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292
Jesús Borrego
lI. TEXTO
1876
LA PATAGONIA
E LE TERRE AUSTRALI
DEL
5
CONTINENTE AMERICANO
Osservazione Preliminare (*)
Le cose che in questo scritto si vengono esponendo furono raccolte dagli autori [p. OJ
piú gravi che abbiano parlato di queste materie. Si scelsero soltanto le cose che con
morale certezza possono darsi come vere, e si esposero colle espressioni piúprecise
10 che per noi si abbia saputo. Ci siamo serviti in modo speciale delle opere seguenti:
10 Vincente Quesada «La Patagonia y las tierras australes del Continente
Americano» stampato ne1 1875 in Buenos Ayres, raccolto da pubblici documenti.
20 Alcide D'Orbigny. Da due sue opere «Viaggio nell'America meridionale » e
« L'uomo americano ». Questo abile naturalista percorse per otto anni consecutivi
15 l'Emisfero Australe del Nuovo Mondo, e soggiornó otto mesi nella Patagonia. E
autore coscienzioso e non esagerato.
(*) FUENTES de donde ha sido tomada la PARTE 1 1-650: 1 1-36 Don Basca; 40-53 F. LA-
CROIX, o.c., p. 2 (al sentido); 81-91 F. LACROIX, o.c., p. 2 (literalmente): A. D'ÜRBIGNY, Viaje a
La América Meridional... , p. 516; 100-144 F. LACROIX, o,c., pp. 4-5 (literalmente): A. D'OR-
BIGNY, o.c., pp. 509-510 (lit.); 145-236 A. BALBI, o.c., vol. Il, pp. 410-413, 421-429. 652-653
(al sentido) y F. LACROIX, o.c., pp. 2 (lit.)-3, 44 (al s.); 243-254 A. D'ORBIGNY, o.c., p. 510 (al sen-
tido); 297-326 A. GUINNARD, o.c., pp. 244, 254-55 (lit.); 333-338 A. D'ORBIGNY, o.c., p. 512
(al s.); 399-445 F. LACROIX, o.c., pp. 6-9 (lit): A. D'ORBIGNY, o.c., entre pp. 376-377, 385-388,
391-397, 509, 511-512; 450-650 F. LACROIX. o.c., pp. 12-16 (lit.): A. D'ÜRBIGNY, o.c., pp. 425,
433-439, 460-461, 512-515 (diverso orden y más amplio).
7-10 Ver el amplio PROEMIO del 1880: Apéndice 2, pp. 423-424.
11 Vicente G. QUESADA, La Patagonia y las tierras australes del continente americano. Buenos
Aires, Imprenta y Librería De Mayo 1875. Cf Introducción, nota 50.
13 A. D'ORBIGNY, Voyage dans l'Amérique méridionale (le Brasil, la République Orientale de
l Uruguay, le République Argentine, la Patagonie, le République du Chili, la République de Boli-
via, la République du Pérou ) exécuté pendant les années 1826-1833, 9 vol. Paris, P. Bertrand
1834-1847. Esta fuente fundamental se aduce según su edición castellana [con estudio y notas
de José M" ALCINA]: A. D'ÜRBIGNY, Viaje a la América Meridional, en Viajes por América del
Sur - Biblioteca Indiana, vol. Ill". Madrid, Ed. Aguilar 1958. Cf Introducción, nota 52.
14 A. D'ORBIGNY, L'Homme Américain de l'Amérique Méridionale, considéré sous ses rap-
ports physiologiques et moraux, 2 vol. Paris, Pitois-Levrault et ce, Libraires-Éditeurs 1839. Esta
obra ha sido muy poco utilizada.

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La Patagonia e le terre australi del continente americano pel saco Gio. Basca
193
3° La-Croix, in una sua opera particolare intitolata « La Patagonia, le Terre
e del Fuoco e le isole Malvine ». L'autore considerato come uno dei piú istruiti geo-
grafi della prima meta del nostro secolo.
4° Guinnard, nell'opera intitolata « Tre anni di schiavitú in Patagonia ». L'au- 20
tore stesso fu schiavo per tre anni continui nel centro della Patagonia e fu venduto
schiavo a varii padroni di tribu differenti, di modo che ha potuto osservare i costumi
di una ragguardevole parte di quelle terreo
SO Giulio Ferrario: «Il costume antico e moderno» America, vol. 3°, la dove
parla della Patagonia.
25
6° Daly - tradotto, corretto ed annotato dal Conte Cibrario « Usi e costumi
sociali, civili e politici di tutti i popoli del mondo ».
7° Un anonimo: « Galleria universale di tutti i popoli del mondo ».
[p. O]
Il giro del mondo. Periodico odierno di geografia e di viaggi in / vari luoghi
especialmente nei due quinterni « Viaggio di Pio IX al Chili » e « Osservazioni par- 30
ticolareggiate nelle terre circostanti allo stretto di Magellano ».
9° Oltre a questi, per cose spettanti alla geografia di questi paesi, si consultaro-
no anche molto accuratamente il Marmocchi, il Balbi ed il Malte-Brun.
17 M. Frédéric LACROIX, Patagonie, terre du feu et Archipel des Malouines, en L'Univers:
Histoire et description de tous les peuples, vol. XXV. Paris, Firmin Didot Freres, Editeurs 1840.
Cf Introducción, nota 54.
20 A. GUINNARD, Trois ans de captivité chez les Patagons, 1856 - texte et dessins inédits, en
«Le Tour du Monde» [Nouveau journal des voyages publie sous la direction de M. Edouard
Charton], deuxiémesemestre 1861. Paris, Libraire Hachette et Ce 1861. Cf Introducción,
nota 56.
24 Giulio FERRARIO, II costume antico e moderno o Storia del governo, della milizia, della reli-
gione, delle arti, sciente ed usanze di tutti i popoli antichi e moderni. Torino, Alessandro Fontana
18313. De los cuatro volúmenes dedicados a América, el 30 corresponde a América meridional.
Cf Introducción, nota 61.
26 N. DALLY, Usi e costumi sociali, politici e religiosi di tutti i popoli del mondo da documenti
autentici e dai viaggi migliori e piú recen ti, vol. Africa e America [Traduzione riveduta dal cava-
liere Luigi Cibrario] ... Torino, Stabilimento Tipografico Fontana 1844-1847. Cf Introducción,
nota 48.
28 ANONIMO, Galleria Universale di tutti i popoli del mondo ossia Storia dei costumi, religiosi,
riti, governi d'ogni parte del globo. Con tavole ... Vol. Terzo: America. Venezia, Ed. Giuseppe
An tonelli 1841.
29 II giro del mondo es la traducción italiana del ya conocido «journal des voyages», Le Tour
du Monde [1 20], del que toman, además del artículo ya citado de A. Guinnard, estos dos:
- Ferdinand DENIS, Voyages de D. Giovanni Mastai (aujourd'hui [1860] S.S. le Pape Pio IX)
dans l'Amérique du Sud, (de Génes a Santiago) 1823-1824... , primier semestre 1860, pp.
226-240. Es simplemente un homenaje a Pio IX, que tanto ha contribuido al proyecto patagó-
nico (VI 99), pues no será citado en toda la obra. Dicho viaje don Bosco lo hace recordar
a C. CHIALA, o.c., pp. 199-200 Y a G. BARBERIS, La Repubblica Argentina e la Patagonia... ,
pp. 100-103.
M.V. de ROCHAS, Journal d'un voyage au détroit de Magellan et dans les canaux lateraux de
la cóte occidentale de la Patagonie ... primier semestre 1861, pp. 210-236 (H 528).
33 F.G. MARMOCCHI, cf Introducción, nota 62; Adriano BALBI, Compendio di Geografia..., 2
vol. Torino, Giuseppe Pomba e Comp. 18402 [cf Introducción, nota 63]; C. MALTE-BRuN, cf
Introducción, nota 64.

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294
Jesús Borrego
l{)0 Varie relazioni dei missionari registrate nelle «Lettere edificanti » e nel
35 «Museo delle Missioni Cattoliche » di Torino. Ed anche si trassero alcune partico-
laritá da lettere che i nostri missionari giá ci scrissero dal posto. /
[PARTE PRIMA: DESCRIZIONE FrSICA]
p. 1
LA PATAGONIA
E LE TERRE AUSTRALI DEL CONTINENTE AMERICANO
40
Ad Austro del Chili e della Repubblica Argentina giacciono quasi incognite le
Pampas, la Patagonia e le Terre del Fuoco. Queste vastissime regioni dell' America
del Sud costituiscono il terreno continentale piú australe che vi sia sul globo. Poste
all'estremitá del Nuovo Mondo e sotto un clima inospitale, esse non sono esplorate
che in piccolissima parte. Laonde queste terre restano tuttora avviluppate d'un pro-
e 45 fondo mistero come se fossero difese da un muro insormontabile. Si slanciarono,
Yero, alcuni navigatori nello stretto di Magellano e nelle acque del capo Horn per
arricchire di nuove osservazioni la scienza nautica su questi passaggi cosi pericolosi;
ma non riuscirono se non leggerissimamente ad esaminare l'interiore delle terre, a
conoscere il carattere e le attitudini degl'indigeni, a studiare la natura del suolo ed i
50 suoi prodotti, a constatare i vantaggi possibili d'un stabilimento in queste contrade.
Cosi noi siamo ridotti a non ayer ancora che vaghe congetture, particolarmente sul
centro / della Patagonia, che si puó dire intieramente sconosciuto e che i geografi p.2
sono costretti a far figurare in bianco sulle loro carte, anche le piú particolareggiate.
49 a corr ex di
50 a corr ex di
34 Lettres Edifiantes et Cúrieuses ... [cf Introducción, nota 60] en su traducción italiana: Scelte
di Lettere Edificanti scritte dalle Missioni Straniere... , vol. XIII. Milano, presso Ranieri Fan-
fani 1828.
35 Museo delle Missioni Cattoliche, cf Introducción, nota 59.
36 Utilizará algunas cartas de don Cagliero, superior de los salesianos «americanos» (cf
Introducción, nota 32).
44-45 Cuando entre 1880-1884 el Bollettino Salesiano publica parte de esta obra omite estas dos
líneas, mostrando que ya ni el interior de la Patagonia yace en «un profundo misterio» con un
recorrido - no existente en el «Informe» «Da Carmen alle Cordigliere» y «Dal Rio Chubut
allo stretto di Magellano», que forman los capítulos VII, VIII Y X: Apendice 2, pp. 426-433.
52-53 Don Basca, sin duda, quedaría sorprendido al recorrer con la mirada el «mapa n. X»
de la Descripción geográfica de la Confederacion Argentina de Moussy [cf Introducción, nota 36]
y cotejar que en toda la parte contenida al sur del paralelo 34 y al oeste de Carmen de Patago-
nes, el geógrafo -a falta de datos auténticos- llena los grandes cuadros vacíos, formados por
la intercesión de meridianos y paralelos, con indicaciones tan vagas como: Travesías, Pampas,
Regiones inexploradas, Tierras incógnitas, Indios y por último, Desiertos del Sur ... El capitán de
navío argentino Carlos MOYANO, - Viajes de exploración a la Patagonia (1877-1890). Buenos
Aires, Imprenta Mercantil 1931-, en el mapa colocado entre las pp. 192-193 denomina, por
tres veces «Territorios inexplorados» a los inmensos territorios comprendidos entre los ríos
Negro y Santa Cruz. Cf Jesús BORREGO, o.c., pp. 28-29, 34-35.

