PROGETTO DI ANIMAZIONE E GOVERNO


PROGETTO DI ANIMAZIONE E GOVERNO



1 DEL RETTOR MAGGIORE

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2 E DEL SUO CONSIGLIO

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3 PER IL SESSENNIO 2020-2026

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Parte prima

priorità del rettor maggiore

e del consiglio generale

per il sessennio 2020-2026


  1. Un sessennio per crescere nell’identità salesiana

  2. Per essere salesiani pastori oggi

  3. Per assicurare la priorità assoluta per i giovani, i più poveri, abbandonati e indifesi

  4. In un tempo di generosità congregazionale





Parte seconda

articolazione del progetto


PER IL VICARIO DEL RETTOR MAGGIORE


PER I CONSIGLIERI DI SETTORE


  1. Formazione

  2. Pastorale Giovanile

  3. Comunicazione Sociale

  4. Missioni

  5. Economo generale


PER IL SEGRETARIATO PER LA FAMIGLIA SALESIANA





Parte terza

articolazione del progetto


PER I CONSIGLIERI REGIONALI


  1. Africa e Madagascar

  2. America Cono Sud

  3. Asia Est e Oceania

  4. Asia Sud

  5. Europa Centro e Nord

  6. Interamerica

  7. Mediterranea






4 Parte Prima

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5 PRIORITÀ DEL RETTOR MAGGIORE

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6 E DEL CONSIGLIO GENERALE

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7 PER IL SESSENNIO 2020-2026

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  1. Un sessennio per crescere nell’identità salesiana


  1. Per essere salesiani pastori oggi


  1. Per assicurare la priorità assoluta per i giovani, i più poveri, abbandonati e indifesi


  1. In un tempo di generosità congregazionale



PRIORITÀ 1 – UN SESSENNIO PER CRESCERE NELL’IDENTITÀ SALESIANA


OBIETTIVO

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

1.1. Aiutare la Congregazione, le singole ispettorie e i confratelli nella crescita nella nostra identità salesiana.

1.1.1. Passando dalla realtà odierna ad una più grande consapevolezza della bellezza della chiamata di Dio per essere oggi salesiani di Don Bosco e rimanere sempre con Lui.

1.1.1.1. Accompagnare da vicino, personalmente o per mezzo dei membri del Consiglio generale la vita e la missione di ciascuna ispettoria o visitatoria.



1.1.1.2. Illuminare il camino di crescita nell’identità salesiana nella Congregazione per mezzo del magistero del Rettor Maggiore nelle lettere, nella Strenna, nelle visite e nei diversi interventi.





1.1.2. Aiutando a superare la possibile stanchezza nell’animazione e nel governo delle ispettorie, sempre con un più grande realismo pieno di speranza.

1.1.2.1. Animare gli esercizi spirituali rivolti a tutti gli ispettori e ai membri dei consigli ispettoriale in tutte le regioni della Congregazione.



1.1.2.2. Assicurare gli incontri personali con tutti gli ispettori lungo il sessennio (nei corsi di formazione per i nuovi ispettori, nella settimana di spiritualità di metà sessennio, nell’incontro personale con il Rettor Maggiore all’inizio del servizio dell’Ispettore e consegna della “carta di navigazione” per l’Ispettoria, nella visita d’insieme), consolidando l’aiuto nell’animazione e governo delle ispettorie.



PRIORITÀ 2 – PER ESSERE SALESIANI PASTORI OGGI


OBIETTIVO

PROCESSO

LINEE DI AZIONE

2.1. Accompagnare insieme al Settore corrispondente la crescita e il miglioramento della formazione dei salesiani d’oggi.

2.1.1. Individuando i passi che permettono di superare la routine, le stanchezze e i disagi vocazionali.

2.1.1.1. Il Rettor Maggiore insieme al Settore della Formazione accompagnerà molto da vicino il consolidamento, il ridisegno e la ristrutturazione necessari alle case per la formazione specifica dei confratelli nella Congregazione.



2.1.1.2. Privilegiare, assicurando e verificando, la preparazione e la formazione dei formatori e la costituzione di adeguate equipe formative.



2.1.1.3. Assicurare che la revisione della Ratio Studiorum sia di aiuto per la crescita nell’identità salesiana per formarsi per la missione e nella missione.





PRIORITÀ 3 – PER ASSICURARE LA PRIORITÀ ASSOLUTA PER I GIOVANI, I PIÙ POVERI, ABBANDONATI E INDIFESI


OBIETTIVO

PROCESSO

LINEE DI AZIONE

3.1. Testimoniare in modo inequivocabile che oggi, più che mai, la nostra priorità devono essere i giovani, e sempre i più poveri, gli abbandonati e gli indifesi.

3.1.1. Camminando verso una realtà salesiana che abbia come meta prioritaria l’attenzione ai bisogni più profondi dei giovani, specialmente i più poveri, e delle loro famiglie.

3.1.1.1. Accompagnare e verificare nelle visite del Rettor Maggiore e dei consiglieri generali il cammino che si farà nelle ispettorie per dare priorità assoluta ai giovani più bisognosi e indifesi nelle presenze salesiane già esistenti e in quelle che nasceranno in futuro.



3.1.1.2. Accompagnare per mezzo dell’animazione e del governo del Rettor Maggiore con il suo Consiglio ciascuna ispettoria nella elaborazione, applicazione e consolidamento di un codice etico per la cura, la prevenzione e la difesa dei minori a noi affidati.



3.1.1.3. Rendere prioritaria - lungo il sessennio, negli incontri con gli ispettori - la verifica dei passi anteriori come elementi distintivi del DNA etico della nostra Congregazione, per il bene dei giovani.



PRIORITÀ 4 – IN UN TEMPO DI GENEROSITÀ CONGREGAZIONALE


OBIETTIVO

PROCESSO

LINEE DI AZIONE

4.1. Rendere veramente effettiva e reale l’apertura di sguardo e senso di grande appartenenza alla Congregazione dei Salesiani di Don Bosco nel mondo.

4.1.1. Passando sempre di più da un’appartenenza locale o nazionale ad una visione più generosa e universale per la missione salesiana.

4.1.1.1. Il Rettor Maggiore inviterà i confratelli di tutte le ispettorie del mondo a rendersi disponibili per servizi internazionali, nuove fondazioni o per la presenza sulle nuove frontiere, nel rispetto delle nostre Costituzioni, mediante trasferimenti, scambi, aiuti temporanei.



4.1.1.2. Si proseguirà con decisione, imitando Don Bosco, il progetto missionario della nostra Congregazione.



8 Parte Seconda

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ARTICOLAZIONE DEL PROGETTO



9 PER IL VICARIO DEL RETTOR MAGGIORE

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10 PER I CONSIGLIERI DI SETTORE

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  1. Formazione


  1. Pastorale Giovanile


  1. Comunicazione Sociale


  1. Missioni


  1. Economo generale





11 PER IL SEGRETARIATO PER LA FAMIGLIA SALESIANA

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Abbreviazioni principali presenti nel testo



AMBenedetto XVI, Esortazione apostolica postsinodale «Africae Munus» (19 novembre 2011).

ChVFrancesco, Esortazione apostolica postsinodale «Christus vivit» (25 marzo 2019), in AAS 107 (2015), 847.

EGFrancesco, Esortazione apostolica «Evangelii gaudium» (24 novembre 2013), in AAS 105 (2013), 1019.

FTFrancesco, Lettera enciclica «Fratelli tutti» (3 ottobre 2020).

GEFrancesco, Esortazione apostolica «Gaudete et Exsultate» (19 marzo 2018).

GMCS 2013Benedetto XVI, Messaggio per la XLVII Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali (12 maggio 2013).

GP99Giovanni Paolo II, Lettera agli Artisti Estetica, teologia, spiritualità e comunicazione attraverso della comunicazione e arte, Vaticano, 1999.

FBicFrancesco, Lettera al Rettor Maggiore Don Ángel Fernández Artime nel bicentenario della nascita di S. Giovanni Bosco, Come Don Bosco, con i giovani e per i giovani (24 giugno, 2015).

LG«Lumen Gentium»

LSFrancesco, Lettera enciclica «Laudato si’» (24 maggio 2015).

LSAYDicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, «Laudato si’». Anno dell’anniversario speciale 24 maggio 2020-24 maggio 2021 (http://www.humandevelopment.va/).

RMGiovanni Paolo II, Lettera Enciclica, «Redemptoris missio» (1990).

VCGiovanni Paolo II, Esortazione Apostolica, «Vita consecrata» (1996).



ACGAtti del Consiglio Generale.

ACSSAAssociazione dei Cultori di Storia Salesiana

ANSAgenzia Notizie Salesiane.

BSBollettino Salesiano.

CEPComunità Educativa Pastorale.

CG20Atti del Capitolo Generale 20°.

CG24Atti del Capitolo Generale 24°.

CG27Atti del Capitolo Generale 27°.

CG28Atti del Capitolo Generale 28°, indicati come ”Riflessione Postcapitolare” in ACG 433 (2020).

CICFSCarta dell’identità carismatica della Famiglia salesiana di don Bosco (2012).

CIMECConsulta della Regione Europa Centro Nord raggruppa 5 ispettorie (Repubblica Ceca, Croazia, Slovacchia, Slovenia, Ungheria).

CNPGCentri Nazionali di Pastorale Giovanile.

CORAM Coordinatori Regionali di Animazione Missionaria.

CRFCommissione Regionale della Formazione.

DBIDon Bosco International.

DBNetDon Bosco Network.

DBRC Don Bosco Renewal Centre.

DBSTDon Bosco School of Theology (Parañaque, Philippines).

DBSTIDon Bosco Technical Institute.

DBTADon Bosco Tech Africa.

DBTechDon Bosco Tech.

DB-UNDon Bosco at the United Nations.

DFDichiarazione finale della Consulta mondiale del Settore di Pastorale Giovanile (Roma, 27-31 marzo 2019), sintesi in ACG 431 (2019), 90-101.

DIAMDelegato ispettoriale per l’Animazione Missionaria.

DIFDelegato ispettoriale per la Formazione.

GMSGiornata Missionaria Salesiana.

GSADicastero per la Formazione e per la Pastorale giovanile. Giovani salesiani e accompagnamento. Orientamenti e linee guida, Roma, 2019.

IUSIstituzioni Salesiane di Educazione Superiore.

JPNJob Placement Network.

KSIPConferenza delle Ispettorie Polacche, Regione Europa Centro Nord.

MGSMovimento Giovanile Salesiano.

ONUOrganizzazione delle Nazioni Unite.

OSSOpere Servizi Sociali per i giovani a rischio.

PDOUfficio di Pianificazione e Sviluppo (Planning and Development Office).

PEPProgetto Educativo Pastorale.

PEPSProgetto Educativo Pastorale Salesiano.

PEPSIProgetto Educativo Pastorale Salesiano Ispettoriale.

PGPastorale Giovanile e famiglia. Atti del Congresso Internazionale (Madrid, 27 novembre-1 dicembre 2017).

POIProgetto Organico Ispettoriale.

QDRPGQuadro di riferimento della Pastorale Giovanile (2014).

SAFCAMCentro Salesiano di Formazione per l’Africa e il Madagascar (Salesian Formation Centre for Africa & Madagascar).

SDGs Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals).

SPCSAConferenza Ispettoriale Salesiana dell’Asia Sud (Salesian Provincials’ Conference of South Asia).

SSCS 2011Settore per la Comunicazione Sociale, Organizzazione della comunicazione istituzionale in «Sistema Salesiano di Comunicazione Sociale», 2011, 54-68.

SyGSinodo dei Vescovi, XV Assemblea generale ordinaria. I giovani, la fede e il discernimento vocazionale. Documento finale. Il frutto dell’Assemblea Sinodale. Invito alla lettura di don Rossano Sala, Torino, Elledici, 2018.

UPSUniversità Pontificia Salesiana.

VMSIl Volontariato nella Missione Salesiana (2019).

YaRYoung at Risk Network.




VICARIO DEL RETTOR MAGGIORE



AREA 1 – SALESIANO DI DON BOSCO PER SEMPRE. Un sessennio per crescere nell’identità salesiana. È L’ORA DI UNA MAGGIORE GENEROSITÀ NELLA CONGREGAZIONE. Una Congregazione universale e missionaria.


OBIETTIVO

PROCESSO

LINEE DI AZIONE

1.1. Favorire la testimonianza radicale, personale e comunitaria, della vita consacrata secondo le Costituzioni.

1.1.1. Aiutando ad approfondire l’identità della vocazione nella fedeltà al Signore, nella custodia della propria vocazione, personale e comunitaria, in tutte le stagioni della vita.

1.1.1.1. Offrire un orientamento sugli Atti del Consiglio Generale (ACG) a riguardo della fedeltà alla propria vocazione ed alla missione, in tutte le stagioni della vita, prendendosi cura della vocazione con la formazione.



1.1.1.2. Sostenere iniziative ed interventi che favoriscano l’assimilazione e l’attuazione delle caratteristiche della nostra identità carismatica: una vita felice che si radica nel Vangelo, una fede forte ancorata in Dio, una comunione che rende attraente la vita comunitaria, un atteggiamento profetico (cf. linea 1 seconda proposta in ACG 433, 20).



1.1.1.3. Accompagnare le ispettorie nel processo di ridisegno delle presenze, in modo da rafforzare la testimonianza della vita consacrata, crescendo nella dimensione universale e missionaria della Congregazione.



1.1.1.4. Aiutare gli ispettori, specialmente negli incontri regionali, ad assumere un cambio di mentalità circa la visione della Congregazione e la partecipazione attiva e consapevole ad una dimensione universale che si attua nella “generosità” e sinergia nella Congregazione (cf. linea 7 in ACG 433, 45), vivendo la dimensione missionaria con progetti missionari ispettoriali e regionali.




AREA 2 – CURA DELLA DISCIPLINA RELIGIOSA


OBIETTIVO

PROCESSO

LINEE DI AZIONE

2.1. Continuare il lavoro di sensibilizzazione con gli ispettori nella cura della disciplina religiosa.

2.1.1. Favorendo una cultura della fedeltà vocazionale e di prevenzione delle mancanze di disciplina religiosa e affrontando le varie situazioni personali e comunitarie di difficoltà.

2.1.1.1. Continuare a studiare insieme agli ispettori, negli incontri regionali, come prevenire le situazioni di mancanza di disciplina religiosa nei diversi aspetti della nostra vocazione. Approfondire e curare la cultura dell’accompagnamento per la vita di ogni confratello (cf. ACG 433, 93-94).



2.1.1.2. Accompagnare gli ispettori nell’affrontare le situazioni dei confratelli in difficoltà e le situazioni irregolari e chiedere ai Visitatori straordinari un rapporto su tali situazioni nelle ispettorie.



2.1.1.3. Aiutare le ispettorie a formulare linee guida per la salvaguardia e la protezione dei minori e per la prevenzione dei casi di abuso.



2.1.1.4. Assicurarsi che le ispettorie seguano il protocollo del Rettor Maggiore e del Consiglio generale nel trattare i casi di abuso e abbiano la Commissione per l’esame delle accuse.



2.1.1.5. Abilitare le ispettorie a preparare in modo corretto ed approfondito le pratiche riguardanti dispense, indulti, dimissioni, secolarizzazioni, esclaustrazioni.




AREA 3 – COORDINAMENTO DEL CONSIGLIO GENERALE


OBIETTIVO

PROCESSO

LINEE DI AZIONE

3.1. Assicurare l’individuazione di obiettivi comuni e sinergie tra i consiglieri di settore e il coordinamento degli interventi con i consiglieri regionali in compimento ed applicazione delle indicazioni venuteci da molti in capitolo generale.

3.1.1. Favorendo l’informazione, la condivisione di riflessione, progettazione e valutazione, la disponibilità a cambiare prassi consolidate e a “compiere” una sinergia di azione a beneficio dell’animazione di tutta la Congregazione.

3.1.1.1. Coordinare la redazione condivisa del Vademecum, con una trasformazione che porti il Vademecum a diventare un vero Direttorio del Rettor Maggiore e del Consiglio generale, da attuare e diffondere in Congregazione.



3.1.1.2. Coordinare la stesura del progetto del Rettor Maggiore e del Consiglio generale per il sessennio, dei calendari regionali, degli orientamenti per le visite straordinarie.



3.1.1.3. Chiedere ai consiglieri di settore di offrire l’informazione semestrale al Consiglio generale sul lavoro del settore.



3.1.1.4. Incontrare ogni semestre i consiglieri di settore e i consiglieri regionali e favorire nel Consiglio generale lo scambio delle riflessioni, delle proposte e delle situazioni emerse.



3.1.1.5. Assicurare nel Consiglio generale il coordinamento degli interventi di accompagnamento delle ispettorie e delle visitatorie in difficoltà.



3.1.1.6. Iniziare con i consiglieri di settore la riflessione sulla formazione dei laici, individuando le forme di coordinamento tra i settori e approfondendo i risultati con tutto il Consiglio generale.



3.1.1.7. Favorire nel consiglio esperienze spirituali, di vita fraterna, l’impegno nel proprio servizio.



3.1.1.8. Potenziare i momenti di formazione per il Consiglio generale, calendarizzandoli e pianificandoli a distanza.




CONSIGLIERI DI SETTORE


CONSIGLIERE PER LA FORMAZIONE



AREA 1. FORMAZIONE IN MISSIONE


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

1.1. Realizzare la formazione in missione (cf. punto 29 in ACG 433, 95).


[Nota: abbiamo scelto di seguire le Costituzioni usando la parola “formazione” per indicare un processo che dura tutta la vita (C. 98). Ecco perché, sebbene la frase “formazione permanente” o “formazione continua” non ricorra molto spesso in questo Progetto, la realtà che questa terminologia vuole significare è molto presente. Per un commento in merito cf. ACG 425.]

1.1.1. Chiarificando la “formazione nella missione”.

1.1.1.1. Dedicare l’incontro della Commissione Regionale per la Formazione (CRF) 2021, in collaborazione con il Settore per la Pastorale Giovanile, ad una migliore comprensione della formazione in missione, promuovendo l’orientamento pastorale della formazione iniziale, e ripensando le strutture istituzionali e formative (cf. ACG 433: proposta linea 4, 34; punto 46d, 113).



1.1.1.2. Pubblicare orientamenti negli ACG sulla formazione in missione, l’accompagnamento pastorale e il discernimento.



1.1.1.3. Pubblicare orientamenti negli ACG, insieme con il Settore per la Comunicazione Sociale, sulla formazione in missione nel mondo digitale.





1.1.2. Promuovendo l’accompagnamento pastorale come modo di assicurare la formazione in missione (ACG 433, 34).

1.1.2.1. Abilitare i formatori, con l’aiuto dei centri regionali per la formazione, all’accompagnamento pastorale e al discernimento (cf. punto 30d in ACG 433, 96).



1.1.2.2. Favorire, attraverso i delegati ispettoriali per la formazione (DIF), l’accompagnamento pastorale dei confratelli in tirocinio e nel quinquennio (cf. punto 29d.h in ACG 433, 95).


1.1.3. Prestando attenzione alla dimensione missionaria della nostra vocazione (cf. linea 7 in ACG 433, 45-48).

1.1.3.1. Dedicare l’incontro congiunto della CRF 2023 con il Settore per le Missioni alla riflessione sulla missione condivisa in contesti multireligiosi, e sul suo impatto sulla formazione (cf. ACG 433, 44).



1.1.3.2. Dare - insieme al Settore per le Missioni - maggior attenzione ai giovani missionari ad gentes nelle fasi di discernimento, preparazione e inserimento, anche attraverso una revisione del testo La formazione missionaria dei Salesiani di don Bosco (2014).




1.2. Considerare i giovani come protagonisti della missione (ACG 433, 29).

1.2.1. Riflettendo su come favorire il protagonismo dei giovani.

1.2.1.1. Dare impulso a incontri di riflessione a livello mondiale e regionale, tra salesiani, laici, membri della Famiglia salesiana e giovani, per promuovere itinerari formativi che aiutino a crescere in fedeltà al modello di protagonismo giovanile richiesto da Christus Vivit (ChV).


1.2.2. Promuovendo la conversione ecologica (ACG 433, 49-51).

1.2.2.1. Promuovere seminari con un numero ristretto di partecipanti a livello regionale, coinvolgendo confratelli, laici e giovani, sulla chiamata universale alla conversione ecologica.


1.2.3. Ripensando la formazione salesiana nel mondo digitale (cf. ACG 433, 28-29).

1.2.3.1. Organizzare seminari regionali con un numero ristretto di partecipanti, insieme con il Settore per la Comunicazione Sociale, i giovani confratelli, formatori, laici e giovani, per riflettere sulla formazione e missione salesiana nel mondo digitale.


1.2.4. Coinvolgendo i confratelli in formazione iniziale nel processo di rinnovamento della formazione.

1.2.4.1. Coinvolgere i giovani in formazione nel processo di studio e attuazione di Giovani salesiani e accompagnamento. Orientamenti e direttive (2019) e Animazione e governo della comunità. Il servizio del direttore salesiano (2019) (cf. punto 14d in ACG 433, 80).



1.3.4.2. Coinvolgere i giovani insieme ad altri confratelli, laici e giovani, nel processo di revisione della Ratio (ACG 433, 34).




AREA 2. UNA FORMAZIONE SINODALE


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

2.1. Dare impulso ad una formazione sinodale, capace di toccare il cuore


[Nota: Sinodale: dal greco syn ‘odos, fare strada insieme, camminare insieme. Una formazione sinodale “fa strada insieme” nella CEP, con i laici collaboratori e con gli stessi giovani, ma anche nella formazione iniziale e permanente di salesiani, dove i confratelli - tutti, inclusi i formandi - sono soggetti e non oggetti della formazione, e dove prevale il dialogo, la pazienza, il rispetto reciproco dentro la stessa vocazione].

2.1.1. Arrivando in profondità nella comprensione del Sistema Preventivo come nostro modello di formazione (cf. ACG 433: punto 27, 93; punto 28f, 94; punto 34, 101-102).

2.1.1.1. Diffondere Giovani salesiani e accompagnamento. Orientamenti e direttive (2019), al fine di garantire che la formazione sia basata sul Sistema Preventivo (cf. ACG 433: punto 14d, 80; punto 28e, 94; punto 34, 101-102).



2.1.1.2. Garantire l’iniziazione alla meditazione e alla Lectio Divina, come preparazione di base fondamentale per il discernimento.



