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Jesús Borrego
IV
I Patagoni conservano grandemente e venerano la memoria di quei defunti che
amarono in vita, e soventi volte odonsi lagnare e lamentare le virtú e le buone doti
del defunto.
SEPOLTURA - La maniera di sepellire i morti presso i Patagoni del Sud ediversa da
415 quella degli Indigeni del Nord. Ecco la descrizione che Parker King da della tomba
di un fanciullo presso la / baia S. Gregorio: « Era, dice egli, un monticello conico di p. 116
rami secchi e di boscaglie, di dieci piedi d'altezza e venticinque di circonferenza, il
tutto circondato da striscie di cuoio. La sommitá della piramide era coperta di un
pezzo di panno rosso adorno di lastre di rame e sormontato da due bastoni, che so-
420 stenevano bandiere rosse, e sonaglii, i quali agitati dal vento non cessavano di tintin-
nare. Una fossa di due piedi di lunghezza ed uno di profonditá era scavata intorno
alla tomba, eccetto all'ingresso, che era pieno di prunai. In faccia all'ingresso erano
distese le pelli di due cavalli, di fresco uccisi, le quali erano sostenute da quattro palio
Le teste dei cavalli erano adorne di lastre di rame, simili a quelle della sommitá delle
425 piramidi. Finalmente fuori della fossa vedevansi sei bastoni, portanti ognuno due
piccole bandiere una sopra l'altra ». /
V
PARTE QUINTA (*)
p. 117
MISSlüNI
In ogni tempo la chiesa ed i Sommi Pontefici ebbero di mira la predicazione del
Vangelo e la propagazione della fede su tutti i punti dell'orbe terraqueo. Grandi
5 sforzi anche furono fatti, cominciando quasi subito dopo la sua scoperta per evange-
lizzare le terre Australi del continente Americano. E per non parlar d'altro che della
Patagonia e delle Pampas limitrofe, noi sappiamo che specialmente nella seconda
meta del secolo XVII e nella prima meta del secolo XVIII vi si affaticarono molto
414 Se ha visto que los pampas, araucanos, puelches y tehuelches septentrionales enterraban
a los muertos « en forma muy simple» -en medio de la campiña solitaria- « en una eminen-
cia [...] o al pie de un árbol muy frondoso» (cf V. DIEZ..., o.c., p. 59). Los tehuelches del sur
« non hanno cimiteri pubblici », es decir, comunes. M. BORGATELLO, o.c., p. 29.
415 Parker King, (cf. II 753), ante esta antigua tumba india, sugirió que los patagones vivían
cerca de la costa, antes de introducirse el caballo en el continente, e imaginó que allí habrían
vivido por tener sus tumbas a orillas del mar, respondiendo al « ordinario prejuicio que hace
desear dormir el sueño eterno donde reposan los antepasados ». Cf J.R. LENZI, o.c., p. 308.
(*) FUENTES de la PARTE V 1-573:
V 3-26 Don Bosco; 27-45 V. QUESADA, o.c., pp. 120, 558, 560 (literalmente); 47-187 Ph. Van
der MEEREN, o.c., en dichas páginas (literalmente); 188-213 Padre LE BON, o.c., en dichas pági-
nas (lit.); 214-316 V. QUESADA, o.c., 561-572 (lit.); 323-560 Padre Le., o.c., en estas páginas
(lit.); 561-573 Don Bosco.

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specialmente i padri della Compagnia di Gesú coadiuvati potentemente dal governo
Spagnuolo che comandava sulle regioni confinanti del Chili e della repubblica Ar- 10
gentina.
La storia particolareggiata di queste missioni non e ben conosciuta, ed a mal-
grado delle molte ricerche fatte non fu possibile trovare piú di quanto qui sotto si
esporrá. L'unica cosa che vi sia di certo si e che malgrado i molti tentativi ed i gran-
di sforzi che si fecero per cristianeggiare la Patagonia, non si pote ottenere nessun ri- 15
sultato stabile da nessuna parte a malgrado del gran numero d'abitanti e della co-
modita di comunicazioni tra l'Europa e Buenos Ayres.
Non occorre qui investigare le ragioni per cui tanti sforzi caddero in vano.
L'asprezza del clima, illinguaggio sconosciuto, la ferocia degli abitanti i quali sono
anche antropofagi[,] sono ragioni cosi gravi che escludono ulteriori ricerche. Quello 20
J. 118 che non I si puó tacere si e che il motivo principale per cui cosi poche e cosi instabili
conversioni si ottennero anche nelle Pampas si e per l'impolitica dei governi firiitimi
che colle estorzioni e col macello di molte migliaia d'Indi vuogliono tenere a freno
quelle tribu selvaggie.
Qui si esporrá solo quanto si pote raccogliere di notizie certe sui tentativi di 25
missione nella Patagonia.
VANNO 1675 si tentó, per quanto consta, la prima prova per evangelizzare le Pam-
sn 23 vuogliono corr ex vuo[gliono add
25 solo emend ex in breve
9 Y a los « padres de la Compañía de Jesús» se refieren exclusivamente las experiencias mi-
sioneras, aquí expuestas, aunque, desde los inicios -con los araucanos chilenos- las realiza-
ron también los mercedarios, franciscanos, agustinos. Cf. A. de EGAÑA, O.C., vol. Il, pp. 203-
204, 259-268.
17-24 Mientras aquí, siguiendo a Lacroix (In 201-222), atribuyen como «motivo principal»
del fracaso evangelizador con los pampas y patagones la actitud antipolítica « de los gobiernos
limítrofes, pasados y presentes», en el Memorandum -enviado por don Bosco al cardo Fran-
chi, Prefecto de Propaganda, ellO de mayo 1876- alega las motivaciones secundarias: « Sia
per la vasta superficie e la scarsezza degli abitanti, sia perl'indole feroce e statuta gigantesca
dei medesimi, sia ancora per la crudezza del clima [...] si poterono ottenere pochi vantaggi ».
E In 58.
20 Extraña que a estas alturas los considere « antropófagos» (cf Introducción, p. 279), pero
extraña aún más que lo mantenga -si bien con ciertas reservas- cuando lo reeditan en BS
(1880, 1881, 1884): «Si sa bensi che in varie circostanzei Patagoni sono canibali ed antropo-
fagi... »: Apéndice 2, pp. 424, 427, 439.
24 Ver cómo introduce este punto de los « tentativos de misión en la Patagonia ». G. BAR-
BERIS, o.c., pp. 89-90: Apéndice 1, pp. 419-420.
27 Puede considerarse como prueba preliminar, la del viceprovincial jesuita Diego de Rosales
(1603-1677). Ante la persistente «caza al indio» -hasta de la vertiente oriental de los An-
des-, éstos, en 1649, se sublevaron y, para apaciguarlos, el gobernador de Chile, Antonio de
Acuña, pidió su intervención al Padre Rosales. Conseguido el cese de los ataques indígenas a
cambio de ser devueltos los indios esclavizados, a la cabeza su cacique Catinaquel, «en 1850,
Rosales, por el boquete de Villarica, pasó desde Chile a la zona del lago Huechulafquen, y [...]
consiguió convertirlos al cristianismo [...] En un segundo viaje llegó hasta el lago Nahuel-
Huapí (Neuquén), donde parlamentó con los caciques y en un enérgico mensaje recabó de
Acuña el cese de las devastaciones hispanas ». A. de EGAÑA, O.C., pp. 173-174.

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Jesús Borrego
pas e la Patagonia. Il p. Nicola Mascardi della compagnia di Gesú, il quale percorre-
va le parti meridionali del Chilí, per attirare quegli abitatori alla fede, attraversó la
30 Cordigliera Nevada, che divide quel regno da coteste provincie, circa al grado 42 di
latitudine e trovó un popolo che si dimostrava disposto a convertirsi, e quindi con
istanza domandava il battesimo. Li preparava per amministrarglielo, ma prima che
fossero sufficientemente istruiti vennero i Pojas, altra tribu piú barbara, e gli diedero
la morte.
35 NEL 1681 un decreto reale del re di Spagna Carlo Il, incarica il governatore di Bue-
nos Ayres di procurare « la conversione degli Indi Pampas e del resto di questa pro-
vincia per mezzo della predicazione evangelica e per conseguir ció ordino che di-
sponessero con ogni possibil cura che vengano ammaestrati e mantenuti nella vita
cristiana e politica[»]. Non si conosce l'esito di questo decreto reale.
40 NEL 1684 si ritentó la prova. Il re di Spagna con un nuovo decreto al governatore di
Buenos Ayres, incarica il padre Diego Altamira, / della Compagnia di Gesu[,] della p. 119
conversione « delle coste e terre che dal río della Plata volgono al Sud fino allo stret-
to di Magellano per varie centinaia di leghe in lunghezza e larghezza; terre popolate
da popoli infedeli, alcuni nemici dichiarati degli Spagnuoli ... altri non soggetti alla
38 disponessero corr ex dispone[ ...]
28 Niccoló Mascardi (1624-1674), jesuita, primer explorador científico-misionero de la Pata-
gonia, llegó a Chile en 1651, residiendo en Chil1án, Concepción y luego en Castro (Chiloé),
donde aprendió la lengua de los puelches (poyas). En 1670, acompañado de los que se reinte-
graban a sus procedencias y de una escolta de soldados llegó al mismo Nahuel-Huapi, «bauti-
zó unas 10.000 almas y catequizó a más de 50.000 ». Allí dejó fundada una reducción llamada
Ntra. Sra. de Nahuel-Huapí. En los años posteriores, 1671-1674, realizó cuatro viajes -en
busca de la «legendaria» Ciudad (o región) de Los Cesares (cf 11 124)-, explorando el su-
doeste hasta el estrecho de Magallanes y la costa atlántica, Puerto Deseado, bajando hasta
Puerto Gallegos y Cabo Vírgenes. A la altura del paralelo 47° indios huilliches infieles, tribu
poya (l. 54), les atacaron y asesinaron al padre Mascardi. Cf J.H. LENZI, o.c., 206-210; A. de
EGAÑA, o.c., p. 174.
29 Los habitantes eran puelches-poyas.
33 Queda indicado que fueron indios huilliches infieles, los que lo asesinaron. Cf E. ZSANTO,
Los salesianos en el país ... , p. 15.
35 Decreto real del 13 de enero de 1681, dado por el rey de España Carlos 11 (1661-1700),
llamado el Hechizado, último hijo de Felipe IV. Cf V. QUESADA, o.c., p. 558.
40 El nuevo decreto real del 16 de mayo 1684, en V. QUESADA, o.c., p. 560. Gobernador
de Buenos Aires, desde 1682 a 1690, fue José de Herrera.
41 Diego Francisco de Altamirano (1625-1715), jesuita, propondrá a Carlos 11 la necesidad
de poblar la zona sur patagónica. Por el decreto citado la corte disponía que cuatro jesuitas
comenzaran su labor con los indígenas del sur de Buenos Aires; ellos serían los superiores
de la escolta que los debía amparar, y levantarían sus poblados a no menos de 30 leguas de
la costa, « por ser más conveniente esté despoblada dicha costa para que nunca hallen abrigo
los extranjeros enemigos, ya que no es posible fortificarlas con armas reales ». A. de EGi\\ÑA,
o.c., p. 174-175.

