10 Page 180

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de familia y ayuda a los SDB en trasmitir mejor este sentimiento de
familia.
eeSe está empezando este camino. Las Pascuas familiares, la invitación
a parejas en momentos como “Campobosco” y similares, la pre-
sencia de parejas en los cursillos prematrimoniales de las parroquias
salesianas.
eeNos estamos situando bien para la carrera. Ha ayudado la Amoris
laetitia y el Aguinaldo del Rector Mayor.
eeEl trabajo conjunto de la Familia Salesiana nos puede ayudar ya que
cada grupo nos puede aportar al carisma su especificidad.
eeLa existencia del movimiento de Hogares Don Bosco y su reflexión nos
puede ayudar también al resto de Familia Salesiana.
eeCuidar la formación de formadores y los procesos formativos.
eeLa experiencia de la Pascua de Somalo de hacer ver a los jóvenes que
no se acaba el camino y la vida espiritual cuando se deja de ser joven.
eeLos Consejos de Familia Salesiana.
eeMayor colaboración entre los grupos de FASA (sobre todo SDB y FMA)
en todos los ámbitos (INCLUIDO EL LOCAL E INSPECTORIAL)
eeEn Portugal destaca la peregrinación a Fátima de la FASA junto con
el MJS.
eeEn los momentos de Formación de Animadores la presencia de fa-
milias
MEDITERRANEA 4
SPAGNA & PORTOGALLO
Un carisma familiar. ¿De qué manera en nuestra realidad salesiana buscamos
realizar el “espíritu de familia” como clima adecuado que ayude a que surja el
contexto familiar de la educación que es el único capaz de recrear el ambiente
pastoral típico de nuestros orígenes carismáticos?
Elementos que hay que cuidar y no darlos por supuesto. Es necesario ser con-
scientes de estos elementos y generar procesos que lo faciliten y lo propicien,
con nuevos modos y nuevas.
Facilitar la cercanía a las familias que se acercan por primera vez
179

19 Pages 181-190

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19.1 Page 181

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
Acogida salesiana espontanea y cercana. Esto se está perdiendo. (Turnos de
guardia). Asistencia activa y propositiva, tomando la iniciativa. Ruptura genera-
cional. Muchos educadores no han visto nunca como se asiste.
Disponibilidad de los espacios. No puede estar el colegio cerrado. Espacios
abiertos y atendidos. Esto requiere implicar a muchos.
Elementos que hay que seguir cuidando. Acciones que responden al Espíritu
de Familia: funcionen los consejos de la CEP ( con vida eficaces, con reflexión),
constancia en los PEPS, como mejorar el ambiente de familia.
Implicar dando protagonismo. Sentirse en casa porque este es mi proyecto, me
pertenece de alguna manera. Protagonismo acompañado. Se cuenta con todos
pero se acompaña a los grupos y a cada uno. Se requiere un proceso formativo
que les ayude a integrar la experiencia. Espíritu de familia-Previsión-Revisión. La
gratificación de trabajar bien genera perseverancia.
A los miembros de la CEP le interesa todo lo que afecta a los chicos.
No pastoral para la familia, sino con la familia. Descubrir en que me puede
ayudar cada uno. Requiere de mucha asistencia. Hay que perder el tiempo para
ganarlo. Conocer para saber que le puedo pedir.
El deporte es un ámbito de implicación primera, en la que se empiezan procesos
de implicación. Las actividades artísticas. El deporte tira mucho. Más hombres
que mujeres en el deporte, incluso padres varones. Momentos de encuentro,
de comida, de fiesta.
Querer a la gente, querer a todos, querer estar de corazón, proyectar juntos.
El proyecto nuestro. La fiesta es pedagógico. Cuidar mucho el ambiente en
valores. Casa salesiana.
Celebrar bien la liturgia. Esto crea buen ambiente. Es algo del espíritu salesiano.
El gusto de lo estético: la música, el teatro,
La pastoral juvenil salesiana para la familia ¿Cómo nos estamos comprometien-
do en una verdadera y propia “pastoral juvenil vocacional” que implique a todos
los jóvenes que frecuentan nuestras casas, asegurando una atención especial a
las familias de las que provienen, por medio de un adecuado acompañamiento?
Poner en el centro la llamada vocacional a todo ser humano, la llamada a seguir
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19.2 Page 182

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a Jesús, y la vocación específica. Campaña vocacional en la que se tenga en
cuenta a las familias.. Implicar y presentar a los padres.
Implicar a las familias en la vocación de sus hijos. Jesús rompió los esquemas a
sus padres a los 12 años. Ellos son los que deben estar atentos para que cada
chico y chica descubra su vocación personal. La vocación viene de Dios a cada
persona. El respeto de los padres a los chicos. Muchos padres que se proyectan
en los hijos y quieren programarles su vocación.
Se nos note que somos capaces de compartir. Elementos que ayuden a de-
scubrirse a si mismo: servicio, gratitud y gratuidad. Agradecer y dar gratis.
Compartir experiencias de gratitud y de servicio, en este mundo en el que se
fomenta todo lo contrario.
Trabajar directamente sobre la familia para recuperar la opción vocacional del
matrimonio. Cuidar mucho la preparación al matrimonio.
Muy difícil desde las casas grandes. Hay familias afines al centro familias que
sólo ven el servicio educativo.
Seguir implicando a la familia. El reto es acompañar a la familia para que se haga
responsable. Los primeros pasos es compartir, e implicar, pero acompañar for-
mativamente para que se crean el protagonismo. La responsabilidad es de todos.
La vida como don y como misión. Recuperar eso es una clave. Ofrecer espacios
de silencio. Esto hace sanar muchísimo. Cuando se empieza a tener sentido
todo cambia. Los jóvenes más dañados sólo sobreviven. Ser valientes a la hora
de proponer porque la respuesta es positiva.
Se necesita que los Equipos Locales de Pastoral Juvenil se paren a pensar y a di-
señar estrategias con inteligencia pastoral en las que se formen a los educadores
y ciertas familias con capacidad de proponer un mensaje atrayente.
Educar es más fácil que acompañar. Pastoral y orientación caminen de la mano.
Tutorías. Intervenir con los chavales y con los padres. Vasos comunicantes. El
núcleo animador de la CEP donde se toman opciones como CEP. Comunicación.
Creerse de verdad que cada miembro de la CEP (profesores, personal no educan
y evangeliza. Se trata de llegar a todos, atendiendo a los diferentes ritmos y per-
sonalizando procesos. Para que se impliquen hay que escucharlos. Propuestas
que contagien a mucha gente.
181

19.3 Page 183

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ACTAS SYMFAM
La familia corresponsable de la misión salesiana. ¿De qué modo y en cuáles
ámbitos estamos valorizando el aporte específico de la familia para la eficacia de
la misión salesiana en nuestras inspectorías y realidades locales y qué caminos
de formación hemos asumido para cualificarnos en esta tarea?
Importante que la familia esté en la misión salesiana, pero que la misión sale-
siana no robe tiempo a la familia. No dedicar tiempo es degradar el ambiente.
Abrir más puertas y dar más oportunidades a otras personas. Valorar la familia
es respetar los ritmos familiares. Adaptarse a ellos. Dar gracias a Dios por las
vocaciones laicales, corresponsables en la misión. La CEP es familia de familias.
La responsabilidad de todas las familias con los hijos y los consagrados con las
familias y las familias con los consagrados.
182

19.4 Page 184

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PER IL
FUTURO
AFRICA & MADAGASCAR
SOME MAJOR CHALLENGES SHARED IN THE AFRICA AND MADAGASCAR -
ENGLISH GROUP:
eeCHALLENGES IN FORMATION: Formation of the SDBs and Lay
collaborators to a clear understanding and incarnation of Salesian
Charism is yet to be realized in most of our communities and
provinces.
eeOVERCOMING THE CHALLENGES OF CLERICALISM: Clericalism not
necessarily seen as the problem of the clergy but lay people who
constantly see the priests and religious as the main point of reference
for the mission. We need to keep a level playing ground.
eeTHE CHALLENGE OF ACCOMPANIMENT AND WORKING WITH
FAMILIES: There is need for accompaniment of young people and
their families: Taking care of the family spirit in the Salesian family so
as to be a clear witness to young people.
eeEPC AS ANIMATING NUCLEUS: The animating nucleus in our Centres
should not necessarily be Salesians, but the joint project and activities
of the Salesians, the Salesian Family and all the lay collaborators, that
forms EPC.
eeMEETING YOUNG PEOPLE IN THEIR CONCRETE REALITIES: Currently
most of our centres welcome young people who come to us. Now
the time has come for us to go and meet the young people where
they are.
Quatre grands défis pour la région FRANCOPHONE:
eeChanger la mentalité des SDB pour qu´ils rentrent dans la dynamique
de considérer la famille comme sujet et objet de notre pastorale.
eeAccorder plus d´importance aux familles dans notre pastorale et ne
183

