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SOMMARI
Don Bosco, rue de la Ville l'Evêque, a Parigi, in aprile 1883
Il contributo offre la ricostruzione della prima parte del soggiorno parigino di don Bosco a
Parigi nella primavera del 1883, visto dalla residenza delle Oblate del Cuore di Gesù, nella
quale dal 20 al 30 aprile egli dà udienza ai numerosissimi visitatori.
Tramite lettere, documenti vari e soprattutto una interessante « cronaca », redatta giorno
per giorno dalla giovane oblata Charlotte Bethford, si può toccare con mano il fervore che
circonda don Bosco nelle lunghe ore pomeridiane di ressa attorno a lui. Vi si accalcano persone
di ogni ceto sociale, che vedono in lui soprattutto il « santo », il « taumaturgo ». Perciò si
ricorre a lui per ottenere preghiere, grazie materiali e spirituali, guarigione, soluzione di
problemi familiari e professionali. Talvolta la cronista crede di notare, insieme a sincera
devozione, manifestazioni ingenue e superstiziose. D. Bosco reagisce con sconfinata pazienza:
ascolta, consiglia, riceve le elemosine, offre una medaglia o un'immagine, ringrazia.
Naturalmente questo è solo un aspetto dei suoi faticosi impegni. Perché, prima e dopo
questa corvée quotidiana, si infittiscono gli incontri di massa in chiese pubbliche, in cappelle
private, nelle celebrazioni, nelle conferenze, nella visita a famiglie particolarmente angosciate.
Don Bosco at rue de la Ville l'Evêque, Paris, April 1883
The article presents a reconstruction of the first part of Don Bosco's stay in Paris in the
spring of 1883, seen from the residence of the Oblates of the Sacred Heart, where he received
numerous visitors between 20 and 30 April.
By means of letters, documents of various kinds, and especially from an interesting
"chronicle" compiled by a young Oblate Charlotte Bethford, one may obtain a clear indication
of the fervour which surrounded Don Bosco in the long hours of the afternoon with crowds
milling around him. Among them were people of every social level, who saw in him especially
a "saint", a "wonder-worker". And so they flocked to him to ask for his prayers, for material
and spiritual favours, for healing, and for solutions to family and business problems.
Sometimes the chronicler noted, in addition to manifestations of sincere devotion, what she
thought were ingenuous and superstitious indications. Don Bosco reacted with unlimited
patience: he listened, he gave advice, he accepted donations, he offered medals or holy
pictures, he expressed his thanks.
Naturally this was only one aspect of his laborious daily tasks, because both before and
after these tiring experiences there was no end to his meeting with other people in groups, in
public churches, private chapels, celebrations, conferences, and in visiting families in a state of
particular distress.

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Sommari
Studio e riflessione pedagogica nella Congregazione Salesiana 1874-1941
Il presente saggio si propone di offrire un contributo all'approfondimento del tema dello
studio della pedagogia e della riflessione pedagogica nella Congregazione Salesiana durante le
prime tappe della sua storia: dal 1874 (inizio della « scuola di pedagogia sacra » nei noviziati)
al 1941 (fondazione dell'Istituto Superiore di Pedagogia all'interno del PAS).
In primo luogo, sulla base di testimonianze coeve e delle ricerche più recenti, l'A. cerca di
fare il punto sulla « formazione pedagogica » di Don Bosco e di precisare il suo pensiero
sull'esigenza dello studio della pedagogia da parte dei collaboratori. Le pagine centrali del
lavoro sono dedicate ad analizzare, nella cornice del rettorato dei primi successori di don
Bosco, le modalità di studio e di formazione pedagogica dei salesiani: linee di programma,
problemi, realizzazioni. E' stata tenuta presente in particolare la documentazione custodita
nell'ASC (verbali delle adunanze del Capitolo Superiore e delle case, atti di convegni, circolari,
lettere e testimonianze...). Nell'ultima parte viene fatta una rapida presentazione dei primi
apporti dei salesiani agli studi pedagogici: sono individuati opere, temi, orientamenti e autori
significativi. Si mette particolarmente in evidenza l'apporto rilevante dato nella preparazione di
collane e di riviste scolastiche e soprattutto nell'elaborazione di manuali e testi per la scuola.