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La Patagonia e le terre australi del continente americano pel saco Cia. Basca
295
La parte continentale di queste terre chiamasi Patagonia e costituisce una penisola,
in qualche guisa triangolare; rotta in piú luoghi dal mare che forma quivi porti, golfi 55
e seni in gran numero e tra essi penisolette, punte e promontorii.
Le isole poi sono sparse qua e la; e specialmente verso il mezzodi ve ne sono
molte e grandi. Esse prendono il nome di terre del fuoco vuoi a cagione dei tanti vul-
cani che in esse si troyano, vuoi perché nel momento in cui si scopersero, gli Spa-
gnuoli videro molti fuochi accesi qua e la, essendo l'ora in cui quei miseri abitanti 60
facevano arrostirsi un po' di carne per loro sostentamrento. Si chiamano anche terre
Magellaniche perché scoperte per la prima volta dal celebre viaggiatore Magellano.
Si comincerá a descrivere la parte continentale cioé la Patagonia propriamente
detta, quindi si fará passo a descrivere la parte insulare cioé le terre Magellaniche o
del Fuoco.
65
PATAGONIA PROPRIAMENTE DETTA
CONFINI Dassi il nome di Patagonia alla parte meridionale del continente Ame-
ricano fra il Rio Negro, la repubblica Argentina ed il Chilí verso settentrione; lo
58-61 Magallanes, en efecto, «la llamó Tierra de los Fuegos, por los numeroso focos de humo
y fuego vistos a distancia. Probablemente no fueron fuegos naturales, sino las fogatas de ad-
vertencia que los indios onas encendían, asustados, al ver los primeros barcos ». Rae Natalie
PROSSER, Tierra del Fuego - Argentina... Buenos Aires, Ediciones Shanamaüm 1979, p. 93.
68 Los límites septentronales de Patagonia -considerada entonces por los autores europeos
prácticamente 'nación independiente' (cf Introducción, pp. 279-280)- no estaban bien defini-
dos. Así pensaba A. D'ORBIGNY, o.c., pp. 508-509: «El villorrio del Carmen, situado en el 41°
de latitud austral[ ...] está sobre la línea Norte y Sur dada por todos los mapas franceses y en-
tranjeros como demarcación entre la República Argentina y la Patagonia. Si tal línea fue adop-
tada a causa de que allí terminan las posesiones de Buenos Aires, es completamente falsa, por-
que una batería, en verdad actualmente abandonada, demuestra sobre la península de San José
que la dominación de los argentinos se extiende hasta allí, porque, además, se va diariamente
mucho más allá del río Negro. Si es, por el contrario, porque los patagones no pasan al norte
del río Negro, ese límite es todavía más falso, porque los patagones van hasta el río Colorado y
hasta la sierra de la Ventana, en el 39°. Es, pues, de todas maneras completamente arbitraria y
sólo existe en los mapas, que la reproducen siempre, sin que los autores se remonten a las cau-
sas que los obligan a trazarla. Segun mi opinión, no existe ningún motivo que autorice esa
línea divisoria, puesto que el territorio de la Patagonia está tan vagamente circunscrito que es
dificil establecer sus verdaderos límites », R. NAPP, o.c., p. 31, es aún más preciso: «El distrito
de la Provincia de Buenos Aires, llamado Patagonia, -[clarividente su integración en la Ar-
gentina]-, principia desde el río Colorado que D'Orbigny y Darwin consideran como límite
de la Patagonia, aunque sin razón, porque e1 Colorado no puede ser tomado en todo su curso
como límite septentrional de Patagonia, puesto que, a las pocas leguas de su desembocadura su
curso de Oeste a Este, se inclina tanto hacia el Norte, que toda la Provincia de Mendoza ven-
dría á pertenecer a la Patagonia. Nos inclinamos a creer que el límite de la formación patagóni-
ca toca con el de la pampeana en Bahía Blanca y quizá más al Norte ». (Cf Introducción, nota
31). Ver que también don Bosco -sin dar motivaciones- coloca el límite septentrional entre
los grados 35 y 38 (1 72-75). Parece, en fin, que hay que distinguir entre la Patagonia política,

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Jesús Borrego
stretto di Magellano a mezzodi; fra le cordigliere del Chilí ed il Grande Oceano ad
70 occidente; e l'Atlantico all'oriente.
POSIZIONE ASTRONOMICA - La Patagonia presa nel suo senso piú stretto comincia
ai gradi 38° 50' di latitudine meridionale e va fino ai gradi 53° 55'. Di longitudine oc-
cidentale poi, partendo dal meridiano di Parigi essa ecompresa tra i gradi 63° e 70°.
In realtá pero / le tribu dei Patagoni non ridotti verso Nord-Ovest si avanzano su p.3
75 fino al grado 35°. Al mezzodi poi comprendendo anche le isole che formano la terra
del Fuoco noi andiamo alla latitudine 57° gradi, e questa el'estensione precisa che
qui si da alla parola Patagonia. Molto piú a mezzodi[,] cioé dal grado 61 al 63, vi
sono poi ancora varie isole formanti l'arcipelago delle Setland meridionali, ma non
sono visitate quasi mai dai viaggiatori Europei e pare che o non sono abitate affatto
80 o da pochissimi selvaggi.
DIMENSIONI - Ha una lunghezza dal Nord al Sud di 2680 km.[,] una larghezza
di 840 km. ed una superficie totale di 12.000 Miriametri quadrati (336.000 miglia
geo[grafiche] q[uadra]te). Il La-Croix dice che la Patagonia ha una superficie di
66.6000 leghe quadrate.
85 DESCRIZIONE FISICA DEL PAESE - CUMA - Questa regione non e ancora abba-
stanza ben conosciuta per poter dare una descrizione precisa del suolo. Secondo al-
cuni viaggiatori essa non presenta che vasti deserti, qualche rara prateria ed immensi
72 Di corr ex di
que, « constaba anteriormente dell'immensa regione che si estendeva dal Rio Negro[ ...] fino
allo stretto di Magellano », y la Patagonia « sotto l'aspetto fisico e geologico, ed anche secon-
do la consuetudine [..., che] cominciava dal Rio Colorado ». Cf L. CARBAJAL, La Patagonia... ,
vol. t, pp. 115-116.
71-73 Entre los autores consultados por don Bosco, existen diferencias en la apreciación de la
posición astronómica: F. LACROIX, o.c., p. 1, ve la Patagonia « entre 38e 55e degrés de longitu-
de sud, et les 60e 77e degrés de longitude occidentale». Para N. DALLY, o.c., 160, la Patagonia
« e compresa fra 55°38' e 33°54' di latitudine Sud ».
79 Aún hoy día, a más de la Isla Grande, « las únicas otras islas habitadas son Navarino y
Dawson[...] Las restantes[...] casi todas están inexploradas, y en pocas de ellas ha pisado el
hombre civilizado ». R.N. PORSSER, o.c., p. 22.
81-84 N. DALLY, o.c., 160, les brindaba una extensión válida: « 26.000 leghe quadrate », a sa-
ber, 807.430 kms-. La extensión dada -1.200.000 kms, traducción de los 12.000 miriámetros
cuadrados- comprendería también la Tierra del Fuego, 10 que para F. LACROIX, o.c., p. 2,
representaría una superfice exageradísima de « soixante six mille six cent lieues carrées », es de-
cir, 2.068.263 kms-. Para estos cinco Territorios -Neuquén, Rio Negro, Chubut, Santa Cruz y
Tierra del Fuego- el censo oficial de 1869 daba una extensión de 1.086.924, mientras el de
1895 se quedaba con 852.686. Cierto que, « ammessa la possiblitá dell'aumento di queste ci-
fre[...] quansiasi misurate tutte le terre pubbliche che ancora rimangono, si puó affermare che
questi cinque Territori i quali abbraciano la Patagonia antica, possederanno piú di 960.000
km2 ». L. CARBAJAL, o.c., pp. 122-123.

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La Patagonia e le terre australi del continente americano pel saco Gio. Bosco
297
spazi cospersi di salnitro. Al contrario secondo altri offre magnifiche foreste ricche
di piante e di legnami. Pare che queste due informazioni siano entrambi vere appli-
candole a localitá diverse, poiché la Patagonia comprende due ben diverse regioni: 90
una montagnosa nella parte Occidentale, l'altra piana nella parte Orientale. La re-
gione delle montagne occupa le contrade che estendonsi lungo le sponde del Pacifico
e la parte occidentale dello Stretto di Magellano. Essa e ingombrata di monti e di
colli, formata di roccie primitive, bagnata di fiumi in gran quantitá sebbene piccoli,
coperta di boschi, va soggetta a quasi continue pioggie, ed il caldo maggiore del- 95
e p.4 l'estate non che dai 3 ai 7 gradi / del termometro Réaumur. Le pianure occupano
la parte orientale dello stretto di Magellano e le spiagge dell'Atlantico. Questa parte
e fu denominata dagli Spagnuoli Costa Desierta e Comarca Desierta. Essa general-
mente parlando bassa, piana, arenosa, povera d'acque e priva affatto d'alberi; gode
e di un[a] aria asciutta e serena; il calore dell'estate dai 5 ai 9 gradi. Tutti gli autori 100
s'accordano anche nel riconoscere che verso il Settentrione della Patagonia il suolo e
piú ricco e piú fertile che nelle regioni meridionali. A settentrione lo sguardo per lo
meno qualche poco si riposa su ridenti oasi e qualche volta anche su alberi fruttiferi
d'Europa trapiantati dai primitivi coloni Spagnoli, i quali si confondono con salici
indigeni. Si resta dolcemente sorpresi di trovare sulle rive del Rio Negro le ficaie, i 105
ciliegi, i pomi in tutto il lusso d'una vegetazione vigorosa. Fuori di questi paesi i
quali confinano colla Repubblica Argentina l'aspetto del resto della Patagonia ees-
senzialmente monotono. Grandi pianure dove non si scorgono che rari cespugli bru-
ciati dalla siccitá; qua e la qualche monticello che eleva in mezzo alle lande deserte la
sua testa priva d'ombra. Tale e il triste panorama che si presenta agli occhi dello 110
straniero per una regione estesissima di territorio Patagone.
COSTITUZIONE DEL SUOLO - Considerato sotto il rapporto di sua formazione, il
suolo della parte settentrionale della Patagonia giá abbastanza studiato pare offrire,
cominciando dai piedi delle Ande fino al mare, una successione di strati di terreno
terziario, contenenti alternatamente conchiglie d'acqua dolce e marina ed ossature 115
di mammiferi, in mezzo a pietre sminuzzevoli cosi uniformemente stratificate, che
p.5 sulle / coste del mare e sulle rive del Río Negro dove si scorgono per tutto spiaggie
di grande altezza, si puó seguire il filo degli strati per lo spazio di 6 od 8 leghe senza
ch'essi variino sensibilmente di spessore. Molti campioni di rocce poi, come anche la
descrizione dei viaggiatori, provano che un medesimo terreno occupa tutta la Pata- 120
gonia sulla costa orientale sino allo stretto di Magellano. Del resto il suolo terziario
continua ai piedi delle Ande verso il settentrione e comunica con quello che lambisce
il deserto del grande Chaco, e gira tutt'attorno alle Pampas Argentine propriamente
94 bagnata] bagnate B 115 contenenti corr ex conte[ne add s~nti 119 rocce] rocche B
112 Aquí confiesa sinceramente F. LACROIX, o.c., p. 5, que todo lo toma de D'ÜRBIGNY,
Vo)'age dans l'Amérique Méridionale, aprovechándose al máximo Bosco-Barberis de ello.
123-126 De estos tres términos que han sintetizado durante tanto tiempo la geografía fisica
argentina -el CHACO, la llanura boscosa del norte, PAMPA [en quechua significa propiamente