19.5 Page 185

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
pas se limiter aux jeunes. Prendre en compte la réalité de la famille
dans les PEPSP.
eeSoigner l´esprit de famille au niveau de la Famille Salésienne pour
qu´elle soit signe crédible auprès des jeunes. Que les Salésiens
impliquent davantage les familles et les laïcs et toute la Communauté
Éducative et Pastorale.
eeRejoindre les jeunes dans leurs réalités concrètes et familiales et
ne pas attendre qu´ils viennent vers nous. Découvrir leurs centres
d´intérêt et les accompagner. Valoriser nos jeunes et leurs potentialités
dans l´avènement d´une humanité nouvelle en Afrique (Faire de la PJ
une pastorale qui offre des sorties pour les jeunes : emplois).
eeMûrir et approfondir ce qui a été dit dans ce Congrès et mettre sur
pied des mécanismes de concrétisation et évaluation.
INTERAMERICA (GRUPOS 1 Y 2)
DESAFÍOS DE INTERAMÉRCIA
1. Socialización: Apuntando a un cambio de mentalidad que se expresa
en el lenguaje (familia, acompañamiento, vocación), y a la unidad de
la pastoral.
2. Formación (sdb, laicos, jóvenes y los futuros salesianos) revisar, actua-
lizar, completar la formación que responda a la atención próxima,
inmediata y remota. Formación integral sólida.
3. Organizacional: incluya la PJ y PF dentro de los proyectos inspecto-
riales y locales (Reestructurar la pastoral: “integrada”, “vinculada”,
restructurada). Trabajo en red, lo que hacemos se fortalece y se co-
munica.
4. Carismático: Fieles a las orientaciones de la congregación, desde la
vinculación de la familia como sujeto.
AMÉRICA CONE SUL - CISBRASIL
EMPENHOS PARA O FUTURO: CISBRASIL
eeEstudar profundamente a realidade e os contextos em que estão
inseridas as obras salesianas e onde as famílias vivem, e também os
184

19.6 Page 186

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novos arranjos familiares (casais separados e divorciados, segunda
união, uniões homoafetivas, questão de gênero, etc.) e pastorais.
eeEm âmbito de Brasil produzir/distribuir material com temáticas de
acompanhamento e de formação dos jovens e das famílias: para o
amor, à afetividade e à sexualidade; para a cidadania e a política; para
a tolerância. Servir-se da RSB e da EDEBE.
eeEntender a PJS (sobretudo a AJS) como missão de toda a CEP (SDB,
Família Salesiana, leigas/leigos) e na sua dimensão missionária e
vocacional, sempre adequada a real situação de vida dos jovens e
das famílias.
eePotencializar a reflexão e a ação da RSB (escolas, obras sociais,
paróquias, comunicação) sobre os jovens e as famílias, integrando-
os nos processos.
eePreparar agentes de pastoral para o acompanhamento dos jovens e
das famílias na área da afetividade e sexualidade e da construção dos
projetos de vida.
eeFazer, de fato, pastoral de conjunto e orgânica, sobretudo com a
criação/otimização dos Conselhos da CEP.
eeOrganizar a Pastoral Familiar nas obras salesianas conforme os
elementos da Espiritualidade Juvenil Salesiana.
eeEntender o acompanhamento das famílias como ação missionária
contínua no sentido de buscar as distantes e de aproximá-las das
casas salesianas.
REGIÃO AMÉRICA CONE SUL
EMPENHOS PARA O FUTURO
1. Fortalecer la comunión y la mirada orgánica, sistémica de en nuestra
acción educativo-pastoral:
eeArticulando las diferentes propuestas pastorales para la familia.
eeArticulando las propuestas para las familias con la Pastoral Juvenil
para que las acciones que se lleven a cabo apunten a procesos
comunitarios.
eeFortaleciendo el consejo de la obra sumando a las familias en
estos espacios..
eeArticulando los diferentes grupos de la Familia Salesiana para el
acompañamiento a las familias.
2. Caminar hacia un cambio de paradigma:
185

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
eeComprender a la familia no solamente como objeto sino como
sujetos de la acción educativa pastoral dando lugar a que familias
puedan comprometerse a acompañar a otras con estilo salesiano.
3. Fortalecer la Formación a todos los referentes de la CEP priorizando
los siguientes temas:
eeAcompañamiento salesiano reforzando la mirada preventiva.
eeAmor, afectividad y sexualidad.
eeConstrucción del Proyecto de vida y la vocación.
eeCiudadanía, política y aprendizaje en el respeto y en la convivencia.
SOUTH ASIA
Challenges and proposals in the context of South Asia
1. Formation of Salesians and Salesian Family
Formation of Salesians and Salesian Family members in the spirit of
‘returning to Valdocco’ with a renewed commitment to collaborative
Educative Pastoral Communities for effective Youth and Family Ministry.
2. Addressing key issues of Youth and Family Ministry
Integral Formation of young people and families through our various
settings by addressing key issues of the families (for example gender
inequality, unemployment, social unrest and crises in faith etc.) and
accompanying them in their vocational journey
3. Building up reflection to improve the quality of our work
Building up Youth and Family Ministry research and resource centres to
create models, strategies and offer animation to enhance the quality of
Salesian intervention in the Church and in the Society (for example by
establishing Youth and Family Counselling centres, mobile apps, Journals,
animation materials etc.)
EAST ASIA – OCEANIA
Challenges
1. To get the parents to be part of our Youth Ministry in pastoral
planning and in the accompaniment of our young people.
186

19.8 Page 188

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2. To focus on Youth Vocation Ministry in our work with young people,
keeping in mind that an essential task of Youth Ministry and Family
is for the young to discover their vocation.
3. To include in the formation of Salesians a basic training on how to
work with the families of young people.
4. To rethink our structures (timetable and spaces) and paradigms in
order to facilitate working with families.
5. To embrace Family Ministry as an integral part of Youth Ministry, as a
new frontier in all the Provinces, re-echoing the fruits of the Congress
on Youth Ministry and Family.
EUROPE CENTRE NORTH
1. Start a process, both at a Provincial and Regional level, to read the
vision outlined in the Frame of Reference from a family/systemic
perspective where the family is the subject and not only the object
of Salesian ministry, ensuring equal partnerships. Be realistic in our
opportunities but also be practical and prioritize.
2. Invite for a change in attitude: rediscover the courage and the wisdom
to risk, to aim high and to include families. Above all, listen to the
Spirit rather than to the crisis at hand. SDB’s are invited to reflect if
lay collaborators are working for SDB’s or with the SDB’s.
3. Initial formation should bring SDB’s and lay together for common
systemic formation and mutual understanding, sharing not only
information but experiences. Shift the animators’ formation from a
linear approach of “doing” to a circular approach of “being and
sharing”, supporting their vocational call and putting forward their
witness for new generations who need role models. An urgent call,
calls us to focus on pre-marriage formation and the accompaniment
of newly wedded couples who are invited to get used to a change of
identity and new forms involvement in the Salesian Family.
4. How are we to renew the quality of Salesian (SDB) communities in a
way that they truly testify a sense of family where living and working
together is truly a reflection of Don Bosco’s family spirit?
5. Study, at a Provincial and local level, new ways how to reach out to
families, including new forms of families, who are at the periphery,
being attentive to digital and new contexts, allowing us to focus less
on maintaining structures which are no longer meaningful.
6. Include in our current Youth and Vocation ministries a wider
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19.9 Page 189

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
understanding of a vocational journey, one which allows several
forms of Christian and Salesian lifestyles to be considered by our
young. This journey of discovering one’s vocation will complement
our current vocation ministry to the consecrated life.
MEDITERRANEA
ITALIA & MEDIO ORIENTE
PRIORITÀ EMERSE DAL DIBATTITO
1. Una priorità è la trasmissione e l’avvio dei processi nelle nostre realtà.
Un incontro a livello italiano nello stesso stile con cui è stato fatto
quello dei consigli CEP (SDB e famiglia).
2. Mettere al centro la Comunità Educativo Pastorale, dove ognuno
mette a disposizione le proprie meta competenze;
3. La preparazione prossima al matrimonio con una visione integrata
della persona;
4. Dove è possibile valorizzare e coinvolgere la famiglia non solo come
collaboratrice ma nella fase di riflessione/visione e progettazione della
casa (consigli CEP);
5. Sensibilizzare i Salesiani e aiutarci a capire meglio il cammino da compiere.
6. Vanno valorizzati e coinvolti i giovani nei nostri consigli delle CEP;
7. Fare a livello nazionale una rete e un collegamento (sito internet) dove
scambiare le buone pratiche;
8. Una piccola scelta ragionata poi nel tempo porta frutti… fare con
i delegati una lista di pratiche da inserire nei progetti educativi
pastorali;
9. Che la pastorale familiare si ripensi con lo sguardo della pastorale
giovanile e nella pastorale giovanile si favorisca la rivisitazione e
aggiunta di famiglie come figure adulte che si inseriscono con i
giovani con misura e ragionevolezza;
10.Un movimento di famiglie come l’MGS;
11.Vedere le parrocchie affidate ai Salesiani che fanno pastorale giovanile
e pastorale familiare più che per adulti;
12.Fare una proposta alta vocazionalmente orientata al mondo giovanile;
13.Nodi non risolti:
MMquanto siamo in grado in alcuni passaggi di riuscire a farci
riflettere in profondità;
188

