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NASCITA E SVILUPPO DELLE STRUTTURE
DELLA SOCIETÀ SALESIANA NELLA MITTELEUROPA
COME PROVA DELLA VIVACITÀ DEL CARISMA:
L’ANALISI DEL CASO POLACCO
Stanisław Zimniak *
Introduzione 1
Il rigoglioso sviluppo e l’espansione mondiale della società di San Fran-
cesco di Sales costrinsero il fondatore don Giovanni Bosco (1815-1888) e i
suoi collaboratori più stretti a formare una struttura gestionale adeguata alle
sue necessità2. Durante il I Capitolo Generale della società salesiana, svoltasi
a Torino nel 1877, furono stabiliti i criteri e le linee guida della sua suddivi-
sione in ispettorie (province) che potessero garantire una gestione efficace
delle strutture preservando i valori individuali e comunitari. Tra i criteri più
importanti presi in considerazione per effettuare la suddivisione vi furono:
l’omogeneità di usanze, le condizioni climatiche, l’affinità dello stile di vita3.
Non si può non ricordare qui l’idea dell’unità della congregazione, lanciata da
don Bosco, espressa dalla persona del superiore generale, che avrebbe riunito
* Salesiano, segretario di coordinamento dell’Istituto Storico Salesiano. Testo originale:
S. ZIMNIAK, Powstanie i rozwój struktur Towarzystwa Salezjańskiego w Polsce, in «Seminare»
22 (2005) 7-33. La versione italiana del testo è stata lievemente ritoccata dall’autore che ha
voluto aggiungervi qualche altro dato.
1 L’elenco delle abbreviazioni usate:
ASC
– Archivio Salesiano Centrale, Roma.
AVA-CUM – Allgemeines Verwaltungsarchiv – k.k. Ministerium für Cultus und Unter-
richt a Vienna.
DBS
Dizionario biografico dei Salesiani, a cura dell’Ufficio Stampa Salesiano,
Torino 1969.
EG
Elenco Generale della Società di S. Francesco di Sales.
RSS
– “Ricerche Storiche Salesiane”. Rivista semestrale di storia religiosa e ci-
vile. Roma, LAS (ed. 1982 r.).
VRC
– Verbali delle Riunioni Capitolari.
WS
– “Wiadomości Salezyańskie” (dal 1897).
2 Nel 1875 don Giovanni Bosco aprì il primo istituto educativo all’estero, a Nizza in
Francia. Lo stesso anno inviò i primi salesiani in Sudamerica; vedi capitolo Verso l’universa-
lismo geografico (1875-1877), in: P. BRAIDO, Don Bosco prete dei giovani nel secolo delle li-
bertà. (Istituto Storico Salesiano - Studi, 21), 2 voll. Roma, LAS 20032, vol. II, pp. 129-161.
3 Si veda M. VERHULST, Note storiche sul Capitolo Generale I della Società salesiana
(1877), in “Salesianum” 4 (1981) 867; ASC D868, Capitolo Superiore dal 15 maggio 1878
all’8 febbraio 1879, Quaderno II 72-73.

1.2 Page 2

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102 Stanisław Zimniak
e unificato tutti i confratelli. Posto al centro della comunità, il superiore non
avrebbe dovuto essere quindi limitato nel suo potere esecutivo da strutture in-
termedie come, in questo caso, le ispettorie. La funzione degli ispettori (pro-
vinciali) avrebbe dovuto “rendere presente” il superiore generale tra i membri
della congregazione che erano a lui affidati. È bene sottolineare che per don
Bosco il mantenimento della dimensione familiare e dell’azione comunitaria
della congregazione erano elementi irrinunciabili. Questi valori non avreb-
bero dovuto soffrire a causa della suddivisione della società salesiana in ispet-
torie. Al contrario, nell’intento del fondatore, l’atto dell’erezione delle unità
amministrative doveva servire non solo a perfezionare la gestione da un punto
di vista meramente formale, ma soprattutto ad integrare l’ “unità interna e l’ar-
monia familiare” della congregazione4. Basandomi sulle fonti documentali e
sulle pubblicazioni esistenti nella materia da me studiata cercherò di presen-
tare in questa sede in quale misura le delibere e le premesse ideologiche citate
sopra siano state applicate nella realtà.
Indubbiamente, non sempre i criteri elencati governarono lo sviluppo
iniziale delle strutture salesiane. In un primo momento essi avevano piuttosto
un carattere privato, cioè vigevano all’interno della congregazione salesiana
(senza l’approvazione della Santa Sede). Inoltre, il responsabile dell’unità
amministrativa qual era l’ispettoria prendeva decisioni praticamente a sua di-
screzione. In effetti, nel periodo iniziale i consigli ispettoriali non esistevano
proprio. Le strutture intermedie sarebbero sorte col tempo per venire incontro
a esigenze nuove, in particolare quelle connesse alla formazione e alle quali-
fiche professionali dei membri della congregazione.
L’esame della genesi e dello sviluppo delle strutture della congregazione
salesiana in Polonia non può prescindere dalla situazione geopolitica del Paese
tra i secoli XIX e il XX. Vale la pena di notare che per i salesiani la strada
verso le terre polacche poteva passare soltanto per il territorio dell’Impero
Austroungarico, dove i polacchi di Małopolska (Galizia) godevano, dal 1861,
dell’autonomia politica che permetteva, tra l’altro, l’uso della lingua polacca
nelle istituzioni pubbliche e lo sviluppo indipendente della cultura polacca5.
4 Si veda T. VALSECCHI, Origine e sviluppo delle ispettorie salesiane. Serie cronologica
fino all’anno 1903, in RSS 3 (1983) 256; G. RAINERI, La comunità ispettoriale salesiana, in:
La Comunità Salesiana. (= Colloqui sulla vita salesiana, 4). Torino-Leumann, LDC 1973, p.
55; Esposizione alla S. Sede dello stato morale e materiale della Pia Società di S. Francesco di
Sales nel marzo del 1879. Sampierdarena, Tipografia Salesiana 1879, p. 5; P. STELLA, Don
Bosco nella storia della religiosità cattolica, vol. I: Vita e opere. Roma, LAS 19792, p. 212.
5 Si veda S. KIENIEWICZ, Historia Polski 1795-1918. Warszawa, PWN 1969, pp. 306-
316; H. WIERSZYCKI, Historia polityczna Polski 1862-1918. (= Historia i teraźniejszość, 1).
Paris, Libella 19792, s. 23 nn.

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…società salesiana nella Mitteleuropa… l’analisi del caso polacco 103
La Chiesa Cattolica, specialmente negli ultimi anni dell’Ottocento, poté svi-
luppare in Galizia un’attività sociale piuttosto diversificata6, contribuendo
alla rinascita del popolo polacco con l’attività dei numerosi ordini religiosi
già presenti e delle nuove congregazioni, inclusa quella Salesiana. Ciò era, in-
vece, del tutto impossibile sui territori polacchi spartiti tra la Prussia e la
Russia. Le potenze occupanti applicavano in quei territori una politica antipo-
lacca, germanizzando e russificando le dimensioni sociale e culturale della
società polacca. La Chiesa cattolica, vista come portatrice e propagatrice dei
valori di “polonità”, era oggetto di particolari restrizioni. Considerata questa
realtà, diventa chiaro che l’inizio dell’attività dei salesiani poteva avere luogo
soltanto nella regione di Małopolska (Piccola Polonia) e in nessun’altra.
1. Verso le strutture “nazionali” (1892-1905)
Nel 1887 fu accolto nella congregazione salesiana il principe August
Czartoryski (1858-1893) che, insieme ad un altro polacco, Wiktor Grabelski
(1857-1902), il 24 novembre dello stesso anno ricevette la veste religiosa
dalle mani del fondatore7. Quell’anno don Bosco aveva inviato i primi sale-
siani a Trento per avviare la prima opera educativa nell’Impero degli
Asburgo8. Il progetto del successore di don Bosco, don Michele Rua (1837-
1910), di porre a capo della prima missione dei salesiani in Małopolska il
principe August Czartoryski9, di fresca ordinazione sacerdotale, non andò a
buon fine per la malattia del principe. Perciò questa storica missione fu affi-
data a don Bronisław Markiewicz (1842-1912), che aveva professato i voti
religiosi il 25 marzo 1887 alla presenza di don Bosco. Don Markiewicz arrivò
in Polonia nel 1892 per conoscere il territorio e iniziare il lavoro educativo e
6 Si veda M. DE˛ BOWSKA, Akcja społeczna w archidiecezji lwowskiej za rządów arcy-
biskupa Józefa Bilczewskiego 1901-1923, in “Archiwa. Biblioteki i Muzea Kościelne” 61
(1992) 225-374.
7 Si veda K. SZCZERBA, Kontakty Polaków z Księdzem Janem Bosko, in “Seminare”
(1987-1988) 130 ss; S. ZIMNIAK, Salesiani nella Mitteleuropa. Preistoria e storia della
provincia Austro-Ungarica della Società di S. Francesco di Sales (1868 ca.-1919). (Istituto
Storico Salesiano - Studi, 10). Roma, LAS 1997, pp. 72-73.
8 Si veda S. ZIMNIAK, Salesiani nella Mitteleuropa…, pp. 101-104.
9 “Don Rua, nostro Superiore Generale, mi ha detto che avrebbe mandato il principe Au-
gust a capo della spedizione salesiana in Polonia, probabilmente anch’io ne farò parte […]” let-
tera di don Bronisław Markiewicz a suor Maria Ksawera Czartoryska, superiora del Carmelo
di Cracovia, del 5 luglio 1889, in: SACRA CONGREGATIO PRO CAUSIS SANCTORUM, Beatifi-
cationis et canonizationis Servi Dei Augusti Czartoryski. Sacerdotes professi Piae Societatis
Salesianae. Roma, Tipografia Guerra s.r.l. 1978, p. 107.