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Jesús Borrego
dette, le quali sono formate invariabilmente d'argilla e di terreni d'alluvione.
125
Cosi ad eccezione dei terreni d'alluvione e delle rive dei fiumi, il terreno della
Patagonia non e atto a coltura perché offre per tutto pianure sabbiose e secche le
quali non conservano l'umiditá necessaria per la vegetazione. Avvi di piú, che le pia-
nure di questi paesi sono cosperse di sale ed anche i laghi della parte settentrionale
sono tutti salati. Questa sostanza ecosi abbondante nei terreni della Patagonia, che
130 ben sovente si manifesta in efflorescenza sulla loro superficie perfino sulle alluvioni
del Rio Negro. Piú ancora, nessun pozzo ha giammai dato acqua potabile; e quella
stessa che per mancanza di altra piú dolce son costretti a bere gli abitanti degli
estancieros, ecosi salmastra, che agli stranieri cagiona coliche violenti ed una danno-
sa dissenteria. Questa disposizione del suolo ed altre recenti scoperte annunziano
135 che la Patagonia fu giá coperta dal mare. Ammetendo questa ipotesi, che pare assai
ragionevole, si spiegherá facilmente la formazione delle numero se / saline che offro- p.6
no ai coloni di Carmen i loro prodotti naturali poiché le acque ritiratesi formarono
nelle basse vallate dei laghi salati; da questi poi ben presto svaporata la parte liqui-
da, grazia alla raritá delle pioggie ed all'estrema siccitá si formarono saline vastissi-
140 me e che possono dare un prodotto straordinario. E cosa notabile ancora che i con-
fini di queste saline racchiudono cristalli che gl'Indi prendono per sale, sebbene non
siano altro che gesso o solfato di calce. Alcuni di questi cristalli in bacchette hanno
fino a 10 oppure 12 pollici di lunghezza e possono passare pei campioni piú completi
e piú belli in questo genere.
145 ISOLE - Le coste della Patagonia sono estremamente frastagliate, sopra[t]tutto
quelle a ponente sul Grande Oceano, nel qua le trovansi labirinti di scogli e d'isole
127 con[servano] corr ex m... 137 formarono corr ex formano
plaza, gran llanura, sabana], la planicie sin árboles del centro, la PATAGONIA [Tierra de los Pa-
tagones], la meseta pedregosa del sur- sólo los dos primeros han sido conservados en la no-
menclatura oficial, si bien el segundo ha sido dado a un territorio que no tiene casi nada de
pampa -[la Pampa se extiende entre el río Salado del Norte, el macizo de Córdoba y el río
Colorado]- y el Chaco ha visto reducir gradualmente su territorio en favor de las provin-
cias de Santa Fe y Santiago. La Patagonia, -probablemente por la poca simpatía que su nom-
bre despierta en sus tehuelches, hipotéticamente patones-, es hoy un mero concepto geográfi-
co, que, en verdad, sigue caracterizando el sur de la República, porque corresponde a condicio-
nes topográficas y climatéricas comunes a las tres gobernaciones --Río Negro, Chubut y Santa
Cruz- cuyos nombres no hacen más que recordar un accidente hidrográfico. H. DAMIAN, La
Argentina. Estudio Fisico, Etnográfico, Politico y Económico. Buenos Aires, pp. 67-69, 417.
133 F. LACROIX, o.c., p. 5 dice rectamente que « les estancieros voiven »..., ya que los estan-
cieros son los habitantes de las estancias, que, aunque significa propiamente « lugar de descan-
so o una casa en el campo », en la Argentina designa solamente un establecimiento, en el que
se cría ganado, y a cuyo dueño se llama estanciero.
136 Asegura D'ORBIGNY, o.C., p. 509: «Estos lagos, llamados salinas, son numerosos en toda
la Patagonia. He conocido en mis viajes la del Inglés, junto a la bahía de San Bias, la de An-
drés Paz y la de Piedras; hay en los alrededores de Carmen muchas otras[ ...] Hasta en los terre-
nos de aluvión de las orillas del río Negro aparecen, de manera que nunca se ha cavado un
pozo que haya dado agua dulce... »,

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La Patagonia e le terre austra/i del continente americano pel saco Gio. Bosco
299
tra le quali varie considerevoli per l'ampiezza. Tra le isole primeggiano l'arcipelago
di Chiloé, il quale politicamente parlando dipende dal Chilí, quello di Chonos, le
isole della Campana, della Madre di Dios, di S. Martino, di Lobes. A Mezzodi le
molte isole dell'arcipelago Magellanico e ad oriente le isole Malvine o Falkland. 150
GOLF! E BAIE - PORTI PRINCIPALI - Le coste orientali della Patagonia presentano
due gran di golfi, e molti piccoli; i due gran di sono quelli di S. Matteo al Nord, e piú
basso al Sud quello di S. Giorgio, formando in mezzo la bella penisola di S. Giusep-
pe. Tra i piccoli golfi o baie, partendo dal grado 35 di latitudine Sud, andando sem-
pre verso mezzogiorno fino allo stretto di Magellano, noteremo la baia Sanboron- 155
bon che e ancora nell'estuario del Rio della Plata, la Baia Blanca, baia Talsa, baia
p. 7 dell'Unione, baia Anegada che si / troyano prima d'arrivare al Rio Negro; la baia
Rosas, porto S. Antonio, porto S. Giuseppe formati nel golfo di S. Matteo; il golfo
Nuovo, chiuso tra la Penisola S. Giuseppe ed il Continente; la baia Camaranos ed
il porto Malaspina circa al grado 45 di latitudine; le baie Longado e Mazzaredo 160
a mezzodi del golfo di S. Giorgio; e quattro grandi porti: Desiderato, S. Giuliano,
Sta Croce e Gallegos e Baia Grande ne compiscono la numerazione dalla parte
Orientale.
La costa occidentale ne ha 3 principali e sono: quel di Guayateca al Nord, poi
quel di Peñas ed infine quel della Trinitá; quali formano le penisole di Tres Montes e 165
della Trinitá. Ne ha poi un' infinita di piccoli golfi, ma sia perché quella costa equasi
e mai percorsa e perció pochissimo conosciuta, sia perché non hanno importanza
nella storia dei viaggi e delle missioni, qui si tralasciano per non essere troppo
lunghi.
CAPI E PROMONTORII - Partendo dal Sud di Buenos Ayres e andando verso lo 170
stretto di Magellano, sull'Oceano Atlantico, si trova il capo S. Antonio che chiude
l'estuario del Rio della Plata, il capo Corrientes formato dall'inoltrarsi che fa nel
mare la piccola catena di montagne detta Cerro del Vulcano; il capo Permeyó presso
172 inoltrarsi] innoltrarsi B
147-150 Y las siguientes -Chonos, Campana, Madre de Dios ...- pertenecen también a Chi-
le. Extraño que no cite la isla de Leones, la Isla Grande de la Tierra del Fuego. Las Islas Mal-
vinas, pertenecientes a la Argentina hasta 1833, desde esta fecha son inglesas.
152 No es el golfo de « S. Matteo », sino el de « S. Mathias ».
155 Samborombon o San Borombon, amplia bahía en la provincia de Buenos Aires, en la
que desembocan varios ríos, entre los cuales el Samborombon o « Saladillo », Juan H. LENZI,
Historia de Santa Cruz. Río Gallegos, A.R. Segovia, editor 1980, p. 218.
156 La bahía Talsa. En la amplia Bahía Blanca, bajo la isla Trinidad, los atlas de entonces
(y hasta bien entrado el siglo XX) señalan bahía Falsa.
158 De nuevo en lugar de golfo de S. Matías, pone « S. Matteo ».
159 Sin duda se trata de la bahía Camarones, que corresponde a la desembocadura del río
de este nombre, citado correctamente en I 231.
173 « capo Permeyó », debe ser el cabo Bermejo.

1.9 Page 9

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· 300
Jesús Borrego
il Rio Negro; il capo Raso e quello delle Due Baie circa al grado 45° di latitudine
175 Sud; il capo delle Tre Punte, il capo Blanco ed il capo Deseado (Desiderato) a mez-
zodi del golfo S. Giorgio; il capo S. Francesco di Paola al grado 50° e quello delle
Vergini che si avanza nei flutti non lungi dall'apertura orientale dello stretto di Ma-
gellano; il capo S' Andrea; e piú che tutti il capo Frowart posto all'estremitá piú me-
ridionale del continente americano, internato in mezzo allo stretto di Magellano.
180 Nel grande Oceano poi, sorge un'infinitá di piccoli promontorii essendo ¡la costa p. 8
frastagliata fuor misura; ma pochi sono quelli che si distinguono per notevole im-
portanza. Piú notevoli sono il capo Pilares nell'uscita dello stretto di Magellano: il
capo delle Montagne ad oriente dell'isola Vellington; il capo Peñas presso il golfo di
_ tal nome; il capo Quiloa all'estremitá meridionale, ed i capi Malalqui e Gabun al-
185 l'estremitá settentrionale dell'isola Chiloé; i capi Anaud[,] Manlia e Quedal alla pun-
ta del Chili confinante con la Patagonia. Oltre a questi noteremo anche qui i capi
dello Spirito Santo, S. Sebastiano e S. Diego ad oriente della Terra del Fuoco. Il ce-
e lebre capo Horn che considerato come il piú meridionale dell'America, presso cui
passano ora le navi che vogliono recarsi alla sponda occidentale dell'America essen-
190 do lo stretto di Magellano troppo pericoloso; ed il capo Pilares ad occidente della
Terra del Fuoco nell'uscita dello stretto di Magellano. Ed'importanza conoscere dal
piú al meno dove si trovino questi capi, i golfi, i monti, i fiumi, ecc. per poterci far
un'idea chiara del dove siano succeduti i fatti: molte volte poi dai luoghi in cui
avvennero, si viene a conoscere la vera importanza del fatto accaduto.
195 MONTI - Dal capo Froward incomincia quella celebre catena delle Ande che attra-
versa tutto il Nuovo Mondo da Mezzodi a Settentrione, seguendo a maggiore o mi-
nore distanza la costa del Grande Oceano. Porta essa il nome di Sierra Nevada de
los Andes nella Patagonia, perché vi si mostra tutto l'anno coperta di nevi; fu peró
ancora poco visitata. Queste montagne colle numerose catene secondarie compon-
200 gono l'ossatura delle contrade che noi studiamo. Tra le vette principali di questa ca-
tena, cominciando dal grado 35° venendo verso mezzodi, note remo il monte Descal-
berado[,] il¡ passaggio di Villaricca e quello di Niribae, il monte late Sauteles, Meli- p.9
mogu, Seuammen, Mendolat, Maca posti dal grado 43 al 45; piú verso mezzodi no-
teremo solo i monti Castle e Slokes. Oltre questa catena principale, varii altri monti
205 sorgono in queste regioni. Di considerazione sono le montagne di Chasmati che co-
minciano alla costa Occidentale, presso il capo S' Andrea penetrano nelle terre ri-
montando verso il Nord-Ovest e si voltano poi bruscamente per correre da Nord a
177 Cf JI 52
183 Isla de Wellington, en el Pacífico.
185 No es « Anaud », sino Ancud.
188 Ha m , nombre de la ciudad natal del navegante holandés Schouten, que lo dobló en 1616,
y así lo traen los mapas franceses e ingleses siempre. No se concibe, pues, que se haya transfor-
mado en el nombre equívoco de Hornos.
201 El monte «Descalberado », puede ser el monte Desnudo.
202 El paso de « Villaricca » es Villa Rica. late Gaute1es, Milimoyu ó Milimuyu, Macá.
204 Castle-Hill y Stokes.