2.1.1.3. Favorire in ogni ispettoria la preparazione di un gruppo di confratelli per l’accompagnamento personale spirituale, come anche per le altre forme di accompagnamento personale e di gruppo, avvalendosi della Scuola di Accompagnamento Salesiano e di altre esperienze simili (punto 34 in ACG 433, 101-102).




2.2. Realizzare la formazione congiunta nella missione condivisa (cf. ACG 433: linea 6, 39-44; punti 42 e 43, 108-109).

2.2.1. Promuovendo la convinzione teologica e carismatica riguardo alla missione condivisa.

2.2.1.1. Dedicare parte della CRF 2022 alla riflessione sulla missione condivisa e sulla formazione congiunta, senza dimenticare i contesti multi-religiosi.



2.2.1.2. Chiedere ai DIF di attivare la riflessione sulla missione condivisa e sulla formazione congiunta al livello ispettoriale.


2.2.2. Favorendo la formazione congiunta di salesiani e laici (cf. ACG 433, 44).

2.2.2.1. Chiedere ai DIF di assicurare che gli ispettori, i loro consigli, e le Comunità Educativo Pastorali (CEP) studino e attuino la terza parte dell’Animazione e governo della comunità. Il servizio del direttore salesiano.



2.2.2.2. Incoraggiare i centri di formazione regionali a diventare recettori, creatori e divulgatori di buone pratiche e materiali per la formazione congiunta.


2.2.3. Incoraggiando il coinvolgimento della donna e delle famiglie nei processi di formazione iniziale (cf. punto 29g in ACG 433, 95).

2.2.3.1. Assicurarsi che la CRF 2022 elabori modalità contestualizzate per coinvolgere la donna e le famiglie nella formazione iniziale.




2.3. Migliorare la comunicazione e collaborazione.

2.3.1. Aiutando una maggiore collaborazione con i settori.

2.3.1.1. Seguire le indicazioni del presente Progetto.


2.3.2. Rendendo migliori le forme di animazione.

2.3.2.1. Preparare un “Vademecum dell’animazione della formazione salesiana” per definire la consulta mondiale, i coordinatori regionali, i DIF, e le commissioni regionali e ispettoriali per la formazione.



2.3.2.2. Potenziare la comunicazione sia attraverso i mezzi ufficiali della Congregazione sia con altre iniziative (video, MP3, newsletter, www.formazionesdb.org, e-mail, ecc.).


2.3.3. Accompagnando le comunità interispettoriali di formazione (cf. punto 30h in ACG 433, 97).

2.3.3.1. Rafforzare i curatorium delle comunità di formazione interispettoriali e dei centri regionali di formazione.




AREA 3. L’IDENTITÀ SALESIANA CONSACRATA


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

3.1. Riscoprire in modo attivo e costante la bellezza della vita salesiana consacrata nelle due forme come nostra sequela Christi (ACG 433, 17-20).

3.1.1. Arrivando in profondità della nostra identità.

3.1.1.1. Diffondere la prima parte de L’Animazione e governo della comunità. Il servizio del direttore salesiano (2020), incentrata sulla identità consacrata salesiana, e delle lettere sul salesiano laico (ACG 424) e sul salesiano prete (ACG 431; ACG 433, 20).





3.1.2. Prestando attenzione alla dimensione carismatica salesiana della nostra identità.

3.1.2.1. Preparare confratelli in ogni ispettoria per l’animazione della dimensione salesiana della nostra identità.



3.1.2.1. Preparare esperti salesiani per una lettura teologico-spirituale della vita e del carisma di Don Bosco.



3.1.2.3. Aggiornare il curriculum di studi salesiani per tutte le tappe della formazione, includendo il patrimonio spirituale di S. Francesco di Sales.



3.1.2.4. Celebrare il I Centenario della morte di Don Paolo Albera (2021), il IV Centenario della morte di S. Francesco di Sales (2022), e il bicentenario del “Sogno dei nove anni” (2024) come opportunità di animazione.





3.1.3. Prendendosi cura dell’animazione vocazionale, degli aspirantati e dei prenoviziati.

3.1.3.1. Considerare con attenzione, in collaborazione con il Settore per la Pastorale Giovanile, l’animazione vocazionale e gli aspirantati, specialmente in alcune regioni.



3.1.3.2. Preparare formatori del prenoviziato in vista di una buona presentazione della vocazione salesiana consacrata nelle due forme.



3.1.3.3. Organizzare un seminario sul discernimento vocazionale in collaborazione con il Settore per la Pastorale Giovanile




3.2. Formare persone “aperte” ed “equilibrate”.

3.2.1. Valorizzando e creando percorsi di formazione adeguati.

3.2.1.1. Elaborare, con il Settore per la Pastorale Giovanile, delle proposte di educazione affettiva e sessuale per i salesiani e i laici (cf. punto 15d in ACG 433, 81).



3.2.1.2. Rivedere il testo Criteri e norme di discernimento vocazionale salesiano. Le ammissioni (2000) (ACG 433, 34).



CONSIGLIERE PER LA PASTORALE GIOVANILE



1. IMPEGNI PRIORITARI


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

1.1. Promuovere una Pastorale Giovanile Salesiana che abbia come principio unificante la dimensione vocazionale (cf. ChV 254; ACG 433, 24).

1.1.1. Sviluppando orientamenti e processi educativo-pastorali (di riflessione e di attuazione) che aiutino a promuovere la dimensione vocazionale in ogni ambiente.

1.1.1.1. Elaborare degli orientamenti e promuovere una riflessione (attraverso seminari, incontri, corsi, articoli…) per l’accompagnamento dei salesiani e dei laici nella Pastorale Giovanile Salesiana in chiave vocazionale (cf. ACG 433, 21-22.80).



1.1.1.2. Focalizzare l’attenzione per aiutare i giovani nel loro discernimento di una possibile vocazione religiosa o sacerdotale e per accompagnarli nella loro piena realizzazione.



1.1.1.3. Integrare adeguatamente nei PEPS ispettoriali la proposta vocazionale nell’itinerario di educazione alla fede, come punto di convergenza di tutti gli sforzi educativi ed evangelizzatori.





1.1.2. Creando le condizioni adeguate per una cultura vocazionale, dove ogni persona possa scoprire, assumere e seguire responsabilmente la propria vocazione.

1.1.2.1. Potenziare forme concrete ed efficaci di accompagnamento integrale dei giovani nel percorso di maturazione, integrando nei diversi aspetti in cui gli aspetti umani e sociali sono integrati con quelli spirituali (cf. ChV 222).



1.1.2.2. Contribuire a mettere in atto nelle ispettorie l’organizzazione di incontri o iniziative di formazione sull’accompagnamento e la direzione spirituale, per individuare gli indirizzi e le nuove ‘buone prassi’ in vista di un servizio generoso ed il discernimento vocazionale (ChV 170; 240).



1.1.2.3. Incentivare nella riflessione della CEP una particolare attenzione alle testimonianze vocazionali significative all’interno dell’ambiente familiare.





1.1.3. Prestando attenzione alla dimensione missionaria della nostra vocazione (ACG 433, 45-48).

1.1.3.1. Dedicare l’incontro congiunto della CRF 2023 con il Settore per le Missioni a riflettere sulla missione condivisa in contesti multireligiosi, e sul suo impatto sulla formazione (cf. punto 44 in ACG 433, 110).



1.1.3.2. Porre maggior attenzione - insieme al Settore per le Missioni - ai giovani missionari ad gentes nelle fasi di discernimento, preparazione e inserimento, anche attraverso una revisione del testo La formazione missionaria dei Salesiani di don Bosco (2014).




1.2. Rafforzare l’opzione per i giovani più poveri in tutti i settori della missione salesiana come espressione essenziale del carisma salesiano (cf. ACG 433, 35-38).

1.2.1. Promuovendo e sostenendo un atteggiamento profetico delle CEP nell’opzione verso i poveri e gli ultimi come scelta trasversale nella missione salesiana.

1.2.1.1. Identificare criteri e orientamenti per “una progettualità specifica di attenzione e accoglienza alle povertà giovanili” (ACG 433, 79) a livello ispettoriale e locale, come atteggiamento e scelta trasversale.



1.2.1.2. Prestare maggiore attenzione ai fenomeni della mobilità giovanile – rifugiati e migranti (ChV 91-94) – e del mondo del lavoro (ChV 268-273) per offrire modalità concrete di accoglienza e di aiuto soprattutto degli ultimi (cf. FT 233-235) tramite un’articolata collaborazione in rete.



1.2.1.3. Contribuire all’attuazione di percorsi di formazione socio-politica in collaborazione con i vari gruppi della Famiglia salesiana e in sintonia con la dottrina sociale della Chiesa.



1.2.1.4. Sensibilizzare i delegati ispettoriali per la pastorale giovanile affinché includano negli itinerari di educazione alle fede l’impegno per i poveri nel segno di un’ecologia integrale, come una grande sfida culturale, spirituale e educativa (cf. LS 202-232; ACG 433, 49-51).



1.2.1.5. Accompagnare e promuovere in ogni ispettoria e casa salesiana l’elaborazione di un codice etico (qualora non esista) per la cura, la prevenzione e la difesa dei minori a noi affidati, con l’impegno di proteggerli da ogni tipo di abuso, da qualunque parte esso provenga (cf. ACG 433, 38.79).





1.2.2. Vivendo e interpretando la missione verso i giovani “più poveri e abbandonati” in tutte le opere con l’apertura istituzionale alle periferie esistenziali in cui si trovano i giovani più poveri.

1.2.2.1. Accompagnare le ispettorie per il coordinamento delle diverse iniziative per i giovani in difficoltà mediante il POI ed il PEP ispettoriale.



1.2.2.2. Accompagnare e promuovere la riflessione sulla realtà dei giovani più poveri (studi, congressi, corsi, proposte, incontri ispettoriali e regionali) per aiutarli nella riflessione e nella formulazione di risposte, nelle regioni e nelle ispettorie.




1.3. Approfondire la corresponsabilità tra salesiani e laici nella comune missione con i giovani, all’interno delle dinamiche della CEP (cf. ACG 433, 39-44; 99-113).

1.3.1. Mettendo più attenzione nel rafforzare la centralità della CEP vissuta come un’esperienza di famiglia e di Chiesa.

1.3.1.1. Condividere criteri sperimentati ed esperienze già in atto riguardo ai ruoli e alle responsabilità dei salesiani e dei laici all’interno della CEP (ACG 433, 112), come espressione di un’ecclesiologia di comunione.



1.3.1.2. «Rafforzare la comprensione della comunità educativo pastorale, curando la formazione dei suoi membri e la preparazione del progetto educativo pastorale salesiano» (ACG 433, 112).





1.3.2. Riflettendo e accompagnando i diversi modelli di animazione e gestione delle opere con partecipazione e protagonismo dei laici.

1.3.2.1. Incentivare l’interscambio di esperienze e di “buone pratiche” concrete e reali (cf. ACG 433, 44) relative alla scelta e all’inserimento graduale del personale laico e la gestione condivisa delle opere.



1.3.2.2. Accompagnare e sostenere la preparazione specifica in riferimento alla leadership dei laici che hanno ruoli di responsabilità istituzionale (cf. ACG 433, 43).





1.3.3. Assicurando la formazione educativo-pastorale d’insieme dei salesiani e dei laici per garantire l’identità carismatica nelle nostre opere (cf. ACG 433, 17-20.43).

1.3.3.1. Verificare, insieme al Settore Formazione, una preparazione pastorale accurata nelle tappe della formazione iniziale, diretta a una preparazione concreta e orientata alla missione salesiana (cf. ACG 433, 30-34; 95-96).



1.3.3.2. Offrire cammini di formazione congiunta (salesiani, laici e giovani) nella spiritualità e nella pedagogia salesiana.



1.3.3.3. Accompagnare le politiche ispettoriali di proposte formative indirizzate alla qualificazione di persone per l’animazione della pastorale giovanile in ispettoria (Scuola di Delegati ed altri).




1.4. Promuovere la presenza effettiva e affettiva tra e con i giovani in comunione di vita ed azione (ACG 433, 28-29).

1.4.1. Approfondendo nelle opere un ambiente oratoriano di famiglia e di accoglienza dei giovani.

1.4.1.1. Condividere con il Settore della Comunicazione Sociale, riflessioni e iniziative per una comprensione adeguata del mondo digitale e dei nuovi linguaggi (cf. ChV 86-90; ACG 433, 29).



1.4.1.2. Studiare percorsi di formazione di salesiani e laici per una competenza pedagogico-pastorale e per vivere il “sacramento salesiano” della presenza (ACG 433, 25-29) in mezzo ai giovani (ritorno al cortile, alla parola, all’ascolto, alla personalizzazione dell’accompagnamento).





1.4.2. Accompagnando il dinamismo giovanile attraverso il protagonismo e la leadership dei giovani nella missione e nel carisma salesiano.

1.4.2.1. Favorire la capacità di creare, o rinnovare, tempi e spazi che promuovano la partecipazione dei giovani nella programmazione, animazione e verifica delle attività pastorali, e nei momenti di convivenza dei giovani con la comunità salesiana.



1.4.2.2. Motivare la costituzione di comunità di credenti nelle CEP, dove sia visibile e credibile l’esperienza di fede: comunità affabili, vicine, impegnate ed aperte a tutti i giovani che cercano il loro destino nella vita.




1.5. Consolidare la riflessione e la prassi dei processi di educazione ed evangelizzazione nei vari contesti culturali, sociali ed ecclesiali.

1.5.1. Assumendo l’habitus del discernimento, sia dal punto di vista personale sia comunitario, come criterio fondamentale per l’azione pastorale con i giovani (ChV 278-298).

1.5.1.1. Aiutare i delegati di pastorale giovanile a fornire spazi di condivisione nella CEP per approfondire e praticare il discernimento come atteggiamento e metodo nella proposta degli itinerari di educazione alla fede.



1.5.1.2. Animare nelle ispettorie l’accompagnamento dei giovani con proposte che portino alla scoperta del senso della propria vita e all’accoglienza gioiosa della propria esistenza.





1.5.2. Promuovendo la mentalità e l’impegno a favore di un progetto educativo pastorale basato sul rapporto educazione-evangelizzazione, secondo i diversi contesti.

1.5.2.1. Aiutare ad avviare esperienze sistematiche di spiritualità e di servizio (volontariato) in collaborazione con la Famiglia salesiana.



1.5.2.2. Guidare e animare nella proposta educativo-pastorale un linguaggio e dei simboli giovanili che favoriscano il messaggio del Vangelo, prestando particolare attenzione alla vita reale dei giovani (cf. ChV 71).



1.5.2.3. Curare negli incontri di formazione educativo-pastorale la promozione e la diffusione di cammini educativi personalizzati che prevedano nei loro itinerari esperienze di cura del creato e della casa comune.





1.5.3. Favorendo l’inculturazione della fede come progressivo avvicinamento ai valori e agli ideali del Vangelo in contesti non cristiani, secolarizzati ed indifferenti alla fede.

1.5.3.1. Condividere con i diversi Centri Nazionali, Centri di Formazione Permanente e con l’UPS processi differenziati in atto per la crescita dei giovani, per rispondere alle sfide dei diversi contesti.



1.5.3.2. Accompagnare le iniziative che educhino i giovani al discernimento etico, alla trascendenza e all’impegno per la giustizia sociale come espressione concreta dell’opzione per i poveri (cf. EG 188).



1.5.3.3. Sostenere e promuovere alcuni spazi di riflessione sul dialogo ecumenico, interreligioso e sociale in contesto giovanile (cf. EG 255-258).




1.6. Potenziare la sinergia tra pastorale giovanile e famiglia, all’interno del modello educativo pastorale salesiano (cf. PG 15-192).

1.6.1. Approfondendo un cammino di valorizzazione del ruolo della famiglia come soggetto nella CEP e protagonista nello sviluppo del PEPS.

1.6.1.1. Riflettere sulle sfide, sulle risorse e sulle opportunità apparse nel Congresso mondiale (SYM FAMILY) per la ricaduta e l’animazione nelle ispettorie (cf. ACG 433, 80).



1.6.1.2. Promuovere e valorizzare i gruppi familiari ispirati alla spiritualità salesiana e favorire il loro protagonismo apostolico (pastorale vocazionale, nuove forme di evangelizzazione e di catechesi delle famiglie) con il coinvolgimento attivo della Famiglia salesiana.





1.6.2. Formando gli educatori in modo da poter accompagnare i giovani nello sviluppo e nella maturazione del loro mondo affettivo ed emotivo (cf. ACG 433, 81).

1.6.2.1. Curare percorsi appropriati ed esperienze di formazione per laici e salesiani (insieme al Settore per la Formazione) perché sappiano accompagnare i giovani nell’educazione all’amore (ChV 81; 261) e nella formazione di una nuova famiglia (ChV 259-267).



1.6.2.2. Riflettere sulle sfide, risorse e opportunità emerse durante il Congresso mondiale (SYM FAMILY) per la ricaduta e l’animazione nelle ispettorie (cf. ACG 433, 80).




Ambienti e settori di animazione educativa pastorale


2. ORATORIO – CENTRO GIOVANILE


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

2.1. Promuovere l’Oratorio-Centro Giovanile come luogo d’accoglienza e proposta, con preferenza per le zone povere e gli ambienti popolari giovanili.

2.1.1. Rilanciando l’Oratorio-Centro Giovanile attraverso decisioni che si traducano in concreti modi di abitare le nuove frontiere/periferie della vita dei ragazzi.

2.1.1.1. Proporre negli incontri regionali una riflessione sul modo di impostare la realtà oratoriana in sinergia tra i diversi ambienti dell’opera salesiana e, allo stesso tempo, come spazio che anima il territorio in sinergia con le altre realtà educative e pastorali.



2.1.1.2. Incoraggiare i centri nazionali di pastorale a ripensare la pastorale oratoriana oggi, come luogo qualificato di crescita umana e di discernimento vocazionale.




2.2. Sviluppare un’azione educativo-pastorale che diventi un percorso per la crescita in corresponsabilità tra tutte le figure educative che operano nella CEP dell’Oratorio-Centro Giovanile.

2.2.1. Porgendo attenzione ai processi di formazione e accompagnamento mirati a giovani animatori.

2.2.1.1. Rilevare da parte del Settore i moduli formativi già ampiamente sperimentati nelle regioni, e mettendo a disposizione idonei sussidi e strumenti di animazione per gli animatori (proposte, attività, esperienze).



2.2.1.2. Compilare, da parte del Settore, l’elenco delle competenze necessarie al ruolo educativo degli animatori nel territorio, rendendo visibile in ogni casa la dimensione trasversale dell’attenzione al disagio e all’emarginazione.



2.2.1.3. Aprire uno spazio di condivisione nelle regioni per studiare forme e attività innovative e alternative per l’animazione del cortile e del tempo libero.





2.2.2. Rendendo i giovani protagonisti della vita nell’Oratorio-Centro Giovanile.

2.2.2.1. Esaminare negli incontri regionali il grado di protagonismo che assumono i giovani negli Oratori-Centro Giovanili ispettoriali e nel servizio/animazione nei confronti degli altri giovani.



2.2.2.2. Sollecitare le ispettorie per la formazione e l’accompagnamento delle giovani coppie e delle giovani famiglie che frequentano l’Oratorio-Centro Giovanile, in collaborazione con gli altri ambienti.



2.2.2.3. Promuovere una riflessione con il Settore per la Comunicazione Sociale su diverse forme di espressioni giovanili (il teatro, la danza, la musica, la pittura, il cinema e la letteratura).



3. SCUOLA E CENTRI DI FORMAZIONE PROFESSIONALE


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

3.1. Promuovere l’identità e la qualità della presenza salesiana nella Scuola e nei Centri di Formazione Professionale, avendo come principio unificante del progetto educativo-pastorale la cultura e la dimensione vocazionale.

3.1.1. Favorendo la qualità educativo pastorale delle nostre Scuole e dei nostri Centri di Formazione Professionale.

3.1.1.1. Riflettere sull’identità della Scuola salesiana e della Formazione Professionale salesiana oggi nelle diverse regioni e contesti.



3.1.1.2. Accompagnare i processi delle strutture ispettoriali, inter-ispettoriali o regionali delle istituzioni educative salesiane, consolidando i gruppi di riflessione e le azioni esistenti.



3.1.1.3. Promuovere una riflessione capace di generare e favorire processi di orientamento nella scuola per rispondere ai bisogni della vita vocazionale futura dei giovani.




3.2. Promuovere la formazione e l’accompagnamento dei laici corresponsabili nella missione salesiana nella Scuola e nei Centri di Formazione Professionale.

3.2.1. Favorendo la corresponsabilità fra salesiani e laici nell’animazione e gestione delle Scuole e dei Centri di Formazione Professionale.

3.2.1.1. Favorire processi di formazione congiunta (salesiani, laici e giovani) orientati alla missione condivisa, nella spiritualità e pedagogia salesiana.



3.2.1.2. Promuovere l’elaborazione di documenti che presentino le competenze educativo-pastorali per i corresponsabili laici.




3.3. Consolidare la riflessione e la prassi dei processi di educazione ed evangelizzazione nell’ambito della scuola e della formazione professionale nei vari contesti culturali, sociali ed ecclesiali.

3.3.1. Assicurando nelle CEP della Scuola e dei Centri di Formazione Professionale l’integrazione sempre più profonda tra i processi educativi e quelli evangelizzatori.

3.3.1.1. Incoraggiare scelte educativo-pastorali che trasformino le nostre “strutture” scolastiche in campo di missione ed evangelizzazione offrendo ai giovani processi graduali e diversificati di crescita e maturazione di educazione alla fede.



3.3.1.2. Favorire la creazione nelle Scuola e nei Centri di Formazione Professionale di processi di cultura e di educazione ecologica e solidale.




3.4. Rafforzare l’opzione per i più poveri nelle nostre Scuole e nei nostri Centri di Formazione Professionale.

3.4.1. Incoraggiando le nostre Scuole e i nostri Centri di Formazione Professionale a convergere nella prospettiva dell’apertura e del servizio ai più poveri.

3.4.1.1. Incoraggiare iniziative mirate alla promozione dei giovani più svantaggiati.



3.4.1.2. Favorire percorsi di formazione sociopolitica trasversali in sintonia con le encicliche Laudato Sì (LS) e Fratelli Tutti (FT) per concretizzare un processo che porti all’impegno per un’ecologia integrale (ACG 433, 49).



