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PIETRO STELLA
talità collettiva.3 E questa in tanto interessa, in quanto giova a spiegare
certe scelte che altrimenti sembrerebbero irrazionali, contro la logica og-
gettiva dei fatti economici e politici. Carlo V re di Francia, ad esempio,
soppresse nel 1380 l'imposta del « focàtico », quando la politica avrebbe
dovuto indurre un mantenimento di essa. Perché non pensare — scrive
Jacques Le Goff — che sotto l'impressione della morte vicina, la men-
talità religiosa radicata nel sovrano abbia preso il sopravvento sulla poli-
tica? nella prospettiva dell'imminente giudizio divino il re poté avere
preferito giungervi con la benedizione e il suffragio corale dei suoi sudditi.4
Analogamente certe scelte di don Bosco in momenti oscuri e in situazioni
aggrovigliate potrebbero apparire come il risultato d'impulsi promananti
dalla mentalità popolare e rurale dalla quale proveniva.
Certi storici oggi non si occupano più tanto dell'espansione degli or-
dini mendicanti allo scopo d'illustrarne la funzione nella Chiesa, quanto
piuttosto per individuare le matrici d'insediamenti cittadini nell'età dei
comuni. Cultori di storia economica si sono interessati della scolastica in
Spagna tra '400 e '500 non tanto per rilevarne la coerenza con S. Ago-
stino o S. Tommaso o il superamento del nominalismo e la modernità di
fronte a nuovi problemi quanto piuttosto per ritrovarvi i palinsesti di una
teoria economica e di una ideologia capitalistica moderna.3
Di fronte a tanta disparità di approcci, chi voglia cimentarsi allo
studio storico di don Bosco e delle sue opere dalle origini ai nostri giorni
potrebbe trovare più saggio limitarsi ad attività sperimentate e meno di-
scutibili: l'edizione critica di testi, studi filologici, l'analisi di documenti
dottrinali con lo scopo onesto di spiegare il senso inteso dall'autore e
dai suoi immediati ed ovvi lettori. Oppure potrà ritenere come più salu-
tare stringersi e fare quadrato attorno all'opera memorialistica, cronachi-
stica e annalistica sviluppatasi già vivente don Bosco e proseguita poi da-
gli autori delle Memorie biografiche e degli Annali della Società Sale-
siana. Di fronte ad atteggiamenti del genere è facile immaginare l'insod-
3 J. LE GOFF, Les mentalités. Une histoire ambiguë, in Faire de l'histoire,
III, Paris, Gallimard 1974, p. 78; trad, ital.: Fare storia, p. 241. Idee simili sono
espresse anche da P. DELOOZ, Four une étude sociologique de la sainteté canonisée
dans l'église catholique, in «Archives de sociologie des religions» a. VII (1962),
p. 17-43; trad. ital. in AA.VV., Agiografia altomedioevale. Testi a cura di S. Boesch
Gajano, Bologna, Il Mulino 1976, p. 227-258. Pierre Delooz ha poi pubblicato il
volume Sociologie et canonisations, Liège, Faculté de Droit - La Haye, Nijhoff 1969,
515 p., discusso in «Archives de sociologie des religions» a. XV (1970) p. 109-115.
4 LE GOFF, Les mentalités, p. 78; trad, ital., p. 242.
5 Cf. D. JULIA, Histoire religieuse, in AA.VV., Faire de l'histoire, II, p. 140.