1.10 Page 10

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La Patagonia e le terre australi del continente americano pel saco Gio. Bosco
301
Sud quasi fino allo stretto di Magellano. Tra le cime principali che ancora si trovano
sparse per la Patagonia, noteremo:
VULCANI - Vi si trovano moltissimi vulcani attivi, quali sarebbero quello di Osor- 210
no al 41° di latitudine settentrionale, quello di Quechunabi-Iluytaca nel 44° 20' lati-
tudine settentrionale, quelli di Minchimavida e S. Clemente nel 46° di latitudine set-
tentrionale. In molto piú maggior numero sono agglomerati i vulcani nell'arcipelago
Magellanico; altri sono nelle isole Malvine.
PENISOLE - Tra le penisole principali sono da notarsi: ad Oriente sull'Oceano 215
Atlantico la penisola S. Giuseppe; a mezzodi vi ela penisola Brunswik che forma la
e punta piú meridionale del continente Americano, ed congiunta al corpo principale
della Patagonia soltanto da un istmo di 15 km. tutto pieno di laghetti. La parte occi-
dentale etutta piena di piccole penisolette essendo tanto frastagliata dal mareo Due
di esse sono principalissime ma quasi verso il mezzodi, all'uscita dello stretto di Ma- 220
gellano: una chiamata terra di Guglielmo IV; l'altra epiú in alto e prende il nome di
penisola dei Tre Monti.
FIUMI I fiumi principali scaturiscono sul fianco orientale delle Ande e gettansi
e p. 10 nell'Atlantico. 11 primo I di essi, al Sud-Est dei Pampas di Buenos-Ayres, il Nen-
que, il quale scaturisce nelle Ande di Cujo nel 29° latitudine settentrionale e gittasi 225
nella Baja di Anegada; il Desaguadero o Rio Colorado, il maggior fiume della Pata-
gonia che scaturisce sotto il 30° parallelo e dopo traversata la Laguna di Guana-
chuache e la Laguna Grande cade nell'Atlantico nel 39° 59' latitudine settentrionale;
il Rio Negro che nasce sul declivio Orienta1e delle Ande fra i paralle1i 35° e 36° lati-
tudine meridionale e gittasi nell'Atlantico ai gradi 41°. 11 río Cimpal che attraversa 230
da Occidente in Oriente tutta la Patagonia al grado 43° di latitudine Sud. 11 Camero-
221 una add si
210-213 Todos estos volcanes -no en actividad- vienen citados como montes en los atlas.
El de S. Clemente «nel 46° di latitudine meridionale ».
222 Tres Cerros, en las orillas del río Santa Cruz.
224 Nenque, es el río Neuquén.
226-229 Asegura F. MARMOCCHI, Corso di geografia universale ... , vol. III, p. 268: «Questi
due fiumi [Colorado e Negro] sono ancora [1856] poco noti, specialmente nelle parti lontane
dal mare ».
227 Laguna de Guanacache ó Huanacache.
230 Cuando es reeditado en BS 4 (1880) n. 4, aprile, p. 12, don Bosco añade: « Su questo fiu-
me [Negro] venne fondata la piccola cittá di Carmen o Patagones circondata da selvaggi, i qua-
li vengono a vendere le loro derrate cangiandole con altre a loro necessarie. Quivi da qualche
e mese [gennaio] stabilita una casa Salesiana ed una chiesa, e vi si amministró giá el battesimo
a piú centinaia di selvaggi ».
El río Cimpal: el 43° de latitud sur corresponde al río Chubut. En atlas de aquella época,
río Chupat.
231 Por mucho tiempo se creyó que entre los paralelos 40 y 46 existía un paso hasta el Pacífi-
co, el que, en época más cercana, fue ubicado en el golfo de S. Jorge. En esta misma época se

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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302
Jesús Borrego
ne che a quanto pare nasce come i precedenti ad Oriente delle Ande, scorre - da
principio - dal Nord al Sud e poi decisamente da Occidente in Oriente. Piú al Sud e
il fiume Desiré, che scaricasi nel porto omonimo, e varii altri fiumi ed affluenti di
235 questi non abbastanza conosciuti per l'inesattezza delle nozioni che si hanno sull'in-
teriore delle terre [patagoniche].
LAGHI - Nell'interno ha un gran numero di laghi, due dei quali[,] scoperti dall'in-
glese King e detti Ogwai-River e Skiring-Water, hanno una grande estensione e co-
municano fra di loro mediante un canale angusto. Nel centro un po' verso Mezzodi,
240 vi sono i laghi Caluguape e illago Capur o Viedma. Anche una particolaritá che me-
rita menzione e la disposizione della maggior parte dei fiumi che scorrono verso la
costa Occidentale, di allargarsi e trasformarsi in piccoli laghi.
CLIMA - Pel clima la Patagonia puó chiamarsi la Scandinavia dell'America. Seb-
bene le terre piú australi del continente Americano non vadano piú in la del grado
(~~ S4 di latitudine Sud, il clima tuttavia erigorosissimo. La loro contrada efredda e
selvaggia; venti / impetuosi, e improvvisi cambiamenti di temperatura sono i caratte- p. 11
ri del suo clima. Nella parte meridionale per la maggior parte dell'anno la terra eco-
perta di neve. Dirottissime pioggie vengono in certe stagioni specialmente nella parte
montuosa mentre secco e sereno e nelle altre parti; tutta pero e esposta a venti ipe-
250 tuosissimi, e correnti di venti opposti s'incontrano in quasi tutte le stagioni; e quan-
do soffia il vento del Sud il freddo einsopportabile. 1 venti impetuosi ed i subitanei
cangiamenti di temperatura non sono incomodi particolari della Patagonia, ma
bensi caratteri inerenti ai climi dei promontorii e delle estremitá di un continente
qualunque.
255
Nella Patagonia pero tutte le circostanze che possono contribuirvi, trovansi riu-
nite al piú alto grado. Tre vasti oceani separano questa terra da tutto l'universo; in
essi si trova il ghiaccio a grosse masse galleggianti, fino ai gradi SO di latitudine Sud,
ed alcuni volte anche assai piú su. In alcuni anni, d'inverno ai gradi SO si trovarono
campi fissi di ghiaccio per tutto l'Oceano. Humboldt spiega nel modo seguente la ri-
260 giditá del clima nell'America Meridionale: « La poca larghezza del continente, il suo
prolungarsi verso il polo, l'oceano glaciale la cui superficie non einterrotta ed edo-
minata da venti periodici i quali soffiano dal polo verso l'Equatore, correnti d'acqua
freddissima e ghiacciata che si spingono verso lo stretto di Magellano fino al Perú;
numero se catene di montagne le cui sommitá ricoperte di neve elevansi al di sopra
creyó que existía un río, el Cananor, luego llamado Camarones, nombre que le quedó a la
bahía. Cf J.H. LENZI, O.C., p. 299.
234 F. LACROIX, O.C., p. 3 le da su nombre español: « Desiderado ».
238 F. LACROIX, O.C., p. 3 dice « Otway-Water », haciendo uno de los dos. Pasker King,
cf II 757.
240 Lago Calaguape... Viedma o Argentino.
259 A. HUMBOLDT, Examen critique de I'Histoire de la Géographie du nouveau continent.
Paris 1836.

2.2 Page 12

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La Patagonia e le terre australi del continente americano pel saco Gio. Bosco
303
T
del1e regioni del1e nuvole; i deserti non affatto areno si e per conseguenza meno atti 265
ad inaridirsi pel caldo; foreste impenetrabili che coprono le pianure equatoriali, ri-
p. 12 piene / di fiumi, tutte queste cause producono nel1e parti basse del1'America un cli-
ma assai meno caldo a proporzione di latitudine che quello del1'Antico Continente.
Approssimativamente si provó che la differenza del calore del1'America all'Antico
Continente eeguale a 10 gradi di latitudine, vale a dire per es. che fa ugual calore tra 270
noi a 400 come lá ai 300 ». Questa sproporzione cresce poi ancora nel1a Patagonia
per motivo del1a sua posizione e forma.
Altra ragione che spiega un poco il motivo per cui nel1'emisfero Australe il ca-
lore eminore che nel settentrionale: gli astronomi la attribuiscono al piú breve sog-
giorno del sole nei segni meridionali dell'eclittica nel1'annuo suo giro: vale a dire al1a 275
maggior rapidita che nel1'inverno ha il moto del1a terra la quale allora enel perielio,
la qual cosa fa si che il sole sta sette giorni e 18 ore meno nei segni meridionali del
zodiaco che nei boreali. 1 fisici aggiungono una nuova causa detta del Calorico rag-
giante, e cercano di dimostrare che in un tempo dato l'emisfero Australe perde mag-
gior quantitá del suo calore proprio costante di quello che non ne perde l'emisfero 280
boreale.
REGNO MINERALE - Le alte montagne del1e Ande sono completamente di roccia
dura. Tutta la pianura ecospersa di pietre calcaree, grandi estensioni son coperte di
sabbia e di sale. Intorno al porto Desiderato, baia sicura e profonda, le roccie sono
composte di marmi venati di nero, di bianco e di verde, di pietre focaie e di talen si 285
lucente, che pare cristallo; le conchiglie fossili formano in quel1e coste banchi consi-
derabili che sono di rara bellezza.
REGNO VEGETALE - L'umiditá costante dell'atmosfera quantunque sfavorevole a
molte piante Europee, specialmente agli alberi da frutta, nudrisce in molti luoghi
p. 13 una rigo[g]liosa vegetazione. Le foreste, che vestono i fianchi / delle montagne, per 290
due terzi del1a loro altezza, gareggiano per rigoglio con quelle delle regioni tropicali,
ed abbondano di legnami da costruzione; ma al1'Est del1e Ande non sono che vaste
pianure saline coperte di erbe e di eriche. Tra gli alberi comuni sulla costa elevata, vi
e una specie di Betul1a, betulla antartica, la quale acquista talvolta la circonferenza
di 35 piedi e somministra ottimo legname. Una specie di palma o di felee arbore- 295
scente si diffuse fino allo stretto di Magel1ano.
Tra i frutti proprii della Patagonia due sonvi principali: l'algarrobe e il piche-
quino. L'algarrobe (soé) ha l'apparenza del1a scorza di fagiuoli, e racchiude una gra-
na molto dura. Questo frutto colto a maturanza, pestato fra due pietre, messo in
275 eclittica] ecclitica B
293 vi e add sl
298 El algarrobo (Prosopisalba) árbol de madera excelente, no solo para construcciones sino
también como combustible, cuyo fruto es una vaina de color amarillo claro, que contiene una
pulpa dulce. Molidas estas vainas, con la pasta originada se fabrica el patay, especie de pan
pesado; fermentada con agua esa pasta produce la aloja, bebida ligeramente alcohólica...

