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fica di Pietro Zovatto, Costanzo Cagnoni, cappuccino e Antonio Gentili e Mauro Re-
gazzoni, barnabiti, hanno coperto otto secoli di storia della santità, a cominciare da
San Francesco per arrivare ai nostri giorni con Padre Pio, santo.
Dal punto di vista del metodo il volume procede in maniera quanto mai lineare:
si inizia con un’introduzione per ogni secolo o scansione storica compiuta per soffer-
marsi poi sulle singole personalità emergenti di quel periodo.
L’Italia comincia con una stella di prima grandezza, San Francesco d’Assisi,
dalle note intuizioni travolgenti (povertà, preghiera ed entusiasmo d’amore d’ogni
creatura per il suo creatore) fino ad arrivare al capolavoro dei Fioretti. Lo splendido
San Bonaventura nei suoi sviluppi e la dottrina dei padri predicatori (domenicani) do-
mina il Trecento ed emerge accanto al nuovo eremitismo agostiniano, servita e car-
melitano, nonché alle “mulieres religiosae et devotae”, prima fra tutte, Santa Caterina
da Siena.
Con l’umanesimo del Quattrocento trattato da Antonio Gentili, la cristianità ha
nuovi sussulti di vitalità e di crisi, mentre domina l’humanitas e accanto ad essa le
mistiche Francesca Romana, Caterina da Genova, Camilla Battista da Varano.
Il Cinque e Seicento è fatto oggetto di studio da parte di Mauro Ragazzoni. Con
il Concilio di Trento si vedono fiorire i Chierici regolari, Teatini, Barnabiti, Soma-
schi, e a parte soprattutto i Gesuiti. La spiritualità si arricchisce di nuove devozioni:
all’Eucaristia, al Crocifisso, alla Madonna, anche se accanto ad esse si conosce la
stregoneria e la superstizione. Prevale la spiritualità volontaristica e quella dei me-
todi. Il beneficio di Cristo e il Combattimento spirituale sono le opere più emblema-
tiche del tempo.
Zovatto tratta tre secoli: il Sette, l’Otto e il Novecento. Se ascetismo, devozione
alla Croce e al S. Cuore caratterizzano le personalità dominanti, quelle di S. Alfonso,
S. Paolo della Croce, S. Leonardo da Porto Maurizio, il Muratori congiunge la ra-
gione alla devozione scrivendo Della moderata devozione dei cristiani, per poggiarla
sul solido fondamento dogmatico e liberarla dalle “devozioncelle”.
Sull’Ottocento, sempre Zovatto, traccia le caratteristiche specifiche date dal
senso realizzativo di un dinamismo che, unito all’ascetica, può portare veramente la
Chiesa verso la spinta missionaria in ogni continente, privilegiando l’America del
Sud e quindi l’Africa. Figura emblematica di questo volontarismo instancabile è don
Bosco, che individua nei giovani un nuovo spazio pastorale per prevenire il secola-
rismo partito dal Settecento e dalla Rivoluzione francese. Mentre don Bosco sembra
muoversi dalle intuizioni pratiche e da un sano eclettismo, l’abate Rosmini, sviluppa
la dottrina della “Charitas”, che dev’essere universale per poter chiamarsi con quel
nome veramente onnicomprensivo. Nell’Ottocento i due santi, amici, sviluppano e
realizzano la dottrina della Provvidenza e della “voluntas Dei” conseguente, che
veniva espressa dal Superiore. Sulla linea del programma di Pio IX, che tanto aiutò
don Bosco, la spiritualità vive in un clima di pervadente soprannaturalismo, auspice
la grazia. Tra le devozioni ottocentesche vanno annoverate anche quelle delle Anime
del Purgatorio, del Preziosissimo Sangue e soprattutto quella mariana, che in don
Bosco assume la fisionomia della Madonna Ausiliatrice e in Rosmini della Madonna
Addolorata.