Atti_1926_033.ACS_-1


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I.
ATTI DEL CAPITOLO SUPERIORE
J. M. J.
Miei carissimi figli in Gesù Cristo,
1. L'anno scorso, nel dare il piano generale dei festeggia menti
per il Giubileo delle nostre Missioni, vi invitavo fra l'altro a promuovere
tra i nostri alunni dei piccoli Congressi missionari. Ora è di grande
consolazione per me e per gli altri Superiori il vedere che al mio invito si è
risposto con uno slancio mirabile; e in questi mesi mi sono già pervenute,
da vicino e da lontano, molte belle relazioni di tali congressini.
L'interessamento che dimostrano i nostri cari giovani per le fatiche
dei missionari e per l'evangelizzazione dei popoli infedeli, è un vero sorriso
di paradiso, una cosa che commuove profondamente e insieme edifica.
Quale compiacenza non ne proverà di lassù il nostro buon Padre Don
Bosco! Come invocherà copiose sopra di loro le benedizioni celesti!
Oh! continuate, miei carissimi figli, continuate a coltivare questo
spirito missionario negli Ospizi, nei Collegi, negli Oratori festivi;
eccellenti sono i frutti che se ne ricavano. Oltre all'aiuto materiale, pur
tanto necessario, che esso procura alle nostre Missioni, si suscitano e si
maturano in tal modo numerose vocazioni salesiane, che a suo tempo
daranno alla nostra Società nuove

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schiera di operai evangelici volonterosi e pieni di zelo per la salvezza delle
anime.
Ma io sono convinto che la coltivazione di questo spirito ri donda
principalmente a benefizio degli alunni medesimi, essendo questo uno dei
mezzi più efficaci per formare il loro cuore ad affetti elevati e santi, un
mezzo che li distoglie dai sentimentalismi morbosi tanto comuni a quell'età,
un mezzo che ricorda loro la realtà della vita e le miserie di questo mondo,
fa loro apprezzare il bene d'essere nati in paese cattolico, nella luce e nella
civiltà del Vangelo, e li anima così a corrispondere a questa segnalata
grazia del Signore con una vita veramente cristiana. I fatti lo dimostrano,
giacché nelle Case dove più si parla di Missioni, regna tra gli alunni una
pietà più sentita e soda, una maggior disciplina e osservanza del
Regolamento.
Serve infine mirabilmente l'idea missionaria a rafforzare la nostra
fede, e a farla stimare ed amare dagli stessi non credenti, per il generoso
disinteresse che vi risplende, e per il valido concorso ch’essa dà alla
civilizzazione dei popoli selvaggi.
Tutto questo deve animarci a non trascurare un mezzo. di tanta
efficacia per meglio educare i nostri cari giovani. Serviamocene dunque
con impegno, e non solo in quest'anno di feste giubilari, ma anche per
l'avvenire.
2. Come già vi avevo accennato l'anno scorso nel parlarvi di
questo Giubileo, e come ultimamente ha ricordato il Bollettino di gennaio,
insieme con le Missioni nacquero nel cuore del nostro Venerabile Padre
altre due istituzioni, che furono approvate dalla Santa Sede il 9 maggio
1876, e delle quali perciò ricorre quest'anno il cinquantenario: la Pia
Unione dei Cooperatori Salesiani, e la Pia Opera di Maria Ausiliatrice per
le vocazioni ecclesiastiche tardive. Allora non ne feci che un semplice
accenno, promettendo di tornarvi sopra più tardi; ed eccomi a mantenere la
mia promessa.
Non sto a ripetervi quello che potete leggere, e avete certamente già
letto nel Bollettino testè citato. Lasciate però che richiami alla vostra
mente quanto queste due opere fossero care a Don Bosco. Gran lotte e
sofferenze egli dovette sostenere per fondarle; incontrò opposizioni da
parte degli stessi suoi figli, i quali, uomini di poca fede, come li chiamò il
venerato Don Rua, temevano l’insuccesso; ma sorretto dalla convinzione
ch’erano opere volute dal Signore, perseverò con fermezza e con amore
negli sforzi più generosi, finché