19.10 Page 190

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MMricentrare la CEP nello stile di famiglia con la presenza di
famiglie;
MMse riflettiamo in futuro riflettiamo con i giovani;
14.Un processo da portare avanti ma attendendo anche il Sinodo dei
Vescovi su “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale” nel
ripensare l’intreccio tra PG e pastorale familiare;
15.Un tema forte è il discernimento per le coppie;
16.Un tema su cui occorre riflettere maggiormente è la questione
dell’affettività;
17.La trasmissione dei contenuti deve essere dominante nei nostri tavoli
e consulte;
18.Potrebbe essere interessante ritrovarsi tra un anno per vedere come
i processi si sono avviati;
19.Verificare e rafforzare le buone pratiche già avviate;
20.Sostenere le CEP;
21.Itinerario con linguaggio, contenuto e testimonianza che trasmettano
la fede in ottica vocazionale;
22.Studiare che apporto il Centro Nazionale Salesiano può dare per
approfondire lo snodo PG e pastorale familiare e le sue implicanze;
23.Come integrare la Famiglia Salesiana affinché sia orientata ai giovani
e quindi integrata con la pastorale giovanile;
24.Riflettere su come la Congregazione possa farsi carico delle famiglie
in difficoltà;
25.Continuare a riflettere su questo argomento per arrivare a un
progetto nazionale, come fu per l’animazione vocazionale;
26.Orientamento vocazionale per una pastorale in uscita orientata ai
gruppi della Famiglia Salesiana;
27.Dobbiamo partire dai giovani a poco a poco perché i processi possano
svilupparsi, avendo come preoccupazione il cammino delle persone
con i loro slanci e battute di arresto;
4 PRIORITÀ SCELTE
a. Curare la trasmissione dei contenuti sentiti per continuare la
formazione a livello sia ispettoriale che nazionale (incontri formativi,
convegni);
b. Rileggere il tema della CEP, su cui abbiamo lavorato in questi anni,
in chiave di spirito di familia, valorizzando la vocazione famigliare sia
per la CEP in quanto tale sia per i nuclei animatori;
c. Riflettere e avviare cammini affettivi, percorsi per fidanzati e giovani
famiglie in chiave vocazionale;
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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
d. Attivare un confronto tra i vari rami della Famiglia Salesiana su
pastorale giovanile e famiglia;
MEDITERRANEA
SPAGNA & PORTOGALLO
RETOS A SEGUIR TRABAJANDO:
1. Incorporar fuertemente la propuesta de la vocación matrimonial y
familiar en nuestra animación vocacional, educando para el amor, con
testimonios y metas claras. Acompañar en la formación al matrimonio
y en los primeros años. Establecer equipos en el que podamos trabajar
integralmente los itinerarios vocacionales. Atención a la familia como
objeto y como sujeto de modo transversal. Realizando itinerarios for-
mativos. Desemboque claro del IEF.
2. Fortalecer la CEP para que se tener modelos de referencia. Familias
evangelizadoras de las propias familias, creando redes de soporte.
Aprender de las familias a la hora de plantear la pastoral juvenil.
Comunidad Educativo Pastoral que es familia de familias. Fortalecer
todo lo propiamente carismático. Llegar a las familias con más ne-
cesidades y en situaciones de mayor pobreza y fragilidad. Introducir
en los PEPS locales las propuestas que recojan las ofertas pastorales
a las familias. Esto necesita una participación masiva. Corresponsa-
bilidad. Incorporar en el tejido de la comunidad educativa. Sensibili-
zar y formar en competencia para los padres, respetando cada uno
sus espacios. ¿Qué es lo que como casa salesiana podemos hacer?
Proyecto inspectorial.
3. Establecer mayor relación con la familia salesiana. La FASA presenta
maneras de vivir el Evangelio. Tender puentes. Compartir la misión.
Vivir con más claridad el Espíritu de familia. Pastoral Juvenil y familia
salesiana.
4. No dar por supuesto el Espíritu de familia en nuestras obras. Necesi-
tamos recuperar de modo incisivo y cuidar los elementos propios del
ambiente salesiano. Que facilite la participación.
5. Continuar la reflexión a la hora de incorporar la atención a la familia.
Madurar elementos de reflexión. Reflexionar y asimilar el pensamiento
pastoral juvenil y familia. Se necesita una asimilación por parte de las
comunidades educativas. Dejar claro cuales son las competencias de
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20.2 Page 192

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cada uno en la CE, respetando los límites.
6. Integrar la familia en la pastoral Juvenil de modo explícito.
RETOS CONSENSUADOS SSM –SMX –POR A SEGUIR TRABAJANDO:
1. Incorporar fuertemente la propuesta de la vocación matrimonial y
familiar en nuestra animación vocacional, educando para el amor,
con testimonios y metas claras. Establecer equipos en el que podamos
trabajar integralmente los itinerarios vocacionales. Desemboque claro
del Itinerario de Educación en la Fe.
2. Acompañar en la formación al matrimonio y en los primeros años del
mismo, realizando itinerarios formativos específicos.
3. Fortalecer la CEP donde la familia sea un modelo de referencia y
dando protagonismo para que puedan ser evangelizadoras de las
propias familias, e integrando en los PEPS locales las propuestas de
atención a las familias.
4. Crear dentro de la CEP redes de soporte en donde se responda, de
modo corresponsable, a las necesidades de las familias en situación
de mayor fragilidad, contemplando la formación necesaria de los
agentes.
5. Crear proyectos comunes en los que todos nos impliquemos como Fa-
milia Salesiana, desde la vivencia de nuestro espíritu de familia, recu-
perando elementos propios que fortalezcan nuestro estilo carismático.
Incorporar la reflexión sobre la familia y la Pastoral Juvenil en todos los ambien-
tes pastorales de las casas y los ambientes.
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HANNO
COLLABORATO ALLA
REALIZZAZIONE DEL
CONGRESSO
Con P. Fabio Attard, Consigliere per la Pastorale Giovanile
Miguel Angel Garcia, Daniel Garcia Reynoso, Marcelo Farfan, Tarcizio Mo-
rais, Renato Cursi, Patrick Anthonyraj, Ángel Gudiña.
S.E. Mons. Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-vasto, Dottoressa Carmen
Peña García, D. Rossano Sala.
Dicastero per la Comunicazione Sociale, Roma; Filiberto Gonzales, José
Luis Muñoz, Abreu Juan Pablo, Jurado Jesus, Carava Placide, Iruppakkaattu
Jacob.
Ispettoria di Madrid (SMX), P. Juan Carlos Godoy e suoi Consiglieri.
Centro Nazionale Salesiano, Madrid, P. Koldo Gutièrrez e la sua Equipe.
Dicastero per la Comunicazione Sociale Salesiana, Madrid; P. Javier Valiente
e suo Equipo
Yolanda Sobrino, Susana de Torres.
Gustavo Cavagnari, Mario Oscar Llanos, Álvaro Ginel Vielva, Francis O.
Gustilo, Paul Raj Amalraj, Paulina Fernández Moreno, Ronaldo Zacharias,
Virginia Cagigal de Gregorio.
Clarence Watts, Nhlahla Mdlalose, Edwin Vasanthan, Jindřich Šrajer, Kamil,
Katarina Bagin, Nele Louage, Simona Carli, Tullio Lucca, Simonetta Rossi,
Daniele Merlini, Lorenzo, Lucia Gheri, Emanuele De Maria, Elisabetta Preve,
Riccardo Giribaldi, David Kabongo Mikombe, Donatien Banze, Francisco
Cervantes, Miguel Angel Calavia, Nieves Barragán Bru, Luis Corral Prieto,
Eva María Martínez, José Luis Villota, Fernanda C.M.Pereira, Salvatore, Ro-
berta Parrino, Abraham N. Feliciano, Val Collier, Martin Burke, Eric Cachia,
Savio Yeung & Team, Héctor Luis Arismende.
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MINI CORSI
LA PASTORAL JUVENIL FAMILIAR:
¿UN NUEVO PARADIGMA?
GUSTAVO CAVAGNARI
La propuesta del Mini Curso entiende ofrecer una contribución para el logro del
tercer objetivo propuesto para el Congreso, es decir, proponer, reforzar e inte-
grar en la pastoral juvenil salesiana la atención pastoral a la familia y favorecer
su protagonismo. La perspectiva y los subrayados serán, sin embargo, no tanto
de “pastoral familiar” cuando de “pastoral juvenil”.
Itinerario y contenidos:
MMSiguiendo el camino metodológico de la reflexión teológico-pastoral,
el curso estará articulado en cuatro momentos.
MMEn el primer tiempo se afrontará la situación de la pastoral juvenil actual
en referencia a la familia como comunidad de origen y de destino.
MMEn el segundo bloque se estudiarán los criterios para una colabora-
ción eficaz entre la pastoral juvenil y familia.
MMEn el tercer espacio se verán algunos modos de avanzar en sinergia
entre pastoral juvenil y familia a partir de algunos modelos recientes.
MMLa cuarta parte se constituirá como un espacio facilitador para la
conclusión y la elaboración de propuestas sobre el tema tratado.
ORIENTAMENTI E PRASSI PER LA PASTORALE
FAMILIARE SALESIANA
MARIO OSCAR LLANOS
Obiettivi:
1. Offrire i criteri sull’accompagnamento alle coppie e alle famiglie, nel
campo dell’animazione familiare d’ispirazione “salesiana”.
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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
2. Riconoscere il valore della «famiglia» negli ambienti di appartenenza.
3. Orientare un’azione pastorale rivolta alla e dalla famiglia nell’ambien-
te pastorale e nel territorio.
4. Indicare i lineamenti del metodo della pastorale familiare salesiana.
5. Proporre alcune tematiche e strategie in forma laboratoriale.
Contenuto pratico:
1. La pastorale familiare e l’accompagnamento “salesiano” delle fami-
glie. Orientamenti e lettura dell’esperienza
2. Metodologia dell’animazione familiare salesiana: Laboratorio sulla
preparazione di un incontro di gruppo famiglia
3. Contenuti e strategie operative per l’animazione familiare secondo le
fasi e le aree del ciclo vitale della famiglia.
4. Dialogo genitori-figli: il metodo del “Confronto moderato”
TRANSMITIR
LA FE EN FAMILIA
ÁLVARO GINEL VIELVA
Contenidos prácticos:
MMSentido de transmitir y transmitir la fe.
MMOriginalidad de la transmisión de la fe.
MMNuestros “deseos” y la “libertad” del otro: interlocutor único ante
Dios
MMFormas de transmisión cotidianas.
MMNuestra experiencia de transmisión
Pertinencia y relevancia a la misión salesiana:
6. El hogar-familia como lugar de apertura al Dios de Jesús con la fuerza
del Espíritu que se realiza en el carisma de Don Bosco. El carisma de
Don Bosco no se reduce a las obras salesianas. ¡Es vivible en el hogar!
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COUPLES FOR CHRIST:
A COVENANTED COMMUNITY
FRANCIS O. GUSTILO
Objectives and Practical Content:
1. To engage the participants of this Mini-Course to a process of
recognizing, appreciating, and valuing the dynamic role of the Holy
Spirit in the renewal of families through the faith and life experience
of a Charismatic Renewal Covenanted Movement like CFC FFL.
2. To experience through personal witnessing the different stages of
faith growth of the young within the ministry of promoting families
and defending life.
3. To offer a hands-on treatment of the faith-and-life programs designed
according to the psycho-spiritual stages of youth from childhood to
adolescence into young adulthood, namely Kids for Family and Life
(KFL), Youth (YFL), and Singles (SFL).
4. To experience two specific missionary endeavors of the CFC FFL
community for lapsed Catholics who are adolescents and in young
adulthood: LIVE PURE and LIVE THE WORD.
Relevance and significance:
1. Connecting Don Bosco’s experience of Youth-serving-youth within
the framework of Family Renewal and the Ministry of the New
Evangelization.
2. Bridging the CFC FFL presence found in 66 countries (in the 5
continents of the world) and the Salesian Family.
DYNAMICS OF PARENT
EARLY ADULT (YOUTH) CONFLICT IN FAMILY
AND INTERVENTIONS
PAULRAJ AMALRAJ
The young person’s problems are not purely personal but might also have its
origin and existence in the family and all the significant persons of his or her
world. Addressing the Young person’s issues would necessarily include the
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20.9 Page 199