3.4.1.3. Promuovere la formazione professionale come mezzo privilegiato di attenzione alle persone bisognose e al loro inserimento nella società e mondo del lavoro.



3.4.1.4. Rafforzare l’accompagnamento e il rapporto privilegiato con le famiglie per il loro coinvolgimento e collaborazione reciproca.




3.5. Assicurare una maggiore visibilità alla Scuola e ai Centri di Formazione Professionale salesiani all’esterno della nostra realtà (Chiesa, società, istituzioni civili).

3.5.1. Favorendo la presenza istituzionale del Settore e dell’Ufficio Scuola e Centri di Formazione Professionale nei forum di educazione ecclesiali, politici e sociali.

3.5.1.1. Proseguire lo sviluppo e la partecipazione nei forum educativi ecclesiali, o di altri enti educativi civili internazionali.



4. ISTITUZIONI SALESIANE DI EDUCAZIONE SUPERIORE (IUS) - COLLEGI UNIVERSITARI SALESIANI


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

4.1. Promuovere l’applicazione delle Politiche 2021-2025.

4.1.1. Assicurando l’elaborazione delle Politiche 2021-25 e il funzionamento delle strutture di coordinamento e animazione a livello globale e continentale / regionale.

4.1.1.1. Preparare con l’Assemblea Generale le Politiche per il periodo 2021-2025.



4.1.1.2. Organizzare e/o accompagnare i vari incontri, conferenze e assemblee delle IUS.



4.1.1.3. Accompagnare l’applicazione dei programmi comuni a livello globale e continentale / regionale.



4.1.1.4. Pianificare visite di animazione nelle diverse IUS, in particolare in quelle con maggiori sfide




4.2. Consolidare l’applicazione degli “Orientamenti per la pastorale nelle IUS”, sottolineando la dimensione vocazionale, in modo tale da garantire i processi educativo-evangelizzatori nei diversi contesti d’azione dell’educazione superiore salesiana.

4.2.1. Approfondendo la pastorale come dimensione trasversale dell’educazione superiore salesiana.

4.2.1.1. Garantire la costituzione di un’equipe di animazione pastorale in ogni IUS.



4.2.1.2. Motivare la preparazione del Piano Pastorale a livello di ciascuna delle IUS.



4.2.1.3. Accompagnare le proposte di formazione continentale e regionale nella pastorale universitaria.





4.2.2. Incoraggiando la riflessione sulla dimensione vocazionale nei processi educativo-pastorali dell’educazione superiore salesiana.

4.2.2.1. Garantire il trattamento del tema vocazionale nei vari incontri continentali e regionali.



4.2.2.2. Offrire riflessioni e risorse sull’argomento vocazionale nella pastorale universitaria.




4.3. Rafforzare l’opzione per i giovani più poveri nel contesto dell’educazione superiore salesiana.

4.3.1. Promuovendo una riflessione e decisioni sull’opzione per i poveri come una scelta trasversale, che coinvolga la triplice missione universitaria: insegnamento, ricerca e progettazione sociale.

4.3.1.1. Garantire una riflessione sull’opzione per i poveri nei vari incontri continentali e regionali.



4.3.1.2. Assicurare meccanismi istituzionali che garantiscano l’accesso e la permanenza alle nostre IUS di giovani provenienti da settori popolari e dei giovani universitari emarginati per varie cause.




4.4. Promuovere la comunicazione, la collaborazione e lo scambio istituzionale, accademico e del personale a tutti i livelli.

4.4.1. Assegnando una più ampia diffusione di informazioni sulle IUS all’interno della rete, nella Congregazione, nella Chiesa e verso la società.

4.4.1.1. Sviluppare il sito web delle IUS, come risorse strategiche di comunicazione.



4.4.1.2. Diffondere informazione sulle migliori esperienze e pratiche di gestione, accademiche, di pastorale tra le IUS.





4.4.2. Promuovendo lo scambio accademico e le buone pratiche all’interno delle IUS.

4.4.2.1. Sviluppare il lavoro delle varie reti accademiche.



4.4.2.2. Promuovere delle visite e iniziative di collaborazione tra dirigenti, staff o docenti delle IUS.



4.4.2.3. Promuovere lo scambio tra gli studenti che sono parte dell’associazionismo universitario salesiano.




4.5. Promuovere la riflessione sull’applicazione del modello di pastorale giovanile nei collegi universitari.

4.5.1. Aiutando a comprendere i collegi universitari più come una proposta educativo-pastorale che come un semplice servizio ai giovani universitari.

4.5.1.1. Contestualizzare l’analisi del rilevamento statistico sui collegi universitari salesiani.



4.5.1.2. Contribuire a riflettere sull’applicazione del modello della CEP nei collegi universitari.



4.5.1.3. Accompagnare questo settore, essendo presenti agli incontri dei responsabili e anche visitando i collegi universitari a livello ispettoriale.




5. LA PARROCCHIA E I SANTUARI AFFIDATI AI SALESIANI


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

5.1. Valorizzare e rendere operativi gli organismi pastorali parrocchiali come espressione di comunione ed esercizio della corresponsabilità.

5.1.1. Mettendo tutti i membri della CEP nella reale condizione di partecipazione, dialogo e corresponsabilità nei dinamismi ordinari della comunità parrocchiale.

5.1.1.1. Verificare nei PEPS ispettoriali il ruolo di consigli, assemblee, gruppi, commissioni pastorali (liturgica, caritativa, familiare, ecc.), organismi ordinari di comunione, di programmazione e di coordinamento di tutta l’azione pastorale della parrocchia.




5.2. Promuovere una riflessione aggiornata sulla parrocchia salesiana per garantire la sua originalità e la sua specificità educativa e pastorale come luogo di accoglienza e di servizio missionario.

5.2.1. Mettendo a fuoco i nodi cruciali della vita pastorale e, in particolare, le sfide dell’evangelizzazione dei giovani.

5.2.1.1. Cercare si essere presenti come Settore negli incontri nazionali e regionali dei parroci per un’animazione più curata del settore.



5.2.1.2. Avviare un ulteriore riflessione con i consigli ispettoriali circa le opportunità offerte ai giovani e alle classi popolari dalle nostre comunità parrocchiali, in termini di accoglienza, di protagonismo, di testimonianza.



5.2.1.3. Studiare con i delegati della pastorale giovanile l’impegno delle comunità parrocchiali nell’avviare itinerari di riscoperta della fede, della catechesi per l’Iniziazione Cristiana e dell’accompagnamento vocazionale.





5.2.2. Rendendo la comunità parrocchiale attenta al protagonismo attivo della famiglia nella missione educativo-pastorale e sostenendola nel suo ruolo educativo.

5.2.1.1. Dare impulso nelle commissioni ispettoriali/nazionali allo studio sulla reciprocità tra famiglia e parrocchia salesiana per far convergere risorse, energie e corresponsabilità.



5.2.1.2. Studiare, da parte del Settore, le buone prassi esistenti indirizzate a formare e costituire proposte di sostegno agli individui e alle famiglie nelle parrocchie.




5.3. Dare maggiore attenzione al territorio e alla dimensione sociale della carità.

5.3.1. Privilegiando negli operatori pastorali parrocchiali l’avvicinamento alle problematiche concrete di quanti abitano il territorio.

5.3.1.1. Verificare e valutare attentamente nei PEP ispettoriali se, le diverse forme della dimensione sociale della carità nelle parrocchie, rispondono alle nuove povertà in cui esse vivono ed operano.



5.3.1.2. Offrire una riflessione ai Consigli Pastorali Parrocchiali.



6. OPERE – SERVIZI SOCIALI PER GIOVANI A RISCHIO


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

6.1. Rafforzare l’animazione e il coordinamento del settore dell’emarginazione e disagio giovanile a livello regionale e ispettoriale.

6.1.1. Identificando i criteri e gli orientamenti per l’azione pastorale tra i bambini, gli adolescenti, i giovani e altri adulti a rischio, vulnerabili e più poveri, a livello ispettoriale e locale, come atteggiamento e scelta trasversale.

6.1.1.1. Dare continuità alla riflessione e all’applicazione della Consulta Mondiale Opere Servizi Sociali (OSS) nel Congresso mondiale.



6.1.1.2. Consolidare la sinergia e il lavoro in rete nel Settore per la Pastorale Giovanile, attraverso il DBI e DB-UN, con altri organismi per la advocacy.



6.1.1.3. Aiutare il coordinatore ispettoriale OSS a verificare ed aggiornare gli interventi pastorali e delle strutture a livello ispettoriale per assicurare la presenza significativa tra i più poveri delle nostre opere.



6.1.1.4. Attualizzare e verificare la raccolta dei dati della statistica del CG28 sulle OSS per i giovani a rischio e in situazione di emarginazione.



6.1.1.5. Favorire la sensibilizzazione dell’opinione pubblica con la produzione di strumenti per la divulgazione delle nostre opere-servizi (aggiornamenti siti web).



6.1.1.6. Stabilire relazioni con Organismi civili ed ecclesiali anche internazionali, nel lavoro sull’emarginazione e sul disagio giovanile.




6.2. Approfondire la corresponsabilità tra salesiani e laici nella comune missione con i giovani, all’interno della dinamica della CEP.

6.2.1. Assicurando la formazione educativo-pastorale d’insieme dei salesiani e dei laici per garantire l’identità carismatica nelle nostre Opere (cf. ACG 433, 17-20).

6.2.1.1. Favorire e accompagnare nelle ispettorie, la formazione professionale come uno strumento efficace per la maturazione umana integrale e la prevenzione del disagio giovanile.



6.2.1.2. Orientare, per avviare o rafforzare, i percorsi di formazione degli operatori pastorali e del personale, sia professionale sia volontario, a livello ispettoriale, nella spiritualità e nella prassi pedagogica del Sistema Preventivo nelle OSS.



6.2.1.3. Contribuire a sostenere un modello pedagogico definito con identità salesiana e competenza professionale.




6.3. Consolidare la riflessione e la prassi dei processi di educazione ed evangelizzazione nei vari contesti culturali, sociali ed ecclesiali.

6.3.1. Promuovendo nella OSS la mentalità e l’impegno a favore del Progetto Educativo-Pastorale.

6.3.1.1. Assistere le ispettorie nello sviluppo e nell’animazione delle quattro dimensioni del PEPS nelle OSS che facilitano ogni giovane ad assumere consapevolmente e responsabilmente quei valori che guidano e danno senso alla sua vita.



6.3.1.2. Accompagnare nelle OSS delle ispettorie itinerari differenziati per la crescita umana e spirituale, strettamente legati alla vita quotidiana e secondo il metodo passo dopo passo, rispettando i ritmi e i diversi punti di partenza.




Altri settori di animazione educativa pastorale


7. Volontariato Missionario


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

7.1. Accompagnare le esperienze del Volontariato con una chiara identità salesiana.

7.1.1. Favorendo che le ispettorie si orientino ad organizzare, formare e accompagnare in maniera sistematica l’esperienza del volontariato secondo Il Volontariato nella Missione Salesiana (2019) o VMS.

7.1.1.1. Accompagnare l’applicazione del documento del VMS (2019) in collaborazione con il Settore delle Missioni.



7.1.1.2. Aiutare a garantire i processi di formazione e accompagnamento dei volontari a livello nazionale e regionale.



7.1.1.3. Favorire che l’esperienza del volontariato non si limiti soltanto ad un lavoro fatto ma ad una esperienza integrale evangelicamente e carismaticamente ispirata.



7.1.1.4. Fare negli incontri annuali dei delegati di PG un confronto sulla convergenza tra volontariato e animazione vocazionale.





7.2.1. Incoraggiando i cammini già esistenti nel mondo del volontariato, favorendo un lavoro in rete a livello interispettoriale e tra le regioni.

7.2.1.1. Favorire la condivisione di buone pratiche e di contatti tra i delegati di PG e il coordinatore ispettoriale del volontariato.



8. MOVIMENTO GIOVANILE SALESIANO


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

8.1. Promuovere e accompagnare il MGS privilegiando la dimensione vocazionale della Pastorale Giovanile Salesiana.

8.1.1. Rafforzando il coordinamento del MGS nella sua identità e visibilità attraverso la prassi di networking tra Ispettorie e Regioni.

8.1.1.1. Promuovere la riflessione sul MGS secondo il «Quadro di Riferimento» verso una comprensione più chiara della sua identità e funzione specialmente della dimensione vocazionale.



8.1.1.2. Partecipare a eventi internazionali che rafforzino l’identità e l’esperienza del MGS.



8.1.1.3. Sostenere il coordinamento del MGS nella Regione Europa e Medio Oriente e rafforzare il MGS in quelle Regioni dove è più debole.



8.1.1.4. Favorire il protagonismo giovanile nell’animazione e nel coordinamento del MGS ai vari livelli: locale, ispettoriale e regionale.



8.1.1.5. Promuovere la cooperazione del MGS con altri gruppi o movimenti della Famiglia salesiana o di ispirazione salesiana, e con altre piattaforme indirizzate verso i giovani come la Sezione Giovani del Dicastero vaticano Laici, Famiglia e Vita.



8.1.1.6. Preparare un direttorio e una raccolta dati sul MGS a livello mondiale.



8.1.1.7. Presentare in modo creativo il MGS, la sua identità e la sua presenza: documentario, filmati e altro.





8.1.2. Avviando processi di formazione alla direzione spirituale e al discernimento come mezzo efficace per scoprire il progetto di Dio.

8.1.2.1. Offrire ai giovani animatori processi di formazione sull’esperienza del discernimento e della direzione spirituale.



8.1.2.2. Fornire la riflessione mensile o bimestrale sui temi del discernimento e della direzione spirituale.



8.1.2.3. Incoraggiare il volontariato e altre esperienze all’interno del cammino del MGS per aiutare i giovani nel discernimento vocazionale.




8.2. Rafforzare e approfondire la spiritualità del servizio responsabile per rispondere in modo efficace ed effettivo alle nuove forme di povertà giovanile come espressione di nuova evangelizzazione.

8.2.1. Favorendo un cammino di formazione con lo scopo di assimilare l’insegnamento sociale della Chiesa.

8.2.1.1. Promuovere l’apprendimento degli insegnamenti sociali della Chiesa nell’animazione del MGS.



8.2.1.2. Avviare programmi di servizio a favore delle vittime di nuove forme di povertà.



8.2.1.3. Favorire la partecipazione al MGS di gruppi che provengono delle nostre opere OSS prioritarie.





8.2.2. Seguendo le iniziative per crescere nella sensibilità verso la casa comune e il mondo digitale.

8.2.2.1. Partecipare agli incontri nazionali o internazionali che portano avanti le proposte riferite alla Lettera Enciclica di Papa Francesco Laudato Si’ (LS).



8.2.2.2. Favorire riflessioni e stili di vita coerenti per crescere come cittadini responsabili e attenti alla cura del creato.



8.2.2.3. Rafforzare la proposta evangelizzatrice nel mondo digitale dove abitano i giovani.




9. ADVOCACY E RAPPRESENTANZA ISTITUZIONALE


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

9.1. Assicurare il contributo della Congregazione all’opera degli organismi ecclesiali e civili impegnati a livello mondiale nell’educazione dei giovani e nella pastorale giovanile.

9.1.1. Proseguendo e rafforzando la cooperazione con gli organismi ecclesiali impegnati a livello mondiale e regionale nel campo dell’educazione e della pastorale giovanile.

9.1.1.1. Partecipare e contribuire alle iniziative internazionali e regionali promosse dagli organismi ecclesiali e coinvolgere i rappresentanti di questi organismi ecclesiali nelle iniziative pertinenti della Congregazione.





9.1.2. Assicurando risorse e accompagnando il personale incaricato della presenza salesiana alle Nazioni Unite (DB-UN) e al Don Bosco International (DBI) nel raggiungimento degli obiettivi cui questi Uffici sono preposti.

9.1.2.1. Verificare periodicamente i Piani Strategici di DB-UN e DBI, e monitorarli continuamente nella loro implementazione.



9.1.2.2. Identificare persone adatte a rappresentare la Congregazione nei centri regionali dell’ONU e facilitare la loro partecipazione nelle iniziative che vi si svolgono.





9.1.3. Incoraggiando gli Uffici di advocacy e rappresentanza della Congregazione e gli Organismi di Cooperazione e Sviluppo da essa promossi ad intraprendere azioni di informazione e sensibilizzazione nei confronti delle istituzioni internazionali responsabili delle politiche giovanili, a favore dell’educazione, l’inclusione sociale e lo sviluppo integrale di tutti i giovani, specialmente i più poveri.

9.1.3.1. Promuovere a vari livelli politiche a favore dei giovani più poveri (cf. ACG 433, 79).



9.1.3.2. Coinvolgere giovani del Movimento Giovanile Salesiano, di organizzazioni giovanili di ispirazione salesiana e giovani poveri beneficiari delle opere salesiane nelle attività di DB-UN, DBI e Don Bosco Network.



9.1.3.3. Promuovere la partecipazione di giovani rappresentativi della realtà salesiana nel mondo nei Forum dell’ONU dedicati ai giovani.



9.1.3.4. Realizzare uno studio per individuare gli organismi civili in cui sia strategico essere presenti come Congregazione per partecipare a processi significativi nel campo dell’educazione.




9.2. Favorire la comunicazione e la cooperazione tra gli Uffici di rappresentanza della Congregazione presso le Istituzioni Internazionali e il Consiglio Generale, le Ispettorie e gli altri organismi promossi dalla Congregazione.

9.2.1. Promuovendo lo scambio di informazioni e le occasioni di coinvolgimento reciproco tra DB-UN, DBI e i vari livelli di governo e animazione della Congregazione.

9.2.1.1. Inviare periodicamente notiziari delle attività di DB-UN, sia da New York, sia dai centri regionali, e di DBI al Consiglio Generale della Congregazione e alle Ispettorie.



9.2.1.2. Coinvolgere il personale di DB-UN e DBI in processi ed eventi pertinenti dei vari livelli di governo e animazione della Congregazione.



9.2.1.3. Coinvolgere Salesiani e collaboratori laici dalle Ispettorie nelle attività di DB-UN e DBI.




9.3. Promuovere nella Congregazione la riflessione sulla dimensione sociale e politica dell’azione educativa e pastorale salesiana.

9.3.1. Promuovendo a vari livelli iniziative e strumenti che favoriscano una cultura della riflessione e dello studio della dimensione sociale e politica dell’azione educativa e pastorale della Congregazione e degli organismi da essa promossi.

9.3.1.1. Coinvolgere gli Uffici di advocacy e rappresentanza della Congregazione, gli Organismi di Cooperazione e Sviluppo, gli Uffici della pastorale giovanile ispettoriale e le IUS nella promozione di iniziative e nella elaborazione di strumenti per una riflessione e uno studio critico della dimensione sociale e politica dell’azione educativa e pastorale salesiana.



9.3.1.2. Assicurare che la cura del creato e della casa comune sia oggetto di riflessione e criterio di discernimento per l’azione educativa e pastorale salesiana.





9.3.2. Rafforzando la capacità di DB-UN e DBI di articolare il posizionamento della Congregazione su alcune questioni rilevanti nel servizio con e per i giovani.

9.3.2.1. Formare o rafforzare gruppi di esperti, Salesiani e laici, a livello regionale e internazionale su aree tematiche rilevanti, a sostegno degli Uffici di advocacy e rappresentanza della Congregazione.



9.3.2.2. Divulgare le iniziative degli Uffici di advocacy e rappresentanza della Congregazione attraverso le reti sociali e gli organi di comunicazione della Congregazione.




CONSIGLIERE PER LA COMUNICAZIONE SOCIALE



AREA 1. COMUNICAZIONE CARISMATICA E MISSIONE SALESIANA


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

1.1. Vivere la comunicazione in modo evangelico (Cf. Gv 1,1-5; 1,14), sinodale (SyG 121-122), salesiano (C. 6) e convergente (cf. FBic).

1.1.1. Accompagnando e favorendo in modo prioritario lo studio di nuove strategie attuative per una comunicazione antropologica, biblica, ecclesiale, educativa e pastorale (cf. LS 69; 89 e 92).

1.1.1.1. Realizzare, incontri formativi coinvolgendo a livello personale e comunitario salesiani e i laici, per approfondire una visione di comunicazione in prospettiva educativo pastorale nell’ecosistema giovanile.



1.1.1.2. Elaborare, con l’aiuto di studiosi e di educatori e in modo interdisciplinare, la base antropologica, biblica, ecclesiale, educativa e pastorale della comunicazione salesiana.



1.1.1.3. Costruire cammini di accompagnamento formativi di comunicazione, insieme a salesiani, laici e giovani delle ispettorie nella prospettiva della pedagogia spirituale e educativa dei discepoli di Emmaus (SyG 58).



1.1.1.4. Integrare la nuova proposta della comunicazione salesiana (antropologica, biblica, ecclesiale, educativa e pastorale) nella formazione dei salesiani, dei laici e nell’itinerario di evangelizzazione e educazione alla fede dei giovani (SyG 145).





1.1.2. Offrendo a vari livelli, gli strumenti e i mezzi per un costante processo di verifica, aggiornamento e inculturazione della missione salesiana nell’habitat digitale dove vivono i giovani di oggi (cf. ACG 433, 29).

1.1.2.1. Realizzare un percorso di riflessione congiunto con gli altri settori attraverso seminari, incontri dei delegati, studi sull’inculturazione e accompagnamento educativo dei giovani nel continente digitale (GMCS 2013).



1.1.2.2. Offrire spazi di riflessione e sessioni di formazione con i delegati di comunicazione ed équipe locali per approfondire, integrare e implementare le proposte di comunicazione all’interno del progetto di comunicazione dell’Ispettoria e della comunità.



1.1.2.3. Elaborare strategie di lavoro condiviso tra i delegati e le équipe locali di comunicazione per creare dialogo, processi e integrazione delle nuove proposte di comunicazione all’interno dei POI e PEPS Ispettoriale e locale.


AREA 2. COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE E GESTIONE CONDIVISA


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

2.1. Sostenere la comunicazione in vista dell’animazione e del governo per i Salesiani, la Famiglia salesiana e le Istituzioni esterne.

2.1.1. Continuando a garantire la visibilità della Congregazione nella Famiglia salesiana, nella Chiesa e nel mondo.

2.1.1.1. Organizzare ed aggiornare la comunicazione istituzionale (a livello interno ed esterno) di modo istituzionale, professionale e tecnico (SSCS 2011, 54-68).



