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L'ATTIVITÀ LETTERARIA E LE RELATIVE NORME
CIRCA LE MEMORIE DEI DEFUNTI
NELLA CONGREGAZIONE SALESIANA (*)
Antonio M. Papes
L'originalità di Don Bosco va probabilmente individuata nella ricchez-
za potenziale delle sue intuizioni di educatore, fondatore e organizzatore 1
operanti in un tessuto dove le forze della sua industriosità sono al servizio
di quelle che lo Spirito di Dio gli va profondendo. In non pochi settori la
ricchezza di queste sue intuizioni non si palesò appieno nel corso della sua
pur non breve esistenza terrena.
Tra gli aspetti forse meno caratteristici della sua attività di fondatore,
che si sottrae alla ricordata «legge dei tempi lunghi», un aspetto del resto
marginale o complementare, sembra quello che tocca il modo di far «me-
moria» letteraria dei confratelli defunti. Di questo intendiamo tracciare, in
qualche misura, la storia.
Le Costituzioni della sua società religiosa abbozzate nei mesi di giu-
gno-agosto 1860 e le successive recensioni nel capitolo dedicato alle Pratiche
di Pietà, svolti quegli esercizi che son da compiere periodicamente - gior-
nalieri, settimanali, mensili, annuali - considerano i suffragi da offrire
quando un confratello muoia.' Resta senza risposta nelle Costituzioni la
(*) ABBREVIAZIONI:
AN - Annunci necrologici
ASC - Archivio Salesiano Centrale, Roma
Atti - Atti del capitolo (consiglio) superiore (generale) ...
BS - Bollettino Salesiano
CG l... - Capitolo Generale I (ecc.)
DB - Don Bosco
LM - Lettera mortuaria
MB - Memorie biografiche di S. Giov. Bosco
RM - Rettor Maggiore dei salesiani
VM - Vade mecum di G. Barberis (prima ed.)
VM2 - idem (2. ed.)
l P. STELLA, Lo studio e gli studi su Don Bosco e sul suo pensiero pedagogico-educativo:
problemi e prospettive in Prassi educativa e pastorale e scienze dell'educazione, Roma [Ed.
SDB, extracomm.] 1988, p. 32. - Parecchio di questo materiale si legge pure nel contributo Le
ricerche su Don Bosco nel venticinquennio 1960-1985: bilancio, problemi e prospettive in Don
Bosco nella Chiesa a servizio dell'umanità; studi e testimonianze, Roma, LAS, 1987, 373-396.
2 GIOVANNI Bosco, s., Costituzioni della Società di San Francesco di Sales..., testi critici
a cura di F. Motto, Roma, LAS [1982] p. 188. Cf pure pp. 25-26.

1.2 Page 2

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58
Antonio M. Papes
domanda: come partecipare ai soci il decesso d'un loro confratello?
Non erano ancora approvate dalla Santa Sede le Costituzioni e già il
Fondatore mostrava di voler rispondere, per vie umili e pratiche, all'interro-
gativo. Infatti nell'assemblea annuale (elettiva) del IO dicembre 1869 3 pale-
sava l'intendimento di stampare annualmente una scheda o elenco completo
dei membri della sua Pia Società e delle case," non solo, ma proseguiva:
«Ogni anno si metterà poi in disparte uno di questi catalogi e si ag-
giungerà una monografia di quelli che passarono all'altra vita. In questa
monografia si accenneranno le virtù principali, in cui si segnalò il de-
funto ... ».5
Non ogni comma sembra perspicuo. L'impersonale si ripetuto tre volte
vela l'io o meglio l'ufficio che con il Fondatore s'identificava. «Mettere in
disparte uno» dei cataloghi può sfociare nell'esigenza di un Archivio. «Mo-
nografia» va certo intesa nel senso quasi etimologico di pagine che svolgo-
no un tema circoscritto; qui è sinonimo, dunque, di biografia di un socio
isolato. Vi «si accenneranno le virtù principali»: ma, trattandosi di biogra-
fia, non sarà un trattato dottrinale che si vagheggia; il taglio di questi scritti
biografici, vuol dire DB, sarà spirituale: sarà la fisionomia religiosa e spe-
cificamente salesiana che verrà privilegiata.
Ci si può interrogare sul perché DB ipotizzi di appoggiare le necrologie
al catalogo dei soci viventi e delle comunità." Una prima risposta potremmo
vederla nell'esiguità degli spazi previsti all'inizio, alla maggior economicità
di stampa e spedizione. Una seconda risposta, meno probabile, potremmo
individuarla nella specularità delle due sezioni dell'opuscolo." Una terza,
ancora meno probabile delle altre, sarebbe quella di un certo contrappasso
morale: il «giardino salesiano» 8 proposto agli uomini del cortile polveroso
3 Quasi addestramento ai Capitoli Generali, che si tennero dal 1877, a tre anni c pochi
mesi dall'approvazione delle Costituzioni: Roma, 13 aprile 1874.
4 ASC [cartella] D 866 custodisce un elenco, probabile iniziativa privata dello scrivente,
d. C. Ghivarello, che presenta lo stato della 'Società' negli anni 1860-1864. Esiste pure un
doppio foglio formato protocollo risalente al mese di febbraio 1865 per mano del direttore
spirituale e catechista d. B. Fusero.
5 MB IX 767; Annali I 143-144.
6 F. DEsRAMAuT, La comunicazione nella comunità salesiana del secolo XIX in La comu-
nicazione e la famiglia salesiana..., Leumann (Torino) Elle Di Ci, 1977 tocca assai brevemente
il tema della presente ricerca. È possibile che lo stile piuttosto colloquiale e la versione dal fran-
cese abbiano giocato in due frasi poco felici che ivi si leggono. L'accostamento al catalogo
sarebbe dovuto a (o costituirebbe una) «via traversa». Un testo di Don Bosco che l'esimio
storiografo salesiano sta per leggere consterebbe di «qualche frase bonaria»... Cf p. 118-119.
7 Solo imperfetta la specularità vivi defunti. Accanto a questi andrebbero elencati
gli «usciti» ...
8 Espressione divulgata, pensiamo, attraverso il sogno raccontato il 22 dicembre 1876:
MB XII 591.

1.3 Page 3

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L'attività letteraria e le relative norme
59
e melmoso, delle classi assordanti... Vedremo come DB effettivamente fin
dalle sue prime linee in materia si collochi sul piano religioso e morale,
preannunziato, del resto, quando precisa qual tipo di biografia gli stia a
cuore. Eppure DB non era nella sua vita quotidiana uno che manifestasse
esclusivi o preponderanti atteggiamenti improntati a misticismo di bassa
lega. Comunque, non chiameremmo «via traversa» l'accostamento."
Il progetto trovò quasi immediata realizzazione nella sua prima parte,
la stampa del catalogo.!? In assenza di decessi nell'anno 1869, non poté at-
tuarne la seconda parte se non l'anno successivo, in appendice al catalogo
per l'anno 1871.
A questo punto sembra conveniente inserire tre tavole sintetiche, ossia
a) l'elenco delle necrologie «annue» o a quelle assimilabili stampate negli
anni 1871-1894 b) le biografie che vennero stampate in opuscoli a sé stanti
o anche in sillogi slegate però da pretese di periodicità: queste vennero
stampate sotto la prevalente responsabilità dei compilatori, mentre i profili
della tabella precedente vestono una qualche ufficialità c) un «necrologio
cronologico» del trentennio 1864-1894 allo scopo di riferirvi i risultati di
entrambe le altre tavole.
Seguirà lo studio dell'evoluzione storica: anzitutto delle forme lettera-
rie, del loro significato «salesiano e spirituale» senza dimenticare qualche
fatto esteriore di cui non si è persa memoria; poi delle disposizioni normati-
ve o esecutive in seno agli organi di governo e di guida della Congregazione
salesiana, per quanto siamo riusciti a ricostruire.
Alle reiterate e a volte patetiche espressioni d'impegno del Fondatore
per calare questo, pur secondario, ripetiamolo, aspetto della solidarietà dei
Salesiani tra di loro nella coscienza e nella prassi del suo Istituto, risponde
ora la non indifferente fatica di reperire e valutare le fasi del loro divenire.
() Per puro senso d'oggettività, possiamo qui rilevare la conflittualità tra due pagine di d.
E. Ceria. MB XIV 390 (1933) asseverano che il catalogo «secondo l'uso introdotto nel 1875»
accoppiava i due elenchi dei vivi e dei morti. Annali I 465 (1941) generalizza asserendo che
«sempre» il catalogo salesiano ha portato i cenni necrologici. Discordia delle pagine tra di loro
e di entrambe con i fatti.
10 ASC D 866-867. Don Bosco progettò e realizzò la pubblicazione a stampa fin dal
1870. Ciò non ostante, si trovano anche trascrizioni a penna dei primi anni. - Il primo catalogo
a stampa si presenta come un opuscolo elegante, di formato rettangolare alto circa 20 cm.,
quando negli anni 1871-1886 si riduce a meno di 15 cm (in seguito a poco a poco crescerà in al-
tezza, infoltirà le pagine...). Costante per l'intero rettorato di Don Bosco il titolo di copertina
(manca il frontespizio): «Società I di S. Francesco di Sales l anno 1870» (muta alle volte la sud-
divisione) e, in testa a p. 3 inizia il catalogo con l'espressione: «Elenco generale» con la lista dei
professi perpetui (ordinati alfabeticamente) temporanei (id.) che prosegue a p. 4 dove si elen-
cano pure gli ascritti. Le p. 5-6 distribuiscono il personale nelle Case.

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60
Antonio M. Papcs
Ma non è che un abbozzo. A più tardi, e probabilmente ad altri, di portarlo
a maggior esaustività e miglior forma.
TAVOLE
TAV.A NECROLOGIE STAMPATE NEL CATALOGO E IN RACCOLTE AUTORIZZATE
i) gli abbozzi di Don Bosco nel Catalogo
1871 «Società di S. Francesco di Sales» [=catalogo generale]: «Raccomando alle comuni e private pre-
ghiere... l° gennaio 1871 - Sac. Gioanni Bosco» - a p. 7.
l. CROSERIO, A.
2. BERTOLA, G.
1872 ibid. «Ricordi. l. Il giovane...» adespota - a p. Il.
3. ABRAMI, G. - cf. ASC 133 11 «Minuta autografa di Don Bosco» (P. Stella, Gli scritti a stampa, p. 50
n. 191) Opere edite XXIV 499.'2
1873 ibid. «Chiamati alla vita eterna» a p. 12 - niente prologo, sottoscrizione o data.
4. CAMISASSA, G.B.
5. CARONES, C.
1874 ibid. «Confratelli salesiani dall'esiglio chiamati alla vita eterna nell'anno 1873»
ma al terminare i profili: «sac. Gio. Bosco».
6. BUZZINI, G. - cf. P. Stella, Gli scritti a stampa, p. 54 n. 220.
7. CAMNASIO, A. - Opere edite XXV 468.
8. RAccA, P. - ASC 133 (per il solo P. Racca): ms G. Berto e lettera da Volvera.
nessun prologo,
ii) emanate dall'ufficio del Rettor Maggiore:
a) stampate in appendice al catalogo generale
1875 p. 15: «Confratelli salesiani chiamati alla vita eterna nell'anno 1874. Ai confratelli salesiani. L'an-
no 1874, figliuoli amatissimi... sottoscrizione, a p. 18: «Sac, Gio. Bosco».
9. PROVERA, F. ; p. 19-24.
lO. CAGLIERO, Gius. - p. 24-28 - ASC 133: allografo della premessa, da DB corretto.
Il. GHIONE, L. - p. 28-31 P. Stella, Gli scritti a stampa, p. 58 n. 240.
12. PESTARINO, D. - p. 31-36.
1876 p. 19: «Confratelli chiamati a Dio alla vita eterna nell'anno 1875» «Tre sono...» - breve premessa
adespota e acronica."
11 ASC 133 (scritti di Don Bosco destinati alla stampa) nella vecchia sistemazione, viene
oggi con vantaggio sostituita dall'indicazione (topografica) della scatola. Nel caso presente:
A 228 sgg.
12 P. STELLA, Gli scritti a stampa di san Giovanni Bosco, Roma, LAS [1977] 176 p. La
materia qui trattata è svolta genericamente a p. 16-17 e puntualmente nei luoghi che di volta
in volta addurremo. - Il volume costituisce il preambolo di: Giov. Bosco [s.] Opere edite,
rist. anastat. [a cura del] Centro Studi Don Bosco, Università Pont. Salesiana, Roma, LAS
[1976-1987] 38 v.
13 Questo stesso anno Don Bosco provvedeva di nuova prefazione (c Dacchè si cominciò

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L'attività letteraria e le relative norme
61
13. PARA, G. - p. 20.29.
14. LANTERI, A. - p. 29-33.
15. BARBERIS, D. - p. 33-36.
1877 p. 23: «Confratelli... 1876» - senza premessa alcuna.
16. PIACENTINO, G. - 23-29 - di lui solo: ASC 133: ms con integrazioni di DB.
17. VALLEGA, A. - p. 29-36.
18. VIGLIaCCO, G. - p. 36-59 contiene lettera del V. e altra del sac. P. Boita a DB.
19. GIULITTO, G. di entrambi si promette ampia bibliografia Opere edite XXIX 337-374.
20. CHIALA, C.
1878 p. 25: «Confratelli ... 1877».
21. GIOVANNETTI, M. - p. 25-34 - «Rivedute da DB» P. Stella, Gli scritti... p. 63 n. 277Ybis
22. BACCINO, G.B. - p. 35-66 - Opere edite XXX 257-402.
BECCHIO, C. - p. 66 annuncio e rimando al catalogo successivo.
1879 p. 35: «Confratelli ... 1878» con premessa «Ricordandoci continuamente...» p. 35-36 adespota e acro-
nica, probabilmente di d. M. Rua.P'"
23. BECCHIO, C. - p. 36-40.
24. OMODEI, S. - p. 40-51.
25. BARBERIS, C. - p. 52-56 con lettera di d. G. Fagnano a DB, marzo 1878, p. 54-55.
26. RONCHAIL, G.B. - p. 56-65.
27. PELOSO, C. - 65-78 - P. Stella, Gli scritti a stampa, p. 64, n. 265.
28. SALVO, P. - p. 79-80 - Opere edite XXXI 3-58. 14
a stampare... ») firmata la pubblicazione in unico fascicolo delle biografie dei soci defunti nel
biennio 1874-1875, a SCOpO di promozione vocazionale: Brevi biografie dei confratelli salesiani
chiamati da Dio alla vita eterna, Torino, Tip. e Libr. Salesiana [ecc.] 1876, 39 p. Prefazione,
p. 3-4; la paginazione è nuova e unificata, ma i testi dei profili restano immutati. Accessibile
in: Opere edite XXVII, 167-205.
13bis Resta arguibile anche solo una paternità morale da parte di Don Bosco se partiamo
da due lettere. Quella che porta il n° 1673, scritta da Roma a d. M. Rua, Torino, in data del 27
dicembre 1877, dice: «Prepara il catalogo dei soci; mi si mandi breve biografia dei defunti»
(Epistolario III 255). Esattamente un mese più tardi nella lettera n° 1700, autorizza d. M. Rua
a stampare il catalogo dispensandolo dal fargli pervenire prima le bozze (ibidem, 284). Si può
supporre che il Prefetto della Congregazione abbia provveduto a far redigere l'elenco dei soci
inviando nel frattempo a Roma le biografie. Ma nulla vieta, salvo che l'esame personale del
Fondatore non risulti dai manoscritti, che possiamo anche supporre che d. M. Rua abbia tarda-
to l'invio delle biografie fino al giorno in cui dovette comunicare a Roma che il «catalogo» (ora
comprendente non solo l'elenco ma anche le necrologie) era giunto allo stadio delle bozze...
13ter Don Bosco nella lettera n° 1902 da Lucca in data 25 febbraio 1879 potrebbe aver
suggerito all'estensore materiale della prefazione uno degli elementi con le parole: «Le bio-
grafie dei nostri salesiani lette da te siano pure stampate; però quelle di Arata e di d. Gamar-
ra si possono annunziare in breve e poi stamparle a parte ma con tutte quelle circostanze che
d. Scappini, d. Albera, d. Notario, d. Barberis e d. Bosco ecc. possono aggiungere e formare
due bei fascicoli delle «Letture cattoliche». Enria pure può dire qualche cosa». (Epistolario
III 447).
14 Letture amene ed edificanti, ossia Biografie salesiane, Torino, Tip. e Libr. Salesiana,
1880, p. - «Eccettuata la prefazione è stereotipia» della raccolta necrologica or ora addotta,
assicurano Opere edite XXXI, che a p. 387-388 si limitano a darci la prefazione. In questa
l'anonimo compilatore esordisce dicendo che «l'uomo vive d'imitazione» dei buoni e, purtrop-
po, dei cattivi esempi. «Se i tristi» ostentano il loro prose1itismo, «i buoni in iscambio ... moltis-
simi allettano»... Scomodato s. Agostino (Si isti et illae...) presenta le biografie.

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62
Antonio M. Papes
1880 p. 41: «Confratelli... 1879» -carente di premessa.
29. TONELLI, C. - p. 41-47.
30. SCAPPINI, P. - p. 47-54.
31. BIANCHI, L. - p. 54-60. ASC 133: per Bianchi e Delmastro mss con correzioni e aggiunte di d. M.
Rua; del secondo, qualche docum.
32. BENNA, C. - p. 60-64 - P. Stella, Gli scritti a stampa p. 66 n. 297.
33. TRIVERIO, C. - 64-71 - Opere edite XXXI 393-439.
34. DELMASTRO, G. - p. 71-86.
b) stampate in fascicoli a se stanti.
Biografie [Torino, Tip. Salesiana, 1881] 29 p. - allegato al catalogo per il 1881, che consta di 40 p.: cessa
almeno la paginazione continua con l'elenco dei vivi
[Titolo interno:] «Confratelli chiamati da Dio alla vita eterna nell'anno 1880».
35. SCARAVELLI, A. - p. 3-9.
36. BODRATO, F. - p. 9 - quattro soli dati anagrafici...
37. GIULIANO, A. - p. 10-18.
38. GALVAGNO, G. - p. 18-23 - P. Stella, Gli scritti a stampa, p. 68, n. 314.
39. FABRICI, G. - p. 24-29 - Opere edite XXXII 387-417.
Biografie - 1881 [Torino, Tip. Salesiana, 1882] 31 p. «L'annuo rendiconto necrologico... In G. C. vostro
aff.mo sac. Giovanni Bosco» p. 2-5.
40. ROSSI, G. - p. 7-11 - pel Rossi, visto con firma di «G. Cagliero» ASC 133.
41. ALBANO, S. - p. 11-17 - l'insieme: ms C. Cays con revisioni forse di DR
42. CHICCO, S. - p. 17-26 - P. Stella, Gli scritti a stampa, p. 69, n. 328.
43. ZANA, G. - p. 27-31 - Opere edite XXXII 387-417.
Biografie dei salesiani defunti nel 1882 [S. Pier d'Arena, Tip. S. Vincenzo, 1883] 64 p. - ripete la premessa
dell'anno anteriore, ma in paginazione diversa: p. 3-4.
44. CAYS, di Giletta, C. - p. 5-47.
45. CARAGLIO, G.B. - p. 47-52 P. Stella, Gli scritti a stampa, p. 71, n. 339.
46. AMERIO, S. - p. 52-61 Opere edite XXXIII 115-178.
Biografie dei salesiani defunti nel 1883 e 1884, Torino [ma: S. Benigno Canavese, Tip. Salesiana] 1885,
[iv] 128 p.
«Figliuoli miei carissimi, L'usanza di pubblicare ogni anno le biografie...» - sottoscrizione come
nel 1881 - p. [iii-iv].
48. ARATA, G. - p. 1-47 - ASC 133: interventi di G. Barberis su ms adespota.
49. STRA, Gius. - p. 47-52.
50. NICCO, C. - p. 52-56.
51. REGOIORI, V. - p. 56-65.
52. FAUDA, G.B. - p. 65-71.
53. CARRA, S. 71-76.
54. ZAPPELLI, F. - p. 77-105 - contiene lettera di d. F. Cerruti a DB, p. 102-105.
55. GAMERRO, L. p. 106-116.
56. REPETTo, L. - p. 117-127 Opere edite XXXVI 5-136.
Biografie di salesiani defunti negli anni 1885-86, San Benigno Canavese, Tip. e Libr. Salesiana, 1890, [5]
91 p. «È da gran tempo...» sottoscritto: d. M. Rua.
57. DABUSTI, G. - p. 1-21.
58. FOSCHINI, E. - p. 21-30 - con lettera e nota di DB al biografo, p. 23 e 25.
59. BRUNO, G. - p. 30-32.
60. CRIPPA, G. - p. 33-38.
61. MARABINI, L. - p. 39-59.
62. BORASI, V. - p. 59-70.
63. PERRONA, P. - 70-90.

