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FONTI
TRATTI DI VITA RELIGIOSA SALESIANA NELLO SCRITTO
«AI SOCI SALESIANI» DI DON BOSCO DEL 1875
Pietro Braido
I. INTRODUZIONE
Secondo i verbali dell'ultima delle «conferenze di aprile» del 1875,1 tenuta il
mattino di venerdì 16, «sulla fine, domandando il Sig. D. Bosco se qualcuno
avesse ancora qualche osservazione a fare, il Sig. D. Albera domandò in riguardo
al far stampare le regole in italiano, le quali erano da tutti aspettate. Si conchiuse
che quanto prima si farebbe, solo che il sig. D. Bosco avesse qualche momento di
tempo per fare una prefazione e qualche osservazione».2 A conferma tra le Deli-
berazioni prese nelle generali Conferenze tenute in occasione dell'arrivo del Sig.
D. Bosco da Roma (Aprile 1875) si trova la seguente: «7° Si decise di far stampa-
re al più presto la traduzione italiana delle nostre Regole»3. Verso la fine dell'an-
no regole italiane e introduzione risultano stampate e in mano ai salesiani, com-
presi i novizi. Infatti, al termine di una conferenza, tenuta alla comunità di questi
ultimi a Valdocco, sul tema Preziosità della vocazione - Come regolarsi nei dub-
bi di vocazione - Mezzi per conservare la vocazione, don Bosco raccomanda:
«Leggete le cose che venni dicendovi, sul principio delle nostre regole dove in
compendio quasi tutte sono accennate. Il vostro direttore ve le spieghi poi di
nuovo poco alla volta e più diffusamente. Chi incontra qualche difficoltà venga a
parlarne»4.
Effettivamente a un anno e mezzo di distanza dall'approvazione pontificia
delle Regole e Costituzioni e a un anno dalla pubblicazione del testo latino don
Bosco disponeva la stampa del testo in lingua italiana. Egli lo face-
1 Erano riservate ai membri del «capitolo superiore» e ai direttori delle case.
2 Capitoli generali di S. Francesco di Sales, ms G. Barberis, p. 47, FdB 1.872 C 2.
3 Deliberazioni prese..., ms G. Barberis, p. 2, FdB 1.873 B 4.
4 G. BARBERIS, Cronaca, quad. 19°, p. 44.

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Pietro Braido
va precedere da 38 pagine dirette Ai Soci Salesiani. Queste pagine ricompariran-
no notevolmente ampliate in una ristampa delle Costituzioni del 1877, ripetuta
nel 1885, in una riedizione delle medesime costituzioni.
Lo scritto può costituire un'utile fonte per lo studio della figura in larga mi-
sura inesplorata di don Bosco fondatore. Ai soci salesiani integra, in altra pro-
spettiva, i tratti della spiritualità religiosa e salesiana di don Bosco offerti dal
Cenno istorico, arricchendone il profilo. Nello scritto del 1873/1874 la figura del
salesiano è vista nell'ambito della struttura giuridica e organizzativa della Società
religiosa che don Bosco vorrebbe salvaguardare nel momento dell'approvazione
delle Costituzioni.5 Nelle pagine del 1875, invece, il problema dell'approvazione
appare superato. Resta il compito di plasmare i membri della Congregazione se-
condo lo status religioso compiutamente conseguito. Dalle strutture giuridiche e
organizzative si passa a parlare delle persone e delle comunità che in tali strutture
sono chiamate a realizzare la propria vocazione «religiosa».6
1. L'apprendistato «religioso» di don Bosco fino al 1875
Ai Soci Salesiani introduce, certamente, alla lettura delle Costituzioni met-
tendone in evidenza punti salienti per la vita spirituale formalmente «religiosa»
del salesiano educatore. Lo scritto prelude a un eventuale direttorio o manuale,
ma nella sua specificità privilegia alcuni punti capitali della concezione religiosa
salesiana di don Bosco.7 Esso è il frutto di un lungo apprendistato particolarmen-
te arduo per don Bosco che proviene dall'esperienza di sacerdote diocesano e,
quindi, non è familiarizzato con i meccani-
5 P. BRAIDO, L'idea della società salesiana nel «Cenno istorico» di don Bosco del
1873/1874, in RSS 6 (1987) n. 2, luglio-dicembre, p. 245.
6 Sugli aspetti sia strutturali che contenutistici dell'azione di don Bosco fondatore sono
sempre illuminanti le dense pagine scritte da P. STELLA, Don Bosco nella storia della religiosità
cattolica, vol. I Vita e opere. Roma, LAS 1979 (II ed.), pp. 129-165, cap. VI La società salesiana,
e più precisamente, pp. 142-149 I Salesiani di fronte allo Stato e pp. 150-160 I Salesiani di fronte
alla Chiesa; vol. II Mentalità religiosa e spiritualità, ibid. 1981 (II ed.), cap. XIIII Salesiani
religiosi nuovi per la salvezza della gioventù, pp. 359-439, e più precisamente, pp. 392-414 Voca-
zione, voti e salvezza eterna, pp. 414-421 I rendiconti, pp. 421-430 Pratiche di pietà, pp. 430-439
La vita comune. Taluni elementi di carattere storico e spirituale si possono ritrovare in due volumi
miscellanei: Costruire la Famiglia Salesiana. Simposio 19-22 febbraio 1982. Roma, LAS 1983;
Don Bosco Fondatore della Famiglia Salesiana. Atti del Simposio, Roma-Salesianum 22-26
gennaio 1989. Roma, Editrice SDB, s.d.
7 Che siano solo alcuni lo prova già la seconda edizione del 1877 che arricchisce notevol-
mente la tematica.

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Tratti di vita religiosa salesiana
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smi del costituirsi, del formarsi e del maturare di una vocazione «religiosa». Tale
formazione specifica si è venuta effettuando attraverso almeno tre canali: 1) la
familiarità con la storia ecclesiastica; 2) l'impegno nel processo di strutturazione
e di animazione della società salesiana; 3) il lavoro di coscientizzazione alla vita
religiosa parallelo all’iter di redazione delle Costituzioni.
1.1 I RELIGIOSI NELLA STORIA
Con la vita religiosa don Bosco ebbe contatti, oltre che attraverso conoscen-
ze personali e l'aspirazione ad abbracciarne qualche forma, quale scrittore di
storia ecclesiastica.
È interessante notare come egli, semplice prete diocesano, seppure con
qualche anelito giovanile verso la vita «religiosa» (francescani, oblati di Maria
Vergine, rosminiani) fin dalla Storia ecclesiastica del 1845 riservi uno spazio
eccezionalmente ampio a santi iniziatori e fondatori della vita monastica, di ordi-
ni mendicanti e di congregazioni moderne.
Nella Storia ecclesiastica del 1845
Prevalgono, ma non sono esclusivi, i fondatori e alcuni membri distinti di i-
stituti maschili ed è messa in rilievo la realtà della verginità femminile. Vi com-
paiono in buon rilievo: s. Paolo eremita e s. Antonio abate; s. Eusebio di Vercelli,
s. Benedetto e s. Gregorio Magno; s. Bernone (Cluny), s. Romualdo, s. Pier Da-
miani, s. Brunone, s. Bernardo, s. Giovanni de Matha, s. Domenico, s. Francesco,
s. Antonio di Padova, s. Bonaventura, s. Tommaso d'Aquino, s. Celestino V; e
poi s. Francesco da Paola, s. Giovanni Maria Zaccaria, s. Ignazio di Loyola, s.
Filippo Neri, s. Francesco di Sales, s. Vincenzo de' Paoli, il b. Sebastiano Valfrè,
s. Giovanni Battista de la Salle, s. Alfonso Maria de Liguori.8 Nelle ultime pagine
sono menzionati la Congregazione degli Oblati di M.V., i «tre ordini religiosi»
del Sacro Cuore di Gesù, delle Fedeli Compagne, l'Istituto della Carità (Rosmi-
niani) e il «Cavaliere canonico Cottolengo fondatore della Piccola Casa della
divina Provvi-
8 Storia ecclesiastica..., pp. 78-80, 126-127, 128, 134-135, 157-161, 163-165, 197-201,
206209, 213-214, 222-226, 229-231, 235-237, 239-245, 248-253, 256-257, 282-285, 297-300, 307-
310, 314-316, 321-322, 328-334, 339-342, OE I 236-238, 284-286, 292-293, 315-319, 321-323,
355359, 364-367, 371-372, 380-384, 387-389, 393-395, 397-403, 406-411, 414-415, 440-443, 455-
458, 465-468, 472-474, 479-480, 486-492, 497-500.

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Pietro Braido
denza».9 Gli accenni si estendono inoltre ai Teatini, ai Cappuccini, ai Somaschi,
ai Fatebenefratelli.10 Sulla linea della celebrazione della verginità femminile (s.
Tecla), esaltata da s. Agostino e s. Ambrogio,11 vengono particolarmente ricorda-
te in pagine non avare s. Brigida, s. Caterina da Siena, s. Teresa d'Avila.12
Dalla molteplicità delle informazioni emerge un don Bosco in possesso di
una visione abbastanza chiara ed empática delle tre fondamentali forme sotto cui
la vita consacrata si esprime: la verginità, la vita eremitica e monastica, la consa-
crazione alle opere di carità apostolica e benefica. È una buona propedeutica al
suo futuro ruolo di fondatore di congregazioni religiose di vita attiva.
All'«umile e santa verginità» allude raccontando il leggendario martirio di s.
Tecla;13 ma aggiunge elementi più consistenti in riferimento a s. Ambrogio,14 s.
Caterina da Siena,15 a s. Teresa d'Avila.16
Ancor più nitida appare la visione della vita eremitica e monastica. Essa è
caratterizzata, insieme, da estrema austerità, da profondità di preghiera contem-
plativa, non disgiunta dal lavoro in funzione della carità, il tutto vissuto in una
disciplinata vita comunitaria cementata dall'obbedienza. «La vita solitaria e mo-
nastica aveva per iscopo l'osservanza dei consigli evangelici, vale a dire: la pover-
tà, l'obbedienza, la castità perfetta. Per riuscirvi quattro sono i mezzi principali
che usavano: la ritiratezza, il digiuno, il lavoro, la preghiera (...). Il lor lavoro che
pur era continuo, consisteva nel fare stoie o canestri di giunco che vendevano
dandone il prezzo ai poveri (...). Si radunavano due volte il giorno a pregare in
comune (...). Finalmente ubbidivano ai loro superiori come altrettanti fanciulli,
formando tra tutti un cuor solo ed un'anima sola».17 S. Pier Damiani «suo malgra-
do fu fatto Superiore di un numeroso monastero, che egli amministrò santamente
e fondò più altri romitaggi, procurando d'insinuare nel cuore di tutti i solitarii
queste tre massime fondamentali: carità vicendevole, ritiratezza, umiltà.18
9 Storia ecclesiastica..., pp. 373-374, 377-379, 385-386, OE I 531-532, 535-537, 543-544.
10 Cfr. Storia ecclesiastica..., p. 297, OE I 455.
11 Cfr. Storia ecclesiastica..., pp. 41-42, 136, 147, OE I 199-200, 294, 305.
12 Cfr. Storia ecclesiastica..., pp. 261-264, 264-267, 308-310, OE I, 419-422, 422-425,
466-468.
13 Storia ecclesiastica..., pp. 41-42, OE I 199-200.
14 Storia ecclesiastica..., p. 136, OE I 294.
15 Storia ecclesiastica..., pp. 264-267, OE I 422-425.
16 Storia ecclesiastica..., pp. 308-310, OE I 466-468.
17 Storia ecclesiastica..., pp. 127-129, OE I 285-287.
18 Storia ecclesiastica..., p. 208, OE I 366. Analoghe iniziative sono attribuite a s. Ro-

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Tratti di vita religiosa salesiana
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Senza esplicitare le diverse svolte della vita religiosa, don Bosco ne sottoli-
nea tuttavia elementi evolutivi. Un nuovo corso è visibile dal modo con cui rac-
conta dei nuovi ordini medioevali; e di nuovo, più tardi, dei chierici regolari e
delle congregazioni moderne. Gradualmente, nella sua presentazione, consacra-
zione e missione tendono a convergere e quasi a coincidere, con la coesistenza di
contemplazione, povertà, carità spirituale e corporale. S. Giovanni de Matha e s.
Felice di Valois «andarono ambidue a Roma acciocché fosse approvato dal Papa
un ordine, che avesse per suo scopo particolare il riscatto degli schiavi, e qualora
ciò non si potesse col danaro, si facesse colla propria persona».19
«Spirito di carità», «vivissimo desiderio di adoperarsi per la salute delle a-
nime», «rappacificare alla Chiesa cattolica i novatori con un buon numero di
fervidi missionarii», l'esercizio delle opere di misericordia, «zelo per la salute
delle anime», «tendere in modo speciale alla predicazione» sono gli scopi di s.
Domenico e di s. Francesco e dei molti discepoli che si aggregano a loro nell'or-
dine domenicano e in quello francescano (in questo, «malgrado la rigidezza di
vita e l'austera penitenza»).20
Una più marcata impronta caritativa e attiva assumono altre forme di vita re-
ligiosa descritte da don Bosco. Lo scopo dei Barnabiti «è specialmente di far
delle missioni, ammaestrare la gioventù, dirigere i Seminari, ed esercitare tutte le
altre funzioni, in cui piace ai Vescovi di adoperarli».21 S. Ignazio «nell'anno 1534
fondò la compagnia di Gesù, che cotanto si segnalò nel combattere gli eretici, e
nella propagazione della fede nei paesi stranieri».22 «La congregazione dell'Ora-
torio ha per iscopo primario l'istruzione della gente rozza e semplice».23
San Vincenzo de' Paoli «fondò la missione di s. Lazzaro in Parigi, la quale si
dilatò in ogni parte del mondo con grandissimo vantaggio di tutta la cristianità;
istituì anche la congregazione delle figlie della carità, che ha per iscopo primario
l'assistenza degli ammalati negli ospedali».24 S. Giovan-
mualdo tra i camaldolesi, a s. Brunone tra i certosini e a s. Pier Damiani (Ibid., pp. 199-201,
206-209, 213-214, 225, OE I 357-359, 364-367, 371-372).
19 Storia ecclesiastica..., pp. 229-231, OE I 387-388.
20 Storia ecclesiastica..., pp. 235-237, 239-241, 241-242, OE I 393-395, 397-399, 241-242.
«Colla castità e colla povertà sarete grati a Dio e utili alla Chiesa»: sono, secondo don Bosco,
le parole del «testamento spirituale» di s. Domenico sul letto di morte per i suoi religiosi (p.
242, OE I 400).
21 Storia ecclesiastica..., p. 298, OE I 456.
22 Storia ecclesiastica..., p. 299, OE I 457.
23 Storia ecclesiastica..., p. 319, OE I 473.
24 Storia ecclesiastica..., p. 328, OE I 486.

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Pietro Braido
ni B. de la Salle «si pose ad istruire i ragazzi fondando un istituto, che ha di mira
l'istruzione morale e civile della gioventù».25
Negli scritti successivi
A partire dalla metà degli anni '50, gli scritti di don Bosco, in particolare le
Vite dei Papi, trovano l'autore personalmente coinvolto nella idea «religiosa» in
quanto iniziatore di una congregazione orientata all'educazione dei giovani.
Anche in essi, accanto al tema della verginità femminile,26 non mancano
menzioni della vita eremitica e monastica, pur trattandosi di secoli ancora lontani
dall'organizzazione della vita religiosa regolare e cenobitica con s. Agostino e s.
Benedetto. Naturalmente si tratta di una presenza ancora molto discreta, piuttosto
solitaria, eppure evangelicamente significativa, anche se non ancora produttiva di
quelle grandi opere di cui è feconda la vita dei monaci, degli ordini mendicanti e
degli istituti moderni.
Caratteristiche dominanti sono ritenute la fuga dal mondo, la ritiratezza, la
penitenza. Tale immagine persiste lungo l'intera vita di don Bosco. «Coloro che
abbracciano lo stato monastico rinunciano al mondo per andare a vivere ne' loro
conventi o monasteri che sono una specie di solitudine».27
Il primo eremita di cui don Bosco parla è s. Telesforo. Sono ricordati in se-
guito il futuro papa s. Antero e s. Dionigi. Ai suoi occhi tale scelta è determinata
dalla volontà di assicurarsi la salvezza con la fuga dai pericoli del mondo e un più
fervido servizio di Dio.28
Una forma monacale vicina a quella eremitica è attribuita al monastero di
Marmoutier, fondato da s. Martino vescovo di Tours. Di esso don Bosco dà una
minuta descrizione. Il monastero si trova «in un luogo deserto posto tra una mon-
tagna ed un fiume detto Loira»; i monaci «avevano tutti
25 Storia ecclesiastica..., p. 333, OE I 491.
26 Cfr. la consacrazione verginale e il martirio di s. Cecilia (Vita del sommo pontefice Ur-
bano I..., 1859, pp. 15-28, 42-47, OE XI 309-322, 336-341), il martirio di Anatolia, che aveva
fatto il voto di verginità — pur convenendo sulla santità anche dello stato matrimoniale —, e
convince l'amica Vittoria a fare altrettanto (La persecuzione di Decio..., 1859, pp. 18-22, OE
XII 18-22); a Catania il martirio di s. Agata (pp. 24-27, OE XII 24-27); a Roma la rinuncia a
un matrimonio imperiale per amore della castità verginale da parte di s. Susanna (Il pontificato
di S. Caio..., 1863, pp. 57-60, 86, OE XIV 419-422, 448).
27 Il pontificato di S. Dionigi..., 1861, p. 5, OE XIII 257.
28 Vita dei sommi pontefici S. Poliziano..., 1859, pp. 46-47, OE XI 454-455; Il pontificato
di S. Dionigi..., 1861, pp. 3-4, OE XIII, 255-256.

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Tratti di vita religiosa salesiana
367
la loro cella separata e quasi tutte scavate nel sasso di quel monte» e «tutti pene-
trati del pensiero, che niuno può giungere al cielo se non colla innocenza o colla
penitenza, nella loro austerità emulavano il rigore dei più mortificati eremiti».
«Niuno riteneva cosa propria: tutto si metteva in comune: non era permesso né di
comperare, né di vendere. Tutti erano indistintamente dati all'esercizio della peni-
tenza e della più eminente pietà. Non esercitavano altro mestiere che quello di
copiar libri; cosa allora assai necessaria pelle scienze, non essendo ancora cono-
sciuta la stampa, e vi s'impiegavano solamente i giovani, giudicando una tale
occupazione utile per loro istruzione e per contenere la vivezza della immaginati-
va. I più attempati attendevano alla contemplazione delle cose celesti. Rare volte
alcuno usciva di cella, se non quando si radunavano nell'Oratorio a far preghiera
in comune. Mangiavano tutti insieme assai parcamente una volta al giorno e sul
tardi. Non si dava vino ad alcuno eccetto agli infermi. La maggior parte portava
pungenti cilici intorno alla persona. I panni e le vesti alquanto delicate erano da
ognuno abborrite come scandalo manifesto; cosa tanto più da ammirare in quanto
che la maggior parte di loro erano nobili appartenenti a famiglie agiate e delica-
tamente allevati, che solo per amore di Cristo si erano volontariamente sottoposti
alla penitenza».29
Analogo ma più vicino all'esperienza cenobitica è quanto don Bosco scrive a
proposito di s. Cantone, fondatore di comunità di monaci o di laure, «aggrega-
zioni di più celle i cui abitanti facevano vita comune».30 È una curiosa proiezione
dell'immagine che don Bosco si è formato della vita monastica e che in parte
integra nella sua concezione della vita religiosa. Nelle sue comunità monacali s.
Cantone stabilì «un modo di vivere, in cui fosse fissata l'ora e la quantità del cibo,
del lavoro e del riposo, della preghiera e della ricreazione, dell'udienza e della
meditazione»; ciascuno doveva procurare di «levarsi dalla mensa portando anco-
ra seco un po' di appetito»; «preghiere e salmi» dovevano «cantarsi o recitarsi a
certe ore del giorno e a certe ore della notte». «Miei fratelli, diceva a' suoi com-
pagni, ricordatevi che l'ozio è cagione di molti mali e dà origine ad ogni vizio. A
voi poi raccomando la cura di una grande virtù, la castità. Questa non si conserva
se non col lavoro, e le tentazioni contro di essa non si vincono, se non col digiuno
e colla preghiera. Guardatevi, ripeteva spesso, dal conversare troppo cogli uomi-
ni;
29 Vita di san Martino..., 1855, pp. 33-35, OE VI 421-423.
30 Il pontificato di S. Felice primo..., 1862, p. 80, OE XIII 418; con un'Appendice sopra
S. Cantone abate e martire, pp. 64-94, OE XIII 402-432.

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368 Pietro Braido
il trattare con gente di mondo è esporre la virtù a gran pericolo. Al contrario il
silenzio e la ritiratezza sono la madre e la custodia di ogni virtù. Noi abbiamo
grandemente bisogno di questa quiete a fine di purgare l'anima nostra dalle
macchie che la nostra misera umanità va ogni giorno contraendo. La qual cosa
facevano certamente colla frequente confessione. Nei poverelli egli ravvisava la
persona di Gesù Cristo, perché non rifiutava mai limosina ad alcuno. Non
bisogna mai licenziare il poverello colle mani vuote diceva; affinché non ci
accada di mandar via col povero il medesimo divin Salvatore».31
L'immagine è integrata dai consigli e ricordi che il santo abate dispensa ai
monaci in prossimità della morte. Con tutta evidenza don Bosco vi proietta idee e
sentimenti che in gran parte condivide. «Ricordatevi che è momentaneo quello
che patite nel mondo, ma che è eterno quello che si gode in cielo (...). Ricordatevi
che l'ira è un gran male, perciò procurate di conservare tra voi la pace e la
concordia. Che se accadesse qualche discordia, mai non lasciate che il sole
tramonti senza che vi siate riconciliati (...). Le vostre armi per combattere i
nemici dell'anima siano il digiuno, la preghiera, le lacrime, il pensiero della
morte, dell'inferno e soprattutto della beata umiltà (...). Custodite i vostri sensi,
specialmente gli occhi e le orecchie. Queste sono le due finestre per cui il
demonio si fa strada nel nostro cuore. Il più prezioso di ogni possesso si è il
possedere niente. Il possessore delle vere ricchezze è colui, che disprezzando
ogni cosa, non si lascia lusingare da nessun bene della terra. L'apostolo s. Paolo
annovera le cose che ci sono necessarie; che abbiamo di che vestirci e sfamarci,
questo basta ad un cristiano».32
Analogo è il discorso riguardante altre forme di vita insieme eremitica e
cenobitica, descritte nel precedente opuscolo su Il pontificato di S. Dionigi. «In
alcuni luoghi i solitari giunsero a più centinaia, ed anche a più migliaia. Tutti
sotto ad una regola sola, formanti una sola famiglia dipendevano dal medesimo
capo. Il capo di quelle maravigliose famiglie chiamavano abate, dalla parola
ebraica abba che vuol dire padre; perciocché egli era realmente considerato come
il padre di tutti, e i sudditi lo ubbidivano come altrettanti figliuoli, che perciò
dicevansi frati o fratelli. Questa vita più angelica che umana tenne più anni s.
Dionigi, finché fu richiamato a Roma, e fu aggregato al clero pontificio, che è
come dire al ceto dei cardinali».33
31Il pontificato di S. Felice primo..., 1862, pp. 81-83, OE XIII 419-421.
32Il pontificato di S. Felice primo..., 1862, pp. 91-93, OE XIII 429-431.
33Il pontificato di S. Dionigi..., 1861, pp. 4-6, OE XIII 256-258.

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Tratti di vita religiosa salesiana
369
In relazione alla vita contemplativa conviene accennare ancora a due libri
compilati da don Bosco su due beate piemontesi, una domenicana, l'altra carmeli-
tana, Caterina de Mattei e Maria degli Angeli.34 Il primo appare meno significati-
vo per l'esuberanza di visioni, apparizioni, fatti straordinari e la scarsa elabora-
zione da parte del compilatore. Invece, più vicino alla sensibilità religiosa e uma-
na di don Bosco si rivela il secondo. Nel monastero in cui entra la giovane Ma-
rianna Fontanella di Santena, in religione Maria degli Angeli, «si vede la santità
come domestica e famigliare. L'austerità è quivi sostenuta dalle leggi più dolci; la
penitenza regna come regina, ma l'amore e la discrezione rendono caro e deside-
rabile il suo impero. Vi è perpetua allegrezza, ma senza divagazione; indispensa-
bile il raccoglimento, ma senza noia, serbasi inviolabile la modestia, ma sempre
lontana da ogni rusticità. L'umiltà, la schiettezza, l'innocenza, la pace hanno quivi
tranquillo e sicuro albergo».35 Anche come priora Maria degli Angeli rivela sag-
gezza ed equilibrio tali da rispondere in parecchi tratti all'ideale del superiore di
comunità religiose e educative immaginato da don Bosco. «Con diligenza atten-
deva che le sue figlie fossero esatte nell'osservanza delle regole (...). Raddolciva
ella qualsiasi rigore coll'amabilità e soavità del suo spirito. Concedeva loro con
discretezza onesti sollievi, nei quali anch'essa con una giovialità tutta celeste
allegramente le intratteneva; anche faceta a suo tempo, e con tutti sempre grazio-
sa (...). Un'attenzione così amorosa uno zelo così soave, e infine i suoi doni cele-
sti la resero a tutte le figlie sì amabile e cara e veneranda, che dir non si può».36
Nella Storia ecclesiastica del 1870
Nella quarta edizione «migliorata e accresciuta», realizzata con la collabora-
zione di don Giovanni Bonetti e che don Bosco riconosce come propria,37 il di-
scorso sugli ordini e le congregazioni moderne viene ampliato. Viene raddoppia-
to il numero di quelli menzionati e la trattazione di alcuni presenti nelle prece-
denti edizioni è meglio sviluppata. In genere si può nota-
34 Cenni storici intorno alla vita della B. Caterina De-Mattei (1862); Vita della beata
Maria degli Angeli carmelitana scalza torinese (1865).
35 Vita della beata Maria degli Angeli..., 1865, p. 34, OE XVI 308.
36 Vita della beata Maria degli Angeli..., 1865, pp. 91-92, 94, OE XVI 365-366, 368. Cfr.
cap. XIV-XVIII, pp. 95-126, OE XVI 369-400.
37 Storia ecclesiastica ad uso della gioventù..., Tipografia dell'Oratorio di S. Frane, di Sa-
les 1870, p. 3 (Al lettore). Nel seguito si citerà dalla ristampa del 1871, perfettamente identica
anche nell'impaginazione, che è riprodotta nelle Opere edite, vol. XXIV.

1.10 Page 10

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370
Pietro Braido
re che di essi è scarsamente o affatto sottolineato lo specifico carattere «religio-
so» (la «consacrazione»), mentre risulta fortemente marcato quello operativo (la
«missione») e in particolare lo scopo educativo.38 L'aggregazione «religiosa», la
«consacrazione», sembra sorgere dalle esigenze della «missione». Così di s. Gae-
tano da Thiene si dice: «Non potendo da solo compiere tutte le opere che forma-
vano incessante oggetto della sua carità, si cercò alcuni zelanti compagni, coi
quali cominciò vita comune. Di qui ebbe principio l'ordine dei chierici regola-
ri»?39 César de Bus, «datosi a lavorare con zelo nel sacro ministero, rimase pro-
fondamente addolorato nel vedere che per mancanza di istruzione religiosa l'ere-
sia e la rivoluzione minacciavano d'invadere tutta la Francia. Fu allora che egli
concepì il disegno di fondare una società, i cui membri si dedicassero con voto
speciale all'insegnamento del catechismo. Pertanto con una scelta di zelanti com-
pagni diede principio alla congregazione dei Dottrinari ovvero della dottrina cri-
stiana in Avignone nel 1592».40 S. Camillo de Lellis, «fattosi sacerdote chiamò in
aiuto altri compagni, dando così principio alla congregazione dei ministri degl'in-
fermi».41 Similmente accadde a s. Giuseppe Calasanzio: «La sua missione era pei
poveri fanciulli (...). Per avere degli eredi del suo zelo e della sua carità, istituì
sotto la protezione speciale della Santa Vergine una congregazione di religiosi,
detta delle Scuole pie o degli Scolopii.42 S. Vincenzo de' Paoli «per mantenere in
fiore le sue opere di carità fondò la congregazione dei sacerdoti della missione,
detti Lazzaristi».43 Infine, Giovanni Battista de la Salle, «non potendo da solo
sopperire al gran bisogno, chiamò in aiuto dei compagni, nei quali egli trasfuse il
suo spirito. In questa guisa ebbe principio l'istituzione dei Fratelli delle scuole
cristiane, che ha per iscopo esclusivo l'educazione cristiana dei fanciulli della
classe povera o meno agiata della società».44
Sembra un tratto caratteristico della mentalità «religiosa» di don Bosco in riferi-
mento agli istituti non monacali e contemplativi, compresa la società salesiana.
38 Soltanto per i cappuccini e per s. Paolo della Croce e i Passionisti si parla esplicita-
mente della regola e dei voti (Storia ecclesiastica..., 1871, p. 313, OE XXIV 313).
39 Storia ecclesiastica..., 1871, pp. 278-279, OE XXIV 278-279.
40 Storia ecclesiastica..., 1871, pp. 298-299, OE XXIV 298-299.
41 Storia ecclesiastica..., 1871, p. 300, OE XXIV 300.
42 Storia ecclesiastica..., 1871, p. 307, OE XXIV 307.
43 Storia ecclesiastica..., 1871, p. 309, OE XXIV 309.
44 Storia ecclesiastica..., 1871, p. 311, OE XXIV 311.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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Tratti di vita religiosa salesiana
371
1.2 NEL CORSO DELLA ELABORAZIONE DELLE COSTITUZIONI
Una seria inculturazione «religiosa» di don Bosco avviene lungo l'intero iter
che porta all'approvazione delle Costituzioni. Essa ha anzitutto carattere giuridi-
co, ma ovviamente non vi sono estranei aspetti contenutistici e spirituali. L'ag-
gregazione di un gruppo di giovani collaboratori in funzione della carità giovani-
le diventa «religiosa» man mano che tende a una sicura stabilità, accedendo gra-
dualmente al vero e proprio «stato religioso». La promessa iniziale si evolve nei
voti religiosi (14 maggio 1862) e con ciò i legami reciproci dei soci in funzione
della missione diventano vincolo di consacrazione a Dio. I voti a loro volta si
specificano in rapporto al tipo di congregazione che don Bosco intende, confe-
rendo loro una fisionomia specifica: l'obbedienza religiosa vuol essere compatibi-
le con le libertà civili, la povertà effettiva si concilia con il dominio radicale, il
distacco della castità si specializza in una incondizionata dedizione anche affetti-
va, controllata e austera, all'apostolato giovanile.45
Il primo articolo delle Costituzioni della Società di S. Francesco di Sales di-
venta sempre più preciso in proposito: «Lo scopo di questa congregazione si è di
riunire insieme i suoi membri ecclesiastici, chierici ed anche laici a fine di perfe-
zionare se medesimi imitando per quanto è possibile le virtù del nostro divin
Salvatore» (1858/1859). L'ultima espressione viene gradatamente modificata:
«imitando le virtù del nostro Divin Salvatore specialmente nella carità verso i
giovani poveri» (1860/1861); «lo scopo di questa società si è la perfezione cri-
stiana de' suoi membri, ogni opera di carità spirituale e corporale verso de' gio-
vani specialmente se sono poveri (...)» (1862/1864); «huc spectat huius Congre-
gationis finis ut socii simul ad perfectionem christianam nitentes, quaeque chari-
tatis opera tum spiritualia, tum corporalia erga adolescentes, praesertim si pau-
peres sint, exerceant» (1867/1870-1872): questo testo è sostanzialmente quello
definitivo.46
45 Si accenna appena a questo aspetto della «formazione religiosa» culturale di don Bo-
sco. È un problema già affrontato da qualificati studiosi. Si veda per tutti F. MOTTO, «Constitu-
tiones Societatis S. Francisci Salesii». Fonti letterarie dei capitoli «scopo, forma, voto di obbe-
dienza, povertà e castità», RSS 2 (1983) 340-384, che rimanda soprattutto alle ricerche e acqui-
sizioni di Francis Desramaut e di Pietro Stella (Ibid., pp. 342-345).
46 Cost. SDB (ed. Motto), pp. 72-73; cfr. F. DESRAMAUT, Il primo articolo delle costitu-
zioni salesiane dalle origini fino al 1966, in Fedeltà e rinnovamento. Studi sulle costituzioni sale-
siane. Roma, LAS 1974, pp. 119-136: tuttavia non risultano sempre persuasive le ragioni e le
valutazioni delle successive modificazioni dell'articolo.

2.2 Page 12

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372
Pietro Braido
Una vera società «religiosa»
In questa prospettiva si profila con crescente chiarezza lo stato religioso del
salesiano educatore con una forte tensione all'unità vocazionale, cioè all'unità di
consacrazione e di missione educativa. Essa viene codificata in alcuni articoli
delle Costituzioni che risalgono già al triennio 1858/1861 e contemplano in unità
il fare, la formazione interiore, lo zelo, la pietà. «Gesù Cristo cominciò fare ed
insegnare, così i congregati comincieranno a perfezionare se stessi colla pratica
delle interne ed esterne virtù e coll'acquisto della scienza, di poi si adopreranno a
benefizio del prossimo».47 «Ognuno sia disposto di soffrire, se occorre, caldo,
freddo, sete, fame, stenti e disprezzo ogni volta tali cose contribuiscono a pro-
muovere la gloria di Dio, il bene delle anime, la salute dell'anima propria».48 «La
vita attiva, cui tende la nostra società fa sì che i suoi membri non possano avere
comodità di fare molte pratiche in comune; procureranno di supplire col vicende-
vole buon esempio e col perfetto adempimento dei doveri generali del cristia-
no».49
Il concetto viene esplicitato in un documento redatto nel 1873 e stampato a
ridosso dell'approvazione delle costituzioni: «D. In questa Società cercate il bene
del prossimo o quello de' Soci? R. Lo scopo di questa Società è il bene spirituale
dei soci mediante l'esercizio della carità verso al prossimo e specialmente verso
alla povera gioventù».50
Esso maturava nell'idea di una società religiosa fortemente organizzata, tan-
to più unita e disciplinata all'interno quanto più sciolta e autonoma da eccessivi
vincoli all'esterno, intraecclesiali ed extraecclesiali. È significativo quanto don
Bosco scriveva in giugno-luglio del 1867 in un pro-memoria diretto al nuovo
arcivescovo di Torino, Alessandro Riccardi di Netro. Egli si richiama a indica-
zioni di Pio IX, che coincidevano con il proprio pensiero, chiaramente espresso in
articoli delle Costituzioni — sui diritti civili e sulle dimissorie — che la curia
romana sistematicamente rifiuta. «Per l'unità di spirito e di disciplina in questo
genere di sacro ministero è indispensabile
47 Scopo di questa congregazione, art. 2, Cost. SDB (ed. Motto), p. 72; è articolo che ap-
partiene alla prima redazione delle Costituzioni del 1858 e resta immutato con piccole modifi-
che fino al testo ufficiale del 1874.
48 Accettazione, art. 12, Cost. SDB (ed. Motto), p. 178; nel testo ufficiale del 1874 viene
trasferito al capitolo delle Pratiche di pietà, art. 13 (p. 191).
49 Pratiche di pietà, art. 1, Cost. SDB (ed. Motto), p. 182. Il testo resta sostanzialmente
immutato nelle Costituzioni approvate nel 1874.
50 Cenno istorico..., in P. BRAIDO, L'idea della società salesiana..., in RSS 6 (1987) n. 2, lu-
glio-dicembre, p. 285.