2.1.1.2. Accompagnare il portavoce del Rettor Maggiore attraverso il Settore della Comunicazione.



2.1.1.3. Coordinare la produzione e la diffusione dei messaggi del Rettor Maggiore nei media in base al contenuto e ai destinatari.



2.1.1.4. Collaborare per la preparazione delle celebrazioni della Congregazione (Bicentenario del Sogno dei nove anni, D. Paolo Albera, S. Francesco di Sales, Centenario della Presenza Salesiana nel Nord Est dell’India, 150° Anniversario della prima Spedizione Missionaria Salesiana e altre).



2.1.1.5. Sostenere la comunicazione del Rettor Maggiore con l’ufficio stampa, attraverso i canali di comunicazione e Social Network.



2.1.1.6. Organizzare la politica, la logistica e i mezzi tecnici per dare supporto ai Settori nell’informazione, nell’interattività e nella comunicazione istantanea con le Ispettorie e le Regioni.



2.1.1.7. Accompagnare i responsabili di aziende di comunicazione delle diverse Regioni o continenti attraverso incontri, per favorire spazi di unità, collaborazione e gestione condivisa (case editrici, radio, tipografie, BS, riviste, siti Web, multimedia, produzioni di video, musica, teatro e cinema).



2.1.1.8. Organizzare un Gruppo di traduttori esperti, SDB e laici.



2.1.1.9. Studiare e definire come stabilire i protocolli di sicurezza personale e istituzionale dei salesiani per Internet e per le reti sociali.



2.1.1.10. Organizzare l’Équipe di Gestione e di Crisi con la partecipazione di persone dell’area giuridica e comunicazione internazionale.


AREA 3. GESTIONE COLLABORATIVA E SOLIDALE


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

3.1. Strutturare la comunicazione istituzionale, politica e di governo della Congregazione salesiana.

3.1.1. Contribuendo con progetti e campagne per lo sviluppo sociale, economico, educativo e per il futuro sostenibile, per prendere coscienza della situazione dei più poveri e bisognosi (cf. linea 7, ACG 433, 45-48).

3.1.1.1. Assicurare una politica educativa di diritti di inclusione digitale ai giovani delle regioni più povere, utilizzando le piattaforme digitali per la didattica a distanza e le opportunità educative-professionali (SyG 89).



3.1.1.2. Appoggiare il Settore delle Missioni per diffondere nella Congregazione una maggiore sensibilità sulla situazione dei rifugiati e degli sfollati nei campi profughi, degli zingari e degli indigeni, promuovendo un maggior coordinamento in vista di un impegno più incisivo ed efficace.



3.1.1.3. Dare più visibilità e diffusione al progetto Don Bosco Green Alliance insieme al Settore della Pastorale Giovanile (SyG 89).



3.1.1.4. Creare un Forum Digitale Salesiano dove poter far incontrare tutti coloro che hanno interesse alla diffusione della fede in modo “salesiano” o vogliano approfondire la spiritualità e il sistema educativo salesiano.



3.1.1.5. Accompagnare la richiesta della Congregazione riguardante l’etica e la protezione dei minori affinché in ogni Ispettoria e casa salesiana ci sia un codice per la cura, la prevenzione e la difesa dei minori a noi affidati, con l’impegno di proteggerli da ogni tipo di abuso, da qualunque parte esso provenga (cf. LS 137).




AREA 4. IDENTITÀ SALESIANA E MONDO GIOVANILE


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

4.1. Sperimentare la comunicazione come “sacramento salesiano” della presenza (cf. linea 3, ACG 433, 25-29), in modo effettivo e affettivo tra i giovani (cf. CEC, Lettera Circolare alle scuole, università e istituzioni educative. Prot. N. 553 / 10 settembre 2020) con il cuore del Buon pastore.

4.1.1. Assumendo uno stile di ascolto, dialogo e discernimento personale e comunitario (cf. linea 3, ACG 433, 27) per essere in un mondo digitale, presenza gioiosa e gratuita tra i giovani.


[Nota: il salesiano, «ricordo vivente di una presenza in cui la disponibilità, l’ascolto, la gioia e la dedizione sono le note essenziali per suscitare processi, essere una presenza gioiosa e gratuita in mezzo ai giovani», Messaggio di papa Francesco, in ACG 433, 67].

4.1.1.1. Promuovere nella comunicazione modalità pastorali che raggiungano concretamente la cultura giovanile odierna, per rivivere la stessa esperienza di paternità spirituale che Don Bosco ha vissuto con i suoi ragazzi (SyG 145).



4.1.1.2. Essere presenti nel mondo digitale con una chiara identità salesiana, annunciando la buona novella, con la gioia e la semplicità da discepoli del Signore (cf. linea 3, ACG 433, 25-29).



4.1.1.3. Assumere la spiritualità educativa e la metodologia pastorale della comunicazione per delineare processi e passi educativi, nell’ascolto amorevole e compassionevole dei giovani e nell’aiutarli a cercare e incontrare il Signore attraverso i grandi interrogativi della vita.



4.1.1.4. Integrare nei percorsi educativi le nuove dinamiche della comunicazione digitale come l’interattività, l’istantaneità, la convergenza e il protagonismo dei giovani (SyG 145).




AREA 5. EVANGELIZAZZIONE E AMBIENTE DIGITALE


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

5.1. Inculturare la fede nella comunicazione e nel mondo digitale dei giovani dando priorità alla centralità della persona (cf. CEC, Ibidem).

5.1.1. Sostenendo l’accompagnamento della formazione iniziale e permanente dei salesiani, dei laici e degli educatori per far conoscere le nuove sfide e opportunità che vivono i giovani nei nuovi ecosistemi, sociali, culturali e comunicativi di oggi.

5.1.1.1. Elaborare un progetto di formazione per comunicatori “esperti in umanità” che siano capaci di favorire il dialogo educativo nell’habitat giovanile.



5.1.1.2. Coinvolgere le nostre università in rete con altri centri e agenzie nello studio delle trasformazioni che il mondo digitale sta portando tra le nuove generazioni (cf. EG 132).



5.1.1.3. Realizzare, in collaborazione con la Pastorale Giovanile alcuni studi su tematiche riguardanti il mondo giovanile (giovani ed ipermedia intelligenti, intelligenza artificiale, algoritmi, aspetti psicologici e sociologici risultati del mondo virtuale.



5.1.1.4. Organizzare un Percorso formativo integrale e continuo per i Delegati di Comunicazione e le équipe con itinerari e strutture adeguate.



5.1.1.5. Appoggiare il Settore delle Missioni nella visione e implementazione del Primo Annuncio del Vangelo nell’ambiente digitale



5.1.1.6. Realizzare il Convegno Internazionale sul Bicentenario del Sogno dei nove anni di Don Bosco nella prospettiva della comunicazione.




AREA 6. FORMAZIONE E MISSIONE COLLABORATIVA CON I LAICI


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

6.1. Collaborare insieme ai Dicasteri nei processi di formazione dei salesiani e dei laici, per accrescere le competenze di base nell’evangelizzazione e nell’educazione dei giovani del mondo digitale (ACG 433, 29).

6.1.1. Sviluppando la formazione iniziale e permanente dei salesiani, dei laici (cf. punto 32. Reciprocità di relazioni tra salesiani e laici in ACG 433, 100), per abitare il mondo digitale con competenza e un rinnovato spirito missionario.

6.1.1.1. Integrare nella Ratio, in collaborazione con il Settore per la Formazione, gli aspetti antropologici, teologici, spirituali e salesiani della comunicazione digitale.



6.1.1.2. Educare i salesiani e i giovani nella conoscenza e nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale in un’ottica educativa, sociale, pastorale e di governance umana.



6.1.1.3. Accompagnare i salesiani più anziani (confessori, guide spirituali) nella formazione continua riguardo al mondo virtuale oggi (aspetti etici, linguaggio).



6.1.1.4. Promuovere la comunicazione culturale e artistica nelle comunità formative (musica, teatro, letteratura, pittura) (cf. SyG 47).



6.1.1.5. Integrare nel QRPG un capitolo sulla comunicazione dei media e nel SSCS un capitolo sui principi e metodologia della PG.



6.1.1.6. Collaborare con i vari settori e l’Incaricato mondiale per la Famiglia salesiana nella realizzazione di un corso/training di comunicazione in formato EAD (Video Conference) per i Salesiani, educatori e giovani.





6.2.1. Favorendo l’aggiornamento dei salesiani nella missione condivisa dei Dicasteri.

6.2.1.1. Contribuire con progetti di comunicazione che promuovono spazi di protagonismo e visibilità dei giovani migranti e senzatetto, insieme al Settore della Pastorale Giovanile.



6.2.1.2. Attuare insieme alla Pastorale Giovanile l’organizzazione di corsi di formazione a distanza per la formazione permanente dei laici.



6.2.1.3. Creare una commissione di studiosi e ricercatori (salesiani e Laici) dalle IUS per contribuire direttamente al Settore nello studio di nuovi fenomeni umani, sociali e culturali dei giovani nell’habitat digitale.


AREA 7. TECNOLOGIA, INFORMAZIONE E LAVORO IN RETE


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

7.1. Promuovere la digitalizzazione nelle opere salesiane e il lavoro in rete per una visione carismatica, corresponsabile e trasversale della missione (FT 142).

7.1.1. Sostenendo la trasformazione e la modernizzazione digitale e le innovazioni tecnologiche nelle ispettorie.

7.1.1.1. Collaborare con le ispettorie nell’aggiornamento del piano di trasformazione digitale del lavoro in rete nelle ispettorie e nelle regioni.



7.1.1.2. Implementare la piattaforma salesiana di comunicazione con il servizio istituzionale e pastorale insieme all’Economo Generale per progettare Applicazioni che facilitino l’organizzazione, i contenuti multilingue (notizie, testi, video, audio).



7.1.1.3. Costruire una nuova piattaforma di comunicazione digitale-sociale al servizio del Rettor Maggiore e del Consiglio, Dicasteri, Settori di animazione e servizi della Famiglia salesiana.



7.1.1.4. Coordinare l’aggiornamento e la riorganizzazione tecnica, grafica ed estetica dei siti www.sdb.org, ANS e BS, tenendo conto della multiculturalità e delle diverse lingue della Congregazione.



7.1.1.5. Garantire la copertura e il coinvolgimento di ANS, BS, www.sdb.org, in modo che le informazioni raggiungano la Congregazione e la Famiglia salesiana e la Società in modo creativo, professionale e convergente.



7.1.1.6. Aggiornare linee strategiche collaborative e sostenibili di gestione aziendale delle Case Editrici, Radio, Tipografie, Agenzie di stampa



AREA 8. MEMORIA STORICA, BENI ARTISTICI E PATRIMONIALI


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

8.1. Curare il patrimonio artistico e la memoria della missione e delle opere salesiane, nella storia e nell’oggi.

8.1.1. Favorendo la gestione scientifica del patrimonio storico salesiano e la produzione artistica (musica, teatro, danza, letteratura).

8.1.1.1. Organizzare la banca dati Don Bosco di brani musicali salesiani raccolti da tutto il mondo salesiano e renderli disponibili su YouTube e altre reti per l’animazione della Pastorale Giovanile e della Famiglia salesiana (cf. GP99).



8.1.1.2. Implementare la produzione cinematografica, Salesian Radio Network.



8.1.1.3. Organizzare produzioni corali, musicali e letterarie salesiane.



8.1.1.4. Offrire sostegno per la pubblicazione dei testi della Associazione dei Cultori di Storia Salesiana (ACSSA).



8.1.1.5. Organizzare il patrimonio culturale e religioso salesiano.



CONSIGLIERE PER LE MISSIONI



AREA 1. VOCAZIONE MISSIONARIA


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

1.1. Innescare in ogni salesiano il discernimento alla chiamata missionaria ad gentes, ad exteros, ad vitam rispondendo agli appelli missionari del Rettor Maggiore (ACG 433, 48).

1.1.1. Passando da un senso di appartenenza all’ispettoria di origine alla generosità missionaria (ACG 433, 47).

1.1.1.1. Far conoscere la vita e i metodi missionari dei santi missionari salesiani, in collaborazione con il Postulatore Generale.



1.1.1.2. Favorire la riscoperta e l’approfondimento dello spirito missionario come elemento essenziale del carisma di Don Bosco attraverso visite alle case di formazione, ritiri, esercizi spirituali da parte dei membri del Settore.



1.1.1.3. Visitare le ispettorie, dando priorità a quelle più bisognose di animazione missionaria, con maggior ricchezza di candidati missionari ad gentes e con nuove frontiere, da parte del Consigliere Generale.



1.1.1.4. Favorire la possibilità di fare esperienze missionarie ad tempus (3 o 5 anni) attraverso accordi temporanei tra le ispettorie (CG20 477).



1.1.1.5. Promuovere la socializzazione degli appelli missionari del Rettor Maggiore e promuovere la disponibilità missionaria.




1.2. Assicurare la formazione missionaria salesiana nei suoi diversi livelli e modalità.

1.2.1. Passando dal considerare la formazione missionaria solo per alcuni al concepirla come elemento essenziale del carisma salesiano.

1.2.1.1. Sollecitare e accompagnare i Delegati Ispettoriali di Animazione Missionaria (DIAM) nella preparazione di risorse e materiali per l’animazione missionaria rivolti ai membri della CEP, ai gruppi giovanili e a ciascun livello della formazione dei Salesiani.



1.2.1.2. Rivedere il documento La formazione missionaria dei Salesiani di Don Bosco (2014) e stimolarne una migliore comprensione e assimilazione, in collaborazione con il Settore per la Formazione.



1.2.1.3. Accompagnare i DIAM nello sviluppo dei gruppi missionari nelle case di formazione salesiana per promuovere l’ardore missionario tra i formandi, in stretta collaborazione con il Delegato Ispettoriale per la Formazione.



1.2.1.4. Consolidare il Corso di Orientamento per i Nuovi Missionari (Settembre) e valutare tutte le fasi del discernimento missionario, l’inserimento dei missionari e il loro accompagnamento, entro i primi cinque anni dal loro arrivo.



1.2.1.5. Potenziare il Corso sulla Pastorale Missionaria (alternativamente in italiano e in inglese) in collaborazione con l’UPS (Settembre-Dicembre), esplorando la possibilità di aprirlo ai missionari laici.



1.2.1.6. Organizzare un Corso ‘Sorgente’ di un mese per “missionari veterani” (alternativamente in inglese e in italiano) al Colle Don Bosco (Maggio).



1.2.1.7. Promuovere la qualificazione dei confratelli in missionologia, antropologia e dialogo interreligioso, in dialogo con gli Ispettori.



1.2.1.8. Accompagnare e promuovere i corsi di formazione missionaria a livello regionale e interispettoriale per mantenere vivo l’ardore missionario dei partecipanti Salesiani e laici (esempio: corsi a Quito e a Shillong).




1.3. Qualificare la formazione orientata alla spiritualità e alla missione, dei missionari laici (RM, 71) e dei partner laici impegnati nell’animazione missionaria (cf. linea 6, 39ss.; punto 46 in ACG 433, 112).

1.3.1. Passando da una collaborazione funzionale ad una missione condivisa e una formazione missionaria congiunta (cf. punto 38 in ACG 433, 105; ACG 433, 43).

1.3.1.1. Stimolare il coinvolgimento dei missionari laici nei corsi e nelle attività di formazione missionaria della CEP e dei salesiani in formazione (cf. punto 42 in ACG 433, 108; ACG 433, 43).



1.3.1.2. Promuovere la realizzazione di un accompagnamento sistematico, progressivo, graduale e permanente dei missionari laici per aiutarli a realizzare il proprio progetto missionario di vita.



1.3.1.3. Sostenere la sinergia tra i formatori dei volontari missionari salesiani, in stretta collaborazione con il Settore per la Pastorale Giovanile.



1.3.1.4. Formulare orientamenti che promuovano la formazione dei catechisti nelle missioni valorizzando l’importanza del Primo Annuncio.



1.3.1.5. Dare un contributo sul tema della partecipazione alla missione salesiana dei laici con la nostra riflessione sui collaboratori appartenenti ad altre religioni o convinzioni (ACG 433, 44).


AREA 2. ANIMAZIONE MISSIONARIA


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

2.1. Promuovere e approfondire la cultura missionaria in tutta la Congregazione (ACG 433, 47).

2.1.1. Passando da una pastorale di conservazione ad una pastorale missionaria organica come opzione trasversale .

2.1.1.1. Continuare l’approfondimento della riflessione sul Primo Annuncio e la sua applicazione nei contesti missionari (ACG 433, 23).



2.1.1.2. Favorire la circolazione e la divulgazione delle notizie missionarie salesiane a tutti i livelli, in collaborazione con il Settore per la Comunicazione Sociale.



2.1.1.3. Assicurare una presenza significativa e continua nel continente digitale attraverso i social media del Settore (Facebook, Instagram, Youtube) e la sezione del sito www.sdb.org dedicata alle Missioni.



2.1.1.4. Curare le pubblicazioni del Settore e assicurare la divulgazione mensile del bollettino di animazione missionaria Cagliero 11.



2.1.1.5. Rafforzare la cooperazione spirituale nella preghiera attraverso l’intenzione missionaria mensile, particolarmente l’11 di ogni mese.



2.1.1.6. Organizzare e lanciare ogni anno la Giornata Missionaria Salesiana (GMS).



2.1.1.7. Fornire materiali per la produzione di video, spot, clip e pezzi pubblicitari sui nostri progetti al Settore per la Comunicazione Sociale.



2.1.1.8. Accompagnare i DIAM nella promozione dei gruppi missionari come portatori dello spirito missionario all’interno della CEP e del Movimento Giovanile Salesiano, attraverso programmi e itinerari formativi, in stretta collaborazione con il Delegato ispettoriale per la Pastorale Giovanile.



2.1.1.9. Accompagnare e sostenere lo sviluppo del volontariato missionario salesiano come esperienza integrale evangelicamente e carismaticamente ispirata, stimolando un migliore coordinamento in ogni ispettoria, in stretta collaborazione con il Settore per la Pastorale Giovanile.



2.1.1.10. Collaborare con i Regionali e i Visitatori (R. 104) per valutare il livello della qualità della cultura missionaria nelle Ispettorie, specialmente durante la Visita Straordinaria.



2.1.1.11 Collaborare con le ispettorie locali per la celebrazione del Centenario della Presenza Salesiana nel Nord Est dell’India (2022) e del 150° Anniversario della Prima Spedizione Missionaria Salesiana (2025).



2.1.1.12 Promuovere uno studio critico sui sogni missionari di Don Bosco e sulla figura di Cagliero come missionario (1875-1904), in collaborazione con l’Istituto Storico Salesiano.



2.1.1.13 Organizzare incontri di missionologi salesiani (2022, 2025) per riflettere sulla spiritualità missionaria salesiana e sulla sinodalità missionaria.



2.1.1.14 Aiutare i Musei Missionari ad elaborare e comprendere la propria identità salesiana per essere uno strumento di Primo Annuncio, evangelizzazione e animazione missionaria, e promuovere la sinergia tra loro per la creazione di una rete internazionale, organizzando almeno un incontro nel sessennio con i loro direttori.



2.1.1.15 Riflettere con i gruppi della Famiglia salesiana sui modi di approfondire lo spirito missionario nella Carta di Comunione della Famiglia salesiana (2012).




2.2. Promuovere e qualificare l’animazione missionaria in ogni ispettoria.

2.2.1. Passando da una animazione sporadica ad un processo organico di sensibilizzazione e di animazione in vista di una più profonda coscienza missionaria.

2.2.1.1. Elaborare migliori modalità di animazione missionaria attraverso la formazione regolare e sistematica dei Coordinatori Regionali di Animazione Missionaria (CORAM) e dei DIAM, incontrandoli per Regione ogni anno.



2.2.1.2. Accompagnare i CORAM in ciascuna regione per assicurare che i DIAM e le commissioni ispettoriali di animazione missionaria collaborino per stendere un piano sessennale in sintonia con quello del Settore, da verificare a metà e a fine sessennio.



2.2.1.3. Convocare e coordinare la Consulta del Settore Missioni ogni due anni invitando gli altri Settori quando il tema è pertinente ai loro ambiti.



2.2.1.4. Stimolare in ciascuna ispettoria una migliore comprensione e assimilazione degli orientamenti contenuti nel documento Il Volontariato nella Missione Salesiana (2019) e favorire il lavoro in rete dei coordinatori ispettoriali del volontariato, in stretta collaborazione con il Settore per la Pastorale Giovanile.



2.2.1.5. Approfondire la riflessione sui diversi contesti missionari (per esempio Amazzonia, contesto Ortodosso, contesto Afroamericano, ecc.), in collaborazione con i gruppi della Famiglia salesiana, in particolare con l’Ambito delle Missioni delle FMA.




2.3. Collaborare con gli altri Settori in spirito di sinodalità missionaria per l’animazione di tutta la Congregazione (ACG 433, 37).

2.3.1. Passando da un lavoro settoriale ad un lavoro congiunto e sinodale.

2.3.1.1. Favorire la condivisione con le équipe dei Settori della Pastorale Giovanile, Comunicazione, Formazione ed Economia promuovendo incontri a cadenza regolare.



2.3.1.2. Rafforzare la sinergia organizzando un incontro congiunto dei delegati ispettoriali degli altri Settori, almeno una volta durante il sessennio, per lo scambio di buone pratiche e l’approfondimento delle diverse scelte ed azioni pastorali.




2.4. Fornire un appoggio valido al Consigliere nel suo compito di promuovere lo spirito e l’impegno missionario nella Congregazione (C. 138).

2.4.1. Passando da una mentalità settoriale ad una visione d’insieme del servizio per la Congregazione.

2.4.1.1. Assicurare la formazione permanente dei membri dell’equipe del Settore nei temi legati al servizio che viene svolto.



2.4.1.12 Favorire la condivisione all’interno dell’équipe attraverso incontri a cadenza regolare



2.4.1.3. Promuovere ogni anno tempi adeguati di fraternità tra i membri dell’équipe del Settore per accrescere la comunione.



2.4.1.4. Assicurare a ciascun membro dell’équipe del Settore la possibilità di alimentare la propria vita spirituale e la salute psicofisica




AREA 3. SOLIDARIETÀ MISSIONARIA


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

3.1. Contribuire al coordinamento della solidarietà verso le aree più bisognose (ACG 433, 48).

3.1.1. Passando da una solidarietà sporadica ad una solidarietà coordinata con trasparenza e responsabilità (accountability).