Infine, sono indicate alcune piste di ricerca e determinati punti problematici che
andrebbero approfonditi: le modalità di organizzazione degli studi pedagogici nei diversi paesi,
l'incontro tra riflessione e pratica educativa nel tirocinio pratico; la tensione tra fedeltà al
patrimonio pedagogico salesiano ed esigenza di studio critico e di aggiornamento del
medesimo; il conflitto tra espansione quasi « tumultuosa » della Congregazione negli anni tra i
due secoli e formazione pedagogico-didattica del personale.
Research and pedagogical reflexion in the Salesian Society 1874-1941
The aim of the present essay is to offer a contribution to the deeper analysis of the topic of
the study of pedagogy and pedagogical reflection in the Salesian Congregation during the first
stages of its history from 1874 (when "sacred pedagogy" began to be taught in the novitiates) to
1941 (when the "Higher Institute of Pedagogy" was founded as part of the PAS).
In the first place the A. seeks to define on the basis of contemporary evidence and more
recent research the "pedagogical formation" of Don Bosco and to state more precisely his ideas
concerning the need for the study of pedagogy by those working with him. The central part of
the essay is then dedicated to an analysis, in the period of Don Bosco's first successors as
Rector Major, of the manner in which the studies and pedagogical formation of the Salesians
were carried out: programmes, problems met with, and results. Particular attention has been
given to documentation preserved in the salesian central archives (minutes of meetings of the
Superior Chapter and of the houses, acts of congresses, letters, statements of witnesses, etc.).
The last part is a rapid survey of salesian contributions to pedagogical studies, listing works,
themes, guidelines and authors of greater importance. Especially highlighted is the important
contribution made in the preparation of various series of scholastic

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Sommari
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publications and reviews, and particularly the preparation of educational textbooks and
manuals.
Finally are indicated some lines of research and specific problems which have need of
further study: the manner of organization of pedagogical studies in different countries; the
integration.of theory and practice during the practical training period; possible discord between
fidelity to the salesian pedagogical heritage and the requirements for its critical study and
application to the present day; the contrast between the dramatic expansion of the
Congregation in its first century of life and the pedagogical and didactic training of its
personnel.
Don Giovanni Battista Lemoyne attraverso 20 lettere indirizzate a don Michele Rua
L'edizione di 20 lettere inedite, inviate in tempi diversi da don Giovanni Battista Lemoyne
(1839-1916) a don Michele Rua, aiuta a comprendere meglio la personalità salesiana e
scientifica del primo « storiografo » di don Bosco. L'introduzione non si limita a informare sui
manoscritti originari e suoi criteri di edizione; tenta pure di integrare la conoscenza del
Lemoyne con l'esame della sua produzione edificante, narrativa e poetica. Ne risulta una
singolare figura di narratore-poeta-storico, nella quale le tre dimensioni costantemente si
intrecciano e talvolta sembrano confondersi. E pertanto si possono ricavare elementi che
possono aiutare a valutare anche i pregi e limiti del suo lavoro storico. Parallelamente è messa
in luce la figura di don Michele Rua (1837-1910) nel momento in cui si accelera la sua ascesa a
responsabilità più dirette nel governo della Società Salesiana, accanto a don Bosco, fino a
diventarne Vicario con diritto di successione (1885). E' l'inizio di una ricerca che può essere
utilmente proseguita e approfondita.
Fr John Baptist Lemoyne, through 20 letters written to Fr Michael Rua
The publishing of 20 previously unpublished letters, written at various times by Fr John
Baptist Lemoyne (1839-1916) to Fr Michael Rua, is a help to the better understanding of the
salesian and scientific personality of the first historian of Don Bosco. The introduction is not
limited to the provision of information concerning the original manuscripts and criteria for
publication; it also attempts to indicate a knowledge of Lemoyne with an examination of his
edifying narrative and poetic compositions. There emerges a singular figure of a narrator, poet
and historian, in whom the three dimensions are constantly interwoven and sometimes seem to
be fused together. As a result it is possible to detect elements which are of assistance in
evaluating the worth and limitations of his historical writings. At the same time the figure of Fr
Michael Rua (1837-1910) is highlighted at the time when he was rapidly moving towards more
direct responsibilities in the government of the Salesian Society at Don Bosco's side, finally
becoming the latter's Vicar with right of succession (1885). It marks the beginnings of a
research which can usefully be followed up at greater depth.

