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INDICE ATTI CONSIGLIO GENERALE 438
1. LETTERA DEL RETTOR MAGGIORE
2. ORIENTAMENTI E DIRETTIVE
1.1 Don Ángel Fernández Artime
«RAGAZZO, DICO A TE, ÀLZATI!» (Lc 7,14)
2.1 Don Ivo Coelho
IL COLLOQUIO CON IL DIRETTORE,
L’ACCOMPAGNAMENTO SPIRITUALE E LE AMMISSIONI:
ALCUNI ORIENTAMENTI E DIRETTIVE
2.2 Don Miguel Angel Garcia-Don Ivo Coelho
L'ESPERIENZA DI ORIENTAMENTO VOCAZIONALE
SALESIANO: ITINERARIO DI FORMAZIONE
3. DISPOSIZIONI E NORME
4. Attività del consiglio generale
5. DOCUMENTI E NOTIZIE
(mancano in questo numero)
4.1 Cronaca del Rettor Maggiore
4.2 Cronaca dei Consiglieri generali
5.1 Nuovi Ispettori Salesiani
5.2 Confratelli defunti
1.1 «RAGAZZO, DICO A TE, ÀLZATI!» (Lc 7,14)
L’opzione salesiana per i giovani ad alto rischio sociale
come impegno per la giustizia, la pace e la cura del creato.
INTRODUZIONE. In sintonia con il percorso intrapreso finora dalla Congregazione – 1. ITINERARIO
EDUCATIVO PASTORALE DI GESÙ ALLA LUCE DEL VANGELO SECONDO LUCA. 1.1 Varcare i confini
di culture sconosciute. 1.2. Portatori e seminatori di speranza in mezzo ad una cultura di morte 1.3 L’amore di Dio è
anche materno 1.4. Un itinerario educativo 1.5. Diffondere la buona notizia. – 2. L’OPZIONE PER I PIÙ POVERI.
2.1 Con una pastorale giovanile per la liberazione e il reinserimento di opere e servizi educativi 2.2 Cura pastorale e
accompagnamento con animatori idonei e preparati 2.3 Una pastorale che tenga in considerazione la famiglia. – 3.
L’IMPEGNO PER LO SVILUPPO UMANO INTEGRALE. 3.1 L’importanza delle opere per i giovani a rischio e
l’innovazione sociale. 3.2 Complementarietà dei saperi e delle istituzioni salesiane. a. Il contributo salesiano
nell’approccio ai diritti umani nei nostri contesti. b. La pedagogia sociale in chiave salesiana. c. La complementarietà
dei saperi. 3.3 Impegno nella cittadinanza attiva. a. Formazione alla cittadinanza attiva. b. Il volontariato per la
costruzione dell’amicizia sociale. 3.4 Educazione alla fede e accompagnamento nelle opere sociali salesiane. – 4.
L’AMBITO DEL SISTEMA PREVENTIVO. 4.1 Una risposta costante. 4.2 Nuove forme di missione. a. L’effetto
devastante della pandemia di COVID. b. La nefasta guerra in Ucraina. c. Altri luoghi di dolore, morte e fame. 4.3 Opere
e servizi sociali salesiani tra i migranti e i rifugiati. – 5. SOSTENIBILITÀ DELLE OPERE E DEI SERVIZI
SOCIALI. 5.1 La struttura organizzativa nelle attività di sviluppo salesiane. 5.2 Processo decisionale. 1. Dobbiamo
avere una visione del futuro. 2. Avere una visione organica. 3. Sempre con una visione d’insieme. 4. Teniamo sempre gli
occhi puntati sui giovani. – CONCLUSIONE - BIBLIOGRAFIA
Torino, 8 settembre 2022
Festa della Natività della Beata Vergine Maria
«Don Bosco ha visto con chiarezza la portata sociale della sua opera. Lavoriamo in ambienti popolari e per i
giovani poveri. Li educhiamo alle responsabilità morali, professionali e sociali, collaborando con loro, e
contribuiamo alla promozione del gruppo e dell’ambiente. Partecipiamo in qualità di religiosi alla
testimonianza e all’impegno della Chiesa per la giustizia e la pace. Rimanendo indipendenti da ogni ideologia
e politica di partito, rifiutiamo tutto ciò che favorisce la miseria, l’ingiustizia e la violenza, e cooperiamo con

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quanti costruiscono una società più degna dell’uomo. La promozione, a cui ci dedichiamo in spirito evangelico,
realizza l’amore liberatore di Cristo e costituisce un segno della presenza del Regno di Dio»1.
INTRODUZIONE
Cari confratelli,
l’immenso dono che il nostro carisma rappresenta nella Chiesa ha avuto fin dall’inizio un marcato carattere
sociale. Il fatto che Don Bosco sia riconosciuto come uno dei santi sociali della Torino dell’Ottocento
manifesta l’identità e l’intenzione di una particolare missione, portata avanti dai Salesiani nel corso degli anni
e nei cinque continenti attraverso una ampia varietà di ambienti pastorali.
L’esempio evangelico della misericordia incarnata da Gesù ha spinto Don Bosco a fissare lo sguardo sui
ragazzi e sui giovani più poveri e abbandonati, su quelli senza famiglia, su quelli senza un tetto sulla testa,
sugli analfabeti e sui disoccupati, su quelli che mancano di formazione religiosa e morale, sui più deboli tra i
deboli... In una parola, su tutti coloro che sono considerati “esclusi”, facili prede di una disperazione che li può
condurre a forme di delinquenza o a essere vittime di abusi da parte di sfruttatori senza scrupoli. Quindi,
soggetti che corrono il rischio di essere scartati dalla società, di perdere la propria dignità, di non sperimentare
la bellezza e la bontà di essere figli liberi di Dio Padre creatore.
Don Bosco, una volta capito che la missione affidatagli da Dio non era tra coloro che erano già in carcere,
corrosi dalla disperazione, comprese che il suo sistema doveva essere veramente preventivo e incanalò, quindi,
la sua intelligenza pastorale nella prevenzione dei rischi che correvano i giovani della Torino industriale
dell’Ottocento e di altre città2.
Insieme al suo direttore spirituale, compie un cammino di discernimento della propria vocazione e, aperto
all’azione dello Spirito, scopre lungo il corso della propria vita il modo di conquistare anime a Dio, tra coloro
che sembrano condannati all’oscurità. Il risultato di questo discernimento si è tradotto in una proposta
educativa, evangelizzatrice e caritativa. Ogni incontro personale, ogni progetto intrapreso con i suoi Salesiani
e con i collaboratori della sua opera non sono altro che la prova dell’amore di Dio per i suoi ragazzi prediletti:
i piccoli e i poveri.
Questa carità si è tradotta in un’esperienza integrale di accompagnamento dei giovani, rafforzando la loro
personalità, affinché potessero raggiungere la maturità come persone libere e autonome. Tutti interventi per
aiutarli a prepararsi alla vita3. È comprensibile, quindi, che il concetto della salvezza delle anime nella pastorale
di Don Bosco non fosse un discorso astratto, bensì una risposta concreta in grado di accogliere ogni persona
con le attenzioni amorevoli proprie di una famiglia, la quale si prende cura dei bisogni primari dei piccoli, li
educa con competenze adeguate perché possano guadagnarsi da vivere onestamente, e li aiuta ad aprirsi alle
relazioni con gli altri e con Dio, in modo che possano trovare il loro “posto nel mondo”, il loro spazio nella
società e nella Chiesa.
Definiamo sinteticamente l’insieme di queste esperienze educative ed evangelizzatrici, che ritroviamo nella
vita di Don Bosco e della sua comunità di Valdocco, “criterio oratoriano”. Con questo stesso criterio, aprendoci
alle realtà del nostro tempo, noi Salesiani continuiamo a rispondere alle varie forme di rischio giovanile che
possono portare a situazioni esclusione sociale4. Formare buoni cristiani e onesti cittadini tra coloro i cui diritti
umani sono stati violati produce effetti notevoli in ogni parte del mondo in cui siamo presenti. Anche nei Paesi
più radicalmente laicisti il nostro contributo salesiano a favore dei più bisognosi è riconosciuto positivamente
dalle società civili e dai vari organismi governativi come una proposta positiva per la costruzione della
coesione sociale.
1 Cost. 33.
2 Cfr. SALESIANI DI DON BOSCO, «Quali per i giovani di oggi?». Riflessione postcapitolare, Editrice S.D.B., Roma 2020,
p. 74 n. 7. D’ora in poi CG28.
3 Cfr. Cost. 40.
4 Cfr. CG28, pp. 73-74, n. 6.

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Infatti, in molte presenze salesiane nel mondo, coloro che lavorano nelle Comunità Educative Pastorali (CEP)
in ambito sociale hanno stabilito alleanze con le chiese locali, con le associazioni private5, con i governi
regionali e persino con gli Stati nazionali, e hanno generato strategie, strumenti di intervento e strutture che ci
permettono di essere credibili e apprezzati per il lavoro che svolgiamo.
Convinti che lavorare con i giovani e con le comunità ad alto rischio sia una delle forme più belle di
santificazione che abbiamo ereditato dal nostro Fondatore, riconosciamo di essere chiamati, con umiltà e senza
trionfalismi, a continuare ad operare con spirito evangelico e professionalità all’interno delle Opere e dei
servizi sociali: è il contributo salesiano alla costruzione del Regno di Dio. In questa stessa dinamica, siamo
chiamati ad aprire spazi di dialogo con i non credenti nella prospettiva che oggi Papa Francesco chiama
«amicizia sociale»6, punto di convergenza di tutti gli sforzi dell’umanità nella costruzione della giustizia e
della pace: «Il bene, come anche l’amore, la giustizia e la solidarietà, non si raggiungono una volta per sempre;
vanno conquistati ogni giorno»7.
Senza dubbio, tra i vari ambienti della nostra Pastorale giovanile salesiana, quello delle Opere e Servizi
Sociali Salesianimostra chiaramente lo sguardo misericordioso di Gesù, perché lì incontriamo i vari drammi
di bambini, adolescenti e giovani in contesti ad alto rischio sociale che possono condurli a molteplici situazioni
di morte. Essi vivono in comunità impoverite dove i loro diritti sono violati, dimenticati nelle frontiere
invisibili dell’attuale geografia umana, con scarse o limitate possibilità di accesso all’istruzione, alla cura e
alla tutela della salute e a un’alimentazione sana; si tratta di realtà nelle quali la possibilità di impiego lavorativo
è sporadica o inesistente e dove l’assenza di qualità della vita è un denominatore comune8.
Come abbiamo appreso dallo spirito di Valdocco, rompere il cerchio della povertà implica accompagnare i
giovani in quel percorso che nel linguaggio odierno chiamiamo, con le parole di Papa Francesco, sviluppo
umano integrale. Questo movimento evangelizzatore delle Opere e servizi sociali salesiani, nato dal cuore
della Dottrina sociale della Chiesa, è stato il precursore di una comunità in movimento, la stessa che si mette
e va alla ricerca di coloro che sono lasciati in disparte nella società, al fine di recuperarli e restituire loro, per
quanto possibile, dignità e prospettive di futuro.
L’itinerario, che il Progetto Educativo Pastorale Salesiano (PEPS) di questo ambiente si prefigge, cura con
vero zelo apostolico l’articolazione delle sue quattro dimensioni, affinché, accompagnando il processo
educativo dei giovani in relazione alla loro famiglia (se ne hanno una) e al loro ambiente, avvenga un vero
ridisegno della cultura, mitigando le devastazioni del male sociale presenti nella loro storia personale. Nel
nostro impegno ecclesiale per la salvezza dell’umanità, ci sforziamo di costruire processi di reinserimento di
questi giovani un tempo lasciati ai margini, esclusi dalla società, per restituirli ad essa come persone capaci di
un autonomo sviluppo, come cittadini attivi e credenti – nell’assoluto rispetto della loro libertà.
Così, consolidando nella nostra Congregazione con uno spirito rinnovato, l’ambiente delle Opere e dei servizi
sociali, si apre un sentiero sicuro in cui camminare senza paura, con identità salesiana, con la metodologia
dello sviluppo sociale e con la consapevolezza di essere una famiglia spirituale che va incontro ai giovani più
bisognosi. È, quindi, un invito a tornare alle fonti del carisma e ad essere più audaci e misericordiosi, nello
stile del Maestro Gesù nel Vangelo9.
In sintonia con il percorso intrapreso finora dalla Congregazione
Già nel XX Capitolo Generale Speciale Salesiano, quando la Congregazione stava svolgendo un eccellente
lavoro di adeguamento al rinnovamento richiesto dal Concilio Vaticano II, troviamo pagine dalle quali
trasudano una grande sensibilità e preoccupazione per i giovani più poveri, e in particolare per quelli che
vivono situazioni più dure di emarginazione causate da un mondo che cambia a grande velocità e che, spesso,
travolge in questi cambiamenti i più indifesi. Un’autentica priorità nel carisma di Don Bosco: «È Don Bosco
5 Cfr. DICASTERO PER LA PASTORALE GIOVANILE SALESIANA, La Pastorale Giovanile Salesiana. Quadro di riferimento,
Editrice S.D.B., Roma 20143, p. 111.
6 FRANCESCO, Fratelli tutti, 2; 5; 6; 94; 99; 106; 142; 154; 180; 233; 245.
7 FRANCESCO, Fratelli tutti, 11.
8 Cfr. CG28, p. 104, n. 2.
9 Cfr. Linee programmatiche del Rettor Maggiore per la Congregazione salesiana dopo il CG 28, in ACG 433 (2020), pp.
35-38 (priorità n. 5).

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che usa spesso questa espressione, soprattutto nell’articolo 1 delle Costituzioni. Si tratta quindi di una priorità
nella priorità: l’aiuto ai più bisognosi»10.
Nel 2010 il Rettor Maggiore Don Pascual Chávez ha dedicato una delle sue lettere alla Pastorale Giovanile
Salesiana, e in essa una delle sezioni è espressione della preoccupazione per l’attenzione al mondo
dell’emarginazione giovanile nel cammino percorso dalla Congregazione. «L’attenzione ai giovani in
situazione di rischio è stata sempre una caratteristica della pastorale salesiana. La nuova situazione delle nostre
società ci sfida a nuove risposte»11. Nello stesso testo, Don Chávez esprimeva la propria preoccupazione per
una povertà che cresce sempre di più, diventando una realtà tragica che colpisce persone e gruppi sociali, tra
cui molti giovani, diventando un problema strutturale e globale. «Per questo negli ultimi cinquant’anni si sono
moltiplicati progetti, iniziative e opere che tentano di rispondere a questa situazione ed offrire ai giovani una
nuova opportunità di costruire la loro vita positivamente e d’inserirsi responsabilmente nella società»12.
La continuità con questo cammino percorso dalla nostra Congregazione e i passi compiuti anche negli ultimi
dodici anni, a partire dallo scritto a cui ho fatto riferimento, è ciò che mi ha portato a ritenere opportuno, dopo
il Capitolo generale 28, volgere lo sguardo verso questo ambito educativo pastorale della nostra
Congregazione, sempre in crescita e sempre più significativo. Il fatto che esistano più di 1.100 (mille e cento)
opere e servizi sociali specifici salesiani, insieme al forte magistero di Papa Francesco negli ultimi anni
riguardo al campo degli esclusi, degli emarginati e degli scartati, rende a mio avviso molto opportuna una
riflessione salesiana su questo ambito di azione educativo-pastorale oggi.
1. ITINERARIO EDUCATIVO PASTORALE DI GESÙ ALLA LUCE DEL VANGELO SECONDO
LUCA
Il nostro patrimonio carismatico insegna, fin da Don Bosco, che per l’accompagnamento dei giovani è
necessario stabilire itinerari che permettano l’incontro tra l’educatore e il giovane, e tra questi e la comunità
educativa pastorale, dove si incontrano la famiglia e i diversi rappresentanti del sistema sociale.
Uno degli aspetti del Vangelo di Luca che maggiormente mi colpisce è proprio l’“incontro”. Un incontro che
genera gioia e vita, un incontro che crea aspettative, un incontro che porta a intuire la presenza e l’azione dello
Spirito di Dio nella storia di ogni persona, di ogni famiglia, di ogni gruppo, di ogni popolo.
Papa Francesco parla di «cultura dell’incontro», affinché possiamo coltivare atteggiamenti misericordiosi
verso gli altri. È «un invito a lavorare per la “cultura dell’incontro”, in modo semplice “come ha fatto Gesù”:
non solo vedere ma guardare, non solo sentire ma ascoltare con attenzione, non solo incrociare le persone ma
fermarsi davanti a loro, non solo dire “che peccato hanno commesso queste persone” ma lasciarsi prendere
dalla compassione; e poi avvicinarsi, toccare e dire: “non piangere” e dare almeno una goccia di vita»13.
Nell’ultimo Capitolo generale, il CG 28, abbiamo percepito, ascoltando i giovani presenti, che essi non ci
hanno domandato più edifici o strutture, ma solo la nostra presenza fisica. Ci hanno chiesto di essere presenti
con loro e in mezzo a loro, di condividere la vita14, di incontrarci, di arricchirci reciprocamente; di stare con
loro. Perché sono loro che, grazie a Dio, danno senso alla nostra vocazione e ci incoraggiano a scoprire itinerari
da percorrere insieme.
Nel brano evangelico della “resurrezione del figlio della vedova di Nain” al capitolo 7 del Vangelo secondo
Luca, scopriamo quello che potrebbe essere inteso come un bellissimo itinerario proposto da Gesù, pieno di
compassione e di misericordia davanti alla situazione della morte di un giovane, della disgregazione di una
famiglia, della solitudine di una povera madre vedova e dell’impotenza di un gruppo sociale. Alla luce di
questo episodio evangelico, possiamo interpretare la nostra pastorale giovanile come una pastorale familiare
10 CGS (1971), n. 48.
11 P. CHÀVEZ, E si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose
(Mc 6, 34), in ACG 407 (2010), p. 40.
12 Ibid., p. 41.
13 FRANCESCO, Meditazione mattutina nella cappella Santa Marta. Per una cultura dell’incontro, Roma 13 settembre
2016.
14 Cfr. CG28, pp. 72-73, n. 5.

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e, allo stesso tempo, una pastorale sociale, poiché l’effetto finale sarà quello di una comunità che genera
dinamiche affinché i suoi membri vivano con dignità, nella libertà dei figli di Dio.
1.1 Varcare i confini di culture sconosciute.
«Gesù si recò in una città chiamata Nain» (Lc 7,11). Gesù oltrepassa i confini geografici e culturali ebraici
del suo tempo. Questa volta si reca a Nain, un luogo dove non transitavano neppure le rotte commerciali
dell’epoca. Nain è forse una regione senza speranza. Gesù esce dai confini della sua patria, accompagnato da
persone che molto probabilmente ignorano la portata e le ragioni di questo suo cammino.
Questa novità che irrompe in cambiamenti e nuove forme è presente anche nella Chiesa del nostro tempo, ed
è stata richiamata fortemente a cominciare dal Concilio Vaticano II e negli ultimi decenni. La nostra
Congregazione, nel tentativo di rinnovarsi e di rispondere ai tempi nuovi, di uscire dal proprio “territorio
conosciuto”, come se andasse in un’altra Nain, ha risposto a questo appello volto al rinnovamento rivolgendo
lo sguardo anche agli ultimi, con un impegno più deciso verso i più bisognosi. Già a metà del secolo scorso,
in molte ispettorie, sono diventate importanti le Opere sociali, dalle quali è scaturita la decisione di rispondere
al fenomeno dell’emarginazione e della povertà. Tali proposte si differenziavano dall’ambiente degli Oratori,
delle Scuole e dei Centri di Formazione Professionale – tutti servizi indubbiamente magnifici per i giovani –
per rispondere con particolare attenzione e dando priorità alla condizione specifica dei destinatari. Sono stati
sviluppati programmi specializzati e specifici per l’assistenza ai ragazzi e ai giovani della strada, alcuni dei
quali usciti dai vecchi orfanotrofi; sono stati aperti centri di assistenza sanitaria anche in luoghi molto remoti
per i più indigenti; sono state create mense e centri di distribuzione di cibo per aiutare le famiglie con risorse
limitate; anche la presenza missionaria tra i popoli nativi ha creato le proprie strategie e azioni specifiche per
meglio accompagnare e servire le comunità e i popoli più vulnerabili.
Ci sono stati Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice che hanno dato impulso a questo tipo di lavoro con una
visione sociale. Questi uomini pieni di fede, coraggiosi e “sognatori”, insieme a una moltitudine innumerevole
e forse invisibile di laici - donne e uomini impegnati a fronteggiare il dolore del prossimo - hanno insegnato
che alleviare le sofferenze dei piccoli, degli ignorati, di coloro che non contano, è un’espressione della
misericordia divina e una concretizzazione del carisma di Don Bosco e del suo sistema preventivo.
Questo ci ha permesso, come Congregazione, di essere sempre più segni di una Chiesa in uscita verso le
periferie esistenziali dell’umanità, dove si trovano coloro che non rientrano nelle categorie dei sistemi
economici utilitaristici e di esclusivo vantaggio economico, e dove sperimentiamo la gioia dell’incontro con i
più bisognosi. Ciò senza dubbio dà forza alla nostra identità carismatica e alla nostra consapevolezza di servire
il Regno di Dio. Sappiamo bene, inoltre, che alcuni di loro - salesiani e laici - sono stati persino privati della
vita per difendere questa causa.
Sulla strada per Nain Gesù è accompagnato «dai suoi discepoli e da una grande folla» (Lc 7,11). I discepoli
di Gesù sono rimasti affascinati da lui, hanno abbandonato la precedente vita e l’hanno seguito; hanno
impegnato le loro forze, il loro cuore e tutto il loro essere nel progetto del Maestro. Sono stati chiamati per
nome da lui, invitati a collaborare all’annuncio del Vangelo e lo hanno seguito.
Gesù è accompagnato anche da molte persone affascinate da qualche aspetto della Sua persona. Si sono unite
a Lui lungo il cammino, hanno visto le opere meravigliose che ha compiuto: ha guarito alcuni, ha scacciato i
demoni da altri, ha insegnato a molti con autorità la Parola del Padre; tanti sono stati saziati con la
moltiplicazione del cibo, e così via. Questa moltitudine ha scoperto l’immenso beneficio che significa stare
con Gesù. Da qui sorgeranno in futuro nuovi discepoli – come quei Settantadue che invierà a due a due.
Altri che hanno fatto parte di questa folla abbandoneranno Gesù: alcuni se ne andranno con un senso di
gratitudine nel cuore e saranno sicuramente testimoni di Gesù in altri luoghi; altri se ne andranno senza
nemmeno salutare o ringraziare. Ma tutti, in generale, saranno stati guardati con misericordia da Gesù.
Questa è la condizione pastorale nel lavoro con i più poveri e abbandonati. Dalle Opere e dai servizi sociali
salesiani sono nate numerose vocazioni di ogni tipo e per ogni forma di vita cristiana. In molti contesti in cui
ci troviamo a lavorare, dove le confessioni religiose diverse dal cristianesimo sono dominanti, abbiamo
sperimentato la gioia di contribuire alla formazione di una bella famiglia umana con quanti sono accolti nelle
nostre presenze - a volte con le loro famiglie - e hanno condiviso i molti valori che viviamo a partire dal

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Vangelo. Il linguaggio della carità supera le barriere delle credenze e delle strutture politiche, portandoci a
lavorare al fianco di coloro che si preoccupano di costruire la pace.
È necessario riconoscere che l’opzione pastorale in campo sociale comporta molte difficoltà e che lo sforzo di
reperire le risorse umane e finanziarie per sostenerla rappresenta una sfida importante per coloro che portano
avanti questi programmi, poiché richiede di rafforzare la «creatività e la flessibilità»15, qualità caratteristiche
della vita e della missione del nostro Fondatore. In ogni caso, tutto ciò è immensamente importante e
gratificante allo stesso tempo.
Le necessità dei giovani colpirono profondamente il cuore di Don Bosco che sviluppò numerose iniziative con
spirito inventivo e intraprendente. Queste iniziative profetiche attirarono l’attenzione e la stima di molte
persone appartenenti ai diversi ceti sociali della Torino dell’epoca. Anche oggi, come Salesiani nella Chiesa,
vogliamo mostrare attraverso la dimensione educativa, evangelizzatrice e caritativa, sia nelle nostre opere e
servizi sociali sia negli altri ambienti in cui prestiamo servizi educativi e pastorali, che il Signore è presente e
che tutte le nostre attività sono espressione dell’amore di Dio per gli ultimi. Un’urgenza viva oggi come ai
tempi di Don Bosco.
1.2. Portatori e seminatori di speranza in mezzo ad una cultura di morte
«La speranza è l’ultima di tutte le virtù, ma è la più forte»16. «Quando fu vicino alla porta della città» (Lc 7,
12). La narrazione evangelica individua l’azione di Gesù indicando un luogo concreto: la porta della città.
Gesù, che ha varcato i confini della Galilea per andare in terre pagane a portare la buona notizia del Regno di
Dio a coloro che vogliono riceverla, si ferma proprio alla porta della città di Nain.
L’immagine della porta della città ci permette di pensare e prendere coscienza di quelle persone, gruppi o
popolazioni che non sono distanti da Dio solo per ragioni geografiche, ma perché sono stati eretti dei muri
intorno a loro: muri che condannano intere società a stare lontane dal benessere sociale, a chiudersi in se stesse
a causa della condizione razziale o addirittura ad essere isolate in campi profughi che fungono da muri di
contenimento contro l’avanzata di quelle che sono considerate masse migratorie indesiderate. I muri che
racchiudono queste persone sono a volte invisibili e si trovano anche nelle nostre città. È quando classifichiamo
le persone in base all’appartenenza sociale. Ovviamente tali muri non solo racchiudono coloro che “non sono
graditi”, ma li rendono addirittura invisibili con il conseguente assopimento della coscienza e della sensibilità
di tutti gli altri.
La porta, nel racconto evangelico, è il luogo di un incontro molto speciale. Non sarà, infatti, un evento
quotidiano quello che accade a Nain, ma qualcosa di straordinario e salvifico. È interessante notare come nel
testo del Vangelo di Luca a Gesù venga conferita autorità anche a Nain, una città sconosciuta e pagana.
Un’azione, la Sua, realizzata con il potere stesso di Dio. Questa manifestazione non sarà un “numero da circo”,
né l’espressione della vuota demagogia di un politico del momento. Al contrario, sarà la manifestazione più
evidente di un Dio che ama i suoi figli.
«Veniva portato alla tomba un morto» (Lc 7,12). L’immagine che questa scena ci offre ha molto da dire al
nostro carisma salesiano. Vediamo, da un lato, il gruppo di seguaci che accompagna il Maestro; e dall’altra
parte, alla porta della città, chi cammina tra lacrime e lamenti perché sta dando l’addio a un giovane morto.
Questa scena continua a essere riprodotta giorno dopo giorno. Mostra l’incontro della vita che porta speranza
e gioia, di fronte a situazioni di disperazione e morte in ogni angolo della terra.
La proposta salesiana nel sociale vuole essere un segno di speranza e di vita in grado di incontrare ogni giorno
la crudeltà scolpita sui volti tristi di tanti giovani feriti dalla miseria, dalla violenza, dall’ignoranza, dallo
sfruttamento e da altri tipi di abusi. Le Opere e i servizi sociali salesiani intendono servire e ridare dignità a
chi l’ha perduta e, nel nome del Signore, a trasformare il lutto in gioia. Questa è la convinzione che accompagna
tanti educatori e operatori pastorali che, quotidianamente nelle case salesiane, colgono ciò che accade oltre le
“mura delle nostre attività convenzionali”, e si lasciano interpellare dalle situazioni che riguardano tanti
adolescenti e giovani, persone e gruppi oppressi, tra i quali le vittime più comuni sono sempre i più piccoli.
15 Cost. 19.
16 FRANCESCO, Angelus, 15 novembre 2015.

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1.3 L’amore di Dio è anche materno
Il giovane morto era «l’unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei» (Lc
7,12). È una scena dolorosa, quasi crudele. Vediamo una madre che ha perso il suo amato figlio. Sappiamo
che non è “naturale”, nel ciclo della vita, che un figlio muoia prima dei genitori. Inoltre, questa sofferenza non
è una perdita qualsiasi che può essere compresa dalla ragione. Qui l’evangelista offre a chi sa fare una lettura
credente della Parola un collegamento diretto con le fibre più profonde dell’amore, l’amore di Dio che, essendo
incommensurabile, nel linguaggio umano è paragonabile solo all’amore di una madre per i suoi figli. È così
che Dio ama, con un amore paterno e materno. Incondizionato. Alla nascita, i cordoni ombelicali dei bambini
vengono tagliati, ma il legame di una madre con i suoi figli non viene mai meno. Ci sono figli e figlie che nel
corso della loro vita possono dimenticare la madre e il padre, ma Dio non dimentica mai i suoi figli.
Il Capitolo generale 27 ha offerto importanti riflessioni sulla paternità salesiana e ci ha ricordato che «il lavoro
e la temperanza»17 sono per noi Salesiani espressione della nostra dedizione disinteressata e amorevole ai
giovani. Come accadde a Don Bosco, il sentirci e saperci veramente “padri” ci spinge a dedicare loro le nostre
migliori energie perché stiano bene, perché raggiungano la realizzazione dei loro obiettivi. Dalla comprensione
dell’identità paterna di Don Bosco noi Salesiani sentiamo il dolore di tanti giovani che soffrono; siamo
addolorati dalla loro sofferenza perché sono nostri figli. Non a caso affermiamo che Don Bosco si è sempre
sentito padre dei suoi figli. Lui stesso l’ha espresso tante volte per iscritto.
È necessario e urgente che, come religiosi, scopriamo sempre più che la nostra castità è feconda e che deve
generare vita nella cura di coloro a cui siamo inviati, in modo particolare in coloro che non hanno nessuno che
si prenda cura di loro. In questo senso, una delle lezioni più belle che noi consacrati e consacrate possiamo
imparare dai laici, che lavorano nelle nostre opere e che spesso sono padri e madri di famiglia, è la particolare
sensibilità che molti di loro hanno per le situazioni di ingiustizia che aggrediscono molti dei nostri ragazzi,
adolescenti e giovani. Noi Salesiani non possiamo vivere senza sentirci educatori, amici, fratelli e padri dei
nostri ragazzi. Ed è chiaro che uno dei luoghi più opportuni per rafforzare questa dimensione della nostra
vocazione è il lavoro con i giovani ad alto rischio sociale, quelli che camminano “tra la vita e la morte”.
«L’esperienza del vuoto paterno che Don Bosco ha vissuto, “lo renderà consapevole delle difficoltà dei propri
ragazzi, della qualità umana e spirituale che egli stesso dovrà acquisire per essere padre di molti che non hanno
padre, i quali vedranno in lui colui che insegnerà loro il gusto della vita in tutti i sensi della parola”. Così, il
vuoto è diventato un grembo fertile piuttosto che un trauma. La sua esperienza familiare ha lasciato un segno
indelebile nella sua visione della vita e nella sua idea di educazione ed evangelizzazione dei giovani»18.
Nella consapevolezza di essere educatori e padri, salesiani e laici, possiamo imparare a incontrare i giovani nel
loro mondo, nel loro ambiente, nella loro cultura digitale, che diventa sempre più complessa e che a noi adulti
sfugge un po’ (o molto) di mano. Essi, a volte con la loro vulnerabilità, si ritrovano nelle reti sociali di
videochiamate e messaggistica istantanea, frequentano campi da gioco come Triller, Houseparty, Tik Tok,
Genies, Lomotif, Bunch, Discord, WhatsApp, Telegram, ecc. Su queste piattaforme di incontro e
intrattenimento virtuali, molti di loro esprimono le proprie emozioni, esibiscono se stessi al mondo e
condividono la loro vita quotidiana cercando di attirare l’attenzione di nuovi amici. Alla luce di questa realtà,
è importante sottolineare che gli adolescenti e i giovani non accompagnati diventano spesso vittime non solo
della dipendenza dai media, ma anche di molti criminali che li contattano attraverso questi mezzi di
comunicazione, li sfruttano e li rendono schiavi in diverse forme di commercio illegale. Molti minori, alla
ricerca di denaro facile, cadono vittima di queste situazioni. Molti di loro non hanno spazi educativi adeguati
in famiglia o a scuola e vivono molteplici situazioni di orfanità e di violazione dei loro diritti che li hanno
privati del benessere sociale. Il dolore e la tragedia di questi ragazzi non possono lasciarci indifferenti.
Come salesiano credo di essere stato sensibile e attento fino ad oggi alla realtà dello sfruttamento giovanile e,
come Rettor Maggiore, ho promosso l’apertura delle nostre comunità alla presenza di quei giovani che hanno
maggiormente bisogno di noi, convinto anche del fatto che essi ci danno la possibilità di esercitare una vera
paternità come Don Bosco, e di avere preoccupazioni veramente profonde per le quali “consumare” la nostra
17 Cost. 18.
18 DICASTERO PER LA PASTORALE GIOVANILE SALESIANA, Pastorale giovanile e famiglia, Editrice S.D.B., Roma 2021, p.
20.

1.8 Page 8

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vita19. Sono certo che le ispettorie che hanno scelto seriamente di lavorare con i giovani più fragili, quelli più
privi di sostegno, si stanno muovendo per rafforzare la loro identità e garantire la loro significatività. I giovani
salesiani devono anche imparare a essere educatori, fratelli e padri dei giovani per continuare a far sì che il
carisma di Don Bosco, padre della gioventù, sia attuato nella nostra Congregazione. Insieme ai laici, uno
sguardo attento agli odierni contesti ci aiuta a discernere le forme di assistenza che possiamo offrire per
garantire ai giovani la possibilità di vivere esperienze che facciano loro sentire l’amore di una famigli.
La storia narrata nel brano della vedova di Nain ci presenta la situazione drammatica di una madre che ha perso
il figlio e che era anche vedova, avendo perso il marito. Non poteva contare sul sostegno sociale di un uomo
che la proteggesse, in una cultura nella quale le donne non avevano alcuna autonomia come cittadine. Questa
donna non poteva nemmeno raggiungere la vecchiaia nel seno di una famiglia, non poteva arrivare alla fine
della sua vita ricevendo l’amore di un figlio, non poteva aspirare a una morte dignitosa. Il sistema sociale
dell’epoca (e la stessa legge mosaica) determinava le responsabilità reciproche nelle famiglie, con il più forte
che si prendeva cura del più debole. I genitori si prendevano cura dei figli e i figli, crescendo, si prendevano
cura dei genitori in età avanzata; questa era la base sociale del quarto comandamento «onora il padre e la
madre», che rispondeva al ciclo della vita. Vediamo nel testo evangelico come Luca, in così poche righe, narri
il dramma della disintegrazione di una famiglia e ci faccia intravedere le conseguenze sociali. Il padre era
morto fuori scena; il figlio era morto e, di conseguenza, la madre era rimasta sola e senza protezione. Gesù
sapeva bene cosa sarebbe potuto accadere a questa vedova.
Nel nostro caso, l’opzione preferenziale per i giovani più poveri significa che dobbiamo necessariamente
guardare ai diversi ambienti da cui provengono. Quindi, il focus di queste Opere e servizi è sociale e richiede
una riflessione e un intervento interdisciplinare che proponga itinerari di accompagnamento per il giovane, la
sua famiglia (quando ce l’ha) e il suo nucleo sociale. Questo dice che le situazioni di povertà, ovunque si
presentino, devono essere analizzate seriamente e in profondità. È evidente che dobbiamo avere tanta
preparazione e competenza nell’accompagnare le persone e le comunità in situazioni di vulnerabilità
esattamente come avviene negli altri ambienti “comuni e tradizionali” della nostra pastorale, dove ci
preoccupiamo di rispondere ai vari bisogni con offerte professionali e di qualità. Carità e qualità devono andare
di pari passo quando si progettano opere sociali e servizi per i giovani a rischio, perché se non abbiamo chiaro
questo obiettivo, rischiamo di essere insignificanti di fronte alla violazione dei diritti di queste persone.
1.4. Un itinerario educativo
Nella situazione che incontra a Nain Gesù non dà risposte superficiali, ma ogni parola che esce dalla sua bocca,
ogni gesto e ogni movimento hanno un significato e un’intenzione precisi, come vediamo nel racconto di Luca.
a. «Quando il Signore la vide, ne ebbe compassione e le disse: “Non piangere”» (Lc 7,13).
Dove Gesù è presente, tutto sarà permeato dal suo amore, non può passare attraverso la vita delle persone senza
cambiare radicalmente le cose in loro.
Seri studi biblici sono concordi nell’affermare che l’aggettivo più usato nelle Sacre Scritture per descrivere
Dio - l’attributo che meglio indica il suo modo di agire - è “misericordia”. Gesù, con la stessa misericordia del
Padre, che ha creato tutte le cose e ogni persona con tenero amore, ama ciascuno, perché ciascuno fa parte del
suo piano di salvezza. Quando Gesù “vede” percepisce il male che causa dolore a questa povera madre vedova;
ed è lei, la vedova, per la quale Gesù prova misericordia, dando il via all’azione successiva.
Gesù non si fa attendere e le dice: «Non piangere». Come è possibile che un estraneo dica a una madre di non
piangere per il figlio che ha appena perso? Gesù dice alla donna «non piangere» perché sente, in unità con il
Padre, di poter cambiare quel dolore in gioia e letizia. Le sue parole non sono una vuota consolazione. Agisce,
interviene perché il dolore umano deve essere accompagnato e consolato.
Quanto è importante per noi sperimentare questa stessa misericordia divina, lasciarci interpellare dai mali che
affliggono ovunque tante persone. Difficilmente questo interrogativo entrerà nella nostra vita di consacrati e
consacrate se resteremo al riparo tra le mura sicure delle nostre case in attesa che i giovani bravi vengano a
iscriversi o a partecipare alle nostre iniziative. Alla maniera di Gesù, Papa Francesco ci ricorda che siamo noi
che dobbiamo andare incontro all’altro per fare comunione, per realizzare un cambiamento sociale che ci
permetta di partecipare alla comunità vivente del Signore.
19 Cfr. Linee programmatiche del Rettor Maggiore per la Congregazione salesiana dopo il CG 28, in ACG 433 (2020),
pp. 35-38 (priorità n. 5).

1.9 Page 9

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b. «Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: “Ragazzo, dico a te, àlzati!”» (Lc
7,14).
Gesù si avvicina, non rimane distante, non se ne sta tranquillo nell’atmosfera confortevole del suo gruppo di
seguaci e discepoli. Sa qual è la sua missione e perché è stato mandato nel mondo. La vicinanza gli permette
di entrare in relazione, di lasciarsi interpellare dagli altri, di conoscere la loro realtà e di amarli così come sono.
L’azione di Gesù richiede presenza e decisione.
Andare incontro a un giovane che si trova in una situazione di morte è un atto audace e coraggioso; l’unica
certezza sta nella consapevolezza che lì c’è un giovane e che vale la pena essere al suo fianco e fare qualcosa
per lui.
Gesù compie un altro passo. Si spinge più in là. Come ha fatto con la madre vedova, Gesù non si limita a
osservare ciò che accade, ma entra in comunione con il giovane: «Toccò la bara». Non c’è vita senza
comunione con il Maestro. Il tocco di Gesù non è indifferente. Infatti, la sua mano raggiunge la bara e in quel
contatto reciproco trasmette, fa passare il dono della vita.
Nel nostro caso, abitare la cultura dei giovani significa essere attenti agli elementi di morte che possono
circondarli, ma soprattutto conoscere ciò che genera vita.
Nell’esperienza dell’incontro con i giovani a rischio, il sostegno e l’offerta di aiuto sono un’esperienza salvifica
sia per il giovane sia per l’educatore - laico o religioso - che si sente sempre più toccato, impegnato e coinvolto
nell’esistenza dell’altro dove sembrava esserci solo la morte o nessuna speranza.
Certo, il processo di cambiamento di un giovane nella dinamica quotidiana delle Opere e dei servizi sociali
salesiani è lento e difficile: a volte può comparire lo scoraggiamento in chi investe ogni giorno il massimo
delle energie; ma è anche vero che osservare il cambiamento che Dio opera nella vita di questi ragazzi e ragazze
è la più grande ricompensa che si possa sperimentare come educatore salesiano.
Poi, nel testo evangelico, Gesù pronuncia le parole: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Ancora una volta, quando
Gesù parla genera vita. Il suo è un parlare e un dire con autorità, è un imperativo che, tuttavia, è dato in modo
amorevole, con l’offerta della mano al giovane perché egli possa alzarsi, perché possa risorgere.
Questo solenne processo volto a restituire alla vita tanti giovani che stanno morendo in tutto il mondo, è portato
avanti nella nostra Congregazione, nel nome del Signore, da migliaia di persone appassionate di umanità che,
orgogliose di lavorare nel settore sociale salesiano, continuano a pensare a itinerari formativi che aiutino i
giovani a consolidare la loro personalità e a prendere coscienza della loro situazione e realtà.
Don Bosco continua a raggiungere tanti giovani, continua a porgere la sua mano e a offrire occasioni di
“resurrezione”, e lo fa attraverso i tanti laici che collaborano e sostengono con i loro beni le opere e i servizi
sociali. Lo fa insieme alle tante mamme Margherita rappresentate dagli educatori di ogni genere, ambiti e
discipline, che intervengono nei nostri progetti per l’accompagnamento dei giovani ad alto rischio; lo fa
attraverso la risposta di tanti Salesiani che hanno trovato nella pastorale e nell’educazione al sociale la
possibilità concreta di esprimere la loro vocazione20; e continua a farlo anche attraverso le tante “reti di
collaborazione” che i suoi figli e figlie tessono per il bene degli altri. Gesù continua a dire a molti oggi:
«Ragazzo, dico a te, àlzati!».
c. «Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre» (Lc 7,15).
Stiamo assistendo alla risurrezione del giovane, una risurrezione che - come detto - non è un atto magico, ma
un’azione misericordiosa in nome di Dio.
Il giovane prende coscienza di sé ed è quindi in grado di mettersi in relazione con gli altri: «E cominciò a
parlare». Se parlare è espressione di vita, possiamo capire che il non parlare, la mancanza di comunicazione,
è espressione di morte. Molti giovani vivono in situazioni di morte perché si sono interrotti i canali di
comunicazione con i genitori, con l’intera famiglia e con le proprie radici. Finché c’è comunicazione tra le
persone, è possibile accompagnarle nel loro viaggio attraverso la vita. Gesù, avvicinandosi al giovane e
toccando la sua realtà di morte, conosce anche quale sia la sua possibilità di vita.
Gesù ha davvero fermato il pianto della donna, perché ha posto fine alla situazione che lo aveva provocato.
Se il giovane cresce, la famiglia si ristabilisce; ristabilendo i legami di comunicazione tra madre e figlio, la
strada verso il cimitero non ha più senso e si riapre la via di casa.
«Lo restituì a sua madre»: il giovane può continuare a crescere, maturare e prendere il suo posto di adulto
nella società. Una società che non permetterà più che una vedova indifesa sia lasciata sola a mendicare. No,
perché ci sarà un figlio che si prenderà cura di lei, che le garantirà una vecchiaia dignitosa. In questo modo
anche l’ordine sociale sarà salvaguardato.
20 Cfr. CG28, pp. 74-75, n. 8.

