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studi e le caratteristiche della formazione, il reclutamento e le condizioni di ammis-
sione degli aspiranti, la scuola e gli esercizi di pietà, gli insegnanti e gli esami, la vita
nella comunità educativa, la lingua ufficiale e i dialetti, l'igiene, la disciplina e la cen-
sura, le vacanze, l'allontanamento e la partenza degli aspiranti, le manifestazioni
culturali (musica, teatro, film), lo sport e le feste.
Anche la terza parte offre un panorama, di carattere più specificamente storico,
riguardante l'ispettoria salesiana olandese: la continuazione dell'aspirantato di U-
gchelen a 's-Heerenberg (1958-1970). Considerando che la casa di Ugchelen era sem-
pre troppo stretta e che era impossibile ampliarla a causa di una strada statale che
veniva costruita nella vicinanza, si andava a cercare una nuova sede. «Bonifatiu-
shuis», sulla frontiera tedesca, precedentemente casa di formazione dei Padri Bian-
chi, comprata il 27 agosto 1958, veniva ristrutturata e trasformata da seminario a
internato e scuola. Nel 1959 i salesiani e gli aspiranti si trasferirono nella nuova
«Huize Rua» a 's-Heerenberg. Nel 1960 «Huize Rua» a Ugchelen viene venduta. A
sua volta la nuova sede di 's-Heerenberg verrà chiusa nel 1970 e il 6 gennaio 1975
viene venduta.
Nel secondo contributo si osservano più da vicino alcune caratteristiche dell'e-
ducazione salesiana nella «Huize Don Rua» e in particolare della vita religiosa,
quali venivano realizzate dai salesiani (la maggior parte dei quali era stata formata
in Italia). L'A. segnala che l'impostazione dei salesiani non teneva conto del conte-
sto olandese né delle mutate circostanze del tempo. Il proprium salesianum che nel
periodo 1942-1959 distingueva la «Huize Don Rua» dagli altri aspirantati e piccoli
seminari olandesi, secondo l'A., consisteva nella «italianità», nel carattere legalistico
della virtù di obbedienza, nella purezza circondata da rigorismo e ansia, nell'accen-
tuazione delle «petites vertus», nell'assenza di ogni attenzione alla dimensione socia-
le e politica, e nell'esclusione sistematica di influssi esterni (giornale, radio, film,
libri), considerati pericolosi per l'ambiente educativo chiuso. Per ciò che riguarda la
vita di preghiera degli aspiranti, i salesiani erano praticamente insensibili ai frutti del
rinnovamento liturgico in Olanda, e usavano solo testi di preghiera e devozioni che
don Bosco aveva già promossi nel suo tempo. L'A. dedica anche alcune considera-
zioni alla paura del sesso e alla paura del mondo (vacanze, corrispondenza, visite,
escursioni). Egli apprezza positivamente il senso della povertà come pure quella
sfera difficilmente definibile che è tipica del «sistema preventivo in atto» (p. 112),
con tutti i valori educativi connessi con questo.
Il libro offre inoltre, in appendice, una specie di vocabolario dei termini «sale-
siani», dei nomi e delle regole che erano usuali nella «Huize Don Rua» (pp. 137-
153). Il volume è illustrato con alcuni quadri del salesiano J. van Schagen. La «pre-
fazione» (pp. VII-VIII) è di A. Asma, ispettore dei salesiani in Olanda.
Le fonti che gli Autori hanno potuto utilizzare per il loro lavoro, seppure in
modo limitato, comprendono la cronaca della «Huize Don Rua» (1942-1959), i con-
tratti di compra e vendita, i verbali del consiglio ispettoriale, l'archivio dell'archidio-
cesi di Utrecht, informazioni provenienti da numerose interviste. Inoltre utilizzano
studi riguardanti la Chiesa in Olanda, e studi sull'opera educativa e sul metodo edu-
cativo di don Bosco. Soprattutto nella seconda parte l'A. avrebbe potuto trovare in