2.3 Page 13

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304
Jesús Borrego
T
300 una sacchetta di pelle ed immerso nell'acqua per la fermentazione, da una bevanda
di cui facilmente s'ubbriacano, procurando loro delle forti coliche e strane contra-
zioni nervose. Mangiato allo stato naturale ha un sapore piuttosto aspro, quantun-
que contenga molta parte zuccherina, ma dopo pochi istanti un'ardente ariditá vi
allega i denti a tal punto da farvi stare piú giorni prima di poter mangiare senza
305 dolore.
Il trulca o pichequino eun piccolo frutto o rosso o nero, di forma ovale e della
grossezza d'un pisello, molto aggradevole e dolce. L'arboscello che lo da, eassai fol-
to di rami; abbonda di foglie eccessivamente piccole. Tanto i grossi quanto i piccoli
arboscelli sono zeppi di piccole spine, di grande ostacolo per cogliere i frutti. Il mez-
310 zo impiegato dagli Indiani esemplicissimo e comodo: depongono ai piedi della pian-
ticella una pelle su cui cadono i frutti, mano mano che con un piccolo bastone scuo-
tono leggermente ogni ramo. Fagliato accuratamente il trulca, lo mettono in sac-
chetti di cuoio posti su ambe / le parti de' loro cavalli. Alla scossa del galoppo, quei p. 14
frutti si ammaccano rendendo un sciroppo color del vino, che viene interamente ri-
315 versato in una pelle atta a contenerne gran quantitá. Operata la fermentazione, si ha
un delizioso liquore, che essi assaporano con piacere; la testa loro si riscalda, ma le
viscere non ne soffrono, mentre il frutto mangiato in gran quantitá procura un'irri-
tazione, alla quale gli Indiani non possono rimediare che inghiottendo molto grasso
di cavallo.
e 320 REGNO ANIMALE Se la Patagonia povera per quanto riguarda il regno minerale
e vegetale, e ricca assai pel regno animale. Errano quivi torme immense di cavalli,
bestie cornute, vigogne, guanachi (specie di daino senza corna e con una gobba sul
dorso) e nandú o struzzi Americani. Sonvi in gran numero i caprioli - gamos (Gua-
zu-u d' Azara: cervus campestris di Couvier) - specie di capriolo che differisce dalla
325 specie d'Europa per avere il petto bianco. Vi sono anche piuttosto in quantitá i
puma o leoni americani. Furono cosi chiamati perché la loro vista incute spavento,
sebbene poi quest'animale non abbia nell'andatura e nella figura nulla del leone
d' Africa di cui gli Americani gli hanno dato il nome.
Gli uccelli terrestri scarseggiano, ma abbondano gli acquatici, fra i quali il ci-
330 gno del collo nero (anser nigricollusie varie specie d'anitre. Le coste sono frequenta-
te dai lupi marini e dai pinguini; trovansi pure varie specie di crostacei, che costitui-
scono durante una parte dell'anno il cibo principale degli abitanti.
Il guanaco, il parrocchetto verde, la lepre pampas e molti altri animali del Perú
306 «11 trulca » o piquillín ... de cuyo fruto fermentado se origina el pulcú, la otra bebida
alcohólica.
324 Felix de Azara (1746-1821), naturalista marino español, que para estudiar los límites en-
tre las posesiones de España y Portugal, recorrió el Río de la Plata en 1781. Fruto de este viaje
es su obra Descripción e Historia del Paraguay y del Río de la Plata (1802). Madrid 1847;
F. Cuvier (1773-1838), naturalista francés, autor de la Historia natural de los mamiferos y de
los cetáceos.
326 El puma: Felis discoloro
333 «il parrocchetto » es el loro verde.

2.4 Page 14

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La Patagonia e le terre australi del continente americano pel saco Gio. Bosco
305
e della Repubblica Argentina [si] moltiplicarono straordinariamente nella Patago-
p. 15 nia, come pure moltiplicarono sterminatamente i cavalli, i buoi, i cani che vi / furo- 335
no esportati dagli Europei e che ora formano la ricchezza speciale e quasi unica di
quegli abitanti. Ma per venire ad una numerazione piú speciale, sono da notarsi in
Patagonia gli animali seguenti:
QUADRUPEDI - Tra i quadrupedi: il lupo rosso (canis jubatus) che fa la guerra ai
gallinacei; il couguar, questo tigre americano che dopo essersi satollato di sangue e 340
di carne palpitante, cuopre di erbe, di foglie o di rena l'avanzo della sua preda per ri-
tornarvi all'occorrenza; due specie di gatti selvatici, il paiero ed il mbaracaya che
danno la caccia in concorrenza col couguar nelle pianure bagnate dal Rio Negro; la
moffetta che spande un odore fetido ed insopportabile, quando qualsiasi nemico ad
essa s'avvicina; il glouton-rison che si scava delle tane e che, dotato delle medesime 345
qualitá che la moffetta, esala quando eirritato un forte odore di muschio; lo zorillo
rassomiglia ai martori nelle forme svelte e graziose, ha la pelliccia nera picchiettata
da due righe bianche longitudinali stendentisi dalla nuca sino alla coda; non dimen-
tichiamo la volpe della Patagonia che, secondo Catesby, non differisce da quelle
d'Europa che per il suo pelo d'un grigio inargentato. Questo animale[,] ancora piú 350
astuto di quello i cui costumi ci son noti, esce alla sera dalla sua tana per andare a
sorprendere il pollame nei chiusi. Sovente spinto dalla fame e nulla trovando da as-
sopirla, si getta sulle correggie di pelle non conciata, di cui gli abitanti fanno uso, le
tagliano e le portano via. Cosi accade frequentemente che bestiami o cavalli rinchiu-
si in un parco formato di palicciuoli e di traversi uniti da legami in cuoio, sfugano 355
notte tempo, liberati da qualche sfrontata volpe che ha divorato i legami dello stec-
cato. 1 Patagoni le temono orribilmente, raccontano di esse una quantitá di fatti piú
o meno stravaganti, fino ad assicurare che ve ne furono di cosi ardimentose da veni-
p. 16 re a tagliare, mentre essi / dormono, le correggie a cui sospendono le loro armi poste
sul guanciale; ancora raccontano che una notte una volpe, tirando il guinzaglio di 360
un cavallo per appropiarselo, abbia potuto condurre il cavallo presso la sua tana.
Noi ancora citeremo, tra i mamiferi che si troyano in minor o maggior quantitá
e nella Patagonia, la sarigne, la cui tenerezza materna tanto decantata: essa nascon-
de i suoi piccoli nati nella sua borsa addominale, come si sa, al menomo pericolo che
347 ha la] alla B 360 guinzaglio] guizzaglio B
342 El pajero y el mbaracaya: nombre guaraní del gato montés [Oncifelis geoffoYl].
344 «la moffetta » es el zorrillo.
349 La zorra de la Patagonia -[Dusicyon argenteus, por su pelillo plateado]-la llaman gua-
racha, nombre dado por los españoles y es una corrupción de aguarachay, el nombre guaraní
del mismo animal. Cf A. D'ORBIGNY, O.c., pp. 387-388. Marcos Catesby (1680-1749), natura-
lista y viajero inglés, en sus viajes de exploración a América -sobre todo Virginia, Georgia,
Florida, islas Bahamas-, describe por primera vez especies de plantas (y animales) desconoci-
das en Europa.
.
363 La zarigüeya o comadreja: Didelphis azarae.

2.5 Page 15

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306
Jesús Borrego
1
365 li minacci. Nell'alto paese, si trovano piú specie di animali rosicchianti, come le ete-
nomi, che devastano le pianure come le nostre talpe; dei topi ve ne sono a stormi in-
numerevoli, molti indigeni e molti condotti dai navigli Europei; il guya eun animale
proprio di questi paesi e non s'avvicina mai ai tropici. Avviene lo stesso delleggiero
e mara o lepre d'America. Questo quadrupede rimarchevole per l'abitudine che ha di
370 scavarsi profonde tane. Il suo pelo ed'un grigio rosso carico sulla schiena e bianco
sul ventre, verso la coda e una mezza luna che spicca bellamente col resto del pelo.
Alcuni sono cosi grandi che i cani di taglia mezzana. Gli indigeni fanno loro caccia
accanita, e vi si mostrano molto destri. Siccome il mara ha l'andamento molto irre-
golare e fa mille giri fuggendo, i cavalli[,] usi a questo genere d'esercizio, fanno
375 uguali evoluzioni, di maniera che, allorquando non si eabituati aquesto maneggio,
si e senza fallo atterrati dalla sella. Ma gli Indiani vi sono cosi accostumati che
seguono tutti i movimenti del cavallo, ed arrivano a stancare la lepre al punto di
poter, senza por piede aterra, afferrarla per le orecchie e portarla via.
In Patagonia non si troyano né scimmie iaguar; quest'ultimo piú bello e piú
380 grande di tutti i gatti, dopo il tigre; non passa mai al Sud delle montagne del Tandil. /
Tra i mamiferi sdentati, non possiamo passar sotto silenzio il pichi. Gli animali p. 17
di questa famiglia sono rimarchevoli per il guscio scaglioso e duro che li ricuopre;
hanno il muso acuto, grandi orecchie, unghie sporgenti, quattro o cinque dita sul
davanti e cinque di dietro. Si scavano stanze sotterranee, e vivono di vegetali e di in-
e 385 setti. Il pichi un piccolo animale, grazioso, famigliare molto, affatto inoffensivo, e
molto ricercato per la sua carne che non sarebbe certamente rifiutata sulle tavole piú
sontuose d'Europa. I Gauchos ed i naturali li fanno cuocere posandoli sopra dei car-
367 guya corr ex gueste
365 «Los tenomis cazadores reemplazan en la Patagonia a nuestros topos de Europa ». A.
D'ÜRBIGNY, o.c., p. 512.
367 guya: Myopotamys coipus.
369 La liebre de América (Dolchotis australis), también conocida como liebre patagónica:
Dasyprocta patagonica. Cf D'ÜRBIGNY, o.c., p. 512.
380 Los montes del Tandil ---en la provincia de Buenos Aires- « están formados por lomas
de pequeña altura que se dirigen de Noroeste a Sudeste ». D'ÜRBIGNY, o.c., p. 511.
381 El pichi (Dasypus minimus ) es una especie de tatú (armadillo).
e 387 «Il Gaucho presente [1898], non il tipo genuino che esisteva alla meta di questo secolo,
giacché da allora in poi l'elemento Europeo, non 10Spagnuolo, 10ha alterato coll'incrociamen-
e to [...] Il gaucho l'lspano Sudamericano, e meglio ancora, l'lspano-Platense, créollo; poiché,
per il suo carattere e per i costumi eproprio delle Repubbliche del Plata, dal Paraguay alla Pa-
tagonia Australe[...] Quando gli Spagnuoli conquistarono queste regioni, e poterono introdurvi
i ganados (bestiame), che aumentarono in proporzioni straordinarie, sorse 1'industrie ganade-
ra[...] Il valore unito all'interesse e alle buone relazioni cogli lndi, che istruirono e resero parte-
cipi di a1cuni prodotti industriali, favor! il desiderio di stabilirsi in quei luoghi col fine di essere
piú vicini al bestiame[ ...] I1 governo della estancia [1 133] richiese naturalmente la permanenza
di un gruppo d'uomini, i quali non disturbati dagli lndi, avrebbero trasportato le proprie fami-
glie. Alcuni giovani spagnuoli giá abituati al tratto cogli lndi ed alla vita delle campagne, av-
rebbero certamente preso in ispose a1cune indigene, generando cosi i primi meticci, le cui ten-
denze aquella vita sarebbero state causa che i loro genitori vi si stabilissero radicalmente[...] La
parola Gaucho presentemente significa nel Sud-America, ogni uomo di campo, créolo special-