2.3 Page 13

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Tratti di vita religiosa salesiana
373
una Società di persone che sotto alla scorta dell'autorità ecclesiastica studino, e
l'un l'altro si tramandino quelle regole di prudenza e di carità che per lo più si
possono solamente dalla pratica imparare (...). Il Santo Padre tracciava un piano
di Società religiosa, in modo che i membri in faccia alla Chiesa fossero veri reli-
giosi, ma in faccia alla civile autorità ciascuno fosse un libero cittadino».51 Con
questo intento verso il 1862/63 egli inseriva nel testo delle Costituzioni un artico-
lo inteso a assicurare al superiore una larga autonomia nei riguardi dei singoli
vescovi quanto alle ordinazioni: «In quanto alle ordinazioni i soggetti saranno
ordinati dall'Ordinario della diocesi dove si trovano gli ordinandi, secondo l'uso
delle altre congregazioni, che hanno unione di case, cioè secondo i privilegi delle
congregazioni considerate come ordini regolari».52
I voti
A questa luce sono visti e inquadrati anche costituzionalmente i voti classici
della vita religiosa: obbedienza, povertà, castità.
Come cardine sta l’obbedienza, la disciplina religiosa. Essa è voto «religio-
so»; le motivazioni, i modi, le finalità non possono, quindi, che essere permeate
di fede e di carità soprannaturale; soltanto in seconda istanza essa è anche realtà
di «famiglia» in armonia con lo stile di una comunità che educa secondo lo stile
preventivo-familiare, raccolta attorno alla figura del superiore-padre. Sono con-
cetti fissati basilarmente già nella prima redazione a noi pervenuta delle Costitu-
zioni della Società salesiana, nel capitolo Del voto di obbedienza. Il religioso
obbedisce come il Divin Salvatore, venuto non «per fare la sua volontà, ma quella
del suo celeste Padre» (art. 1); perciò il voto «si estende a non occuparci in altre
cose se non in quelle che il rispettivo superiore giudicherà di maggior gloria di
Dio e vantaggio dell'anima propria» (art. 2); mentre la virtù «ci assicura di fare la
divina volontà» (art. 4); ciascuno, dunque, avrà «il superiore in luogo di padre» e
a lui obbedirà «interamente, prontamente, con animo ilare e con umiltà» (art. 5).53
Ne consegue anche che ognuno avrà «grande confidenza nel superio-
51 Società di S. Francesco di Sales, pp. 1-2, FdB 1.925 A 12-B 1.
52 Cap. VIII, art. 4, Cost. SDB (ed. Motto), p. 118. Nonostante il parere contrario più vol-
te espresso dai Consultori e dai responsabili della Congregazione dei Vescovi e Regolari, nel
1864, nel 1868 e nel 1873/1874, don Bosco persisterà nel mantenere tale articolo fino al 1874,
quando esso verrà cassato di autorità al momento dell'approvazione delle Costituzioni.
53 Cost. SDB (ed. Motto), p. 92 e 94.

2.4 Page 14

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374
Pietro Braido
re», non gli nasconderà «niun segreto del cuore», anzi gli terrà «sempre la sua
coscienza aperta ogni qualvolta ne sia richiesto od egli stesso ne conosca il biso-
gno» (art. 7).54
Di tale rapporto confidente e cordiale è strumento privilegiato il cosiddetto
rendiconto, le cui modalità don Bosco, su pressione delle autorità romane, è co-
stretto gradatamente a mitigare. L'art. 7 del capitolo Del voto di obbedienza nelle
prime redazioni recitava: «Ognuno abbia grande confidenza nel superiore, niun
segreto del cuore si conservi verso di lui. Gli tenga sempre la sua coscienza aperta
ogni qualvolta ne sia richiesto od egli stesso ne conosca il bisogno». Nella reda-
zione del 1864 l'ultima parte dell'articolo suona così: «(...) Gli tenga eziandio la
coscienza aperta ogni qualvolta giudicherà tornare a maggior gloria di Dio e a
bene dell'anima propria».55 Il testo presentato all'approvazione definitiva nel 1873
portava: «Maxima unicuique fiducia in superiore sit, neque ullum cordis secretum
quisquam illum celet. Quoties ab eo postuletur, vel ipse necessitatem agnoscat,
etiam conscientiam suam ei adaperiat, quotiescumque hoc ad maiorem Dei glo-
riam, animaeque suae utilitatem conferre iudicaverit».56 Dopo successivi inter-
venti del segretario della Congregazione dei Vescovi e Regolari, Vitelleschi, il
testo approvato nel 1874 limita la confidenza alle cose esteriori. A tale esito si era
arrivati a partire dall'osservazione del Consultore domenicano p. Bianchi, 2 mag-
gio 1873: «16. Si prescrive (p. 13 n. 6) la manifestazione di coscienza in modo
assai stretto e rigoroso, a tal segno che i soci non devono celare al Superiore nes-
sun secreto del loro Cuore e della loro Coscienza. Si propone di restringerla tutt'al
più all'osservanza esterna delle Costituzioni ed al progresso nelle virtù; ed anche
questo facoltativamente».57 Don Bosco rispondeva: «Questo articolo era stato
tolto dalle regole della Compagnia di Gesù: Regula magistri novitiorum. Tuttavia
sarebbe modificato come segue: Maxima unicuique fiducia in superiore sit neque
ullum cordis secretum quisquam illum celet. Se poi si giudica meglio omettere
l'articolo intiero non produce difficoltà di sorta (vedi pag. 13 n. 6)».58 Sostanzial-
mente l'articolo
54 Cost. SDB (ed. Motto), p. 96.
55 Cost. SDB (ed. Motto), p. 96.
56 Cost. SDB (ed. Motto), p. 96.
57 Cost. SDB (ed. Motto), p. 243. Vitelleschi trasmettendo le osservazioni a don Bosco in
forma ufficiale traduce: «7. La manifestazione di coscienza (p. 13 n. 6) prescritta non si ammette,
tutto al più può ammettersi facoltativa ma ristretta soltanto alla esterna osservanza delle Costi-
tuzioni ed al progresso nelle virtù» (Ibid., p. 244).
58 Cost. SDB (ed. Motto), p. 246.

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Tratti di vita religiosa salesiana
375
viene accettato nella versione proposta dal segretario della Congregazione, mons.
Vitelleschi: «Superioribus suis unusquisque externas contra Constitutiones infi-
delitattes nec non profectum in virtutibus simpliciter ac sponte aperiet, ut ab iis
Consilia et consolationes, et, si opus sit, convenientia monita accipiat».59
Il discorso di don Bosco sulla povertà parte da lontano, ripetuto anche solo
in rapporto alla natura della sua opera benefica tutta dipendente dalle libere obla-
zioni dei sostenitori. Il testo costituzionale sancisce: «L'essenza del voto di pover-
tà nella nostra congregazione consiste nel condurre vita comune riguardo al vitto
e vestito e riserbar nulla sotto chiave senza speciale permesso del superiore»
(1858/1859); «L'osservanza del voto di povertà nella nostra congregazione consi-
ste essenzialmente nel distacco da ogni bene terreno, il che noi praticheremo colla
vita comune riguardo al vitto e vestito, non riserbando nulla a proprio uso senza
speciale permesso del Superiore» (1862/1864); «Votum paupertatis apud nos
respicit cuiuscumque rei administrationem, non possessionem. Eiusmodi autem
voti observantia in hoc praecipue consistit, ut animum ab omnibus terrestribus
alienum quisque habeat; quod nos vita quoquoversum communi relate ad victum
et vestimentum consequi curabimus, nec quidpiam nisi peculiari Superioris per-
missione pro nobis retinentes» (1873/1874).60
Dei tre voti quello di castità appare più stabile nei contenuti e nei suoi sei
articoli dalla prima redazione del 1858/59 al testo approvato del 1874. Le aggiun-
te sono semplici precisazioni di carattere spirituale. Don Bosco mostra fin dall'i-
nizio convinzioni ben nette circa la virtù della castità in rapporto alla delicatezza
della missione educativa dei suoi religiosi tra giovani particolarmente esigenti. Le
direttive e le cautele risultano estremamente rigide. «1. Chi tratta colla gioventù
abbandonata deve certamente studiare di arricchirsi di ogni virtù. Ma la virtù
angelica, virtù tanto cara al Figliuolo di Dio, la virtù della castità, deve essere
coltivata in grado eminente. 2. Chi non è sicuro di conservare questa virtù nelle
opere, nelle parole, ne' pensieri, non si faccia ascrivere in questa congregazione;
perché ad ogni passo egli è esposto a pericoli. Le parole, gli sguardi anche indif-
ferenti sono malamente accolti dai giovani già stati vittima delle umane passioni.
3. Perciò massima cautela nel discorrere o trattare coi giovani di qualsiasi età o
condizione. (...)».61
59 Cost. SDB (ed. Motto), p. 97.
60 Cost. SDB (ed. Motto), pp. 100-101.
61 Cost. SDB (ed. Motto), p. 108.

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376
Pietro Braido
Punto focale e motore di tutto sono le pratiche di pietà, che hanno un posto
caratteristico nella visione religiosa di don Bosco, fautore di un lavoro orante e di
una preghiera operante o, forse meglio, di un'azione contemplativa e di una con-
templazione operosa. Le Costituzioni definiscono il quadro generale delle «prati-
che» religiose in un capitolo apposito che risale al 1858/59. Esso comprende la
confessione settimanale (art. 2), la preghiera mentale e vocale (art. 3), la recita
quotidiana della terza parte del rosario e la lettura spirituale (art. 4), il digiuno del
venerdì (art. 5), l'esercizio mensile della buona morte e gli esercizi spirituali an-
nuali (art. 6).62
1.3 ORGANIZZAZIONE E ANIMAZIONE DELLA NASCENTE SOCIETÀ RELIGIOSA
L'inculturazione «religiosa» di Don Bosco è anche visibile nelle iniziative di
animazione che accompagnano lo strutturarsi della «società degli oratori» rapi-
damente ideata e iniziata.
Il ventenne cronista Domenico Ruffino in data 11 giugno 1860 fissa un so-
lenne «patto di missione», siglato da un impegno di grande forza vincolante: «Ci
sottoscrivemmo alle regole della Congregazione di S. Francesco di Sales per
mandare all'Arcivescovo Fransoni e facemmo tra noi promessa che se per mala
ventura per ragion della tristezza del tempo non si potranno fare i voti, ognuno in
qualunque luogo sia, ancorché tutti dispersi, finché uno esisterà, si sforzerà di
promuovere questa società, non ci fossero benanche che due soli e di sempre
finché è possibile osservarne le regole».63 Più tardi, al termine della prima profes-
sione pubblica dei voti, il 14 maggio 1862, come ricorda un altro cronista, il ven-
ticinquenne Giovanni Bonetti, don Bosco esplicita il loro valore congregazionale:
«(...) Chi sa che il Signore non voglia servirsi di questa nostra società per far
molto bene nella sua Chiesa? (...) alcuni intenti colle prediche ad instruire il basso
popolo, altri all'educazione dei ragazzi abbandonati, taluni a fare scuola, tal'altri a
scrivere e diffondere buoni libri, tutti insomma a sostenere la dignità del Romano
Pontefice, e dei ministri della Chiesa, quanto bene non si farà (...). Facciamoci
coraggio, lavoriamo di cuore. Iddio saprà pagarci da buon padrone. L'Eternità
sarà abbastanza lunga per riposarci».64
Alcuni anni più tardi don Bosco esprime una coscienza ancor più matura
della specificità ed essenzialità dello «stato religioso». «Noi mettiamo
62 Cost. SDB (ed. Motto), pp. 182-187.
63 G. RUFFINO, Cronache dell'oratorio di S. Francesco di Sales. N° 1o 1860, pp. 14-15.
64 G. BONETTI, Annali III 1962-1963, pp. 4-6.

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Tratti di vita religiosa salesiana
377
per base la parola del Salvatore che dice: "Chi vuole essere mio discepolo, vada a
vendere quanto possiede nel mondo, lo dia ai poveri e mi segua" (...). Ma fino a
quando seguirlo? Fino alla morte, e, se fosse mestieri, anche ad una morte di
croce. Ciò è quanto nella nostra Società fa colui che logora le sue forze nel sacro
ministero, nell'insegnamento od altro esercizio sacerdotale, fino ad una morte
eziandio violenta di carcere, di esilio, di ferro, di acqua, di fuoco, fino a tanto che
dopo aver patito od essere morto con Gesù Cristo sopra la terra, possa andare a
godere con lui in Cielo (...). Entrato un socio con queste buone disposizioni deve
mostrarsi senza pretese ed accogliere con piacere qualsiasi ufficio gli possa essere
affidato. Insegnamento, studio, lavoro, predicazione, confessione, in chiesa, fuori
di chiesa, le più basse occupazioni devono assumersi con ilarità e prontezza d'a-
nimo poiché Dio non guarda la qualità dell'impiego, ma guarda il fine di chi lo
copre. Quindi tutti gli uffizii sono egualmente nobili, perché egualmente meritorii
agli occhi di Dio».65
Emergono sempre più netti i tratti di una società religiosa estremamente e-
sigente: 1) essa deve costituirsi come organismo compatto, solido, funzionale;
perciò don Bosco con crescente convinzione preferirà impegni stabili e definitivi
a promesse a breve termine e precarie, i voti perpetui immediati ai voti tempora-
nei; 2) dal punto di vista organizzativo e funzionale è collocata al centro l'obbe-
dienza, virtù comunitaria «princeps», con forte riferimento all'autorità come ga-
rante dell'unità e dell'azione convergente di tutti, pur in una relativa autonomia di
iniziativa nella realizzazione dell'opera comune; 3) l'organismo congregazionale è
pensato il più possibile autonomo nel suo operare rispetto a possibili interferenze;
infatti, è capitale poter contare su un personale sicuro, non soggetto alla potestà
dei vari vescovi, disponibile all'opera dell'educazione giovanile; a questo scopo
fin dai primordi don Bosco tenta di ottenere dalla Santa Sede il privilegio dell'e-
senzione in materia di ordinazioni dei suoi chierici e non cessa di sollecitarla fino
al conseguimento definitivo nel 1884; una totale indipendenza è pure ricercata nei
confronti delle istituzioni civili;66 4) infine, la congregazione è chiaramente orien-
tata ad una intensa vita attiva, aperta a qualsiasi prestazione in favore dei giovani;
ma insieme vuol essere alimentata da una esplicita spiritualità «religiosa».
La base dell'operare è costituita dalla forma comunitaria, fraterna e in-
65 Lettera circolare ai salesiani del 9 giugno 1867, E I 474-475.
66 Più in generale, già nelle prime esperienze nell'opera degli oratori torinesi don Bosco
rifiuta qualsiasi legame di forme federative o di subordinazioni.

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378
Pietro Braido
sieme gerarchica della vita dei soci. Emerge dalla singolare conferenza tenuta ai
«membri della società di S. Francesco di Sales» il 10 gennaio 1864: «D. Bosco
lesse un articolo sullo scopo della società e poi ci parlò assai bene sul vincolo
della carità che deve unire i confratelli. Portò il paragone del carro di Ezechia
tirato da un'aquila e da un bue deducendone che colui il quale ha un temperamen-
to lento si scuota anche un poco. Parlò della carità che devono usare coloro che
comandano e coloro i quali obbediscono».67 Non è, però, solo questione di carità
(e di voti, come si vedrà più avanti), ma anche di precisi vincoli, garantiti dall'au-
torità legittima. Nella circolare citata del 9 giugno 1867, inviata ai salesiani con la
previsione di un'imminente approvazione pontificia della congregazione, ritardata
poi di due anni, don Bosco sottolineava anche l'aspetto gerarchico della coesione
comunitaria. «Miei cari figliuoli, abbiate fiducia nei vostri superiori; essi devono
rendere stretto conto a Dio delle vostre opere; perciò essi studiano la vostra capa-
cità, le vostre propensioni e ne dispongono in modo compatibile colle vostre for-
ze, ma sempre come loro sembra tornare di maggior gloria di Dio e vantaggio
delle anime. Oh! se i nostri fratelli entreranno in Società con queste disposizioni,
le nostre case diventeranno certamente un vero paradiso terrestre. Regnerà la pace
e la concordia fra gl'individui d'ogni famiglia, e la carità sarà la veste quotidiana
di chi comanda, l'ubbidienza ed il rispetto precederanno i passi, le opere e persino
i pensieri dei superiori. Si avrà insomma una famiglia di fratelli raccolti intorno al
loro padre per promuovere la gloria di Dio sopra la terra e per andare poi un gior-
no ad amarlo e lodarlo nell'immensa gloria dei beati in Cielo».68
Vi ha una funzione capitale la disciplina e quindi Y osservanza delle regole.
«La disciplina rimarrà senza effetto se non si osservano le regole della Società
(...). In generale osservate le regole della Congregazione e la disciplina trionferà.
Niuno ignori le regole proprie al suo uffizio; le osservi e le faccia osservare dai
suoi dipendenti. Se chi presiede agli altri non è osservante, non può pretendere
che i suoi dipendenti facciano quello che egli trascura; altrimenti gli si risponde-
rebbe: medice, cura te ipsum».69
In una struttura di questo tipo, in base ad apprendimenti culturali ed espe-
rienziali, don Bosco plasma la figura del direttore, quale appare la pri-
67 G. BONETTI, Annali III..., pp. 13-14.
L’unità di spirito e di governo (di «amministrazione») in funzione dell'azione congiunta
del piccolo esercito salesiano è sottolineata pure in una circolare che risale probabilmente al
1868 (E I 555-557).
68 9 giugno 1867, E I 475.
69 Circolare ai salesiani del 15 novembre 1873, E II 319.

2.9 Page 19

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Tratti di vita religiosa salesiana
379
ma volta nella lettera del novembre 1863 al primo direttore, don Rua, divenuta
Ricordi confidenziali ai direttori. Egli è capo e animatore di una comunità educa-
tiva, entro la quale gli educatori costituiscono anche una comunità «religiosa».70
Con essi egli mantiene un rapporto di intensa familiarità umana, servendosi tra
l'altro di due precisi strumenti di dialogo e di magistero: il rendiconto e le confe-
renze periodiche.71
In una circolare del 15 agosto 1869 don Bosco commentava appunto l'artico-
lo costituzionale sul rendiconto nella versione antica («abbia grande confidenza
col Superiore né gli nasconda alcun segreto del suo cuore»): «Questo articolo è
della massima importanza, e si è osservato che i trattenimenti del Superiore co'
suoi subalterni tornano di grande vantaggio, perciocché in questo modo gli uni
possono con tutta libertà esporre i loro bisogni e dimandarne gli opportuni consi-
gli, mentre il Superiore stesso sarà in grado di conoscere lo stato de' suoi confra-
telli, provvedere ai loro bisogni e prendere quelle deliberazioni che concorrono a
facilitare l'osservanza delle regole e il vantaggio dell'intera Società. Sembra che
ciò appunto voglia significare lo Spirito Santo, quando dice: Vae soli, quia quum
ceciderit, non habet sublevantem se (Eccl. IV, 10): guai a chi è solo perché egli
non ha chi lo aiuti ad alzarsi nella caduta. Di poi soggiunge: Per chi vive in So-
cietà, se uno cade o si trova in pericolo di cadere, viene da un altro sostenuto e in
certo modo resta puntellata la sua caduta. Si unus ceciderit, ab altero fulcietur
(Idem). In questa guisa, dice S. Tommaso, il religioso conseguisce il suo scopo,
egli è avvisato ne' pericoli: è aiutato a risorgere in caso di caduta: iuvatur a sociis
ad resurgendum».12
Non minore importanza è attribuita nella medesima circolare alle conferenze
periodiche: «1o Ogni mese saranno tenute due conferenze, di cui una intorno alla
lettura e spiegazione semplice delle regole della Congregazione. L'altra conferen-
za intorno a materia morale, ma in modo pratico ed adatta-
70 Cfr. F. MOTTO, Ricordi confidenziali ai direttori (1863), nel vol. Don Bosco educatore.
Scritti e testimonianze, a cura di P. Braido. Roma, LAS 1992, pp. 156-157.
71 Probabilmente mentre Ai soci salesiani è in stampa don Bosco ribadisce in una confe-
renza ai suoi religiosi l'importanza delle conferenze mensili e del rendiconto: «10° Si facciano le
consuete conferenze, due al mese: nell'una si dia lettura e spiegazione delle regole; nell'altra si
tratti qualche punto morale. Queste conferenze si facciano sempre (...). 12° Ciò che poi io
tengo come la chiave di ogni ordine e di ogni moralità, il mezzo con cui il direttore può avere
in mano la chiave di tutto si è che si facciano fare i rendiconti mensuali. Non si lascino mai per
qualunque motivo e si facciano posatamente e con impegno (...)»: conf. di domenica 26 sett.
1875, Barberis, Cronaca, quad. 12°, p. 49.
72 E II 43-44. Come si vede, vengono anticipati riferimenti e idee che si ritroveranno nel-
l'introduzione alle Costituzioni.

2.10 Page 20

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380
Pietro Braido
to alle persone a cui si parla».73
Rendiconti e conferenze ed altro raccomanda cumulativamente una lettera
del 17 aprile 1870 a don Giovanni Bonetti direttore del collegio di Mirabello
Monferrato: «Io credo che non si possano impedire i disordini, se mettonsi in
pratica le norme fondamentali delle nostre case. Fa' la prova. 1o Rendiconto men-
sile in cui si batta sul dovere che il Superiore ha di parlare schietto e dire ogni
cosa al suo suddito; e a questi dal suo canto dire le cose e se non si dicono se le
richiamano a memoria. 2° In questo rendiconto osservare se si è migliorato o no;
se si tenne conto dei consigli dati. Ed insistere sulla esecuzione dei medesimi. 3°
Non mai omettere le due conferenze mensili, una ascetica, l'altra spiegativa delle
regole. 4° Radunare il capitolo, e qualche volta tutti gli insegnanti per istudiare i
mezzi che ciascuno giudica opportuni per rimediare il da rimediarsi. 5° Ricordati
che il Direttore non deve fare molto, ma adoperarsi che gli altri facciano veglian-
do che ciascuno compia i propri doveri. 6° Leggi anche le norme che ho date
scritte a ciascun direttore delle nostre case. Non ti chiedo altro che l'osservanza di
questi articoli, e poi la grazia del Signore avrà la via aperta nel cuore di tutti».74
Si tende a realizzare quanto era sancito fin dalla prima redazione nel primo
articolo del capitolo sulla forma della Società del testo costituzionale: «Tutti i
congregati tengono vita comune stretti solamente dalla fraterna carità e dai voti
semplici che li stringono a formare un cuor solo ed un'anima sola per amare e
servire Iddio».75
Carità e obbedienza, infatti, sono viste indissociabili da don Bosco «fonda-
tore religioso». Secondo il giovane cronista Domenico Ruffino il 12 maggio 1861
don Bosco disse: «Nell'ultima conferenza abbiamo parlato della carità; ma di
quella che è comune anche ai pagani e con tutti del mondo di farsi degli amici e
diminuire il numero dei nemici; ma un'altra di gran lunga più superiore [sic!] noi
dobbiamo praticarne; noi dobbiamo imitare il divin Salvatore che coepit faceré
[et] docere; prima faceré, prima praticare la carità con noi medesimi, vincere noi
stessi; vi sarà qualche regola che dispiaccia o qualche altra cosa; vinciamo quella
nostra disposizione... ne viene poi l'obbedienza; questo è il perno di tutta la vita
religiosa: qui vult venire post me abneget semetipsum tollat crucem suam et se-
quatur me, rinnegare la nostra volontà, portare la croce quotidie come dice S.
Luca e seguire il
73 Lett. cire, del 15 agosto 1869, E II 44.
74 Lett, a don Giovanni Bonetti del 17 aprile 1870, E II 85.
75 Cost. SDB (ed. Motto), pp. 82-83.

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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Tratti di vita religiosa salesiana
381
Salvatore».76
In stretta connessione con l'obbedienza e con un'effettiva vita comune don
Bosco introduce alla conoscenza e alla pratica della povertà religiosa. Nella vita
di s. Eleuterio papa don Bosco racconta: «Marcione (...) domandando perdono
(...) invece di portare al Pontefice anime convertite, portò seco in chiesa una gros-
sa somma di danaro (...). Il santo Pontefice, vero seguace di s. Pietro, ricusò il
danaro e lo allontanò da sé dicendo: io voglio anime e non ricchezze».77 È il mot-
to che adotta per sé e per la congregazione forzando il detto biblico: Dammi ani-
me, prendi il resto [«Dammi le persone; i beni prendili per te», Gn 14,21].78 Sul
tema don Bosco insiste nella citata circolare del 1868, dove tratta in particolare
dell' unità dì amministrazione. «Le regole della Società provvedono a tutto; dun-
que praticando le regole rimane soddisfatto ogni bisogno. Una veste, un tozzo di
pane devono bastare ad un religioso. Quando occorresse di più ne dia cenno al
superiore e ne sarà provveduto. Ma qui deve concentrarsi lo sforzo di ciascuno.
Chi può procurare un vantaggio alla Società il faccia, ma non faccia mai centro
da sé. Si sforzi per fare sì che vi sia una sola borsa, come deve esservi una sola
volontà. Chi cercasse di vendere, comperare, cambiare o conservare danaro per
utilità propria... chi ciò facesse sarebbe come un contadino che mentre i trebbiato-
ri ammucchiano grano, egli lo disperde e lo getta in mezzo alla volva. A questo
riguardo io debbo raccomandare di nemmeno conservar danaro sotto allo specio-
so pretesto di ricavarne utile per la Società. La cosa più utile per la Società è
l'osservanza delle regole. Gli abiti, la camera, gli arredi di essa siano lontani dalla
ricercatezza. Il religioso deve es-
76 D. RUFFINO, Cronaca 1861 1862 1863, pp. 52-53.
77 Vita de' sommi pontefici S. Aniceto... (1858), p. 39.
78 Cfr. Vita del giovanetto Savio Domenico..., p. 38: «Venuto nella casa dell'oratorio si re-
cò in mia camera, per darsi, come egli diceva, intieramente nelle mani de' suoi superiori. Il suo
sguardo si portò subito su di un cartello sopra cui a grossi caratteri sono scritte le seguenti
parole che soleva ripetere S. Francesco di Sales: da mihi animas, caetera tolle. Fecesi a leggerle
attentamente; ed io desiderava che ne capisse il significato; perciò l'invitai, anzi l'aiutai a tra-
durle e cavar questo senso; O Signore, datemi anime e prendetevi tutte le altre cose. Egli pensò un
momento e poi soggiunsse: ho capito, qui non avvi negozio di danaro, ma negozio di anime; ho
capito, spero che l'anima mia farà anche parte di questo commercio». Cfr. P. STELLA, Don Bosco
nella storia della religiosità..., II 14-15; P. STELLA, Don Bosco e le trasformazioni sociali e religiose
del suo tempo, nel vol. La famiglia salesiana riflette sulla sua vocazione nella Chiesa di oggi. Tori-
no-Leumann, LDC 1973, pp. 159-162: Stella rimanda a un testo che don Bosco aveva familia-
re, la Regula cleri di Simone Salamo e Melchiorre Gelabert (Taurini, Apud Jo. P. Xaverium
Fontanam 1762), caput quartum, art. XVII. Animarum zelus, pp. 195-198: «Domine, qui amas
animas, da mihi amorem tui, ut postea ferventer dicam: da mihi animas; caetera tolle tibi» (p.
198).

3.2 Page 22

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382
Pietro Braido
sere preparato ad ogni momento a partire dalla sua cella e comparire davanti al
suo Creatore senza alcuna cosa che lo affligga nell'abbandonarla e senza che torni
di motivo al giudice di rimproverarlo».79 Norme appropriate per la pratica della
povertà, inviti all'economia e al risparmio, resi necessari dalle molte spese per
nuove opere edilizie e «l'aumento di ogni genere di commestibili» ritornano in
una circolare del 4 giugno 1873. Nel finale, però, sono introdotte parole di uma-
nissima comprensione e ragionevolezza. «Con questi ricordi però non intendo di
introdurre una economia esagerata; ma solo raccomandare risparmi dove si pos-
sono fare; ma è mia intenzione che niente si ometta di quello che può contribuire
alla conservazione della sanità corporale o al mantenimento della moralità tanto
fra gli amati figli della Congregazione, quanto fra gli allievi che la Divina Prov-
videnza affida alle nostre sollecitudini».80
Nel momento della stabilizzazione della vita della Congregazione, che coin-
cide con l'imminente approvazione delle costituzioni, don Bosco invia la terza
circolare tra quelle promesse (povertà religiosa, osservanza e disciplina, morali-
tà). Essa tocca precisamente il tema capitale della moralità e cioè la virtù della
castità nei suoi irraggiamenti esteriori ed interiori.81 L'inizio è solenne: «Mentre
tratto cose di nostra Congregazione in questa città eterna, città consacrata dal
sangue dei due Principi degli Apostoli Pietro e Paolo, dopo aver pregato nella
santa Messa, invocati i lumi dello Spirito Santo, chiesta una speciale benedizione
dal Supremo Gerarca della Chiesa, vi scrivo di uno de' più importanti argomenti,
del modo di promuovere e conservare la mor alita fra' giovanetti che la Divina
Provvidenza si compiace di affidarci».82 Il tema enunciato prevede una trattazione
in due tempi: «1o Necessità della moralità nei soci salesiani. 2° Mezzi per diffon-
derla e sostenerla nei nostri allievi».83 In realtà viene esplicitamente sviluppato
soltanto il primo tema. Il secondo ne è una semplice eco. Il mezzo capitale per
diffondere e sostenere la castità negli allievi è la castità stessa dei salesiani educa-
tori. «Si può pertanto stabilire come principio invariabile, che la moralità degli
allievi dipende da chi li ammaestra, li assiste, li dirige. Chi non ha, non può dare,
dice il proverbio (...). Sono chiare le parole del Divin Maestro: Voi,
79 Circolare ai salesiani probabilmente del 1868, E I 556-557.
80 E II 285-286.
81 Sulla castità don Bosco aveva enunciato norme e direttive estremamente rigide, del re-
sto a lui familiari, nel corso degli esercizi spirituali a Trofarello negli anni 1867 e 1869, come
si vedrà parzialmente documentato nell'apparato delle fonti.
82 Circolare del 5 febbraio 1874, E II 347.
83 Ibid., p. 347.

3.3 Page 23

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Tratti di vita religiosa salesiana
383
Egli dice, siete la luce del mondo (...). Se pertanto noi vogliamo promuovere la
moralità e la virtù nei nostri allievi, dobbiamo possederla noi, praticarla noi, e
farla risplendere nelle nostre opere, ne' nostri discorsi, né mai pretendere dai no-
stri dipendenti, che esercitino un atto di virtù da noi trascurato».84 L'applicazione
è estesa all'esemplarità nel più vasto raggio: pratiche di pietà, obbedienza e osser-
vanza, virtù cristiane e morali della carità, pazienza, rispetto, ecc. (...).85 Ma è
privilegiato il riferimento alla castità: «Non è gran tempo che un giovanetto rim-
proverato perché leggeva un libro cattivo con tutta semplicità rispose: "Non mi
credeva di far male leggendo un libro che più volte vidi a leggere dal mio mae-
stro" (...). Dunque, o miei cari figli, se vogliamo promuovere il buon costume
nelle nostre case, dobbiamo esserne maestri col buon esempio. Proporre ad altri
una cosa buona, mentre noi facciamo il contrario, è come colui, che nell'oscurità
della notte volesse far lume con una lucerna spenta».86 Don Bosco accenna poi a
voci di scandali e all'impatto che essi hanno su un mondo già prevenuto nei con-
fronti dei religiosi. «È un male grande, è un disastro; ed io prego il Signore a fare
in modo che le nostre case siano tutte chiuse prima che in esse succedano somi-
glianti disgrazie (...). Tuttavia se con animo imparziale cerchiamo la cagione di
questi mali, per lo più troviamo che il sale divenne infatuato, che la lucerna fu
spenta; cioè che la cessazione di santità in chi comandava die' cagione di disastri
avvenuti nei loro dipendenti. Oh castità, castità, tu sei una grande virtù! Fino a
tanto che tu risplenderai fra noi, vale a dire finché i figli di S. Francesco di Sales
ti pregieranno praticando la ritiratezza, la modestia, la temperanza, e quanto ab-
biamo con voto promesso a Dio, sempre tra noi avrà posto glorioso la moralità e
la santità dei costumi, come fiaccola ardente risplenderà in tutte le case che da noi
dipendono».87
A conclusione vengono date due indicazioni pratiche: 1) fare tre distinte riu-
nioni che abbiano per oggetto le cose da praticarsi e da fuggirsi nell'ambito dei
voti di povertà, castità, obbedienza; 2) meditare sulle pratiche di pietà e compierle
esemplarmente.88 Il fine principale sono le anime da conquistare a Cristo. Tale
compito non si può attuare secondo don Bosco se l'educatore cristiano non sente
come supremo assillo quello della santità personale, sorretta da semplice ma in-
tensa vita di preghiera. Nemo dat quod
84 Ibid., pp. 347-348.
85 Ibid., p. 348.
86 Ibid., p. 348.
87 Ibid., pp. 348-349.
88 Ibid., p. 349.

3.4 Page 24

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384
Pietro Braido
non habet. È un antico discorso fatto ai giovani salesiani delle prime ore, ai chie-
rici. «Noi dobbiamo porre due basi della nostra condotta 1o la santificazione no-
stra 2° la santificazione altrui. Sarà per noi un anno perduto che giunti al termine
non potremo dire: ho acquistato una virtù, ho vinto un vizio... Nulla ci gioverà
davanti al Signore l'aver progredito nella scienza se avremo fatto regresso nella
virtù (...). Ben piantato il primo principio non ci è più difficile il secondo perché
questo si ottiene principalmente coll'esemplarità della condotta. Noi siamo qui
come lucerne lungo la via ad illuminare il passeggiero; ma guai se questa lucerna
si estinguesse ed il passeggiero si inciampa in essa, guai se saremo di scandalo a
qualcuno: repetam animam tuampro anima illius, dice il Signore (...). Questa
esemplarità ci è necessaria per avere autorità, perché le nostre parole siano effica-
ci: medice cura teipsum (,..)».89
2. Descrizione dei materiali manoscritti
Come si è accennato, lo scritto Ai Soci Salesiani esce, vivente don Bosco, in
tre successive edizioni a stampa delle Regole o Costituzioni della Società di S.
Francesco dì Sales: la prima e più breve è del primo autunno del 1875, la secon-
da ampliata del 1877; di questa viene fatta un'ulteriore edizione nel 1885 con
numerosi ritocchi e con una più accurata revisione delle citazioni.
La prima edizione è la meno «dottrinale» e la dipendenza dalle fonti non è
così soverchiante rispetto alle riflessioni personali di don Bosco quanto lo è quel-
la del 1877, che incorpora più estesi contributi di spiritualità «religiosa».
Per questo, è apparso conveniente occuparsi separatamente dei testi del 1875
e del 1877/1885. Del resto un'edizione unitaria si è rivelata impossibile e incom-
prensibile per il numero e il groviglio delle varianti.
Per analoghi motivi —- unità compositiva e intelligenza della successione
delle varianti — è apparsa opportuna l'edizione in due fasi degli stessi testi afflui-
ti nello stampato del 1875. Si cura, in primo luogo, l'edizione del
89 D. RUFFINO, Libro di esperienza 1864, pp. 19-20.
È cosa attinente al duplice e unico scopo della congregazione come viene sottolineato nel
primo articolo delle costituzioni derivate dalle regole dell'Istituto della Carità e della Compa-
gnia di Gesù: cfr. F. MOTTO, «Constitutiones Societatis S. Francisci Salesii». Fonti letterarie ...,
pp. 358-359.