1.10 Page 10

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Ecco il grande miracolo di questa storia di risurrezione: la presenza di un Dio che accompagna il suo popolo,
che ridà speranza e vita alle persone e che genera unità nelle famiglie e nella società.
Come Congregazione salesiana, quotidianamente siamo testimoni di come il Signore continui a far risorgere
migliaia di giovani e le loro famiglie. Nei diversi ambienti in cui accompagniamo i giovani, abbiamo la grande
missione di conoscere e abitare la cultura dei giovani, soprattutto di quelli che vivono in situazioni difficili che
mettono a rischio il loro sviluppo personale. Di conseguenza, è chiaro che la nostra opzione sociale salesiana
è trasversale a tutti gli ambienti pastorali. Orientare i nostri PEPS a questa scelta e offrire servizi o
programmi che aprano le porte ai meno favoriti con un criterio oratoriano21 aiuta le nostre CEP a non perdersi
nella monotonia e nell’indifferenza che diventa complice delle varie forme di ingiustizia subite da tante
persone. Questa nostra opzione rende le comunità salesiane autenticamente salvifiche.
Sulla stessa linea, ma con un PEPS specifico22, l’ambiente delle opere e dei servizi sociali salesiani risponde a
queste situazioni di male sociale che mettono a rischio i giovani, che violano i loro diritti e quelli delle loro
comunità, emarginandoli dalla società. L’impatto di questo ambiente salesiano favorisce il tempestivo
reinserimento dei ragazzi e dei giovani nelle loro famiglie e nel loro ambiente, con metodologie proprie che
mirano al ripristino dei diritti violati, alla guarigione delle varie ferite che hanno lacerato la vita di ciascuno e
al potenziamento di capacità che garantiscano loro il pieno utilizzo della libertà dando loro pienezza di senso.
È il miracolo di far rinascere i giovani, che avviene nella misura in cui siamo in grado di realizzare il sistema
preventivo.
Tutto ciò spinge a impegnarci sempre più in processi di educazione ed evangelizzazione mediante la risposta
sociale delle nostre presenze, che adottano molteplici figure giuridiche di riconoscimento civile o ecclesiastico
come requisito per poter offrire i propri servizi nei diversi Paesi in modo professionale e trasparente.
Il nostro volto in questo settore è quindi quello delle Associazioni, delle Cooperative, delle Organizzazioni
non governative (ONG), delle Aziende autonome per gli aiuti umanitari, degli Accordi misti per la fornitura
concertata di servizi specializzati, dei Centri sociali che forniscono assistenza psico-sociale e sanitaria in
generale, e che sono anche agenzie di collocamento, ecc. Come negli altri settori della nostra pastorale
giovanile, ciò che ci distingue da altre organizzazioni simili è questo: noi salesiani evangelizziamo attraverso
l’offerta di servizi sociali, offrendo a tutti una ricerca di senso e un’apertura alla trascendenza, pur nel rispetto
della libertà di ciascuno.
Per rispondere a questi bisogni Don Bosco ha fatto nascere una Congregazione nello stesso momento in cui
gli ordini religiosi venivano espulsi in Piemonte. Di fronte alla società civile, infatti, la Congregazione appariva
come un’associazione di cittadini a scopo benefico. Così per primo nella Chiesa fondò una Pia Società e Opera
di uomini di Dio. Questa doppia dimensione continua ad arricchire le nostre opere e i nostri servizi sociali e,
allo stesso tempo, conferisce loro un’identità carismatica originale e specifica.
1.5. Diffondere la buona notizia
Sappiamo che il Regno di Dio cresce in mezzo al mondo in modo silenzioso e discreto e che facciamo parte di
una Chiesa che lavora generosamente per il bene della gente. È in questo contesto che l’ambiente delle Opere
e dei servizi sociali della Congregazione si è formato e rafforzato nelle varie ispettorie, fedele al carisma di
Don Bosco. Con questo stesso atteggiamento di grata umiltà, ma convinti che stiamo assistendo a un momento
storico che necessita della testimonianza della carità, è urgente sviluppare sempre più la capacità di comunicare
per dare visibilità, in un esercizio di trasparenza, alle nostre azioni e al bene che viene fatto e che raccontiamo
al mondo i frutti umani di questo lavoro che svolgiamo.
Colpisce il fatto che a Nain Gesù non chieda di rimanere solo con la bara per operare la risurrezione, né lo
faccia nell’intimità della famiglia del giovane. Questa azione si svolge sotto gli occhi di tutti. A tutti comunica
la potenza dell’amore di Dio, senza discriminare nessuno. Questo fece sì che i testimoni raccontassero ovunque
ciò di cui erano stati testimoni; essi stessi furono diffusori della buona novella, e la «fama di lui si diffuse per
tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante» (Lc 7,17).
Il Regno di Dio produce cambiamenti radicali in coloro ai quali viene annunciato e Gesù, in questo evento a
Nain, non impone il silenzio né impedisce ad altri di comunicarlo. Inoltre, nei versetti successivi lo stesso
Maestro dirà: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi
camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona
notizia» (Lc 7,22). Condividere la fede è il risultato del camminare con Gesù; celebrarla esprime la gioia di
21 Cfr. CG28, p. 79, n. 13e.
22 Cfr. CG27, n. 78.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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appartenere al gruppo che cammina con lui, e cercare la giustizia sociale è uno degli impegni più importanti
di una Chiesa che fa propri gli insegnamenti del suo Maestro.
Papa Francesco nelle due encicliche sociali Laudato si’ e Fratelli tutti insegna che il contributo di tutta la
Chiesa allo sviluppo umano è integrale; che lavorare per la giustizia e la pace richiede anche la cura del creato,
che è la nostra casa comune. Allo stesso modo, la nostra azione pastorale salesiana in ogni comunità locale e
in ogni ispettoria è chiamata a essere un’azione pastorale integrale che si rivolge preferibilmente ai giovani,
anche se non si limita a loro. Per aiutarli davvero, dobbiamo guardare alle loro famiglie (di nuovo, se ne hanno)
e ai loro gruppi sociali.
Lo sviluppo umano integrale è orientato anche a stabilire un dialogo con le altre fedi, con i governi, con le
istituzioni sociali e con tutti gli uomini e le donne di buona volontà che uniscono i loro sforzi in difesa della
dignità umana. Come Salesiani partecipiamo alla costruzione dell’amicizia sociale, la esprimiamo apertamente
e con metodologie concrete di intervento attraverso l’ambiente delle opere e dei servizi sociali. Questo
ambiente non è nuovo nel nostro carisma, poiché risponde all’ispirazione fondatrice, ed è per questo che invito
tutti i confratelli, gli ispettori e i loro consigli, i direttori e le loro comunità, così come le comunità educativo-
pastorali, ad essere coraggiosi e ad ascoltare il grido dei giovani – grido provocato dal peccato sociale – e,
quindi, ad offrire proposte che rispondano a questo danno strutturale della cultura odierna. Per fare questo
dobbiamo «vedere l’altro» e provarne compassione; solo così troveremo una via d’uscita da noi stessi e
vedremo come allocare le risorse umane e finanziarie che garantiranno la realizzazione di solidi itinerari di
accompagnamento per i giovani e le comunità a rischio.
«Gli esclusi sono la maggior parte del pianeta, miliardi di persone. Oggi sono menzionati nei dibattiti politici
ed economici internazionali, ma per lo più sembra che i loro problemi si pongano come un’appendice, come
una questione che si aggiunga quasi per obbligo o in maniera periferica, se non li si considera un mero danno
collaterale»23.
Questo è anche un invito, rivolto a noi religiosi salesiani, a imparare a essere molto liberi e sobri, a non
accomodarci e a rispondere alle circostanze avverse della vita. Dobbiamo anche imparare a tradurre i nostri
linguaggi religiosi in quelli delle società civili e a impegnarci nei dialoghi necessari. È, quindi, un appello
affinché nell’opzione carismatica per l’ambiente delle Opere e dei servizi sociali si vada verso una convergenza
di criteri che, pur rispettando l’esperienza e il lavoro di ogni presenza salesiana nel mondo, salvaguardi la
nostra identità evangelizzatrice e carismatica, per raccontare al mondo, con umiltà, semplicità e trasparenza,
l’impatto della nostra presenza nel settore sociale come risposta all’amore di Gesù24.
23 Cf. FRANCESCO, Laudato si’, n. 49.
24 Cf. FRANCESCO, Fratelli tutti, n. 95.

2.2 Page 12

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2. L’OPZIONE PER I PIÙ POVERI25
Con il linguaggio e le metodologie del suo tempo Don Bosco propone un nuovo modo di prendersi cura degli
adolescenti e dei giovani. Sarà precisamente la scelta a favore dei più poveri a guidare tutta la sua azione e il
conseguente consolidamento ed espansione della Congregazione Salesiana, Congregazione che egli stesso
fondò, accompagnato da alcuni giovani che vissero e impararono a Valdocco cosa fosse conoscere e amare
Gesù e a voler servire i giovani che incontravano in quella stessa casa. Questo li porterà a maturare e a sognare
“il proprio progetto di vita” (secondo le parole di oggi), al servizio della missione di cui sono stati il frutto. Il
fatto di stare con i poveri deriva dalla convinzione di Don Bosco stesso, che mantenne fedelmente per tutta la
vita.
I giovani che venivano all’oratorio di Valdocco si sentivano veramente a casa, perché c’era posto per tutti,
senza eccezioni o discriminazioni. Sono arrivati tutti con sogni, gioie, frustrazioni, tristezza e, molti di loro,
vittime delle numerose e dannose forme di povertà sociale. Tutti hanno trovato la possibilità di iniziare o
riprendere un percorso che assicurava loro una vita dignitosa e un futuro a cui avrebbero avuto accesso per
raggiungere i loro obiettivi. Nel rapporto diretto con ciascuno di loro, Don Bosco ha lasciato che il suo cuore
si plasmasse come educatore pastore, e ha lasciato questa caratteristica in eredità ai suoi figli, affinché in
qualsiasi parte del mondo, e in qualsiasi momento della storia, sia la loro povertà a spingerli a continuare a
sentire il bisogno di essere padri, educatori, fratelli e amici. È il nostro atteggiamento di fede che ci porta ad
accompagnare i ragazzi e i giovani nelle situazioni difficili in cui vivono. Del resto, più che rispondere
all’emergenza culturale dei tempi che abbiamo di fronte, cerchiamo di camminare con i giovani in un percorso
che dia loro dignità e nuove opportunità.
Le nostre Costituzioni riassumono la scelta per i giovani più poveri26 e ci indicano il cammino da seguire per
santificarci insieme a tutti i membri della CEP, un luogo in cui Dio ci chiede di essere presenti con spirito di
famiglia, accompagnandoli nella loro vita quotidiana. La capacità di essere un «magnifico laboratorio di
esperienze giovanili» che caratterizzava il sistema preventivo di Don Bosco, da lui vissuto e applicato, ha dato
origine, nel tempo, a un ricco patrimonio che alimenta la vita pastorale delle Ispettorie e che è stato
accuratamente raccolto nel Quadro di riferimento della pastorale giovanile salesiana.
2.1 Con una pastorale giovanile per la liberazione e il reinserimento di opere e servizi educativi
Penso che saremo d’accordo sul fatto che il compito educativo con i ragazzi e i giovani deve generare vita,
aprire alla vita e formare alla vita. In molte circostanze e luoghi sarà necessario offrire ai giovani la possibilità
di reintegrarsi nel nucleo dal quale sono stati espulsi o dal quale sono dovuti fuggire. Una delle tante modalità
di reinserimento è stata quella di favorire ambienti specifici che allontanano i giovani dal rischio o dal fatto
stesso della violazione dei loro diritti. In altri casi, il compito del reinserimento si è concentrato sulla
costruzione della coesione sociale, cercando di educare a superare il rifiuto e l’esclusione, la xenofobia e il
razzismo, e persino le barriere linguistiche e la mancanza di una formazione professionale che li preparasse al
lavoro. I curricula sociali così concepiti vanno oltre le tradizionali strutture accademiche e devono concentrarsi
anche sulla salvaguardia dei diritti delle persone, sulla ricerca della loro stabilità emotiva, fisica e spirituale,
sulla possibilità di renderle autonome attraverso la formazione di quelle competenze sociali che saranno
indispensabili nel loro rapporto con il mondo e nel loro inserimento nel mercato del lavoro.
In molti contesti, a causa della particolare legislazione, il momento dell’intervento con i giovani ad alto rischio
sociale è una variabile che ci spinge a essere creativi e ad avere la capacità di stabilire alleanze per realizzare
il nostro compito in modo efficace, riducendo al minimo qualsiasi situazione che possa nuovamente violare la
loro dignità. Perciò il compito educativo nel settore sociale è ampio e variegato e per questo, oltre al fatto che
l’opzione sociale deve essere trasversale in tutti i nostri ambienti pastorali, riconosciamo le opere e i servizi
sociali salesiani come un ambiente specifico per l’erogazione di servizi educativo-pastorali che possono essere
concepiti in vari modi sia nel POI che nel PEPS27.
A titolo di esempio:
25 Linee programmatiche del Rettor Maggiore per la Congregazione salesiana dopo il CG 28, in ACG 433 (2020), pp.
35-38 (priorità n. 5).
26 Cfr. Cost. 6; 26; 29 e 41.
27 Cfr. CG28, p. 112, n. 45g.

2.3 Page 13

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a. Programmi sociali associati alla presenza di altri ambienti pastorali.
In molte ispettorie esistono servizi educativi-sociali che funzionano nelle stesse strutture di altri ambienti
pastorali, o che sono la risposta alla proiezione sociale di un’opera specifica.
In alcuni di questi casi, l’idea è quella di educare a vivere il proprio tempo libero, o di offrire complementi
accademici e laboratori di formazione artistica o sportiva per la promozione della convivenza civile, tra gli
altri.
Si tratta di modalità molto efficaci con cui le nostre presenze aprono le porte ai quartieri in cui sono inserite e
le portano a partecipare alla vita locale, rendendoci vicini alle situazioni reali delle famiglie e permettendoci
di conoscere la realtà, a volte molto dura, di questi ragazzi e ragazze.
In altri luoghi, questo servizio si è sviluppato attraverso le parrocchie, i centri giovanili e gli oratori, dove è
cresciuta la sensibilità verso l’inclusione di persone con disabilità, bambini con difficoltà di apprendimento,
l’aiuto alla promozione della donna, l’aiuto alle famiglie, l’incontro multiculturale e multireligioso e la cultura
della non violenza.
In alcuni Paesi, gli ispettori motivano e assicurano le condizioni affinché i Salesiani abbiano l’opportunità di
integrarsi nei servizi sociali; in altri, è ancora in sospeso la questione della “conversione pastorale” che motiva
alcuni confratelli a voler vivere e servire in queste periferie. È importante che i Salesiani consacrati siano
coinvolti in questi programmi perché fanno parte dell’opzione preferenziale della nostra missione, e per questo
non possiamo abbandonarla, né lasciare soli i laici, che a volte sentono e denunciano l’assenza dei religiosi.
Questo squilibrio mette a rischio la stessa missione salesiana nel campo del servizio sociale. Insieme siamo
chiamati a far rivivere, ricreare e talvolta anche rifondare lo spirito di Valdocco, in un clima di fiducia
reciproca, poiché ognuno è invitato a contribuire con la propria specificità. A volte questo può essere un vero
e proprio ritorno alle origini.
b. Presenze con una dedizione esclusiva all’ambiente delle opere e dei servizi sociali.
Ci sono molte ispettorie con presenze salesiane la cui dedizione alla missione nel settore sociale è assoluta. A
causa dell’impatto delle istituzioni in questo settore, le opere sociali salesiane costituiscono un ambiente a se
stante, in quanto esistono una serie di fattori carismatici, requisiti legali e normativi a cui devono rispondere e
che conferiscono loro una propria identità e dinamica. È sempre più frequente che questo ambiente venga
descritto e precisato nei progetti organici ispettoriali, con opzioni e criteri chiari per il suo sviluppo nella vita
dell’ispettoria. Nella nostra Congregazione abbiamo opere sociali semplici e altre più complesse, sia per il
numero di programmi e servizi che offrono, sia per la loro articolazione e connessione con altri ambienti.
Come in ogni processo di crescita e maturazione delle istituzioni, è necessario progettare il futuro di queste
opere, ma sempre garantendo che rispondano con qualità e dignità ai bisogni dei beneficiari. È necessario
superare la mentalità, ancora persistente in alcune ispettorie, che fa sì che ci sia un divario e una differenza tra
gli edifici, le attrezzature e i profili degli educatori e degli operatori delle opere che si rivolgono ai giovani che
vivono senza privazioni economiche e quelle che si rivolgono ai più poveri. Questo perpetua la differenza tra
chi ha più possibilità e chi è meno favorito e, per essere fedeli al Signore Gesù e a Don Bosco, non possiamo
permetterlo, perché i poveri meritano il meglio da noi – come abbiamo imparato da Don Bosco.
Le situazioni in cui si trovano i disagiati non devono mai spaventarci. Anzi, ogni volta che come Salesiani
incontriamo questi giovani, dobbiamo essere entusiasti di accompagnarli nel loro processo di preparazione alla
vita. Da qui la necessità di essere molto professionali nei processi formativi che offriamo loro, poiché ogni
giovane è un progetto di Dio che abbiamo la responsabilità di accompagnare.
La nostra forza come Salesiani sta nel lasciarci aiutare e anche nell’imparare dagli altri. Non possiamo fare del
bene da soli. Per questo motivo, nell’ambiente delle opere sociali, dobbiamo coinvolgere un gran numero di
persone idonee, formate in diverse aree di conoscenza e discipline, che possano illuminare la riflessione e
l’azione da svolgere a favore di questi giovani e delle comunità che accompagnano. D’altra parte,
nell’animazione e nel governo corresponsabile delle nostre opere, è necessario generare i meccanismi necessari
affinché il processo decisionale sia condiviso anche con i laici e si instauri la cultura della valutazione dei
processi.
Certamente la questione della redditività e della sostenibilità economica di questo tipo di lavoro si pone sempre
come una preoccupazione. Per garantirla facciamo ricorso alla nostra intelligenza pastorale e alla capacità di
stabilire accordi con i governi, le amministrazioni regionali o locali, con le associazioni private o con le
organizzazioni che operano nella cooperazione allo sviluppo, sia a livello nazionale che internazionale. Ciò
che non dobbiamo mai dimenticare è di chi siamo figli e quale protezione abbiamo quando lavoriamo con i
suoi prediletti.

2.4 Page 14

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Un criterio molto importante a cui prestare attenzione a questo punto è la questione di con chi stringere
partnership, affinché nella ricerca di risorse finanziarie non ci si lasci imporre azioni che corrono il rischio di
svendere la nostra identità. Devo dire che la nostra intenzione evangelizzatrice nelle opere e nei servizi sociali
non è negoziabile. Quindi la bontà di questo ambiente sta nel fatto che con le nostre azioni in mezzo alle
comunità più disagiate gettiamo i semi del Regno, anche in contesti religiosi non cristiani, e sempre nel rispetto
e nella libertà degli altri, ma senza perdere un briciolo della nostra identità cristiana e salesiana.
2.2 Cura pastorale e accompagnamento con animatori idonei e preparati.
Ogni programma, ogni servizio e ogni lavoro sociale della nostra Congregazione mostra che nelle varie
ispettorie e CEP, consacrati e laici hanno sperimentato una grande apertura di cuore nel sentirsi inviati ai
giovani a rischio; hanno riflettuto sulle migliori strategie da seguire per proporre i relativi itinerari di
accompagnamento per loro e hanno preso le decisioni appropriate per garantire la continuità richiesta dai
progetti. Si tratta di un’azione coraggiosa, perché non è facile portare avanti iniziative che difendono chi “crea
problemi e fastidi”.
A questo punto vorrei esprimere un meritato riconoscimento alle tante donne e ai tanti uomini laici che
lavorano ai diversi livelli delle nostre opere e dei nostri servizi sociali, sia come educatori, sia come personale
di servizio, sia come specialisti nei diversi settori (pedagogisti sociali ed esperti di rieducazione, assistenti
sociali, psicologi, esperti di salute, insegnanti di scuola e istruttori di laboratori, addetti all’inserimento
lavorativo, personale di gestione e amministrazione, direttori). A tutti voi dico: Grazie, a nome del nostro Padre
Don Bosco, per il vostro buon lavoro, perché attraverso il contributo di ognuno di voi, i ragazzi, gli adolescenti
e i giovani, e le comunità e i quartieri nei quali i diritti sono violati, trovano veri padri e madri che si
preoccupano di loro e che fanno loro sentire la predilezione di Dio.
So che molti di voi vivono la propria professione con profonda passione fino ad assumerla come una vera e
propria vocazione. Questo vi rende veri e propri apostoli del Vangelo. Molti di voi, in tanti Paesi del mondo,
provengono da culture e tradizioni religiose proprie dei loro contesti, e questo ci rende ancora più vicini, perché
è sulla base dei valori che condividiamo che ci riconosciamo come membri della stessa famiglia nata a
Valdocco.
So che voi, cari laici, alla fine delle vostre giornate intense, tornate a casa per continuare il lavoro delle vostre
amate famiglie, e che spesso sacrificate parte del vostro tempo personale per rispondere alla chiamata dei
giovani dell’opera salesiana.
So anche che in alcune occasioni alcuni di voi hanno vissuto momenti di incomprensione.
Vi incoraggio ad andare avanti, sapendo che nella certezza della vocazione ricevuta troverete sempre la forza
per un dialogo sincero che vi aiuti a crescere e a maturare. Grazie per la tua vita, per la tua amicizia e per il tuo
accompagnamento dei giovani, della CEP e di noi salesiani.
E un profondo riconoscimento lo rivolgo anche ai miei cari confratelli salesiani, coadiutori e sacerdoti, che
con immensa carità pastorale si sono dati, o continuano a farlo, al servizio dei più poveri.
In silenziosa obbedienza, molti miei confratelli si sono santificati e hanno comunicato la grazia di Dio ai
sofferenti, a coloro che sono più afflitti e bisognosi, assistendoli, stando al loro fianco, consigliandoli, offrendo
loro nuove possibilità in cui dirigere lo sguardo. Molti hanno dovuto affrontare incomprensioni perché non
sempre e ovunque siamo stati preparati a comprendere le proposte educative e sociali. Molti Salesiani trovano
nella metodologia delle opere e dei servizi sociali una dinamica vibrante del nostro carisma, perché sono spazi
che si allontanano dalla rigidità, che offrono freschezza e lanciano in missioni pastorali audaci.
Chiedo al Signore la grazia che molti giovani salesiani, a partire dalle stesse case di formazione, si
entusiasmino per gli apostolati a contatto con le strade e gli ambienti depressi dove, come accadde al giovane
sacerdote Giovanni Bosco, possano commuoversi per le situazioni di degrado dell’umanità, e trovino felicità
nell’amicizia e nello state con quei giovani.
Grazie a Dio, sono molti i confratelli che oggi orientano il loro progetto di vita vocazionale a lavorare in questo
ambiente che ci permette di vedere senza alcun velo il volto del Risorto. Resta una sfida per i nostri processi

2.5 Page 15

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di formazione iniziale, specifica e permanente offrire gli strumenti che permettano ai Salesiani di conoscere e
amare la dimensione sociale delle nostre presenze, in modo da essere competenti in questo campo e proporre
così con pertinenza l’azione pastorale che essa richiede.
2.3 Una pastorale che tenga in considerazione la famiglia.
La famiglia è la casa naturale di ogni essere umano. È in famiglia che si impara a essere persone e cittadini.
Molti dei drammi vissuti dagli adolescenti e dai giovani dei servizi sociali hanno origine nella loro situazione
familiare.
Ci sono famiglie armoniose, stabili, accoglienti e attente al benessere di ciascuno dei loro membri, ma ci sono
anche famiglie in cui, di fronte ai problemi di uno dei loro figli, non hanno né la capacità né le risorse per
favorirne il processo di guarigione e reintegrazione. Alcune di queste situazioni sono, ad esempio, l’uso di
droghe, il coinvolgimento in gruppi criminali o violenti, le minacce all’integrità personale da parte di terzi o i
procedimenti legali28. In alcuni casi, le famiglie sono vittime di cause esterne che le disgregano, e i bambini
rimangono senza legami e legami di sostegno che li supportino, come nel caso delle regioni in cui si verificano
situazioni di guerra, sfollamento forzato a causa della violenza, disastri naturali e, in particolare, tutti i tipi di
migrazione. Il fenomeno della povertà, unito all’instabilità emotiva di alcuni genitori, li porta ad avere
problemi comportamentali che spesso si ripercuotono sui figli. La famiglia diventa disfunzionale e finisce per
essere un ambiente avverso e persino abusivo.
«La realtà è diventata molto complessa, tanto che oggi non si può parlare di famiglia al singolare, ma al plurale.
Non c’è una famiglia, ci sono le famiglie. Nonostante le molteplici configurazioni familiari, possiamo
affermare che le relazioni familiari sono una componente di vitale importanza, perché sono l’accesso alla
costruzione e allo sviluppo della personalità. La famiglia è il luogo di incontro delle diversità che sono alla
base dell’esperienza umana. Pertanto, quando parliamo di cura della famiglia, implica la cura dei suoi membri
nella loro diversità, nei loro bisogni, nella loro dignità; nessun’altra istituzione è al di sopra della famiglia nella
costruzione dello sviluppo umano integrale»29.
L’elemento reintegrativo della pedagogia sociale salesiana cerca di permettere al giovane, nel suo processo di
maturazione personale, di ricostruire i legami interrotti con la sua famiglia. Da questo punto di vista, il recente
documento salesiano “Pastorale giovanile e famiglia” ci insegna che, essendo il nostro ministero rivolto in
primo luogo ai giovani, non possiamo isolarli dal mondo a cui appartengono, e siamo quindi chiamati ad
accompagnare le realtà familiari per garantire loro le giuste condizioni, sia di convivenza che di sostegno
reciproco, dalla stabilità affettiva a quella economica. Una famiglia frammentata mette a rischio ciascuno dei
suoi membri, e l’intervento sociale mira a stabilire le cause di questo malessere per attivare nel giovane i
possibili percorsi da seguire affinché possa reinserirsi in essa, facendo parte di un ambiente accogliente,
affettuoso e formativo di cui si sente parte importante, e che può contribuire a consolidare30. In questo stesso
movimento, è ideale che le famiglie si uniscano al processo di reinserimento dei giovani come chiave sicura
per la loro guarigione31.
3. L’IMPEGNO PER LO SVILUPPO UMANO INTEGRALE
La dottrina sociale della Chiesa ha ispirato e continua a ispirare il lavoro salesiano. Le nostre proposte
educative hanno una prospettiva spirituale, perché agiamo in nome di Dio e orientiamo le nostre azioni verso
di Lui; ma hanno anche una prospettiva socio-politica, perché siamo impegnati nella trasformazione della
realtà, e in questo stesso senso accompagniamo i giovani a impegnarsi e a essere agenti dinamici della cultura.
Questo cambiamento di mentalità richiede di rompere con le logiche che schiavizzano e ideologizzano le
persone e di procedere insieme verso uno sviluppo umano integrale. Questo concetto è legato a quello di
28 Cfr. CG28, pp. 69-70, n. 2.
29 DICASTERO PER LA PASTORALE GIOVANILE SALESIANA, Pastorale giovanile e famiglia, Editrice S.D.B., Roma 2021, p.
12.
30 Cfr. CG28, p. 81 n. 15.
31 Cfr. CG28, p. 82 n. 15h.

2.6 Page 16

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“crescita”32 che per molti anni ha guidato gli indicatori che cercavano di misurare l’evoluzione delle società
solo da un punto di vista finanziario. L’insegnamento della Chiesa ci porta a comprendere che ogni
cambiamento benefico nella dimensione materiale e sociale delle persone è direttamente collegato alla loro
trascendenza33, ed è una chiamata a essere veramente umani, poiché questo è il disegno di Dio per tutta
l’umanità e anche, naturalmente, per i credenti che trovano in Cristo la misura dell’uomo perfetto34.
Questo processo riunisce molti sforzi per la giustizia, la pace e la cura del creato. Papa Francesco ha pubblicato
le sue preziose encicliche Laudato si’ (2015) e Fratelli tutti (2020) intorno a questa proposta, e dal 2016 ha
persino istituito un Dicastero specifico per regolare e amministrare le questioni relative ai migranti, ai più
poveri, ai malati, agli esclusi e agli emarginati, le vittime dei conflitti armati e dei disastri naturali, i detenuti,
i disoccupati e le vittime di tutte le forme di schiavitù e tortura; nonché il programma di accompagnamento
della pandemia di COVID 19 e il coordinamento dell’ecologia integrale attraverso la piattaforma Laudato Si’.
È chiaro che non possiamo parlare di opere e servizi sociali salesiani senza riconoscere che siamo coinvolti in
questa chiamata a partecipare al cammino dello sviluppo umano integrale a cui Papa Francesco ha invitato la
Chiesa e il mondo. È, per così dire, l’agenda ufficiale della Chiesa alla quale siamo istituzionalmente allineati
come Congregazione. Questo aggiunge valore al significato delle nostre opere, rafforza l’identità carismatica
del nostro intervento educativo-sociale e ci illumina nella scelta dei nostri alleati e stakeholder.
3.1 L’importanza delle opere per i giovani a rischio e l’innovazione sociale.
La missione salesiana, in tutte le sue manifestazioni istituzionali e nei programmi di assistenza alle popolazioni
in situazione di violazione dei diritti, genera itinerari che partono dal rispetto di ogni singola persona,
accompagnandola a scoprire il proprio posto nel mondo in dialogo con i valori evangelici della fede cristiana
o del proprio credo. La teoria dello sviluppo chiama questo fenomeno di cambiamento “innovazione sociale”,
che tiene conto della ricchezza esistente in una popolazione, cercando di generare abitudini nelle persone a
partire dalle loro possibilità, in modo che possano trovare la propria strada verso una vita più dignitosa. In
questo modo, carisma salesiano e innovazione sociale sono come due facce della stessa medaglia: il primo in
senso teologico-pastorale e spirituale, e il secondo nel linguaggio accademico e civile di oggi, che cerca di
indicare processi di coesione all’interno della cultura, portando individui e collettività allo sviluppo umano
integrale e, quindi, dalla nostra visione del mondo della vita, alla trascendenza.
Nel suo magistero, Papa Francesco instaura un dialogo importante e necessario tra il linguaggio dell’impegno
sociale della Chiesa, che difende la dignità umana, e quello delle organizzazioni internazionali che
garantiscono politiche per il benessere dei popoli.
Negli ultimi decenni sono state molte le agende promosse da organizzazioni ecclesiastiche e civili che operano
nel campo della cooperazione allo sviluppo, la maggior parte delle quali converge nel concetto di sostenibilità.
Un’organizzazione, in questo caso un’opera o un servizio sociale, è sostenibile quando genera un sano
equilibrio tra l’adempimento della sua missione, l’impatto che ha sull’ambiente e la sostenibilità finanziaria
che la sostiene. Da questo punto di vista, è interessante considerare la sostenibilità come una componente che
aiuta a valutare il significato delle opere e dei servizi sociali salesiani. È un’opportunità per superare il pericolo
che esiste in molte istituzioni sociali (e talvolta ecclesiali) di ridurre i valori del Vangelo e della dottrina sociale
ad azioni meramente filantropiche, evincendo dai nostri piani di intervento veri e propri processi di
accompagnamento alla trascendenza.
3.2 Complementarietà dei saperi e delle istituzioni salesiane
Il modello di pastorale che porta allo sviluppo umano integrale nell’ambiente delle opere e dei servizi sociali
salesiani è arricchito dal contributo di diverse discipline, tra le quali vorrei sottolineare le seguenti:
a. Il contributo salesiano nell’approccio ai diritti umani nei nostri contesti.
La pluralità culturale e i requisiti legali hanno portato la Famiglia salesiana a sentire la sfida di dover rispondere
in modo particolare alle esigenze dei giovani a rischio in ogni contesto. Tuttavia, il fenomeno della
globalizzazione sta rendendo i fattori che causano l’ingiustizia sociale e la violazione dei diritti delle persone,
32 PAOLO VI, Populorum progressio, 14.
33 FRANCESCO, Laudato si’, 225.
34 Cfr. Ef 4,13.

2.7 Page 17

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così come le strategie che vengono generate per combatterli, sempre più comuni e simili in tutte le società e i
luoghi.
Comprendere le chiavi sociologiche di ogni momento storico nei vari contesti è un’opportunità per rafforzare
il lavoro salesiano nell’ambiente delle opere sociali e dei servizi sociali salesiani, ed è un modo concreto di
proiettarlo nel futuro per garantirne il significato. Questa disciplina ci fornisce gli strumenti per garantire che
il nostro impegno nei confronti dei giovani sia permanente, perché la società è sempre in evoluzione; ci aiuta
ad essere profondi e appassionati nel nostro lavoro, perché più siamo in grado di analizzare la condizione del
cambiamento umano, più opportunità avremo di trovare le chiavi che portano ai cambiamenti che portano allo
sviluppo integrale.
Con una metodologia interdisciplinare, attivando osservatori che favoriscano una lettura sociologica attenta e
costante dei fenomeni che muovono le dinamiche dei ragazzi e dei giovani, si indica la strada per la
configurazione degli itinerari educativi da seguire e si apre l’ingresso a vari forum, come quelli che in ogni
Paese e in ogni regione vengono istituiti per denunciare la violazione dei diritti dei minori.
Contemporaneamente si offre l’opportunità di lavorare per la difesa di questi diritti. Il compito di osservare
questi fenomeni è essenziale in questo ambiente, perché nella formulazione del PEPS, un’analisi del contesto
ben fatta renderà cospicua l’offerta dei nostri servizi sociali e ci manterrà rilevanti tra le istituzioni del settore
sociale.
Come Chiesa e come Congregazione salesiana, riconosciamo che i diritti umani sono un dono prezioso che
dobbiamo difendere e promuovere. Le nostre comunità locali e ispettoriali hanno percorso un lungo cammino
in questo senso. Nel 2009, con il Congresso Sistema Preventivo e Diritti Umani, la Congregazione ha fatto la
scelta di rendere questa linea trasversale a tutti gli ambienti e livelli delle nostre strutture nel mondo. In modo
particolare, guardiamo alla Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che le Nazioni Unite hanno
proclamato nel 1989 come accordo globale che dà rilevanza ai minori come soggetti che hanno il diritto di
essere educati in modo integrale, aiutandoli a sviluppare tutte le loro capacità e a rafforzare la loro personalità.
In questo modo, si assicura un percorso attraverso il quale l’umanità può avanzare con sicurezza verso il
raggiungimento della pace e della dignità umana, nella misura in cui le nuove generazioni vengono rispettate
e formate a questo atteggiamento.
Dovrebbe rassicurarci sapere che come religiosi e laici della CEP prendiamo le misure necessarie e
sviluppiamo gli strumenti necessari per salvaguardare l’integrità dei minori e di tutta la comunità, sapendo che
tutti i suoi membri devono conoscerli, interiorizzarli, rispettarli e osservarli.
b. La pedagogia sociale in chiave salesiana.
Quando si parla di rischio sociale, si intende la possibilità concreta che i diritti umani delle persone vengano
colpiti o radicalmente violati. Nei contesti umani più diversi troviamo molte forme di povertà che colpiscono
i minori in generale. Tuttavia, i contesti di elevata povertà socio-economica concentrano un gran numero di
elementi che mettono a rischio la dignità delle persone. Ci sono molte periferie umane che portano con sé
l’emarginazione subita da milioni di persone rispetto ad alcuni dei benefici di cui godono i cittadini comuni.
In casi più scandalosi e degradanti, vediamo come milioni di altri esseri umani vivano nella totale esclusione,
senza poter avere le opportunità che dovrebbero essere garantite in tutte le società.
La nostra opzione carismatica a favore dei più poveri chiede di impegnarci, per quanto possibile, a contribuire
a spezzare i cicli di povertà ed esclusione, e lo facciamo, fondamentalmente, attraverso l’istruzione. Nella
maggior parte delle ispettorie che hanno programmi sociali c’è la sfida di formare educatori sociali e
pedagogisti sociali, poiché non è facile trovare i profili giusti in tutti i contesti e, in molti casi, non c’è nemmeno
un’offerta accademica per prepararli come tali.
Dal punto di vista laico, gli educatori sociali e i pedagogisti sociali sono una figura molto simile all’assistente
salesiano che Don Bosco voleva per i suoi ambienti. Attraverso la pedagogia sociale, ci interroghiamo sul tipo
di cittadino che dobbiamo accompagnare verso la maturità, partendo dal riconoscimento delle singolarità dei
ragazzi, degli adolescenti e dei giovani di queste nostre presenze.
Tra i tanti preziosi scritti sulla pedagogia sociale, vorrei suggerire in modo semplice la lettura aggiornata35 del
Sistema Preventivo offerta dal nostro confratello, padre Jean Marie Peticlerc, il quale osserva che sono tre i
momenti chiave in cui le opere e i servizi sociali salesiani propongono attualmente itinerari di
accompagnamento per i giovani a rischio: la pedagogia dell’accoglienza, la pedagogia della speranza e la
pedagogia dell’alleanza.
35 Cfr. PETICLERC JEAN MARIE, I valori più significativi del Sistema Preventivo, in AA. VV., Sistema preventivo e
diritti umani, Roma 2009.

2.8 Page 18

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- La pedagogia dell’accoglienza identifica i primi passi che gli educatori compiono per entrare in contatto
con ogni singolo giovane. Da lì viene generato il link che permetterà a ciascuno di loro di aprirsi alle
proposte pedagogiche. Questo è possibile perché il giovane riconosce credibilità all’educatore che lo
accompagna. Infatti, se manca la fiducia non ci sarà alcun processo educativo.
- La pedagogia della speranza permette di vedere come educatori e specialisti di diverse discipline
propongono itinerari che permettono di accompagnare il giovane, aiutandolo a maturare in modo integrale.
Si percepisce che c’è un percorso da seguire, basato sulla fiducia, che porterà frutti.
- Infine, la pedagogia dell’alleanza permette di scoprire la rete di reti che si sta costruendo e che deve
garantire alle persone, in questo caso ai giovani che si rivolgono alle nostre opere e ai nostri servizi sociali,
le opportunità che li aiuteranno a crescere come cittadini, a esercitare i loro diritti e doveri e a partecipare
a un sano sviluppo della cultura. Ciò dimostra la funzione regolatrice della società come garante dei diritti,
incanalata attraverso il ruolo dello Stato e delle istituzioni pubbliche, nonché degli enti che devono
garantire il benessere dei cittadini.
c. La complementarietà dei saperi.
Come ho già detto, il modello pastorale e psicosociale si basa sulla costruzione di fiducia, speranza e alleanza.
È meraviglioso osservare come il Sistema Preventivo Don Bosco abbia la capacità di coinvolgere tante persone
- laici e consacrati - che arricchiscono le nostre presenze con nuovi linguaggi, nuove esperienze educative,
nuove strade da percorrere per andare incontro ai giovani più bisognosi. In questo lavoro di complementarietà,
noi consacrati salesiani abbiamo l’opportunità di contribuire anche alla grande ricchezza
dell’accompagnamento personale e spirituale dei minori, delle loro famiglie e delle loro comunità di quartiere
o locali.
Nella nostra Congregazione, oltre a una ricca esperienza pastorale, abbiamo un abbondante patrimonio
intellettuale che ha dato vita a scuole, istituti, centri di formazione professionale, centri per la cura dei minori,
gruppi di ricerca e numerose pubblicazioni scientifiche che fanno delle nostre Università e delle nostre
Istituzioni di Alta Formazione dei veri e propri punti focali che illuminano la riflessione nei vari ambiti del
sapere, e che assumono un significato particolare quando questo ha un impatto sul processo di
accompagnamento delle persone e dei gruppi. Questa enorme capacità è stata portata avanti da salesiani e laici
che hanno offerto, e continuano a offrire oggi, le loro capacità intellettuali al servizio della missione.
Tra le importanti offerte di formazione superiore, la nostra Università Pontificia Salesiana di Roma, in quanto
università della Congregazione, ha visto nascere significative produzioni accademiche nei campi della
pedagogia e della pedagogia sociale, della psicologia e della sociologia, che sono fondamentali per il
consolidamento dell’ambiente delle opere sociali. Dobbiamo continuare su questa linea e aumentare la
collaborazione con le altre IUS (Istituzioni Universitarie Superiori) e con le università nell’impegno per lo
sviluppo umano in molteplici campi.
Faccio appello alle ispettorie, e a coloro che prestano servizio nelle opere sociali, affinché in mezzo all’intenso
lavoro apostolico (educativo e sociale), compiano un sano esercizio di intelligenza pastorale per non cedere
alla tirannia di rispondere solo all’urgenza. Abbiamo bisogno di sistematizzare la nostra azione educativa e di
tenerla sempre aggiornata, con un’analisi permanente della realtà, dei contesti e delle realizzazioni che possono
rendere significativa la missione. È vero che non tutte le comunità hanno la capacità di svolgere questo
compito, per cui è di grande valore generare reti anche sotto questo aspetto.
Per questo motivo invito anche i nostri istituti di istruzione superiore a far sì che gran parte della loro riflessione
sul settore sociale possa provenire dai territori in cui si trovano le nostre opere salesiane e dall’esperienza che
viviamo in essi. Che la ricerca universitaria svolga davvero la sua funzione sociale di fornire dati e riflessioni
che portino a una saggia comprensione dei fenomeni umani e culturali, e che questo permetta ai vari agenti
sociali e agli educatori di prendere decisioni, generando così le azioni necessarie e persino innovative per ogni
ambiente.
Invito, infine, le opere e i servizi sociali, le Università salesiane, il Settore di Pastorale Giovanile, il settore
Missioni e Comunicazione Sociale della Congregazione, le Procure missionarie e le ONG di ispirazione
salesiana, e le ispettorie a unirsi e coordinarsi sempre di più, e a lavorare in progetti multisettoriali con senso
di comunione e corresponsabilità, per continuare a offrire le migliori risposte possibili e responsabili a questi
minori e giovani, e alle loro comunità impoverite; e, tutto questo, sempre nella fedeltà al carisma.

2.9 Page 19

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3.3 Impegno nella cittadinanza attiva.
Dalla logica con cui ho presentato la riflessione fino a questo punto, è facile concludere che non è possibile
avere una proposta di sviluppo umano integrale che favorisca le persone senza coinvolgerle in questo stesso
processo, quindi sottolineo due aspetti molto importanti che ci aiutano a rafforzare questo proposito:
a. Formazione alla cittadinanza attiva.
La cittadinanza attiva porta alla formazione di persone sensibili e attente alle grandi sfide dell’umanità e al
desiderio di fare qualcosa per trovare soluzioni comuni.
È molto importante motivare e insegnare ai giovani a riflettere e proporre percorsi, obiettivi e processi basati
sul valore e sulla ricchezza delle persone nel loro luogo, territorio e contesto. Questo permetterà loro di
esercitare una certa leadership nella ricerca del bene comune e del miglioramento della propria vita e di quella
degli altri. Dal punto di vista della fede e della prospettiva cristiana, ciò significa preparare giovani che saranno
veri «discepoli-missionari» (secondo le parole di Papa Francesco)36 capaci di essere significativi qui e ora.
In un numero significativo di ispettorie esistono programmi specializzati per la formazione alla cittadinanza
attiva, pensati sia per formare giovani e adulti in questo campo sia per generare progetti che rafforzino questa
dimensione della cittadinanza attiva nei diversi ambienti pastorali.
b. Il volontariato per la costruzione dell’amicizia sociale.
Il volontariato è una delle realtà presenti a Valdocco fin dalle origini del carisma (anche se è un termine più
adatto ai nostri tempi che a quelli di allora). Furono i giovani stessi a voler aiutare Don Bosco a compiere la
sua missione. Da quell’esperienza alcuni di loro rimasero con lui, e con alcuni di loro Don Bosco fondò la
Congregazione Salesiana. È bello immaginare cosa deve aver pensato mamma Margherita quando Don Bosco
ha chiesto il suo aiuto per essere la madre dei suoi giovani. Avrà provato molta emozione e una gioia profonda
nel sapere che stava aiutando suo figlio in qualcosa di importante. È possibile che abbia provato nostalgia nel
lasciare la casa in cui aveva vissuto per tanti anni: la terra per cui aveva lavorato duramente, la famiglia e i
vicini. Deve aver provato incertezza nel partire per l’ignoto, come ignota era senza dubbio la vita che lo
attendeva a Valdocco, e così via. Nonostante tutto, ha accettato l’invito di suo figlio e ha contribuito a
migliorare la vita di tanti ragazzi.
La missione salesiana continuò a diffondersi in tutto il mondo, frutto dello Spirito Santo (vero ispiratore del
carisma), e molte persone vi aderirono. Come Don Bosco, anche noi oggi abbiamo bisogno di aiuto per
continuare a costruire il Regno di Dio ovunque il Signore ci abbia piantato. Come Don Bosco, anche noi
possiamo proporre ai giovani di essere pastori ed educatori di altri giovani, e un modo per farlo, tra i tanti modi
di vivere e impegnarsi, è il volontariato.
Attraverso questa esperienza possiamo promuovere una cultura di solidarietà, l’apertura della mente del cuore.
Attraverso l’incontro con gli altri, in altre culture e geografie, l’esperienza del volontariato dovrebbe offrire
alle persone, in particolare ai giovani che sono stati destinatari dei nostri processi di accompagnamento in
alcuni ambienti salesiani, un’esperienza che li aiuti ad avere una prospettiva valida e ricca sulla loro vita. Le
stesse presenze salesiane che ospitano i volontari subiscono un impatto positivo dalla loro presenza.
Nella nostra pastorale giovanile ci sono vari tipi di volontariato in cui le persone donano generosamente il loro
tempo, il loro lavoro e la loro vita nelle case salesiane o nei vari servizi offerti, che è anche un indicatore molto
importante per queste presenze nel consolidamento dello sviluppo umano integrale. Questa esperienza, che si
svolge soprattutto nelle nostre opere sociali e missionarie, è un dono di Dio che viene vissuto nel mondo
salesiano e che ha creato legami di amicizia e di appartenenza tra volontari, salesiani e giovani delle opere.
Anche le comunità salesiane che accolgono i volontari sono interpellate dalla loro stessa presenza e spesso
sentono la sfida che il contatto e collaborazione con i volontari rappresentano per vivere in modo sempre più
testimoniale il loro essere salesiani di Don Bosco.
3.4 Educazione alla fede e accompagnamento nelle opere sociali salesiane
In un momento in cui le opere sociali salesiane cercano soprattutto di dare priorità alle persone (ragazzi,
adolescenti e giovani) piuttosto che alle strutture, ai servizi e alla gestione stessa, non possiamo dimenticare
che “per noi l’evangelizzazione e la catechesi sono le dimensioni fondamentali della nostra missione”. Come
Don Bosco, «siamo tutti chiamati a essere educatori della fede»37 in ogni occasione e in ogni contesto. La
catechesi e l’educazione alla fede non sono qualcosa che dovremmo offrire solo ai ragazzi e alle ragazze più
36 FRANCESCO, Evangelii Gaudium, nn. 119-121.
37 Cfr. Cost. 34.

2.10 Page 20

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fortunati, abili e capaci. Sono proprio i più bisognosi i primi ad essere arricchiti dal dono della presenza del
Signore nella loro vita, dal dono della fede - qualunque sia la loro religione. Non cadiamo nell’errore di
pensare che questi nostri destinatari privilegiati non siano mai sufficientemente preparati per poter compiere
questo cammino di iniziazione cristiana o di maturazione nella fede. Per questo abbiamo scritto che «Don
Bosco ha trasmesso la sua passione per la salvezza dei giovani, vissuta nell’impegno costante per una catechesi
semplice, essenziale, adatta alla condizione, all’età e alla cultura dei giovani e unita alle altre proposte
educative e ricreative dell’Oratorio. La catechesi salesiana non avviene alla fine di un processo preparatorio,
ma costituisce il cuore, implicitamente, dei primi incontri e, esplicitamente, dell’intera proposta formativa.
Don Bosco non distingueva tra il primo annuncio e la catechesi, ma quando incontrava un giovane lo invitava
subito a un cammino di vita cristiana»38.
Fedele alla tradizione salesiana, credo sia essenziale non trascurare il fatto che l’educazione alla fede e la
catechesi siano poste al servizio della formazione integrale della persona umana, sempre nel rispetto di ogni
individuo.
4. L’AMBITO DEL SISTEMA PREVENTIVO.
Il Sistema Preventivo, nel quale troviamo l’identità educativa e spirituale salesiana, si concretizza in modo del
tutto particolare nella cura degli adolescenti e dei giovani a rischio sociale in diversi modelli educativi e
pastorali. Ogni ambiente pastorale deve essere in grado di dare una risposta adeguata e specifica alla realtà dei
giovani con cui condividiamo la nostra vita, secondo il criterio oratoriano quale fonte permanente di
ispirazione.
Le opere e i servizi sociali salesiani hanno un duplice compito: prevenire le situazioni che possono violare i
diritti dei ragazzi e dei giovani e curare le ferite causate dalla violazione di questi diritti, che hanno portato a
dolorose condizioni di emarginazione.
La difesa, la restituzione e la salvaguardia dei diritti dei ragazzi, degli adolescenti e dei giovani - così come
delle loro famiglie, dei gruppi e dei quartieri - danno al Sistema Preventivo Salesiano una caratterizzazione e
attuazione molto concreta. La mitigazione del rischio sociale, il ripristino dei diritti, il reinserimento e la
reintegrazione nella vita sociale sono i risultati attesi di questa azione pastorale. A partire dalla nostra opzione
evangelizzatrice, tutti i nostri ambienti sono chiamati ad avere uno sguardo sociale a favore dei più poveri e
svantaggiati.
Non possiamo giudicare i giovani solo a partire dai loro problemi. È vero che non è facile lavorare
nell’ambiente delle opere e dei servizi sociali. Come Don Bosco, la pazienza e l’alta tolleranza alla frustrazione
devono essere arricchite dalla fede e dalla certezza di lavorare per il Regno di Dio. Ma allo stesso tempo
l’enorme soddisfazione di vedere i risultati in molti di questi giovani, in ognuno di loro, ognuno secondo il
proprio ritmo e secondo le proprie possibilità, ognuno con i propri doni, continua ad essere “segno di
resurrezione” come a Nain.
È una gioia che come salesiani e laici sperimentiamo perché siamo certi che l’opzione per le opere e i servizi
sociali salesiani riflette lo stesso volto di Dio.
4.1 Una risposta costante.
Il carisma di Don Bosco è una manifestazione della predilezione di Dio per i giovani e, tra questi, per i meno
favoriti. Lo dimostra la molteplicità dei progetti che compongono il settore delle opere e dei servizi sociali
della Congregazione salesiana in 134 Paesi. Attualmente, i salesiani e i laici delle nostre presenze si occupano
di bambini, adolescenti, giovani e comunità a rischio, in circa 1.120 programmi che, nei cinque continenti,
sono legati ai vari ambienti pastorali di alcune opere, oppure costituiscono comunità educative pastorali con
progetti specifici del modello sociale. Queste esperienze sono il risultato di molti decenni di lavoro generoso
in cui le comunità locali e ispettoriali hanno risposto con fede alla voce dello Spirito, reagendo ai bisogni dei
38 DICASTERO PER LA PASTORALE GIOVANILE SALESIANA, La Pastorale Giovanile Salesiana. Quadro di riferimento,
Editrice S.D.B., Roma 20143, pp. 142-145.

