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RECENSIONI
AUBRY JOSEPH, Consacrati a Dio per i giovani. Corso di esercizi spirituali sulla base delle
Costituzioni SDB rinnovate, Torino-Leumann, LDC 1986, 198 p.
Come già annuncia l'Autore nel sottotitolo, il volumetto non è uno studio sulle
Costituzioni rinnovate: nato dalla predicazione e destinato alla divulgazione, ha evidentemente
tutti i pregi (solidità di dottrina unita insieme a semplicità, immediatezza, schematicità) e i
limiti di questa sua origine e finalità.
Lo stesso autore nella presentazione ha pure cura di sottolineare che le dieci meditazioni-
conferenze qui racchiuse, non vogliono nemmeno essere un « commento » alle Costituzioni,
ma solo una sua « riflessione personale che tenta di mettere in rilievo ciò che gli sembra
costituire l'approfondimento principale riguardo alle Costituzioni del 1972 e la linea di fondo
della dottrina e spiritualità costituzionale: l'appello a vivere la speciale Alleanza che il Signore
ha sancito con noi' (art. 195) ». In base alla prospettiva adottata risulta perciò che « non tutti i
temi delle Costituzioni vengono toccati, ma solo quelli che si riferiscono più particolarmente
all'iniziativa generosissima di Dio e alla risposta di dono totale che siamo chiamati a dare nello
Spirito» (pp. 5-6).
Sulla scorta dello schema scelto, l'Autore, in una prima parte ( = quattro conferenze),
analizza i diversi aspetti di tale « iniziativa » divina: l'intervento gratuito dello Spirito, il ruolo
specifico di Maria SS .ma e dell'esperienza fondatrice di don Bosco, e l'azione consacrante e
mandante del Padre. Quest'ultimo punto, che ingloba un po' i precedenti, nell'ottica dell'Autore
non è solo il punto culminante della prima parte, ma è pure il momento centrale della sua
riflessione, quello che giustifica il titolo dato al corso.
La seconda parte ( = sei conferenze) non fa che analizzare il senso della « risposta » che il
salesiano dà con la sua vita a questa « iniziativa » di Dio: dono totale di sé a Dio per l'impegno
apostolico-ecclesiale per i giovani ad un duplice livello, personale e comunitario, vissuto nella
pratica dei consigli evangelici in modo salesiano e in un impegno di preghiera-contemplazione
apostolica.
Come la prima parte, che tratta dell’« iniziativa » divina, culmina nella azione
consacrante e mandante del Padre, così la seconda, che tratta della « risposta » del salesiano,
culmina con la riflessione sulla Eucarestia, « atto centrale quotidiano della comunità» e
«sacramento della Alleanza» (art. 88).
Evidentemente il polarizzare la riflessione sulla dimensione trascendente di questa «
Alleanza » (=iniziativa divina e risposta umana) induce l'Autore a sviluppare alcuni punti
molto al di là del testo costituzionale e a trattarne sommariamente altri (anche di rilievo) o
anche ad ometterli del tutto quando non entrano nello schema adottato. Sono limiti imposti
dalle scelte fatte ed anche dalle esigenze d'un corso di esercizi.
Nel suo insieme però il lavoro si presenta ricco di suggerimenti, di spunti sia per la
riflessione personale, sia per la predicazione. Ed è appunto questo, penso, che l'Autore s'è
proposto con la sua pubblicazione.
C. COLLI

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Recensioni
BACCARI A. e al., Saints Peter & Paul Church; the chronicles of "the Italian Cathedral" of the
West, 1884-1984... written by Alessandro Baccari Jr., Vincenza Scarpaci, Ph. D., rev. fr.
Gabriel Zavattaro, S.D.B.... San Francisco, Calif., Saints Peter & Paul Church, 1985 [6],
390 p., ill., 30 cm., $ 25 o 100 - Esemplare n. 313 'of a limited hard cover ed. of 1000'.
Il centenario della parrocchia ha offerto lo stimolo per questo splendido volume. Il
terremoto seguito dall'incendio ai 18-20 aprile 1906 ha distrutto l'originale cappella lignea. Dal
1908 si è venuta realizzando l'attuale struttura, in muratura e ricca di decorazioni marmoree,
ma povera e confusa nelle sue linee stilistiche. Punto di riferimento necessario, gli edifici non
sono la parrocchia...