3.5 Page 25

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Tratti di vita religiosa salesiana
385
testo quale risulta dai manoscritti A, B e C; segue l'edizione del testo a stampa
collazionato con il manoscritto D.
Per la conoscenza delle diverse fasi della composizione dei testi si descrivo-
no i materiali manoscritti superstiti, dando prima una breve informazione sul
fascicolo stampato del 1875, nel quale confluiscono.
Nell'Archivio Salesiano Centrale (Roma) l'intero materiale manoscritto rela-
tivo Ai Soci Salesiani e gli stampati delle Costituzioni, latino del 1874, italiani
del 1875 e del 1877, sono ora conservati nella scatola D 473.
Lo stampato del 1875 - FdB mcr 1.920 B 3-E 4
Come si vedrà nella descrizione del ms D in alto a destra del foglio non nu-
merato che precede il fol. 1 si trova questa annotazione del responsabile della
tipografia al quale il manoscritto era stato inviato per la composizione: «Si do-
manda se questa introduzione la vogliono in Caratteri più piccoli
o più grossi delle Regole già composte? Risposta Corpo 10 tondo».
In un manoscritto del testo delle Costituzioni inviato precedentemente alla
tipografia per la composizione il primo foglio porta in alto a sinistra l'indicazio-
ne: «Caratt. Corpo 9 formato Biblioteca».
Effettivamente le pagine Ai Soci Salesiani occupano la prima parte di un fa-
scicolo di XLII-49 pagine, del medesimo formato della Biblioteca della Gioventù
Italiana, cm 14,4 x 9,5: Ai Soci Salesiani occupa le pp. V-XLII, è composto in
corpo 10, giustezza 14, la pagina intera contiene 23 righe; il testo delle Costitu-
zioni è in corpo 9, medesima giustezza e occupa le pp. 1-49.
Ms A - autografo di don Bosco - FdB mcr 1.923 D 7-E 8
Contiene una prima redazione compiuta del testo: inc Ai Soci, expl Bosco.
È un manoscritto autografo di don Bosco. È contenuto in un fascicolo arte-
fatto risultante dalla somma dei seguenti fogli, formato cm 31,3 x21,7:
1 foglio doppio che ne include uno semplice, un foglio semplice, 2 fogli doppi,
per complessive 16 pagine, numerate da 1 a 14 da don Bosco stesso; la pagina 15
non numerata è bianca; la pagina 16 è numerata a matita con altra grafia e porta
verticalmente a sinistra la seguente indicazione con grafia di don Berto: «Già
stampato nelle Cost. ital. per introd. - del 15 Ag. 1875».
La carta è da tipografia, non rigata, piuttosto leggera, per cui l'inchiostro tra-
spare da un verso all'altro; risulta alquanto annerita e presenta macchioline color
ruggine. Il testo occupa interamente il foglio dal margine su-

3.6 Page 26

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386
Pietro Braido
periore al margine inferiore con un margine a sinistra di circa 8 cm. occupato da
abbondanti correzioni. L'inchiostro è nero sia per la prima mano che per le corre-
zioni.
Ms B - autografo di don Bosco - FdB mar 1.923 E 12-1.924 A 2
Contiene un'aggiunta alle pagine del testo sui «vantaggi spirituali della vita
religiosa»: inc Vale a dire; expl aeternitates.
Esso è redatto sulle prime 3 pagine non numerate di un foglio doppio di car-
ta da lettera, che nella prima pagina porta stampata in alto a sinistra l'indicazione:
«Oratorio di s. Francesco di Sales in Torino».
Il foglio, formato 28,3 x 22, lascia libero alla sinistra un margine irregolare
da 3 a 5 cm. L'inchiostro è violetto; le correzioni sono effettuate in parte con
inchiostro del medesimo colore (per esempio quelle nel margine sinistro della
prima pagina) e in misura rilevante nel testo e in margine con inchiostro nero.
Non si trovano nei ms A e B indicazioni circa il luogo e le modalità di inse-
rimento. L'unico riferimento al testo A sta nell'incipit «Vale a dire», che di fatto
coincide con Y incipit del breve testo di A, che il testo B è destinato a sostituire.
Ms C - autografo di don Bosco - FdB mar 1.923 E 9-11
È il testo del paragrafo «Nel dubbio della vocazione» che secondo l'esplicita
indicazione sia del ms A che del ms C era destinato a essere inserito alla pagina
14 di A.
Il testo è contenuto in un foglio formato 22 x 26,8, che piegato in due dà 4
paginette formato 22 x 13,4 non numerate. La carta leggera, quadrettata in fili-
grana, presenta qualche macchiolina color ruggine.
Delle quattro pagine sono occupate interamente le prime due e metà della
terza. Nel lato sinistro delle pagine è lasciato un ristretto margine irregolare di
cm. 1,5/2,5 occupato in ciascuna da una aggiunta scritta in senso verticale. L'in-
chiostro è nero e la grafia è singolarmente marcata e fitta.
Ms D - autografo di don Berto e correzioni di don Bosco-
FdB mcr 1.924 A 4-C 10
Il manoscritto contiene l'intero testo dell'introduzione Ai Soci Salesiani. Es-
so recepisce i contenuti dei ms A, B, Ce integra ulteriori aggiunte e

3.7 Page 27

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Tratti di vita religiosa salesiana
387
correzioni contenute in un probabile manoscritto intermedio, non rintracciato
nell'ASC: inc Ai Soci, expl Bosco.
Il testo è affidato a un blocco di 20 fogli messi insieme, formato 29/30 x
20/20,2, non rigati, numerati da 1 a 17: non sono numerati il 1°, il 2° e il 20°. Il
1° e il 20° sono di carta pesante, ruvida: il 1° è bianco nei due lati, con due indi-
cazioni a matita di archivista nel primo lato: «da copiare» e «17 f.». Il foglio 20°
doveva costituire il frontespizio di un fascicolo costituito dai 20 fogli del blocco
piegati in due, formato 20,4 x 15,15, con sovrascritte di Angelo Amadei: «N° 30
"Ai Soci Salesiani" Introduzione del Santo Fondatore — premessa alla prima
edizione delle Regole o Costituzioni della Società — approvate — in italiano —
nel 1875. Manoscritto consegnato alla Tipografia (17 bis)».
I rimanenti fogli dal 2° al 19° sono di carta leggera, scadente, annerita dal
tempo e dall'esposizione alla luce, indebolita dalla piegatura di cui si è detto: il 2°
foglio è rinforzato da una piccola striscia adesiva e da due bande di carta al centro
e al margine inferiore. Nel primo lato in alto a destra si trova la notazione del
responsabile della tipografia che chiede in quale corpo sia da comporsi il testo.
Nel verso del foglio O (il 1° del fascicolo, che non è numerato) ha inizio la nume-
razione a pastello azzurro del verso di tutti i fogli da p. 1 a p. 16, effettuata a uso
dei compositori. Nel verso di questo foglio e dei fogli successivi sono contenute
correzioni e aggiunte che si riferiscono al recto del foglio seguente, come si indi-
cherà in apparato: per esempio, p. 1, così numerata, corrispondente al fol. Ov,
contiene correzioni relative a p. 1 del testo, p. 2 (fol. lv) a p. 2 del testo, e così di
seguito fino a p. 16 (fol. 15v) per la p. 16 del testo. Il fol. Or riporta nel margine
superiore a sinistra il nome del proto o del compositore: «Baldanoni».
II testo del copista occupa l'intera pagina, con margine sinistro piuttosto esi-
guo, cm 1,5/2.
L'amanuense è certamente il segretario di don Bosco, Gioachino Berto. Egli
appare meno calligrafico e più frettoloso di quanto ordinariamente si dimostri
nella riscrittura di testi ufficiali ed usa un tipo di inchiostro scadente color seppia
estremamente diluito, sia nella prima mano che nelle correzioni e aggiunte intro-
dotte nel testo e nel verso del foglio a fronte. Le correzioni di don Bosco risultano
facilmente riconoscibili perché seppure effettuate in almeno due fasi diverse evi-
denziano l'uso di inchiostro color nero. Per le sue correzioni, don Michele Rua, il
più vicino collaboratore di don Bosco, usa inchiostro color seppia.

3.8 Page 28

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388
Pietro Braido
3. Evoluzione del testo dalla primavera all'estate 1875
Prima di dare una sommaria descrizione dell'evoluzione nella composizione
del testo del 1875 sembra opportuno offrire una visione schematica dei contenuti
delle tre edizioni a stampa del 1875, 1877 e 1885.
Confronto dei contenuti delle edizioni a stampa 1875, 1877, 1885
[Proemio]
Entrata in religione
-
-
-
Vantaggi temporali
Vantaggi spirituali
I voti
Ubbidienza
-
Povertà
Castità
-
Pratiche di pietà
-
Cinque importanti ricordi
Dubbio sulla vocazione
Cari Salesiani
15 agosto 1875
[Proemio]
Entrata in religione Impor-
tanza di seguire la
Vocazione
Seguir prontamente la
vocazione
Mezzi per custodire la
vocazione
Vantaggi temporali
Vantaggi spirituali
I voti
Ubbidienza
Dei rendiconti e loro im-
portanza
Povertà
Castità
Carità fraterna
Pratiche di pietà
Cinque importanti ricordi
Dubbio della vocazione
Cari Salesiani
15 agosto 1875
[Proemio]
Entrata in religione Impor-
tanza di seguire la
vocazione
Seguire prontamente la
vocazione
Mezzi per custodire la
vocazione
Vantaggi temporali
Vantaggi spirituali
I voti
Ubbidienza
Povertà
Castità
Carità fraterna
Pratiche di pietà
Dei rendiconti e della loro
importanza
Dubbio sulla vocazione
Cinque difetti da evitare
Cari Salesiani
15 agosto 1875
L'edizione Ai Soci Salesiani del 1875 appare più semplice e lineare della se-
conda e della terza, del 1877 e del 1885, nelle quali le aggiunte partono da note-
voli espliciti contributi di don Giulio Barberis, collaboratore di don Bosco. L'edi-
zione del 1875 è tutta o pressoché tutta di don Bosco. Un dubbio piuttosto teorico
resta su un eventuale apporto dall'esterno costituito da quanto di nuovo rispetto ai
manoscritti A, B, C, entra nel manoscritto D di amanuense. Il manoscritto, co-
munque, suppone l'esistenza di un momento intermedio, che doveva contenere
numerose aggiunte e correzioni rispetto al testo risultante dai precedenti mano-
scritti A, B, C.
L'itinerario che porta allo stampato è caratterizzato da un numero e da

3.9 Page 29

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Tratti di vita religiosa salesiana
389
un intrico tali di correzioni e di aggiunte da consigliare l'edizione in due tempi.
Si ha una prima stesura di getto, quella contenuta nel ms A, antecedente alle
notevoli correzioni in esso introdotte e alle integrazioni successive contenute nei
ms B e C. Essa comprende i seguenti elementi: breve proemio, Vantaggi dello
stato religioso, I voti, Ubbidienza, Povertà, Castità, Pratiche di pietà, Importanti
ricordi, Raccomandazione sostituita immediatamente da Cari salesiani.
A breve intervallo di tempo dovrebbe essere stata redatta l'aggiunta Nel dub-
bio della vocazione da collocarsi prima di Cari salesiani. Successiva dovrebbe
essere la seconda aggiunta Vantaggi spirituali, contenuta nel ms B, priva di un'e-
splicita indicazione di inserimento. Essa risulta integrata nel ms D, con varianti e,
quindi, tramite un manoscritto intermedio. Infatti, una consistente cesura si nota
tra il testo del ms A corretto e integrato dai contenuti dei ms B e C e il testo del
ms D allografo. Vanno sottolineati i seguenti elementi: numerose varianti com-
paiono già nel proemio; in gran parte nuovi sono i paragrafi Entrata in religione e
Vantaggi temporali; notevoli varianti si trovano nei paragrafi sulla Povertà e le
Pratiche di pietà. Ed ancora, ulteriori correzioni di don Bosco e precisazioni di
citazioni ad opera dell'amanuense sono introdotte nel ms D, che originariamente
era stato predisposto per la tipografia.
Prospetto delle fasi principali di composizione del testo 1875
ms A prima delle
correzioni
ms A dopo le correzioni
+ ms B e C
dal ms D allo stampato
1875
Ai Soci Salesiani [proemio]
-
Vantaggi dello stato reli-
gioso [brevi cenni]
I voti
Ubbidienza
Povertà
Castità
Pratiche di pietà
Importanti ricordi
-
Cari Salesiani
24 maggio 1875
Ai Soci Salesiani [proemio]
-
Vantaggi dello stato religio-
so [sviluppo
articolato]
I voti
Ubbidienza
Povertà
Castità
Pratiche di pietà
Cinque importanti ricordi
Nel dubbio della vocazione
Cari Salesiani
24 maggio 1875
Ai Soci Salesiani [proemio]
Entrata in religione
Vantaggi materiali
Vantaggi spirituali
I voti
Ubbidienza
Povertà
Castità
Pratiche di pietà
Cinque importanti ricordi
Dubbio della vocazione
Cari Salesiani
24 maggio 1875
15 agosto 1875 em Db

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390 Pietro Braido
Dall'esame dei testi citati, in particolare biblici, si ha l'impressione che don
Bosco abbia fatto un lavoro piuttosto rapido, lasciando ad altri, soprattutto al
segretario don Berto, il compito di fornire l'esatta indicazione dei luoghi da cui
sono tratti. Nella stesura risultante dai manoscritti ABC l'indicazione della fonte è
quasi del tutto assente. La situazione resta invariata nel testo che il segretario-
amanuense trascrive nel documento D. I riferimenti alle fonti vengono introdotti
in ultima istanza in questo, piuttosto frettolosamente, dal momento che si possono
contare ancora nove testi (su un totale di trentuno) che ne rimangono privi.
4. Tematiche «religiose» emergenti nell'edizione 1875
Il discorso di don Bosco nello scritto Ai Soci Salesiani appare scarno, cultu-
ralmente angusto, spesso ricavato a frammenti da scritti di cui non sempre è ade-
guatamente utilizzata la piattaforma teologica. Le esperienze personali e comuni-
tarie, poi, sono sviluppate a un livello pratico piuttosto modesto. Per il contenuto
e per la forma non è discorso atto a stupire o a entusiasmare.
Ma tra le pieghe del periodare, piano e asciutto, è possibile che non si possa
rintracciare qualcosa della personalità dell'autore? Un uomo attivo, assillato dal
problema dei giovani, affezionato alla «sua famiglia», quella che ha predisposto e
costruito con grande fatica, la «congregazione degli oratori»: una cittadella irre-
quieta a cui tanti rapidamente convergono e che un non piccolo numero altrettan-
to celermente abbandona. Certamente, non è dato trovarvi tracce ed echi di forti
esperienze ed emozioni, quali si potrebbero attendere in un anno, il 1875, ricco
insieme di progetti, di fatiche e di insuccessi: la rinnovata richiesta di concessione
dei privilegi destinata, in agosto, al fallimento, gli irrisolti contrasti con l'ordina-
rio diocesano proprio su temi di vita religiosa, l'inizio dell'Opera di Maria Ausi-
liatrice per le vocazioni adulte, l'imminente approdo dell'opera salesiana a Nizza
in Francia (il primo oltre i confini d'Italia), l'organizzazione della prima «spedi-
zione missionaria». Ma qualche cosa di personale sembra vi si possa cogliere.
Anche a proposito di questo scritto pare verificarsi quanto si può affermare in
generale dell'intera produzione letteraria di don Bosco. Anche questo scritto,
come altri, non adegua la realtà concreta, le è in certo senso inferiore; e, tuttavia,
porta con sé tratti e risonanze che ne fanno un prodotto che non è solo da tavoli-
no. Indubbiamente esso nasce dalla letteratura e vuol fornire «cultura»; ma a pari
titolo sorge dall'esperienza, dalla pratica, e va all'espe-

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Tratti di vita religiosa salesiana
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rienza, alla pratica. Quanto alla cultura che gli è a portata di mano (s. Alfonso e
Alfonso Rodriguez gli sono familiari fin dal tempo del Convitto) don Bosco non
si rivela affatto originale. Ma egli la integra con riferimenti, seppure parziali,
all'esperienza di educatore e di fondatore. Lo ammette don Bosco stesso nelle
prime righe del suo scritto: «Io parlo col linguaggio del cuore, ed espongo bre-
vemente quello che l'esperienza mi fa giudicare opportuno per vostro profitto
spirituale e per vantaggio di tutta la nostra Congregazione» (lin 15-17).
4.1 PRINCIPALI DIPENDENZE LETTERARIE
Le fonti a cui don Bosco più largamente ed esplicitamente attinge nel com-
porre le pagine Ai Soci Salesiani sono senza alcun dubbio l’Esercizio di perfezio-
ne e dì virtù cristiane (virtù religiose, nel terzo volume, che più interessa) del
gesuita Alfonso Rodriguez (1541-1616) e La vera sposa di Gesù Cristo e gli O-
puscoli sullo stato religioso del fondatore dei Redentoristi s. Alfonso M. de Li-
guori (1696-1787).90
Per quanto riguarda il materiale concernente i vantaggi spirituali e i tre voti
di ubbidienza, povertà e castità don Bosco aveva già attinto da sant'Alfonso in
istruzioni tenute ai salesiani raccolti negli esercizi spirituali a Trofarello (Torino)
nel settembre del 1869. In queste la dipendenza da sant'Alfonso è più diretta e
schematica; ma soprattutto per quanto riguarda i tre voti si aggiungono numerose
citazioni bibliche attinte da altre fonti.91
Per le pagine Ai Soci Salesiani don Bosco seleziona e riassume con molta
disinvoltura. In genere evita o semplifica i testi appesantiti da ragioni teologiche
troppo impegnative. Per esempio, quando il Rodriguez assume da san Tommaso
le motivazioni per cui le opere fatte con voto sono più meritorie di quelle com-
piute senza voto, don Bosco omette la prima e la terza indugiando sulla seconda,
che è la più facile ed è appoggiatta su due testi di sant'Anselmo e san Bonaventu-
ra del tutto comprensibili; ha inoltre l'accortezza di tradurre i due termini «uso» e
«proprietà» dei beni, adottati da quest'ultimo, nei più moderni e noti «reddito» e
«capitale».
90 Di questa seconda dipendenza si trovano tracce già in istruzioni tenute ai Salesiani ne-
gli esercizi spirituali a Trofarello (Torino) nel settembre del 1869.
Sulle dipendenze di don Bosco scrittore dal Rodriguez e da s. Alfonso, cf P. STELLA, Don
Bosco nella storia della religiosità cattolica, I 240 e II 403-412; sulle dipendenze da s. Alfonso,
cf E. VALENTINI, Don Bosco e S. Alfonso. Pagani (Salerno) 1972, pp. 43-46.
91 Le istruzioni di don Bosco sono tramandate in quattordici pagine, formato protocollo,
di un suo manoscritto autografo conservato nell'ASC, Seat. A 025, FdB 84 B 1 I-C 9.

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Pietro Braido
Più disinvolto si mostra poi nell'utilizzazione del famoso testo di san Bernar-
do citato e commentato da sant'Alfonso ne La vera sposa di Gesù Cristo «nonne
haec est religio sancta» ecc. A commento del vivit purius sant'Alfonso insiste
soprattutto sulla purità di intenzione quale disposizione legata all'obbedienza;92
don Bosco, invece, trasferisce il discorso quasi unicamente sul versante della
castità quale purezza di pensieri e di opere.93 Quanto al cadit rarius don Bosco è
povero e decentrato rispetto al più denso testo di sant'Alfonso, che vede nella
scelta del religioso una garanzia di sicurezza nei confronti dei pericoli del mondo,
la concupiscentia carnis ecc. Deboli sono poi le convergenze nei commenti
dell’incedit cautius e del remuneratur copiosius. Singolare è poi quanto avviene
nel commento al purgatur citius (dopo la morte, in purgatorio): per esso don Bo-
sco attinge a un testo che, correttamente, sant'Alfonso include nel suo lungo
commento al moritur confidentius. Ne deriva nel ragionamrento di don Bosco una
conclusione piuttosto illogica, se si pensa che essa riguarda anime che si trovano
in purgatorio: «Beati quelli che morti al mondo muoiono nel Signore (...); perché,
dice s. Bernardo, costoro con un sol passo dalla cella volano al cielo: Est facilis
via de cella in coelum» (lin 121-123).
L'esistenza nel lavoro di don Bosco di una decina di citazioni bibliche che
non si trovano nelle fonti da lui utilizzate (Esercizio di perfezione e di virtù reli-
giose, La vera sposa di Gesù Cristo, Opuscoli sullo stato religioso) potrebbero
far pensare a dipendenze da altri scritti; ma si possono anche spiegare con remini-
scenze da prediche udite e, per qualcuna, con l'apporto dell'amanuense (che spes-
so, con don Rua, perfeziona il rimando preciso, quando occorre, al testo biblico).
4.2 TRATTI PERSONALI
Tuttavia, non mancano gli apporti di un'esperienza propria, religiosa e «sale-
siana», e i tocchi personali.
92 «La purità delle opere non in altro consiste che nell'essere fatte solo per piacere a Dio;
onde le nostre azioni, quanto più in esse vi è di volontà di Dio, e meno di volontà nostra, tanto
più elleno sono a Dio accette (...). La secolare fa orazione quando vuole, si comunica quando
vuole, sente la messa, fa la lezione, la disciplina, dice l'officio quando vuole. Ma la religiosa fa
questi esercizj quando vuole l'ubbidienza, cioè quando vuole Dio, poiché per mezzo dell'ubbi-
dienza è Dio stesso quegli che parla»: La vera sposa, cap. II, n. 3, p. 17.
93 Il testo di Trofarello del 1869 era rimasto più aderente al discorso alfonsiano: «Purità
d'intenzione è fare quello che più piace a Dio e noi ce ne assicuriamo coll'obbedienza (...). Il
religioso non fa mai la propria volontà, ma sempre quella del Signore, mercé l'ubbidienza»: ms
Don Bosco 1869, p. 2.

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Tratti di vita religiosa salesiana
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Di questi che, insieme ad altri, egli affermava di voler trasmettere con la
composizione di un direttorio 94 o di un manuale,95 si intende indicare qui di se-
guito i termini essenziali, ripercorrendo i titoli del breve scritto.
4.2.1 Dalla «struttura» alla «mentalità religiosa»
Fino al decreto di approvazione delle costituzioni del 13 aprile 1874 don Bo-
sco difende un certo tipo di congregazione con strutture, diritti e privilegi ritenuti
idonei ai suoi fini.96 Ora l'approvazione è data, ponendo termine alle proposte e
controproposte e alle incertezze. È arrivato il tempo della piena accettazione,
della comprensione, dell'assimilazione e dell'osservanza. Sul piano formativo è
visibile in don Bosco fin dal 1874 l'accresciuta sollecitudine di plasmare i sale-
siani secondo il modello delineato nel loro codice religioso di vita. In questo con-
testo si colloca anche lo scritto Ai Soci Salesiani.
Il primo elemento che risulta è, anzitutto, la piena consapevolezza di rivol-
gersi a ecclesiastici e laici che si trovano e operano in uno «stato religioso» ine-
quivocabilmente definito e regolato. È uno «stato» che egli ormai accetta di buon
grado, anche perché in fondo risponde sostanzialmente all'idea che egli era anda-
to maturando della sua società religiosa. Essa vuol essere una congregazione
strutturalmente compatta ad intra e ad extra, garantita nella sua stabilità e conti-
nuità dall'autorità pontifìcia e saldamente aggregata intorno al superiore, generale
e locale. Per questo il 3 e il 13 aprile sanzionano uno dei fatti «più gloriosi» per i
salesiani, perché li assicura che si appoggiano «a basi stabili, sicure, e, possiamo
dire, infallibili, essendo
94 A un «direttorio» don Bosco accenna in un promemoria inoltrato il 18 marzo 1874 ai
cardinali della congregazione particolare deputata ad esaminare la richiesta di approvazione
delle costituzioni. Uno dei motivi che inducono a sollecitarla è «la necessità di un direttorio
pratico delle Costituzioni sia per la parte morale, sia per la parte materiale. È questo un lavoro
sommamente necessario, che il sac. Bosco desidera ardentemente poter compiere prima della
sua morte» (Alcuni pensieri che muovono il sac. Gio. Bosco a supplicare umilmente per la definiti-
va approvazione delle Costituzioni della Società Salesiana, E II 371).
95 Del «manuale» scrive al termine dei testi dell'introduzione qui editi (lin 328 del primo
e 395 del secondo). Nella primissima redazione del ms A ne aveva scritto già nelle prime righe:
«Ma comunque sia grande il pregio in regole che ne furono l'oggetto, ci apporterebbe poco o
niun frutto, se esse non fossero fedelmente osservate. A quest'uopo gioverà certamente un
Manuale ascetico in cui si darà una spiegazione pratica intorno all'osservanza religiosa».
96 In un precedente saggio si indicavano i punti che stavano più a cuore a don Bosco e
che, tuttavia, non furono accolti dalla congregazione cardinalizia particolare: cfr. P. BRAIDO,
L'idea della società salesiana nel «Cenno ¿storico» di don Bosco del 1873/1874, in RSS 2 (1987),
pp. 83-84.

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Pietro Braido
infallibile il giudizio del Capo Supremo della Chiesa che le ha sanzionate» (lin 6-7).
L'ideale passaggio da un concetto di «associazione» in qualche modo «con-
sacrata» a una congregazione «religiosa» strutturata sembra accentuato dal diffe-
rente modo con il quale nel 1864 e nel 1875 don Bosco riferisce quanto afferma
detto da Pio IX nel 1858, ma che è anzitutto e soprattutto in ambedue i casi una
propria personale persuasione. «Fra le altre cose diceva: "Questa Società o con-
gregazione deve essere tale da soddisfare ai bisogni religiosi e nel tempo stesso
lasciare i suoi membri liberi da que' legami che potessero impacciarli in faccia
alle leggi civili (...) La base generale (...) è conservare lo spirito degli Oratori
quindi deve avere i voti affinché vi esista un vincolo atto a conservare l'unità di
spirito e di opere; ma questi voti devono essere semplici e da potersi facilmente
sciogliere affinché il malvolere di alcuno non turbi la pace e l'unione degli al-
tri"».97 «In una congregazione o società religiosa sono necessari i voti, affinché
tutti i membri siano da un vincolo di coscienza legati col superiore, e il superiore
tenga sé e i suoi legati col Capo della Chiesa, e per conseguenza con Dio mede-
simo» (lin 135-137).
Nel secondo caso emerge chiaramente una concezione rigida e verticistica
del vincolo «religioso», che attenua le dipendenze esterne (autorità diocesana,
locale, ecc.), mentre rinforza quelle interne. Tale prospettiva si vede ulteriormen-
te ricalcata su moduli fortemente «disciplinari» e radicaleggianti ad intra nel
paragrafo Entrata in religione. «Il cristiano, che brama di mettere in sicuro l'ani-
ma propria, abbracciando lo stato religioso, con un colpo solo riduce in pezzi
queste catene. Col voto di castità rinuncia ad ogni soddisfazione sensibile; colla
povertà si libera dai gravi impacci delle cose temporali; col voto di obbedienza
mette freno alla propria volontà, e si trova perciò fuori del caso di abusarne (...).
Il religioso trovasi in una fortezza custodita dal Signore. E quando un forte presi-
dio ne fa la guardia, dice il Salvatore, ognuno può dimorarvi con sicurezza» (lin
26-31, 39-41).
4.2.2 Stabilità funzionale e securizzante garantita dai voti: «cor unum et anima
una»
L'istituzione religiosa risulta, infatti, fortemente compattata, oltre che dalla
carità, dal solido vincolo dei voti religiosi. «I nostri voti si possono
97 II regnante Pio IX a favore di questa società, ms autografo di don Bosco (1864), FdB
1.924 D 9-10.

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Tratti di vita religiosa salesiana
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chiamare altrettante funicelle spirituali, con cui ci consacriamo al Signore, e met-
tiamo in potere del superiore la propria volontà, le sostanze, le nostre forze fisi-
che e morali, affinché tra tutti facciamo un cuor solo ed un'anima sola per pro-
muovere la maggior gloria di Dio, secondo le nostre costituzioni» (lin 138-142).
La vincolazione è stretta e perentoria; essa obbliga all'osservanza fedele e perpe-
tua: «dobbiamo darci massima sollecitudine per non trascurarli. Chi non sentesi
di osservarli, egli non deve emetterli, o almeno differirne la emissione finché in
cuor suo non sentasi ferma risoluzione di osservarli. Altrimenti egli fa a Dio una
promessa stolta ed infedele, la quale non può a meno che dispiacergli» (lin 150-
154).
Dei voti, come si vede, è sottolineata l'obbligazione sia giuridica che teolo-
gico-spirituale. Quest'ultima è particolarmente interessante e tipica di don Bosco.
Lo dimostra in particolare la formula «un cuor solo ed un'anima sola», da lui
introdotta fin dalle prime redazioni delle costituzioni.98 Essa sorge anzitutto dalle
sue convinzioni più profonde, tanto che è ripetuta poco meno di venti volte in
scritti anteriori al 1858; anzi, applicata alla vita dei primi eremiti già nella Storia
ecclesiastica del 1845: «ubbidivano ai loro superiori come altrettanti fanciulli,
formando fra tutti un cuor solo ed un'anima sola».99
La comunità religiosa, inoltre, è fortemente rassicurante anche sul piano spi-
rituale e temporale. Don Bosco, infatti, parla di vantaggi spirituali (lin 70-132),
dipendendo totalmente da s. Alfonso Maria de Liguori, e di vantaggi temporali,
un testo più proprio di don Bosco e originale: «Coll'aiuto di questa divina Prov-
videnza abbiamo potuto fondare case (...) senza che sia mai mancata cosa alcuna
per alloggiarci, nutrirci, vestirci sia in tempo di sanità, che nei casi di malattia»
(lin 62-66).
4.2.3 Comunità apostolica unita nell'obbedienza
Il senso della più unanime solidarietà è secondo il temperamento di don Bo-
sco la più sicura garanzia di conseguimento degli obiettivi di qualsiasi attività
seria. Se poi la solidarietà è rafforzata da motivi «religiosi» tanto meglio; alla
compattezza del gruppo in rapporto ai fini si aggiunge il vincolante rapporto al
vertice — il superiore e, in definitiva, Dio stesso — assicu-
98 Cap. II Forma di questa società, art. I: cfr. F. MOTTO, «Constitutiones Societatis..., pp.
363-364.
99 Storia ecclesiastica..., 1845, p. 129, OE I 287.

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Pietro Braido
rato dal voto di obbedienza. È ovvio, allora, condividere il concetto di obbedienza
come «complesso di tutte le virtù» (lin 160-161), come rinuncia alla propria vo-
lontà (lin 162-163), forma privilegiata di conformità a Cristo factus obediens u-
sque ad mortem (lin 170-171). Essa in concreto dovrebbe comportare un totale
affidamento delle proprie responsabilità alle mani dei superiori. La congregazione
diventa una società a responsabilità illimitata di questi: «i superiori devono veglia-
re come se dovessero a Dio rendere conto delle cose, che riguardano al bene delle
anime vostre» (lin 174-176); essi «sono mallevadori delle nostre azioni in faccia a
Dio» (lin 184-185); «essi sono da Dio incaricati a vegliare sopra le cose e sopra le
persone, perciò essi e non altri dovranno rendere conto della loro amministrazio-
ne» (o governo) (lin 339-341). In queste pagine don Bosco sembra ricuperare quel
tanto di forte accentramento intorno al superiore che era stato mitigato nelle costi-
tuzioni dagli interventi dell'autorità romana.100 In contemporanea con la stampa
del testo don Bosco precisava in una conferenza del 26 settembre 1875 il carattere
«religioso» dell'obbedienza, rafforzandone il vincolo: «Finora poi è da notarsi che
l'obbedienza fu piuttosto personale che religiosa. Evitiamo questo grande incon-
veniente. Non si obbedisca mai perché è il tale che comanda ma proprio per prin-
cipio superiore, perché è Dio che comanda, comandi poi per mezzo di chicchessia.
Questa cosa sarà molto da cercare di cominciare a praticarla noi e poi inculcarla
poco per volta in tutti. Finché non saremo arrivati a questo punto avremo ottenuto
poco. Non si facciano le cose perché piace il farle o piace la persona o il modo
con cui son comandate; ma si facciano e volentieri solo perché son comandate.
Questo s'inculchi nelle conferenze, nelle prediche, nelle confessioni ed in ogni
altro modo che sia possibile».101
Oltre che una portata ascetica, tuttavia, l'obbedienza religiosa ha per don Bo-
sco un eccezionale valore funzionale, pragmatico: il lavoro apostolico e educativo
richiede una risoluta unità di direzione e di azione. Perciò l'«egoismo individua-
le» deve cedere alla ricerca del «bene comune» della Congregazione (lin 332-
334); donde l'amore, l'aiuto reciproco, per cui l'onore di ognuno è onore di tutti
(lin 334-336); la raccomandazione di «non mormorare dei superiori, non disap-
provare le loro disposizioni» (lin 337) e di coltivare e mantenere un vigoroso spi-
rito di corpo (lin 342-349).102
100 Nel momento dell'approvazione delle costituzioni due articoli del testo presentato da
don Bosco (il 2° e il 3°) erano stati cassati e dall'articolo 4° era stata cancellata l'espressione:
«l'obbedienza ci assicura di fare la volontà di Dio»: cf Cost. SDB (ed. Motto) 92-95.
l01 G. BARBERIS, Cronaca, quad. 12°, pp. 52-53.
102 Della mentalità di don Bosco circa l'obbedienza scrive opportunamente Pietro Stella:

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Tratti di vita religiosa salesiana 397
4.2.4 Milizia senza impedimenti, distaccata e agile
Se l'obbedienza «lega» per una maggior intensità operativa — vis unita for-
tior — la povertà «libera»; essa rende l'azione più vivace ed efficace. «Il possesso
e l'uso di tutti i diritti civili» fanno dei soci degli uomini liberi nella società civile,
senza privilegi e protezioni particolari; ma nell'ambito «religioso» essi non posso-
no «più né amministrare, né disporre delle cose proprie se non col consenso del
superiore, e nei limiti da questo stabiliti» (lin 200-201), tenendo presente che
«tutto quello che eccede alimenti e indumenti per noi è superfluo, è contrario alla
vocazione religiosa» (lin 219-220). È un potente mezzo di intensa comunità di
vita e di azione, resa ancor più impegnativa da perentorie esigenze evangeliche e
ascetiche: egli si fa povero «per divenire ricco con Gesù Cristo» (lin 203), egli
segue «l'esempio del Salvatore» (lin 203-204).
Ma se queste considerazioni rispecchiano la realtà vissuta a Valdocco, non
sembrano trovare nel testo una giustificazione teologica adeguata, specificamente
riferita al voto religioso di obbedienza. Le motivazioni sono tali da coinvolgere
tutti i credenti (lin 193; cf anche 195-198) in un radicalismo poco umanistico, con
citazioni evangeliche che porterebbero a identificare povertà «cristiana», povertà
«apostolica» e povertà «religiosa» (lin 206-217, 235-238). In realtà dal testo di
don Bosco è del tutto assente una teologia vera e propria del voto religioso di
povertà.
4.2.5 Comunità educante «casta» e «orante»
Sembra che i sei articoli del capo VI delle costituzioni Del voto di castità
siano da attribuirsi personalmente a don Bosco più che alle fonti. Il testo dell'in-
troduzione alle costituzioni ne riprende sostanzialmente tutti i motivi. È una con-
ferma quanto le idee di don Bosco circa la castità degli educatori dei giovani sia-
no particolarmente consolidate. Tuttavia anche in questo testo mancano precise
considerazioni sul voto di castità. Don Bosco preferi-
«La nativa tendenza a dominare e trattare duttilmente quanto era stato sua creazione, il voler
servirsi di tutti come realizzatori dei suoi progetti, la tendenza a sentirsi un padre che godeva
tutta la confidenza e la fiducia dei figli associati in tutto alla sua opera, o il superiore che cono-
sceva anche i più piccoli pensieri e movimenti interiori dei suoi sudditi, non per fiscalismo ma
nel desiderio di ottenerne il massimo rendimento e la massima comune soddisfazione, si era
rispecchiata marcatamente nelle più antiche redazioni delle Regole che, a chi leggeva, appari-
vano estremamente centralizzate e autocratiche» (P. STELLA, Don Bosco nella storia della reli-
giosità cattolica I 158).

