TRA I « DOCUMENTI » DELLA STORIA: L'ESPERIENZA VISSUTA
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tutte le attività, comprese quelle in qualche modo « riflesse ». Tutte,
senza distinzione, si rivelano nelle intenzioni e nelle modalità eminente-
mente funzionali. « E' l'impegno d'un uomo positivo, un ingegno che
vuole il concreto e il reale, e rifugge da tutto ciò ch'è pura parola. Il
senso del reale apparisce nel suo parlare come nel suo agire, come per-
fino nell'ascoltare altrui (...). L'Uomo è ispirato e condotto da Dio, e gli
obbedisce e si confida in Lui: ma è pure uno spirito pratico e realisti-
co, che non va dietro a fantasie, e misura i suoi passi, sia pure col me-
tro di Dio ».4
Uno dei primi studiosi del sistema di educazione praticato e pro-
posto da Don Bosco, Bartolomeo Fascie, trovava in lui una « mente so-
stanziata di praticità e di buon senso, aliena dalle astrattezze, dalla teo-
ricità e dall'intellettualità pura »,5 concludendo che « questa sobria pra-
ticità era poi uno dei suoi distintivi più spiccati».6 Don Bosco stesso,
del resto, sembra quasi tracciare l'autoritratto quando, vicino ai sessantan-
ni, racconta del passaggio dagli studi di teologia nel seminario di Chieri
al Convitto ecclesiastico di Torino e dà di questo la seguente non im-
parziale caratterizzazione: « Il Convitto Ecclesiastico si può chiamare un
complemento dello studio teologico, perciocché ne' nostri seminarii si
studia soltanto la dommatica, la speculativa; di morale si studia soltanto
le proposizioni controverse. Qui si impara ad essere preti ».7 « Egli è
tutto vita e vita straripante da ogni parte », scrive un altro autore che
ha tentato un profilo della sua spiritualità di uomo di azione.8
4 A. CAVIGLIA, O.C., pp. 96-97. Anche J. Aubry sottolinea in Don Bosco il rea-
lismo del costruttore (in G. Bosco, Scritti spirituali. Introduzione, scelta dei testi
e note a cura di J. Aubry. Città Nuova editrice, Roma 1976, vol. I, pp. 35-38).
5 B. FASCIE, Del metodo educativo di Don Bosco. Fonti e commenti. SEI,
Torino 1927, p. 20.
6 B. FASCIE, O.C., p. 22.
7 MO 121.
8 P. CRAS, La spiritualité d'un homme d'action: saint Jean Bosco, in « Vie
Spirituelle» 20 (1938), t. LIV, janvier-mars, pp. 278-292; sul primato dell'azione
scrive pure E. VALENTINI, La spiritualità di Don Bosco, in « Salesianum » 14 (1952)
132-133; sul Service de Dieu par l'action, sulla sainteté par l'action, quale nota
caratteristica della personalità e della spiritualità di Don Bosco, pone l'accento F. Des-
ramaut in una pregevole monografia su Don Bosco et la vie spirituelle (Beauchesne,
Paris 1967, pp. 236-244, 265-266), concludendo: « ... à coup sûr, Don Bosco n'a
jamais éprouvé la moindre tentation de quiétisme » (p. 266); e P. Brocardo elabora
un attendibile saggio su Don Bosco « profeta di santità » per la nuova cultura del-
la prassi, dell'azione, del lavoro (nel vol. Spiritualità dell'azione, a cura di Mario
Midali. LAS, Roma 1977, pp. 179-206).