Col 55% dello spazio attribuito alla parola scritta e il 45% alla contemplazione visiva, il
volume documenta il succedersi cronologico degli eventi che, più o meno direttamente e
incisivamente, hanno interessato questa parrocchia «personale » di San Francisco. La
Congregazione Salesiana entra in scena l'anno 1897 e sotto la spinta del molisano don Raffaele
Piperni (parroco dal 1897 al 1929), presto coadiuvato da don Oreste Trinchieri (che gli
succederà fino alla morte, 1935) nella pastorale giovanile, romperà lo stretto cerchio
dell'anticlericalismo e del terrenismo tra le turbe degli immigrati. Un terzo pastore, che resse la
parrocchia a due riprese (1944-55 e 1961-69), don Giuseppe Costanzo, arricchì ulteriormente la
comunità delle infrastrutture sociali più aggiornate e la vide ormai indistinguibile dalle restanti
parrocchie « americane ». L'ultimo quindicennio ha visto l'infittirsi della presenza cinese sul
colle che per cento anni aveva risonato di accenti dialettali italiani disparati.
Un volume celebrativo il nostro. In evidenza le tematiche sociali — festaiole, culturali o
assistenziali; in misura contenuta quelle educative — non quelle propriamente religiose e, tanto
meno, quella catechetiche o pastorali. La cronaca ci è dapprima presentata in sintesi
('Introduction' viene impropriamente intitolata questa sezione, p. 1-6), poi siamo costretti a
leggere il 'preface' (che cadrebbe meglio prima dell'indice) e un troppo generico quadro
letterario-iconografico su Don Bosco. Da p. 13 a p. 376 si sviluppa l'elaborato circa le
espressioni esteriori della vitalità parrocchiale. Non si perda, nel contro-frontespizio, il totale
dei battesimi e dei matrimoni e le pagine 380-83 dove veniamo informati circa il clero e le
vocazioni che la parrocchia ha generato.
Auspichiamo che il non lontano 1997 ci offra documentazione circa la vitalità
propriamente religiosa di questa nobile frazione della Chiesa.
A. M. PAPES
ISAÚ, Manoel, Liceu Coração de Jesus cem anos de atividades de uma escola numa cidade
dinâmica e em transformação. S. Paulo, Editora Salesiana Dom Bosco 1985, 400 p.
In occasione del centenario della fondazione dell'Opera salesiana a S. Paolo del Brasile,
Manoel Isaú ci presenta questa ben concepita storia del Liceo del Sacro Cuore, una delle opere
più in evidenza nella Congregazione Salesiana. E' un

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lavoro ben condotto, un vero studio di caso, nel quale si fa toccare con la mano la correlazione
fra lo sviluppo della scuola e quello della società in cui è inserita. Il libro viene diviso in tre
parti: gli inizi dell'opera; il suo periodo di apogeo, con un progetto educativo ben definito; il
momento posteriore, di ricerca di una nuova identità, ricerca essa che non è ancora arrivata in
porto. Membro dell'ANPAE del Brasile (Associação Nacional de Profissionais de
Administração Escolar), laureato in Gestione della Scuola nella PUC di Rio de Janeiro,
Docente nell'Università Federale di Viçosa e nella Facoltà Salesiana di Lorena, Manoel Isaú è
conosciuto in Brasile per la serietà dei lavori che pubblica. Per una seconda edizione del libro,
ci permettiamo però di raccomandare che completi la consultazione d'archivio con il materiale
dell'Archivio Salesiano Centrale di Roma e che proceda ad un'accurata revisione del testo,
purificandolo di tanti piccoli errori di stampa che ne rendono difficile la lettura.
A. FERREIRA DA SILVA
J. PICCA-J. STRAUS´ (a cura di), San Francesco di Sales e i Salesiani di Don Bosco. Roma,
LAS 1986, 342 p.
Quale è lo specifico che i Salesiani di Don Bosco hanno ereditato da S. Francesco di
Sales? La presenza del Salesio nella « Società di S. Francesco di Sales » è solo relativa al fatto
che il vescovo di Ginevra è il santo Patrono e il modello dello zelo apostolico degli SDB
oppure c'è identità fra spiritualità di S. Francesco di Sales e quella di S. Giovanni Bosco?
Per longum aevi spatium in un ambito per lo più di divulgazione s'è sviluppata un'altalena
di opinioni e di interrogativi, di seriosi interventi e di puntigliose precisazioni, alla cui base, a
nostro avviso, c'era il vizio d'origine di una non sufficiente documentazione. Non per niente
studi veri e propri non ne esistevano.