2.6 Page 16

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La Patagonia e le terre australi del continente americano pel saco Gio. Basca
307
e boni ardenti dalla parte del guscio, e quando sufficientemente arrostito, le scaglie
e si staccano molto facilmente. Non cosa rara incontrare dei pichis nelle case dei
coloni, dove divertono per le loro gentilezze e le positure singo1ari che talvolta 390
prendono.
Le paludi del Rio Negro servono di rifugio ad una grande quantitá di pecaris á
collier, ovvero cignali d'America, animali indomesticabili in questo paese come altro-
e e ve. Una specie di cervi detti guacute anche molto comune nella Patagonia, ma
meno interessante che il guanaque, la cui carne e sovratutto la pelliccia sono cosi 395
preziose agli indigeni.
Quest'ultimo animale, che e considerato da alcuni naturalisti non essere che il
e lama in stato selvaggio, nell' America il rappresentante dei camoscii di Oriente. Puó
essere paragonato, per le sue forme esteriori ad un asino, con gambe e collo piú lun-
ghi. Si trova in gran numero in tutte le parti temperate dell' America del Sud; dalle 400
isole boscate della Terra del Fuoco fino alle montuose regioni della Plata ed anche
fino alla Cordig1iera del Perú. Benché preferisca i luoghi elevati, abita nondimeno le
paludi della Patagonia meridionale. In genera1e questi animali vanno per piccoli
stormi di dodici a trenta; nulladimeno, sulle rive settentrionali dello stretto di Ma-
p. 18 gellano si riuniscono in stormi numerosi / e fitti. Un tratto particolare del carattere 405
e di questo quadrupede la curiositá, Quando, per caso, ci troviamo in faccia ad un
guanaque solo, invece di fuggire come il comporterebbe il suo istinto selvatico, si fer-
ma e vi osserva con attenzione, dopo un istante ripiglia la sua corsa, e poi si ferma
ancora per mirarvi. Se prendiamo poi qualche positura singolare - per esempio se
ci stendiamo aterra tenendo le gambe per aria - esso s'avvicina per riconoscere 410
l'oggetto singolare che ha scorto di lungi. Parecchi viaggiatori per prenderlo hanno
fatto uso di questo stratagemma con felice successo. Se ne videro anche alcuni sulle
montagne della Terra del Fuoco. Sono suscettibili di educazione e divengono molte
volte molto famigliari ed allora sono oltre misura sfrontati; non ha alcuna idea della
e difesa naturale ed un solo cane sufficiente a vincerlo non ostante la sua grossezza. 415
Allorquando riuniti in branchi sono assaliti da uomini a cavallo, si sbandano di bot-
to e fuggono storditamente, senza sapere ove dirigersi.
406 ci corr ex si
mente, con tutti i suoi costumi e proprietá, sia ricco o povero, celibe o ammog1iato, giovane o
vecchio, proprietario o vagabondo, pur che sia capace di cavalcare e sappia e pratichi i diversi
uffici della pastorizia Sud-Americana, e propriamente Riparanense ». [L. CARBAJAL, o.c., vol.
I, pp. 322-354]. « El nuevo tipo de gaucho que medió entre la civilización y el desierto, conser-
y aun desarrolló los instintos que requería su vocación. Fue domador, rastreador, baquia-
no, los tres aspectos más interesantes y sorprendentes de su dominio sobre la naturaleza salva-
je », Roberto TAVELLA - Celso VALLA, Las misiones y los salesianos en la Pampa. Santa Rosa
1975, p. 43.
392 Los pécaris con collar (Dicotyles torquatusi, son « los jabalíes de América », D'ORBIGNY,
o.c., p. 512.
394 Guazuti (huemul): Cervus campestris.
395 El guanaco (Lama guanico ó Auchenia Ilacmai, mamífero de la familia de los camélidos.

2.7 Page 17

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308
Jesús Borrego
1 guanachi si gettano volentieri nell'acqua; nello stretto di Magellano passano
da un isola all'altra. Byron nel suo viaggio ne ha visti di quelli che bevevano l'acqua
420 salata, e gli officiali del vascello inglese le Beagle ne hanno scorto un'intiera mandra
che sembrava bevesse l'acqua contenuta in una salina del Capo Bianco. Del resto se
non potessero sopportare l'acqua salata, in certe parti della Patagonia rischierebbe-
ro di mori[re] di sete.
Durante la giornata sovente si ravvolgono in buchi pieni di polvere. Questi ani-
425 mali hanno un[']abitudine che pare inesplicabile: fanno tutte le loro bisogna nello
stesso luogo. Qualcuna di queste pillacole ha fino ad otto piedi di diametro, e si
compone necessariamente di una grande quantitá di concime. Frezier nota che que-
st'abitudine ecomune ai lama; dice che edi grande vantaggio per gl'indiani, che im-
piegano gli escrementi del guanaco come combustibile.v Il signor D'Orbigny confer- p.19
430 ma quest'asserzione, ed assicura che tutte le specie di questo genere, cioé i lamas, i
alpacas e le vigonie sono dotate di questo singolare istinto.
1 guanachi sembra che scelgano certi luoghi piuttosto che certi altri per morirvi.
Si vide sulle spiaggie del Santa-Cruz, per esempio, il suolo bianco da ossa, principal-
mente nei luoghi cespugliosi e vicini alle riviere. Queste ossamenta non offrivano al-
435 cuna traccia di rottura, ció che sarebbe stato tutto al contrario se i guanaques fosse-
ro stati divorati dalle bestie feroci. Lo stesso fu osservato sulle rive del Río Gallegos.
419 John Byron (1705-1786), navegante inglés, que, en viaje hacia Oceanía, cruzó el estrecho
de Magallanes (1764), descubriendo varias islas en los mares australes. En base a su diario, J.
Hawkesworth redactó la conocida obra J. BVRON, Voyage autour du mondefait en 1764 et 1765
sur le vaisseau de guerre anglais « le Dauphin » commandé par le chef d'escadre Byron. Paris,
Molíni 1767. Describen al guanaco como «un animal muy semejante a nuestros gamos, aun-
que mucho más gruesos; algunos no tendrían menos de cuatro pies y cuatro pulgadas de alto;
no dejan que se les acerquen y son muy ligeros en la carrera ». Cf J.H. LENZI, o.c., pp. 295-296.
420 Los capitanes ingleses de navíos Parker King (1793-1855) y Robert Fizt-Roy (1805-
1865), en las naves « Adventure » y «Beagle» respectivamente, entre 1827-1830 confeccionan
cartas de navegación desde Desolación hasta Buen Suceso en el estrecho de Magallanes. Desde
1832 al 1836, con el «Beagle» solamente, Robert Fizt-Roy con el joven naturalista Charles
Darwin (1809-1882), estudian la Tierra del Fuego, y confeccionan cartas de navegación desde la
bahía Buen Suceso hasta el cabo de Hornos. Como fruto la obra Narrative of the voyage of the
« Adventure » and « Beagle »,2 vol. London 1839. Como tercera parte del « relato» aparecía el
diario de C. Darwin, Journald of researches into the natural history and geology of the countries
visited during the voyage of H.S.M. Beagle round de World. Vió tantos, que denominó a esta
zona « la comarca de los guanacos» y lo consideró « con su cuello largo y sus finas patas un
animal muy elegante », representando en esta Patagonia lo que el camello en Oriente. Cf J.H.
LENZI, o.c., pp. 303-311.
427 Amadeo Feo, Frezier (1682-1773), militar e ingeniero francés, fue enviado para hacer in-
vestigaciones científicas y militares a las colonias españolas de América, llegó hasta las islas
Ma1vinas y confeccionó una carta de navegación del estrecho de Le Maire (1712). Escribió una
Relation du voyage de la mer du Sud aux cótes du Chile et du Perou, fait pendant les années
1712-1714. Paris 1716.
430 El llama, la alpaca y la vicuña indican variadades de un mismo animal cuyo tipo primi-
tivo parece ser el guanaco, que vive siempre en estado salvaje. La vicuña es el más pequeño
de los tres y se distingue del llama por tener su pelo menos largo y mucho más suave.

2.8 Page 18

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La Patagonia e le terre australi del continente americano pel saco Gio. Basca
309
Non si puó assegnare alcuna ragione aquesta abitudine; ció pertanto e da notarsi
che, quando un guanaco eferito, si dirige sempre verso un corso d'acqua che scorre
nei dintorni. Questi fatti possono servir a spiegare qualche volta la presenza d'ossa-
menta intatte in una caverna, o seppellite sotto strati alluviali; possano cosi mostrar- 440
ci perché i resti di certi mamiferi si troyano piú frequentemente che quelli di altra
specie nei terreni sedimentarii.
Indipendentemente dai quadrupedi che noi abbiamo enumerati, si troyano nella
Patagonia dei buoi, dei cavalli, dei montoni che i coloni Europei vi hanno successi-
vamente condotti e naturalizzati. I buoi specialmente alimentano un cornmercio atti- 445
vissimo di carne salata. Specialmente nei dintorni di Carmen se ne alleva un numero
straordinario. Anche i cani condotti cola dagli Europei si moltiplicarono straordina-
riamente e se ne troyano in quantitá anche al mezzodi della Patagonia e nella Terra
del Fuoco.
UCCELLI - Gli uccelli sono in grande numero nella Patagonia, ma non ve n'ha al- 450
cuno che abbia le piume brillanti e variate come le specie che abitano le parti centra-
li dell'America.
p.20
Lo struzzo[,] che si trova a stormi numerosi nel Nord, epiú / piccolo di quello
d' Africa, ed ha anche con quello notevoli differenze. Esso ha quattro dita ai piedi,
tre davanti ed uno dietro grosso e tondo; le sue piume sono grigie in tutta la lun- 455
ghezza del dorso, ed ha la testa fatta come quella di un'oca. Il suo nome indigeno e
nandu. In Ottobre ed in Novembre fa le uova nei luoghi piú foresti e si limita a co-
varla notte tempo e questa cura stessa e ripartita dal maschio. Gli abitanti dicono
che quando la covatura tocca il termine, rompe le uova non feconde per attirare in-
torno a se delle mosche, perché servano di nutrimento ai pulcini. Un altro tratto ca- 460
ratteristico di questo uccello ela sua estrema curiositá. Allo stato domestico sovente
viene a mettersi in mezzo ad un circolo di persone che conversano per guardarle;
allo stato selvatico quest'istinto singolare le estato sovente fatale, imperocché vien a
riconoscere tutto ció che gli pare straordinario ed il couguard lo sorprende poi allor-
quando non gli puó piú fuggire per mezzo della fuga. La carne dello struzzo emolto 465
ricercata dai naturali. I Gauchos non mangiano che il petto che appellano picanilla.
Le uova si vendono non solo nel paese, ma ancora a Buenos Ayres ed a Montevi-
deo. Le penne del nandu non possono essere paragonate, nella beltá, a quelle dello
struzzo africano, e non servono a far altro che spazzole. A Buenos Ayres, e presso
gli Indiani Moxos, si tingono in brillanti colori. La caccia di quest'uccello si fa a ca- 470
451 A. D'ORBIGNY, o,c., p. 512 dice «las regiones boscosas y cálidas» en vez de « le parti
centrali dell'America ».
457 Avestruz - ñandú (Rlzea americana) es ave de la familia de los rálidos que alcanza
hasta 1,40 metros de longitud.
470 Los indios moxas, «que por su mayor densidad, prestaron su nombre a toda la 'nación',
habitaban, probablemente, en el moderno departamento del Beni, entre los ríos Iténez y Ma-
maré, en una ancha banda de este a oeste, entre la vertiente oriental de los Andes bolivianos. al
oeste. y las selvas de Santa Cruz y de Chiquitos al este ». Antonio de EGAÑA, Historia de la