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
family in the process. Resolving of conflicts in the family gives a sense of security
and hope for the young adult to face the challenges of the world. On the other
hand, constrained by the dysfunctionality in the family, the young person spirals
into a vicious circle of problems.
Relevance and significance:
MMUsing counselling skills and Intervention techniques, the youth
minister understands better, the dynamics of Parent – young adult
conflict in the family.
MMThe awareness of dynamics helps the young and the parents to see
their dysfunctional behaviour in an unemotional way and model a
new behaviour.
MMResolution of the family conflicts gives the young, a sense of security
and hope and the young person is empowered to become a healthy
contributor for the family and for his or her future.
LAS FAMILIAS ACTUALES:
DESAFÍOS PARA SU COMPRENSIÓN Y
ACOMPAÑAMIENTO
PAULINA FERNÁNDEZ MORENO
La siguiente propuesta, se centra en la noción de familia y sus transforma-
ciones recientes, proponiéndose entregar una panorámica de la diversidad y
complejidad que actualmente se observa en este campo. Se espera incentivar
una reflexión-propositiva acerca de cómo comprender y acompañar distintas
realidades familiares, considerados los cambios en las valoraciones y roles asi-
gnados al hombre y la mujer en la sociedad occidental, así como las tensiones
en materia de inclusión social de determinadas cosmovisiones culturales y reli-
giosas, orígenes étnico-raciales o nacionales, clase social y grupo etario. Se trata,
por lo tanto, de una aproximación crítica a los temas de familia, que articula
los enfoques de derechos,
Pertinencia y relevancia
El presente curso se encuentra en línea con los planteamientos de la Congrega-
ción en Pastoral Juvenil y Familia, comenzando desde la importancia y necesidad
de comprender la actuales situaciones de las familias en la sociedad y la Iglesia;
198

20.10 Page 200

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para luego, desde este acercamiento a la noción de familia y sus trasforma-
ciones recientes, hacer un “atento discernimiento comunitario” y proponer
caminos pertinentes de acompañamiento en las realidades locales.
OS JOVENS E AS
NOVAS CONFIGURAÇÕES FAMILIARES:
DESAFIOS ÉTICO-MORAIS
E EDUCATIVO-PEDAGÓGICOS
RONALDO ZACHARIAS
Ao assumirmos a família como lugar unificante da ação pastoral, precisamos
ter presente a realidade concreta da maioria dos jovens pobres que não vivem
numa família nuclear. Os “arranjos” e as “configurações” familiares são os mais
diversos. Os desafios ético-morais e educativo-pedagógicos que derivam deste
simples dado de fato são enormes e não podem ser ignorados. Se as famílias,
hoje, devem lidar com uma série de ameaças que provêm dos contextos em
que estão inseridas, elas não podem ignorar o fato de que uma das ameaças
mais sérias provém da fragilidade da própria instituição familiar, totalmente
dependente da qualidade das relações das pessoas que a compõem. É possível,
hoje, falar de uma nova cultura da família? Acredito que sim, se estivermos
dispostos a tratá-la não de forma abstrata e idealizada, mas como ela é: plural,
situada em vários contextos, dependente da multiplicidade de formas nas quais
o amor pode se encarnar, suscetível à qualidade das relações que as pessoas
estabelecem entre si. Precisamos, com urgência, descobrir estratégias educativo-
pastorais que não apenas apoiem as famílias, mas as sustentem na difícil missão
de serem, também elas, lugar onde Deus habita e se revela.
EDUCACIÓN DE LOS HIJOS DESDE LA
MADUREZ DE LOS PADRES
VIRGINIA CAGIGAL DE GREGORIO
Objetivos:
MMIdentificar las áreas principales de desarrollo pleno de la identidad en
199

21 Pages 201-210

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21.1 Page 201

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
niños y adolescentes.
MMIdentificar las principales dificultades actuales en el ejercicio de la
parentalidad y su impacto en el desarrollo de los niños y adolescentes
MMOfrecer herramientas de acompañamiento y apoyo a los padres y
familias en la educación de los hijos
Contenidos prácticos:
MMPrincipales dificultades para la educación en la familia hoy día
MMLa conformación de vínculos seguros padres-hijos
MMEl control de la conducta en el hogar y su importancia en la construc-
ción de la autoestima
MMIdentidad del niño y del adolescente en relación con la identidad de
los padres
MMHerramientas para guiar a los padres en el ejercicio de la parentalidad
Pertinencia y relevancia
Tanto en los colegios salesianos como en otras obras (parroquias,
centros de menores, etc.) la labor educativa y de desarrollo de niños
y adolescentes es eje de la misión. Los padres se acercan a los edu-
cadores pidiendo pistas y orientaciones, y es importante que éstos
puedan ofrecerles una escucha con la suficiente preparación como
para poder orientarles adecuadamente, contribuyendo a la madurez
de los propios padres.
200

21.2 Page 202

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BUONE
PRATICHE
LOVE MATTERS
A REMOTE MARRIAGE PREPARATION
PROGRAM FOR TEENAGERS
CLARENCE WATTS
NHLAHLA MDLALOSE (AFM)
It is a remote marriage preparation program for Teenagers, assisting them to
make good choices in relationships and their sexuality and avoid the heartache
of teenaged pregnancy and sexually transmitted illnesses. In the face of the HIV/
AIDS pandemic of the 1990s in Southern Africa, fueled by both the prevalent
disintegration of the family structure and the widespread governmental and
NGO campaigns promoting the “safe-sex” mentality, the Salesian Youth
Ministry Team at Bosco developed this program as an abstinence/chastity based
antidote for parish and school groups
201

21.3 Page 203

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
VICTIMS TO VICTORY
INTEGRATION OF YOUTH WITH HIV IN THE
SOCIETY
EDWIN VASANTHAN (INM)
The work for the HIV positive children and youth began in our province in the
year 2012. At present we are having a Residential care centre and a Home-
based reach out programme for 300 children and youth. We now focus on
18 above youth who need our special care and attention. As this particular
target group is very much in need of guidance and support (which is not
provided by any other agency) we Salesians have taken up this challenge to be
with them and to assist them to have serene and decent life as rest of the youth.
YOUNG COUPLES
HELPING YOUNG COUPLES TOWARDS A
MATURE RELATIONSHIP
JINDŘICHŘŠRAJER (CEP)
The aim of this presentation is to introduce the methodology in helping young
spouses towards a mature relationship, according to the conclusions and the
encouragement given by the Bishops at the Synod of the Family (2014-2015)
and it was also mentioned in the document entitled Amoris Laetita (2016).
This presentation will introduce the methodology that has been developed
by the authors in the Czech Republic and the practical experience with its
implimentation into practice. This practice represents a challenge for the
Salesians and the Salesians’ associates.
202

