Atti_1953_177.ACS_


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ATTI DEL CAPITOLO SUPERIORE
Il Rettor Maggiore.
Torino, 8 Dicembre 1953.
Carissimi Figli in G. G.,
1.
- A n n o M a r ia n o i m m a c o l a t o . — La solennità ecce­
zionale che il S. Padre ha dato all’Anno Mariano, dalla Festa
dell’im m acolata Concezione di quest’anno a quella del 1954,
con la sua Enciclica, con le ricchissime indulgenze, con la pre­
ghiera da Lui stesso composta e con la rinnovazione del Co­
mitato che già promosse e diresse tutto il movimento dell’Anno
Santo 1950, ci dice eloquentemente quanto gli stia a cuore
che esso venga celebrato dal popolo cristiano col massimo
fervore.
E noi che ripetiamo le nostre origini appunto da questa
cara solennità e che per tradizione facciamo di essa una delle
feste più care e più devote, vi parteciperemo certamente in tutte
le nostre Case moltiplicando l’impegno sacro per dimostrare
a Maria Santissima tutto il nostro amore di figli.
Vedo perciò con intima gioia come in tutte le nostre pub­
blicazioni periodiche questo tema viene già svolto e commen­
tato alle varie categorie di persone; so che le Compagnie Re­
ligiose si propongono di inserire tra le loro attività specifiche
l ’istruzione dei soci sulla vita, i titoli, i privilegi e le virtù ec­
celse della Madonna; sarà impegno di tutti solennizzare le
feste mariane, pellegrinare devotamente ai Santuari vicini e
regionali, partecipare alle manifestazioni locali e diocesane,
sollecitare i giovani e le loro famiglie, i nostri antichi allievi,

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i cooperatori, i fedeli a fare corte d’onore a Maria dovunque
sia possibile; ripetiamo loro sovente le sante intenzioni che il
Sommo Pontefice ha enumerate nella sua Enciclica e che ab­
bracciano il mondo intero, gli interessi delle anime e della
società, i problemi del lavoro e della miseria, la libertà della
Chiesa, la pace, l ’unione dei popoli, ecc.
È un panorama universale di bene che l’Anno Mariano
apre ai singoli e a tutte le categorie, per contrastare l ’opera
satanica delle umane passioni e dei nemici di Dio, quasi per
invitare Maria Santissima a calpestare col suo piede imma­
colato il capo del serpente infernale, per vincerne l ’arroganza
e la perfidia, come sempre fece nel corso dei secoli.
La parola del Sommo Pontefice nell’Enciclica Fulgens co­
rona mi pare che debba essere da noi meditata, specialmente
in quella parte che spiega le sante intenzioni a cui vuole in­
dirizzare le preghiere e le opere buone di tutto il popolo cri­
stiano. Quale migliòre fonte di esortazioni e di fioretti per
tutte le nostre feste? Nel suo sguardo lungimirante Egli non
dimentica nessuna categoria di persone e su tutte invoca
l 'aiuto della Vergine Santissima.
« Molte grazie — Egli scrive — tutti debbono implorare
nelle presenti circostanze dall’ ai'tito della Beata Vergine, dal
suo patrocinio, dalla, sua potenza mediatrice ».
1) La propria santificazione. - « Chiedano innanzi tutto
che i propri costumi, con il soccorso della divina grazia, sempre
più si uniformino agli insegnamenti cristiani, perchè la fede
senza le opere è morta, e perchè nessuno può fare convenien­
temente cosa alcuna per il pubblico bene, se prima egli stesso
non rifulga come esempio di virtù agli altri ».
2) La salvezza della gioventù. - « Chiedano con insistenza
che la generosa e balda gioventù cresca sana e pura, nè lasci
contaminare dall’aria corrotta del secolo e infiacchire nei vizi
il bel fiore della propria età; che sappia governare con retta
guida le inclinazioni sregolate e l’impulsività ardente, e, ri­
fuggendo da ogni insidia, non si rivolga alle cose cattive e
dannose, ma elevi il cuore a tutto ciò che è bello, santo, ama­
bile, eccelso ».