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Pietro Braido
sce ripiegare su riflessioni ascetiche e indicazioni pratiche intorno alla virtù della
castità e sulle attenzioni e sui mezzi per metterle in pratica. La descrizione della
castità è ribadita nelle prime righe del capitoletto ad essa dedicato, riprendendo
motivi del 1o articolo del capo VI delle costituzioni (lin 240241). Tutte le altre
idee sono concentrate nei cinque orientamenti pratici, che occupano la massima
parte della trattazione. Essi rispecchiano la nota sensibilità di don Bosco sull'ar-
gomento, decisamente moralistica, prevalentemente negativa: 1) entrare nella
Società salesiana solo con la sicurezza morale di «poter conservarre questa virtù»
(lin 255-256: cf art. 2, cap. VI delle Costituzioni); 2) evitare famigliarità con
persone dell'altro sesso e amicizie particolari coi giovani (lin 257-260: cf art. 3,
cap. VI); 3) mortificazione dei sensi e temperanza (lin 261, 267-268: cf art. 6,
cap. VI); 4) fuga delle cose del mondo e cautela nelle visite a persone esterne,
compresi i famigliari (lin 269-274: cf art. 4 e 5, cap. VI); 5) osservanza delle
regole e specialmente delle pratiche di pietà (lin 275-276, 288-291: cf art. 6, cap.
VI).
4.2.6 Punti qualificanti della missione «religiosa» dei salesiani
Le pratiche di pietà, dopo le affermazioni generali che la connettono con la
castità, vengono ad avere nel seguito un legame più esplicito con la vocazione,
conservata e vissuta in consapevolezza e fecondità.
Il tema occupa tutta la prima parte del capitoletto ad esse dedicato (lin 293-
298). Esso non aggiunge nuovi elementi alla concezione spirituale di don Bosco.
È prevalentemente una breve rassegna delle pratiche ritenute più importanti e
produttive, mentre risulta ancora del tutto evanescente la fondazione teologica e
quasi nullo l'approfondimento del loro significato nel quadro spirituale comples-
sivo.
Maggior interesse, invece, riveste la breve compilazione presentata sotto il
titolo Cinque importanti ricordi. È la sezione che rispecchia in modo più evidente
alcune preoccupazioni di don Bosco fondatore e moderatore di una giovane fa-
miglia religiosa in sviluppo. Esse non sembrano rispecchiare pericoli attuali, ma
piuttosto prevenire possibili deviazioni nel futuro. Per esempio, non sono visibili
tra i soci tendenze riformatrici di costituzioni ancora scarsamente conosciute.
Don Bosco si sente piuttosto responsabilizzato a segnalare punti particolarmente
sensibili per un corretto procedere della sua istituzione religiosa. È la sezione che
esprime al massimo la mentalità pratica del fondatore e l'appassionata sollecitu-
dine per una congregazione che egli vuol spiritualmente ricca e tesa, interiormen-
te vitale e intensamente solidale, in grado di affrontare compiti vasti e impegnati-
vi. Essa si esprime

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Tratti di vita religiosa salesiana
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in cinque indicazioni che dovrebbero garantire una generosa «consacrazione»
religiosa, quale indispensabile potenziale all'attuazione della specifica missione.
Nel primo «ricordo» è energicamente contestata ogni eventuale tentazione
riformatrice e sottolineata la fedele osservanza delle costituzioni: l'inesistenza del
primo atteggiamento induce a pensare che don Bosco insista sull'altra alternativa:
«osservarle puntualmente» (lin 331). Più pertinente alle esigenze di una
congregazione incipiente è l'esortazione a «rinunciare all'egoismo individuale» e
ad «adoperarci con grande zelo pel bene della Congregazione» (lin 333-334); è in
concreto lo stimolo a coltivare con accresciuta energia il sentimento della
fraternità religiosa e operativa. Il terzo «ricordo» tocca il tema dell'obbedienza —
come si è visto, sensibilissimo per don Bosco — con una piena disponibilità alla
comunione operativa garantita al vertice: «non mormorare dei superiori, non
disapprovare le loro disposizioni» (lin 337). Il quarto «ricordo» induce a superare
ogni forma di individualismo operativo con una compatta solidarietà: «i Salesiani
considerati insieme formano un solo corpo, ossia la Congregazione» (lin 342-
343): è particolarmente accentuata l'esigenza di una crescita dei giovani salesiani
nel senso dell'appartenenza, nello «spirito di corpo», chiaramente invidiato da
don Bosco in altri istituti religiosi, in particolare nella Compagnia di Gesù. Infine,
è fatto cenno alla «missione» strettamente collegata colla «consacrazione» ad
essa funzionale: «in ogni nostro uffizio, in ogni nostro lavoro, pena o dispiacere,
non dimentichiamo mai che essendoci consacrati a Dio, per lui solo dobbiamo
faticare, e da lui soltanto attendere la nostra mercede» (lin 351-352).
4.2.8 Tra precarietà e irrevocabilità della consacrazione
Quasi sesto «ricordo», da aggiungere ai precedenti, potrebbe essere
considerato il paragrafo dedicato al Dubbio della vocazione, oggetto delle ultime
pagine del messaggio di don Bosco. Sono dettate in notevole misura dalla
preoccupazione che la congregazione in via di rapida espansione (nel 1875 per la
prima volta in Francia e nell'America meridionale) possa contare sul maggior
numero di effettivi e sulla loro sicura fedeltà. Don Bosco intende inculcare
maggior riflessione nei postulanti, accresciuta ponderazione nelle ammissioni, ma
soprattutto fedele perseveranza nei professi. Certamente, egli pensa anche alle
non poche ricorrenti defezioni e non lesina preoccupate descrizioni dei mali a cui
va incontro chi abbandona; tanto da non accogliere l'avvertimento del segretario
che a chiosa delle allarmanti li-

4.10 Page 40

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400
Pietro Braido
nee 379-384 osserva: «questo periodo mi sembra debba essere moderato secondo
la dottrina della Chiesa che è lecito passare da una religione ad aliam rigidio-
rem».
La trepidazione di don Bosco era già fissata nella redazione del 1858 del-
l'art. 10 del capitolo sulla forma della società: «Ognuno faccia di perseverare
nella sua vocazione fino alla morte»; a cui aggiunge fin dal 1862/64 «Ciascuno si
ricordi di quelle gravi parole del divin Salvatore: Nemo mittens manum ad ar air
um et respiciens retro, aptus est regno Dei».103 Ora, nel 1875, le sue parole ri-
specchiano legittime ansie di fronte al movimento delle entrate e delle uscite dei
membri della sua giovane Congregazione.104
Nella medesima ottica è anche comprensibile che don Bosco proprio a parti-
re dal 1875 manifestasse la crescente tendenza a preferire che quanti professava-
no nella Congregazione emettessero i voti perpetui piuttosto che quelli tempora-
nei.105
Sigle usate nell'apparato delle varianti
add = addit
corr = corrigit - quando la correzione viene effettuata utilizzando elementi della
parola o della frase corretta
del = delet - cancella
em = emendat - quando la correzione è effettuata con elementi del tutto nuovi
rispetto alla parola o alla frase preesistente
inf lin = infra lineam
iter = iterat
mrg = in margine; inf = inferiore; sup = superiore; dext = laterale destro; sin =
laterale sinistro
om = omittit
pag = in pagina
sl = super lineam
N.B. Le note collocate a pié pagina nell'originale stampato del 1875, nella presente
103 Cost. SDB (ed. Motto) 88-89.
104 Dando un prospetto delle entrate e uscite negli anni 1870-1875 Pietro Stella osserva: «Rimaneva intan-
to abbastanza alto il numero di quanti ciascun anno uscivano definitivamente per tornare allo stato laico ovvero
per inserirsi nel clero diocesano» (P. STELLA, Don Bosco nella storia economica e sociale (1815-1870). Roma,
LAS 1980, p. 319; cf pp. 318-321).
105 Cf Conferenza del 16 aprile 1875, G. BARBERIS, quad. 18°, p. 39, 81; Conferenza del 23 settembre
1875, G. BARBERIS, quad. 12°, pp. 9-10, 29-30.

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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Tratti di vita religiosa salesiana
401
edizione compaiono immediatamente di seguito al testo al quale si riferiscono, di-
stinguibili da esso mediante il numero di rimando, i due filetti divisori e i caratteri
in corpo minore.
Abbreviazioni usate nell'apparato delle fonti
Avvisi spettanti = Avvisi spettanti alla vocazione religiosa, in Opuscoli relativi allo
stato religioso, Opuscolo I, in Opere ascetiche di S. Alfonso Maria de Liguori,
vol. IV. Torino, Per Giacinto Marietti 1847.
Considerazioni = Considerazioni per coloro che sono chiamati allo stato religioso, in
Opuscoli relativi allo stato religioso, Opuscolo II, in Opere ascetiche di S. Alfonso
Maria de Liguori, vol. IV. Torino, Per Giacinto Marietti 1847.
Esercizi spirituali a Trofarello, agosto 1867, I ms Berto = Esercizi dei preti e chie-
rici. Truffarello 1o Agosto 1867, ms di G. Berto, ASC A 025, FdB 438 E 8-440
B2.
Esercizi spirituali a Trofarello, settembre 1869, ms Bosco = Esercizi di Troffarello
1869, ms di G. Bosco, ASC A 025, FdB 84 B 10-D 1.
Esercizi spirituali a Trofarello, settembre 1869, II ms Berto = Esercizi di Truffarello
1869, ms di G. Berto, ASC A 025, FdB 441 A 2-C 4 [copia: ASC A 0250110,
FdB 441 C 5-D 5].
Esercizio di perfezione = Esercizio di perfezione e di virtù religiose del padre Alfonso
Rodriguez della compagnia di Gesù. Parte terza. Torino, Per Giacinto Marietti
1828.
Regole o Costituzioni = Regole o Costituzioni della società di s. Francesco di Sales
secondo il decreto di approvazione del 3 aprile [13 aprile] 1874. Torino, Tip.
dell'Oratorio di S. Frane, di Sales 1875.
Stimoli ad una religiosa = Stimoli ad una religiosa per avanzarsi nell'amore del suo
divino sposo Gesù Cristo, in Opuscoli relativi alle monache, Opuscolo IV, in Ope-
re ascetiche di S. Alfonso Maria de Liguori, vol. IV. Torino, Per Giacinto Ma-
rietti 1847.
La vera sposa di Gesù Cristo = La vera sposa di Gesù Cristo cioè la monaca santa per
mezzo delle virtù proprie d'una religiosa, in Opere ascetiche di S. Alfonso Maria
de Liguori, vol. IV. Torino, Per Giacinto Marietti 1847.

5.2 Page 42

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402 Pietro Braido
II. TESTI
Al
1. Ms ABC
AI SOCI SALESIANI
Le costituzioni dell'umile nostra congregazione, o figliuoli in G.C. dilettissimi,
furono definitivamente approvate dalla Santa Sede il 3 aprile 1874. Noi dobbiamo
salutar questo avvenimento come uno dei più gloriosi; perciocché essendoci legati
5 alla perpetua osservanza delle medesime, noi dobbiamo godere assai nel sapere che
ci appoggiamo ad una regola stabile, sicura, e possiamo anche dire infallibile, sicco-
me infallibile è il giudicio del capo supremo della chiesa che le ha sanzionate.
Ma comunque grande sia il pregio in cui debbasi avere questa approvazione, ci
apporterebbe poco frutto, se le nostre regole non fossero fedelmente osservate.
lO
Il testo originale fu stampato separatamente in latino, qui per comodità di tutti
vi presento le regole comuni a ciascun Salesiano, facendo precedere alcuni pensieri
pratici che l'affetto di padre dopo lunga esperienza ha fatto ravvisare opportuni. I
Vantaggi dello stato religioso.
Grande benefizio ci fece Iddio creandoci nella santa cattolica religione, ma que-
2 congregazione] congrega A congregazione COIT A 2 in G. C. om A add si A 2 post dilet-
tissimi add in G. C. A del A 2 3 Sede] chiesa A Sede em mrg sin A 2 4 post gloriosi add
avveni A del A 2 5 nel... che] perché A nel sapere che em rnrg sin A 2 6 ad] sopra A ad
cm si A 2 7 infallibile] ifallibile A infallibile corr A 2 capo om A add si A 2 8 post co-
munque add sia A debba aversin em si A 2 del A 3 sia om A add si A 2 il] il A del A 2 il add
si A 3 in cui om A add A 2 debbasi... questa] dell'A debbasi em si A 2 debbasi avere questa
em mrg sin A 3 post approvazione add di queste regole, e le regole che ne furono l'oggetto A
del A 2 ci] vi p A ci em A 2 9 apporterebbe] apporteranno A apporterebbe COIT A 2
post poco add o niuno corr A 2 osservate om A add mrg sin A 2 post osservate add A que-
st'uopo gioverà certamente un Manuale ascetico in cui si darà [farà A darà corr A 2] una spiega-
zione pratica intorno all'osservanza religiosa; A del A 2 10-11 Il testo ... Salesiano] per ora
comincio a darmi il testo delle regole comuni a tutti i Soci Salesiani A Il testo originale fu stam-
pato in latino, qui per intelligenza di tutti vi presento le regole comuni a tutti i soci Salesiani em
mrg sin A 2 Il testo originale fu stampato separatamente in latino, qui per comodità di tutti vi
presento le regole comuni a ciascuno Salesiano COIT A 3 Il precedere] precere A precedere
corr A 2 12 pratici om A add si A 2 post pratici add che l'esperienza suggerisce [ha A sug-
gerisce em A 2] e A del A 2 dopo ... esperienza om A add si A 2 ha fatto] fa A ha fatto corr
A2 ravvisare] giudicare A ravvisare em inf fin A 2
ni COIT A 2
14 ante Grande add È un A del A 2
fece] fe' A ci fece em A 2
opportuni] opportunissimi A opportu-
post benefizio add che A del A 2 ci

5.3 Page 43

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Tratti di vita religiosa salesiana 403
A2 sto benefizio aumenta assai di pregio quando per tratto di grazia speciale ci toglie 15
dai pericoli del mondo mercé la vocazione religiosa. Il mondo, dice il Salmista, è tut-
to posto nella malignità: mundus in maligno positus est totus. Entrando noi in reli-
gione siamo come colui che entra in un bastimento, di cui affidando tutte le cure al
capitano, egli riposa e vive tranquillo anche in mezzo alle fiere burrasche. In religio-
ne siamo come in una fortezza fornita di valida diffesa.
20
Se Dio, dice s. Lorenzo Giustiniani, concedesse a chi vive nel secolo la grazia di
conoscere quanta felicità apporti la vita religiosa, gli uomini abbandonerebbero il
mondo e darebbero la scalata ai chiostri per passarvi i giorni della loro vita. Consul-
to Deus gratiam Religionis occultavit, nam si ejus felicitas cognosceretur, omnes
relicto saeculo, ad eam concurrerent.
25
N on parlo dei vantaggi materiali, perché in religione si è provveduti di quanto è
necessario per la vita temporale sia in tempo di sanità sia nei casi di malattia. Gli
istituti religiosi, le congregazioni ecclesiastiche, gli stessi ordini mendicanti non eb-
bero mai a stentar né di vitto, né di vestito; anzi provarono col fatto che colui il qua-
le cerca il regno de' cieli, sarà di ogni cosa provveduto dal Padre celeste. Quaerite 30
primum regnum Dei et iustitiam ejus et haec omnia adijcientur vobis. I
15 aumenta... pregio] cresce grandemente A aumenta assai di pregio em sl A2 post quando
add Dio A del A 2 per. .. speciale] nella sua infinita misericordia A per tratto di grazia specia-
le em sl A2 16 post mondo add e ci concede il preziosissimo dono A del A2 mercé om
A add sl A2 la] della A la corr A2 18 di cui] e A e ne corr A2 di cui em sl A 3 affi-
dando] affida A affidando corr A2 tutte] tutto A tutte corr A2 le] il A le em A2 post
cure add del viaggio A del A2 post capitano add di quello; A del A2 ante egli add siamo
in mare mentre A del A2 19-20 anche ... religione om A add in! lin A2 20 fornita ... diffe-
sa] dove si hanno mille mezzi per superare [combat A superare em A2] i continui ed incessanti
pericoli che circondano chi vive nel secolo e da cui è liberato il religioso A dove si hanno mille
mezzi per difendersi contro a qualsiasi assalto nemico corr A2 fornita di valida diffesa em sl A3
21-25 Se... concurrerent om A add mrg sin A2
21 dice... Giustiniani om A2 add sI A3
post concedesse add di A2 del A3 22 quanta] qual A2 quanta corr A3 23 di om A2 add A3
26 perché] cui mercé A perché em sl A2 in religione om A add sl A2 si è] siamo A si è em
sl A2 27-28 Gli ... ecclesiastiche om A add mrg sin A2 istituti] Ordini A2 istituti em A3
28-29 gli stessi... vestito] Gli stessi ordini mendicanti non hanno patito di fame né la priva-
zione degli indumenti A gli stessi ordini mendicanti non ebbero mai a stentar né di vitto, né di
vestito em mrg sin A2 29 anzi] ma A e em mrg sin A2 anzi em A3 30-31 provarono... vo-
bis] tutti hanno provato l'effetto delle parole di S. Paolo che dice Nihil habentes et omnia pos-
sidentes A provarono [post provarono add anzi A2 del A3] col fatto che colui il quale [chi A2 co-
lui il quale em A3] cerca il regno de' cieli, sarà di ogni [ogni iter A2 corI' A3] cosa provveduto dal
Padre celeste. Quaerite primum regnum Dei et iustitiam ejus et haec omnia adiicientur vobis
em mrg sin A 2
17 Et mundus totus in maligno positus est: 1 Gv 5, 19.

5.4 Page 44

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404 Pietro Braido
Ma noi non vogliamo darci al Signore per beni temporali. Noi vogliamo beni A3
spirituali; di que' beni che non sono più soggetti al tarlo delle cose umane, ma quei
beni che, secondo la promessa del Salvatore, giovano per la vita eterna, e ci met-
35 teranno un giorno al possesso de' godimenti del Cielo purché noi siamo fedeli alla
nostra vocazione.
Ascoltiamo come si esprime s. Bernardo dei beni della vita religiosa: Homo, egli
dice, vivit purius, cadit rarius, surgit velocius, incedit cautius, irroratur frequentius,
quiescit securius, moritur confidentius, purgatur citius, remuneratur copiosius. De
40 bono religionis. I
[la redazione]
Vale a dire: L'uomo che si consacra a Dio in una religione vive con maggior pu-
rezza di volontà, di opere e di pensieri; raramente cadrà in fallo, e qualora gli avven-
ga la disgrazia di cadere, ha molti mezzi per rialzarsi più prestamente; cammina con
maggior cautela. La grazia di Dio come rugiada benefica scenderà più copiosa e più
45 frequente; vive più sicuro contro alle tentazioni; muore con maggior confidenza di
sua eterna salvezza; sarà più presto liberato dalle pene del purgatorio, e riceverà
mercede assai più copiosa in cielo.
32 non om A add si A2 temporali] spirituali, di beni che non si perdano piu, che ci giovino
per [post per add questa e per A2 del A3] la eterna nostra salvezza A temporali [temporali A del
A2 temporali add si A3], che anzi occorrendo siamo disposti a patire [post patire add e o A2 del
A3] fame sete, caldo e freddo per la maggior gloria di Dio creatore em mrg sin A2 32-
36 Noi... vocazione om A add mrg sin A2 33 post spirituali add di A2 del A3 che non om
A2 add si A3 più] più A2 del A3 più add si A4 ma om A2 add si A 3 34 secondo... Sal-
vatore om A2 add si A3 post eterna add quei beni promessi dal Salvatore A2 del A3 e ci] e
che A2 e ci em A3 33-34 metteranno] renderanno A2 metteranno corr A3 35 un om A
add si A3 purché] se A2 purché em si A3 siamo] sarebbe A2 saremo corr A 3 siamo em si
A4 37 come ... esprime] quello che dice A come si esprime em si A2 dei beni om A add si
A2 38 post cautius add quiescit securius A del A2 42 gli] ciò A gli av em si A2 gli corr A 3
43 la om A add si A 2 disgrazia om A add mrg sin A2 di cadere om A add si A2 44 La
grazia] la rugiada della A La grazia corr A2 come... più] è più copiosa e A come rugiada be-
nefica scenderà più copiosa e più em mrg sin A2
45 vive] dimora A vive em si A2
46 post riceverà add in cielo una A del A 2 47 in cielo om A add A2
37-47 "Il beato s. Bernardo compendiò a maraviglia i gran beni che sono nella Religione, in
queste poche parole: Nonne haec est Religio sancta, pura, et immaculata, in qua homo vivit
purius, cadit rarius, surgit velocius, incedit cautius, irroratur frequentius, quiescit securius,
moritur fiducius, purgatur citius, proemiatur copiosius? Nella Religione, dic'egli, l'uomo vive con
maggior purità, cade più di rado, e quando cade s'alza più presto, e questo gli è motivo di
procedere con maggior cautela e circospezione: è visitato più frequentemente con ristori e
consolazioni, e con rugiade celesti; vive con maggior sicurezza e quiete; e muore con maggiore
speranza e confidenza della sua salute; ha manco che purgare nel purgatorio; e conseguisce più
abbondante premio nel cielo»: Esercizio di perfezione, III, tratto II, capo VII, p. 157.

5.5 Page 45

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Tratti di vita religiosa salesiana 405
Il Salvatore, parlando di coloro che lasciano il mondo per amor suo, dice che
sebbene costoro abbandonino, avranno grande guiderdone, e s. Gio. Crisostomo ag-
giugne, che chi per amor di Gesù lascia quanto ha in terra è sicuro di avere tutto in 50
paradiso. Onde s. Bernardo conchiude che: chi muore in religione con un passo dal-
la cela va al possesso del cielo. Est facilis via de cela in coelum.
Bl
L'uomo in religione vivit purius. Vive con maggior purezza, perché essendo
sciolto da ogni fastidio, da ogni impaccio e dalle lusinghe del secolo vive con mag-
gior purezza di cuore, di volontà, e di opere, e per conseguenza ogni sua opera, ogni 55
parola viene spontaneamente offerta a Dio con purezza di corpo e con mondezza di
cuore: casto corpore et mundo corde. La qual cosa se non vogliamo dire impossibile
è certamente assai difficile nel mondo.
Cadit rarius: cade più raramente. La professione religiosa non rende l'uomo im-
peccabile, ma somministra molti mezzi, i quali o impediranno la caduta nel male o si 60
cadrà di rado, e per lo più solamente in cose leggere; perciocché separato dai perico-
li, lontano dalle occasioni, le sue cadute per lo più non sono che difetti o venialità, in
cui le stesse anime giuste cadono più volte al giorno. Septies in die cadit justus.
Surgit velocius. Si rialza più presto. Chi vive nel secolo se per disgrazia cade in
qualche male, egli è solo, né ha chi l'ajuti, anzi per lo più è burlato e disprezzato. 65
48 post Salvatore add dice A parlando... che] che colui il quale A parlando di coloro che
etn si A2 lasciano] lascia A lasciano CO'T A2 il mondo] anche poco A il mondo em si A2
48-49 dice... abbandonino om A add mrg sin A 2 49 avranno ... guiderdone] avrà molto A
avranno grande guiderdone em mrg sin A2 49-50 aggiugne] dice A aggiugne em si A2
51 paradiso] cielo A paradiso em A2 con] fa A con em si A 2 post un add solo A del A2
51-52 dalla] per passare A dalla em si A2 del A3 dalla add A4 52 va... possesso om A add si
A2 del] al A del COIT A2 in] ad A in em A2 53-105 L'uomo... cielo om A add B
53 ante L'uomo add vale a dire B del B2 con ... purezza] con vita B più puramente em B2
con maggior purezza di cuore em si B3 con maggior purezza COIT B4 54 fastidio] cura B fa-
stidio em si B2
ogni] ogni B tutti gli em B2 ogni em si B3
impaccio] impacci B
55 conseguenza] conseguenze B conseguenza CO'T B2 ogni sua] quanto egli B ogni sua em si
B2 55-56 ogni parola] pensa e dice B ogni parola em si B2 56 post parola add non più
altra mira se non la maggior gloria di Dio B del B2 56-58 viene... mondo om B add mrg sin
B2 59-60 impeccabile] impenabile B impeccadile CO'T B2 60 post ma add cad B del B2
somministra om B add si B2 60-62 molti ... occasioni] lontano dai pericoli mondani, separa-
to dalle occasioni cadrà certamente assai più di rado B molti mezzi i quali messi in pratica o
impediranno la caduta nel male o si cadrà più di rado, e per lo più sono solamente cose legge-
re; perciocché separato dai pericoli, lontano dalle occasioni em mrg sin B2 molti mezzi i quali o
impediranno la caduta del male o si cadrà di rado, e per lo più solamente in cose leggere; per-
ciocché separato dai pericoli, lontano dalle occasioni corr B3 62 le sue] e le B e queste corr
B2 le sue em si B 3
63 post cadono add le B del B2
Septies... justus om B add B2
65 male] offesa B male em si B2 anzi... disprezzato om B add si B2
48-49 Mt 19, 28-29; Mc lO, 29-30; Lc 18, 29-30.

5.6 Page 46

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406 Pietro Braido
Vae soli, quia cum ceciderit non habet sublevantem se. Ma in religione qualora sgra-
ziatamente cadesse ha subito chi lo ajuta. Le regole, le pratiche di pietà, l'esempio
dei confratelli, gli inviti, i consigli dei superiori, tutto contribuisce a farlo rialzare. Si
unus ceciderit ad altero fulcietur. È ajutato dai confratelli a risurgere, dice s. Tom-
70 maso. Iuvatur a sociis ad resurgendum.
Incedit cautius. Cammina con maggior cautela. Egli vive in una fortezza cui fa
guardia il Signore. Mille mezzi gli vengono in ajuto, che lo diffendono e lo assicura-
no della vittoria nelle tentazioni. I
Irroratur frequentius. Sopra di lui cade più spesso la rugiada delle grazie del cie- B2
75 lo. Ha rinunciato al mondo e a tutte le sue vanità. L'osservanza dei voti e l'occupar-
si unicamente in ciò che torna della maggior gloria di Dio gli meritano certamente
ad ogni momento speciali benedizioni e grazie dal Signore.
Quiescit securius: riposa con maggior sicurezza. Lontano dalle cure temporali
può il religioso applicarsi con maggior sicurezza al servizio affidando ogni pensiero
80 del suo avvenire nelle mani di Dio e de' suoi superiori che ne fanno le veci. Se egli
osserva fedelmente le regole professate si può dire che gode un paradiso anticipato.
M oritur confidentius. Muore con maggior confidenza di sua eterna salvezza. I
mondani paventano il punto di morte per quello che hanno goduto, che devono ab-
bandonare, pel conto che hanno a rendere a Dio delle loro azioni. Ma chi tutto ab-
85 bandonò per darsi a Dio, colui che rinunciò a tutti i godimenti della terra nella spe-
ranza del premio celeste, egli non è più attaccato ad alcuna cosa, né altro più atten-
66-67 sgraziatamente om B add si B2 67 cadesse] gli avvenga qualche caduta B gli avvenga
di [di add si B2 del B3 di add ffI] cadere corr B2 cadesse em si B3 68 contribuisce] contribuirà
B contribuisce corr B2 68-69 Si unus] Cum B Si unus em si B2 69-70 È... resurgendum
om B add mrg in! B2 71 cautela] sicurezza B cautela em si B2 ante cui add di B del B2
fa] è B fa em si B2 72 gli] ci B gli em si B2 vengono] sono B vengono em B2 post
ajuto add al religioso B del B2 72-73 che... assicurano] di cui servendosi è moralmente certo
B che lo diffendono e lo assicurano [sicuro B2 assicurano corr B2] corr B2 73 della vittoria]
di non cadere B di non essere vinto corr B2 della vittoria corr B3 74 Sopra di lui om B add
si B2 post spesso add sopra di lui B del B2 grazie] grazia B grazie corr B2 74-75 del
cielo] celeste B celesti cotr A2 del cielo em si B3 75 ante Ha add L'osservanza dei voti B del
B2 Ha] Hanno B l'osservanza dei voti om B add si B2 76 torna] è B torna em si B2
79 religioso] religio B religioso corr B2 applicarsi] darsi B applicarsi em B2 maggior om
B add si B2 81 post regole add che ha B del B2 post che add egli B del B2 gode] go-
drà B gode corr B2 un] il B un em si B2 anticipato] in terra B anticipato em B2 82-
84 I mondani... azioni om B add mrg sin B2 82 I mondani] Nel mondo B2 I mondani corr
B3
83 paventano] si teme B2 paventano em B3
hanno goduto, che om B2 add B3
84 Ma om B add mrg sin B2 tutto om B add si B2 84-85 abbandonò] abbandò B abban-
donò corr B2 post abbandonò add quanto avevano nel mondo B del B2 85 darsi a]
amar B darsi a em si B2 post Dio add si che B2 del B3 colui tutti om B add si B2
85-86 i godimenti ... celeste om B add mrg sin B2 86 attaccato] [ ] B attaccato corr B2
né] non B em si B2 post più add si B del B2

5.7 Page 47

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Tratti di vita religiosa salesiana 407
de che uscire da questa valle di pianto per volare in seno al Creatore. La coscienza in
buono stato, i Sacramenti e gli altri religiosi conforti che si ricevono, l'assistenza, le
preghiere de' suoi confratelli, gli faranno vedere la morte come fine delle fatiche del
terrestre esiglio, che gli aprirà le porte del cielo.
90
Purgatur citius. Sarà per lui più breve il purgatorio. Le indulgenze acquistate, il
merito dei sacramenti, i suffragi che in tutta la congregazione si faranno per lui lo
assicurano che o poco o niente dovrà rimanere in purgatorio. Beati quelli che morti
B3 al mondo I spirano l'anima nel Signore. Beati mortui qui in Domino moriuntur. Per-
ché, dice s. Bernardo, costoro con un solo passo dalla cella volano al cielo; est facilis 95
via de cela in coelum.
Remuneratur copiosius. In cielo avvi più copiosa rimunerazione. Il Salvatore
dice che colui, il quale per amor suo dà un bicchiere d'acqua fresca avrà in cielo la
sua mercede. Colui poi che abbandona il mondo, rinuncia ad ogni soddisfazione ter-
restre, dà vita e sostanze per seguire il Divin Maestro, Gesù Salvatore, quale merce- 100
de non avrà in cielo? Inoltre le penitenze sostenute, le preghiere, i sacramenti, le ani-
me salvate col suo buon esempio, e colle sue fatiche, i continui suffragi che in morte
e dopo morte nella congregazione si faranno costantemente per lui, lo metteranno
certamente al possesso di quel celeste regno promesso da Dio quando disse che il
suo servo fedele nel suo cospetto risplenderà come stella per tutta l'eternità. Fulge- 105
bunt iusti in conspectu Dei in perpetuas aeternitates. I
87 uscire... per om B add mrg sin B2 uscire da] lasciare B2 uscire da em B2 seno] segno
B seno corr B2 al Creatore] a colui che ha procurato di servire nel corso della vita B al
Creatore corr B2 88 e gli... conforti om B add si B2 89 de' ... confratelli] di tutti B de'
suoi confratelli em B2 vedere] sospirare B vedere em B2 post come add colei che pone B
del B2 delle] alle B delle corr B2 post delle add sue B del B2 90 che... aprirà] e gli
aprirà B che gli aprirà em si B2 cielo] paradiso B cielo em B2 91 post acquistare add i
suffragi B del B2 92 post che add si B2 per lui del B3 in... congregazione om B add mrg
sin B2 per lui] per lui B del B2 per lui add si B3 post lui add in tutta la congregazione B
del B2
92-93 lo assicurano] sono altrettante assicurazioni B lo assicurano em si B2
96 in] ad B in em B2 97 ante In add Sa B del B2 98 per. .. suo om B add B2 100 so-
stanze] sost B sostanze corr B2 per. .. Salvatore om B add si B2 100-101 mercede] merce-
cede B mercede corr B2 101 penitenze] mor B penitenze em B2 102-103 in morte ... co-
stantemente] in congr. si faranno B in morte e dopo morte nella congregazione si faranno co-
stantemente em mrg sin B 104 certamente om B add si B2 celeste om B add si B2
104-105 da Dio ... fedele] dal Salvator, dove egli B da Dio quando disse che [che om B2 add B3]
il suo servo fedele em si B2 105 nel] nel B del B2 nel add si B3 suo] co- B suo corr B2
cospetto] spetto B cospetto corr B2 post cospetto add del Signore B del B2
104-106 Qui autem docti fuerint fulgebunt quasi splendor firmamenti, et qui ad iustitiam
erudiunt multos quasi stellae in perpetuas aeternitates: Dan 12, 3.

5.8 Page 48

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408 Pietro Braido
I voti.
A4
La prima volta che il sommo pontefice parlò della nostra congregazione disse
queste preziose parole: In una congregazione o società religiosa sono necessari i voti
110 affinché tutti i membri siano da un vincolo di coscienza legati col superiore e il supe-
riore tenga se e suoi legati col capo supremo della chiesa e per conseguenza con Dio
medesimo.
I nostri voti pertanto si possono chiamare altrettante funicelle spirituali con cui
tutti i soci si consacrano al Signore colla povertà, colla castità e coll'ubbidienza.
115 Con questa consacrazione noi mettiamo in potere del nostro superiore la propria
volontà, le sostanze, le nostre forze fisiche e morali, affinché tra tutti facciasi un
cuor solo ed un'anima sola per promuovere la maggior gloria di Dio secondo le no-
stre costituzioni. I voti sono un'offerta eroica che noi facciamo al Signore e con cui
moltissimo si accresce il merito delle opere nostre. S. Anselmo insegna che un'opera
120 buona senza voto è come il frutto di una pianta. Chi la fa con voto offre a Dio frut-
to e pianta. S. Bonaventura considerando l'opera fatta senza voto la rassomiglia a
chi offre il reddito ma non il capitale. Col voto poi si offre a Dio reddito e capitale
intiero.
Mentre peraltro i voti aumentano il merito delle opere buone, e le rendono as-
125 sai più care a Dio, dobbiamo darci la massima sollecitudine non siano trascurati.
109 preziose] precise A preziose corr A2 111 tenga ... suoi] sia A tenga se e suoi em si A2
legati] legato A legati corr A2 capo ... chiesa] sommo pontefice A capo supremo della chiesa
em A2 111-112 e per. .. medesimo om A add mrg sin A2 112 post medesimo add mrg sin
Pei tempi in cui siamo è A2 del A3 113 ante I nostri add È meglio che i voti siano semplici
perché siamo in tempi in cui riesce assai difficile l'osservanza dei voti solenni A del A2 voti
om A add si A2 altrettante] tanti A altrettante corr A2 funicelle] legami A funicelle em
A 2 114 post Signore add e A del A 2 colla/ om A add si A2 e] ed A e corr A 2 coll'
om A add si A2 post ubbidienza add promettono d'impiegare vita A del A2 115 Con ...
propria om A add mrg sin A 2 116 le' om A add si A2 le nostre] ed ogni loro A le nostre
em si A 2 forze] forza A forze corr A 2 fisiche e om A add si A 2 116-117 affinché...
sola om A add mrg sin A2
117 per] a A per em mrg sin A 2
post la add gr A del A 2
118 I voti sono] Coi voti noi facciamo A I voti sono em si A2 che noi facciamo om A fatta
add si A2 che noi facciamo em A 3 e con cui] che A e con cui em si A2 119 moltissimo si
om A add si A2 post accresce add di gran lunga A del A2 insegna] dice A insegna em si
A 2 120 senza voto] per se A senza voto em si A2 è] viene considerata A è em si A2
post pianta add o di un capitale A del A 2 post Dio add si il A2 del A3 121 e] e A colla em
si A 2 e corr A3 post pianta add si medesima A 2 ante S. Bonaventura add e capitale A del
A2 considerando] rassomiglia A considerando em si A2 l'] un' A l' em si A 2 post
opera add non A del A2 senza] con A senza em si A2 121-122 la rassomiglia ... offre]
come A qu em si A2la rassomiglia a chi offre em mrg sin A 3 122 ma non il] di un A ma non
il em si A2 post capitale add fruttifero; colui poi che ha A del A2 si] si A del A 2 si add si
A3 124 i voti aumentano] il voto aumenta A i voti aumentano corr A2 rendono] rende
A rendono corr A2 125 più om A add si A2 dobbiamo] devosi A devonsi corr A2 dob-
biamo em mrg sin A2 darci la massima sollecitudine om A add mrg sin A2 post sollecitu-
dine add mrg sin per A2 di em A3 non ... trascurati] osservarli gelosamente A non trascurarli
em mrg sin A 2 non siano trascurati corr A 3

5.9 Page 49

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Tratti di vita religiosa salesiana 409
Piuttosto che non osservarli è meglio non farli, perché a Dio grandemente dispiace
A5 la promessa stolta I ed infedele. Displicet enim Deo infidelis et stulta promissio. Per-
tanto appena noi avremo emessi i voti dobbiamo adoperarci con tutte le forze per
osservarli. Redde Altissimo vota tua.
Ubbidienza.
130
L'ubbidienza è il compendio di tutte le virtù, dice s. Filippo N. Tutta la perfe-
zione religiosa consiste nella pratica dell'ubbidienza. Tota religionis perfectio in vo-
luntatis nostrae subtractione consistit, così s. Bonaventura. L'uomo ubbidiente, dice
Iddio, riporta vittoria su tutti i vizi. Vir obbediens loquetur victoriam. S. Gregorio
Magno aggiugne che l'ubbidienza conduce al possesso di tutte le altre virtù e tutte le 135
conserva. Obedientia caeteras virtutes in mentem ingerit et custodit. Moral. 1.35.
Questa ubbidienza però deve essere secondo l'esempio del Salvatore, che la pra-
ticò nelle cose gravi e più difficili fino alla morte di croce. Factus est pro nobis obbe-
diens usque ad mortem, mortem autem crucis. S. Paolo apostolo mentre raccoman-
da caldamente questa virtù aggiugne queste parole: Siate ubbidienti ai vostri supe- 140
riori, e siate sottomessi ai loro ordini, imperciocché non gli inferiori ma i superiori
devono vegliare come se dovessero a Dio rendere conto delle cose che riguardano al
bene delle anime vostre. Ubbidite volentieri e prontamente, affinché possano com-
piere l'uffizio di superiore con gaudio e non fra' gemiti e sospiri. Obbedite prae-
positis vestris et subjacete eis; ipsi enim pervigilant quasi rationem pro animabus 145
vestris reddituri; ut cum gaudio hoc faciant et non gementes.
Notate bene che il fare le cose che ci piacciono o ci sono di gradimento non [è]
vera ubbidienza ma è secondo la nostra volontà. La vera ubbidienza, che ci rende
126 che] di A che corr A 2 del A 3 che add A4 post perché add si farebbe una stolta ed infedele
A del A 2 post Dio add che A del A 2 126-127 grandemente... infedele] certamente gli di-
spiacerebbe A grandemente [gran A grandemente em A2] dispiace la promessa stolta e infedele
em A2 127-128 Pertanto] Perciò A Allorché em mrg sin A 2 Appena em A 3 Pertanto em A4
128 appena... voti] fatto un voto A si fa un voto em mrg sin A2 appena noi avremo emessi i
voti em mrg sin A 2 ante forze add nostre A del A 2 129 osservarli] osservarlo A osservar-
li corr A 2 131 post ubbidienza add dice S. Filippo Neri A del A 2 dice... N. om A add A 2
132 religiosa om A add si A 2
133 subtractione] substractione A subtractione corr
A 2 133-134 L'uomo... victoriam om A add mrg sin A 2
dice Iddio om A 2 add A 3
134 su] con A2 di em A 3 su em A4 135 post ubbidienza add è quella A del A2 136 post
Obedientia add virtus est quae A del A2 137 però om add si A 2 post essere add qu A del
A2 138 nelle... fino] in ogni cosa, e la praticò per noi fino A nelle cose gravi e più difficili
fino em si A 2 139-140 S. Paolo ... aggiugne] Questa è appunto l'ubbidienza comandata da
S. Paolo A S. Paolo apostolo mentre raccomanda caldamente questa virtù aggiugne em si A2
141 non ... superiori] essi A non gli inferiori ma i superiori em mrg sin A 2 142 vegliare] ve-
gliar A vegliare COIT A 2
post vegliare add per la A del A 2
a Dio om A add si A2
145 pervigilant] pervigilalant A pervigilant corr A 2 147-152 Notate... Dio om A add mrg
sin A2 147 che? om A 2 add A3 è om A 2