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non riuscì a gettarne solidamente le basi; e sino al termine della sua vita
esse continuarono a essere l'oggetto delle sue più sollecite cure e pressanti
raccomandazioni.
— Ve lo assicuro diceva ai Salesiani, la Pia Unione dei
Cooperatori sarà il principale sostegno delle nostre Opere. E riguardo
all'Opera di Maria Ausiliatrice, dopo aver parlato della gran difficoltà di
trovare vocazioni ecclesiastiche tra i giovani agiati, ci esortava a cercarle
nelle classi più limili, e concludeva: Ogni sforzo, ogni sacrifizio fatto a
questo fine è sempre poco in paragone del male che si può impedire e del
bene che si può ottenere.
Tutti ricordano la sua riconoscenza, il suo attaccamento ai
Cooperatori; e nelle Memorie biografiche se ne leggono le prove più
commoventi. Godeva a trovarsi in loro compagnia, li vedeva con gran
piacere sedersi alla sua mensa, li visitava con quella de licatezza della
quale era maestro impareggiabile. Era felice di poter rendere loro qualche
servizio, accontentarli in qualche loro desiderio; stabilì speciali preghiere
quotidiane per loro, e suffragi per quelli defunti; si adoperò a ottenere
copiose indulgenze in loro favore. Il Bollettino fu da lui fondato per poterli
meglio avvicinare ed unire all'Opera sua; e prima di morire volle in certo
modo equipararli ai Salesiani, indirizzando anche a loro una lettera parti -
colare, che è un vero monumento della sua gratitudine.
Circa la Pia Opera di Maria Ausiliatrice ho dei ricordi a f f a t t o
personali, per avermene egli affidato la direzione, prima a Mathi e poi a S.
Giovanni Evangelista, durante un periodo di sei anni, cinque dei quali
furono gli ultimi della sua vita. Il buon Padre voleva ch'io mi recassi a
dargliene conto quasi ogni settimana; s'interessava dell'indirizzo, della
parte materiale come di quella scolastica e spirituale; e con grande
compiacenza mi ripeteva quanto aveva detto di quest'opera a Sua Santità
Leone X I I I , e gli elogi che il gran Pontefice ne faceva. Posso dirvi
insomma con tutta verità che anche la Pia Opera di Maria Ausiliatrice fu
una delle più care a Don Bosco, come continuò ad esserlo ai suoi due primi
successori, e lo è pure a me che vi scrivo.
3. Ora io vorrei che noi celebrassimo il duplice Giubileo non con
feste e commemorazioni, ma col ravvivare il nostro inte resse, la nostra
stima per queste due Opere, e coll'intensificare la nostra attività per un
sempre maggiore incremento di esse. E prima di tutto, poiché quello che
attrasse i Cooperatori fu la carità e la

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santità di Don Bosco, facciamo il proposito di renderci figli sempre più
degni di lui: così anche noi potremo guadagnare molti nuovi membri alla
Pia Unione, e amici all'Opera Salesiana.
Nè vi sia più alcun Direttore di collegio che pensi di potersi
disinteressare dei Cooperatori perchè non ha bisogno di loro, bastandogli
le pensioni degli alunni. Don Bosco voleva che tutti i suoi Direttori li
coltivassero; e chi vide il compianto Don Bertello direttore a Borgo S.
Martino, sa che forse non vi fu un altro più di lui zelante in questo, come
prima di lui lo erano stati pure Don Bonetti e Don Belmonte, divenuti
perciò popolarissimi in tutti i paesi del Monferrato.
Il buon Salesiano, anche se dirige un collegio di giovani be nestanti,
non deve dimenticare che il fine precipito della nostra Società, quello che
più stava a cuore a Don Bosco, è di prendersi cura della gioventù povera
ed abbandonata, negli Oratori, negli Ospizi e nelle Missioni. E appunto in
tal caso, giacchè non può lavorare personalmente a pro dei giovani poveri,
deve darsi d'attorno con tanto maggior zelo a procurare nuove ascrizioni di
Cooperatori, tra i genitori, parenti e amici degli alunni, che essendo
persone agiate, si trovano in grado di soccorrere materialmente le nostre
opere di beneficenza. Nè deve contentarsi di questo, ma anche cercare di
affezionarli all'Opera Salesiana, facendo loro inviare il Bollettino,
invitandoli alle conferenze di S. Francesco di Sales e di Maria Ausiliatrice,
alle feste e accademie più solenni, al teatrino, ecc.
4. Di non minori sollecitudini dev'essere oggetto per tutti noi la
Pia Opera di Maria Ausiliatrice per coltivare le vocazioni tardive. Che
cosa fu che la fece nascere e le diede impulso? Fu il gran bisogno
d'ingrossare le file dei Salesiani, file troppo scarse, insufficienti al rapido
sviluppo della Società, alle molte nuove fondazioni che da ogni parte le
venivano o f f e r t e con insistenza. Ora questo bisogno non è per nulla
diminuito, anzi si sente più di prima, e si può prevedere che crescerà
ancora per l'avvenire. Gl'Ispettori quindi si propongano di dedicare una
Casa della propria Ispettoria alle vocazioni ecclesiastiche degli adulti, col
titolo specifico di « Pia Opera di Maria Ausiliatrice »; tenendo presente
che il limite minimo di età per l'ammissione venne ora abbassato ai 14
anni, come è detto nel Bollettino di gennaio. In tale Casa si raccolgano, a
norma dell'art, 6 delle nostre Costituzioni, tutti

