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FONTI
MEMORIE DAL 1841 AL 1884-5-6
PEL SAC. GIO. BOSCO A' SUOI FIGLIUOLI SALESIANI
[Testamento spirituale]
Francesco Motto
I. Introduzione
« Don Viglietti, guarda, nel mio tavolino vi è un libretto di memorie, tu
sai di quale parlo, vedi di prenderlo e darlo poi a Don Bonetti, che non vada
in mani qualunque ».1
Con queste parole, tramandateci dal taccuino del fedele segretario, Don
Bosco consegnava ai suoi successori quello che nella tradizione salesiana verrà
definito il « testamento spirituale »2 di Don Bosco, ma che in realtà porta il
titolo, autografo del santo, « Memorie dal 1841 al 1884-5-6 pel sac. Gio. Bosco
a' suoi figliuoli Salesiani ».
La definizione è comunque appropriata, non fosse altro che per la data
in cui il manoscritto è passato dalle mani di Don Bosco a quelle dei continua-
tori della sua opera (24 dicembre 1887: 38 giorni prima di morire) e per il
grado di tensione e di vibrazioni interiori, proprie di un padre che si accinge
ad un definitivo congedo dai suoi figli. Dopo aver tanto seminato in vita me-
diante la parola e l'azione, Don Bosco non ha voluto mancare all'ultimo appun-
tamento: alla disponibilità altrui affida il suo ultimo messaggio e la piena
attuazione dei suoi propositi.
Si tratta invero di uno scritto di circa 140 paginette, alle quali Don Bo-
1 ASC 110 Viglietti (8) Cronaca di Don Bosco dal 23 dicembre 1887 al 31 gen-
naio 1888, pp. 8-9, citata da MB XVIII 492-493. Don Bonetti era allora Direttore spiri-
tuale generale della congregazione salesiana.
2 Di « testamento » parlava don Rua già nella circolare dell'8 febbraio 1888, poco
più di una settimana dopo la morte di Don Bosco: Lettere circolari di Don Michele Rua
ai Salesiani. Torino, tip. S.A.I.D. Buona stampa, 1910 p. 4. Il termine « testamento spiri-
tuale » appare con una certe veste di ufficialità nella presentazione della « lettera di con-
gedo » fatta da Don Albera nel 1916: « Si riceva e si conservi come il suo spirituale testa-
mento, dettato dal grande affetto di cui avvampava verso i diletti figli di Gesù Cristo »:
Pratiche di pietà in uso nella case salesiane. Torino, Scuola tipografica salesiana [1916]
p. 325. Disposizioni testamentarie olografe vere e proprie sono conservate in ASC e pub-
blicate in MB X 1331-1336.

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74 Francesco Motto
seo, giunto allo zenit della vita, ha consegnato ricordi e consigli per i soci della
congregazione di S. Francesco di Sales, per le Figlie di Maria Ausiliatrice, per
i cooperatori e benefattori delle opere salesiane. Numerose e cospicue risul-
tano soprattutto le raccomandazioni e gli avvisi per chi, nelle due congrega-
zioni da lui fondate, esercita l'autorità: Il Rettor Maggiore, il Capitolo Gene-
rale, il Consiglio superiore, i direttori ecc.
Per la comprensione di Don Bosco e del suo spirito, per l'approfondi-
mento della sua concezione pedagogico-religiosa, per la conoscenza delle sue
ansie in ordine alla salvezza dell'anima ed all'avvenire della società salesiana,
il « testamento spirituale » costituisce senza tema di smentita uno degli scritti
più eloquenti. E ciò nonostante alcune mende di contenuto e certe cadute di
tono, di cui diremo.
Nell'indirizzarsi ai suoi « figli » Don Bosco anzitutto svela loro i criteri
educativi e pastorali, le coordinate fondamentali alle quali si è sempre attenuto
nella sua attività di sacerdote zelante ed educatore sagace, e che vorrebbe si
rispettassero pure per il futuro. Espone il suo punto di vista circa la funzione
e l'esercizio dell'autorità in congregazione, circa la valorizzazione delle persone,
da non sacrificare alle stesse esigenze dell'ascetica e della vita comune. Non fa
mistero della sua concezione della vita religiosa salesiana come scelta defini-
tiva per la gioventù povera ed abbandonata. Evidenzia le sue aspettative a
riguardo della dimenticanza delle offese, della completezza del perdono, del-
l'amore effettivo per la povertà, della riconoscenza verso i benefattori, della
cura delle vocazioni, della devozione mariana.
