Recensioni 189
in rilievo in particolare, oltre l’importanza commerciale delle acque minerali, l’atti-
vità dei “Cantieri navali”; “Città religiosa” (pp. 61-74): dopo un accenno alla Area
Christianorum Stabiensium, si mettono in evidenza il patrono S. Catello, la devo-
zione mariana e all’arcangelo san Michele, il culto al Signore Gesù, le chiese e gli or-
dini religiosi; “Città fiorita di virtù” (pp. 75-87): un campionario di personaggi in-
signi della chiesa locale, tra cui spiccano mons. Francesco Saverio Petagna e mons.
Vincenzo Maria Sarnelli. La prima parte si conclude con “Una considerazione in ap-
pendice” (pp. 89-94): una nota di sintesi e commento dell’autore.
Segue la seconda parte del volume: “La Famiglia Starace”. Dopo una “Pre-
messa” (p. 97), il capitolo “Ritratto di famiglia” (pp. 99-107), individua le origini e le
ramificazioni della famiglia Starace. Seguono due medaglioni: “Costanza Starace,
suor Maria Maddalena della Passione” (pp. 109-112), che collaborò con mons. Pe-
tagna per la fondazione dell’Istituto delle Suore Compassioniste e “Lorenzo Starace”
(pp. 113-120), giovane brillante e ricco di zelo apostolico, morto durante la prima
guerra mondiale. Un doppio commento dell’autore, relativi alla seconda parte, “Nota
bene” (p. 121), e all’insieme del libro, “Valutazione finale” (pp. 123-124), chiudono
l’opera.
Il secondo volume della trilogia, Don Raffaele Starace, è completamente dedi-
cato alla biografia di questo personaggio, la cui vita si divide in due parti: quella da
prete diocesano nella città di Castellammare di Stabia, dedita alla fondazione dell’or-
fanotrofio che poi affiderà ai Salesiani (1894), e la sua vita nella congregazione sale-
siana della quale entra a far parte. Quest’ultima, dopo un periodo trascorso nelle case
salesiane di Genzano (noviziato) e di Caserta (rettore del Santuario), si identifica so-
prattutto con il ministero sacerdotale, in qualità di parroco, svolto da don Raffaele
Starace nella Casa di Gioia de’ Marsi (L’Aquila). La vicenda di questa Casa, che dura
dal 1909 al 1938, è particolarmente complessa: il periodo della fondazione, infatti, è
molto complicato e la gestione dell’attività pastorale è esposta a contrastanti giudizi;
a ciò si aggiungono il momento drammatico del terremoto della Marsica (1915), in
cui morirono anche tre FMA che avevano a Gioia de’ Marsi una loro opera, la diffi-
cile opera della ricostruzione e la decisione della soppressione della casa salesiana.
L’autore, mediante una ricca documentazione archivistica, segue l’intricato itinerario
di queste vicende dal versante della congregazione salesiana e da quello ecclesiale,
diocesano e romano, dal punto di vista dell’ispettoria napoletana prima, romana poi e
da quello del potentato locale, dall’ottica della comunità delle FMA e da quella di
don Raffaele Starace. Purtroppo la linea metodologica è quella già indicata, appesan-
tita da commenti e interpretazioni psicologiche piuttosto frequenti. Il volume è strut-
turato in tre parti con alcune appendici.
Dopo la ripetizione della “Prefazione generale” (pp. 7-8) del primo volume, se-
guono una “Introduzione alla Parte Seconda” (pp. 9-10), in cui l’autore ribadisce la
sua scelta metodologica, e una “Presentazione” (pp. 13-14) che riguarda l’insieme di
questo secondo volume. Un’ulteriore “Premessa” (pp. 17-19) introduce la prima
parte: “Dalle “radici” familiari alla salesianità”, che è composta da cinque capitoli:
“Gioventù e sacerdozio (1855-1880)” (pp. 21-25); “L’Orfanotrofio (1880-1894)” (pp.
27-40); “L’incontro con Don Bosco a Torino” (pp. 41-49); “L’inserimento nella vita