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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giovani nei loro contesti e nelle loro realtà, rinnovando e aggiornando il modo di interpretare e applicare il
sistema preventivo.
Nonostante le distanze e le differenze culturali in cui sono nate le diverse proposte, questo ambiente si sta
sempre più consolidando sia per la sistematizzazione e la professionalizzazione degli itinerari proposti a fronte
alle diverse problematiche giovanili, sia per l’evoluzione legislativa che ha caratterizzato il settore sociale
(talvolta chiamato terzo settore). Il fenomeno della globalizzazione ha anche omogeneizzato i problemi che
mettono a rischio la dignità delle persone e, in risposta a ciò, il lavoro in rete ha portato a risposte che
consentono di offrire soluzioni adeguate.
Come Rettor Maggiore ho indicato nella mia proposta programmatica per la Congregazione dopo la
celebrazione del CG 28 la «priorità assoluta per i giovani, i più poveri e i più abbandonati», e ho affermato con
profonda convinzione che «se un giorno dovessimo abbandonare i ragazzi, i giovani e, tra loro, i più poveri,
sarebbe l’inizio della morte della nostra Congregazione»39.
Sono molto grato al Signore nel vedere il cammino compiuto in molte comunità locali e ispettoriali. In questo
momento rinnovo l’invito a continuare a condividere la ricchezza del patrimonio carismatico che possediamo,
affinché, insieme, possiamo continuare a plasmare e consolidare l’identità evangelizzatrice ed educativa di
questo importante ambiente nel quale siamo anche testimoni dell’amore e della bontà del Signore. Per
raggiungere questo obiettivo abbiamo sempre più bisogno di unificare i linguaggi che ci porteranno a capirci
e a dialogare su ciò che riteniamo importante nelle nostre proposte; saremo così in grado di stabilire i criteri
minimi ma comuni che devono guidare il PEPS proprio di questo ambiente educativo-pastorale nel quale si
lavora con i più poveri e abbandonati, e di rafforzare il lavoro di rete tra le ispettorie e le regioni all’interno
della nostra Congregazione. È vero che ci sono Paesi e ispettorie in cui questa riflessione è molto avanzata; in
altri casi si procede più lentamente, ma si stanno facendo passi significativi.
Con queste parole, desidero accompagnare e sostenere gli sforzi di molte ispettorie che, inserendo con
decisione nel POI la scelta preferenziale per i più poveri, dedicano ogni tipo di risorsa a questa missione e
garantiscono la sostenibilità di questi programmi e servizi.
Allo stesso modo, seguo con grande speranza il lavoro consolidato di alcune Conferenze di ispettori e regioni
che hanno creato strutture di coordinamento per i processi di gestione, comunicazione e formazione del settore
sociale nei loro territori.
A questo proposito vorrei sottolineare il lavoro svolto da Youth at risk (YAR) in India; dalla Rete Salesiana di
Azione Sociale in Brasile; dai Salesiani per il Sociale in Italia; dalle Piattaforme Sociali Salesiane in Spagna e
dall’esperienza della Rete Salesiana dell’America Sociale (RASS) che opera da più di 20 anni di riflessione e
azione congiunta ininterrotta e che comprende 18 Ispettorie delle 2 regioni del continente americano. In tutte
queste esperienze sono presenti linee d’azione definite in piani d’azione di qualità, strategie di intervento
giovanile consolidate, supporto tecnologico idoneo e programmi di formazione congiunti. E soprattutto
constato felicemente l’intensa passione educativa ed evangelizzatrice a favore dei giovani più poveri e a
rischio.
Una parte molto significativa di queste proposte è realizzata insieme alle Figlie di Maria Ausiliatrice e ad altri
gruppi della Famiglia salesiana, dove l’apporto significativo di ciascuno di essi arricchisce la risposta
carismatica delle proposte educative salesiane nel mondo. Questo lavoro familiare corresponsabile è stato fonte
di rivitalizzazione. E l’impegno a lavorare come Famiglia salesiana è un tratto costitutivo della nostra identità
che fa delle nostre opere sociali e dei nostri servizi un vero e proprio “luogo teologico di incontro con Dio”.
Ci sono anche casi molto significativi in cui sono nate partnership con altre congregazioni religiose e diocesi,
rendendo il nostro lavoro un impegno sempre più ecclesiale.
4.2 Nuove forme di missione.
La Consulta mondiale delle opere e dei servizi sociali tenutasi a Roma nel 2019, convocata dal Settore per la
Pastorale giovanile nel contesto del Sinodo sui giovani, ha ratificato il percorso che questo ambiente deve
39 Cfr. CG28, pp. 35-38.

3.2 Page 22

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continuare a seguire, in linea con la proposta di Papa Francesco sullo sviluppo umano integrale. In continuità
con la riflessione svolta nel 2019 e come parte integrante delle Linee programmatiche del Rettor Maggiore
per la Congregazione salesiana dopo il CG28, ho ritenuto necessario convocare un Congresso Internazionale
delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani, come spazio di convergenza di tutte le Ispettorie e le Istituzioni
di appartenenza, per pregare, riflettere, condividere e proporre accordi e azioni comuni che consolidino questo
ambiente nella nostra Congregazione.
Viviamo in un’epoca di rapidi cambiamenti sociali e, proprio per questo motivo, anche i servizi sociali si
stanno evolvendo rapidamente. Di fronte a questa realtà, questo ambiente educativo pastorale deve essere
definito non tanto dai servizi offerti, quanto dal metodo che lo porta a incidere, nella logica dello sviluppo
umano integrale, sulla vita dei ragazzi, degli adolescenti e dei giovani. L’osservazione permanente dei
fenomeni sociali e culturali ci dà la possibilità di individuare quali sono le periferie della condizione umana e,
quindi, di proporre nuove strategie operative per raggiungere le persone. La capacità di intercettare tutte le
situazioni che causano tanta sofferenza umana, tanta emarginazione e tendono a creare situazioni di “scarto”,
soprattutto tra ragazzi e giovani, ci spinge a dare risposte concrete.
In questo senso, non posso non menzionare almeno tre grandi ferite che affliggono l’umanità in questo tempo.
a. L’effetto devastante della pandemia di COVID.
L’arrivo della pandemia ha avuto effetti drammatici sull’economia mondiale. Molti cicli produttivi si sono
fermati e la fornitura di servizi si è ridotta in modo esponenziale. Tuttavia, il nostro lavoro nelle opere e nei
servizi sociali è stato incrementato da situazioni come l’assistenza ai malati, le catene di solidarietà nella
distribuzione di cibo e altri beni di prima necessità. Per quanto riguarda i minori e i giovani a rischio, al
momento della pandemia erano già lì; quella era la loro casa, non potevamo mandarli via e lasciarli per strada.
La Provvidenza ci ha dato la forza per accompagnarli e le risorse per sopravvivere in mezzo alla crisi.
Mentre scrivo questa lettera, il flagello della pandemia non è ancora scomparso e il virus continua a mutare.
La pandemia COVID 19 ha colpito tutte le sfere e i livelli sociali: sia le società “del benessere” sia quelle più
povere e toccate dalla miseria. Alle prime appartengono i più ricchi e potenti di questo mondo che hanno anche
migliori possibilità di accedere alle cure. Tuttavia, non possiamo dimenticare che nei luoghi più poveri e
abbandonati - nei Paesi considerati “in via di sviluppo” - la crisi sanitaria causata dal COVID 19 continua a
essere una delle ingiustizie sociali più aberranti che esistono oggi e a cui molte popolazioni sono sottoposte
come conseguenza della negligenza politica, della corruzione e della mancanza di solidarietà di una parte del
mondo verso l’altra (la più grande e la più povera).
b. La nefasta guerra in Ucraina.
Come ho affermato in altri scritti, la guerra scellerata che ha portato all’invasione dell’Ucraina ha mandato in
frantumi molti sogni di pace che erano sorti negli ultimi decenni. Distruzioni, danni, morti e famiglie decimate
dalla perdita dei loro cari sono la prima conseguenza di questo dramma. La nostra solidarietà è con tutto il
popolo ucraino e, in modo particolare, con i nostri confratelli e membri della Famiglia salesiana che non hanno
vacillato nella loro missione di essere segni concreti della presenza di Dio tra la gente.
Abbiamo assistito a molti segni di unità e solidarietà. Le nostre ispettorie salesiane in Europa (sia SDB sia
FMA) hanno risposto in modo ammirevole, attivando piani per accogliere migliaia di famiglie sfollate a causa
dei bombardamenti e della distruzione. In molti casi, sono stati implementati processi per collegarli ai sistemi
sociali dei vari Paesi di accoglienza e per garantire loro un maggiore benessere. Le case salesiane nei Paesi
confinanti con l’Ucraina, e non solo, sono servite come centri di accoglienza e di distribuzione di aiuti
umanitari giunti da tutto il mondo. Abbiamo visto come nei diversi luoghi in cui i nostri confratelli e consorelle
ucraini sono arrivati, la fede che ci spinge ad agire in solidarietà e a essere una sola famiglia, è stata celebrata
e condivisa.
c. Altri luoghi di dolore, morte e fame.
Sarebbe una grave dimenticanza da parte mia se non ricordassi qui la realtà del dolore, della morte e della fame
in molti altri luoghi dove la guerra tra società sorelle, le guerre civili e i gruppi terroristici (molti dei quali in
Africa) continuano a essere un flagello che sembra non avere fine, e che non sono visibili dai media perché si
svolgono in aree che non rispondono agli interessi dei gruppi che controllano il potere economico su scala
globale. Anche lì i nostri confratelli e le nostre consorelle, insieme ad altri membri della Famiglia di Don
Bosco, sono presenti con proposte di resurrezione e di vita in mezzo ad una cultura di morte.
4.3 Opere e servizi sociali salesiani tra i migranti e i rifugiati.

3.3 Page 23

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Nel suo Messaggio per la Giornata Mondiale dei Migranti e dei Rifugiati del 2018, Papa Francesco ha scritto
che «ogni forestiero che bussa alla nostra porta è un’occasione di incontro con Gesù Cristo, il quale si identifica
con lo straniero accolto o rifiutato di ogni epoca»40. Ha sottolineato che di fronte a questo dramma di milioni
di persone costrette a lasciare le loro terre a causa di guerre, povertà e violenza, la nostra risposta comune
potrebbe articolarsi attorno a quattro verbi: «accogliere, proteggere, promuovere e integrare». Come ha detto
il CG 28, i migranti non possono essere un problema, sono per noi Salesiani di oggi una grande opportunità
per incontrare Gesù.
Il Papa ci incoraggia a “toccare le ferite” del corpo di coloro che soffrono; quando questo accade, diventiamo
veramente sensibili al loro dolore e, come uomini di fede e pastori di giovani, siamo invitati a non rimanere
fermi di fronte a questo dramma. Il carisma salesiano trova pieno significato in questo campo, che è il servizio
pastorale-sociale che sta crescendo maggiormente nella Congregazione e nel quale sviluppiamo anche proposte
di accompagnamento per i diversi tipi di migrazione, sia all’interno di alcune nazioni sia nelle migrazioni
internazionali di cui si occupa una buona parte delle ispettorie.
A questo proposito, vorrei sottolineare la nostra attenzione alla migrazione volontaria permanente per motivi
economici, di lavoro o di studio. Inoltre, ci occupiamo anche delle persone in migrazione volontaria
temporanea, specialmente dei lavoratori che entrano stagionalmente per partecipare ai mercati del lavoro dei
Paesi sviluppati. Accompagniamo le migrazioni forzate intraprese da chi fugge dal proprio Paese a causa di
guerre, violenze, epidemie o disastri naturali. Alcuni di questi migranti sono rifugiati e chiedono asilo politico
e molti di loro sono costretti a rimanere per lunghi periodi di tempo in attesa delle risposte infruttuose dei
governi. In questo senso, desidero ringraziare i nostri confratelli per il grande lavoro svolto nei campi profughi
di Palabek in Uganda, Kakhuma in Kenya e Juba (Sud Sudan), dove, nonostante le difficili circostanze, il
nostro esserci è un faro di speranza per queste persone.
Tutti i migranti hanno in comune la ricerca del benessere, proprio e delle loro famiglie, che spesso sono rimaste
nel luogo d’origine e per le quali si cerca generalmente il ricongiungimento. Questo ci porta a scoprire che il
valore “affettivo” nella migrazione è una delle componenti da tenere in considerazione quando si accompagna
pastoralmente una persona che arriva da lontano. Dobbiamo chiederci cosa deve provare nel cuore il migrante
che vediamo passare davanti alla nostra porta; dobbiamo interrogarci sulla sua solitudine e sulle circostanze in
cui ha lasciato la sua casa, i suoi cari, il suo villaggio e la sua gente. Noi Salesiani non possiamo ritenere le
migrazioni come un “fenomeno statistico” da analizzare in base alle cifre; al contrario, dobbiamo affrontare
questo dramma con la speranza di generare vita liberandoci dalla consuetudine del “politicamente corretto”.
Nel Vangelo non è compreso il “politicamente corretto”!
Molte proposte in corso di svolgimento in alcune ispettorie salesiane cercano di offrire alternative foriere di
dignità per gli immigrati. È vero che lavorare con i poveri, che sono anche di un’altra cultura o religione, che
non parlano la nostra lingua e che possono portare con sé un pesante fardello di risentimento sociale, è difficile
e poco gratificante. Ma potremmo chiederci quali competenze ha sviluppato Don Bosco quando ha affrontato
queste stesse sfide con i ragazzi di Valdocco. Nei diversi contesti delle nostre comunità educative, possiamo
chiederci cosa possiamo fare per migliorare la condizione dei migranti nelle nostre città. In questo modo, le
parrocchie, le scuole, gli oratori e i centri di formazione professionale possono stabilire il numero di migranti
con i quali interagire e offrire loro uno spazio più significativo in cui possano crescere e integrarsi meglio nella
società.
5. SOSTENIBILITÀ DELLE OPERE E DEI SERVIZI SOCIALI.
È chiaro che la sostenibilità dei progetti e delle azioni nel settore sociale è importante per poter continuare a
fare del bene. Tre sono i criteri che le agenzie internazionali di cooperazione allo sviluppo indicano quando
pensano alla sostenibilità di questi interventi sociali. La sostenibilità è garantita se esse hanno la capacità di
generare equità sociale secondo la propria missione, se sono in grado di garantire la sostenibilità ecologica e
se hanno le risorse finanziare per sostenere questa missione.
40 FRANCESCO, Messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2018, “Accogliere, proteggere,
promuovere e integrare i migranti e i rifugiati”, Roma 15 agosto 2017.

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Nelle nostre presenze, l’equilibrio di questi tre criteri deve essere verificato periodicamente dal nucleo della
CEP e deve rispondere agli obiettivi e agli indicatori del PEPS. In ogni caso, siamo convinti che lavorare con
questo orientamento sia pienamente compatibile con la fiducia e l’abbandono nella Provvidenza. Poiché fare
le cose per bene, con grande trasparenza e comunicando il bene che si fa, apre la strada alla generosità dei
benefattori che collaborano con noi sulla base della fiducia e della credibilità. Questo è un fattore
importantissimo. Non dimentichiamo di essere molto esigenti con noi stessi in termini di chiarezza, onestà e
trasparenza.
Spetta infatti agli organi di gestione di ogni presenza, progetto o programma nel settore sociale (a seconda
della realtà di ogni luogo) garantire una rendicontazione trasparente con criteri di qualità, poiché da questo
dipende in larga misura la capacità di negoziare le risorse, di ottenere contratti con i vari enti statali, la
possibilità di stabilire alleanze interistituzionali e di accedere a progetti nazionali e internazionali con le
agenzie di cooperazione. Si potrebbe addirittura dire che nella maggior parte dei Paesi in cui lavoriamo come
difensori dei diritti dei bambini, è proprio questo l’elemento da cui dipende che ci vengano concesse le licenze
che accreditano o autorizzano le nostre istituzioni a fornire il servizio.
Tutto questo impegno ci porta a rafforzare i nostri sforzi nella pianificazione e nella mentalità progettuale, in
totale armonia con quanto ci viene proposto nel Quadro di riferimento per la pastorale giovanile. Non
dobbiamo essere pigri ma essere ben organizzati nell’azione apostolica; senza cadere nella sterile efficienza.
Cari fratelli e sorelle questo lavoro è certamente impegnativo, ma non impossibile. Per questo è necessario
comprendere la logica del sociale o del terzo settore e scegliere con criterio i profili delle persone che si
uniscono alla missione e ci accompagnano nei diversi compiti a cui dobbiamo rispondere. La cura attenta delle
risorse umane comporta di essere attenti all’ascolto delle persone, accompagnarle nella formazione comune e
garantire la qualità del lavoro, privilegiando sempre i destinatari della missione. Garantendo tutto questo,
saremo sempre in grado di prendere le decisioni più opportune.
Credo quindi di poter dire che sostenibilità e senso pastorale delle opere salesiane sono due termini che si
completano a vicenda.
5.1 La struttura organizzativa nelle attività di sviluppo salesiane.
Quando abbiamo chiaro l’approccio ai ruoli e alle relazioni da stabilire in questo particolare campo della
missione salesiana, comprendiamo ancora più chiaramente la necessità di partire da un approccio pastorale
organico e processuale, in cui l’autorità è conferita sulla base del servizio rivolto ai più poveri. E questo è
molto più importante che occupare questa o quella posizione.
A livello locale, i responsabili delle opere sociali o dei programmi sociali devono garantire che il servizio
offerto sia adeguato, cioè che l’azione educativa-pastorale risponda ai bisogni dei giovani e delle loro
comunità.
A livello provinciale, gli Uffici di Pianificazione e Sviluppo di ogni Provincia (OPDI) o gli Uffici di Progetto
possono sostenere il lavoro delle opere e dei servizi sociali nella formulazione tecnica di questi processi.
La cooperazione allo sviluppo è un impegno di diversi attori sociali. Questi uffici si sono evoluti nelle
ispettorie, contribuendo a fornire una mentalità sempre più organica e orientata al processo, sia nelle ispettorie
sia nelle comunità locali.
È inoltre necessario, per garantire la qualità e il futuro a queste opere, prendersi cura delle persone, essendo
sempre corretti nel rapporto con i lavoratori e con tutte le persone coinvolte. A tal fine, dobbiamo innanzitutto
garantire il rispetto delle leggi sul lavoro di ciascun Paese, assicurandoci che i lavoratori ricevano un salario
equo, in linea con la loro prestazione, e che dispongano di condizioni di lavoro dignitose. E dico questo
pensando soprattutto a quei Paesi in cui i diritti dei lavoratori sono poco tutelati e i requisiti legali sono più
bassi. Dobbiamo distinguerci come Congregazione salesiana per un chiaro desiderio di vera giustizia (che va
oltre l’essenziale legalità); altrimenti il bene che possiamo fare per i ragazzi e le ragazze più vulnerabili non
sarà pieno e mancherà sempre qualcosa.

3.5 Page 25

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A livello internazionale, sono molto significative alcune istituzioni salesiane presenti all’ONU e a Bruxelles.
Così come molte delle nostre Organizzazioni non governative per la cooperazione allo sviluppo e le nostre
Procure missionarie. Tutte queste istituzioni favoriscono la partecipazione della nostra Congregazione
salesiana alla cooperazione per lo sviluppo dei popoli. Questa nuova cultura della collaborazione, della
donazione e dell’aiuto che stiamo cercando di generare porta a sua volta a cambiamenti di mentalità nei territori
e tra le persone, aiuta a garantire la sostenibilità dei progetti e dà anche un maggiore significato carismatico
alle nostre opere e servizi sociali.
5.2 Processo decisionale.
Il modello operativo salesiano propone una struttura organica nell’animazione e nel governo delle opere e dei
servizi sociali e designa le équipe e i decisori che sono chiamati a prendere le decisioni più appropriate per
promuovere una risposta reale ai più vulnerabili in questo settore.
Da questo punto di vista, vorrei formulare alcune raccomandazioni che ritengo importanti per essere più
significativi e sostenibili in questo ambiente.
1. Dobbiamo avere una visione del futuro.
Nelle ispettorie in cui forniamo servizi sociali, è necessario superare gli individualismi e i territorialismi che
isolano le opere e impediscono lo sviluppo del settore sociale. È necessario proiettarsi nel futuro, in modo tale
da garantire il percorso verso la sostenibilità. Ho insistito sulla necessità di avere équipe dedicate
all’osservazione dei fenomeni sociali e alla conoscenza della legislazione di ogni luogo per conoscere tutto ciò
che ci permette di sapere sempre dove stiamo andando, in modo da non perdere presenza, validità e significato
al servizio di chi ha bisogno di noi.
2. Avere una visione organica.
È necessario consentire a livello dell’opera locale, dei servizi sociali ispettoriali e, se necessario, nazionali, di
prendere le decisioni necessarie e, a tal fine, è indispensabile un’adeguata delega di autorità.
Data la scarsa conoscenza da parte di molti dirigenti delle logiche del settore sociale e della legislazione a cui
devono rispondere, è urgente un profondo senso di leadership istituzionale e di governance, cioè una capacità
collegiale di prendere decisioni (ciascuno secondo le proprie responsabilità), secondo un piano comune guidato
da specialisti del settore.
Questa azione di governance attenua il rischio che ogni casa o ogni ispettoria interpreti in modo diverso e
autonomo aspetti di interesse comune. Non prestare attenzione a questo aspetto porterebbe (oserei dire
metaforicamente) alla “pachidermia” istituzionale, a camminare lentamente, persi in burocrazie inefficienti, e
a mettere in pericolo la cosa più importante, ovvero la nostra missione ben fatta.
3. Sempre con una visione d’insieme.
È necessario salvaguardare l’unità dei criteri e impegnarsi in una visione che, sia per le persone sia per
l’economia nel suo complesso, vada a vantaggio anche dei programmi sociali, evitando la tentazione di avere
opere economicamente ricche e altre molto povere che potrebbero fallire di fronte all’incuria istituzionale.
Laddove la sostenibilità non è raggiunta attraverso accordi con istituzioni pubbliche, le ispettorie dovrebbero
cercare modi per garantire la vita di queste opere e servizi inseriti nel POI; opere e servizi che non sono mai
economicamente redditizi, ma sono destinati agli “ultimi”, i nostri prediletti.
Ritengo importante che nelle ispettorie ci sia un riferimento per le opere sociali: un membro dell’équipe di
Pastorale giovanile, laico o religioso, con competenze adeguate sia nella conoscenza del settore e delle
politiche a cui deve rispondere sia nella capacità di lavorare in équipe, per garantire l’armonia delle opere
sociali con il progetto ispettoriale, nazionale e della Congregazione.

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4. Teniamo sempre gli occhi puntati sui giovani.
Capire che il centro della nostra azione non è nella gestione o nelle strutture, ma nei giovani, e che questi sono
solo lo strumento per educare ed evangelizzare, ci aiuta ad avere lo stesso sguardo di Don Bosco.
Quando i giovani occupano i nostri cuori, i pregiudizi personali e istituzionali vengono messi da parte e
diventiamo più coraggiosi e creativi nel cercare le alternative migliori per accoglierli. La comprensione dei
principali fenomeni di povertà ed esclusione degli adolescenti e dei giovani ci spinge a continuare a fare
dell’ambiente delle opere e dei servizi sociali salesiani un modo concreto e bello di donare la nostra vita per i
meno fortunati.
CONCLUSIONE
Cari fratelli, care sorelle, salesiani e laici, unendomi al pensiero della Dottrina sociale della Chiesa, che nel
magistero di Papa Francesco ci invita a riscoprire e valorizzare la dimensione sociale del carisma salesiano41,
voglio invitarvi ad essere impavidi, coraggiosi come Don Bosco nelle scelte a favore dei meno favoriti, dei più
“difficili”, degli scartati, di tutti coloro i cui diritti sono violati. La nostra creatività apostolica deve sempre
avere come criterio il bene di coloro per i quali siamo nati carismaticamente dal cuore di Don Bosco.
Nella nostra Famiglia salesiana troviamo esempi stimolanti di una santità realizzata nell’opzione per il sociale
e per i più poveri.
L’imminente proclamazione della santità di Artemide Zatti, che in Argentina offrì la sua vita per coloro che
erano esclusi dal sistema sanitario, semplicemente perché erano poveri e non potevano permettersi di pagare
le cure, ci riempie di immensa gioia. Questo grande santo salesiano coadiutore, immigrato italiano, esalta i
valori più profondi della misericordia divina, ed è una meravigliosa testimonianza che la presenza di Dio tra il
suo popolo trabocca di generosità e di gentile accoglienza per generare vita in abbondanza.
Insieme ad Artemide Zatti riconosciamo il grande dono per la Chiesa e per la nostra Famiglia salesiana di
figure come la Beata Maria Romero e il suo lavoro nelle cittadelle dei poveri in Centro America; come la Beata
Maria Troncatti e il suo impegno per la salute e la difesa dell’integrità delle tribù delle missioni in Ecuador;
come il Venerabile Simone Srugi che non ha esitato a lavorare come infermiere per i malati più ripudiati in
Israele; e allo stesso modo ricordiamo il Beato Luigi Variara che è stato l’apostolo dei malati più dimenticati
e isolati in Colombia, dove ha anche fondato le Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria per continuare a
diffondere il tenero amore di Dio tra i più deboli. In Amazzonia abbiamo la testimonianza del lavoro con le
culture native di Luigi Bolla in Perù e di Rodolfo Lukenbein in Brasile: confratelli che sono stati veri profeti
della carità, dell’opzione per i più poveri e della cura della loro cultura e dell’ambiente naturale.
L’ecologia integrale, come ci insegna Papa Francesco, ci dice che “tutto è collegato”, e la cura del creato, della
casa comune, è intimamente unita a quella delle comunità umane: «Oggi non possiamo non riconoscere che
un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle
discussioni sull’ambiente, per ascoltare sia il grido della terra sia il grido dei poveri»42.
Il nostro cammino di santificazione in mezzo alla gioventù povera e abbandonata continua ad arricchirsi della
donazione di salesiani e laici che, nella scelta di servire i più poveri e gli esclusi, e con i metodi di azione
sociale che oggi conosciamo, scoprono la piena realizzazione della loro vita, e lo spazio sicuro dell’incontro
con il Signore Gesù Cristo, il Signore della vita piena.
Chiedo alla nostra Madre, Maria Ausiliatrice, di continuare a prendere sotto il suo manto protettivo i ragazzi e
i giovani, le famiglie e le comunità emarginate e dimenticate nelle periferie umane e sociali e, grazie al suo
cuore materno, di continuare a suscitare nei suoi figli salesiani e nei laici con cui condividiamo la missione, la
stessa passione di Don Bosco per la salvezza delle anime.
41 Cfr. Carta del Papa Francesco al CG28.
42 Cfr. FRANCESCO, Laudato si’, n. 49.

3.7 Page 27

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Don Ángel Fernández Artime, SDB
Rettor Maggiore
BIBLIOGRAFIA
FRANCESCO, Lettera enciclica Laudato Si’. Sulla cura della casa comune, Roma 24 maggio 2015.
FRANCESCO, Lettera enciclica Fratelli tutti. Sulla fraternità e l’amicizia sociale, Roma 3 ottobre 2020.
FRANCESCO, Esortazione Apostolica Evaangelii Gaudium. Sull’annuncio del vangelo nel mondo attuale, Roma 24
novembre 2013
FRANCESCO, Meditazione mattutina nella cappella Santa Marta. Per una cultura dell’incontro, Roma 13 settembre 2016
PAOLO VI, Lettera enciclica Populorum progressio, Roma 26 marzo 1967.
PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA PROMOZIONE DELLA NUOVA EVANGELIZZAZIONE, Direttorio per la catechesi, LEV, Roma
2020.
SALESIANI DI DON BOSCO, Capitolo Generale 27, Roma 2014.
SALESIANI DI DON BOSCO, Capitolo Generale 28, Roma 2020.
DICASTERO PER LA PASTORALE GIOVANILE SALESIANA, La Pastorale Giovanile Salesiana. Quadro di riferimento,
Editrice S.D.B., Roma 20143.
DICASTERO PER LA PASTORALE GIOVANILE SALESIANA, Pastorale giovanile e famiglia, Editrice S.D.B., Roma 2021.
ALBERICH EMILIO, La catechesi oggi. Manuale di catechetica fondamentale, Elle Di Ci, Leumann (TO) 2021
MEDDI LUCIANO, Catechesi e persona in prospettiva educativa, in Catechesi (2011-2012).
PETICLERC JEAN MARIE, I valori più significativi del Sistema Preventivo, in AA. VV., Sistema preventivo e diritti
umani, Roma 200
2.1 IL COLLOQUIO CON IL DIRETTORE,
L’ACCOMPAGNAMENTO SPIRITUALE E LE
AMMISSIONI: ALCUNI ORIENTAMENTI E
DIRETTIVE
Per ACG 437 (gennaio-giugno 2022)
Stiamo assistendo a una rinnovata attenzione verso l’accompagnamento spirituale e la formazione,
sia nella Chiesa che nella Congregazione. Nella Chiesa i segni più recenti in questo senso sono pervenuti
dal sinodo sui giovani e dalla esortazione apostolica post-sinodale di Papa Francesco, Christus vivit. In
Congregazione abbiamo avuto l’indagine sui giovani salesiani e accompagnamento nel 2017,43 seguita
da Giovani salesiani e accompagnamento: Orientamenti e direttive (2020)44. Stiamo ora celebrando l’anno
dedicato a Francesco di Sales, un santo noto per il suo insegnamento e la pratica dell’accompagnamento
spirituale. L’accompagnamento spirituale è al centro del nostro carisma: basta guardare all’esperienza
di Don Bosco e alla sua prassi pastorale con i suoi giovani e i suoi salesiani.
Recentemente Papa Francesco ha espresso seria preoccupazione per l’esercizio del ruolo di autorità
e per il modo in cui ciò che viene condiviso in modo confidenziale con il superiore viene a volte utilizzato.
43 Vedi M. Bay, Giovani salesiani e accompagnamento: Risultati di una ricerca internazionale, LAS Roma 2018.
44 Dicastero per la Formazione - Dicastero per la Pastorale Giovanile, Giovani salesiani e accompagnamento –
Orientamenti e direttive (2019). D’ora in poi citato come GSA.

3.8 Page 28

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…Vorrei aggiungere – fuori testo – una parola sul termine “foro interno”. Questa non è un’espressione a
vanvera: è detta sul serio! Foro interno è foro interno e non può uscire all’esterno. E questo lo dico perché mi
sono accorto che in alcuni gruppi nella Chiesa, gli incaricati, i superiori – diciamo così – mescolano le due cose
e prendono dal foro interno per le decisioni in quello all’esterno, e viceversa. Per favore, questo è peccato! È
un peccato contro la dignità della persona che si fida del sacerdote, manifesta la propria realtà per chiedere il
perdono, e poi la si usa per sistemare le cose di un gruppo o di un movimento, forse – non so, invento –, forse
persino di una nuova congregazione, non so. Ma foro interno è foro interno. È una cosa sacra. Questo volevo
dirlo, perché sono preoccupato di questo.45
Nonostante il fatto che siamo in fase di revisione della Ratio, e senza entrare nella complessità della
questione del foro interno, cogliamo l’occasione per ribadire e chiarire ulteriormente quanto già detto
in Giovani salesiani e accompagnamento: Orientamenti e direttive circa il colloquio con il direttore,
l’accompagnamento spirituale personale, la confidenzialità e le ammissioni.
1 Scelta della guida spirituale
Le nostre costituzioni assicurano la dovuta libertà in materia di direzione della coscienza46,
stabilendo che nel colloquio fraterno con il superiore il confratello “parla con confidenza della sua vita
e attività e, se lo desidera, anche della sua situazione di coscienza” (C 70). I nostri regolamenti stabiliscono
che “le comunità formatrici abbiano un direttore e un’équipe di formatori particolarmente preparati,
soprattutto per la direzione spirituale, che ordinariamente è esercitata dal direttore stesso”. (R 78)
Seguendo R 78, la Ratio dichiara che il direttore è la guida spirituale proposta, anche se non imposta, ai
formandi (FSDB 2016 233).
Il documento Giovani salesiani e accompagnamento: Orientamenti e direttive apporta un
cambiamento significativo nel modo in cui la Ratio (2016) delinea il ruolo del direttore.47 Al posto del
testo che descrive il direttore come “il direttore spirituale proposto, non imposto, ai confratelli in
formazione” (FSDB 2016 233), il testo nuovo, seguendo il C 70, ora recita semplicemente: “Se il
confratello lo desidera, il direttore può anche offrire il servizio di accompagnamento spirituale personale
(GSA 191).
Allo stesso modo, invece di parlare del direttore del postnoviziato che “segue e aiuta i postnovizi
particolarmente attraverso l’accompagnamento personale e il colloquio, la direzione spirituale di
coscienza e le conferenze periodiche” (FSDB 2016 417), il testo rivisto ora dice che il direttore “segue e
aiuta i postnovizi particolarmente attraverso l’accompagnamento personale e il colloquio, le conferenze
periodiche e, se il giovane confratello lo desidera, anche la direzione spirituale di coscienza” (GSA 191).
GSA asseconda l’intendimento del compito del direttore del postnoviziato in continuità con il servizio
fatto dal maestro dei novizi, ma allo stesso tempo vuole garantire al formando la piena libertà di
scegliere la propria guida spirituale.
È vero che la formulazione “proposto, non imposto” lascia aperta la porta della libertà di scelta della
guida spirituale. La nuova formulazione, tuttavia, vuole evitare situazioni di abuso in cui il direttore
esercita una pressione indebita e di fatto si impone in modo velato ma costringente come guida
spirituale, con giovani in formazione che, per paura o per proteggersi da rischi di opinioni negative nei
loro riguardi, dichiarano il direttore come loro guida spirituale, senza le disposizioni interiori che
permettano di aprire realmente il loro cuore (Cfr. GSA 57-60, 108, 119-130, 157, 192-193). Garantire le
condizioni per un’autentica libertà di scelta della guida spirituale permette per il presente e anche per
il futuro di valorizzare al meglio quell’aiuto formidabile e di vitale importanza per la propria formazione
che è l’accompagnamento spirituale personale.
45 Discorso del Santo Padre Francesco ai partecipanti al 30.mo corso sul foro interno organizzato dalla
Penitenzieria Apostolica - Aula Paolo VI, venerdì, 29 marzo 2019.
46 Perfectae caritatis 14. Vedi anche La dimensione contemplativa della vita religiosa (1980) 11; can. 630 §1; e
Potissimum institutioni (Direttive sulla formazione negli Istituti Religiosi, 1990) 63.
47 Vedi Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore, Presentazione, GSA p. 11: ‘Cari confratelli, Sono felice di
presentarvi Giovani salesiani e accompagnamento: Orientamenti e direttive, promulgandolo ad experimentum per
un periodo di tre anni. Non si tratta di un supplemento alla Ratio (La Formazione dei Salesiani di Don Bosco), e, in
caso di discrepanze, questo documento ha prevalenza sulla Ratio.’

3.9 Page 29

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Nello spirito del sistema preventivo, il direttore è sollecitato a guadagnarsi la fiducia di coloro che
sono affidati alla sua cura. Se questo è il clima formativo, può accadere che molti liberamente scelgano
il direttore come loro guida spirituale, e il direttore loro offrirà volentieri il servizio di
accompagnamento spirituale personale (GSA 197).
Quanto più un formando si fa conoscere dai suoi formatori, tanto meglio è per lui e per tutti. La Ratio
della Chiesa (2016) afferma che il candidato ha la responsabilità morale di essere sinceramente
trasparente e di condividere con onestà qualsiasi elemento della sua storia e vita che possa avere
un’incidenza sul suo cammino vocazionale. “Nel processo formativo si richiede che il seminarista si
conosca e si lasci conoscere, relazionandosi in modo sincero e trasparente con i formatori”48. La fiducia,
però, va conquistata, non può essere istituzionalizzata. Il direttore deve sforzarsi, deve “studiare” di farsi
amare.
In linea con questi cambiamenti, gli ispettori, i direttori e gli altri formatori garantiranno una reale
ed effettiva libertà di scelta della guida spirituale, avendo cura di evitare qualsiasi forma di coercizione,
sia esplicita che implicita (GSA 190-196, 197).
Per facilitare una scelta veramente libera della guida spirituale, l’ispettore (o il curatorium, nel caso
di case di formazione interispettoriali) presenterà anche un elenco di salesiani (presbiteri o coadiutori)
che possono offrire il servizio di accompagnamento spirituale, tenendo presente che, secondo il can. 239
§2, il formando può scegliere qualcun altro, in consultazione con l’ispettore o il direttore. Gli ispettori e
i curatorium hanno il dovere di prendersi cura della preparazione e di garantire la disponibilità di guide
spirituali adeguatamente preparate.49
1.1 Nel noviziato e nel prenoviziato
Nel noviziato, il maestro dei novizi è la guida spirituale vincolante per i novizi a lui affidati (Can. 650
§2).
Per quanto riguarda i prenovizi, il responsabile è descritto come analogo al maestro dei novizi e ha
la responsabilità speciale di aiutare i prenovizi a discernere la loro vocazione (FSDB 2016 345).
Il responsabile dei prenovizi è talvolta distinto dal direttore della casa. In questo caso, secondo la
Ratio è a questa persona incaricata piuttosto che al direttore che i prenovizi si rivolgono per il colloquio
fraterno (FSDB 2016 345).
Anche nel prenoviziato, tuttavia, la GSA chiede la libertà di scelta della guida spirituale. Le ragioni
addotte sono la necessità di rispettare il diritto alla privacy, la tradizione salesiana in cui la fiducia si
guadagna e non si impone, e anche la diffusa percezione di mancanza di riservatezza e rispetto della
confidenzialità emersa con forza dall’indagine del 2017.
La libera scelta della guida spirituale nel prenoviziato è un punto particolarmente delicato ...
Dobbiamo garantire, innanzitutto, che nei nostri prenoviziati prevalga un autentico spirito di
famiglia e la pratica del Sistema Preventivo, soprattutto attraverso un’accurata attenzione alla
composizione delle équipe formative e alla preparazione preventiva delle guide formative, in
particolare di quella incaricata dei prenovizi. In un clima di fiducia reciproca, è possibile conquistare
la fiducia dei giovani, pur lasciando loro la libertà di base di scegliere la propria guida. Il Provinciale
e il delegato provinciale alla formazione faranno la loro parte nell’indicare ai prenovizi il ruolo
delicato e critico del responsabile, soprattutto per quanto riguarda il discernimento vocazionale.
Un punto correlato per garantire la libertà di scelta della guida spirituale è assicurare che i
membri dell’équipe formativa siano specificamente preparati per l’accompagnamento spirituale e
che tra loro ci sia almeno un confessore che non faccia parte del consiglio locale (GSA 195).
GSA ci ricorda l’importanza cruciale del prenoviziato per quanto riguarda l’accompagnamento
spirituale personale, perché per un numero molto elevato di prenovizi la prima esperienza di
accompagnamento personale avviene proprio in questa fase. Il modo in cui questa nuova relazione di
aiuto viene sperimentata e vissuta avrà ovviamente profonde ripercussioni sull’accompagnamento nelle
fasi successive della formazione (GSA 109-110). Non dimentichiamo, inoltre, che il discernimento e la
48 Congregazione per il Clero, Il dono della vocazione presbiterale. Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis
(2016) 45.
49 Vedi R 78. Vedi anche La dimensione contemplativa della vita religiosa 11, e Potissimum institutioni 63.

3.10 Page 30

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decisione per la vita consacrata salesiana avvengono nel prenoviziato e non nel noviziato (FSDB 2016
346). È estremamente importante, quindi, che le ispettorie scelgano e preparino guide formative idonee
per il prenoviziato.
2 Confidenzialità
Il sacramento della Riconciliazione è coperto da assoluta riservatezza. Una Nota della
Penitenzieria Apostolica afferma:
Al confessore non è consentito, mai e per nessuna ragione, «tradire il penitente con parole o in qualunque altro
modo» (can. 983, § 1 CIC), così come «è affatto proibito al confessore far uso delle conoscenze acquisite dalla
confessione con aggravio del penitente, anche escluso qualunque pericolo di rivelazione» (can. 984, § 1 CIC).
La dottrina ha contribuito, poi, a specificare ulteriormente il contenuto del sigillo sacramentale, che
comprende «tutti i peccati sia del penitente che di altri conosciuti dalla confessione del penitente, sia mortali
che veniali, sia occulti sia pubblici, in quanto manifestati in ordine all’assoluzione e quindi conosciuti dal
confessore in forza della scienza sacramentale».’ [V. De Paolis – D. Cito, Le sanzioni nella Chiesa, 2000, p. 345]
Il sigillo sacramentale, perciò, riguarda tutto ciche il penitente abbia accusato, anche nel caso in cui il
confessore non dovesse concedere l’assoluzione: qualora la confessione fosse invalida o per qualche ragione
l’assoluzione non venisse data, comunque il sigillo deve essere mantenuto.50
Anche l’accompagnamento spirituale personale gode di una riservatezza del tutto particolare,
come descritto nella Nota già citata:
Nella direzione spirituale, il fedele apre liberamente il segreto della propria coscienza al
direttore/accompagnatore spirituale, per essere orientato e sostenuto nell’ascolto e nel compimento della
volontà di Dio.
Anche questo particolare ambito, perciò, domanda una certa qual segretezza ad extra, connaturata al
contenuto dei colloqui spirituali e derivante dal diritto di ogni persona al rispetto della propria intimità (cf.
can. 220 CIC). Per quanto in modo soltanto “analogo” a ciò che accade nel sacramento della confessione, il
direttore spirituale viene messo a parte della coscienza del singolo fedele in forza del suo “speciale” rapporto
con Cristo, che gli deriva dalla santità di vita e – se chierico – dallo stesso Ordine sacro ricevuto.
A testimonianza della speciale riservatezza riconosciuta alla direzione spirituale, si consideri la
proibizione, sancita dal diritto, di chiedere non solo il parere del confessore, ma anche quello del direttore
spirituale, in occasione dell’ammissione agli Ordini sacri o, viceversa, per la dimissione dal seminario dei
candidati al sacerdozio (cf. can. 240, § 2 CIC; can. 339, § 2 CCEO). Allo stesso modo, l’istruzione Sanctorum
Mater del 2007, relativa allo svolgimento delle inchieste diocesane o eparchiali nelle Cause dei Santi, vieta di
ammettere a testimoniare non soltanto i confessori, a tutela del sigillo sacramentale, ma anche gli stessi
direttori spirituali del Servo di Dio, anche per tutto ciò che abbiano appreso nel foro di coscienza, fuori della
confessione sacramentale.
Tale necessaria riservatezza sarà tanto più “naturale” per il direttore spirituale, quanto più egli imparerà
a riconoscere e a “commuoversi” davanti al mistero della libertà del fedele che, per mezzo suo, si rivolge a
Cristo; il direttore spirituale dovrà concepire la propria missione e la propria stessa vita esclusivamente
davanti a Dio, al servizio della sua gloria, per il bene della persona, della Chiesa e per la salvezza del mondo
intero.51
Come nota questo testo, il Diritto Canonico vieta di chiedere il parere del direttore spirituale in
occasione dell’ammissione agli Ordini o della dimissione dal seminario. Nella nostra tradizione - forse
in base alla disposizione del can. 630 §1 sulla disciplina dell’istituto (“I Superiori riconoscano ai religiosi
la dovuta libertà per quanto riguarda il sacramento della penitenza e la direzione della coscienza, salva
naturalmente la disciplina dell’istituto.”) – abbiamo sempre permesso al direttore di prendere parte ai
50 ‘Nota della Penitenzieria Apostolica sull’importanza del foro interno e l’inviolabilità̀ del sigillo sacramentale,’
29 giugno 2019, parte 1: Sigillo sacramentale, a
http://www.penitenzieria.va/content/penitenzieriaapostolica/it/tribunale-del-foro-
interno/magistero-e-biblioteca-di-testi/nota1.html (25.05.2022).
51 ‘Nota’ parte 2.

