Un secolo di presenza di salesiani polacchi fra gli emigranti 169
Tomasik e don Jan Merta furono cappellani ospedalieri per i soldati polacchi feriti e
malati. Il secondo amministrò i santi sacramenti all’eroe di Westerplatte, il maggiore
Henryk Sucharski, e successivamente, il 31 agosto 1946, lo seppellì nel cimitero di
Casa Massima, vicino a Bari. A richiesta del vescovo J. Gawlina, i tre salesiani don
A. Guzik, don P. Michalek e don Edward 7wider rimasero in Palestina come cappel-
lani dell’esercito, della scuola e come insegnanti di religione27. Dopo l’ingresso degli
alleati in Roma nel 1944 l’Ordinario militare decise di riempire i vuoti fra il clero. I
salesiani misero a disposizione delle autorità militari due sacerdoti: Artur Slomka e
Andrzej 7 wida. Si offerse come volontario e venne accolto don H. Bory∑ski. Al
gruppo dei cappellani salesiani si unì successivamente (1 febbraio 1945) don J.
Dry… alowski28. Sul fronte dei combattimenti di Faenza si trovò, anche se per poco
tempo, solo don Slomka. Don 7wida, a causa dello stato di salute, ottenne l’assegna-
zione a cappellano dell’ospedale militare e a insegnante, nel Comando, dei Corsi di
maturità organizzati per la Base del Corpo. Simile assegnazione al lavoro didattico-
educativo fra i soldati ricevettero gli altri due salesiani29.
Le successive sorti dei cappellani vanno collegate con le vicende dei militari
polacchi. Nel 1946 si trovavano in Inghilterra, dove facevano i cappellani delle basi
fino alla trasformazione del Corpo in squadre operaie. Al richiamo dell’ispettore don
Jan 7lósarczyk, solo don 7wida ritornò in patria, esponendosi al rischio di passare
per traditore agli occhi dei capi. Col consenso dell’ispettore don Stanislaw Rokita,
don Slomka si recò a Ramsey (USA) come missionario questuante, mentre tre sale-
siani rimasero in Inghilterra fra gli ex soldati dell’armata polacca e i profughi30. Don
Bory∑ski si stabilì nel 1952 a Bradford, dove organizzò un centro pastorale. Dopo al-
cuni anni di lavoro intenso e fruttuoso, morì in circostanze abbastanza misteriose.
Chiamato al letto di un malato, non tornò più a casa e non si sa se sia stato ucciso o se
furtivamente abbia lasciato la Congregazione31. L’ex cappellano della V Divisione,
don Czerniecki, fino al 1956 rimase nel campo e nell’albergo militare. Nei successivi
quattro anni era senza abitazione stabile, ma si tratteneva presso le suore e faceva
Workuta il 16 VI 1941, si offerse come cappellano a Jangijulu. Dopo poco fecero evacuare 9
divisioni mandandole in Palestina, dove don Guzik lavorò fra i Polacchi fino al 1947. Cf An-
toni GUZIK, Da Leopoli attraverso la Siberia in Palestina, in J. 7LÓSARCZYK, op. cit., pp. 406-
412.
27 G. GRABOWSKI, Wsród bylych kombatantów. (Fra gli ex combattenti), in: J. 7LÓ-
SARCZYK, op. cit., pp. 356-357; «Dziennik Baltycki», 27: 1972, nr 198, pp. 1, 3.
28 Artur SLOMKA, Na wloskiej ziemi (In terra italiana), in Udzialkapelanów wojskowych
w drugiej wojnie øwiatowej (Partecipazione dei cappellani militari alla seconda guerra mon-
diale), a cura di J. Hume∑ski, Warszawa 1984, pp. 225-227; AIK, vol. Cose Personali, don G.
Dry… alowski.
29 AIW, A. 7WIDA, Okruchy wlasnych wspomnie∑ (Briciole di ricordi personali), War-
szawa 1985, pp. 45-47 (dattiloscritto); A. 7WIDA, Salezjanie w II Korpusie Andersa. (I sale-
siani nel II corpo di Anders), in: J. 7LÓSARCZYK, op. cit., pp. 351-354.
30 AIK, vol. Corrispondenza dei missionari, don J. Dry… alowski a don 7lósarczyk 29 IV
1949; «Gazzetta» – Londra, del 28 X 1968; don J. Czerniecki, Diario, pp. 17-18 (manoscritto);
Acta Hlondiana, vol. 4/6, p. 222, Prymas Polski do ks. insp. J. 7lósarczyka (Il Primate Polacco
all’ispettore don Jan 7lósarczyk), Warszawa 14 IV 1948.
31 AIK, vol. Corrispondenza dei missionari, don J. Dry… alowski a don Z. Baçczkowski,