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L'attività letteraria e le relative norme
63
Biografie di salesiani defunti, San Benigno Canavese, Tip. e Libr. Salesiana, 1892, 112 p. «A' miei carissimi
salesiani, È un altro volumetto...» sottoscritto come sopra, p. 3-4.
64. MANTELLI, L. - p. 5-15.
65. RINALDI, C. - p. 16-17.
66. CATTARUZZA, A. - p. 18-19.
67. BERNARD, G. - p. 20-26.
68. RIZZAGHI, G. - p. 26-35.
69. BELTRAMO, S. - p. 36-40.
70. ALLAVENA, Giov. - p. 40-48.
71. ALLAVENA, F. - p. 48-52.
72. PERSI, G. - p. 52-58.
73. FECCHINO, G. - p. 58-68.
74. ANSELMO, D. - p. 69-85.
75. VIASSONE, F. - p. 85-90.
76. BORGHI, F. - p. 91-95.
77. Bussx, Seb. - p. 95-111.
Biografie di salesiani defunti, San Benigno Canavese, Tip. e Libr. Salesiana, 1893,213 91 p. «Miei carissimi
confratelli, Ancorché il numero ...» sottoscritto come sopra, p. 5-6
78. NESPOLI, G. - p. 7-15.
79. VIGNOLA, A. - p. 16-32.
80. HERND, G. - p. 33-47.
81. CIBIEN, G. - p. 48-92.
82. BRUNO, N. - p. 93-138.
BORI N, L. - p. 139-138 (Figlio di Maria; deceduto, presumibilmente, senza voti).
Biografie di salesiani defunti, San Benigno Canavese, Tip. e Libr. Salesiana, 1894, vii, 240 p. «Miei cari
salesiani, Il numero dei confratelli defunti ...» sottoscritto come sopra, p. v-vii.
83. BusETTA, G. - p. 1-117.
~4. GRANDO, M. - p. 118-156.
85. DAGHERo, B. - p. 157-239.
TAV. B - NECROLOGIE STAMPATE IN FASCICOLI INDIPENDENTI O SILLOGI PRIVATE
i) vivente il Fondatore:
b l. LEMOYNE, G.B., Biografia del giovane Giuseppe Mazzarello ..., Torino, Tip. dell'Oratorio di S. Fran-
cesco di Sales, 1870, 139 p. (Letture cattoliche, a. 18. f. 7) = rist. anast. del c. 14. e dell'indice: Opere
edite XXII 360-377.
b 2. BONETTI, G., Un fiore salesiano, o Breve biografia di Giuseppe Giulitto pel sac..., Torino, Tip.
Oratorio di S. Frane, di Sales, 1878, 51 p. (Letture cattoliche 303, p. [51-100] Prefazione di
C. Cays, p. 35.
.
b 3. Cenni biografici del conte don Carlo Cays di Giletta sacerdote salesiano, Torino, Tip. e Libr. Sale-
siana, 1883, 47 p. = originale la premessa (p. [3-4]), mentre il testo ripete 'Biografie' (cf tav. a 44).
Resta da esaminare se sia identico anche con BS 6 (1882) 176-179; 7 (1883) 17-20, 50-52, 65-66,
93-96. Parzialmente, pure in BS fr 4 (1884) 124-126 5 (1885) 7-11, 74-76.
b 4. Piccola biografia del sac. Vincenzo Reggiori di Sangiano, S. Benigno Canavese, Tip. e Libr. Sale-
siana, 1886, 15 p. - salvo il titolo e la paginazione, tutto come indicato in tav. a 51.
ii) «recuperi» desiderati dal Fondatore:
b 5. FRANCESIA, G.B., Don Vittorio Alasonatti primo prefetto della Pia Società Salesiana: cenni biogra-
fici, S. Benigno Canavese, Tip. e Libr. Salesiana, 1893, 102 p."
15 Non senza civetteria, l'A. a p. 7-8 scrive: Nei «Cinque lustri» del Bonetti d. V. Alaso-
natti trova parecchie onorevoli menzioni, «ma questo non pareva sufficiente ... E un dì, mentre

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64
Antonio M. Papes
b 6. Id., Don Francesco Provera sacerdote salesiano: cenni biografici, S. Benigno Canavese, Tip. Sale-
siana, 1895, 175 p.
b 16/4. Id., Memorie biografiche del sac. Domenico Ruffino in Memorie biografiche di Salesiani defun-
ti..., San Benigno Canavese, Scuola Tip. Salesiana, 1903, 103-171.16
iii) ulteriori profili, sino all'anno 1910:
b 7.
b 8.
b 9.
b lO.
b Il.
b 12.
b 13.
b 14.
b 15.
l.
2.
3.
4.
b 16.
l.
2.
3.
4.
5.
6.
FRANCESIA, G.B., Francesco Ramello chierico missionario salesiano dell'America del Sud, S. Be-
nigno Canavese, Tip. Salesiana, 1888, 160 p. (Letture cattoliche, 432).
Id., Vita e morte edificante di Francesco Frascarolo coadiutore salesiano, S. Benigno Canavese,
Libr. Salesiana, 1891, 112 p.
Id., Il divoto del S. Cuore di Gesù, ossia Il eh. E. Marelli ..., Torino, Tip. Salesiana, 1892, 128 p.
(Letture cattoliche, 474).
Id., Don Giovanni Bonetti sacerdote salesiano: cenni biografici di..., S. Benigno Canavese, Tip. Sale-
siana, 1894, 142 p.
Id., Da marinaio a chierico: cenni biografici del giovane G. Busetta raccolti e pubblicati da ..., Tori-
no, Tip. Salesiana, 1896, 152 p. (Letture cattoliche, 715-518).
Id., Memorie biografiche del eh. G.B. Parietti salesiano, S. Benigno Canavese, Tip. e Libr. Sale-
siana, 1896, 151 p.
Id., Sac. Augusto Czartoryski..., S. Benigno Canavese, Tip. e Libr. Salesiana, 1896, 116 p.
Id., Sac. Camillo Ortuzar. .., S. Benigno Canavese, Tip. e Libr. Salesiana, 1896, 102 p.
Id., Memorie biografiche di salesiani defunti raccolte e pubblicate dal sac..., S. Benigno Canavese,
Scuola Tip. Salesiana, 1896, 4 fase. in un vol. furono messi in commercio simultaneamente
anche i fascicoli separati.
Memorie biografiche del sac. Antonio Sala , 104 p.
Memorie biografiche del sac. Michele Unia , 184 p.
ma: L'apostolo dei lebbrosi, ossia D. Michele Unia da Roccaforte - Mondovì: memorie biografiche,
Torino, Libr. Salesiana, 1900, 224 p. (Letture cattoliche, 567-568).
Memorie biografiche di Giuseppe Buzzetti coadiutore salesiano, S. Benigno Canavese, Scuola Tip.
Salesiana, 1898, 47 p.
Memorie biografiche del eh. Biga Domenico salesiano ..., 96 p., ant. (ritr.).
Id., Memorie biografiche di salesiani defunti raccolte e pubblicate da ..., San Benigno Canavese,
Scuola Tip. Salesiana, 1903, 296 p.
BONGIOVANNI, Giuseppe - p. 9-60.
CROSERIO, Augusto - p. 61-76.
RACCA, Pietro - p. 77-101.
RUFFINO, Domenico - p. 103-171 cf sopra, «recuperi».
TURCO, Giovanni - p. 173-240.
QUIRINO, Camillo - p. 241-295.
Le due sillogi del Francesia (1898, 1903) vanno distinte da quella del 1896, dove almeno il Busetta
era stato trattato dal medesimo A.; manca nelle due seriori ogni premessa di d. M. Rua. La prefazio-
ne del Francesia rivela che il Rettor Maggiore lo aveva pregato di provvedere a 5 nominativi. «Sesto
fra cotanta fede» il Francesia sistemerà «col dovuto consenso» ma «di mia scelta» anche d. G. Turco
«col quale siamo cresciuti insieme per diversi anni».
se ne parlava ancor vivo Don Bosco e noi cercavamo col pensiero chi se ne potesse prendere
l'incarico, egli ci interruppe dicendo: 'Solo Don Bosco può scrivere di d. Alasonatti, e lo farà
appena abbia potuto avere un po' di tempo'. Ma quel giorno non venne più mai... ». Nella pre-
fazione a p. 5: «Pareva a qualcuno una grave mancanza non raccogliere insieme quelle poche
memorie» ancora conservate in archivio o nel cuore ...» Si stima fortunato ... Purtroppo, è bene
dirlo, le cento paginette ne racchiudono pochine davvero di «memorie».
16 Il valore di questo ricupero si inferisce da MB XIII 278 nel contesto del Capitolo Ge-
nerale I (1877) di cui più avanti ci dovremo occupare. «...Quante cose sarebbero a dirsi di d.
Alasonatti! E don Ruffino? Quante care memorie lasciò! Fu un vero modello di vita cristiana.
lo non so se l'abbia da mettere a confronto con san Luigi... ».

1.9 Page 9

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L'attività letteraria e le relative norme
65
b 17.
b 18.
b 19.
b 20.
b 21.
b 22.
b 23.
b 24.
Id., Memorie biografiche del sac. Celestino Durando salesiano, S. Benigno Canavese, Tip. Salesiana,
1908,95 pY
GARINO, G., Cenni biografici di Domenico Belmonte sac. salesiano, Torino, Tip. Salesiana, 1901,
91 p., ant. (ritr.) - Contenuto: Prefazione 5-8; Biografia 9-58; Discorso funebre nel 30° giorno, di
G. Garino 59-76; Saggio di sermoncini della sera 1897-1901 77-90.
ALBERA, P., Mons. Luigi Lasagna: memorie biografiche, s. Benigno Canavese, Scuola Tip. Libraria
Salesiana, 1900, xiv, 458 p., ant. (ritr.), ill.
BARBERIS, G., Memorie e cenni biografici per servire alla vita del sac. salesiano d. Andrea Beltra-
mi ... , S. Benigno Canavese, Scuola Tip. Salesiana, 1901,477 p. ant. (ritr.) -l'esemplare interfoliato
della Biblioteca della casa generalizia reca anche profondi rimaneggiamenti nel testo, tutti di mano
dell'Ai, e predispone per una riedizione il titolo che segue: D. Andrea Beltrami sacerdote salesiano... ,
memorie e cenni biografici...
[ZOLIN, G.] Due nuovi fiori salesiani nei chierici Leone Maria Bosetti e Losano Callisto: cenni bio-
grafici, S. Benigno Canavese, Scuola Tip. Salesiana, 1902, 184 p., ill. cioè due ritr. L'A. sotto-
scrive la prefazione.
BRUNA, D., Brevi cenni biografici di d. Pietro Guidazio sacerdote salesiano, Torino, Tip. Salesiana,
1908, 126 p., ant. (ritr.). Contenuto: I [biografia] 11-61; II [«prerogative e virtù speciali»] 67-123.
[ZOLIN, G.] Memorie biografiche del eh. Giovanni M. Bozzio salesiano, San Benigno Canavese,
Scuola Tip. Libraria Salesiana, 1908, 140 p., ant. (ritr.).
BARATTA, C.M., Don Luigi Rocca: cenni biografici, Torino, Tip, SAID Buona Stampa, 1910, 103,
[4] p., ant. (ritr.),
TAV. C. - NECROLOGIO CRONOLOGICO CON I RICHIAMI ALLE TAV. A E B, ECC.
richiamo 18
b 16/4
b5-
VM
bI
b 16/l
ordinale
2
3
4
5
6
7
e Nome
LAGORIO, Giovanni
RUFFINO, Domenico
ALASONATTI, Vittorio
RAPETTI, Francesco
BONETTI, Enrico
MAZZARELLO, Giuseppe
BONGIOVANNI, Cesare Giuseppe
data di morte
15 xii
16 vii
7x
22 vi
15 vii
21 i
17 vi
1864
1865
1866
1867
l1ì6/ì
17 Le benemerenze, non solo quantitative, di d. Francesia nel campo della biografia sale-
siana si estendono alla Vita popolare e ad altri contributi che toccano la persona del Fondato-
re, le vicende degli inizi salesiani in Equatore, le vite di Madre Mazzarello e di almeno due altre
Figlie di M .A. e, ancora, le seguenti biografie pubblicate dopo il 1910:
Don Michele Rua, primo successore di Don Bosco: memorie, Torino, Ufficio delle Letture Cat-
toliche, 1911, 263 p., ant. (ritr.) (Letture cattoliche, 699-700)
ma 2. ed., Torino, Tip. Sa1esiana [1911] 219 p., ant. (ritr.), tav.
Commentarius de Francisco Cerruti, sacerdote, S. Benigni in Salassis, ex Officina Sa1esiana
[1918] vii, 59 p.
Il coadiutore salesiano Rossi Marcello, portinaio dell'Oratorio di Valdocco dal 1874 al 1923,
Torino, Soc. Ed. Internazionale [1925] 92 p.
Memorie sulla vita di Giovanni Paseri, sacerdote salesiano, Ravenna, Scuola Tip. Salesiana,
1926, 99 p.
ma 2. ed., Genova-Sampierdarena, Scuola Tip. Don Bosco, 1932, 113 p.
Un sagrestano di Maria Ausiliatrice in Torino, Domenico Palestrino, salesiano, Torino, Soc.
Ed. Internazionale [19 ] 19 p.
18 Il numero arabico isolato designa la necrologia elencata in tav a; b seguita da numero
arabico designa la necrologia elencata in tav. b.

1.10 Page 10

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66
Antonio M. Papes
richiamo
l
2
4
5
6
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8 - b 16/9
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8
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Il
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48
49
50
51
52
53
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55
56
57
58
CROSERIO, Augusto
BERTOlA, Giovanni
ABRAMI, Giuseppe
CAMISASSA, Giov. Batt.
CARONES, Cristoforo
BUZZINI, Gregorio
CAMNASIO, Andrea
RAccA, Pietro
PROVERA, Francesco
PESTARINO, Domenico
GHIONE, Luigi
CAGLlERO, Giuseppe
PARA, Giacomo
LANTERI, Antonio
BARBERIS, Defendente
VAllEGA, Antonio
CHIALA, Cesare
PIACENTINO. Giacomo
GIULlTTO, Giuseppe
VIGLIOCCO, Giacomo
GIOVANNETTI. Michele
BACCINO, Giov. Batt.
BECCHIO, Carlo
OMODE!. Stefano
ARATA. Giov, Batt.
BARBERIS. Carlo G.
RONCHAIL, Giov. Batt.
PELOSO. Cesare
SALVO. Paolo
G'\\MARRA, Luigi
FUSERO. Bartolomeo
TONElLI. Carlo
SC,\\PPINI, Pietro
BIANCHI, Luigi
BENNA. Clemente
TRIVERO. Carlo
DEL MASTRO, Giacomo
SCARAVElLl, Alfonso
BODRATO, Francesco
GIULIANO. Antonio
C'\\lVAGNO, Giuseppe
FABRICI. Giovanni
ROSSI, Giuseppe
BUFFA. Stefano
ALBANO. Stefano
CHICCO. Stefano
ZANA. Domenico
AI\\1ERIO. Secondo
CARAGLIO. Giov. Batt.
CAYS. Carlo
FALca, Luigi
data di II/I'I'/e
l iv
27 xi
19 xi
3 viii
29 ix
17 iv
28 viii
13 ix
13 iv
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4ix
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31 viii
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Il iv
28 vi
18 vii
18 viii
8 ix
6 iii
14 vi
31 xii
23i
3 ii
26 ii
Il iv
6 vii
15 vii
lO ix
17 xii
20 i
28 i
25 iv
lv
17 viii
5 xii
3 vi
4 viii
25 viii
6 ix
9 ix
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7 iv
28 vi
15 ix
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23 V
4.\\
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1882

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106
107
108
109
IlO
III
112
113
L'attività letteraria e le relative norme
67
e Nome
STRERI, Carlo
STRA, Giuseppe
CARRÀ, Salvatore
ZAPPELLI, Francesco
DABUSTI, Giuseppe
REIMBEAU, Jules
GAMERRO, Luigi
NICCO, Casimiro
REGGIORI, Vincenzo
Fxccro, Pietro
ZANCHETTA, Carlo
CEREDA, Giov. Batt.
REPETTO, Lorenzo
FAuDA, Giov. Batt.
BRuNo, Giuseppe
OZELLA, Giuliano
DE MARTlNI, Ferdinando
BOTTo, Stefano
ALEMANNO, Francesco
DONNELLAN, Francis
PASERI, Antonio
BaRAsI, Vincenzo
CATTARUZZA, Angelo
PERRONA, Paolo
GALLO. Pietro
RINALDI, Cristoforo
MANTELLI. Lorenzo
MARABINI, Luigi
LOMBARDI. Alessandro
ARsENlo, Teodoro
NESPOLI, Giovanni
GIACHINO. Bartolomeo
CANALE, Giacomo
CRIPPA, Giovanni
FOSCHINI. Enrico
PERSI, Giuseppe
BELTRAMO, Stefano
RIZZAGHI, Gaetano
GAVOTTO. Carlo
RAMELLO. Francesco
VIGNOLA. Alessandro
ALLAvENA. Francesco
BENARD, Joseph
ALLAvENA, Giovanni
GIOVANNI Bosco, s.
BENARD. Louis
TIZIAN, Giovanni
SPADA, Michele
PETAZZI, Carlo G.
NOVELLI. Pietro
NADIN. Giovanni
Roccm. Ercole
REVERDITO, Luigi
FECHINO, Giuseppe
McKIERNAN, Edward
data di morte
27 ii 1883
8 vi
20 xi
8 xii
24 xii
30 l 1884
lO ii
11 ii
15 ii
l iv
17 iv
lOv
24 vii
l xi
17 ii 1885
17 ii
24 ii
lO viii
5 ix
20 x
II xi
15 iii 1886
16 iii
21 iii
8v
II v
24 v
8 vi
30 vi
2 vii
2 ix
25 x
?x
15 xii
26 xii
13 iii 1887
29 iii
31 iii
?v
26 vi
3 ix
17 ix
25 ix
20 xii
31 i 1888
15 v
29 vi
20 viii
22 ix
19 x
28 x
4 xi
27 xi
7 xii
30 xii

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68
Antonio M. Papes
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VM
77
VM
75
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132
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136
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138
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140
141
142
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156
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159
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161
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164
165
166
167
168
e Nome
MAXIA, Antonio
BORGHI, Francesco
FRANCESE, Pietro
DEPPERT, Luigi
DESIDERI, Carlo
MARELU, Enrico
FERRARIS, Giovanni
BERGESIO, Andrea
MISI ERI, Giovanni
BUSSA, Sebastiano
SILVESTRO, Giov. B.
VIASSONE, Francesco
MEREGHETTI, Angelo
FRASCAROLO, Frane.
GUERRA, Angelo
RAVAZl, Antonio
ETERNO, Giuseppe
GRANDO, Michele
GIOIA, Vincenzo
GINOCCHIO, Domenico
BAUDINO, Giovanni
BUSETTA, Giuseppe
BRUNO, Natale
MARTINI, Chiaffredo
DAGHERO, Benedetto
GAIA, Bernardino
GUASCO, Giuseppe
OSELLA, Biagio
ANSELMO, Domenico
PAGANOTTO, Mosè
TORRIS, Giovanni
HERNDT, Jòzef
HERUDZYNSKI, Jòzef
MARTINI, Solutore
GIVONE, Gaspare
BAGUETTO, Achille
BONETTI, Giovanni
CIBIEN, Giacomo
BOYER, Aristide
BUZZETTI, Giuseppe
LAZZARESCHI, Bartolomeo
MUNOZ, Rafael
CATTANEO, Francesco
BORGHINO, Pietro
CENA, Antonio
VALENTINI, Giovanni
ALESSANDRINO, Benedetto
BUSSA, Stefano
PEDUSSIA, Francesco
RACCA, Giovanni
PANATTIERI, Ambrogio
BRAGA, Michelangelo
QUIRINO, Camillo
SACCOMANI, Pietro
GAIA, Francesco
data di morte
13 ii
18 ii
29 iii
18 vi
19 vi
19 vi
23 vii
3 viii
21 viii
12 ix
19 ix
12 x
14 xi
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Il xii
14 i
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8 ii
26 iii
30 iii
28 iv
lv
9 vi
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13 vi
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20 xii
20 xii
28 xii
29 xii
29 xii
7 ii
7 iii
23 iii
6 iv
29 v
5 vi
Il vi
29 vi
14 vii
29 vii
30 vii
2 ix
18 x
3 xi
20 xi
13 xii
28 xii
23 ii
17 iii
24 iii
6 viii
Il viii
lO ix
14 ix
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1890
1891
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richiamo
VM
b 13
VM
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AN
AN
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AN
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AN
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b 15/4 -
AN
AN
AN
AN
AN
AN
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183
184
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186
187
188
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191
192
193
194
195
196
197
198
199
200
201
202
203
204
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206
207
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210
211
212
213
214
215
216
217
218
219
220
221
222
223
L'attività letteraria e le relative norme
69
e Nome
PODDESU, Michele
GALBUSERA, Luigi
STEFANONI, Pietro
CASAPICCOLA, Francesco
CONIGLIO, Filippo
GIANI, Domenico
ANTONELLl, Matteo
BOBBIO, Giov. Tito
KNESEVICH, A1bert
PASTORELLO, Carlo
PEANO, Bartolomeo
PECORARI, Adolfo
RAMPA, Luigi
SAVIO, Angelo
CASSINI, Andrea
FIGUS, Giacinto
GRASSIS, Giovanni
CZARTORYSKI, August
MASSANO, Teodoro
MOZZACHIODI, Giov. Batt.
RICCHIARDI, Antonio
CARLINO, Remo
RIVA, Antonio
FEDRIZZI, Antonio
MALFATTI, Carlo
MENIPPO, Giacomo
FILLlA, Eugenio
DALMAsso, Giov. Giac.
GEROMINI, Antonio
WYCKAERT, René
BERToLoTTo, Gabriele
ARNERA, Luigi
MIGLIOTTI, Paolo
GIUGANINO, Giacomo
PASINI, Callisto
FERRANDo, Giovanni
CICERI, Isacco
DAMILANO, Antonio
BERTOLOI, Luigi
ROTA, Evasio
CIPRIANO, Carlo
BOGLIOLO, Giacomo
TosAN, Pietro
INVERNIZZI, Costantino
MARQUES SIMÒES, Joào
GRIFFI, Giorgio
FONTAN, Mario
BIGA, Domenico
CITTI, Antonio
Dnocco, Giovanni
TlBALOI, Giuseppe
CAGNOLI, Francesco
ODELLA, Firmino
BONETTI, Vittorio
REZZONICO, Enrico
data di morte
26 ix
2x
4x
8x
24 x
4 xi
8 xi
15 xi
16 xi
18 xii
18 xii
24 xii
? xii
17 i
31 i
5 ii
23 iii
8 iv
lO iv
14 iv
1v
5v
12 vi
19 vi
5 vii
12 vii
13 vii
23 vii
28 vii
5 viii
15 viii
1 ix
8 ix
23 ix
17x
28 x
??
4i
21 i
6 iii
14 V
19 v
26 v
23 vi
Il viii
1x
15 x
1893
1894
21 x
31 x
8 xi
18 xi
7 xii
7 xii
22 xii
??