Fra quelle righe vergate nella coscienza della morte sentita come prossi-
ma, si aprono, all'occhio del lettore, le profondità dell'anima di Don Bosco: la
straordinaria umiltà, che traspare dalla domanda di perdono, di suffragi, di pre-
ghiere; la paura di aver dato scandalo anche se involontario; la reticenza ed il
malcelato pudore circa le eventuali lodi per i fatti soprannaturali connessi con
la sua vita; le richieste relative alla verità religiosa delle sue produzioni lette-
rarie; il timore di Dio e contemporaneamente la consapevolezza della divina
misericordia.
Ancora una volta, al termine della giornata terrena vissuta in costante
ascesi ed intessuta di lavoro, sacrificio, sofferenze sopportate nella serena con-
vinzione di conquistare le anime, emerge con incombente evidenza il leit motiv
della sua spiritualità: la trepidazione per la salvezza eterna, una petizione con-
tinua, quasi ossessionante.
Il « testamento spirituale » si potrebbe così leggere come uno specchio,
un autoritratto di Don Bosco, che dei segreti più intimi del suo scrinium cordis
poco o nulla esclude per timore, pietà o pudore. Di fronte a certi passi, è dif-
ficile sottrarsi alla suggestione di essere alla presenza di un testo « sacro »,
tanto è irrorato di parole non vane e non caduche: parole di fede, di gratitu-
dine, di amore, di speranza, di umiltà, di perdono, parole che la morte pensata
come reale ed attuale segna di incontrovertibile sincerità.

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Memorie dal 1841 al 1884-5-6 pel sac. Gio. Bosco a' suoi figliuòli Salesiani 75
Nelle sue « Memorie », ricche sì di valenze di fede e di prassi, ma redatte
in un tono di massima confidenza, Don Bosco si esprime con una immediatezza
e naturalezza tale da fugare qualsiasi ombra della sempre facile retorica e da
sostituire alla pur possibile eloquenza la semplicità del dire. Uno stile, quello
del « testamento spirituale », che si presenta disadorno, sostanzioso, efficace
più nella effusione dei sentimenti e nella concretezza delle raccomandazioni che
nella concisione dei concetti.
Colpisce soprattutto, pur nella povertà del lessico e nello stile affatto
curato, la forza morale e spirituale che emana da certe pagine, l'incisività e
definitività di alcune affermazioni aforistiche,3 la tenerezza supplicante di certi
brani,4 il deciso rifiuto di ogni trionfalismo e di ogni celebrazione delle proprie
opere posi mortem, il tono solenne dell'epilogo che si tinge con i colori del-
l'epopea e della profezia, l'appello commosso alla fedeltà alla tradizione, presa-
gio e promessa di radioso futuro.
Da quanto si è venuti dicendo, si potrebbe dedurre che il documento
abbia conseguito notevole risonanza e goduto stagioni di ampia notorietà. Nien-
te di tutto ciò, per lo meno nei riguardi del testo considerato nella sua integrità.
Il mancato rilievo può essere facilmente imputato ad una eziologia di
carattere interno al documento stesso. Anzitutto la carenza di sistematicità e
di organicità nella presentazione dei contenuti, che spesso si ripetono e talora
con una formulazione non molto dissimile;5 in secondo luogo le disarmonie di sti-
le e le disuguaglianze di tono che rompono l'omogeneità della forma letteraria; 6
3 Ad es.: Il prete non va solo al cielo, non va solo all'inferno; cerca di farti amare,
di poi ti farai ubbidire con tutta facilità; le virtù non acquistate nel tempo di noviziato
per lo più non si acquistano più; quando cominceranno tra noi le comodità o le agiatezze,
la nostra pia società ha compiuto il suo corso; quando avverrà che un salesiano soccomba
e cessi di vivere lavorando per le anime, allora direte che la nostra congregazione ha ripor-
tato un gran trionfo e sopra di essa discenderanno copiose le benedizioni del cielo; se mi
avete amato in passato, continuate ad amarmi in avvenire con la esatta osservanza delle
nostre costituzioni.
4 Si vedano le pagine dedicate alla « lettera di congedo » per tutti i « cari ed amati
figliuoli in G.C. », come pure la « raccomandazione per me stesso» che precede l'epilogo.