3.1.1.1. Coordinare il processo in corso di approfondimento dell’identità salesiana delle procure missionarie e del ruolo che esse occupano all’interno delle ispettorie e della Congregazione.



3.1.1.2. Rafforzare il coordinamento, il capacity building e la professionalizzazione delle procure missionarie locali in vista della auto-sostenibilità delle Ispettorie, convocando a livello regionale i loro direttori almeno ogni due anni.



3.1.1.3. Promuovere contatti e scambi regolari tra le Procure Missionarie a diversi livelli sfruttando a pieno le capacità offerte dallo sviluppo delle nuove tecnologie.



3.1.1.4. Organizzare un incontro mondiale di tutte le procure missionarie due volte nel sessennio.



3.1.1.5. Convocare i direttori delle “Procure a livello di Congregazione” (R. 24.1) ogni anno per coordinare il loro funzionamento, rafforzare il loro rapporto con il Rettor Maggiore e il suo Consiglio e promuovere la sinergia tra di loro.



3.1.1.6. Aiutare le ispettorie a migliorare le loro capacità di auto-sostenibilità e di mobilitazione delle risorse locali in favore dei giovani più bisognosi.



3.1.1.7. Incentivare le procure missionarie e le ONG salesiane a sostenere le ispettorie nel reperimento di risorse economiche per l’assunzione di energie rinnovabili (ACG 433, 51).



3.1.1.8. Rivedere il System of Emergency Response alla luce dell’esperienza del Don Bosco Worldwide Solidarity vs COVID-19, in dialogo con il Settore Economia.



3.1.1.9. Curare le proposte per la distribuzione dei fondi per le Missioni insieme alla Commissione nominata dal Rettor Maggiore.



3.1.1.10. Rappresentare il Consiglio Generale, tramite il Consigliere per le Missioni, al Don Bosco Network e coordinare le relazioni tra esso, altre ONG e le Procure Missionarie.



3.1.1.11 Collaborare strettamente con il Settore per la Pastorale Giovanile nell’advocacy attraverso Don Bosco International (DBI), Don Bosco at the United Nations (DB-UN) e le Procure Missionarie.



3.1.1.12 Accompagnare le Prefetture Apostoliche, i Vicariati Apostolici, le Prelature e le Delegazioni missionarie (C. 159) affidate alla Congregazione nel capacity building per l’auto-sostenibilità e la mobilitazione delle risorse locali.




AREA 4. NUOVE FRONTIERE


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

4.1. Alimentare il sogno missionario della Congregazione per mantenere vivo lo sguardo verso nuove frontiere.

4.1.1. Passando da un’inerzia ad una audacia missionaria che garantisca una presenza reale tra i nostri destinatari (ACG 433, 28).

4.1.1.1. Collaborare con il Rettor Maggiore e il suo Consiglio come sentinella per le nuove frontiere missionarie della Congregazione (situazioni sociali, periferie esistenziali, frontiere geografiche, presenza nei contesti islamici ecc.).



4.1.1.2. Assicurare una presenza effettiva dei missionari salesiani nelle nuove frontiere missionarie.



4.1.1.3. Diffondere nella Congregazione una maggiore sensibilità sulla situazione dei rifugiati e degli sfollati nei campi profughi e dei Rom con l’appoggio del Settore per la Comunicazione Sociale, per promuovere un maggior coordinamento in vista di un nostro impegno più incisivo ed efficace (ACG 433, 38. 48).



4.1.1.4. Favorire lo studio e la promozione del Primo Annuncio nel continente digitale come nuova frontiera missionaria, in stretta collaborazione con il Settore per la Comunicazione Sociale (ACG 433, 23).



4.1.1.5. Collaborare con i due Consiglieri Regionali dell’Europa per promuovere la “rivitalizzazione endogena del carisma salesiano”, specialmente nella scelta dei missionari e dei progetti specifici da realizzare all’interno del Progetto Europa.



4.1.1.6. Collaborare con i Consiglieri Regionali nel discernimento delle nuove frontiere missionarie, da presentare al Consiglio Generale.



4.1.1.7. Riflettere sui nuovi volti e le dinamiche missionarie che la Chiesa è chiamata ad assumere nel mondo di oggi.




4.2. Accompagnare le ispettorie ad aprire al proprio interno un progetto missionario (ACG 433, 48).

4.2.1. Passando da una pastorale di conservazione ad un progetto missionario ispettoriale (ACG 433, 48).

4.2.1.1. Promuovere la riflessione e la sensibilizzazione all’interno delle ispettorie verso una realtà missionaria per elaborare o sviluppare un progetto ispettoriale condiviso, coinvolgendo in questo processo giovani confratelli e laici.



4.2.1.2. Sostenere le ispettorie che hanno ricevuto dal Rettor Maggiore la responsabilità di una nuova frontiera missionaria.


ECONOMO GENERALE



AREA 1. IDENTITÀ SALESIANA (ACG 433, 19-20)


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

1.1. Ripensare al tema della povertà evangelica come parte dell’identità salesiana.

1.1.1. Attivando un processo di valutazione delle nostre opere in funzione dell’identità carismatica salesiana.

1.1.1.1. Elaborare una scheda di valutazione delle opere per monitorarne l’efficacia e l’efficienza organizzativa e l’aderenza all’identità carismatica salesiana.



1.1.1.2. Realizzare un’anagrafe immobiliare in ogni ispettoria, propedeutica ad una gestione efficace ed efficiente degli immobili di proprietà, anche con l’ausilio di software dedicati.



1.1.1.3. Chiedere alle ispettorie per ogni singolo edificio di procedere ad una valutazione della sua funzionalità alle esigenze di pastorale sociale delle opere.



1.1.1.4. Potenziare il sistema di monitoraggio dei rendiconti da parte della Sede Centrale e realizzare audit mirati nei casi in cui sia necessario eseguire un approfondimento sullo stato dei conti e dell’organizzazione dell’Ispettoria.





1.1.2. Intraprendendo un percorso gestionale basato sui principi di efficacia ed efficienza.

1.1.2.1. Rileggere i dettami presenti nei documenti capitolari (CG23-CG28) per il rispetto dei principi di efficacia ed efficienza e considerare che il Quadro di riferimento della Pastorale Giovanile della nostra Congregazione è parte integrante della formazione degli economi locali e ispettoriali.



1.1.2.2. Monitorare da parte dell’Economato Generale il percorso gestionale delle ispettorie anche attraverso una revisione del sistema di visite ispettoriali, un pre-studio del “Direttorio Ispettoriale” e l’elaborazione di una lettera standard preparatoria alla visita ispettoriale con la quale si preannunciano le attività di monitoraggio e di verifica che si vorranno eseguire.



1.1.2.3. Richiedere, durante le visite alle ispettorie l’Economato Generale e dopo aver effettuato una ricognizione del patrimonio immobiliare, i verbali delle riunioni del consiglio ispettoriale nei quali sono stati trattati argomenti riguardanti le singole opere (C. 190; R. 192; 196).




1.2. Migliorare la condizione sociale dei giovani (ACG 433, 79).

1.2.1. Creando una “cultura della cura” nell’ambito dell’amministrazione e richiamando i confratelli ad una sobrietà personale e gestionale.

1.2.1.1. Iniziare a rafforzare il dialogo con rappresentanti dei giovani e del personale laico ad ogni livello per verificare l’uso corretto delle risorse (denaro, personale, materiale, strutture, …) nelle comunità e nelle opere



1.2.1.2. Promuovere all’interno delle ispettorie un processo di verifica periodica della gestione, sia delle opere che comunitario, che abbia come obiettivo una riduzione, e la progressiva eliminazione, degli sprechi e degli eccessi; fare della cultura della sobrietà e dell’efficienza gestionale un “modello di buona gestione delle opere” tale che sia di esempio per i giovani e le loro famiglie e che sia il veicolo del messaggio che il denaro ricevuto o generato dalle opere salesiane è speso effettivamente per il bene dei ragazzi.





1.2.2. Inserendo i giovani nella società e nel mondo del lavoro.

1.2.2.1. Rivedere la struttura organizzativa e gestionale delle opere a livello ispettoriale per garantire la “voce” dei giovani nei processi decisionali (ACG 433, 145).



1.2.2.2. Considerare la necessità di un aggiornamento permanente del personale che si trova nell’economato (salesianità, sviluppo sociale, dottrina della chiesa…).



1.2.2.3. Produrre e pubblicare da parte dell’ispettoria, una volta l’anno, il bilancio sociale indicando i destinatari della missione, le risorse impiegate, i risultati raggiunti e quelli da conseguire.



1.2.2.4. Creare le condizioni (strumenti) adatte al monitoraggio dell’inserimento dei giovani nella società, nel mondo del lavoro, nella Chiesa.




1.3. Realizzare un’atmosfera di collaborazione e condivisione (ACG 433, 105).

1.3.1. Creando il clima collaborativo e di condivisione delle decisioni.

1.3.1.1. Procedere, durante le visite dell’Economato Generale alle ispettorie, con la verifica dell’effettiva condivisione delle scelte strategiche in campo economico sia con i salesiani coinvolti per il loro ruolo nei processi gestionali, sia con i laici che ricoprono ruoli importanti nell’organigramma dell’Ispettoria (verranno fornite alcune indicazioni nella lettera che annuncia la visita dell’Economato).



1.3.1.2. Rimarcare i passi delle Costituzioni SDB nei quali sono indicati gli organi collegiali competenti a adottare decisioni gestionali (per es. Consiglio di amministrazione, Consiglio della casa, Consiglio dell’opera…), al fine di impedire a coloro che pur coinvolti per il ruolo che ricoprono nei processi decisionali, possono prendere decisioni personali.



1.3.1.3. Verificare la presenza di piani formativi per il personale laico e salesiano.




1.4. Prestare attenzione nella scelta degli Economi ispettoriali e del personale amministrativo.

1.4.1. Dando priorità all’identità salesiana.

1.4.1.1. Preparare un profilo professionale per ogni figura ricercata sia che si tratti di personale salesiano che laico



1.4.1.2. Prevedere nelle Ispettorie un processo di formazione continua differenziato per gli economi delle case e per quello ispettoriale. La Sede Centrale favorisca questo processo con un accompagnamento permanente.




AREA 2. FORMARE E FORMARSI PER DIVENTARE DEI “PASTORI” SALESIANI (ACG 433, 113)


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

2.1. Favorire all’interno del settore economico lo sviluppo di una mentalità incentrata sul ministero, in modo che ci si orienti verso Cristo ed il Buon Pastore (ACG 433, 88-90).

2.1.1. Prevedendo un curriculum formativo permanente per i salesiani.

2.1.1.1. Inserire dei corsi di Educazione Finanziaria, a partire dalle Case di formazione, volti a promuovere un programma di sviluppo che assicuri alle giovani generazioni di salesiani le competenze, che permettano loro di assumere in futuro scelte consapevoli in campo amministrativo, economico e finanziario.



2.1.1.2. Rivedere il manuale dell’Economo Ispettoriale con l’inserimento di nuovi approfondimenti di salesianità, dottrina della Chiesa, sviluppo sociale, ecc.





2.1.2. Migliorando la trasparenza della gestione ordinaria all’interno della comunità salesiana, della CEP e verso i benefattori.

2.1.2.1. Far comprendere ai salesiani ed ai loro collaboratori l’importanza della adozione di un piano strategico (POI; PEPSI), del budget e del bilancio in modo che imparino ad usare questi strumenti per la gestione delle opere.



2.1.2.2. Informare periodicamente i responsabili delle opere, i quali a loro volta si informano sulla situazione economica dei diversi settori della missione (esempio: bilanci, preparazione del budget).




2.2. Superare il divario tra formazione e missione (ACG 433, 84).

2.2.1. Favorendo il superamento del medesimo divario all’interno degli economati (Case/Opere) e all’interno delle Comunità.

2.2.1.1. Individuare necessariamente in campo economico-finanziario dei percorsi formativi strutturati per il personale salesiano, che partano dalle case di formazione ed arrivino ai corsi che la Sede Centrale prevede per i nuovi economi ispettoriali. La formazione in questo settore non può che essere affidata a specialisti laici. È opportuno che vi sia un monitoraggio periodico dell’Economato Generale sulla adozione di questi percorsi formativi



2.2.1.2. L’Economato Generale si impegna ad aggiornare il suo contributo alla formazione degli ispettori



2.2.1.3. Adottare all’interno delle ispettorie un processo di formazione continua rivolto agli economi delle case/comunità e al personale laico dell’amministrazione.



2.2.1.4. Destinare una quota del budget dell’ispettoria alla formazione continua dei salesiani e degli impiegati, e favorire in tal modo anche la responsabilizzazione dell’individuo.




2.3. Rispettare un codice etico per un’Economia salesiana al servizio del carisma e della missione (ACG 433, 38).

2.3.1. Garantendo l’eticità nella gestione in campo economico, attraverso l’adozione di azioni e comportamenti che si distinguano per sobrietà, efficacia, efficienza e solidarietà.

2.3.1.1. Rileggere e nuovamente analizzare il documento Scrutinium paupertatis (cf. ACG 345 [1993]), che deve essere adottato in ogni comunità locale.



2.3.1.2. Verificare attraverso l’Economato Generale l’efficienza gestionale dell’ispettoria attraverso un’analisi approfondita e tempestiva dei rendiconti ed una loro comparazione temporale.



2.3.1.3. Adottare internamente ad ogni economato Ispettoriale un codice etico che dia indicazioni sui diritti ed i doveri fondamentali che devono caratterizzare l’agire delle persone all’interno delle opere salesiane (rispetto, equità, riservatezza e tutela della persona e dell’ambiente, onestà, imparzialità e trasparenza) e fare in modo che tale codice accolga i valori cristiani e salesiani (ChV 98).



2.3.1.4. Ogni ispettoria individui il e/o i responsabili della gestione del personale e affidi loro il compito di informare e formare tutto il personale alla adozione del codice etico



2.3.1.5. Ogni economo ispettoriale garantisca il rispetto della legge e delle norme della società civile in materie di contratti di lavoro e sicurezza sui luoghi di lavoro, nonché nei luoghi dedicati ai giovani (ad esempio attraverso la messa a norma degli edifici ove le attività sono svolte).





2.3.2. Seguendo il Magistero del Santo Padre sulla gestione dei beni ecclesiastici.

2.3.2.1. Usare e gestire beni mobili ed immobili, e investimenti, sempre nel rispetto di criteri etici che siano in sintonia con la Dottrina sociale della Chiesa e la missione dei giovani.



2.3.2.2. L’economo ispettoriale almeno una volta all’anno fornisca al proprio ispettore/superiore e all’Economo Generale una relazione sugli investimenti e sull’utilizzo degli immobili, tenendo conto dei “criteri di valutazione del rischio finanziario” indicati dalla Sede Centrale (R 202)




2.4. Potenziare la capacità di fare rete in campo economico

2.4.1. Condividendo buone prassi e utilizzando strumenti informatici e procedure operative in campo amministrativo ed economico.

2.4.1.1. Condividere esperienze e strumenti gestionali tra Ispettorie appartenenti ad aree geo-politiche omogenee.



2.4.1.2. Sostenere e promuovere la connessione e la condivisione tra economi, attraverso la realizzazione di incontri a livello regionale o su basi locali più ristrette e preparare seminari internazionali (SDB Change Congress nel Settembre 2022 e Settembre 2025).



2.4.1.3. Digitalizzare i documenti delle ispettorie a livello dell’Economato Generale, a partire dal 2021.



2.4.1.4. Favorire lo sviluppo di una collaborazione sinergica all’interno di ciascuna sede ispettoriale tra Economato, ufficio amministrativo/controllo gestionale; ufficio del personale, PDO; ufficio giuridico.




AREA 3. CONDIVISIONE DELLA MISSIONE SALESIANA CON I LACI (ACG 433, 39, 99-102)


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

3.1. Qualificare il settore economico con laici specializzati (cf. 40. Opere affidate a salesiani e laici in ACG 433, 107).

3.1.1. Favorendo l’inserimento dei laici all’interno dei settori economici dell’ispettoria (es. economati) e il processo di attribuzione ai laici di delega delle responsabilità gestionali.

3.1.1.1. Inserire personale laico specializzato (sia come dipendenti che come consulenti esterni) nel settore economico, amministrativo, gestionale, giuridico.



3.1.1.2. Condividere e progressivamente attribuire a personale laico, ove possibile, le responsabilità di gestione di un settore della missione o di un’intera opera.





3.1.2. Attuando la fidelizzazione di personale laico.

3.1.2.1. Prevedere all’interno di ogni ispettoria processi di selezione, formazione e crescita professionale del personale laico in modo da favorirne il coinvolgimento e la responsabilizzazione nella gestione delle opere. Durante le visite l’Economato Generale verifichi l’esistenza e l’applicazione di tali processi.




AREA 4. UNA MAGGIORE GENEROSITÀ NELLA CONGREGAZIONE (ACG 433, 45)


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

4.1. Accrescere la conoscenza delle situazioni reali e delle sfide presenti all’interno della Congregazione per favorire una maggiore generosità.

4.1.1. Rafforzando il dialogo tra le ispettorie e l’Economato Generale per supportare quelle che sono in difficoltà finanziarie; il ricorso a finanziatori esterni avvenga solo in casi estremamente necessari.

4.1.1.1. Creare reti regionali in tema di solidarietà e condivisione, insieme con i PDO e gli economati ispettoriali, con l’obiettivo di supportare i progetti sociali, la formazione dei salesiani, la cura degli ammalati e degli anziani con le risorse proprie delle Ispettorie. L’Economato Generale svolga la funzione di promotore, supervisore e auditor di queste iniziative.



4.1.1.2. Far diventare il principio di sussidiarietà il quadro d’azione in caso di emergenza o di necessità economica, come è previsto dalla dottrina sociale della Chiesa.



4.1.1.3. Ogni ispettoria, coinvolgendo le sue comunità locali, dia il suo contributo al fondo di solidarietà globale del Rettor Maggiore e dove possibile sostenga la Distribuzione dei Fondi in favore delle ispettorie bisognose (R. 197).




AREA 5. ACCOMPAGNARE I GIOVANI VERSO UN FUTURO SOSTENIBILE (ACG 433, 49)


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

5.1. Tradurre l’enciclica Laudato Sì (LS) nell’azione quotidiana di ogni salesiano e di ciascuna opera salesiana.

5.1.1. Preparando da parte di ogni Ispettoria di un piano per attuare una politica che elimini la povertà rispettando l’ambiente e prevedendo un timing delle attività sino al 2032 (ACG 433, 51).

5.1.1.1. Riflettere sulla possibilità di realizzare l’obiettivo della LS nella formazione e nell’educazione degli economi.



5.1.1.2. Ogni Planning and Development Office (PDO) ed economato si impegni per il 2022 a presentare all’SDB Change Congress la strategia concreta per raggiungere un’ecosostenibilità ad alto livello.



5.1.1.3. L’economato generale ed ogni economo ispettoriale cerchino di trovare quante più risorse possibili per aggiornare ogni curriculum formativo sul tema ambientale.




SEGRETARIATO PER LA FAMIGLIA SALESIANA



AREA 1. FORMAZIONE IN MISSIONE


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

1.1. Approfondire l’esperienza carismatica, spirituale, apostolica e familiare di Don Bosco, fondatore della Famiglia salesiana e d’un vasto movimento per la salvezza della gioventù (cf. ACG 433, 19).

1.1.1. Facendo conoscere e favorendo la partecipazione alle proposte formative sulla salesianità dei diversi Centri di spiritualità e di altre istanze formative, sia in presenza che on line.

1.1.1.1. Compilare l’elenco dei centri e delle proposte per regioni, comunicare le proposte ai gruppi delle regioni, contattare i professori/animatori per eventuali nuove iniziative.



1.1.1.2. Realizzare gli incontri del Segretariato per quanto possibile nei luoghi salesiani.





1.1.2. Creando spazi e tempi di riflessione su Don Bosco fondatore della Famiglia salesiana.

1.1.2.1. Preparare una bibliografia essenziale su Don Bosco fondatore e sulla spiritualità salesiana.



1.1.2.2. Promuovere seminari di studio su aspetti concreti riguardanti la Famiglia salesiana, coinvolgendo gli studiosi, consacrati e laici esperti.




1.2. Far crescere, in ogni Gruppo e nell’insieme dei Gruppi, la consapevolezza di essere nella Chiesa una Famiglia carismatica (cf. ACG 433, 150).

1.2.1. Continuando l’approfondimento della Carta dell’Identità Carismatica.

1.2.1.1. Produrre sussidi d’informazione, di formazione e di spiritualità comuni che aiutino l’approfondimento dell’essere famiglia carismatica nella Chiesa.





1.2.2. Promuovendo la conoscenza dei diversi Gruppi della Famiglia salesiana.

1.2.2.1. Divulgare la nuova edizione del libro La Famiglia salesiana di Don Bosco (2019, cartaceo e online) e dare opportunità ai gruppi di presentarsi negli incontri regionali o mondiali.



1.2.2.2. Raccogliere nel sito la presentazione di eventi, attività, testimonianze e brevi interviste di persone appartenenti ai diversi gruppi della Famiglia salesiana.





1.2.3. Condividendo aspetti comuni della spiritualità salesiana e quelli specifici dei singoli gruppi.

1.2.3.1. Assumere la Strenna del Rettor Maggiore come strumento di comunione carismatica, di ispirazione e azione comune.



1.2.3.2. Realizzare annualmente la Consulta Mondiale e le Giornate di Spiritualità, curando la loro ricaduta nelle ispettorie e nei gruppi e valorizzare esperienze simili delle regioni e delle ispettorie.



1.2.3.3. Promuovere la preghiera insieme a livello locale, ispettoriale o mondiale (ritiri, corsi di esercizi spirituali, novena di Maria Ausiliatrice…).



AREA 2. MISSIONE E FORMAZIONE CONDIVISE


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

2.1. Animare, formare e accrescere nei confratelli salesiani il senso d’appartenenza alla Famiglia salesiana (ACG 433, 34).

2.1.1. Curando la comprensione e una esperienza positiva del nostro esser membri della Famiglia salesiana nella formazione iniziale e permanente.

2.1.1.1. Garantire ai giovani confratelli, in collaborazione con il Settore della Formazione, una formazione teorica ed esperienziale della Famiglia salesiana all’interno dello studio della salesianità, valorizzando i programmi e le esperienze in atto.