2.4 Page 14

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70
Antonio M. Papes
1. Il clima spirituale delle necrologie
Macchinosi al sentire linguistico del secolo XX, i titoli delle sezioni prima e
degli opuscoli necrologici poi usciti fra il 1874 e il 1880, palesano da soli la men-
te di chi li progettò e presiedette alla loro pubblicazione. Dagli otto abbozzi bio-
grafici interamente suoi come dalle prefazioni alle successive biografie affidate
ad altri per la stesura materiale egualmente traspare che DB proponeva queste
pagine come guida alla religiosità e alla crescita spirituale della sua famiglia. Due
i concetti sui quali intreccia il suo discorso d'animazione, la preghiera e
l’emulazione.
La preghiera per i soci defunti, l'abbiamo accennato all'inizio, è raccoman-
data dalle Costituzioni salesiane. DB però nei suoi apporti necrologici e nelle
prefazioni alle raccolte che invia ai soci non si richiama mai al dettato costituzio-
nale modulando piuttosto temi cari alla predicazione popolare del tempo. Anche
dove parla di orazioni private e comuni è quasi un'endiadi che usa. Essa raccoglie
l'invito a compiere gli esercizi di pietà suggeriti per individui e per gruppi. Leg-
giamo l'espressione nei profili 1871 e 1873. Nel 1875 inculca «particolari» pre-
ghiere o in aggiunta a quelle abituali o con intenzioni meglio concentrate al suf-
fragio dei nostri defunti. Non si debbono sorvolare le preghiere, rammenta, con il
pretesto dei segni evidenti di predestinazione lasciati dal defunto al momento di
partire per l'eternità (1876): persino negli angeli Iddio trova macchie (1873). È la
preghiera lo scopo primario che si vuol raggiungere pubblicando le memorie
(1876); a memoria permanente risponda preghiera diuturna (1875). La voce «suf-
fragio» la troviamo soltanto nel 1879: impossibile determinarne la comprensione
rispetto alla comunissima «preghiera»; DB si preoccupa solo che se ne compiano:
ci stringeva a loro genuino affetto e ora da loro speriamo intercessione. Bastino
questi accenni tra i molti. Non sono per nulla originali ma testimoniano a iosa
l'angolatura dalla quale conviene leggere queste pagine.
Con il secondo tema, senza uscire dal clima religioso, entriamo nel dinami-
smo di crescita della religiosità personale. Le virtù che apprezziamo nei defunti
devono incarnarsi in noi, lasciati per qualche altro tempo sulla terra. DB non si
ferma a considerare questa vita come prova, lo suppone; egli invita a serrare i
ranghi, a completare la preparazione al premio. Il novizio Bertola in punto di
morte ha emesso i voti «desiderando di fare al Signore un compiuto sacrificio di
sé stesso» (1871), similmente l'Abrami prontamente tutto abbandona e coglie
prontamente il premio (1872): due protasi, con apodosi letterariamente sospesa.
Dai defunti ricordati nel 1873 il lettore apprenderà ubbidienza, osservanza, vigi-
lanza escatologica. Dal Buzzini (1874) un messaggio di pietà e «desiderio» di
lavorare, dal Camisassa effet-

2.5 Page 15

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L'attività letteraria e le relative norme
71
tiva laboriosità e ubbidienza, dal Racca zelo, volontà e moralità «ammirabile».
Nelle prefazioni DB traccia più genericamente la proposta. Le virtù di chi in terra
fu legato da vincoli identici ai nostri servono di stimolo (1879) a compiere il bene
e fuggire il male (1875), a seguirne le orme (1882). Deriviamo sicurezza nel pre-
pararci a ben morire (1882) al giudizio divino (ivi). Vissero il nostro stesso gene-
re di vita: agevole, dunque, imitarli (ivi). Parecchi altri aspetti, ancora una volta,
comuni alla parenetica del sec. XIX, vengono toccati. Basti il centone offerto a
convincerci, se ci fosse bisogno, dell'idealità tutta spirituale e formativa del Fon-
datore nel perseguire il progetto prefissosi nel 1869.
Don M. Rua nelle premesse ai fascicoli pubblicati nei primi anni del suo ret-
torato una sola volta inculca la preghiera, nel 1894; più volte, invece i valori del-
l'esemplarità. Impegna il lettore «da buono e fervoroso salesiano» (1892) nella
propria santificazione e nella perseveranza vocazionale (1892 e 1893). Le virtù
che singolarmente propone all'imitazione sono abnegazione, umiltà, docilità
(1894). Accenti non uditi in DB sono pure i seguenti: il ricordo degli amici de-
funti ci consoli nelle prove, ci animi a raggiungerli (1893), si esprima in lode e
ringraziamento a Dio per i doni che aveva loro affidato e per averceli lasciati al
nostro lato (1892, 1894). Singolare e concettualmente intricato il passaggio dal
significato paradigmatico della biografia dei confratelli di cui offre le pagine a
quello del Fondatore del quale, confida, non è ancora opportuno divulgare la vita
(1893); ben più autorevole è DB nel suo zelo, carità e mansuetudine (1892), «san-
ta è la regola che Dio per mezzo di DB ci ha dato» (1893); facciamolo, dunque,
rivivere nelle «parole, opere e virtù» nostre (1893).
2. I contenuti oggettivi e le vicende esteriori delle necrologie
Una mezza paginetta alta poco più di 14 cm. segna l'inizio della germinazio-
ne del seme gettato alla fine del 1869. Per d. A. Croserio prima e per G. Bertola
dopo segue lo schema: dati biografici — aspetti rilevanti della loro personalità. Il
profilo dell'Abrami, l'anno seguente, è più nutrito di righe stampate, ma retorico e
di maniera nell'insieme; sorvola sui dati biografici. Metà della paginetta è poi
occupata da comunicazioni di indole storicodisciplinare (n. 2-4). Nel 1873 DB,
dettati i capisaldi biografici di entrambi i defunti, svolge genericamente insieme
l'esortazione alla preghiera e all'imitazione. Un ritorno ai procedimenti del 1871
si effettua nel 1874: quattro linee bastano per la biografia e le virtù del Buzzini e
del Camnasio; otto ne dedica al Racca terminando con le parole «si spera di lui
una breve biogra-

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72
Antonio M. Papes
fia» a comune «edificazione». Speranza frustrata, forse momentaneamente
emersa in seguito alla lunga lettera del parroco di Volvera che l'ASC 133 ancora
custodisce. La breve rassegna si conclude con una considerazione globale:
«Questi religiosi nostri confratelli ci lasciarono luminoso esempio di osservanza
religiosa...».
Una costante di questi abbozzi donboschiani è la presenza di elementi
biografici esteriori quasi a sostegno dei giudizi di valore sulla personalità del
socio o novizio deceduto. La «speranza» espressa a riguardo di d. P. Racca circa
una completa, per quanto breve, biografia, lascia supporre, d'altra parte, che DB
non fosse soddisfatto del lavoro biografico da lui compiuto negli otto profili
tracciati. Sarebbe errato, di conseguenza, se l'amore e il rispetto per il Fondatore
portasse il salesiano a un «ritorno alle fonti» materiale ed esteriore. Bisogna
entrare nella «mente» del Fondatore, mente che non si è pienamente espressa
nella materialità delle sue paginette necrologiche. Ne abbiamo prova ulteriore e
più chiara nella nuova fase necrologica, ossia nelle sillogi di brevi biografie
redatte negli uffici centrali della Congregazione e pubblicate sotto l'autorità del
Rettor Maggiore della stessa. Autorità giuridica, sì, ma ancor più magisteriale,
che nelle prefazioni guida la mente e unisce i cuori.
Nell'anno 1874 sono stati quattro gli operai caduti: «vissero poco, ma
operarono molto» (1875, p. 16); un colpo duro, controparte dell'esultanza per le
Costituzioni approvate. Nulla comunica circa i segretari che hanno condotto il
lavoro o i metodi o i risultati. Che senta, comunque, la «crescita» della sua
iniziativa traspare probabilmente dal fatto che, offrendo questi primi frutti
dell'attività consociate del Centro direttivo, il suo cuore si compiace di indicare
come ormai a portata di mano il recupero delle memorie dei soci deceduti negli
anni iniziali — i 7 degli anni 1864-1868 — da aggiungere a quelli che di anno in
anno saranno chiamati all'eternità. In tal modo la Congregazione verrà messa al
passo con le restanti comunità religiose. Una difficoltà: il sapere che il nome e le
migliori nostre qualità saranno oggetto di memoria scritta non sollecita
l'esibizionismo, il formalismo...? Pericolo reale. Tuttavia assai più appetibili e
necessari i buoni frutti, riconducibili all'orazione all'imitazione. Ognuno,
pertanto, si sforzi di operare il bene perché i nostri nomi siano scritti in cielo (cf
Lc 10,20). Le cattive azioni, del resto, sfociano nello scandalo: sfocino le buone
nell'edificazione (prefazione 1875, p. 17).
Lasciamo per un breve momento le premesse firmate o adespote per
commentare un paio di testi simili alla «speranza» espressa per riguardo al Racca
nel catalogo per l'anno 1874. In quello per l'anno 1877 si svolgono i profili di
Vallega, Piacentino e Vigliocco (pp. 29-59), brevissime invece le

2.7 Page 17

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L'attività letteraria e le relative norme
73
presentazioni di Giulitto (p. 59) e Chiala (p. 60) e chiuse con l'avvertimento se-
guente: «Di questi due confratelli non diciamo altro, perché di loro quanto prima
si darà a parte una biografia» (p. 60). Troviamo infatti che nel 1878 d. G. Bonetti
nelle Letture Cattoliche, con prefazione di d. C. Cays, pubblicava una cinquanti-
na di pagine per il Giulitto. Nulla invece risulta pubblicato per il Chiala.19 Dopo
la prefazione, nel fascicolo delle biografìe per i defunti dell'anno 1881 si legge:
«PS. Quanto prima saranno ultimate le edificanti biografie dei confratelli sacer-
doti d. Bodrato Francesco e d. Stefano Buffa» (p. 5).
Era questa la seconda volta che si prometteva una vita del Bodrato:
«N.B. Essendo già in via di pubblicazione i cenni più particolarizzati
di questa biografia, per ora non si danno che le seguenti notizie: nato...
entrato... ordinato... morto...» (p. 9 delle 'biografie' dei defunti del 1880
pubbl. l'anno seguente).
Nulla.20
Poco dissimile il testo e parziali i risultati anche della formale promessa di DB
nell'opuscolo uscito l'anno 1879 per i confratelli morti nel 1878: i defunti Arata e Ga-
marra, «eroici» nelle virtù praticate, avranno profili di maggior ampiezza «e per non
accrescere troppo la mole di questo catalogo si stamperanno separatamente» (p. 36). Da
queste parole dobbiamo arguire che per DB la formula da sei anni sperimentata non
rappresenta sempre l'ideale, nonostante costituisca un innegabile progresso rispetto ai
primi abbozzi da lui personalmente prodotti. Non si può procedere con lo stesso metro
materiale in tutti i casi e lo stesso nesso con il catalogo non deve costituire un preceden-
te intangibile. Il progetto, chiaro ma confuso dell'inverno 1869, si va articolando e pre-
cisando in base alle insorgenti problematiche concrete, non in seguito ad approfondi-
menti teorici astratti. Senza minimamente offendere la lealtà e sincerità del Santo, cre-
diamo che il timore d'una sproporzione tra le due componenti del Catalogo nasconda
delusioni e lentezze da parte dei collaboratori ai quali aveva affidato il compito. Il lavo-
ro sull’Arata uscirà in capo a un sessennio e — ulteriore gioco della sorte — non come
vita indipendente, bensì in testa all'ultimo dei volumetti di necro-
19 ASC B 242 custodisce un fascicolo di testimonianze, forse quello che sarebbe dovuto
servire per la biografia promessa da Don Bosco. Comunque non lo ha dimenticato d. G. Barbe-
ris nel suo Vade mecum (1901) 121-137.
20 ASC B 222 tiene le bozze di stampa con qualche elemento manoscritto (probabilmen-
te del conte C. Cays). - ASC B 231 conserva un abbozzo biografico di mano di d. G. Barberis
relativo a S. Buffa — da verificare se sta all'origine delle pagine a lui dedicate nel Vade me-
cum e un piccolo numero di testimonianze, tutte salesiane, e folta corrispondenza di suoi fami-
gliari a lui diretta. Non mancano alcune lettere sue a Don Bosco e ad alcuni confratelli.

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74
Antonio M. Papes
logie pubblicati vivente il promotore di questo genere di comunicazioni interne ai
salesiani. Della biografia del Gamarra rimane testimonianza nell'Archivio soltan-
to.21
La prefazione alle due raccolte uscite negli anni 1882 e 1883, a prescindere
dal contenuto sostanziale che è quello spirituale, serve a convincerci dell'identità
formale di espressioni piuttosto ridondanti come «annuo rendiconto cronologico»
(p. 3) e «gli annuali resoconti cronologici» (p. 4) con «brevi cenni biografici» e «i
pochi cenni biografici» (p. 3). A loro volta le espressioni «ho da comunicarvi» e
«io vi trasmetto» che in assoluto potrebbero valere anche come affermazioni di
totale responsabilità letteraria, all'analisi delle singole biografie mostrano che gli
estensori letterari sono due distinte personalità, una per ciascuna raccolta, e che di
conseguenza DB non ne è che il curatore che in qualche modo «ufficializza» il
prodotto altrui condotto conforme alle grandi linee da lui volute. Brillante anche
se abbastanza contenuta l'oratoria del primo fascicolo (1881) che sappiamo essere
del conte C. Cays. Ad esempio, il coad. Giuseppe Rossi, giardiniere di professio-
ne, è quasi subito presentato quale «modello del buon cristiano» tanto nel lavoro
come nella pietà. Scarse le concretezze di tempo — si tace la data di nascita e
l'età toccata il giorno della morte — come le coordinate spaziali, ma il tema omi-
letico trova piacevole e articolato svolgimento. Migliori dal punto di vista tecni-
camente biografico il profilo di d. S. Albano — morto, tra le braccia di DB, ras-
segnato e tranquillo, gran perdita per la Congregazione — e quello di d. S. Chic-
co. Di scarso interesse il discorso sul coad. Zana, l'ombrellaio che scese in Argen-
tina con la seconda spedizione: certo per le scadenti paginette sulle quali dovette
sudare il compilatore. La raccolta pubblicata nel 1882 si apre con la biografia in
cinque capitoli proprio del conte C. Cays: rimanendo costantemente ancorato al
racconto delle vicende, fa della storia medesima la maestra. Sullo stesso timbro,
benché più indulgente alla esplicita puntualizzazione dei meriti, delle virtù e delle
prove, le altre tre biografie. Pensiamo basti l'analisi di queste due raccolte per
essere sicuri che i profili necrologici dal n° 9 in poi non sono dovuti alla mano di
DB ma che i singoli autori, dentro una ragionevole autonomia di stile — alle
volte limitata da interventi superiori — si attennero ad alcune generali direttive
comuni.
21 Una bella mano corsiva intestò «Tutto per Gesù» una vita del Gamarra in due quaderni
scolastici (80 p.) più un quinterno formato protocollo (16 p.): ASC B 263. Si può leggere una
sua lettera a d. P. Albera (26 v 1878), una lunga corrispondenza di d. G. Barberis con d. P.
Albera (25 xii 1879) e due fogli scritti da d. G. Tamietti e da fr. Fidenzio, S.C. - Il Gamarra
lasciò sei paginette di cronaca dell'Oratorio (1872-1873) e tre raccolte di «fatti e detti edificanti e
curiosi».

2.9 Page 19

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L'attività letteraria e le relative norme
75
L'ultima raccolta necrologica uscita vivente il Fondatore e con sua prefazio-
ne è altrettanto istruttiva sul piano spirituale come su quello delle vicende. Udia-
mone la parte più espressiva sotto il profilo esteriore:
«L'usanza di pubblicare ogni anno le biografie dei nostri cari confra-
telli defunti si è interrotta l'anno scorso per varie circostanze non potute
allora superare. Ora, ripresane la pubblicazione, vi presento qui con
quelle dell'anno andato varie di anni precedenti. Spero in altro fascicolo,
che uscirà fra non molto tempo, presentandovi quelle dei defunti in que-
sto medesimo anno, compire anche quelle che ancora mancano degli
anni passati; anzi è mia ferma volontà di far redigere anche le biografie
dei primi nostri confratelli, defunti quando non avevamo ancora la bella
usanza di redigerle anno per anno e di presentarvele poco alla volta.
Così nel termine di pochi anni si potran conoscere da tutti le loro
opere e le loro virtù, e ci serviranno di esempio e di sprone al bene. Spe-
ro nella misericordia del Signore che per mezzo di quelle biografie, ve-
nendo a conoscere la vita e le usanze dei primi tempi dell'Oratorio, ci a-
nimeremo ad essere sempre più costanti nel genere di vita che abbiamo
intrapreso... Torino [22 novembre 1885]» (p. iii)
DB non rivela alcuna delle circostanze che si frapposero alla prosecuzione
dell'usanza. Ma è chiaro che non fu potuta continuare per l'assenza o l'insufficien-
za del materiale biografico e questo, a sua volta dovette dipendere da almeno tre
carenze: il personale inadatto o insufficiente al quale venne demandato il lavoro,
il crescente numero dei defunti e la sordità della periferia alle richieste del centro.
«Varie» delle biografie, dice DB, si occupano di soci deceduti prima del 1884:
Arata, infatti, avrebbe dovuto aver la sua biografia nel 1879 e tre altri nel 1884,
perchè morti l'anno 1883. Gli «anni passati» cui DB si riferisce sono quelli del
decennio in corso: esisteva una singola lacuna per il 1878, il 1881 e il 1883, ma 4
per il 1884; da aggiungere i 6 deceduti nell'anno in corso e quindi «naturali» aspi-
ranti alla biografia nel 1886. I «primi confratelli» invece sono i 7 degli anni 1864-
1868.22 Non erano ancora una massa..., eppure... non solo «l'anno per anno»... ma
anche il recupero seppur tardivo si doveva rivelare superiore alle capacità stori-
che della Congregazione.
A completare il panorama delle industrie messe in atto vivente DB per con-
servare viva la memoria dei soci defunti vanno riferite due iniziative sussidiarie.
Della prima, che d. E. Ceria fa risalire direttamente al Fondatore, basterà dare un
riassunto, essendo essa riferita e commentata dal biografo:
22 D. B. Fusero, direttore spirituale o catechista di Torino-Oratorio e della Congregazione,
strappato da malattia mentale al suo servizio nei mesi estivi del 1865, morì del tutto ignorato
nell'ospedale psichiatrico.

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76
Antonio M. Papes
è una griglia articolata in dieci punti annessa nella spedizione al Catalogo per
l'anno 1880 che i confratelli dovevano aver sotto occhio nel redarre le testimo-
nianze da inviare agli uffici centrali che avrebbero provveduto alla compilazione
dei profili definitivi.23 I risultati pratici non devono essere stati abbondanti, anche
perché a ben considerare, avrebbe dovuto costituire una falsariga per l'ultimo
compilatore — che risiedeva a Torino — più che per l'informatore periferico che
non poteva sempre aver goduto di lunga e intima familiarità col defunto.
Nel catalogo per l'anno 1887, nella pagina che immediatamente precede l'in-
dice del fascicolo dedicato alle case europee tra due grosse liste nere leggiamo:
«Soci defunti nell'anno 1886 raccomandati alle preghiere di tutti i confratelli».
Segue l'elenco compilato alla rinfusa,24 ossia né cronologico né alfabetico, del
seguente tenore: «Sac Perona Paolo, professo perpetuo, morto nella casa di Lucca
il giorno 21 del mese di marzo». Esteriore e formale «ripristino» della collaterali-
tà dell'elenco dei vivi e di quello dei morti pensato da DB nel 1869 e più tardi per
gradi dovuto abbandonare con il quale il Fondatore stesso o comunque gli uffici
direttivi della Congregazione palliavano l'impossibilità di offrire annualmente i
profili dei soci defunti. Vediamo in questa pagina un primo avvio all'attuale vo-
lume che chiamiamo Necrologio e al suo progressivo infoltirsi. Ne riparleremo.
Ora riprendiamo le vicende delle 'Memorie necrologiche' nel rettorato del b. Mi-
chele Rua.
In data 15 agosto 1890, vicino allo scadere di ben cinque anni dalle ottimi-
stiche prospettive con le quali il Fondatore vedeva ormai ripristinato il ritmo an-
nuale insieme col ricupero alle memorie letterarie dei soci deceduti nel primo
decennio della congregazione, d. M. Rua riusciva a portar a termine una sua pri-
ma silloge.25 Poco, osiamo credere, rispetto ai bisogni: otto nuovi apporti, allor-
ché i vuoti toccavano ormai l'ottantina! Nessun cenno a
23 MB XIV 390-391 e Annali I 465 ne offrono il testo, ma solo gli Annali usano virgolette.
Nelle MB la traccia serve al biografo ad enfatizzare quale stoffa di storiografo possedesse Don
Bosco; negli Annali a sottolineare l'interessamento verso i membri del suo Istituto.
24 In successo di tempo, si arriva all'ordinamento alfabetico dei cognomi. Non infrequen-
ti le inserzioni in annate che non sono quella di morte. Don Bosco, poi, trova posto e nell'elen-
co dei soci morti nel 1887 — segno che il catalogo non rispettò la scadenza del mese di gen-
naio — e in quello dell'anno seguente. - A facilitare il reperimento, si ricorda che l'elenco dei
defunti si trova sempre e solo in calce al primo dei due volumi annuali che possono costituire il
Catalogo Generale.
25 Quando d. D. Belmonte nella «lettera mensile» datata Torino, 27 dicembre 1889 co-
munica alla Congregazione: «spedite testé le biografie dei confratelli defunti — raccomandarne
la lettura in pubblico» non sapremmo a quale raccolta si riferisca. La raccomandazione stessa è
una novità: in anticipo di nove anni sul disposto del Capitolo Generale VIII. Cf ASC E 211,
Lettere varie, 1888-1896 al n. 6, p. 78.