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mia obbedienza per non ayer avuto chi li istruisca nella vita Cristiana ». Neppure di 45
questo decreto non sene conosce l'esito.
UN PO nu FORTUNATO FU L'ANNO 1704: in esso il Rev. Padre Della Laguna, della
Compagnia di Gesúl.] stabilito nel Chilí, rivalicó le Ande circa in quel luogo dove
era passato il p. Nicola Mascardi, e si portó ad evangelizzare i Pulchi ed i Poyas, po-
poli della Patagonia. Ecco come esso stesso racconta la storia della sua missione 50
presso quei popoli (Lettere Edificanti vol. 13 p. 207 -):
Erano di giá alcuni anni che Dio con una special vocazione, e per un effetto sin-
golare della sua misericordia, mi chiamava alla conversione degli Indiani chiamati
Pulchi e Payas che stanno di rimpetto a Chiloé, e dall'altra parte delle montagne, ne'
dintorni di Nahuelhuapí, lungi cinquanta leghe dal mare di mezzodi, all'altezza di 55
forse 42 gradi di latitudine meridionale. La memoria ancor recente delle eroiche vir-
tu del venerando padre Nicola Mascardi aveva fatto nascere e sempre piú accresceva
in me il desiderio di andare a raccogliere ció che egli aveva seminato; e poiché il san-
gue dei martiri e fecondo, io era certo di farvi una fortunata ed abbondante ricolta.
p. 120
Vivamente io desiderava questa cara missione, quando / la Provvidenza permise 60
che i miei mi nominassero Vice-Rettore del collegio di Chiloé, e mi comandassero di
49 Mascardi] Musscardi B 50 sua add si 61 nominassero corr ex no[mi add s~nassero
45 En ese mismo año, 1684, siguiendo los pasos de Mascardi, el jesuita chileno José de Zúñi-
ga, bordeará los lagos de Lacar, Meliquina, Traful y Nahuel-Huapi, «fundando la Misión de
Ruca Choroi en los dominios del cacique Clohuaca. El gobernador Garro al interesarse de la
fundación, hecha sin su consentimiento, obligó al misionero a regresar a Chile ». E. ZSANTO,
o.c., p. 15.
47 Philippe Van del Meeren [apellido que en Chile convirtió en De la Laguna] (l667-1707),je-
suita belga. El 23 de diciembre de 1703 llegaba a Nahuel-Huapi, siendo recibido por los caci-
ques «como llovido del cielo ». Lo demás nos lo narra el mismo en esta carta-relación, enviada
desde Nahuel-Huapi en 1704. En excursiones apostólicas anuales evangelizó a los enchinches y
huillipampos, que habitaban la zona austral. Al cruzar la Cordillera por octubre de 1707, el
padre de la Laguna murió, según todos los síntomas, de chicha envenenada que le propinó el
cacique Tedihue. Cf A. de EGAÑA, o.c., pp. 738-739.
51 La relación está en Scelte di Lettere Edificanti, scritte dalle Missioni Straniere... , Tomo de-
cimoterzo. Milano presso Ranieri Fanfani 1828, pp. 207-21,4. Traduzione dall'originale france-
se: Lettres Edificantes et Cúrieuses écrites des Missions Etrangeres ... Mémoires d'Amérique,
tome huitieme. Nouvelle Edition. Paris, J.G. Merigot le jeune, Libraire 1781, pp. 154-167.
54 «Puelche quiere decir indio del naciente, por lo cual daban los chilenos este nombre a los
de Nahuel-Huapi y éstos se 10 daban a los pampas. Los que vivían a uno y otro lado de la la-
guna de Nahuel-Huapi se llamaban payas », y, «para el mapuche del Imperial », los chonos y
los poyas eran también huilliches. Cf A. de EGAÑA, o.c., p. 173; R. TAvELLA, o.c., p. 25.
e 55 Nahuel-Huapí,« il piú gran lago della Patagonia Settentrionale e Centrale, situato ai pie-
di delle Ande, al Sud del Territorio del Neuquén, alla lat. S. 41°03' e long. 71°09'0., ad 886 me-
tri sul livello del mare, secondo gli esploratori Argentini del 1884 [...] Nella sua maggior am-
piezza misura 18 km. e nella minore 9 [...] Dalle sue acque sorgono isole pittoresche [...] la mag-
giore [...] portava il nome di Nahuel-Huapi, impostole dai missionari Gesuiti che la scopersero
ed abitarono: oggi [1889] denominasi Victorica, dagli Argentini, e Menendez e Larga dai Chile-
ni. Nahuel-Huapi significa isola della tigre: Nahuel, tigre; Huapi, isola ... » L. CARBAJAL. o.e ..
vol. I, pp. 192-193.

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trasportarmi a Santiago, capitale del Chilí, per alcuni affari che richiedevano la mia
presenza. Dio destó in me un affare piú importante di quello che ob[b]ligava i supe-
riori a mandarmi a Santiago. Trovato fortunatamente nel porto di Chiloé un vascel-
65 lo che partiva per Val-Parayso, porto di quella cittá capitale, vi giunsi in quindici di,
e comunicai al Padre Provinciale il pensiero che Dio mi aveva inspirato di stabilire
una novella missione a Nahuelhuapi. Egli approvó il mio divisamento, e mi promise
di appoggiarlo con ogni suo potere. Diedi mano all'opera, ma mi si affacciarono
non poche difficoltá, quasi insuperabili. Nulla io far poteva senza il consenso del go-
70 vernatore del Chilí, il quale era contrario ad ogni nuovo stabilimento, o pel dispiace-
re ch'egli aveva, perché molti furo no abbandonati per mancanza dei mezzi necessarii
alla loro esistenza, o perché esausto trovandosi il tesoro del re, non gli era possibile
lo anticipar danari per lo stabilimento d'una nuova missione. In una si dolorosa si-
e tuazione, pieno di confidenza mi rivolsi al Signor nostro che il padrone de' cuori, e
75 promisi di dir trenta messe e di digiunar trenta giorni a pane ed acqua, in onore del-
la Santissima Trinitá, se io otteneva la permissione del governo; ed avendo scritta
questa promessa, avvenne che a caso smarrii la carta, la quale cadde nelle mani di p. 121
alcuno, che portolla al governatore. Alcuni giorni dopo, avendo io raccomandato
questo affare con molto fervore / a nostro Signore, mi sentii pieno di confidenza di
80 condurre a buon termine la mia impresa, che decisi di andare dal governatore e nel-
l'uscir di casa dissi ad un mio amico, che incontrai per via, ch'io andava al palazzo,
e che non sarei ritornato al collegio senza avere ottenuto la permissione ch'io anda-
va a chiedere. Infatti presentandomi per ayer udienza, fui introdotto nella stanza del
governatore, che stava leggendo il mio scritto, e senz'aspettare ch'io gli parlassi:
85
e Andate, padre mio, mi disse, il vostro affare deciso, ed io stesso vo' darvi ma-
no, e siate certo che faró quanto mi sará possibile per favoreggiare il vostro zelo, se-
condo i comandamenti e le intenzioni del re, mio Signore. Andate a guadagnare
delle anime a Gesú C. ma non vi esca dalla mente di pregar Dio per sua maestá e
per me.
90
E confessare qui vi deggio che mai non provai una gioia interna, una consola-
zione piú pura di quella cui rimasi in quel momento penetrato, e fin d'allora a larga
mano Iddio mi ricompensó delle pene e delle fatiche ch'io doveva provare per amor
suo, nel mio viaggio alluogo della mia missione. Ringraziato dunque Iddio per una
grazia si particolare, mi disposi alla partenza, e colle limosine di alcune pie persone,
95 acquistai varii sacri ornamenti, qualche bagatella da presentar a gl'Indiani, e le ne-
cessarie provvisioni pel mio viaggio; e nel mese di Novembre dell'anno 1703 mi posi
in viaggio col padre Giuseppe Maria Sessa datomi per compagno da' superiori.
71 ch'egli] ch'egia B
70 El gobernador de Santiago, don Francisco Ibañez de Peralta, era contrario a la partida del
padre De la Laguna, por no sacrificar otras misiones. Cf C. BRUNO, Historia de la Iglesia en
la Argentina... , vol. III, p. 511.
97 Vincenzo Giuseppe M" Sessa (l670-l747), jesuita, enfermó al cruzar la Cordillera, viéndo-
se obligado a volverse « al piú vicino collegio »,