2.9 Page 19

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310
Jesús Borrego
vallo, e gIi abitanti di Carmen di Patagonia vi si mostrano oltremodo destri. Lo
struzzo non e cosi faciIe ad avvicinarsi, imperocché corre con una quasi incredibile
rapidita. Fa duopo, appenaché si scorge, spronare il cavallo a gran gaIoppo nella
sua direzione per giungerlo al primo istante, altrimenti invano si stancherebbe la ca-
475 valcatura col seguire l'agile nandu nei mille giri che fa, senza / stancarsi menoma- p.2i
mente, per sconcertare il cacciatore. Appena che il Gaucho ead una convenevole di-
stanza, gli getta i suoi bolas, colla cui corda lo attortiglia e lo prende. Talvolta, ve-
dendosi circondato, cerca di allontanare i cavalli punzecchiandoli con una specie
d'unghia terminale di cui son formite le ali, e quando ha perduto ogni speranza di
480 salvezza, si getta tra le gambe dei corsieri, che, spaventati, sovente sbalzano di sella
sulla sabbia i cacciatori mal fermi. Allora fugge di nuovo in linea retta, ma altri ne-
mici lo colgono di nuovo e finiscono per avviluppare intorno alle lunghe sue zampe
un'ultima bola, che arresta definitivamente la sua corsa. Si uccide di subito, ed il
vincitore gli taglia le ali, che appende poi in segno di trionfo al collo del suo cavallo.
485 Questo euno spettacolo dei piú interessanti per lo straniero, ed anima singolarmente
le deserte-pianure della Patagonia settentrionale.
Il Signor D'Orbigny ha scoperto in questo paese un'altra specie di struzzo, cui
diede il nome di rhea pennata, e crede che sia questo e non il nandu che va fino allo
stretto di Magellano.
490
Il numero degli uccelli di rapina e considerevole in Patagonia: il formidabile
condor le cui ali gigantesche giungono fino a quindici piedi d'inantennatura; esso e
venerato dagli Incas del Perú come fu lo sparviero dagli Egiziani; rasenta d'un mae-
stoso yola gli alti picchi dellittorale. Questo colosso alato ha dei concorrenti impor-
e tuni nel catharte aura e nel catharte urubu. Il primo detto anche vultur aura una
495 specie di avido avoltoio, che spande intorno a lui un'odore insopportabile di putre-
dine. L'urubu euna varietá del precedente ed il suo odore, come illiquore chesgorga
delle sue narici, hanno grande analogia / col muschio, mescolato tuttavolta d'un'or- p.22
ribile puzza di carne marcia. Questi uccelli si radunano a centinaia sui corpi morti, e
sono utilissimi agli Americani, in questo che li sbarazzano degli avanzi infettanti che
500 rimanendo nei luoghi umidi potrebbero dar origine a malattie epidemiche. Quando
gli urubus sono perseguitati immediatamente dopo il pasto, stentano a fuggire al
iglesia en la América española. Desde el Descubrimiento hasta el comienzo del siglo XIX - He-
misferio Sur. Madrid, BAC 1966, pp. 388-389.
488 Así lo expresa D'ORBIGNY, o.c., pp. 396,469,514: La Rhea ó Pterocnemia pennata s--eue
él denomina avestruz enana-, «emplumada hasta la mitad de su largo », es diferente de la
Rhea americana, « avestruz llamada impropiamente de Magallanes -[la struthio rhea, de Lin-
neo]-, puesto que esa especie no rebasa el grado 42 de latitud Sur ».
491 D'ORBIGNY, o.c., p. 512 se regodea en su descripcón: «Sólo a los Andes estaba reservado
el honor de ver planear al magestuoso cóndor [Sarcoramphus gryphus}; la Patagonia puede
también gloriarse de poseer ese mensajero de los dioses, reverenciado por los incas: ese pájaro
cuyo tamaño y forma han dado motivo a tantas fabulosas exageraciones ... ».
494 El primero es una ave de rapiña de la familia de los catárticos y el segundo es un buitre
zopilote de origen guaraní.

2.10 Page 20

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La Patagonia e le terre australi del continente americano pel saco Gio. Basca
311
yola e rigettano il cibo poco prima preso, non tanto forse per accelerare la fuga, al-
leg[g]erendo il peso del loro corpo, quanto per ritardare nell'inseguimento i caraca-
ras che si fermano per cogliere le ributtanti egestioni dei loro nemici. Il caracara, che
qui nominammo, e un'aquila voracissima che dimora nei contorni delle abitazioni 505
per gettarsi sugli avanzi di animali uccisi, e che insegue l'uomo come se giá deside-
rasse il suo cadavere.
.
L'estate seco conduce ilfalcone e degli uccelli notturni carnivori, come il mono-
tono nocurutu[,] specie di civetta-gufo, particolare alle regioni Magellaniche. La che-
veche urucurea, specie di civetta che fa il SUD nido nelle tane, si trova anche di giorno 510
nelle pianure; il bosco al contrario asila alla piú piccola delle civette che si dondola
in pien mezzogiorno sui flessibili rami del salice.
Tra gli uccelli di minor grossezza si troyano nella Patagonia: un merlo che l'in-
yerno scaccia dallo stretto di Magellano e frequenta i macchioni. Appresso quest'ul-
timo vive ordinariamente il motteggiatore di Patagonia, uccello screziato, il cui can- 515
to, modulato ora in scale cromatiche ora in melodiose cadenze, fu riguardato come
un'imitazione dell'usignuolo; penetra anche nelle case e si famigliarizza al punto da
non piacergli che il SUD vicinato. 1 cespugli celano il troglodyte saltellante o cardelli-
no, il pauroso synataxe insettivoro, ed illeggiero gobe-mouche. Le praterie del Nord
p.23 Est sono / frequentate da qualche pipis, altro insettivoro che si confuse colla lodolet- 520
ta; dalla gioiosa lodoletta e da un tangara, che puó emulare per la varietá e lo splen-
dore dei suoi colori il colibri. Questo piccolo uccello e il solo della sua famiglia che
viva nelle paludi ove si mostrano anche le socievoli troupiales, dalle nere tinte o dai
vivi colori, e lo stornello militare che deve il SUD nome alle spalline ed al SUD petto
rosso. Menzioniamo ancora nelle vicinanze del Rio Negro piú specie di rondinelle 525
dall'agile yola: il gros-bec che si fa rimarcare per le sue penni intieramente azzurre e
520 pipis corr ex papis
504 El caracara (vultur caracara] ó carancho ó chimango (polyborus vulgaris ó milvago chi-
mango), es un ave de rapiña de la familia de los falcónidos.
507 Aquí[...] F. LACROIX, o.c., p. 13, incluye: « L'aigle couronné, l'aigle aguya, la buse tricolo-
re et, sur les bords du Rio Negro, quelques busards affamés, poursouvent incessamment peur
proie ». El lo toma literalmente de A. D'ÜRBIGNY, O.C., p. 513.
508 El halcón: falco femoralis Ó falco sparverius.
509 Ñacurutu: bubo magellanicus.
510 Lechuza urucurea: noctua cunicularia.
511 La más pequeña de las lechuzas: Strix ferox.
513 El mirlo: Ohpreus patagonicus.
515 El zumbón de la Patagonia, ¿no será el zorzal patagónico (Turdus falkladii magellanicus)?
518 Troglodita Ó jilguero: Troglodytes pallida.
519 El sinalaxias: Synallaxis troglodytoides. El papamoscas: Tyrannus savanna ó Muscipapa
parvulus.
520 Los pipis: Anthus fulvus ó Anthus furcatus.
521 Alondrilla (lodoletta): Muscusaxicola mentalis. Tangara montaraz: Embernagra platensis.
523 Trupiales: Ieterus niger.
524 Estornino militar: Sturnus militaris..
526 «Il gros-bec » (passerina), es « el diuca de los chilenos» para D'ÜRBIGNY, O.C., p. 513.

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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312
Jesús Borrego
per il suo eolIo bianco; l' anumbi, uccello bruno dai piedi rosei che fa risuonare gli
echi del fiume colle melodiose sue scale. Nulla di piú curioso che la dimora degli
anumbis: essa e posta all'estremitá dei rami inchinati degli alberi spinosi, ovvero in
530 mezzo dei cespugli isolati: nel primo caso la sospendono sovente di sopra delle acque
e non eraro di vederne due riunite insieme. Questo nido everamente straordinario,
avuto riguardo alla piccolezza dei costruttori che non hanno che dai dieciotto a die-
cinove centimetri di lunghezza totale; il nido ne ha fino a quaranta e rappresenta un
ovale allungato piú largo di sotto che nella parte superiore. Il suo esterno eprotetto
535 da una quantitá di piccoli ramicelli spinosi incrocicchiati con tal arte che non si pos-
sono strappare senza romperli. L'interno tappezzato di straccietti, di penne, di crini
e di paglia, ecomposto di due camere di cui una[,] assai spaziosa, si apre lateralmen-
te. In questo primo compartimento vi ecome una specie di corridoio che sale e ridi-
scende nella seconda parte meglio ornata della prima. Nel mese di Ottobre raddop-
540 piano le canzoni, del resto lavorano costantemente alla loro speciale / dimora, che p.24
e la preoccupazione di tutta la loro vita, fuori del tempo che consacrano ai loro
piccini.
L' anabatto, uccello da cespugli, i cui costumi sono simili a quelli dell'anumbi,
e ed il cui canto egualmente cromatico e con cadenze; l'hornero, architetto che co-
545 struisce il suo nido spirale sopra rami flessibili; l'ibis dal grido disagradevole e dal
lungo becco; illinocoro, specie che si insinua nella terra ed il cui colore bigio lo lascia
appena distinguere dal suolo e che non fugge che quando uno gli marcia in qualche
modo sopra il corpo; il bioró[,] coronato brillantemente da penne bianche, lunghe e
sottili delle quali si spoglia ogni anno e che sono di gran prezzo, poiché quest'uccello
550 emolto raro; qualche cicogna dal becco lungo e acuto; il becco-foderato, che gli anti-
chi navigatori Spagnuoli ed Inglesi hanno descritto sotto il nome di piccioni bianchi,
ed i costumi marittimi dei quali contrastano col loro aspetto tutto terrestre.
Tali sono le principali specie che il naturalista puó osservare in Patagonia, so-
pra[t]tutto in certe localitá privilegiate, che sarebbe troppo lungo indicare qui. Non
655 tralasciamo peró intanto uno dei piú belli fenicotteri, abitatori di questi luoghi, il
fiammingo[,] che fa il suo nido nel mezzo delle vaste saline naturali, che bianche
550 lungo corr ex acuto
527 El anumbi: Anumbius anumbi.
543 El albatro: Diomedea fuliginosa.
544 El hornero: Tringa cayennensis.
545 El ibis: Ibis plumbeus.
546 Los tinochores: Thinochorus rumiccivorus.
548 El bihoreau: Ardea Gardeni.
La 550 cigüeña: Ciconia americana. El bec-en-fourreau (pico forrado) -Chionis alba-, es
« esa paloma blanca, conocida por los más antiguos navegantes del estrecho de Magallanes a
causa de que va, hasta más de cien leguas dentro del mar, a visitar las naves y hace creer que
ha huido de las jaulas de viajeros curiosos, mientras que abandona las costas rocosas donde, en
bandadas, recorre sin cesar los peñascos cubiertos de almejas, a fin de alimentarse como los
ostreros, a los cuales es tan semejante por sus costumbres ». A. D'ORBIGNY, O.c., p. 514.
556 El flamenco: Phenicopterus ignipalliatus.