1.4 Page 4

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104 Stanisław Zimniak
apostolico a beneficio della gioventù10. In effetti, già nel corso dello stesso
anno e operando in condizioni molto precarie avviò l’opera salesiana in una
frazione detta Miejsce (l’odierna Miejsce Piastowe), dove aprì una Casa di
don Bosco. Fu la prima opera salesiana sul territorio polacco11 e la seconda
nell’Impero austroungarico. Sarebbe impossibile riassumere qui le sorti
complesse di quell’opera. L’apertura della casa fu indubbiamente dettata
dalla necessità di venire incontro ai bisogni dei giovani polacchi che in quel
periodo emigravano verso gli istituti di don Bosco situati in Piemonte. Ba-
sterà ricordare un fatto significativo: al momento dell’ordinazione sacerdotale
del principe August Czartoryski, a Torino soggiornavano oltre cento giovani
provenienti da diverse regioni della Polonia occupata da potenze straniere12.
Il fenomeno si sarebbe rivelato vantaggioso per l’opera salesiana in Polo-
nia perché proprio dalle file di quei giovani sarebbero poi emersi i suoi quadri
dirigenti. Così la Società salesiana poté svilupparsi con una certa rapidità in
Polonia, e numerosi polacchi parteciparono all’attività missionaria della con-
gregazione13. Senza dubbio ciò contribuì alla creazione delle strutture locali
che operavano appoggiandosi al personale nazionale. Si realizzò, quindi, una
crescita netta e dinamica dell’opera salesiana nel Paese, e i polacchi occupa-
rono posti di primaria importanza nelle strutture religiose dell’Europa Cen-
trale. Bisogna anche ricordare che proprio le strutture salesiane polacche die-
dero impulso alla nascita delle nuove strutture locali nei Paesi del vecchio
Continente.
È opportuno ricordare ancora un altro evento che evidenzia la posizione
forte raggiunta dai polacchi in seno alla Società salesiana. Intendo qui la na-
scita dell’edizione polacca del mensile “Bollettino Salesiano” pubblicato in
Italia, che era il principale mezzo di comunicazione e collegamento con l’As-
10 Per i particolari si veda: S. ZIMNIAK, Salesiani di Don Bosco nella Małopolska (1892-
1919), in: Kościół na drogach historii. Księga jubileuszowa dedykowana Księdzu Profesorowi
Doktorowi Tadeuszowi Śliwie, a cura di J. Wołczański. Ed. Wydawnictwo bł. Jakuba Strzemię
Archidiecezji Lwowskiej Ob. Łac., Lwów-Kraków 1999, pp. 133-137.
11 L’organo ufficiale della Società salesiana cita nel 1894 don Markiewicz come direttore
dell’opera salesiana a Miejsce Piastowe: “Parrocchia ed Istituto di D. Bosco (1892)”. Si veda
EG 1894, p. 64.
12 Per una trattazione più ampia di questo fenomeno sociologico e religioso si veda il ca-
pitolo Quadro del processo scolastico e formativo. Maturazione della vocazione missionaria
in: M. CHMIELEWSKI, I salesiani missionari della Polonia. Genesi, ruolo e fisionomia dell’atti-
vità svolta (1889-1910). Tesi di dottorato. Istituto di Spiritualità presso la Facoltà Teologica
della Pontificia Università Salesiana, Roma 1996, p. 138 ss (dattiloscritto); EG 1893, pp. 8-9;
lettera del conte H. Skarbek a don M. Rua del 15.08.1893 (ASC F700 Lwów).
13 Per gli approfondimenti sul contributo dei salesiani polacchi al lavoro missionario
della Società salesiana nel periodo del rettorato di don M. Rua, si veda M. CHMIELEWSKI, I sa-
lesiani missionari della Polonia...

1.5 Page 5

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…società salesiana nella Mitteleuropa… l’analisi del caso polacco 105
sociazione dei Cooperatori Salesiani, nonché con gli altri gruppi sociali inte-
ressati al lavoro dei figli spirituali di don Bosco. Già dal 1897 l’edizione po-
lacca raggiungeva la tiratura di 14 mila copie, e appena due anni dopo rag-
giunse la sorprendente cifra di 55 mila copie14. Questi dati confermano l’e-
stensione dell’influenza dell’opera salesiana negli antichi domini polacchi. I
lettori della rivista “Wiadomości Salezyańskie” [si chiamava così l’edizione
polacca], gran parte dei quali erano formalmente membri della già menzio-
nata Associazione dei Cooperatori Salesiani, costituivano un formidabile so-
stegno morale e materiale alle strutture salesiane del territorio polacco. Bi-
sogna sottolineare che la redazione della versione polacca del mensile fu affi-
data sin dall’inizio ai salesiani di questa nazionalità. Il suo primo redattore fu
il già citato don Wiktor Grabelski, originario della regione di Wielkopolska.
Gli succedette uno slesiano di nascita, don August Hlond (1881-1948), suc-
cessivamente Primate di Polonia15. Tutto ciò conferma l’importanza dei sale-
siani di nazionalità polacca e mostra come fosse stato gradualmente preparato
il terreno per l’ “autonomia polacca”.
L’analisi storica della fase iniziale dello sviluppo della congregazione
indica una forte fluttuazione delle strutture salesiane, come si vedrà più
avanti. Prendiamo in considerazione alcuni fatti interessanti: la prima casa sa-
lesiana sul territorio dell’Impero Asburgico, a Trento16, fece parte dell’ispet-
toria romana di San Pietro fino al 189017. Superiore di questa ispettoria era
don Celestino Durando, membro del Consiglio Generale (all’epoca il Capi-
tolo Superiore). Nell’anno successivo la casa fu assoggettata all’ispettoria Si-
ciliana18, a capo della quale fu posto lo stesso don Durando. Per comprendere
la genesi delle strutture della congregazione salesiana in Polonia è importante
l’inclusione nella medesima ispettoria del primo istituto educativo salesiano
14 Si veda S. ZIMNIAK, Salesiani nella Mitteleuropa…, pp. 58-59.
15 Si veda ID., “Dusza wybrana”. Salezjański rodowód kardynała Augusta Hlonda Pry-
masa Polski, a cura di D. P. Klimczak. Warszawa-Rzym, Wydawnictwo Salezjańskie – Libreria
Ateneo Salesiano 20032, p. 76 nn.
16 Sarebbe impossibile elencare in dettaglio tutte le imprecisioni relative all’appartenenza
strutturale dei primi insediamenti salesiani nell’Europa Centrale, contenute in alcune pubblica-
zioni. Si veda E. CERIA, Profili dei capitolari salesiani. Colle Don Bosco (Asti), Libreria Dot-
trina Cristiana 1951, p. 200; Dizionario biografico dei Salesiani, a cura dell’Ufficio Stampa
Salesiano. Torino 1969, p. 114; F. SCHNEIDERBAUER, Die Salesianer Don Boscos auf österrei-
chischem Reichsgebiet 1887-1938 und in Deutschland bis zur Teilung der Provinz in eine
österreichische und eine deutsche Provinz 1916-1935. Provinzchronik, 1. Teil, Herausgegeben
im Auftrage des H.H. Provinzials P. Josef Pitzl, s.l. e s.d., p. II (dattiloscritto); J. ŚLÓSARCZYK,
Historia Prowincji Świętego Jacka Towarzystwa Salezjańskiego w Polsce, vol. I: Pierwsi Po-
lacy Salezjanie. Pogrzebień 1960, p. 320 (dattiloscritto).
17 EG 1888, p. 3. 56; 1889, p. 3. 61; 1890, p. III. 40; ASC D869 VRC I 130.
18 EG 1891, p. III. 42; 1892, p. V. 47; 1893, p. VII. 57; 1894, p. VI. 63.

1.6 Page 6

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106 Stanisław Zimniak
sorto in terra polacca e situato a Miejsce Piastowe19. Sarebbe difficile ricono-
scere un qualche criterio coerente in queste attribuzioni. L’avvenuta riorga-
nizzazione amministrativa conferma, in effetti, l’inadeguatezza delle solu-
zioni precedentemente adottate. Nel 1894 i superiori maggiori eressero la co-
siddetta ispettoria Estera di Ognissanti, alla quale assoggettarono sia le sum-
menzionate case attive in Austria, sia le altre singole case salesiane attive in
Svizzera, Belgio, Africa, Palestina e Italia meridionale (a Catanzaro)20. La di-
rezione fu di nuovo affidata a don Durando, ancora membro del Consiglio
Generale della congregazione. Le strutture appena create non rispondevano
alle aspettative, come testimonia l’inclusione nell’ispettoria veneta di San
Marco, eretta nel 1895, delle quattro case salesiane attive in Austria: la casa
di Trento (dove nel 1893 era sorto il secondo istituto educativo autonomo), di
Miejsce Piastowe e di Gorizia (1895)21. Nell’istituire questa entità ammini-
strativa fu applicato il criterio geografico, ovvero vennero riunite in un’unica
struttura le case salesiane dell’Europa Centrale. Fu nominato Ispettore don
Mosé Veronesi, italiano. Si noti che la casa salesiana di Miejsce Piastowe
cambiò ben tre volte in quattro anni la sua attribuzione amministrativa. Le
successive case salesiane erette nell’Impero Asburgico (gli istituti educativi
di Oświęcim e di Trieste, entrambi aperti nel 1898) furono assoggettate al-
l’ispettoria veneta22.
L’appartenenza della casa di Oświęcim all’ispettoria veneta durò, pur-
troppo, meno di un anno. La gestione del primo direttore di quell’istituto edu-
cativo, don Franciszek Trawiński, originario di Varsavia, si rivelò talmente
rovinosa da provocare un intervento da parte del Vescovo di Cracovia Card.
Jan Puzyna presso i superiori di Torino. Di conseguenza, non solo fu sosti-
tuito il direttore dell’istituto, con la nomina dell’italiano don Emanuele Ma-
nassero (1873-1946), ma cambiò anche l’appartenenza amministrativa della
casa23. Nel 1899 le autorità dell’ordine decisero di affidare la casa di
Oświęcim all’ispettoria Estera di Ognissanti. Si potrebbe individuare una
delle ragioni di tale attribuzione nel fatto che l’ispettoria era diretta da don
Durando, membro del Consiglio Generale. Sicuramente ciò facilitava la su-
pervisione della casa (all’epoca unico istituto salesiano sulle terre polacche,
dopo la separazione della casa di Miejsce Piastowe nel 1897) da parte delle
autorità centrali. L’istituto di Oświęcim appartenne fino al 1902 all’ispettoria
19 EG 1894, p. VI. 64.
20 EG 1895, s. IV. 64-73. E. Ceria sostiene che sia sorta nel 1886 (Profili..., p. 200); pro-
babilmente DBS 114 riprende da lui lo stesso errore.
21 EG 1896, p. V. 24-25; 1897, p. V. 34-35.
22 EG 1899, p. V. 40-42.
23 Si rimanda per approfondimenti a S. ZIMNIAK, Salesiani di don Bosco..., pp. 138-141.

1.7 Page 7

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…società salesiana nella Mitteleuropa… l’analisi del caso polacco 107
Estera di Ognissanti. Invece le altre case della congregazione salesiana pre-
senti nella monarchia degli Asburgo, inclusa la casa di Ljubljana (la capitale
slovena) eretta nel 190124, appartenevano all’ispettoria veneta25.
Come si è già detto, l’erezione delle ispettorie rimaneva una questione
interna della Società salesiana. Questa situazione precaria si protrasse fino
agli inizi del Novecento quando le autorità, sia ecclesiastiche che civili, chie-
sero ai salesiani di produrre il decreto canonico che confermasse la legittimità
delle ispettorie. Di conseguenza, le autorità centrali della congregazione intra-
presero dei passi per regolarizzare la loro situazione giuridica. Prima però, ad
inizio del 1901 il Consiglio decise di attribuire a ciascuna ispettoria un santo
patrono26. Nello stesso anno, durante la seduta del Consiglio Generale del 31
agosto, fu deliberato di rivolgersi alla Santa Sede con la richiesta di approva-
zione e conferma canonica delle ispettorie in essere27. Con il decreto del 20
gennaio 1902 la Sacra congregazione dei Religiosi approvò ed eresse canoni-
camente trentuno ispettorie28. Questo evento è strettamente collegato al tema
del presente articolo perché, in seguito alle nuove erezioni fu abolita l’ispet-
toria Estera di Ognissanti. L’istituto salesiano di Oświęcim ritornò quindi,
nello stesso anno, all’ispettoria veneta di San Marco29, (alla quale era apparte-
nuto per quasi un anno). In questo modo tutte le case salesiane dello Stato
Asburgico si trovarono nella medesima ispettoria, diretta da don Mosé Ve-
ronesi. Tale sistemazione delle strutture amministrative si mantenne fino
all’anno 1905.
2. Erezione dell’ispettoria “polacca”, ovvero austroungarica dei santi an-
geli custodi nel 1905
I progressi della Società salesiana nell’Europa Centrale, e in particolare
nella regione di Małopolska, indussero i superiori generali a intraprendere
un’altra riforma strutturale dell’organizzazione in quella parte del continente.
Nel 1905 erano ormai attivi otto istituti educativi salesiani autonomi: a Trento
24 EG 1902, p. III. 68.
25 EG 1900, p. V. 44-46; 1901, p. V. 44-46; 1902, p. III. 65-68.
26 La decisione fu presa nella riunione dei superiori maggiori il 14 gennaio 1901 – si
veda ASC D869 VRC I 187.
27 Si veda ASC D869 VRC I 194.
28 ASC D518, Erezioni delle ispettorie. Si veda anche Lettera circolare 19.03.1902, in:
Lettere circolari di don Michele Rua ai salesiani. Colle Don Bosco (Asti), Direzione Generale
delle Opere Salesiane Torino 1965, s. 313; T. VALSECCHI, Origine e sviluppo..., p. 266.
29 EG 1903, p. 6*. 57-62; 1904, p. 6*. 57-63; 1905, p. 6*. 56-62.

