112 Maria Franca Mellano
In data 22 febbraio 1907 l’ispettore, indirizzandosi a lui, gli parla del
progetto «per costruire il Salone teatro», che la benefattrice inglese intendeva
finanziare. Quantifica anche l’entità della somma che presumibilmente
sarebbe stata versata: «si crede che sarà da lire 40.000 a 45.000».3
Dopo questa prima, le lettere sull’argomento sono numerose e ci consen-
tono, data la distanza che divideva i due corrispondenti, di reperire notizie
che non avremmo trovato documentate sulla carta, se il Ceradini, veneziano
residente nel capoluogo piemontese, fosse stato a Roma in pianta stabile.
Conelli fungeva in certo modo da intermediario tra la munifica signora e
l’architetto incaricato. Dal tenore dei suoi scritti veniamo a conoscere anche
notizie di contorno, che hanno la loro indubbia importanza. Si desume per es.
che l’idea di fare dono della sala alla congregazione di don Bosco non era
frutto di conoscenza diretta con i salesiani, destinati ad assumere la guida di s.
Maria Liberatrice, ma di un progetto maturato tra la committente e l’abate di
s. Anselmo, I. De Hemptinne.
A questo punto è conveniente fare un passo indietro per una precisazione
intorno alla storia complessa della nuova parrocchia del Testaccio.4 All’origine
i candidati ad assumerne la responsabilità erano i benedettini, dislocati sul vi-
cino colle dell’Aventino. Dopo l’avvento del pontificato di Pio X, prevalse ad
3 Roma, ARCHIVIO ISPETTORIALE SALESIANO, D. 503, vol. 8, f. 401. Si tratta di registri
con le veline degli scritti dell’ispettore in ordine cronologico. Circa la somma ipotizzata, è pos-
sibile formulare pressapoco il valore, rapportato ai nostri tempi, utilizzando il coefficiente di ri-
valutazione, fornito dall’Annuario Statistico Italiano, pubblicato nel 1999.
4 Roma, ARCHIVIO PRIMAZIALE DELL’ABBAZIA DI S. ANSELMO, Cartella Chiesa del Te-
staccio, III, 7 A. L’esame dei fascicoli contenuti all’interno dimostra che l’impegno per la co-
struenda chiesa di s. Maria Liberatrice era stato preso con serietà dall’Ordine benedettino. Cito
alcuni titoli: Nota preventiva della spesa occorrente alla costruzione della nuova Chiesa di s.
Maria Liberatrice nel Quartiere di Testaccio, Apaltatori (= sic) che si sono raccomandati per
fabbricare la Chiesa del Testaccio (che contiene molte lettere di aspiranti al lavoro); Nouvelle
eglise au Testaccio (con un «Preventivo approssimativo» di L. 193.163) ecc.
Si trova inoltre l’accordo stipulato tra la contessa M. Camilla Stoli «Presidente del-
l’Ecc.ma Casa di Tor di Specchi» e l’abate De Hemptinne per fissare le modalità del titolo
della nuova chiesa e la somma di L. 200.000 versata dalla casa religiosa.
Ci sono pure due documenti noti, ma molto importanti: la lettera originale del card. Re-
spighi con l’indicazione «riservatissimo» del 13 agosto 1905, indirizzata all’ab. primate dei be-
nedettini. Essa chiedeva al De Hemptinne di ritirarsi dal mandato, pur riconoscendo il «gran
merito per i lavori preparatori già compiuti». Acclusa, troviamo anche la minuta di risposta (16
agosto 1905) al card. Vicario di Roma con varie correzioni a mano, che evidenzia la pronta di-
sponibilità dell’abate al desiderio di Pio X, il quale, di fronte alla situazione difficile del quar-
tiere, riteneva che la presenza dei salesiani avrebbe avuto una rapida e sicura efficacia. Da con-
siderare che l’abate fra le sue carte, aveva già il progetto pronto dell’architetto Costantino
Sneider. Proprio su questo punto tornava a scrivere (21 sett. 1905) il card. Respighi, infor-
mando che il papa lasciava piena facoltà ai salesiani nella scelta del progetto, ma invitava l’a-
bate a mandare l’architetto Sneider per portare alla congregazione di don Bosco «i lavori pre-
paratori e i disegni fatti». Infatti il desiderio di Pio X era che «nel prossimo ottobre (= 1905) si
metta mano ai lavori di costruzione».
Nel fascicolo figura anche il documento conforme all’originale, mediante il quale il pon-