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Né io qui vi potei descrivere le dolorose avventure che ci accadero, né le pene
l. 122 che soffrimmo per quasi duecento leghe d'impraticabile cammino, passando / tor-
renti, fiumi, montagne e boschi, senza soccorsi, senza guide, e in una generale man- lOO
canza d'ogni cosa. Il mio compagno infermó nel mezzo del cammino di una febbre
violenta per lo che fui costretto a rimandarlo al piú vicino collegio, con alcuni di
quelIi che mi accompagnavano, e solo quasi alIora mi vide e abbandonato fra quei
feroci Indiani, cui si odioso eil nome Spagnuolo che impossibile riesce il sottrarsi al
loro furore e alla loro crudeltá, quando si ha la sventura di cadere nelIe loro mani; 105
ma il nostro Signore mi libero da tanti pericoli in maravigliosa maniera, dopo aver-
mi giudicato degno di soffrire qualche cosa per amor suo, in un viaggio di quasi
tre mesi.
Pieno di coraggio adunque e di salute giunsi al termine desiderato della mia
missione di Nahuelhuapí. 1 cacichi o capi, e gl'Indiani[,] mi accolsero qual angelo 110
mandato dal cielo. Cominciai dalI'ergere un altare sotto una tenda con tutta la pos-
sibile decenza, aspettando che s'innalzasse una Chiesa. 1 principali del paese visitai
invitandoli a stabilirsi vicino a me per fondare una piccola borgata e per adempiere
con maggior frutto i doveri del mio ministero. Ebbi la consolazione di vedere i neofi-
ti altre volte battezzati dal reverendo padre Mascardi assistere agli uffizi divini, ed 115
alla spiegazione della dottrina cristiana, con un fervore, una divozione e una fame
spirituale che mi diede grandi e solide speranze della loro fermezza nella fede, e della
sinceritá delle loro promesse. Andai poscia a consolare gli infermi e i vecchi che ve-
nir non potevano ad udire i miei ammaestramenti, e battezzai alcuni fanciulli col
consenso de' loro genitori.
120
d. 123
La mia consolazione per si felici principii accrebbe / d'assai per la venuta del
padre Giuseppe Guilelmo, mandatomi da' superiori invece del padre Sessa, e seco
lui fermai i mezzi piú opportuni per istabilire saldamente la nostra missione; delibe-
rammo che mentre ei rimarrebbe a Nahuelhuapí per edificare una piccola Chiesa ed
una casa, io andrei a Valdivia onde procurare la protezione del signor governatore a 125
favore dei neofiti. Indussi i cacichi a scrivere una lettera cortese al governatore, per
chiedergli la sua amicizia e la sua protezione. Giunsi al principio d' Aprile dell'anno
1704 a Valdivia co' deputati, che il governatore Don Manuele Autesia accolse con
molta gioia e tenerezza, e dando mille prove a me di stima e di benevolenza. e pro-
mettendomi di favoreggiare quanto saria stato in lui il nuovo stabilimento. Non ri- 130
122 Giovanni Giuseppe Guglielmo (1662-1716), jesuita sardo, que llegó en enero de 1704, en
lugar del padre Sessa, y que quedó al frente de la misión a la muerte del padre Van der Mee-
reno Conocedor del araucano, y de las lenguas del Nahuel-Huapi y de los poyas, compuso dos
gramáticas y diccionarios en estas dos últimas lenguas. Pobló una estancia, cruzó dos veces a
pie los nevados montes y alargó las correrías apostólicas y descubrió el paso de los Bariloches,
camino directo para comunicar a los poyas con Chiloé. « Acaso por este descubrimiento, rece-
losas algunas tribus de que sirviese a los españoles para llevarles a la guerra, incendiaron la mi-
sión y envenenaron al padre Guíllermo el 17 de mayo de 1716 ». Cf C. BRUNO, o.c., vol. III,
p. 512; A. de EGAÑA, o.c., p. 739.
128 Y 151 En Valdivia bien acogidos por el gobernador don Miguel Aulessia.

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masi a Valdivia che il tempo necessario per terminare il mio trattato, e ne partii ver-
so la meta dello stesso mese d' Aprile, co' due deputati cui fu data dal Signor gover-
natore la risposta pei cacichi. Eccone il tenore:
Signori, udii con molta gioia, dalla vostra lettera e dalla testimonianza de' vo-
135 stri deputati, la buona accoglienza che voi faceste a' missionarii della compagnia di
Gesú, e la vostra risoluzione di abbracciare la nostra santa religione. Quindi dopo
renduto le solenni grazie a Dio, sovrano Signore del cielo e della terra, per una si
fausta notizia, io vi deggio assicurare che mai voi non potrete far nulla piú caro al
gran monarca delle Spagne e delle lndie, Filippo V, mio signore e mio padrone, che
140 Dio ricolmi di gloria, di prosperitá e di anni, ed e perció che, poiché io rappresento
la persona di lui nell'ufficio ond'ei mi ha onorato, vi offro e vi prometto in di lui no-
me, per sempre, la sua amicizia e la sua protezione; per voi e per coloro / che imite- p. 124
ranno il vostro esempio; avvertendosi nello stesso tempo d'aver cura che tutti i vo-
stri vassalli, dopo avere abbracciato la fede cattolica, prestino giuramento di fedeltá
145 e di obbedienza al re mio signore, che sempre sará il vostro appoggio, il vostro pro-
tettore, e il vostro difensore contra tutti i vostri nemici; ed e perció che fin d'oggidi
io e i miei successori mantener vogliamo con voi una costante amicizia e una solida
corrispondenza per soccorrervi ne' vostri bisogni; esperando io che voi fedeli sarete
ad eseguire quanto vi prescrivo in nome del re mio signore, rendo vie piú autentica
150 la mia promessa, qui ponendo il suggello delle mie armi. Valdivia, 8 Aprile 1704.
Don Manuele De Antesia.
Al mio ritorno da Valdivia a Nahuelhuapí trovai giá costrutta una chiesicciuo-
la, pieni i neofiti di fervore e disposti vari catecumeni a ricevere il battesimo, mercé
dello zelo del padre Giovanni Giuseppe Guillelmo, mio compagno. La lettera del
155 governatore fu accolta colla piú viva gioia da tutto il popolo; e pero noi cominciam-
mo ad occuparci daddovere dell'opera di Dio. Di giá fabbricammo una piccola ca-
sa, e si gettarono le fondamenta di una chiesa piú vasta, poiché le circostanti nazioni
cominciarono ad accorrere a' nostri insegnamenti. Cionondimeno, essendo il paese,
ov'io mi ritrovo, abitato da due sorta di popoli, chiamati gli uni Pulchi, Poyas gli al-
160 tri, mi sembra siavi ancora fra loro della gelosia e della avversione; poiché i Pulchi
cercavano di distogliermi dal tentare la conversione de' loro vicini, dicendomi essere
eglino una fiera nazione crudele e barbara, colla quale non si poteva avere alcun
commercio. Ma io ben mi avvidi, conoscendo la dolcezza e la docilita dei / Poyas i p. 125
quali mi avevano grandemente pregato di ammaestrarli, che i Pulchi non agitavano
165 che per gelosia. E fu perció, che alcuni giorni dopo, avendo ragunato i principali
della nazione, ragionai loro con molta forza, ed esposi le ragioni che mi toglievano
152 chiesicciuola corr ex chiesuciuccia
156 «No se puede precisar el punto exacto donde se levantó la reducción, pero sábese que
fue sobre la orilla norte del lago de Nahuel-Huapí, después trasladada a un punto más confor-
tante, quizá en el punto hoy llamado Chuenque. Punto de unión de dos 'naciones', puelches y
payas. enemigas entre sí, fue labor inicial de los misioneros entablar relaciones amistosas entre
ambas poblaciones ». A. de EGAÑA, o.c., p. 738.

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di dar retta al loro consiglio. Dissi che Dio volle egualmente salvare tutti gli uomini
senza eccet[t]uarne aleuno; che i ministri di Gesú C. non potevano ricusare il regno
di Dio ad aleuna nazione senza un ingiusto privaricamento; ch'essi erano mandati
per istruire e battezzare tutti i popoli; ch'eglino stessi, se veramente volevano esser 170
cristiani, dovevano essere i primi a procurare con zelo la salute e la conversione dei
Poyas, i quali erano fratelIi di Gesú C. gli eredi del suo regno, e redenti egua1mente
col prezioso suo sangue, che sparso egli aveva per tutti; che I'ostacolo che por vole-
vano alIa conversione de' loro vicini, era un artifizio del demonio, comune nemico
deg1i uomini, onde privare que1 popolo delI'inestimabile benefizio delIa fede, é per 175
toglierne a loro stessi i1 merito col trasgredimento del precetto delIa carita. Queste
ragioni convinsero i loro animi, e subitamente mi promisero di non opporsi all'am-
maestramento ed alIa conversione de' Poyas.
Finalmente, vinto questo ostacolo che ritardar poteva i progressi del Vangelo, e
disposti i cuori e gli animi di quelIi che mi avevano manifestato maggior premura 180
per ricevere il santo battesimo, scelsi un giorno solenne per celebrare la cerimonia
con maggior splendore e tutti 1ibattezzai; ed ora io ho la santa conso1azione di vede-
re i1 cambiamento maraviglioso operato dalla grazia di Gesú Cristo ne' loro costumi
e nelIa loro condotta, essendo essi, oltre ogni credere, fervorosi e diligenti adempito-
rJ. 126 ri de' loro doveri. /
185
Questa missione cosi felicemente cominciata, non pote sostenersi... florida per
gran tempo e pare che presentemente neppur piú esista.
NEL 1711 il padre Le-Bon recandosi al Chilí per lo stretto de Magellano ci da in bre-
173 vo1evano] vo1evamo B
187 En efecto, hacía ya más de un siglo que no existía esta reducción jesuita. «Paso fugaz y
saltuario de los padres Nicolás K1effer, Gaspar López, Miguel de Olivares y Manuel Hoyos »,
entre 1704-1711. El padreFrancisco E1guea, sucesor de Guglie1mo en 1717, era asesinado a fle-
chazos e114 de noviembre de ese mismo año, «pegando los indios fuego a la casa donde se ha-
llaba el jesuita, cuyo cuerpo fue pasto de las llamas ». Solo en 1766, de nuevo, apareció por
Nahuel-Huapí -llegando hasta el río Limay-, el padre Segismungo Güe1, quien, vuelto a
Chile, en 1767 «se disponía, por segunda vez, a ir a su misión cuando el 8 de diciembre fue
apresado en Chiloé y deportado a Europa en virtud del decreto de extrañamiento contra los je-
suitas ». A reanudar la historia misional de Nahue1-Huapí, en 1791 llegó el intrépido francisca-
no Francisco Menéndez y «en la península Huemul pudo contemplar los restos de la antigua
reducción jesuítica ». Cf A. de EGAÑA, O.C., pp. 739-740. Siempre desde Chile, durante este pe-
ríodo, conviene no olvidar: el viaje de exploración y misión volante (1751 y 1752) del jesuita
Bernardo de Havestadt a Ñorquín, rumbo a Ma1argüe; la presencia del franciscano Pedro
Angel de Espiñeira -luego (1763-1778) obispo de Concepción (Chi1e)- en la zona de Rarín
Leuvú (el actual Guañacos) donde funda la misión de Nta. Sra. del Pilar, entre chilenos allí
radicados, que regentaron los jesuitas hasta su expulsión... Cf E. ZSANTO, Los salesianos en
el país de los Césares, pp. 15-16, 89-90.
188 Según el original francés no se llama padre Le-Bon, sino « Pere Labbe, missionaire de la
Compagnie de Jesus, au Pere Labbe, de la méme Compagnie ». Joseph Labbe (1677-1745), de
Bourges, en su viaje para China (1710-1713) -por el estrecho de Magallanes- escribe desde
La Concepción (Chile), 8 enero 1712, la carta a Louis Phi1ippe (1647-1720). Fue superior en
Cantón, Superior general de la misión francesa, muriendo en Macao.

