3° Convegno internazionale di storia dell’Opera salesiana 153
FMA, oltre ad un quinto intervento – sempre domani mattina – di per sé relativo al-
l’impegno dei Cooperatori, ma senza con ciò escludere quello dei salesiani e delle
FMA. Non si può infatti sottovalutare il fatto che i due Istituti religiosi furono giuri-
dicamente uniti fino al 1906 e che comunque fu sempre grande il peso dell’autorità
centrale per ogni decisioni di piccola o media portata anche nelle aree più lontane da
Torino, fermo restando che spesso la «scelta di campo», vale a dir la prassi, fu quasi
sempre più avanzata della consapevolezza riflessa circa i grandi cambi socio-struttu-
rali che stavano avvenendo. Alla mancanza di dichiarazioni programmatiche progres-
siste corrisposero spesso paradossalmente delle scelte operative di lungimirante aper-
tura sociale, quasi un moto spontaneo generato dall’evoluzione naturale interno del-
l’Istituto man mano che si allontanava dalle origini. Fedeltà a don Bosco, indiscutibil-
mente, ma anche fedeltà ai tempi, che esigevano inserimenti sociali mirati, adatta-
menti, creatività e flessibilità, sotto la spinta propulsiva dei fondatori.
b. L’indispensabile contesto sociale, politico, ecclesiale e culturale ancor più
ampio sarà presentato già questa sera in due distinte relazioni: una per l’Europa del
prof. Mario Belardinelli, e una per l’America, particolarmente l’America Latina, del
prof. Alberto Gutierrez. A loro è stato affidato il compito di aiutarci a cogliere i movi-
menti di insieme della società civile ed ecclesiale entro cui l’operato particolare dei
salesiani e delle FMA trova la sua reale dimensione. Come è noto, soprattutto il pon-
tificato di Leone XIII (1878-1903) costituì un periodo di intensa organizzazione della
vita cattolica e di ardite iniziative nel campo sociale. Nell’ambito della dottrina so-
ciale, a meno di un trentennio dal Sillabo, con la Rerum Novarum (1891) infatti si
gettarono le basi del cattolicesimo sociale e si favorì ogni manifestazione di associa-
zionismo cattolico, cercando di mobilitare masse in favore della Chiesa e di allargare
le prospettive: non solo assistenza alle categorie dei bisognosi, ma anche carità come
fondamento della giustizia sociale.
Nonostante l’altissimo numero di interventi previsti, non tutte le molteplici ed
eterogenee attività salesiane nel mondo nei 40 anni considerati troveranno nel Con-
vegno una loro esemplificazione. Mancheranno all’appello varie iniziative che pure
non erano estranee alla logica del Convegno: basti pensare, per limitarci ai salesiani,
al settore editoriale (tipografie, stampa popolare, scolastica, scientifica), a quello
espositivo (mostre dei risultati delle scuole professionali e agricole), a quello scienti-
fico (etnografia, geografia, scienze naturali, musicologia...) a quello amplissimo, per
così dire, promozionale: società di mutuo soccorso, uffici di collocamento, associa-
zioni per le case, gli orari, le condizioni di lavoro degli operai, officine cristiane, lotta
per mantenimento del riposo festivo e contro la bestemmia, catechismi festivi, scuole
di religione, «opere di redenzione» nella pubblica scuola, nei collegi, negli ospizi
ecc., interventi nei momenti di emergenze nazionali...
Ancor più ampio il quadro delle assenze per le FMA: i numerosi convitti per
operaie nelle zone industrializzate italiane, le maestre comunali, gli asili, i laboratori,
le molteplici iniziative durante la guerra, l’assistenza agli infermi, l’accoglienza dei
figli dei richiamati e degli orfani, la prontezza di soccorsi delle profughe, sia per la
guerra balcanica, come per le calamità naturali (terremoto di Messina del 1908 e della