Il profilo biografico dì Giovanni Delmastro (1861-1879)
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compagnati dai loro padri, e col loro piccolo corredo, muniti di una mia alla Rev.ma
direzione dell'oratorio di D. Bosco, partirono il primo d'agosto, da me benedetti,
per Torino.
Arrivati tutti e quattro in Torino, contenti e giulivi andarono subito in Via Cot-
tolengo nell'oratorio di S. Francesco di Sales, e lì furono introdotti in portieria nel-
l'ufficio di ricevimento dal M.to Rev.do D. Bologna. Questi lesse la mia lettera, guar-
dò i due padri e i loro due figli, rimase a bocca aperta, e cogli occhi inarcati disse: —
A me non consta la vostra venuta, non l'accettamento dei vostri figli in questo Col-
legio. — Eppure la veda, legga lì, il nostro parroco ci ha mandati... — Ma è ben le-
pido il vostro paroco, senza farne dimanda ad alcuno, mandar qui due giovani, e
che subito si debbano accettare; che si crede quel Signore? —- La mi perdoni, Signo- 68
re, ha dimandato, ha parlato il nostro parroco lui come lui propose a D. Bosco, che
l'ha trovato tanto buono; legga quella lettera lì, la mi scusi...
Il povero D. Bologna, trasecolato, caccia la testa nelle palme, chiude gli occhi,
pensa, non gli sovviene di nulla. Da mano a registri, volta, e rivolta fogli, i quattro
intervenuti non tirano il fiato, non muovono palpebra. Finalmente il D. Bologna
sorridendo maliziosamente: — Oh disse: ho trovato qui una nota che si è risposto al
vostro parroco in data 27 giugno, che i due giovani, di cui egli, che se sono buoni sa-
ranno accettati, ma mediante L 24 mensili di pensione oltre il corredo; in caso di
aderire, ci scrivesse ancora; prendete, leggete. — Ma il nostro parroco è poscia venu-
to ed ha parlato a D. Bosco che ha accettati i giovani gratuitamente, e gli ha detto di
farci venire in principio di agosto, e noi... Qui il D. Bologna si annuvolò tutto. Die
di piglio a quei registri, guardò, frugò, rivoltolli tutti, ma nulla di nulla e disse loro:
— Questa è una sorpresa del vostro parroco.1 Se non si pagano anticipatamente lire
24 per due mesi i vostri figli non sono accettati, andate. -— Ma, mi scusi, D. Bosco, il
parroco... — Andate. Ho altro a fare; e rivolgendosi ad altro là venuto, ripetè sul
serio, andate.
I miei quattro, due dei quali col loro fardello sotto braccio, l'un dietro a l'altro,
coll'istesso passo che si va al supplizio uscirono di là, andarono nel cortile | tutto 69
pieno di giovani allegri, dal volto illare, dall'aspetto gioviale, placido, tranquillo; ed
essi mogi mogi, senza parola, il Delmastro piangeva, piangeva fino forte.
Ed adesso che fare? bisognerebbe parlare proprio a D. Bosco; ma ci sarà, e si
potrà. In quello passò presso loro un giovane vestito con cotta talare, un chierico di
buon cuore e si fermò a guardarli con commiserazione. Allora il padre Delmastro,
supplichevole chiese a quel chierico, se v'era D. Bosco. — Sì, rispose quel buon chie-
rico, tutto benigno. — Gli si potrebbe parlare, anche da noi? — Sì certamente, parla
con tutti. — E dove sta? — Venite meco — e li condusse per quelle scale sino presso
là dove era il Rev.do D. Bosco. Gli esposero ogni cosa. Il D. Bosco accarezzò come
fosse loro padre i due giovanetti, lesse la lettera, prese un pezzetino di carta, e vi
scrisse sopra, quindi lo diede loro, dicendogli poveri giovinetti, poveri padri, portate
questo biglietto al D. Bologna, essi sono accettati, salutate il vostro parroco.
II Sac.te D. Bologna, lesse quel biglietto, si strinse nelle spalle: — Questo, disse,
non è secondo la regola dello stabilimento, ma quando parla D. Bosco, quando
dice lui, è tutto detto, è tutto finito. E li fece condurre dando ordini dove dovevano
essere collocati quei due giovani. — Oh che gioia! Oh che contento provavano
ormai tutti!
1 Proprio così perché me l'ha anche scritto a me.