1.8 Page 8

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108 Stanisław Zimniak
(due), a Gorizia, ad Oświęcim, a Trieste, a Ljubljana, a Vienna e a Daszawa.
A ciò si aggiungeva la progettata apertura di altri istituti (p.e. l’avvio da parte
dei salesiani, nel 1905, del lavoro educativo nel Rifugio del principe Alek-
sander Lubomirski a Cracovia con, in prospettiva, l’istituzione di una rego-
lare casa religiosa). Nelle case salesiane lavoravano all’epoca centosette sale-
siani, di cui quarantuno sacerdoti e diciassette coadiutori (fratelli), ventinove
chierici e venti novizi30. Quasi tutti avevano la cittadinanza austriaca, ma
erano di nazionalità diversa. Per quasi un terzo erano polacchi, i più nume-
rosi, seguivano gli italiani, gli sloveni, i tedeschi e i cechi. L’abbondanza di
personale, il continuo aumento delle nuove vocazioni, la ricchezza delle
forme dell’impegno apostolico (scuole, oratori, riformatori, lavoro di cate-
chesi e di parrocchia), la crescente stabilità finanziaria delle case salesiane
nella monarchia asburgica permettevano alle autorità centrali della congrega-
zione di considerare la creazione di una nuova ispettoria entro i confini dello
Stato austroungarico. Naturalmente un passo simile avrebbe portato ad una
certa integrazione degli insediamenti salesiani e, nello stesso tempo, avrebbe
rispettato il criterio politico. L’integrazione avrebbe facilitato la comunica-
zione tra gli istituti religiosi dato che la sede dell’ispettoria veneta alla quale
erano appartenute fino a quel momento si trovava all’estero, a Mogliano Ve-
neto (provincia di Treviso). Con ogni probabilità le autorità civili ed ecclesia-
stiche austriache avrebbero accolto con favore la richiesta di unificazione am-
ministrativa degli insediamenti salesiani. Bisogna sottolineare che le solu-
zioni adottate dal Consiglio della congregazione avrebbero corrisposto, solo
in parte, alle aspettative e ai desideri di gran parte dei salesiani.
Durante la seduta ordinaria del Consiglio Generale dei salesiani, nel set-
tembre 1905, la questione della riorganizzazione amministrativa delle strut-
ture salesiane dell’Europa Centrale fu esaminata più volte31. Due furono gli
argomenti principali che influirono sui cambiamenti introdotti: l’estensione
ragguardevole dell’ispettoria veneta e il fatto che il suo superiore non parlava
altre lingue all’infuori della sua. Invece, nella domanda sottoposta al Santo
Padre Pio X dal Rettore Maggiore dei salesiani don Michele Rua, troviamo
elencati tre argomenti base: primo, la notevole distanza tra le singole case
(specialmente tra quelle situate nella parte meridionale della monarchia au-
stroungarica e quelle di Małopolska rispetto alla sede dell’ispettoria in Italia),
secundo, la diversità delle consuetudini, tertio, la moltitudine di lingue par-
late. Un argomento in più ricordava la necessità di rendere la gestione più
30 Dati tratti dall’Elenco Generale della Società di S. Francesco di Sales riferiti alla
situazione al 1° gennaio 1905; cf EG 1905, p. 13*. 57-62.
31 Si veda ASC D870 VRC II 38.

1.9 Page 9

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…società salesiana nella Mitteleuropa… l’analisi del caso polacco 109
efficace. Nel documento non si accennava alle ragioni di natura politica32.
La mancata valutazione della situazione geopolitica da parte delle autorità
della congregazione fu alla base della decisione di escludere le case di Trento,
Gorizia e Trieste dall’ispettoria di nuova creazione, lasciandole soggette
all’ispettoria veneta (nonostante si trovassero al momento, sul territorio dello
Stato austriaco).
Con un rescritto nr 3311/15 del 14 ottobre 1905 la Santa Sede approvò
l’erezione canonica dell’ispettoria Austro-Ungarica dei Santi Angeli Cu-
stodi33, composta dalle case di Oświęcim, Ljubljana, Vienna, Daszawa e Cra-
covia34. Durante la seduta del Consiglio Generale del 26 settembre 1905 don
Emanuele Manassero, il superiore della casa di Oświęcim, fu eletto ispettore
della nuova ispettoria35. La sua elezione all’incarico di ispettore non sorprese
nessuno, essendo dettata dall’indubbia fioritura dell’attività salesiana in
quella città. Manassero aveva mostrato di orientarsi eccellentemente nella
complessa situazione sociopolitica della regione36. Inoltre era in grado di co-
municare abbastanza efficacemente in polacco e, cosa più importante ancora,
godeva di grande stima presso i salesiani di nazionalità polacca. Bisogna sot-
tolineare che i superiori dovevano tenere in conto i polacchi dato che, al mo-
mento dell’istituzione della nuova ispettoria, proprio loro costituivano il
gruppo etnico più numeroso (oltre i due terzi dei membri della nuova strut-
tura). La scelta della casa salesiana di Oświęcim quale sede dell’ispettoria fu
quindi dettata dal fattore nazionale. Non era nemmeno privo d’importanza
il fatto che quella casa fosse il più attivo e prospero insediamento salesiano
all’epoca e che vi lavorassero oltre la metà dei salesiani della neocostituita
ispettoria.
Le prospettive per il futuro sviluppo delle attività salesiane in Ma-
łopolska sembravano più promettenti rispetto a quelle delle altre province
austriache. Anche l’autonomia politica della Galizia era un fattore importante.
I salesiani che lavoravano in quel territorio non dovevano rivolgersi per ogni
cosa alle autorità statali di Vienna. L’alternativa di una casa viennese quale
sede dell’ispettoria non fu nemmeno presa in esame dai superiori, per quanto
32 ASC E961 Austria, decreto dell’erezione del 14.10.1905.
33 ASC E961 Austria. Cf anche T. VALSECCHI, Le ispettorie salesiane. Serie cronologica
dall’anno 1904 al 1926, in RSS 4 (1984) 114.
34 Al momento dell’erezione della nuova ispettoria vi lavorava un solo salesiano apparte-
nente alla casa di Oświęcim; cf EG 1905, pp. 56-62; 1906, pp. 59-61; WS 12 (1905) 315.
35 ASC D870 VRC II 38.
36 Il governatore di Małopolska conte Leon Piniński, in una lettera al ministro dei culti
e della pubblica istruzione Wilhelm Hartl a Vienna, mise in rilievo i meriti di don Manassero
nell’ambito sia dell’attività religiosa, sia di quella patriottico-sociale; si veda AVA-CUM sale-
sianer 92, relazione del 17.07.1903.

1.10 Page 10

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110 Stanisław Zimniak
una tale soluzione avrebbe certamente facilitato i contatti con le autorità cen-
trali. A prescindere dai timori di un eventuale scontentezza dei salesiani po-
lacchi, il collocamento della sede a Vienna non sarebbe stato possibile anche
per un altro motivo, e cioè perché in quel momento storico la congregazione
non aveva nessuna casa propria nella capitale imperiale. Ricorderei soltanto,
incidentalmente, che qualche salesiano lavorava alle dipendenze di un’asso-
ciazione viennese di carità nelle Kinderschutzstationen37.
Nel periodo considerato, ovvero tra il 1905 e il 1906, per la prima volta
compaiono nella Società salesiana strutture che supportano l’Ispettore nella
gestione dell’ispettoria. Mi riferisco alla costituzione dei Consigli ispettoriali
deliberata dal X Capitolo nel 190438.
Il primo Consiglio ispettoriale dell’ispettoria degli Angeli Custodi era
composto da don Domenico Caggese, don Teodor Kurpisz, don Jan Świerc e
don Pietro Tirone. Nella Commissione ispettoriale per le ammissioni al novi-
ziato e alla professione dei voti religiosi entrarono don Domenico Caggese,
don Luigi Kovačič, don Antoni Kotarski, don Teodor Kurpisz, don Wojciech
Śmiłowski, don Jan Świerc e don Pietro Tirone39.
I dati suddetti testimoniano una progressiva crescita dell’importanza dei
salesiani di nazionalità polacca e la loro influenza sulla forma della nuova
unità amministrativa salesiana. Vediamo anche la numerosa partecipazione
dei polacchi al I Capitolo ispettoriale dell’ispettoria degli Angeli Custodi che
si svolse, in due fasi, nel 1910. La prima ebbe luogo a Vienna (il 5 e 6 aprile),
la seconda (dal 12 al 16 luglio) a Oświęcim. Vi parteciparono quindici sale-
siani: uno sloveno, un tedesco, tre italiani e dieci polacchi. Il peso qualitativo
della delegazione polacca si tradusse nell’elezione di don August Hlond a de-
legato dell’XI Capitolo Generale e di don Jan Świerc a suo sostituto40. Don
August Hlond fu, quindi, il primo polacco che prese parte, con le funzioni di
segretario, al Capitolo generale della Società di San Francesco di Sales.
37 Per i particolari si veda S. ZIMNIAK, I salesiani e il “zurück zum praktischen Chri-
stentum” dei cristiani di Vienna (1903-1921), in: F. MOTTO (a cura di), L’Opera Salesiana dal
1880-1922. Significatività e portata sociale, vol. II: Esperienze particolari in Europa, Africa,
Asia. Atti del 3° Convegno Internazionale di Storia dell’Opera Salesiana, Roma, 31 ottobre-
5 novembre 2000. (Istituto Storico Salesiano - Studi, 17). Roma, LAS 2001, pp. 262-267.
38 Si veda Regolamenti della Pia Società di San Francesco di Sales. Torino, Tipografia
Salesiana 1906. Di questo dovere tratta l’art. 943: “Al governo di ogni ispettoria è preposto un
Ispettore coadiuvato da quattro od almeno due consiglieri secondo che richiederanno le circo-
stanze dell’ispettoria”.
39 EG 1906, p. 59.
40 Si veda ASC D590 Capitolo Generale XI (1910), Verbale del I Capitolo ispettoriale
dell’ispettoria Salesiana Austriaca dei Santi Angeli Custodi. 1910, s. 3; ASC D590 Capitolo
Generale XI (1910), Membri dell’XI° Capitolo Generale; S. ZIMNIAK, “Dusza wybrana”...,
pp. 68, 70.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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…società salesiana nella Mitteleuropa… l’analisi del caso polacco 111
Hlond avrebbe partecipato, poi, al XII Capitolo Generale, ma ormai da Ispet-
tore dell’ispettoria Tedesco-Ungarica.
Non è questo lo spazio per approfondire la questione, piuttosto com-
plessa e difficile, se la mancata inclusione delle cosiddette “case italiane”
(Trento, Gorizia, Trieste) nell’ispettoria Austro-Ungarica, lasciandole all’i-
spettoria veneta, sia stata un passo corretto e vantaggioso per lo sviluppo
della nuova ispettoria. Ma tale decisione dei superiori non mancò di essere
notata dalle autorità statali ed ecclesiastiche della monarchia asburgica e fu
interpretata negativamente, contro i salesiani. La parte austriaca vide in essa
un sintomo dell’atteggiamento “nazionalista” dei salesiani. Lo stesso arcive-
scovo di Vienna, il Card. Franz X. Nagl, del resto un grande ammiratore e
promotore dell’opera di don Bosco, chiedeva che le case suddette venissero
incluse nell’ispettoria Austro-Ungarica41. Condividevano questa opinione don
Manassero e don Pietro Tirone, suo successore nell’incarico di ispettore. La
situazione influì negativamente anche sull’approvazione governativa della
Società salesiana in Austria, che ritardava a causa dell’accusa mossa ai sale-
siani per l’attribuzione delle case salesiane del sud dell’Austria all’unità
amministrativa con la sede, de facto, in territorio italiano. Ciò nonostante
l’organo centrale della congregazione non corresse la decisione presa42.
Lo sviluppo positivo dell’ispettoria degli Angeli Custodi diretta da don
Manassero (furono aperte le case di Przemyśl, Cracovia e Radna) indusse il
Consiglio Generale a riconfermarlo nell’incarico il 24 luglio 1911 per i suc-
cessivi sei anni43. Purtroppo, don Manassero rimase in carica soltanto tre mesi
perché in settembre gli fu affidata la gestione dell’ispettoria Subalpina intito-
lata alla SS. Maria Ausiliatrice, d’importanza primaria, con sede a Torino44.
Al suo posto non fu designato, come si sarebbero aspettati alcuni polacchi45,
don August Hlond, bensì l’italiano don Pietro Tirone, il quale dal 1904 aveva
lavorato nell’Europa Centrale in vari insediamenti salesiani, a cominciare
dalla casa di Daszawa. Sotto la sua direzione l’ispettoria aprì le prime case
in Ungheria (Szentkereszt), in Germania (Würzburg) e moltiplicò quelle già
esistenti nelle terre polacche e in quelle etnicamente austriache.
41 ASC E961, lettera di P. Tirone a P. Albera dell’8.08.1912.
42 Più ampiamente sulla questione in: S. ZIMNIAK, Salesiani nella Mitteleuropa…,
pp. 131-136.
43 ASC D870 VRC II 342. La riconferma di don Manassero nell’ufficio non è stata anno-
tata dagli studiosi. Probabilmente ciò è dovuto alla ridotta portata delle ricerche d’archivio, li-
mitate alle fonti documentali locali. Si veda A. ŚWIDA, Droga do samodzielności Polskiej
Prowincji Salezjańskiej. Warszawa, Ed. Salezjański Ośrodek Misyjny 1990, II 88.
44 ASC D870 VRC II 345.
45 Si veda ASC E963 Austria, lettera di P. Tirone a P. Albera del 26.09.1911.

