L’azione del cardinale August Hlond nell’opera del primo sinodo plenario in Polonia 47
Progetto rimanesse in un modo naturale all’interno degli orientamenti fissati
dal Codice di Diritto Canonico del 1917; al secondo Progetto invece, mal-
grado i tanti postulati, mancasse la forza per cambiare la struttura del docu-
mento, una volta accettato. Perciò il Progetto preparato personalmente dal
Cardinale Hlond apparve come una novità e fu valutato come allontanamento
dallo schema precedente e come una nuova visione delle cose. Penso che il
segreto di tale successo del Hlond stesse in questo: che era un vescovo ecce-
zionalmente aperto all’ascolto delle opinioni e delle osservazioni altrui. Per
cui poté fare una nuova e umile riflessione sul primo Progetto ed anche sul
secondo, che pure sorse quasi sotto la sua mano. L’impostazione nuova, che
diede il Cardinale Hlond al Progetto, trovò eco nella successiva redazione del
Progetto, senza però che venisse cambiata la struttura di detto documento.
Quindi le sue proposte furono considerate come complementari.
Il Progetto elaborato dal vescovo Prze dziecki fu accolto dai vescovi du-
rante la loro Conferenza Plenaria a Varsavia, svoltasi dal 4 al 6 maggio del
1935, in assenza, per malattia, del Primate Hlond. Allora si presero le se-
guenti tre decisioni importanti: accettazione del Progetto degli statuti, fissa-
zione del termine del sinodo per il 29-31 agosto 1935 e decisione di rivolgersi
con una supplica al Papa al fine di ottenere il consenso per la convocazione
del Sinodo e la designazione del Suo legato. Tuttavia parecchi vescovi, nono-
stante il loro parere favorevole, si opponevano alla conclusione dei lavori sul
Progetto, considerandolo ancora come un testo preparatorio, sul quale biso-
gnava nuovamente lavorare. In seguito alle loro proposte, e specialmente del-
l’arcivescovo Sapieha di Cracovia, il Primate Hlond rifiutò di firmare la let-
tera al Santo Padre. Dopodiché si rivolse in modo ufficiale al cardinale
Kakowski, Presidente della Commissione Generale del Sinodo, affinché il
Progetto degli Statuti fosse di nuovo spedito a tutti i vescovi con la richiesta
di mandare altre osservazioni. Il Primate presentò anche la proposta di convo-
care una conferenza straordinaria dell’Episcopato allo scopo di discutere l’in-
tero progetto. Seguì un altro rinvio del termine del Sinodo. Su proposta del-
l’Arcivescovo Sapieha, la Commissione Giuridica dell’Episcopato costituì un
nuovo gruppo redazionale per lo studio del successivo Progetto. Il Primate
nell’accettare una certa concezione sinodale. Le discussioni su questo argomento sono diven-
tate molto tempestose nelle varie diocesi dopo il Concilio Vaticano II, quando si è messo come
principio un’organizzazione di sinodi pastorali, non giuridici. Tra le differenze sostanziali tra il
sinodo pastorale e quello giuridico, oltre tanti altri argomenti, si indicava anche questo, che gli
statuti del sinodo pastorale si basano più sull’iniziativa e responsabilità dell’uomo, sull’im-
pegno dei singoli fedeli, che non sugli ordini formali e legali; invece nei sinodi giuridici una
grande importanza si dava alla chiarezza delle nozioni, chiari limiti di competenza e responsa-
bilità giuridica degli uffici e delle funzioni determinati ed anche agli eventuali risultati formali
delle inosservanze delle concrete decisioni.