21.4 Page 204

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FAMILY GARDEN
COUNSELLING CENTRE FOR FAMILIES
KAMIL
KATARINA BAGIN (SLK)
The Family Garden is a counseling centre for families, located in Bratislava,
staffed by laymen – Salesian cooperators since 2014. In addition to Salesian
cooperators FAMILY GARDEN collaborate with many other specialists
(gynecologist, psychologist, priest, lawyer, special education professional,
financial adviser), married couples and the entire Salesian family. The Family
Garden brings all these Christian specialists under one roof, thus helping
believers who seek high quality professional help. The Family Garden provides
the assistance on two levels – counseling and prevention.
TRAIL OF DON BOSCO
WORKING WITH FAMILIES OF YOUNG
PEOPLE
NELE LOUAGE (BEN)
In the home, we accompany 41 boys between 12 and 21 years of age. More
than half of the boys is placed in our setting by the juvenile judge because of
their undesirable behavior. We are inspired by the systemic theory (contextual
thinking - Ivan Boszormenyi-Nagy). We believe that every youngster is a
unique hub of relationships forming his identity and that problems arise in the
interaction between people. Therefore we believe that involving the families
in our work is very important. The purpose of our work is search for allies
between youngsters and their families to tackle the problems and search for a
perspective.
203

21.5 Page 205

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
GRUPPO FAMIGLIE
MOVIMENTO GIOVANILE SALESIANO
SIMONA CARLI (ILE)
Il Gruppo Famiglie MGS, così come è nato 9 anni fa, consisteva in una decina
di giovani sposi che hanno condiviso nell’arco di quattro anni - per una
sera al mese infrasettimanale – un programma molto semplice di incontro:
una cena, la preghiera insieme, un itinerario formativo e occasionalmente
qualche gita. Le parole – chiave del gruppo sono: 1. Formazione 2. Servizio
3. Accompagnamento. Ogni anno il gruppo si propone di coinvolgere nuove
coppie, nell’ottica dell’inclusione e della condivisione delle buone prassi
maturate. L’Associazione Salesiani Cooperatori ha nel gruppo Giovani Famiglie
diversi esponenti.
ALLEANZA EDUCATIVA
ACCOMPAGNARE FAMIGLIE E GIOVANI
TULLIO LUCCA
SIMONETTA ROSSI (ILE)
Le famiglie non possono isolarsi, ma devono camminare insieme. I giovani
devono sentirsi amati, accompagnati e sostenuti da reti familiari in un progetto
di bene. Nell’Ispettoria del Piemonte e della Valle d’Aosta, da 25 anni, viviamo
un’esperienza di apertura della pastorale familiare a quella giovanile, a partire
da un cammino per giovani sposi che è maturato nell’Associazione di Maria
Ausiliatrice (ADMA) e che da alcuni anni ha una significativa realtà giovanile.
Stiamo comprendendo dall’esperienza che la Pastorale Familiare deve aprirsi
a quella Giovanile (e viceversa). I giovani, convinti dalla testimonianza delle
famiglie, hanno organizzato un gruppo (ADMA giovani) per coinvolgere gli
amici nel cammino.
204

21.6 Page 206

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
DANIELE MERLINI
LORENZO
LUCIA GHERI (ICC)
Il gruppo di studio e la Commissione “PG e Famiglia” ha iniziato a riflettere aiutata
da esperti del Dicastero di PG e dell’Università Salesiana su temi come: lo specifico
educativo della famiglia, il carisma salesiano e la famiglia, quale apporto specifico può
dare la famiglia al carisma salesiano, quale apporto può dare il carisma salesiano alla
famiglia, quale complementarietà tra la vocazione alla vita consacrata e la vocazione
alla vita familiare. Al termine di un anno di studio, mentre alcuni temi sono stati messi
all’ordine del giorno per un’ulteriore approfondimento, sono state elaborate delle linee
di azione prioritarie su cui iniziare a coinvolgere le diverse case della Circoscrizione.
FAMIGLIE ANIMATRICE
DELLA DIMENSIONE AFFETTIVA NEI GRUPPI
APOSTOLICI
EMANUELE DE MARIA
ELISABETTA PREVE
RICCARDO GIRIBALDI (ICC)
Nel nuovo clima di attenzione dato alla famiglia a partire dal CG26 e da “Amoris
laetitia”, è stata avviata in Circoscrizione, da una parte, una riflessione su Famiglia
e Carisma salesiano e, dall’altra parte, una serie di pratiche volte a comprovare ciò
che si stava andando studiando e elaborando. È sembrato che uno dei campi di
impegno educativo specifico delle famiglie potesse essere quello dell’educazione
all’affettività e all’amore. Alcune famiglie si sono rese disponibili ad aiutare i
Salesiani in questo percorso nei Gruppi Apostolici delle diverse fasce d’età e a
livello ispettoriale nei cammini di formazione degli animatori.
205

21.7 Page 207

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
SAFINA
MAISON DE FORMATION CULTURELLE ET
CHRÉTIENNE
DAVID KABONGO MIKOMBE
DONATIEN BANZE (AFC)
La jeunesse lushoise évolue dans un environnement marqué par la crise sociale,
politique, économique, culturelle. SAFINA est un lieu d’accompagnement
des jeunes sur le chemin du mariage chrétien. Différentes activités culturelles
organisées permettent de ressortir l’importance de la famille. Les thèmes de
mariage sont joués comme théâtre ou animés comme récollection, par moments
accompagnés comme enseignements par un groupe de parents, juste pour
accompagner les jeunes ; qu’ils découvrent et réalisent que l’Évangile de la
famille est une joie qui remplit le cœur et la vie toute entière.
MAMÁS CATEQUISTAS
MAMÁS SALESIANAS EDUCANDO EN LA FE
FRANCISCO CERVANTES (MEG)
Las Mamás Catequista Salesianas están constituidas como una agrupación de
mujeres voluntarias en los colegios de nuestra Inspectoría, ellas son generalmen-
te mamás o incluso abuelas de los alumnos que se implican en la formación de
la fe de sus hijos, pero lo hacen como “maestras”, dentro del horario escolar
en el aula. La Asociación de Mamás Catequistas está presente en los 13 Cole-
gios Salesianos de nuestra Inspectoría, en cada colegio hay de 20 a 40 mamás
participando. Nace por dos motivos, el primero es de la inquietud de servicio y
apostolado de las mismas mamás que conscientes de su compromiso cristiano
laical y de su responsabilidad de educadoras en la fe de sus propios hijos quieren
“hacer algo” y qué mejor en la escuela donde estudian sus hijos.
206

21.8 Page 208

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PASTORAL EN ZAPATILLAS
EXPERIENCIAS DE VIDA CRISTIANA
EN LA FAMILIA
MIGUEL ANGEL CALAVIA
NIEVES BARRAGÁN BRU (SMX)
“Pastoral en Zapatillas” nace para responder el desafío actual de la Pastoral
Familiar en la Iglesia y en la Congregación. Tema presente en la reflexión de la
Comisión Nacional de Parroquias/Santuarios (integrada en el Centro Nacional
Salesiano de Pastoral Juvenil), La urgencia de La Pastoral Familiar aparece en los
documentos eclesiales y ocupa también un lugar importante en los Proyectos
educativo-pastorales inspectoriales y locales de España. “Pastoral en Zapatillas”
quiere ser un material sencillo y práctico, que se ofrece a las familias de nuestras
obras salesianas (parroquias, escuelas, oratorios, plataformas sociales…); para
ayudarles a hacer una lectura creyente-evangélica de la propia vida y cultura.
VARIEDAD Y TECNOLOGÍA
EN LA ESCUELA DE PADRES
LUIS CORRAL PRIETO (CAM)
En CEDES Don Bosco (San José, Costa Rica), estamos convencidos de la necesidad
de intensificar, el trabajo a favor de la vida, el matrimonio y la familia, porque el
diagnóstico es tan pesimista como en cualquier otro lugar del mundo Occidental:
personas que solo conviven, padres divorciados e hijos del divorcio, separaciones
matrimoniales, familias monoparentales (madres solteras), familias reconstruidas,
contracepción, alumnas embarazadas, etc. No basta la Escuela de Padres. Hay
que trabajar en todos los frentes: alumnado, educadores, y padres de familia. Con
más de dos mil estudiantes, y un promedio de 5 personas por familia tenemos
una influencia directa sobre 10.000 personas. Esa es nuestra misión.
207

21.9 Page 209

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
GRUPO DE PADRES
EVA MARÍA MARTÍNEZ
JOSÉ LUIS VILLOTA (SSM)
Nuestro “Grupo de Padres” se reúne una vez al mes, en el mismo horario
en que se llevan a cabo las actividades con sus hijos en el Centro Juvenil, el
Oratorio y la Catequesis de Comunión. Es importante para nosotros coincidir
con los chicos en tiempo y espacio para convertir nuestra reunión también en
un testimonio para ellos. Somos tres parejas de Salesianos Cooperadores que
animamos/acompañamos a un grupo de unos 30 padres y madres. Tal y como
los propios padres nos demandaron, no se trata de una “Escuela de padres”,
sino, más bien, de un grupo de fe, de formación y de compartir vida.
FAZER O BEM FAZ BEM
EXPERIÊNCIAS DE PRÁTICAS DE PASTORAL
JUVENIL E FAMILIAR
FERNANDA C.M.PEREIRA (BMA)
Visando fortalecer o protagonismo juvenil, a formação de jovens líderes e criar
redes de testemunhos cristãos e motivacional às práticas de Pastoral, o Delegado
de Pastoral da Mantenedora, Padre Antonio de Assis Ribeiro, lançou o Projeto
CASAIS VOLUNTÁRIOS com o objetivo de diagnosticar e promover casais que
desejam fazer a experiência do Voluntariado Social a Serviço da Pastoral Juvenil
Salesiana. Os casais voluntários, alguns com consistente experiência de Pastoral
Juvenil Salesiana, apoiam e são parceiros nas variadas iniciativas da Pastoral
Juvenil Salesiana sobretudo dando especial atenção e acompanhamento aos
jovens que estão em formação no Curso de Liderança Juvenil.
208