2.1.1.2. Promuovere nei salesiani e tra i Gruppi della Famiglia salesiana presenti nel territorio la partecipazione ad esperienze di spiritualità e di formazione condivise.



2.1.1.3. Coinvolgere i confratelli salesiani nell’accompagnamento dei Gruppi locali della Famiglia salesiana.




2.2. Interagire con i Responsabili dei settori nella riflessione e nell’azione congiunta a livello mondiale, regionale e ispettoriale (ACG 433, 108-109).

2.2.1. Prendendosi cura della comunicazione e dell’interazione tra i responsabili dei settori (particolarmente Pastorale Giovanile, Missioni e Formazione) e i membri del Segretariato.

2.2.1.1. Partecipare a tutti i livelli alle riflessioni proposte e proporre quelle riguardanti più specificamente la Famiglia salesiana.



2.2.1.2. Stabilire con Pastorale Giovanile e Formazione (SDB, FMA e altri Gruppi interessati) uno spazio per riflettere insieme su aspetti comuni tra pastorale giovanile, formazione e Famiglia salesiana (tra essi la proposta e l’accompagnamento vocazionale), coinvolgendo altri membri della Famiglia salesiana.



2.2.1.3. Favorire la partecipazione dei membri dei Gruppi della Famiglia salesiana ai seminari di studio organizzati dai Settori.





2.2.2. Incoraggiando il pensare insieme, progettare insieme, lavorare insieme, in risposta alle sfide del territorio e valorizzando le risorse della Famiglia salesiana.

2.2.2.1. Far conoscere le esperienze positive (buone pratiche) dove gruppi della Famiglia salesiana lavorano insieme.



2.2.2.2. Individuare campi comuni e impegnarsi in iniziative per un significativo intervento educativo e apostolico (l’attenzione alle famiglie, l’animazione del MGS in chiave vocazionale, la promozione del volontariato civile e missionario, le cause per i più bisognosi, l’accompagnamento spirituale, la cura del Creato, gli impegni apostolici aldilà degli spazi salesiani con senso di Chiesa…).





2.2.3. Collaborando con le iniziative formative condivise a livello mondiale, regionale e ispettoriale.

2.2.3.1. Collaborare alle iniziative dei diversi Settori della Congregazione, e degli altri Gruppi se lo richiedono, nel campo della formazione, della spiritualità, della pastorale giovanile, della missione ad gentes, della comunicazione.



2.2.3.2. Partecipare attivamente allo sviluppo dei programmi di formazione condivisa dell’identità salesiana.




AREA 3. VITA DI COMUNIONE


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

3.1. Impegnarsi nell’accompagnamento dell’insieme della Famiglia salesiana, promovendo una crescita della vita di comunione tra i Gruppi, rispettando la loro specificità e autonomia (cf. Carta dell’Identità Carismatica della Famiglia salesiana di don Bosco, 2012, 10).

3.1.1. Rinnovando il funzionamento del Segretariato per la Famiglia salesiana

3.1.1.1. Portare avanti con dedizione i compiti che il Rettor Maggiore indica al Segretariato.



3.1.1.2. Riflettere insieme SDB, FMA, SSCC, ADMA sull’accompagnamento dei delegati/animatori dei gruppi SSCC, ADMA…





3.1.2. Organizzando un servizio di comunicazione efficace.

3.1.2.1. Verificare il sistema di comunicazione in atto e realizzare, con l’aiuto del Settore della Comunicazione sociale, il suo effettivo rinnovamento.



3.1.2.2. Creare canali di conoscenza, informazione e formazione comuni per l’insieme dei gruppi della Famiglia salesiana dove condividere riflessioni, esperienze, iniziative, materiali, buone pratiche…





3.1.3. Celebrando date significative dei gruppi della Famiglia salesiana.

3.1.3.1. Gli eventi da celebrare saranno: il Centenario della morte di Don Paolo Albera (2021); il Centenario della Congregazione CSMA (2021); il IV Centenario de la morte di san Francesco di Sales; il 150º anniversario della Fondazione delle FMA (2022); il 150º anniversario del Sogno dei nove anni di Giovanni Bosco (2024); il IX Congresso Internazionale di Maria Ausiliatrice (2024).




3.2. Qualificare a livello regionale e ispettoriale l’animazione della Famiglia salesiana e l’accompagnamento dei gruppi verso i quali noi Salesiani abbiamo una particolare responsabilità.

3.2.1. Assicurando la formazione e l’accompagnamento dei Delegati Ispettoriali per la Famiglia salesiana, così come la qualità del loro servizio.

3.2.1.1. Completare la redazione del documento dedicato all’identità e alla missione del Delegato ispettoriale SDB per la Famiglia salesiana.



3.2.1.2. Organizzare, in occasione delle Giornate di Spiritualità, il corso per i nuovi Delegati ispettoriali.



3.2.1.3. Organizzare durante il sessennio un incontro regionale dei Delegati Ispettoriali aperto ai responsabili dei gruppi presenti nel territorio.





3.2.2. Curando l’implementazione delle consulte della Famiglia salesiana a tutti i livelli.

3.2.2.1. Orientare le ispettorie nella costituzione e nel consolidamento delle Consulte alla luce della Carta d’Identità e dell’esperienza, e offrire i sussidi richiesti.



AREA 4. SANTITÀ DELLA FAMIGLIA SALESIANA


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

4.1. Ravvivare il grande tema della chiamata universale alla santità (cf. LG 39).

4.1.1. Valorizzando la varietà e molteplicità di vocazioni presenti nei Gruppi della Famiglia salesiana.

4.1.1.1. Promuovere la conoscenza della specificità delle diverse vocazioni dei Gruppi presentate negli Statuti e Costituzioni corrispettivi.



4.1.1.2. Celebrare il IV centenario della morte di san Francesco di Sales (2022).



4.1.1.3. Approfondire l’Esortazione Gaudete et exsultate e la Strenna La Santità anche per te! del 2019.




4.2. Valorizzare nella Famiglia salesiana il patrimonio di santità scaturito dal carisma di Don Bosco.

4.2.1. Diffondendo la conoscenza, l’imitazione e la devozione ai membri della Famiglia salesiana santi e candidati alla santità.

4.2.1.1. Presentare agli incontri mondiali e regionali le testimonianze di santità, così come la specificità delle varie espressioni della santità vissuta nella Famiglia salesiana.



4.2.1.2. Diffondere le biografie dei Santi, dei Beati, dei Venerabili e dei Servi di Dio e in particolare far conoscere le figure di santità giovanile e le figure radicate nel proprio territorio.



4.2.1.3. Promuovere iniziative di preghiera comuni per invocare l’aiuto e l’intercessione dei candidati alla santità della nostra Famiglia.





4.2.2. Coinvolgendo i gruppi della Famiglia salesiana nell’accompagnare e promuovere le cause di beatificazione e canonizzazione.

4.2.2.1. Partecipare ai Seminari mondiali di promozione delle cause e favorire lo Studium promosso dalla Congregazione delle Cause dei Santi.



4.2.2.2. Condividere eventi legati alle cause di beatificazione e canonizzazione: anniversari, avanzamento delle cause, beatificazioni…



4.2.2.3. Diffondere il Dossier e il Poster annuale della Postulazione.




12 Parte Terza

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ARTICOLAZIONE DEL PROGETTO



13 PER I CONSIGLIERI REGIONALI

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  1. Africa e Madagascar


  1. America Cono Sud


  1. Asia Est e Oceania


  1. Asia Sud


  1. Europa Centro e Nord


  1. Interamerica


  1. Mediterranea






CONSIGLIERE PER LA REGIONE AFRICA E MADAGASCAR



AREA 1. FORMAZIONE


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

1.1. Preparare i formatori e le equipe formatrici (cf. ACG 433, 17).

1.1.1. Assicurando la qualificazione e la specializzazione dei confratelli e dei laici idonei per la formazione, la spiritualità salesiana e l’accompagnamento (cf. ACG 433, 50).

1.1.1.1. Rivedere, in tutte le ispettorie, il piano ispettoriale per la qualificazione dei confratelli e dei laici, specialmente della Famiglia salesiana.



1.1.1.2. Prevedere, nelle sessioni formative offerte dal Centro Salesiano di Formazione per l’Africa e il Madagascar (SAFCAM), la formazione dei formatori, dei direttori e di tutti coloro che collaborano alla formazione, al discernimento, all’accompagnamento e alla promozione della disciplina religiosa.



1.1.3. Mettere a disposizione dei curatorium i sussidi pedagogici e i confratelli qualificati nel campo della formazione e della salesianità, della psicologia e del counseling.




1.2. Adottare uno stile personalizzato nell’accompagnamento (cf. ACG 433, 18).

1.2.1. Rafforzando l’identità consacrata salesiana.

1.2.1.1. Aiutare a crescere nella pratica dei consigli evangelici e nell’assimilazione dello spirito salesiano (specialmente nei giovani in formazione).





1.2.2. Studiando un’impostazione di tipo “satellitare” delle case di formazione nella Regione.

2.2.1. Incoraggiare le ispettorie a disporre diverse comunità formative attorno ai centri di studio per non disperdere le energie e le risorse.



2.2.2. Preparare le equipe formatrici nelle case inter-ispettoriali ad accompagnare e allenare i confratelli in gruppi (iniziazione alle competenze richieste nella vita salesiana).




1.3. Riscoprire la bellezza della vita consacrata salesiana (cf. VC 24).

1.3.1. Riflettendo nelle Ispettorie e nella Regione sulle diverse fasi del discernimento vocazionale e sulla qualità della nostra offerta formativa (cf. ChV 291-298; ACG 433, 40).

1.3.1.1. Proporre negli incontri regionali e nel materiale preparato dalla SAFCAM la diffusione della prima parte di Animazione e governo della comunità. Il servizio del Direttore Salesiano (2019) che si occupa dell’identità consacrata dei salesiani, e delle lettere sul laico salesiano (ACG 424) e sul sacerdote salesiano (ACG 431).



3.1.2. Considerare sempre più la formazione permanente secondo le diverse fasce d’età dei confratelli e focalizzare la dimensione contestuale (inculturazione).



1.3.1.3. Rafforzare e diversificare l’equipe permanente al servizio della SAFCAM, e metterla in rete con altri confratelli e risorse della Regione e della Congregazione.





1.3.2. Mettendo in evidenza la complementarità tra il coadiutore e sacerdote SDB (cf. ACG 433, 33).

1.3.2.1. Coinvolgere di più le ispettorie nel funzionamento del centro di Yaoundé.



1.3.2.2. Favorire la partecipazione dei coadiutori nelle diverse istanze di formazione (CRF, altre commissioni, case e/o centri di formazione, animazione vocazionale, ecc.).



1.3.2.3. Organizzare un secondo congresso dei coadiutori dell’Africa e/o una rete.




AREA 2. PASTORALE GIOVANILE


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

2.1. Mettere di nuovo la Pastorale Giovanile al centro della nostra identità carismatica e della nostra missione per i giovani più poveri.

2.1.1. Rafforzando il profilo e le capacità dei Delegati ispettoriali della Pastorale Giovanile (QDRPG, 259).

2.1.1.1. Far conoscere il CG28 e incoraggiare ogni ispettoria a rileggere il suo POI e il suo PEPS alla luce dei tre nuclei tematici capitolari e della lettera programmatica del Rettor Maggiore.



2.1.1.2. Invitare tutte le Ispettorie a: (a) liberare i Delegati ispettoriali da altri impegni incompatibili con l’animazione pastorale e vocazionale, (b) assegnarli alla Sede o Casa ispettoriale e (c) coinvolgerli come membri dei Consigli ispettoriali (cf. QDRPG, 273-274).



2.1.1.3. Coinvolgere il Delegato ispettoriale per la pastorale giovanile nel discernimento, nella pianificazione, nel finanziamento, nell’attuazione, nella valutazione e nel monitoraggio di tutti i progetti educativi, compresi quelli sviluppati dall’Ufficio di Pianificazione e Sviluppo (PDO) e dal Don Bosco Tech Africa (DBTA).




2.2. Prendere una posizione profetica sui temi chiave della gioventù africana di oggi (cf. AM 60-68).

2.2.1. Studiando le potenzialità e le sfide dei giovani africani (cf. ACG 433, 20-24).

2.2.1.1. Approfondire, in collaborazione con i confratelli della diaspora salesiana ed esperti salesiani e no, le questioni attuali relative ai diritti umani, alle migrazioni, al lavoro minorile, alla protezione dei minori, allo sviluppo, alla pace, all’impegno cittadino e politico, all’accesso e alle sfide del mondo digitale, ecc.



2.2.1.2. Promuovere con l’aiuto del settore della Comunicazione sociale (cf. Previsione del settore per il sessennio) l’inculturazione del Carisma nella Regione Africa e Madagascar attraverso dei lavori, tavole rotonde e pubblicazioni sull’educazione salesiana nel punto d’incontro con l’antropologia africana (cf. AM 36).



2.2.1.3. Proporre attività che aiutano a sprigionare il genio e la creatività dei giovani africani in ambiti vari (scienza e tecnologia, cultura e arte, sport, ecc.).




2.3. Promuovere una rete regionale per una scuola africana di qualità (cf. AM 74-78).

2.3.1. Lavorando insieme per unire in federazione i progetti e le offerte di formazione nella Regione e nella Congregazione.

2.3.1.1. Consolidare la Conferenza delle Istituzioni Universitarie Salesiane (IUS) della Regione e sottolineare il contributo del carisma nell’educazione superiore in Africa e Madagascar (cf. ACG 36143-47; ACG 407, 38).



2.3.1.2. Diffondere le buone pratiche delle ispettorie nella gestione scolastica, la digitalizzazione del sistema scolastico, la mobilità delle competenze e del personale docente (docenti, ricercatori), la creazione di risorse didattiche e l’interesse per la ricerca e l’innovazione.



2.3.1.3. Garantire la collaborazione e la comunicazione tra Ispettorie, DBTA, DBI e DBNet, per meglio qualificare la nostra formazione tecnica e professionale, generalizzare la creazione dell’ufficio di inserimento lavorativo (job service office) in ogni centro, e l’aggiornamento delle strutture, e delle offerte di formazione per i giovani più poveri.




AREA 3. MISSIONE (cf. Priorità 7 del Rettor maggiore ACS 433, 45-48)


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

3.1. Assicurare il discernimento alla chiamata missionaria ad gentes, ad exteros, ad vitam e la formazione missionaria salesiana nei suoi diversi livelli e modalità.

3.1.1. Allargando il senso di appartenenza dei confratelli agli orizzonti più ampi della Regione, della Congregazione e della Chiesa.

3.1.1.1. Far conoscere la vita e i metodi missionari dei santi missionari salesiani, in collaborazione con il Postulatore Generale.



3.1.1.2. Promuovere il doppio movimento di invio e di accoglienza dei confratelli e dei laici missionari o volontari in ogni Ispettoria.



3.1.1.3. Creare e arricchire, in collaborazione con i delegati e il Settore della Comunicazione sociale, una piattaforma per una conoscenza migliore dell’Africa.




3.2. Rinforzare la solidarietà missionaria verso le ispettorie più bisognose.

3.2.1. Avviando un’animazione missionaria a tutti i livelli.

3.2.1.1. Incrementare nei singoli confratelli e nelle comunità la mentalità di una “Chiesa in uscita” verso le periferie dell’esistenza e del mondo, aprendo alla fraternità universale.



3.2.1.2. Incoraggiare e accompagnare il DIAM nella preparazione di risorse e materiali per l’animazione missionaria dei membri del CEP, dei gruppi giovanili e di ogni livello di formazione salesiana.



3.2.1.3. Nominare un coordinatore DIAM per la Regione, nonché un Ispettore per presiedere la Commissione regionale.





3.2.2. Passando da un’inerzia ad una audacia missionaria che garantisca una presenza reale laddove Dio ci chiama.

3.2.2.1. Favorire una maggiore solidarietà tra le Ispettorie per la condivisione e lo scambio di competenze e risorse umane (direttori, formatori, volontari, ecc.).



3.2.2.2. Stabilire, in dialogo con il Rettor Maggiore e il suo Consiglio, i criteri per la gestione ed eventuali trasferimenti delle candidature/vocazioni.



3.2.2.3. Dimostrare generosità e solidarietà per assicurare una risposta salesiana e generosa alle nuove frontiere, in particolare agli sfollati e ai rifugiati, alle diocesi e alle nazioni della Regione che attendono la nostra presenza.



3.2.2.4. Accompagnare i processi di ristrutturazione delle ispettorie (cf. Capitoli ispettoriali del 2016) e della Regione.



AREA 4. ECONOMIA E GESTIONE


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

4.1. Nel contesto della povertà evangelica, impegnarsi per una maggiore trasparenza, l’autofinanziamento, e la professionalità nella gestione delle risorse (C. 190; R. 30).

4.1.1. Accompagnando i confratelli verso una gestione trasparente e solidale delle risorse (cf. ACG 433, 77).

4.1.1.1. Promuovere uno stile semplice di vita, l’amore per il lavoro ben fatto e lo scrutinium paupertatis a livello comunitario ed ispettoriale.



4.1.1.2. Elaborare e diffondere in tutte le nostre ispettorie un Manuale di procedure o codice di condotta.



4.1.1.3. Aiutare gli economi ispettoriali, in collaborazione con i vicari ed i direttori, a motivare ogni confratello e ogni economo locale a presentare regolarmente il rendiconto di ogni gestione.



4.1.1.4. Aiutare le Ispettorie, attraverso le competenze e/o revisioni contabili (audit) esterne, e le Commissioni economiche e il DBTA ad assimilare i criteri salesiani di gestione e di investimento.





4.1.2. Diminuendo la dipendenza da aiuti dall’estero e promuovendo le risorse locali.

4.1.2.1. Valorizzare il patrimonio delle opere e di ogni Ispettoria.



4.1.2.2. Incoraggiare le Procure ed i PDO a suscitare e conservare i benefattori locali.



4.1.2.3. Prevedere attraverso il discernimento dell’Ispettore e del suo consiglio iniziative generatrici di reddito gestite in collaborazione con i laici, con trasparenza e competenza, e per la missione.



4.1.2.4. Mantenere la solidarietà intercomunitaria e interispettoriale per far fronte alle spese straordinarie delle case di formazione coordinate dal Curatorium.




4.2. Provvedere a una migliore cura e gestione della casa comune (cf. ACG 433, 27 e LS 51).

4.2.1. Adoperandosi più attentamente alla tutela del creato per un futuro sostenibile (cf. AM 79-80).

4.2.1.1. Aderire in modo convinto e concreto al Don Bosco Green Alliance.



4.2.1.2. Educare i giovani alla conversione ecologica e alla salvaguardia del creato.



4.2.1.3. Rispettare e promuovere le politiche ambientali nelle nostre strutture.


CONSIGLIERE PER LA REGIONE AMERICA CONO SUD



AREA 1. IDENTITÀ SALESIANA


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

1.1. Approfondire il profilo dei salesiani oggi per i giovani (ACG 433, 37).

1.1.1. Crescendo nella profondità carismatica e nell’identità salesiana, in tutte le fasi della vita, con un serio impegno in ogni ispettoria e in ogni comunità salesiana (ACG 433, 10).

1.1.1.1. Promuovere la crescita dell’identità consacrata salesiana (ACG 433, 10) vissuta nelle sue due forme: coadiutori e chierici.



1.1.1.2. Insistere sul valore della presenza affettiva ed efficace tra i giovani accompagnando il protagonismo e la conduzione dei giovani stessi in ogni casa e nella missione salesiana (ACG 433, 15).



1.1.1.3. Accompagnare la riprogettazione delle presenze in modo che possano dare priorità all’opzione per i giovani più poveri (ACG 433, 20).



1.1.1.4. Incoraggiare la dimensione missionaria della Regione, anche dal volontariato (ACG 433, 25) soprattutto nella Amazzonia, Patagonia e Chaco.




AREA 2. FORMAZIONE


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

2.1. Riflettere sulla formazione del salesiano (ACG 433, 44).

2.1.1. Favorendo nella Regione una rinnovata cultura di formazione nella missione (ACG 433, 16).

2.1.1.1. Incoraggiare la riflessione sulla formazione in e per la missione (ACG 433, 18).



2.1.1.2. Essere presenti nei curatorium delle case di formazione interispettoriale e garantire la buona formazione delle équipe di formatori.



2.1.1.3. In particolare, accompagnare i due centri interregionali: il Centro Salesiano di Formazione Permanente dell’America a Quito e il Centro di Formazione per i Salesiani Coadiutori (CRESCO) in Guatemala.



2.1.1.4. Prendersi cura della formazione dei formatori della Regione (ACG 433, 18).





2.2.1. Scommettendo sulla formazione dei laici impegnati nella missione, sostenendo la loro crescita personale (ACG 433, 22).

2.2.1.1. Favorire il progetto di formazione permanente di salesiani e laici nelle ispettorie (ACG 433, 23) incentivando soprattutto ai consacrati a partecipare e a formarsi insieme ai laici.



2.2.1.2. Impegnando tutte le ispettorie a inviare salesiani e laici ai corsi di formazione di Quito.



2.2.1.3. Stimolare il corretto funzionamento delle CEP come spazi privilegiati di formazione permanente tra salesiani e laici (ACG 433, 23).




AREA 3. MISSIONE CONDIVISA TRA SALESIANI E LAICI


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

3.1. Curare la dimensione della missione condivisa tra salesiani e laici (ACG 433, 52).

3.1.1. Stimolando la presenza di laici, giovani e adulti, nei diversi settori della missione salesiana, valutando il loro contributo e la loro qualificazione (ACG 433, 23).

3.1.1.1. Accompagnare nella pastorale giovanile ispettoriale il rafforzamento della dimensione evangelizzatrice della missione, riproponendo con più convinzione il Primo annuncio (ACG 433, 12).



3.1.1.2. Promuovere nelle ispettorie un coordinamento organico dei vari settori della pastorale giovanile.



3.1.1.3. Favorire nelle ispettorie la riflessione di Querida Amazonia e Laudato Si’, collaborando con la Don Bosco Green Alliance nell’impegno per la cura del Creato (ACG 433, 27).



3.1.1.4. Accompagnare la riflessione e le azioni relative all’inculturazione della missione salesiana nell’ambiente digitale (ACG 433, 15).



3.1.1.5. Consolidare il lavoro di “Escuela Salesiana América” (ESA), la formazione dei responsabili di Centri di Formazione Professionale e la sinergia tra le Istituzioni Salesiane di Educazione Superiore (IUS).