1.9 Page 9

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398
y
Jesús Borrego
ve un bel quadro degli abitatori di quei remotissimi luoghi. Ecco come parla esso
190 stesso (Lettere Edificanti vol. 13 p. 205):
La sera si entró nella baia del buon Evento per provvederci di acqua; questa
baia appartiene alla terra del Fuoco, dirimpetto all'estremitá dell'isola degli Stati, la
quale, colla terra del Fuoco forma il canale o stretto le Maire. Vi dimorammo cin-
que di. La vigilia della nostra partenza, ritrovandoci aterra, vedemmo escir dal vicin
195 bosco un Indiano, al quale si fe segno di avvicinarsi; ei si avvicinó infatti, ma senipre
in difesa, e coll'arco pronto a tirare. Gli si presentó del pane, del vino e dell'acquavi-
te, ma gustatala appena piú non volle berne. Gli si rece fare il segno della croce, e gli
ponemmo una corona al colla. Quando entrammo nella canoa per ritornare a bor-
do, ci mise un grido che sembrava una specie di urlo unito a un non so ché di lamen-
200 tevole; tosto comparve una trentina di altri Indiani, preceduti da una donna curva
per vecchiaia. Si avvicinarono alla riva mandando simili grida, e chiamandoci co' se-
gni vicini a loro; il che peró non giudicammo a proposito. Erano essi tutti nudi, dal-
la cintura in fuori, circondata da un pezzo di pelle di lupo marino. Dipinto era il
loro volto di rosso, di nero e di bianco, avevano d'intorno al collo un moniledi con-
205 chiglie, e un braccialetto di / pelle alla giuntura delle mani. Non fan uso che di free- p. 127
cie, armate non di ferro, ma di una pietra focaja a guisa di ferro di picea; mi parvero
docili, ed io credo che non saría difficile la loro conversione. Escimmo il di 5 da quel
porto, e le correnti che sano violenti assai, passar ci fecero e ripassare cinque fiate lo
stretto. Il di 15 montammo il capo Horn ai 57 gradi, 47 minuti di latitudine meridio-
210 nale. Per ben trenta di si ebbero venti contrari e violenti, e fu d'uopo abbandonarci
alla mercé dell'onde e de' venti, che ora ci portavano al mezzodi, ora a ponente, e
che oltre non ci spinsero venti leghe nel cammino. Acuto era il freddo assai, ma que!
che ci consolava fra tanti guai, era lo avere per quaranta di continuo giorno.
L'AN. 1741 il re di Spagna[,] vedendo essere tornati inutili gli sforzi fin allora da lui
208 e"J a B
190 La relación -trascrita literalmente- está tomada de Scelte di Lettere Edifican ti, scritte
della Missioni Straniere ..., Tomo decimoterzo. Milano presso Raineri Fanfani 1828, pp. 205-
206. Traduzione dall'origina1e francese: Lettres Edificantes et Cúrieuses écrites des Missions
Étrangeres ... Mémoires d'Amérique, tomo huitieme. Nouvelle Edition. Paris, J.G. Merigot le
jeune, Libraire 1781, pp. 183-185.
192 Isla de los Estados, nombre dado por su descubridor el holandés Le Maire -(al que se le
dedicó el cercano estrecho que también descubrió)- en honor de los Estados Generales de
Holanda. Cf II 149.
214 Real Cédula del rey Felipe Y, dada el 5 de noviembre de 1741. Cf V. QUESADA, o.c., pp.
561-562. A estas alturas, «el gobierno español se interesó positivamente por el establecimiento
de una misión religiosa en lugar no determinado de la costa patagónica, la cual, a la vez que
haría posible la más pronta evangelización de los naturales, facilitaría el propósito de asentar
una población cristiana ». La Compañía de Jesús, que ya predicaba a serranos y pampas (V
236), reconocía que la presión de estas tribus constituía un obstáculo insalvable para cruzar
por tierra la Patagonia, « reservada a su celo apostólico ». Desde Chiloé (Chile), cruzando la
Cordillera, los jesuitas habían realizado « la exploración y primera conquista espiritual de las

1.10 Page 10

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La Patagonia e le terre australi del continente americano pel saco Gio. Bosco
399
V
e da' suoi predecessori fatti[,] emetteva nuovamente un decreto che era del tenor 215
seguente:
In vista dei reali decreti dei 6 Dicembre e 21 Maggio 1684, nel primo de' quali e
ordinato che quanto prima si procurasse ai missionari del Chaco una scorta di 20 a
25 soldati, e nel secondo e dato il medesimo ordine per la missione delle nazioni che
vivono da Buenos Ayres a Magellano[:] si comanda di rinnovare o dar ordine perché 220
col parere del governatore o del provinciale dei Gesuiti del Paraguay si ponga la
scorta necessaria nella riferita riduzione dei Pampas e delle campagne affinché da
questi luoghi che sono sulla strada si entri ai Patagoni e altre popolazioni che sono
p. 128 fino allo stretto di Magellano perche con questo aiuto vada aumentando la I detta
nuova conquista e non si metta piú alcun ostacolo, come in molte altre occasioni col- 225
la morte dci missionarii a mano dei barbari. Pertanto ordino al mio governatore capi-
tano generale che vi e al presente e chi vi sará d' or innanzi nella riferita cittá e porto
della Trinitá di Buenos Ayres, nelle provincie del rio della Plata, ufficiali de' miei
reali tenimenti e altre persone e ministri a cui toccherá il compimento di questa mia
real risoluzione, che cosi lo compiano ed eseguiscano senza andar contro il suo teno- 230
re in alcuna maniera, poiché tale e la mia volontá,
NELL'ANNO SEGUENTE 1742 ordinava di piú che si mantenessero a spese del governo
e si provvedessero di quanto occorreva i predetti missionarii, con un decreto del
tenore seguente:
- 25 Ottobre - a D. Michele de Salzedo gov. e capit. della Trinitá e porto di 235
Buenos Ayres. - Da esatto conto della riduzione degli Indi Pampas affidati da voi
regiones del Nahuel Huapi » hasta que esta misión fuera destruida por los indios en 1717 (V
27-185). « Había que avanzar con los debidos resguardos, lo que sería más factible si se iba por
la costa: los barcos asegurarían el abastecimiento y las comunicaciones con Buenos Aires ». Cf
J.H. LENZI, o.c., p. 210.
218 Referencia a las reducciones jesuitas del Chaco paraguayo.
221 El gobernador era don Miguel de Salcedo (l. 235), y el provincial jesuita del Paraguay-
Argentina era Juan José Rico (l. 267).
235 Real Célula a D. Miguel de Salcedo, cf V. QUESADA, o.c., pp. 562-564.
236 Misiones pampas confiadas a la Compañía de Jesús. A principios del siglo XVII, « a
unos 100 kms. de Buenos Aires, donde se situó el pago de la Magdalena, los franciscanos rigie-
ron una reducción de los indios tibuchaminis -parcialidad de los pampas- por breve tiem-
po ». Reemplazados por los dominicos, éstos también tuvieron que retirarse ya bien entrado el
siglo XVIII « ante la altivez de los nativos ». En 1740 los jesuitas Manuel Querini y M. Strobel,
entre los indios querandíes, erigían la Purísima Concepción, « sobre la orilla oriental del actual
Arroyo de la Estancia, después trasladada, en 1743, al sudoeste de la laguna La Seca ». En
1746 los conocidos jesuitas Falkner y Cardiel erigían, entre los indios serranos, la reducción de
Nuestra Señora del Pilar, «prácticamente donde hoy se levanta la ciudad de Mar del Plata ». Y
en 1750, a cuatro leguas de la anterior, establecieron, entre los puelches, la reducción de Nues-
tra Señora de los Desamparados. Pero las rivalidades entre los indios del Pilar y de Desespera-
dos y las intemperancias del gobernador Andonaegui, que llevaron al asesinato injustificado
del cacique Yahati, terminaron por exasperar a los indios reducidos, quienes «el 13 de enero
de 1753 atacaron a la reducción de Concepción, significando el fin de las tres reducciones pam-