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Sommari
Don Bosco e i polacchi
L'A. descrive, in base a 190 lettere inedite esistenti nell'ASC, le relazioni intercorse tra
polacchi e Don Bosco nel periodo che va dal 1868 al 1888, prima che la Società Salesiana si
stabilisse in Polonia (1898).
Egli tratta preliminarmente delle vie e dei modi attraverso cui i polacchi vennero a
conoscere Don Bosco. Ci sono dati e ipotesi: il « Bollettino Salesiano » dal 1877, il « Bulletin
Salésien » francese dal 1879, alcune biografie (quella del d'Espiney tradotta nel 1886, un
opuscolo in lingua polacca del 1884), incontri di don Bosco con singoli e famiglie già nel 1867
a Roma; più tardi a Nizza, a Cannes, a Parigi (1882/1883).
Si è anche scritto di giovani polacchi presenti a Valdocco tra gli anni sessanta e settanta,
ma manca la documentazione relativa.
Le lettere costituiscono una fonte importante e ricca. Ne emergono due aspetti principali
della figura del santo: anzitutto, dominante, il taumaturgo, a cui ci si rivolge per chiedere
conforto e grazie materiali e spirituali; l'apostolo dei giovani poveri e abbandonati, avanzando
proposte per la direzione o la fondazione di opere assistenziali e educative.
Vengono, infine, rapidamente rievocati alcuni salesiani degli inizi: don Matteo
Grochowski, don Bronislao Markiewicz, il principe don Augusto Czartoryski, don Vittore
Grabelski, con altri minori; si accenna insieme ad alcuni benefattori e cooperatori.
Don Bosco and the Poles
On the basis of 190 unpublished letters existing in the salesian central archives, the A.
describes the relations between the Poles and Don Bosco in the period from 1868 to 1888,
before the Salesian Society became established in Poland (1898).
He describes first the ways and means by which the Poles came to know Don Bosco.
Information and theories come from: the Italian « Bollettino Salesiano » from 1877, the French
« Bulletin Salésien » from 1879, some biographies (that of d'Espiney translated in 1886, a
small publication in Polish of 1884), meetings of Don Bosco with individuals and families
going back to 1867 in Rome, and later at Nice, Cannes and Paris (1882-1883).
Some writers have referred to young Poles who were present at Valdocco in the seventies
and eighties of the last century, but without giving any particulars by way of documentation.
The letters provide an important and rich source from which emerge two main aspects of
the figure of the Saint: in the first place that of an imposing character, the wonder-worker to
whom people had recourse for material and spiritual comfort and graces; and then the apostle
of poor and abandoned youth, putting forward projects for the foundation and direction of
charitable and educational undertakings.
Finally some of the early Salesians are recalled: Fr Matthew Grochowski, Fr Bronislao
Markiewicz, Prince Augustus Czartoryski, Fr Victor Grabelski, and others less well known;
there are references also to some benefactors and cooperators.

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Sommari
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L'andata dei Salesiani a Santa Caterina del Brasile
L'articolo rievoca la nascita dell'Opera salesiana nello Stato di S. Caterina, nel sud del
Brasile. Da questo nucleo sorse poi l’Ispettoria Salesiana di Porto Alegre.
Come riflesso della situazione politica in Europa, all'inizio del secolo si era creata una
acuta situazione conflittuale tra gli immigrati italiani e tedeschi nella vallata del fiume Itajaì.
Per tentare di rimediare a questa situazione, il Governo italiano, la Santa Sede e le autorità
brasiliane decisero di chiamare dei sacerdoti salesiani che prestassero assistenza alla
popolazione di origine italiana. In pochi anni i Salesiani crearono delle comunità dove
convivevano religiosi di diverse nazionalità e in questa maniera portarono un loro contributo al
ristabilimento della pace nella regione.
The coming of the Salesians to Santa Caterina in Brazil
The article relates the story of the biginnings of salesian work in the State of S. Caterina
in southern Brazil, which subsequently developed into the Salesian Province of Porto Alegre.
As a reflection of political conditions in Europe, the beginning of the present century saw
the birth of a situation of acute conflict between Italian and German immigrants in the valley of
the Itajaì River. In an attempt to remedy this state of affairs the Italian Government, the Holy
See and the Brazilian authorities thought it well to ask for the help of salesian priests to provide
assistance for the people of Italian origin. In the space of a few years the Salesians were able to
create communities in which religious of different nationalities lived together, and this way
contributed to the re-establishing of peace in the region.