A verificare interpretazioni che avevano sapore di fantasia, a convalidare ipotesi con
qualche fondamento di verità dal 27 al 30 dicembre 1983 s'è tenuto un Seminario di studio su
S. Francesco di Sales e i Salesiani di Don Bosco presso la Pontificia Università Salesiana
(Facoltà di Teologia, Istituto di Spiritualità). Il volume qui presentato raccoglie gli atti di quel
Seminario, rielaborati in base anche al dibattito sviluppatosi al termine delle singole relazioni e
dell'ampio confronto delle posizioni emerse in quei quattro giorni.
Non occorre essere un addetto ai lavori per rendersi conto come il campo di ricerca si
presentava molto vasto, per cui era giocoforza un lavoro d'équipe, composto per l'occasione da
14 studiosi appartenenti a vari istituti religiosi.
Il volume si articola in tre parti. La prima parte intende approfondire la conoscenza della
figura e della spiritualità di S. Francesco di Sales, rilevando l'ambito culturale, religioso,
sociale del suo tempo ed alcune dimensioni di attualità. E' composta da quattro relazioni: S.
Francesco di Sales nel contesto culturale del suo tempo (Gervais Demeige sj); L'umanesimo
nella vita e nella dottrina di S. Francesco di Sales (Ludwig Königbauer sdb); La spiritualità di
S. Francesco di Sales (Józef Strus´ sdb); L'actualité de St. François de Sales (André Brix osfs).

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La seconda parte analizza, il passaggio fra il pensiero e la spiritualità del Salesio ed i vari
istituti religiosi sorti nei secoli successivi, ed in particolare il significato e l'origine della scelta,
fatta da Don Bosco, di S. Francesco di Sales come patrono della sua congregazione. Due i
contributi: Les Instituts de vie consacrée qui si réclament de la pensée de St. François de Sales
(Henri L'Honoré osfs) e Don Bosco e S. Francesco di Sales: incontro fortuito o identità
spirituale? (Pietro Stella sdb).
La terza parte presenta l'influsso di S. Francesco di Sales nella vita dei Salesiani, nei loro
testi legislativi, nei loro scritti personali e nella loro produzione letteraria, a scopo divulgativo,
all'esterno della Congregazione. Si compone di sette studi: Il Bollettino salesiano italiano:
figura e spiritualità di S. Francesco di Sales (Anita Deleidi fma); La figure et la spiritualité de
St. François de Sales dans le Bulletin Salésien francophone (Albert Druart sdb); La utilización
del Boletín Salesiano en lengua española como medio de divulgación de la espiritualidad de S.
Francisco de Sales (Fausto Jiménez sdb); S. Francesco di Sales e la sua dottrina nelle Letture
Cattoliche (Luigi Frangi sdb); S. Francesco di Sales negli scritti di Don Giulio Barberis e Don
Eugenio Ceria (Eugenio Valentini sdb); S. Francesco di Sales nelle Costituzioni e nei Capitoli
Generali dei SDB (Juan Picca sdb); St. Francois de Sales dans le magistère des Recteurs
Majors des Salésiens (Jacques Schepens sdb). Conclude la parte la Rassegna Bibliografica.
Pubblicazioni riguardanti S. Francesco di Sales, curate o edite da Don Bosco e dai membri
delle Congregazioni da lui fondate (SDB e FMA) (Arnaldo Pedrini sdb - Juan Picca sdb).
E' evidente a colpo d'occhio come l'intrecciarsi di varie competenze ha permesso di dare
vita ad un volume che, favorito soprattutto dall'inequivoco vantaggio da parte di alcuni studiosi
di operare su un terreno col quale avevano molta familiarità, offre risultati di tutto rispetto e
pagine non prive di interesse e validità.
Ci sembra però lecito nutrire delle perplessità sulla consistenza ermeneutica di alcuni
interventi. Così qualche saggio, specialmente nella prima parte, è stato eccessivamente rapido e
semplificativo di una realtà ben più ampia. Qualche cautela metodologica si può anche
avanzare circa l'impostazione piuttosto formalistica e riduttiva di alcuni studi della terza parte,
per altro giustificati dall'ampia tematica tutta da esplorare e dalla complessità dell'argomento.
Un coordinamento maggiore era auspicabile fra le tre relazioni sui Bollettini Salesiani, in modo
tale da limitare i rischi di indebite deduzioni.