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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L'attività letteraria e le relative norme
77
scadenze, nessun mutamento strutturale. Forse il RM si sente impari al bisogno,
ma non ritiene quello il luogo e il tempo per lamenti e nemmeno per individuare
mezzi atti a sveltire e migliorare questa forma di storiografia. Esattamente due
anni più tardi egli sottoscrive una nuova lettera-prefazione, una terza nel «primo
giorno della novena dell'Assunta» 1893 e una quarta nella solennità dell'Assunta
dell'anno 1894. A questo punto altre 22 biografie26 si allineano nella biblioteca
necrologica salesiana. La percentuale dei pieni, tuttavia, decresce ancora di fronte
ai decessi.
Nel bel mezzo dell'ultima lettera-prefazione, spaccando in due il flusso di ri-
flessioni spirituali di cui abbiamo dato saggio, d. M. Rua, in termini peraltro qua-
si reticenti che soltanto i fatti seguiti rendono perspicui, avverte i suoi salesiani
che è venuto il momento di chiudere con il genere necrologico in uso da un ven-
tennio:
«Ormai non possiamo più tener dietro a tutti quelli che dalla nostra
congregazione partono per l'eternità, e ci è necessità limitarci a darne i
soli abbozzi, rimettendo ad altr'epoca e ad altra penna il raccogliere le
memorie più minute» (p. vi).
«Non possiamo» certo, il RM con gli uffici centrali della congregazione;
non abbiamo il personale per questo compito, bello e importante, sì, ma seconda-
rio rispetto alle esigenze dell'espansione territoriale ed apostolica dell'Istituto. «I
soli abbozzi» di ciascun defunto giungeranno ancora ai singoli confratelli: proba-
bile allusione alla pagina annessa al catalogo annuale, meno probabile — non
occorre farne un profeta a tutti i costi! — alle notifiche necrologiche, già da lui
impiegate e che dovevano esplodere, come vedremo, nel 1895. «Tener dietro a
tutti...» non implica che gli uffici centrali si occuperanno di alcuni e trascureran-
no altri; l'ultimo comma sopra ripor-
26 La silloge pubblicata l'anno 1893 si chiude con la vita del Figlio di Maria Luigi Borin
da Breganze (Vicenza) 1877-1892, p. 139-212. Dal 1875 al 1895 il Catalogo prese ad elencare
oltre ai professi e ai novizi o ascritti anche gli aspiranti: studenti e artigiani, degli ultimi corsi
del ginnasio e della professionalità che avevano espresso inclinazione a divenire ‘ascritti’. I
«Figli di Maria» erano studenti che non erano stati avviati al ginnasio subito dopo le classi ele-
mentari; frequentavano la scuola «di fuoco» caldeggiata da Don Bosco. Ci fu solenne consenso
intorno a questa figura nel Capitolo Generale I, il quale «approva anche e commenda il pro-
gramma dell’ Associazione dei Figli di Maria per le vocazioni allo stato ecclesiastico. Raccomanda
a tutti i membri di farla conoscere «per aumentare la consistenza numerica di tali giovani».
Sommamente auspica che ogni ispettoria apra una casa per accoglierli. Deliberazioni del Capito-
lo Generale... 1877, Torino, Tip. e Libr. Salesiana, 1878: Appendice IV, Associazioni varie, art.
11, p. 93. - Nella presente fattispecie, il Borin venne accettato da d. F. Rinaldi a Torino-S.
Giovanni Ev., che lesse 18 per 13 anni nella domanda epistolare dell'aspirante. Il nome del
Borin non viene elencato nel catalogo e, nonostante la biografia, nessuno dei necrologi lo segnala
o conserva.

3.2 Page 22

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78
Antonio M. Papes
tato esclude tale scelta; è confessione d'impotenza davanti a impegni che sarebbe-
ro prevedibilmente sempre più gravosi. «Altr’epoca» ed «altra penna» non pro-
spettano deleghe e modalità precise; il RM rassicura i confratelli circa il perma-
nere della volontà più volte e per più vie palesata dal Fondatore; alla prima op-
portunità non mancherà di scendere alla sua realizzazione.27
A questo punto dobbiamo dare atto di alcuni fatti, provvidenziali, nel senso
che non sono affatto provocati eppure vengono a colmare un bisogno e a risolve-
re una crisi.
Il primo e più significativo di questi fatti è il diffondersi degli annunzi ne-
crologici (AN)28 il secondo è la compilazione, negli ultimi anni del rettorato di d.
M. Rua, del necrologio.
Il primo annuncio necrologico che siam riusciti a rintracciare risale all'anno
1891. Uno solo ancora risale al 1892 e due al 1893; invece nel 1894 oltre due
terzi dei salesiani defunti ebbero questo foglio conservato in archivio. Anche per
il 1895 la frequenza sembra stabilizzarsi su tale livello percentuale.
Contiamo tre annunzi carenti di sottoscrizione: quello per M. Braga (1892)
stampato a San Pier d'Arena, uno per G. Giuganino procedente da Penango (Al) e
un altro per A. Citti procedente da Mathi (To). L'AN procedente da Talea (Cile)
per comunicare il decesso di M. Fontan è sottoscritto dal «direttore» che non
aggiunge il suo nome e cognome. Un altro venne stampato su iniziativa dei fami-
liari del defunto G. Drocco risiedenti a Rodello (Cn). Per d. G. Bonetti, direttore
spirituale generale, si conserva il più antico AN, sottoscritto dal superiore genera-
le, d. M. Rua. La norma, di buon senso, che si osserva fin dal 1894 è la sottoscri-
zione del superiore immediato del socio defunto. Sono lettere indirizzate alla
comunità parrocchiale (nel caso del Drocco) o alle comunità salesiane tramite il
loro direttore (molti, datati 1894) e ai confratelli senza nominarne il responsabile
(pochi nel 1894, di più nel 1895). Recano la data stessa del decesso o del giorno
successivo o al limite del terzo giorno. Lo stampato si dispone su un'unica faccia-
ta di un foglio bianco quasi sempre con margini neri pesantissimi, decorati parsi-
moniosamente di qualche simbolo cristiano, con caratteri alle volte adatti alla
lettura a distanza, scelti dunque in vista di possibile affissione su pareti murarie.
Affetto e cordoglio, fede e speranza dispongono il lettore a partecipare ai riti
funebri, di cui si precisano luogo e ora. In aggiunta a) un largo nume-
27 Vedremo nel seguito le indicazioni che d. M. Rua darà a d. G.B. Francesia in questo
senso.
28 Cf tav. C.

3.3 Page 23

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L'attività letteraria e le relative norme
79
ro di AN intrattengono il lettore sulle estreme ore terrene del defunto: questo
fanno L. Cartier per P. Tosan, B. Colombara per E. Rota, P. Perrot per G. Buglio-
lo, L. Zanchetta per G. Griffa, tutti nell'anno 1894 come pure T. Laureri per R.
Verdi Fanno seguente; b) altri inseriscono qualche linea per caratterizzare il de-
funto nelle attività svolte e nelle virtù praticate: così scrivono L. Nai per L. Ber-
toldi, C. Baratta per C. Invernizzi, L. Rocca per D. Biga nel corso del 1894 e di
nuovo L. Nai per L. Calliano, F. Scaloni per G. Panetti, F. Binelli per T. Robau-
do, M.B. Hermida per G. Ruiz, A. Porro per F. Scaramelli, T. Riccardi per G.B.
Vignolo e M. Rua per M. Unia nel 1895; c) infine, altri riescono a offrire una
panoramica biografica non sprovvista del tutto di coordinate spaziali e temporali:
si vedano T. Laureri per F. Odella, C. Farina per A. Damilano e per V. Bonetti
nel 1894, A. Concili per G. Del-Pup, L. Piscetta tanto per I. Lengen come per P.
Savarino nell'anno successivo, senza tralasciare il già nominato C. Farina per M.
Mobiglia.
Gli AN del gruppo «e» non si distinguono dalla generalità delle LM che per
la tempestività della loro stampa e per l'invito a partecipare alle onoranze funebri.
Le LM vanno distinte dai profili pervenutici dagli anni 1871-1894 non tanto
perché quelli venivano raccolti in sillogi e queste rimangono pagine a se stanti,
quanto per la costatazione che le LM emanano direttamente dalle comunità locali
periferiche mentre le primitive sillogi emanavano dagli uffici centrali e potevano
essere precedute dalla lettera del RM. Ancora un secondo elemento di differen-
ziazione: la forma epistolare, comune con la loro matrice, cioè gli AN. Per il
contenuto, invece, e quanto a tempestività di pubblicazione non c'è divario fra
LM e il genere letterario che DB ha patrocinato. Confrontate poi con gli AN, le
LM si diversificano essenzialmente in quanto non sono scritte allo scopo di solle-
citare i lettori a partecipare ai riti funebri. Certo le LM più antiche sono in gene-
rale molto brevi e col passare dei decenni tendono alla prolissità. Ma teniamo in
debito conto il fatto che man mano che ci avviciniamo ai nostri tempi sono più
frequenti i decessi di personalità di alto significato per la congregazione, mentre
d. C. Farina o L. Piscetta o L. Marchisio... dovettero seppellire salme di confratel-
li tuttora in formazione o nei primi stadi di impegno educativo. Stringere ogni
elemento significativo in un mezzo foglio a stampa di trenta linee, tracciare un
profilo dignitoso a poche ore dal decesso... diverrà di anno in anno più difficile.
Accentrare la pubblicazione dei notiziari funebri poteva avere il vantaggio
della revisione critica dei contenuti. Le LM invece evidenziano tutti i difetti dello
scrivente quasi sempre improvvisato o riluttante, altre volte...

3.4 Page 24

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80
Antonio M. Papes
temerario, inconsapevole della sua impreparazione non solo letteraria: del confra-
tello alle volte non conosce che una piccola parte dell'attività e della personalità.
L'arte di dosar bene l'apporto biografico allo scopo di far emergere con naturalez-
za la componente edificante, finalità primaria anche di questa forma di comuni-
cazione necrologica come di quella praticata dal fondatore, non s'apprende teori-
camente né una volta per tutte... La sacralità, poi, della salma di un nostro simile
(di un membro della nostra famiglia ancor più) fa stravedere. L'adagio 'Del morto
o dir bene o tacere' per tanta parte saggio e rispettabilissimo, non troppo raramen-
te induce al panegirico...
A quarant’anni dall'inizio di questa prassi delle LM si era generalizzato un
sentimento critico e di ripulsa che, troppo a lungo ulteriormente soppresso senza
cercarvi rimedi, produrrà la crisi del 1958, che ci occuperà nella seconda parte di
questo studio. Vogliamo addurre, a compendiare lo stato d'animo diffuso verso il
1935, lo sfogo del venerato braccio destro di d. P. Ricaldone, d. P. Berruti quale
consta proprio da una lettera mortuaria che un ispettore dell'Uruguay scrive alla
morte di un direttore:
«Ricordo che l'anno 1935 il nostro rimpianto e venerato Prefetto
Generale don Pietro Berruti, visitando le nostre Case, dopo aver ascolta-
to in refettorio la lettura di una lettera mortuoria che svolgeva prolissi
dati di famiglia, nascita, malattia ed esequie, volto verso di me, ad alta
voce esclamò: 'Tutto questo che così minutamente si racconta in certe
lettere mortuorie, sono in realtà cose comuni, che sappiamo già senza
che siano scritte; l'interesse di queste lettere non istà nell'essere cronaca
funebre, né una cronologia storica, intrascendente, ma nell'essere l'estre-
mo, fecondo insegnamento che colla sua vita ci diede il Confratello no-
stro nel chiudersi il libro della sua esistenza, affinché, trovandoci in iden-
tiche o simili circostanze, ci serva come norma e guida’».29
La forma verbale mortuorio al posto del comune mortuario30 la pre-
29 A.S. Pascual, Lettera mortuaria per d. Marino Guerra, 1950, p. 2. - Vi leggiamo «mor-
tuorio» «intrascendente»... che sono spagnolismi, atti ad irritare i lettori italiani avvertiti...
Peggiore, è facile pensarlo, la condizione del crescente numero di confratelli formati in climi
culturali assai distanti da quelli neolatini... Del tutto comprensibile, in queste tensioni, la rea-
zione, eccessiva, del Capitolo Generale tenuto nel 1958, di cui ci occuperemo nella seconda parte
dello studio.
30 L’espressione stessa «Lettera mortuaria» che corre oggi tra i salesiani d'Italia non pia-
ce a tutti. Tuttavia linguisticamente sembra ineccepibile. S. Battaglia alla voce mortuario in
Grande dizionario della lingua italiana, voi. X [Torino] UTET [1978] accenna all'alternativo
mortuorio come diventato antiquato (rimane invece corrente in castigliano!). Proposta quindi
una prima generica collocazione semantica, esemplifica mettendo l'aggettivo a servizio di annun-
cio avviso manifesto o scritta. Certo non muove apertamente il passo fino a qualificare lettera,
ma non riteniamo improponibile l'estensione. La connotazione dal Battaglia posta in capo alla
serie degli usi propri sarebbe, pertanto: comunicazione epistolare «destinata a onora-

3.5 Page 25

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L’attività letteraria e le relative norme
81
senza di intrascendente nella connotazione di irrilevante o inutile, che lasciano
trasparire la matrice culturale del paese di provenienza di questa lettera, ci intro-
duce a considerare un’ulteriore causa del malessere. L. Cartier per P. Tosan (Ni-
ce, 28 maggio 1894) e B.M. Hermida per G. Ruiz (Sarrià, 3 gennaio 1896) im-
piegano le rispettive lingue materne, cioè francese e casigliano. I restanti AN o
LM di fine secolo in possesso dell'Archivio Centrale impiegano l'italiano. L'uni-
formità linguistica si mantenne, nella generalità dei casi, fino alle soglie del Vati-
cano II, favorita dal prevalere di ispettori e direttori di nazionalità o derivazione o
per lo meno formazione italiana nonché dal primo espandersi della congregazione
in Italia e in paesi di cultura neo-latina. Senonché, per forza di cose, la prevalenza
degli elementi italiani e italianizzanti doveva progressivamente allentarsi con il
passare delle generazioni e l'espandersi avvenire in aree culturali sempre meno
omologabili con i modelli culturali delle origini. L'impatto con ambienti e lingue
diversi, a loro volta, andarono insensibilmente rimodellando i «missionari» fino a
sviluppare un loro linguaggio parlato e scritto singolare e strano su entrambe le
sponde atlantiche31 anzi dello stesso mediterraneo occidentale. Le «relazioni»
missionarie che il BS pubblicava vennero sottoposte a forti revisioni, appunto
perché il BS usciva dal centro della congregazione. Le LM non potevano fruire di
tale revisione: in Italia erano atte a provocare offese al retto gusto letterario... E
che dire di pagine in lingua italiana per confratelli cresciuti in ambienti linguistici
e culturali refrattari al nostro? Si aggiunga che, a parte la lingua e l’esigenza ge-
nerica di far memoria letteraria dei defunti, né il fondatore né le segreterie succe-
dutesi nel periodo iniziale hanno lasciato modelli, ma piuttosto abbozzi e tentativi
basati su testimonianze di varia provenienza centonizzate o giustapposte.
Scarso è il significato biografico di tutto questo materiale. Il poco che offre
va costantemente riferito a documentazione esterna: stimolo di ricerca assai più
che tesoro di verità accertate. Restano invece nel loro insieme una fonte impo-
nente per lo studio di come il reclutamento e la formazione, l’operosità e la reli-
giosità dei salesiani si sono andati manifestando nel trascorrere degli anni.
re un defunto o a tramandarne il ricordo». Nel lessico particolare, poi, della tradizione salesiana
la dovremo contraddistinguere dalle note cronologiche donboschiane, dalle memorie, brevi o
lunghe, raccolte in sillogi o pubblicate singole ed emanate sotto l'egida del Rettor Maggiore,
dalle vite pubblicate sotto il nome e la responsabilità degli autori, dai discorsi funebri e dai puri
e semplici avvisi di avvenuto decesso, di cordoglio, di imminenti riti funebri...
31 Ne abbiamo una esemplificazione più che convincente nell'epistolario di d. F. Bodratto:
Epistolario..., ed. critica, introducción y notas por Jesús Borrego, Roma, LAS [1988]. L'editore
raccoglie opportuni rilievi e rimandi nel paragrafo Lenguas del epistolario, p. 61-67.

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82
Antonio M. Papes
Non si è ancora pensato a raccoglierne un corpus tendenzialmente completo.
Ne sono state scritte alcune migliaia. Riteniamo che siamo sempre ben sotto ai
circa 10.000 nominativi che l’elenco dei defunti ormai registra.
DB aveva caldeggiato nella mente, e solo in parte era riuscito a realizzare,
volumetti biografico-edifìcanti per soci della congregazione di statura più emi-
nente sotto il profilo apostolico e sotto quello delle cariche affidate loro. D. M.
Rua proseguì su quella traccia. Ne abbiamo accennato.
In ogni epoca si tennero discorsi funebri per uomini eminenti o per individui
che ebbero la sorte di incrociare il loro cammino terreno con quello di validi ora-
tori. Non mancano salesiani che, nei decenni anteriori al Vaticano II, si cimenta-
rono in questo genere letterario, divulgando poi a stampa, in molti casi, il loro
parto.32 Nella forma dimessa di omelie e commiati essa prosegue negli ultimi due
decenni, in Francia e Italia con particolare frequenza, e i notiziari ispettoriali li
divulgano. In non pochi casi i nominati interventi prendono il posto delle LM.
Un’altra forma di comunicazione necrologica è la raccolta miscellanea di di-
scorsi, riflessioni, memorie, pezzi poetici o in prosa appartenuti al defunto...33
Non vanno dimenticate le pagine o trafiletti del BS 34 e, per il se-
32 Accenniamo soltanto che Don Bosco e d. M. Rua sono soggetti privilegiati di generi let-
terari come il presente; oltre alle esequie e al funerale di trigesima a Torino, in decine e decine
di luoghi si sono tenute commemorazioni di indole funebre, dove il discorso rappresentava il
culmine nello sforzo di unire i partecipanti nell'offerta collettiva di suffragi.
Ci limitiamo ad elencare altri salesiani onorati con discorsi subito divulgati a stampa:
Cerruti, F., Orazione funebre detta... nei solenni funerali... [di] Antonio Vallega, Torino, Tip.
Salesiana, 1876, 27 p. Bosio, F., Commemorazione funebre del sac. Carlo dei conti Cays di
Giletta e Casellette letta da..., [? , ?] 1882, 7 p. Cerruiti, F., D. Giovanni Bonetti, discorso
funebre detto da..., Torino, Tip. Salesiana, 1891, 22 p., ant. (ritr.) Carmagnola, A., D. France-
sco Dalmazzo, elogio funebre detto nella chiesa di S. Carlo il 4 aprile 1895, Torino, Tip. Sale-
siana, 1895, 19 p. Albera, P., Mons. Luigi Lasagna vescovo titolare di Tripoli..., discorso funebre
detto... il 4 dicembre 1895, Torino, Tip. Salesiana, 1895, 30 p., ant. (ritr.) Id., Oraison funèbre...
in BS fr 18 (1896) 31-42 Barone, P.M., In morte di... Luigi Lasagna vescovo..., elogio funebre
di..., 10 dicembre 1895, Casale, Tip. G. Pane, 1895, 16 p., ant. (ritr.) Peretto, C, Elògio fúnebre
pronunciado... em sufrágio de... o sr. Bispo de Trípoli..., Nictheroy, Typ. Salesiana, 1896, 14
p., ant. (ritr.) Bartolini, A., Elogio di d. Cesare Cagliero procuratore generale dei salesiani,
detto... da..., Roma, Scuola Tip. Salesiana, 1899, 16 p., ant. (ritr.) Garino, G. cf tav. bl8. Pode-
stà, B., Elogio funebre del prof. d. Luigi Rocca economo generale della Pia Società Salesiana,
recitato da... nella parrocchia di Alassio..., Torino, Tip. Salesiana, 1909, 17 p.
33 Un solo esempio può bastare: «Alla venerata memoria di d. Francesco Cagnoli... par-
roco... nel trigesimo di sua morte il Comitato Parrocchiale... queste parole consacra» [? , ? ,
1894] 15 p., ant. (ritr.)
Contenuto: [parole del Comitato] p. 3-10
[annuncio necrologico di d. C. Cagliero] 11-13
[versi di L. Tacchi-Venturi] 15.
34 Ecco quasi tutto il materiale necrologico salesiano nelle tre principali lingue del BS
del secolo scorso:

3.7 Page 27

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L'attività letteraria e le relative norme
83
colo corrente, quelle dell'organo degli ex-allievi35 e i periodici a raggio locale.
Riferiamo, da ultimo, le benemerenze del Vade mecum nelle due edizioni curate
da d. G. Barberis, primo maestro dei novizi della congregazione:36
BODRATO, F.: Morte di un missionario salesiano... BS 4 (1880) n. 9, p. 1-3 item BS fr 2 (1880) sept., p. 1-3.
Ragguagli sulla malattia, morte e funerali... ibid n. 10, p. 1-4 item oct., p. 1-5.
CAYS, C: Il conte d. Carlo Cays di Giletta BS 6 (1882) 176-179; 7 (1883) 17-20, 50-52, 65-66, 93-96 e in parte in
BS fr 4 (1884) 124-126; 5 (1885) 7-11, 74-76.
BONETTI, G.: [Funerali e iscrizione] BS 15 (1891) 157 BS fr 13 (1891) 138-140 BS sp [Torino] 6 (1891) 117-118.
BUZZETTI, G.: [id.] BS 15 (1891) 160.
BRAGA, M.: Don Michelangelo Braga BS 16 (1892) 186.
CZARTORYSKI, A.: Il principe A.C. BS 17 (1893) 97-98 item BS sp 8 (1893) 93.
ORTUZAR, C: Necrologia. D. Camillo Ortuzar BS 19 (1895) 48-49 item BS fr 17 (1895) 78-79 BS sp 10 (1895) 55-
56.
DALMAZZO, F.: Necrologia. Il sac. salesiano F.D. BS 19 (1895) 105-106 item BS fr 17 (1895) 95-96.
SALA, A.: Necrologia. Il sac. A.S. BS 19 (1895) 160-161 item BS fr 17 (1895 142-143.
LASAGNA, L.: Particolari del disastro ferroviario... BS 20 (1896) 8-14 - Pietosi suffragi, 32-35, 76-77. Dolorosísi-
ma pérdida BS sp 10 (1895) 270 - Inmensa catástrofe BS sp 11 (1896) 7-20.
UNIA, M.: Morte di d. M.U. l'apostolo dei lebbrosi... BS 20 (1896) 14-19 — e altre notizie lo stesso anno e succes-
sivi — BS fr 18 (1896) 43-48 [etc.] BS sp 11 (1896) 21-24, 78-79, 98, 123-124.
AGOSTA, F.: Un’altra gravissima disgrazia nelle missioni... BS 20 (1896) 259-262 e Anniversaria commemorazio-
ne... BS 21 (1897) 263. Sensible pérdida BS sp 11 (1896) 209.
CAGNAC, H.: Don Henri Cagnac BS fr 19 (1897) 60-62.
RIVETTI, G.B.: Don J.-B. Rivetti BS fr 19 (1897) 62-65 e BS it. 21 (1897) 76.
DALLERA, C., ISABELLA, G.B., MAZZARELLO, A., MILANO, G.: Quattro missionari salesiani... BS 21 (1897) 297-
298 item BS fr 19 (1897) 315-316.
RONCHAIL, G.: Don Joseph Ronchail BS fr 20 (1898) 151-159.
NÈPLE. A.: Don Adrien Nêple BS fr 20 (1898) 262-263.
CALCAGNO, L.: Necrologia. D.L.C. BS 23 (1899) 186-187 item BS fr 21 (1899) 187-188 BS sp 13 (1899) 244-245.
CAGLIERO, C: Necrologia. D.C.C. BS 23 (1899) 330-331 item BS sp 14 (1900) 25-27.
35 Voci fraterne, pubblicazione mensile: inizia a Torino il 29 giugno 1920; diretta inizialmente da d. A.
Cojazzi, offre sussidi biografici che spesso integrano quelli del BS, anche se non sono frequenti. Eccone lo spo-
glio per il primo quinquennio:
RABAGLIATI, E.: Un eroe della carità, M.F. Suárez in VF 1 (1920) n. 6 p. 3.
RUA, M.: Un vivo: don Rua, Q[ojazzi] in VF 2 (1921) n. 4 p. 1.
ALBERA, P.: In morte di don P.A., A. Cojazzi et al. in VF 2 (1921) n. 11 (integro).
GAIDO, B.: [Necrologia] da Roma in VF 3 (1922) n. 7 p. 4.
Rossi, M.: [trafiletto] in VF 4 (1923) n. 4 p. 15.
PUPPO, G.: [Necrologia] in VF 4 (1923) n. 10 p. 40.
RINALDI, G.B., BASSIGNANA, P.: [insieme, necrologia] in VF 5 (1924) n. 4 p. 16.
CONELLI, A.: [Necrologia] in VF 5 (1924) n. 11 p. 41-42.
AIMERITO, G.: [Trafiletto] in VF ibid. p. 42.
36 BARBERIS, G., Il vade mecum degli ascritti salesiani; ammaestramenti e consigli esposti agli ascritti
della Pia Società di S. Francesco di Sales dal sac. teol. Giulio Barberis nell'occasione in cui compiva il 25° anno
della sua carica di Maestro dei Novizi, San Benigno Canavese, Scuola Tip. Salesiana, 1901, 2 v. (x, 1188 p.). -
Dopo le lettere-prefazione dell'A. e di d. M. Rua: parte I, Indirizzo alla formazione dello spirito religioso proprio;
parte II, Le pratiche di pietà... - Consta di 46 capitoli di formazione ascetica e di altrettante ‘letture’ storico-
salesiane. Ognuna delle due componenti ha una sua logica interna, ma è l'assorbimento vitale di entrambe che fa il
salesiano. Il tessuto fondamentale si arricchisce e muta accidentalmente nella seconda edizione: IL vade mecum
dei giovani salesiani; ammaestramenti consigli ed esempi esposti agli

3.8 Page 28

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84
Antonio M. Papes
pare si tratti di riassunti o estratti di profili esistenti. Le pagine dottrinali echeg-
giano soprattutto l'orientamento religioso prevalente in istituti apostolici negli
ultimi decenni del sec. XIX; le letture circa l’origine e lo stile salesiano (in assen-
za di una 'storia' della congregazione) collocano l'ascritto nella specificità del
nostro istituto e attraverso le numerose biografie additano modelli concreti che
l'avrebbero realizzata.
3. La normativa circa le memorie necrologiche
Abbiamo descritto nel loro storico apparire i generi letterari principali perti-
nenti all'informazione necrologica in seno alla congregazione salesiana. Tentere-
mo adesso di descriverne la normativa.
Le Costituzioni 1874
Abbiamo iniziato il presente studio osservando come nel progetto costitu-
zionale risalente al 1860 DB non provvedesse che a stabilire i suffragi dovuti ai
soci defunti senza minimamente regolamentare la via per far edotti i vivi circa il
decesso di un loro socio. In uno dei progetti costituzionali successivi il fondatore
elabora un apposito articolo aggiuntivo circa i suffragi dovuti al Rettor Maggiore
e, nell'edizione a stampa risalente al 1873, un terzo articolo circa una speciale
commemorazione annua di tutti i salesiani deceduti.37 In questo stato il dettato
costituzionale ottiene l'approvazione definitiva.
ascritti ed agli studenti..., 2. ed. Parte I [II-III] S. Benigno Can., Scuola Tip. Sal, 1905-06, 3 v. -
Ecco i temi e le biografie che costituiscono le 'letture':
i-iv: Don Bosco e lo stato religioso - fondazione, sviluppo dei salesiani - noviziato;
v: biografie (nella prima ed.): Alasonatti Buzzetti Chiala Baccio Provera Czartoryski
Ortuzar D. Pestarino Beltrami (2) Vigliocco Gamerro Salvo Para Arata (2) Gamarra (3) Paseri
(2) Zappelli (2) Repetto Cays Anselmo Bussa Seb. Giov. Allavena Unia (2) Savio Giuganino
Grando Ramello Buffa (2) Sala Bodrato (2) Marcili B. Daghero Panetti Giulitto Lasagna;
(nella 2. ed.) parecchi profili mutano materialmente di posto, Cays passa a due letture e
Lasagna a tre. Si aggiungono: Perrona Ozella Biga Ferrari Fechino Foschini Frascarolo (2)
Borasi Alemanno. Di essi solo Marcello Ferrari, che ottiene due letture, non poteva entrare
nell'edizione primitiva essendo deceduto nel 1903.
Purtroppo Il vade mecum dei giovani salesiani, n. ed. riv. e corr., Torino, Soc. Ed. In-
ternazionale [1931] 1185 p. (con le successive: SEI [1955] 1284 p.; Dir. Gen. O. Sal. [1965] 1141
p.) migliorato con l'introduzione di appropriati sottotitoli ad ogni paragrafo, ha lasciato cadere
completamente le «letture» storico-biografiche, snaturando il carattere originario del manuale.
37 GIOVANNI BOSCO, S., Costituzioni..., a cura di F. Motto, p. 188-189.

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L'attività letteraria e le relative norme
85
La presenza dei detti articoli nel capitolo delle pratiche di pietà indica l'indole in-
trisa nella pietà popolare di tali disposizioni. Si spiega allora perché ci si richiami al
patrimonio generale piuttosto che alla materialità delle norme costituzionali nell'incul-
care e motivare la ‘devozione verso le anime sante’ dei trapassati.
La prima norma circa le ‘Memorie’.
Il progetto espresso da DB nell'assemblea dei direttori in data 10 dicembre
1869 produsse effetti immediati, come abbiamo visto; all'inizio dell'anno 1870
veniva stampato il catalogo e un anno dopo usciva la prima memoria necrologica.
Invece la prima sedimentazione normativa attese qualche anno, forse un lustro38 e
non è che calco di quanto il fondatore aveva progettato nel 1869:
«Ogni anno pel mese di gennaio si stampi un catalogo dei soci secon-
do i collegi a cui ciascuno è addetto al cominciar dell'anno nuovo. In
fine si porrà una breve biografia dei soci chiamati in quell'anno all'altra
vita».39
La prassi antecedente e immediatamente successiva mostra come la scaden-
za cronologica sia stata uno stimolo tanto utile quanto non tassativo. Gli imperso-
nali «si stampi» e «si porrà» risultano compiti aggiuntivi del superiore generale
verso la congregazione. La norma, poi, dice solo della sezione seconda («soci
secondo i collegi») tacendo della prima (lista dei professi perpetui, lista dei pro-
fessi temporanei e lista degli ascritti).39a Sappiamo che «soci» nel catalogo dei
vivi comprese per anni gli aspiranti stessi, mentre quello dei morti si restringe ai
professi e agli ascritti, con una unica deroga.40
Il progetto del 1869 generò, dunque, prima l'usanza41 e più tardi la norma
scritta. Non possiamo fissare la data di questa. Se fu prima del 13
38 Dal 1865 si tennero praticamente ogni anno conferenze dei direttori: MB XX (indici)
«Conferenze dei direttori» e, dopo il 1870, qualcuna dei prefetti: ibid «Prefetto-conferenza dei
P.». Non possediamo verbali o atti, ma parecchi fogli di «deliberazioni». Una prima sintesi e
accorpamento di tali conclusioni si fece o nel 1874 o nel 1875: cf A. Amadei, MB X 1074-1075.
39 «Deliberazioni prese nelle conferenze generali della Società di S. Francesco di Sales,
o Note spiegative delle nostre regole». Art. II - Regole d'amministrazione, 22. ASC D 577 (ras
con correzioni di mano di Don Bosco e d'altri); MB X 1115.
39aCf nota 10.
40 Cf nota 26.
41 È l’ incipit della prefazione alle biografie dei defunti negli anni 1883-1884 che vedranno
la luce nel 1885. Da sempre la consuetudine suppletiva o praeter legem è un luogo classico
dell'ermeneutica.

3.10 Page 30

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86
Antonio M. Papes
aprile 1874, data dell'approvazione romana delle Costituzioni, possiamo ritenerla
obbligatoria fino alla promulgazione del CG1; se fu dopo l'approvazione delle
Costituzioni, va considerato un richiamo alla consuetudine in materia non
conosciuta dalle Costituzioni.
La legge del CG1
Nella seconda parte della «Conferenza XIV» che ebbe luogo nel pomeriggio
del 13 settembre 1877 DB dettava delle risoluzioni che includevano non pochi
elementi pertinenti alle necrologie. Svolto infatti il tema delle opere murarie e
prima di discutere e creare una commissione circa le relazioni tra Figlie di Maria
Ausiliatrice e Collegi Salesiani, «tornò sul tappeto» scrive d. E. Ceria 42 il
problema delle cronache locali e della storiografia salesiana già emerso in
precedenti conferenze annuali.43 Il segretario di quel Capitolo Generale, d. G.
Barberis, però, ci tiene a precisare che non fu un tema predisposto nell'agenda
capitolare ma che ebbe lo stesso un suo forte rilievo per la determinazione di DB
e non principalmente per il tempo che consumò: «sorta come per accidens,
occupò la maggior parte della conferenza» scrive all'inizio e prosegue riferendo,
probabilmente non alla lettera ma in ampia sintesi, le parole del presidente
dell'assemblea, DB; se ci fu dibattito, il segretario non lascia spazio per inserirlo.
Il fondatore, infatti, dentro il quadro di un prologo e di un epilogo sviluppanti
concetti poco dissimili, ingiunge ai direttori di prendere a cuore la «monografìa»
dell'istituto che reggono, ne traccia i contenuti, le modalità di trasmetterla anche
al Centro della Congregazione, i frutti prevedibili sul piano della storia e su
quello del governo, si appella in genere alla prassi degli istituti religiosi e in
modo esplicito a quella dei Gesuiti. Scende poi fino a formulare concretamente i
quattro precetti destinati a passare, non senza modifiche nelle decisioni
stampate.44 E poiché a proposito dei Gesuiti aveva detto che tra di loro il cronista
«fa la biografia di chi muore in casa» e aveva poi ripetuto
42 MB XIII 276-278. ASC D 578 conserva tre quadernetti autografi di G. Barberis, alle
volle di ardua lettura, e anche una trascrizione leggibile, integra per la seduta che ci riguarda.
Recante un titolo posteriore: «Verbali, prima copia».
43 P. BRAIDO, L'ISS realtà nuova radicata in ima tradizione in RSS 1 (1982) 26-29 tocca
questo punto a motivo del nesso previsto anche da Don Bosco fra cronaca e biografia. A p. 24-
25 invece parla delle conferenze del 1876, dove le necrologie non hanno ancora trovato udienza.
44 Barberis, G., Verbali, ASC D 578: quad. 2, p. 177 o copia p. 229. Esiste pure una
terza recensione di queste norme, per mano di d. G. Berto, nelle pagine terminali di un
esemplare del documento precapitolare interfoliato, assai vicina, a un esame superficiale, a
quella del Barberis: ASC D 578.

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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L'attività letteraria e le relative norme
87
tale concetto nel primo dei quattro precetti, terminata la sintesi giuridica spieghe-
rà la sua concezione circa le necrologie.
L'intervento di DB era stato quasi sicuramente predisposto, forse nel periodo
intercorso tra la pubblicazione dell'opuscolo contenente la traccia degli argomenti
da trattare in capitolo e la celebrazione del CG1.45 Il tema, tuttavia, non risulta
iscritto per la discussione o l'audizione della conferenza pomeridiana nella quale
venne di fatto trattato.46 Una digressione, agli occhi dei membri, un embolismo
del Presidente che sfrutta un periodo inerte dell'assemblea con un argomento da
lui ritenuto di rilievo per la crescita futura dell'istituto. Consideriamo del tutto
plausibile far risalire il merito di aver colmato questa lacuna al consiglio illumi-
nato dei due padri della Compagnia di Gesù che il fondatore volle accanto a sé
lungo l'iter preparatorio e in almeno alcune delle fasi dello svolgimento.47 Gli
elementi descrittivi e quelli precettivi che seguono, a parte il solo comma n. 4,
suppongono familiarità con norme e usanze vigenti nella Compagnia di Gesù che
sembra difficile supporre fossero di dominio pubblico. Riteniamo siano un appor-
to dei due Padri che lo assistettero nel preparare e celebrare il CGI: p. G.B. Ro-
stagno, già professore di canoni a Lovanio, e p. S. Franco, da tempo in familiarità
con il nostro fondatore.48
45 Capitolo generale della Congregazione Salesiana da convocarsi a Lanzo nel prossimo
settembre 1877, Torino, Tip. salesiana, 1877, 24 p. Gli esemplari conservati in ASC sono tutti
interfoliad; parecchi recano annotazioni di mano di Don Bosco e dei suoi immediati collabora-
tori. Si può comodamente leggere in Opere edite XXVIII 313-336.
46 All'ordine del giorno d. G. Barberis più volte fa cenno all'inizio o alla fine delle sedute
o conferenze, come a lui piace. È probabile che venisse stabilito oralmente, di volta in volta.
47 MB XIII 253 255 293. Nei verbali i nomi dei due Gesuiti, assieme o, più stesso, isola-
tamente, sono annotati parecchie volte, ma sistematicamente eliminati con un tratto di penna,
sicché restano sconosciuti alla «copia» di detti verbali.
48 Cominciamo da Practica quae dam ad formulam scribendi paradigmata informatio-
num et formulae variae, ed. nova recogn., Romae, apud Curiam Praepositi Generalis, 1925, 82
p. che ci offre materiale sicuramente elaborato nei primi decenni dopo la restaurazione della
Compagnia. Le pp. 25-28, De scribendis documentis ad historiam et aedificationem facienti-
bus:
§ Litterae annuae [che ogni casa redige] triplici parte constare debent: historia domus,
necrologio, ministeriorum conspectu.
§ 2. Historia domus ita conficiatur ut omnia quam pienissime fieri poterit (semper vita-
ta nimia prolixitate) exponantur. adhibitis omnibus circumstantiis etiam nominibus eorum qui
res gesserint, additisque omnibus utilibus documentis, saltem exscriptis; ita ut si opus fuerit,
aliquando conscribi possit tam particularis domorum quam generalis Provinciae historia. Ideo
designetur in singulis domibus scriptor historiae domus, qui in dies quae occurrunt scripto exci-
piat et, exeunte anno, ex iis quae ipse notavit et ceteri pro sua parte suppeditarunt, annales
domus conscribat... - Si passa a dire che tocchino i temi: vita religiosa, attività intellettuale,
servizi prestati, salute, speciali difficoltà od opportunità occorse, (p. 25-26)
§ 3. Necrologium singulorum defunctorum... referai eorum patriam, aetatem, muñera
et ministeria in Societate, virtutes etiam si quas memoria vere dignas habuerint, singularium

4.2 Page 32

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88
Antonio M. Papes
Introdotta la tematica, DB condensa i concetti formulando quattro norme:
«Per noi adunque si stabiliscono i seguenti articoli»:49
etiam factorum narratione confirmatas, si quae sint.
§ 4. Ministeriorum conspectus: sommario delle prestazioni della casa conforme al pa-
radigma comune alla provincia, per facilitare l'ulteriore sommario provinciale.
§ 5. Harum litterarum exemplar descriptum in singulis domibus conservetur.
Dalle litterae annuae si insegna a passare alle analoghe lettere della provincia, che conter-
ranno i soli fatti d'importanza maggiore, senza esagerarli, con eventuali rimandi alle fonti e alle
lettere edificanti. Ogni tre anni, infine, la provincia invia a Roma un estratto di quanto sopra.
Esiste pure nella Compagnia una articolata e cangiante normativa circa le 'lettere edifi-
canti', che riteniamo sufficiente indicare nello stadio rappresentato dall''Epitome compilato per
scopi pratici subito dopo la promulgazione del primo CIC. Al n. 878 esso dice: 'Litterae aedifi-
cantes', sive singulis Provinciis propriae, sive pluribus communes commendatae habeantur
utpote quae sunt aptum medium ad unionem fovendam. Référant autem res fideliter ac simpli-
citer; neque in iis potissimum inhaereant quae magis speciosa sunt, omissis laboribus utiliori-
bus et vere fecundis. Attraverso A.M. ARREGUI, Annotationes ad Epitomen Instituti Soc. Ie-
su..., Romae, apud Oeconomum Generalem, 1934, xii, 902 p. potremmo risalire ai Decreti susse-
guitisi, anche anteriori al sec. XIX, in Constitutiones Soc. Iesu et Epitome Instituti... [3. ed.]
Romae, apud Curiam Praepositi Generalis, 1943, lvii (351), [senza spazi intermedi] 649 p.
Tutto quanto precede non è che graduale elaborazione della frase di s. Ignazio: 'Littera-
rum ultro citroque missarum inter inferiores et superiores frequens commercium' come stru-
mento efficace dell'unione dei cuori che le prime «Declarationes» concretizzarono prescriven-
do che ogni settimana il rettore locale scrivesse al provinciale e questi al generale, o mensilmente
se la distanza lo consigliasse; che, per parte loro, i sudditi dovevano corrispondere quattro volte
all'anno col provinciale o in vernacolo o in latino quae ad aedificationem, con parecchie altre
provvisioni. Cf Constitutiones... Vili pars, De iis quae conférant ad eorum qui dispersi sunt
cum suo capite et inter se mutuam unionem, al n. 9: Constitutiones Societatis Iesu..., Romae,
apud Curiam Praepositi generalis, 1943, p. 279-280.
La XXI Congregazione Generale tenuta l'anno 1829, per amore di sobria autenticità, a-
veva emanato un decreto che quasi cent'anni dopo l’ Epitome presentava con le seguenti paro-
le: Defunctorum elogia non omnium sine discrimine scribantur, sed tantum cum facúltate et
approbatione Provincialis.
Altrove la Compagnia esige che si provveda a far recapitare alla Curia generale un som-
mario biografico di ciascun membro defunto. Gli Acta Romana Societatis Jesu... 1906-1910,
Romae, Typis Polyglottis Vaticanis, 1910 a p. 162, mettendo a frutto l'esperienza migliore del
passato, prescrive: «Forma summarii defunctorum ex deer. CG XXIII:
1. Continere debet nomen et cognomen uniuscuiusque, patriam, tempus turn aetatis turn
Societatis, gradum et praecipua muñera quae gesserit, neque aliud necesse est addi, si virtus
nihil habuerit singulare. 2. Non abbiano forma e stile di lettere sed breviter elogii modo omissis
proemiis e particolari funebri a meno che non siano straordinari. 3. Niente lodi sperticate; se si
distinse per una soltanto, si dica che nel resto entra nella norma, per non indurre i posteri in in-
ganno. 4. Il foglio del sommario non alberghi altre questioni. 5. Latine scribenda sunt et non in
schedis sed in pagina formae epistolaris. Un unico foglio ne potrà elencare diverse.
49 I verbali lasciano supporre che la proposizione citata con i precetti che seguono riferi-
scono se non le parole, il senso del discorso del Fondatore. D. Ceria deve averle ritenute una
zeppa del segretario: le omette con tutti i precetti, inducendo, però in errore il lettore di MB
XIII 275 per aver risparmiato i tre puntini dopo redigit litteras aminas. - Desumiamo le «nor-

4.3 Page 33

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L'attività letteraria e le relative norme
89
1. È stabilito un annalista per ciascuna casa della Congregazione. In
forma di monografia egli noterà l'anno in cui fu fondata la casa, il nome
del Vescovo Diocesano, nome ed anno del Sommo Pontefice e del So-
vrano dello Stato; chi ne promosse l'apertura o fece beneficenze speciali;
le biografie di quelli che Dio chiama a miglior vita e tutti quei fatti parti-
colari che possono interessare la storia della Congregazione. Ogni tre
anni se ne manderà copia al Capitolo Superiore, perché sia deposta nel-
l'archivio principale.
2. È stabilito uno storico della Congregazione, il quale avrà cura di
raccogliere le epoche, le difficoltà, gli appoggi che si ebbero, i documenti
relativi alle autorità civili ed ecclesiastiche, procurando di dar ragione
dei fatti e di collegare le cose che ai medesimi si riferiscono. In ciò farà
uso della lingua latina.
3. Tutti gli anni in ogni casa saranno scritte lettere in cui si espor-
ranno le cose che possono edificare i Confratelli od in qualche modo
giovare alla cristiana pietà. Queste lettere si leggeranno in refettorio e si
faranno conoscere a tutte le altre case della Ispettoria.
4. Il Direttore d'ogni casa o per sé o per altri è incaricato di dare
principio e proseguire la monografia che riguarda la sua casa.
DB non si accontenta. Riprende a illustrare il concetto di monografia storica
e tempera il gravame imposto sui direttori con l'ovvia riflessione del suo allegge-
rimento una volta che l'avranno portata al tempo presente. Frequenti ancora i
concetti vicinissimi a quelli svolti dai Gesuiti.
Opposta invece la situazione nei due istituti, quello dei Gesuiti e il nostro,
circa le biografie dei defunti. Là si tratta di sfrondare ogni esuberanza, poiché
sembra pacifico che ciascun loro defunto consegua un profilo biografico-
spirituale; qui si tratta piuttosto di stabilire una prassi, adeguandola, ovviamente,
alle oggettive dimensioni del socio defunto:
«Nella biografia» dei defunti «è da usare cura speciale. Di alcuni ba-
steranno poche memorie; di altri invece sarà da occuparsene proprio e-
xprofesso. Dei confratelli morti in questi ultimi anni sarà sufficiente
quanto si è stampato in appendice ai nostri catalogi; ma degli antichi
molte memorie sono da cercarsi con cura e bisogna vedere che non si per-
dano; perché mi par proprio... che saranno come altrettante perle che si
devono far risplendere nella storia della nostra congregazione».
Don V. Alasonatti e, con pregnanza maggiore, don D. Ruffino son proposti
come esempi di antichi in attesa di valorizzazione letteraria.50 Par-
me» come furono promulgate in: Deliberazioni del Capitolo Generale della Pia Società Salesiana
tenuto in Lanzo-Torino nel settembre 1877, Torino, Tip. e Libr. Salesiana, 1878, p. 89-90. Opere
edite XXIX. 465-466.
50 MB XIII 275, dopo gli invisibili tre puntini... di cui alla nota 49. Si possono anche ve-
dere i verbali, come detto a nota 44.