3.1.1.6. Prendersi cura del rafforzamento del MGS in ogni ispettoria e dell’animazione vocazionale (ACG 433, 42).



3.1.1.7. Assicurare che tutti le ispettorie si impegnino nella cura e nella difesa dei diritti dei minori, sviluppando anche il proprio codice etico (ACG 433, 20).




CONSIGLIERE PER LA REGIONE ASIA EST OCEANIA



AREA 1. ESSERE CON DON BOSCO (ACG 433, 9-11): COMUNIONE E SOLIDARIETÀ GENEROSA (ACG 433, 8; 23)


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

1.1. Rafforzare il senso di appartenenza alla Congregazione e alla Regione tra i confratelli (cf. linea 2 in ACG 433, 24).

1.1.1. Assistendo il processo di apertura ad una più grande visione della missione nella grande comunità mondiale.

1.1.1.1. Accompagnare ed incoraggiare tutti i confratelli e i membri di Famiglia salesiana per attingere spesso dalle risorse dell’ANS, Boscolink e dell’AustraLasia e contribuire a condividere “testimonianze vive” come atto abituale di comunione.



1.1.1.2. Continuare a contribuire al messaggio mensile di Boscolink e dell’AustraLasia come mezzo per la comunicazione di informazioni e per costruire il senso (d’appartenenza) alla Congregazione e alla Regione Asia Est-Oceania.




1.2. Creare una cultura di solidarietà tra i superiori e tra i confratelli (cf. ACG 433, 25).

1.2.1. Favorendo e abituando i passi per consolidare i contatti più personali tra i superiori e i responsabili dei vari settori a vari livelli nello spirito salesiano di famiglia.

1.2.1.1. Prendere frequenti contatti con l’aiuto dei social media, con gli Ispettori e i superiori per sostenere le loro preoccupazioni e incoraggiare le speranze.





1.2.2. Riflettendo sui mezzi per aggiungere una visione ampia del mondo giovanile che si trova in una situazione disperata.

1.2.2.1. Costruire una cultura della comunicazione sociale tra i coordinatori dei settori nella Regione Asia Est-Oceania.



1.2.2.2. Sensibilizzare ai bisogni delle missioni nella Congregazione e nella Regione.





1.2.3. Sostenendo i passi per consolidare la mentalità di ciò che posso/possiamo offrire alla Congregazione.

1.2.3.1. Sfruttare le risorse umane ed economiche nella Regione Asia Est-Oceania per rispondere alle esigenze della Congregazione e delle case inter-ispettoriali di formazione.




AREA 2. CHIARA IDENTITÁ SALESIANA COME CONSACRATI EDUCATORI ED EVANGELIZZATORI (ACG 433, 49)


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

2.1. Fare in modo che i candidati e i giovani confratelli in formazione iniziale assimilino bene l’identità carismatica salesiana (ACG 433, 10).

2.1.1. Riflettendo sul processo d’aggiornamento della Ratio con il Magistero la sua contestualizzazione nelle ispettorie specifiche.

2.1.1.1. Accompagnare il piano formativo dell’ispettoria per assicurare l’attuazione e lo sviluppo delle linee guida nel settore di formazione, in particolare dell’ ‘Accompagnamento salesiano’



2.1.1.2. Visitare frequentemente le case di formazione e i centri ispettoriali nella Regione con punti specifici da condividere sull’identità carismatica salesiana.





2.1.2. Promuovendo i modelli di testimonianze salesiane nello studio e nella vita odierna come i mezzi efficaci di formazione integrale.

2.1.2.1. Verificare lo stile di vita nelle case di formazione e nei centri di studio della commissione per la formazione, della vicinanza dei formatori ai formandi in accordo con il Sistema preventivo di Don Bosco.



2.1.2.2. Promuovere e verificare che l’accompagnamento dei giovani confratelli in formazione iniziale sia efficace, in particolare durante il tempo delle vacanze (estate – inverno)



2.1.2.3. Promuovere seminari-laboratori per lo scambio di ‘buone pratiche’ tra i formatori in pedagogia e spiritualità.




2.2. Offrire a tutti i confratelli l’opportunità per il rinnovamento della loro fedeltà al carisma salesiano (ACG 433, 10).

2.2.1. Promuovendo i processi per raggiungere gli obiettivi comuni nella formazione regionale con il focus sull’evangelizzazione nel contesto multi-religioso dell’Asia e Oceania e nella società secolarizzata.

2.2.1.1. Accompagnare i piani ispettoriali di formazione permanente al riguardo dei “corsi sabbatici” per approfondire l’identità carismatica salesiana, utilizzando le risorse disponibili negli ‘Studi salesiani’.



2.2.1.2. Accompagnare e verificare i piani di formazione dei formatori in accordo con le Linee guida dei settori: Formazione, PG, Missioni e FS.



2.2.1.3. Animare ed incoraggiare le singole ispettorie a contribuire con i formatori nelle cinque case formative inter-ispettoriali nella Regione Asia Est-Oceania a breve e lungo termine.




2.3. Fare in modo che SDB e membri della Famiglia salesiana siano gli annunciatori attivi del Vangelo nel contesto multi-religioso o secolarizzato della Regione Asia Est-Oceania (ACG 433, 12).

2.3.1. Assistendo e facilitando i processi di annuncio intenzionale, proattivo e abituale del Vangelo nel contesto locale.

2.3.1.1. Accompagnare e verificare che le linee del Settore Missioni siano contestualizzate nelle ispettorie e nelle opere.



2.3.1.2. Incoraggiare e facilitare la condivisione di buone ed efficaci pratiche di Primo annuncio ed evangelizzazione in seminari e siti web




AREA 3. TOTALE DEDIZIONE AI GIOVANI PIÙ POVERI (cf. linea 4 in ACG 433, 32; punto 13 in ACG 433, 79-80)


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

3.1. Lo stile di vita personale e comunitario deve essere più frugale per un’evangelizzazione più efficace (cf. linea 1 in ACG 433, 18; punto 29d in ACG 433, 95).

3.1.1. Aiutando i responsabili a riflettere periodicamente sui processi del “Ritorno a Valdocco” come una scelta fondamentale e preferenziale.

3.1.1.1. Attraverso la comunicazione e le visite, animando i confratelli e comunità per uno stile di vita che dà lo spazio per avvicinarsi ai giovani poveri.



3.1.1.2. Accompagnare e incoraggiare il piano di ridisegno dell’ispettoria per far sì che le opere siano dirette a servire i giovani più poveri.



3.1.1.3. Facilitare la condivisione delle esperienze ispettoriali e dei confratelli su come avvicinarsi ai giovani e su come creare lo spazio per i giovani, nonché su come aiutarli a crescere.




3.2. Offrire a tutti i ragazzi e ai giovani un luogo sicuro in tutti gli ambienti salesiani (cf. ACG 433, 14) con la presenza effettiva dei Salesiani.

3.2.1. Consolidando il processo di riflessione constante sui i Protocolli e attivarli per la protezione dei minori a tutti i livelli.

3.2.1.1. Accompagnare e verificare i Protocolli per la protezione dei minori nelle ispettorie della Regione.




AREA 4. PIÙ COLLABORAZIONE E PARTECIPAZIONE DA PARTE DEI LAICI (cf. linea 1 in ACG 433, 20; punto 45 in ACG 433, 111)


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

4.1. Accogliere i ruoli e i servizi dei laici nel pensiero e nell’azione salesiana (cf. ACG 433, 20; 23).

4.1.1. Assistendo il processo di cambiamento nella mentalità e nella pratica per raggiugere la convinzione della sinodalità.

4.1.1.1. Promuovere la mentalità di comunione con gli aiuti magisteriali della Chiesa e dei settori salesiani.



4.1.1.2. Accompagnare e verificare la costituzione di CEP e di PEPS in tutte le opere salesiane.





4.1.2. Promuovendo i processi di eliminazione delle espressioni di clericalismo, a partire da un approccio positivo di comunione nell’uguaglianza.

4.1.2.1. Promuovere e verificare il contributo dei laici nel piano formativo ispettoriale (formazione iniziale) assicurando che i giovani confratelli abbiano le esperienze dell’apostolato in varie opere salesiane nell’ispettoria.



4.1.2.2. Promuovere e verificare le opportunità per i giovani confratelli di lavorare “sotto” la guida dei leader laici, animatori delle opere.




4.2. Far diventare la missione condivisa tra salesiani e laici una “nuova normalità” nell’ambiente salesiano (cf. punto 45e-f in ACG 433, 112).

4.2.1. Assistendo i processi di riflessione per un’efficace consapevolezza della sinergia tra i settori salesiani e tra confratelli e laici.

4.2.1.1. Accompagnare e verificare i PEPS a livello ispettoriale e locale, nei quali il ruolo e i servizi dei laici son apprezzati e definiti.




4.3. Qualificare i laici nella spiritualità e nella pedagogia salesiana (cf. linea 6 in ACG 433, 39ss; punto 46d.e.f in ACG 433, 113).

4.3.1. Assistendo i processi di graduale introduzione e qualificazione dei laici nella spiritualità e nella pedagogia salesiana.

4.3.1.1. Verificare che tutte le linee guida dei settori siano studiate ed implementare in sinergia.



4.3.1.2. Accompagnare e promuovere iniziative per sfruttare le risorse umane ei materiali di Don Bosco School of Theology (DBST, Parañaque) e Clifton Hill (Melbourne) come centri di formazione permanente della Regione, promuovendo il loro consolidamento con personale ben preparato come risorse condivise all’interno della Regione per es. Mobile Team.



4.3.1.3. Animare per far conoscere i bisogni e le risposte dei salesiani e dei laici per promuovere i Seminari sulla Salesianità a livello regionale, in particolare quello attuale offerto da DBST.



4.3.1.4. Sostenere ed animare le ispettorie per inviare Salesiani e laici a partecipare ai seminari organizzati dal settore per la formazione e dall’équipe formativa della Congregazione e della Regione. In questo modo, gli stessi seminari possono essere organizzati con una équipe mobile come nei due sessenni scorsi (2008-2020).



CONSIGLIERE PER LA REGIONE ASIA SUD



AREA 1.


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

1. Animare la Regione Asia del Sud per concentrarsi sull’identità salesiana della nostra missione, in particolare sui giovani poveri, abbandonati e indifendibili (ACG 433, 18-20; 21; 42. ChV 104. C. 26).


1.1. Incoraggiando nelle Ispettorie una profonda valutazione del nostro significato e della nostra presenza tra i giovani più poveri nelle nostre opere, secondo i criteri offerti dalle Costituzioni, dai Capitoli e dal magistero dei Rettori Maggiori e dall’attuazione di politiche e piani di animazione a livello della Conferenza Ispettoriale Salesiana dell’Asia Sud (SPCSA) insieme a tutte le Ispettorie e in seguito dell’attuazione e del raggiungimento degli obiettivi fissati con l’aiuto del SPCSA.

1.1.1. Rafforzare la nostra spiritualità attraverso la lettura frequente delle Costituzioni e lo studio delle Fonti salesiane e vivere secondo esse.



1.1.2. Intensificare l’animazione tra gli Ispettori e il Regionale.



1.1.3. Puntare all’eliminazione della povertà da parte di 500.000 famiglie di giovani attraverso la Formazione Professionale, l’istruzione, il potenziamento dei giovani (attraverso il raggiungimento di vari Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell’ONU (cf. Gal 2,10. FT 189; 172. SDGs, 1).



1.1.4. Documentare l’intervento indicato sopra da parte di tutte le presenze e dei ministeri salesiani esistenti con esiti verificabili.





1.2. Divulgando il documento post-capitolare CG28 (ACG 433).

1.2.1. Motivare tutte le comunità e i confratelli a concentrarsi sui giovani poveri in tutti i nostri interventi attraverso la diffusione dei documenti del CG28 e della Lettera del Rettore Maggiore (cf. ACG 433).





1.3. Incoraggiando e accompagnando nelle Ispettorie la formazione professionale, tecnica e vocazionale come strumento efficace per la crescita umana integrale dei giovani e mezzo per prevenire l’impoverimento e l’emarginazione dei giovani (cf. FT 162; ChV 268-273).

1.3.1. Motivare e documentare la formazione professionale e il collocamento al lavoro ad almeno 250.000 giovani, sotto la guida di Don Bosco Tech (DBTech) e Job Placement Network (JPN), poiché la nuova politica sull’educazione in India dà molto rilievo alla formazione professionale.



1.3.2. Motivare e documentare il rafforzamento delle capacità (attraverso lettura, scrittura, aritmetica) dei giovani poveri per superare il circolo vizioso della povertà (cf. SDGs 4).



1.3.3. Motivare e documentare l’intervento dei Salesiani della Regione Asia Sud nell’educazione ai diritti, e prevenire la tratta di minori e il lavoro vincolato, l’abuso di sostanze e altre dipendenze sotto la guida di Young at Risk Network (YaR) (cf. punti 13e.f in ACG 433, 79. SDGs 16)



1.3.4. Motivare e documentare la creatività e la capacità dei giovani per promuovere lo sviluppo sostenibile attraverso la promozione delle competenze nella gestione dell’energia verde, sotto la guida di DBTech e Don Bosco Green Alliance (cf. ACG 433, 27).



1.3.5. Rafforzare il Segretariato SPCSA per la gestione dei dati.



1.3.6. Dare più importanza a ricerca e lavoro in collaborazione con il governo.





1.4. Rafforzando il ministero della pastorale giovanile a tutti i livelli nelle Ispettorie attraverso una stretta collaborazione con il Settore Pastorale Giovanile.

1.4.1. Incoraggiare le iniziative a tutti livelli per cercare di servire i giovani poveri.



1.4.2. Incoraggiare le nostre scuole, i nostri collegi, i centri universitari e i centri di formazione professionale ecc. ad aprirsi per servire i poveri in modo mirato.



1.4.3. Rafforzare l’accompagnamento dello spazio privilegiato della Famiglia salesiana per il coinvolgimento e la collaborazione nel ministero della gioventù (ACG 433, 84).



1.4.4. Assicurare che le politiche per la sicurezza dei bambini siano in vigore in tutti gli ambiti della pastorale giovanile (cf. ACG 433, 20).





1.5. Promuovendo una pastorale giovanile che si concentra sulla prospettiva vocazionale (cf. ACG 433, 12-13).

1.5.1. Offrire ai giovani, processi diversi e incrementali per crescere e maturare nell’educazione alla fede e alla vita come risposta all’invito (ACG 433, 12).



1.5.2. Promuovere la pastorale tra i giovani cattolici perché rafforzino la propria fede e le vocazioni. (ACG 433, 13; C. 29).



1.5.3. Esplorare la possibilità di avviare le “Accademie di Leadership di Don Bosco” per i giovani cattolici, da dove potrebbero emergere le vocazioni alla Vita Salesiana (ChV 274-277).



1.5.4. Incoraggiare le Ispettorie a concentrarsi maggiormente sulla buona formazione catechetica dei giovani per approfondire la loro fede in Cristo (ACG 433, 83).



1.5.5. Fornire formazione catechetica e ‘alla fede’ per 100.000 giovani cattolici e nel processo, creare un nuovo modello di pastorale giovanile salesiana (ACG 433, 12-13).





1.6. Incoraggiando un’attenzione particolare su una nuova forma di emarginazione tra i giovani causata dalla migrazione in India, coordinando tutti gli sforzi dell’India per curare i giovani migranti e studiando gli stessi tipi di interventi in Sri Lanka, Bangladesh e Nepal (cf. ACG 433, 25).

1.6.1. Realizzare uno sforzo a livello nazionale per fornire i migliori servizi (sistemi di supporto, sostegno legale, promozione dei diritti, capacity building) ai giovani migranti in India sotto la cura della rete YaR.



1.6.2. Creare una equipe nazionale che si allea con tutte le Ispettorie per prendersi cura dei giovani migranti, difendendo i propri diritti ed aumentando le proprie capacità (cf. punto 13f in ACG 433, 79).




AREA 2.


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

2. Rafforzare la generosità all’interno della Regione Asia Sud e della Congregazione (ACG 433, 25; 84).

2.1. Accompagnando i processi di formazione iniziale nelle Ispettorie per incoraggiare più vocazioni alla vita religiosa salesiana (Sacerdoti e Coadiutori).

2.1.1. Pianificare con il settore della formazione, la Commissione per la formazione dell’SPCSA e le Ispettorie lo sviluppo di politiche e strategie in consonanza con le situazioni socioculturali in Asia (considerare in modo speciale gli aspirantati).



2.1.2. Incoraggiare gli sforzi speciali nelle Ispettorie per promuovere la vocazione coadiutore.



2.1.3. Rafforzare il funzionamento del Curatorium soprattutto negli studentati di teologia e filosofia (cf. punto 30h in ACG 433, 97).





2.2. Organizzando meglio i nostri servizi nelle aree meno servite della Regione, come Nepal (INC), Bangladesh (INC), Sri Lanka (LKC) e Nuova Delhi (INN), condividendo personale e risorse, incoraggiare modi creativi per migliorare la condivisione del personale tra le Ispettorie e per studiare le possibilità di strutturare le aree geografiche delle Ispettorie in modo da raggiungere le vaste aree della Regione che non sono servite sufficientemente (cf. ACG 433, 84).

2.2.1. Stabilire una Commissione per studiare le possibilità e proporre strategie e per dare seguito alle proposte.



2.2.2. Condividere il personale tra le Ispettorie attraverso accordi a livello inter-ispettoriale.



2.2.3. Progettare le Strategie per mobilizzare le risorse per il nostro ministero a livello regionale (sotto la guida della rete SPCSA).





2.3. Incoraggiando la condivisione delle risorse umane con altre regioni del mondo salesiano inviando missionari (ACG 433, 25).

2.3.1. Valutare la situazione attuale dei due aspirantati missionari con l’aiuto del Settore delle Missioni e della Formazione e progettare un migliore utilizzo delle strutture.



2.3.2. Promuovere maggiore cooperazione e coordinamento tra le Ispettorie per promuovere il senso di essere missionari di Cristo con il Carisma salesiano.



2.3.3. Incoraggiare i confratelli ad essere missionari all’interno e al di fuori della Regione della Congregazione (anche per periodi di tempo limitati di 3-5 anni).



2.3.4. Dare opportunità a giovani preti e diaconi di lavorare nelle missioni dentro la Regione.



2.3.5. Rafforzare il settore dell’animazione missionaria nelle Ispettorie in vista di favorire una cultura missionaria tra i Confratelli, una cultura missionaria della vocazione salesiana (cf. ACG 433, 25).



2.3.6. Migliorare la qualità e la partecipazione al Corso Missionario (compreso un cambio di orario/mese per il corso).



2.3.7. Celebrare bene il centenario dell’arrivo dei Salesiani nel Nord Est dell’India e utilizzare questo evento per promuovere l’atteggiamento dell’essere missionari (ACG 433, 25).




AREA 3.


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

3. Realizzare la missione insieme ai laici, soprattutto quelli della Famiglia salesiana (cf. ACG 433, 20-23).


3.1. Rafforzando la formazione permanente dei salesiani e la formazione congiunta di salesiani e laici passando da un atteggiamento di essere già formati ad un ascolto umile e quotidiano della Parola di Dio, dei segni dei tempi e dei giovani in un atteggiamento di costante apprendimento (cf. punto 46d, g in ACG 433, 113).

3.1.1. Assicurare un’équipe competente di animatori per il Don Bosco Renewal Centre (DBRC) Bangalore (cf. punto 30i in ACG 433, 97).




3.1.2. Progettare nuovi contenuti per la formazione congiunta di salesiani, Famiglia salesiana, laici adulti e giovani diretti alla missione condivisa nella pedagogia e spiritualità salesiana (cf. punto 46g in ACG 433, 113).



3.1.3. Migliorare le strutture fisiche al DBRC che risulta vecchia di 30 anni (cf. punto 30i in ACG 433, 97).



3.1.4. Coordinare la qualificazione di altri confratelli in varie Ispettorie della SPCSA come guide e leader nella riflessione, nell’insegnamento e nella pubblicazione sul carisma salesiano e sul sistema preventivo.



3.1.5. Incoraggiare e rafforzare il funzionamento delle CEP in tutti i nostri contesti (ACG 433, 23).



3.1.6. Incoraggiare la formazione di comunità di fede nelle CEP dove l’esperienza di fede è visibile e credibile, essendo aperti a tutti i giovani che cercano il loro destino vocazionale nella vita.





3.2. Rafforzando la collaborazione all’interno della Famiglia salesiana per approfondire la Spiritualità salesiana e per dare maggiore visibilità al Carisma salesiano nella Regione (C. 47; ACG 433, 23; cf. punto 45i in ACG 433, 112).

3.2.1. Incoraggiare la sinergia attraverso una collaborazione mirata alla missione, specialmente nella proposta di sradicamento della povertà, e il lavoro per i giovani migranti guidato dalla SPCSA e dalle attività di Don Bosco Green Alliance.



3.2.2. Incoraggiare la formazione di nuovi gruppi di Salesiani Cooperatori e sulla formazione dei gruppi esistenti con una possibile offerta di moduli online di formazione.



3.2.3. Rafforzare l’Associazione degli Ex allievi Salesiani e incoraggiare il loro protagonismo nella missione salesiana.


3.3. Riflettendo sulla collaborazione dei laici nella Missione Salesiana nel contesto multireligioso dell’Asia Sud (cf. punto 46e in ACG 433, 113).

3.3.1. Condurre un Symposium sul tema nel 2023 con l’obiettivo di sviluppare un buon quadro teorico per l’impegno dei laici appartenenti ad altre religioni o non religiosi nella missione Salesiana.


3.4. Riflettendo sul carisma salesiano e sulla missione come missione condivisa.

3.4.1. Garantire la collegialità decisionale e la fedeltà alle tradizioni salesiane nel governo delle istituzioni e delle presenze (ruolo dei rettori, amministratori, ecc.).



3.4.2. Incoraggiare in tutte le Ispettorie lo studio del manuale sull’animazione e il governo delle comunità (ACG 433, 23).



3.4.3. Partecipare bene ai vari incontri interreligiosi.




AREA 4.


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

4. Aumentare l’impatto e la visibilità del carisma salesiano e della missione nell’Asia Sud (ACG 433, 9-11; 83).

4.1. Passando dall’essere reti e istituzioni singole al potere della sinergia attraverso l’attenzione alle cause comuni, agli obiettivi condivisi e all’animazione efficace.