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3) La santità della famiglia. - «Chiedano, pregando in co­
mune, che l ’età virile e matura si distingua su tutte per onestà
e cristiana fortezza; che la società domestica rifulga di una
fedeltà inviolata, sia fiorente per la sana e religiosa educazione
dei figli, e si rafforzi nella concordia e nel vicendevole aiuto ».
4) La nostra buona e santa morte. - «Im ploriam o final­
mente che i vegliardi si rallegrino dei frutti di una vita spesa
nel bene, così che avvicinandosi il termine della vita non ab­
biano nulla a temere, non siano afflitti da rimorsi o da angoscie
di coscienza, nè abbiano m otivo alcuno di arrossire, ma piut­
tosto fermamente confidino di ricevere presto il premio della
loro lunga fatica ».
5) Il conforto ai tribolati, ai senza tetto e senza lavoro. -
« Chiedano, inoltre, nella preghiera alla Divina Madre, il pane
per gli affamati, la giustizia per gli oppressi, la patria per i
profughi e gli esuli, una casa ospitale per i senza tetto ».
6) La libertà agli ingiustamente oppressi. - « Chiedano
la debita libertà per coloro che ingiustamente furono gettati
in carcere o nei campi di concentramento; il desideratissimo
ritorno in patria per quelli che sono ancora prigionieri non
ostante che da tanti anni sia terminata la guerra, e interna­
mente sospirano e gemono ».
7) La conversione dei ciechi e nemici di Dio. - «Chiedano
per coloro che sono ciechi nel corpo o nell’anima la letizia della
fulgida luce ».
8) La carità e la pace ove regna Vodio e la discordia. - «Per
tutti quelli che sono divisi fra loro dall’ odio, dall’invidia, dalla
discordia, che ottengano pregando la carità fraterna, l’unione
degli animi, e quell’ operosa tranquillità che è fondata sulla
verità, sulla giustizia, sulle relazioni amichevoli ».
9) La libertà della Chiesa Cattolica. - « Desideriamo in
modo speciale che, sotto l ’auspicio della Madre del Divin Be-
dentore e Madre nostra dolcissima, la Chiesa Cattolica possa
finalmente ovunque godere della libertà che Le compete per rag­
giungere la concordia dei cittadini, delle nazioni e delle genti ».

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Quale gioia per noi assecondare il desiderio del Vicario di
Gesù Cristo e fare dolce pressione al Cuore di Maria Santis­
sima per tutto l’anno a Lei dedicato, a vantaggio di tutto
il mondo!
Ma alla base di tutto conviene ricordare che dev’essere
un anno immacolato, e questo sia l’impegno di tutta la nostra
famiglia: trascorrere l ’anno Mariano immacolati, senza mac­
chia, in continuo stato di Grazia.
2.
- P r e g h ie r e e in t e n z io n i s p e c ia l i. — Contempora­
neamente continueremo a ricordare ogni settimana un’Ispet-
toria come l’ anno scorso e ciascuna Ispettoria festeggerà la
sua settimana con speciali preghiere per tutta la Congrega­
zione, unendosi in ispirito al R ettor Maggiore e a tutta la nostra
grande Famiglia.
Le relazioni ricevute nel corso di quest’ anno da ogni Ispet­
toria e da moltissime Case mi hanno persuaso dell’utilità di
questa « corona aurea ». Specialmente le Case di formazione
andarono a gara per illustrare le particolarità notevoli, le be­
nemerenze, i bisogni delle Ispettorie di turno, con cartine geo­
grafiche, collezioni di fotografìe, bollettini e statistiche. La fe­
lice concorrenza di convegni o mostre o feste organizzate dai
signori Ispettori nella medesima settimana ha fruttato maggior
fervore ed entusiasmo, interessamento di autorità e larga pro­
paganda delle opere nostre tra i cooperatori e gii amici nostri.
Per il 1954 è stato introdotto ufficialmente il pro-memoria
nell’Ordo divini Offìcii prima di ogni domenica, con la nota:
« hac liebdomada preces prò Inspectoria... » facilitando così il
memento dei Sacerdoti e di chi si serve del nostro Ordo.
Siccome anche le Figlie di Maria Ausiliatrice hanno voluto
imitare la nostra settimana di preghiere, per le loro Ispettorie
ho stabilito di dedicare la S. Messa di ogni sabato dell’anno,
riservando sempre la domenica per ciascuna delle nostre.
Quest’anno le intenzioni principali di queste preghiere
saranno: l ’aumento delle vocazioni, specialmente di coadiutori;
l ’efficacia del lavoro delle nostre Compagnie Religiose tra i
giovani; un maggior incremento dei nostri Oratori festivi e
quotidiani e il felice risultato delle nostre Cause di Beatiti-