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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processi di ammissione a livello locale, anche quando è guida spirituale di alcuni di coloro che han fatto
la domanda di ammissione.
Questa disposizione rimane invariata in GSA, anche se sono state prese misure per garantire una
vera libertà di scelta della guida spirituale, come indicato sopra. Il documento insiste anche sul fatto che,
se il direttore è la guida spirituale, non può riferire o fare riferimento a nulla di ciò che apprende in
questa veste, senza il consenso libero ed esplicito della persona che si è confidata con lui. Di fatto, non
può nemmeno fare uso di tali informazioni nel processo di elaborazione del proprio giudizio interiore e
conseguentemente per ciò che concerne il suo contributo durante le votazioni segrete del Consiglio della
casa.52
Anche il colloquio fraterno con il direttore è investito di un altissimo livello di confidenzialità,
secondo una tradizione che risale al Manuale del Direttore di Paolo Albera. Questa posizione è stata
ribadita nelle successive edizioni del manuale fino all’ultima, Animazione e governo della comunità - Il
servizio del direttore salesiano,53 come anche in GSA.
Il colloquio fraterno con il direttore è in sé protetto da un altissimo livello di riservatezza in tutti i documenti
della Chiesa e della Congregazione, in linea con quanto è richiesto oggi per molte professioni di aiuto, come il
counselling. Basti citare la Ratio: “L’accompagnamento formativo nei suoi diversi livelli esige da coloro che
prestano questo servizio... (di) attenersi ai criteri di prudenza e di giustizia che, secondo i casi, richiedono
discrezione o assoluto rispetto del segreto professionale e del segreto sacramentale” (FSDB 264). Come dice
don Paolo Albera, esiste una così stretta correlazione tra riservatezza e fiducia, che anche solo una leggera
rilassatezza nella prima causa la perdita quasi complete e immediata della seconda.
Anche le cose esterne, se comunicate al direttore durante i colloqui, come ad esempio questioni di salute o
difficoltà personali, sono considerate confidenziali, perché ognuno ha diritto al suo buon nome e alla sua
privacy.
Smettono di essere questioni riservate se il direttore in seguito ne viene a conoscenza nel forum esterno;
tuttavia, sarebbe opportuno che il direttore comunicasse prima al confratello interessato che un dato fato è
ora noto anche da altri, a livello esterno.
Inoltre, poiché uno degli scopi del colloquio è il buon funzionamento della comunità, il direttore ha sempre la
possibilità, con il permesso del confratello, di intervenire in base alle informazioni ricevute (GSA 155).
Sia AnGC che GSA, tuttavia, notano che la riservatezza che copre l’accompagnamento spirituale
personale e il colloquio fraterno non è assoluta, facendo menzione di gravi circostanze che possono
prevalere su di essa.
La riservatezza che riguarda il colloquio col direttore, come anche l’incontro con la guida spirituale, non è
tuttavia assoluta, come lo è il sigillo del sacramento della Riconciliazione. Esistono, infatti, gravi circostanze
che possono sospendere il dovere della riservatezza, come ad esempio il caso di abuso di minori, omicidio o
suicidio.54
Quando un bene supremo come la vita stessa è minacciato, il dovere di fare tutto il possibile per
tutelarlo prevale sulla salvaguardia della riservatezza.
Nel Diritto Canonico e nel Diritto Proprio degli Istituti Religiosi troviamo anche riferimenti a
situazioni che possono diventare un impedimento all’ammissione e alla professione. Alcune di queste
sono menzionate nel Can. 643, quando delinea le condizioni che rendono invalido il noviziato.
Can. 643
§1. EÈ ammesso invalidamente al noviziato:
1) chi non ha ancora compiuto 17 anni di età ;
52 Vedi Criteri e norme di discernimento vocazionale salesiano. Le ammissioni (2000) [d’ora in poi CN] 21, citato
sotto nella parte 3.2.
53 Vedi Manuale del Direttore di don Paolo Albera 131; Il direttore salesiano (1986) 264; Animazione e governo
della comunità - Il servizio del direttore salesiano (2020) [d’ora in poi AnGC] 74; e GSA 155.
54 AnGC 74 e GSA 155. Si prega di notare che questo paragrafo è stato aggiunto dopo il GC28, e quindi manca nelle
copie di AnGC stampate nel 2019.

4.2 Page 32

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2) il coniuge, durante il matrimonio;
3) chi è attualmente legato con un vincolo sacro a qualche istituto di vita consacrata o è stato
incorporato in una società di vita apostolica, salvo il disposto del can. 684;
4) chi entra nell’istituto indotto da violenza, da grave timore o dolo, o colui che il Superiore accetta,
indotto allo stesso modo;
5) chi ha nascosto di essere stato incorporato in un istituto di vita consacrata o in una società di vita
apostolica.
§2. Il diritto proprio può stabilire altri impedimenti, anche per la validità dell’ammissione, o porre
condizioni.
L’ultimo punto citato (can. 643 §2) significa che dobbiamo tenere presente anche le
controindicazioni assolute indicate in Criteri e Norme.
Spieghiamo quindi in che senso la confidenzialità che copre l’accompagnamento spirituale
personale e il colloquio fraterno non è assoluta.
1. A differenza del confessore, che non può in nessun caso rivelare ciò che è venuto a conoscere nel
corso della confessione sacramentale, anche se il penitente lo libera da questo obbligo, il direttore e la
guida spirituale possono, se autorizzati dall’interessato, rivelare ad altri le informazioni acquisite in foro
interno non sacramentale in ragione del loro ufficio (superiore religioso) o del rapporto di fiducia e
confidenzialità (guida spirituale).
Non possono invece, di propria iniziativa e senza l’autorizzazione “liberatoria” dell’interessato,
rendere noto ad altri ciò che hanno appreso in foro interno non sacramentale. Il direttore può e talvolta
deve agire sulla base di ciò che viene a sapere nel colloquio, per il bene del confratello e della comunità,
ma non può rivelare ciò che è venuto a sapere attraverso il colloquio senza il permesso del confratello.55
Ciò non toglie il grave dovere da parte del direttore e della guida spirituale di parlare chiaramente
al candidato di qualunque materia che esige tale chiarezza di consiglio e di esortarlo a prendere la
decisione giusta.
2. Il direttore e la guida spirituale non sono tenuti a rispondere se interrogati da un giudice su quanto
appreso nel foro interno non sacramentale. In entrambi i casi, il direttore e la guida spirituale sono tenuti
al segreto, dato che esercitano il ministero sacro. Il canone 1548 §2 prevede questa eccezione allo scopo
di proteggere e promuovere la fiducia riposta dai fedeli nei servizi di accompagnamento formativo e di
guida spirituale, garantendo che le persone possano aprirsi con piena fiducia.56
Le parti citate sono tuttavia tenute a rispondere se hanno ricevuto informazioni da altre fonti su
possibili abusi, oppure se formulano un giudizio in merito, basato su motivazioni fondate, prove,
reputazione, indiscrezioni, ecc.57
55 Si pensi ad esempio a problemi di salute o a situazioni familiari che comportano o richiedono cambiamenti nel
ritmo ordinario di vita e nella distribuzione di incarichi dentro la comunità . Non va dimenticato il diritto
fondamentale di ogni persona alla salvaguardia della buona fama, a cui si associa il rispetto della privacy, sempre
più tutelato nella legislazione civile e anche nel diritto canonico: "Non è lecito ad alcuno ledere illegittimamente
la buona fama di cui uno gode, o violare il diritto di ogni persona a difendere la propria intimità" (Can. 220).
56 Vedi D. Salvatori, ‘Il dovere di rispondere al giudice e il dovere del segreto come causa esimente: la ratio dei
can. 1531 § 2 e 1548 § 2 nel rapporto deontologico fra giudice e interrogato,’ Quaderni di diritto ecclesiale 26
(2013) 73.
57 Can. 1548 §2 afferma:
Salvo il disposto del can. 1550, §2, n. 2 l'incapacità assoluta dei sacerdoti di testimoniare in merito a ciò
che viene loro rivelato nella confessione sacramentale], sono liberati dal dovere di rispondere:
1) i chierici per quanto fu loro manifestato in ragione del sacro ministero… e altri che sono tenuti al
segreto d'ufficio anche in ragione del consiglio dato, per quanto riguarda le questioni soggette a questo
segreto.
La direzione spirituale dei fedeli è una forma di esercizio del ministero sacro. Tuttavia, è sempre possibile per
la persona interessata sollevare il direttore e la guida spirituale dall'obbligo di mantenere il segreto.
Questo principio è ribadito anche in Vos estis lux mundi art. 3 §1, che riguarda precisamente l'obbligo di
denuncia:

4.3 Page 33

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3. Ci sono però anche circostanze in cui è necessario preservare un bene superiore, come la vita della
persona coinvolta nel dialogo confidenziale, o la vita di altri, o il rischio di abusi sessuali su un minore,
e in questi casi questo bene superiore prevale sul mandato di salvaguardare un altro grande bene, cioè
la confidenzialità.
Ma questi sono casi estremi e sono comprensibili alla luce della legge suprema della Chiesa, la
salvezza delle anime, posta a conclusione e come fine del Codice di Diritto Canonico: “Nelle cause di
trasferimento si applichino le disposizioni del can. 1747, attenendosi a princípi di equità canonica e
avendo presente la salvezza delle anime, che deve sempre essere nella Chiesa legge suprema” (Can.
1752).
Quando le circostanze non comportano situazioni estreme di pericolo di vita o di abuso, lo spirito
della legge è quello di preservare il più possibile il valore della confidenzialità, che consiste nel
salvaguardare la dignità della persona e la fiducia fondamentale implicita nelle relazioni che esigono
appunto tale riservatezza.
Riassumendo: quando nell’accompagnamento spirituale personale o nel colloquio con il direttore
si ottengono informazioni su situazioni che incidono fortemente sull’orientamento vocazionale, la guida
o il direttore sono tenuti in coscienza a parlarne chiaramente al candidato e a esortarlo a prendere la
decisione giusta, ma possono rivolgersi alle autorità competenti solo se hanno il consenso libero ed
esplicito della persona interessata. L’unica eccezione è rappresentata dal caso in cui vi sia un grave
rischio di mettere in pericolo la vita (come nel caso di abusi su minori, omicidi o suicidi).
Ovviamente, la formazione dei direttori e delle guide spirituali per il servizio di accompagnamento
è di estrema importanza. Devono essere in grado di aiutare il formando ad affrontare la realtà della sua
vita e della sua storia e a prendere decisioni coerenti, e per questo hanno bisogno di un’adeguata
Salvo nei casi previsti nei canoni 1548 §2 CIC [v. sopra] e 1229 §2 CCEO [‘Sono esentati dall'obbligo di
rispondere: 1° i chierici, a riguardo di quanto è stato a loro manifestato in ragione del sacro
ministero…’], ogni qualvolta un chierico o un membro di un Istituto di vita consacrata o di una Società di
vita apostolica abbia notizia o fondati motivi per ritenere che sia stato commesso uno dei fatti di cui
all’articolo 1 [delitti contro il sesto comandamento commessi con violenza o minaccia o con abuso di
autorità, nei confronti di un minore o di una persona vulnerabile, o il reato di pedopornografia, o
omissioni volte a interferire con le indagini civili o canoniche su tali reati] ha l’obbligo di segnalare
tempestivamente il fatto all’Ordinario del luogo dove sarebbero accaduti i fatti o ad un altro
Ordinario tra quelli di cui ai canoni 134 CIC [Ԥ1. Col nome di Ordinario nel diritto s'intendono, oltre il
Romano Pontefice, i Vescovi diocesani e gli altri che, anche se soltanto interinalmente, sono preposti a
una Chiesa particolare o a una comunità ad essa equiparata a norma del can. 368; inoltre coloro che
nelle medesime godono di potestà esecutiva ordinaria generale, vale a dire i Vicari generali ed
episcopali; e parimenti, per i propri membri, i Superiori maggiori degli istituti religiosi di diritto
pontificio clericali e delle società di vita apostolica di diritto pontificio clericali, che possiedono almeno
potestà esecutiva ordinaria.’] e 984 CCEO [‘§3 I Superiori maggiori negli istituti di vita consacrata che
sono provvisti di potestà di governo ordinaria, sono pure Gerarchi, ma non del luogo’], salvo quanto
stabilito dal §3 del presente articolo. [‘§3. Quando la segnalazione riguarda una delle persone indicate
all’articolo 6 (Cardinali, Patriarchi, Vescovi e Legati del Romano Pontefice, chierici che sono o che sono
stati alla guida pastorale di una Chiesa particolare o di un’entità ad essa assimilata, latina od orientale,
ivi inclusi gli Ordinariati personali, moderatori supremi di Istituti di vita consacrata o di Società di vita
apostolica) essa è indirizzata all’Autorità individuata in base agli articoli 8 e 9 (Art. 8: Procedura
applicabile in caso di segnalazione riguardante un Vescovo della Chiesa Latina. Art. 9: Procedura
applicabile nei confronti di Vescovi delle Chiese Orientali).’]
Art. 4 §1 stabilisce: ‘ Il fatto di effettuare una segnalazione a norma dell’articolo 3 non costituisce una
violazione del segreto d’ufficio.’
Pertanto, occorre distinguere tra ‘informazioni o fondati motivi’ di possibili abusi che un chierico o un religioso
riceve (informazioni) o formula (sulla base di indizi, reputazione, voci, ecc.) e ‘ciò che è stato manifestato’ a un
sacerdote nell'ambito della direzione spirituale (‘in ragione del sacro ministero’) o a un religioso non chierico
che è guida spirituale o a un superiore religioso (‘che sono tenuti al segreto d'ufficio’).
Nel primo caso, Vos estis lux mundi impone al chierico o al religioso l'obbligo di denuncia. Tale obbligo non
sussiste, invece, nel secondo caso, come viene espressamente affermato nel Motu proprio: ‘Eccetto nei casi
previsti dai canoni 1548 §2 CIC e 1229 §2 CCEO’.

4.4 Page 34

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conoscenza degli insegnamenti della Chiesa e della Congregazione, di un potenziamento effettivo delle
loro competenze e capacità, e di una cura della propria crescita personale integrale.
I formatori devono essere attenti anche alle leggi civili dei Paesi in cui lavorano. Queste leggi
potrebbero richiedere ai superiori religiosi e alle guide spirituali di riferire alcune questioni. In questo
caso è meglio attenersi alla posizione assunta dalle Conferenze Episcopali competenti, e rendere tali
obblighi legali chiaramente e regolarmente noti a tutti, fin dall’inizio non solo dell’esperienza formativa
ma anche del processo di accompagnamento vocazionale salesiano.
3 Ammissioni
3.1 La domanda
Fino al giugno 2007, i nn. 104-105 dei Criteri e Norme (2000), parlando della domanda di
ammissione al noviziato, alla professione temporanea e perpetua, ai ministeri, al diaconato e al
sacerdozio, richiedevano ai candidati di dichiarare di avere il consenso del proprio direttore (ma non
quello della guida spirituale e del confessore). In Criteri e Norme 105 infatti si legge:
Conviene che la domanda, indirizzata all’Ispettore e consegnata al Direttore, pur rispettando la forma
personale, contenga i seguenti elementi:
– nome e cognome del richiedente e data in cui viene presentata;
– riferimento al dialogo avuto con il Direttore e al suo accordo per la presentazione;
– cenno al discernimento fatto e alla richiesta di parere al direttore spirituale e al confessore;
– oggetto della domanda, espresso in forma chiara, cioè l’ingresso al noviziato, la prima professione
temporanea o il suo rinnovamento, la professione perpetua, i ministeri, gli ordini;
– espressione della coscienza dell’atto pubblico che si intende porre, e della libertà di porlo, come pure della
motivazione fondamentale.
Con lettera del 24 luglio 2007 il Consigliere per la Formazione ha comunicato, a nome del Rettor
Maggiore, una modifica del testo sopra riportato:
Decisione. Per evitare interpretazioni restrittive o giuridicamente obbliganti a riguardo della libertà nel fare la
domanda di ammissione, il Rettor Maggiore ed il Consiglio generale hanno accolto la richiesta di eliminare al
numero 105 di “Criteri e norme” l’espressione “e al suo accordo per la presentazione”; mentre confermano
che in tale numero sia conservata l’espressione “riferimento al dialogo avuto con il Direttore”.
Motivazione. Nel processo di ammissione è il formando che per primo deve discernere se si vede adatto per la
vocazione salesiana. Nel discernimento egli riceve aiuto dal direttore, dal confessore e anche dalla guida
spirituale, nel caso che tale guida sia diversa dalla persona del direttore. Essi, avendolo accompagnato, si
trovano nella situazione appropriata per offrirgli il loro parere positivo o negativo. Tocca poi all’individuo
prendere in considerazione questi consigli in tutta serietà, assumere la propria responsabilità davanti a Dio e
decidere in coscienza di fare o non fare la domanda. Non c’è perciò bisogno dell’assenso del direttore per la
presentazione della domanda.58
Chi intende fare domanda per i voti, i ministeri o gli ordini, quindi, prima di presentare la domanda
chiede il parere del suo direttore, della sua guida spirituale e del suo confessore, e dichiara nella
domanda di averlo fatto; ma non è tenuto a spiegare i consigli che ha eventualmente ricevuto, e
soprattutto non è obbligato a dichiarare di avere il consenso del direttore o degli altri. L’onere della
decisione ricade sull’interessato e non su chi è stato consultato.
Il direttore e gli altri, da parte loro, devono dare il loro parere sincero al candidato e, se non sono il
direttore, incoraggiare la persona a condividere questo parere con il direttore.
Se, prima della seduta del Consiglio locale che si occupa delle ammissioni, il direttore ritiene che un
individuo non sia idoneo all’ammissione o che non sia preparato in quel momento a presentare la sua
richiesta, “si ha l’obbligo grave di coscienza di dire con caritatevole chiarezza e serietà all’interessato,
che non può e non deve - anche per il suo bene - andare avanti” (Ricceri, ACG 281 49). Tuttavia, non può
58 F. Cereda, 24 luglio 2007, prot. 07/0505.

4.5 Page 35

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impedire all’interessato di prendere la propria decisione e di presentare la domanda. Se la domanda viene
presentata, il direttore non può divulgare in Consiglio il parere dato all’interessato e deve agire come in
ogni altro caso (si veda sotto il paragrafo 3.2).
Questo vale anche per il Consiglio stesso: se il Consiglio ritiene che qualcuno non debba fare
domanda di ammissione, il direttore ha il diritto di comunicarglielo, ma deve anche chiarire che
l’individuo rimane libero di arrivare alla propria decisione.
Uno dei motivi per cui non si deve impedire la presentazione della domanda è che l’autorità
responsabile dell’ammissione è l’ispettore. Il Consiglio locale ha un ruolo consultivo. Il Consiglio
ispettoriale ha un ruolo consultivo del massimo livello, che comporta il consenso a scrutinio segreto. Una
volta dato il consenso, l’ammissione è di competenza dell’ispettore. Ciò significa che l’ispettore non può
ammettere una persona senza il consenso del suo Consiglio, ma può rifiutare l’ammissione anche se il
suo Consiglio ha dato il consenso. L’autorità di ammissione non è collegiale, ma è affidata alla persona
dell’ispettore.59
3.2 Il direttore che presta il servizio di guida spirituale
Abbiamo già detto che, su richiesta di un confratello, il direttore offre volentieri il servizio di
accompagnamento spirituale personale (GSA 197). Il direttore pertanto incontra tutti i confratelli,
soprattutto quelli in formazione iniziale, per il colloquio fraterno o rendiconto, e può essere anche la
guida spirituale di alcuni.
Abbiamo anche affermato che il direttore non può condividere con il Consiglio o con chiunque altro
le informazioni ricevute nel colloquio fraterno o nell’accompagnamento spirituale, con le precisazioni
di cui al punto 2.1.
Il direttore continua a partecipare al processo di ammissione a livello locale. Reiteriamo ancora che
non può né divulgare né fare uso di ciò che conosce solo attraverso il colloquio fraterno o
l’accompagnamento spirituale, nemmeno nella votazione segreta con il consiglio della casa, a meno che
non sia autorizzato dal candidato interessato. Criteri e Norme (2000) è esplicito su questo punto:
Per quanto si riferisce al “segreto professionale”, va ricordato che il Direttore non può servirsi nemmeno nelle
votazioni segrete del Consiglio della casa di ciò che viene a conoscere solo attraverso il “colloquio”. Può
servirsene se il confratello dà il suo consenso liberamente ed esplicitamente (CN 21).
Una nota spiega il “segreto professionale”: “In termini giuridici è chiamato talvolta ‘segreto
commesso’ o di coscienza, in quanto viene consegnato (‘commesso’) alla coscienza della persona per
l’ufficio che essa esercita” (CN 21 nota 41). Una seconda nota cita Il direttore salesiano (1986) 264:
Il colloquio è difeso, per sua natura, da un segreto rigoroso.’ “si guardi attentamente il direttore dal manifestare
agli uni i difetti degli altri, anche quando si tratta di cose che forse già conosce per altre vie. Dia prova ai suoi
subalterni che egli è capace di conservare il segreto su quanto vengono a confidargli. Una piccola indiscrezione
su questa materia basterebbe a diminuire e fors’anco a distruggere intieramente la confidenza ch’essi han
riposta in lui”.
Per ragioni inerenti al tuo ufficio, puoi essere richiesto dall’ispettore di un parere su questo o quel confratello.
Nel caso, darai le informazioni con obiettività e grande senso di responsabilità. Ma la loro fonte sarà
esclusivamente la condotta esterna del confratello interessato e quanto altri possano aver riferito a suo carico.
Le confidenze del colloquio sono tutelate da un segreto rigoroso: nihil, umquam, nulli. (CN 21 note 42)
È chiaro che il direttore e il suo Consiglio, quando esaminano le richieste di ammissione, devono
basarsi unicamente su ciò che hanno conosciuto in foro esterno (GSA 156). Ciò richiede, naturalmente,
che essi siano veramente e attivamente presenti con i candidati/confratelli in formazione iniziale, nel
senso migliore e più pieno della parola “presenza”. La condivisione informale della vita è estremamente
rivelatrice, a volte anche più di ciò che si comunica nel colloquio fraterno o nell’accompagnamento
spirituale.
59 Cf. can. 641 CIC. Cf. anche Il Progetto di vita dei Salesiani di Don Bosco (1986) p. 745: ‘L’ammissione spetta
all’Ispettore. È un atto formale della sua autorità personale e non del suo Consiglio, del quale però è richiesto il
consenso’.

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3.3 Il ruolo del Consiglio locale
Quando un Consiglio si occupa di ammissioni, è molto importante tenere ben presente la prospettiva
di fondo che regola il processo di discernimento. La domanda fondamentale a cui rispondere nel segreto
della coscienza è: da una percezione complessiva della vita del candidato, egli è chiamato a ciò per cui si
candida ed è adatto? Non è questo il momento di affrontare questo o quel particolare problema o di
correggere questo o quel difetto, comportamento o debolezza - questo deve essere fatto nel corso della
vita quotidiana e della correzione fraterna e durante le valutazioni trimestrali. Il momento
dell’ammissione è un discernimento davanti a Dio sul cammino vocazionale complessivo di uno dei suoi
figli, e quindi una responsabilità molto impegnativa davanti a Dio, alla Chiesa, alla Congregazione e al
candidato/confratello stesso.
Come abbiamo già detto, la nostra prassi prevede che il direttore (o il responsabile dei prenovizi),
anche quando è guida spirituale personale, continui a far parte del processo di ammissione a livello
locale. Vale la pena ripetere che - a meno che non abbia il consenso libero ed esplicito dell’interessato -
il direttore non può condividere con il Consiglio o con chiunque altro le informazioni che ha ricevuto
solo attraverso il colloquio fraterno o l’accompagnamento spirituale. Né può servirsi di tali informazioni
per giungere a un proprio giudizio sull’idoneità della persona all’ammissione (CN 21). “Esprime il
proprio giudizio esclusivamente sulla base delle proprie osservazioni e di quelle del suo Consiglio” (GSA
156).
Il ruolo del Consiglio locale in materia di ammissioni è consultivo. Poiché è vincolante ascoltare il suo
parere in questo momento, la validità dell’atto richiede che sia richiesto il parere di tutti (cfr. Can. 127
§1 CIC). Dopo che i membri hanno espresso il loro parere sull’idoneità del candidato, motivandolo, è
necessario che il giudizio di idoneità sia espresso sinteticamente con un voto segreto positivo o negativo
(equivalente a un parere favorevole sull’idoneità o a un parere sfavorevole). Questa prassi preserva la
libertà di ciascun consigliere ed evita pressioni indebite da parte di altri membri.
L’appartenenza al Consiglio comporta l’obbligo per ciascun consigliere di esprimere la propria
opinione. L’astensione, in altre parole, non è possibile. “127 §3. Tutti quelli, il cui consenso o parere è
richiesto, sono tenuti all’obbligo di esprimere sinceramente la propria opinione, e, se la gravità degli
affari lo richiede, di osservare diligentemente il segreto; obbligo che può essere sollecitato dal
Superiore”.60
Al momento dell’ammissione, quindi, il parere del Consiglio locale deve essere espresso non solo
con un giudizio scritto, ma anche con un voto segreto.
La pratica di decidere in anticipo come votare (i cosiddetti “fagioli concordati”) è assolutamente da
interrompere, perché invalida l’intera ragione del voto segreto.
Questi orientamenti e direttive possono diventare veramente efficaci quando saremo in grado di
investire nella formazione e nella acquisizione di competenze specifiche dei membri dei Consigli sia a
livello locale che ispettoriale.
4 Trasmissione dei dati personali
Nel caso in cui un confratello prosegua la formazione iniziale in un’altra casa o fase (compresi coloro
che vengono inviati in comunità formative Interispettoriali e quelli che optano per le missioni ad gentes),
il suo ispettore trasmetterà al direttore della nuova casa o fase formativa una copia del giudizio al
momento dell’ammissione e quelle altre informazioni che possono favorire “la conoscenza dei formandi
da parte dei responsabili della fase”61. Tra queste vi sono gli scrutini trimestrali. È molto importante
cogliere la chiara distinzione tra l’aiuto alla crescita che si offre con la valutazione trimestrale e l’atto
giuridico che si pone con un giudizio di ammissione62. Entrambe sono processi assai rilevanti come
60 Can. 127 §3 citato in AnGC p. 216, nella nota 3: ‘In base a tale norma, non è legittima l'astensione’.
61 FSDB 2016 298: “L’Ispettore promuova, soprattutto all’inizio di una fase formativa, la conoscenza dei formandi
da parte dei responsabili della fase, e favorisca lungo tutto il processo formativo la comunicazione di adeguate
informazioni con le modalità più opportune”.
62 GSA 168: “È importante sottolineare che la valutazione non è di per sé un processo di discernimento legato
all’ammissione di un candidato alla fase successiva. Le ammissioni sono atti giuridici che coinvolgono l’ispettoria e

4.7 Page 37

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strumento di aiuto per il discernimento e il cammino vocazionale di ciascun candidato e giovane
confratello, ma di diversa natura (vedi sopra “3.3: Il ruolo del Consiglio locale”). La loro peculiare finalità
e modalità va rispettata sia in fase di stesura che in fase di lettura e interpretazione.
Il confratello in formazione iniziale è incoraggiato ad assumersi per primo la responsabilità di
integrare l’aiuto ricevuto attraverso le valutazioni periodiche nel suo personale progetto di vita, e a
valorizzarlo come un itinerario di crescita vocazionale, da condividere come un aiuto efficace per la sua
crescita con il suo direttore e con la guida spirituale che ha scelto, soprattutto nel passaggio a una nuova
comunità o fase di formazione.
5 Direttive
1. Scelta della guida spirituale. Per facilitare una scelta veramente libera della guida spirituale,
l’ispettore (o il curatorium, nel caso di case di formazione interispettoriali) presenterà un elenco di
Salesiani (presbiteri e coadiutori) che possono offrire il servizio di accompagnamento spirituale, o
membri della comunità o facilmente raggiungibili, non membri del consiglio locale, tenendo
presente che, come previsto dal can. 239 §2, il formando può, in consultazione con l’ispettore o il
direttore, scegliere qualcun altro. Il direttore e gli altri membri dell’équipe formatrice possono
anche essere richiesti per il servizio dell’accompagnamento spirituale, se il candidato/confratello
lo desidera.
2. Domanda di ammissione. Nella domanda di ammissione, il candidato è tenuto a dichiarare di
aver consultato il proprio direttore, il confessore e la guida spirituale; non gli è richiesto di dire che
ha il loro consenso. Il direttore e gli altri, a loro volta, sono tenuti a dare un parere sincero al
candidato sulla sua idoneità al passo richiesto. Tuttavia, non possono impedire all’individuo di
prendere la propria decisione e di presentare la domanda. Se la domanda viene presentata, il
direttore non può divulgare neanche in Consiglio quanto ha comunicato all’interessato e deve agire
come in ogni altro caso. Allo stesso modo, il Consiglio locale può portare a conoscenza del candidato
un eventuale parere negativo, ma non può impedirgli di presentare la domanda.
3. Ammissioni - ruolo del direttore. Il direttore non può condividere con il Consiglio o con chiunque
altro le informazioni ricevute durante il colloquio fraterno o l’accompagnamento spirituale, con le
eccezioni di cui si è trattato sopra in “2: Confidenzialità”. Non può nemmeno fare uso di queste
informazioni per arrivare a un proprio giudizio, al momento della votazione, sull’idoneità della
persona all’ammissione.
4. Ammissioni - ruolo del Consiglio. Al momento dell’ammissione, il Consiglio locale esprimerà il
proprio parere attraverso un voto segreto e un parere globale scritto esaustivo e ben curato seppur
sintetico, sull’idoneità complessiva del candidato. La pratica di decidere in anticipo come votare
rende il voto non valido ed è assolutamente da escludere.
5. Passaggio di informazioni. Quando un candidato/confratello passa a un’altra fase della
formazione, sia nella sua ispettoria che altrove, il suo ispettore trasmetterà al direttore della nuova
casa di formazione una copia dei giudizi di ammissione e altre informazioni che possono favorire
la conoscenza e l’accompagnamento del formando. I primi invitati a far tesoro delle valutazioni
della comunità per il progetto personale di vita sono i candidati/confratelli in formazione iniziale,
favorendo così la continuità del cammino personale e dell’accompagnamento tra le varie fasi.
6. Formazione. Gli ispettori e gli organismi di animazione, come i centri regionali di formazione,
organizzeranno corsi di acquisizione di competenze (“capacity building”) per i direttori di prima
nomina, per tutti i direttori come aggiornamento di quando in quando, e per i membri dei Consigli
locali e ispettoriali. Durante questi corsi verranno presentati gli orientamenti e le linee guida della
presente lettera.
non solo il Consiglio della casa, mentre lo scopo principale delle valutazioni periodiche è quello di favorire la
crescita vocazionale di chi le riceve, attraverso i contributi qualificati offerti dai membri del Consiglio locale. Lo
scrutinio formativo è una valutazione del cammino del formando. Utilizzato nella formazione iniziale per
personalizzare il cammino formativo, è un mezzo da valorizzare da parte del direttore e della guida spirituale per
l’accompagnamento personale del formando”.

4.8 Page 38

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***
2.2 L'ESPERIENZA DI ORIENTAMENTO VOCAZIONALE SALESIANO: ITINERARIO DI
FORMAZIONE
Don Miguel Angel García, Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile
Don Ivo Coelho, Consigliere Generale per la Formazione
1. Scopo del documento
Questo testo nasce dal desiderio di avere un quadro di riferimento condiviso, che permetta l'accoglienza e
l'orientamento vocazionale di quei giovani che desiderano conoscere più da vicino la vita salesiana e
maturare e discernere la propria vocazione. A questi giovani vogliamo offrire l'ambiente, le condizioni e un
itinerario di accompagnamento.
Il documento si articola in sette punti. In primo luogo, si propone una sintesi, in ordine cronologico, dei
principali riferimenti emersi nei documenti post-conciliari della Congregazione, per poi offrire una panoramica
della prassi della Congregazione nelle varie regioni. In seguito, si presenta una considerazione rispetto alla
provenienza dei candidati. Di particolare rilievo sono i punti relativi al profilo di ingresso dei giovani,
all'itinerario formativo per l'accompagnamento e il discernimento e, infine, all'ambiente e alle condizioni
adeguate che la casa salesiana deve garantire. Viene offerta una proposta pedagogica relativa ai tempi e ai
modi di accompagnamento di questa esperienza, ed infine, un approfondimento rispetto al tema
dell'animazione vocazionale nell'Ispettoria.
Le presenti riflessioni attingono ad alcuni riferimenti essenziali della Chiesa e della Congregazione.63 Non
sono la semplice raccolta di fonti, né la loro riproposizione in un'abile sintesi, né la loro interpretazione. Il
percorso, così documentato, evidenzia con molta chiarezza il valore della continuità, del discernimento e
dell'attenzione assunta e gradualmente maturata delle diverse esperienze di orientamento vocazionale
salesiano. Questo documento si occupa di comprendere, approfondire e arricchire le attuali esperienze di
orientamento vocazionale salesiano. Nella stesura delle indicazioni che seguono si è tenuto conto della
mappa della realtà dell’Aspirantato e delle sue diverse espressioni in tutte le Regioni della Congregazione
(luglio 2021).
2. L'orientamento vocazionale nei documenti post-conciliari della Congregazione
La lettura del cammino della Congregazione ci permette di scoprire la persistenza della riflessione sulla realtà
degli aspirantati. Si offrono stimoli, si pongono nuove sfide alle quali le Ispettorie cercano ordinariamente di
trovare soluzioni innovative e aggiornate. Ricostruire il filo della storia non è superfluo, anzi, orienta a
sintonizzarsi su una realtà molto importante nel campo della promozione e dell'orientamento vocazionale.
La riflessione congregazionale sull'orientamento vocazionale è stata cristallizzata nelle Costituzioni e nelle
Regolamenti (1984). I Capitoli generali hanno approfondito e costruito un patrimonio molto ricco, integrando
le lettere dei Rettori Maggiori e le iniziative delle Ispettorie. Si è così riconosciuta, innanzitutto, la vocazione
cristiana a cui tutti i battezzati sono chiamati (C 37); per questo motivo, non solo le vocazioni religiose o
sacerdotali, per le quali è necessaria una cura speciale, ma anche quelle laicali sono state concepite come
"vocazioni apostoliche" (C 28).
63 Costituzioni e Regolamenti della Società di San Francesco di Sales; Capitolo Generale dei Salesiani di Don Bosco (CG); La Formazione
dei Salesiani di don Bosco: Ratio Fundamentalis Institutionis et Studiorum, 2016; Atti del Consiglio Superiore (ACS) e Atti del Consiglio
Generale (ACG); Francesco, Esortazione Apostolica post-sinodale Christus vivit, 2019; Sinodo dei Vescovi, XV Assemblea Generale
Ordinaria: I giovani, la fede e il discernimento vocazionale. Documento finale, 2019; Pastorale giovanile salesiana. Quadro di riferimento,
2014 (QdR); Giovani salesiani e accompagnamento. Orientamenti e linee guida, 2019 (GSA); Orientamenti sull'esperienza
dell'Aspirantato, 2011.

4.9 Page 39

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In un modo o nell'altro, si è insistito sul fatto che la pastorale vocazionale è il coronamento della pastorale
giovanile, "il suo principio unificante"64, perché la missione salesiana mira ad aiutare i giovani a scoprire la loro
vocazione.65
In varie occasioni è stata respinta la concezione dell'animazione vocazionale come semplice
"reclutamento" di vocazioni, confermando il duplice aspetto dell'animazione vocazionale, sia generale che
specifico.66 Da un lato, si richiede un'attenzione costante per scoprire e accompagnare con iniziative
differenziate e appropriate le vocazioni di particolare impegno nella società e nella Chiesa; ma sostiene anche
la consapevolezza di una speciale responsabilità nel suscitare un invito esplicito a una vocazione di speciale
servizio o consacrazione, in particolare, al carisma salesiano nelle sue molteplici forme.67
Per questo motivo, si affermerà che il primo obiettivo della promozione vocazionale è quello di creare una
"cultura vocazionale" in ogni ambiente salesiano68. Attraverso le relazioni, la comunicazione, le attività e i
progetti, stimola una visione della vita come dono e come servizio, proponendo atteggiamenti che favoriscono
lo sviluppo vocazionale, arrivando a una proposta esplicita anche di vita consacrata e sacerdotale.
La Congregazione non ha mai smesso di insistere sulla cura speciale di quegli ambienti, rilevanti e
indispensabili da cui è fondamentale aiutare i giovani a discernere la loro vocazione e a rispondervi
consapevolmente. Questi spazi formativi sono chiamati "Aspirantati", poi "comunità proposte", "gruppi di
ricerca", tra le altre modalità.69 In questo senso, l'insegnamento dei Rettori Maggiori e dei Capitoli ha
sollecitato negli anni il rinnovamento di queste proposte di orientamento vocazionale70, definite nei
Regolamenti come "centri salesiani di orientamento vocazionale" (cfr. R 16 e 17).
È necessaria anche una seria programmazione della pastorale vocazionale71, all'interno del cammino di
fede offerto dalla pastorale giovanile. Questa prospettiva è sottolineata negli ultimi tempi nelle linee
programmatiche del Rettor Maggiore a seguito del CG28: è necessario "accompagnare i giovani in vista della
loro maturazione personale e della loro crescita nella fede".72 Questo esclude che il processo vocazionale sia
un momento "ultimo", "casuale", "elitario" o "eccezionale", ma che sia la spina dorsale di tutto il cammino di
fede.73 Il Quadro di Riferimento della Pastorale Giovanile Salesiana (2014) inserisce la dimensione vocazionale
nel PEPSI non come un’aggiunta, ma come interna e sostanziale; inoltre approfondisce le significative opzioni
di discernimento vocazionale incluse nell'itinerario di educazione alla fede, 74 senza una rinuncia alle vocazioni
di speciale consacrazione.
Nel CG21 (1978) è stato presentato il "primo orientamento organico per il rinnovamento della pastorale
vocazionale salesiana".75 In quell'occasione si è già detto che si tratta di una metodologia formativa rivolta a
quei giovani con maggiore sensibilità, disponibilità e ricchezza spirituale, e che richiedono un'attenzione
differenziata e speciale. Inoltre, "le Ispettorie, e non le comunità o i singoli"76 sono responsabili di alcune
64 CG28 pag. 24.
65 CGS 374; C 37; cfr. CG23 247.
66 L. Ricceri, Lettere circolari di don Luigi Ricceri ai salesiani (Roma: Editrice SDB, 1996) 636-38. Nel documento Giovani salesiani e
accompagnamento. Orientamenti e direttive, insiste nel chiarire la differenza tra reclutamento vocazionale e accompagnamento e
discernimento vocazionale (cfr. GSA 183).
67 Cfr. J.E. Vecchi, Educatori appassionati, esperti e consacrati per i giovani. Lettere circolari di don Juan E. Vecchi (Roma: LAS, 2013) 644.
649
68 Nella sua lettera del 2000, "Ecco il tempo favorevole" (ACG 373), don Juan Vecchi introduce questa espressione, usata da Papa
Giovanni Paolo II. Cfr. CG26 53.
69 E. Viganò, Lettere circolari di don Egidio Viganò ai Salesiani (Roma: Direzione Generale Opere Don Bosco, 1996) 1225; cf. CG26 72.
70 Ricceri, Lettere circolari 657-64.
71 Ricceri, Lettere circolari 645-57.
72 CG28 pag. 24.
73 E. Viganò, Lettere circolari di don Egidio Viganò ai Salesiani (Roma: Direzione Generale Opere Don Bosco, 1996) 1206.
74 Cfr. QdR pag. 247. 248.
75 CG21 574.
76 CG21 118.

4.10 Page 40

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condizioni: la definizione di obiettivi chiari, un progetto educativo e l'accompagnamento in gruppi o
comunità,77 dove ci sono persone che testimoniano un'autentica vita salesiana.
La comunità salesiana è "luogo privilegiato di proposta e accompagnamento vocazionale". Tuttavia, non
dobbiamo dimenticare che il soggetto della pastorale giovanile salesiana, dove culminano il discernimento
vocazionale e le scelte di vita, è la Comunità Educativo-Pastorale, una comunione di vocazioni diverse.78
Nel corso degli anni, la Congregazione ha sviluppato una riflessione sull'orientamento dell'educazione dei
giovani alla fede. Ha individuato nell'orientamento vocazionale la sua dimensione fondante e qualificante79.
In questo impegno vocazionale, alcuni aspetti si sostengono e si completano a vicenda: da una parte,
l'orientamento offerto a tutti i giovani all'interno del discorso educativo; dall’altro, l'attenzione costante a
scoprire e accompagnare con iniziative differenziate e appropriate le vocazioni di particolare impegno nella
società e nella Chiesa, in modo che i giovani possano fare una scelta consapevole e libera (C 109); infine, una
particolare responsabilità nei confronti del carisma salesiano nelle sue molteplici forme, attraverso il
discernimento e la cura dei semi di vocazione salesiana, sia consacrata che laica, presenti nei giovani. Per
attuare quest'ultimo aspetto, l'esperienza di orientamento vocazionale salesiano si confronteranno con la vita
consacrata salesiana.80
Molti di questi temi vengono ampiamente sviluppati nella lettera "L'esperienza dell'Aspirantato (2011)"81:
Oltre alla natura e allo scopo dell'aspirantato, vengono presentate le dimensioni della formazione salesiana, il
valore e l'urgenza dell’accompagnamento e del discernimento. In definitiva, il testo chiarisce, da un lato, le
condizioni da assicurare; dall'altro, le diverse forme. Nella stessa introduzione sottolinea che
l'accompagnamento vocazionale dei candidati alla vita consacrata salesiana fa parte della pastorale giovanile
ed è quindi di competenza del settore di Pastorale Giovanile, in stretta collaborazione con il settore di
Formazione.
3 Espressioni diverse di un'unica definizione
a.- I Regolamenti della nostra Congregazione usano il nome di "Aspirantato" per definire l'accompagnamento
dei giovani che manifestano attitudini alla vita religiosa e che permette loro di conoscere la propria
vocazione. In questa esperienza di vita i giovani approfondiscono, verificano e maturano i segni vocazionali
che si presentano nella loro vita e che li orientano alla possibilità di una scelta di vita religiosa salesiana, non
ancora fatta in modo pubblico e consapevole (cfr. R 17).
Questa esperienza, condotta attraverso una grande varietà di forme e modalità, non deve essere
considerata semplicemente come una struttura esterna, ma come un itinerario di maturazione che permette
ai giovani coinvolti di vivere esperienze mirate di accompagnamento e discernimento vocazionale. Infatti, la
dimensione di educazione alla fede del Progetto educativo-pastorale salesiano educa a vivere in una
prospettiva vocazionale. Questo è anche il risultato di un buon percorso educativo-pastorale: portare la
persona a sperimentare una fede matura, e quindi a realizzare il progetto che Dio ha per la sua vita. In altre
parole, l'orientamento vocazionale costituisce il vertice e il coronamento della nostra azione educativa
pastorale non nel senso di un momento terminale del cammino di fede, ma come "un elemento ovunque
presente, che qualifica ogni ambito di intervento e ogni tappa". (CG23 247). Come già sottolineato in
precedenza, il 23° Capitolo Generale aveva detto che c'è stata una "lunga riflessione" in Congregazione per
affrontare la nuova situazione e le forme tradizionali e nuove di promozione vocazionale, puntando verso
"esperienze nuove e varie" (CG23 249).
77 R 16; cfr. GC26 72.
78 CG24 141.180
79 Cf. CGS 374 e 692; CG21, 110ss; CG23, 149 ss e 247
80 cfr. CG26 54, 58, 69 La lettera F. Attard - F. Cereda, "Orientamenti sull'esperienza di aspirantato ricorda che queste proposte sono
essenzialmente un'esperienza di accompagnamento (nn. 1 e 14) e di discernimento sulla vocazione consacrata salesiana (n. 15).
81 La lettera F. Attard - F. Cereda, "Orientamenti sull'esperienza di aspirantato", 27 luglio 2011, nasce, in risposta alla linea d'azione
della CG26, 73, elaborata dai settori di Pastorale Giovanile e Formazione.

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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Citiamo innanzitutto il n. 329 della Ratio (rivista nel 2009) in riferimento al prenoviziato: "Questa prima
tappa formativa [pre-noviziato] presuppone che il pre-novizio abbia vissuto in precedenza un'esperienza e un
periodo adeguato di crescita vocazionale e di maturazione umana e cristiana, di accompagnamento, di
esperienza comunitaria, di esercizio della pastorale salesiana, di cui non si può fare a meno.
Il Quadro di Riferimento per la Pastorale Giovanile affronta la dimensione vocazionale: "Questo processo
permette al giovane di prendere una decisione serena e personale, libera e motivata, mentre compie
esperienze in una comunità in cui viene formato secondo il carisma e ne approfondisce la conoscenza e la
graduale conformazione ad esso".82
b.- Questo periodo, che può essere tendenzialmente orientato al pre-noviziato, viene definito in vari
modi, generalmente come "aspirantato", anche se il termine varia a seconda dei luoghi, delle culture e delle
sensibilità.
Già negli anni '80 e '90, in alcune ispettorie, sono sorte gradualmente alcune strutture che hanno sostituito
la denominazione, talvolta con modalità nuove rispetto agli aspirantati classici: "comunità proposta",
"comunità di accoglienza vocazionale", "casa di orientamento", "centro di orientamento vocazionale " (Reg.
17), "comunità di accoglienza", "programma Vieni e vedi", "aspirantato esterno" (ci sono candidati che, per
circostanze sociali, culturali, politiche o familiari, non possono essere introdotti subito in una comunità). Altre
denominazioni utilizzate prima di questi anni sono "aspirantato scolastico" (giovani impegnati negli studi pre-
universitari), "aspirantato missionario", "aspirantato per vocazioni indigene".
Questa è la realtà attuale e le diverse nomenclature nella nostra congregazione.83
DIVERSI TIPI DI ASPIRAZIONI NELLE REGIONI (2021)
RAFM RAMI RAMS RASE RASS
RECN
RMED
Accompagnamento sistematico
6
Aspirantato scolastico
1
3
19
Aspirantato dopo la scuola/università 7
5
5
6
Inserimento in comunità
5
6
Aspirantato missionario
2
Comunità proposta
6
4
9
Volontariato vocazionale
10
2
Aspirantato esterno
3
1
3
2
Aspirantato per le vocazioni autoctone
1
Più volte e con insistenza è emersa la necessità di dare vita a una riflessione approfondita sulle scuole
apostoliche, in cui sono impegnati tanti confratelli e che raggiungono un gran numero di destinatari (nella
Regione Africa e Madagascar e nella Regione Asia Sud).84 C'è bisogno di una verifica e di un rinnovamento, ed
è urgente e importante che i più coinvolti in questo campo a livello locale, ispettoriale e regionale si
inseriscano in questo processo, valorizzando gli orientamenti già delineati a livello congregazionale - come
quelli qui ricordati sull'animazione vocazionale – e approfondendo l’ambito pedagogico rispetto agli studi
relativi all'età a cui si rivolge e alle caratteristiche delle strutture di tipo scolastico su cui si basa questo servizio
educativo-pastorale.
c.- In ogni caso, questo ambiente di accoglienza per i giovani che desiderano intraprendere un cammino di
discernimento vocazionale non è una tappa aggiuntiva alla formazione: vuole essere un ambiente
"caratterizzato da un intenso orientamento vocazionale, un modo valido per aiutare i giovani a discernere la
82 Quadro di riferimento per la Pastorale Giovanile. Roma 2014, cap. VI, 2.4.a (Chiamati alla vita e alla fede).
83 RAFM = Regione Africa e Madagascar; RAMI = Regione Inter-America; RAMS = Regione Sud America; RASE = Regione Asia Orientale e
Oceania; RASS = Regione Asia Meridionale; RECN = Regione Europa Centro-Nord; RMED = Regione Mediterraneo.
84 Già nel 1965, i capitolari della CG19 (Parte III - ASPIRANTI) insistevano sul fatto che "le scuole apostoliche non devono essere
considerate né Aspiranti né Pre-Aspiranti".