21.10 Page 210

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PASTORALE CIRCOLARE
SALVATORE
ROBERTA PARRINO (ISI)
Da più di 10 anni è presente nella nostra Casa, un gruppo Famiglie, guidato da
coppie animatrici secondo la metodologia dell’animazione salesiana. Le direttrici
lungo le quali si muove il gruppo sono tre: la relazione, la formazione e il
servizio. In pratica il percorso che viene proposto alle coppie è quello di una
scoperta della vocazione matrimoniale, attraverso l’approfondimento di temi
specifici della coppia. Già nel 2007 il gruppo individuava la necessità di operare
un coinvolgimento parallelo delle famiglie accanto all’azione pastorale sui
ragazzi, in quanto si rendeva conto che senza un’azione educativa “circolare”
si rischiava di non dare continuità all’opera educativa intrapresa con i ragazzi.
PARENTS OF STUDENTS
THE FIRST EDUCATORS AND THE FIRST
YOUTH MINISTERS
ABRAHAM N. FELICIANO (SUE)
At Don Bosco Cristo Rey High School in Takoma Park, Maryland, the Youth
Ministry Team of the school consists of approximately 40-45 students and 4
adults. The team is responsible for all of the school liturgies, all student retreats,
community building activities, Salesian Family events, and the service program.
An orientation day is held at the building of the scholastic year and a network is
established with the parents. Through this network the parents not only support
the activity and work of their sons and daughters, but the parents themselves
were responsible or co-responsible for a number of Youth Ministry activities
and events at the school.
209

22 Pages 211-220

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22.1 Page 211

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
REBUILDING TRUST
BETWEEN YOUNG PEOPLE AND THEIR
PARENTS
VAL COLLIER
MARTIN BURKE (IRL)
Don Bosco Care is a voluntary agency providing residential care and emotional
support to young people who are unable to live presently with their families. Over
the years it became very clear for many of our young people eventually returned to
live with their family, or at least continued to have regular contact with their family
even when this contact had many difficulties for them. As a result we realised that
we needed to change our practice. We also know that young people, from even
the most distressed and traumatic situations, have an intense desire to be deeply
connected with their family. So over the years, our practice has evolved to include
working with families in a more significant way, if they are open to working with us.
MY SECOND HOME
AS EXPERIENCE OF YOUTH AND FAMILY
MINISTRY
ERIC CACHIA (IRL)
A meaningful Youth Ministry always goes with a sound Family Ministry. Therefore,
Savio College decided to look for a common ground which brings together both
the family and the young. This has been identified as “accompaniment”, of both
the family and the young. Mutual respect and understanding between the Salesians
(as educators) and parents/guardians (as primary care givers) is built before the
student/son starts school, thus creating a strong platform in line with the Salesian
preventive system. The process lived at Savio College allows a stronger ownership
where faith becomes a journey to unfold rather than a service to consume.
210

22.2 Page 212

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PARENTAL ORATORY
SAVIO YEUNG & TEAM (CIN)
Salesian Educative Pastoral Centre for Youth and Family” is located in the district
with low social-economic and new immigrant families in Macau. The center is
a “Parental Center” as well as “Daily Oratory” where parents can walk-in with
children and stay and play together with their children, to enjoy and enhance
the parent-child relationship. From time to time the center provides different
parental training courses such as “Life Skill”, “Spiritual Counselling”, “Play
Group”, “Thinking Course”, “Personality Growth Training” that helps parents
to have educating mind set and improve their parent-child relationship.
PADRES EXPLORADORES
HÉCTOR LUIS ARISMENDE (ARS)
El movimiento juvenil de los Exploradores Argentinos de Don Bosco se abre cada
vez más a la participación de los padres en las actividades de sus hijos, generan-
do espacios de encuentro, formación y colaboración con la finalidad de: inte-
grarlos al proceso educativo del Movimiento; ofrecerles espacio de participación
activa en el sostén organizativo y económico; garantizar una presencia estable
de adultos durante las actividades ordinarias y extraordinarias. El movimiento
EADB está presente en toda la Argentina con más de 80 centros, y cada uno
posee al menos un grupo estable de Padres Exploradores.
211

22.3 Page 213

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
TABELLE
TABELLA
PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
Mappa della Realtà Sociale ed ecclesiale della famiglia nelle regioni o continenti
(Presentazione di 6 Relatori e Lavoro Regionale con Delegati Ispettoriali di Pastorale Giovanile)
AFRICA E
MADAGASCAR
16-19 settembre
2015
Addis Abeba
AMERICA
17-20 ottobre
2015
Quito
ASIA
SUD
2-5 novembre
2015
Bangalore
ASIA EST -
OCEANIA
10-13 novembre
2015
Seul
EU.
MEDITERRANEA
2-5 febbraio
2016
Santiago de
Compostela
EU.
CENTRO-NORD
9-12 febbraio
2016
Roma
TABELLA
PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
Coinvolgimento della realtà locale
21-23/06/2016
AFRICA E
MADAGASCAR
Consegna dei
risultati:
31/08/2016
AMERICA CONO
SUR
Consegna dei
risultati:
07/10/2016
ASIA EST-
OCEANIA
Consegna dei
risultati:
01/10/2016
Incontro regionale
17-20/10/2016
Incontro Regionale
1-3/11/2016
Incontro Regionale
7-10/02/2017
Incontro Regionale
12-15/09/2016
Incontro Regionale
24-27/10/2016
Incontro Regionale
10-13/11/2016
Invio Lettera-
Questionario del
Rettore Maggiore
a Ispettori e
Delegati di Pastorale
Giovanile
INTERAMERICA
Consegna dei
risultati:
07/10/2016
ASIA SUD
Consegna dei
risultati:
01/10/2016
EUROPA
Consegna dei
risultati:
15/11/2017
212

22.4 Page 214

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TABELLA
28 novembre
Martedi
Lettura
PROPOSITIVA
DELLA REALTÀ
Congregazionale
RAPPORT SUL
QUESTIONARIO
29 novembre
Mercoledi
Lettura
ECCLESIALE
RELAZIONE
30 novembre
Giovedi
Lettura
EDUCATIVO-
PASTORALE
RELAZIONE
1 dicembre
Venerdi
MINI
CORSO
I Sessione 90’
WORKSHOP
Pausa
BUONE Pratiche
GRUPPI
BUONE Pratiche
GRUPPI
BUONE Pratiche
GRUPPI
27 novembre
Lunedì
Inaugurazione
Una lettura
della realtà
Regionale
Alla luce del
Questionario
MINI
CORSO
WORKSHOP
Si riprende
l’illuminazione
del mattino
nelle Regioni
MINI
CORSO
WORKSHOP
Si riprende
l’illuminazione
del mattino
nelle Regioni
MINI
CORSO
WORKSHOP
LINEE DI
FUTURO
II Sessione 90’
Pranzo
Plenum
III Sessione 90’
Pausa
Momento
culturale
IV Sessione 120’
213

22.5 Page 215

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
VALUTAZIONE
FINALE
ITA (37) FRA (13) SPA (46) POR (20) ENG (49) = 165
1 2 3 4 5 Media
CONFERENZE
1 Bruno Forte
3 7 40 109 4.60
2 Fabio Attard
1
5 28 133 4.74
3 Carmen Peña
1 12 24 56 72 4.27
4 Rossano Sala
1
2 25 133 4.79
BUONE PRATICHE
6 1. Love Matters
5 1 3 3.77
7 2. Integration of HIV affected
3 5 4.62
8 3. Helping Young Couples
2 4 4 4 3 3.11
4. Family Garden
1 1 11 8 4.23
5. In the trail of Don Bosco
1 7 9 4.47
6. Gruppo Famiglie MGS
5 6 10 4.23
7. Alleanza Educativa
1 1 4 19 17 4.19
8. PG e Famiglia
2 7 15 12 4.02
9. Famiglie animatrici della dimensione affettiva
2 15 10 4.29
10. Maison Safina
1 1 5 4.57
11. Mamas Catequistas
2 1 17 4.75
12. Pastoral en Zapatillas
1 1 4 18 18 4.21
13. Variedad y Tecnologia
1 6 8 4.46
14. Grupo de Padres
1 5 7 4.46
15. Fazer o Bem Faz Bem
5 2 5 4.00
16. Pastorale Circolare
1 3 10 7 4.19
17. Parents of Students
2 6 1 3.88
18. Rebuilding Trust
4 5 4 4.00
19. You are part of my family
1 9 6 4.31
20. Parental oratory
3 4 7 4.28
21. Padres Exploradores
1 2 1 3 3.85
214