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quegli aspiranti allo stato ecclesiastico o religioso, i quali per ra gione
dell'età non potrebbero facilmente seguire altrove la loro vocazione.
E non si guardi alla spesa, diceva Don Bosco; nè si licenzi mai per
simile motivo un aspirante il quale dimostri di avere le necessarie doti di
mente e di cuore.
5. Ad agevolare e promuovere un'azione concorde, intensa ed
efficace di tutti i Salesiani in questo lavoro per un sempre più florido
sviluppo della Pia Unione dei Cooperatori e della Pia Opera di Maria
Ausiliatrice, avrei deciso, d'intesa col Capitolo Superiore, di riunire qui
nella prossima estate, vicino alla tomba del nostro Ven. Padre e Fondatore,
tutti i Direttori delle Case d’Europa, per trattare con loro i due temi
suddetti, e anche quegli altri che possono contribuire al bene della nostra
amata Congregazione.
Potremo così conoscerci meglio, rinsaldare tra di noi i sacri vincoli
della fraternità religiosa, cercare insieme i mezzi migliori per conservare
l'unità di spirito, d'indirizzo e d'azione, nonostante le difficoltà che vi si
oppongono nei diversi paesi. Di più, miei carissimi Direttori, avrete
occasione di visitare la nostra esposizione missionaria, che promette di
riuscire molto interessante; e quelli di voi che non sono mai stati a Torino,
avranno il piacere di veder l'Oratorio, il Santuario di Maria Ausiliatrice, la
culla di Don Bosco ai Becchi: piacere grande e ambito da ogni buon Sa -
lesiano.
Siccome per impedimenti d'ordine materiale (alloggio ecc.) sarebbe
impossibile un convegno unico, ne faremo due, cioè uno dei Direttori esteri,
l'altro di quelli d'Italia; e ciascuno sarà preceduto da un corso d'esercizi
spirituali, per invocare i lumi dello Spirito Santo, e disporre le menti a non
avere nelle varie discussioni altro di mira che la maggior gloria di Dio e la
salvezza delle anime.
I Direttori esteri faranno gli Esercizi dal 18 al 24 luglio p.v., e il
Convegno dal 26 al 28 dello stesso mese, a Valsalice; quelli d'Italia si
riuniranno per gli Esercizi dal 22 al 28 agosto, e per il Convegno dal 30
agosto al settembre.
Certo per molti di voi questo importerà una spesa e un disturbo non
indifferente; ma vi assicuro che l'una e l'altro saranno largamente
compensati dal vantaggio che ne deriverà alla Congregazione; e poiché
tutti ne siete figli affezionati, sono persuaso che questo

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pensiero vi farà compiere di buon grado il sacrifizio che vi domando. In
nota è indicato il programma dei temi da discutersi (*).
Vogliano quindi gl'Ispettori distribuire le varie mute d'esercizi
spirituali nelle proprie Ispettorie in modo che i Direttori possano trovarsi
tutti con loro a Torino nei giorni sopra indicati, e partecipare tanto agli
esercizi quanto al Convegno.
La nostra celeste Ausiliatrice benedica le prossime riunioni, e stenda
sopra ciascuno di voi il materno suo manto, come a Lei lo chiede ogni
giorno con le sue preghiere in questo Santuario il vostro
aff.mo in C. J.
Sac. FILIPPO RINALDI.