5.2 Page 42

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propria vocazione e a rispondervi consapevolmente" 85, il ponte naturale tra la pastorale giovanile e la
formazione salesiana.
4 Provenienza dei candidati
a.- Si tratta di un'esperienza necessaria, tanto più che questi giovani in ricerca arrivano da ambienti
eterogenei, con età, situazioni familiari, livelli di maturità personale, esperienze di vita, fede e cultura molto
diversi, provenienti da svariate realtà salesiane e con una diversa conoscenza di Don Bosco.
» Questa particolare esperienza inizia per quei giovani che hanno già intrapreso un cammino di maturazione
nella fede86 e di orientamento vocazionale87, ordinariamente all'interno di quei processi di pastorale
giovanile salesiana, come ad esempio: i weekend vocazionali, i campi e i gruppi vocazionali,
l'accompagnamento di un salesiano in una casa, l'accompagnamento del coordinatore dell'animazione
vocazionale dell'Ispettoria, o il frutto di esperienze di volontariato.
» Anche altri giovani attratti dal carisma di Don Bosco, che non hanno vissuto in una Comunità Educativa
Pastorale Salesiana, cominciano questa esperienza. Questi giovani si fidano del carisma salesiano come
carisma aperto alla Chiesa nella sua totalità e intraprendono nella libertà un cammino vocazionale che
può avere esiti diversi.
b.- A tutti questi candidati, l’Ispettoria offre un accompagnamento specifico attraverso una proposta concreta
che risponda al meglio alle esigenze della loro storia e situazione personale.
Queste strutture sono rivolte principalmente agli studenti universitari o ai giovani delle scuole superiori.
Tuttavia, alcune Ispettorie hanno mantenuto strutture per aspiranti adolescenti e preadolescenti, con uno
stile più simile alla struttura del "seminario minore": stesso orario di studio per tutti, meno contatti con il
mondo esterno e poca pratica pastorale dovuta all'età.
5 Alcuni aspetti del profilo di ingresso
a.- In questa prospettiva formativa, diventa essenziale creare le condizioni più adeguate perché la persona
possa compiere il passaggio del discernimento. Infatti, questo periodo di "prima accoglienza" diventa
un'esperienza che può avere configurazioni molto flessibili e variare nel luogo e nella durata, anche a seconda
del candidato. È necessario, infatti, che il giovane abbia un ritmo formativo secondo la sua maturità personale
e il suo cammino vocazionale, senza confonderlo con altre tappe.
La prima condizione da tenere in considerazione per essere ammessi all'Aspirantato è che il giovane entri
in questa esperienza nel momento in cui si interroga esplicitamente su una possibile vocazione alla vita
salesiana consacrata davanti a Dio. In altre parole, deve aver espresso il desiderio e la volontà di discernere il
progetto di Dio nel carisma salesiano, e quindi essere disposto a percorrere il cammino per verificare se
quell'attrazione iniziale è davvero una chiamata di Dio e per discernere se ha le condizioni di idoneità per
accoglierla. In ogni caso, il giovane deve rimanere aperto ad altri esiti vocazionali.
Va chiarito che la figura dell'accompagnatore non ha altro interesse che quello di aiutare il giovane a
scoprire davanti al Signore a cosa è chiamato e, se si tratta di una vocazione di speciale consacrazione, ad
avviare il processo; se si tratta di un'altra, a orientarlo. Non si tratta della funzione di individuare o scartare le
vocazioni religiose, ma di un servizio (il culmine dell'accompagnamento pastorale) di aiuto nell'individuazione
della propria vocazione e di orientamento verso di essa.
85 CG20, 662
86 Cost. 6, 28, 37 e Reg. 9.
87 Articolo 16 del Regolamento: 'i centri vocazionali accolgono e accompagnano i giovani che si sentono chiamati a un impegno nella
Chiesa e nella Congregazione. Questo servizio può essere svolto anche attraverso l'organizzazione di incontri locali o regionali, la
creazione di gruppi specifici o l'inserimento di giovani in alcune delle nostre comunità".

5.3 Page 43

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b.- Dopo questa premessa, sono importanti alcune condizioni, cioè alcuni punti che delineano il profilo di
ingresso del giovane che intende vivere l'esperienza, seguendo il seguente criterio della Chiesa: "per realizzare
la propria vocazione è necessario sviluppare, far germogliare e coltivare tutto ciò che si è. Non si tratta di
inventarsi, di crearsi dal nulla, ma di scoprirsi alla luce di Dio e di far fiorire il proprio essere" (CV 257):
» verifica di uno stile di vita sano (fisico e psicologico), in senso lato;
» presenza di un'esperienza personale di Dio che gli ha permesso di percepire in qualche modo la sua
chiamata (non che sia già chiara); è auspicabile che abbia partecipato in precedenza a esperienze di
orientamento vocazionale;
» disponibilità all'accompagnamento personale;
» impegno e fedeltà dimostrati nel proprio lavoro (studio personale, attività apostolica, servizio alla
comunità);
» capacità di interagire e relazionarsi con gli altri in modo positivo;
» disponibilità al lavoro apostolico con i giovani, soprattutto con i più poveri;
» indicazioni rispetto all’età. Alcune ispettorie prediligono i giovani dai 17-18 anni in su; per i candidati di
età superiore ai 35 anni, il percorso viene accompagnato per verificarne la fattibilità; altre ispettorie
accolgono adolescenti tra i 14 e i 17 anni.
6 L'itinerario formativo per l'accompagnamento e il discernimento
La maturazione della persona avviene, in questa fase, privilegiando alcuni aspetti che diventano obiettivi
specifici da perseguire. Ne consegue che il grande lavoro dei formatori sta nell'accompagnare il giovane a
individuare e mettere in atto le dinamiche interiori che lo portano ad armonizzarsi e a vivere non da spettatore
o in modo giustapposto, ma da protagonista queste diverse dimensioni:88
a.- La maturità umana è alla base della crescita vocazionale del giovane. Essa tende all'obiettivo dell'equilibrio
psichico ed emotivo e della crescita armonica e integrale, prestando particolare attenzione alla presa di
coscienza di eventuali fragilità psicologiche e all'avvio di processi sicuri per il loro superamento.
Nell'esperienza dell'Aspirantato il giovane inizia a maturare:
» Un contatto autentico e profondo con sé stessi e, quindi, una buona capacità, serenità e maturità nel saper
leggere e decifrare onestamente se stessi, i propri sentimenti e desideri, le disposizioni del cuore, i doni
ricevuti e le eventuali ferite.
» Vengono offerte ulteriori opportunità di lettura delle dinamiche della vita comunitaria e degli elementi di
maturazione affettiva, ad esempio: la capacità di rispettare gli altri, di ascoltare e accogliere i punti di vista
altrui, di non usare gli altri per i propri fini, di prendersi cura degli altri crescendo nell’empatia.
» La capacità di cogliere il nucleo motivazionale centrale delle proprie azioni, al di là degli aspetti più esterni
ed emotivamente contingenti, come, ad esempio, i nuovi equilibri familiari.
b.- L'area del rapporto con Dio e dell'impegno spirituale deve essere tracciata tenendo presente alcuni
riferimenti:
88 "Il Sinodo propone con convinzione di offrire ai giovani un'esperienza di accompagnamento in vista del discernimento. Tale esperienza
- la cui durata è da stabilire in base ai contesti e alle opportunità - può essere qualificata come un tempo dedicato alla maturazione della
vita cristiana adulta. Essa deve prevedere un distacco prolungato dagli ambienti e dalle relazioni abituali, ed essere costruita attorno ad
almeno tre capisaldi irrinunciabili: un'esperienza di vita fraterna condivisa con gli educatori adulti che sia essenziale, sobria e rispettosa
della casa comune; una proposta apostolica forte e significativa da vivere insieme; un'offerta di spiritualità radicata nella preghiera e
nella vita sacramentale (DF 161).

5.4 Page 44

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» La scoperta e l'accettazione del reale primato di Dio e della sua logica evangelica nella vita del cristiano89.
In questa linea si colloca la familiarità con il Signore, l'introduzione alla vita di fede e di amicizia con Gesù90
attraverso la cura della preghiera e della liturgia.
» Disponibilità a lasciarsi aiutare e, quindi, apertura alla pratica dell'accompagnamento personale e
all'assunzione di responsabilità nelle decisioni. È un processo che, da un lato, deve verificare alcuni
passaggi di idoneità vocazionale; dall'altro, deve approfondire le motivazioni vocazionali del giovane che
compie il percorso (i bisogni, i desideri, gli interessi, le spinte interne ed esterne che inclinano il giovane a
tale scelta).
» Inoltre, la dimensione esperienziale della spiritualità giovanile salesiana deve essere privilegiata rispetto
a quella teorica nella lettura della fede nella vita quotidiana e nella riflessione sulle esperienze vissute.
c.- Per il giovane che discerne una vocazione di educatore ed evangelizzatore dei giovani, sono auspicabili
alcuni elementi della dimensione intellettuale:
» Attenzione al quotidiano come luogo in cui si manifesta la continuità e la costanza nel prendersi cura dei
propri impegni di studio o di lavoro, dei doveri personali, dei servizi richiesti, delle faccende domestiche.
» L'acquisizione di abitudini di riflessione e condivisione, nonché la capacità di riflettere sulle situazioni e di
valutare criticamente la realtà circostante.
» Maturazione nella capacità di percepire i valori evangelici e vocazionali secondo il Vangelo e la spiritualità
giovanile salesiana, piuttosto che ricondurli ai propri schemi cognitivi precedenti.
d.- "Il giovane viene educato alla generosità e alla disponibilità. Sono i due atteggiamenti che generano gioia:
per avere più vita bisogna donarla".91 Per questo la sua crescita educativa pastorale comprende:
» Iniziazione all'attività apostolica, vissuta in modo esperienziale e riletta nell'accompagnamento
privilegiando i momenti dell'assistenza, tipicamente salesiana, e dell'animazione sistematica e continua di
un gruppo. Questa iniziazione educativo-pastorale diventa un'occasione per ascoltare i bisogni dei ragazzi;
per conoscere Don Bosco e il Sistema Preventivo; per scoprire le dimensioni e le caratteristiche
dell'animatore salesiano;
» Il desiderio di sottoporre la propria azione pastorale al vaglio degli altri.
» Flessibilità nei ruoli piuttosto che una pastorale su misura.
L’attenzione alla dimensione intellettuale del percorso non deve costituire un peso eccessivo in termini di
studio accademico, con poche possibilità di lavorare seriamente su sé stessi.
7 L'ambiente e le condizioni adeguate che la casa salesiana deve assicurare
Come abbiamo visto, questo è il periodo in cui la Congregazione offre un'esperienza ai giovani in ricerca,
curando l'accompagnamento e il discernimento personale, secondo i criteri indicati. L'obiettivo finale del
processo è la decisione vocazionale. Le singole Ispettorie propongono una casa salesiana (o più case
nell'Ispettoria) dove ai giovani viene offerta la preziosa opportunità della vita fraterna, tra salesiani e coetanei,
nella semplicità della vita quotidiana dove non mancano infatti gli impegni scolastici, i doveri domestici e le
relazioni, le proposte apostoliche secondo il carisma di Don Bosco e un'offerta di spiritualità che aiuta a
coniugare fede e vita: "A chi si orienta alla vita salesiana vengono offerti l'ambiente e le condizioni giuste per
conoscere la propria vocazione e maturare come uomo e come cristiano".92
89 "L'incidenza della fede sulla vita, o la sua irrilevanza pratica, si manifesta oggi in alcuni aspetti dell'esistenza individuale e della cultura,
che diventano quindi il suo banco di prova. Non si tratta di punti particolari, ma di "spazi" in cui si concentra il significato, la forza e
la conflittualità della fede. (CG23, 181).
90 HP, 250.
91 CG23, 152.
92 Cost. 109

5.5 Page 45

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È auspicabile che questo tipo di esperienza sia vissuta, in particolare, da quei giovani che si avvicinano per
la prima volta alla vita fraterna nelle comunità salesiane e che non hanno frequentato i nostri ambienti di vita
apostolica.
Per ottenere questo risultato, sono necessarie quattro condizioni:
a. - L'ambiente comunitario è vivace e aperto, semplice e familiare, allegro ma impegnato. Spiccano i
rapporti di amicizia e familiarità. Possono condividere con la comunità (ma non in una struttura ordinaria di
vita religiosa) alcuni momenti di preghiera, spiritualità, attività e amicizia. Cioè, un ambiente familiare dove ci
sono le condizioni adatte per un periodo di tempo in cui questi giovani possano scoprire, assumere e seguire
responsabilmente il loro progetto di vita.
La vita comunitaria è un'occasione preziosa per imparare la fraternità nelle relazioni, il confronto con gli
educatori, la corresponsabilità nei servizi, la generosità nel donarsi. Per una più facile maturazione, il dialogo
è sicuramente da preferire all'imposizione, la testimonianza alla semplice osservazione, la corresponsabilità
all'infantilismo, l'interiorizzazione delle motivazioni alla mera esecuzione dei compiti, il rispetto della persona
e dei suoi processi in un accompagnamento personalizzato alla massificazione e all'anonimato.
b.- L'Aspirantato è un'esperienza di accompagnamento. Al giovane viene innanzitutto offerto un
accompagnamento comunitario. Si tratta di un insieme di relazioni, di un ambiente, di un clima favorevole e
di una pedagogia, che sono propri del Sistema Preventivo e che vanno dalla presenza ravvicinata dei Salesiani
incaricati dell'Aspirantato al confronto, all'orientamento, al sostegno nel percorso vocazionale e formativo.93
Oltre a questo accompagnamento, è importante introdurre il giovane all'accompagnamento personale:
spirituale, vocazionale, pastorale, nello studio. In questo senso si parla di una relazione interpersonale di
"dialogo vocazionale", un accompagnamento attento e immediato, in relazione a ciascuno dei quattro ambiti
dell'itinerario formativo sopra indicati. Solo un percorso di accompagnamento personale può facilitare
un'adeguata individuazione degli obiettivi di crescita e di consapevolezza di ciò che significa vivere una
vocazione apostolica.
Tuttavia, l’accompagnamento di questi giovani deve fornire conoscenze e incoraggiarli a sperimentare le
proprie contingenze, i bisogni, i desideri, le debolezze e le ferite. Pertanto, occorre prestare molta attenzione
alla dimensione umana della persona. A tal fine, è necessario affrontare alcuni aspetti che “toccano” l’umano:
l’auto-differenziazione (la capacità di mantenere il proprio senso di sé, la propria identità, i propri pensieri e
le proprie emozioni nella relazione con gli altri), la padronanza di sé (il controllo dei propri sentimenti, dei
propri comportamenti, attraverso la comprensione delle proprie reazioni, emozioni, sbalzi d'umore) e la
valutazione di sé (legata alla propria autostima).
Si tratta di un processo che va verificato in vari modi: colloquio, osservazione dell'esperienza da parte dei
formatori, descrizione dei frutti da parte della persona.
È un processo che deve da un lato verificare - la chiamata di Dio, l'apertura e la disponibilità vocazionale,
la specificità di un'opzione e l'idoneità ad essa - e dall'altro approfondire le motivazioni del giovane. Se la
maturazione vocazionale procede verso la vita consacrata salesiana, l’aspirante si orienta verso il prenoviziato.
c.- L'efficacia dell'esperienza dipende in gran parte dall'équipe di accompagnamento: Salesiani e altri (laici,
esperti) scelti come responsabili di questa esperienza, particolarmente preparati al non facile compito di
offrire ai candidati un accompagnamento personalizzato per la loro crescita umana e cristiana. Infatti, "il clima
93 "È sempre meglio vivere la fede insieme ed esprimere il nostro amore in una vita comunitaria, condividendo con altri giovani i nostri
affetti, il nostro tempo, la nostra fede e le nostre ansie. La Chiesa offre molti spazi diversi per vivere la fede in comunità, perché
insieme tutto è più facile" (CV, 164).

5.6 Page 46

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di famiglia, di accoglienza e di fede, creato dalla testimonianza di una comunità che si dona con gioia, è
l'ambiente più efficace per la scoperta e l'orientamento delle vocazioni". 94
È preferibile avere un'équipe eterogenea che comprenda salesiani preti e salesiani coadiutori, proprio per
favorire la conoscenza e la valorizzazione delle due forme della vocazione consacrata salesiana.
Alcune indicazioni importanti: all'interno della comunità deve esserci una persona chiaramente indicata
come punto di riferimento per il giovane; i confratelli di riferimento, a discrezione dell'animatore vocazionale,
devono essere invitati alle riunioni della Commissione di animazione vocazionale.
d.- Rapporti con la famiglia: consapevole dell'importanza della famiglia, il giovane mantiene con essa
legami adeguati e, a partire dalla scelta vocazionale che intende fare, impara a instaurare nuove relazioni
familiari. Normalmente nessun giovane inizia l'Aspirantato senza un contatto preliminare con la famiglia. I
genitori devono essere incoraggiati, se possibile, a visitare la comunità salesiana essendo presenti in alcuni
momenti significativi. In questo senso, è consigliabile iniziare a riconoscere e affrontare eventuali problemi
familiari nell'accompagnamento di questi giovani.
8 Tempi e modi
I tempi e i modi della proposta sono variabili, a seconda dell'età del giovane, del percorso seguito e delle
tradizioni ispettoriali. D'altra parte, alcune condizioni possono essere considerate punti fermi:
I tempi non sono troppo strutturati (sia per quanto riguarda la quotidianità, che deve essere adattabile al
percorso del giovane, sia per quanto riguarda il quadro generale delle esperienze vocazionali), ma concordati
insieme al giovane in base al suo percorso personale e alle possibilità di chi è ancora legato a impegni di studio
o di lavoro. In ogni caso, durante questo periodo i giovani continuano gli studi universitari/gli impegni
lavorativi.
Data la diversità dei percorsi personali, ci piace pensare alla comunità come a un'esperienza aperta che
comporta molteplici forme di permanenza, un percorso graduale di inserimento che inizia con:
» un primo contatto occasionale o saltuario,
» poi periodi limitati di permanenza in periodi considerati significativi per la vita della comunità o del
giovane stesso,
» per poi passare a scelte sempre più impegnative.
È inoltre necessario promuovere incontri periodici che abbiano l'obiettivo di far incontrare i giovani con
altri giovani che stanno vivendo un percorso vocazionale, ad esempio: giornate o weekend in cui il giovane
vive un'esperienza di preghiera e condivisione con altri giovani (pre-novizi, novizi, ecc.); campi vocazionali in
cui si incontrano sia giovani che hanno iniziato il cammino di Aspirantato sia giovani che intendono iniziare
questo tipo di esperienza. È molto importante organizzare tutte queste iniziative in modo sistematico e
graduale, a livello locale e zonale, in un piano d’animazione vocazionale all’interno del PEPS ispettoriale.
Essendo un momento specifico di conoscenza e approfondimento, di accompagnamento e di esperienza
di vita e missione salesiana per verificare e maturare questo orientamento iniziale, diventa molto interessante
mettere questi giovani in contatto con altre comunità salesiane.
Generalmente alcune Ispettorie riferiscono di esperienze di almeno sei mesi di Aspirantato vissuto in
modo stabile, che si rivelano sufficienti per fare un primo discernimento riuscendo a rispondere ad un’iniziale
domanda: sono pronto per iniziare un processo di accompagnamento/discernimento con un reale
orientamento alla vita religiosa salesiana nel pre-noviziato?
9 Animazione vocazionale nell’ispettoria
94 Cost. 37.

5.7 Page 47

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a.- L’Animazione Vocazionale deve essere il principio ispiratore e il vertice della Pastorale Giovanile. Tutta
la pastorale, e in particolare la pastorale giovanile, è radicalmente vocazionale: questa dimensione costituisce
il suo principio ispiratore e il suo sbocco naturale. In altre parole, l'animazione vocazionale emerge dalla
pastorale giovanile come respiro ed espressione concreta della sua vitalità. Per questo motivo, l'animazione
vocazionale ispettoriale offre una mentalità, una sensibilità, ma anche una pedagogia. La pastorale giovanile,
nella misura in cui esplicita la sua dimensione vocazionale, trova le grandi motivazioni per il suo rilancio:
riscopre la vita come dono, come "essere per", in una prospettiva liberante e affascinante perché posta
davanti al sorprendente e magnifico disegno di Dio.
L'accompagnamento vocazionale personale non è un privilegio per i buoni o un'eccezione pastorale: deve
essere uno strumento formativo normale, offerto a tutti. Ecco perché l’accompagnamento personale dei
giovani in ottica vocazionale è un dovere della pastorale verso tutti i giovani e un diritto per ogni giovane!
Il Progetto Educativo-Pastorale locale e ispettoriale deve aiutare i confratelli e i laici corresponsabili della
missione salesiana a formare una "cultura vocazionale"95, cioè una sensibilità, un modo di pensare e -
soprattutto - un modo di "vedere" i numerosi ragazzi e giovani che avvicinano ogni giorno. Se tutto ciò è vero,
è facile comprendere come l’animatore vocazionale ispettoriale ed i cammini ispettoriali sono a servizio di
questa responsabilità locale non in alternativa o in sostituzione di essa.
Promuovere un’animazione vocazionale è un compito essenziale della pastorale giovanile:
» garantire l'orientamento e l'accompagnamento di tutti i giovani perché la proposta vocazionale, fin
dall'infanzia, è inserita nell'itinerario di educazione alla fede, come punto di convergenza di tutti gli
sforzi educativi ed evangelizzatori.
» prendere atto che la promozione vocazionale non è semplicemente finalizzata al reclutamento di
operatori pastorali, né un momento isolato o settoriale, ma piuttosto un'attività legata all'essere della
Chiesa e quindi anche intimamente inserita nella pastorale giovanile96 ;
» creare le condizioni adeguate (un vero e proprio percorso di accompagnamento; comunità affabili,
impegnate e aperte a tutti i giovani che cercano il loro destino nella vita, ecc.) affinché ogni giovane
possa scoprire, assumere e seguire responsabilmente la propria vocazione;
» proporre ai giovani i diversi percorsi vocazionali senza dimenticare o sottovalutare l’esplicito invito
vocazionale alla vita consacrata o sacerdotale;
» stimolare un ambiente familiare con testimonianze vocazionali significative.
b.- In questo senso, l'Aspirantato, come chiaramente sancito dalla lettera "L'esperienza dell'Aspirantato
(2011)", “si desidera che di tali Orientamenti siano assunti dal Delegato ispettoriale per la pastorale giovanile,
affinché accompagni gli animatori vocazionali ispettoriali con la loro Commissione e riveda la parte del
Progetto Educativo Pastorale ispettoriale che riguarda l’animazione vocazionale ispettoriale. In tale Progetto
è pure necessario individuare un modello di animazione vocazionale locale, che coinvolga le comunità
salesiane e le comunità educative pastorali. Un simile lavoro richiede pure una stretta collaborazione con il
Delegato ispettoriale per la formazione”.
Questo accompagnamento a livello ispettoriale da parte dei delegati e di coloro che hanno la responsabilità
dell'animazione e del governo dell’ispettoria è tanto più importante quando la cura degli aspiranti è affidata
"in toto" alle comunità locali (in qualsiasi modo si definisca l'esperienza nei vari contesti). Se non c'è una buona
95 La CG27, parlando della profezia della fraternità, ci ricorda che "è necessario accompagnare i giovani, camminare con loro, ascoltarli,
provocarli, scuoterli perché vadano oltre le comodità in cui si sono adagiati, risvegliare il loro desiderio, spiegare loro cosa stanno
vivendo, condurli a Gesù, e sempre privilegiando la libertà perché rispondano alla chiamata del Signore in modo libero e
responsabile". È necessario creare un clima di fiducia, far sentire ai giovani che sono amati così come sono e per quello che sono.
[...] Il rapporto personale con i giovani da parte delle persone consacrate è insostituibile". Anche il terzo punto programmatico della
CG 28 invita a vivere il "sacramento salesiano della presenza", secondo cui "la gratuità della presenza salva la Congregazione da ogni
ossessione attivistica e da ogni riduzionismo tecnico-funzionale".
96 Si veda, ad esempio, Ricceri 645-57; CG26 58; Chávez, Lettere circolari 1039; GSA 183.

5.8 Page 48

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programmazione e un'attenta verifica, c'è il rischio che ciò che accade sia di fatto senza alcun legame né con
la pastorale giovanile, né con la formazione, né con gli orientamenti dell’Ispettoria e della Congregazione. Non
basta definire in un documento, come questo testo, quali siano le condizioni per un buon accompagnamento.
È necessario mettere in atto tutte le misure a livello ispettoriale e poi locale per garantire che venga
effettivamente messo in pratica.
10. Conclusione
Crediamo fermamente che l'accettazione e l'assunzione della propria vocazione da parte dei giovani sia il
processo educativo per eccellenza, verso il quale sono indirizzati tutti gli sforzi e le fatiche di ogni Comunità
educativo-pastorale. Un orientamento vocazionale compiuto, quindi, è la via sicura per la piena maturità
umana e la fonte della vera felicità. Pertanto, tutta la pastorale giovanile è concepita, attuata e verificata a
partire da questo obiettivo: accompagnare ogni giovane nel cammino di disponibilità a occupare il posto che
il Signore gli assegna nella costruzione del Regno.
Oggi sentiamo più che mai la sfida e l'urgenza di "creare una cultura vocazionale in ogni ambiente, affinché
i giovani scoprano la vita come una chiamata, e affinché tutta la pastorale salesiana diventi veramente
vocazionale" (CG24 50). In questo senso, la dimensione vocazionale97 è davvero trasversale a tutte le nostre
proposte. Pur presentandosi con un proprio progetto specifico, essa rappresenta il nucleo di ogni proposta
pastorale e deve quindi essere presente in ogni ambiente. Per quanto riguarda il confronto con la vita
consacrata salesiana, crediamo sia urgente offrire ai giovani queste esperienze di orientamento vocazionale
che accendano il desiderio e orientino il cuore.
4.1 Cronaca del Rettor Maggiore
Si riportano gli avvenimenti principali di cronaca del Rettor Maggiore nel semestre da febbraio a
giugno 2022
Il mese di gennaio 2022 vede il Rettor Maggiore dal 7 al 28 impegnato per il Plenum del Consiglio
Generale come da consueto calendario. Rilevanti si presentano le Giornate di Spiritualità della
Famiglia Salesiana a Torino Valdocco dal 13 al 16 del mese dedicate al 400 anniversario della morte
di San Francesco di Sales e partecipate on line da circa 10mila persone cui sono seguite quattro giorni
di ascolto-preghiera e confronto di presenza da parte di 150 rappresentanti dei 32 gruppi della
Famiglia Salesiana. In questa 40ma edizione delle Giornate il RM lascia un sostanziale messaggio di
bontà e libertà incentrato sulla figura del Patrono." E' la bontà-egli ha detto- che ci distingue come
salesiani e solo nella libertà possiamo avvicinarci a Dio". Ancora a San Francesco di Sales è la mostra
che lo stesso RM inaugura la mattina del 16 gennaio. Vi si espongono opere provenienti dalla Francia
e dal Piemonte legate alla storia del Santo e dei Monasteri delle Visitandine.
Dal 21 al 23 gennaio don Artime si reca a Madrid per celebrare il 75mo di fondazione della Casa San
Domenico Savio. Davanti a 300 educatori di scuole e piattaforme sociali richiama i grandi valori
dell'educazione cristiana con la risposta salesiana, Ancora a Madrid il Rettor Maggiore inaugura il
centenario dell'opera salesiana nel quartiere di Tetuan popolarmente conosciuto come Salesianos
Estrecho per la vicina fermata della metropolitana. Parlando poi agli animatori pastorali delle
parrocchie ha detto "Siamo parrocchie dalle porte aperte, costruiamo ponti.Dobbiamo continuare a
lavorare su un'autentica conversione pastorale che nelle nostre case comporta anche la cura dei "vasi
comunicanti" tra gli ambienti pastorali dell'opera:parrocchia,centro giovanile, scuola e piattaforme
sociali." Di ritorno a Roma il 25 gennaio partecipa all'Assemblea delle IUS, Istituzioni Universitarie
Salesiane richiamando fra l'altro il valore del rispetto della persona ,l'onestà e l'attenzione verso i più
deboli.
97 Per questa dimensione si veda: QdR, 152-154.

5.9 Page 49

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Il 26 gennaio celebra presso la Casa generalizia delle suore l'ormai tradizionale incontro fra il
Consiglio Generale SDB e quello delle FMA. Durante la Celebrazione Eucaristica il RM nell'omelia
fra l'altro afferma: "Ci si aspetta da noi che riusciamo a pensare e offrire il possibile per questo
presente che dobbiamo vivere. Siamo chiamati a dare il meglio di noi, a mettere tutte le nostre energie,
le capacità, la saggezza, nella pace, quella pace che è frutto della presenza di Dio. Ci unisce la volontà
di condivisione, di collaborazione e di comunione".
Il 28 gennaio don Artime lo dedica in visita alla Comunità di San Tarcisio a Roma.
Per il 30-31 gennaio il Rettor Maggiore è a Torino per le celebrazioni in onore di Don Bosco. La sua
messa viene ripresa per il secondo anno consecutivo dalla Rai avendo anche la sorpresa fra gli
spettatori- per averlo Egli detto all'Angelus- Papa Francesco. Lo stesso giorno della festa il RM invia
un messaggio ai giovani ripreso e ritrasmesso nelle varie ispettorie.
FEBBRAIO
Dal 4 al 9 febbraio troviamo il RM in Ecuador dove a Quito predica gli Esercizi spirituali a 77
salesiani (Ispettori e consiglieri) di 13 Ispettorie. Gli interventi del RM hanno riguardato la verifica
del Capitolo Generale 28mo e la Strenna dedicata a San Francesco di Sales. Durante gli Esercizi viene
in visita il Nunzio apostolico mons. Andres Carrascosa.
Dal 10 al 12 febbraio don Artime visita per la seconda volta l'Ispettoria dell'Ecuador. Nonostante la
pandemia don Artime ha avuto molti incontri ad incominciare con l'arcivescovo della città di Quito
mons. Alfredo Espinoza, con le suore FMA e con i giovani del Movimento Giovanile Salesiano.
Il 13 don Artime si reca in Brasile dove a Sao Leopoldo, tiene gli Esercizi Spirituali a oltre 70
Confratelli. " Si tratta-dice- di un'esperienza senza precedenti che cerca di avvicinare i Consigli
Ispettoriali al X successore di Don Bosco e di incoraggiarli, soprattutto in questo periodo in cui a
causa della pandemia, la presenza e la vicinanza valori profondamenti salesiani-sono stati colpiti". Il
Rettor Maggiore ha anche l'opportunità il 17 febbraio di incontrare on line le Radio Salesiane del
Brasile. Quali le aspettative dalle Radio? "Fedeltà al nostro prezioso carisma, a Don Bosco e priorità
soprattutto i più poveri e quelli che hanno meno opportunità".
Dal 22 al 28 febbraio il RM è a Roma dove il 26 incontra il personale dipendente dell'Università
Pontificia Salesiana.
MARZO
Dal 1 al 3 marzo il RM tiene assieme al vicario don Stefano Martoglio ed ai Consiglieri di settore un
Consiglio permanente. Anche le giornate dal 4 al 16 don Artime è in sede dedicandosi alla riflessione
e a scrivere. Il 7 marzo fra l'altro incontra l'equipe della comunicazione presente anche il coportavoce
don Giuseppe Costa e da una serie di indicazioni relative al funzionamento dell'ANS e dello stesso
Dicastero.
Il 17 marzo ha inizio il suo viaggio per il Cameroun dove fra l'altro dal 18 al 23 predica gli Esercizi
alla Regione Africa-Madagascar. Agli Esercizi sono presenti 96 salesiani di 14 Ispettorie e Visitatorie
del continente oltre al Consigliere Regionale don Alphonse Owoudou.
Gli Esercizi si svolgono a Yaoundè presso la sede della Conferenza Episcopale. Nelle sue prime
parole il RM ha sottolineato che i confratelli partecipanti sono responsabili del carisma di Don Bosco
cosi come dell'animazione e del governo. Ha anche sottolineato la grande potenzialità della Regione
dove come sempre lo Spirito Santo è il vero protagonista ed anche Maria è presente e accompagna.
Durante il soggiorno camerunense il RM ha incontrato la Famiglia Salesiana, accettato sette
professioni religiose e visitato il Teologato.
Lasciato il Cameroun venerdi 25 marzo don Artime ha raggiunto la Guinea Equatoriale dove si è
fermato fino al 30 visitando le tre opere presenti nel Paese e incontrando giovani e confratelli.
APRILE
Dal 4 al 13 riunione a Roma del Consiglio intermedio.

5.10 Page 50

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Durante le otto sessioni di lavoro realizzate sono state affrontate diverse questioni di governo della
Congregazione. A Roma Sacro Cuore prima del Triduo Pasquale incontra i Diaconi salesiani
residenti al Gerini.
Da giovedi 21 a venerdi 29 aprile il Rettor Maggiore ritorna nel continente africano in visita allo
Zambia e allo Zimbabwe. Zone che aveva visitato in parte nel 2016. Viene accolto calorosamente
all'aeroporto di Zimbabwe. Raggiunge in serata la Comunità di Hwange dove benedirà la prima pietra
della nuova scuola tecnica. Momento importante della visita è stata la celebrazione dei 40 di presenza
salesiana nello Zambia come Ispettoria.
MAGGIO
Il 6 maggio continuando le sue visite il Rettor Maggiore si reca iun Thailandia dove dal 7 al 12
incontra per gli Esercizi Ispettori e Consiglieri della Regione Asia e Oceania(73 partecipanti).
Le sei giornate di esercizi a detta dei confratelli thailandesi sonos state un bagno nella spiritualità
salesiana vissuti con gioia per la vicinanza del Rettor Maggiore e di gratitudine verso il Signore e il
X successore di Don Bosco.
Dal 13 al 19 il RM visita le Case dell'Ispettoria San Paolo della Thailandia. Essa si estende in tre
Paesi:Thailandia,Cambogia e Repubblica Popolare del Laos con un totale di 110 confratelli e 17
comunità.Ricca e varia la presenza della Famiglia Salesiana. Una particolare visita il RM ha fatto alla
casa salesiana di Bagsak che si occupa di tutti quei bimbi colpiti dallo Tsunami del 26 dicembre
2004. Il 18 maggio si è recato in visita alla scuola di Saeng Thong Vitthaya incoraggiando insegnanti
ed educatori a testimoniare l'amore cristiano in un ambiente musulmano. Precedentemente il RM
aveva anche visitato la Casa generalizia delle Ancelle del Cuore Immacolato di Maria,il Memoriale
dello Tsunami così come aveva accolta la Professione di dieci giovani salesiani.
Di ritorno a Torino il 21-23 maggio partecipa alla Consulta mondiale della Famiglia Salesiana. Il "4
partecipaalla Festa di Maria Ausiliatrice celebrando l'Eucarestia in Basilica e partecipando alla
Processione.
Dal 25 al 27 don Artime partecipa a Sacro Fano(Roma) alla Assemblea dell'Unione dei Superiori
Generali.
Il 28 maggio ha inaugurato e benedetto a Roma i nuovi locali del Centro Nazionale Opere salesiane
presente anche la Madre Generale delle FMA Chiara Cazzuola.
"Sono convinto- ha affermato don Artime dopo aver visitato tutti gli uffici- che con quello che
facciamo insieme portiamo avanti un sogno bellissimo."
Il 29 maggio il RM torna a Torino Valdocco dove pensa di stare come sede in attesa del
completamento dei lavori al SacroCuore di Roma.
GIUGNO
Dal 1 al 30 giugno svolgimento a Torino del Plenum del Consiglio Generale. Tra i temi che questa
tornata del Consiglio deve affrontare ci sono le nomine dei Superiori di Timor Est(TLS) e India-
Panjim(INM) nonchè la condivisione e lo studio delle numerose relazioni sulle Visite.
Il 4 giugno si reca in Ungheria a Budapest per la Benedizione e collocazione del Reliquiario con i
resti del Beato Stefano Sandor, coadiutore salesiano martirizzato dal regime comunista nel 1953 e
recuperati da una fossa comune. Nella stessa circostanza don Artime ha accolto alcune professioni
religiose di giovani salesiani ed alcune promesse di cooperatori. Dal 6 è impegnato per il corso
riservato agli Ispettori salesiani di prima nomina.
Domenica 12 si è recato a Chiari per partecipare alla conclusione del Processo Diocesano della Causa
di Canonizzazione di don Silvio Galli.
Il 17 giugno è andato a Moncalieri per celebrare una messa presso il Monastero delle Visitandine per
venerare le reliquie di San Francesco di Sales nel 400anniversario della sua morte e ricordare la scelta
di Don Bosco come patrono dei Salesiani.
Il 20 giugno accompagnato da don Stefano Aspettati è a Perugia per celebrare il centenario della
presenza salesiana.

6 Pages 51-60

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6.1 Page 51

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Di ritorno a Torino Valdocco, il 24 viene celebrata la Festa della Riconoscenza in ricordo anche di
quella che veniva fatta in onore di Don Bosco nel giorno di sanGiovanni. Ajja festa partecipano
numerosi confratelli provenienti da Roma oltre che dal Piemonte e altre Ispettorie.
Il 26 con il Consiglio generalizio si reca ad Annecy in Francia per gli Esercizi Spirituali predicati da
don Morand Wirth, noto studioso di San Francesco di Sales.
LUGLIO
Fino al 3 luglio è ad Annecy per concludere gli Esercizi Spirituali mentre l'intero mese fino al 26 vede
il RM continuare le sedute Del Consiglio Generale.
4.2 Cronaca dei Consiglieri Generali
Il Vicario del Rettor Maggiore
Terminata la sessione invernale del consiglio il Vicario si è recato in Sardegna per partecipare al
funerale del compianto don Franco Pirisi, prematuramente ed improvvisamente mancato in seguito
ad una grave malattia.
Rientrato a Roma, il 30 gennaio si è recato a Novata per celebrare la festa di San Giovanni Bosco con
i confratelli e tutta la famiglia salesiana ed i ragazzi delle nostre scuole nella cattedrale cittadina.
Il 31 Gennaio, nella Basilica del Sacro Cuore, ha presieduto la concelebrazione eucaristica nella
solennità di Don Bosco, trasmessa in diretta televisiva su TV2000, che ha visto la presenza, oltre che
dei confratelli della comunità, di molti fedeli.
Nella prima decade di febbraio il Vicario ha svolto la visita canonica alla comunità di Roma “Sacro
Cuore” al fine di programmare a preparare con i confratelli gli imminenti lavori nella casa della Sede
Centrale.
Dopo un breve soggiorno sui luoghi salesiani e rientrato in sede per le visite canoniche alla comunità
del Vaticano e di Roma “San Callisto”. Sono state molto utili, come sempre, soprattutto per incontrare
i confratelli che ricoprono incarichi per la Chiesa e la Congregazione.
Il tempo dedicato alle visite canoniche in queste case direttamente dipendenti dal Rettor Maggiore è
stato di circa quattro settimane.
Dal 9 Marzo al 16 Marzo don Stefano si è recato a Zagabria, in Croazia, per una visita di animazione
e di accompagnamento per l’Ispettoria. Questo ha permesso una conoscenza e un confronto che ha
visto alcuni incontri con il consiglio ispettoriale, i direttori, i giovani confratelli ed altre realtà
pastorali della zona di Zagabria; sempre accompagnato dall’Ispettore don Tihomir Sutalo.
Rientrato a Roma, il Vicario ha avuto incontri in sede e ha preparato i lavori della sessione intermedia
del Consiglio generale, che si è svolta dal 4 al 13 Aprile 2022. Questa è stata l’ultima sessione di
consiglio svoltasi a Roma. Infatti, proprio il 4 Aprile hanno avuto inizio i lavori di ristrutturazione
dell’edificio di via Marsala in Roma. Questi interventi necessari hanno richiesto il trasferimento di
alcuni confratelli in altre comunità e la collocazione dei collaboratori laici in altre strutture per il
proseguimento dei servizi essenziali alla Congregazione.
Dopo la Pasqua, il Vicario si è recato nuovamente a Torino Valdocco e dove ha partecipato ad alcuni
eventi:
- la celebrazione dei 150 anni di fondazione dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice dal 24 al 26 aprile
Mornese, Torino e Nizza Monferrato. Si è trattato di una celebrazione ben curata e preparata sui luoghi
delle origini per ringraziare il Signore per il bene realizzato in questi 150 anni dalle Figlie di Maria
Ausiliatrice.
- la partecipazione il 29 Aprile ad Udine ad un prezioso incontro svoltosi all’Istituto Salesiano “G. Bearzi”

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che ha visto la presenza del Presidente della Repubblica Italiana, On. Sergio Mattarella, il quale ha
direttamente voluto visitare la casa salesiana e incontrare i genitori di Lorenzo Parelli, giovane allievo del
nostro centro di formazione professionale morto tragicamente nel mese di gennaio durante lo
svolgimento di uno stage nell’ambito del percorso di formazione professionale.
Nei primi giorni di Maggio il Vicario ha partecipato a celebrazioni nella parrocchia San Giuseppe
Lavoratore di Torino Rebaudengo e all’Istituto Monterosa di Torino nel corso degli eventi preparati
per il centenario dell’opera.
I giorni 6 e 7 Maggio don Martoglio è intervenuto all’incontro degli ispettori della regione Europa
Centro Nord, condividendo una riflessione sulla cura della nostra identità e sulla disciplina religiosa.
L’incontro, molto ricco, si è svolto a Vienna nella casa ispettoriale.
Il giorno 13 Maggio il Vicario è partito per Istanbul, diretto a Caracas, fermandosi un giorno e mezzo
con i confratelli della comunità della Turchia per una celebrazione in ricordo di don Franco Pirisi.
Da Istanbul il Vicario del Rettor Maggiore ha ripreso il viaggio per il Venezuela dove è stato dal 15
al 26 Maggio. Un viaggio di animazione in nome del Rettor Maggiore, per accompagnare la bella
presenza dei confratelli e della famiglia salesiana in quella terra meravigliosa e così provata dalla
situazione che stanno vivendo. La visita di animazione aveva lo scopo dichiarato di far sentire vicina
la presenza della congregazione e del Rettor Maggiore nel loro contesto. Questo è stato condiviso in
molti incontri con salesiani, famiglia salesiana, laici e giovani nelle case di Caracas e Valencia. Una
splendida esperienza.
Rientrando dal Venezuela don Stefano si è recato direttamente a Valdocco, dove si è preparato a
iniziare la sessione estiva del consiglio generale ormai imminente.

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Il Consigliere generale per la Formazione
Il 13 gennaio 2022, durante le Giornate della Spiritualità Salesiana a Valdocco, l’anno Albera è stato
concluso e l’anno Sales ha avuto inizio. Una mostra su S. Francesco di Sales è stata inaugurata dal
Rettor Maggiore a Museo Casa Don Bosco, Valdocco. Le traduzioni in quattro lingue del libro di
André Ravier, San Francesco di Sales (LDC 2021) – edizione curata da don Aldo Giraudo, con
contributi di don Morand Wirth e don Wim Collin – sono state completate e diffuse in formato PDF
digitale all’inizio del mese di febbraio 2022. Sono stati diffusi in cinque lingue anche i primi due
video su S. Francesco di Sales di una serie di cinque preparata da don Michele Molinar, Vicario del
Superiore ICP, in collaborazione con l’ufficio di comunicazione sociale e della pastorale giovanile di
quella ispettoria.
Dal 3 al 4 febbraio il consigliere ha presieduto il curatorium di Gerusalemme in presenza, con qualche
sessione offerta anche online per facilitare la partecipazione degli ispettori.
Dal 14 al 19 febbraio don Coelho si è recato nella ispettoria AFC, dove ha visitato il prenoviziato a
La Cité des Jeunes, Lubumbashi, il noviziato a Chem Chem, Ruashi, e ha partecipato al curatorium
del teologato, a Lubumbashi, e del postnoviziato, a Kansebula. Ha anche avuto un incontro con i
direttori delle case di Lubumbashi e dintorni, e con l’ispettore e il suo consiglio.
Dal 14 al 27 marzo don Coelho ha svolto la visita straordinaria nella Visitatoria di Malta (MLT).
La Scuola di Accompagnamento Spirituale Salesiano (versione inglese) ha avuto luogo a Valdocco e
al Colle don Bosco dal 3 aprile al 6 maggio 2022, con 20 partecipanti e 5 facilitatori stabili, sotto la
guida di Sig. Raymond Callo.
Dal 4 al 13 aprile il consigliere ha partecipato ai lavori della sessione intermedia del Consiglio
generale presso la Sede Centrale a Roma.
Dal 17 al 22 aprile don Coelho ha animato gli esercizi spirituali dei confratelli a Leeds (Gran
Bretagna).
Il 29 e 30 aprile si sono svolte all’UPS le Giornate di Comunicazione Sociale per giovani in
formazione iniziale della Famiglia Salesiana, sotto la guida del settore per la comunicazione sociale
e della facoltà di comunicazione sociale dell’università. Don Francesco Santos ha fatto parte del team
che ha preparato e curato l’evento.
Il 2 maggio, il consigliere ha visitato il noviziato di Genzano, insieme con don Francisco Santos, dove
ha incontrato i novizi dei due noviziati in Italia di Genzano e Colle e le due equipe di formatori.
Dal 10 al 12 maggio i membri del settore hanno animato i salesiani partecipanti al corso di formazione
permanente dei formatori tenuto all’UPS nel primo semestre dell’anno (11 confratelli da 8 ispettorie).
Dall’anno prossimo, don Carlo Maria Zanotti, coordinatore del corso, prende la responsabilità di
organizzare una “settimana di salesianità” per i partecipanti salesiani, con visite ai luoghi salesiani.
Il 20 maggio don Coelho ha partecipato a un evento alla Università Pontificia Gregoriana per
commemorare 50 anni della pubblicazione del Method in Theology di Bernard Lonergan, dove ha
tenuto una relazione.
Sono stati rivisti gli statuti di alcuni curatorium e di centri di studio di teologia, tra i quali
Gerusalemme, Roma “Gerini,” Utume e Lubumbashi.