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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400
v
Jesús Borrego
ai padri della Compagnia di Gesú ricavo che i detti padri hanno risoluto, con buona
speranza di riuscita, che tutti quelli i quali sono ridotti abbraccino veramente la fede
cattolica e che con non minor speranza essendovi tra cotesto popolo alcuni Indi Ser-
240 rani (della montagna) e di altre popolazioni delle molte che abitano in questa parte
del sud e nelle estese campagne e montagne, che per piú di 400 leghe corrono fino
allo stretto di Magellano siano istrumenti per facilitare la predicazione dell'evange-
lio e conversione di coteste nazioni come si spera quella dei Serrani da cui risulterá
oltre all'importante fine della religione, il vantaggio che, popolata cotesta costa colle
245 / riduzioni che si andassero facendo, si eviterebbe l'inconveniente di qualunque sbar- p. 129
co o popolazione che potessero intentare i nemici. Conculco qui essere indispensabi-
le che la spesa dei missionarii che non puó prendersi per ora dai medesimi Indi per
essere poveri e non accostumati alla menoma industria, sia da somministrarsi neces-
sariamente da' miei reali possedimenti, poiché in altro modo resta esposto in perico-
250 lo che non riesca o si perda la conversione di questi infedeli...
n ministro del re seguita: «Il re comanda si provvedano le necessarie risorse
e dice che nel piú esatto e puntuale compimento mi mandiate ricevuta di questo
dispaccio ».
Il governatore avendo risposto essersi dati 400 pesos per questo effetto - il
255 ministro gli rimanda il seguente biglietto:
A D. Michele Serasedo governatore di Buenos Ayres. Si eapprovato dagli uffi-
ciali regi la somma di 400 pesos che deste dalla cassa reale ai missionarii della Com-
pagnia di Gesú.
NEL 1743 il vesc[ovo] di Buenos Ayres, fra Gius. da Peralta, dando conto della visi-
260 ta da lui fatta della sua diocesi a Filippo V[,] re di Spagna[,] parla della missione che
specialmente due padri Gesuiti tenevano nei Pampas catechi[z]zando ed istruendo
un gran numero di Indi.
NEL 1744 in data del 23 Luglio si ha un altro decreto del rediretto al provinciale
dei Gesuiti delle missioni e degli Indi Pampas e Serranos onde partecipargli quanto
e 265 stato determinato nel consiglio del re riguardo al riconoscimiento ed evangelizza-
zione delle coste della Patagonia -[:]
«GiovanniGiuseppe Rico[,] procuratore generale della provincia (Gesuitica)
peanas: sus moradores, unos recuperaron su libertad salvaje en las selvas, otros fueron colo-
cados en la capital porteña ». Cf A. de EGAÑA, o.C., pp. 741-744.
256 Es naturalmente don Miguel Salcedo.
259 Así se inicia el original, en V. QUESADA, o.c., pp. 564: « Buenos Aires, y henero [sic] 8 de
1743. Fray Joseph, obispo de B. Aires... ». José de Peralta (1669-1746), limeño, era provincial
de su Orden dominicana, cuando, en 1736, fue nombrado obispo de la sede bonaerense.
261 Referencia a los padres Manuel Querini y Matías Strobel en la reducción de la Purísima
Concepción. Cf l. 236.
267 Había sido precisamente Juan José Rico (1685-1753), procurador general de la Provincia
jesuita de Paraguay y Buenos Aires, quien, en 1743, declaraba al monarca que si bien los mi-

2.2 Page 12

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La Patagonia e le terre australi del continente americano pel saco Gio. Basca
401
v
del Paraguay, ha rappresentato fra le altre cose che quantunque i missionarii che si
. 130 trovano .intesi alla riduzione degli Indi Pampas e Serranos distanti 50 / leghe da Bue-
nos Ayres all'altra parte del río Saladillo che e passaggio ed ingresso ai Patagoni ed 270
al rimanente delle nazioni degli lndi che sono dal capo S. Antonio fino allo stretto di
Magellano debbono fare l'ingresso nella Patagonia per terra - sará tuttavia conve-
niente che il Patache del Regista, od altro piccolo bastimento faccia per mare tutta
quella costa fino allo stretto conducendo seco due o tre gesuiti i quali riconoscano
l'indole di quei barbari e trovando alcuno disposto a convertirsi, si lasci con loro 275
qualche scorta se parra necessario come ho ordinato in un rescritto del 1684... e que-
sta escursione si ripeta una volta ogni anno ... Ho adunque deliberato di incaricarvi,
come col presente decreto v'incarico che disponiate che si faccia questo riconosci-
mento colla concorrenza di due o tre padri della Compagnia di Gesú con la scorta
proporzionata ed imbarchi che credete piú convenienti procurando che le spese 280
che farete per ció siano col maggior beneficio che si possa della mia realtá tenuta
ecc. ecc. »,
ANNü 1744 il 30 dicembre - real decreto dato a Buon Ritiro - Il re a D. Domeni-
co Ortiz di Rozas[,] maresciallo di campo de' miei regi eserciti, governatore e Capi-
tano Generale della mia cittá e provincia di Buenos Ayres e Rio della Plata -[:] 285
« Giá conoscete da documenti del vostro governo il desiderio che i gloriosi re,
miei predecessori, sempre ebbero che gli lndi Patagoni, i Pampas e Serrani ed altri
che abitano il territorio del Capo S. Antonio fino all'entrata dello stretto di Magel-
lano siano illustrati colla luce del Sto Vangelo, e che per decreto dell'an. 1684 si co-
mandó a tal fine che ai missionarii Gesuiti si desse la scorta necessaria per entrare 290
J. 131 fra gli lndi / Patagoni che abitano quelle coste sono piú vicini allo stretto di Magel-
lano ... lo poi ho determinato che con missione separata si faccia ingresso nelle terre
dei Patagoni il piú vicino che sia possibile allo stretto di Magellano, perché cammi-
nando le due missioni da punti opposti per raggiungersi in un medesimo centro pos-
sa piú brevemente e facilmente eseguirsi la conversione di quegli infelici lndi. Aven- 295
do io fatto trattare questo punto col P. Gio[vanni] Giuseppe Rico della medesima
compagnia di Gesu procuratore generale di cotesta provincia, egli s'incaricó di man-
dare due o tre missionarii della sua Compagnia, partendo negli imbarchi che si giu-
dicheranno piú opportuni per visitare quelle coste e riconoscerle ben bene fino allo
stretto di Magellano scegliendo quel punto che piú converrá, ma il piú prossimo che 300
sia possibile aquello stretto. 1 missionarii abbiano la scorta necessaria affinché pos-
sioneros que estaban « en la otra banda del río Saladillo [V 236), que es camino y entrada a los
patagones y demás naciones de indios [...] hasta el Estrecho de Magallanes », adelantarían por
tierra, convenía el reconocimiento de la costa y la observación de los nativos, para quedarse a
reducirlos, si así se tuviese por oportuno o posible; y, luego, requería que « la escolta propor-
cionada» fuese puesta a las órdenes de los religiosos, que debían decidir lo principal. Todo ello
dió lugar a las Reales Cédulas del 23 de julio y 30 de diciembre de 1744, que aquí transcribe
don Bosco, literalmente de V. QUESADA, o.c., pp. 566-572.
269 Siempre referencia a las reducciones pampeanas, cf l. 236.

2.3 Page 13

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402
v
Jesús Borrego
sano parlare cogl'Indi e se li troveranno trattabili resteranno con loro insieme con la
scorta necessaria per loro guardia e viveri che bastino finché loro giunga nuovo soc-
corso da cotesta cittá » -
305
Continua poi il decreto indicando a tre cose: 1° Che un bastimento apposito sia
messo a disposizione di quest'impresa il quale visiti tutti i punti della costa e scelga il
migliore. 20 In questo luogo migliore trasporti famiglie povere che lo dimandino, di-
stribuisca loro terre, lasci guardie, missionarii, e formino un paese che presenti van-
taggi. 30 Si abbia un registro in cui con ogni particolaritá si noti ogni scoperta, la
310 descrizione d'ogni luogo che si visiti ecc.
TUTTI QUESTI ORDINI DEI RE DI SPAGNA e questi sforzi da principio parvero corona-
ti con buon successo poiché si videro sorgere a varie epoche dei paeselli / o stabili- p. 132
menti su quelle coste, ma, o sia la ferocia degli abitanti, o l'inclemenza del clima, o
la lontananza o la non curanza dei successivi re di Spagna in poco scomparvero
315 nuovamente questi paeselli e non se ne conosce piú alcuno nella Patagonia propria-
mente detta fuori che Carmen e Punta-Arena.
Dopo del decreto su indicato, Dicembre 1744, non trovo altri decreti emanati a
questo scopo. Si direbbe che stanchi i re de Spagna ed i Padri della Compagnia di
Gesú di coltivare una terra tanto infeconda l'abbiano assolutamente abbandonata.
320 Tuttavia si legge ancora di varii missionarii diretti al Chilí i quali nel passaggio dello
310 No fue inmediata la salida de los expedicionarios. El navío San Antonio zarpaba de Bue-
nos el 6 de diciembre de 1745, llevando a los padres José Quiroga, José Cardiel y Matías Stro-
be!. El 5 de enero de 1746 llegaban a la boca de Puerto Deseado ... Lo demás ha quedado plas-
mado en la nota de II 166-170. « El propósito de instalar una misión en la costa patagónica,
base de futura población hispana, no se había concretado [...] La información [...] era por com-
pleto desfavorable, desalantadora. No había ríos entre la bahía de San Matías y el Estrecho, ni
agua dulce, ni tierra cultivable [...] Solo se había adelantado en cuanto a la hidrografia, en lo
referente a Puerto Deseado y a San Julián, mejor ubicados astronómicamente por el padre
Quiroga, con cartas que representan un apreciable progreso respecto a las de los anteriores
navegantes ». J.H. LENZI, o.c., p. 217.
313-316 Además de 10 precedente ver II 165-187 con sus notas.
318 Expulsados los jesuitas en 1767 del Río de la Plata, «las otras Ordenes religiosas se es-
forzaron en cubrir los claros y vacíos ». Así por Real Decreto del 4 de octubre de 1766, el vi-
rrey de Buenos Aires, Francisco de Paula Bucarelli; pedía dos franciscanos que pudieran « em-
plearse, uno en el tantear en las costas de Magallanes la reducción de aquellos indios» y el
otro como capellán de las Malvinas, capellanía que luego, hasta 1830, regentarían los merceda-
darios. Por Real Cédula del 17 de septiembre de 1767 «encargó el Rey la realización del esta-
blecimiento en la Isla del Fuego» (cfV. QUESADA, o.c., pp. 124-125), mandando a los domini-
cos la fundación de un hospicio, que no se llevó a cabo. Además Carmen de Patagones (11 523)
YPunta Arenas (l. 359) tuvieron siempre capellanes, bien del clero diocesano o religioso.
320 Rumbo a Chile o al Pacífico, «por las rutas del Atlántico sur durante el siglo XVIII
transitan el mar 'misioneros-navegantes' y capellanes estables de barcos españoles y franceses,
en viaje al oriente por el Cabo de Hornos o el Estrecho de Magallanes [...] Por ejemplo, Noél
Jouin, párroco de Saint Maló (Francia), que en 1698 acompaña una expedición y se queda sie-
te meses en el Estrecho de Magallanes evangelizando a los indígenas [...] En 1765, 10de enero,
el buque la Purísima Concepción naufraga en las cercanías de la caleta Policarpo (sudeste de