5.10 Page 50

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410 Pietro Braido
cari a Dio ed agli uomini consiste nel fare volentieri qualunque cosa ci sia comanda-
150 ta dalle nostre costituzioni e dai nostri superiori che I sono mallevadori delle nostre A6
azioni in faccia [a] Dio. Mostrarci pronti ai loro voleri anche nelle cose difficili, nei
patimenti, anche a dar la vita, qualora ciò richiedesse la maggior gloria di Dio.
Povertà.
Se non lasciamo il mondo per amore, saremo un giorno costretti di lasciarlo per
155 forza. Coloro però che lasciano volontariamente le cose della terra avranno il centu-
plo nella vita presente, e il premio eterno nella vita futura; chi poi non si risolve a
fare questo sacrifizio volontariamente il dovrà fare per forza in punto di morte ma
senza ricompensa, anzi coll'obbligo di rendere stretto conto delle sostanze che per
avventura taluno avesse posseduto.
160
Meglio adunque è seguire l'esempio del Salvator che nacque nella povertà, visse
nella privazione di tutte le cose e morì nudo in croce. Questo è appunto quello che
gli acquistò quella gloria e quel gran nome che è sopra ogni altro nome. Ascoltiamo
di fatto ciò che egli dice: Chi non rinuncia a tutto quello che possiede non è degno di
me, non può essere mio discepolo. Ad un cotale che voleva porsi alla sua sequela,
165 Va, gli disse, vendi prima quanto hai nel secolo, donalo ai poveri, di poi vieni, se-
guimi ed avrai assicurato un tesoro in cielo. S. Paolo parlando di quanto possono
150 post che add ne A 2 del A 3 151 post difficili add anche A 2 del A 3 152 post patimenti
add ed A 2 del A 3 a... vita] fino alla morte A 2 a dar la vita em A 3 153 Povertà] Povertà A
del A 2 Povertà add mrg sin A3 post Povertà add O per amore o per forza dobbiamo lasciare
tutte le cose A O per amore o per forza dobbiamo abbandonare il mondo e tutte le sue cose
corr A 2 o per amore o per forza dobbiamo abbandonare il mondo e tutte le cose che in esso vi
sono corr A 3 del A 4 154-155 Se... forza om A add mrg sin A 2 154 lasciamo il mondo om
A 2 add A 3 saremo] sarebbe A 2 saremo corr A 3 post saremo add certamente obb A 2 del A 3
costretti] obbligati A 2 costretti em A3 di lasciarlo om A 2 add A 3 155 post forza add di A 2
del A 3 Coloro però che om A add si A 2 ante lasciano add O A del A 2 lasciano] la-
sciarlo A lasciano corr A 2 volontariamente] in mor A volontariamente em A 2 post vo-
lontariamente add ed A del A 2 le cose terra om A add si A 2 156-157 chi... volontaria-
mente om A add si A 2 157 il dovrà per] o lasciare per A il dovrà fare per em si A 2
160 è... del] è ascoltar A mettersi alla sequela del em A2 è seguire l'esempio del em A 3 post
nacque add disse A del A2 161-162 Questo ... altro nome om A add mrg sin A2 162-
163 Ascoltiamo ... dice] Meglio è ascoltar le parole di Gesù Cristo che [quando A di Gesù Cri-
sto che em mrg sin A2] disse a [sic] voleva porsi alla sua sequela: Va, vendi A Ascoltiamo di fat-
to ciò che egli dice em mrg sin A2 163-165 Chi... prima om A add mrg sin A2 163 tutto]
tutte A 2 tutto corrA' post tutto addle A 2 del A 3 163-164 non è... può] non può A 2 non è
degno di me, non può em A 3 164 post che add lo A 2 del A 3 porsi] segu A 2 porsi em A 3
alla] sotto A 2 alla em A 3 165 gli disse] gli disse A 2 del A 3 gli disse add si A4 vendi
prima] va prima a vendere A 2 vendi prima corr A 3 nel secolo om A add A 2 166 parlan-
do di] modifica A parlando di em si A 2
quanto] alquanto A quanto COIT A 2
166-
171 possono ... i] la povertà dei A devo em si A 2 possono possedere i em si A 3

6 Pages 51-60

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6.1 Page 51

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Tratti di vita religiosa salesiana 411
possedere i seguaci di Gesù Cristo dice: Che abbiamo quanto è necessario per gli
alimenti e per le vestimenta, e di questo noi dobbiamo essere contenti. Habentes
alimenta, et quibus tegamur, his contenti simus.
Tutto quello che eccede alimenti e indumenti per noi è superfluo, è contr.ario 170
alla vocazione religiosa. È vero che talvolta dovremo tollerare qualche cosa nei viag-
gi, nei lavori, in tempo di sanità o di malattia. Talvolta avremo vitto, vestito, od al-
tro che non saranno punto di nostro gusto; ma appunto in questi casi dobbiamo ri-
A7 cordarci che siamo poveri; e che se vogliamo averne il me-trito dobbiamo soppor-
tarne le conseguenze. Guardiamoci bene da un genere di povertà altamente biasima- 175
to da s. Bernardo: Vi sono di quelli, egli dice, che si gloriano di essere chiamati po-
veri, ma non vogliono i compagni della povertà. Gloriantur de nomine paupertatis,
et socios paupertatis fugiunt. Altri poi sono contenti di essere poveri, purché loro
niente manchi: Pauperes esse volunt, eo tamen pacto ut nihil eis desit. De adv. Dom.
Se pertanto il nostro stato di povertà è cagione di qualche incomodo ed anche 180
di sofferenze, dobbiamo rallegrarci con S. Paolo che si dichiara nel colmo di alle-
grezza in ogni sua tribulazione. Superabundo gaudio in omni tribulatione mea; op-
pure come facevano gli apostoli, che erano pieni di allegrezza quando ritornavano
dal sinedrio perché colà erano stati fatti degni di patire pel nome di Gesù. Quoniam
digni habiti sunt pro nomine lesu contumeliam pati.
185
Ed appunto in questo senso il Salvatore dice che ai poveri non solamente sarà
dato, ma di costoro è il regno dei cieli. Beati pauperes spiritu, quoniam ipsorum est
regnum coelorum.
167 post Cristo add e A del A 2 Che... necessario] che essi devono contentarsi A Che abbiamo
quanto è necessario em A 2
168 le vestimenta] coprire A le vestimenta em si A2
170 per... superfluo] è super A per noi è superfluo em A 2 171 post alla addnostra A del A 2
religiosa om A add si A 2 172-173 Talvolta... gusto] il vitto, vestito e simili A Talvolta
avremo vitto, vestito, od altro che non saranno punto di nostro gusto em mrg sin A2 173-
174 appunto ... ricordarci] ricordiamoci sempre A appunto in questi casi dobbiamo ricordarci
em si A 2 174 post averne add il me- A 175 da un] dalla A dal em si A 2 da un corr A3
genere di om A add si A 2 altamente om A add si A 2 176 egli dice om A add si A 2
chiamati om A add si A2 177 compagni] figli A compagni em si A 2 178 post poi add
continua lo stesso santo A del A 2 180 è] ci A è COIT A 2 cagione] cagiona A di om A
addmrg sin A 2 181 di' om A add si A 2 post diI add qualche A del A 2 sofferenze] sof-
ferenza A sofferenze corr A 2 182 Superabundo] Superabundio A Superabundo COIT A 2
183 quando] quan A quando em A 2 184 sinedrio] concilio de' Giudei A sinedrio em si A2
perché cola] dove A perché colà em si A2 fatti ... patire] crudamente flagellati A fatti degni
di patire em si A2 pel] pel A per em A2 pel corr A3 nome di] la gloria del A nome di em
A2 186 post Ed add è A del A2 post senso add che A del A 2 Il Salvatore om A add si A2
dice om A add si A 2 del A 3 dice add A4 che om A come add si A 2 che em A 3 post poveri
add nel van A del A2 solamente om A add si A 2 187 dato] assicurato A dato em si A 2

6.2 Page 52

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412 Pietro Braido
Castità.
190
La virtù sommamente necessaria, virtù grande, virtù angelica, cui fanno corona
tutte le altre virtù è la castità. Ad essa possono ap-lplicarsi le parole dello Spirito A8
Santo che dice: Tutti i beni si raccolgono intorno a questa virtù. Venerunt omnia
bona pariter cum illa. Il Salvatore ci assicura che coloro i quali posseggono questo
inestimabile tesoro anche nella vita mortale diventano simili agli angeli. Erunt sicut
195 angeli Dei.
Ma questo candido gilio, questa rosa preziosa, questa perla inestimabile è assai
invidiata dal nemico delle nostre anime, perché egli sa che se riesce a rapircela, pos-
siamo dire che la luce si cangia in folta caligine, la fiamma in nero carbone, l'angelo
del cielo si cangia in satanasso, e che perciò è perduta e rovinata ogni altra virtù.
200 Qui, o miei cari, io credo fare cosa vantaggiosa alle anime vostre notandovi alcune
cose ricavate dalla esperienza, e che voi mettendo in pratica ne avrete moltissimo
vantaggio, anzi parmi potervi in nome di Dio assicurare la conservazione di questa e
delle altre virtù. Ritenete adunque:
lODi non aggregarvi alla società salesiana se non dopo esservi consigliato
205 con persona prudente che giudichi potere conservare questa virtù.
20 Evitare la famigliarità colle persone di altro sesso, né mai contrarre amici-
zie particolari coi giovanetti dalla divina provvidenza alle nostre cure affidati. Carità
190 post La virtù add a tutti ma in modo speciale [specia A in modo speciale em A2] ai salesiani
A del A 2 192 Tutti i beni] Ogni bene A Tutti i beni em si A 2 si... a om A add si A 2
post virtù add trae seco tutti i beni A del A 2 193 post illa add Valgano [Bastino A Valgano
em A 2] per tutte le parole A del A 2 Il] del A Il em A 2 post Salvatore add per darcene il
più grande concetto quando A del A2 post quali add la A del A2 196-197 è... invidiata]
va esposta a molti pericoli A è assai invidiata em A 2 197 dal] e se il A dal corr A 2 per-
ché... se om A add si A2 rapircela] rapirei A rapircela corr A 2 post rapircela add questo
tesoro A del A 2 198-199 la luce... perciò om A add mrg sin A 2 198 si cangia] cangiato A
si cangia corr A 2 e... ogni] per noi sono perdute tutte le A è perduta e rovinata ogni em mrg
sin A 2 199 altra] altre A altra corr A 2 200-201 Qui... mettendo] A questo riguardo io vi
raccomando alcune cose appoggiate all'esperienza e che voi mettendo A Qui, o miei cari, io
credo fare cosa vantaggiosa alle anime vostre notandovi alcune cose ricavate dalla esperienza,
e che voi mettendo em si A 2 202 in nome di Dio om A add si A 2 assicurare] dire assicu-
rato A assicurare corr A 2 la conservazione di om A add si A 2 202-203 e delle] le A e del-
le em si A 2 203 virtù om A del A 2 204 post Di non add si entrare A 2 del A3 società]
cong A società em si A2 non? om A add si A 2 esservi consigliato] consiglio A esservi
consigliato corr A2 205 con] di A con em si A 2 persona] persone A prudente] pru-
denti A prudente corr A 2 che giudichi] non vi pare di A che giudichi em si A2 potere]
poterla A potere corr A 2 questa virtù om A add si A 2 post virtù add e di conservarla ap-
punto come un gilio tra le spine A del A 2 206 Evitare] Evitar A Evitare corr A 2 la] le A
la corr A 2 206-207 né... particolari om A add mrg sin A 2 207 ante coi add e A coi]
cogli A co' corr A 2 coi add mrg sin A 2 post coi add stessi A del A 2 alle] D [...] A alle em
A 2 post affidati add O fa A del A 2

6.3 Page 53

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Tratti di vita religiosa salesiana 413
e buone maniere con tutti, ma non mai e non mai famigliarità particolare con nissu-
no. O amar nissuno, o amar tutti ugualmente, dice s. Girolamo a questo scopo.
3° Tenere a freno i sensi del corpo. S. Paolo dice chiaro che il corpo è l'op- 210
pressore dell'anima: corpus hoc quod corrumpitur aggrava t animam. Perciò egli ci
assicura che ogni suo sforzo era diretto tanto a domare il suo corpo con severi casti-
A9 ghi, sebben affranto per le fatiche. I Castigo corpus meum et in servitutem redigo.
Una speciale temperanza poi è raccomandata nel mangiare e nel bere. L'espe-
rienza fa conoscere che vino e castità non possono dimorare insieme.
215
4° Scoglio terribile che fa naufragare la castità sono i luoghi, le persone, e le
cose del secolo. lo non mi ricordo di aver letto, o di aver udito a raccontare che un
religioso siasi recato nel secolo, ed abbia riportato qualche vantaggio spirituale; al
contrario se ne annoverano migliaja e migliaja che non essendone persuasi vollero
farne esperimento, ma ne provarono amaro disinganno rimanendo vittima infelice 220
della sognata domestica libertà.
5° Vincitor d'ogni vizio, e fedele custode della castità è l'osservanza esatta
delle nostre regole specialmente delle pratiche di pietà.
Le congregazioni ecclesiastiche sono come altrettanti piccoli forti avanzati.
Urbs fortitudinis Sijon murus et antemurale ponetur in ea. L'antemurale ovvero i 225
bastioni della religione sono i precetti di Dio e della sua chiesa, contro cui il demo-
nio fa guerra continua mettendo in opera ogni arte ed inganno per farli violare dai
210 Tenere... corpo] Temperanza nel mangiare e nel bere A Tenere a freno i sensi [il corp A i
sensi corr A2] del corpo em si A2 post corpo? add ben pasciuto A del A2 è] diviene A è em
si A2 211 post egli add sila A2 211-213 ci... castighi] castigava severamente il suo cor-
po A ci assicura che riusciva soltanto a domarlo con severi castighi em mrg sin A2 ci assicura
che ogni suo sforzo era diretto a domare il suo corpo con severi castighi corr A3 213 ante
Castigo add per ridurlo a servire e non a comandare A del A2 214-215 L'esperienza] Ricor
A L'esperienza em si A2 215 dimorare insieme] regnare nel medesimo cuore A dimorare in-
sieme em si A2
216 post add Fuggire A del A2
Scoglio... sono om A add si A2
217 del secolo] secolaresche A del secolo em A2 post che add taluno dalla sua [sua om A
add si A2] casa A del A2 un om A add si A2 218 religioso] religiosa A religioso corr A2
siasi recato] andando A siasi recato em si A2 post recato add alla casa A del A2 nel] del
A nel em si A2 ed om A e non add si A2 ed em A 3 219 non ... persuasi om A add mrg sin
A2 220 ma ... disinganno om A add A2 rimanendo] e ne rimasero A rimanendo em mrg
sin A2 vittima] vittime A vittima corr A2 221 della... libertà om A add A2 domesti-
ca] loro A2 domestica em si A3 222 Vincitor] Chiave poi A Vincitor em si A2 d'ogni] del
A d'ogni em si A2 fedele] destra A fedele em si A2 223 post pietà add prescr A La divina
legge è custodita nella chiesa come in una fortezza em A del A2 224 ante Le congregazioni
add Osservanza [Osservanze A Osservanza COI'!' A2] delle pratiche di pietà A del A2
Le congregazioni] le congregazioni add mrg sin A2 225 ea] eo A ea corr A2 L'antemura-
le ovvero om A add mrg sin A2 i] Il A I corr A2 i em mrg sin A2 226 post cui add guerra
A fa continua guerra COI'!' A2 del A3 227 mettendo in opera] usando A mettendo in opera
em si A2 arte ed inganno] mezzo A arte ed inganno em si A2

6.4 Page 54

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414 Pietro Braido
cristiani. Ma per indurre i religiosi a trasgredirli procura di abbatter l'antemurale, o
forte avanzato vale dire I le regole e le costituzioni degli istituti religiosi. Laonde AlO
230 quando il nemico dell'anima vuole sedurre un religioso e spingerlo a violare i divini
precetti comincia per fargli trascurare le cose più piccole di poi quelle di maggiore
importanza, dopo cui con grande facilità lo conduce alla violazione della legge del
Signore. Qui spernit modica paullatim decidet.
Dunque, o cari figliuoli, fedeltà nell'osservanza delle nostre regole se vogliamo
235 essere fedeli a Dio e non rovinarci nel suo santo servizio. Le nostre sollecitudini poi
siano costantemente e con diligenza speciale dirette all'osservanza esatta delle pra-
tiche di pietà.
Pratiche di pietà.
Siccome il cibo è quello che alimenta il corpo e lo conserva, così le pratiche di pietà
240 nutriscono l'anima e la rendono forte contro alle tentazioni. Perciò fino a tanto che
noi saremo zelanti nella osservanza delle pratiche di pietà, il nostro cuore è in buona
armonia con tutti e vedremo il salesiano allegro, contento della sua vocazione. Al
contrario comincerà il dubbio della vocazione e a provare forti le tentazioni quando
comincia la negligenza nelle pratiche di pietà. La storia ecclesiastica ci fa toccare con
228 Ma om A add sl A2 indurre... a] farli poi A indurre i religiosi a em sl A2 trasgredir-
li] trasgredire A trasgredirli corr A2 post trasgredirli add dai religiosi A del A2 procura
di] bisogna che prima studi di A procura di em sl A 2 229 vale a dire] quali appunto sono
considerate A vale a dire em st A 2 230 dell'anima] della nostra A dell'anima em sl A2
post anima add quando A del A2 sedurre] fa A spingere em A 2 sedurre em sl A3 e spin-
gerlo... divini] a trasgredire i A e spingerlo a violare i divini em sl A2 231 post precetti add
divini A del A2 trascurare] vio A trascurare em A2 231-232 cose... importanza om A
add mrg sin A2 231 post piccole add della A2 del A3 quelle] qu A2 le costituzioni em A3
quelle em sl A4 232 con grande] il può A con grande em sl A2 facilità] facilmente A fa-
cilità corr A2 lo om A add sl A2 conduce] condurre A conduce corr A2 alla] a grave
A alla em sl A2 234 fedeltà] costanza A fedeltà em sl A2 235 fedeli] costanti A fedeli em
sl A2 a Dio om A add sl A2 post Dio add ed assicurarci di non essere dal demonio A del
A2 e non om A add sl A2 rovinarci] rovinati A rovinarci corr A2 suo santo om A add
sl A2 post servizio add del Signore A del A2 Le... sollecitudini] Tra le cose sopra cui
deve A Le nostre sollecitudini corr A2 236 siano ... speciale] devono essere in modo speciale
A siano costantemente e con diligenza speciale em sl A 2 239 post conserva add nel suo sta-
to naturale, e cade indebolito se gli manca il necessario alimento A del A2 post così add è
delle anime A operano em sl A2 del A3 le om A add A2 post pratiche add per l'anima no-
stra A del A2 240 nutriscono ... tentazioni om A add mrg sin A2 240-241 Perciò ... osser-
vanza] Finché un salesiano sarà puntuale A Perciò fino a tanto che [che om A2 add sl A3] noi sa-
remo zelanti nella osservanza em sl A2 241 delle] nelle A delle corr A2 241-242 il no-
stro ... tutti] egli sarà sempre A il nostro cuore è in buona armonia con tutti em sl A2 242 e
vedremo il salesiano om A add mrg sin A 2
242-243 Al contrario om A add sl A2
243 post comincerà add il A del A2 ante il dubbio add in lui il malcontento A del A2
della vocazione] della sua vocazione A della vocazione em sl A 2 e a provare] e le stesse A e
a rendersi forti le em sl A2 e a provare forti le COI'!' A3 quando] quan A quando corr A2
post quando add si A del A2 244 comincia] cominciano A comincia COlT A 2 la negligen-
za nelle] a rallentar le A la negligenza nelle em sl A2 post pietà add Avvi di più A del A2

6.5 Page 55

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Tratti di vita religiosa salesiana 415
mano che tutti gli ordini religiosi e tutte le congregazioni ecclesiastiche fiorirono, 245
AlI promossero il bene della religione fino a tanto che I la pietà tenne il suo posto; e al
contrario ne abbiamo veduti non pochi a decadere ed altri a cessare di esistere, ma
quando? Quando si rallentò lo spirito di pietà, e ciascuno si diede a cercare quae sua
sunt, non quae sunt lesu Christi.
Pertanto se noi, o figliuoli, amiamo la gloria della nostra congregazione, se de- 250
sideriamo che fiorisca e che si conservi fiorente a vantaggio delle anime nostre e dei
nostri fratelli non si trascuri mai la meditazione, la lettura spirituale, la visita quoti-
diana al SS. Sacramento, la confessione ebdomadaria, il Rosario della S. Vergine, la
piccola astinenza del venerdì. Queste pratiche siano tenute in grande considerazione
e sebbene ciascuna separatamente sembri poca cosa, tuttavia contribuisce efficace- 255
mente al grande edifizio della nostra eterna salvezza. Si vis magnus esse, a minimo
incipe. S. Ag.
La parte poi fondamentale delle pratiche di pietà sono ogni anno gli esercizi
spirituali, ogni mese l'esercizio della buona morte. lo sono persuaso di non dir trop-
po asserendo impossibile che non si salvi un religioso se in ciascun mese si accosta ai 260
santi SS. come se fosse l'ultima volta della vita.
Se adunque vogliamo l'onore della nostra congregazione, se desideriamo la sal-
vezza dell'anima siamo puntuali nelle pratiche di pietà anche delle più ordinarie. Qui
timet Deum nihil negligit. I
A 12
Cinque importanti ricordi.
265
L'esperienza ha fatto conoscere cinque cose che alcuni chiamano il tarlo della
245 tutti om A add sl A 2 tutte om A add sI A 2 246 promossero... religione] e consegui-
rono il loro fine A e tornaro em sl A 2 promossero il bene della religione em sl A 3 fino ... che]
finché A fino a tanto che corr A 2 la] l'osservanza della A la em mrg sin A 2 post suo add
sI il A 2 ante al add co A del A2 247 altri] anche A altri em sl A2 esistere] essere A
esistere COlT A2 250-252 se... mai om A add mrg sin A 2 252 si... mai] siano mai trascu-
rati A 2 si trascuri mai corr A 3 252-253 quotidiana om A add sl A2 253 il iter A corr A2
254 Queste pratiche om A add sl A2 255-256 e sebbene ... salvezza] e ciascuno diasi solleci-
tudine di [di om A add sI A 2] osservarle come cose di massima importanza A e sebbene ciascuna
separatamente sembri poca cosa [post cosa add serve A 2 del A 3] tuttavia contribuisce efficace-
mente al grande edifizio della nostra eterna salvezza em sI A2 258 ogni anno om A add
sl A2 259 post spirituali add e A del A2 ogni mese om A add sl A 2 post esercizio add mensile A
del A 2 sono persuaso] credo A sono persuaso em sl A 2 260 asserendo] essere come A
asserendo em sl A 2 non si salvi om A add sl A2 post religioso add non giunga a santifi-
carsi A del A 2 in ciascun] egli ogni A in ciascun em sl A 2 262 Se om A add mrg sin A2
ante adunque add Noi A del A2 noi add sl A 3 del A4 post adunque add se A del A 2 vo-
gliamo ... della] amiamo la A vogliamo l'onore della em sl A2 desideriamo] amiamo A desi-
deriamo em sl A 2
263 post anima add propria A del A2
264 negligit] neglit A
265 Cinque om A add A2 importanti] Importi A 266 cinque] alcune A cinque em sl A2
alcuni] si possono A alcuni em sI A2 chiamano] chiamare A chiamano COlT A 2

6.6 Page 56

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416 Pietro Braido
osservanza religiosa, ed altri la rovina delle congregazioni. lo ve li noterò breve-
mente.
l° Osservare le regole senza darci pensiero di migliorarle o riformarle. Se i
270 Salesiani, disse il nostro benefattore Pio IX, senza curarsi del meglio, si daranno
all'esatta osservanza delle loro costituzioni, la loro congregazione sarà ognor più
fiorente.
2° Rinunciare all'egoismo individuale; quindi non mai cercare il vantaggio
privato di ciascuno, ma adoperarci con grande zelo pel bene comune della congrega-
275 zione; amarci, ajutarci col consiglio, colla preghiera; promuovere l'onor de' nostri
confratelli non come cosa di un solo, ma come nobile ed essenziale vantaggio di
tutti.
3° Non mormorare dei Superiori, nemmeno disapprovare le loro disposizio-
ni. Qualora vengaci a notizia cosa che a noi sembri materialmente o moralmente
280 nocevole si esponga ai Superiori. Essi sono da Dio incaricati a vegliare sopra le cose
e sopra le persone; essi: e non altri, dovranno rendergli conto della loro ammini-
strazione. I
4° Niuno trascuri di fare la parte sua. I Salesiani considerati insieme tra tutti A13
formano un corpo solo ossia la congregazione. Se tutti i membri di questo corpo
285 compiono il loro uffizio, ogni cosa procede con ordine e con soddisfazione; altri-
menti succedono disordini, sfasciamenti e infine la rovina del corpo medesimo. Cia-
267 ve] vi A ve corr A 2 li] le A li em si A 2 267-268 brevemente] le principali A breve-
mente em A 2 269 ante Osservare add Adoperarci per A del A 2 post le add si nostre A2
del A 3 senza] e non A senza em si A 2 migliorarle o om A add si A 2 273 post add
Evitar le mormorazioni, praticare lo spirito di corpo A del A 2 Rinunciare... quindi om A
add mrg sin A 2 273-275 non ... congregazione om A add si A 2 274 bene comune] comu-
ne A 2 bene comune em A 3 274-275 post congregazione add Perciò A del A2 275 de']
della A de' corr A 2 276 non om A add si A 2 di un solo] nostra A di un solo em si A 2
ma om A add si A 2 post come add cosa di in A del A 2 276-277 di tutti] della nostra con-
gregazione A di tutti em si A2 278 post add Fuggire la critica delle cose spettanti della
Congregazione A Non criticare le cose spettanti della congregazione corr A 2 del A 3 post
Non add si mai A 2 del A 3 Superiori] confratelli A Superiori em si A 2 ante nemmeno add
si o A 2 del A 3 nemmeno dissapprovare] non mai biasimare A nemmeno disapprovare em si
A2
loro om A add si A2
278-279 post disposizioni add dei Superiori A del A 2
279 vengaci a notizia] occorresse A vengaci a notizia em si A2 sembri] sembrasse A sembri
corr A2 279-280 materialmente... nocevole] non convenire A riprovevole em si A 2 material-
mente o moralmente nocevole em si A 3 280 da Dio] dalla divina provvidenza A da Dio em
si A 2 281 rendergli] rendere A rendergli corr A2 281-282 post amministrazione add al
Signore A del A2 283 Niuno ... di] Ogni membro cer A Ogni membro si adoperi per corr A2
Niun mem em si A 3 Niuno trascuri di corr A4 post sua add Tutti A del A 2 tra tutti om A
add si A 2 284 un corpo ... ossia om A un corpo ossia add si A 2 un corpo solo ossia corr A 3
Se om A add mrg sin A 2 285 compiono] devono compiere A compiono corr A2 ogni...
soddisfazione om A add mrg sin A 2 post procede add colla A 2 del A 3 286 disordini] di-
sordine A disordini corr A2 post disordini add e A del A 2 post sfasciamenti add del me-
desi A del A 2

6.7 Page 57

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Tratti di vita religiosa salesiana 417
scuno adunque compia l'ufficio affidato, ma lo compia con zelo, con umiltà, e non si
sgomenti se dovrà fare qualche sacrifizio, che, sebbene gravoso per noi, torna utile a
quella congregazione al cui bene noi ci siamo interamente consacrati.
5° In ogni nostro uffizio, in ogni nostra fatica, pena o dispiacere niuno mai 290
dimentichi che noi ci siamo consacrati a Dio da cui soltanto attendiamo la nostra
mercede. Egli tiene minutissimo conto di ogni più piccola cosa fatta pel suo santo
nome, ed è di fede che a suo tempo ci compenserà con abbondante misura. Tu sei
stato fedele in poco, ci dirà quando ci presenteremo al suo divin tribunale, ed io ti
farò padrone di molto. Entra nel gaudio del tuo Signore. Quia in pauca fuisti fidelis, 295
supra multa te constituam, intra in gaudium domini tui. I
Cl
Nel dubbio della vocazione.
Quando coi santi voti taluno delibera di consacrarsi al Signore egli fa a Dio
un' offerta delle più preziose in se e a lui delle più gradite. Ma il nemico delle anime
osservando che con questo mezzo ci emancipiamo assolutamente dal suo servizio, 300
mette mille inganni in mente per farci ritornare indietro e indurci a seguire la perico-
losa via del secolo. Il principale di questi inganni è farci cadere nel dubbio della
vocazione a cui tiene dietro lo scoraggiamento, la tiepidezza e spesso il ritorno a
quel secolo che per amor del Signore abbiamo abbandonato,
Se mai, figliuoli amatissimi, voi foste assaliti da questa pericolosa tentazione 305
287 compia l'ufficio] faccia la parte che gli A compia l'ufficio em sI A2 affidato] affidata A
affidato corr A 2 lo compia] la faccia A lo compia corr A 2 287-288 non ... qualche] dove
occorresse anche qualche A giudichi sempre opportuno qualche corr A 2 non si sgomenti se do-
vrà fare qualche em mrg sin A3 288-289 a quella] al A a quella em A2 290 In ... dispia-
cere Dm A add mrg sin A 2 290-291 niuno... noi] Non sia mai A Si ritenga fermo in cuore
che em A2 niuno mai dimentichi che noi em mrg sin A 3 291-293 da cui ... mercede] e che vo-
gliamo unicamente lavorare per amor suo A da cui soltanto [post soltanto add ci A 2 del A3] at-
tendiamo la nostra mercede em sI A 2 292 minutissimo Dm A add sI A 2 293 ed è... misu-
ra] e ce ne prepara larga mercede A ed è di fede che a suo tempo ci compenserà con abbondan-
te misura em sl A 2 294 quando ci] in fine nel A quando ci em sI A 2 presenteremo] pre-
sentarci A presenteremo corr A 2 ti Dm A add sI A 2 296 post tui add Raccomandazione.
Vi raccomando, o miei cari figliuoli di ritenere [porre A ritenere em A 2] e praticare le cose che
vi ho qui brevemente accennate [esposte A accennate em sI A2] e che vi saranno più diffusamen-
te esposte nel manuale [post manuale add della congrega A del A2] che si sta preparando A del
A2 297 ante Nel add p. 14 C 297-325 Nel... audit Dm A add C 298 post Quando
add determini C del C2 coi santi voti Dm C add sI C2 taluno] noi C taluno em sI C2
delibera] deliberiamo C delibera corr C2
post Signore add coi santi voti C del C2
egli Dm C add sI C2 fa] facciamo C fa corr C2 299 e a... più] più C e a lui delle più em sl
C2 gradite] gradita C gradite corr C2 post gradite add a Lui C e sincera em sl C2 del C3
300 osservando] vedendo C osservando em sI C 2 301 mette] studia C mette em sI C2
in mente Dm C add sI C2 301-302 e indurci... secolo Dm C add in! lin C2 302 post secolo
add Di essi C Di questi in- em C 2 del C3 di questi inganni Dm C add mrg sin C2 nel] in
C nel em sI C2 304 abbiamo] si è C abbiamo em sI C 2 305 Se mai] Quando C Se mai
cm sI C 2 del C3 post mai add voi C del C 2 voi Dm C add sl C2

6.8 Page 58

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418 Pietro Braido
dovete tosto richiamare alla memoria che quando siete entrati in congregazione ave-
vate la vocazione, Dio vi aveva concesso questo prezioso dono, e se adesso è divenu-
to dubbioso, è una tentazione che devesi sprezzare I e cacciare come una vera insi- C2
nuazione diabolica. Se continua il dubbio dicendovi: tu puoi far meglio altrove;
310 rispondete subito con s. Bernardo: state nella vocazione in cui vi trovate. Manete
in vocatione in qua vocati estis.
Se noi osserviamo esattamente le nostre regole siamo sicuri di giungere a salva-
mento. Al contrario l'esperienza ha tristamente fatto conoscere che alcuni usciti dal-
l'istituto, che avevano professato, ne abbracciano un altro, ma nella esecuzione del
315 loro progetto furono ingannati. Alcuni si pentirono, e non trovarono più pace; al-
tri restarono esposti a gravi pericoli; non pochi perdettero la vocazione ecclesiastica,
e taluni divennero ad altri pietra di scandalo con grande rischio della propria e del-
l'altrui perdizione.
Ricordatevi però bene di non prendere deliberazioni di sorta mentre la vostra
320 mente e il vostro cuore sono travagliati dai dubbi. I Presentatevi piuttosto ai vostri C3
superiori, aprite loro sinceramente il vostro cuore e seguitene fedelmente i consigli.
Qualunque cosa siano essi per suggerirvi fatela tranquillamente e non la sbaglierete
certamente; perciocché in questi casi è impegnata la parola del Salvatore che ci
assicura la risposta del superiore essere come data da lui medesimo. Qui vos audit
325 me audit. I
306 richiamare... che] dire tra voi medesimi: C rispondervi em si C 2 richiamare alla memoria
che em C 2 siete] sono C siete corr C 2 entrati] entrato C 306-307 avevate] io avevo
C avevate corr C2 307 post vocazione add questo dono C del C2 vi] mi C vi em si C 2
308 post tentazione add e per colpa mia C del C2 che] quindi C che em si C 2 devesi
sprezzare] sprezzo C devesi sprezzare corr C2 post sprezzare add ogni dubbio C del C 2
cacciare] cacciarlo C cacciare corr C2 308-309 insinuazione diabolica] tentazione C insi-
nuazione diabolica em si C 2 309 post diabolica add Che C del C2 Se] la C Se corr C 2
post se add tentazione C il dubbio em si C 2 del C3 il dubbio om C add sl C 2 310 subito
om C add si C 2 312-313 Se... contrario om C add mrg sin C 2 313 usciti] uscirono C
usciti corr C2 314 istituto] asilo dell'istituto C istito corr C2 professato] abbracciato C
professato em C2 ne abbracciano] per abbracciare C ne abbracciano corr C 2 315-
316 post altri add si C del C2 316 restarono... pericoli] trovarono peggio C restarono espo-
sti a gravi pericoli em si C2 la] ogni C la em C 2 317 e1] mentre C e em si C 2 post ta-
luni add di essi C del C2 ad altri om C add si C 2 318 post perdizione add Quando per-
tanto cadeste in dubbio di [della C di em C 2] vostra vocazione C Qualora poi continuasse anco-
ra em si C 2 del C 3 319 Ricordatevi... di] allora manifestate ogni C state attenti a em C2 ba-
date di em si C 3 Ricordatevi però bene di em si C 4 319-320 mentre... dubbi om C add in!
fin C2 320 Presentatevi piuttosto] Ma presentatevi C Presentatevi piuttosto em mrg in! C2
321 ante aprite add Ma C del C 2 loro om C add C 2 vostro] vostro C del C 2 vostro add
si C 2
post cuore add ai vostri superiori C del C2
fedelmente om C add si C 2
322 suggerirvi] consigliarvi C suggerirvi em si C 2 fatela] fatelo C fatela corr C2 322-
323 e non... certamente om C add mrg sin C2 323 perciocché] perché C perciocché em mrg
sin C 2 in ... casi] qui C in questi casi em si C2 Salvatore] Signo C Salvatore em C2
324 la risposta] ogni cosa detta C la risposta em si C2 del] dal C del corr C2 data] detta
C data COIT C 2

6.9 Page 59

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Tratti di vita religiosa salesiana 419
A 14
Cari salesiani,
Quanto con brevità ho qui accennato vi sarà fra non molto più diffusamente
esposto in apposito manuale. Intanto ricevete queste regole come testamento fatto
per tutta la congregazione. Ricevete poi i pensieri che le precedono come ultimi ri-
cordi che io vi lascio prima della partenza per la mia eternità, cui mi accorgo essere 330
assai vicino. Raccomandate al Signore la salvezza dell'anima mia, e finché avrò vita
pregherò costantemente anche per voi, affinché vi renda felici nel tempo, e per tratto
della sua infinita misericordia ci conceda di raccoglierei tutti insieme un giorno a
goderlo e lodarlo nella beata eternità. Così sia.
Giorno di Maria Ausiliatrice
24 maggio 1875
335
affmo in G.C.
Sac. Gio. Bosco I
327 con brevità om A add si A2 accennato] esposto A accennato em si A2 sarà] farà A
sarà corr A2 diffusamente] copiosamente A diffusamente corr A2 328 post Intanto add
o cari figliuoli A del A2 ricevete] ritenete A ricevete ern si A2 post testamento add da me
A del A 2 329 tutta om A add mrg sin A2 post congregazione add i A del A2 Ricevete
poi i om A add si A2 post pensieri add poi A del A2 post precedono add siano A abbiateli
em si A2 del A3 post come add gli A del A2 330 post della add mia A del A2 post cui
add forse non sarà A del A 2 post accorgo add si non A2 del A3 331 Raccomandate]
Raccomandatemi A Raccomandate corr A2 e] ed io A e corr A2 finché avrò vita om A
add mrg sin A 2 332 ante pregherò add si lo A2 del A3 costantemente om A add si A2
renda] conceda vita A renda em si A2 felici] felice A felici corr A2 post felici add e per A
del A2 333 insieme] a si A insieme em si A2

6.10 Page 60

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420 Pietro Braido
2. Edizione a stampa del 1875
D = copia manoscritta di don Berto
D
2
•••
=
interventi successivi di don Berto
Db Db 2 = interventi successivi di don Bosco
Dr interventi di don Rua
AI SOCI SALESIANI
p.5
fol. l
Le nostre costituzioni, o figliuoli in a.c. dilettissimi, furono definitivamente
approvate dalla Santa Sede il 3 aprile 1874.
Questo fatto deve essere da noi salutato come uno dei più gloriosi per la nostra
5 Congregazione, come quello che ci assicura che nell' osservanza delle nostre regole
noi ci appoggiamo a basi stabili, sicure, e, possiamo dire, infallibili, essendo infallibi-
le il giudizio del Capo Supremo della Chiesa che le ha sanzionate.
4 ante Questo add Noi salutiamo D del Db deve... salutato om D add mrg dext Db 4-
5 per. .. Congregazione] avvenimenti D per la nostra Congregazione em si Db 5 come ... ci]
perocché essendoci legati alla perpetua osservanza delle medesime, apporterà certamente gran-
de allegrezza e conforto nel sapere che ci D come quello che ci assicura [annuncia Db assicura
em
Db
2
]
che
nell'osservanza
delle
nostre
regole
noi
ci
em
p.
1
Db
6 basi] regole D basi em si
Db essendo] siccome D essendo em mrg dext Db 6-7 post infallibile add è D del Db
7 giudizio del om D add si D 2
l A smistra del margine superiore del primo foglio del ms D, dopo il nominativo
«Baldanoni» si trova la seguente annotazione: «Si domanda se questa introduzione la vogliono
in Caratteri più piccoli o più grossi delle Regole già composte. Risposta. Corpo lO tondo.
2-3 Le costituzioni della società di s. Francesco di Sales furono approvate da Pio IX il 3
aprile 1874; il decreto ufficiale, emanato dalla Congregazione dei Vescovi e Regolari, porta la
data del 13 aprile 1874.
4-5 La domenica successiva al ritorno di don Bosco da Roma dopo l'approvazione delle
Costituzioni l'Oratorio di Torino aveva festeggiato l'evento con particolare solennità. Nel
giorno onomastico di don Bosco, 24 giugno 1874, il poeta aulico don Lemoyne non esiterà a
stabilire un parallelo - tollerato con non celata insofferenza dall'arcivescovo di Torino,
Gastaldi tra don Bosco che ritorna da Roma con le Costituzioni approvate e Mosè che
scende dal Sinai con le tavole della Legge: cf P. BRAIDO, Don Giovanni Battista Lemoyne
attraverso 20 lettere a don Michele Rua, in «Ricerche Storiche Salesiane» 7 (1988),
pp. 130-133).
6-7 È una forzatura, poiché l'approvazione delle costituzioni di una congregazione non
coinvolge l'infallibilità pontificia.