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Inoltre, il settore ha portato avanti il lavoro della revisione della Ratio, con vari incontri online. Dal
dicembre 2021, un gruppo di redattori coadiuvati da altri confratelli da diverse ispettorie del mondo
(circa cinquanta persone tra salesiani e laici) ha lavorato su varie parti del testo, e alla fine di marzo
2022 ha consegnato il lavoro al settore. Le fasi successive del lavoro di redazione del testo sono ora
affidate ai membri del settore, con aiuto di altri ove necessario.
Il 18 e 19 maggio si è svolto il Curatorium del Noviziato di Gbodjomé e del postnoviziato di Lomé,
AOS – Togo, a cui ha partecipato don Silvio Roggia in rappresentanza del consigliere per la
formazione.
Dal 20 al 24 maggio, don Francisco Santos e altri membri del settore hanno aiutato con l’incontro dei
novizi di Europa al Colle don Bosco e a Valdocco.
Il 21 maggio è arrivato don Jose Kuttianimattathil, nuovo membro del settore. Don Silvio Roggia è
stato trasferito alla Visitatoria UPS dal 1° settembre 2022, dove sarà direttore della comunità degli
studenti di teologia “Zefirino Namuncurá” Roma (detto Gerini), mentre continua a collaborare con il
settore.
Il settore ha fatto la scelta di trasferirsi a Valdocco per la durata dei lavori di ristrutturazione alla Sede
Centrale. Don Silvio Roggia e sig. Raymond Callo si sono trasferiti il 15 marzo, don Francisco Santos
il 19 maggio, e don Coelho il 23 maggio.
Il Consigliere generale per la Pastorale Giovanile
Nel mese di gennaio si è svolta la presentazione ufficiale dell’opuscolo sulla Parrocchia e i Santuari
affidati ai salesiani, attraverso la piattaforma Zoom, nei giorni 10 (in lingua inglese) e 11 (in italiano,
spagnolo, portoghese, polacco e francese). Nel l’intervento di don Miguel Angel García Morcuende
è stato evidenziato una sintesi dell’intero documento e ha proposto alcune strategie.
Sempre nello stesso mese, dall’8 al 12 si è svolto a Fatima stato l’incontro regionale dei delegati della
Pastorale giovanile delle due Regioni di Europa.
Il Consigliere per la Pastorale Giovanile ha poi partecipato alla giornata di formazione online (12
gennaio) con salesiani e laici responsabili della pastorale dell’Ispettoria MEG. Successivamente è
stato presente alla giornata di formazione online dei delegati della scuola di comunicazione con i
salesiani della Regione Asia Sud (13 gennaio), quelli della Regione Interamerica (20 gennaio), alla
VII Jornada Salesiana de Comunicación del Centro Nacional Salesiano di Spagna (24 febbraio) e
quella del Brasile (3 maggio).
In occasione della sessione di formazione online con i nuovi delegati della Famiglia Salesiana,
all’interno della scuola promossa dal Segretariato della Famiglia Salesiana, tenutasi a Valdocco (19
gennaio), il Consigliere ha offerto un suo intervento. E’ stata poi richiesta la sua partecipazione alla
sessione di formazione online al VI Seminario IUS EG (26 aprile), tenutosi a Quito - Ecuador.
Sono stati numerosi gli incontri di coordinamento concordati con don Joshtrom Kureethadam,
coordinatore del Settore Ecologia e Creatività del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano
Integrale, per predisporre la pianificazione di questo settore nella Congregazione. Sempre in vista di
un maggiore collaborazione, il Consigliere ha svolto diversi incontri con l’équipe di gestione iniziale
del Centro di Formazione Europa, presieduta dal Vicario generale.
Si sono poi svolte riunioni di coordinamento e pianificazione per l’implementazione di DBTech
Europe (20 gennaio, 20 aprile e 27 maggio).
Don Miguel Angel ha presieduto l’Assemblea generale DBI a Roma (17 gennaio) e ha partecipato
all’Assemblea generale delle IUS (24-28 gennaio) presso la sede centrale del Sacro Cuore a Roma.
In occasione di questo importante evento ha tenuto una conferenza il secondo giorno dall’inizio.

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Il Consigliere ha offerto un messaggio al Workshop di pianificazione (14 febbraio) per la Fase 2 del
DB TECH ASEAN, che ha visto la partecipazione dei coordinatori dei rispettivi Paesi, i PDO e altri
rappresentanti TVET. E’ anche intervenuto a numerosi incontri regionali online del MGS-LEADS.
Dal 16 febbraio al 30 aprile, il Consigliere per la Pastorale Giovanile ha compiuto una visita
straordinaria nell’ispettoria di “San Luis Beltrán” a Medellín, in Colombia. Contestualmente ha preso
parte al Capitolo ispettoriale di questa stessa ispettoria.
Molto arricchente è stata la Scuola dei delegati ispettoriali per la pastorale giovanile organizzata a
Valdocco dal 4 al 18 maggio, che ha visto la presenza di 46 rappresentanti provenienti da tutte le
Regioni.
In occasione dell’inaugurazione della nuova sede del Centro Nazionale di Italia, il Consigliere per la
Pastorale Giovanile è stato presente con il Rettor Maggiore.
Durante questo arco di tempo, Don Miguel Angel ha coordinato la redazione di alcuni documenti in
cui sono coinvolti esperti: “Una pastorale giovanile che educa all’amore”, “I salesiani di don Bosco
in cammino verso un mondo sostenibile alla luce dell’ecologia integrale”, “Carta d’Identità della
Scuola Salesiana in Europa” e “No ai discorsi d’odio. Costruire insieme una cultura dei diritti umani”.
E’ importante evidenziare anche il servizio di consulenza online ad alcune ispettorie per lo sviluppo
e l’attuazione dei progetti dell’ispettoria (PEPSI e POI).
In questi primi cinque mesi del 2022 sono proseguite con regolarità le riunioni e gli incontri di
coordinamento con il DBI e quelli con l’Equipe del Settore.
Proseguono i preparativi per il Congresso Internazionale delle Opere e dei Servizi Sociali che si terrà
a Valdocco alla fine di settembre di quest’anno.
Cronaca del Consigliere generale per le Missioni
Durante la durante la sessione invernale, dal 14 - 17 gennaio 2022 Don Alfred Maravilla, Consigliere
generale per le Missioni, era in Tunisia per incontrare i confratelli e conoscere meglio le opere
salesiane in Tunis e Manouba. Il 26 gennaio ha partecipato alla riunione del consiglio di
amministrazione del ‘Don Bosco Network’, tenutasi al Sacro Cuore. Il 29 gennaio era partito per le
Filippine per la Visita Straordinaria dell’Ispettoria Filippine Nord (FIN). All’arrivo, il giorno
seguente è stato sottoposto ai 5 giorni di quarantena obbligatoria seguendo il protocollo COVID-19.
L’8 febbraio ha incontrato on-line tutti i direttori della FIN dove ha presentato la lettera di
convocazione di luglio 2021 del Rettor Maggiore in cui spiegava lo scopo della visita straordinaria.
Il 9 febbraio ha incontrato i Delegati Ispettoriali delle commissioni ispettoriali per parlare sulle
relazioni che gli hanno precedentemente inviato dove illustrano i punti forti e le sfide nel loro compito
di animazione dell’Ispettoria. Il giorno seguente ha incontrato il Consiglio Ispettoriale per esaminare
importanti tematiche relative al governo e all’animazione dell’Ispettoria. L’11 febbraio ha iniziato la
visita alle 25 case.
Durante la visita Don Maravilla ha avuto un colloquio personale con tutti i salesiani. Ha incontrato la
maggior parte dei nostri collaboratori laici. Ha incontrato anche i Consigli Pastorali Parrocchiali e gli
animatori nelle diverse presenze. Ha avuto la possibilità di rivolgersi alla maggior parte degli studenti
dei centri professionali (TVET), dato che gli studenti stavano ancora studiando da casa per modo on-
line. Durante la visita ha incontrato i rappresentanti della Famiglia Salesiana dell’ADMA, dei
Cooperatori Salesiani, degli Ex allievi, della VDV, della CDB e delle Damas Salesianas. Ha le visite
di cortesia alle comunità delle FMA e delle Suore della Carita di Gesù. Anche se non ha potuto visitare
la nuova comunità di Kuching, in Malesia, a causa delle restrizioni del COVID -19, ha incontrato on-
line i confratelli e l’Arcivescovo di Kuching per discutere i modi per sviluppare la nostra presenza
missionaria nel paese.

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Il 30 aprile, ha presieduto la professione perpetua dei 10 studenti di teologia presso il Santuario
Nazionale di Maria Ausiliatrice a Parañaque. Il 20 maggio, insieme al Consigliere Regionale per
l’Asia Est e Oceania, Don Joseph Phuoc, ha incontrato il Consiglio Ispettoriale per presentare le sue
osservazioni e raccomandazioni. Il giorno successivo ha presieduto l’Eucaristia conclusiva, insieme
all’Ispettore, Don Gerry Martin, e al Consigliere Regionale. La messa era seguita della sua
presentazione ai confratelli delle osservazioni e raccomandazioni pertinenti.
La mattina del 24 maggio ha presieduto la professione perpetua di due coadiutori nel Santuario
diocesano di Maria Ausiliatrice a Canlubang, Laguna. Nel pomeriggio ha partecipato
all’incoronazione pontificia della statua storica di Maria Ausiliatrice portata nelle Filippine nel 1922
dal Delegato Apostolico Mons. Guglielmo Piani SDB. Questo è stato il suo ultimo atto con cui ha
concluso la sua visita straordinaria alla FIN. A mezza notte è partito per Roma.
Al suo arrivo a Roma ha organizzato il suo ufficio temporaneo e la sua stanza nell’Università
Pontificia Salesiana, poi ha incontrato i membri dell’equipe del Settore Missioni. Il 31 maggio ha
tenuto una conferenza sull’urgenza e l’importanza del primo annuncio ai membri del Capitolo
Generale dei Missionari d’Africa (Padri Bianchi), su invito del Superiore Generale, Padre Stanislas
Lubungo M.Afr. Nel pomeriggio del 31 maggio è partito per Valdocco, Torino, per partecipare alla
sessione estiva del Consiglio generale.
Il Consigliere generale per la Comunicazione Sociale
Finita la Sessione Plenaria d’Inverno del Consiglio Generale (dicembre 2021-gennaio 2022) e dopo
una breve visita ai familiari in Brasile, il Consigliere per la Comunicazione Sociale è ritornato a fine
febbraio alla Sede Centrale Salesiana o Casa Generalizia, a Roma.
Dopo due settimane in sede, dal 13 al 19 marzo è stato in Polonia in visita di animazione all’Ispettoria
Salesiana di Varsavia, dove si è incontrato con i Delegati di Comunicazione delle quattro Ispettorie
del Paese; ha visitato la TVP (televisione pubblica polacca) con don Maciej Makula SDB, capo
redazione cattolica di TVP; ha partecipato all’incontro nazionale degli Incaricati delle Scuole
Salesiane in Polonia, alla presenza di don Roman Jachimowicz, Consigliere Regionale dell’Europa
Centro e Nord. Dopo aver visitato brevemente sia le comunità salesiane di Lodz , Lutomiersk, sia la
Procura missionaria a Varsavia (dove ha sede adesso un centro di aiuto per l’Ucraina) ha anche
concesso un’intervista alla TVP, presso la sede del SOM (Centro Missionario Salesiano), di Varsavia.
Fatto un incontro con gli incaricati del progetto salesiano “Aiutare in Ucraina” – don Krzysztof
Grzendzinski e don Jacek Zdzieborski – ha potuto incoraggiare i volontari e le persone che aiutano a
preparare soccorsi per l’Ucraina. Invitato dal’ Ispettore di Varsavia, don Tadeusz Jarecki, ha
partecipato ad un incontro con i membri del Consiglio Ispettoriale, presentando loro le linee della
Comunicazione Istituzionale del Settore, prolungando il raduno in dibattito e dialogo sereno.
Ritornando in sede dalla Polonia, ha iniziato il colloquio individuale con ogni Delegato di
Comunicazione delle Ispettorie sia per una revisione delle attività di comunicazione locali, sia per
aggiornare il piano di Comunicazione secondo la Proposta Programmatica del Rettor Maggiore dopo
il CG28 e sia anche per procedere ad una revisione della ‘Scuola di Comunicazione’.
Dal 4 al 10 ha partecipato, al Sacro Cuore, alla Sessione Intermedia del Consiglio Generale; poi, il
14 aprile è partito per la città di Barcellona (Spagna) per una visita alla casa editrice EDEBÉ. Insieme
con l’équipe di gestione, ha conosciuto il piano educativo e gestionale dell’Editrice e visitato con la
rispettiva Équipe il Centro di distribuzione dei libri dell’Editrice. Di seguito, il 18 si è spostato da
Barcellona a Sevilla per partecipare al raduno degli Ispettori della Regione Mediterranea, presentando
loro, il 26, il Progetto di Comunicazione della Congregazione, la situazione delle Editrici in Europa
e la programmazione del Settore di Comunicazione per la Regione Mediterranea.
Di ritorno a Roma (il 28 aprile), subito il 29-30 aprile, ha partecipato presso l’Università Pontificia
Salesiana(UPS), di Roma – insieme all’Equipe di Comunicazione del Settore, al Preside della Facoltà

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Salesiana di Comunicazione dell’ UPS, ad SDBs del Settore della Formazione e a membri del Settore
della Comunicazione delle FMA – all’Incontro di Comunicazione Salesiana per i Formandi d’Italia.
Dal 3 al 6 maggio ha realizzato on-line vari incontri con i Referenti dei Delegati di Comunicazione
delle seguenti sei Regioni: America Cono Sud, Interamerica, Africa-Madagascar, Asia Sud, Asia Est-
Oceania e Europa Centrale, per la preparazione degli incontri di Delegati di Comunicazioni e
Formazioni, che si svolgeranno a partire dal mese di agosto, nelle varie Regioni della Congregazione.
Dal giorno 9 al 15 maggio ha partecipato on-line sia del incontro di preparazione alla Consulta
Mondiale di Comunicazione (a Lisbona, ottobre 2022) che del incontro dei coordinatori della ‘Scuola
di Comunicazione’; ed anche di preparazione per l’Incontro di Radio e Editrici delle Regioni Cono
Sud e Interamerica. Dal giorno 20-25, ha lavorato nella preparazione della prima bozza del nuovo
testo di comunicazione del Settore.
Il 21, dopo un intervento nel ritiro mensile della comunità Salesiana del Testaccio, a Roma, nei giorni
23 e 24 Don Gildasio si trova a Valdocco per partecipare ed accompagnare la Festa di Maria
Ausiliatrice insieme a parte dell’Équipe de Comunicazione del Settore; e il 28 maggio si trova al Atto
di inaugurazione del ‘Centro Nazionale’ (CNOS), a Roma.
Il 31 maggio è partito per Valdocco per partecipare alla Sessione Plenaria Estiva del Consiglio
Generale.
L’Economo generale
Alla fine del mese di Gennaio 2022, l’Economo Generale ha avuto diversi incontri con i Consigli di
Amministrazione di diverse fondazioni e si è recato a Beromünster (Svizzera) per incontrare alcuni
membri della commissione per i progetti della NGO missionaria. Si è recato in Belgio per celebrare
la festa di Don Bosco a Brussel e per incontrare funzionari della Commissione Europea e membri del
Parlamento Europeo, tutto organizzato della presenza salesiana DBI (Don Bosco International) e ed
in Germania per il CDA della Procura missionaria di Bonn.
Nel mese di Febbraio, l’Economo Generale insieme al suo team ha iniziato ad organizzare l’SDB
Change Congress che si terrà all’Università Pontificia Salesiana di Roma nel mese di settembre al
quale parteciperanno gli economi ispettoriali, le procure missionarie ed i responsabili dei PDO. Il 4
febbraio ha svolta una valutazione dei progetti della formazione professionale nelle Filippine. Il 10
di febbraio a Verona ha visitata il centro Verona 311 per studiare la realtà di giovani NEET e le
possibilità di aiutare loro a rientrare nel circolo formativo.
Il 16 del mese ha incontrato l’Arcivescovo Maggiore della Chiese Greca-Ucraina a Roma. Il 22, in
un discorso con responsabili del Pontificio consiglio della Cultura del Vaticano ha discusso il tema
della Intelligenza artificiale e l’impatto sulla educazione dei giovani. Alcuni giorni dopo ha incontrato
il Presidente del Concilio delle Conferenze episcopale in Europa (CCEE) per un dialogo sulla
situazione della chiesa in Europa. Il 25 di febbraio ala Università Gregoriana ha partecipato alla
conferenza internazionale “Eradiction of slavery”. Nello stesso mese, all’interno della Sede Centrale,
a avuto luogo il trasloco degli uffici dell’economato e della Fondazione Don Bosco nel Mondo presso
la nuova sede di Roma, dal momento che al Sacro Cuore sono stati intrapresi dei lavori di
ristrutturazione.
Nel mese di Marzo, l’Economo Generale, ha partecipato alla conferenza di DBTEc Africa ed a diversi
incontri sulla formazione professionale non-formale.
Dopo aver preso parte agli incontri con gli altri consiglieri di settore, da giorno 9 a giorno 11 si è
recato in Polonia per seguire e coordinare gli interventi di supporto in favore del popolo ucraino,
duramente colpito dalla guerra con la Russia. In seguito a Roma ha partecipato ed organizzato alcuni
momenti di preghiera per la Pace in Ucraina ed ha seguito la cura per i profughi, soprattutto giovane
madri con loro figli nelle diverse ispettorie di Europa, ma anche altrove.
A metà mese ha partecipato all’assemblea della Fondazione Pro Universitate Don Bosco, alla
assemblea della USG Economi Generali, al DBN Donors Meeting e ad alcune sessione della
coordinazione della emergenza per Ucraini nello loro paese e in fuga della guerra, ai lavori del

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Kuratorium che si è svolto a Berlino. Il 28 ed il 29 marzo il Sig. Muller insieme al suo intero team ha
effettuato un sopralluogo all’UPS in vista del SDB Change Congress e sono stati concordati i punti
chiave dell’intero Congresso.
Nell’economato ha ristrutturato le responsabilità in vista della sua assenza per il lavoro del Consiglio
Generale a Torino ed in una assemblea per il personale dipendente della Direzione Generale e della
Fondazione Don Bosco nel Mondo ha messo in atto le nuove norme di lavoro legato al Contratto
AGIDAE.
Durante il mese di Aprile, l’Economo Generale ha preso parte alle riunioni del Consiglio Generale
intermedio per studiare le regione di Asia-Sud e Interamerica, che si è svolto dal 4 al 14 aprile. Nella
seconda metà del mese, ha incontrato diversi economi ispettoriali sia in presenza che online per
discutere insieme delle problematiche e le sfide che coinvolgono le diverse realtà salesiane. Il 24
Aprile ha ricevuto un gruppo di dipendenti in opere salesiane di Austria per dare loro una conferenza
sulle strutture della congregazione e anche dare loro una visita guidata nei luoghi di Don Bosco a
Roma. In una tavolo rotonda si è informato sulle nuove discussione della Antropologia salesiana
nelle sfide dei tempi (UPS). Dal 25 al 27 aprile il Sig. Muller ha partecipato all’incontro degli ispettori
della Regione Mediterranea che si è svolto a Siviglia.
Nel mese di Maggio, diversi momenti erano dedicato alale sfide di ispettorie in situazione molto
delicato. Ha partecipato il 11 maggio su invitazione del Patriarcato ad una conferenza sulla situazione
nella Terra Santa dopo la violenza a Gerusalemme tra le diversi gruppi i residenti. Ha continuato il
lavoro per il sostegno delle persone che soffrano delle guerra in Ucraina tutto il mese, per questo
l’economo si è trovato con i responsabili delle ONG salesiane e ha avuto diversi incontri in presenza
e online con fondazioni e associazioni internazionale per richiedere un supporto. Il 12 maggio ha
dimostrato sua vicinanza al Borgo Ragazzi Don Bosco di Roma con la sua presenza al Charity Dinner
nel Chiostro Bramante. Un momento di respiro era la partecipazione il 15 di maggio alla
canonizzazione di 10 nuovi Santi in San Pietro e l’incontro con tanti membri della Famiglia Salesiana
in questa occasione.
Il 17, ha tenuto insieme al suo team, l’incontro formativo con i nuovi economi ispettoriali di recente
nomina. Dal 19 al 26 maggio ha effettuato la visita presso la Visitatoria AFM ed ha avuto modo di
incontrare i diversi membri delle comunità presenti in Sud Africa, Lesotho e Eswatini. Alla fine del
mese, l’Economo Generale, insieme agli altri membri del Consiglio si è trasferito a Torino per poter
partecipare alle riunioni della seduta plenaria del Consiglio Generale che hanno avuto inizio il
1°giugno.
Il Consigliere generale per la Regione Africa e Madagascar
Il Consigliere Generale per l’Africa e Madagascar, il 29 gennaio 2022, ha lasciato Roma per recarsi
in Africa Occidentale per l’insediamento di due nuovi Ispettori nominati dal Rettore lo scorso
dicembre. Il 2 febbraio, presso la Parrocchia di Sant’Antonio di Padova a Zogbo (Cotonou), ha
celebrato l’insediamento di Padre Jesus-Benoit Badji. In questa occasione, ha effettuato un rapido
sopralluogo delle infrastrutture che potevano ospitare provvisoriamente il nuovo Superiore e i servizi
ispettoriali della AON. Sabato 5 febbraio, è stato il turno di Padre Dénis Soro di essere insediato nella
sua sede di Ashaiman (Accra), in Ghana. Dopo questo tour delle due nuove sedi, Padre Alphonse si è
fermato a Lomé per fare il punto sulla situazione inedita del Postnoviziato di Akodessewa,
recentemente diviso in due sedi, la seconda delle quali si trova dietro il noviziato di Gbodjomé. Dopo
questo breve viaggio in Africa Occidentale, il Regionale è passato a Kansebula (RDC), dal 16 al 18
febbraio, per presiedere la sessione 2022 del Curatorium, insieme a don Ivo Coelho, Consigliere
Generale per la Formazione, e agli Ispettori e formatori. Il 18 febbraio, il Regionale è passato alla
Visitatoria ACC insieme al Superiore, P. Manolo Jiménez. Il 21 febbraio, la visita straordinaria
all’ACC è iniziata con un incontro con il Superiore e il suo Consiglio presso la sede di Masina 2, a
Kinshasa (RDC). Dal 22 al 25, Padre Alphonse ha iniziato la visita con la Casa/Sede ispettoriale, con
i suoi diversi settori. Ha poi partecipato al ritiro trimestrale dei confratelli di Kinshasa a Lukunga,

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prima di attraversare il fiume Congo il giorno seguente per visitare le tre opere della Repubblica del
Congo. Dal 28 febbraio al 3 marzo, i confratelli di Pointe Noire hanno ricevuto la visita straordinaria
del Regionale, con una breve visita ai settori di Tchibambouka e Cote Matève. Il 4 marzo è tornato a
Brazzaville per visitare le due comunità della città: dal 4 al 6 marzo Brazzaville Makélékélé, con una
breve visita alla nuova presenza delle FMA a Makana, e infine dal 7 all’11 marzo la visita a Massengo,
sede provvisoria del noviziato, con un sopralluogo nei villaggi di Odziba (100 km da Brazzaville) e
Lefini (200 km, ai confini dell’arcidiocesi). Il 12 marzo, il Regionale ha concluso la visita
straordinaria per i confratelli della zona della Repubblica del Congo incontrando i tre Direttori al
mattino e l’intera assemblea dei confratelli nel pomeriggio. Il 14 marzo, insieme ai membri del
Consiglio ispettoriale e all’Ispettore ACC, il Regionale è volato in Camerun, dove si sono svolti gli
Esercizi spirituali per tutta la Regione Africa e Madagascar, predicati dal Rettor Maggiore, don Angel
Fernandez Artime. La mattina del 17 marzo, il Regionale ha presieduto il Curatorium delle due case
di formazione interispettoriali di Yaoundé, ovvero il Teologato di Sant’Agostino e il Centro di
Formazione Specifica per i Coadiutori. Dopo gli Esercizi Spirituali, Padre Alphonse si è recato in
Nigeria per celebrare l’insediamento del nuovo Ispettore ANN, Padre Jorge Mario Crisafulli,
avvenuto domenica 27 marzo a Iju (Lagos). Il 29 marzo, Padre Alphonse è tornato a Kinshasa per
continuare la visita straordinaria nella zona RDC. Il 31 marzo è partito per Tshikapa, dove ha visitato
l’opera salesiana e la futura comunità di Tshikapa-Sami dal 1° al 4 aprile. Rientrato a Kinshasa il 5
aprile, è volato a Mbuji-Mayi dove ha visitato l’opera salesiana fino al suo ritorno a Kinshasa l’11
aprile, per visitare l’opera salesiana di Lukunga dal 12 al 16 aprile. L’opera di Lukunga è la più antica
di Kinshasa. Dopo aver presieduto l’Eucaristia per i confratelli riuniti a Kinshasa per il ritiro annuale
dal 17 aprile, il Regionale ha interrotto la visita straordinaria per raggiungere il Rettor Maggiore in
visita alla Visitatoria ZMB. Prima di arrivare in Zambia, dal 19 al 24 aprile, Padre Alphonse ha fatto
un breve soggiorno nella AGL per scoprire il progetto salesiano di Palabek a favore dei rifugiati
sudanesi. Ha colto l’occasione per salutare i confratelli di Bombo e Namugongo. Arrivato in Zambia
il 25 aprile, ha soggiornato a Kabwe e Lusaka per la celebrazione dei 40 anni di presenza salesiana,
insieme al Rettor Maggiore e al Vescovo salesiano di Kabwe, Mons. Clement Mulenga. Al suo ritorno
nella RDC, il Regionale inizia l’ultima serie di visite alle opere a Kinshasa: dall’1 al 3 maggio a La
Gombe, dal 4 al 7 maggio a Kingabwa e infine dall’8 all’11 maggio a Masina 1, vicino alla Casa
ispettoriale. La conclusione generale della visita straordinaria è stata celebrata a turno con la riunione
dei Direttori della zona RDC nel pomeriggio del 13 maggio e, durante la giornata del 14 maggio, con
il Consiglio ispettoriale al mattino e l’assemblea dei confratelli nel pomeriggio.
All’indomani della visita straordinaria alla Visitatoria ACC - che si preparava anch’essa a entrare nel
suo secondo capitolo ispettoriale alla fine di maggio - il Regionale si è recato in Togo per presiedere
un Curatorium speciale nella nuova Ispettoria AOS per le case di formazione del Togo e del Ghana.
Molti Ispettori hanno partecipato a questo Curatorium, che si è svolto nell’arco di due giorni, dal 18
al 19 maggio, per fare il punto sulle case di formazione già operative in ciascuna delle province della
subregione, per suggerire al Rettor Maggiore alcune prospettive future e per analizzare le risposte dei
postnovizi e dei tirocinanti di quest’area a un estratto del questionario 2017 sull’accompagnamento e
la formazione. Dopo questo Curatorium, il Regionale ha visitato i confratelli della Casa Don Bosco
di Akodessewa, e si è recato anche a Gbodjomé, sempre in Togo, per vedere i novizi, nonché le
possibilità di ristrutturazione della seconda sede occupata dall’inizio di quest’anno dai postnovizi del
terzo anno, con un team di tre formatori. Da Lomé, il 28 maggio, il Regionale ha iniziato il suo ritorno
alla nuova sede di Torino.
Il Consigliere generale per la Regione Asia Est Oceania
Il 28 gennaio 2022, a conclusione della Sessione Invernale del Consiglio Generale, il Regionale per
EAO, P. Joseph Nguyen Thinh Phuoc ha preso i voli per Timor Est per la consultazione del nuovo
superiore. In tal modo, poteva celebrare la festa di San Giovanni Bosco a Dili e partecipare alla
liturgia presieduta dall’arcivescovo salesiano Virgilio (ora, il nuovo cardinale nominato). Dopo un

6.10 Page 60

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lungo periodo di restrizione Covid, ha potuto vedere il raduno di numerose persone e ha testimoniato
il loro amore per Don Bosco. Tre settimane nel Paese gli hanno permesso di incontrare tutti i salesiani
e gruppi di confratelli in formazione iniziale così come vari gruppi della Famiglia Salesiana. Alla
consultazione hanno risposto con entusiasmo i confratelli che hanno potuto vedere la visione
luminosa della crescita della Vice Provincia.
Il 21 marzo, P. Joseph si è recato in Papua Nuova Guinea per i suoi 45 giorni di Visita Straordinaria
alla Vice-Provincia di Papua Nuova Guinea-Isole Salomone (PGS). Purtroppo, il governo delle Isole
Salomone ha comunque chiuso le frontiere a causa della restrizione Covid. Quindi, ha fatto solo una
visita online alle due comunità residenti nelle isole. Tutte le altre comunità sono state visitate e si è
speso tempo sufficiente per ascoltare ogni confratello e i loro compagni di missione salesiani. Ha poi
concluso la visita con la partecipazione del Superiore e del suo consiglio il 12 aprile e il giorno
successivo ha partecipato al Capitolo Provinciale della Vice Provincia.
Il Triduo Pasquale è stato celebrato dal Regionale in Vietnam (VIE) in quanto gli è stato chiesto di
tornare a firmare documenti legali. Ha approfittato delle opportunità di visitare il noviziato (14
novizi), il postnoviziato (47 postnovizia) e il teologo (19) e il prenoviziato (18 del primo anno e 14
del secondo anno).
Dal Vietnam, il 24 aprile, si è diretto in Indonesia (INA) per visitare alcune presenze principali della
Vice-Provincia come la casa provinciale, il postnoviziato (16 postnovizia con 3 fratelli laici),
l’aspirantato e alcune scuole tecniche del paese.
Il punto più alto di questi viaggi estivi è stato il ritiro offerto dal Rettor Maggiore ai
provinciali/superiori e ai loro consigli in Thailandia dal 7 al 10 maggio. 77 salesiani hanno partecipato
al Ritiro e sono stati incoraggiati dalle conferenze del Rettor Maggiore al mattino e dal dialogo con
il Rettor Maggiore nel pomeriggio. Dopo il Ritiro, il Regionale ha accompagnato il Rettor Maggiore
per visite di animazione in diverse comunità del Paese. Un evento storico per i salesiani in Thailandia
è stata la presenza e la presidenza del Rettor Maggiore nella Messa della prima professione religiosa
per 10 novizi.
Il 18 maggio è volato a Manila, nelle Filippine, e ha soggiornato nella comunità Sandor (casa di
formazione per fratelli laici nella Regione) per incontrare i laici e i fratelli chierici di specifica
formazione. Il 21 maggio ha partecipato alla Conclusione della Visita Straordinaria fatta da P. Alfred
Maravilla SDB.
La sera del 21 maggio ha preso il volo di mezzanotte da Manila a Phnom Penh per fare un’altra visita
di animazione alla Delegazione Salesiana della Cambogia. Dopo 14 anni dalla precedente visita, ha
potuto assistere all’enorme cambiamento/trasformazione della società e ai grandi successi delle
missioni salesiane nel Paese che si sono riprese dopo il periodo più tragico della storia del Paese
(1975-1990). È stato informato che lo scorso aprile la prima vocazione locale ha fatto la sua
professione religiosa perpetua e due confratelli ad gentes inizieranno la loro formazione specifica di
4 anni a Parañaque.
Con pieno entusiasmo e profonda convinzione sul significato e l’importanza del carisma salesiano
nella regione, il 30 maggio il Regionale è tornato a Torino per partecipare alla Sessione plenaria estiva
del Consiglio Generale.
Il Consigliere per la Regione Asia Sud
Dopo la conclusione della sessione invernale del Consiglio Generale, il 29 gennaio 2022 il Regionale
per l'Asia Sud, p. Biju Michael, si è recato a Bangalore, in India. Dopo la dovuta quarantena, il 4
febbraio 2021 il Regionale ha presieduto la cerimonia di insediamento del nuovo Ispettore di
Hyderabad (INH), p. Thomas Santiagu. Il 5 febbraio si è recato a Dimapur per partecipare ai funerali
di p. E. C. Michael. Il 6 febbraio il Regionale ha iniziato formalmente la Visita straordinaria della
Ispettoria di Dimapur con un incontro con i confratelli del Quinquennio, seguito da riunioni del
Consiglio Ispettoriale e dei responsabili delle Commissioni Ispettoriali il 7 e 8 febbraio. Dal 9 al 10
febbraio la visita delle case è iniziata con Golaghat. La visita è proseguita nelle comunità di Rangajan

7 Pages 61-70

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7.1 Page 61

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(10-11 febbraio), Dergaon (11 febbraio), Aspirantato e scuola di Jorhat (12-13 febbraio), Tuli (13
febbraio), Prenoviziato, scuola e parrocchia di Amguri (14-15 febbraio), scuola e parrocchia di
Tinsukia (16-17 febbraio), scuola e parrocchia di Khobong (17-18 febbraio).
Il 18 febbraio il Regionale si è recato a Delhi per partecipare alle celebrazioni del Giubileo d'argento
della Ispettoria, che si sono tenute il 19 febbraio, e ha incontrato il Nunzio Apostolico. È tornato a
Hijuguri per la visita (20-21 febbraio). Il 22 febbraio ha presieduto un incontro regionale dei Direttori
e dei responsabili delle case dell'Arunachal Pradesh orientale a Tinsukia. Ha poi proseguito le visite
alla scuola e alla parrocchia di Sadiya (22-23) e alla scuola di Wakro (23-24).
Il 25 febbraio il Regionale si è recato a Nuova Delhi, sede della SPCSA, per partecipare alle riunioni
dell'Assemblea e del Consiglio della SPCSA tenutesi online (27-28 febbraio).
Il 2 marzo il Regionale si è recato a Goa per iniziare la consultazione del nuovo Ispettore per la
Ispettoria di Panjim. Il 3 marzo ha tenuto riunioni con il Consiglio Ispettoriale. Il 4 marzo ha animato
la riunione di consultazione dei confratelli riuniti a Don Bosco Panjim. Ha avuto anche un incontro
con il Vescovo Alwyn Barretto di Sindhudurg e ha visitato le case di Oros e Pinguli. Il 5 marzo ha
incontrato il Vescovo Filipe Neri Ferrão di Goa e ha visitato le case di Sulcorna e Quepem e ha
animato un incontro di consultazione per i confratelli riuniti a Don Bosco Fatrorda e poi ha visitato
la casa di Loutolim. Il 6 marzo ha animato i confratelli riuniti per la riunione di consultazione a Don
Bosco Trasi. Il 7 marzo ha interagito con il Vescovo Gerald Isaac Lobo di Udupi e ha visitato le case
di Shirva e Kelmbet. In serata ha incontrato il Vescovo Peter Paul Saldanha di Mangalore. L'8 marzo
ha visitato le case di Paliem e Parra e si è rivolto ai membri del Capitolo Ispettoriale in occasione
della sessione inaugurale del Capitolo Ispettoriale, prima di partire per Dibrugargh per proseguire la
visita straordinaria a Dimapur.
Il Regionale ha visitato la scuola e la parrocchia di Doom Dooma (10-12 marzo), la scuola e la
parrocchia di Rajanagar (12-13 marzo), la scuola di Longding (14-15 febbraio), la scuola e la
parrocchia di Mintong (16-17 marzo), la scuola di Kheti (17-18 marzo), la scuola e la parrocchia di
Borduria (18-19 marzo), la scuola di Mebo (19-20 marzo), la scuola e la parrocchia di Paglam (21-
22 marzo), la scuola di Doimukh (22-24 marzo), la scuola e la parrochia di Palin (24-25 marzo), la
scuola di Itanagar (26-27 marzo) e la parrochia di Itanagar (27-29 marzo). Ha animato i Rettori e i
responsabili delle comunità dell'Arunachal occidentale il 29 marzo a Itanagar. Lo stesso giorno ha
incontrato e interagito anche con il vescovo John Thomas di Itanagar. Ha proseguito con la visita
straordinaria del istituto universitaria di Itanagar (29-31 marzo) e della scuola e della parrocchia di
Harmuty (31 marzo - 1 aprile).
Il 1° aprile si è recato a Roma, passando per Delhi, per partecipare alla riunione intermedia del
Consiglio generale, dove è stato presentato un rapporto sulla Regione Asia Sud in vista della Visita
d'équipe alla Regione nel 2023. Al suo ritorno nella Ispettoria di Dimapur ha visitato nuovamente
l’istituito universitaria e la parrocchia di Itanagar (16-17 aprile) per la visita e ha continuato a visitare
Jorhat Life Plus (17-18 aprile), le scuole di Mon (18-19 aprile), la scuola di Dibrugarh (20-22 aprile)
e la scuola e la parrocchia di Lamphel (22-23 aprile). Il 23 aprile ha incontrato il vescovo Dominic
Lumon di Imphal e il 24 aprile ha animato la riunione dei rettori e dei responsabili della regione di
Manipur. Ha poi proseguito la visita alla scuola e alla parrocchia di Chinmeirong (23-26 aprile), alla
scuola e alla parrocchia di Khoupum (26-27 aprile), alla scuola e alla parrocchia di Tamenglong (28-
29 aprile), alla scuola e alla parrocchia di Maram (29-30 aprile), all’istituito universitaria di Maram
(1-2 maggio), alla scuola di Shajouba (3-4 maggio), alla scuola e alla parrocchia di Mao (4-5 maggio)
e alla scuola e all’istituito universitaria di Kohima (5-7 maggio). Il 6 maggio ha incontrato il vescovo
James Thoppil di Kohima e ha animato la riunione regionale dei rettori e dei responsabili delle
comunità del Nagaland. Ha poi proseguito con la visita a Kohima Cristo Re (7-8 maggio) e alla scuola
e parrocchia di Wokha (9-10 maggio).
Il 10 maggio si è recato a Shillong per partecipare all'inaugurazione del Capitolo ispettoriale dell'11
maggio 2022.
Al ritorno, ha partecipato ai funerali di don V. M. Joseph il 12 maggio a Dimapur e ha proseguito la
visita al noviziato di Zubza (12-13 maggio). Ha visitato l’istituito universitaria Salesiano di Dimapur
(13-15 maggio), l’istituito universitaria BEd di Dimapur (15-16 maggio), il DBVTC di Dimapur (17-

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18 maggio), la scuola e l'AIDA di Dimapur (18-20 maggio) e la casa ispettoriale (20-22 maggio). Il
23 maggio ha officiato la professione perpetua di tre confratelli. Il 24 maggio ha officiato la prima
professione di tredici giovani al noviziato di Zubza e ha continuato la visita alla Casa Savio di Zubza
(24-25 maggio). Il 26 maggio ha incontrato il Consiglio ispettoriale e il 27 maggio ha presieduto
l'assemblea dei confratelli e la riunione dei rettori e dei responsabili delle comunità della Ispettoria a
Dimapur e ha concluso la visita straordinaria con la celebrazione dell'Eucaristia. Il 29 maggio si è
recato a Roma via Delhi e il 30 maggio ha raggiunto Torino, dove il 31 maggio 2022 sono iniziate le
riunioni del Consiglio generale.
Il Consigliere generale per la Regione America Cono Sud
Lo stesso giorno del termine del Consiglio Generale nella sessione di inverno de Italia, il consigliere
è partito per il Brasile.
Il 31gennaio presidiò a celebrazione di Don Bosco en Recife. Il 02 de febbraio presidiò la
celebrazione de professione perpetua de un salesiano de BRE en Jaboatão dos Guararapes (Recife) e
alla sera, nello stesso posto, presidiò la celebrazione de apertura del nuovo Noviziato nella città de
Jaboatão, con 15 novizi delle ispettorie de BSP, BRE e BPA.
Dal 13 al 19 de febbraio, dopo alcuni giorni di visita ai parenti, partecipo degli esercizi spirituali con
il Rettore Maggiore, para tutti gli ispettori e consigliere ispettoriale a São Leopoldo (Porto Alegre-
Brasil) e dopo dell’incontro tra ispettori della regione, anche con il Rettore Maggiore.
Il 21 e 22 de febbraio in Asunción (Paraguay) ha avuto una riunione con l’ispettore alcuni confratelli
del consiglio ispettoriale e ha visitato al Nuncio apostolico.
Il 23 de febbraio ha cominciato la Visita Straordinaria alla Ispettoria di São Paulo, Brasile, in nome
del Rettor Maggiore che ha finito il 26 di maggio. In questo tempo ha parlato con tutti salesiani della
Ispettoria (128); ha visitato le 18 case canoniche e il Centro Universitario UNISAL. Ha conosciuto la
situazione degli 11 collegi, dei quali 1 è completamente filantropico, le 14 parrocchie, alcuni degli
hanno zone rurali para su attendamento pastorale, le due Santuari, le opere sociali, centri giovanile e
oratori festivi, gli corsi di formazione professionale.
Si è incontrato due volte con il Consiglio Ispettoriale e due volte con tutti i direttori salesiani. Ha
parlato anche con 6 vescovi diocesani, con a ispettrici delle Figlie di Maria Ausiliatrice, a madre
provinciale delle Suore della Carità de Gesù.
Nelle comunità si è anche incontrato con i gruppi della Famiglia Salesiana, alcuni dei quali sonni
fondati li, commo “Canção Nova”. Ha parlato con i coordinatori e presidenti ispettoriali de tutti i
gruppi.
Il 6 di maggio ha partecipato nel Curatorium del Postnoviziato di Córdoba, casa interispettoriale di
cinque Ispettorie: ARN, ARS, CIL, PAR, URU.
Ha visitato le case de formazione che stanno nella Ispettoria de São Paulo: lo studentato di Teologia
(Lapa Pio XI) e il postnoviziato in Lorena.
Ha anche partecipato alle riunioni della Rete Salesiana del Brasile (RSB), degli ispettori del Brasile
(CISBRASIL) e degli ispettori da CIS.
Il 27 maggio si reca a Torino per partecipare alla sessione invernale del Consiglio Generale.
Il Consigliere per la Regione Europa Centro e Nord
La sessione plenaria invernale del Consiglio Generale si è conclusa il 28 gennaio 2022. Il Regionale
per l’Europa Centro e Nord don Roman Jachimowicz si è recato per la Visita Straordinaria
nell’Ispettoria Polonia - Kraków “San Giacinto” (PLS). La Visita si è svolta dal 3 febbraio al 23 aprile
2022.
Il Regionale don Roman durante la Visita ha visitato le seguenti comunità salesiane – nel mese di
febbraio: 10-11: Zabrze, 14-15: Pogrzebień e Kobyla. 15-18: Kraków-Konfederacka e Staniątki,

7.3 Page 63

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Saltrom, 21: Kraków-Beato Giuseppe Kowalski, 22-23: Kraków-Centro Ispettoriale e pomeriggio del
23: il Consiglio Ispettoriale, 24-25: Kraków-Nowa Huta, 28: Kraków-Centro di Pastorale Giovanile
(WDM); nel mese di marzo: 1-5: Kraków-Teologato, il giorno 5 nello Studentato Teologico ha
presieduto la celebrazione Eucaristica con il conferimento del ministero del lettorato per i confratelli
delle quattro Ispettorie polacche, 7-9: Oświęcim-Jagiełły, 9-10: Oświęcim-Zasole, 11-12: Skawa e
Witów, 14-15: Świętochłowice, 15-16: Kielce e Niewachlów, 17-19: Szczyrk, Przyłęków e Wisła,
21-23: Lublin, 23-25: Rzeszów, 28-30: Przemyśl, Lipowica e Polana. Inoltre, il 13 marzo ha
partecipato a Varsavia (PLE) nell’incontro della Comunicazione Sociale al quale è stato presente il
Consigliere per la CS don Dos Santos Mendes Gildásio, il 19 marzo all’incontro riguardante la
distribuzione dei mezzi di finanziamento per l’Ucraina e il giorno 20 all’incontro delle Conferenza
KSIP a Varsavia (PLE). Nel mese di aprile è andato in Ucraina dove c’è la guerra per visitare le
comunità salesiane e vedere come la situazione dei confratelli: 5-7: Bibrka, Peremyshlany,
Korostyhiv, 8-9: Zhytomyr e Korostyshiv, 10: incontro con l’Ispettore don Mykhaylo Chaban (UKR),
11: Odessa, incontro online con i confratelli. Il giorno 23 aprile c’è stata la conclusione della Visita
Straordinaria con l’incontro dei Direttori, la conclusione del Capitolo Ispettoriale nello Studentato
Teologico di Cracovia e l’incontro con il Consiglio Ispettoriale nella Casa Ispettoriale di Cracovia.
Nei giorni 5-6 maggio il Regionale don Roman ha partecipato all’incontro online del settore della
Comunicazione Sociale. In seguito nei giorni 5-6 maggio ha visitato le Case di formazione in Polonia.
Poi, nei giorni 6-8 maggio ha partecipato all’incontro degli Ispettori della Regione Europa Centro e
Nord a Vienna (AUS) con la presenza del Vicario del Rettor Maggiore don Stefano Martoglio,
Delegato del Rettor Maggiore per la Famiglia Salesiana don Joan Lluis Playà, Delegato Mondiale per
Salesiani Cooperatori ed Exallievi coad. Domenico Nguyen, collaboratore per le Missioni don Pavel
Ženišek e due collaboratori laici (Italia e Spegna) del Settore della Pastorale Giovanile.
Nei giorni 12-14 il Regionale don Roman ha fatto la visita alle Case di formazione in Polonia. Il
giorno 20 ha partecipato al funerale della mamma dell’Ispettore nominato don Bartłomiej Polański
dell’Ispettoria di Wrocław (PLO). Il giorno 20 nel Santuario Mariano di Twardogóra ha presieduto
la celebrazione Eucaristica con l’insediamento del nuovo Ispettore di Wrocław don Bartłomiej
Polański.
Il 30 maggio il Regionale don Roman si è recato a Torino-Valdocco per la Sessione estiva del
Consiglio Generale, che iniziava il 1° giungo e per concludersi il 25 giugno.
Nei giorni 3-5 giugno ha accompagnato il Rettor Maggiore Don Ángel Fernández Artime in Ungheria.
Il 4 giugno a Budapest il Rettor Maggiore al termine della Celebrazione Eucaristica, ha benedetto la
nuova urna che custodisce le reliquie del Beato Stefano Sándor, ritrovate e identificate nel 2019. Il
Reliquiario è stato portato in solenne processione e deposto presso l’altare di Maria Ausiliatrice nella
Chiesa del Clarisseum, dove il giovane Coadiutore visse gran parte della sua vita religiosa a servizio
dei giovani, come maestro tipografo ed educatore amato e stimato da confratelli e giovani.
Nei giorni dal 26 giugno al 3 luglio, in occasione del 400° anniversario della morte di San Francesco
di Sales, patrono della Congregazione Salesian, il Consiglio Generale ha partecipato agli esercizi
spirituali predicati da don Morand Wirth, SDB presso il centro “Jean XXIII” di Annecy in Francia.
Il giorno 23 luglio il Regionale don Roman insieme con il Vicario del Rettor Maggiore don Stefano
Martoglio, il Consigliere della Formazione don Ivo Coelho, il Regionale per la Regione Mediterranea
don Juan Carlos Pérez Godoy si sono recati all’Ispettoria di Polonia-Varsavia (PLE) per un incontro
riguardante i noviziati in Europa e particolarmente nella Regione Europa Centro e Nord.
Il giorno seguente dopo la conclusione della sessione estiva del Consiglio Generale il Regionale don
Roman si è recato in Polonia.
Il Consigliere generale per la Regione Interamerica
Alla fine di gennaio del 2022 dovevo partire per Haiti per l'insediamento del nuovo superiore, p.
Morachell Bonhomme, ma una sera prima della partenza ho ricevuto la notizia che ero positivo al test
COVID 19, per cui ho dovuto annullare il viaggio e prendermi qualche giorno di riposo in attesa che
il test risultasse negativo.