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cazione e Canonizzazione, in particolare di quella del Beato
Domenico Savio che volge al termine glorioso e dei Martiri
della rivoluzione Spagnola, che stiamo iniziando con ogni di­
ligenza.
.
3.
- V i s i t e a l l a S p a g n a e a l P o r t o g a l l o . — Il mese
di ottobre potei trascorrerlo compiendo una fugace visita alle
case di Spagna e Portogallo. I l motivo che mi spinse fu di ac­
contentare e premiare i confratelli e i giovani che avevano
popolato i Noviziati con un numero consolantissimo di Novizi
in ciascuna delle quattro Ispettoria, e per rendermi conto
della copiosa messe di vocazioni che crescono ferventi nei
numerosi Aspirantati e maturano negli Studentati filosofici e
teologici. E ne fui oltremodo soddisfatto ed ho promesso che
avrei segnalato a tutta la Congregazione il fatto nuovo e prov­
videnziale. I più che 40.000 morti per la Fede in Ispagna du­
rante la rivoluzione bolscevica, tra i quali i Salesiani e le Fighe
di Maria Ausiliatrice si gloriano di ben 110 vittime, hanno
germogliato in questi quindici anni una fioritura di vocazioni
ecclesiastiche, religiose e missionarie, che compenseranno in
brevi anni le enormi perdite e daranno alla Spagna una vi­
talità religiosa superiore a quella delle epoche più floride per
la Chiesa. Per questo dono di Dio dobbiamo tutti levare un
inno di ringraziamento e specialmente le Ispettorie missio­
narie o povere di vocazioni faranno opera lodevole aiutando
con preghiere e anche con sussidi il mantenimento e la prima
educazione dei giovani aspiranti, che potrebbero essere anche
più numerosi se non difettassero i mezzi per accettarli e mante­
nerli. La Provvidenza è andata incontro ai nostri bravi Ispet­
tori con soccorsi prodigiosi, sicché hanno potuto fondare case
nuove, allargare le antiche, collocare le folle di aspiranti, no­
vizi, filosofi e teologi, provvederle di personale adatto e con­
temporaneamente aderire a nuove richieste delle Autorità e
dei benefattori, per iniziare opere educative d ’ altissimo va­
lore sociale, raddoppiando la loro espansione dal 1940 ad oggi.
È stata questa appunto la mia impressione nel confronto
che posso fare tra ciò che vidi coi miei occhi nella visita com ­
piuta nella primavera del 1940, accompagnando il defunto

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sig. D. Berruti, e ciò che mi apparve ora tornando nelle stesse
case o soffermandomi nelle nuove, vestite a festa, popola­
tissime, circondate di benevolenza e stima. Come non com­
muoversi dinanzi a ben 1450 aspiranti, 247 novizi, 312 filosofi,
270 teologi sparsi in ben 15' case, metà delle quali sono state
create in questi anni e le altre ampliate e migliorate nei locali
e nell’attrezzatura?
Sento perciò il dovere di porgere una lode e un incoraggia­
mento speciale pubblico a queste nostre famiglie benedette, che
sono di esempio a tutta la Congregazione nella campagna delle
vocazioni e che meritano l’appoggio di tutte le nostre preghiere.
Ma credo pure doveroso ed edificante segnalare un risultato
consolantissimo della educazione impartita col metodo pre­
ventivo insegnatoci da San Giovanni Bosco. Tanto noi Sa­
lesiani come le Fighe di Maria Ausiliatrice siamo stati invitati
dalle autorità civili sia di Spagna che di Portogallo ad accettare
dei Riformatori, ossia degli istituti di ragazzi corrigendi, e li
abbiamo accettati a condizione che ci lasciassero piena libertà
nel regime disciplinare, morale, amministrativo, quasi come
se fossimo in collegi nostri.
Dopo ormai cinque o sei anni di gestione, ben possiamo
dire che non c ’è più traccia di riformatorio in nessuno di questi
Istituti e che il regime famigliare, l’uso sapiente della Reli­
gione, della ragione e dell’ amorevolezza, la convivenza con­
tinua dei Superiori con gli allievi, la pratica del nostro Regola­
mento delle Case, hanno ottenuto da quei giovani, che erano
scapestrati e parevano ribelli, una corrispondenza così piena
e confortante da meravigliare i nostri confratelli e più ancora
le autorità tutte, che quasi non credono ai loro occhi e manife­
starono a me la loro riconoscenza con parole e lacrime di sod­
disfazione.
Fu in uno di questi Istituti, a Villa do Conde in Portogallo,
che i giovani allievi spontaneamente vollero attestare al suc­
cessore di D on Bosco la loro gratitudine, preparandogli col
proprio peculio e coniando una bellissima medaglia d ’oro dal
peso di 45 grammi, che mi presentarono con parole molto
eloquenti. Essi riconoscevano che la loro vita era stata indiriz­
zata al bene, al lavoro, all’onestà dagli educatori che avevano