7 Pages 61-70

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7.1 Page 61

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Tratti di vita religiosa salesiana 421
Ma qualunque pregio porti seco questa approvazione tornerebbe di poco frut-
p.6 to, se tali regole non fossero cono-lsciute e fedelmente osservate. Egli è appunto per
fare in modo che le medesime si possano comodamente da ciascuno conoscere, leg- lO
gere, meditare e quindi praticare, che giudico bene di presentarvele tradotte dal loro
originale. Il testo latino fu stampato separatamente; qui avrete le regole comuni a
tutti i soci salesiani.
Credo poi cosa utile notarvi alcune cose pratiche, le quali faciliteranno la cono-
scenza dello spirito, di cui quelle sono informate. lo parlo col linguaggio del cuore, 15
ed espongo brevemente quello che l'esperienza mi fa giudicare opportuno per vostro
profitto spirituale e per vantaggio di tutta la nostra Congregazione.
8 qualunque] comunque D qualunque em si Db post qualunque add grande sia il D di gran
em si Db del Db 2 porti seco om D add si Db post seco add di D del Db tornerebbe]
tornerebbero D tornerebbe corr Db 8-9 post frutto add le nostre regole D del Db 9 tali
regole om D add si Db fossero] sono D fossero corr Db conosciute e om D add Db 9-
lO Egli... fare] Per fare adunque D Egli è appunto per fare em si Db lO le medesime om D
si Db comodamente] parimenti D comodamente em si Db Il praticare] porre in prati-
ca D praticare COlor Db che om D add si Db tradotte] qui stampate D tradotte corr Db
dal] nel D dal corr Db 12 post originale add testo D del Db Il] Il D Nel corr D2 post
latino add fu D del Dr post separatamente add si sono tutte comprese, anche quelle che ri-
guardano gli uffizi particolari; Dr 13 soci om D ad Db 14 notarvi ... cose] il farvi prece-
dere alcuni pensieri D notarvi alcune cose em si Db pratiche] pratici D pratiche corr Db
le quali] che D le quali em Db post le quali add serviranno d'introduzione e D del Db
15 col... cuore] coll'affetto di padre D col linguaggio del cuore em Db 16 espongo] espri-
mo D espongo corr Db brevemente om D add si Db fa] fa D ha fatto em Db fa em Db2
16-17 per... Congregazione om D per vostro profitto [vantaggio Db profitto em Db 2] spirituale
e per vantaggio di tutta la nostra congregazione add p. 1 Db
12 Regulae seu constitutiones societatis S. Francisci Salesii Juxta Approbationis decretum die 3
aprilis 1874. Augustae Taurinorum, ex officina asceterii salesiani. An. MDCCCLXXIV, OE
XXV 412-460. Sulle varianti introdotte nel testo rispetto a quello approvato, cf G. PROVERBIO,
La prima edizione latina ufficiale delle Costituzioni salesiane dopo l'approvazione pontificia, in
«Ricerche Storiche Salesiane» 3 (1984) 93-109. Particolarmente significativa è la nota aggiunta
all'art. 12 del cap. XIV, relativo alle attività dei novizi: «Pius Papa IX benigne annuit tyrones,
tempore secundae probationis, experimentum facere posse de iis, quae in prima probatione
sunt adnotata, quoties ad maiorem Dei gloriam id conferre iudicabitur. Vivae vocis oraculo die
8 aprilis 1874»: Regulae seu Constitutiones, 1874, p. 45, OE XXV 455.
12-13 È un'edizione manuale non del tutto integrale: non compaiono l'art. 8 del cap. VII
sull'eventuale deposizione del Rettor Maggiore e gli art. da 4 a 13 del cap. XIV del noviziato.
Note a pie' pagina sono aggiunte rispettivamente all'art. 3 del cap. II, all'art. 3 del cap. VI, agli
art. 2 e 3 del cap. VII, all'art. 5 del cap. IX. Il testo italiano integrale sarà edito per la prima
volta nel 1903.

7.2 Page 62

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422 Pietro Braido
Entrata in religione.
Il nemico dell'uman genere esercita la sua malignità contro agli uomini I in tre p. 7
20 modi cioè: coi piaceri o soddisfazioni terrene, colle sostanze temporali e specialmen-
te colle ricchezze, e coll'abuso I della libertà. Omne quod est in mundo, dice l'apostolo fol.2
s. Giovanni, concupiscentia camis est, et concupiscentia oculorum, et superbia vi-
tae (l). Come mai liberarci da queste pericolose catene, con cui incessantemente il
(1) Epist. P Ioan. 2,16.
25 demonio tenta di legarci e strascinarci alla perdizione? Solamente la religione può
somministrarci i mezzi, con cui combattere questi tre formidabili nemici. Il cristiano,
che brama di mettere in sicuro l'anima propria, abbracciando lo stato religioso, con
un colpo solo riduce in pezzi queste catene. Col voto di castità rinuncia ad ogni sod-
18 Entrata in Religione om D add p. 1 Db 19 ante Il nemico add Entrata in Religione D 2
post esercita add contro di noi D del Db contro... uomini om D add sl Db 20 cioè om D
add sl Db 21 Omne... est] Quidquid D Omne quod est em sl D 2 post munto add est D
del D 2 23 pericolose] tre D pericolose em sl Db 24 (1) Epist... 2, 160m D P Joan. 2,16
add p. 2 D 2 25 post religione add ci D del Db può] ci D può em sl Db 26 sommini-
strarci] somministra D somministrarci corr Db i om D add sl Db post cui add potevamo
vittoriosamente D poter vittoriosamente corr D 2 del D 3
post nemici add Egli e D Il reli-
gioso ossia om D 2 27 brama] decide cosa D brama em sl D 2 abbracciando] colla D ab-
braccia corr D 2 professa em inf lin D 3 mercé em sl Db abbracciando em p. 2 D 4 lo stato re-
ligioso] professione religiosa D lo stato religioso em inf lin D 2 del D 3 lo stato religioso add p. 2
D4 post religioso add questi D del D 2 28 post queste add tre D del Db
19-23 «La religiosa certamente è men soggetta a cadere, stando ella fuor del mondo. S.
Antonio abate vide il mondo pieno di lacci; e prima di lui lo vide l'apostolo s. Giovanni: onde
disse che nel mondo non vi è altro che cupidigia di piaceri sensuali, di ricchezze e di onori
terreni: Omne quod est in mundo concupiscentia carnis est (sono i piaceri), concupiscentia
oculorum (sono le ricchezze) et superbia vitae (sono gli onori che rendon l'uomo superbo in
questa vita)»: La vera sposa, cap. II, n. 5, p. 18.
27-31 «Nella religione per mezzo de' santi voti si chiudono queste fonti avvelenate; col voto
della castità si chiude la porta a' piaceri di senso; col voto della povertà si toglie il desiderio
delle ricchezze; e col voto dell'ubbidienza si estingue l'ambizione de' vani onori»: La vera
sposa, cap. II, n. 5, p. 18. - «(...) Bisogna rimuover da sé quelle cose che potessero impedire e
ritener il cuore dal'impiegarsi tutto in amar Dio; nel che consiste la perfezione: e queste cose
principalmente sono tre: la prima è la cupidizia de' beni esteriori; e questo impedimento si
toglie col voto della povertà: la seconda cosa è il desiderio de' diletti sensuali; e questo
impedimento si toglie col voto della castità: la terza è il disordine della volontà nostra; e questo
si toglie col voto dell'ubbidienza»: Esercizio di perfezione, III, tratto II, capo I, p. 130. - «Colla
Castita offriamo a Dio tutto il nostro corpo e il mondo, le soddisfazioni del corpo non sono
più per noi: Colla Povertà rinunziamo ai parenti, amici, a tutte le ricchezze, e mettiamo in
pratica ciò che dice il Signore: Si vis perfectus esse vade, vende quae habes et da pauperibus et

7.3 Page 63

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Tratti di vita religiosa salesiana 423
disfazione sensibile; colla povertà si libera dai gravi impacci delle cose temporali; col
p.8 voto di obbedienza I mette freno alla propria volontà, e si trova perciò fuori del caso 30
di abusarne.
Per questo motivo, chi lascia il mondo per entrare in religione, viene paragona-
to a coloro che in tempo del diluvio si salvarono nell'arca di Noè. In mezzo al mon-
do siamo come in un mar burrascoso, in cui l'iniquità e la malignità sono da per tut-
to portate in trionfo. Il mondo, dice il Salvatore, è tutto posto nella malignità: et 35
mundus totus in maligno positus est (1). Il religioso è simile a colui che monta sopra
(1) Ibid. 5,19.
un bastimento, e tutto affidandosi alle cure di valente capitano riposa tranquillo an-
che in mezzo alle burrasche. Il religioso trovasi in una fortezza custodita dal Signo-
re. E quando un forte presidio ne fa la guardia, dice il Salvatore, ognuno può dimo- 40
p.9 rarvi con sicurezza: cum for-stis armatus custodit atrium suum in pace sunt ea quae
29 dai] dagli D dai COIT Db gravi om D add sI Db post impacci add gravi D del Db
post temporali add che conducono tanti alla perdizione D del Db 30 post mette add un D
del Db trova] assicura di non trovarsi D mette em Db trova em sl D 2 perciò om D add
inf lin Db fuori del] più in D fuori del em mrg sin Db 33 si salvarono] cercarono salvez-
za D si salvarono em sl Db ante In add Fino a tanto che noi viviamo D del Db In ... al]
nel D In mezzo al corr Db 34 post in1 add mezzo ad D mezzo alle acque di corr Db del Db 2
35 in trionfo] in cui l'affare della nostra eterna salvezza corre grave rischio D in cui [In c Db
in cui em Db 2] l'iniquità e la malignità sono da per tutto portate [riportate Db portate corr Db 2]
in trionfo em mrg inf Db post trionfo add questo D del Db Il om D et om D add mrg
sin Db 36 totus om D add sI Db post est add totus D del Db Il religioso] Però D Il
eligioso è em mrg inf Db 37 (1) Ibid. 5,19 om D add p. 2 D 2 38 e tutto om D add sl Db
affidandosi] affidandosi D si affida corr Db affidandosi corr Db 2 39 alle] a fiere D alle em
Db
Il religioso] Consacrandoci noi a Dio in una religione D Il religioso em sl Db
trovasi] noi entriamo D trovasi em Db custodita dal] di cui è custode il D custodita dal em
sl Db 39-40 Signore] Signore D Superiore em D 2 Signore em sl Db 41 con sicurezza] si-
curamente D con sicurezza CO'T Db
sequere me. Coll'Ubbidienza. Rinunziamo alla nostra volontà alla nostra libertà»: Esercizi
spirituali a Trofarello, 1867, I ms Berto, pp. 37-38.
33 Cf Gn 6, 12-8, 22.
36-39 «Dice di più il Santo [Giovanni Climaco], che l'ubbidienza è una navigazione sicura:
viaggio che si fa dormendo. Siccome colui che va nella nave stando a sedere e dormendo fa
viaggio, e non occorre, che si prenda cura né pensiero di esso, poiché per lui se lo prende il
Piloto; così il Religioso (...): Esercizio di perfezione, III, tratto V, cap X, n. 2, p. 369.
36-40 «Entrata nel mondo pieno di pericoli. Maggior sicurezza in religione. Esempio di
viaggio in bastimento od in una barchetta; in carrozza o a piedi; dimora in una fortezza o in un
campo aperto»: Esercizi spirituali a Trofarello 1869, ms Bosco, p. 2.

7.4 Page 64

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424 Pietro Braido
possidet (1).
(1) Luc. 11,21. I
Tanta è la pace e la tranquillità, che si gode in questa mistica fortezza, che fol.3
45 se Dio la facesse conoscere e gustare da chi vive nel secolo, si vedrebbero tutti gli
uomini fuggirsene dal mondo e dare la scalata ai chiostri, a fine di penetrare colà e
passare i giorni di loro vita. Consulto Deus gratiam religionis occultavit, nam si eius
felicitas cognosceretur, omnes, relicto saeculo, ad eam concurrerent. (S. Lorenzo Giu-
stiniani),
50
Vantaggi temporali.
Ognuno deve entrare in religione guidato unicamente dal pensiero di assicurare
la sua eterna salvezza; tuttavia possiamo essere anche tranquilli che in questa bene-
detta fortezza Dio I provvederà a quanto è necessario per la vita temporale. Nelle p. lO
corporazioni religiose ogni individuo è membro di una gran famiglia, che ha per
41-42 armatus... possidet] fuerit armatus secura sunt omnia D armatus custodi t atrium suum
in pace sunt ea quae possidet em si D2 43 (1) Luc. 11,21 om D add p. 2 D 2 post 11,21
add Vantaggi temporali D del D2 44 ante Tanta add Coloro Db del Db 2 Tanta... che?
om D add si Db 45 ante se add Dice S. Lorenzo Giustiniani D del Db post se add a
chi vive nel secolo D del Db la facesse] concedesse di D la facesse em Db post gustare
add lo. pace e la tranquillità, la sicurezza e gli altri beni, che si godono nella miglior fortezza
delle case religiose D del Db da ... secolo om D add si Db 45-46 gli uomini ... dal] quelli
che vivono nel D gli uomini fuggirsene dal em si Db 46 post mondo add a fuggirsene D del
Db e om D add Db a fine] affine D a fine corr Db penetrare] penetrar D penetrare
corr Db e] a D 48 saeculo] seculo D saeculo corr Db 48-49 (S....Giustiniani) om D
s. Lorenzo Giustiniani add Db 51 Ognuno ... entrare] Chi entra D Ognuno deve entrare em
si Db post religione add deve esser D dei Db unicamente om D add si Db 52 post
salvezza add ed av D ed avendo [avere D2 avendo em si D 3] di mira specialmente le cose spiri-
tuali em p. 3 D 2 del D3 tuttavia om D add p, 3 D 2 del Db tuttavia add si Db 2
44-49 «Perciò dicea s. Scolastica che se gli uomini conoscessero la pace che godono i buoni
religiosi ne' loro monasterj, tutto il mondo diventerebbe un convento: o pure, come dicea s.
Maria Maddalena de' Pazzi, darebbero la scalata a' monasteri e lascerebbero tutte le delizie
che dà loro il mondo. E s. Lorenzo Giustiniani disse che il Signore ad arte nasconde agli
uomini la felicità dello stato religioso; perché se tutti la conoscessero tutti farebbonsi religiosi:
Consulto Deus gratiam religionis occultavit; nam si eius felicitas congosceretur, omnes, relicto
saeculo, ad eam concurrerent»: La vera sposta, cap. II, n. 16, pp. 22-23. - Cf Esercizi spirituali a
Trofarello, settembre 1869, ms Bosco, p. 4 (semplice citazione del testo latino, ma a proposito
di Quiescit securius). - «S. Lorenzo Giustiniani dice che il Signore nascose appunto i beni che
vi sono nella Religione perché se si conoscessero tutti correrebbero nei chiostri»: Esercizi
spirituali a Trofarello, settembre 1869, II ms Berto, p. 4.

7.5 Page 65

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Tratti di vita religiosa salesiana 425
capo Gesù Cristo, rappresentato nella persona del superiore. Non datevi pensiero, 55
egli ci dice, di quanto è mestieri per mangiare, per bere o per vestirvi. Siate soltanto
solleciti del regno de' cieli e delle opere che a questo conducono, e poi lasciate al Pa-
dre celeste la cura di tutte le altre cose. Quaerite ergo primum regnum Dei et iustitiam
eius: et haec omnia adiicientur vobis (1). Di fatto nella stessa nostra Congregazione,
(1) Matth. 6,33.
60
che non ha possedimento alcuno, ci è forse mancato qualche cosa?
Coll'aiuto di questa amorosa divina Provvidenza abbiamo potuto fondare case,
p. Il chiese, fornirle di suppellettili, I provvedere agli allievi, che entro vi sono. Parecchi
fecero i loro studi, altri appresero quell'arte o mestiere, che loro conveniva, senza
che sia mai mancata cosa alcuna per alloggiarci, nutrirei, vestirei sia in tempo di sa- 65
fol.4 nità, che nei casi di malattia. Tutti gli Istituti religiosi, le I Congregazioni ecclesiasti-
che, e segnatamente gli ordini mendicanti ebbero sempre a provare gli amorosi tratti
della divina Provvidenza.
55 post pensiero add dice D del Db 56 ci dice om D add si Db di] di D per em si Db di
em Db 2 è mestieri] avrete di necessità D è mestieri em si Db 57 de'] dei D delle] del-
la D delle corr Db opere] sua giustizia D cose em D2 58 Quaerite ... vobis om D add p. 3
D2 59 post Congregazione add si quantunque Db del Db 2 60 (1) Matth. 6,33 om D add
p. 3 D 2 61 che... ha] non abbiamo D che non ha em si Db possedimento] possedimenti
D possedimento COlT Db alcuno om D add mrg dext Db post alcuno add tuttavia D ciò
nulla di meno em D2 del Db 62 Coll' ...amorosa om D add si Db divina Provvidenza om
D add p. 3 Db 63 chiese om D add si Db post chiese add ospizii D oratori em si D2 del
Db 63-64 Parecchi fecero] né ci mancò alcuna cosa per fare D Noi stessi potemmo em si
Db Parecchi fecero em si D 2 i loro] gli D i nostri em si Db i loro em si D 2 64-65 altri...
alloggiarci om D add mrg in! Db 64 altri om Db add Db 2 appresero] apprendono Db
appresero corI' Db 2 65 post che add ci Db del Db 2 mancata] mancata Db mancato corr
Db cosa alcuna] niente Db alloggiarci] alloggiare Db ante vestirei add per D del Db
nutrirei, vestirei] vestirei e nutrirei D sia om D add si Db 66 che... malattia om D add
mrg in! Db post malattia add Alcuni caddero ammalati; altri dopo non brevi sofferenze
[una breve malattia che D non brevi sofferenze corr Db] furono da Dio chiamati alla celeste
[eletta D celeste corI' Db] patria, ma niuno finora ebbe a lamentare la mancanza di [post di add
qualche D del Db] cosa necessaria, o semplicemente utile in simili circostanze D del Db
67 e segnatamente gli] gli stessi D e segnatamente gli em si Db 67-68 gli... Provvidenza] col
fatto che Colui il quale cerca il regno de' Cieli, sarà d'ogni cosa provveduto dal [post dal add si
comun nostro Db del Db2] Padre celeste che è ne' cieli. Quaerite primum regnum Dei et justi-
59-68 «In essa [nella Religione] la persona sta libera da tutte le cure del secolo e dalla
sollecitudine delle cose temporali e necessarie per la vita umana. Che questa grazia abbia fatto
il Signore a noi altri, bene lo esperimentiamo; perché nella Compagnia i Superiori pigliano in
modo particolare a carico loro il provvederei di tutto quello che ci è necessario per mangiare,
per vestire, per istudiare, per far viaggio, e per essere provveduti in tempo d'infermità, come in
tempo di sanità»: Esercizio di perfezione, III, tratto II, capo VII, p. 159.

7.6 Page 66

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426 Pietro Braido
Vantaggi spirituali.
70
Noi però non vogliamo darci al Signore per cose miserabili della terra. Noi an-
diamo in cerca di beni spirituali, beni non più soggetti ai furti o alle rapine; voglia-
mo beni che giovino per la vita futura, a metterei un giorno al possesso dei godimen-
ti del cielo. S. Bernardo (De bono religionisi ci fa un l breve, ma chiaro concetto dei p.12
beni della vita religiosa con queste parole: Homo vivit purius, cadit rarius, surgit
75 velocius, incedit cautius, irroratur frequentius, quiescit securius, moritur confidentius,
purgatur citius, remuneratur copiosius. Diamone breve spiegazione.
Vivit purius, vive con maggior purezza. L'uomo che si consacra a Dio in religio-
ne si scioglie da tutti gli impacci e da tutte le lusinghe del mondo, perciò vive con
maggior purezza di cuore, di volontà e di opere, e per conseguenza ogni sua opera,
80 ogni parola viene spontaneamente offerta a Dio con purezza di corpo e con mon-
tiam ejus et caetera [haec D caetera em D 2] adjicientur vobis D quel grande e amoroso tratto
della divina provvidenza che dice. Prima di ogni altra cosa cercate il regno di Dio e la sua giu-
stizia e tutte le altre cose saranno provvedute dal padre nostro che è ne' cieli em p. 4 Db gli
amorosi tratti della divina provvidenza con Db 2 70 cose] queste meschine D le cose em sI
Db cose COI.,. Db 2 della terra] cose temporali D della terra em si Db 70-71 andiamo ...
di] cerchiamo D andiamo in cerca di em si Db 71 ai... rapine] al tarlo delle cose terrene D ai
furti o alle rapine em si Db 72 post che add secondo la promessa del Salvatore D del Db
a] e che soli potranno D a em Db 73 De bono religionis om D ma om D add si Db
73-74 dei beni] di questa verità in poche parole. Parlando D dei beni em si Db
74 con ... parole] egli dice D con queste parole em si Db 76 post copiosius add De bono Re-
ligionis D Diamone] Diamo D Diamone corr Db post spiegazione add di queste parole
D del Db 77 Vivit... purezza om D add p. 4 Db con maggior] più Db con maggior em
Db 2 77-78 in religione om D in Religione add si Db 78 gli impacci] i lacci D gli impacci
cm si Db perciò om D add si Db 79 post purezza add perché essendo sciolto da ogni fa-
stidio, di ogni impaccio e dalle lusinghe del secolo cioè con maggior purezza D del Db
80 di corpo] di corpo D di intenzione em si Db di corpo em inf lin Db 2
73-76 «Niuno meglio di s. Bernardo descrive i gran beni che vi sono nello stato religioso: dice
il santo così: Nonne (. ..) copiosius»: La vera sposa, cap. II, n. 2, p. 17. - S. Bernardus, Homilia
in illud Matthaei, cap. XIII, v. 45, Simile est regnum coelorum homini negotiatiori, n. l, Migne
PL 184, 1131. - Cf Esercizi spirituali a Trofarello, settembre 1869, ms Bosco, p. 2. - «Utilità di
colui che vive in Congregazione espressa da S. Bernardo Vivit purius, cadi! rarius, surgit
velocius, irroratur frequentius. Spiegò queste parole (...). Incedit cautius, Irroratur frequentius
(. ..) Vivi! securius, moritur confidentius, purgatur citius, remuneratur copiosius»: Esercizi
spirituali a Trofarello, settembre 1869, II ms Berta, pp. 3-4.
77-81 «Elle san libere da' pericoli ne' quali sono necessitate a ritrovarsi le maritate (...). Sono
elle sciolte da' rispetti mondani, dalle soggezioni del secolo e de' parenti, san lontane da'
romori del mondo (...). Ut si! sancta corpore et spiritu»: La vera sposa, cap. I, n. 9, p. 9. - «Vive
più puro: perché ha rinunziato col voto della Castità ad ogni diletto sensuale. Coll'Ubbidienza
ha rinunziato alla propria volontà, epperciò la sua intenzione non può far a meno che di esser
pura facendo sempre la volontà di Dio»: Esercizi spirituali a Trofarello, settembre 1869, II ms
Berta, p. 3.

7.7 Page 67

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Tratti di vita religiosa salesiana 427
dezza di cuore: casto corpore et mundo corde. La qual cosa, se non vogliamo dire
impossibile, è certamente assai difficile a chi vive in mezzo al mondo.
fol.5
Cadit rarius; cade più raramen-lte. La profession religiosa non rende l'uomo
impeccabile, ma somministra mezzi da praticarsi, i quali impediscono la caduta, o si
p.13 cadrà più di rado, I e per lo più solamente in cose leggere, difetti o venialità, in cui le 85
stesse anime giuste cadono spesse volte al giorno. Septies enim cadit iustus (1).
(l) Provo 24,15.
Surgit velocius. Si rialza più presto. Chi vive nel secolo, se per disgrazia cade in
qualche male, egli è solo, né ha chi l'aiuti; anzi per lo più è burlato e disprezzato se
cerca di rialzarsi. Vae soli, quia cum ceciderit non habet sublevantem se (2). Ma in 90
(2) EccI. 4,10.
82 a chi... mondo] nel mondo D a chi vive in mezzo al mondo em si Db .84 ante mezzi add
molti D del Db da praticarsi om D add mrg sin Db post impediscono add o D del Db
post caduta add nel male D del Db 85 più' om D add si Db post leggere add perciocché
separato dai pericoli, lontano dalle occasioni, le sue cadute per lo più non sono che D del Db
86 spesse volte] più D sette volte em D 2 spesse volte em inf lin D 3 enim] in die D enim em si
D 2 cadit] cadit D cadet corr D 2 87 (1) Provo 24,16 om D (1) Septies enim (prov. 24,16
add p.5 D 2 provo 24,16 corr D 2
89-90 se... rialzarsi orn D
90 soli] soli? E
91 (2) EccI. 4,10 om D (2) Eccle: 4, lO add p. 5 D 2
81 Innocens manibus et mundo corde: Sal 23, 4.
85 Cf Esercizi spirituali a Trofarello, settembre 1869, ms Bosco, p. 2-3; II ms Berto, p. 3.
85-86 «In questa sorta di colpe che sono inevitabili secondo la debolezza umana, ben dice S.
Bernardo che siccome è colpevole la trascuraggine, cosa ancora è riprensibile il timore
smoderato (...). Dobbiamo pertanto detestare simili colpe, ma non dobbiamo per quelle
perderei d'animo; poiché il Signore facilmente le perdona, quando l'anima le abborrisce:
Septies cadit iustus et resurget (Prov 24, 16)>>: La vera sposa, cap. VI, n. 8, p. 58.
90-95 «Surgit velocius. Regole, avvisi, letture, meditazione. Esempi altrui. Vae soli quia, cum
ceciderit, non habet sublevantem se. Ma in Società si unus ceciderit, ab altero fulcietur (EccI. 4,
lO). Juvatur a sociis ad resurgendum (L'ang. S. Tommaso)»: Esercizi spirituali a Trofarello,
settembre 1869, ms Bosco, p. 3; cf II ms Berto, pp. 3-4. - Cf Circolare di don Bosco ai Salesiani
del 15 agosto 1869, E II 43-44 (v. Introduzione, p. 379). - «Se mai per disgrazia cade una
religiosa in qualche colpa, almeno ha maggiori aiuti per risorgerne. La regola che l'obbliga a
confessarsi, la meditazione dove sente ricordarsi le verità eterne, gli esempj delle buone
compagne e le riprensioni delle superiore sono grandi aiuti a risorgere. Vae soli, dice lo Spirito
santo, quia, cum ceciderit, non habet sublevantem se (Ecc. 4, lO). Chi sta nel mondo, se pecca,
difficilmente trova chi lo avverta e lo corregga, e perciò facilmente resta perduto nella sua
caduta; ma nella religione, si unus ceciderit, ab altero fulcietur (Ibid.). Se cade una religiosa in
qualche errore, sarà presto soccorsa dalle sue compagne ad uscirne: Iuvatur a sociis ad
resurgendum, dice s. Tommaso l'angelico, parlando appunto dei religiosi»: La vera sposa, cap.
II, n. 7, p. 19. S. Thomas Aq., S. Th. 2a 2ae, p. 186, art. 10c.

7.8 Page 68

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428 Pietro Braido
religione qualora sgraziatamente alcuno cadesse, ha subito chi l'aiuta. Le regole, le
pratiche di pietà, l'esempio dei confratelli, gli inviti, i consigli dei superiori, tutto
contribuisce a I farlo rialzare. Si unus ceciderit ab altero fulcietur. È aiutato dai con- p. 14
95 fratelli a risorgere, dice san Tommaso, iuvatur a sociis ad resurgendum.
Incedit cautius. Cammina con maggior cautela. Egli vive in una fortezza, cui fa
guardia il Signore. Mille mezzi gli vengono in aiuto per difenderlo ed assicurarlo del-
la vittoria nelle tentazioni.
Irroratur frequentius. Sopra di lui cade più spesso la rugiada delle grazie del
100 cielo. Ha rinunciato al mondo e a tutte le sue vanità. Mediante l'osservanza dei voti
religiosi, occupato unicamente in ciò che torna alla maggior gloria di Dio, si merita
ad ogni momento divine benedizioni e grazie speciali.
Quiescit securius: riposa con maggior sicurezza. Chi vive nel secolo voglia o
non voglia deve spesso provare le inquietudini e le amarezze, di cui è piena la vita
105 dell'uomo. Ma se esso si allontana dalle cure temporali può I liberamente occuparsi p.15
del servizio del Signore, affidando ogni pensiero del presente e dell'avvenire nelle
92 alcuno om D add mrg sin D 2 l'] lo D 94 fulcietur] sublevatur D fulcietur em Db
ante È add Incedit cautius D del D 2 95 san Tommaso] S. Tomaso D 96 ante cui add di
D del Db 97 in aiuto] offerti D in aiuto em Db per] i quali D che em si Db difender-
lo... assicurarlo] lo difendono e lo assicurano D 98 post vittoria add sia D del Db 100 e
a] con D e a em si Db 101 alla] della D post Dio add e così D quindi em si Db del Db 2
post merita add certamente D del Db 102 divine] speciali D divine em si D 2 speciali om
D add mrg dext Db
post speciali add dal Cielo D dal Signore corr D del Db
103-
105 Chi... uomo om D add mrg in! Db 105 Ma ... allontana] Lontano D Ma se esso si al-
lontana em mrg in! Db liberamente occuparsi] il religioso applicarsi con maggior sicurezza
D liberamente occuparsi em si Db 106 del] al D del corr Db presente e dell'] suo D pre-
sente e dell' em si Db
94 Qo 4, 10a.
96-98 Cf La vera sposa, cap. II, n. 8 e 9, p. 19.
99-100 «Le anime in mezzo al secolo son piante poste in terra arida, dove della rugiada del
cielo poco ne scende (...). Le religiose all'incontro son piante felici poste in terra felice dove
continuamente abbonda la rugiada del cielo»: La vera sposa, cap. II, n. lO, p. 20.
103-108 «Dove più abbondano le ricchezze e le dignità, ivi più abbondano i timori, le
amarezze e le angustie (...). Come vuol dar pace il mondo, se il mondo è luogo d'inganni, di
gelosie, di timori e di tumulti. Vi sono, sì, certi miseri piaceri, ma questi più affliggono che
contentano l'anima; mentre per brevi momenti dilettano il senso, ma lasciano poi mille spine
ed amarezze nel cuore (...). Beata dunque quella religiosa che ama Dio e sa conoscere la grazia
che il Signore le ha fatta, di cavarla dal mondo e porla nella religione; dove (...) godesi quella
pace che, al dir dell'apostolo, supera tutte le delizie che dilettano i sensi (...). 'La felicità d'una
religiosa sta nel tener sempre e tutta unita la sua volontà alla volontà divina. Chi dunque non
si unisce alla volontà di Dio, non può esser contenta (...). Soglio pertanto io dire che una
religiosa nel monastero o gode un paradiso anticipato o patisce anticipatamente l'inferno»: La
vera sposa, cap. II, nn. 11-14, pp. 20-22.