22.6 Page 216

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ITA (37) FRA (13) SPA (46) POR (20) ENG (49) = 165
MINICORSI
9 1. Francis Gustilo
2. Paul Raj
3. Virginia Cagigal
4. Paulina Fernandez
5. Alvaro Ginel
6. Ronaldo Zacharias
7. Mario Llanos
8. Gustavo Cavagnari
LAVORI DI GRUPPO
10 Lavoro nelle Regioni
AL TERMINE DELLE CONCLUSIONI
11 Acquisizione visione e strategie
12 Raggiungimento obiettivi
13 Metodologia in generale
14 Partecipazione attiva
15 Coinvolgimento personale
16 Coinvolgimento degli altri partecipanti
17 Durata
18 Condizioni ambientali
19 Condizioni alloggio
20 Informazione - Comunicazione
21 Formazione personale
22 Celebrazioni liturgiche
1 2 3 4 5 Media
1 1 2 2 5 3.81
1
1 10 5 4.05
4 7 4.63
1 2 5 5 1 3.21
1
12 4.84
14 5.00
1 5 3 5 10 3.75
2 6 21 4.65
1 5 22 66 60 4.04
2 9 64 86 4.46
1
14 62 82 4.40
1 3 9 66 84 4.40
1 1 14 57 87 4.48
1 15 70 79 4.37
1 15 72 78 4.36
1 3 6 54 100 4.51
2 6 10 47 100 4.43
1
3 32 129 4.74
3 4 30 48 75 4.17
1 1 4 44 112 4.63
4 8 24 43 86 4.20
215

22.7 Page 217

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
PARTECIPANTI
Nº NOME
1 KABWE PAUL
2 JOACHIM
3 NICOLE EKILA
4 LIGOPI LINZUWA
5 ISIDORO
6 ABEL
7 BANZE WA MONGA
8 MELCHADES
9 CLARENCE
10 NHALNHLA GODFREE
11 DIDIER
12 BENON
13 MARK ANTHONY
14 OLUMIDE
15 BENEDICT
16 GATETE
17 SANTIAGO
18 ANGELO
19 DANIEL
20 MARIA CLARA
21 ZEZINHA MADALENA
22 JOSE FRANCISCO
23 JOSE PASTOR
24 JORGE
25 FERNANDO
26 GERMAN ARIEL
27 HECTOR LUIS
COGNOME
VINNY
SHAMUKEKE KABANZA
DJANGI
ZEPHYRIN
APOSTOLI
MUSSIE
DONATIEN
LUKANYANGA
WATTS
MDLALOSE
MEBA
HERMANN
OKPALIRE
AKADIRI
MENSAH
INNOCENT
CHRISTOPHERSEN
EPALANGA AMANDIO
KANDANDJI
BORGES KANDANDJI
MUTANGO EPALANGA
ORTEGA MEJIA
RAMIREZ FERNANDEZ
SANTIAGO CARTAGENA
SAADE
CUESTA
ARISMENDE
ISPETTORIA
ACC
ACC
ACC
ACC
AET
AET
AFC
AFE
AFM
AFM
AFO
AFO
AFW
AFW
AFW
AGL
ANG
ANG
ANG
ANG
ANG
ANT
ANT
ANT
ARN
ARN
ARS
216

22.8 Page 218

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Nº NOME
COGNOME
28 EMILE DESIRE
MEFOUDE
29
FRANCINE COLETTE
ZENAIDE
ZOMAMBOU BONGO
30 YOLANDE GISELE
OSSAVOU
31 ANNICK RACHEL
OSSAVOU DOUMBE
32 BERNARD
GRAHAM
33 RUDOLF
OSANGER
34 WAGNER
LUIS GALVAO
35 ELIAS
ROBERTO
36 GEE
VAN DEN BERGHE
37 LOUAGE
NELE
38 VERPOEST
DIETER
39 REGINALDO
LIMA CORDEIRO
40 FERNANDA CRISTINA
MELO PEREIRA
41 DULCIMAR
SILVA PEREIRA
42 EDWIN
CESPEDES BERNAL
43 GILSON MARCOS
DA SILVA
44 RAFAEL
PEREIRA PEREIRA
45 EDUARDO ROGERIO
SCHMITZ
46 ALESSANDRA
FISTAROL SCHMITZ
47 EUDES
BARRETO FERNANDES
48 JOSEFA MADALENA
DA SILVA
49 ROQUE LUIZ
SIBIONI
50 ANA LUCIA
DA SILVA BASTISTA
51 MARILDA MARTINS
PEREIRA DE SOUZA
52 ALEXANDRO
SANTANA
53 ERACLIDES REIS PIMENTA ERACLIDES
54 RENE
SANTOS GONZALEZ
ISPETTORIA
ATE
ATE
ATE
ATE
AUL
AUS
BCG
BCG
BEN
BEN
BEN
BMA
BMA
BMA
BOL
BPA
BPA
BPA
BPA
BRE
BRE
BSP
BSP
BSP
BSP
BSP
CAM
217

22.9 Page 219

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
Nº NOME
COGNOME
ISPETTORIA
55 LUIS
56 TOMAS
57 JINDRICH
58 MICHAL
59 CLAUDIO
60 RUTH ANGELICA
61 CLAUDIA ALEJANDRA
62 JUAN FRANCISCO
63 CHO LAW SAVIO
64 UN HOU
65 YUK CHO
66 JOSE ARCADIO
67 ELMA MIREYA
68 JULIO CESAR
69 JAIME ENRIQUE
70 JORGE ARLEY
71 OSCAR JOSE
72 IVAN
73 JOSIP
74 JOSIPA
75 HENRY WLADIMIR
76 RUBINSKY RAVINDANAT
77 JOEL
78
JOHN MARIE FRANCIS
OCAMPO
79 EDWIN
80 JOANNA MARIE
81
ANTHONY E.GEORGE
ANGELO
82 JORIZ
83 ELIGIO
84 XAVIER
85 JOCKIR
86 MICOD
87 KATHARINA
88 WIDMANN
CORRAL PRIETO
REDLICH
SRAJER
KAPLANEK
CARTES
LIZANA IBACETA
MARTI AGUILERA
TRIPAILAF QUILONDRAN
YEUNG
CHEONG
SHI
RIAÑO CUIDA
ARDILA DUARTE
HERRAN CASTILLO
MORALES ALFONSO
ESCOBAR ARIAS
HOLGUIN ORDONEZ
TERZE
ZELENIKA
ZELENIKA
ACOSTA NARANJO
SANCHEZ ANDRADE
CAMAYA
VILLAFANIA
SOLIVA
OLIVA
CORREIA
CALSA
SANTOS
ERNST
GENEVIÈVE
ERIC
KARL
JÖRG
CAM
CEP
CEP
CEP
CIL
CIL
CIL
CIL
CIN
CIN
CIN
COB
COB
COB
COB
COM
COM
CRO
CRO
CRO
ECU
ECU
FIN
FIN
FIN
FIN
FIN
FIS
FIS
FRB
FRB
FRB
GER
GER
218

22.10 Page 220

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Nº NOME
COGNOME
89 BARBARA
KLOSE
90 HITOSHI
YAMANOUCHI
91 SHINGO
TOMITA
92 JAMES ROBERT
GARDNER
93 SUE
MCDONALD
94 HUBERT
MESIDOR
95 MARIE GLADYS
DUPUY
96 WITHNEY
JEAN BAPTISTE
97 RICCARDO
GIRIBALDI
98 DANIELE
MERLINI
99 ELISABETTA
PREVE
100 EMANUELE
DE MARIA
101 LORENZO
GHERI
102 LUCIA
SCILLA
103 CLAUDIO
BELFIORE
104 GIOVANNI
D’ANDREA
105 TULLIO
LUCCA
106 SIMONETTA
ROSSI
107 CLAUDIO
DURANDO
108 ALBERTO
MARTELLI
109 STEFANO
MONDIN
110 MICHELE
MOLINAR MIN BECIET
111 PAOLO
CAIANI
112 SIMONA ANGELA
CARLI
113 DOMENICO
MADONNA
114 PIERLUIGI
LANOTTE
115 TOMMASO
CELENTA
116 DANIELA
GALDI
117 GLENFORD CLIFTON JUDE LOWE
118 RICHARD
D’SILVA
119 ANAND
CASTELINO
120 PALOMA LYDIA
DSA
121 ANTON
D’SOUZA
122 LAWRENCE
MONDAL
123 Don Bosco
Perianayagam
ISPETTORIA
GER
GIA
GIA
GRB
GRB
HAI
HAI
HAI
ICC
ICC
ICC
ICC
ICC
ICC
ICC
ICC
ICP
ICP
ICP
ICP
ICP
ICP
ILE
ILE
IME
IME
IME
IME
INB
INB
INB
INB
INB
INC
IND
219

23 Pages 221-230

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23.1 Page 221

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
Nº NOME
COGNOME
124 KAISA
KAIKHO
125 Siile Anthony
Khoho
126 Francis
Ngajokapa
127 SILVIO
ZANCHETTA
128 VINCENZO
RICCIO
129 BARBARA CRISTINA
CASTIONI
130 ANGELO SERGIO
VIANELLO
131 Prueba
Prueba
132 LUCIA
SEBASTIANUTTI
133 LUCAS
CHAMBUGONG MARAK
134 SUDHAKAR
BELLAMKONDA
135 ANTHIC
JOSEPH
136 JOSE THOMAS
KOYICKAL
137 PAULACHAN
KANNAPPILLY
138 HYACINTH
MENDEZ
139 SINDHA
HYACINTH MENDEZ
140 STEVEN LAWRENCE
LAWRENCE
141 EDWIN VASANTHAN
THOMAS
142 MURALI KRISHNAN
GOPALAN
143 JOHN BOSCO
SELVARAJ
144 DON BOSCO
LOURDUSAMY
145 MARIA CHARLES
ANTONYSAMY
146 SHILANAND
KERKETTA
147 GABRIEL
KARUNARAJ
148 VINCENT AROKIA XAVIER PHILOMINRAJ
149 ERIC
CACHIA
150 VAL
COLLIER
151 MARTIN
BURKE
152 ROBERT L.
GRECH
153 DOMENICO
LUVARÁ
154 GIUSEPPE
RUTA
155 ANGELO
GRASSO
156 SALVATORE
PARRINO
157 ROBERTA
NICASTRO
158 MARIANNINA
PISCIOTTA
ISPETTORIA
IND
IND
IND
INE
INE
INE
INE
INE
INE
ING
INH
INH
INK
INK
INK
INK
INK
INM
INM
INM
INM
INN
INN
INT
INT
IRL
IRL
IRL
IRL
ISI
ISI
ISI
ISI
ISI
ISI
220