3.2 Page 22

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La Patagonia e le terre australi del continente americano pel saco Gio. Bosco
313
come la neve si stendono nel mezzo delle pianure le piú aride. Questi nidi, alle volte
in numero di duemila, formano come un oasi nerastra che contrasta in modo singo-
lare col lustro brillante di questi laghi di cristallo. Ogni nido eun cono alto un piede,
tagliato alla cima e concavo al disotto per ricevere le uova. Sono tutti isolati tra loro 560
dallo spazio d'un piede circolare, e questa disposizione e perfettamente regolare.
p. 25 Questa riunione di coni[,] tutti assolutamente simili e di eguale altezza, somiglia / ad
una cittá con contrade tortuose, come quelle delle antiche nostre piazze di guerra. Il
fiammingo ha le patte ed il collo smisurati in lunghezza, le penne del. corpo di un
bianco rosaceo colle ali color di fuoco. S'incontrano a stormi numerosi, sono migra- 565
tori e vanno da un lago all'altro preferendo quelli di acqua torbida immergendosi
fino al ventre nel liquido per cercarvi i piccoli animali acquatici di cui sono molto
ghiotti. Non si separano mai né marciano isolati; spaventati, se ne vanno tutti in una
volta e lasciano la terra ove rappresentavano una linea regolare d'infanteria; spiega-
no le ali del piú bel rosso, conservando sempre un ordine simmetrico, e volando for- 570
mano ancora una lunga falange arenata. Al ritorno della primavera ogni copia, ri-
tornata alluogo ove si era fissata 1'anno precedente, ripara il SUD nido, lo rifa se fu
portato via dalle acque. Finito illavoro, depongono le loro uova nella parte superio-
re del cono, e tutti e due le covano.
Fra gli uccelli arrampicanti si distinguono sopratutto i pichi dei canzpi e l'ara 575
patagone, specie di bel pappagallo che si trova fino allo stretto di Magellano.
La specie dei gallinacei conta in Patagonia illamentevole tinanzo, specie di per-
nice la cui carne offre un piatto delicato; le tortorelle, i piccioni che in inverno arriva-
no a migliaia, e finalmente l' aendromina[,] altra pernice le cui penne puntate in bian-
co sopra un fondo grigio, danno un vera aspetto pittoresco. Quest'uccello conosciu- 580
to nel paese col nome di martinete, vive a stormi e rasenta quasi sempre la terra e
non si alza a volo se non quando viene grandemente spaventata.
Gli uccelli acquatici conosciuti in questi paesi sano: due specie di cigni; undici
p. 26 specie di anitre; l' oca antar / tica che viaggia fino alla Terra del Fuoco; il cormoran
ed il grebe[,] il piú abile nuotatore di tutti gli uccelli di questo genere.
585
575 El picoverde de los campos: Picus auratus.
576 El ara patagón: Psittacus patagonicus.
577 Los tinamúes: Tinamus maculosus.
578 Así lo expresa D'ORBIGNY, O.C., p. 514: « Algunas tórtolas -[Columba talpacotiJ- ron-
dan en verano por las quintas, pero no son nada en comparación con las miriadas de palomas
[-'palomas de alas manchadas'-], que llegan en invierno de las montañas o del Sur, y cuyas
espesas bandadas forman nubes en el horizonte, o bien colorean de azul las dilatadas llanuras
húmedas de las márgenes del río Negro »,
579 La eudromia --con nombre de martineta-i- es el andarrio, existente también y sólo «en
las cumbres elevadas de los Andes bolivianos », pero a la eudromia alpina le falta el copete
-Eudromia andecola-, que luce el andarrío patagón y que por eso se llama: Eudromia ele-
ganso Cf D'ORBIGNY, O.C., pp. 397, 514.
583-585 Se comprende mejor en el original de D'ORBIGNY, O.C., pp. 514-515: « ...En primer
lugar citaré, a dos magestuosos cisnes -[Cygnus nigricollis y Cygnus hyperboreus]- que nadan

3.3 Page 23

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314
Jesús Borrego
I rettili sono in piccolo numero, ma non si rinvenne che un sol rospo. Vi sono
anche pesci d'acqua dolce ma solo di una o due specie. Maggior interesse destano gli
insetti. Essi sono numerosissimi, e la cosa che desta maggior considerazione si eque-
sta: che se ne troyano in grande quantitá sulla superficie delle saline. Sono tutti in-
590 zuppati di sale e quindi in istato di perfetta conservazione. Non si eancora riuscito a
spiegare la presenza di queste masse d'insetti nei laghi salati della Patagonia; gli abi-
tanti stessi e gli operai incaricati della speculazione di questi riservati serbatoi non
hanno potuto scoprire la causa di questo fatto, che d'altronde non si aveva osserva-
to ancora.
595 PESCAGIONE - Le coste sono frequentate da balene, delfini ed altri cetacei, ai quali
si da attivamente la caccia dai bastimenti di tutte le nazioni. Queste rive sono pure
popolate da anfibii alla testa dei quali metteremo due specie di foche: l'una cono-
sciuta sotto il nome difocha a tromba, e l'altra chiamata volgarmente lione marino.
La pesca di questi anfibii ha attirato per molto tempo sulle rive della Patagonia l'at-
600 tivitá degli Europei. « 1 bastimenti, dice il Sig" D'Orbigny, arrivano al mese di Ago-
sto e di Settembre. Ancorano sia nel Rio Negro, sia nella baia di S. Biagio oppure
nel porto dell'Unione. Ogni bastimento conduce seco una piccola barca pel traspor-
to del grasso della foca e onde poter sbarcare alla riva. Stabiliscono i loro focolari in
luoghi assegnati, attendono che le squadre delle foche escano dalle acque, mettendo
605 ogni cura di non attacarle prima che siano tutte in terra. Anzi sovente l'epoca nella
quale si poteva incominciare era fissata dalle autoritá del Carmine, villaggio situato
presso l'imboccatura del Rio I Ne[g]ro, ultimo punto delle coste abitato da Europei. p.27
Ecco in che modo avviene questa pesca. Al giorno fissato ogni bastimento ar-
mato di lunghe lancie di ferro e di leve, seguita le rive dell'acqua quasi per costringe-
610 re le foche a ripararsi in terra; venute a terra a stormi, dai bastimenti impediscono
loro la ritirata. Primi i maschi cercano di tornare nell'acqua, i pescatori loro impedi-
scono il passaggio e per vincerli piú facilmente si da loro un colpo sulla tromba.
612 vincerli] vincerle B
en los grandes depósitos de agua, rodeados de millares de ánades de once especies distintas,
que parecen su corte, unos sumergiéndose en el agua, mezclados a los navegantes grébes
-{Pediceps Rollandj-; otros, recorriendo las riberas, por lo común junto al negro cuervo
marino. Pero la especie que desempeña el papel más importante en las praderas del río Negro
es el pato antártico -{Anas antarcticaj-, cuyas bandadas[...] llegan al comienzo de los fríos
y hacen sonar con sus gritos las llanuras... ».
598 El león marino (Phoca jubata), del género foca de Linneo, -diferenciado, sin embargo,
de la foca por Peión con el nombre de otario (Otaria flavescens) a causa de las orejas exterio-
res o larga melena, de las cuales las focas propiamente dichas están desprovistas-, difiere
esencialmente, por hábitos y formas distintas, del elefante marino (Phoca leonina) [...] Y es que
la foca con trompa es conocida por los españoles con el nombre de elefante marino ó lobo de
aceite [...] También los pescadores franceses llaman a los machos elefantes marinos y a las
hembras vacas marinas. A continuación D'Orbigny describe la pesca de la foca y, a través
de Lacroix, en traducción italiana don Basca la transcribe literalmente. A. D'ORBIGNY, o.c.,
pp. 391-395, 433-435.

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La Patagonia e le terre australi del continente americano pel saco Gio. Bosco
315
L'animale allora si alza sopra le sue ali o pinne, dirigendosi colla gola aperta sopra il
suo aggressore e cerca morderlo o schiacciarlo sotto il peso del suo corpo. Ma co-
stui, esercitato aquesta manovra, approfitta del momento per immergerle la sua 615
lancia nel petto, e destro e pronto si ritira prima della sua caduta. Sovente questo
primo colpo ben diretto, lascia la foca stordita, perdente col suo sangue le sue forze,
talmente che con qualche colpo ancora nei fianchi si termina di ucciderla. Altre volte
queste prime ferite non servono che a metterla in collera, e con maggior forza s'alza
di nuovo, aprendo la sua terribile gola e gettando un rauco grido. Allora la lotta di- 620
venta piú difficile. Il pescatore il quale non abbia esperienza e non ritiri la sua lancia
abbastanza presto, se la vede incontanente fatta a pezzi dal peso dell'animale, o fat-
ta in mille schegge da' suoi formidabili denti. Intanto che i marinai i piú esperti si
occupano di uccidere i maschi, altri con lance di legno uccidono i giovani che cir-
condano le femmine; queste per tutta difesa aprono la gola, gettano gridi ed urli e 625
si avvicinano sempre piú gli uni alle altre, e vengono cosi uccisi a colpi di lancia
nei fianchi.
Nessuno di questi animali muore prima di ayer perduto tutto il suo sangue, a
meno di fracassargli in cranio a colpi di leva. I pescatori non lasciano mai vivo alcu-
no degli individui componenti la truppa, tutti restano uccisi, fossero pure[,] come al- 630
p.28 cune volte avviene, piú di duecento. / Quelle sole possono scappare che nel forte del-
la carnificina possono guadagnare il mare senza essere viste ». Finita l'uccisione, i
pescatori gettano paglia accesa sopra i corpi dei morti per riconoscere quelli che non
fossero stati sufficientemente colpiti, quindi procedono a far liquefare la grascia coi
fornelli da essi preparati prima. Una grande foca ordinariamente rende un terzo di 635
tonnellata d'olio, mentre che abbisognano sempre quattro o cinque femmine per
produrne altrettanto. Nessun dubbio che ogni foca non possa dare almeno il doppio
dell' olio che se ne ritira, poiché quasi tutte le altre parti del corpo, le intestina, il fe-
gato potrebbero fornirne come il ventre, il quale ha sempre uno a due piedi di gras-
sao Ma tutte queste parti sono abbandonate, e si toglie solamente come piú facile a 640
portar via quella del dorso, perdendone cosi piú di quello che se ne raccoglie. L'olio
solo puó dunque offrire un ramo di commercio sempre lucrativo; ordinariamente si
vende in Europa come olio di balena. Questo ramo di commercio e stato utilizzato
dagli Inglesi e sopra[t]utto dai Francesi, con tale un'attivitá che fini per rovinare
ogni prodotto, poiche le foche in seguito del1a sterminata guerra che loro si faceva, 645
abbandonarono i paraggi di Buenos Ayres e della Patagonia. Non si puó calcolare
meno di duemila tonnellate la quantitá d'olio che si esportava annualmente; e se si
calcola che venti foche a tromba, maschi e femmine[,] non producono piú di una
tonnellata, si yedra che dovevano essere uccisi tutti gli anni quarantamila di questi
anfibii.
650
e Cosi finisce la storia fisica e naturale della Patagonia che si creduto bene di
mettere perché puó servire di grande schiarimento alle cose che qui in seguito si ven-
gono dichiarando. /