7.9 Page 69

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Tratti di vita religiosa salesiana 429
mani di Dio e de' suoi superiori, che ne fanno le veci. Se egli osserva fedelmente le
sue regole può godere il paradiso anticipato.
Moritur confidentius. Muore con maggior confidenza di sua eterna salvezza. I
mondani paventano al punto di morte, per quello che hanno goduto, che devono 110
fol. 6 abbandonare, I e di cui devono quanto prima rendere conto al tribunale del Signore.
Ma chi tutto abbandonò per darsi a Dio, chi rinunciò a tutti i godimenti della terra
nella speranza del premio celeste, egli non è più affezionato ad alcuna cosa terrena,
perciò non altro attende che uscire da questa valle di lagrime per volare in seno al
Creatore. Inoltre la coscienza in buono stato, i Sacramenti e gli altri religiosi confor- 115
p. 16 ti che si ri-lcevono; l'assistenza, le preghiere dei confratelli, gli faranno vedere la
morte come fine di quelle fatiche, che devono aprirgli le porte del cielo.
Purgatur citius. Sarà per lui più breve il purgatorio. Le indulgenze acquistate, il
merito dei Sacramenti, i suffragi che in morte e dopo morte si faranno per lui in tut-
108 sue Dm D add sl Db post regole add professate D del Db pu6 ... il] si può dire che
egli gode un D può godere il corr Db 109 eterna Dm D add mrg dext Db post salvezza
add eterna D del Db 111 e di... Signore] pel conto che vanno rendere a Dio delle loro azio-
ni D e di cui devono quanto prima rendere conto al tribunale del Signore em mrg sin Db
post Signore add mrg ilifReferat unusquisque, dice S. Paolo, prout gessit, sive bonum sive ma-
lum in vita sua Db Ut referat unusquisque propria corporis [propria corporis add sl D], dice S.
Paolo, prout gessit, sive bonum sive malum. (2 Corinto 5, lO) corr Db 2 112 chi'] colui che
D chi corr Db 113 affezionato... terrena] attaccato ad alcuna cosa D legato ad alcuna cosa
corr Db affezionato ad alcuna cosa terrena em sl Db 2 114 perciò Dm D add sl Db non]
D non corr Db post altro add più D del Db lagrime] pianto D lacrime em sI Db
115 Inoltre la] La D Inoltre la corr Db
115-116 e gli... preghiere Dm D add p. 6 D 2
116 post dei add suoi D del Db 117 post come add la D del Db di quelle] delle D di
quelle corr Db post fatiche add del terrestre esilio D del Db devono aprirgli] gli aprirà D
devono aprirgli em sl Db 118 breve] lieve D breve corr Db 119 in... morte? om D add
p.6 Db
109-117 «E poi vorrei loro dimandare, se mai possono credere di fare una morte più
contenta, morendo in una casa del mondo, circondate da' secolari, inquiete per la passione de'
figli che lasciano, intricate nei pensieri del secolo ed afflitte da mille scrupoli di coscienza, o
morendo nella casa di Dio, assistite dalle loro sante compagne, che continuamente 101' parlano
di Dio, che pregano per esse e le animano al gran passaggio (...). La povertà, le umiliazioni, le
penitenze, il distacco dalla terra sono cose che tutte rendono dolce e amabile la morte ed
accrescono la speranza di andare a godere quella felicità che è vera felicità e non ha termine»:
La vera sposa, cap. II, n. 19, p. 24.
118-120 «I difetti poi commessi nella religione dalle buone religiose ben si purgano nella
stessa loro vita per mezzo delle opere pie d'orazioni, comunioni e mortificazioni che in ogni
giorno adempiscono. Ancorché poi una religiosa non finisse di soddisfare i suoi debiti in
questa vita, poco le toccherà di stare nel purgatorio. I molti sacrificj che per lei si offeriscono in
morte, le orazioni della comunità e delle sorelle in particolare presto la caveranno da quelle
pene»: La vera sposa, cap. II, n. 22, p. 25.

7.10 Page 70

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430 Pietro Braido
120 ta la Congregazione, lo assicurano che poco o niente dovrà rimanere in purgatorio.
Beati quelli che morti al mondo muoiono nel Signore. Beati mortui qui in Domino
moriuntur; perché, dice s. Bernardo, costoro con un sol passo dalla cella volano al
cielo. Est facilis via de cella in coelum.
Remuneratur copiosius. In cielo avrà più copiosa rimunerazione. Chi dà un bic-
125 chier d'acqua fresca per amore del Padre celeste, avrà sua mercede. Colui poi che
abbandona il mondo, rinuncia ad ogni soddisfazione terrestre, I dà vita e sostanze p.17
per seguire il divin Maestro, quale ricompensa non avrà in cielo? Inoltre le penitenze
sostenute, le preghiere, i Sacramenti, le anime salvate col suo buon esempio e colle
sue fatiche, i molti suffragi che continueranno a farsi nella Congregazione lo collo-
120 lo] si d D lo em D 2 121 muoiono] spirano l'anima D muoiono em si Db 123 cella]
cae1a D cela corr Db 124 Chi] Il Salvatore dice che colui il quale per amor suo D Chi em si
Db 125 per... celeste om D add p. 6 Db post celeste add egli Db post avrà add in cie-
lo D del Db
127 seguire] seguir D
post Maestro add Gesù Salvatore D del Db
ricompensa] mercede D ricompensa em si Db 129 molti] continui D continueranno...
farsi] in morte e dopo morte D continueranno a farsi em si Db post Congregazione add si
faranno continuamente per lui D del Db
121-122 Ap 14, 13.
121-123 «Scrive s. Bernardo ch'è facile il passare dalla cella al cielo, poiché è molto difficile
(dicea) che un religioso morendo nella sua cella non si salvi (...). Est facilis via de cella in
coelum (...) (Tract. de vita solit.) (...) mentre Dio stesso dice: Beati mortui qui in Domino
moriuntur»: La vera sposa, cap. II, n. 21, pp. 24-25 [è il commento a Moritur confidentius]. - S.
Bernardus, Epistula seu Tractatus ad Fratres de Monte Dei de vita solitaria, cap. 4, n. lO, Migne
PL 184, 314. «Considerate in primo luogo quel che dice s. Bernardo, che '1 religioso,
morendo nella sua religione difficilmente si danna: Facilis via de cella ad coelum»:
Considerazioni V, p. 418. - «Purgatur citius. S. Tommaso dice che entrando in religione si
ottiene il perdono di tutti i peccati e della pena come nel battesimo (...). Poi conforti, preghiere,
comunioni, rosari, messe, etc. O niente o poco in purgatorio. Est facilis via de cella in coelum»:
Esercizi spirituali a Trofarello, settembre 1869, ms Bosco, p. 4.
124-127 «Mettete a confronto tutti i beni che può dare il mondo da una parte e la felicità
eterna che apparecchia Iddio a chi rinunzia questi beni per suo amore, e vedrete che v'è più
proporzione fra un atomo d'arena e tutta la terra che tra il valore di questi beni mondani che
presto finiscono ed i beni celesti che si godono in eterno (...). Se egli [Gesù Cristo] ha promesso
di non lasciar senza paga una semplice bevuta d'acqua che si dona per suo amore (...), come
lascerà senza gran premio tante opere buone, tanti atti di carità, tante astinenze, orazioni,
officj, lezioni spirituali che fa ogni giorno una religiosa che attende alla perfezione»: La vera
sposa, cap. II, nn. 23-24, p. 26. - «Remuneratur copiosius. Dio ricompensa un bicchiere d'acqua
fresca dato per lui; che mercede darà a chi lasciò tutto, o meglio diede tutto per amor suo?
Tutte le azioni della vita religiosa, mortificazioni, astinenze, ubbidienze, quale mercede
avranno in cielo? Poi il merito che si acquista per le opere buone, che si faranno per lui.
Fulgebunt justi, etc»: Esercizi spirituali a Trofarello, settembre 1869, ms Bosco, p. 5.
124-125 Mc 9, 41.
129 Circa i suffragi per i salesiani defunti, singoli soci ecclesiastici o laici, il rettor maggiore,

8 Pages 71-80

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8.1 Page 71

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Tratti di vita religiosa salesiana 431
cheranno senza dubbio sopra di un maestoso trono di gloria, dove nel cospetto di 130
Dio, qual luminoso sole, risplenderà per tutta l'eternità. fusti fulgebunt sicut sol in
regno Patris eorum (Matth. 13,43). I
[ol. 7
I voti.
La prima volta che il Sommo Pontefice parlò della Società Salesiana disse que-
ste parole: In una congregazione o società religiosa sono necessari i voti, affinché 135
tutti i membri siano da un vincolo di coscienza legati col superiore, e il superiore
p.18 tenga sé e i I suoi legati col Capo della Chiesa, e per conseguenza con Dio medesimo.
I nostri voti pertanto si possono chiamare altrettante funicelle spirituali, con cui
ci consacriamo al Signore, e mettiamo in potere del superiore la propria volontà, le
129-130 collocheranno] metteranno D collocheranno em sl Db del Db 2 metteranno add p. 6
Db3 collocheranno em Db4 130 senza dubbio] sicuramente D senza dubbio em p. 6 Db
post dubbio add sl quanto prima Db del Db2 sopra... gloria] al possesso di quel celeste re-
gno D al possesso della eterna felicità sopra di un maestoso trono di gloria [nel regno de' cieli
Db di gloria em Db2] em p. 6 Db 130-131 dove ... risplenderà] siccome promise Gesù [pro-
messo da Dio D siccome promise Gesù em sl Db] quando disse che il suo servo fedele nel suo
cospetto risplenderà come stella D dove, come disse Iddio, qual sol luminoso nel cospetto di
Dio per em p. 5 Db dove nel cospetto di Dio qual sole luminoso corr Db 2 dove nel cospetto di
Dio qual luminoso sole risplenderà corr Db3 131 Iusti fulgebunt] Fulgebunt iusti D si-
cut sol om D add sl Db 132 regno ... 43)] conspectu Dei in perpetuas aeternitates D regno
Patris eorum (Matt. 13, 43) em D 2 134 Società Salesiana] nostra Congregazione D società
salesiana em Db 134-135 post queste add precise D del Db 135 i om D 137 post
Capo add Supremo D del Db medesimo] stesso D medesimo em D2 139 ci consacria-
mo] i soci si consacrano D ci consacriamo corI' Db post Signore add colla povertà, colla ca-
stità, coll'ubbidienza. Con questa consacrazione noi D del Db e om D add sl Db
tutti i soci defunti insieme ci sono precise prescrizioni delle Regole o Costituzioni della Società
di s. Francesco di Sales, cap. XIII, art. 8, lO, Il, OE XXVII 38-39.
129-130 «Quelli che si danno tutto per salvare le anime avranno in Cielo quel premio che
ebbero già gli Apostoli e si vuole intendere con quelle parole che disse Gesù ai Suoi Apostoli:
Voi sederete giudici nel giorno del giudizio delle dodici tribù d'Israele»: Esercizi spirituali a
Trofarello, agosto 1867, I ms Berto, p. 23.
134-137 «Una associazione, una Società, o Congregazione religiosa sembra necessaria in
mezzo a questi tempi luttuosi. Essa deve fondarsi sopra queste basi: Una società di voti
semplici, perché senza voti non vi sarebbero gli opportuni legami tra soci e tra superiori e
inferiori»: Cenno istorico sulla Congregazione di S. Francesco di Sales e relativi schiarimenti.
Roma, Tip. Poliglotta di Propaganda 1874, p. 6. Cf anche lin 143-145.
138-139 «Il Religioso non può lasciar queste cose né ritornar indietro dalla professione e
dallo stato nel quale l'hanno posto i voti, che sono quelle tre funicelle e vincoli de' quali lo
Spirito santo dice: Funiculus triplex difficile rumpitur. Difficilmente si rompe, o si scioglie quel
che è ligato con queste tre funicelle»: Esercizio di perfezione, III, tratt. II, capo II, n. 3, p. 134.

8.2 Page 72

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432 Pietro Braido
140 sostanze, le nostre forze fisiche e morali, affinché tra tutti facciamo un cuor solo ed
un'anima sola per promuovere la maggior gloria di Dio, secondo le nostre costitu-
zioni, come appunto c'invita la Chiesa quando dice nelle sue preghiere: ut una sit fi-
des mentium, et pietas actionum (1). I voti son un'offerta eroica con cui moltissimo si
(1) Feria V, post Pascha.
145 accresce il merito delle opere nostre. S. Anselmo insegna che un'opera buona senza
voto è come il frutto d'una pianta. Chi la fa con voto, col frutto offre a Dio la stessa
pianta. S. Bonaventura rassomiglia l'opera fatta senza voto a chi offre il reddito, ma
non il capitale. I Col voto poi si offre a Dio e reddito e capitale intiero.
p. 19
Mentre per altro i voti aumentano in cotale guisa il merito delle nostre opere, e
150 le rendono tanto care a Dio, dobbiamo darci massima sollecitudine per non trascu-
rarli. Chi non sente si di osservarli, egli non deve emetterli, o almeno differirne la
emissione finché in cuor suo non sentasi ferma risoluzione di osservarli. Altrimenti
140 facciamo] facciasi D facciamo corr Db 142 come... quando om D add p. 7 Db di-
ce... preghiere om D ci invita add p. 7 Db dice nelle sue preghiere em si Dr 142-143 Ut... ac-
tionum om D ut sit una fides mentium, una pietas actionum add p. 7 Db 143 post eroica
add che noi facciamo al Signore e D del Db cui] essi D cui em si Db 144 (1) Feria ... Pa-
scha om D 146 voto/] Dio D voto em D2 post voto add offre a Dio D del Db colom
D add si Db 147 rassomiglia] considerando D rassomiglia em Db post voto add la ras-
somiglia D del Db 149 i voti] il voto D i voti corr Db in.. guisa om D i [sic] cotale guisa
em si Db nostre om D add si Db post opere add buone D del Db e om D add Db
150 tanto] assai più D cotanto em si Db
per] affinché D per em si Db
150-
151 trascurarli] sieno trascurati D trascurarli corr Db 151 post sentesi add ferma volontà
D del Db 152 in cuor om D add si Db post cuor suo D del Db ferma] ferma D buo-
na em si D 2 ferma em si Db
140-141 Un cuor solo ed un'anima sola: cf Introduzione, pp. 394-395.
143-145 «Fa più, più dà, e offerisce a Dio quegli che fa una cosa con voto, che quegli che la
fa senza voto; perché non solamente dà quello che fa, ma dà ancora questo stesso che è molto
di più, cioè, il non poter far egli altra cosa: offerisce a Dio la sua libertà, che è il più ch'egli
possa offerire (...). Dà a Dio l'albero co' suoi frutti, che è una similitudine molto bella di
sant'AnselIllo che s. Tommaso apporta per dichiarar questa cosa. Il Religioso dà a Dio l'albero
col suo frutto (...). S. Bonaventura porta un'altra similitudine, e dice, che siccome dà più quegli
il quale dà non solamente l'uso della cosa, ma anche la proprietà di essa; così il Religioso il
quale si offre a Dio co' voti (...) si dà a Dio in uso e in proprietà»: Esercizio di perfezione, III,
tratt. II, capo III, pp. 135-136. - «Interrogato da Pio IX che dicessi il mio parere intorno ai
voti se si dovevano fare o no. lo dissi che non avrei stabilito che si facessero voti, ma una
promessa. Allora, no, mi disse. Perché questa promessa avrebbe eguale importanza che il voto
e non avrebbe quel merito avanti a Dio. Allora fui del suo parere»: Esercizi spirituali a
Trofarello, agosto 1867, I ms Berto, pp. 38-39.
151-154 Si quid vovisti Deo, ne moreris reddere; displicet enim ei infidelis et stulta promissio;
sed quodcumque voveris redde; multoque melius est non vovere, quam post votum promissa
non reddere: Qo 5, 3-4.

8.3 Page 73

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Tratti di vita religiosa salesiana 433
egli fa a Dio una promessa stolta ed infedele, la quale non può a meno che dispiacer-
gli. Displicet enim Deo infidelis et stulta promissio (1). Noi pertanto prepariamoci
(1) EccI. 5,3.
155
fol.B bene a questa eroica consacrazione, ma quando l'avremo fatta procuriamo I di man-
tenerla anche a costo di lungo e grave sacrifizio: redde Altissimo vota tua (2).
(2) Psalm. 49,14. I
p.20
Ubbidienza.
Nel voto della ubbidienza sta il complesso di tutte le virtù, dice s. Girolamo, in 160
obedientia summa virtutum clausa est. Tutta la perfezione religiosa consiste nella pra-
tica dell'ubbidienza. Tota religionis perfectio in voluntatis nostrae subtractione consi-
stit. Così s. Bonaventura. L'uomo ubbidiente, dice lo Spirito Santo, riporta vittoria
su tutti i vizi. Vir obediens loquetur victoriam (1). S. Gregorio Magno conchiude che
(1) Provo 21,28.
165
153 fa] farà D fa corr Db post che add si rende Db del Db 2 153-154 dispiacergli] dispia-
cere a Dio D dispiacergli corr Db cagionargli add p. 7 Db 2 del Db 3 154 post promissio add
Redde altissimo vota tua D del D 2 155 (1) Ecc1e. 5,3 om D add mrg inf Dr 156 post
consacrazione add di noi medesimi al Signore D del Db 157 post tua add e qualor tanto vo-
lesse la maggior gloria di Dio dobbiamo obbedire fino a dare la vita. Factus etc. D del Db
158 (2) Psalm. 49,14 om D add p. 8 Dr
160 Nel... della] L' D Nel voto della em si D 2
sta... complesso] è il compendio di D è il compendio del em si D2 è un voto che in compendio
abbraccia tutte em p. 8 Db sta il complesso di em sI D s. Girolamo] S. Filippo N. D S. Ge-
rolamo em sl D 2 160-161 in... est om D add p. 8 D 2 162 subtractione] sustractione D
subtractione corr Db
163 lo Spirito Santo] Iddio D lo Spirito Santo em inf lin D2
164 conchiude] aggiunge D conchiude em sl Db
165 (1) Provo 21,28 om D add p. 8 D 2
157 Immola Deo sacrificium laudis et redde Altissimo vota tua: Sal 49, 14.
160-161 «Così s. Girolamo dice: O felix et abundans gratia; in obedientia summa virtutum
clausa est: nam simplici gressu hominem ducit ad Christum: Oh felice e abbondante grazia
dell'ubbidienza nella quale sta rinchiusa la somma di tutte le virtù (D. Hier. in reg. Mon. C. 6)>>:
Esercizio di perfezione, III, tratt. V, capo I, n. lO, p. 311.
161-163 «Tutta la perfezione della religione, dice S. Bonaventura, importa la privazione della
propria volontà. Tota religionis perfectio in voluntatis propriae subtractione consistit»: La vera
sposa, cap. VII, § 2, n. 1, p. 75. - «S. Bonaventura, concordando in ciò coll'Angelico, dice che
tutta la perfezione del Religioso sta nel lasciar totalmente la sua volontà e nel seguir
l'obbedienza»: Esercizio di perfezione, III, tratto V, capo I, n. 7, p. 309. - Cf Esercizi spirituali a
Trofarello, settembre 1869, ms Bosco, p. 6.
163-164 «Quindi dice il savio che l'uomo ubbidiente riporterà le vittorie contro gli assalti de'
nemici: Vir obediens loquetur victorias (Prov. 21,28)>>: La vera sposa, cap. VII, § 2, n. 2, p. 76.
Cf. Esercizio di perfezione, III, tratt. V, capo I, p. 311; Esercizi spirituali a Trofarello, settembre
1869, ms Bosco, p. 5.
164-167 «Oltreché scrisse lo stesso S. dottore [Gregorio M.] che l'ubbidienza porta seco e

8.4 Page 74

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434 Pietro Braido
l'ubbidienza conduce al possesso di tutte le altre virtù, e tutte le conserva. Obedientia
caeteras virtutes in mentem ingerit et custodit (Moral. 1,35).
Questa ubbidienza però deve essere secondo l'esempio del Salvatore che la pra-
ticò nelle cose anche più diffi-lcili, fino alla morte; e qualora tanto volesse la gloria p.21
170 di Dio, dobbiamo noi pure obbedire fino a dar la vita. Factus est pro nobis obediens
usque ad mortem, mortem autem crucis (1).
(1) Phi1. 2,8.
S. Paolo Apostolo mentre raccomanda caldamente questa virtù, aggiunge: siate
ubbidienti ai vostri superiori, e state sottomessi ai loro ordini, imperciocché non gli
175 inferiori, ma i superiori devono vegliare come se dovessero a Dio rendere conto delle
cose, che riguardano al bene delle anime vostre. Ubbidite volentieri e prontamente,
affinché possano compiere l'uffizio di superiori con gaudio e non fra gemiti e sospi-
ri: Obedite praepositis vestris et subiacete eis; ipsi enim pervigilant quasi rationem pro
169 anche] gravi e D anche em sl D2 fino alla morte om D ante gloria add maggior D
del Db 172 (1) Phi1. 2,8 om D add p. 8 D 2 173 post aggiunge add queste parole D del
Db
custodisce nell'anima tutte le altre virtù: Obedientia virtus est quae caeteras virtutes in mentem
ingerit et custodit (Mora1. lib. 35 c. 22)>>: La vera sposa, cap. VII, n. l, p. 75. - «In questa si
rinchiude la povertà, la castità, e tutte le altre virtù (...). Ed è dottrina comun de' Santi: per lo
che chiamano questa virtù, Madre e fonte di tutte le altre virtù. (...). S. Gregorio: Obedientia
sola virtus est, quae caeteras virtutes menti inserit, insertasque custodit (D. Greg. 1. 35. mor.
c. IO)»: Esercizio di perfezione, III, tratt. V, capo I, n. 9, pp. 310-311. - Cf Esercizi spirituali a
Trofarello, settembre 1869, ms Bosco, p. 5. - «lo voglio stassera terminare colla
raccomandazione di quella virtù che abbraccia tutte le altre, voglio dir la ubbidienza. Credete
pure che se farete in tutto la volontà di chi è stabilito per comandare non la sbaglierete, perché
il Signore assiste, e inspira chi comanda (...). Di più vi so dire che in una Congregazione
l'ubbidienza è tutto; se manca l'ubbidienza sarà un disordine ed andrà in rovina»: Conferenza
tenuta da don Bosco il 30 genn. 1871, ms, FdB 1.870 B 6-7.
168-171 «A tal fine principalmente si fece uomo il Figlio di Dio, per insegnarci col suo
esempio l'ubbidienza. Cominciò pertanto Gesù Cristo sin da fanciullo ad ubbidire a Maria ed
a Giuseppe, e seguì a far lo stesso in tutta la sua vita, sin che finalmente per ubbidire giunse a
morire con una morte infame di croce: Factus obediens usque ad mortem, mortem autem crucis
(Philipp. 2,8)>>: La vera sposa, cap. VII, § 2, n. 3, p. 76. - Cf Esercizio di perfezione, III, tratt. V,
capo I, n. 5, p. 307; e Esercizi spirituali a Trofarello, settembre 1869, ms Bosco, p. 5.
173-179 «Sicché i religiosi nel giorno del giudizio saranno solo incolpati delle ubbidienze non
eseguite; ma delle azioni fatte per ubbidienza, come dicea s. Filippo Neri, stan sicurissimi di
non averne a render conto alcuno; il conto di quelle dovranno renderlo solamente i superiori
che le han comandate (...). Pertanto scrisse l'apostolo: Obedite praepositis vestris et subiacete
eis; ipsi enim pervigilant quasi rationem pro animabus vestris reddituri, ut cum gaudio hoc faciant
et non gementes; hoc enim expedit vobis (Hebr. 13, 17). Ubbidite ai vostri superiori; mentre essi
vegliano per voi, come quelli che son tenuti a render conto per le anime vostre»: La vera sposa,
cap. VII, § 3, n. 4, p. 80. - Cf Esercizio di perfezione, III, tratt. V, capo X, n. 1, pp. 367-368; e
Esercizi spirituali a Trofarello, settembre 1869, ms Bosco, p. 6.

8.5 Page 75

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Tratti di vita religiosa salesiana 435
animabus vestris reddituri, ut cum gaudio hoc faciant et non gementes (2).
(2) Hebr. 13,17. I
180
jJ.22
Notate bene che il fare le cose che ci piaciono e tornano di gradimento, non è
vera ubbidienza, ma è secondare la propria volontà. La vera ubbidienza, che ci ren-
fol. 9 de cari a Dio ed agli uomini, consiste I nel far con buon animo qualunque cosa ci sia
comandata dalle nostre costituzioni, o dai nostri superiori, che sono mallevadori
delle nostre azioni in faccia a Dio, hilarem enim datorem diligit Deus (1); consiste nel 185
(1) 2a Coro 9,7.
mostrarci arrendevoli anche nelle cose difficili, contrarie al nostro amor proprio, e
di volerle eziandio compiere con pena e con patimenti. In questi casi l'ubbidienza è
più difficile, ma assai più meritoria, e, come ci assicura G.C., ci conduce al possesso
del regno dei cieli: Regnum coelorum vim patitur et violenti rapiunt illid (2).
190
(2) Matth. Il,12. I
179 reddituri] reddituris D reddituri corr Db
180 (2) Hebr. 13,17 om A add p. 8 D 2
181 tornano] ci sono D tornano em si Db
182 propria] nostra D propria em si Db
183 con ... animo] volentieri D con buon animo em si Db 185 hilarem ... Deus om D add
p. 9 D2 consiste nel om D add si Db 186 2a Cor 9,7 om D addp. 9 D2 187 arrende-
voli] pronti D arrendevoli em si Db
post arrendevoli add ai loro voleri D del Db
188 eziandio om D post compiere add anche D 188-190 In ... cieli] La ragione sta qui.
La ubbidienza è quella che conduce al possesso del regno e niuno può giungere a quel fortuna-
to possesso se non con grande violenza D In questi casi l'ubbidienza è più difficile, ma assai
più meritoria, e ci assicura appunto il regno de' cieli em p. 9 Db In questi casi l'ubbidienza è più
difficile, ma assai più meritoria e, come ci assicura G. c., ci conduce al possesso del regno de'
cieli corr Db 2 190 coe1orum vim] Dei vim D coelorum vim em si D2 Dei vim add p. 9 Db
coelorum etc. corr Db 2 191 (2) Matth. Il,12 om D Matt. Il,12 add D2
181-182 «Colei che va procurando che la superiora le imponga ciò ch'è secondo la sua incli-
nazione, e per quello solamente è pronta, per altro no, come mai potrà chiamarsi religiosa ub-
bidiente?»: La vera sposa, cap. VII, § 5, n. 6, p. 97; cf anche cap. VII, § 3, n. 6, p. 81.
185 «Hilarem datorem diligit Deus, dice l'apostolo (2 Cor. 9, 7)>>: La vera sposa, cap. VII, § 5,
n. 7, p. 98. Cf Esercizi spirituali a Trofarello, settembre 1869, ms Bosco, p. 6.
185-189 «Sorella benedetta, se voi desiderate di piacer molto a Gesù Cristo, pregate la vostra
superiora che vi comandi a suo arbitrio e senza riguardo (...), e voi avrete maggior merito in
tutti i suoi ordini che eseguirete. Ed allora sì che potrete star sicura di guadagnare egua1mentte
in quelle cose a cui vi porta la vostra inclinazione, che in quelle a cui ripugna l'amor proprio»:
La vera sposa, cap. VII, § 5, n. 7, p. 98.
190 «La divina legge si chiama giogo portato a due, per significare che per osservarla bisogna
che Dio ci aiuti da una parte e noi ci aiutiamo dall'altra, e qualche volta bisogna che per porta-
re questo giogo ed acquistarci il cielo ci facciamo violenza: Regnum coelorum vim patitur, et
violenti rapiunt illud (Matth. Il, 12)>>: La vera sposa, cap. III, n. lO, p. 34.

8.6 Page 76

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436 Pietro Braido
Povertà
p. 23
Se non lasciamo il mondo per amore, dovremo un dì lasciarlo per forza. Coloro
per altro che nel corso del vivere mortale lo abbandonano con atto spontaneo
195 avranno il centuplo nella vita presente, e il premio eterno in futuro. Chi al contrario
non sa risolversi a fare questo sacrifizio volontariamente, dovrà farlo per forza in
punto di morte, ma senza ricompensa, anzi coll'obbligo di rendere stretto conto del-
le sostanze che per avventura taluno avesse posseduto.
È vero che le nostre costituzioni permettono il possesso e l'uso di tutti i diritti
200 civili; ma entrando in congregazione non si può più né amministrare, né disporre
delle cose proprie se non col consenso del superiore, e nei limiti da questo stabiliti, a
se-lgno che in Congregazione egli è considerato letteralmente come chi nulla più p.24
possiede, essendosi fatto povero per divenire ricco con Gesù Cristo. Egli seguita
l'esempio del Salvatore, che nacque nella povertà, visse nella privazione di tutte le
205 cose, e morì nudo in croce.
193 dovremo ... dì] saremo costretti a D dovremo un dì em si Db 194 per altro] però D
nel... abbandonano om D nel corso della vita lo abbandonano add p. 9 Db nel corso del vivere
mortale lo abbandonano corr Db 2 post spontaneo add lasciano le cose della terra D del Db
195 in] nella D in em si Db futuro] vita futura D futuro corr Db al contrariojpoi D al
contrario em si Db 196 risolversi] risolvere D risolversi corr Db ante dovrà add il D del
Db 199 post possesso add radicale D del Db 200 post congregazione add egli D del Db
si om D add si Db 201 proprie] sue D proprie em si Db post del add suo D del Db
202-203 chi ... possiede om D add p. 9 D 2 203 essendosi] si è D essendosi em p. 9 D2 Egli
om D add Db seguita] Seguitiamo D seguita corr Db post seguita add adunque tutti D del
Db 204 privazione] povertà D privazione em D 2 205 post croce add Questo è appunto
quello che gli acquistò quella gloria e quel gran nome che è sopra ogni altro nome D del Db
195 «Ma non solo nell'altra vita, anche in questa Iddio ha promesso di rendere il centuplo a
chi lascia i beni per amor suo: Et omnis qui reliquerit domum ... aut agros propter nomen meum,
centuplum accipiet et vitam aeternam possidebit (Matth. 19, 29)>>: La vera sposa, cap. IX, § l,
n. 8, p. 130. - Cf Esercizio di perfezione, III, tratt. III, capo II, n. l, p. 178; capo III, n. 1,
pp. 180-181.
199-201 Cf Regole o Costituzioni, 1875, cap. IV, art. l, 2, 3. «Era il nostro Redentore il Si-
gnore di tutte le ricchezze del cielo e della terra, ma voll'essere così povero in questa terra, ac-
ciocché noi coll'esempio della sua povertà diventassimo ricchi (...). Voll'egli esser povero e
sempre povero in questa terra: povero nella nascita (...). Povero nella vita e povero in tutto
(...). Povero nelle vesti. Povero ne' cibi (...). Povero finalmente nella morte, poiché altro non la-
sciò morendo che le sue misere vesti; e pure queste prima di morire se le divisero tra loro i sol-
dati»: La vera sposa, cap. IX, § l, n. 5, p. 128-129. - Cf Esercizio di perfezione, III, tratt. III,
capo I, n. 1, pp. 172-173. - «Il Salvatore nacque, visse, abitò, vestì, si cibò, morì povero»: Eser-
cizi spirituali a Trofarello, settembre 1869, ms Bosco, p. 7. - «Noi però non possiamo fare
come fece Gesù Cristo con non possedere niente. Egli nacque povero in una capanna, visse po-
vero fino al punto da non aver conservato mai niente, e l'unica cosa che possedesse era la veste,
da ripararsi dalle intemperie; gli vien tolta e divisa anche questa fra i soldato»: Esercizi spiri-
tuali a Trofarello, settembre 1869, II ms Berto, pp. 66-67.

8.7 Page 77

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Tratti di vita religiosa salesiana 437
Ascoltiamo di fatto ciò che egli dice: chi non rinuncia a tutto quello che possie-
de non è degno di me, non può essere mio discepolo. Ad un cotale che voleva porsi
fol. lO alla sua I sequela, va, gli disse, vendi prima quanto hai nel secolo, donalo ai poveri,
di poi vieni, seguimi ed avrai assicurato un tesoro in cielo.
Diceva a' suoi apostoli che non possedessero più di una veste, né si dessero pen- 210
siero di ciò che avrebbero potuto mangiar nel ministero delle loro predicazioni. Di
p. 25 fatto non leggiamo che egli, i suoi apostoli, o alcuno dei I suoi discepoli abbiano in
particolare posseduto campagne, case, suppellettili, abiti, vettovaglie o simili. E san
Paolo dice chiaramente che i seguaci di Cristo dovunque vadano, qualunque cosa
facciano, devono essere contenti degli alimenti strettamente necessari per la vita, e 215
degli abiti con cui coprirsi. Habentes autem alimenta, et quibus tegamur, his contenti
simus (l).
(1) Tim. 6,8.
Tutto quello che eccede alimenti e indumenti per noi è superfluo, è contrario
alla vocazione religiosa. È vero che tal volta dovremo tollerare qualche disagio nei 220
viaggi, nei lavori, in tempo di sanità o di malattia. Talora avremo vitto, vestito od
206 non om D add si Db 211 nel] nelle D nel corr Db ministero delle om D add si D2
212-213 in particolare orn D add p. lO D2 213 posseduto] possedute D posseduto corr Db
214 ante seguaci add veri D del Db ante Cristo add Gesù D del Db 215 post devono
add sempre D del Db post alimenti add perché abbiano D del Db 216 degli] gli D degli
COlT Db autem om D add sI Db 218 (1) Tim. 6,8 om D add p. lO D 2 220 tal] qual-
che D tal em si Db disagio] cosa D disagio em si Db 221 od] ed D
206-207 Qui non renunciat omnibus quae possidet, non potest meus esse discipulus: Le 14,
33. - Cf Esercizio di perfezione, III, tratt. III, capo I, pp. 174-175; e Esercizi spirituali a Trofa-
rello, settembre 1869, ms Bosco, p. 7.
207-209 «Ciò appunto disse il nostro Salvatore a quel giovine il quale volea sapere che cosa
dovea fare per acquistar la perfezione: Si vis perfectus esse, vade et vende quae habes et da pau-
peribus (Matth. 19, 21)>>: La vera sposa, cap. IX, § 1, n. 4, p. 128. - Cf Esercizio di perfezione,
III, tratto II, capo II, pp. 138-139;tratto III. capo I, p. 173. - «La nostra Società non ha altro di
mira che mettere in pratica quel che dice il Signore nel Vangelo: Se tu vuoi essere mio discepo-
lo, va vendi quel che hai e dallo ai poveri e seguimi. Chi non lascia il padre, la madre, i fratelli,
le sorelle, i parenti, gli amici, il campo, il prato, la vigna non può essere mio discepolo»: Eserci-
zi spirituali a Trofarello, agosto 1867, I ms Berto, pp. 19-20. - «Il religioso che si consacra tut-
to a Dio deve abbandonare la patria, i parenti, il campo, il prato, la vigna, vendere tutto quello
che si ha e darlo ai poveri»: Esercizi spirituali a Trofarello, settembre 1869, II ms Berto, p. 11.
214-218 «Eh via, contentatevi pure d'ogni povero alimento, d'ogni povera veste per coprirvi
ed attendere a farvi santa, e non vogliate per vili bagattelle mettervi a pericolo di perdere la vo-
stra fortuna eterna: Habentes autem alimenta et quibus tegamur, his contenti simus (1 Tim. 6,
8)>>: La vera sposa, cap. IX, § 1, n. 9, p. 130. Cf. Esercizio di perfezione, III, tratt. III, capo
VIII, n. 2, pp. 207-208; e Esercizi spirituali a Trofarello, settembre 1869, ms Bosco, p. 7.

