Fare storia salesiana oggi 393
ziative, con la sua capacità organizzativa della vita sociale — a delineare e tra-
sformare gli elementi strutturali (la «civiltà materiale», ecc.) di un paese, di un
continente, del mondo intero. La storia cosiddetta «politica» non può e non deve
essere sacrificata e subordinata a quella di altri elementi. Non sono mancati e non
mancano i dibattiti e i confronti. La scuola delle Annales, anche in bilanci recen-
ti3 replica e difende le proprie conquiste giudicando in particolare la storiografia
tedesca come arretrata e cristallizzata; quella inglese (che pure rispetto alla fran-
cese è meno chiusa entro i confini della storia nazionale) è giudicata come troppo
connotata dall'empirismo proprio della tradizione culturale anglosassone; la sto-
riografia italiana è vista come troppo frammentata, senza una predominanza degli
«storici politici», ma senza un polo organizzativo di tanta disperata produzione
elaborata da ammiratori delle Annales, affascinati dai temi più vari (demografia,
cucina, intellettuali, cultura popolare, la donna, l'alfabetizzazione, il pauperismo,
ecc.).
C'è persino chi in Francia delegittima la scuola delle Annales descrivendola
come un gruppo di arrampicatori che si appropriano di metodi innovativi altrui e
rimescolano ormai stancamente la broda più insulsa dei temi più irrilevanti: la
storia degli odori, della moda, degli amori contadini e via di questo passo.4 C'è
chi, pur tracciando un profilo suggestivo della scuola e pur rilevandone il ruolo
positivo indiscutibilmente svolto, tentando un bilancio, finisce per dire che si
tratta forse anche di un «elogio funebre»: di un discorso critico cioè su una scuola
che ormai ha esaurito la sua funzione pilota.5 Ho detto che Durand si collega «in
qualche modo» alla scuola delle Annales, perché in realtà non apparterrebbe
nemmeno a quella che viene considerata la terza generazione, subentrata a Brau-
del già vecchio nella gestione della rivista e disgregatasi ormai sui percorsi delle
tematiche più varie, non più rigidamente legata agli schemi della «lunga durata»,
incline anzi a rilevare il ruolo attivo dell'uomo più che il peso dei fattori struttura-
li.
Orbene, a parer mio lo storico salesiano dovrebbe anzitutto saper valutare le
correnti storiografiche entro cui ci si muove; dovrebbe magari saper tracciare un
bilancio, se non proprio della storiografia del proprio ambiente
3 Cf il Dictionnaire des sciences historiques a cura di André Burguière, Paris, PUF 1986;
trad. ital. Edizioni Paoline 1992.
4 Guy BOURDE e Hervé MARTIN, Les écoles historiques, Paris, Editions du Seuil 1983;
traduz, ital.: La storia in Francia: un profilo critico. Torino, SEI 1987.
5 Peter BURKE, The French Historical Revolution: the «Annales» School, 1929-89, Stan-
ford, Stanford University Press and Basil Blackwell 1990; traduz, ital: Una rivoluzione sto-
riografica. La scuola delle «Annales»; 1929-1989. Bari, Laterza 1992.