4.4 Page 34

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90
Antonio M. Papes
la di storia e ne sottolinea la funzione di magistra vitae con orizzonti che paiono
illimitati. Parla di biografie inserite nelle monografìe di ciascuna casa (e quindi
non immediatamente destinate all'edificazione della congregazione intera) ma
esemplifica fissando l'attenzione dell'assemblea su quanto egli aveva iniziato:
solo quanto ad estensione, naturalmente.
Pertanto, la breve clausola: «l'annalista... noterà... le biografie di quelli che
Dio chiama a miglior vita», ciascuno per la sua singola casa, costituisce una
norma che non soppianta ma è parallela a quella consuetudinaria stabilita in
antecedenza. Il CG1 ha ben recepito il fatto, poiché per il tramite della
commissione apposita nominata nella seduta introduttoria e deputata al recupero
di quelle delibere pre-capitolari che si ritenessero importanti, la canonizzò nei
termini seguenti:
«Affinché siano informati i confratelli dell'andamento della
congregazione, si stampino ogni anno un catalogo... una breve
biografia...».51
Un rilievo, sia pur marginale, su quale delle due leggi sia stata ritenuta più
importante. Il segretario del CG1, d. G. Barberis nello stendere nei suoi
quadernetti in bella copia gli appunti presi nel corso della seduta premette il
seguente suo giudizio:
«Di molta importanza e ben risolto fu quanto riguarda la
monografia».52
Autorizzato poi dall'assemblea, insieme con d. G. Berto, il segretario
personale di DB, di redarre in volume le deliberazioni, confinò nella terza ed
ultima appendice insieme con il costumière la quadruplice norma ispirata alla
prassi dei gesuiti, trovando invece posto nella Distinzione II, Vita comune, ci,
articoli generali, 7° [ed ultimo] quella di pretto sapore donboschiano.
Il CG2
Celebrato regolarmente a tre anni d'intervallo, il CG2 si preoccupò
51 MB XIII 255. I nominativi di questa commissione non vi sono elencati, segno,
supponiamo, che non vennero indicati all'inizio del capitolo bensì verso la sua chiusura. Essi
furono d. M. Rua, d. C. Ghivarello, il «segretario di Don Bosco» d. G. Berto (della cui attività
nel Capitolo e in questa commissione in particolare rimangono vistosi segni in Archivio) e il
segretario del Capitolo stesso: ne parla nella sommaria relazione della XXI conferenza del 2
ottobre 1877. Del suo lavoro in commissione abbiamo testimonianza nella 'copia' dei verbali,
dove occasionalmente introduce nel margine sinistro norme anteriori a quelle del Capitolo.
52 G. Barberis, Verbali, quad. 2 p. 177 o copia p. 229: ASC D 578.

4.5 Page 35

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L'attività letteraria e le relative norme
91
di accrescere e migliorare il corpus regolamentare nella sua interna
strutturazione.
Tra le modifiche accidentali ed esteriori subite dalle norme circa le
necrologie si possono considerare le seguenti: a) compilato un regolamento per il
direttore nella Distinzione I, l'art. 4 della III appendice diviene nella sostanza
l'art. 23 (p. 25); ma esso tocca soltanto indirettamente il nostro tema; b) viene
sdoppiato l'articolo che contiene la volontà del Fondatore espressa l'anno 1869:
Distinzione II, vita comune, C. I, articoli generali, n. 7 (il catalogo... in mano ai
membri dei capitoli delle singole case) e n. 8 (biografie: brevi, di ciascun defunto
dell'anno precedente, in mano «a tutti i soci» siano essi professi o ascritti; e)
soppressa l'appendice III del 1877, le norme 1-3 dell'annalista e dello storiografo
— con la clausola circa le biografìe — passano a costituire il capo XII e ultimo
della Distinzione II.53
Non è tutto. Nel corso della settima adunanza d. M. Rua propose quanto
segue:
« Riguardo alle biografie dei confratelli, siccome coll'ingrandirsi della
congregazione sarebbe troppo grave e neppure possibile che dal Capitolo
Superiore si pensasse a farle redigere tutte, si stabilì che delle loro
redazioni fossero incaricati i singoli ispettori della provincia a cui
apparteneva il confratello defunto. L'ispettore poi potrebbe delegare a ciò
il direttore della casa a cui apparteneva il defunto o qualche conoscente
od amico del medesimo, ma che essi ispettori siano incaricati di
mandarle per tempo a Torino per la stampa».54
53 Deliberazioni del secondo Capitolo Generale della Pia Società Salesiana tenuto in
Lanzo Torinese nel settembre 1880, Torino, Tip. Salesiana, 1882, 96 p. Gli articoli d'interesse
si leggono a p. 25, 31 e 46. - Opere edite XXXIII 33, 39 e 54.
54 G. Barberis, Verbali del II Capitolo Generale, 3 settembre 1880- , Conferenza VII,
Lanzo, 7 settembre, seduta antimeridiana, p. [6] - G. Marenco, Verbali... [primo dei 5 sottili
quaderni, alla data come sopra] in ASC D 578.
Dalla sintesi del Barberis inferiamo che ci fu dibattito o, per lo meno, una forma di
accertamento di consensi intorno alla proposta. Il nome del proponente sta all'inizio dell'assai
meno articolato trasunto del Marenco.
D. Barberis, che continua a denominar 'conferenze' le singole sedute assembleari, ci
indica con chiarezza la genesi di questa digressione (che invece non traspare bene nella penna
del secondo diarista): l'annunzio del decesso del eh. G. Galvagno. Dopo il Prefetto Generale
parlò il RM, ossia DB, sul doveroso distacco dalla parentela di sangue. Una rara opportunità
questa per valutare le 'esigenze' dello 'stile necrologico' e quelle dello stile parenetico... in DB. Il
profilo del Galvagno si legge in Biografie [Torino, Tip. Salesiana, 1882] 18-23 e l'esortazione,
con estensione assai diversa, nei due verbali.
Del CG2 trattano brevemente MB XIV 518-521 e Annali I 465-468. I secondi partono
dall'asserzione recisa: «Del secondo cap. gen. andarono smarriti i verbali, sicché non sarà
possibile seguirne lo svolgimento»... Le prime, meno categoriche: «...non ci è stato dato finora
di mettere le mani sui verbali che o non furono redatti formalmente o andarono smarriti».
L'impressione che il biografo aveva ricavato «dalle pallide reminiscenze» di d. A.M. Rocca,
unico

4.6 Page 36

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92
Antonio M. Papes
In forma stringata la proposta diede origine al paragrafo terminale dei com-
piti assegnati al Direttore spirituale o catechista generale:
«Procurerà che gli ispettori gli mandino per tempo le biografie dei
confratelli defunti nella propria ispettoria, per farle stampare a comune
edificazione».55
Si tratta delle necrologie da radunare in sillogi annuali, non certo di quelle
che sono di competenza dell'annalista delle case, cui si provvede a p. 31 delle
deliberazioni. Fin dal 1880, dunque, d. M. Rua aveva chiara la percezione di
quanto nel 1896 avrebbe dato licenza implicita di attuare. La norma promulgata
certo non canonizza le motivazioni. Queste tuttavia spiegano come alcuni punti
della norma siano stati praticamente abrogati dal Rettor Maggiore.
Il CG6
La terza recensione globale delle Deliberazioni Capitolari seguì la celebra-
zione del VI Capitolo: Torino-Valsalice, 1892, moderatore d. F. Cerruti. L'agenda
prevedeva tale aggiornamento. Si volle conservata la struttura impressa alle deli-
bere nella precedente collezione per rispetto al Fondatore che l'aveva studiata e
approvata. Si introducono i regolamenti voluti dai Capitoli 3-5 e s'introduce la
numerazione continuata e unica degli articoli.56
Nessuna modifica delle leggi che conosciamo nel limitato settore di nostra
attuale spettanza, ma un'aggiunta la si deve segnalare. Nel regolamento per l'i-
spettore l'art. 128 suona: «Avrà cura per sé o per altri dell'archivio della sua ispet-
toria». Segue in nota l'elenco dei documenti da conservare in esso...:
«g) un libro ove sieno notati i confratelli defunti, il luogo ove mori-
rono, l'anno e il giorno, ecc., ecc.».57
membro di quell'assise ancora in vita, fu la seguente: «parrebbe potersi dedurre che siansi fatte
le cose piuttosto alla buona».
55 Deliberazioni del secondo Capitolo Generale..., p. 12 - Opere edite XXXIII, p. 20.
56 Deliberazioni dei sei primi capitoli generali della Pia Società Salesiana precedute dalle
Regole o Costituzioni della medesima, S. Benigno Canavese, Tip. e Libr. Salesiana, 1894, 383
p. - Contenuto: (a) lettera di d. M. Rua, Torino, festa di s. Frane, di Sales, 1894, p. 5-10 (b)
introduzione (e) costituzioni (d) formulario della professione religiosa, p. 119-136 (e) lettera
circolare di s. Vincenzo de' Paoli [sul levarsi tutti a una medesima ora] p. 137-150 (f) delibera-
zioni..., p. 151-376 (g) indice generale — manca quello analitico —.
57 L'art, conseguente all'intervento di d. M. Rua nel CG2 reca il n. 64 a p. 171, quello
conseguente alla proposta fatta da DB nel 1869 reca il n. 250 e sta a p. 230, quello circa l'annali-
sta-biografo reca il n. 343 a p. 255. Il nuovo elemento in questo Capitolo Generale introdotto
reca il n. 128 nelle pp. 189-190.
Esiste ristampa con il frontespizio seguente: Regole o Costituzioni della Pia Società di S.

4.7 Page 37

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L'attività letteraria e le relative nonne
93
Sembra si voglia formare un elenco, non profili o biografìe: qualcosa di ag-
giunto alle due forme di memoria letteraria fino allora richiesta.
Il CG10
Del CG8 parleremo tra poco a proposito del Necrologio.
Il CG9 al nostro intento va ricordato per aver affidato al Capitolo Superiore,
ossia al Consiglio Generale dell'Istituto, il compito d'istituire una commissione di
esperti che potesse sottoporre al giudizio della successiva assemblea, CG10, la
radicale ristrutturazione del corpus di decisioni emanate dai Capitoli Generali
conforme alle tre linee che seguono: a) anzitutto incorporare al codice costituzio-
nale quelle norme che si convenne di chiamare organiche o vitali e di primaria
importanza, b) presentare ai soci un codice disciplinare generale che non riflettes-
se peculiari condizioni locali o temporali, c) norme di raggio troppo minuto o
contingente, elementi parenetici o dichiarazioni di stampo dottrinale, abrogate,
avrebbero costituito un tesoro per future circolari di indole edificante. Fra i mo-
venti per questo terremoto riteniamo di poter indicare un diffuso fastidio per la
mole sempre crescente del peso disciplinare e forse anche la riflessione seguita al
decreto che interdiceva al superiore di proporsi come confessore ordinario dei
sudditi, secondo la prassi e le direttive del Fondatore: se un caposaldo poteva
mutarsi, come ritenere immutabili direttive e decisioni marginali?
Il CG10, inferiore soltanto al primo per durata, ultimo della serie triennale,
si celebrò a Valsalice sotto la guida tecnica del medesimo d. F. Cerruti alla sca-
denza normale l'anno 1904. Per forza di cose, il dibattito si limitò agli articoli
organici.58 Del previsto codice disciplinare ci si limitò ad approvarne le grandi
linee, demandandone la realizzazione a una nuova commissione post-capitolare.59
Le tre norme create nel primo e nel secondo Capitolo Generale scomparve-
ro: le Costituzioni60 non potevano certo assorbire questi temi, derivati
Francesco di Sales seguite dalle Deliberazioni dei sei primi capitoli generali, S. Benigno Canave-
se, Scuola Tip. Libraria Salesiana Ed., 1902, 383 p. - Differisce soltanto per la lettera di d. M.
Rua, Torino, 1 maggio 1902, di due sole pagine, nella quale avverte: 'Come ben sapete, in virtù
del decreto 24 aprile 1901 si dovettero togliere dalle nostre deliberazioni alcuni articoli'... La
raccolta del 1894 venne tradotta in francese: Délibérations des six premiers Chapitres Géné-
raux..., Marseille, Impr. Salésienne, 1894, 430 p. Se ne fece ristampa?
58 Deliberazioni dei capitoli generali della Pia Società Salesiana «da ritenersi come orga-
niche» [precedute da una lettera di d. G. Marenco all'em.mo prefetto della S. Congregazione
dei VV.RR., Roma] Torino, Tip. Salesiana [1905] 50 p.
59 Annali III 545-546, 557.
60 Dalle due precedenti note appare che le Deliberazioni organiche vennero subito pro-
mulgate come uscirono dall'esame della S. Congregazione romana. Poco più di un anno dopo

4.8 Page 38

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94
Antonio M. Papes
e marginali. Quanto ai 'Regolamenti':61 a) inutile cercare nell'indice delle materie
voci quali biografia, lettera o annuncio necrologico, memoria...; senza frutto si
scorre la voce direttore; non esiste la voce capitolo superiore né quella delle
singole figure in esso comprese; b) troviamo: (i) nell'art. 11:
«In refettorio si devono leggere... e qualche biografia dei salesiani
defunti» nonché di personaggi importanti.
(ii) nell'art. 406/b:
a cura del direttore, in archivio si conservino le «biografie dei
confratelli defunti».
Null'altro? Sì, è ancora demandato al direttore d'interessarsi della
monografia locale (art. 402) e di conservare in archivio la cronaca (art. 406/i); è
venivano offerte ai soci sistemate accanto al corpo costituzionale del 1874: Costituzioni della
Società di s. Francesco di Sales precedute dall'Introduzione..., Torino, Tip. Salesiana, 1906,
304 p.: in alto le vecchie Cost., in basso le aggiunte; tutto nelle lingue latina e italiana.
61 II plurale a questo stadio è la soluzione pratica e semplice di un volume inutilmente
complicato. Eccone infatti i frontespizi:
Regolamento per le case della Pia Società di S. Francesco di Sales, I..., Torino, Tip.
Salesiana (B.S.) 1906, 196 p. (contiene 'dichiarazioni', p. 3-4 - Introduzione, p. 5-7 e la
normativa suddivisa in tre parti (vita religiosa, sistema educativo salesiano e uffici particolari,
regolamento per gli alunni) indice - Regolamento per le case di noviziato della PSdS.FrdS, IL..,
23 p. (contiene: introduzione, p. 3-4, norme, appendice sullo studentato filosofico e il passaggio
alle case, indice, [24] p.) - Regolamento per gli ispettori della PSdS.FrdS, III..., 24 p. (contiene:
norme, p. 3-21, appendice sul modo pratico da tenersi nell'eleggere i delegati per lettera, p. 21-
24, indice, .p. [25]) - Regolamento per le parrocchie della PSdS.FrdS, IV..., 10 p. con indice a p.
[11] - Regolamento per gli oratori festivi della PSdS.FrdS, V..., 62 p. (contiene: norme per il
personale e l'attività, p. 3-46, per le scuole..., p. 47-55, appendice sulle scuole di religione, p. 57-
60 e indice - Pia unione dei cooperatori, reg. ad uso dei soci salesiani, VI..., 12 p. con indice a p.
[13]. L'insieme conta 1406 art. e su questa numerazione continuata, non sui fascicoli singoli, si
svolge un Indice alfabetico generale, in p. i-xxxiv.
Le dichiarazioni e l'introduzione sulla porta del primo fascicolo sono anonime. La prima
riassume i criteri stabiliti nel CG9, la seconda orienta il lettore circa i contenuti e termina con
un «N.B.» in grassetto: «Si è procurato di conservare le parole di DB, dei Capitoli e delle
Circolari quanto fu possibile...». Ottimo lo sforzo. Plausibile il criterio. Il risultato?
Quale la cogenza? Le deliberazioni organiche vennero conosciute dalla S. Sede il Io
settembre 1905.I capisaldi dei regolamenti, inviati insieme a quelle nel mese di febbraio 1905.
vennero dalla S. Sede respinti in quanto di esclusiva competenza interna della nostra
congregazione. Al promulgare le prime, d. M. Rua il 29 settembre 1905, informava che la
seconda compilazione era in corso [di elaborazione conclusiva, di stampa?] (Circolari, ed. 1965,
p. 399) e venne divulgata carente di decreto del R.M.
A sua volta il Direttore Spirituale in data 22 dicembre 1905 rammentava che «colla
prossima solennità di San Francesco di Sales» sarebbe cessata la vacanza delle Deliberazioni
organiche (Circolare mensile, n. 20 in ASC). Undici mesi più tardi annunciava ai direttori
l'invio «dei varii regolamenti». Nel processo della comunicazione non dice espressamente, ma
lascia intendere con chiarezza, che ciascun articolo conserva l'obbligatorietà che aveva nella
fonte da cui fu estratto. (Lettera mensile n. 22, Torino, 24 novembre 1906, in ASC).

4.9 Page 39

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L'attività letteraria e le relative norme
95
rimasto per l'ispettore l'obbligo «di aver cura per sé o per altri dell'archivio della
sua ispettoria» ma è caduta la nota che elencava ciò che andava conservato in
esso (cf art. 969), così come «procurerà che ogni casa abbia la propria cronaca».
Si potrà arguire che non si conservano necrologie, se qualcuno non le ha scritte...:
qualcuno in congregazione ha e avrà (o solo ebbe?) tale compito... Cronache...
archivi... implicitamente...
L'orientamento dei CG9 e CG10 era nella direzione d'abrogare quanto non
avesse trovato posto nelle due raccolte normative. Il RM né canonizzò la seconda
né abrogò alcunché. La normativa circa le memorie dei defunti restò nel limbo
fino alla promulgazione dei regolamenti nel rettorato di d. F. Rinaldi, e oltre,
forse.
Il CG8 e il Necrologio
Quest'assemblea (Torino-Valsalice, 1898) guidata tecnicamente anch'essa da
d. F. Cerruti, non toccò le Deliberazioni dei sei primi capitoli, ma, formate due
commissioni, discusse delle 'proposte' concernenti anche il tema delle memorie
letterarie dei defunti.
Con la proposta n. 10 il regolatore aveva sollecitato contributi al fine «che lo
spirito di DB si conservi intatto e dappertutto». Qualcuno suggerì:
«Non si ometta a mensa la lettura... delle biografie dei salesiani de-
funti».62
Ottenne l'assenso dell'aula e sopravviverà nell'art. 11 dei regolamenti del
1906.
In seno alla proposta n. 4 «perché tra noi... si mantenga sempre il vincolo di
fraternità» si contano interventi di piuttosto debole spessore, come
«che per gli annuncii mortuarii si adottasse un formulario comune
ed una stessa lingua» e tutto ciò a carico del 'Capitolo Superiore'...
Leggere le nostre biografie! Svantaggiati in questo i confratelli di lingua
francese... Altri suggerisce:
«farsi uno scrupolo di essere assolutamente tradizionalisti...» fino al
punto di esigere che nelle «circolari de requiem» troneggi al centro sem-
pre e solo la croce...
La commissione sostiene questa posizione! Più seria la seguente:
62 Atti e deliberazioni dell'VIII Capitolo Generale della Pia Società Salesiana, San Benigno Canavese,
Scuola Tip. Salesiana, 1899, 184 p. La proposta si legge a p. 126, l'approvazione a p. 127.