23.2 Page 222

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Nº NOME
COGNOME
159 JOAO DA COSTA
160 ORATIOUS SAJEEWAKA
161
ANTHONY T.CLAY
FERNANDO
162 HARISOA JOSE GASTON
163 MARIE FREDELINE
164 FRANCISCO
165 PABLO FEDERICO
166
MARIA DE LA SALUD
RAQUEL
167 JONATHAN SIMON
168 JESUS ABRAHAM
169 PERLA
170 PAULO ARMANDO
171 MARIA ANGELICA
172 JUANA
173 MANUEL
174 OLGA ALBERTINA
175 DELIO FRANCISCO
176 DOMINGO ANTONIO
177 DOMINGO RAMON
178 MARTIN
179 HUMBERTO
180 VICTORIA
181 SILVIA EDITH
182 GEORGE AUFE
183 CASPA
184 ADAM
185 MARIA
186 MAGDALENA
187 ALICJA
188 FRANCISZEK
189 JOÃO
190 JUAN
191 ALVARO
BOAVIDA
PAUL
WARNAKULASOORIYA
RAKOTONDRANAIVO
RATOVOARIVELO
NDRASANTSOA
CERVANTES
MUJICA LOPEZ
SERRATOS VAZQUEZ
ORTEGA FRAIRE
VILLA MARTINEZ
PATIÑO
MORALES GUTIERREZ
ALVAREZ MENDIETA
LOPEZ RUEDA
GUTIERREZ MUÑOZ
CUCO
BARREIRO PENAYO
ARANDA DELGADO
CACERES GONZALEZ
CIPRIANO SALAZAR
CHAVEZ
BASHI ZAVALA
FERNANDEZ GARCIA
ISOAIMO
CHARLES
WEGRZYN
BORAKIEWICZ
JAGIELSKA
BOROWIK
JANYGA
CHAVES MENDES
FREITAS
LAGO
ISPETTORIA
ITM
LKC
LKC
MDG
MDG
MEG
MEG
MEG
MEG
MEG
MEG
MEM
MEM
MEM
MEM
MOZ
PAR
PAR
PAR
PER
PER
PER
PER
PGS
PGS
PLE
PLN
PLO
PLO
PLS
POR
POR
POR
221

23.3 Page 223

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
Nº NOME
192 PAULO JORGE
193 RENATO
194 MARCELO
195 MIGUEL ANGEL
196 DANIEL
197 PATRICK
198 FABIO
199 ANGEL
200 HORACIO
201 TARCIZIO
202 AMERICO
203 NATALE
204 MARIA AROKIAM
205 TADEUSZ
206 STEFANO
207 ROSSANO
208 BRUNO
209 GUSTAVO
210 FRANCIS O.
211 RONALDO
212 PAULINA
213 MARIO
214 PAUL
215 ALESSANDRA
216 DOMENICO
217 LIVIA HELENA
218 JULIA
219 ALEXANDER AWI
220 ANGEL
221 LEONARDO
222 MARIAN
223 MANUEL
224 DANIEL
225 CARLOS
226 YOLANDA
222
COGNOME
VALENTE PINTO
CURSI
FARFAN
GARCIA MORCUENDE
GARCIA
ANTHONYRAJ
ATTARD
FERNANDEZ ARTIME
LOPEZ
MORAIS
CHAQUISSE
VITALI
KANAGA
ROZMUS
MARTOGLIO
SALA
FORTE
CAVAGNARI
GUSTILO
ZACHARIAS
FERNANDEZ
LLANOS
RAJ AMALRAJ
CAMA
MOLINA GUISEPPE
PITTINAU
ARCINIEGAS ALVAREZ
MELLO
GUDIÑA
SANCHEZ
SERRANO
SERRANO
DIAZ-JIMENEZ
MARTIN
SOBRINO POVES
ISPETTORIA
POR
RMG
RMG
RMG
RMG
RMG
RMG
RMG
RMG
RMG
RMG
RMG
RMG
RMG
RMG
RMG
RMG
RMG
RMG
RMG
RMG
RMG
RMG
RMG
RMG
RMG
RMG
RMG
RMG
RMG
RMG
RMG
RMG
RMG
RMG

23.4 Page 224

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Nº NOME
227 JAYAPALAN
228 FRANCISCO
229 JOAN LLUÍS
230 PAVOL
231 KATARINA
232 KAMIL
233 DOMINIK
234 GASPER
235 SANJA
236 FRANCISCO JOSE
237 MIGUEL ANGEL
238 JAVIER
239 ANA MARIA
240 MARTA
241 ALEJANDRO
242 JORGE JUAN
243 CRISTOBAL
244 RAUL
245 EVA MARIA
246 JOSE ANTONIO
247 AURORA
248 IRUNE
249 JOSÉ LUIS
250 CHARO
251 JUAN CARLOS
252 SAMUEL
253 JOSE MANUEL
254 JOSE MARIA
255 XAVIER
256 MANUEL FERNANDO
257 FRANCISCO JAVIER
258 JOSE LUIS
259 JOSE MARIA
260 VIRGINIA
261 Alvaro
COGNOME
RAPHAEL
SANTOS MONTERO
PLAYÀ MORERA
BOKA
BAGINOVA
BAGIN
VINS
OTRIN
OBAHA BRODNJAK
PEREZ CAMACHO
CALAVIA CALAVIA
DOMINGUEZ PARRA
VAQUERO PEIRO
ROMAN CAMARA
GUEVARA RODRIGUEZ
REYES MACIAS
LOPEZ
FERNANDEZ ABAD
MARTINEZ FERNANDEZ
HERNANDEZ GARCIA
MARTIN IZQUIERDO
LOPEZ ARESTI
GARCÍA PEÑA
TEN SORIANO
PEREZ GODOY
SEGURA VALERO
GONZALEZ DIEZ
BLANCO ALONSO
CAMINO SAEZ
GARCIA SANCHEZ
VALIENTE MORENO
VILLOTA COSIO
GARCIA MENDEZ
CAGIGAL DE GREGORIO
Ginel
ISPETTORIA
RMG
RMG
RMG
SLK
SLK
SLK
SLK
SLO
SLO
SMX
SMX
SMX
SMX
SMX
SMX
SMX
SMX
SMX
SSM
SSM
SSM
SSM
SSM
SSM
SSM
SSM
SSM
SSM
SSM
SSM
SSM
SSM
SSM
SSM
SSM
223

23.5 Page 225

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PASTORALE GIOVANILE E FAMIGLIA
Nº NOME
COGNOME
262 KOLDO
263 ANGEL
264 MARIA DEL ROSARIO
265 ABRAHAM
266 MATTEO
267 NORMA
268 ANDREA
269 ALPHONSE
270 GINA
271 PIYA
272 ANATOLIY
273 SERGIO
274 PEDRO
275 ORLANDO ELISEO
276 NELSON RAMON
277 SANDILLY INMACULADA
278 QUOC PHONG
279 DUY BAO
280 HUY CHUONG
281 QUANG THAI
282 CHRISTOPHER
283 JENNIFER NKONDE
GUTIERREZ CUESTA
ASTORGANO RUIZ
GARCIA RIBAS
FELICIANO
MORELLI
FRANCO
ZIMMERMAN
VU
ROBLES
PUCHCHAN
HETSYANYN
ALVAREZ MORA
INICIO REY
GRAMCKO RODRIGUEZ
SEQUERA GIMENEZ
ECHETO JORGE
PHAM
VU
PHAN
DINH
KUNDA
SIKAZWE
ISPETTORIA
SSM
SSM
SSM
SUE
SUE
SUE
SUE
SUO
SUO
THA
UKR
URU
URU
VEN
VEN
VEN
VIE
VIE
VIE
VIE
ZMB
ZMB
224

23.6 Page 226

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225

23.7 Page 227

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23.8 Page 228

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INDICE
PRESENTAZIONE ....................................................................... 4
INTRODUZIONE......................................................................... 6
27 NOVEMBRE 2017
LA FAMIGLIA NEL CAMMINO SINODALE
DELLA CHIESA........................................................................... 15
28 NOVEMBRE 2017
IL CAMMINO DELLA
CONGREGAZIONE SALESIANA............................................35
Riflessioni Regionali.......................................................................67
29 NOVEMBRE 2017
AMORIS LAETITIA: ALCUNE SFIDE E PROPOSTE...........85
Riflessioni Regionali..................................................................... 104
NOVEMBRE 2017
LA FAMIGLIA NELLA PROPOSTA
PASTORALE SALESIANA........................................................125
Riflessioni Regionali......................................................................159
PER IL FUTURO.........................................................................183
COLLABORATORI....................................................................193
MINI CORSI................................................................................195
BUONE PRATICHE.................................................................. 201
TABELLE.....................................................................................212
VALUTAZIONE FINALE...........................................................214
PARTECIPANTI..........................................................................216
227

23.9 Page 229

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228

23.10 Page 230

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