2.2 Page 12

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112 Stanisław Zimniak
Nella cronaca che scriveva, don Tirone lasciò un’interessante testimo-
nianza riguardo alla denominazione dell’ispettoria: “Pur prendendo ufficial-
mente il nome di austriaca, tra di noi, in famiglia, ci si riferiva all’ispettoria
chiamandola quasi esclusivamente polacca, e questo per ovvi motivi: la supe-
riorità quantitativa e qualitativa delle case e dei confratelli [polacchi]”46. In
base a questa testimonianza autorevole, e soprattutto in base ad alcuni dati
esposti, è possibile affermare che l’ispettoria creata nel 1905 fu eretta pen-
sando ai salesiani di nazionalità polacca. A conferma di ciò basti riportare i
dati dell’Elenco Generale della Società di S. Francesco di Sales, riferiti alla
situazione al 1° gennaio 1906, cioè appena due mesi e mezzo dopo la fonda-
zione dell’ispettoria: al suo interno erano presenti ottantotto (88) confratelli,
di cui settantatré polacchi, sette sloveni, cinque italiani e tre tedeschi della
Germania47. Quindi, in modo evidente quell’atto giuridico istituiva e sanciva
l’esistenza del primo nucleo delle strutture salesiane polacche. Dal punto di
vista storico l’atto della sua erezione non può, dunque, essere ritenuto l’inizio
dell’attuale ispettoria austriaca, anche perché, in quel momento storico non
c’era tra i salesiani operanti nella monarchia danubiana nemmeno un membro
d’origine austriaca48. Ovviamente, l’ispettoria mantenne il suo carattere inter-
nazionale, dovuto al contesto politico dell’epoca.
Quando nel 1917 il mandato di don Tirone stava per scadere, egli stesso
propose il proprio successore nella persona di don August Hlond, allora diret-
tore della casa viennese e membro del consiglio ispettoriale49. Le condizioni
imposte dalla guerra in corso e la difficilissima, ma estremamente importante
attività della casa viennese richiedevano che Hlond continuasse nel suo inca-
rico dato che godeva di una grande stima sia negli ambienti civili, sia in quelli
ecclesiastici della capitale austriaca.
Da una parte, era sorta l’urgenza di perfezionare la gestione dell’unità
amministrativa salesiana (le cui case si erano trovate all’interno di Stati reci-
procamente nemici), dall’altra, una nuova riforma delle strutture della Società
di San Francesco di Sales nell’Europa centrale era resa difficile dall’alterata,
ma non ancora definitivamente stabilita, situazione geopolitica, emersa dalla
guerra appena conclusa. Oltre a ciò, si avvertiva la necessità di una modalità
nuova di collaborazione reciproca tra i salesiani stessi, molti dei quali erano
stati colpiti da effetti nefasti della guerra.
46 Ispettorie Polacche, in: La congregazione salesiana nel Nord-Est d’Europa, Cro-
nistoria a cura di don P. Tirone, Torino 1954, I 98 (dattiloscritto).
47 Si veda EG 1906, pp. 59-61.
48 Si veda ibid.
49 ASC E963 Austria, lettera di P. Tirone a P. Albera del 18.03.1917.

2.3 Page 13

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…società salesiana nella Mitteleuropa… l’analisi del caso polacco 113
3. Ripartizione dell’ispettoria dei santi Angeli custodi nel 1919
Il nuovo sistema geopolitico emerso dopo la fine della prima guerra
mondiale, confermato il 28 giugno 1919 dal trattato di Versailles, da una parte
restituiva la libertà a numerose nazioni, fra cui quella polacca, dall’altra di-
ventava indirettamente motivo di tensioni nazionalistiche, finora sconosciute,
che avrebbero interessato entro breve tempo anche gli stati di nuova forma-
zione. L’atmosfera, già tesa, fu ulteriormente guastata dal comunismo “trion-
fante”. Nonostante la dissoluzione della monarchia asburgica nel 1918 fosse
stata percepita come inevitabile e definitiva, preoccupava la situazione in-
terna della neonata repubblica austriaca, scossa da ripetute crisi dovute alla
rovina economica e all’incertezza politica50.
I salesiani che erano attivi nei Paesi collocati nel cuore del vecchio con-
tinente avvertivano la tensione diffusa ed erano consci della necessità di un
rapido cambiamento delle strutture esistenti. Questi loro progetti erano dettati
anche dal desiderio di rianimare l’apostolato salesiano e renderlo più dina-
mico di fronte alle masse dei giovani privati della possibilità di studiare e ma-
turare attingendo ai valori cristiani.
Ai primi del 1919 don Tirone, il superiore dell’ispettoria degli Angeli Cu-
stodi, consapevole delle difficoltà della situazione sociopolitica e degli stati
d’animo dei salesiani, voleva recarsi a Torino per informarne il Consiglio Ge-
nerale della Società. Basandosi su quanto aveva sperimentato lui stesso, don
Tirone desiderava sottoporre ai superiori il quadro delle complicazioni sorte a
causa dei cambiamenti geopolitici, farlo esaminare e determinare il tenore dei
sentimenti dei salesiani, di cui molti erano stati gravemente “feriti nell’anima”.
Tirone voleva anche proporre delle soluzioni concrete in modo da far evitare
all’apostolato salesiano inutili sconvolgimenti, ma soprattutto per indirizzare il
suo ricco potenziale umano verso i nuovi campi d’azione. L’intervento del su-
periore dell’ispettoria degli Angeli Custodi avrebbe dovuto convincere Torino
dell’indispensabile, urgente avvio della riorganizzazione delle strutture sale-
siane nell’Europa Centrale51. È necessario evidenziare che, a prescindere dalle
50 Per approfondimenti si veda il capitolo Der Neubeginn in: R. SANDGRUBER, Ökonomie
und Politik. Österreichische Wirtschaftsgeschichte vom Mittelalter bis zur Gegenwart, in:
Österreichische Geschichte, Herausgegeben von Herwig Wolfram, Ueberreuter, Wien 1995,
pp. 335-353; E. HANISCH, Der lange Schatten des Staates. Österreichische Gesellschaftsgeschi-
chte im 20. Jahrhundert, in: Österreichische Geschichte 1890-1990, Herausgegeben von
Herwig Wolfram, Ueberreuter, Wien 1994, pp. 263-278.
51 Non è sostenibile l’opinione di alcuni autori secondo cui la ripartizione dell’ispettoria
dei Santi Angeli Custodi fu un’iniziativa dei superiori generali, mentre il ruolo di don Tirone
sarebbe stato solo secondario. Tale erronea affermazione è riscontrabile in: E. CERIA, Annali

2.4 Page 14

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114 Stanisław Zimniak
difficoltà materiali in tempo di guerra, l’ispettoria degli Angeli Custodi non
aveva vissuto alcun regresso, anzi, al contrario: lo studioso rimane sorpreso
constatando l’avvenuta moltiplicazione delle case della Società e dei suoi
membri. Quando don Tirone avviò i colloqui sulla riforma dell’ispettoria, nel
suo ambito erano attive diciotto case (e, aggiungo, erano in corso i negoziati
con le autorità competenti per istituirne delle altre), in cui stavano lavorando,
studiando e formandosi oltre quattrocento salesiani52. Se paragoniamo il nu-
mero delle case che costituivano nel 1905 l’ispettoria Austro-Ungarica (erano
quattro) e la consistenza numerica del personale (sessantasette salesiani) con i
dati esposti sopra, risulta assolutamente incredibile la crescita dell’ispettoria,
avvenuta in appena quattordici anni. I numeri ammontano a quasi cinque volte
tanto per le case e oltre sei volte tanto per i membri della congregazione. Con-
siderato il confronto di queste statistiche potrebbe sembrare che don Tirone
dovesse ricevere un’accoglienza favorevole per la sua richiesta della riforma
urgente per le strutture della sua ispettoria.
Don Tirone partì finalmente per la culla della congregazione nella se-
conda metà dell’aprile 191953. L’opportunità di incontrarsi più volte con i su-
periori era estremamente allettante ma don Tirone correva anche il rischio di
finire contro “gli scogli dell’opposizione e dell’incomprensione”. Mise per
iscritto i propri ragionamenti nel Memoriale sull’ispettoria degli Angeli Cu-
stodi che consegnò al Consiglio Generale accludendovi un’appendice intito-
lata Divisione dell’ispettoria54. Nell’appendice don Tirone elencò cinque fat-
tori che dovevano convincere i superiori della necessità di procedere nel più
breve tempo possibile alla divisione dell’ispettoria. Il primo riguardava la
troppo vasta estensione territoriale dell’ispettoria che abbracciava più Stati:
Polonia, Ungheria, Austria, Germania, Yugoslavia e Ucraina55. Il secondo evi-
denziava la diversità linguistica delle sue componenti (tra i salesiani vi erano:
sloveni, polacchi, cechi, ungheresi, italiani, tedeschi e austriaci). Il terzo ver-
teva sulla diversità delle legislazioni (era praticamente impossibile per un
ispettore orientarsi tra le diverse norme giuridiche dei singoli Stati). Il quarto
della Società salesiana. Torino, SEI 1951, vol. IV, p. 42; G. SÖLL, Die Salesianer Don Boscos
(SDB) im deutschen Sprachraum 1888-1988. Rückblick zum 100. Todestag des heiligen Johannes
Bosco (31. Januar 1988), des Gründers der Gesellschaft des heiligen Franz von Sales. München,
Don Bosco Verlag 1989, p. 126; J. KRAWIEC, Powstanie Towarzystwa św. Franciszka Salezego
oraz jego organizacja i działalność na ziemiach polskich. Kraków 2004, p. 134n.
52 Si veda S. ZIMNIAK, Salesiani nella Mitteleuropa…, p. 139.
53 Cf ASC E963, lettera di P. Tirone a P. Albera del 19.05.1919; ASC D871 VRC III 377.
54 ASC E961 Austria.
55 Al momento della stesura del memoriale l’appartenenza politica di Daszawa, dove
sorgeva la casa salesiana, non era definitivamente stabilita. C’era la possibilità che la casa si
ritrovasse entro i confini dell’Ucraina; da qui l’accenno a quel Paese.