4.10 Page 40

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96
Antonio M. Papes
«Affrettare la pubblicazione della vita di DB e farne pubblica let-
tura».
Il contesto storico vuole che qui «pubblica lettura» resti dentro l'ambito co-
munitario; infatti MB I verrà distribuito ai singoli capitolari il 2 settembre 1898:
«e si raccomanda non vada in mano a tutti».63
Se non teniamo conto di un paio di desiderati che ci sembrano doppioni di
quelli or ora ricordati, non resta che il voto più innovativo: tanto che, portato in
assemblea, questa non seppe uscire dalla perplessità: «si vedrà il da farsi» annota
il verbale. Venne così archiviato. Eccolo:
«Compilare un elenco completo dei nomi di tutti i salesiani defunti,
distribuiti a modo del calendario, secondo l'ordine della data della loro
morte. Lasciare inoltre per ogni giorno dell'anno uno spazio in bianco
per aggiungervi anno per anno i nuovi defunti. Tale calendario o salesia-
nologio sarebbe da collocarsi in sacrestia... o meglio, come si fa lode-
volmente in alcuni ordini religiosi, sarebbe da porsi in refettorio, e da
leggersi almeno settimana per settimana...».64
Non consta, finora, che ci si sia ricordati di tale suggerimento fino al 19
marzo 1906, data nella quale d. S. Trione65 nella prefazione del suo «Necrologio
Salesiano»66 confessò di eseguire il volere del suo ispettore, d. C. Baratta.67 Non
si allude al CG8, ma si realizza nella sostanza la proposta allora accantonata.
Una certa autonomia nelle modalità del suo impiego è innegabile. Il Trione
suggerisce di conservarlo aperto preferibilmente in refettorio «presso le LM»; lo
si potrà leggere (e per tale evenienza suggerisce una inquadratura rituale). Già nel
1898 si prevedevano spazi in bianco da riempire, ma il Trione suggerisce che per
i defunti localmente di rilievo «si aggiungano gli elogi» analoghi a quelli di cui
egli stesso ha infiorato il volume.
Nell'esordire il compilatore avverte che invia il Necrologio a tutte le comu-
nità, in omaggio ma con la speranza che ne risulti un alleggerimento
63 La quarta proposta capitolare trova posto negli «Atti e deliberazioni...» a p. 152 sgg.
ASC D 581 ne conserva il materiale di lavoro.
64 La proposta del Salesianologio è stampata in «Atti e deliberazioni...» p. 156-157 e il
risultato della discussione consegnato a p. 161. L'originale, sforbiciato in due pezzi, privo del
nome del proponente, è montato su cop. 3a di un quaderno in ASC D 581. Grafia non identifi-
cata; sicuramente non di d. C. Baratta o di d. S. Trione.
65 D. Stefano Trione (1856-1935) fu direttore del BS, esperto nel CG8, promotore dei
congressi salesiani d'inizio secolo, membro del CG10, consigliere dell'ispettoria traspadana
allorché venne incaricato della compilazione del Necrologio.
66 Necrologio salesiano, Torino, Tip. Salesiana, 1906, 192 p.
67 D. Carlo Maria Baratta (1861-1910), come direttore di Parma, partecipò al CG8 e
quasi sicuramente conobbe la proposta del Salesianologio.

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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L'attività letteraria e le relative norme
97
finanziario per l'ispettoria transpadana. Ancora una volta, nel congedo invita, a
nome personale, all'acquisto e sollecita osservazioni ed arricchimenti.
Già nel mese di luglio 1906 l'ispettoria centrale autorizzava le comunità a
farne uso.68 Altre non tardarono a farlo. D. P. Albera, nella lettera-prefazione
all'edizione del 191569 riconosce che la pubblicazione aveva risposto a un biso-
gno universalmente partecipato in congregazione, sicché, «corretto e modificato»
lo presenta in «edizione ufficiale» e, per amore d'uniformità, stabilisce che «si
legga dappertutto» secondo il formulario della recensione privata.70 Benché d. F.
Rinaldi nel presentare ai soci la sua ulteriore recensione (1930) parli ancora di
«consuetudine» e di «pia e affettuosa tradizione», la lettura del necrologio diven-
ne obbligatoria fin dal 1915.71
Le Lettere Mensili
Vivente il Fondatore l'ufficio centrale della Pia Società Salesiana diede ini-
zio a una serie praticamente ininterrotta di comunicazioni con gli ispettori e le
varie case. Andarono note coll'appellativo di 'lettere mensili' quelle che emanaro-
no con la firma del Prefetto Generale fin verso il termine del rettorato di d. P.
Albera, allorché si decise di dare inizio alla serie degli
68 D. G. Barberis, ispettore delle case di formazione che formano l'ispettoria Centrale,
con sede a Torino-Oratorio (come la Cispadana [delle case site a destra del Po] mentre la Tran-
spadana [delle case site a sinistra del Po] ha sede a Torino-San Giovanni Ev.) nella seduta consi-
gliare del 4 luglio 1906 «approva che si legga la sera in refettorio, dopo la lettura, il Necrologio
Salesiano» in Atti del Consiglio Ispettoriale 1906-17, p. 15 in una copia, p. 8 in altra, entrambe
custodite in ASC E 916.
69 Necrologio salesiano, Torino, Scuola Tip. Salesiana, 1915, vii, 208 p.
70 L'ispettoria Transpadana, come rifacendosi alla proposta del 1898, propone due prati-
che alternative: conservare il libro aperto accanto al sito dove si tengono le lettere mortuarie —
leggere settimanalmente dopo la lettura serale in refettorio. L'ispettoria Centrale opta per la
lettura; ma, omettendo l'avverbio, fa supporre che essa avvenga ogni giorno. Questa è la prassi
ufficializzata. Si osserva alla lettera il rito suggerito nella recensione di d. S. Trione.
71 Ecco le successive edizioni: a) Necrologio salesiano [Torino, Tip. SEI, 1930] vii, 389 p. -
Nessuna innovazione circa i dati del sommario, b) Necrologio salesiano dal 1864 al 1950 [Tori-
no] Direzione Generale Opere Don Bosco, 1951, 431 p. - nella prefazione, d. P. Ricaldone
avverte che l'ed. tien conto delle modifiche volute dal CG16, Cose varie VI, Atti sett.-ott. 1947,
p. 74: nulla muta circa il rito o luogo della lettura: in questa, tuttavia, basta enunciare nome e
cognome, fatta eccezione per Superiori maggiori e prelati; di conseguenza si semplificano gli
enunciati: 'ch. BOSETTI, Leone, m. a Foglizzo (Italia) nel 1901 a 21 anni'. - c) Necrologio sale-
siano 1864-1973, Roma, Dir. Gen. OO.DB, Ed. SDB [1973] 375 p. - il fascicolo degli indici esce
l'anno seguente; nelle avvertenze ci si appella ad Atti 273; lettura obbligatoria soltanto di quei
soci che decedettero in uno dei 7 gruppi d'ispettorie; gli enunciati sono praticamente quelli della
precedente edizione. - d) Soc. di San Francesco di Sales, Salesiani defunti dal 1864 al 1986.
Roma [Ed. SDB, extracommerc] 1986, 469 p. - nella presentazione il Segretario Generale
spiega 'alcune novità' (p. 5-6) di composizione e di lettura: si ritorna all'unica serie cronologica
giornaliera nella forma seguente: 'S Leone Bosetti, m. a Foglizzo (Italia), 1901. a. 20; l'asteri-
sco indica quali nominativi vanno letti sotto qualsiasi latitudine e longitudine.

5.2 Page 42

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98
Antonio M. Papes
'atti'. Il Prefetto Generale pro tempore divenne nelle lettere mensili il tramite
degli avvisi, raccomandazioni o decisioni anche del RM e degli altri membri del
Consiglio Superiore. La paternità di DB e dei suoi due immediati successori nel
governo dei salesiani si esprimeva, invece, nelle circolari, senza ritmi prefissati.
Don D. Belmonte, succeduto nel 1886 nell'ufficio di Prefetto a d. M. Rua,
vicario e successore di DB, poche volte conosce il tema che ci occupa:
«raccomanda caldamente la compilazione delle monografie...».72
Vigeva ancora la norma e la prassi di stabilita da DB nel CG1.
[Il RM] «desidera che si spedisca a ciascun membro del Capitolo Superiore ed agli
altri aderenti copia degli annunzi funebri e di ogni altro stampato; nelle case ispetto-
riali se ne manderanno due copie, cioè una per l'ispettore e l'altra pel direttore.73
Ecco il primo segno ufficioso di accoglimento della nuova usanza in deroga
a quella introdotta dal Fondatore. Abbiamo già parlato nella prima parte di questo
studio che d. M. Rua ha sottoscritto il più antico annunzio necrologico conservato
nell'ASC. «Ogni altro stampato» va inteso nel contesto antecedente costituito
dagli annunzi funebri: implicito riconoscimento della legittimità delle LM e della
restante letteratura funeraria che la normativa salesiana non conosce, ma che
rispecchia la mens espressa dall'allora Prefetto Generale fin dall'anno 1880.
D. Belmonte spedisce il catalogo per l'Antico Continente «ed un nuovo volu-
me di biografie».74
ossia, con ogni probabilità, la silloge C 15 nella tabella b.
Circa MB I: non se ne facciano estratti o compendi; si ottenga licenza del RM
prima di passarlo a occhi estranei; «Egli rammenta a tutti che quel volume deve esse-
re ad uso esclusivo dei salesiani».75
Un intervento del medesimo RM nella sede assai più autorevole della sua
circolare sui doveri degli ispettori spedita con la data del Natale 1902 va qui ri-
portato:
L'ispettore «osservi anche se si scrive la biografia di quei soci che paiono meri-
tare speciale commemorazione».76
72 Lettere mensili, 26 marzo 1891 in Lettere varie, v. 2, p. 382; ASC E 211. Si avverte che
«Lettere varie» come «Circolari mensili» che le continuano sono titoli arbitrari degli archivisti.
73 Lettere mensili, 26 febbraio 1896 ibid, p. 529.
74 Lettera mensile, 27 gennaio 1899 in Lettere varie, v. 3, p. 625: ASC E 211.
75 Lettera mensile, 30 dicembre 1899 in Lettere varie, v. 3, p. 670: ASC E 211.
76 RUA, M., Circolari..., Roma [1965] p. 338.

5.3 Page 43

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L'attività letteraria e le relative norme
99
Il CG2 aveva affidato il dovere d'invigilare al Direttore spirituale. Nulla da
eccepire che il RM in questa circolare che esercita la sua prerogativa magisteriale
lo rammenti senza intermediario. «Se si scrive»: dall'ispettore personalmente,
voleva il CG2, o, per sua delega, dal direttore. Qui si richiama il solo obbligo di
vigilanza, sui direttori. Il punto nel quale si stacca dalla tradizione, dalla mente di
DB e dalla lettera della normativa esistente è nel ristretto numero dei biografandi.
Forse potremmo spiegare la cosa rilevando che la circolare non intende legifera-
re, bensì evocare doveri previsti e quel minimo di sollecitudine che lo liberi da
gravi inadempienze. Di fatto, lo vedremo, più tardi non si farà appello che a que-
sto indirizzo minimista come tassativo.
D. F. Rinaldi, chiamato a succedere d. Belmonte, firmerà le lettere mensili:
quasi subito un doppio foglio a stampa succederà al foglio tirato a mano:
più volte annuncia la spedizione postale di questa o quella biografia
o di volumi delle MB di DB.77 Inviando il profilo di d. P. Guidazio con
quello di G. Bozzio, aggiunge: «per distribuire una copia a ciascuna ca-
sa. Perché tutti possano conoscerle è bene che siano lette a pubblica
mensa».78
È conseguenza probabile del precetto (nell'intenzione della commissione...)
emerso nei regolamenti del 1906, art. 11. Analoghi inviti al comunicare la secon-
da edizione del volume di d. G. Barberis su d. A. Beltrami e il profilo di d. S.
Gusmano.79 Infine comunica:
il RM desidera far pervenire a novembre ai confratelli militari «brevi
cenni biografici» di soci o novizi caduti nel servizio alla loro patria; chie-
de pertanto a ispettori e direttori che «con sollecitudine» gli facciano
avere «copia della lettera mortuaria che avessero scritta, ovvero» altre
pagine equivalenti.80
Prima di sunteggiare il contributo letterario di d. P. Albera, giova un com-
mento sui parchi tocchi dei due Prefetti Generali. La Congregazione si sobbarcò
al peso finanziario non indifferente della causa per la glorificazione e della cono-
scenza capillare della mente del Fondatore (MB). Non si mo-
77 C. Durando (lettera mensile 38, 24 novembre 1908) L. Rocca (lettera mensile 63, 24
maggio 1910) discorso funebre per G. Bertello (lettera mensile 69, 24 gennaio 1911). Dei
seguenti volumi delle MB conosciamo il mese di spedizione: III (prima del 30 giugno 1903) IV
(prima del 24 dicembre 1904): «ci costa piuttosto caro ed è fuori commercio» - V (prima del 15
gennaio 1906) e VII (prima del 24 settembre 1909): cf Lettere varie, v. 4; ASC E 211 e Circolari
mensili in ASC E 215-216.
78 Lettera mensile n. 44, 24 ottobre 1908 in Circolari mensili, ASC E 215.
79 Cf Circolari mensili n. 83 in ASC E 216; n. 146 in ASC E 217.
80 Circolare mensile n. 133, 24 settembre 1916 in ASC E 217.

5.4 Page 44

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100
Antonio M. Papes
strò altrettanto sollecita nel ricercare, conservare e divulgare la storia della
Congregazione con le biografie dei suoi membri defunti, con la deplorevole
conseguenza di isolare troppo DB dal suo capolavoro. Quanto alla sollecitudine
per la diffusione tra i soci congiunta con l'apprensione circa l'ovvio traboccare
all'esterno, è un'eredità largamente condivisa da qualsiasi associazione e dalle
famiglie religiose in generale, che nemmeno oggi può dirsi del tutto esaurita.81
Le circolari ai militari di d. P. Albera
Dal 19 marzo 1916 al 24 dicembre 1918, con scadenza pressoché mensile, il
RM si impose di scrivere per animare i soci e i novizi in servizio militare di
guerra notizie ed esortazioni.82 Scritte in italiano, naturalmente, e forse spedite ai
soli militari italiani (per le ovvie limitazioni imposte dalla belligeranza italiana),
appena un mese dopo la richiesta divulgata per mezzo del suo Prefetto Generale,
poteva cominciare a tracciare i profili (di soli caduti italiani) a tratti caldi e
sobri.83
81 Non solo le società «segrete»... ma persino i parlamenti d'oggi non divulgano ogni loro
atto... DB è del numero. E tuttavia non fu alieno dal divulgare, a scopo promozionale, alcune
biografie di salesiani che aveva pubblicato in appendice ai catalogi; ambiva che tracce
biografiche vedessero la luce nella serie delle Letture Cattoliche... Similmente d. M. Rua non si
mostra avverso a d. G.B. Francesia che divulga i profili di Busetta e Ramello nella collana or
ora menzionata, anzi loda l'iniziativa e invita i confratelli a edificarsi in quella di E. Marelli
«pubblicata testé» in detta sede (cf prefazione alla silloge del 1892, p. 3). Riservatezza, invece,
è domandata ai soci circa le MB e, nella corrispondenza di d. D. Belmonte, circa i catalogi (cf
per questo secondo documento, Lettere varie, v. 2 p. 437, v. 3 p. 558 e 625; per MB I «ad uso
esclusivo dei salesiani» ibid., v. 3, p. 670) ma anche di d. M. Rua (cf per i catalogi, ibid., v. 2, p.
303, per la raccolta dei privilegi, ibid., p. 311). Si veda anche F. Desramaut, art. cit., p. 119.
82 D. GARNERI, Don Paolo Albera... memorie biografiche, Torino, SEI [1939] nel e. 29°
intitolato 'Per i figli soldati (1916)' p. 322-334 e, brevemente, anche E. CERIA, Annali IV nel c.
5° a p. 63 e sgg. (mentre G. Favini, D. P. Albera..., Torino, SEI [1975] si accoda al Ceria)
ricordano le circolari ai militari, senza valorizzarne concretamente i contenuti, non meramente
ascetici. La raccolta delle 32 circolari si trova in ASC E 444 (mentre le lettere dei militari al
RM si conservano in ASC B 040-046).
83 Eccone la distribuzione:
Circ. n.
7 (30 ottobre 1916) 1. Zueco, D., 1888-1915
2. Mammana, B., 1890-1915
3. Anversa, L., 1877-1916
4. Ottaviano, L., 1894-1916
8 (30 novembre 1916) 5. Garrone, E., 1893-1916
13 (23 aprile 1917)
18 (24 sett. 1917)
6. Marin, G.. 1893-1916
7. Lombardo, S., 1893-1916
8. Garra, I., 1896-1916
9. Fabris, R., 1890-1917
10. Costanzo, P., 1898-1917
11. Vitale. G., 1895-1917
12. Ferraris, A., 1896-1917
«poco» Richiero. G., 1894-1915
Marchi. M., 1893-1915?
Bracco, P., 1891-1915
Puxeddu, L., 1895-1915

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L'attività letteraria e le relative norme
101
Questa sua poco nota attività di sunteggiatore, considerata l'emergenza, è as-
sai lodevole. Però la necessità di elemosinare i parti letterari di suoi 'figli' sparsi
nei pur ristretti confini dell'Italia sta a indicare serie deficienze di comunicazione
tra i vari livelli dentro l'Istituto. Dove, poi, «poco» sa dire (circ. n. 8), dove con-
fessa che di altri «per ora» nulla sa (circ. n. 29), dove s'accomiata scrivendo «di
lui e così pure degli altri» che va enumerando «per ora non vi dico di più» (circ.
n. 31) lascia intendere che il suo appello non fu del tutto efficace. E per termina-
re, rileviamo con piacere come d. P. Albera supponga che ogni socio o novizio
defunto meriti memoria letteraria.
Risveglio normativo di d. P. Albera e d. G. Barberis
Abbiamo parlato di limbo a proposito della triplice normativa fissata dai
CG1 e CG2 in seguito alla ristrutturazione voluta dai CG9 e CG10. Con la crea-
zione dell'organo di comunicazione ufficiale denominato Atti84 pensa anche alla
materia di cui ci stiamo occupando.
Al fine di «risparmiare tempo» facilitando «la trasmissione al Capitolare
competente» dei problemi che la corrispondenza dei soci va sollevando, si per-
mette di «ricordare sommariamente» le attribuzioni dei suoi immediati collabora-
tori. Al Direttore spirituale generale compete, egli scrive riesumando dal limbo
quando aveva disposto il CG2, «di far redigere le biogra-
28 (24 luglio 1918)
29 (24 agosto 1918)
13. Miglio, G., 1890-1918
14. Bianchetta, F., 1895-1918
15. Miani, D., 1880-1918
16. Mortera, P., 1895-1917
<<nomi>> Gioannini, BD, 1898-1918
Putzu, E., 1896-1918
31 (24 ottobre 1918)
17. Rappini, B., 1892-1918
18. Gioannini, B.D., 1898-1918
32 (24 dicembre 1918)
19. Ficarra, S., 1879-1918
20. .Marangoni, L., 1894-1918
21. Colombino, E., 1898-1918
22. Turchetti, F., 1893-1918
23. Candeletti, G., 1898-1918
<nomi>Gazzabin, N.,
Gibellato, G.,
Mariconti, E.,
1889-1917
1891-1917
1897-1917
24. Cazzola, P., 1895-1918
25. Savio, G., 1890-1918
84 II RM con circolare da Torino, 24 giugno 1920 motiva il mutamente rilevando come le lettere circolari
facilmente si smarrissero e scemasse l'interesse per le medesime a causa della loro frequenza mensile. Gli atti
verrebbero emanati ogni bimestre «d'ordinario» e consterebbero d'una sezione ufficiale o atti veri e propri e d'una
seconda costituita da comunicazioni e note (Albera, P. Circolari [1965] p. 346-347).
Il primo numero reca il titolo completo di Atti del capitolo superiore della Pia Società Salesiana: costante
fino al 1965 (n. 1-243). Attraverso alcune varianti si giunge ad Atti del consiglio generale della Società Salesiana
di San Giovanni Bosco, organo ufficiale...: dal 1984-, n. 311-.

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102
Antonio M. Papes
fíe di quei soci che ne saranno ritenuti meritevoli».85
Alcuni mesi più tardi il Direttore Spirituale interverrà nei termini che
seguono:
«Da qualche tempo andò in disuso una pia consuetudine introdotta
nella congregazione direttamente dal ven. nostro padre D. Bosco; cioè
l'usanza di scrivere la biografia dei principali e dei migliori nostri
confratelli defunti. Io credo questa essere una buona usanza che
convenga mantenere, poiché DB le dava molta importanza».
Allegata a questo punto in largo squarcio la prefazione alla raccolta
pubblicata nel 1885, prosegue:
«È vero che, per deliberazione presa nei capitoli generali, oggi si
scrivono le LM dei singoli defunti e se ne manda copia a tutte le case;
questa fu una eccellente deliberazione e bisogna che continui; che anzi
raccomando che dette lettere siano fatte con cura, accennando non solo
le principali virtù del defunto, ma anche alle case a cui appartenne e le
cariche disimpegnate; esse si facciano per tutti, senza eccezione, i
confratelli defunti; ma questo non basta. Dei principali e dei migliori
giova scrivere la biografia più in disteso, in fascicoletto a parte».86
Questa la premessa: aurea dove si espande sulle preziosità delle nostre
tradizioni in tema di memorie necrologiche, purché riconosciamo che biografie
erano state legge, anzi lo erano tuttora quando scriveva, nonostante lo scempio
consumato nel 1906, mentre le LM non ebbero l'onore di venir fissate da alcun
capitolo generale. Lamenta il «disuso» delle monografie necrologiche: in realtà se
ne scrissero anche dopo il 1906 e d. G.B. Francesia fece qualcosa anche nel
decennio anteriore all'intervento di d. G. Barberis. Che invece le LM «oggi» si
scrivano «dei singoli defunti e se ne mandi copia a tutte le case» è un bel
desiderio: d. P. Albera e d. F. Rinaldi potevano dimostrare il contrario. Veniamo
alle direttive:
85 Atti 2 reca la data del 24 agosto 1920; si cita p. 34. Già nel 1906 d. G. Garino nella
prefazione ai suoi Cenni biografici di d. D. Belmonte a p. 6 aveva scritto: «DB sapientemente
stabilì che si scrivessero le biografie di quelli tra i salesiani, che più si segnalarono per virtù e
buone opere». «Memoria» per il Garino e l'Albera potrebbe equivalere a necrologia di ampio
respiro, sufficiente per venire pubblicata come opuscolo o libro a se stante. Ma per DB, il CG1
e d. G. Barberis include anche i profili minori.
86 Atti 7, del 24 aprile 1921. È la prima volta che si attua ufficialmente quando volle il
CG2! I RM DB e d. M. Rua provvidero personalmente a vegliare su ogni iniziativa fino al
1896. Prima del 1896: è d. M. Rua che affida a d. G.B. Francesia il compito di scrivere le
memorie di d. V. Alasonatti (cf la prefazione di quell'opuscolo); all'atto di ricevere l'opuscolo
circa d. G. Bonetti, il medesimo scrittore si sente ingiungere: «Ora devi pensare a d. Provera»
(prefazione a quest'opuscolo, p. 5). D. P. Albera, direttore spirituale generale, confessa nella
prefazione alla biografia di mons. L. Lasagna di aver ambito l'onore di scriverla, presumendo
delle proprie forze; ne ebbe ordine da d. M. Rua, vincendo per esso lo scoramento che andava
insediandosi (prefazione alle memorie di d. L. Lasagna). Si cita dalle p. 178-179.