7.4 Page 64

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Dal 5 al 10 febbraio, insieme al Rettor Maggiore, ho partecipato a una serie di esercizi spirituali per
gli ispettori e i loro consigli che si sono tenuti nella comunità di San Patricio a Cumbayá, in Ecuador.
È stata un'ottima esperienza di comunione e di accompagnamento. Al termine del ritiro ho avuto
l'opportunità, insieme agli ispettori della regione, di concludere l'incontro annuale corrispondente al
ciclo precedente, come avevamo precedentemente concordato.
Dal 15 febbraio al 26 maggio, su incarico del Rettor Maggiore, ho effettuato una visita straordinaria
alla Provincia del Sacro Cuore in Ecuador. ho trascorso 92 giorni nel Paese, ho visitato 23 comunità.
Ho incontrato per il dialogo 132 SDB, 33 volontari, 10 economi laici e 4 vescovi: Mons. Alfredo José
Espinoza Mateus SDB, arzobispo primado de Quito, Ecuador, Mons. Néstor Montesdeoca Becerra
SDB, obispo del vicariato apostólico de Méndez, Mons. Pietro Gabrielli SDB, obispo emérito del
Vicariato de Mendez y Mons. Luis Antonio Sánchez Armijos, obispo emérito de Machala , oltre a
incontri con diversi protagonisti della CEP.
Dal 4 al 13 aprile ho partecipato alle sessioni del Consiglio intermedio a Roma, per presentare il
rapporto dello studio sulla regione interamericana, come parte dell'itinerario preparatorio per la
prossima visita globale.
Il 14 aprile sono arrivato nella comunità salesiana di Sampierdarena a Genova per accompagnare la
pastorale dei giorni santi con la comunità latina (ecuadoriani e peruviani) che partecipa alla parrocchia
di San Juan Bosco e San Cayetano.
Il 28 maggio arriverò a Torino per le sessioni del Consiglio generale dell'estate 2022.
Il Consigliere generale per la Regione Mediterranea
Al termine delle riunioni del Consiglio generale, il consigliere della Regione Mediterranea si è recato
a Catania per continuare la visita straordinaria a nome del Rettore Maggiore all'Ispettoria Sicula "San
Paolo" (ISI) d'Italia. Questa seconda parte della visita è iniziata il 29 gennaio incontrando i confratelli
della comunità dello Studentato Teologico di Messina-San Tommaso fino al 5 febbraio. Ha celebrato
il 31 gennaio la solennità di don Bosco, e ha partecipato in un incontro in presenza e online con la
Famiglia Salesiana per presentare la Strenna del Rettor Maggiore a Messina nella Casa delle FMA.
Dopo ha proseguito la visita a un gruppo di Case dell’Ispettoria fino al 27 marzo: Palermo-Ranchibile,
Catania-Barriera, Catania-San Francesco di Sales, Palermo-Santa Chiara, Palermo-Gesù
Adolescente, Camporeale, Marsala, Trapani, Barcellona, Viagrande, Randazzo, Catania-
Associazione Don Bosco 2000, Centro-Ispettoriale, Messina-Giostra, Alcamo e Catania-Salette/San
Gregorio. Nel corso della visita, il 2° febbraio ha partecipato nella Consulta Ispettoriale della Famiglia
Salesiana.
Dal 28 marzo fino al 1° aprile ha partecipato in tui Curatorium delle case di formazione dipendenti
della Regione a Messina, Crocetta, Il Colle, Nave, Genzano e San Tarcizio. Il fine settimana del 2-3
aprile ha avuto un incontro in Roma con il Vicario del Rettor Maggiore a altri incontri. Dopo di che
è ritornato a Catania per riprendere la visita straordinaria il 5 aprile all’Associazione Meta Cometa e
andando a Tunisia, Manouba e Tunisi, dal 5 al 11 aprile.
Dopo la visita alla Tunisia, ha finito la visita al Centro Ispettoriale e celebrò il Triduo Pasquale a
Catania-San Francesco di Sales. Il 17 aprile ha avuto l’incontro finale con l’ispettore per condividere
una visione d’insieme della visita e il 18 con il Consiglio ispettoriale al mattino e con i direttori al
pomeriggio, concludendo così la visita straordinaria a questa ispettoria Sicula e ritornando a Roma.
Dal 21 al 29 aprile si è spostato in Spagna per partecipare a Sanlúcar la Mayor (Sevilla) nei vari
incontri della Conferenza Iberica, della Regione Mediterranea e della CIS, approfittano per salutare
alla famiglia e accompagnare al Consigliere della Comunicazione Sociale che partecipò con un
intervento nell’incontro della Mediterranea, a conoscere alcune della Case dell’Ispettoria di Sevilla
(SMX) e qualche visita culturale.
Il 30 aprile, con l’ispettore dell’ispettoria MOR, si è recato a Israele e Palestina per proseguire la
visita straordinaria in questa ispettoria. Ha iniziato la visita per la Casa di Ratisbonne, continuando
da Betgemal, Nazareth, Betlemme e Cremisan, fino al 16 maggio. Il 13 ha potuto partecipare insieme

7.5 Page 65

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al Console Italiano e altre autorità locali all’inaugurazione di un parco infantile costruito nei terreni
della nostra Casa a Cremisan con la cooperazione italiana e il VIS. Dopo alcuni giorni per finire la
relazione della visita, ha incontrato l’ispettore, al Consiglio ispettoriale e i direttori per condividere
la visione d’insieme della visita e per concludere ha avuto un bello incontro online con tutte le
comunità dell’ispettoria.
Dopo finire la visita all’Ispettoria MOR, il 20 maggio si è spostato al Portogallo per una visita di
animazione e conoscenza di alcune case. Ha celebrato la Solennità della Nostra Madre Ausiliatrice a
Lisbona presiedendo la santa Messa con tutti i ragazzi, educatori e tutto il personale. Il 28 maggio ha
visitato la Casa Salesiana di Málaga, partecipando nella processione di Maria Ausiliatrice e il 30 al
mattino ha avuto in intervento nell’incontro dei due Centri Nazionali di PG, Madrid e Roma. Dopo
questo incontro è ritornato a Roma e il 31 sera Torino per cominciare la sessione estiva del Consiglio
Generale.
4.1 Cronaca del Rettor Maggiore
Si riportano gli avvenimenti principali di cronaca del Rettor Maggiore nel semestre da febbraio a
giugno 2022
Il mese di gennaio 2022 vede il Rettor Maggiore dal 7 al 28 impegnato per il Plenum del Consiglio
Generale come da consueto calendario. Rilevanti si presentano le Giornate di Spiritualità della
Famiglia Salesiana a Torino Valdocco dal 13 al 16 del mese dedicate al 400 anniversario della morte
di San Francesco di Sales e partecipate on line da circa 10mila persone cui sono seguite quattro giorni
di ascolto-preghiera e confronto di presenza da parte di 150 rappresentanti dei 32 gruppi della
Famiglia Salesiana. In questa 40ma edizione delle Giornate il RM lascia un sostanziale messaggio di
bontà e libertà incentrato sulla figura del Patrono." E' la bontà-egli ha detto- che ci distingue come
salesiani e solo nella libertà possiamo avvicinarci a Dio". Ancora a San Francesco di Sales è la mostra
che lo stesso RM inaugura la mattina del 16 gennaio. Vi si espongono opere provenienti dalla Francia
e dal Piemonte legate alla storia del Santo e dei Monasteri delle Visitandine.
Dal 21 al 23 gennaio don Artime si reca a Madrid per celebrare il 75mo di fondazione della Casa San
Domenico Savio. Davanti a 300 educatori di scuole e piattaforme sociali richiama i grandi valori
dell'educazione cristiana con la risposta salesiana, Ancora a Madrid il Rettor Maggiore inaugura il
centenario dell'opera salesiana nel quartiere di Tetuan popolarmente conosciuto come Salesianos
Estrecho per la vicina fermata della metropolitana. Parlando poi agli animatori pastorali delle
parrocchie ha detto "Siamo parrocchie dalle porte aperte, costruiamo ponti.Dobbiamo continuare a
lavorare su un'autentica conversione pastorale che nelle nostre case comporta anche la cura dei "vasi
comunicanti" tra gli ambienti pastorali dell'opera:parrocchia,centro giovanile, scuola e piattaforme
sociali." Di ritorno a Roma il 25 gennaio partecipa all'Assemblea delle IUS, Istituzioni Universitarie
Salesiane richiamando fra l'altro il valore del rispetto della persona ,l'onestà e l'attenzione verso i più
deboli.
Il 26 gennaio celebra presso la Casa generalizia delle suore l'ormai tradizionale incontro fra il
Consiglio Generale SDB e quello delle FMA. Durante la Celebrazione Eucaristica il RM nell'omelia
fra l'altro afferma: "Ci si aspetta da noi che riusciamo a pensare e offrire il possibile per questo
presente che dobbiamo vivere. Siamo chiamati a dare il meglio di noi, a mettere tutte le nostre energie,
le capacità, la saggezza, nella pace, quella pace che è frutto della presenza di Dio. Ci unisce la volontà
di condivisione, di collaborazione e di comunione".
Il 28 gennaio don Artime lo dedica in visita alla Comunità di San Tarcisio a Roma.
Per il 30-31 gennaio il Rettor Maggiore è a Torino per le celebrazioni in onore di Don Bosco. La sua
messa viene ripresa per il secondo anno consecutivo dalla Rai avendo anche la sorpresa fra gli

7.6 Page 66

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spettatori- per averlo Egli detto all'Angelus- Papa Francesco. Lo stesso giorno della festa il RM invia
un messaggio ai giovani ripreso e ritrasmesso nelle varie ispettorie.
FEBBRAIO
Dal 4 al 9 febbraio troviamo il RM in Ecuador dove a Quito predica gli Esercizi spirituali a 77
salesiani (Ispettori e consiglieri) di 13 Ispettorie. Gli interventi del RM hanno riguardato la verifica
del Capitolo Generale 28mo e la Strenna dedicata a San Francesco di Sales. Durante gli Esercizi viene
in visita il Nunzio apostolico mons. Andres Carrascosa.
Dal 10 al 12 febbraio don Artime visita per la seconda volta l'Ispettoria dell'Ecuador. Nonostante la
pandemia don Artime ha avuto molti incontri ad incominciare con l'arcivescovo della città di Quito
mons. Alfredo Espinoza, con le suore FMA e con i giovani del Movimento Giovanile Salesiano.
Il 13 don Artime si reca in Brasile dove a Sao Leopoldo, tiene gli Esercizi Spirituali a oltre 70
Confratelli. " Si tratta-dice- di un'esperienza senza precedenti che cerca di avvicinare i Consigli
Ispettoriali al X successore di Don Bosco e di incoraggiarli, soprattutto in questo periodo in cui a
causa della pandemia, la presenza e la vicinanza valori profondamenti salesiani-sono stati colpiti". Il
Rettor Maggiore ha anche l'opportunità il 17 febbraio di incontrare on line le Radio Salesiane del
Brasile. Quali le aspettative dalle Radio? "Fedeltà al nostro prezioso carisma, a Don Bosco e priorità
soprattutto i più poveri e quelli che hanno meno opportunità".
Dal 22 al 28 febbraio il RM è a Roma dove il 26 incontra il personale dipendente dell'Università
Pontificia Salesiana.
MARZO
Dal 1 al 3 marzo il RM tiene assieme al vicario don Stefano Martoglio ed ai Consiglieri di settore un
Consiglio permanente. Anche le giornate dal 4 al 16 don Artime è in sede dedicandosi alla riflessione
e a scrivere. Il 7 marzo fra l'altro incontra l'equipe della comunicazione presente anche il coportavoce
don Giuseppe Costa e da una serie di indicazioni relative al funzionamento dell'ANS e dello stesso
Dicastero.
Il 17 marzo ha inizio il suo viaggio per il Cameroun dove fra l'altro dal 18 al 23 predica gli Esercizi
alla Regione Africa-Madagascar. Agli Esercizi sono presenti 96 salesiani di 14 Ispettorie e Visitatorie
del continente oltre al Consigliere Regionale don Alphonse Owoudou.
Gli Esercizi si svolgono a Yaoundè presso la sede della Conferenza Episcopale. Nelle sue prime
parole il RM ha sottolineato che i confratelli partecipanti sono responsabili del carisma di Don Bosco
cosi come dell'animazione e del governo. Ha anche sottolineato la grande potenzialità della Regione
dove come sempre lo Spirito Santo è il vero protagonista ed anche Maria è presente e accompagna.
Durante il soggiorno camerunense il RM ha incontrato la Famiglia Salesiana, accettato sette
professioni religiose e visitato il Teologato.
Lasciato il Cameroun venerdi 25 marzo don Artime ha raggiunto la Guinea Equatoriale dove si è
fermato fino al 30 visitando le tre opere presenti nel Paese e incontrando giovani e confratelli.
APRILE
Dal 4 al 13 riunione a Roma del Consiglio intermedio.
Durante le otto sessioni di lavoro realizzate sono state affrontate diverse questioni di governo della
Congregazione. A Roma Sacro Cuore prima del Triduo Pasquale incontra i Diaconi salesiani
residenti al Gerini.
Da giovedi 21 a venerdi 29 aprile il Rettor Maggiore ritorna nel continente africano in visita allo
Zambia e allo Zimbabwe. Zone che aveva visitato in parte nel 2016. Viene accolto calorosamente
all'aeroporto di Zimbabwe. Raggiunge in serata la Comunità di Hwange dove benedirà la prima pietra
della nuova scuola tecnica. Momento importante della visita è stata la celebrazione dei 40 di presenza
salesiana nello Zambia come Ispettoria.
MAGGIO

7.7 Page 67

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Il 6 maggio continuando le sue visite il Rettor Maggiore si reca iun Thailandia dove dal 7 al 12
incontra per gli Esercizi Ispettori e Consiglieri della Regione Asia e Oceania(73 partecipanti).
Le sei giornate di esercizi a detta dei confratelli thailandesi sonos state un bagno nella spiritualità
salesiana vissuti con gioia per la vicinanza del Rettor Maggiore e di gratitudine verso il Signore e il
X successore di Don Bosco.
Dal 13 al 19 il RM visita le Case dell'Ispettoria San Paolo della Thailandia. Essa si estende in tre
Paesi:Thailandia,Cambogia e Repubblica Popolare del Laos con un totale di 110 confratelli e 17
comunità.Ricca e varia la presenza della Famiglia Salesiana. Una particolare visita il RM ha fatto alla
casa salesiana di Bagsak che si occupa di tutti quei bimbi colpiti dallo Tsunami del 26 dicembre
2004. Il 18 maggio si è recato in visita alla scuola di Saeng Thong Vitthaya incoraggiando insegnanti
ed educatori a testimoniare l'amore cristiano in un ambiente musulmano. Precedentemente il RM
aveva anche visitato la Casa generalizia delle Ancelle del Cuore Immacolato di Maria,il Memoriale
dello Tsunami così come aveva accolta la Professione di dieci giovani salesiani.
Di ritorno a Torino il 21-23 maggio partecipa alla Consulta mondiale della Famiglia Salesiana. Il "4
partecipaalla Festa di Maria Ausiliatrice celebrando l'Eucarestia in Basilica e partecipando alla
Processione.
Dal 25 al 27 don Artime partecipa a Sacro Fano(Roma) alla Assemblea dell'Unione dei Superiori
Generali.
Il 28 maggio ha inaugurato e benedetto a Roma i nuovi locali del Centro Nazionale Opere salesiane
presente anche la Madre Generale delle FMA Chiara Cazzuola.
"Sono convinto- ha affermato don Artime dopo aver visitato tutti gli uffici- che con quello che
facciamo insieme portiamo avanti un sogno bellissimo."
Il 29 maggio il RM torna a Torino Valdocco dove pensa di stare come sede in attesa del
completamento dei lavori al SacroCuore di Roma.
GIUGNO
Dal 1 al 30 giugno svolgimento a Torino del Plenum del Consiglio Generale. Tra i temi che questa
tornata del Consiglio deve affrontare ci sono le nomine dei Superiori di Timor Est(TLS) e India-
Panjim(INM) nonchè la condivisione e lo studio delle numerose relazioni sulle Visite.
Il 4 giugno si reca in Ungheria a Budapest per la Benedizione e collocazione del Reliquiario con i
resti del Beato Stefano Sandor, coadiutore salesiano martirizzato dal regime comunista nel 1953 e
recuperati da una fossa comune. Nella stessa circostanza don Artime ha accolto alcune professioni
religiose di giovani salesiani ed alcune promesse di cooperatori. Dal 6 è impegnato per il corso
riservato agli Ispettori salesiani di prima nomina.
Domenica 12 si è recato a Chiari per partecipare alla conclusione del Processo Diocesano della Causa
di Canonizzazione di don Silvio Galli.
Il 17 giugno è andato a Moncalieri per celebrare una messa presso il Monastero delle Visitandine per
venerare le reliquie di San Francesco di Sales nel 400anniversario della sua morte e ricordare la scelta
di Don Bosco come patrono dei Salesiani.
Il 20 giugno accompagnato da don Stefano Aspettati è a Perugia per celebrare il centenario della
presenza salesiana.
Di ritorno a Torino Valdocco, il 24 viene celebrata la Festa della Riconoscenza in ricordo anche di
quella che veniva fatta in onore di Don Bosco nel giorno di sanGiovanni. Ajja festa partecipano
numerosi confratelli provenienti da Roma oltre che dal Piemonte e altre Ispettorie.
Il 26 con il Consiglio generalizio si reca ad Annecy in Francia per gli Esercizi Spirituali predicati da
don Morand Wirth, noto studioso di San Francesco di Sales.
LUGLIO
Fino al 3 luglio è ad Annecy per concludere gli Esercizi Spirituali mentre l'intero mese fino al 26 vede
il RM continuare le sedute Del Consiglio Generale.

7.8 Page 68

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4.2 Cronaca dei Consiglieri Generali
Il Vicario del Rettor Maggiore
Terminata la sessione invernale del consiglio il Vicario si è recato in Sardegna per partecipare al
funerale del compianto don Franco Pirisi, prematuramente ed improvvisamente mancato in seguito
ad una grave malattia.
Rientrato a Roma, il 30 gennaio si è recato a Novata per celebrare la festa di San Giovanni Bosco con
i confratelli e tutta la famiglia salesiana ed i ragazzi delle nostre scuole nella cattedrale cittadina.
Il 31 Gennaio, nella Basilica del Sacro Cuore, ha presieduto la concelebrazione eucaristica nella
solennità di Don Bosco, trasmessa in diretta televisiva su TV2000, che ha visto la presenza, oltre che
dei confratelli della comunità, di molti fedeli.
Nella prima decade di febbraio il Vicario ha svolto la visita canonica alla comunità di Roma “Sacro
Cuore” al fine di programmare a preparare con i confratelli gli imminenti lavori nella casa della Sede
Centrale.
Dopo un breve soggiorno sui luoghi salesiani e rientrato in sede per le visite canoniche alla comunità
del Vaticano e di Roma “San Callisto”. Sono state molto utili, come sempre, soprattutto per incontrare
i confratelli che ricoprono incarichi per la Chiesa e la Congregazione.
Il tempo dedicato alle visite canoniche in queste case direttamente dipendenti dal Rettor Maggiore è
stato di circa quattro settimane.
Dal 9 Marzo al 16 Marzo don Stefano si è recato a Zagabria, in Croazia, per una visita di animazione
e di accompagnamento per l’Ispettoria. Questo ha permesso una conoscenza e un confronto che ha
visto alcuni incontri con il consiglio ispettoriale, i direttori, i giovani confratelli ed altre realtà
pastorali della zona di Zagabria; sempre accompagnato dall’Ispettore don Tihomir Sutalo.
Rientrato a Roma, il Vicario ha avuto incontri in sede e ha preparato i lavori della sessione intermedia
del Consiglio generale, che si è svolta dal 4 al 13 Aprile 2022. Questa è stata l’ultima sessione di
consiglio svoltasi a Roma. Infatti, proprio il 4 Aprile hanno avuto inizio i lavori di ristrutturazione
dell’edificio di via Marsala in Roma. Questi interventi necessari hanno richiesto il trasferimento di
alcuni confratelli in altre comunità e la collocazione dei collaboratori laici in altre strutture per il
proseguimento dei servizi essenziali alla Congregazione.
Dopo la Pasqua, il Vicario si è recato nuovamente a Torino Valdocco e dove ha partecipato ad alcuni
eventi:
- la celebrazione dei 150 anni di fondazione dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice dal 24 al 26 aprile
Mornese, Torino e Nizza Monferrato. Si è trattato di una celebrazione ben curata e preparata sui luoghi
delle origini per ringraziare il Signore per il bene realizzato in questi 150 anni dalle Figlie di Maria
Ausiliatrice.
- la partecipazione il 29 Aprile ad Udine ad un prezioso incontro svoltosi all’Istituto Salesiano “G. Bearzi”
che ha visto la presenza del Presidente della Repubblica Italiana, On. Sergio Mattarella, il quale ha
direttamente voluto visitare la casa salesiana e incontrare i genitori di Lorenzo Parelli, giovane allievo del
nostro centro di formazione professionale morto tragicamente nel mese di gennaio durante lo
svolgimento di uno stage nell’ambito del percorso di formazione professionale.
Nei primi giorni di Maggio il Vicario ha partecipato a celebrazioni nella parrocchia San Giuseppe
Lavoratore di Torino Rebaudengo e all’Istituto Monterosa di Torino nel corso degli eventi preparati
per il centenario dell’opera.
I giorni 6 e 7 Maggio don Martoglio è intervenuto all’incontro degli ispettori della regione Europa
Centro Nord, condividendo una riflessione sulla cura della nostra identità e sulla disciplina religiosa.
L’incontro, molto ricco, si è svolto a Vienna nella casa ispettoriale.

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Il giorno 13 Maggio il Vicario è partito per Istanbul, diretto a Caracas, fermandosi un giorno e mezzo
con i confratelli della comunità della Turchia per una celebrazione in ricordo di don Franco Pirisi.
Da Istanbul il Vicario del Rettor Maggiore ha ripreso il viaggio per il Venezuela dove è stato dal 15
al 26 Maggio. Un viaggio di animazione in nome del Rettor Maggiore, per accompagnare la bella
presenza dei confratelli e della famiglia salesiana in quella terra meravigliosa e così provata dalla
situazione che stanno vivendo. La visita di animazione aveva lo scopo dichiarato di far sentire vicina
la presenza della congregazione e del Rettor Maggiore nel loro contesto. Questo è stato condiviso in
molti incontri con salesiani, famiglia salesiana, laici e giovani nelle case di Caracas e Valencia. Una
splendida esperienza.
Rientrando dal Venezuela don Stefano si è recato direttamente a Valdocco, dove si è preparato a
iniziare la sessione estiva del consiglio generale ormai imminente.

7.10 Page 70

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Il Consigliere generale per la Formazione
Il 13 gennaio 2022, durante le Giornate della Spiritualità Salesiana a Valdocco, l’anno Albera è stato
concluso e l’anno Sales ha avuto inizio. Una mostra su S. Francesco di Sales è stata inaugurata dal
Rettor Maggiore a Museo Casa Don Bosco, Valdocco. Le traduzioni in quattro lingue del libro di
André Ravier, San Francesco di Sales (LDC 2021) – edizione curata da don Aldo Giraudo, con
contributi di don Morand Wirth e don Wim Collin – sono state completate e diffuse in formato PDF
digitale all’inizio del mese di febbraio 2022. Sono stati diffusi in cinque lingue anche i primi due
video su S. Francesco di Sales di una serie di cinque preparata da don Michele Molinar, Vicario del
Superiore ICP, in collaborazione con l’ufficio di comunicazione sociale e della pastorale giovanile di
quella ispettoria.
Dal 3 al 4 febbraio il consigliere ha presieduto il curatorium di Gerusalemme in presenza, con qualche
sessione offerta anche online per facilitare la partecipazione degli ispettori.
Dal 14 al 19 febbraio don Coelho si è recato nella ispettoria AFC, dove ha visitato il prenoviziato a
La Cité des Jeunes, Lubumbashi, il noviziato a Chem Chem, Ruashi, e ha partecipato al curatorium
del teologato, a Lubumbashi, e del postnoviziato, a Kansebula. Ha anche avuto un incontro con i
direttori delle case di Lubumbashi e dintorni, e con l’ispettore e il suo consiglio.
Dal 14 al 27 marzo don Coelho ha svolto la visita straordinaria nella Visitatoria di Malta (MLT).
La Scuola di Accompagnamento Spirituale Salesiano (versione inglese) ha avuto luogo a Valdocco e
al Colle don Bosco dal 3 aprile al 6 maggio 2022, con 20 partecipanti e 5 facilitatori stabili, sotto la
guida di Sig. Raymond Callo.
Dal 4 al 13 aprile il consigliere ha partecipato ai lavori della sessione intermedia del Consiglio
generale presso la Sede Centrale a Roma.
Dal 17 al 22 aprile don Coelho ha animato gli esercizi spirituali dei confratelli a Leeds (Gran
Bretagna).
Il 29 e 30 aprile si sono svolte all’UPS le Giornate di Comunicazione Sociale per giovani in
formazione iniziale della Famiglia Salesiana, sotto la guida del settore per la comunicazione sociale
e della facoltà di comunicazione sociale dell’università. Don Francesco Santos ha fatto parte del team
che ha preparato e curato l’evento.
Il 2 maggio, il consigliere ha visitato il noviziato di Genzano, insieme con don Francisco Santos, dove
ha incontrato i novizi dei due noviziati in Italia di Genzano e Colle e le due equipe di formatori.
Dal 10 al 12 maggio i membri del settore hanno animato i salesiani partecipanti al corso di formazione
permanente dei formatori tenuto all’UPS nel primo semestre dell’anno (11 confratelli da 8 ispettorie).
Dall’anno prossimo, don Carlo Maria Zanotti, coordinatore del corso, prende la responsabilità di
organizzare una “settimana di salesianità” per i partecipanti salesiani, con visite ai luoghi salesiani.
Il 20 maggio don Coelho ha partecipato a un evento alla Università Pontificia Gregoriana per
commemorare 50 anni della pubblicazione del Method in Theology di Bernard Lonergan, dove ha
tenuto una relazione.
Sono stati rivisti gli statuti di alcuni curatorium e di centri di studio di teologia, tra i quali
Gerusalemme, Roma “Gerini,” Utume e Lubumbashi.

8 Pages 71-80

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8.1 Page 71

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Inoltre, il settore ha portato avanti il lavoro della revisione della Ratio, con vari incontri online. Dal
dicembre 2021, un gruppo di redattori coadiuvati da altri confratelli da diverse ispettorie del mondo
(circa cinquanta persone tra salesiani e laici) ha lavorato su varie parti del testo, e alla fine di marzo
2022 ha consegnato il lavoro al settore. Le fasi successive del lavoro di redazione del testo sono ora
affidate ai membri del settore, con aiuto di altri ove necessario.
Il 18 e 19 maggio si è svolto il Curatorium del Noviziato di Gbodjomé e del postnoviziato di Lomé,
AOS – Togo, a cui ha partecipato don Silvio Roggia in rappresentanza del consigliere per la
formazione.
Dal 20 al 24 maggio, don Francisco Santos e altri membri del settore hanno aiutato con l’incontro dei
novizi di Europa al Colle don Bosco e a Valdocco.
Il 21 maggio è arrivato don Jose Kuttianimattathil, nuovo membro del settore. Don Silvio Roggia è
stato trasferito alla Visitatoria UPS dal 1° settembre 2022, dove sarà direttore della comunità degli
studenti di teologia “Zefirino Namuncurá” Roma (detto Gerini), mentre continua a collaborare con il
settore.
Il settore ha fatto la scelta di trasferirsi a Valdocco per la durata dei lavori di ristrutturazione alla Sede
Centrale. Don Silvio Roggia e sig. Raymond Callo si sono trasferiti il 15 marzo, don Francisco Santos
il 19 maggio, e don Coelho il 23 maggio.
Il Consigliere generale per la Pastorale Giovanile
Nel mese di gennaio si è svolta la presentazione ufficiale dell’opuscolo sulla Parrocchia e i Santuari
affidati ai salesiani, attraverso la piattaforma Zoom, nei giorni 10 (in lingua inglese) e 11 (in italiano,
spagnolo, portoghese, polacco e francese). Nel l’intervento di don Miguel Angel García Morcuende
è stato evidenziato una sintesi dell’intero documento e ha proposto alcune strategie.
Sempre nello stesso mese, dall’8 al 12 si è svolto a Fatima stato l’incontro regionale dei delegati della
Pastorale giovanile delle due Regioni di Europa.
Il Consigliere per la Pastorale Giovanile ha poi partecipato alla giornata di formazione online (12
gennaio) con salesiani e laici responsabili della pastorale dell’Ispettoria MEG. Successivamente è
stato presente alla giornata di formazione online dei delegati della scuola di comunicazione con i
salesiani della Regione Asia Sud (13 gennaio), quelli della Regione Interamerica (20 gennaio), alla
VII Jornada Salesiana de Comunicación del Centro Nacional Salesiano di Spagna (24 febbraio) e
quella del Brasile (3 maggio).
In occasione della sessione di formazione online con i nuovi delegati della Famiglia Salesiana,
all’interno della scuola promossa dal Segretariato della Famiglia Salesiana, tenutasi a Valdocco (19
gennaio), il Consigliere ha offerto un suo intervento. E’ stata poi richiesta la sua partecipazione alla
sessione di formazione online al VI Seminario IUS EG (26 aprile), tenutosi a Quito - Ecuador.
Sono stati numerosi gli incontri di coordinamento concordati con don Joshtrom Kureethadam,
coordinatore del Settore Ecologia e Creatività del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano
Integrale, per predisporre la pianificazione di questo settore nella Congregazione. Sempre in vista di
un maggiore collaborazione, il Consigliere ha svolto diversi incontri con l’équipe di gestione iniziale
del Centro di Formazione Europa, presieduta dal Vicario generale.
Si sono poi svolte riunioni di coordinamento e pianificazione per l’implementazione di DBTech
Europe (20 gennaio, 20 aprile e 27 maggio).
Don Miguel Angel ha presieduto l’Assemblea generale DBI a Roma (17 gennaio) e ha partecipato
all’Assemblea generale delle IUS (24-28 gennaio) presso la sede centrale del Sacro Cuore a Roma.
In occasione di questo importante evento ha tenuto una conferenza il secondo giorno dall’inizio.

8.2 Page 72

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Il Consigliere ha offerto un messaggio al Workshop di pianificazione (14 febbraio) per la Fase 2 del
DB TECH ASEAN, che ha visto la partecipazione dei coordinatori dei rispettivi Paesi, i PDO e altri
rappresentanti TVET. E’ anche intervenuto a numerosi incontri regionali online del MGS-LEADS.
Dal 16 febbraio al 30 aprile, il Consigliere per la Pastorale Giovanile ha compiuto una visita
straordinaria nell’ispettoria di “San Luis Beltrán” a Medellín, in Colombia. Contestualmente ha preso
parte al Capitolo ispettoriale di questa stessa ispettoria.
Molto arricchente è stata la Scuola dei delegati ispettoriali per la pastorale giovanile organizzata a
Valdocco dal 4 al 18 maggio, che ha visto la presenza di 46 rappresentanti provenienti da tutte le
Regioni.
In occasione dell’inaugurazione della nuova sede del Centro Nazionale di Italia, il Consigliere per la
Pastorale Giovanile è stato presente con il Rettor Maggiore.
Durante questo arco di tempo, Don Miguel Angel ha coordinato la redazione di alcuni documenti in
cui sono coinvolti esperti: “Una pastorale giovanile che educa all’amore”, “I salesiani di don Bosco
in cammino verso un mondo sostenibile alla luce dell’ecologia integrale”, “Carta d’Identità della
Scuola Salesiana in Europa” e “No ai discorsi d’odio. Costruire insieme una cultura dei diritti umani”.
E’ importante evidenziare anche il servizio di consulenza online ad alcune ispettorie per lo sviluppo
e l’attuazione dei progetti dell’ispettoria (PEPSI e POI).
In questi primi cinque mesi del 2022 sono proseguite con regolarità le riunioni e gli incontri di
coordinamento con il DBI e quelli con l’Equipe del Settore.
Proseguono i preparativi per il Congresso Internazionale delle Opere e dei Servizi Sociali che si terrà
a Valdocco alla fine di settembre di quest’anno.
Cronaca del Consigliere generale per le Missioni
Durante la durante la sessione invernale, dal 14 - 17 gennaio 2022 Don Alfred Maravilla, Consigliere
generale per le Missioni, era in Tunisia per incontrare i confratelli e conoscere meglio le opere
salesiane in Tunis e Manouba. Il 26 gennaio ha partecipato alla riunione del consiglio di
amministrazione del ‘Don Bosco Network’, tenutasi al Sacro Cuore. Il 29 gennaio era partito per le
Filippine per la Visita Straordinaria dell’Ispettoria Filippine Nord (FIN). All’arrivo, il giorno
seguente è stato sottoposto ai 5 giorni di quarantena obbligatoria seguendo il protocollo COVID-19.
L’8 febbraio ha incontrato on-line tutti i direttori della FIN dove ha presentato la lettera di
convocazione di luglio 2021 del Rettor Maggiore in cui spiegava lo scopo della visita straordinaria.
Il 9 febbraio ha incontrato i Delegati Ispettoriali delle commissioni ispettoriali per parlare sulle
relazioni che gli hanno precedentemente inviato dove illustrano i punti forti e le sfide nel loro compito
di animazione dell’Ispettoria. Il giorno seguente ha incontrato il Consiglio Ispettoriale per esaminare
importanti tematiche relative al governo e all’animazione dell’Ispettoria. L’11 febbraio ha iniziato la
visita alle 25 case.
Durante la visita Don Maravilla ha avuto un colloquio personale con tutti i salesiani. Ha incontrato la
maggior parte dei nostri collaboratori laici. Ha incontrato anche i Consigli Pastorali Parrocchiali e gli
animatori nelle diverse presenze. Ha avuto la possibilità di rivolgersi alla maggior parte degli studenti
dei centri professionali (TVET), dato che gli studenti stavano ancora studiando da casa per modo on-
line. Durante la visita ha incontrato i rappresentanti della Famiglia Salesiana dell’ADMA, dei
Cooperatori Salesiani, degli Ex allievi, della VDV, della CDB e delle Damas Salesianas. Ha le visite
di cortesia alle comunità delle FMA e delle Suore della Carita di Gesù. Anche se non ha potuto visitare
la nuova comunità di Kuching, in Malesia, a causa delle restrizioni del COVID -19, ha incontrato on-
line i confratelli e l’Arcivescovo di Kuching per discutere i modi per sviluppare la nostra presenza
missionaria nel paese.

8.3 Page 73

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Il 30 aprile, ha presieduto la professione perpetua dei 10 studenti di teologia presso il Santuario
Nazionale di Maria Ausiliatrice a Parañaque. Il 20 maggio, insieme al Consigliere Regionale per
l’Asia Est e Oceania, Don Joseph Phuoc, ha incontrato il Consiglio Ispettoriale per presentare le sue
osservazioni e raccomandazioni. Il giorno successivo ha presieduto l’Eucaristia conclusiva, insieme
all’Ispettore, Don Gerry Martin, e al Consigliere Regionale. La messa era seguita della sua
presentazione ai confratelli delle osservazioni e raccomandazioni pertinenti.
La mattina del 24 maggio ha presieduto la professione perpetua di due coadiutori nel Santuario
diocesano di Maria Ausiliatrice a Canlubang, Laguna. Nel pomeriggio ha partecipato
all’incoronazione pontificia della statua storica di Maria Ausiliatrice portata nelle Filippine nel 1922
dal Delegato Apostolico Mons. Guglielmo Piani SDB. Questo è stato il suo ultimo atto con cui ha
concluso la sua visita straordinaria alla FIN. A mezza notte è partito per Roma.
Al suo arrivo a Roma ha organizzato il suo ufficio temporaneo e la sua stanza nell’Università
Pontificia Salesiana, poi ha incontrato i membri dell’equipe del Settore Missioni. Il 31 maggio ha
tenuto una conferenza sull’urgenza e l’importanza del primo annuncio ai membri del Capitolo
Generale dei Missionari d’Africa (Padri Bianchi), su invito del Superiore Generale, Padre Stanislas
Lubungo M.Afr. Nel pomeriggio del 31 maggio è partito per Valdocco, Torino, per partecipare alla
sessione estiva del Consiglio generale.
Il Consigliere generale per la Comunicazione Sociale
Finita la Sessione Plenaria d’Inverno del Consiglio Generale (dicembre 2021-gennaio 2022) e dopo
una breve visita ai familiari in Brasile, il Consigliere per la Comunicazione Sociale è ritornato a fine
febbraio alla Sede Centrale Salesiana o Casa Generalizia, a Roma.
Dopo due settimane in sede, dal 13 al 19 marzo è stato in Polonia in visita di animazione all’Ispettoria
Salesiana di Varsavia, dove si è incontrato con i Delegati di Comunicazione delle quattro Ispettorie
del Paese; ha visitato la TVP (televisione pubblica polacca) con don Maciej Makula SDB, capo
redazione cattolica di TVP; ha partecipato all’incontro nazionale degli Incaricati delle Scuole
Salesiane in Polonia, alla presenza di don Roman Jachimowicz, Consigliere Regionale dell’Europa
Centro e Nord. Dopo aver visitato brevemente sia le comunità salesiane di Lodz , Lutomiersk, sia la
Procura missionaria a Varsavia (dove ha sede adesso un centro di aiuto per l’Ucraina) ha anche
concesso un’intervista alla TVP, presso la sede del SOM (Centro Missionario Salesiano), di Varsavia.
Fatto un incontro con gli incaricati del progetto salesiano “Aiutare in Ucraina” – don Krzysztof
Grzendzinski e don Jacek Zdzieborski – ha potuto incoraggiare i volontari e le persone che aiutano a
preparare soccorsi per l’Ucraina. Invitato dal’ Ispettore di Varsavia, don Tadeusz Jarecki, ha
partecipato ad un incontro con i membri del Consiglio Ispettoriale, presentando loro le linee della
Comunicazione Istituzionale del Settore, prolungando il raduno in dibattito e dialogo sereno.
Ritornando in sede dalla Polonia, ha iniziato il colloquio individuale con ogni Delegato di
Comunicazione delle Ispettorie sia per una revisione delle attività di comunicazione locali, sia per
aggiornare il piano di Comunicazione secondo la Proposta Programmatica del Rettor Maggiore dopo
il CG28 e sia anche per procedere ad una revisione della ‘Scuola di Comunicazione’.
Dal 4 al 10 ha partecipato, al Sacro Cuore, alla Sessione Intermedia del Consiglio Generale; poi, il
14 aprile è partito per la città di Barcellona (Spagna) per una visita alla casa editrice EDEBÉ. Insieme
con l’équipe di gestione, ha conosciuto il piano educativo e gestionale dell’Editrice e visitato con la
rispettiva Équipe il Centro di distribuzione dei libri dell’Editrice. Di seguito, il 18 si è spostato da
Barcellona a Sevilla per partecipare al raduno degli Ispettori della Regione Mediterranea, presentando
loro, il 26, il Progetto di Comunicazione della Congregazione, la situazione delle Editrici in Europa
e la programmazione del Settore di Comunicazione per la Regione Mediterranea.
Di ritorno a Roma (il 28 aprile), subito il 29-30 aprile, ha partecipato presso l’Università Pontificia
Salesiana(UPS), di Roma – insieme all’Equipe di Comunicazione del Settore, al Preside della Facoltà

8.4 Page 74

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Salesiana di Comunicazione dell’ UPS, ad SDBs del Settore della Formazione e a membri del Settore
della Comunicazione delle FMA – all’Incontro di Comunicazione Salesiana per i Formandi d’Italia.
Dal 3 al 6 maggio ha realizzato on-line vari incontri con i Referenti dei Delegati di Comunicazione
delle seguenti sei Regioni: America Cono Sud, Interamerica, Africa-Madagascar, Asia Sud, Asia Est-
Oceania e Europa Centrale, per la preparazione degli incontri di Delegati di Comunicazioni e
Formazioni, che si svolgeranno a partire dal mese di agosto, nelle varie Regioni della Congregazione.
Dal giorno 9 al 15 maggio ha partecipato on-line sia del incontro di preparazione alla Consulta
Mondiale di Comunicazione (a Lisbona, ottobre 2022) che del incontro dei coordinatori della ‘Scuola
di Comunicazione’; ed anche di preparazione per l’Incontro di Radio e Editrici delle Regioni Cono
Sud e Interamerica. Dal giorno 20-25, ha lavorato nella preparazione della prima bozza del nuovo
testo di comunicazione del Settore.
Il 21, dopo un intervento nel ritiro mensile della comunità Salesiana del Testaccio, a Roma, nei giorni
23 e 24 Don Gildasio si trova a Valdocco per partecipare ed accompagnare la Festa di Maria
Ausiliatrice insieme a parte dell’Équipe de Comunicazione del Settore; e il 28 maggio si trova al Atto
di inaugurazione del ‘Centro Nazionale’ (CNOS), a Roma.
Il 31 maggio è partito per Valdocco per partecipare alla Sessione Plenaria Estiva del Consiglio
Generale.
L’Economo generale
Alla fine del mese di Gennaio 2022, l’Economo Generale ha avuto diversi incontri con i Consigli di
Amministrazione di diverse fondazioni e si è recato a Beromünster (Svizzera) per incontrare alcuni
membri della commissione per i progetti della NGO missionaria. Si è recato in Belgio per celebrare
la festa di Don Bosco a Brussel e per incontrare funzionari della Commissione Europea e membri del
Parlamento Europeo, tutto organizzato della presenza salesiana DBI (Don Bosco International) e ed
in Germania per il CDA della Procura missionaria di Bonn.
Nel mese di Febbraio, l’Economo Generale insieme al suo team ha iniziato ad organizzare l’SDB
Change Congress che si terrà all’Università Pontificia Salesiana di Roma nel mese di settembre al
quale parteciperanno gli economi ispettoriali, le procure missionarie ed i responsabili dei PDO. Il 4
febbraio ha svolta una valutazione dei progetti della formazione professionale nelle Filippine. Il 10
di febbraio a Verona ha visitata il centro Verona 311 per studiare la realtà di giovani NEET e le
possibilità di aiutare loro a rientrare nel circolo formativo.
Il 16 del mese ha incontrato l’Arcivescovo Maggiore della Chiese Greca-Ucraina a Roma. Il 22, in
un discorso con responsabili del Pontificio consiglio della Cultura del Vaticano ha discusso il tema
della Intelligenza artificiale e l’impatto sulla educazione dei giovani. Alcuni giorni dopo ha incontrato
il Presidente del Concilio delle Conferenze episcopale in Europa (CCEE) per un dialogo sulla
situazione della chiesa in Europa. Il 25 di febbraio ala Università Gregoriana ha partecipato alla
conferenza internazionale “Eradiction of slavery”. Nello stesso mese, all’interno della Sede Centrale,
a avuto luogo il trasloco degli uffici dell’economato e della Fondazione Don Bosco nel Mondo presso
la nuova sede di Roma, dal momento che al Sacro Cuore sono stati intrapresi dei lavori di
ristrutturazione.
Nel mese di Marzo, l’Economo Generale, ha partecipato alla conferenza di DBTEc Africa ed a diversi
incontri sulla formazione professionale non-formale.
Dopo aver preso parte agli incontri con gli altri consiglieri di settore, da giorno 9 a giorno 11 si è
recato in Polonia per seguire e coordinare gli interventi di supporto in favore del popolo ucraino,
duramente colpito dalla guerra con la Russia. In seguito a Roma ha partecipato ed organizzato alcuni
momenti di preghiera per la Pace in Ucraina ed ha seguito la cura per i profughi, soprattutto giovane
madri con loro figli nelle diverse ispettorie di Europa, ma anche altrove.
A metà mese ha partecipato all’assemblea della Fondazione Pro Universitate Don Bosco, alla
assemblea della USG Economi Generali, al DBN Donors Meeting e ad alcune sessione della
coordinazione della emergenza per Ucraini nello loro paese e in fuga della guerra, ai lavori del

