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Recensioni
F. Desramaut, experto en espiritualidad e historiografía salesianas, ha mimado la
redacción de este trabajo, no perdonando, como él mismo asegura, fatiga alguna para prodigar
una rica y precisa documentación: exploración de varios fondos archivísticos, fuentes impresas
preciosas, y una bibliografía selecta y abundante (pp. 915, 293-299). La armónica distribución
de la vasta documentación consigue que el denso y profundo estudio jamás pierda su objetiva
claridad y sea —a pesar, y, tal vez, por su consistencia— de interesante lectura.
JESÚS BORREGO
GHERARDI Luciano, Le querce di Monte Sole. Vita e morte delle comunità martiri fra Setta e
Reno. 1898-1944. Bologna, Soc. ed. Il Mulino, 1986, 331 p.
Il catalogo ufficiale degli uccisi dai nazisti l'autunno del 1944 nei territori dei comuni di
Marzabotto, Grizzana, Monzuno e Vado (Bologna) elenca 315 donne, 189 bambini fino ai 12
anni, 30 giovani dai 12 ai 18 anni, 161 uomini dai 18 ai 60 anni, e 76 oltre i 60 anni (p. 312).
Fra di essi 5 sacerdoti: Don Fernando Casagrande, Don Ubaldo Marchioni, Don Giovanni
Fornasini, P. Martino Capelli, dehoniano, Don Elia Comini, salesiano. Questa presenza di un
salesiano fra i « martiri » di Monte Sole motiva evidentemente la segnalazione che facciamo su
RSS del volume di L. Gherardi, membro dell'Istituto per la storia di Bologna e socio
corrispondente della Deputazione di Storia Patria per l'Emilia Romagna.
Il sottotitolo del libro è immediatamente rivelatore del taglio dato al racconto dei tragici
avvenimenti: al centro non stanno i singoli personaggi, ma le comunità cristiane nel loro
insieme, comunità unite dal vincolo della fede durante la vita e soprattutto nell'ora del supremo
sacrificio, comunità sorrette dai loro pastori, per cinque dei quali, immolati a Monte Sole, si
intende avviare il processo canonico, nella convinzione che la loro morte costituisce il
coronamento dell'eroico esercizio della carità pastorale.
Sulla scorta di fondi archivistici, di documenti familiari, di frammenti di verbali di
processo, di testimonianze più varie, non escluse le personali, l'autore conduce il lettore alla
riscoperta dei valori che erano patrimonio di quelle comunità appenniniche. Si tratta di un
aspetto che fin ora era sfuggito agli studiosi, anche a quanti, nella loro ricostruzione degli
avvenimenti della « resistenza » avevano saputo « resistere » alla tentazione della vana retorica
e della recriminazione apologetica. Fedele al suo intento di illustrare un aspetto inedito di
quelle terribili vicende, il G. lascia ad altri il compito dell'inquadramento storico, sociale,
politico, militare. Così pure sullo sfondo rimane la ricostruzione e l'interpretazione del
fenomeno dei « partigiani ». Neppure è difficile cogliere in tutto il volume un'ombra di
unilateralità. Comunque il processo di revisione in atto fra gli storici non potrà non tener
presente la chiave di lettura offerta dal G.
Il volume, impreziosito da un'ampia documentazione fotografica, è preceduto da un
interessante saggio di Don Giuseppe Dossetti, il quale nello spazio di 47 pagine cerca di
trovare una spiegazione alla tragedia, il perché si sia venuti meno in quella circostanza alle
norme più elementari di civiltà: bambini e donne inermi trucidate, cascine e paesi bruciati,
granaglie e bestiame razziato, prigionieri passati per le armi, mediazioni di sacerdoti rifiutate,
ed il tutto dopo 19 secoli di cristianesimo, in una terra profondamente segnata dalla croce di
Cristo. Facile e difficile