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L'attività letteraria e le relative norme
103
«1. Gli ispettori decidano di quali confratelli, oltre la lettera mortua-
ria, sia da scrivere la biografia a parte».87
Tiene conto del deliberato del CG2 e di quanto chiedeva nel 1902 d. M.
Rua, integrandoli nel complesso della tradizione con la clausola «oltre la LM».
«2. I medesimi ispettori stabiliranno chi deve redigerla e dispongono
per la stampa della medesima».
«3. Dette biografie siano fatte di formato uguale prendendo per nor-
ma il catalogo della congregazione».
«4. Di ogni biografia si mandi copia a tutte le case della congrega-
zione, agli ispettori e membri dei consigli ispettoriali, nonché a ciascun
membro del Capitolo Superiore, al Segretario e al Procuratore Generale,
e a quei confratelli che possono aver avuto maggiori relazioni col con-
fratello defunto».88
Il comma n. 2 costituisce un corollario necessario del comma precedente e
in parte era provveduto nel CG2. Il terzo è un'aggiunta: da una parte si ricollega
alle origini, da un'altra provvede a parecchie esigenze economiche oltre che alla
duratura conservazione dell'elaborato. Il quarto applica il pieno decentramento,
andando oltre la lettera della decisione presa nel CG2.
«5. Dette biografie si leggano in pubblico refettorio in tutte le case
dove si parla la lingua in cui la biografia è scritta».89
Nella prima parte di questa direttiva si applica l'art. 11 dei Regolamenti del
1906, in quanto propongono la disposizione del CG8 (1898): trattandosi di con-
fratelli 'insigni' nulla vieta che «si leggano» venga inteso come imperativo. Nella
seconda si fa un rilievo di buon senso che avrebbe giovato anche all'usanza delle
LM (dove, invece, venne a lungo osteggiato). Non avrebbe guastato un provve-
dimento per la versione in altre lingue: si era timidamente affacciato 23 anni pri-
ma, nel CG8!
L'encomio delle LM, che nessuna legge salesiana aveva inculcato, con le
norme circa le biografie dei salesiani più eminenti, emanate in forza del precetto
risalente al CG2 e mai abrogato, venivano a ristabilire in parte la tradizione in-
cautamente sovvertita nel 1906. Nulla traspare circa la consapevolezza di questa
parziale risurrezione.
87 A t t i 7 p. 179.
88 Atti 7 p. 179-180.
89 Atti 7 p. 180.

5.8 Page 48

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104
Antonio M. Papes
I Regolamenti del 1924
Con un anno d'anticipo sulla loro promulgazione, d. F. Rinaldi rendeva edot-
ti i salesiani sui criteri di compilazione e l’iter seguito a cominciare dal CG11
(1910). Il 1o settembre 1922 se ne erano mandate le bozze a ciascun ispettore. Il 6
gennaio 1924 poteva firmare l'atto di promulgazione, una breve lettera che in
modo sintetico parla dell'iter seguito e ne raccomanda la perfetta osservanza.
Sono però gli Atti n. 23 ai paragrafi 17/18, emanati diciotto giorni più tardi, a
chiarire ulteriormente la natura della collezione e, per riflesso, la sua posizione al
confronto con la legislazione anteriore. Si tratta di un riordino delle norme di
sempre e di un codice di riferimento generale, non di precettistica operativa: pro-
pone tassativamente le norme, ma non rende superflua anzi esige la normativa più
completa e mantiene nella sua oggettiva autorevolezza ogni norma tradizionale
che esso non abbia esplicitamente assunto.90
Ma il punto di partenza furono i Regolamenti del 1906. Non si ricuperò
qualche elemento significativo caduto nella radicale sfrondatura allora operata.
Di conseguenza, nel settore delle memorie dei defunti non abbiamo novità: l'art.
18 ripropone l'art. 11 del 1906 arricchendolo del precetto circa il necrologio
(1915):
«Si leggano a mensa... le biografie... di salesiani defunti... terminan-
do... a cena col necrologio salesiano...».
Le direttive di d. G. Barberis conservano il loro valore, anche come mezzo
concreto per la pratica attualizzata dell'art, regolamentare.
D. P. Ricaldone: ricupero della normativa di DB circa le cronache
Come parte integrante delle celebrazioni predisposte per il primo centenario
dell'opera salesiana, 1841-1941, in data 24 novembre 1935 il RM raccomanda:
«3. Ogni casa prepari fin d'ora la propria cronaca dalla fondazione
fino al 1938, affinché gl'ispettori, venendo coi delegati al capitolo gene-
rale, possano portare le cronache delle case unitamente a quella dell'i-
spettoria.
4. Ogni ispettore poi raccolga in un volume speciale le memorie di
tutti i confratelli morti nella propria ispettoria. Se per alcuni confratelli
si giudicasse bene di scrivere una speciale biografia lo si faccia pure a
90 Atti 17, 6 gennaio 1923, p. 39-40. Atti, 24 gennaio 1924, p. 194-195. Regolamenti...,
Torino, SEI, 1924, 154 p.; lettera-promulgazione a p. 5-7; 416 articoli!

5.9 Page 49

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L'attività letteraria e le relative norme
105
vantaggio dell'intiera congregazione. Per gli altri, la cui vita sarà raccolta
nel volume suindicato, si scrivano quelle notizie che, mentre suscitano e-
dificazione, contribuiscono pure ad illustrare le opere e lo sviluppo delle
case dell'ispettoria. - Sarà appunto da queste biografie, dalle cronache
delle case e dalla storia delle ispettorie che si potrà avere abbondante
materiale per la cronistoria della congregazione.
5. Resta pure stabilito che d'ora innanzi, ogni anno, tutti gli ispettori
raccoglieranno in uno speciale volume le biografie dei confratelli defunti
dell'ispettoria ed in altro volume le cronache delle case e quella dell'i-
spettoria; quattro copie di detti volumi saranno mandate al Rettor Mag-
giore».91
Siamo davanti a precetti che tendono a perpetuarsi. Frutti? Non tutti quelli
sperati, se il CG15 dovrà ripetere la direttiva n. 592 e il RM appellare all'osser-
vanza.93
Il CG18
Nel corso del suo rettorato, d. R. Ziggiotti invita i confratelli a contribuire
materiale per le biografie di P. Berruti, P. Ricaldone ed E. Vismara.94 Il Prefetto
generale, a sua volta, ferma l'attenzione dei confratelli sul disagio diffuso circa le
LM: siano sobrie, non divengano pretesto per una disquisizione ascetica, non si
dilunghino a descrivere infermità od esequie o altre circostanze di scarso interes-
se.95 Trascorso qualche mese, di nuovo d. A. Fedrigotti a spronare il direttore che
si impegni a scriverle, assicurandolo che sono bene accolte da chi possiede buono
spirito, insistendo una seconda volta che non cada nella tentazione di essere pro-
lisso.96
A metà del suo mandato, d. R. Ziggiotti celebra il CG18, ultimo dell'era
«pre-conciliare» e ne pubblica sollecitamente le delibere, fra cui una che concer-
ne le forme tradizionali di far memoria dei soci defunti, nel testo seguente:
L'assemblea «pur apprezzando la bellezza, il senso di fraternità, il
valore religioso ed educativo dell'attuale tradizione», considera tuttavia
91 Atti 72 (24 novembre 1935) 272.
92 Parlate del RM nel CG15, 27 giugno 1938 in Atti 87, p. 9. Aggiunta terminale: «si gra-
diranno anche fotografíe o stampe illustrative».
93 Atti 89 (24 ottobre 1938) 485-486.
94 Atti 177(novembre-dicembre 1953) p. 8 oppure (264). Realizzato il lavoro di P. Zerbi-
no su d. P. Berruti, il Catechista generale lo addita ai noviziati in Atti 236 (maggio-giugno
1964) 1612-1613.
95 Atti 174 (maggio-giugno 1953) 204. Informalmente d. P. Berruti aveva deplorato analo-
ghi difetti (cf p. 80 e n. 29), senza mai intervenire in forza della sua carica.
96 Atti 178 (gennaio-febbraio 1954) 283.

5.10 Page 50

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106
Antonio M. Papes
la difficoltà» di leggerle tutte, considerati il numero crescente, la lingua
e la stesura «non sempre sobria e felice» e decide:
a) per gli Atti, i soli dati dei defunti; saranno gli ispettori a farne
partecipi il consiglio generale;
b) «ogni ispettoria procuri di conservare opportunamente la memoria
dei propri confratelli defunti e l'ufficio ispettoriale ne faccia quella co-
municazione che crede più opportuna ai confratelli della propria nazione
e al capitolo superiore»;
c) «nulla vieta che in casi speciali» si allarghi la comunicazione a
tutta la congregazione.97
L'articolato dovrebbe toccare «l'attuale tradizione» delle LM, la sola che il
preambolo prende in considerazione; tocca invece tutto il ventaglio delle iniziati-
ve necrologiche, compresi i ripescaggi operati da d. G. Barberis (1922) e da d. P.
Ricaldone (1935). Con la decisione a) ritorna alla prassi instaurata nello scorcio
della vita del Fondatore e continuata fino al 1948, trasferendola dal catalogo agli
Atti; ma con le direttive b) e c) innova nel linguaggio e nella sostanza ogni cosa.
Come fu possibile dipartirsi tanto vistosamente dalla tradizione? Il preambolo,
che come abbiamo detto riflette la situazione delle LM mortuarie soltanto, non
giustifica il loro abbandono. Infatti: a) la difficoltà di leggerle tutte è sì evidente,
ma né la tradizione né la lettera del precetto regolamentare dal 1898 al 1924 lo
richiedono: la difficoltà della lingua poteva superarsi con la traduzione all'origine
o (meglio forse, per ovviare alla difficoltà successivamente enumerata) nelle i-
spettorie o nazioni di destinazione; la difficoltà della stesura si supera soltanto
con la cultura, il buon senso... e comunque sarebbe divenuta relativamente insi-
gnificante tolto l'obbligo morale di leggerle in pubblico e di leggerle integralmen-
te; b) chi ha steso il preambolo ha dimenticato che scrivere e comunicare tempe-
stivamente le memorie dei defunti è stata una ventennale preoccupazione del
Fondatore; leggerle in pubblico, invece, può ritenersi un ripiego per soci impe-
gnati al limite delle forze e del tempo nel multiforme servizio pastorale salesiano
insieme e un cedimento alla normalizzazione conventuale del nostro istituto.
Prova ne è che in quest'età post-conciliare si è potuto eliminare la lettura in refet-
torio senza rompere la continuità con la mente di DB.
Come si arrivò alle direttive rivoluzionarie sopra riportate? Prefetto generale
e adesso Regolatore del CG18 è d. A. Fedrigotti, che un biennio innanzi aveva
stimolato a proseguire, migliorando, la prassi tradizionale.
Aperti i verbali (dattiloscritti, firmati a penna dal Presidente, dal Rego-
97 Atti 203 (luglio-ottobre 1958) [Cronistoria, temi e conclusioni del CG18] 789-790.

6 Pages 51-60

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6.1 Page 51

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L'attività letteraria e le relative norme
107
latore e da tre segretari) della XVI seduta plenaria (Torino, 8 agosto 1958 ore
16.30) già verso la conclusione serale risulta che si prende a trattare delle 'propo-
ste varie', delle LM in primo luogo. «Ben 25» capitolari intervengono: i più a
sottolinearne gli aspetti positivi, benché molti si mostrino consapevoli delle diffi-
coltà. Interviene il RM: pensa che la via migliore per superare gli scogli sia quel-
la di affidarne la redazione all'ufficio ispettoriale. Chiusa la discussione, si votano
i tre punti del tenore seguente:
a) gli Atti riportino i decessi con soli cognome, nome, condizione in
Congregazione ed estremi cronologici;
b) le LM siano redatte dall'ufficio ispettoriale con sollecitudine e se-
condo un formato comune, che verrà indicato;
c) le LM siano inviate a tutte le case e scritte in lingua italiana. La
lettura ne sia obbligatoria nella nazione del defunto, resti affidata alla
discrezione del direttore nelle restanti nazioni.
I verbali non segnano il risultato della votazione.98
Emerge immediatamente l'indipendenza delle norme promulgate da quelle
votate in assemblea: a) il preambolo non trova riscontro nel resoconto sommario
della discussione; b) l'unica direttiva passata indenne dall'assemblea agli atti è la
prima; c) linguaggio e soluzioni come trasmesse dai verbali sono in piena conso-
nanza con la tradizione.
Fin troppo, osiamo dire. La direttiva b) che nel comma d'apertura ripete la
proposta del RM in chiusura di discussione e che fa rivivere la deliberazione del
CG2 nella sostanza, viene appesantita all'ultimo comma dal 'formato' (che riporta
alla memoria le inezie proposte nel CG8). Nella direttiva c) la «base» non poteva
non irritarsi per l'obbligo di scrivere in lingua italiana e, ancor più, per l'obbligo,
sia pure geograficamente circoscritto, della lettura (a tavola, sott'inteso); e in
questo la «base» sentiva con la nostra tradizione meglio dei suoi rappresentanti in
assemblea.
In archivio esistono le bozze di stampa degli atti e decisioni di questo capi-
tolo, corretti e chiosati a mano dal RM: si desiderano soltanto i due fogli che
dovrebbero indicarci a quale punto del processo di promulgazione la contraffa-
zione abbia avuto luogo.
Il CG19
II successivo capitolo generale (1965) senza minimamente giustificare o
sconfessare l'assemblea precedente ripristina una disciplina meglio consona
98 ASC D 612.

6.2 Page 52

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108
Antonio M. Papes
con la tradizione. D. A. Fedrigotti in un diario personale al 27 maggio, solennità
dell'Ascensione, mattina, annota: Varia - Lettura a tavola... Lettere mortuarie:
«approvato il documento»99 e i Verbali ufficiali della seduta 41a, p. 2:
«...all'unanimità si approva la proposta sulle LM»100 che fu la seguente:
«Lettere mortuarie. Siano scritte per tutti i confratelli dal direttore;
siano piuttosto brevi ed edificanti e vengano inviate a tutte le case della
nazione e a quelle fuori nazione dove il defunto avesse eventualmente
lavorato.
Il segretario ispettoriale le invii in varie copie a tutti gli ispettori per
le case di formazione e al Segretario del Consiglio Superiore con tutti
i dati anagrafici e con tre o quattro righe di notizie, in modo che questi
ne curi la pubblicazione negli Atti...
L'ispettore incarichi qualcuno di scrivere brevi profili dei confratelli
più insigni dell'ispettoria; questi profili potranno essere riuniti insieme
per formare dei volumetti di 'vite edificanti'».101
Il titolo LM è appropriato per il primo e una metà del secondo paragrafo; «e
con tre o quattro righe...» sino al termine del paragrafo secondo si provvede, con
arricchimento, al primo dei tre paragrafi dei verbali e degli atti promulgati del
CG18. Il terzo paragrafo attuale modula sulla norma del CG2 e di d. G. Barberis
(1922). Non si provvede alle cronache conforme al CG1 e a d. P. Ricaldone
(1935).
Si diparte dalla tradizione che prevedeva di raggiungere tutte le case e tutti i
confratelli e il compito della comunicazione diviene piuttosto macchinoso suddi-
viso com'è tra periferia e centro. Al RM stettero assai a cuore le «tre o quattro
righe di notizie» e ne fece oggetto di ulteriore puntualizzazione negli Atti.102 Ri-
mane oscurata la distinzione fra LM «piuttosto brevi» e profili «brevi» essi pure,
dei confratelli più insigni. Tradizionalmente si chiedeva stringatezza alle prime e
si consentiva la necessaria ampiezza ai se-
99 ASC D 647. Le pagine del quaderno manoscritto non sono numerate.
100 ASC D 645. Ci siamo astenuti dal ricercare il proponente (e forse la polemica); fatica
eccessiva e risultato del tutto accidentale al nostro scopo.
101 Atti 244 (gennaio 1966) ossia Atti del CG19..., appendice al I documento, varia, n. 5,
p. 47. La proposta fu avanzata nella Commissione III, sottocomm. A, relatore G. Raineri. Il
testo assembleare si scosta da quello pubblicato soltanto per l'aggiunta in questo dell'avverbio
piuttosto nella prima riga e per pochi miglioramenti stilistici. In Atti 245 (marzo 1966) a p. 21
oppure (49) il nuovo RM reitera il testo con alternanza di caratteri tipografici.
102 Atti 246 (marzo 1966) a p. 29 o (97) il RM, costatata l'inefficacia del richiamo di Atti
245, ossia l'incuria nell'accompagnare i dati essenziali di un defunto con un succoso brevissimo
profilo, insiste ancora: «Si riportano quindi le norme del CG19» ma non ad litteram: «A) I
Direttori» inviino al più presto al Consiglio Superiore l'annuncio necrologico con le tre/quattro
linee...; conclusa la raccolta di sufficienti elementi, redigano la LM... «B) Ogni ispettore» —
come prima, con in più l'obbligo di inviarne copia all'archivio centrale.

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L'attività letteraria e le relative norme
109
condi. Ma che cosa aveva in mente il CG19? Come si è concretizzata questa
norma?103
I più recenti ritocchi
La ristrutturazione degli Atti del Consiglio Generale seguita alla lettera del
RM datata 24 novembre 1978 fornì l'occasione per una miglior distribuzione dei
compiti nella comunicazione fra periferia e centro alla morte di un confratello:
1) all'ispettore, non al direttore, il compito d'informare tempestiva-
mente la Segreteria Generale;
2) gli Atti si limiteranno a stampare i soli dati anagrafici essenziali
[come 1887-1946...];
3) in rispettoso ascolto delle Costituzioni104 il direttore stampi solle-
citamente la LM: la invierà a tutte le comunità dell'ispettoria e in quelle
dove il defunto fosse conosciuto, oltre alle cinque copie da indirizzare
alla Segreteria Generale.105
Sommario e impressioni conclusive
Nel processo evolutivo delle forme di far memoria dei salesiani defunti, ab-
biamo visto il Fondatore all'opera nell'escogitare una forma di profilo descrittiva
insieme e formativa che lentamente andrà evolvendosi, anche dopo la sua morte,
in libri od opuscoli biografici e in lettere mortuarie. Lo
103 Si pensava forse a E. Ceria che raccolse in due volumi i profili dei capitolari salesiani
e di 33 coadiutori negli anni immediatamente post-bellici? In questa linea potremmo mettere il
recentissimo E. FORTI, Fedeli a DB in Terra Santa, profili di otto coadiutori salesiani, Leu-
mann (Torino), Ed. Elle Di Ci [1988] 143 p., ill.
La raccolta di brevi profili su scala ispettoriale — di tutti, non dei migliori soltanto —
potrebbe invece raccordarsi con le raccomandazioni di d. P. Ricaldone (1935): a cominciare da
quella dei confratelli defunti nell'ispettoria di Napoli (1947) attraverso quelle di ciascuna delle
tre ispettorie brasiliane (1954) dell'Australia (1978) per arrivare a quelle del corrente decennio
(uruguayana, amazzonica, cinese, valentina, tarraconese e infine napoletana (una seconda
volta).
Anche la silloge di LM polacche tradotta da d. P. Tirone come quella dei «martiri» spa-
gnoli del Burdeus obbediscono a bisogni e concetti piuttosto differenti da quelli del Capitolo
Generale.
104 Costituzioni e regolamenti della Società di san Francesco di Sales [Roma, Tip. SGS,
1972] art. 60 — attualmente sostituite dalla recensione definitiva, dal titolo immutato, [Roma,
Ed. SDB, 1984] dove i temi a noi vicini sono svolti all'art. 94: cf Atti 311 (dicembre 1984) 114.
Lo studio del tema nei tre Capitoli Generali 20-22 resta da fare.
105 Atti 291 (gennaio 1979) 31-32 oppure (195-196).

6.4 Page 54

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110
Antonio M. Papes
stesso Fondatore, in base probabilmente all'esperienza in materia della
Compagnia di Gesù, teorizzò un tipo di memorie intimamente intessute dentro la
cronaca locale e perciò di indole tendenzialmente storica: con scarso successo
pratico, riteniamo. Stimolata da modelli genericamente conventuali, la
congregazione si diede inoltre, all'inizio del sec. XX un necrologio. Quanto alle
norme circa l'ordinata produzione e comunicazione del materiale necrologico,
abbiamo assistito a un processo di accrescimento (1869-1915) e a un secondo
processo di rielaborazione che inizia prima della fine del secolo XIX (1898) ed è,
probabilmente, ancora in corso. Pur appellandosi assai parsimoniosamente e solo
genericamente alla tradizione, desta meraviglia la permanenza delle idealità e
delle linee maestre sia delle forme sia della normativa. Due i momenti di
massima crisi: l'elaborazione dei Regolamenti (1906) quando la tradizione
normativa parve lenta al ricupero (1922 e 1935 sono le date più significative del
ritorno) e la manomissione del volere del CG18 nel 1958 (da studiare nelle
modalità, comprensibile nel clima surriscaldato del pre-concilio) ricuperata nel
successivo CG19.