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Kuratorium che si è svolto a Berlino. Il 28 ed il 29 marzo il Sig. Muller insieme al suo intero team ha
effettuato un sopralluogo all’UPS in vista del SDB Change Congress e sono stati concordati i punti
chiave dell’intero Congresso.
Nell’economato ha ristrutturato le responsabilità in vista della sua assenza per il lavoro del Consiglio
Generale a Torino ed in una assemblea per il personale dipendente della Direzione Generale e della
Fondazione Don Bosco nel Mondo ha messo in atto le nuove norme di lavoro legato al Contratto
AGIDAE.
Durante il mese di Aprile, l’Economo Generale ha preso parte alle riunioni del Consiglio Generale
intermedio per studiare le regione di Asia-Sud e Interamerica, che si è svolto dal 4 al 14 aprile. Nella
seconda metà del mese, ha incontrato diversi economi ispettoriali sia in presenza che online per
discutere insieme delle problematiche e le sfide che coinvolgono le diverse realtà salesiane. Il 24
Aprile ha ricevuto un gruppo di dipendenti in opere salesiane di Austria per dare loro una conferenza
sulle strutture della congregazione e anche dare loro una visita guidata nei luoghi di Don Bosco a
Roma. In una tavolo rotonda si è informato sulle nuove discussione della Antropologia salesiana
nelle sfide dei tempi (UPS). Dal 25 al 27 aprile il Sig. Muller ha partecipato all’incontro degli ispettori
della Regione Mediterranea che si è svolto a Siviglia.
Nel mese di Maggio, diversi momenti erano dedicato alale sfide di ispettorie in situazione molto
delicato. Ha partecipato il 11 maggio su invitazione del Patriarcato ad una conferenza sulla situazione
nella Terra Santa dopo la violenza a Gerusalemme tra le diversi gruppi i residenti. Ha continuato il
lavoro per il sostegno delle persone che soffrano delle guerra in Ucraina tutto il mese, per questo
l’economo si è trovato con i responsabili delle ONG salesiane e ha avuto diversi incontri in presenza
e online con fondazioni e associazioni internazionale per richiedere un supporto. Il 12 maggio ha
dimostrato sua vicinanza al Borgo Ragazzi Don Bosco di Roma con la sua presenza al Charity Dinner
nel Chiostro Bramante. Un momento di respiro era la partecipazione il 15 di maggio alla
canonizzazione di 10 nuovi Santi in San Pietro e l’incontro con tanti membri della Famiglia Salesiana
in questa occasione.
Il 17, ha tenuto insieme al suo team, l’incontro formativo con i nuovi economi ispettoriali di recente
nomina. Dal 19 al 26 maggio ha effettuato la visita presso la Visitatoria AFM ed ha avuto modo di
incontrare i diversi membri delle comunità presenti in Sud Africa, Lesotho e Eswatini. Alla fine del
mese, l’Economo Generale, insieme agli altri membri del Consiglio si è trasferito a Torino per poter
partecipare alle riunioni della seduta plenaria del Consiglio Generale che hanno avuto inizio il
1°giugno.
Il Consigliere generale per la Regione Africa e Madagascar
Il Consigliere Generale per l’Africa e Madagascar, il 29 gennaio 2022, ha lasciato Roma per recarsi
in Africa Occidentale per l’insediamento di due nuovi Ispettori nominati dal Rettore lo scorso
dicembre. Il 2 febbraio, presso la Parrocchia di Sant’Antonio di Padova a Zogbo (Cotonou), ha
celebrato l’insediamento di Padre Jesus-Benoit Badji. In questa occasione, ha effettuato un rapido
sopralluogo delle infrastrutture che potevano ospitare provvisoriamente il nuovo Superiore e i servizi
ispettoriali della AON. Sabato 5 febbraio, è stato il turno di Padre Dénis Soro di essere insediato nella
sua sede di Ashaiman (Accra), in Ghana. Dopo questo tour delle due nuove sedi, Padre Alphonse si è
fermato a Lomé per fare il punto sulla situazione inedita del Postnoviziato di Akodessewa,
recentemente diviso in due sedi, la seconda delle quali si trova dietro il noviziato di Gbodjomé. Dopo
questo breve viaggio in Africa Occidentale, il Regionale è passato a Kansebula (RDC), dal 16 al 18
febbraio, per presiedere la sessione 2022 del Curatorium, insieme a don Ivo Coelho, Consigliere
Generale per la Formazione, e agli Ispettori e formatori. Il 18 febbraio, il Regionale è passato alla
Visitatoria ACC insieme al Superiore, P. Manolo Jiménez. Il 21 febbraio, la visita straordinaria
all’ACC è iniziata con un incontro con il Superiore e il suo Consiglio presso la sede di Masina 2, a
Kinshasa (RDC). Dal 22 al 25, Padre Alphonse ha iniziato la visita con la Casa/Sede ispettoriale, con
i suoi diversi settori. Ha poi partecipato al ritiro trimestrale dei confratelli di Kinshasa a Lukunga,

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prima di attraversare il fiume Congo il giorno seguente per visitare le tre opere della Repubblica del
Congo. Dal 28 febbraio al 3 marzo, i confratelli di Pointe Noire hanno ricevuto la visita straordinaria
del Regionale, con una breve visita ai settori di Tchibambouka e Cote Matève. Il 4 marzo è tornato a
Brazzaville per visitare le due comunità della città: dal 4 al 6 marzo Brazzaville Makélékélé, con una
breve visita alla nuova presenza delle FMA a Makana, e infine dal 7 all’11 marzo la visita a Massengo,
sede provvisoria del noviziato, con un sopralluogo nei villaggi di Odziba (100 km da Brazzaville) e
Lefini (200 km, ai confini dell’arcidiocesi). Il 12 marzo, il Regionale ha concluso la visita
straordinaria per i confratelli della zona della Repubblica del Congo incontrando i tre Direttori al
mattino e l’intera assemblea dei confratelli nel pomeriggio. Il 14 marzo, insieme ai membri del
Consiglio ispettoriale e all’Ispettore ACC, il Regionale è volato in Camerun, dove si sono svolti gli
Esercizi spirituali per tutta la Regione Africa e Madagascar, predicati dal Rettor Maggiore, don Angel
Fernandez Artime. La mattina del 17 marzo, il Regionale ha presieduto il Curatorium delle due case
di formazione interispettoriali di Yaoundé, ovvero il Teologato di Sant’Agostino e il Centro di
Formazione Specifica per i Coadiutori. Dopo gli Esercizi Spirituali, Padre Alphonse si è recato in
Nigeria per celebrare l’insediamento del nuovo Ispettore ANN, Padre Jorge Mario Crisafulli,
avvenuto domenica 27 marzo a Iju (Lagos). Il 29 marzo, Padre Alphonse è tornato a Kinshasa per
continuare la visita straordinaria nella zona RDC. Il 31 marzo è partito per Tshikapa, dove ha visitato
l’opera salesiana e la futura comunità di Tshikapa-Sami dal 1° al 4 aprile. Rientrato a Kinshasa il 5
aprile, è volato a Mbuji-Mayi dove ha visitato l’opera salesiana fino al suo ritorno a Kinshasa l’11
aprile, per visitare l’opera salesiana di Lukunga dal 12 al 16 aprile. L’opera di Lukunga è la più antica
di Kinshasa. Dopo aver presieduto l’Eucaristia per i confratelli riuniti a Kinshasa per il ritiro annuale
dal 17 aprile, il Regionale ha interrotto la visita straordinaria per raggiungere il Rettor Maggiore in
visita alla Visitatoria ZMB. Prima di arrivare in Zambia, dal 19 al 24 aprile, Padre Alphonse ha fatto
un breve soggiorno nella AGL per scoprire il progetto salesiano di Palabek a favore dei rifugiati
sudanesi. Ha colto l’occasione per salutare i confratelli di Bombo e Namugongo. Arrivato in Zambia
il 25 aprile, ha soggiornato a Kabwe e Lusaka per la celebrazione dei 40 anni di presenza salesiana,
insieme al Rettor Maggiore e al Vescovo salesiano di Kabwe, Mons. Clement Mulenga. Al suo ritorno
nella RDC, il Regionale inizia l’ultima serie di visite alle opere a Kinshasa: dall’1 al 3 maggio a La
Gombe, dal 4 al 7 maggio a Kingabwa e infine dall’8 all’11 maggio a Masina 1, vicino alla Casa
ispettoriale. La conclusione generale della visita straordinaria è stata celebrata a turno con la riunione
dei Direttori della zona RDC nel pomeriggio del 13 maggio e, durante la giornata del 14 maggio, con
il Consiglio ispettoriale al mattino e l’assemblea dei confratelli nel pomeriggio.
All’indomani della visita straordinaria alla Visitatoria ACC - che si preparava anch’essa a entrare nel
suo secondo capitolo ispettoriale alla fine di maggio - il Regionale si è recato in Togo per presiedere
un Curatorium speciale nella nuova Ispettoria AOS per le case di formazione del Togo e del Ghana.
Molti Ispettori hanno partecipato a questo Curatorium, che si è svolto nell’arco di due giorni, dal 18
al 19 maggio, per fare il punto sulle case di formazione già operative in ciascuna delle province della
subregione, per suggerire al Rettor Maggiore alcune prospettive future e per analizzare le risposte dei
postnovizi e dei tirocinanti di quest’area a un estratto del questionario 2017 sull’accompagnamento e
la formazione. Dopo questo Curatorium, il Regionale ha visitato i confratelli della Casa Don Bosco
di Akodessewa, e si è recato anche a Gbodjomé, sempre in Togo, per vedere i novizi, nonché le
possibilità di ristrutturazione della seconda sede occupata dall’inizio di quest’anno dai postnovizi del
terzo anno, con un team di tre formatori. Da Lomé, il 28 maggio, il Regionale ha iniziato il suo ritorno
alla nuova sede di Torino.
Il Consigliere generale per la Regione Asia Est Oceania
Il 28 gennaio 2022, a conclusione della Sessione Invernale del Consiglio Generale, il Regionale per
EAO, P. Joseph Nguyen Thinh Phuoc ha preso i voli per Timor Est per la consultazione del nuovo
superiore. In tal modo, poteva celebrare la festa di San Giovanni Bosco a Dili e partecipare alla
liturgia presieduta dall’arcivescovo salesiano Virgilio (ora, il nuovo cardinale nominato). Dopo un

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lungo periodo di restrizione Covid, ha potuto vedere il raduno di numerose persone e ha testimoniato
il loro amore per Don Bosco. Tre settimane nel Paese gli hanno permesso di incontrare tutti i salesiani
e gruppi di confratelli in formazione iniziale così come vari gruppi della Famiglia Salesiana. Alla
consultazione hanno risposto con entusiasmo i confratelli che hanno potuto vedere la visione
luminosa della crescita della Vice Provincia.
Il 21 marzo, P. Joseph si è recato in Papua Nuova Guinea per i suoi 45 giorni di Visita Straordinaria
alla Vice-Provincia di Papua Nuova Guinea-Isole Salomone (PGS). Purtroppo, il governo delle Isole
Salomone ha comunque chiuso le frontiere a causa della restrizione Covid. Quindi, ha fatto solo una
visita online alle due comunità residenti nelle isole. Tutte le altre comunità sono state visitate e si è
speso tempo sufficiente per ascoltare ogni confratello e i loro compagni di missione salesiani. Ha poi
concluso la visita con la partecipazione del Superiore e del suo consiglio il 12 aprile e il giorno
successivo ha partecipato al Capitolo Provinciale della Vice Provincia.
Il Triduo Pasquale è stato celebrato dal Regionale in Vietnam (VIE) in quanto gli è stato chiesto di
tornare a firmare documenti legali. Ha approfittato delle opportunità di visitare il noviziato (14
novizi), il postnoviziato (47 postnovizia) e il teologo (19) e il prenoviziato (18 del primo anno e 14
del secondo anno).
Dal Vietnam, il 24 aprile, si è diretto in Indonesia (INA) per visitare alcune presenze principali della
Vice-Provincia come la casa provinciale, il postnoviziato (16 postnovizia con 3 fratelli laici),
l’aspirantato e alcune scuole tecniche del paese.
Il punto più alto di questi viaggi estivi è stato il ritiro offerto dal Rettor Maggiore ai
provinciali/superiori e ai loro consigli in Thailandia dal 7 al 10 maggio. 77 salesiani hanno partecipato
al Ritiro e sono stati incoraggiati dalle conferenze del Rettor Maggiore al mattino e dal dialogo con
il Rettor Maggiore nel pomeriggio. Dopo il Ritiro, il Regionale ha accompagnato il Rettor Maggiore
per visite di animazione in diverse comunità del Paese. Un evento storico per i salesiani in Thailandia
è stata la presenza e la presidenza del Rettor Maggiore nella Messa della prima professione religiosa
per 10 novizi.
Il 18 maggio è volato a Manila, nelle Filippine, e ha soggiornato nella comunità Sandor (casa di
formazione per fratelli laici nella Regione) per incontrare i laici e i fratelli chierici di specifica
formazione. Il 21 maggio ha partecipato alla Conclusione della Visita Straordinaria fatta da P. Alfred
Maravilla SDB.
La sera del 21 maggio ha preso il volo di mezzanotte da Manila a Phnom Penh per fare un’altra visita
di animazione alla Delegazione Salesiana della Cambogia. Dopo 14 anni dalla precedente visita, ha
potuto assistere all’enorme cambiamento/trasformazione della società e ai grandi successi delle
missioni salesiane nel Paese che si sono riprese dopo il periodo più tragico della storia del Paese
(1975-1990). È stato informato che lo scorso aprile la prima vocazione locale ha fatto la sua
professione religiosa perpetua e due confratelli ad gentes inizieranno la loro formazione specifica di
4 anni a Parañaque.
Con pieno entusiasmo e profonda convinzione sul significato e l’importanza del carisma salesiano
nella regione, il 30 maggio il Regionale è tornato a Torino per partecipare alla Sessione plenaria estiva
del Consiglio Generale.
Il Consigliere per la Regione Asia Sud
Dopo la conclusione della sessione invernale del Consiglio Generale, il 29 gennaio 2022 il Regionale
per l'Asia Sud, p. Biju Michael, si è recato a Bangalore, in India. Dopo la dovuta quarantena, il 4
febbraio 2021 il Regionale ha presieduto la cerimonia di insediamento del nuovo Ispettore di
Hyderabad (INH), p. Thomas Santiagu. Il 5 febbraio si è recato a Dimapur per partecipare ai funerali
di p. E. C. Michael. Il 6 febbraio il Regionale ha iniziato formalmente la Visita straordinaria della
Ispettoria di Dimapur con un incontro con i confratelli del Quinquennio, seguito da riunioni del
Consiglio Ispettoriale e dei responsabili delle Commissioni Ispettoriali il 7 e 8 febbraio. Dal 9 al 10
febbraio la visita delle case è iniziata con Golaghat. La visita è proseguita nelle comunità di Rangajan

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(10-11 febbraio), Dergaon (11 febbraio), Aspirantato e scuola di Jorhat (12-13 febbraio), Tuli (13
febbraio), Prenoviziato, scuola e parrocchia di Amguri (14-15 febbraio), scuola e parrocchia di
Tinsukia (16-17 febbraio), scuola e parrocchia di Khobong (17-18 febbraio).
Il 18 febbraio il Regionale si è recato a Delhi per partecipare alle celebrazioni del Giubileo d'argento
della Ispettoria, che si sono tenute il 19 febbraio, e ha incontrato il Nunzio Apostolico. È tornato a
Hijuguri per la visita (20-21 febbraio). Il 22 febbraio ha presieduto un incontro regionale dei Direttori
e dei responsabili delle case dell'Arunachal Pradesh orientale a Tinsukia. Ha poi proseguito le visite
alla scuola e alla parrocchia di Sadiya (22-23) e alla scuola di Wakro (23-24).
Il 25 febbraio il Regionale si è recato a Nuova Delhi, sede della SPCSA, per partecipare alle riunioni
dell'Assemblea e del Consiglio della SPCSA tenutesi online (27-28 febbraio).
Il 2 marzo il Regionale si è recato a Goa per iniziare la consultazione del nuovo Ispettore per la
Ispettoria di Panjim. Il 3 marzo ha tenuto riunioni con il Consiglio Ispettoriale. Il 4 marzo ha animato
la riunione di consultazione dei confratelli riuniti a Don Bosco Panjim. Ha avuto anche un incontro
con il Vescovo Alwyn Barretto di Sindhudurg e ha visitato le case di Oros e Pinguli. Il 5 marzo ha
incontrato il Vescovo Filipe Neri Ferrão di Goa e ha visitato le case di Sulcorna e Quepem e ha
animato un incontro di consultazione per i confratelli riuniti a Don Bosco Fatrorda e poi ha visitato
la casa di Loutolim. Il 6 marzo ha animato i confratelli riuniti per la riunione di consultazione a Don
Bosco Trasi. Il 7 marzo ha interagito con il Vescovo Gerald Isaac Lobo di Udupi e ha visitato le case
di Shirva e Kelmbet. In serata ha incontrato il Vescovo Peter Paul Saldanha di Mangalore. L'8 marzo
ha visitato le case di Paliem e Parra e si è rivolto ai membri del Capitolo Ispettoriale in occasione
della sessione inaugurale del Capitolo Ispettoriale, prima di partire per Dibrugargh per proseguire la
visita straordinaria a Dimapur.
Il Regionale ha visitato la scuola e la parrocchia di Doom Dooma (10-12 marzo), la scuola e la
parrocchia di Rajanagar (12-13 marzo), la scuola di Longding (14-15 febbraio), la scuola e la
parrocchia di Mintong (16-17 marzo), la scuola di Kheti (17-18 marzo), la scuola e la parrocchia di
Borduria (18-19 marzo), la scuola di Mebo (19-20 marzo), la scuola e la parrocchia di Paglam (21-
22 marzo), la scuola di Doimukh (22-24 marzo), la scuola e la parrochia di Palin (24-25 marzo), la
scuola di Itanagar (26-27 marzo) e la parrochia di Itanagar (27-29 marzo). Ha animato i Rettori e i
responsabili delle comunità dell'Arunachal occidentale il 29 marzo a Itanagar. Lo stesso giorno ha
incontrato e interagito anche con il vescovo John Thomas di Itanagar. Ha proseguito con la visita
straordinaria del istituto universitaria di Itanagar (29-31 marzo) e della scuola e della parrocchia di
Harmuty (31 marzo - 1 aprile).
Il 1° aprile si è recato a Roma, passando per Delhi, per partecipare alla riunione intermedia del
Consiglio generale, dove è stato presentato un rapporto sulla Regione Asia Sud in vista della Visita
d'équipe alla Regione nel 2023. Al suo ritorno nella Ispettoria di Dimapur ha visitato nuovamente
l’istituito universitaria e la parrocchia di Itanagar (16-17 aprile) per la visita e ha continuato a visitare
Jorhat Life Plus (17-18 aprile), le scuole di Mon (18-19 aprile), la scuola di Dibrugarh (20-22 aprile)
e la scuola e la parrocchia di Lamphel (22-23 aprile). Il 23 aprile ha incontrato il vescovo Dominic
Lumon di Imphal e il 24 aprile ha animato la riunione dei rettori e dei responsabili della regione di
Manipur. Ha poi proseguito la visita alla scuola e alla parrocchia di Chinmeirong (23-26 aprile), alla
scuola e alla parrocchia di Khoupum (26-27 aprile), alla scuola e alla parrocchia di Tamenglong (28-
29 aprile), alla scuola e alla parrocchia di Maram (29-30 aprile), all’istituito universitaria di Maram
(1-2 maggio), alla scuola di Shajouba (3-4 maggio), alla scuola e alla parrocchia di Mao (4-5 maggio)
e alla scuola e all’istituito universitaria di Kohima (5-7 maggio). Il 6 maggio ha incontrato il vescovo
James Thoppil di Kohima e ha animato la riunione regionale dei rettori e dei responsabili delle
comunità del Nagaland. Ha poi proseguito con la visita a Kohima Cristo Re (7-8 maggio) e alla scuola
e parrocchia di Wokha (9-10 maggio).
Il 10 maggio si è recato a Shillong per partecipare all'inaugurazione del Capitolo ispettoriale dell'11
maggio 2022.
Al ritorno, ha partecipato ai funerali di don V. M. Joseph il 12 maggio a Dimapur e ha proseguito la
visita al noviziato di Zubza (12-13 maggio). Ha visitato l’istituito universitaria Salesiano di Dimapur
(13-15 maggio), l’istituito universitaria BEd di Dimapur (15-16 maggio), il DBVTC di Dimapur (17-

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18 maggio), la scuola e l'AIDA di Dimapur (18-20 maggio) e la casa ispettoriale (20-22 maggio). Il
23 maggio ha officiato la professione perpetua di tre confratelli. Il 24 maggio ha officiato la prima
professione di tredici giovani al noviziato di Zubza e ha continuato la visita alla Casa Savio di Zubza
(24-25 maggio). Il 26 maggio ha incontrato il Consiglio ispettoriale e il 27 maggio ha presieduto
l'assemblea dei confratelli e la riunione dei rettori e dei responsabili delle comunità della Ispettoria a
Dimapur e ha concluso la visita straordinaria con la celebrazione dell'Eucaristia. Il 29 maggio si è
recato a Roma via Delhi e il 30 maggio ha raggiunto Torino, dove il 31 maggio 2022 sono iniziate le
riunioni del Consiglio generale.
Il Consigliere generale per la Regione America Cono Sud
Lo stesso giorno del termine del Consiglio Generale nella sessione di inverno de Italia, il consigliere
è partito per il Brasile.
Il 31gennaio presidiò a celebrazione di Don Bosco en Recife. Il 02 de febbraio presidiò la
celebrazione de professione perpetua de un salesiano de BRE en Jaboatão dos Guararapes (Recife) e
alla sera, nello stesso posto, presidiò la celebrazione de apertura del nuovo Noviziato nella città de
Jaboatão, con 15 novizi delle ispettorie de BSP, BRE e BPA.
Dal 13 al 19 de febbraio, dopo alcuni giorni di visita ai parenti, partecipo degli esercizi spirituali con
il Rettore Maggiore, para tutti gli ispettori e consigliere ispettoriale a São Leopoldo (Porto Alegre-
Brasil) e dopo dell’incontro tra ispettori della regione, anche con il Rettore Maggiore.
Il 21 e 22 de febbraio in Asunción (Paraguay) ha avuto una riunione con l’ispettore alcuni confratelli
del consiglio ispettoriale e ha visitato al Nuncio apostolico.
Il 23 de febbraio ha cominciato la Visita Straordinaria alla Ispettoria di São Paulo, Brasile, in nome
del Rettor Maggiore che ha finito il 26 di maggio. In questo tempo ha parlato con tutti salesiani della
Ispettoria (128); ha visitato le 18 case canoniche e il Centro Universitario UNISAL. Ha conosciuto la
situazione degli 11 collegi, dei quali 1 è completamente filantropico, le 14 parrocchie, alcuni degli
hanno zone rurali para su attendamento pastorale, le due Santuari, le opere sociali, centri giovanile e
oratori festivi, gli corsi di formazione professionale.
Si è incontrato due volte con il Consiglio Ispettoriale e due volte con tutti i direttori salesiani. Ha
parlato anche con 6 vescovi diocesani, con a ispettrici delle Figlie di Maria Ausiliatrice, a madre
provinciale delle Suore della Carità de Gesù.
Nelle comunità si è anche incontrato con i gruppi della Famiglia Salesiana, alcuni dei quali sonni
fondati li, commo “Canção Nova”. Ha parlato con i coordinatori e presidenti ispettoriali de tutti i
gruppi.
Il 6 di maggio ha partecipato nel Curatorium del Postnoviziato di Córdoba, casa interispettoriale di
cinque Ispettorie: ARN, ARS, CIL, PAR, URU.
Ha visitato le case de formazione che stanno nella Ispettoria de São Paulo: lo studentato di Teologia
(Lapa Pio XI) e il postnoviziato in Lorena.
Ha anche partecipato alle riunioni della Rete Salesiana del Brasile (RSB), degli ispettori del Brasile
(CISBRASIL) e degli ispettori da CIS.
Il 27 maggio si reca a Torino per partecipare alla sessione invernale del Consiglio Generale.
Il Consigliere per la Regione Europa Centro e Nord
La sessione plenaria invernale del Consiglio Generale si è conclusa il 28 gennaio 2022. Il Regionale
per l’Europa Centro e Nord don Roman Jachimowicz si è recato per la Visita Straordinaria
nell’Ispettoria Polonia - Kraków “San Giacinto” (PLS). La Visita si è svolta dal 3 febbraio al 23 aprile
2022.
Il Regionale don Roman durante la Visita ha visitato le seguenti comunità salesiane – nel mese di
febbraio: 10-11: Zabrze, 14-15: Pogrzebień e Kobyla. 15-18: Kraków-Konfederacka e Staniątki,

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Saltrom, 21: Kraków-Beato Giuseppe Kowalski, 22-23: Kraków-Centro Ispettoriale e pomeriggio del
23: il Consiglio Ispettoriale, 24-25: Kraków-Nowa Huta, 28: Kraków-Centro di Pastorale Giovanile
(WDM); nel mese di marzo: 1-5: Kraków-Teologato, il giorno 5 nello Studentato Teologico ha
presieduto la celebrazione Eucaristica con il conferimento del ministero del lettorato per i confratelli
delle quattro Ispettorie polacche, 7-9: Oświęcim-Jagiełły, 9-10: Oświęcim-Zasole, 11-12: Skawa e
Witów, 14-15: Świętochłowice, 15-16: Kielce e Niewachlów, 17-19: Szczyrk, Przyłęków e Wisła,
21-23: Lublin, 23-25: Rzeszów, 28-30: Przemyśl, Lipowica e Polana. Inoltre, il 13 marzo ha
partecipato a Varsavia (PLE) nell’incontro della Comunicazione Sociale al quale è stato presente il
Consigliere per la CS don Dos Santos Mendes Gildásio, il 19 marzo all’incontro riguardante la
distribuzione dei mezzi di finanziamento per l’Ucraina e il giorno 20 all’incontro delle Conferenza
KSIP a Varsavia (PLE). Nel mese di aprile è andato in Ucraina dove c’è la guerra per visitare le
comunità salesiane e vedere come la situazione dei confratelli: 5-7: Bibrka, Peremyshlany,
Korostyhiv, 8-9: Zhytomyr e Korostyshiv, 10: incontro con l’Ispettore don Mykhaylo Chaban (UKR),
11: Odessa, incontro online con i confratelli. Il giorno 23 aprile c’è stata la conclusione della Visita
Straordinaria con l’incontro dei Direttori, la conclusione del Capitolo Ispettoriale nello Studentato
Teologico di Cracovia e l’incontro con il Consiglio Ispettoriale nella Casa Ispettoriale di Cracovia.
Nei giorni 5-6 maggio il Regionale don Roman ha partecipato all’incontro online del settore della
Comunicazione Sociale. In seguito nei giorni 5-6 maggio ha visitato le Case di formazione in Polonia.
Poi, nei giorni 6-8 maggio ha partecipato all’incontro degli Ispettori della Regione Europa Centro e
Nord a Vienna (AUS) con la presenza del Vicario del Rettor Maggiore don Stefano Martoglio,
Delegato del Rettor Maggiore per la Famiglia Salesiana don Joan Lluis Playà, Delegato Mondiale per
Salesiani Cooperatori ed Exallievi coad. Domenico Nguyen, collaboratore per le Missioni don Pavel
Ženišek e due collaboratori laici (Italia e Spegna) del Settore della Pastorale Giovanile.
Nei giorni 12-14 il Regionale don Roman ha fatto la visita alle Case di formazione in Polonia. Il
giorno 20 ha partecipato al funerale della mamma dell’Ispettore nominato don Bartłomiej Polański
dell’Ispettoria di Wrocław (PLO). Il giorno 20 nel Santuario Mariano di Twardogóra ha presieduto
la celebrazione Eucaristica con l’insediamento del nuovo Ispettore di Wrocław don Bartłomiej
Polański.
Il 30 maggio il Regionale don Roman si è recato a Torino-Valdocco per la Sessione estiva del
Consiglio Generale, che iniziava il 1° giungo e per concludersi il 25 giugno.
Nei giorni 3-5 giugno ha accompagnato il Rettor Maggiore Don Ángel Fernández Artime in Ungheria.
Il 4 giugno a Budapest il Rettor Maggiore al termine della Celebrazione Eucaristica, ha benedetto la
nuova urna che custodisce le reliquie del Beato Stefano Sándor, ritrovate e identificate nel 2019. Il
Reliquiario è stato portato in solenne processione e deposto presso l’altare di Maria Ausiliatrice nella
Chiesa del Clarisseum, dove il giovane Coadiutore visse gran parte della sua vita religiosa a servizio
dei giovani, come maestro tipografo ed educatore amato e stimato da confratelli e giovani.
Nei giorni dal 26 giugno al 3 luglio, in occasione del 400° anniversario della morte di San Francesco
di Sales, patrono della Congregazione Salesian, il Consiglio Generale ha partecipato agli esercizi
spirituali predicati da don Morand Wirth, SDB presso il centro “Jean XXIII” di Annecy in Francia.
Il giorno 23 luglio il Regionale don Roman insieme con il Vicario del Rettor Maggiore don Stefano
Martoglio, il Consigliere della Formazione don Ivo Coelho, il Regionale per la Regione Mediterranea
don Juan Carlos Pérez Godoy si sono recati all’Ispettoria di Polonia-Varsavia (PLE) per un incontro
riguardante i noviziati in Europa e particolarmente nella Regione Europa Centro e Nord.
Il giorno seguente dopo la conclusione della sessione estiva del Consiglio Generale il Regionale don
Roman si è recato in Polonia.
Il Consigliere generale per la Regione Interamerica
Alla fine di gennaio del 2022 dovevo partire per Haiti per l'insediamento del nuovo superiore, p.
Morachell Bonhomme, ma una sera prima della partenza ho ricevuto la notizia che ero positivo al test
COVID 19, per cui ho dovuto annullare il viaggio e prendermi qualche giorno di riposo in attesa che
il test risultasse negativo.

9 Pages 81-90

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9.1 Page 81

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Dal 5 al 10 febbraio, insieme al Rettor Maggiore, ho partecipato a una serie di esercizi spirituali per
gli ispettori e i loro consigli che si sono tenuti nella comunità di San Patricio a Cumbayá, in Ecuador.
È stata un'ottima esperienza di comunione e di accompagnamento. Al termine del ritiro ho avuto
l'opportunità, insieme agli ispettori della regione, di concludere l'incontro annuale corrispondente al
ciclo precedente, come avevamo precedentemente concordato.
Dal 15 febbraio al 26 maggio, su incarico del Rettor Maggiore, ho effettuato una visita straordinaria
alla Provincia del Sacro Cuore in Ecuador. ho trascorso 92 giorni nel Paese, ho visitato 23 comunità.
Ho incontrato per il dialogo 132 SDB, 33 volontari, 10 economi laici e 4 vescovi: Mons. Alfredo José
Espinoza Mateus SDB, arzobispo primado de Quito, Ecuador, Mons. Néstor Montesdeoca Becerra
SDB, obispo del vicariato apostólico de Méndez, Mons. Pietro Gabrielli SDB, obispo emérito del
Vicariato de Mendez y Mons. Luis Antonio Sánchez Armijos, obispo emérito de Machala , oltre a
incontri con diversi protagonisti della CEP.
Dal 4 al 13 aprile ho partecipato alle sessioni del Consiglio intermedio a Roma, per presentare il
rapporto dello studio sulla regione interamericana, come parte dell'itinerario preparatorio per la
prossima visita globale.
Il 14 aprile sono arrivato nella comunità salesiana di Sampierdarena a Genova per accompagnare la
pastorale dei giorni santi con la comunità latina (ecuadoriani e peruviani) che partecipa alla parrocchia
di San Juan Bosco e San Cayetano.
Il 28 maggio arriverò a Torino per le sessioni del Consiglio generale dell'estate 2022.
Il Consigliere generale per la Regione Mediterranea
Al termine delle riunioni del Consiglio generale, il consigliere della Regione Mediterranea si è recato
a Catania per continuare la visita straordinaria a nome del Rettore Maggiore all'Ispettoria Sicula "San
Paolo" (ISI) d'Italia. Questa seconda parte della visita è iniziata il 29 gennaio incontrando i confratelli
della comunità dello Studentato Teologico di Messina-San Tommaso fino al 5 febbraio. Ha celebrato
il 31 gennaio la solennità di don Bosco, e ha partecipato in un incontro in presenza e online con la
Famiglia Salesiana per presentare la Strenna del Rettor Maggiore a Messina nella Casa delle FMA.
Dopo ha proseguito la visita a un gruppo di Case dell’Ispettoria fino al 27 marzo: Palermo-Ranchibile,
Catania-Barriera, Catania-San Francesco di Sales, Palermo-Santa Chiara, Palermo-Gesù
Adolescente, Camporeale, Marsala, Trapani, Barcellona, Viagrande, Randazzo, Catania-
Associazione Don Bosco 2000, Centro-Ispettoriale, Messina-Giostra, Alcamo e Catania-Salette/San
Gregorio. Nel corso della visita, il 2° febbraio ha partecipato nella Consulta Ispettoriale della Famiglia
Salesiana.
Dal 28 marzo fino al 1° aprile ha partecipato in tui Curatorium delle case di formazione dipendenti
della Regione a Messina, Crocetta, Il Colle, Nave, Genzano e San Tarcizio. Il fine settimana del 2-3
aprile ha avuto un incontro in Roma con il Vicario del Rettor Maggiore a altri incontri. Dopo di che
è ritornato a Catania per riprendere la visita straordinaria il 5 aprile all’Associazione Meta Cometa e
andando a Tunisia, Manouba e Tunisi, dal 5 al 11 aprile.
Dopo la visita alla Tunisia, ha finito la visita al Centro Ispettoriale e celebrò il Triduo Pasquale a
Catania-San Francesco di Sales. Il 17 aprile ha avuto l’incontro finale con l’ispettore per condividere
una visione d’insieme della visita e il 18 con il Consiglio ispettoriale al mattino e con i direttori al
pomeriggio, concludendo così la visita straordinaria a questa ispettoria Sicula e ritornando a Roma.
Dal 21 al 29 aprile si è spostato in Spagna per partecipare a Sanlúcar la Mayor (Sevilla) nei vari
incontri della Conferenza Iberica, della Regione Mediterranea e della CIS, approfittano per salutare
alla famiglia e accompagnare al Consigliere della Comunicazione Sociale che partecipò con un
intervento nell’incontro della Mediterranea, a conoscere alcune della Case dell’Ispettoria di Sevilla
(SMX) e qualche visita culturale.
Il 30 aprile, con l’ispettore dell’ispettoria MOR, si è recato a Israele e Palestina per proseguire la
visita straordinaria in questa ispettoria. Ha iniziato la visita per la Casa di Ratisbonne, continuando
da Betgemal, Nazareth, Betlemme e Cremisan, fino al 16 maggio. Il 13 ha potuto partecipare insieme

9.2 Page 82

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al Console Italiano e altre autorità locali all’inaugurazione di un parco infantile costruito nei terreni
della nostra Casa a Cremisan con la cooperazione italiana e il VIS. Dopo alcuni giorni per finire la
relazione della visita, ha incontrato l’ispettore, al Consiglio ispettoriale e i direttori per condividere
la visione d’insieme della visita e per concludere ha avuto un bello incontro online con tutte le
comunità dell’ispettoria.
Dopo finire la visita all’Ispettoria MOR, il 20 maggio si è spostato al Portogallo per una visita di
animazione e conoscenza di alcune case. Ha celebrato la Solennità della Nostra Madre Ausiliatrice a
Lisbona presiedendo la santa Messa con tutti i ragazzi, educatori e tutto il personale. Il 28 maggio ha
visitato la Casa Salesiana di Málaga, partecipando nella processione di Maria Ausiliatrice e il 30 al
mattino ha avuto in intervento nell’incontro dei due Centri Nazionali di PG, Madrid e Roma. Dopo
questo incontro è ritornato a Roma e il 31 sera Torino per cominciare la sessione estiva del Consiglio
Generale.
Confratelli defunti (1 elenco 2022)
Q Nome
Luogo
P ADAYADIEL James
Auckland (Nuova Zelanda)
P AIMAR BRUNO Miguel Ángel
Torino (Italia)
P ANTÚNEZ DE MAYOLO LARRAGÁN José Lima (Perù)
P AUGUSTYN Tadeusz
Oświęcim (Polonia)
L BERISIE Francis
Ashaiman (Ghana)
P BERTAZZO Giulio
Venezia-Mestre (Italia)
P BERTOLAZZI Bruno
Venosa (Italia)
P BÉRTOLO Natalio Vicente
Córdoba (Argentina)
P BISRAT Temesgen Tekka
Addis Abeba (Etiopia)
L BISWAS Sushanto
Bandel (India)
E
BLANCO Jesús Tirso
Fu Vescovo di Luena per 14 anni
Negrar (Italia)
P BOEM Ambrogio
Querétaro (Messico)
P BOGDAŃSKI Stanislaw
Przasnysz (Polonia)
P BOONE Antoon
Sint-Denijs-Westrem (Belgio)
P BORDIGNON Giuseppe
Venezia-Mestre (Italia)
P CALLINI Giuseppe
Roma (Italia)
P CAMPAGNOLO Giovanni
Castello di Godego (Italia)
P CASTI (TOCCO) Giuseppe
Roma (Italia)
P CUEVAS BASCUÑANA Agustín
Madrid (Spagna)
P CUEVAS MORENO Pedro
Madrid (Spagna)
P CZUMAKOW Aleksander
Odessa (Ucraina)
P CHOVER MARTÍNEZ Jesús
Logroño (Spagna)
L D’SOUZA Anthony Senior
Mumbai (India)
P DE GIORGI Pierino
Roma (Italia)
P DE NEVE Gaston
Heverlee (Belgio)
P DEL BLANCO ALONSO Secundino
Logroño (Spagna)
P DEL NOTARO Palmiro
Castano Primo (Italia)
P DI LIBERO Luigi
Caidate di Sumirago (Italia)
P DI NICOLA Edoardo
Roma (Italia)
P DUBÓN GONZÁLEZ Luis Fernando
Città del Guatemala (Guatemala)
P EANTHANAMKUZHIYIL Michael
Injan (India)
P ECHAMENDI ARISTU Miguel Antonio Barcelona (Spagna)
P ESCAMILLA ALAS Germán
San Salvador (El Salvador)
P ESQUIVEL AMBRIZ Gonzalo
Ciudad de México (Messico)
P FACCHINELLO David
Amparaes (Perù)
P FALK Robert Joseph
Seoul (Korea)
Data
22.06.2022
10.04.2022
09.04.2022
31.03.2022
07.05.2022
15.01.2022
19.05.2022
02.05.2022
14.02.2022
25.02.2022
22.02.2022
13.04.2022
17.04.2022
06.06.2022
21.01.2022
28.02.2022
15.06.2022
29.01.2022
07.02.2022
08.01.2022
09.06.2022
17.04.2022
27.04.2022
17.04.2022
08.03.2022
09.04.2022
16.02.2022
18.06.2022
03.02.2022
08.01.2022
04.02.2022
18.04.2022
31.01.2022
11.02.2022
24.05.2022
13.04.2022
Età Ispet.
90 AUL
76 BOL
95 PER
51 PLS
48 AOS
85 INE
101 IME
94 ARN
41 AET
76 INC
64 EP
91 MEM
80 PLE
81 BEN
85 INE
89 ICC
77 INE
90 ICC
77 ATE
79 SSM
64 UKR
81 SSM
61 INB
92 UPS
95 BEN
73 SSM
94 ILE
79 ILE
86 ICC
61 CAM
69 IND
87 SMX
83 CAM
85 MEM
48 INE
90 KOR

9.3 Page 83

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P FAVARO Giovanni
Roma (Italia)
P FERNANDES Bernard
Goa (India)
P FIGLIA Isidore Sydeney
Tampa, Florida (U.S.A.)
P FORD Norman
Melbourne (Australia)
P GAMBINO Lorenzo
Lima (Perù)
P GARCÍA MARCO Lorenzo
Bahia Blanca (Argentina)
L GIUPPA Luigi
Napoli (Italia)
GONZÁLEZ MORALES Tomás Osvaldo
E Fu Vescovo di Punta Arenas per 32 anni e Santiago del Cile (Cile)
per 16 Vescovo emerito
L GUINEA MURGA José Ramón
Kankan (Guinea Conakry)
P HANTSON Jacques
Bonheiden (Belgio)
P HORVAT Avgust
Trstenik (Slovenia)
P IRUNGA Désiré William
Nairobi (Kenya)
P JANISCH Armin
Koln (Germania)
P KANEKO Dominico Ken-Nosuke
Suginami (Giappone)
L KENNEDY Colm
Maynooth (Irlanda)
P KERGOAT Yves
Pouillé (Francia)
L KERKETTA Raphael
Guwahati (India)
P KLINICKI Wladyslaw
São Paulo (Brasile)
P KOŠĆAK Josip
Vitovica (Croazia)
P LACCHIA Franco
Torino (Italia)
P LARIOS GUTIÉRREZ Daniel
Irapuato (Messico)
P LENTI Artur
Downey, California (USA)
P LEOCATA Francesco
Buenos Aires (Argentina)
P LOHBUSCH Ferdinhand
Essen (Germania)
P MANUEL ALBERTO Ernesto José
Luanda (Angola)
P MARCA TICONA René
Cochabamba (Bolivia)
L MARCONATO Lorenzo
Castello di Godego (Italia)
P MARCONCINI Paulo Crispino
Nova Trento (Brasile)
P MARCOS MARTÍN Santos
Sevilla (Spagna)
S MARTIN Sugan Lalethkumar
Chennai (India)
L MARTINS Manuel Dionísio
Manique (Portogallo)
P MARZANO Matteo
Caracas (Venezuela)
P MATERNIA Henryk
Środa Śląska (Polonia)
P McGUINNES Brendan
Frimley Park (Gran Bretagna)
P MÉNDEZ RODRÍGUEZ Álvaro
Ciudad de México (Messico)
P MIKLAVC Ivo
Trstenik (Slovenia)
L MOJO Paul
Shillong (India)
P MONTES FUENTES Miguel
Irapuato, Guanajuato (Messico)
P MORENO ORDÓÑEZ Ramón
Sevilla (Spagna)
P MOWLES Alan
Maynooth (Irlanda)
P NANA Luigi
Sondrio (Italia)
P
NAUGHTON Patrick
Fu Ispettore per 6 anni
Cape Town (Sud Africa)
L NICOLETTI Adolfo Luis
Buenos Aires (Argentina)
P O’BRIEN Henry
Bolton (Gran Bretagna)
P O’RIORDAN Daniel
Addlestone (Gran Bretagna)
D OGOULA Y’OGOULA Arnold
Yaoundé (Camerun)
P ONGENAERT André
Wilrijk (Belgio)
P OŻÓG PLO Jan
Lubin (Polonia)
P PAVLETIĆ Marko
Zagreb (Croazia)
13.02.2022 98 ICC
24.05.2022 56 INB
06.03.2022 91 SUE
25.06.2022 86 AUL
23.01.2022 99 PER
19.01.2022 82 ARS
12.03.2022 94 IME
12.02.2022 86 EP
14.05.2022
28.03.2022
09.05.2022
05.05.2022
01.01.2022
26.02.2022
31.03.2022
22.01.2022
03.01.2022
12.04.2022
23.01.2022
04.02.2022
20.03.2022
06.01.2022
08.01.2022
26.02.2022
26.05.2022
26.01.2022
04.06.2022
27.02.2022
05.04.2022
03.01.2022
22.05.2022
15.02.2022
06.06.2022
25.03.2022
13.02.2022
19.03.2022
09.02.2022
09.01.2022
14.04.2022
12.04.2022
07.02.2022
23.03.2022
26.04.2022
28.02.2022
19.06.2022
16.06.2022
23.02.2022
28.04.2022
30.01.2022
72 AON
86 BEN
82 SLO
54 AGL
86 GER
96 GIA
96 IRL
89 FRB
74 ING
107 BSP
85 CRO
88 ICP
76 MEG
98 SUO
77 ARS
81 GER
35 ANG
59 BOL
93 INE
77 BPA
83 SMX
31 INM
98 POR
79 VEN
85 PLO
94 GBR
78 MEM
83 SLO
101 INS
92 MEG
88 SMX
87 IRL
84 ILE
81 AFM
80 ARS
91 GBR
83 GBR
37 ATE
91 BEN
68 PLO
81 CRO

9.4 Page 84

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E PEDRON Bruno
Campo Grande (Brasile)
17.06.2022
P PINHAL Manuel Carlos
Libona (Portogallo)
05.01.2022
P PINOLINI Juan Evasio
Rosario (Argentina)
02.02.2022
D PIRES Baltasar
Dili (Timor Est)
04.04.2022
P PIRISI Francesco
Ittiri (Italia)
19.01.2022
L POLLANI Piergiorgio
Verona (Italia)
10.04.2022
P PONGUTÁ HURTADO Martìn Alonso Bogotá (Colombia)
05.04.2022
P PONGUTÁ Silvestre
Bogotà (Colombia)
29.01.2022
P PORTMANN Joseph
Fribourg (Svizzera)
13.01.2022
P POTTUKALAM Matthew
Dibrugarh (India)
14.06.2022
L PRSKALO Mihovil
Zagabria (Croazia)
07.01.2022
S RANDRIAMANARIVO Jean Bosco
Antsirabe (Madagascar)
29.03.2022
P RANKIN Peter Joseph
Melbourne (Australia)
14.01.2022
L RASTRERO BOADA Cándido
Arévalo (Spagna)
19.03.2022
P REMÓN BAZTÁN Jesús
Barakaldo (Spagna)
17.06.2022
P SALA Ambrogio
Torino (Italia)
21.03.2022
L SAMANIEGO Víctor
Azuay, Cuenca (Ecuador)
26.04.2022
P SÁNCHEZ PÉREZ Luis Emiro
Bogotà (Colombia)
30.06.2022
P SCHAUMANN Franz
Derching (Germania)
25.03.2022
P SCHMID Franz
Benediktbeuern (Germania)
07.02.2022
P SCHREML Johannes
Muchen (Germania)
03.05.2022
P SERAFINI Mario
Bahìa Blanca
07.04.2022
L SOSIO Alessandro
San Cristobal (Venezuela)
25.03.2022
P SOTO HERNÁNDEZ Julio Alberto
Santo Domingo
Dominicana)
(Repubblica 22.03.2022
P SUCCI Giovanni Carlo
Torino (Italia)
23.01.2022
P SZYMEROWSKI Zbigniew
Wroclaw (Polonia)
07.02.2022
P TARNOVSKI Sigmund Fridolin
Porto Alegre (Brasile)
23.02.2022
P THATTIL Chacko
Hyderabad (India)
19.04.2022
P TIBERI Francisco
Cordòba (Argentina)
22.01.2022
P TIFI Roberto
Monopoli (Italia)
17.02.2022
P TORRI Giulivo
Pietra Ligure (Italia)
05.04.2022
L TSCHOEPE Heinrich
Amberg (Germania)
06.06.2022
P TUDU Kissun Cosmos
Dharan (Nepal)
10.01.2022
P TURCO Ugo
La Spezia (Italia)
30.01.2022
P URBANCZYK Alojzy
Poznań (Polonia)
23.02.2022
P URBAŃCZYK Stanisław
Oświęcim (Polonia)
06.05.2022
L VAN LANKVELT Bernard
Apeldoorm (Olanda)
26.03.2022
VARGAS BASTIDAS Héctor Eduardo
E Fu Vescovo di San Marco di Arica per 9 anni Temuco (Cile)
07.03.2022
e Vescovo di Temuco per 8 anni.
P VARIATHUKALAYIL Joseph
Dimapur (India)
09.05.2022
L VILLANI Mario
Salerno (Italia)
28.04.2022
P WEISSHAAR Philipp
Hirschau (Germania)
02.04.2022
P WÓJCIK Stanisław
Żyrardów (Polonia)
25.03.2022
L ZAPATA VEGA Arturo del Carmen
Santiago del Cile (Cile)
13.02.2022
P ZUBOVIĆ Nikola
Split (Croazia)
25.05.2022
78 EP
77 POR
90 ARN
81 TLS
72 GER
79 INE
79 COB
86 COB
92 FRB
65 IND
77 CRO
25 MDG
63 AUL
84 SSM
81 SSM
94 ICP
89 ECU
91 COB
82 GER
77 GER
81 GER
85 ARS
80 VEN
85 ANT
99 ICP
78 PLO
88 BPA
80 INH
89 ARN
80 IME
74 ICC
81 GER
52 INC
93 ICC
87 PLO
92 PLS
86 BEN
70 EP
81 IND
91 IME
92 GER
63 PLE
91 CIL
95 CRO

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