2.4 Page 14

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La Patagonia e le terre australi del continente americano pel saco Gio, Bosco
403
v
stretto di Magellano furon costretti a fermarsi e a sbarcare su quelle coste e che ci
diedero varie relazioni che tornano acconcie al nostro proposito.
Mi par bene riferir qui quasi per intiero una lettera di un missionario Sardo
(LC.) Minor Osservatore in cui descrive il passaggio che nel1857 fece dello stretto di
Magellano con molte relazioni riguardanti i Patagoni e gli abitanti della Terra del 325
Fuoco:
« Eravamo nella latitudine della capitale del Brasile, quando, verso le quattro
dopo il mezzodi, ci sorprendeva una spaventevole burrasca che il volerla descrivere,
sarebbe uno sforzo vano: basta sapere che, muniti tutti, né il Capitano eccettuato, dei
conforti che in tali strettezze somministra la religione, stavamo aspettando la morte 330
con morale certezza e, chi pieni gli occhi di lagrime, si rannicchiava in un angolo,
come per prepararsi al passo fatale; altri con gli occhi sbarrati e istupiditi, sene stava-
no immobili con tutti i segni di cadavere marcati in volto; e chi, non appena finito di
J. 133 pronunziare, collabbro balbuziente, una orazione qualunque, / malediceva all'infau-
sto momento in cui abbandonato aveva il paterno lido. Cosi stette per varii giorni, ma 335
a troppe piú battaglie e contrasti ne voleva serbati la Provvidenza. Infatti, calmatosi
dopo alcune ore l'Oceano, giá la stella foriera della notte si mostrava sull'orizzonte
annunziando il fine di Agosto, quando noi, pieni di quella gioia, che produce la vista
della terra nel cuore del naufrago, entravamo per la prima volta nello stretto di Ma-
gellano, fonnato dalla costa dei Patagoni, e dalla Terra del Fuoco. Ma duró poco 340
quella gioia, anzi quanto fu grande il piacere che produsse in noi la vista della nuova
terra, altrettanto furono senza pari i patimenti e i disagi da noi sofferti.
Dissi che entrammo per la prima volta in detto stretto di Magellano, perché,
per ben tre volte fummo ob[b]ligati a uscirne, e con prossimo pericolo di naufragare.
Di fatti, la seconda volta eravamo giá internati piú di trenta miglia e, ancorati aspet- 345
tavamo il giorno per procurar di avanzare, ma circa la mezzanotte, un gagliardissi-
mo vento ci ruppe un ancora, e per ció dovemmo, al piú presto, salpare l'altra, onde
poter uscire e liberare il bastimento e noi dagli scogli che ci stavano a dieci metri di
distanza. Stimo inutile descrivere lo spavento che, in tali frangenti, costernava gli
animi di noi tutti, perché si puó meglio immaginare che non si puó descrivere. Final- 350
mente si pote rientrare il nove di Settembre, e in cinque giorni giungere ad una Colo-
351 giungere] giungnere B
Tierra del Fuego) [...] Durante tres meses [...] ayudados por indios haush construyeron un nue-
vo barco [...] Entre los tripulantes iba el Padre franciscano José de Camiragua... ». E. ZSANTO,
Los salesianos en el país de los Césares ... , p. 17.
324 Y también viaja el desconocido LC., franciscano menor observante, autor de la carta-
relato del: Viaggio al Chill del Padre f.C., Missionario Sardo Minore Osservante, en «Museo de-
lle Missioni Cattoliche » 3 (1860) 21-25, 41-45. He aquí el inicio: « Era il sole in sul pieno merig-
gio del giorno diciasette di maggio dell'anno mille ottocento cinquantasette, quando il nostro
bastimento tirato da un piccolo vapore, usciva dal porto di Génova, salutata (com'é di costume)
la Vergine, con tre colpi di cannone [...] Si esordiva per noi il viaggio straordinario di sette mesi e
mezzo; viaggio doloroso e fatale! [...] Sul far della notte del ventesimo giorno un soavissimo ven-
to gonfiava le vele del nostro S. Giorgio (cosi si nomava il bastimento) [...] E qui diró due parole
su! vinticinque di luglio. Eravamo nella latitudine... ecc. ». Sigue literalmente l. 327.

2.5 Page 15

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404
v
Jesús Borrego
nia che il governo del Chilí vi mantiene, sia per segnare i suoi dominii, sia anche per
tenere una terra di esiglio per i rei politici. Detta Colonia consta di circa cento cin-
quanta persone fra soldati, esigliati, donne e fanciulli: un missionario piemontese del
355 mio Ordine vi dimora cola a / confortare quei disgraziati colle sublimi massime della p. 134
Religione. E davvero, che solo un uomo ben compenetrato dalla carita cristiana,
puó dimorare, essendo padrone di se, sotto quello inconstantissimo cielo, fra quelle
solitudini orrende, dove passeggia di continuo la larva della miseria e della morte. -
E la colonia di Punta-Arena.
360
Gli edifizi della suddetta Colonia sono capanne di legno annerito dal fumo,
perché gli abitanti vi passano la lor vita miserevole intorno al fuoco che accendono
nel mezzo di ciascuna, mangiandosi la scarsa razione, che ogni... sei mesi elor man-
data dal governo chileno, e facendovi arrostire qualche pezzo di carne di guanak,
che di quando in quando vien loro fatto di accattare dai selvaggi Patagoni.
365
Dopo cinque giorni di dimora si fece vela, e in sul far della notte ancorammo in
altra insenata o baia chiamata Porto-Famine, che vale: Porto della fame, e questo
perché nel tempo della dominazione Spagnuola, circa l'anno 1586, moriva di fame la
Colonia che esisteva in quelluogo, fondata da Sarmiento nel 1582 col nome di Ciu-
dad Real de Felipe per ordine di Filippo Il, essendosi perduto il bastimento che por-
370 tava loro le provvigioni. Ancora vi si veggono cannoni[,] rosi dalla ruggine e dal sal-
nitro[,] spade, lancie, pentole ed altri logori avanzi, che offrono in breve all'occhio
dello scarso passeggiero la dolorosa istoria e la idea della dura morte dei miserabili
che vi perirono.
Spinti da un regolare vento, uscivamo, dopo alcuni giorni,per alla volta del
375 Porto-Galan (Porto-Galante), cosi denominato forse per la sua sicurezza e bellezza
naturale, che lo fanno distinto in ordine a tali portio Ma non erano ancor due ore
che camminavamo / che restammo arenati in un banco sconosciuto; si gettarono le p. 135
lancie e gli schifi, ma sarebbe stato vano ogni sforzo, se un soffio di vento contrario
a quello che ci aveva portati al precipizio, non avesse spinta la nostra nave un[']altra
380 volta a galeggiare. A stento poi potemmo far ritorno al testé abbandonato porto,
essendo repentinamente succeduta una perfetta calma al soffio liberatore.
Alcuni giorni dopo giungemmo, dietro ripetute prove, ad ancorare in detto
Puerto-Galan, per dimorarvi quaranta giorni senza poterne uscire. Questo fu il tea-
tro delle nostre maggiori afflizioni morali e fisiche, perché l'animo non era ancor
385 bene addestrato al dolore. Illuogo solo era atto a risvegliare le piú alte considerazio-
ni, in un cuore eziandio di pietra... Vi regna un eterno silenzio, interrotto solo dal
periodico frangersi dei fiotti del mare echeggianti in quelle immense solitudini, e dal
misterioso gridio, che mandano di quando in quando le donne dei selvaggi, degni
abitatori delle foreste.
355 Confirmado en 1I 562 Y 609.
366-373 Cf 1I 697-720.
375 Puerto-Galán, dentro de la bahía de Fostesme. La punta baja que cierra al O. dicha
bahía se denomina cabo Galán, nombre dado por T. Cavendisch en 1587, en recuerdo de su
buq ue Hugh Gallant.
389-404 Estudiado ampliamente en toda la PARTE IlI.

2.6 Page 16

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La Patagonia e le terre australi del continente americano pel saco Gio. Bosco
405
V
1 selvaggi Indi od Indigeni, che io conobbi, erano di tre specie: i Pescieresi (Pe- 390
cherais e Yacanams), ora comunemente detti Islenos (isolani) perché abitano nelle
isole della Terra del Fuoco; i Tehuelhets ora Patagones (Patagoni), che vivono erran-
ti nelle vaste solitudini, che sono fra lo stretto di Magellano al Rio Camarones; e
gliAraucanos (araucani) che abitano principalmente al sud del Chilí. 1 primi sono
piccoli anzicheno e miserabili in tutta l'estensione del termine. 1 Patagoni, la mag- 395
gior parte delle tribu, sono di una statura gigantesca, e non sono cosi miserabili
come quei della Terra del Fuoco, perché hanno abbondante caccia, principalmente /
J. 136 di Guanakos, che sono quadrupedi della grossezza di un vitello ben grande, la cui
carne, ch'io pure mangiai arrostita sui carboni all'uso dei selvaggi, e saporitissima;
hanno diverse razze di cavalli, che maneggiano con incredibile destrezza: Gli Arau- 400
cani poi, la cui statura epiuttosto alta, formano la nazione selvaggia la piú numero-
sa e la piú feroce dell'America del Sud: essi sebbene vicino alle frontiere civilizzate
coltivino qualche pezzo di terreno, vivono peró di rapina e di caccia, sono crudeli,
traditori e ladri, difatti diverse famiglie distinte del Chilí lamentano ancora oggidi
la perdita delle loro figlie e figli, che quelli svelsero a viva forza dalle braccia della 405
madre.
In ordine alla loro ferocia narreró un fatto riferito da un colonnello chileno che
fu testimonio oculare, succeduto nella penultima rivoluzione che fu nel Chilí l'anno
1851, in cui circa tre mila selvaggi presero parte a favore dei rivoluzionari, essendo
stati compr[at]i dai medesimi. Nel bollor della mischia un sergente del governo apri- 410
va con un colpo di spada il ventre di un sgraziato Araucano, e sebbene sbalzato dal
cavallo, e con fuori le budelle non per questo si sarebbe reso, se la deficienza delle
forze e l'assoluta intimazione fattagli dal sergente o di arresa o di morte, non lo
avesse astretto. Udite atrocitá, non molto lungi veniva la moglie (se cosi si puó chia-
mare) di questo miserabile portando un bambino di circa due anni, e veduto il mari- 415
to vivo in poter del nemico, e credendo si fosse arreso volontariamente, prese quel
povero bambino che portava e, passatolo colla lancia, gliel gettó cadavere sul viso
dicendo queste parole: Se acabe la semilla de los cobardes (si perda la razza dei co-
dardi). Questi e gli altri di cui ho parlato, si dividono in tribu; ciascheduna tribu /
e J. 137 governata da un Chacico, il quale assoluto padrone della vita e della morte di tutti 420
quei che gli sottostanno.
La maggior parte sono nudi o seminudi, e qualche pelle d'animale eilloro piú
elegante vestito. Usano armi e queste generalmente si riducono a tre: lancia, arco e
lazzo; la punta della lancia edi osso; quella dei dardi o penne, che scagliano coll'ar-
co, edi vetro. Illazzo si costituisce di due palIe, una di metallo, l'altra di nervi d'ani- 425
mali del volume ambedue di una biglia, attaccate all'estremitá di una [une pure di
412 arresa emend sI ex assalto
390 Los Pecherais, cfIII 864-868 (nota). Da la ubicación de estos pueblos en 1857. Los Arau-
canos, en efecto, habitaban el sur de Chile, pues no entrarían en el sur argentino.
408 Cf II 635.
425 Lazzo: son las boleadoras.