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saputo far loro la parte dei genitori; sentivano di dover tutto
il loro avvenire alla scuola sapiente dei Salesiani; e perciò al
passaggio del loro Superiore generale avevan voluto premiare
lui con quella medaglia, come di figli al padre. La scritta in­
fatti dice laconicamente: « Filii Patri». Risposi che avrei ser­
bato come il più caro tra i ricordi quel loro omaggio, ma che
la medaglia l’avevano meritata sia gli allievi, corrispondendo
bene alle cure dei loro educatori, che gli educatori praticando
con sapienza il metodo insegnato da Don Bosco; ma primo
fra tutti la meritava Don Bosco, incomparabile maestro della
più umana pedagogia, che trova perfetta rispondenza sotto
tutti i cieli.
Passando per Fatima ho celebrato la S. Messa nella cappel­
lina delle Apparizioni ed ho pregato a lungo per tutte le nostre
necessità spirituali e morali, per tutte le categorie di persone
che fanno parte della nostra Famiglia, per i Missionari, i tri­
bolati, gli infermi, i giovani e gli anziani, i vivi e i defunti,
e ho chiesto alla Madonna la sua benedizione sull’anno Ma­
riano imminente, affinchè sia apportatore di abbondanti grazie
su tutti e su ciascuno. Pegno di questa preghiera fu la carto­
lina che ho spedito agli Ispettori e a tutte le case di formazione,
come al capo e ai figli beniamini di ogni Ispettoria.
4. - B io g r a fie d i D on P ie tro R ic a l d o n e , D on P ietro
B e r r u t i e D on E u s e b io V is m a r a . — Mi fa c c io u n d o v e r e
d i a v v isa re i co n fra te lli e, p er m ezzo d i essi, gli am ici, ex allievi
e coop era tori, ch e stiam o raccog lien d o d ocu m en ti e n otizie
per p rep arare le b iogra fie d ei d efu n ti D o n P ietro R ica ld o n e ,
D on P ietro B erru ti e D o n E u sebio V ism ara. Sarò grato a quanti
m a n d era n n o le p ro p rie m em orie o in d ich eran n o n o m i di p erson e
estranee a cui con v en g a fare l ’in vito.
5. - A u g u r i n a t a l i z i . — Giungano a tutti i Confratelli,
alle Figlie di Maria Ausiliatrice, ai giovani, agli antichi al­
lievi e cooperatori, ai genitori e parenti tutti, gli auguri di un
santo Natale e di un febee anno nuovo. Sia per tutti un anno
santo, immacolato, ricco di celesti favori per le anime e per
i corpi. Maria SS.ma Immacolata Ausiliatrice, San Giovanni

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Bosco, 8. Maria Mazzarello, il Beato Domenico Savio, il V e­
nerabile Michele Bua, tutti i nostri Servi di Dio e le anime
elette dei nostri fratelli defunti intercedano ad ogni istante
per noi gli aiuti e conforti di cui avremo bisogno.
E voi pure, cari Confratelli e figliuoli, pregate molto per
me vostro
aff.mo m C. J.
Sac. RENATO ZIGGIOTTI
Il Prefetto Generale.
1. - Fa osservare ai confratelli che può talvolta avvenire,
sia nella formazione individuale, come nell’educazione dei gio­
vani, che, mentre si insiste molto sulla purezza di coscienza
per ciò che riguarda la bella virtù, si passa poi sopra facil­
mente a mancanze di sincerità, come il copiare nella scuola
o negli esami; a rubarizi e inganni negli affari; a critiche che
ledono il buon nome del prossimo, di colleglli, di allievi, ecc.
Per formare il cristiano integrale è necessario insegnare ad
osservare tutti i comandamenti. La delicatezza di coscienza
implica appunto una maggior sensibilità in tutti i settori morah.
2. - A quanto si è già detto sulle infrazioni del voto e della
virtù della povertà, non sarà fuori di luogo aggiungere che è
proibito tener denaro presso di sè o presso altri, e spenderlo
liberamente. Nè vale il dire che questo denaro ci è sommi­
nistrato da parenti o amici e quindi non appartiene alla co­
munità. Dice Don Bosco che « in Congregazione il religioso è
considerato letteralmente come se nulla possedesse ».
3. - Le regole vogliono che si mettano i dovuti limiti alla let­
tura dei giornali. Don Bosco non ne leggeva affatto. Badiamo
che l’appassionata lettura del giornale, oltre che farci perder
tempo prezioso, diminuisce nel cuore la vita interiore e il racco­
glimento, interessandoci troppo negli affari transitori del mondo.
4. - I confratelli che vivono lontani dai parenti si facciano
un santo dovere di mantenere la dovuta corrispondenza coi
loro cari, affinchè non avvenga che questi debbano ricorrere
ai superiori per protestare contro questa negligenza dei loro
figli. E dovere di coscienza.