Comunque per una valutazione d'insieme dei risultati ottenuti ci pare di poter condividere
quanto si legge nella Conclusione dello stesso volume (p. 319-320): « Alcuni dati — non molti,
ma chiari — sono indubbiamente fuori discussione: Don Bosco ha attribuito intenzionalmente
importanza centrale a S. Francesco di Sales per la sua Opera e, in particolare, per la
Congregazione da lui fondata, eleggendo come modello, patrono e titolare, appropriandosene il
nome e alcune rilevanti caratteristiche assai specifiche, come l'impegno di « carità e dolcezza »
e la dedizione apostolica sintetizzata nel “Da mihi animas, cetera tolle“, Sembra, inoltre, che si
possa riconoscere una sostanziale affinità, al di là della diversa situazione (...) l'uno e l'altro
dotati di non comune intelligenza e fine intuizione, sensibilissimi e aperti alla comunicazione,
dediti con instancabile operosità e inesauribile zelo pastorale al servizio di Dio nell'esercizio
della carità. Né mancano somiglianze per ciò che riguarda il metodo, che Don Bosco riassume
nel Sistema Preventivo

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e Francesco di Sales esercita nella bontà e comprensione di un umanesimo ottimista; l'uno e
l'altro favorendo i rapporti di fiducia e incontro diretto, di stimolo frequente e di guida
spirituale nella convinzione che la devozione e la santità sono alla portata di tutti. Ciò
nonostante, è necessario accettare oggettivamente che somiglianza e affinità non vuole dire di
per sé dipendenza diretta, se ciò non risulta accertato. Purtroppo non si può dire che nel nostro
caso la documentazione sia abbondante e inequivoca (...). Benché non manchino anche
riferimenti più o meno espliciti a S. Francesco di Sales in Don Bosco stesso e, più tardi, nella
documentazione relativa dei suoi figli spirituali, suscita perplessità e incertezza la
frammentarietà, discontinuità e occasionalità con cui vengono riprese od accentuate talora l'una
o l'altra nota in riferimento alla storia, alla figura spirituale e alla dottrina del Salesio ».
Focalizzato così il punto di arrivo allo stato attuale delle ricerche, qualche nodo gordiano
è rimasto in attesa di scioglimento. Due per tutti: quale è stata la conoscenza che Don Bosco ed
i salesiani hanno avuto degli scritti dell'apostolo del Chiablese? In che misura l'esperienza
vissuta di Don Bosco ha « mediato » lo « spirito » di S. Francesco di Sales?
Va da sé pertanto che non è ancor giunto il momento in cui precisare in sede definitiva il
rapporto esistito ed esistente fra i Salesiani e S. Francesco di Sales. L'immagine attualmente
accreditata di tale rapporto è un esplicito invito ad ulteriori studi ed approfondimenti, sulla
base anche di più ampia e consistente documentazione.
F. MOTTO
POSADA Maria Esther, Giuseppe Frassineti e Maria D. Mazzarello. Rapporto storico-
spirituale. Roma, LAS 1986, 134 pp.
Quanti finora in diverso modo si sono interessati della figura della Mazzarello, o han del
tutto ignorato questo rapporto, o, pur prendendolo in considerazione, relativamente
all'ambiente in cui essa ha maturato la sua formazione spirituale, non han saputo poi
concretamente dirci in che misura il Servo di Dio genovese, personalmente e coi suoi scritti, vi
abbia influito.
E' perciò merito di Sr. Posada l'aver cercato con questo suo studio di dare a tale rapporto
dei contorni più precisi, anche se, per riuscire in questo intento, ha dovuto necessariamente
restringere il campo della sua ricerca col rischio di non essere ben compresa da un « lettore
meno attento e provveduto ». E' quanto avverte padre E. Ancilli O.C.D. nella «prefazione »
ricordando che « la voluta riduzione della ricerca ai soli due personaggi: Frassinetti e
Mazzarello, può favorire la falsa impressione del primato del parroco genovese nella
preparazione e formazione spirituale della Santa », mentre « la conoscenza del ruolo che in
seguito svolgerà don Bosco nell'ulteriore attività della Mazzarello ci sembra che ridimensioni
gli influssi del Frassinetti; il suo è stato senza dubbio un influsso provvidenziale, svolto in un
momento decisivo, ma anche ha lasciato la futura Fondatrice aperta allo spirito forte,
tonificante e inconfondibile di don Bosco ».