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Jesús Borrego
v
nervi di due metri circa; questa el'arma la piú terribile che usino i selvaggi, perché la
\\usano con tanta destrezza che alla distanza di cinquanta passi n'é quasi infallibile
il colpo.
430
Mi tratteneva a contemplare le naturali produzioni di quelle sopite intelligenze,
né mi sapeva persuadere come fossero astretti a trascinare una vita cosi meschina, e
poco men che brutale, mentre noi viviamo nel secolo dei lumi. La madre comune, la
natura insegna a quei della terra del fuoco, che, di quei che ho veduti sono i piú mi-
serabili eziandio moralmente parlando, a farsi certe barchette lunghe e strette, che
435 chiamano Canoé come una piccola arca! Uomini, donne, vecchi, giovani, ragazzi e
ragazze, cani, caccia, armi, fuoco, pesca, ecc., in tutto peró contempli miseria.
Dietro a diverse osservazioni inferimmo che eglino pure conservan o la idea di una
divinitá, e ció lo indicano gli urli misteriosi, accompagnati da certi movimenti, che
fanno sentire in certi tempi determinati; il comparire in tali giorni tutta dipinta la
440 faccia ed i capelli di un certo color rosso di cui ne ignoro il composto. Ma checché
ne sia, so che e difficile la loro conversione, e diró meglio la loro civilizzazione; ció
non ostante lo zelo degli operai della Chiesa / di Gesu Cristo non sta inoperoso, e p. 138
sebbene siano giá molte le vittime fatte da quegli sgraziati figli della natura, non di-
meno la terra quasi feconda dal sangue di quelle, ne va producendo dei nuovi, e la
445 vigna del Signore non lascia di render frutti per mancanza di coltivatori.
Intanto noi passavamo i nostri giorni nel Puerto-Galan senza poter far vela. 1
cibi principiavano a mancare, lo scorbutoera comparso fra noi, alcuni n'erano giá
morti e tutto chiamava le nostre serie riflesioni, le montagne da cui eravamo circon-
dati, la solitudine delluogo, i gagliardissimi venti che ad ogni istante pareva ci voles-
450 sera gettar fra gli scogli; e il pensiero che nessuno era men lontano di mille leghe da
cui implorare soccorso,ci teneva in continua agitazione ... 1 rari giorni in cui il tem-
po permetteva scendessimo in terra e erano di alcuna distrazione, perché otto o dieci
di noi uniti e ben armati onde assicurarsi dagli insulti dei selvaggi ci internavamo
in quei boschi, per dove si poteva penetrare a far caccia di certi uccelloni proprii
455 del luogo.
Il mare, internandosi nel continente, forma una piccola penisola sulla cui parte
piú elevata sorge una gran croce, erettavi forse quando Magellano visitó il primo
quei luoghi, imponendo aquello stretto il proprio nome. Dico ció perché sulla stessa
croce vi si leggono diverse date cui il tempo e le intemperie cancellarono in gran par-
460 te: la prima di esse pare rimonti all'epoca in cui passó per cola il detto celebre viag-
giatore, ed oh! quali sentimenti non eccitó nel mio cuore quella croce. Piú volte io mi
sedei a' di lei piedi, e col capo stretto in fra le mani e tutto concentrato in me stesso,
riandava col pensiero le meraviglie operate in ogni tempo da quel venerando segno
della nostra redenzione ed affrettava co' miei voti / il giorno in cui tutti gli uomini p. 139
465 non formeranno che una sola famiglia avente la stessa fede e lo stesso capo che e
Gesú Cristo.
'
Frattanto, come giá dissi, i giorni passavano e si aumentavano per conseguenza
435 Canoé: canoas.

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La Patagonia e le terre australi del continente americano pel saco Gio. Bosco
407
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i nostri affanni; poiché molti dei marinai erano giá caduti infermi, gli alimenti si fa-
cevano ogni di piú scarsi, i malumori si dilatavano come le male erbe in buon terre-
no, sicché non poteva a meno che rendersi sempre piú penosa la vita. Ma quando 470
meno ce l'aspettavamo, circa la meta di Novembre, potemmo uscire, sebben astento,
da quel tristo luogo che la lunghezza del tempo ce l'aveva reso ancora piú tristo, e
dopo trenta miglia circa di viaggio, potemmo riparare nella cosi detta Bahia-Bova.
L'aspetto di tale porto e piú tetro d'ogni altro, si per la sua posizione, si per la
sterilitá delle alte montagne di pietra che lo circondano dirigendosi dal Sud al Nord 475
per Est. All'Ovest poi per dove e la entrata si trova un'isola con sopravi pochi arbu-
sti. lo ricordo con dolore quest'isola perché nel mezzo vi seppellimmo un nostro
compagno di viaggio, io dico l'ottimo e mai abbastanza compianto Pietro Degiorgi
Piemontese. Questo giovane e valente pittore che lasció in Roma molti segni del suo
artistico e squisito ingegno, e che anche in mezzo ai disagi del viaggio si era occupa- 480
to a ritrarre diverse vedute, moriva quasi repentinamente fra le mie braccia, sulla
florida etá di 33 anni, vittima non tanto del cattivo clima di quelle regioni quanto
dei sofferti incomodi nel decorso di si lungo e penoso viaggio. Una croce che erigem-
mo sopra la sua fossa, additerá al viaggiatore la silenziosa terra che accoglie le ossa
l. 140 di lui, non che quelle di un marinaio, di una donna, / di due bambini che riposavano 485
nello stesso luogo, deceduti anch'essi a bordo del nostro bastimento per gli strapazzi
sofferti nel viaggio. Requiescant in pace.
Il dí 23 Novembre, aiutati da scarso vento, veleggiammo con un molto profitto
tutto il giorno, e sorpresi dalla notte vicino ad un piccolo seno forse innominato,
fummo obligati ad entrare per dimorarvi fino al 29 dello stesso mese, nel qual gior- 490
no si pote proseguire il viaggio, ma per poco tempo; imperocché appena eravamo
usciti da quello stretto malaugurato di Magellano che il vento soave, da cui il nostro
S. Giorgio era stato spinto fin sulle sospirate acque del Pacifico, si cambió di repente
in un tremendo uragano direttamente contrario, che ci ricacció nell'ultima bahia
dello stretto, difesa dal capo Pilar, chiamata Bahia della Misericordia.
495
Dopo tante burrasche e si gravi disagi da noi sofferti, tutto quivi concorreva a
farci desiderare la morte, o almeno abborrire la stentata vita che menavamo. La so-
litudine resa insoportabile dai continui pericoli, anzi dal pensiero che solo lddio, e
per miracolo, ci potesse ancor salvare; la mancanza dei marinai, dei quali tre o quat-
tro eran sepolti e gli altri gravemente infermi; l'evidente impossibilitá di trovar aiuto 500
da poter uscire da quel luogo, ben con ragione ci facevano temere che lo stesso no-
stro bastimento sarebbe stato presto il nostro sepolcro. Ma colui che ascolta sempre
la prece del travagliato,esaudiva benigno i nostri voti. Di fatti volgeva il quindicesi-
mo giorno che noi dimoravamo fra quegli orridi scogli colla sola e inutile compa-
476 Ovest corr ex ovest
473 Bahía-Boya: Debe tratarse de bahía Wulaia, situada al noroeste de la Isla Navarino y
que los yaganes 10 llamaban su país. Allí el 6 de noviembre de 1859 el misionero anglicano
Garland Phillips con varios marineros fueron masacrados por los nativos. S. KUZMANICH,
o.c., p. 80.

