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Recensioni
vestrini, «che ci restituisce il clima delle varie "fasi", o addirittura "epoche", che si
sono succedute in questo cinquantennio, dagli inizi eroici e tormentati, al fiorire
delle opere visibili (tutto insieme, quasi d'incanto), ai momenti di passaggio e crisi
di orientamento, nell'età del consumismo, del post-concilio o della protesta giovani-
le» (pp. 5-6).
Questo libro, «nato dalla volontà degli ex-allievi specie dei primi tempi, e dei
salesiani» (p. 487) e affidato alla cura e al progetto di Antonio Tassani (cf ivi), viene a
redimere le carenze di «Liberi per la fede e per l'amore. Istituto S. Luigi di Forlì (1887-
1987)», uno studio di Franco Zaghini stampato in Bologna dalla Scuola Grafica
Salesiana nel marzo 1988, nel quale, su un totale di 170 pp., soltanto una quindicina
è stata riservata al mezzo secolo dei salesiani.
Il volume, tipograficamente ambizioso, di Tassani si apre con la presentazione
del card. Achille Silvestrini, seguita da un ringraziamento e da un auspicio di don
Gaetano Galbusera, superiore dell'ispettoria salesiana adriatica, e si chiude, dopo
un'appendice e una nota del curatore, con la postfazione di Francesco Traniello,
ordinario di Storia contemporanea all'Università di Torino.
Fra questi estremi si svolge, nelle due parti in cui è distinto il volume, «l'intrec-
ciarsi delle vicende dell'opera salesiana con quelle della città» (p. 7).
Di tali vicende forniscono una panoramica di largo respiro i temi di fondo trat-
tati dallo stesso curatore, e cioè «La fondazione tra guerra e ricostruzione
(19421949)» nella prima parte e «Lo sviluppo delle opere salesiane», dal 1949 in poi,
nella seconda parte.
Alla «bella ricostruzione forlivese» (p. 5) fanno riscontro sia i documenti, le te-
stimonianze, i profili, che hanno coinvolto più di una settantina di firme in grande
maggioranza di estrazione oratoriana, sia il repertorio fotografico, abbondantemen-
te superiore alle cinquecento unità. Una nota di colore danno otto litografie e nove
acquerelli, ulteriore omaggio di oratoriani.
A lettura fatta non si può negare d'aver acquisito una informazione sufficiente-
mente complessiva sul come è nata, è cresciuta, si è articolata — pur tra difficoltà di
varia natura — l'opera salesiana non sorda alle sfide delle mutevoli condizioni cultu-
rali e sociali.
Bisogna però riconoscere che, nel quadro generale, emerge più incisivamente la
fase della fondazione e del periodo bellico tragicamente culminata nel vespro del 10
dicembre 1944 con le macerie di S. Biagio e le loro 19 vittime. Del resto quasi metà
del volume vi si trattiene.
A far la parte del leone, successivamente, è l'oratorio S. Luigi, di cui peraltro
non vengono taciute le alterne vicende che lo segnano, in particolare a cominciare
dagli anni sessanta.
Sulla parrocchia di S. Biagio i diversi interventi testimoniano l'indubbio risve-
glio seguito al nuovo impulso dato dai salesiani; manca tuttavia una trattazione
organica.
Più fortunato — a continuazione di quanto già delineato da Tassani — il di-
scorso sull'istituto Orselli Santucci, grazie soprattutto agli aggiornamenti di Pasqua-
lantonio Santoro sul convitto e sul centro di formazione professionale.
In una valutazione di carattere generale va notato, che una compilazione co-
struita con il concorso individuale di tanti non poteva non correre il rischio delle
ripetizioni — ce ne sono, infatti — e del saliscendi cronologico, richiesto dalle esi-
genze tematiche. Disturbano, poi, non poco, gli inserti nel bel mezzo del testo.