8.8 Page 78

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438 Pietro Braido
altro che non saranno di nostro gusto; ma appunto in questi casi dobbiamo ricor-
darci, che siamo poveri, e che se vogliamo averne merito dobbiamo sopportarne le
conse-lguenze. Guardiamoci bene da un genere di povertà altamente biasimato da p.26
225 s. Bernardo. Vi sono di quelli, egli dice, che si gloriano di esser chiamati poveri, ma
non vogliono i compagni della povertà. Gloriantur de nomine paupertatis, et socios
paupertatis jugiunt. Altri poi sono contenti di essere poveri, purché loro niente man-
chi. Pauperes esse volunt, eo tamen pacto ut nihil eis desit. (De Adv. Dom.)
Se pertanto il nostro stato di povertà è cagione di qualche incomodo o sofferen-
230 za, rallegriamoci con s. Paolo, che si dichiarava nel colmo di allegrezza in ogni sua
tribulazione: superabundo gaudio in omni tribulatione mea. Oppure come facevano gli
apostoli che erano pieni di contentezza, quando ritornavano dal Sinedrio, perché
colà erano stati fatti degni di patire disprezzi pel nome di Gesù. Ibant apostoli gau-
dentes a conspectu concilii, I quoniam digni habiti sunt I pro nomine Iesu contumeliam p. 27
[ol. Il
222 post saranno add punto D del Db 224 biasimato] riprovato D biasimato em sI Db
225 post quelli add che D del Db che om D add sI Db 229 o] ed anche di D o em sI Db
230 rallegriamoci] dobbiamo rallegrarci D rallegriamoci corr Db 232 contentezza] alle-
grezza D contentezza em sI Db 233-235 Ibant... concilii om D add sI Dr
222-224 «Non si stima virtuoso chi solamente è povero, ma chi ancora ama la povertà; e l'a-
mare la povertà consiste nell'amare gli effetti della povertà, quali sono la fame, il freddo e so-
pra tutto il disprezzo che seco porta la povertà»: La vera sposa, cap. III, § l, n. 12, pp. 131-132.
222-228 «Molti religiosi, dicea s. Vincenzo Ferreri, si gloriano del nome di poveri, ma poi
fuggono i compagni della povertà, che sono i patimenti e gli obbrobrj: Gloriantur de nomine
paupertatis, et socios paupertatis fugiunt (...). In somma queste tali, dice s. Bernardo, vogliono
essere povere, ma in modo che niente loro manchi di quel che vogliono: Pauperes esse volunt,
eo tamenfacto l> pacto} ut nihil eis desit (Sermo de adv. Dom.)»: La vera sposa, cap. IX, § l,
n. 12, p. 132.- Cf Esercizio di perfezione, tratt. III, capo VI, nn. 1-2, pp. 197-199;e Esercizi spi-
rituali a Trofarello, settembre 1869, ms Bosco, pp. 7-9. - «Parlò della Povertà in genere, di
quella che inculca il Signore nel Vangelo, che non bisogna amare solo la povertà, ma anche i
suoi compagni. Povertà nel vestito, povertà nel cibo, povertà in cella, povertà nei libri, nellet-
to; non avere il cuore attaccato a queste cose»: Esercizi spirituali a Trofarello, settembre 1869,
II ms Berto, p. 9.
230-231 2 Cor 7, 4.
.
231-235 «In quinto ed ultimo luogo dico che non solo bisogna accettare con pace i disprezzi,
ma sentirne anche contento e gaudio (...). Colle forze nostre certamente non possiamo arrivar-
vi, ma ben possiamo coll'aiuto della grazia, come ben vi giunsero i santi apostoli, i quali ibant
gaudentes a conspectu concilii, quoniam digni habiti sunt pro nomine Iesu contumeliam pati (Act.
5, 41)>>: La vera sposa, cap. IX, § IV, n. 13, pp. 176-177.

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Tratti di vita religiosa salesiana 439
pati Cl). Egli è appunto a questo genere di povertà cui non solo è promesso, ma 235
(1) Act. Apost. 5,41.
è assicurato il regno de' cieli. Beati pauperes spiritu, quoniam ipsorum est regnum
coelorum.
Castità.
La virtù sommamente necessaria, virtù grande, virtù angelica, cui fanno corona 240
tutte le altre virtù, è la castità. Ad essa possono applicarsi le parole dello Spirito
Santo, che dice: Tutti i beni si raccolgono intorno a questa. Venerunt autem mihi
omnia bona pariter cum illa (2). Il Salvatore ci assicura che coloro, i quali posseggo-
(2) Sap. 7,11.
no questo inestimabile tesoro, anche nella vita mortale, diventano simili agli angeli 245
di Dio. Erunt sicut Angeli Dei. I
fJ.28
Ma questo candido giglio, questa rosa preziosa, questa perla inestimabile è as-
sai invidiata dal nemico delle nostre anime, perché egli sa che se riesce a rapircela,
possiamo dire che l'affare della nostra santificazione è rovinato. La luce si cambia in
235 Egli... promesso] Ed appunto in questo senso il Salvatore dice che ai poveri non sola-
mente sarà dato D Egli è appunto a questo genere di povertà, cui non solo è promesso em
p. Il Db 236 (1) Act. '" 5,41 om D add mrg sup Dr 242 a om D add Db post que-
sta add virtù D del Db autem mihi om D add si D2 244 (2) Sap. 7, 110m D add p. 11
D2 246 di Dio om D add si Db 249 post che add la luce si cambia in folta caligine, la
fiamma in nero carbone, l'Angelo del Cielo è mutato in Satanasso, è perduta insomma ogni
altra virtù [virtù D altra virtù em D2] D del Db post in add folta D del Db
235-238 «Troppo poi ci accertano le sacre scritture che il premio de' poveri egli è molto sicu-
ro e molto grande. Molto sicuro, poiché disse Gesù Cristo: Beati pauperes spiritu, quoniam
ipsorum est regnum coelorum (Mt 5,3). Alle altre beatitudini mentovate nel vangelo il cielo sta
promesso in futuro (...). Ma a' poveri di spirito sta promessa la beatitudine sin dal tempo pre-
sente. Ipsorum est regnum coelorum»: La vera sposa, cap. IX, § 1, n. 7, p. 129.
240-246 «L'apostolo s. Paolo chiama in questo luogo la castità, santità: e sotto il nome di
santità, o santificazione, intende la castità, come nota s. Bernardo. E Cristo nostro Redentore
nel sacro Evangelio la chiama virtù celeste ed Angelica, perché ci fa simili agli Angeli: In resur-
rectione neque nubent, neque nubentur; sed erunt sicut Angeli Dei in coelo»: Esercizio di perfezio-
ne, III, tratt. IV, capo I, n. 1, p. 251. - «La santa carità o sia l'amor divino è quello che fa sante
le anime. Quando viene la carità in un'anima, vengono seco insieme tutte le virtù: Venerunt au-
tem mihi omnia bona pariter cum illa (Sap 7, l l)»: Stimoli ad una religiosa, p. 379. - «Le vergini
che hanno la sorte di dedicarsi all'amore di Gesù Cristo, con consacrargli il giglio della loro
purità, elle prirnierarnente diventano care a Dio come gli son cari gli angeli: Erunt sicut angeli
Dei in caelo (Mt 22, 30). Con ragione chiamasi la verginità virtù angelica e celeste»: La vera
sposa, cap. I, n. 1, p. 5.

8.10 Page 80

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440 Pietro Braido
250 caligine, la fiamma in nero carbone, l'angelo del cielo è mutato in Satanasso, quindi
perduta ogni virtù. Qui, o miei cari, io credo fare cosa vantaggiosa alle anime vostre,
notandovi alcune cose che voi mettendo in pratica ne avrete grande vantaggio, anzi
parmi potervi assicurare la conservazione di quella e delle altre virtù. Ritenete
adunque:
255
1° Non aggregatevi alla Società Salesiana se non dopo esservi consigliato con
persona prudente, che vi giudichi tali da poter conservare questa virtù.
2° Evitate la famigliarità colle persone di altro sesso, né mai contraete amici-
zie particolari coi giovanetti dalla I Divina Provvidenza alle nostre cure affidati. Ca- p.29
rità e buone maniere con tutti, ma non mai e non mai famigliarità particolare con
260 alcuno. I O amar nessuno, o amar tutti egualmente, dice s. Girolamo.
fol. 12
3° Tenete a freno i sensi del corpo. Lo Spirito Santo dice chiaro che il corpo
è l'oppressor dell'anima: corpus enim quod corrumpitur, aggravat animam (1). Perciò
250-251 quindi perduta] è perduta insomma D Insomma em sl Db quindi perduta em sl Db 2
251 post ogni add altra D del Db 252 post cose add ricavate dall'esperienza D pratiche em
sl Db pratica] pratica D opera em sl Db 253 post potervi add a nome di Dio D del Db
256 vi om D add sl Db
tali da om D add sl D 2 post poter add sl voi D del Db
257 contraete] contrarre D 261 Lo... Santo] S. Paolo D Lo Spirito Santo em sllin D 2 Lo
Spirito S. add p. 12 D3
255-256 «Chi non si sentisse di conservare questa virtù stando fra i giovani io lo consiglierei a
non entrare nella nostra Società»: Esercizi spirituali a Trofarello, settembre 1869, II ms Berto,
p.61.
257-260 «Evitar i discorsi con gente di mondo; con persone di sesso diverso, tamquam afacie
colubri; con fanciulli più avvenenti; gran cautela nel mettere le mani indosso. Niuna parziale
amicizia. Chi si dà a Dio fugga il mondo. Qui familiaritatem non vult vitare suspectam, cito labi-
tur in ruinam»: Esercizi spirituali a Trofarello, settembre 1869, ms Bosco, p. lO. - «Fuggire gli
sguardi delle persone di diverso sesso anche parenti, anche la madre propria; non solo, ma an-
che giovani: come quelli che fossero più avvenenti (...) Non mai star soli con persone di diverso
sesso. Fuggir pure le amicizie particolari con giovani perché hanno delle attrattive che si fanno
amare; o tutti eguali, o ignorarli tutti (...) Guardiamoci bene di non mai guardar in faccia per-
sone di diverso sesso. Occorrendo di dover andar a fare H catechismo a ragazzi ed a ragazze
guardarsi bene di guardarle in faccia. Di fuggire i trattamenti con persone di diverso sesso e di
non mai guardarle in faccia e di non mai dir parola meno decente e di non mai toccar loro la
mano né lasciarsele toccare da persona di diverso sesso; si tollera colla madre di toccar una
volta la mano, ma con altri no, nemmeno colle sorelle, parente ecc. Dovendo trattare per puro
bisogno con persone di diverso sesso siate più breve che potete e guardate di non mai cammi-
nare con persone di diverso sesso neppur colle sorelle, o religiose o cugine, oltre il non toccar la
mano»: Esercizi spirituali a Trofarello, settembre 1869, II ms Berto, p. 14, 16, 40-43.
259-260 «Siate voi amica con tutte, amate tutte, servite tutte, in modo che ognuna pensi di
stare in buona legge con voi; ma poi guardatevi di aver familiarità con alcuna; la vostra intrin-
sechezza sia solamente con Dio»: La vera sposa, cap. X, § 2, n. Il, p. 152.
261 «Se vogliamo acquistare la perfezione e l'illibatezza della castità, e conservarci in essa, bi-
sogna che abbiamo gran cura di custodire le porte de' nostri sensi, e particolarmente degli oc-
chi, poiché per essi entra il male nel cuore»: Esercizio di perfezione, III, tratto IV, capo II, n. l,

9 Pages 81-90

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9.1 Page 81

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Tratti di vita religiosa salesiana 441
(1) Sap. 9,15.
s. Paolo si sforzava di domarlo con severi castighi, sebbene fosse affranto dalle fati-
che. Castigo corpus meum et in servitutem redigo (2).
265
(2) Cor. 9,25 [= 27].
Una speciale temperanza poi è raccomandata nel mangiare e nel bere: vino e
castità non possono star insieme.
p. 30
4° Scogli terribili della castità sono i luoghi, le persone e le cose del se-lcolo,
lo non mi ricordo d'aver letto, o di aver udito a raccontare, che un religioso siasi re- 270
cato in patria sua, ed abbia riportato qualche vantaggio spirituale. Al contrario se
ne annoverano migliaia e migliaia, che non mostrandosene persuasi vollero farne
esperimento, ma ne provarono amaro disinganno, anzi non pochi rimasero vittima
infelice della sognata domestica libertà.
262 enim] hoc D enim em sl D 2 263 (1) Sap. 9,15 om D add p. 12 D2 264 s. Paolo] Egli
D S. Paulo em inf lin D 2 S. Paulo add p. 12 D 3 di] a D di em sl Db domarlo] domare il
suo corpo D domarlo corr Db
266 (2) COl'. 9,25 om D I Cor. 9,25 add p. 12 D 2
267 post bere add L'esperienza fa conoscere D del Db 268 insieme] assieme D insieme corr
Db 269 Scogli terribili] Scoglio terribile D Scogli terribili carr Db della] che fa naufra-
gare la D della em sl Db 271 in... sua] nel secolo D in patria sua em .'Il Db 272 annove-
rano] annovera D annoverano corr Db 273 post disinganno add e D del Db anzi... po-
chi om D add .'Il Db
p. 256. - «Mezzi negativi per conservare questa virtù. Fuga delle occasioni. Chiudere la porta:
evitare i discorsi con gente di mondo; con persone di sesso diverso (...)>>: Esercizi spirituali a
Trofarello, settembre 1869, ms Bosco, pp. 9-10.
261-262 «Questo corpo corruttibile, la nostra natura corrotta e mal inclinata ci tirano dietro
a sé, e ci vogliono fare di una stessa tempra con loro, e che seguitiamo le loro affezioni e appe-
titi: Il nostro corpo è l'oppressore dell'anima: Corpus enim, quod corrumpitur, aggravat animam
(Sap. 9, 15)>>: MB X 998. Cf Esercizio di perfezione, III, tratto II, capo IX, 11. l, p. 166.
264-265 «Quantunque è necessario mortificare il corpo, per tenerlo a freno e ubbiddiente alla
ragione. Perciò dicea l'apostolo: Castigo corpus meum et in servitutem redigo (1 COL 9, 27)>>: La
vera sposa, cap. VIII, n. 2, p. 104.
267-268 «Lo dice lo stesso Salomone: Luxuriosa l'es vinum (Prov. 20, l). Il vino è fomento
dell'incontinenza»: La vera sposa, cap. VIII, § II, n. 7, p. 119. - «Non mangiar cose forti, pic-
canti o cibi ricercati, di difficile digestione, e con abbondanza, o di troppo buon gusto, come
confetture ecc. Neppur bere vino o spirito, liquori inebbrianti»: Esercizi spirituali a Trofarello,
settembre 1869, II rns Berto, p. 16.
269-271 «Non mai andare a casa che per motivi gravi e consigliati dal Superiore come quello
di S. Luigi, perché l'andare a casa è come dire: Vado per raffreddarmi nelle cose di pietà (...).
Fuggire i festini e i pericolosi luoghi; non andar mai a casa»: Esercizi spirituali a Trofarello,
settembre 1869, II ms Berto, p. 11 e 15.

9.2 Page 82

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442 Pietro Braido
275
So Trionfante d'ogni vizio, e fedele custode della castità è l'osservanza esatta
delle nostre regole, specialmente delle pratiche di pietà. Le Congregazioni ecclesiasti-
che sono come altrettanti piccoli forti avanzati. Urbs fortitudinis Sion, ponetur in ea
murus et antemurale (1). Il gran muro, ossia i bastioni della religione, sono i precetti
(1) Isai. 26,1.
280 di Dio e della sua Chiesa.
Il demonio per farli violare mette I in opera ogni arte ed inganno. Ma per in- p.31
durre i religiosi a trasgredirli, procura prima di abbattere l'antemurale, o forte avan-
zato, vale a dire le regole e le costituzioni del proprio istituto. Quando il nemico del-
275 Trionfante] Vincitore D Trionfante em si Dr 277 Sion] Syon D Sion corr Db po-
netur in ea om D add si Db 278 post antemurale add ponetur in ea D del Db 279 (l)
Isai. 26, l om D add p. 12 D 2 280 post Chiesa add Le Congregazioni Ecclesiastiche sono
come altrettanti piccoli forti D del D 2 283 del proprio istituto] degli Istituti religiosi D
post istituto add Laonde D del Db
276 «Mezzi positivi. l° Preghiere ordinarie, meditazione, visita al SS. Sacramento. Breviario e
Messa ben celebrata o ben servita. Giaculatorie, medaglie, crocifissi, etc. Divozione speciale
alla B. V. (...). 2° Fuga dell'ozio (...). 3° Confessione frequente (...). Frequente comunione (...).
Communione spirituale (...)>>: Esercizi spirituali a Trofarello, settembre 1869, ms Bosco,
pp. 10-11.
276-280 «Siamo contenti di appartenere alla congregazione di S. Fr. di Sales perché siamo di-
fesi come la città di Gerusalemme dalle mura e dall'antemurale, dalle regole e dalla Santa legge
di Dio»: Esercizi spirituali a Trofarello, settembre 1869, II ms Berto, p. 45.
276-283 «I Santi paragonano molto bene i Consigli dell'Evangelio all'antemurale d'una città;
perché siccome la città è meglio custodita quando ha non solamente una muraglia, ma anche
un antemurale, il quale se dai nemici verrà gittato a terra, vi resterà sempre la muraglia dalla
quale la città sarà custodita e difesa; così Dio ha fatta questa grazia alle Religioni nello spiri-
tuale: Urbs fortitudinis nostrae Sion Salvator: ponetur in ea murus, et antemurale. Ci ha cinti e
muniti primieramente col muro fortissimo della sua legge e de' suoi santi Comandamenti, e ol-
tre questo poi anche con un altro muro, o antemurale, cioè colle Regole o Costituzioni della
Religione»: Esercizio di perfezione, III, tratt. VI, capo I, n. l, p. 422.
283-287 «In tutte le cose importa grandemente far conto delle cose piccole e minute, perché,
come dice il Savio, chi sprezza le cose piccole, a poco a poco verrà a cader nelle grandi; ma in
modo particolare è più necessario in questa virtù»: Esercizio di perfezione, III, tratt. IV, capo
III, n. l, p. 259. - «Per essere tanto comune questa tentazione colla quale il demonio procura
che ci trascuriamo e siamo negligenti nell'osservanza delle Regole, dicendo, che sono cose leg-
giere e di poca importanza, e che non istà in queste la perfezione né il profitto; dichiareremo
circa ciò due cose: La prima, quanto danno risulta dal dispregiar queste cose piccole, e non far
conto di esse (...). Della prima dice ["Cristo nostro Redentore"], che chi è tristo e infedele nel
poco, sarà anche tale nel molto: e prima l'aveva detto lo Spirito santo per mezzo del Savio: Qui
spernit modica, paulatim decidet (Eccli. 19, l )»: Esercizio di perfezione, III, tratto VI, capo V,
n. l, p. 435. - «4° Vegliare intorno alle cose piccole: si vis magnus esse, a minino incipe. S. Ag.;
Principiis obsta, etc. Posizione della persona, degli abiti, del camminare, sedere, riposare, scher-
zi, etc.»: Esercizi spirituali a Trofarello, settembre 1869, ms Bosco, p. 11.

9.3 Page 83

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Tratti di vita religiosa salesiana 443
l'anima vuole sedurre un religioso e spingerlo a violare i divini precetti, comincia per
fargli trascurare le cose più piccole, poi quelle di maggior importanza, dopo di che 285
assai facilmente lo conduce alla violazione della legge del Signore; avverandosi
quanto dice lo Spirito Santo: Qui spernit modica, paullatim decidet. I
fol. 13
Dunque, o cari figliuoli, siamo fedeli nell' osservanza delle nostre regole, se vo-
gliamo essere fedeli ai divini precetti. Le nostre sollecitudini siano poi costantemente
e con diligenza speciale dirette all'osservanza esatta delle pratiche di pietà, che sono 290
il fondamento e il sostegno di tutti gli istituti religiosi. I
p.32
Pratiche di pietà.
Siccome il cibo alimenta il corpo e lo conserva, così le pratiche di pietà nutri-
scono l'anima e la rendono forte contro alle tentazioni. Fino a tanto che noi saremo
zelanti nell'osservanza delle pratiche di pietà, il nostro cuore è in buon'armonia con 295
tutti, e vedremo il salesiano allegro, contento della sua vocazione. Al contrario co-
mincierà a dubitar di sua vocazione, anzi provare forti tentazioni quando nel suo
cuore comincia a farsi strada la negligenza delle pratiche di pietà. La storia ecclesia-
stica ci fa toccare con mano, che tutti gli ordini religiosi e tutte le congregazioni ec-
clesiastiche fiorirono e promossero il bene della religione fino a tanto che la pietà 300
tenne il suo posto; e al contrario ne abbiamo veduti non pochi a decadere, altri a
p.33 cessare I di esistere, ma quando? Quando si rallentò lo spirito di pietà e ciascuno si
diede a cercare quae sua sunt, non quae sunt Iesu Christi (1).
(1) Phi1ip. 2,21.
Se noi pertanto, o figliuoli, amiamo la gloria della nostra Congregazione, se de- 305
sideriamo che si propaghi, e si conservi fiorente a vantaggio delle anime nostre e dei
nostri fratelli, diamoci la massima sollecitudine di non mai trascurare la meditazio-
ne, la lettura spirituale, la visita quotidiana al SS. Sacramento, la confessione ebdo-
madaria, il rosario della s. Vergine, la piccola astinenza del venerdì. Sebbene ciascu-
na di queste pratiche separatamente non sembri gran cosa, tuttavia contribuisce 310
285 di che] poi D di che em si Db 286 assai... conduce] lo conducecon facilità D assai fa-
cilmente lo conduceern p. 12 Db 286-287 avverandosi... Santo om D avverandosi [post av-
verandosi add poi Db del Db 2] quanto dice lo Spirito S. add p. 12 Db 288 siamo fedeli] fe-
deltà D siamo fedeli em si Db 290-291 che... religiosi om D add p. 13 Db 293 post cibo
add è quello D del Db 294 post tentazioni add Perciò D del Db 297 a... sua] ad uno il
dubbio della sua D a dubitar di sua em p. 13 Db provare] proverà D provare corr Db
297-298 nel... cuore om D add si Db 298 a... strada om D add si Db 301 post veduti
add e D del Db post decadere add ed A del Db 303 post suntl add si quaerunt Db del
Db2 304 (1) Philip. 2,21 om D add p. 13 D 2 309 post venerdì add Queste pratiche siano
tenute in grande conto D del Db 310 di... pratiche om D add p. 13 Db non om D add si
Db gran cosa] di poca entità D gran cosa em si Db
307-309 Cf Regole o Costituzioni, cap. XIII, art. 2-5, OE XXVII 86-87.

9.4 Page 84

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444 Pietro Braido
efficacemente al grande edifizio della nostra perfezione e della nostra salvezza.
Vuoi crescere e diventare grande agli occhi di Dio? dice I s. Agostino comincia dalle p.34
cose più piccole. Si vis magnus esse a minimo incipe. I
fol. 14
La parte poi fondamentale delle pratiche di pietà, quella che in certo modo tut-
315 te le abbraccia, consiste in fare ogni anno gli esercizi spirituali, ogni mese l'esercizio
della buona morte. Credo che si possa dire assicurata la salvezza di un religioso, se
ogni mese si accosta ai SS. Sacramenti, e aggiusta le partite di sua coscienza, come
dovesse di fatto da questa vita partire per la eternità. Se adunque amiam l'onore del-
la nostra Congregazione, se desideriamo la salvezza dell'anima, siamo osservanti
320 delle nostre regole, siamo puntuali anche nelle più ordinarie, perché colui che teme
Dio non deve trascurar niente di quanto può contribuire a sua maggior gloria. Qui
timet Deum nihil negligit (1).
(1) EccI. 7,19. I
Cinque importanti ricordi.
p. 35
325
L'esperienza ha fatto conoscere cinque cose, che si possono chiamare i cinque
tarli dell'osservanza religiosa, e la rovina delle congregazioni. lo ve li noterò bre-
vemente.
IO Fuggire il prurito di riforma. Adoperiamoci di osservare le nostre regole
senza darci pensiero di migliorarle o di riformarle. Se i salesiani, disse il nostro gran-
330 de benefattore Pio IX, senza pretendere di migliorare le loro costituzioni, studieran-
311 perfezione om D santificazione add p. 13 Db perfezione em Dr e om D e forse em p. 13
Db e em si Dr salvezza] eterna salvezza D del Db eterna salvezza add p. 13 Db2 salvezza CO'T
Db3 312-313 Vuoi ... piccole om D Vuoi crescere [post crescere add agli occhi di Dio Db del
Db2] e diventare grande agli occhi di Dio? dice S. Agostino, comincia dalle cose più piccole add
p. 13 Db 313 post incipe add S. Ag. D 314-315 quella ... abbraccia om D quella che in
certo modo tutte le [tutte le om Db add si Db2] abbraccia add p. 14 Db 315 post abbraccia
add p. 14 e Db del Db2 316 Credo] lo san persuaso D credo em si Db possa] può D
possa em si Db
317 partite] cose D partite em si Db
318 amiam] vogliamo D
320 post puntuali add nelle pratiche di pietà D dei Db post ordinarie add sia D del Db
322 post negligit add sia perché chi è negligente nelle cose piccole poco a poco cadrà nelle cose
gravi [grandi D gravi em D 2] Qui spernit modica paulatim decidet D del Db 323 (1) Ecc!'
7,19 om A add p. 14 D2 325 si possono chiamare] alcuni chiamano D si possono chiamare
corr Db 326 e] ed altri D e em si Db 328 Fuggire ... di om D add p. 14 Db nostre om
D add si Db 329-330 grande om D add si Db 330 pretendere] pretender D
315 Cf Regole o Costituzioni, cap. XIII, art. 7, OE XXVII 37.
315-318 Cf Regole o Costituzioni, cap. XIII, art. 6, OE XXVII 37. - «Ancora una cosa e fini-
sco. Uniamoci tutti d'accordo nell'eseguir bene le pratiche della nostra congregazione e special-
mente ciò che riguarda l'esercizio della buona morte l'ultimo giorno d'ogni mese»: Capitoli ge-
nerali ... (aprile 1875), verbali ms G. Barberis, p. 13, FdB 1.872 D 4.

9.5 Page 85

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Tratti di vita religiosa salesiana 445
no di osservarle puntualmente, la lor Congregazione sarà ognor più fiorente.
2° Rinunciare all'egoismo individuale, quindi non mai cercare il vantaggio
privato di se stesso, ma adoperarci con grande zelo pel bene comune della Congre-
p.36 gazione. Amarci, aiutarci col consiglio, colla preghiera, I promuovere l'onore dei
nostri confratelli, non come cosa di un solo, ma come nobile ed essenziale retaggio 335
di tutti.
3° Non mormorare dei superiori, non disapprovare le loro disposizioni. Qua-
fol. 15 lora vengaci a notizia cosa che a noi sembri materialmente I o moralmente cattiva, si
esponga umilmente ai superiori. Essi sono da Dio incaricati a vegliare sopra le cose
e sopra le persone, perciò essi e non altri dovranno rendere conto della loro ammi- 340
nistrazione.
4° Niuno trascuri la parte sua. I Salesiani considerati insieme formano un
solo corpo, ossia la Congregazione. Se tutti i membri di questo corpo compiono il
loro uffizio, tutto procederà con ordine e con soddisfazione; altrimenti succederan-
no disordini, slogature, rotture, sfasciamento e infine la rovina del corpo medesimo. 345
p.37 Ciascuno I pertanto compia l'ufficio che gli è affidato, ma lo compia con zelo, con
umiltà, e non si sgomenti se dovrà fare qualche sacrifizio a lui gravoso. Si consoli
che sua fatica torna utile a quella Congregazione al cui vantaggio ci siam tutti
consacrati.
5° In ogni nostro uffizio, in ogni nostro lavoro, pena o dispiacere, non di- 350
mentichiamo mai che essendoci consacrati a Dio, per lui solo dobbiamo faticare, e
da lui soltanto attendere la nostra mercede. Egli tiene minutissimo conto di ogni più
piccola cosa fatta pel suo santo nome, ed è di fede, che a suo tempo ci compenserà
con abbondante misura. In fin di vita, quando ci presenteremo al suo divin tribuna-
le, mirandoci con volto amorevole ci dirà: Tu sei stato fedele in poco ed io ti farò 355
padrone di molto; entra nel gaudio del tuo Signore. Quia in pauca fuisti fidelis, supra
multa te constituam, intra in gaudium Domini tui. I
p. 38
Dubbio della vocazione.
Chi si consacra al Signore coi santi voti, egli fa un' offerta delle più preziose e
delle più gradite alla Divina Maestà.
360
333 se stesso] ciascuno D se stesso em si Db 338 cattiva om D add si Db 339 umilmen-
te om D add si Db 342 post trascuri add di fare D del Db 343 solo om D add si Db
post corpo add solo D del Db 346 pertanto] adunque D pertanto em si Db 347 a lui]
che sebbene D a lui em si Db
347-348 Si... che] per noi D Si consoli che em si Db
348 tutti] interamente D tutti em si Db 350 nostro lavoro] nostra fatica D 351 essen-
doci] ci siamo D per. .. faticare om D 352 attendere] attendiamo D 354 In] Al D In
em mrg sin Db 358 ante Dubbio add Nel D del Db
355-357 Mt 25, 21.

9.6 Page 86

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446 Pietro Braido
Ma il nemico dell'anima accorgendosi che con questo mezzo uno si emancipa
dal suo servizio, suole turbare la mente con mille inganni per farci ritornare indietro
e indurci a battere la pericolosa via del secolo. Il principale di questi inganni è farci
dubitare della vocazione, cui tiene I dietro lo scoraggiamento, la tiepidezza, e spesso fol. 16
365 il ritorno a quel secolo, che abbiamo tante volte conosciuto traditore, e che per amo-
re del Signore erasi abbandonato.
Se mai, figliuoli amatissimi, voi foste assaliti da questa pericolosa tentazione,
dovete tosto rispondere in cuor I vostro, che quando entraste in Congregazione, Dio p.39
vi aveva concesso il prezioso dono della vocazione, e se adesso è divenuta dubbiosa
370 è una tentazione, cui forse ci date occasione, e che dovete spregiare o combattere
come una vera insinuazione diabolica. Spesso la mente agitata dice al dubbioso: Tu
puoi fare meglio altrove. Voi rispondete subito colle parole di s. Paolo, che dice:
Ciascuno sia perseverante nella vocazione in cui si trova. Unusquisque in qua vocatio-
ne vocatus est in ea permaneat (1). Anzi lo stesso s. Paolo supplica a camminare fer-
375 (1) la COL 7,20.
mi nella vocazione in cui ciascuno è chiamato. Obsecro ut ambuletis in vocatione qua
vocati estis (2). Se noi osserviamo esattamente le nostre regole, siamo sicuri di giun-
(2) Ad Eph. 4,1.
gere a salvamento. I Al contrario l'esperienza ha fatto tristamente conoscere che p.40
361 accorgendosi] vedendo D accorgendosi em si Db post emancipa add assolutamente D
del Db 365 abbiamo... che om D add p. 16 Db volte om Db add Db 2 368 ante dove-
te add voi D del Db rispondere] dire D rispondere em si Db 370 o combattere om D
add si Db 372 colle... dice] con San Bernardo D colle parole di S. Paolo che dice em p. 16
Db 373 Ciascuno ... trova] state nella vocazione in cui vi trovate D state nella Religione
[Reg Db Religione em Db 2] in cui vi trovate corr Db Ciascuno sia perseverante nella vocazione
in cui si trova em p. 16 Db 2 373-374 Unusquisque... permaneat] Manete in vocatione qua
vocati estis D Unusquisque in qua vocatione vocatus est in ea permaneat em p. 16 D 2 374-
376 Anzi ... chiamato om D add p. 16 Db
375 (1) P COL 7,20 om D add p. 16 D 2
376 post chiamato add ad Eph. 4,1 p. 16 D 2 del D 3 376-377 Obsecro ... estis om D add p. 16
D 2 378 (2) Ad Eph. 4,1 om D add p. 16 D 2
371-372 «Allora bisogna maggiormente stare attento, quando la tentazione affaccia pretesti
di scrupolo o di maggior bene spirituale, per far abbandonare ad alcuno la sua vocazione»: A l'-
visi spettanti, § 2, p. 410.
372 «Colle parole di s. Paolo»: nel ms D si diceva «con S. Bernardo». Il copista annota a
p. 16v: «È S. Bernardo? S. Paulo I COl' 7, 20».
379-384 «Benché il nemico gli farà vedere che fuori della religione avrà più pace e farà più be-
ne; nulladimeno tenga per certo, che uscito che sarà resterà con tal rimorso nel cuore, che non
avrà mai più pace, e Dio faccia che tal rimorso non l'abbia a tormentare poi per tutta l'eternità

9.7 Page 87

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Tratti di vita religiosa salesiana 447
coloro, i quali sono usciti dall'istituto già professato, per abbracciarne un altro, per 380
lo più restarono ingannati. Alcuni si pentirono e non trovarono più pace; altri ven-
nero esposti a gravi pericoli, non pochi perdettero la vocazione, e taluni divennero
perfino ad altri pietra di scandalo con grande rischio della propria e della altrui
perdizione.
Mentre poi la vostra mente e il vostro cuore sono agitati dai dubbi, io vi racco- 385
mando caldamente a non prendere deliberazione di sorta, perché in tali deliberazioni
non vi può essere la volontà del Signore. Non in commotione Dominus. In questi casi
io vi consiglio di presentarvi ai vostri superiori, aprite loro sinceramente il vostro
cuore, e seguitene fedelmente i consigli. Qualunque cosa siano essi per suggerirvi, fa-
p.41 tela e non la sbaglierete I certamente; perciocché nei consigli dei superiori è impegna- 390
ta la parola del Salvatore, che ci assicura, le loro risposte essere come date da Lui
medesimo. Qui vas audit me audit. l
380 coloro] alcuni D coloro em sI Db post altro add ma nella esecuzione del loro progetto
D del Db 380-381 per lo più om D fatte rarissime eccezione add sI Db per lo più em Db 2
381 pentirono] partirono D pentirono corr Db 382 post vocazione add ecclesiastica D del
Db 383 perfino om D add sI Db post altrui add spirituale D del Db 384 post perdi-
zione add Ricordatevi bene di non prendere mai deliberazioni di sorta D del Db 385 poi
om D add sI Db agitati] travagliati D agitati em sI Db 385-387 io... Dominus om D In
quei momenti le deliberazioni add p. 16 Db Nei momenti di agitazione le deliberazioni non
sono secondo il volere di Dio. Non in commotione Dominus em p. 16 Db 2 lo vi raccomando
caldamente a [di Db 3 a em Db 4] non prendere deliberazioni di sorta, perché in tali deliberazioni
non vi può essere la voionta del Signore. Non in commotione Dominus em mrg in! Db 3
387-388 In... presentarvi] In tali casi presentatevi D In tali casi io vi consiglio di presentarvi em
mrg in! Db 391 le loro] la D le em Db le loro em sI D 2 risposte] risposta D risposte corr
Db post risposte add del Signore D del Db ante come add essere D del Db post come
add ultimi D del Db
nell'inferno: dove è così facilissimo a cadere (come sopra si è detto) chi per colpa sua abbando-
na la vocazione»: A vvisi spettanti, § 2, p. 411. In riferimento alle affermazioni contenute nelle
linee 379-384 l'amanuense annota a p. 16v: «Questo periodo mi sembra debba essere moderato
secondo la dottrina cattolica [della Chiesa em sI D2] che è lecito passare da una religione ad
aliam rigidiorem». Non ne segue alcun effetto.
387 3 Reg 19, 11 [1 Re 19, Il: «Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel
terremoto»].
387-389 «Il secondo rimedio, anche principale e necessario in tali tentazioni, è di comunicare
co' superiori, o col suo padre spirituale della religione, la tentazione che l'affligge»: Avvisi spet-
tanti, § 2, p. 411.
389-392 «Il mezzo più principale e più efficace per ubbidire con gran merito e come si dee a'
superiori, è il far conto che, ubbidendo loro si ubbidisce allo stesso Dio, e disprezzando la loro
ubbidienza si disprezza lo stesso nostro divin Maestro, il quale, parlando de' superiori, disse:
Qui vos audit me audit; et qui vos spernit me spernit (Le lO, 16)>>: La vera sposa, cap. VII, § III,
n. l, p. 78-79; cf cap. XVIII, § II, n. 5, p. 285. - «Perché l'istesso Cristo dice: Qui vos audit, me
audit: Chi ascolta voi altri, ascolta me. A questo proposito e in questo senso dichiarano i Santi
queste parole, e dicono, che Cristo non le disse in riguardo agli Apostoli solamente, ma anche
in riguardo a tutti gli altri Prelati»: Esercizio di perfezione, III, tratt. V, capo XI, n. 3, p. 378.

9.8 Page 88

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448 Pietro Braido
Cari Salesiani,
foto 17
Quanto con brevità ho qui accennato vi sarà fra non molto più diffusamente
395 esposto in apposito manuale. Intanto ricevete queste regole come testamento fatto
per tutta la Congregazione. Ricevete poi i pensieri che le precedono come ricordi,
che io vi lascio prima della partenza per la mia eternità, cui mi accorgo avvicinarmi
a gran passi. Raccomandate al Signore la salvezza dell'anima mia, ed io pregherò
costantemente anche per voi, affinché colla osservanza esatta delle nostre costitu-
400 zioni possiamo vivere felici nel tempo, e per tratto della sua infinita miseri-lcordia p.42
ci conceda di raccoglierei tutti un giorno a goderlo e lodarlo nella beata eternità.
Così sia.
Giorno di Maria Assunta in cielo,
15 agosto 1875.
405
Affez.mo in G. Cristo
Sac. GIO. Bosco.
399-400 colla... vivere] vi renda D coll'osservanza esatta delle nostre costituzioni possiate vive-
re em mrg in! Db 403 Assunta... cielo] Ausiliatrice D assunta in cielo em Db 404 15
agosto] 24. Maggio D 15 agosto em Db 405 Cristo] C. D