2.5 Page 15

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…società salesiana nella Mitteleuropa… l’analisi del caso polacco 115
sottolineava le distanze enormi tra la sede dell’ispettore e le singole case, che
ostacolavano la necessaria rapidità dell’intervento. Il quinto si riferiva agli
antagonismi nazionalistici che rendevano praticamente impossibile la coesi-
stenza dei rappresentanti delle diverse nazionalità56.
Don Tirone concludeva questa esposizione dicendo che le autorità civili
degli Stati di nuova creazione difficilmente sarebbero state ben disposte nei
confronti di una struttura che avesse ricordato loro un passato sgradito. Un ul-
teriore argomento a favore della proposta era il sostegno di cui essa godeva
presso i salesiani dell’ispettoria di cui era a capo (bisogna aggiungere che nel-
l’appendice del documento don Tirone presentava anche soluzioni concrete
per quanto riguardava le strutture e i cambiamenti del personale).
L’analisi del memoriale e dell’appendice permette di individuare i criteri
molto trasparenti che il superiore dell’ispettoria Austro-Ungarica aveva appli-
cato nell’esposizione dei mutamenti strutturali desiderati. Nel farlo, non
aveva dimenticato la serietà dei noti criteri (geografici, linguistici, di affinità
etnica, consuetudinari) ma aveva posto un accento speciale sul criterio del
bene spirituale dei membri dell’ispettoria e su quello della dinamizzazione
dell’impegno apostolico. Tirone proponeva la suddivisione dell’ispettoria
degli Angeli Custodi in ispettoria polacca e ispettoria Tedesco-Ungarica. La
prima avrebbe incluso le case situate entro i confini della Polonia, della Yugo-
slavia e, eventualmente, dell’Ucraina. La seconda avrebbe gestito le case di
Austria, Germania e Ungheria. L’autore del memoriale suggeriva i nominativi
dei candidati a superiori delle ispettorie proposte, nonché quelli di eventuali
consiglieri ispettoriali. Proponeva, infatti, all’ufficio di superiore dell’ispet-
toria polacca la candidatura di don Manassero che aveva già dato una buona
prova di sé, mentre per l’ispettoria tedesca-ungarica suggeriva il nome di don
August Hlond. Vedeva buoni candidati a consiglieri dell’ispettoria polacca
nelle persone di don Teodor Kurpisz, don Jan Świerc, don Antoni Hlond e
don Franz Povše (quale rappresentante dei salesiani di nazionalità slovena).
Per l’ispettoria tedesca-ungarica proponeva i nominativi di don Hermann
Holzing, don Franz Niedermayer, don Francesco Binelli e don Stanisław
Pływaczyk. Fu presentato anche un elenco dei candidati agli incarichi diret-
tivi57. Negli incontri con i superiori don Tirone attingeva ad argomentazioni
di natura anche psicologica, cercando di dimostrare che il mantenimento della
vecchia struttura in cui avrebbero dovuto continuare a lavorare i salesiani fino
a poco prima combattenti su fronti opposti della guerra sarebbe stato estrema-
56 ASC E961 Austria, Memoriale sull’ispettoria degli Angeli Custodi redatto da don
P. Tirone il 23.04.1919.
57 Ibid.

2.6 Page 16

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116 Stanisław Zimniak
mente controproducente per la ripresa spirituale dei singoli membri dell’ispet-
toria; per Tirone, le comunità composte da appartenenti a nazionalità che nu-
trivano dei risentimenti reciproci praticamente, allora, insanabili, erano alta-
mente problematiche. Il cambiamento di questa situazione avrebbe richiesto
una totale osservanza del comandamento dell’amore che, in quel momento
storico era, in una certa misura, inattuabile.
Il Consiglio Generale della congregazione si mostrò comprensivo verso
la proposta di suddivisione dell’ispettoria, presentata dall’Ispettore, anzi, l’ac-
colse positivamente. Sottolineò tuttavia che la situazione postbellica era com-
plessa, non sufficientemente chiarita e stabilizzata da permettere un passo di
tale importanza storica. Quindi la proposta della riforma fu accettata ma la
sua esecuzione fu rimandata a tempi migliori58.
Al suo rientro in Polonia don Tirone continuò a sperimentare sulla pro-
pria pelle tutte le difficoltà legate alla gestione di un’ispettoria divisa da fron-
tiere di Stati contrapposti l’uno all’altro. Gli stessi membri dell’ispettoria
chiedevano cambiamenti. Pertanto don Tirone decise di scriverne al Rettor
Maggiore della congregazione don Paolo Albera. Nella lettera del 19 maggio
1919 insisteva, infatti, perché non si indugiasse nel proposito della suddivi-
sione della struttura59. Oltre agli argomenti già noti, ne avanzava uno di na-
tura personale dicendosi impossibilitato a gestire l’ispettoria che versava
ormai in condizioni di estrema difficoltà60. Era un tentativo di esercitare pres-
sione a cui, però, Torino non reagì. Don Tirone non si rassegnò e il 14 giugno
scrisse un’altra lettera al superiore generale in cui descriveva la dolorosa, ad-
dirittura drammatica situazione dell’ispettoria, chiedendo categoricamente
che venisse operata la sua suddivisione e dicendosi ancora una volta pronto a
rassegnare le dimissioni61.
In seguito alla lettera la questione ritornò all’ordine del giorno durante la
seduta del Consiglio del 27 giugno 1919. Nell’esaminarla, i superiori, salvo
esprimere la loro comprensione per il mittente della missiva, riaffermarono di
comune accordo che i tempi non erano ancora maturi per operare la suddivi-
sione dell’ispettoria62. Il segretario generale della congregazione don Calo-
gero Gusmano informò in tal senso don Tirone. Fece anche capire a don Ti-
58 ASC D871 VRC III 377.
59 Si appellava alla difesa dell’amore fraterno che non doveva essere esposto ad altre
prove. Scriveva: “È adesso che gli animi sono eccitati e mal disposti a convivere insieme; e ci
conviene fare la divisione perché si può conservare un certo modus vivendi salvando almeno le
apparenze della carità e non aspettare quando questa abbia già troppo sofferto” (ASC E963).
60 ASC E963.
61 Ibid.
62 ASC D871 VRC III 389.

2.7 Page 17

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…società salesiana nella Mitteleuropa… l’analisi del caso polacco 117
rone che doveva rinunciare a eventuali ulteriori azioni e che le sue incessanti
pressioni sulla dirigenza della congregazione non erano ben viste, anzi, erano
giudicate l’espressione di ambizioni personali che non tenevano conto del
bene comune della Società salesiana63. La situazione si faceva sempre più
tesa. Era fin troppo evidente la mancanza di comprensione tra il centro e le
periferie. Pur comprendendolo a parole, l’autorità centrale della congrega-
zione non condivideva il senso dell’urgenza e l’ostinazione di don Tirone.
Questi, a sua volta, non cedeva, sostenendo che il cambiamento delle strutture
dell’ispettoria degli Angeli Custodi era ineluttabile. Ribadì la sua ferma opi-
nione nelle due lettere scritte (a luglio e ad agosto) al segretario generale della
congregazione64. Nella risposta del 1º settembre 1919 il segretario generale gli
ricordava la decisione dei superiori che, come sottolineò, sarebbe rimasta im-
mutata fino al momento in cui l’Europa non avesse riacquistato pienamente la
pace e la stabilità politica. Proseguiva dicendo quanto i superiori fossero di-
spiaciuti per il fatto che nell’ispettoria si stesse parlando della suddivisione
come di un fatto compiuto e, per giunta, che vi circolasse il nome del nuovo
superiore dell’ispettoria tedesca che sarebbe stato, come si pretendeva, don
August Hlond65. Don Tirone, il quale sosteneva ostinatamente le proprie ra-
gioni, veniva incolpato per l’atmosfera “malsana” che regnava nell’ispettoria
e per avere, come si supponeva, volutamente coinvolto, nel dibattito pro e
contro la divisione, dei membri della comunità salesiana. In una parola, don
Tirone veniva accusato di mancanza di lealtà verso Torino. Probabilmente
don Tirone fu punto sul vivo dalle accuse perché, nella lettera dell’8 set-
tembre, riaffermò la sua lealtà incondizionata nei confronti dei superiori della
congregazione66, rigettando con fermezza le imputazioni che gli venivano
contestate nelle lettere del segretario del Consiglio Generale, ma sostenne
ancora con grande convinzione che la suddivisione dell’ispettoria era cosa
inevitabile e attesa da tutti. Chiudeva il suo discorso dicendo che, se i suoi
superiori fossero venuti in visita canonica all’ispettoria da lui gestita e vi si
fossero trattenuti per un certo tempo, probabilmente avrebbero mutato il loro
atteggiamento negativo67.
63 La lettera di don Gusmano è andata perduta, ma è legittimo trarre tale conclusione
dalla risposta. Si veda ASC E963, lettera di P. Tirone a C. Gusmano del 22.07.1919.
64 La prima è datata 22 luglio, la seconda 18 agosto 1919 (ASC E963).
65 ASC E963, lettera di C. Gusmano a P. Tirone del 1.09.1919.
66 “Prima di tutto mi sento in dovere di protestare la mia più illimitata obbedienza e sot-
tomissione ai Rev.mi Superiori della congregazione”. (ASC E963, lettera di P. Tirone a C. Gu-
smano dell’8.09.1919).
67 Scriveva a don Gusmano: “Io sarei sicuro che se qualcuno dei Superiori venisse a pas-
sare qua un po’ di tempo e vedesse le cose come sono non tarderebbe a farsi il più eloquente
avvocato mio” (ASC E963, lettera di P. Tirone a C. Gusmano dell’8.09.1919).