4.1.1. Rafforzare le commissioni e le reti interispettoriali e regionali con personale, strutture e strumenti di base o lavoro sufficienti, e formarle ad essere professionali nei loro servizi, e promuovere la collaborazione tematica di queste reti con altre agenzie della Chiesa, di altre religioni e della società civile (cf. punto 13g in ACG 433, 79).



4.1.2. Costruire e istituire la Segreteria Regionale a Delhi come Centro di Risorse, Ricerca e Animazione.



4.1.3. Creare gruppi di consultazione per dare consigli alla SPCSA su finanza, nuove politiche, nuove esigenze legali, ecc.



4.1.4. Valutare regolarmente l’efficacia della qualità dell’animazione della rete SPCSA e rafforzarla per un maggiore impatto.





4.2. Entrando nel mondo digitale dove i giovani in particolare sono a casa loro in modo significativo e educativo, assicurando una formazione professionale ed etica adeguata dei confratelli e dei collaboratori (ACG 433, 15; 34-35).

4.2.1. Costruire una collaborazione più efficace all’interno della Famiglia salesiana e dei collaboratori laici (cf. punto 45i in ACG 433, 112).





4.3. Aumentando la quantità e la qualità della nostra presenza digitale tra i giovani.

4.3.2. Creare una rete di comunicazione dinamica, in particolare un sito web, per la Regione dell’Asia meridionale.



4.3.3. Incoraggiare molte unità all’interno delle Ispettorie a lavorare sinergicamente per creare contenuti e ad essere presenti nei campus/oratori digitali (sotto la guida del Settore di comunicazione sociale e Boscom).



CONSIGLIERE PER LA REGIONE EUROPA CENTRO E NORD



AREA 1. IDENTITÀ CARISMATICA SALESIANA


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

1.1. Sensibilizzare i confratelli ad approfondire il tema del CG28 “Quali salesiani per i giovani di oggi?”, rafforzando l’identità carismatica salesiana.

1.1.1. Favorendo la riflessione e lo studio dei temi riguardanti l’identità del salesiano presbitero e salesiano coadiutore.

1.1.1.1. Promuovere insieme con gli Ispettori l’approfondimento dell’identità salesiana.



1.1.1.2. Riflettere sul tema del CG28 durante le Visite Straordinarie e altri momenti d’incontro con i confratelli.



1.1.1.3. Aiutare le Ispettorie ad organizzare incontri di riflessione sul tema del CG28, ad es. conferenze, ritiri, ecc.



1.1.1.4. Proporre durante la Visita d’insieme una riflessione e una condivisione sul tema del CG28.




AREA 2. FORMAZIONE SALESIANA


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

2.1. Dare rilievo alla formazione continua dei confratelli a partire dalla formazione iniziale e alla formazione dei collaboratori laici.

2.1.1. Sostenendo la formazione dei confratelli riguardante la vita religiosa salesiana e la collaborazione con i laici.

2.1.1.1. Riflettere insieme con gli Ispettori negli incontri della Regione e con i confratelli durante le Visite Straordinarie sul tema della formazione, sottolineandone l’importanza comunitaria e personale.



2.1.1.2. Proporre durante le Visite Straordinarie riflessioni sul ruolo del Direttore della comunità, sull’importanza dell’impegno di ogni confratello nella comunità e dei laici collaboratori.



2.1.1.3. Promuovere durante le Visite Straordinarie l’importanza e la sinergia tra CEP, Consiglio della comunità, Consiglio dell’opera, Consiglio CEP, PEPS, per una visione globale della missione salesiana.




AREA 3. PASTORALE GIOVANILE SALESIANA


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

3.1. Riflettere sulle varie forme, tradizionali e nuove, di come essere e stare “oggi” in mezzo ai giovani, per essere significativi nell’azione educativo-pastorale, sottolineando la vocazione salesiana di vita consacrata.

3.1.1. Qualificando il nostro modo di essere e stare in mezzo ai giovani: scuola, parrocchia, oratorio, ecc., creando unità/sinergia nell’azione educativo-pastorale.

3.1.1.1. Promuovere insieme con gli Ispettori durante le Visite Straordinarie e gli incontri della Regione la riflessione sul tema della realtà giovanile in Europa, ad es. le sfide del mondo giovanile.



3.1.1.2. Promuovere l’attività vocazionale salesiana tra i giovani.



3.1.1.3. Promuovere la conoscenza dei “santi” della Famiglia salesiana.



3.1.1.4. Dare un particolare rilievo al carattere salesiano della parrocchia.



3.1.1.5. Promuovere incontri di giovani delle Ispettorie della Regione, ad es. conoscenza delle opere salesiane significative…



3.1.1.6. Promuovere l’impegno e la cultura ecologica.




AREA 4. COMUNICAZIONE SOCIALE


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

4.1. Continuare a sostenere e promuovere la presenza Salesiana nei social media.

4.1.1. Qualificando i confratelli e laici collaboratori alla partecipazione nei social media.

4.1.1.1. Favorire insieme con gli Ispettori nelle singole Ispettorie la riflessione dei confratelli e dei laici collaboratori sulle modalità di presenza nel mondo dei social media.




AREA 5. MISSIONI SALESIANE


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

5.1. Rafforzare il “Progetto Europa” in collaborazione con tutte le ispettorie europee con l’apertura ai nuovi missionari.

5.1.1. Sensibilizzando i confratelli della Regione alla chiamata missionaria nelle sue varie forme ad gentes, ad vitam.

5.1.1.1. Promuovere insieme con gli Ispettori nelle singole Ispettorie e nella Regione incontri di missionari con ragazzi e giovani, aiutandoli a riflettere sulla missionarietà.



5.1.1.2. Valorizzare la presenza dei salesiani missionari che sono ritornati nelle loro Ispettorie di origine e dei laici volontari missionari.




AREA 6. FAMIGLIA SALESIANA


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

6.1. Promuovere la collaborazione nella Famiglia salesiana: FMA, Salesiani Cooperatori, Exallievi/e di Don Bosco, VDB, CDB, DMA, ecc.

6.1.1. Sostenendo la Famiglia salesiana nella reciproca collaborazione a livello ispettoriale e della Regione.

6.1.1.1. Promuovere insieme con gli Ispettori nelle singole Ispettorie e nella Regione incontri di conoscenza della Famiglia salesiana, individuando le possibili forme di collaborazione.



6.1.1.2. Sostenere insieme con gli Ispettori nelle singole Ispettorie i Delegati ispettoriali dei vari gruppi della Famiglia salesiana, in modo particolare Salesiani Cooperatori, Exallievi/e di Don Bosco, VDB, CDB, ADMA.



6.1.1.3. Collaborare insieme con: i Presidenti delle due Regioni dei Salesiani Cooperatori, il Presidente Mondiale degli Exallievi/e di Don Bosco, i Responsabili di VDB e CDB a livello Centrale e Regionale e con il Presidente Mondiale dell’ADMA.




AREA 7. ECONOMIA


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

7.1. Vivere la vita religiosa salesiana con senso di corresponsabilità nell’uso dei beni materiali.

7.1.1. Sensibilizzando i confratelli ad assumere la radicalità evangelica, praticando la solidarietà con i più bisognosi.

7.1.1.1. Riflettere durante le Visite Straordinarie ed altri momenti d’incontro con i confratelli sulla vita salesiana evangelica e sui modi di essere più vicini ai giovani più poveri.




AREA 8. ACCOMPAGNAMENTO DELLA REGIONE EUROPA CENTRO NORD


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

8.1. Sostenere la collaborazione tra le Ispettorie della Regione Europa Centro e Nord.

8.1.1. Sostenendo i progetti e le iniziative a livello delle singole Ispettorie e della Regione.

8.1.1.1. Promuovere insieme con gli Ispettori alcune iniziative di sostegno e di collaborazione: ad es. continuare l’esperienza di tirocinio dei confratelli in altre Ispettorie della Regione; scambio di alcuni confratelli tra le Ispettorie della Regione, ecc.



8.1.1.2. Incontri degli Ispettori della Regione e delle singole Zone: Zona Atlantico-Tedesca, Zona CIMEC, Conferenza KSIP, per promuovere reciproca conoscenza e collaborazione.




AREA 9. EUROPA SALESIANA


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

9.1. Sostenere la collaborazione tra le due Regioni dell’Europa Salesiana e anche con altre Ispettorie del mondo salesiano.

9.1.1. Partecipando al servizio dei “Luoghi Salesiani” e ad altre possibilità di collaborazione nel mondo salesiano.

9.1.1.1. Sostenere insieme con gli Ispettori la preparazione di alcuni confratelli al servizio dei “Luoghi Salesiani” e l’organizzazione di pellegrinaggi ai “Luoghi Salesiani”.



9.1.1.2. Sostenere con il personale salesiano i noviziati e la formazione iniziale in Europa salesiana.



9.1.1.3. Valorizzare il Centro di formazione specifica per i salesiani coadiutori in Spagna.




AREA 10. SETTORI DI ANIMAZIONE SALESIANA


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

10.1. Collaborare con i Settori di animazione salesiana a livello della Sede Centrale e delle altre Regioni.

10.1.1. Sostenendo la collaborazione e la partecipazione ai vari incontri dei Settori di animazione.

10.1.1.1. Valorizzare insieme con gli Ispettori la collaborazione e la partecipazione dei Delegati ispettoriali agli incontri di animazione dei Settori al livello della Sede Centrale, della Regione, delle Regioni d’Europa e delle altre Regioni.



10.1.1.2. Collaborare in sinergia con i Consiglieri generali dei vari Settori di animazione e i Consiglieri regionali.




CONSIGLIERE GENERALE PER LA REGIONE INTERAMERICA



AREA 1. PROFONDITÀ CARISMATICA E IDENTITÀ SALESIANA


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

1.1. Incoraggiare, la identità carismatica e la passione apostolica, la gioia di essere Salesiani di Don Bosco (cf. “Linee Programmatiche del Rettor Maggiore” in ACG 433, 20).

1.1.1. Accompagnando gli Ispettori per garantire la cura dell’identità consacrata salesiana.

1.1.1.1. Promuovere lo studio, l’appropriazione e il follow-up alle riflessioni postcapitolari del CG28 e il suo collegamento con il Progetto Organico della Ispettoria nella Regione (cf. ACG 433, 67).



1.1.1.2. Incoraggiare la revisione e l’adeguamento dei progetti di riprogettazione delle ispettorie della Regione individuando le aree di opportunità a breve, medio e lungo termine, dal punto di vista dell’“opzione Valdocco” a cui Papa Francesco invita i Salesiani di Don Bosco (cf. “Messaggio di Sua Santità Papa Francesco ai membri del CG28” in ACG 433, 55).



1.1.1.3. Incoraggiare a tutti i livelli, lo studio e l’appropriazione degli orientamenti del libro Animazione e governo della comunità. Il servizio del direttore salesiano (2019).




1.2. Incoraggiare l’impegno prioritario degli ispettorati nella missione salesiana tra i giovani poveri della nostra Regione.

1.2.1. Accompagnando e promuovendo espressioni concrete per l’educazione e l’evangelizzazione dei giovani a rischio, abbandono o esclusione.

1.2.1.1. Promuovere strategie ispettoriali nella cura dei diritti dei bambini e dei giovani, nonché politiche, protocolli e buone pratiche nella prevenzione degli abusi.



1.2.1.2. Stimolare lo studio, la riflessione e gli itinerari che favoriscono il processo decisionale ispettoriale volto a qualificare le presenze salesiane nell’evangelizzazione e nell’educazione alla fede.



1.2.1.3. Promuovere l’impegno concreto e la sinergia regionale come Pastori-Educatori, con priorità in tre temi: migrazione giovanile, ecologia integrale e formazione al lavoro.




1.3. Incoraggiare lo spirito missionario e la generosità come caratteristica importante della nostra identità.

1.3.1. Motivando la generosità missionaria che Don Bosco ha sempre promosso tra i suoi Salesiani e i suoi giovani.

1.3.1.1. Riconoscere e ringraziare i missionari ad vitam inviati nella Regione negli ultimi 20 anni.



1.3.1.2. Incoraggiare e stimolare il contributo dei Salesiani di Don Bosco della Regione Inter-America come missionari ad vitam per la Congregazione.



1.3.1.3. Promuovere il volontariato missionario di SDB e dei giovani all’interno e all’esterno degli ispettorie della Regione.




AREA 2. FORMAZIONE NELLA MISSIONE


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

2.1. Incoraggiare nuovi processi di formazione del profilo salesiano di oggi, sulla base dei criteri e delle linee guida di CG28.

2.1.1. Accompagnando con priorità le proposte e le squadre regionali di formazione iniziale e permanente, specifiche e congiunte.

2.1.1.1. Promuovere il rinnovo dei progetti di formazione degli ispettorie della Regione alla luce delle linee guida post-capitolari del CG28 (cf. ACG 433, 83ss).



2.1.1.2. Promuovere la formazione dei formatori con una mentalità e un atteggiamento rinnovati, ispirati dalla capacità di accompagnare (cf. GSA) in sintonia con la programmazione del settore della formazione.



2.1.1.3. Proiettare e accompagnare le squadre regionali di formazione iniziale e permanente, garantendo le comunità di formazione e la prospettiva della missione (cf. punto 28h-j in ACG 433, 94).



2.1.1.4. Accompagnare lo sviluppo, la sinergia e l’impatto dei centri di formazione regionali nella Regione: il “Centro Salesiano de Formación Permanente America” a Quito, Ecuador e “Don Bosco Hall” a Berkeley, California, US.



2.1.1.5. Promuovere come Famiglia salesiana le proposte di formazione congiunta in tre temi prioritari: salesianità, accompagnamento e missione salesiana in campo digitale.




AREA 3. MISSIONE CONDIVISA


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

3.1. Incoraggiare i diversi processi di missione condivisi negli ispettorie della Regione.

3.1.1. Accompagnando i processi e i progetti ispettoriali che rendono concreta la missione condivisa.

3.1.1.1. Motivare la valutazione e gli adeguamenti del Progetto Laici di ciascun ispettorie, alla luce degli orientamenti post-capitolari del CG28, verificare la prospettiva della Famiglia salesiana (cf. ACG 433, 111-113).



3.1.1.2. Accompagnare i processi delle RETI della Regione come spazi concreti di missione condivisa e formazione congiunta (?) 1.



3.1.1.3. Motivare la configurazione e il funzionamento della CEP in conformità con le linee guida e con la programmazione del Settore Pastorale Giovanile (cf. QRPGS 2014, 108-131).



3.1.1.4. Garantire l’esistenza del progetto di formazione congiunta.




3.2. Incoraggiare e stimolare la prospettiva dell’ecologia integrale proposta nell’enciclica LS.

3.2.1. Promuovendo l’appropriazione istituzionale dell’impegno per la “casa comune” proposta dalla LS.

3.2.1.1. Motivare lo studio e l’appropriazione concreta dell’enciclica LS nel POI e nel PEP.



3.2.1.2. Riconoscere le buone pratiche e motivare l’importanza del MGS nel suo impegno per la cura del creato.



3.2.1.3. Promuovere la conoscenza e la partecipazione al Piano pluriannuale dell’attuazione di LS (cf. LSAY).




CONSIGLIERE PER LA REGIONE MEDITERRANEA



AREA 1. LA COSTRUZIONE DELLA NOSTRA REGIONE


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

1.1. Continuare il cammino di costruzione dell’identità della nostra Regione.

1.1.1. Costruendo nella Regione conoscenza reciproca, attenzione e ascolto, condivisione delle molteplici e ricche esperienze, tramite incontri, sinergie, elaborazione di sussidi.

1.1.1.1. Sviluppare la conoscenza e la collaborazione organizzando incontri dei Centri Nazionali di Pastorale Giovanile (CNPG) e delegati dei vari ambiti di attività, in sinergia con il settore della PG.



1.1.1.2. Promuovere la riflessione sulle case di formazione, all’interno del progetto di ridisegno della formazione iniziale in Europa, incoraggiando una maggiore internazionalità, la riflessione sul modello formativo e sulla ricollocazione, e migliorando il processo di formazione e selezione dei formatori in collaborazione con il settore della Formazione (cf. punto 20, 86-87; punti 26 e 27, 92-93; punto 30, 96 in ACG 433).



1.1.1.3. Costruire una identità regionale nelle case di formazione, negli incontri dei giovani confratelli, dei direttori e dei consigli ispettoriali e ampliare il dialogo e la sinergia con l’altra Regione dell’Europa.





1.1.2. Accompagnando le due conferenze ispettoriali, gli ispettori e le ispettorie, nel rispetto delle loro peculiarità, nell’ascolto e nel dialogo con la cultura europea e con il contesto ecclesiale (cf. ACG 433, 118; R. 135).

1.1.2.1. Accompagnare il coraggioso processo di ridisegno e il cammino di ridimensionamento come strada per il futuro, attuando i criteri del CG 27 e la riflessione post-capitolare del CG28.



1.1.2.2. Accompagnare con la presenza del Regionale gli incontri delle conferenze della Regione, dei Curatorium, ed eventualmente dei consigli ispettoriali (cf. ACG 433, 118; R. 135).



1.1.2.3. Condividere le esperienze e creare maggiori sinergie tra i centri nazionali di PG attraverso incontri, riflessioni, momenti di condivisione e di formazione.





1.1.3. Promuovendo lo sviluppo di reti di lavoro e di progetti condivisi.

1.1.3.1. Iniziare una riflessione sulla possibilità di coordinamento tra le editrici, sulla partecipazione ad organismi civili che ci permetteranno di essere presenti nelle istituzioni europee per condividere e proporre progetti nei diversi settori, ecc.



1.1.3.2. Continuare a cercare sinergie e riflessioni comuni tra i CNPG per poter ripensare in modo creativo e audace l’evangelizzazione e l’annuncio verso i più poveri, e perché siano meglio collegati con le Ispettorie e le realtà locali (cf. proposte ACG 433, 28-29; 37-38).



1.1.3.3. Fare dei passi nella advocacy sui diritti dei minori e nella difesa dei più piccoli e poveri (cf. ACG 433, 38; 79).



1.1.3.4. Promuovere la diffusione del BS e la pubblicazione di un notiziario regionale.




AREA 2. LA COSTRUZIONE DELLA NOSTRA IDENTITÀ VOCAZIONALE


OBIETTIVI

PROCESSI

LINEE DI AZIONE

2.1. Portare avanti l’animazione delle ispettorie della Regione favorendo l’assimilazione e lo sviluppo della “Riflessione Post-Capitolare CG28”, la conoscenza ed attuazione della lettera programmatica del Rettor Maggiore, e i programmi dei vari Settori.

2.1.1. Affrontando la sfida vocazionale nella doppia prospettiva della fedeltà vocazionale del salesiano, che riscopre e approfondisce la propria identità carismatica (cf. ACG 433: linea 1, 17-19; linea 4, 30-38; punto 18, 85), e della fecondità e orientamento vocazionale della nostra PG (cf. ACG 433: punto 9, 75-76; punto 14, 80-81).

2.1.1.1. Promuovere e accompagnare l’attualizzazione dei POI e dei progetti ispettoriali secondo gli orientamenti del CG28 e la lettera programmatica del Rettor Maggiore.



2.1.1.2. Continuare nel cammino di riflessione sulla sfida vocazionale, sul nostro modello di vita in comunità, su quale ruolo abbiano i salesiani vista la necessità di una maggior "forza" vocazionale nella missione condivisa con i laici (cf. ACG 433: proposta, 19-20; 61-62; punto 28, 93-94; punto 45, 111-112), sul senso di appartenenza al Movimento Giovanile Salesiano e la continuità agli adulti; e valorizzando i luoghi santi\\carismatici della Regione dalla prospettiva vocazionale.



2.1.1.3. Consolidare la formazione permanente dei confratelli e delle comunità e la formazione congiunta salesiani-laici, affinché questa tocchi il cuore e sia la chiave ermeneutica della formazione nella missione (cf. ACG 433: linea 6, 39-44; messaggio di papa Francesco, 60-61; punto 17, 84; punto 29, 95; punto 46, 112-113). Condividere le buone prassi.



2.1.1.4. Programmare momenti di riflessione e di condivisione sulla pastorale giovanile, sull’animazione vocazionale, sulla conduzione delle opere e delle comunità, coinvolgendo la Famiglia salesiana.





2.1.2. Promuovendo iniziative ed opzioni strategiche che si lascino interpellare dalle povertà dei giovani, dentro e fuori la Regione (cf. ACG 433: linea 5, 35-38; messaggio di papa Francesco, 58-60; punto 8, 74-75; punto 13, 79-80).

2.1.2.1. Incrementare la riflessione sull’immigrazione e sui rifugiati. Creare un gruppo di riflessione e lavoro sulla presenza dei giovani immigrati e rifugiati nelle comunità salesiane, per conoscere e condividere queste buone pratiche, coordinarne il lavoro e incoraggiare le comunità della Regione ad aprirsi a queste esperienze (cf. ACG 433: messaggio di papa Francesco, 58-60; punto 13, 79).



2.1.2.2. Sviluppare il dialogo con le culture (cf. ACG 433, 63-64), con l’Islam, e favorire nel Medio Oriente il presidio e lo sviluppo della presenza cristiana (cf ACG 433, 110).



2.1.2.3. Curare la presenza di comunità internazionali, il progetto di gemellaggio MOR e la dimensione missionaria ad gentes nella Regione.





2.1.3. Incoraggiando ad assumere le altre sfide della nostra missione all’interno della Regione in sinergia con i vari Settori: il cammino della evangelizzazione e primo annuncio (cf. ACG 433, 21-24; 59; 61-62), il “sacramento della presenza” (cf. ACG 433, 25-28), il dialogo interreligioso (cf. ACG 433, 40; 110-111), le famiglie (cf. ACG 433, 77-78; 81-82), la cura del creato (cf. ACG 433, 49-51).

2.1.3.1. Attuare la riflessione nei CNPG e nelle diverse commissioni in sinergia con i vari Settori.



2.1.3.2. Organizzare incontri regionali coinvolgendo la Famiglia salesiana per condividere la riflessione e le buone prassi e per arrivare a linee strategiche condivise.



2.1.3.3. Promuovere corsi di studio sul dialogo interreligioso valorizzando il grande potenziale già esistente all’interno della Regione: UPS, Granada, MOR.





1 Scuola Salesiano in America, Rete America Social Salesiana, Rosso Don Bosco Verde Aliance, Rete di centri di formazione professionale