In modo analogo e a diverso livello, penso che quanto padre Anchilli afferma di don
Bosco, lo si debba pure dire di don Pestarino. E' vero che don Pesta-

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rino, in misura ancora ci sembra da chiarire, è anche egli sotto l'influsso del Frassinetti, ma non
penso che si possa negare che, per il ruolo determinante svolto nella guida spirituale della
Mazzarello e dell'ambiente in cui è vissuta, ha pure lui dato un contributo personale molto
importante alla sua prima formazione spirituale.
Fatte queste precisazioni, che ci sembravano necessarie per una migliore comprensione
dello studio, dobbiamo dire che le dimensioni del volumetto nascondono la non piccola mole
di lavoro svolto. Difatti sfogliandone le pagine ci si può rendere conto delle fonti edite e
inedite, degli archivi, degli studi diligentemente consultati per raccogliere tutto ciò che potesse
in qualche modo o misura servire alla comprensione dell'argomento scelto.
Dopo un'ampia rassegna bibliografica l'A. nel primo capitolo illustra le figure del
Frassinetti e della Mazzarello collocandole debitamente nell'ambiente storicospirituale in cui
sono nate e vissute.
Il secondo capitolo, entrando più da vicino nel tema, precisa il « significato » del rapporto
tra i due, sia sulla scorta di quanti precedentemente han fatto qualche cenno sull'argomento,
sia, soprattutto, sulla base delle fonti. Un rapporto in gran parte mediato da don Pestarino,
guida spirituale della Mazzarello e amico ed ammiratore del Frassinetti, e dal gruppo delle
Figlie dell'Immacolata. Ma in parte anche rapporto diretto, immediato, sia per i contatti
personali tra la Mazzarello e il Frassinetti, confessore straordinario del gruppo, sia soprattutto
attraverso la lettura dei suoi scritti.
Gli altri due capitoli affrontano l'aspetto più delicato: quello di determinare, in base agli
scritti e alle testimonianze, quale sia stato l'influsso del Frassinetti sia sulla spiritualità che
sull'itinerario spirituale della Mazzarello. Diciamo « più delicato » perché il numero ridotto, la
datazione, l'indole degli scritti della Mazzarello, non rendono sempre facile discernere una sua
dipendenza dalla spiritualità del Frassinetti. Come pure non è semplice, se prescindiamo dalle
lettere della Mazzarello, saper distinguere nel tutto concreto del suo comportamento, quanto è
dovuto al Frassinetti o quanto è dovuto all'influsso di altri.
Ora l'A. attraverso ad un delicato confronto, riesce poco per volta a far emergere tale
influsso, più evidente ed intenso in alcuni punti e più sfumato in altri. Influsso che, come qua e
là si fa notare, più che provocare l'esperienza spirituale della Mazzarello, la stimola, la
potenzia, la precisa.
In conclusione: ci sembra che lo studio sia un serio e valido apporto per la comprensione
di alcuni aspetti sia della figura spirituale della Mazzarello, sia della eredità spirituale lasciata
al suo Istituto.
CARLO COLLI
YAO Lorenzo, La vita di San Giovanni Bosco. Ed. Bollettino Salesiano. Hong Kong, 1985.
Da molto tempo l'ispettoria salesiana cinese sentiva l'esigenza di avere una opera sulla
vita di Don Bosco da offrire a confratelli e cooperatori, che, evidentemente, non potevano
conoscere la lingua italiana. Si desiderava un lavoro serio,

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di largo respiro, degno del personaggio e dell'immenso spazio culturale e scientifico, a cui era
destinato. Mancavano, però, i mezzi finanziari e le persone in grado di realizzarlo.
Ora si è deciso di tradurre, con notevoli riduzioni rispetto all'enorme materiale originario,
i 19 volumi delle Memorie Biografiche. Sono state eliminate le parti meno importanti per
comprendere la vita e la figura di Don Bosco, come certi giudizi e riferimenti, generici e
superati, o fenomeni locali e marginali. Si spera che la selezione avvenga in modo oculato e
critico.
Il volume che presentamo è il primo della serie. Contiene 74 capitoli e praticamente
include i primi due volumi delle Memorie compilate da Don Lemoyne, abbracciando il periodo
1815-1846.
E' iniziativa di importanza eccezionale per far conoscere un santo educatore, le cui
intuizioni e realizzazioni superano di gran lunga i confini della terra di origine.
P. LEUNG