2.9 Page 19

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408
Jesús Borrego
V
505 gnia di alcuni selvaggi, che di quando in quando si avvicinavano al nostro bastimen-
to coi loro canoé, ed ecco compa- / rire un piroscafo diretto alla nostra volta. Non e p. 141
a dire quali e quante speranze a tal vista non nascessero nei nostri cuori, qual copia
di lieti pensieri non rallegrasse la nostra mente a si inaspettata comparsa! Avvicina-
tosi il piroscafo si ferma in mezzo all'entrata della Bahia alla distanza di cento metri
510 incirca dal nostro bastimento, e mentre tutti stavamo, senza batter palpebra, osser-
vandone i pió minuti movimenti vedemmo gettare uno schifo, che senz'altro indugio
mosse veloce verso di noi, portando un officiale di marina, quel caro José-Dolores
Salamanca, che veniva a comunicarci gli ordini che il comandante del piroscafo (del-
la distinta famiglia Scala della repubblica Chilena) aveva ricevuti dal supremo go-
515 yerno del Chilí, di fare cioé diligenti indagini del nostro bastimento e, trovatolo,
somministrarci tutto il bisognevole.
Stavamo dunque tutti in sulla poppa contemplando, senza saziarci, il nostro
salvatore, ed ascoltando nello stesso tempo con quel piacere che puó immaginare
ognuno le consolanti parole che uscivano dallabbro del giovane officiale. Quando,
520 (-) che e, che non e?, (-) scorgiamo sull'amico vapore accelerati movimenti, un
correre senza posa dei naviganti, un gettar delle lancie e degli schifi, e un rumore
udiamo di confuse e lamentevoli voci. Ahime! che vorrá egli mai dir tutto ció? .. Un
momento di pazienza, che giá s'avanza celere uno schifo... esso ben cene portera la
notizia, ed ahí!... notizia lacrimevole e fatale! Il vapore e perduto! il nostro liberatore
525 ha bisogno di essere liberato... Il salvator nostro ci grida che lo salviamo!...
lo scrivo cose ch'io stesso ho veduto e chi mi paion sogni, ma se per poco vi
penso, mi sento ancor oggi tutto abbrividire. Cento e cinque persone stavano su
quello sgraziato vapore e la maggior parte ancor coricate / nel momento ch'esso ave- p. 142
va rotto in quegli scogli fatali ed appena ebber tempo a levarsi, e cosi vestiti o da ve-
530 stire salvarsi mediante i pronti soccorsi apprestati loro eziandio dalle nostre lancie.
Del resto, piroscafo, provigioni e bagagli, tutto fu in meno d'una mezz'ora inghiotti-
to dai flutti vorticosi.
1 selvaggi accorsi coi loro canoé, dividevano con noi le nostre cure, e le grida la-
mentevoli che mandavano, spinti dal solo natural sentimento d'umanitá, facevano
535 piú pietosa la scena, e piú commovente ancora.
Ma fra diversi affetti e spaventosi pensieri che avevano agitato l'animo nostro,
si alzava ora gigantesco quello della morte piú vicina. Né era immaginario, perché
eravamo circa dugento persone da alimentare, e ci rimanevano pochissimi cibi, e per
arrota alla derrata il vento infuriava piú che mai, e il bastimento era mal sicuro per
540 la fatta perdita delle ancore, delle quali non era rimasta piú che una piccolissima.
Dunque, a morir di fame o, infranti fra gli scogli, sarebbe stata la nostra dura ed
inevitabil sorte, se quel Dio, a cui obbediscono i venti e la natura, mosso non si
avesse a pietá di noi. E furo no appunto le comuni preghiere, che giorno e notte diri-
gevamo a Dio, quelle che ci liberarono da si spaventoso pericolo. Di fatti erano ap-
545 pena trascorsi due giorni dal fatale naufragio, che coll'aiuto d'un mediocre vento
523 s'avanza] s'avvanza B

2.10 Page 20

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La Patagonia e le terre australi del continente americano pel saco Gio. Bosco
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v
che spirava, e quello dei nuovi marinai acquistati, potemmo abbandonare quella
stanza di dolore, e dopo 14 giorni d'un vento regolare, e di un viaggio abbastanza
buono, entrare nel giá troppo sospirato porto di Valparaiso, dove giungemmo la
mezza notte del 30 Dicembre. Per regolamento di quel porto non si permette di sbar-
J. 143 care che a giorno / fatto, cioé alle otto del mattino, momento che noi tutti aspettava- 550
mo con indicibile impazienza. Ma, come Dio volle, giunse finalmente la benedetta
ora e giá eravamo circondati da una folla di Chileni che ci accolsero con quel piacere
stesso (che giá era stato pubblicato nei giornali il nostro naufragio), con.cui si riceve
una persona cara creduta morta, e ci colmarono di tutta quella affet[t]uosa cordiali-
che e propria del carattere Chileno. Dopo alquanti giorni arrivammo a Santia- 555
goj.] capitale della repubblica, e cosi ebbe fine questo disastroso viaggio, i cui perico-
li, piú volte per yero miracolo superati, restarono sempre impressi nella mia memo-
ria, e mi ricorderanno in ogni tempo l'obbligo che mi corre di ringraziare la Divina
Provvidenza, che mi serbó ad affaticarmi nella sua mistica vigna, coll'esercizio del
mio sacerdotale ministero.
560
Varie Missioni si tentarono ancora a' giorni nostri tra i Pamperos ridotti cioé
che giá direttamente dipendono dalla Repubblica Argentina, si ha speranza di felice
risultato.
Molti indigeni insieme con i nostrali accondiscesero volentieri ad abitare in pae-
selli o cittá da poco costrutte e questi per lo zelo veramente Apostolico di Mons. 565
Aneyros[,] arcivescovo di Buenos-Ayres[,] giá poterono avere un prete che li istruisca
nella Religione Cristiana e li mantenga nella pratica dei Santi Sacramenti.
Anche tra i selvaggi si fecero de' nuovi sforzi. Abbiamo sentito con somma
gioia che i Benemeriti Padri La[z]zaristi da 4 anni iniziarono tra loro una missione
562 Repubblica corr ex repubblica
561 « Vi sono tre o quattro missioni; hanno un sussidio dal Governo, ora pero ridotto ».
ASe 273.31.1, carta de don Cagliero a don Chiala, 19.4.1876.
565 Cf Introducción, nota 107. Ciertamente la labor y « gestiones del Arzobispo Aneiros en/a-
VOl' de los indios hasta la conquista del desierto» -(título de la conocida obra de S. COPELLO)-
se orienta exclusivamente a los indios pampas o puelches, que habitan por encima del río Colo-
rado. Una interesante labor de diálogo, para negociar la paz entre los caciques y el gobierno
argentino, que el arzobispo de Buenos Aires considera base indispensable de una real evangeli-
zación, emprendida: - con la institución (3.12.1872) del «Consejo o Comisión para la conver-
sión de los indios al catolicismo », acontecimiento recogido en Turín por la revista «Museo de-
lle Missioni Cattoliche » [16 (1873) 63]; - con sus visitas pastorales a Azul (1873), a 25 de
Mayo (1873), a Bragado (1874)...; - Ycon el establecimiento de auténticas misiones « también
entre los salvajes », encomendadas a...
569 «Los beneméritos Padres Lazaristas ». Desde 1874 los padres Fernand Meistre (1832-
1902), Georges Salvayre (1847-1899) desde Azul llegarán hasta Bragado, por una parte, y
hasta Carhué y Salinas Grandes, por otra. Al mismo tiempo el padre Emilio Savino (cf Intro-
ducción, nota 108) evangelizaba en Los Toldos la tribu de Coliqueo, que debió abandonar en
octubre de 1876, ofreciéndose al arzobispo para ir a regentar el curato de Carmen y Mercedes
de Patagones, ya aceptados por los lazaristas en febrero de 1873. En febrero de 1877 llegaba a

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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410
Jesús Borrego
V
570 che ha giá prodotto molto del bene e speriamo sará un focolare destinato a produrre
tra quei selvaggi i frutti piú abbondanti.
Ci rincresce che per quante ricerche si siano fatte queste sono le sole notizie che
si abbiano potuto trovare riguardo alle Missioni nella Patagonia. /
VI
CONCLUSIONE (*)
p.144
STATO PRESENTE DELLA PATAGONIA
ABITANTI - E impossibile calcolare con precisione il numero degli abitanti di que-
ste regioni. Non essendo ancora state percorse nell'interno da alcun dotto viaggiato-
5 re neppure si puó dare un numero che sia probabilmente approssimativo; ció che si
puó dire di piú certo si e che piú si fanno studii, piú uno si capacita dovere il numero
degli abitanti essere grande. Non si saprebbe dar ragione di molte cose fin'ora de-
scritte se il numero degli abitanti non fosse maggiore di quello che ordinariamente si
dice in libri di geografia e nelle descrizioni di viaggi. La cosa che piú fa arguire il nu-
lO mero sterminato d'Indi che popolano i confini del territorio della repubblica Argen-
tina e del Chilí si e che a malgrado degli sforzi del governo di Buenos-Ayres e di
Santiago non si pote ancora soggiogare quelle tribu, le quali molte volte portano im-
portanti risultati sopra i bianchi. Eppure questi hanno cannoni e fucili a disposizio-
ne, armi bianche d'ogni genere; sono ben ammaestrati nell'arte militare; con tutto
15 ció molte volte restano sopraffatti dagli Indi. Come avverrebbe ció se quelli non fos-
sera in numero straordinario? E poi da tre secoli i bianchi fan loro guerra di stermi-
nio, massacrano senza pietá quelli che loro si presentano; molti ne fan prigionieri.
Come potrebbero ancora resistere se le loro tribu non fossero state numerosissime?
E da aggiugnersi che non hanno i Patagoni mezzi di farsi pervenir le notizie; non
20 strade, non communicazioni. Quelli adunque che combattono contro gli Argentini
od i Chileni, sono solamente le tribu limitrofe; quelli del mezzodi non mandano né
aiuti né soldati. Eppure si hanno notizie da pochi mesi, che indicano in un sol punto
esser radunate alcune migliaia di selvaggi atti a portare / le armi. Ora la Patagonia p. 145
Carmen: « el único que asomó a la Patagonia, fue clave de la entrada salesiana a la tierra de los
sueños de don Basca », siendo consejero y amigo de los salesianos don Costamagna, don Fag-
nano y, sobre todo, del provincial, don Francesco Bodratto; y dejando comprados terrenos
para establecer la residencia y dos escuelas, una para niños y otra para niñas. Cf S. COPELLO,
o,c., pp. 53-95; R. ENTRAIGAS, o.c., vol. I1, pp. 146-148; Juan E. BELZA, Sueños Patagónicos.
Buenos Aires, Instituto .de Investigaciones Históricas Tierra del Fuego 1981, pp. 42-45.
(*) FUENTES de la CONCLUSION VI 1-223:
Es lo más original de don Basca, aún recopilando en VI 1-94 ideas ya expuestas en la Parte III;
y en VI 95-171 aprovechando varias cartas de don Cagliero, como se indica oportunamente;
172-216 Don Basca.
7 Número «grande» de habitantes, que transforma en «incalcolabile» en G. BARBERIS, o.c., p.
154 (Apéndice 1, p. 421), y en «innumerevoli selvaggi» en BS (febbraio 1880): Apéndice 2, p. 423.