2.8 Page 18

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118 Stanisław Zimniak
Non è questo lo spazio per presentare in dettaglio la documentazione re-
lativa alla riforma dell’ispettoria dei Santi Angeli Custodi ma la problematica
esposta qui sopra, desunta dal carteggio dei principali protagonisti della que-
stione, evidenzia bene lo scontro tra valutazioni formatesi in base a espe-
rienze diverse. L’oggettività, la devozione gratuita e la profonda certezza di
essere nel giusto di don Tirone, sostenute dall’argomentazione nata dall’espe-
rienza quotidiana finirono per spezzare, alla fine, l’opposizione dei superiori
della congregazione, dovuta più che altro all’assunto che partiva soprattutto
dalla poco chiara situazione geopolitica dell’Europa postbellica.
A metà ottobre 1919 il Consiglio della congregazione chiese a don Gu-
smano di inviare una lettera al procuratore generale don Dante Munerati, rap-
presentante della congregazione presso la Santa Sede, con l’autorizzazione ad
iniziare in Vaticano i passi necessari per realizzare la divisione dell’ispettoria
dei Santi Angeli Custodi68. Nel redigere la supplica al papa Benedetto XV
don Munerati si servì dei dati contenuti nel memoriale sottoposto da don Ti-
rone ai superiori nell’aprile del 1919. Essa conteneva alcune imprecisioni che
erano il risultato dei cambiamenti avvenuti in seno all’ispettoria tra aprile e
ottobre. In effetti, vi si ometteva di elencare le case aperte in quel periodo, in-
cludendo invece quelle la cui apertura non era ancora definita al momento di
scrivere il memoriale. Tuttavia è importante notare che la supplica era fondata
sui dati e i suggerimenti di don Tirone. Il rescritto della Santa Sede fu emesso
il 27 novembre 191969. Il Rettor Maggiore don Paolo Albera poteva così pro-
cedere alla riforma dell’ispettoria. L’atto di emanazione del decreto che sud-
divideva l’ispettoria dei Santi Angeli Custodi in ispettoria polacca e ispettoria
tedesca-ungarica fu stabilito per la ricorrenza dell’Immacolata Concezione
della Beata Vergine Maria (l’8 dicembre 1919, a Torino).
Nonostante l’ispettoria polacca fosse stata intitolata a San Stanislao Ko-
stka, lasciando all’ispettoria tedesca-ungarica il nome degli Angeli Custodi, fu
l’ispettoria di San Stanislao la vera continuatrice dell’ispettoria Austro-Unga-
rica70. L’Elenco Generale della Società di S. Francesco di Sales del 1920 in-
dicava il 1905 come l’anno dell’erezione canonica dell’ispettoria di San Sta-
nislao Kostka71; la stessa pubblicazione ufficiale segnalava invece il 1919
68 ASC E963, lettera di C. Gusmano a D. Munerati del 16.10.1919.
69 ASC E961 Austria.
70 Si veda EG 1920, p. 59.
71 L’Elenco Generale della Società di S. Francesco di Sales fino al 1977 indicava il 1905
come l’anno dell’erezione canonica dell’ispettoria di San Stanislao Kostka. Il cambiamento dei
dati forniti dall’Elenco dopo il 1977 non trova facile spiegazione. Potrebbe essere, forse, il ri-
sultato delle ricerche non sufficientemente approfondite relative ai cambiamenti strutturali in
quella parte dell’Europa, svolte da Tarcisio Valsecchi su richiesta dell’allora segretario del

2.9 Page 19

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…società salesiana nella Mitteleuropa… l’analisi del caso polacco 119
come l’anno dell’erezione dell’ispettoria tedesco-ungarica72. Tale indicazione,
come vedremo più avanti, avrebbe trovato un’altra riconferma nel decreto
del 1933. Pertanto possiamo fondatamente riaffermare che la prima ispettoria
polacca sia nata nel 1905. L’odierna ispettoria varsoviense di San Stanislao
Kostka ha quindi il diritto e il dovere di festeggiare il centenario della sua
erezione.
Seguendo i suggerimenti di don Tirone esposti a suo tempo nel memo-
riale, nell’ispettoria polacca furono incluse le case slovene. Del resto, era
questo il desiderio dei salesiani sloveni73. Al momento dell’erezione canonica
facevano parte dell’ispettoria di San Stanislao Kostka le seguenti case: Alek-
sandrów, Cracovia (tre case), Daszawa, Kielce, Klecza Dolna, Ljubljana-
Rakovnik, Ljubljana-Kodeljevo, Oświęcim, Przemyśl (due case), Radna,
żanystok, Varsavia e Veržej. La consistenza numerica dei salesiani dell’i-
spettoria polacca, in costante crescita, ammontava a duecentocinquantacinque
membri, di cui novantadue sacerdoti, cinquantasei coadiutori, cinquantuno
chierici e cinquantasei novizi74.
L’ispettoria tedesca-ungarica gestiva le case di Austria, Germania e Un-
gheria. Eccone l’elenco: Bamberga, Freyung, Graz, Monaco di Baviera,
Nyergesùjfalu, Passau, Szentkereszt, Unterwaltersdorf, Vienna (tre case) e
Würzburg. Ne facevano parte centocinquantuno membri di cui cinquantanove
sacerdoti, sei coadiutori, cinquantasei chierici e trenta novizi75.
Le nomine degli ispettori e dei consiglieri ispettoriali furono fatte a To-
rino in gran parte seguendo le indicazioni di don Tirone, trasmesse con il
summenzionato memoriale. Tuttavia la sua proposta di nominare don E. Ma-
nassero superiore dell’ispettoria polacca non fu accolta, dato che il 24 giugno
1919 don Manassero era stato inviato negli Stati Uniti per gestirvi l’ispettoria
Consiglio Generale della Società salesiana i cui dati sono stati pubblicati nell’articolo Le ispet-
torie salesiane. Serie cronologica dall’anno 1904 al 1926, in RSS 4 (1984) 118-120.
72 EG 1920, p. 66.
73 “Si propone ciò solo perché gli sloveni, dopo questa guerra, difficilmente potrebbero stare
coi Tedeschi, ciò che vediamo ora a Wernsee, né se la farebbero cogli Italiani, né sono in numero
sufficiente per fare ispettoria da sé. D’altra parte gli Sloveni espressero il desiderio, nel caso di una
divisione dell’ispettoria, di appartenere alla polacca, per ragioni di lingua, di carattere e di razza”
(ASC E961 Austria, Memoriale sull’ispettoria degli Angeli Custodi redatto da don P. Tirone
il 23.04.1919).
74 Dati tratti dall’Elenco Generale della Società di S. Francesco di Sales, riferiti
alla situazione al 1° gennaio 1920 (cf EG 1919, p. 1*. 60-65), e integrati in base alle indi-
cazioni contenute nella lettera di don Tirone (ASC E963, lettera di P. Tirone a C. Gusmano
del 4.11.1919).
75 Dati tratti dall’Elenco Generale della Società di S. Francesco di Sales, riferiti alla si-
tuazione al 1° gennaio 1920 (cf EG 1919, p. 1*. 67-70), e integrati in base alle indicazioni con-
tenute nella lettera di don Tirone (ASC E963, lettera di P. Tirone a C. Gusmano del 4.11.1919).

2.10 Page 20

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120 Stanisław Zimniak
di San Filippo Apostolo76 (fu nel periodo in cui il Consiglio Generale si oppo-
neva ancora alla proposta di suddividere l’ispettoria austro-ungarica).
Apprezzando la rigogliosa fioritura dell’opera salesiana nell’Europa
Centrale e l’indiscutibile merito di don Tirone al riguardo, e consapevole
anche di quanto profondamente egli conoscesse la situazione politica, dav-
vero complicatissima, della regione, il Rettor Maggiore don P. Albera gli af-
fidò l’ufficio di superiore della ispettoria di San Stanislao Kostka. La mossa
era dovuta anche al fatto che l’altro potenziale candidato a quest’ufficio, don
August Hlond, era stato destinato all’incarico di superiore dell’ispettoria te-
desco-ungarica, come aveva proposto don Tirone. La nomina fu probabil-
mente espressione di apprezzamento per l’instancabile lavoro apostolico e so-
ciale svolto da Hlond nella capitale austriaca (fu per tre volte insignito di ono-
rificenze al merito dalle autorità statali e municipali77). Dobbiamo sottoli-
neare che dal 1910 Hlond era estremamente attivo come consigliere ispetto-
riale e che, sempre nel 1910, aveva partecipato anche all’XI Capitolo Gene-
rale. Ovviamente, la sua conoscenza delle lingue straniere fu un altro fattore
determinante per la nomina.
Nel Consiglio dell’ispettoria polacca entrarono don Antoni Hlond, don
Teodor Kurpisz, don Antoni Symior e don Jan Świerc. Pur proposto da don
Tirone, lo sloveno don Franz Povše, il rappresentante dei salesiani sloveni,
non fu nominato. I sacerdoti Aurelio Guadagnini, Hermann Holzing, Georg
Ring e Stanisław Pływaczyk furono nominati consiglieri dell’ispettoria te-
desco-ungarica. La presenza di salesiani di nazionalità polacca nelle strutture
di entrambe le ispettorie testimonia della maturità del loro carisma. Natural-
mente, non era privo d’importanza il fattore della loro crescente consistenza
numerica.
Oświęcim avrebbe ospitato la sede dell’ispettoria di San Stanislao Ko-
stka (fino al 1922, quando la sede fu trasferita a Varsavia). La casa salesiana
in Hagenmüllergasse 43, nel terzo quartiere viennese, diventava invece la
sede dell’ispettoria tedesco-ungarica. Non fu soltanto a causa della posizione
centrale di Vienna rispetto alle case in Germania e Ungheria, ma anche
perché non esisteva all’epoca un’altra casa altrettanto bene organizzata e po-
polare in quella regione dell’Europa Centrale.
Nel 1922 le case slovene furono distaccate dall’ispettoria polacca per
costituire la cosiddetta Visitatoria Yugoslava dei Santi Cirillo e Metodio, con
76 Si veda ASC D781 VRC III 388-389.
77 Si veda S. ZIMNIAK, “Am Anfang steht Wien”. Die erste Phase der Verbreitung der Sa-
lesianer Don Boscos in Österreich. Don Bosco Reihe – Schriften aus dem Don Bosco Haus
Wien. Heft 12, Wien 2002, p. 16.

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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…società salesiana nella Mitteleuropa… l’analisi del caso polacco 121
a capo, quale suo superiore, don Tirone78. Ad essa fu aggregata la prima casa
salesiana della Croazia, aperta a Zagabria lo stesso anno. Così volgeva alla
fine la dimensione internazionale dell’ispettoria polacca. Nel 1925 don An-
toni Hlond, il fratello di August, fu nominato superiore dell’ispettoria di San
Stanislao Kostka79 quando don Tirone, in quanto straniero, non poté conti-
nuare in quest’ufficio dopo il Concordato80. Con la lettera del 23 gennaio
1926 il Presidente della Repubblica di Polonia prof. Ignacy Mościcki conferì
a don Tirone la “Croce d’Oro al Merito” con cui, alla presenza del Nunzio
Apostolico Mons. Lorenzo Lauri e di altre personalità illustri, lo decorò l’11
aprile 1926 a Varsavia il Ministro dei Culti e della Pubblica Istruzione
Stanisław Grabski81. Il ritorno di don Tirone in Italia, dove nel 1927 avrebbe
occupato l’incarico molto importante di direttore spirituale (il futuro ufficio di
catechista generale della congregazione), entrando con ciò nel Consiglio Ge-
nerale, concluse la tappa dell’effettiva successione dei salesiani polacchi nella
gestione dell’ispettoria di San Stanislao Kostka.
Con ogni probabilità questo processo sarebbe avvenuto molto prima se
non fosse stato per la morte prematura del principe August Czartoryski nel
1893 e lo scompiglio provocato dall’abbandono della congregazione da parte
di don Bronisław Markiewicz (nel 1897), come anche gli infelici (quasi
tragici) esordi della gestione del primo direttore della casa salesiana di
Oświęcim, don Franciszek Trawiński.
Nel gennaio 1920 don Tirone scrisse una lettera al segretario generale
don Gusmano, ringraziando i superiori per il coraggioso atto della divisione
dell’ispettoria austro-ungarica e informandoli della conseguente soddisfa-
zione dei membri dell’ispettoria. Si diceva anche convinto del futuro sviluppo
positivo dell’opera salesiana nei Paesi dell’Europa Centrale82. Non è questo lo
spazio per esporre tutti i segni della straordinaria rinascita e animazione del-
78 EG 1923, p. 68.
79 Cf M. WACHOLC, Ks. Antoni Hlond (Chlondowski), vol. I: Życie, działalność,
twórczość kompozytorska. Warszawa, Wydawnictwo Salezjańskie 1996, p. 66.
80 Si veda A. MERCATI (a cura di), Raccolta di concordati su materie ecclesiastiche tra
la Santa Sede e le autorità civili. Tipografia Poliglotta Vaticana 1954, II, p. 33, art. 10.
81 ASC B655 Tirone Pietro, Onoranze ai meriti d’un Salesiano (relazione della cerimonia
di consegna, dattiloscritto di tre pp.). A. Świda cita la data della consegna dell’onorificenza
come data del suo conferimento (Droga do samodzielności Polskiej Prowincji…, II, p. 118).
82 “I Confratelli tutti dell’una e dell’altra ispettoria godettero assai dell’avvenuta divi-
sione e pronosticano da questo fatto un nuovo e grande sviluppo delle opere salesiane nei loro
rispettivi paesi. Io mi sento in dovere di farmi loro interprete e di ringraziarne di cuore il
Rev.mo Signor D. Albera, gli altri Rev.mi Superiori del Capitolo e specialmente te che hai
dovuto sopportare tutta la fatica in modo particolare quella di leggere le mie lunghe e noiose
lettere e più ancora quella di rispondervi” (ASC E963, lettera di P. Tirone a C. Gusmano del
20.01.1920).

3.2 Page 22

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122 Stanisław Zimniak
l’opera di don Bosco in quella regione; basti dire che nel periodo tra le due
guerre furono erette nella regione le seguenti ispettorie: jugoslava (slovena),
ungherese (il suo primo ispettore fu il polacco don Stanisław Pływaczyk),
ceca, slovacca, austriaca e tedesca. Tutte queste ispettorie si sono evolute,
praticamente in modo diretto, dall’ispettoria polacca. La fioritura dell’attività
dei salesiani in Polonia, specialmente nel campo dell’educazione e dell’istru-
zione scolastica83, era dovuta indubbiamente alla crescita quantitativa e quali-
tativa dei membri dell’ispettoria di San Stanislao Kostka. Pertanto, negli anni
trenta si evidenziò la necessità di una nuova risistemazione strutturale. Con-
trariamente alle precedenti riforme, questa non presentava particolari diffi-
coltà. Non esistevano più ragioni di natura internazionale che imponessero at-
tenzione e prudenza speciale nei negoziati. Dal punto di vista della sua com-
posizione etnica, dell’estensione geografica, dei vari condizionamenti cultu-
rali e consuetudinari l’ispettoria di San Stanislao Kostka era ormai piuttosto
omogenea.
4. Ripartizione dell’ispettoria di San Stanislao Kostka nel 1933
Già don Antoni Symior, il successore di don Antoni Hlond nell’ufficio di
Ispettore dopo che questi rassegnò le dimissioni nel 1930, vedeva la necessità
di suddividere l’ispettoria di San Stanislao Kostka, in rapida espansione84. Se-
condo alcuni studiosi don Symior avrebbe parlato del problema con i supe-
riori nel 1932, durante il XIV Capitolo Generale a Torino85. La questione fu
anche considerata e discussa da molti membri della comunità ispettoriale.
Un’ipotesi della ripartizione fu esposta in un promemoria redatto il 15 gen-
naio 1933 dai sacerdoti Marian Mączyński, Franciszek Harazim e Kazimierz
Masłowski, e inviato al Consiglio Generale della congregazione86. Diversa-
mente da altri, gli autori del promemoria proponevano una ripartizione in tre
ispettorie: l’Occidentale (con sede a Poznań e don Teodor Kurpisz come
ispettore), l’Orientale (con sede a Varsavia e don Jan Świerc come ispettore) e
la Meridionale (con sede a Przemyśl e don Tomasz Kopa come ispettore). La
suddivisione si rendeva necessaria per facilitare la gestione dell’ispettoria le
83 Per approfondimenti di questo aspetto dell’attività salesiana rimandiamo il lettore al
volume di W. ŻUREK, Salezjańskie szkolnictwo ponadpodstawowe w Polsce 1900-1963.
Rozwój i organizacja. Lublin 1996.
84 Si veda A. ŚWIDA, Inspektorzy Polskich Prowincji Salezjańskich. Warszawa, Ed. Sa-
lezjański Ośrodek Misyjny 1989, III, p. 44.
85 Ibid., p. 48.
86 ASC F003, La divisione di cotesta ispettoria polacca, Ostrzeszów, 15 gennaio 1933.

3.3 Page 23

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…società salesiana nella Mitteleuropa… l’analisi del caso polacco 123
cui case erano disseminate su tutto il vasto territorio della Seconda Repub-
blica. Il contatto frequente dell’Ispettore con le comunità, tanto importante e
indispensabile per la formazione salesiana, risultava estremamente disagevole
e fisicamente estenuante nelle condizioni esistenti. La questione di quanto la
malattia terminale dell’Ispettore don Antoni Symior (morto prematuramente
all’età di cinquantasei anni il 4 ottobre 1933, nel terzo anno del suo servizio
di superiore) abbia influito sulla decisione dei superiori torinesi rimane
aperta87. Comunque, la decisione definitiva fu presa dal Consiglio Generale
nella seduta del 26 settembre 193388. Bisogna dire però che la proposta di
suddividere l’ispettoria in tre parti non fu accolta.
Con la lettera del 6 ottobre 1933 il segretario del Consiglio Generale au-
torizzava il procuratore generale don Francesco Tomasetti a formulare, a
nome del Rettor Maggiore don Pietro Ricaldone una supplica al papa Pio XI,
in cui si elencavano le principali ragioni della progettata suddivisione dell’i-
spettoria polacca. Vi si legge, tra l’altro: “Nel 1905 fu costituita in Polonia l’i-
spettoria salesiana di S. Stanislao Koxtka (sic), approvata canonicamente dalla
S. C. dei Religiosi con Rescritto del 14 Ottobre 1905. Da quel tempo le Case
appartenenti alla detta ispettoria sono notevolmente aumentate di numero;
così pure il numero dei Confratelli si è accresciuto in modo assai confortante;
e tutto questa (sic) ha fatto che le opere di apostolato salesiano siano moltipli-
cate. Al presente la detta ispettoria conta 32 Case e oltre 500 Confratelli pro-
fessi. Le vaste proporzioni assunte dalla detta ispettoria rendono assai gravosa
la direzione e l’amministrazione della medesima da parte di un solo Ispettore,
e questo può tornare a detrimento sia delle opere come dei Confratelli e della
disciplina religiosa”89. Con il rescritto n. 6885/33 del 6 dicembre 1933 della
Sacra congregazione dei Religiosi la Santa Sede autorizzava il generale della
Società salesiana a suddividere l’ispettoria polacca. Il decreto del 16 dicembre
1933 emanato da don Pietro Ricaldone erigeva canonicamente l’ispettoria di
San Giacinto [św. Jacka]. Nominava inoltre don Pietro Tirone, allora cate-
chista generale della congregazione, suo procuratore, affidandogli anche l’ese-
cuzione delle deliberazioni del decreto relative alla suddivisione.
Alla nuova ispettoria furono assegnati i seguenti insediamenti: Cracovia
(tre case), Daszawa, Jarosław, Kielce, Lublin, Marszałki, Mysłowice, Ostrze-
szów, Oświęcim, Pogrzebień, Poznań, Przemyśl (due case), e Skawa90. In
87 Si veda A. ŚWIDA, Towarzystwo Salezjańskie. Rys historyczny. Kraków 1984, p. 149.
88 ASC D873 VRC V 592. Dai verbali del Consiglio Generale sappiamo che in realtà la
questione della divisione dell’ispettoria polacca era sotto esame già da tempo.
89 ASC F003, Beatissimo Padre.
90 ASC F003, Decretum, firmato da don P. Ricaldone.

3.4 Page 24

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124 Stanisław Zimniak
questo modo all’ispettoria di San Stanislao Kostka rimaneva la metà delle
case. La linea di demarcazione tra le due ispettorie veniva definita dai confini
delle singole diocesi, anche al fine di semplificare i rapporti con le autorità
ecclesiastiche. Le case della nuova ispettoria erano situate sui territori delle
diocesi di Częstochowa, Gniezno, Slesia, Cracovia, Kielce, Lublino, Leopoli,
Łuck, Poznań, Przemyśl, Sandomierz e Tarnów. Quale patrono fu scelto San
Giacinto, venerato e famoso per il suo zelo apostolico. All’ufficio di superiore
fu chiamato il consigliere ispettoriale don Tomasz Kopa (1878-1938)91, origi-
nario della regione di Wielkopolska, il quale già da un anno, con il consenso
dei superiori torinesi, governava l’ispettoria per alleggerire gli impegni del
suo ispettore don Antoni Symior, gravemente ammalato92. L’ispettoria di San
Stanislao Kostka fu affidata, con grande sorpresa dei suoi membri, a don
Stanisław Pływaczyk (1880-1969) di Wielkopolska, che al momento della no-
mina faceva funzioni di primo ispettore delle case salesiane in Ungheria93.
Don Pływaczyk fu praticamente l’ultimo importante nesso e punto di riferi-
mento del rapporto dell’ispettoria madre con l’ispettoria ungherese da essa
originata. La sede della nuova ispettoria di San Giacinto fu stabilita nella casa
di Oświęcim, tra l’altro perché la sua cappella, intitolata a San Giacinto, era
un vivace centro religioso, ma soprattutto perché la casa ospitava già da di-
ciassette anni la sede dell’ispettoria polacca e le sue tradizioni salesiane erano
radicate e conosciute ben oltre i confini di Małopolska.
Questa ennesima riforma organizzativa delle strutture salesiane testimo-
niava quanto profondamente si fosse radicato nelle terre polacche il carisma
di don Bosco, esprimeva la capacità di guardare alle prospettive future infon-
dendo la speranza di ulteriore positivo sviluppo dell’opera della Società sale-
siana. A conferma basti ricordare che, nel periodo fino al 1939, i salesiani ge-
stivano in Polonia nove istituti d’istruzione professionale e di artigianato, sei
ginnasi e licei d’istruzione generale, cinque seminari minori, sedici collegi,
undici orfanotrofi e istituti educativi, tredici centri giovanili (oratori), undici
parrocchie e tre case di formazione94. I tragici anni delle occupazioni tedesca
e sovietica testimoniarono la forza del radicamento dell’opera salesiana in
Polonia: i salesiani avevano saputo trovare il modo non solo di sopravvivere,
91 ASC D873 VRC V 593.
92 Si veda A. ŚWIDA, Inspektorzy Polskich Prowincji…, III, pp. 67-68.
93 ASC D873 VRC V 593.
94 Si veda S. STYRNA, Zgromadzenie Salezjańskie w Polsce w poszukiwaniu form od-
powiedzi na potrzeby wychowawcze i duszpasterskie w latach 1898-1974, pp. 14-17; A. ŚWIDA,
Salezjańskie szkolnictwo w Polsce (zarys), in: R. POPOWSKI, S. WILK, M. LEWKO (a cura di),
75 Lat Działalności Salezjanów w Polsce. Księga Pamiątkowa. Łódź-Kraków 1974, pp. 37-58;
W. ŻUREK, Salezjańskie szkolnictwo..., p. 10.

3.5 Page 25

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…società salesiana nella Mitteleuropa… l’analisi del caso polacco 125
ma anche di continuare il lavoro apostolico95. Anche l’imprevisto sopraggiun-
gere del regime comunista, e quindi gli anni della Repubblica Popolare, non
scoraggiarono i salesiani dall’intraprendere nuove iniziative. Nel periodo po-
stbellico, infatti, nonostante le umiliazioni subite e le immense perdite umane
e materiali96, i salesiani riuscirono non solo a far fronte ai nuovi bisogni della
Chiesa nei Territori Occidentali (assegnati alla Polonia dopo la guerra), spe-
cialmente nell’ambito dell’attività pastorale97, ma seppero impegnarsi con un
grande slancio nelle attività regolari della congregazione. A partire dal 1948
però, le autorità comuniste cominciarono una sistematica e tatticamente ben
programmata lotta contro l’attività educativa dei salesiani. Con la chiusura
della Scuola Salesiana per Organisti a Przemyśl nel 1963, le autorità della
Polonia Popolare lasciavano ai salesiani un’unica scuola professionale, quella
di Oświęcim, inaugurando un periodo nuovo per i confratelli polacchi. Stra-
namente, però, non fu un periodo di stagnazione, ma un tempo molto creativo
per la presenza e per l’attività pastorale salesiana: nonostante tante avversità,
i salesiani rifiorirono. Indubbiamente si è trattato di una sorta di prodigio,
non solo su scala nazionale ma, si direbbe, anche mondiale. Proprio in
un’epoca di sistematica lotta del regime comunista contro la Chiesa, si verifi-
cava, infatti, un evento inusuale, e cioè un’altra, nuova riforma delle strutture
salesiane polacche.
5. Riorganizzazione delle ispettorie polacche nel 1979
Un anno dopo l’elezione del Metropolita di Cracovia Card. Karol
Wojtyła al Soglio Pontificio, con i decreti del 16 dicembre 1979 il superiore
generale della Società salesiana don Egidio Viganò erigeva due nuove ispet-
torie polacche suddividendo le due già esistenti. Dall’originaria ispettoria di
San Stanislao Kostka furono escluse le seguenti case: Aleksandrów Kujawski,
Banie, Czaplinek, Dębno Lubuskie, Dębrzno, Gdańsk, Główczyce, Ląd, Lu-
95 Si veda S. WILK, I salesiani nella vita religiosa della Polonia occupata (1939-1945),
in RSS 25 (1994) 449-474. L’autore commenta anche la struttura salesiana approntata per il
tempo di guerra, non considerata qui perché si trattava di una struttura provvisoria.
96 Si veda W. JACEWICZ, Męczeństwo salezjanów polskich w czasie okupacji hitlerowskiej
1939-1945, in: R. POPOWSKI, S. WILK, M. LEWKO (a cura di), 75 Lat Działalności Salezjanów
w Polsce…, pp. 225-258; W. ŻUREK, Żwirowisko oświęcimskie. Męczeństwo polskich sa-
lezjanów. Lublin, Poligrafia Inspektoratu Towarzystwa Salezjańskiego Kraków 2000 e, dello
stesso autore, Salezjańscy męczennicy Wschodu. Lublin, Wydawnictwo Jedność 2003.
97 Si veda J. PIETRZYKOWSKI, Obecność Salezjanów Inspektorii św. Stanisława Kostki
na Ziemiach Odzyskanych w latach 1945-1952. Kutno 1991.

3.6 Page 26

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126 Stanisław Zimniak
brza, Piła, Rumia (due case), Skrzatusz, Słupsk i Szczecin, che entravano così
a far parte dell’ispettoria Salesiana di Sant’Adalberto con sede a Piła98. Suo
primo superiore fu nominato don Henryk Jaceńczuk. Entrarono a far parte
della nuova ispettoria salesiana di San Giovanni Bosco le seguenti case distac-
cate dall’ispettoria di San Giacinto: Chocianów, Częstochowa, Kopiec, Lubin,
Marszałki, Poznań (due case), Środa Śląska, Sułów, Twardogóra e Wrocław
(tre case)99. Fu eletto suo superiore don Mieczysław Piłat, già vicario del su-
periore dell’ispettoria di San Giacinto, don Mieczysław Kaczmarzyk.
La motivazione della suddivisione è esposta nei summenzionati decreti.
Furono considerati: lo sviluppo soddisfacente dell’opera salesiana nelle ispet-
torie di San Stanislao Kostka e di San Giacinto, la loro grande estensione ter-
ritoriale, i risultati delle consultazioni svolte in entrambe le strutture, il favore
degli ispettori e dei consiglieri e, inoltre, il parere positivo del delegato perso-
nale del Rettor Maggiore per la Polonia, don Augustyn Dziędziel, nonché il
consenso del Consiglio Generale richiesto dall’art. 136 delle Costituzioni
della congregazione, puntualmente espresso nella seduta del 14 dicembre
1979100.
La lettera circolare scritta il giorno dell’Epifania del 1980 dal Rettor
Maggiore don Egidio Viganò fornisce un’altra interessante chiave di lettura
per l’erezione di queste due nuove ispettorie polacche101. In essa il Rettor
Maggiore si richiamava all’ammirevole messe della vocazione salesiana in
terra polacca, magnificamente espressa, tra l’altro, nelle personalità illustri
come il beato August principe Czartoryski, il Servo di Dio August Card.
Hlond, o i sessantasette Confratelli che morirono da Martiri nei campi di con-
centramento durante la seconda guerra mondiale. Ricordava doverosamente il
contributo prezioso e continuato dei salesiani polacchi al lavoro missionario
della congregazione. Fra i numerosi missionari polacchi menzionava come
degno di nota il Servo di Dio Rudolf Komorek. Il Rettor Maggiore sottoli-
neava anche la crescita costante delle nuove vocazioni salesiane, nonostante il
clima sociopolitico avverso di uno Stato totalitario. Scriveva il Rettor Mag-
giore: tutto ciò è il frutto di quell’incrollabile fede cattolica che trova la sua
espressione più alta nella mirabile persona di Giovanni Paolo II (morto nel
2005 in sancti odore).
98 Si veda ASC F235, Decreto di erezione canonica dell’ispettoria Salesiana di Piła
(copia).
99 Si veda ASC F235, Decreto di erezione canonica dell’ispettoria Salesiana di Wrocław
(copia).
100 ASC VRC 1979.
101 Atti del Consiglio Generale. Organo ufficiale di animazione e di comunicazione per
la Congregazioe Salesiana. Roma, Direzione Generale Opere Don Bosco, 296 (1980) 50-51.

3.7 Page 27

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…società salesiana nella Mitteleuropa… l’analisi del caso polacco 127
La lettura della circolare del Rettor Maggiore lascia supporre che la ri-
partizione effettuata costituisse una sorta di ricompensa per i salesiani po-
lacchi delle generazioni passate e presenti che, vincendo gli ostacoli, hanno
saputo trapiantare e innestare il carisma di don Bosco nella terra polacca e
partecipare attivamente alla dimensione missionaria della Società salesiana
in tutti i continenti. Nella lettera si auspicava inoltre che questa storica suddi-
visione contribuisse in futuro all’ulteriore, creativo sviluppo dell’apostolato
salesiano e dell’opera di don Bosco in Polonia. Dobbiamo aggiungere: esatta-
mente come in passato, quando ogni suddivisione operata diventava fonte
della rinascita e del progresso continuo della comunità salesiana.
Conclusione
Questo saggio è stato scritto per contribuire almeno in piccola parte agli
studi su una materia vasta e complessa qual è la problematica della genesi e
dello sviluppo delle strutture salesiane nella Mitteleuropa e, in particolare, in
Polonia. Per quanto – volutamente – il periodo dei loro inizi sia stato trattato
qui un po’ più ampiamente, il tema non è stato affatto esaurito. Purtroppo bi-
sogna constatare che circolano ancora molte notizie imprecise sia riguardo al-
l’appartenenza strutturale delle prime case salesiane in Polonia, sia riguardo
agli eventi che accompagnarono l’erezione dell’ispettoria dei Santi Angeli
Custodi e la sua divisione. L’ultima divisione delle ispettorie salesiane è stata
presentata qui molto sinteticamente per ovvi motivi: la questione non ha po-
tuto essere esaminata in base alle fonti d’archivio e la prossimità temporale
degli eventi non consente, al momento, il distacco necessario per un’esposi-
zione oggettiva della problematica riassunta nel titolo del saggio.
L’analisi della nascita e dello sviluppo delle strutture della Società sale-
siana ha permesso di accertare alcuni fatti: l’attuale ispettoria di Varsavia è
per i salesiani di Polonia l’ispettoria madre. Essa, in qualche misura, rappre-
senta la continuazione dell’ispettoria veneta da cui sono emerse le ispettorie
salesiane dell’Europa Centrale.
La nascita delle strutture salesiane in Polonia è stata favorita, come ho
già evidenziato sopra, dalla compagine internazionale (per quanto bisogni
sottolineare il primato delle strutture italiane nella fase iniziale della divi-
sione). Oltre ai salesiani polacchi, gli italiani Durando, Manassero e Tirone
hanno contribuito fortissimamente alla loro nascita e affermazione. La desi-
gnazione di don Antoni Hlond a superiore dell’ispettoria di San Stanislao Ko-
stka nel 1925 ha significato la definitiva consegna delle strutture salesiane

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128 Stanisław Zimniak
nelle mani dei confratelli di nazionalità polacca. Invece la nomina di don
Pływaczyk all’ufficio di superiore dell’ispettoria di San Stanislao Kostka nel
1933 ha concluso la partecipazione diretta dei salesiani polacchi alla forma-
zione delle strutture salesiane negli altri Paesi dell’Europa Centrale.
Infine, vorrei sottolineare che l’applicazione di criteri nella divisione
della congregazione in ulteriori ispettorie nei Paesi dell’Europa Centrale non
era affatto semplice. Colpisce il fatto che nel primo periodo di sviluppo non
sia stato considerato il fattore geopolitico, nonostante le ovvie conseguenze
negative. Il principale criterio di base che sottostava ad ogni divisione era l’e-
sigenza di mantenere la dimensione personale nelle relazioni tra l’ispettore e i
membri della sua unità amministrativa, e salvaguardare il carattere e lo spirito
familiare dell’ispettoria. È indubbio che lo sviluppo delle strutture salesiane
polacche fosse frutto della fedeltà dei loro membri al carisma: la riorganiz-
zazione delle strutture doveva servire a dinamizzarlo, cioè a incrementare
ulteriormente, per quantità e qualità, l’opera di don Bosco, trapiantata con
successo “dalla terra italiana alla Polonia”.