5 Al direttore delle case Don Bosco si rivolge direttamente alla pagina 43 e poi ancora
nelle pagine 73-80. Le lettere alla vicecontessa Cessac e alla baronessa Scoppa si trovano
a pagina 95-96, distanziate di oltre 20 pagine dalle altre undici lettere che le precedono.
Della povertà si tratta in almeno 10 pagine, fra la quindicesima e l'ultima. Sintomatico
pure il fatto che Don Bosco ad un certo punto del suo scrivere senta l'esigenza di redi-
gere le testuali parole: « Noto qui ciò che avrei dovuto dire altrove ».
6 Dalla enunciazione di concrete esigenze della povertà si passa immediatamente alle
toccanti espressioni della « lettera di congedo »; ai suggerimenti per la vita comune seguono
raccomandazioni per l'eventuale stampa o ristampa di scritti di Don Bosco. Le primissime
pagine del taccuino poi contengono veri ricordi o «memorie» di Don Bosco; la maggior
parte del documento offre invece esortazioni per il futuro della congregazione salesiana. Non
è da escludere l'ipotesi che al momento della stesura delle prime pagine Don Bosco avesse
l'intenzione di continuare in qualche modo le « Memorie dell'Oratorio », sospese circa un
decennio prima.

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76 Francesco Motto
poi l'eccessiva concretezza e l'inattualità di alcuni temi trattati;7 infine le
vaste digressioni e l'inserimento di lettere a singole persone che sospendono
quella logicità di pensiero e quella unitarietà di discorso che sarebbe lecito
attendersi.8
A tale riguardo occorre però tener presente la precarietà delle condizioni
fisiche di Don Bosco negli ultimi tempi. Letteralmente logorato dalle fatiche
di oltre quarantanni di vita dedita ad un apostolato attivo ed indefesso, con
una vista ormai debolissima, Don Bosco ha stilato il suo « testamento spiri-
tuale » nello spazio di tempo di un triennio, allorché una certa ripresa delle
sue condizioni di salute coincidevano con i rari momenti di tempo libero da
altre più urgenti occupazioni.9
Non si deve inoltre sottovalutare il carattere dello scritto, che mirando
alla massima concretezza e confidenza, esigeva spontaneità, familiarità e per-
tanto una non particolare avvertenza ad una rielaborazione contenutistica e ad
una redazione stilisticamente sorvegliata.10 Il che rimane vero, anche se le mol-
teplici varianti, tutte autografe del santo, ne hanno talora precisato i contenuti,
sottolineato i concetti, migliorato lo stile.
Il manoscritto: ASC 132 Quaderni-Taccuini, 6
DESCRIZIONE — Il « testamento spirituale » è stato vergato da Don Bo-
sco su un taccuino, meglio, su un quadernetto-agenda di contabilità, di 308 pa-
gine, dalle dimensioni di mm. 144 X 87. La rigida copertina cartonata porta
al suo interno una specie di reggi-fogli. Lo stato di conservazione del docu-
mento è discreto, nonostante che la copertina, a fianco del frontespizio, sia
7 Tali sono ad es. le disposizioni per l'immediato post-decesso di Don Bosco, le let-
tere a persone dell'epoca, il tema del direttore-confessore ecc.
8 Cfr. nota 5.
9 Circa le condizioni di salute di Don Bosco negli ultimi anni si hanno ineccepibili
testimonianze di medici, di segretari, di testimoni oculari. Conferme quanto mai signifi-
cative si trovano nella corrispondenza autografa. Rimandiamo in tutti i casi alle Memorie
Biografiche (voll. XVII XVIII) ed all'Epistolario (vol. IV). Inoltre conviene tener presente
quanto hanno inciso sullo stato di salute di Don Bosco i numerosi ed estenuanti viaggi di
quegli anni in Italia, Francia e Spagna. La gravità del male al momento di consegnare le
« Memorie » a Don Viglietti è ufficialmente ammessa da Don Rua che nella circolare del
21 dicembre 1887 così scrive: « Questo mese anticipo l'invio della solita circolare per mo-
tivo ben grave. D. Bosco che già da tempo trovasi incomodato, da circa due settimane si
aggravò assai e non può più camminare e quando vuol muoversi devesi condurre a sedia
a rotelle, non può nutrirsi e non può più quasi far sentire la sua voce, tanto è divenuto
debole. Per meglio far comprendere la gravezza del suo male soggiungerò che da più di una
settimana malgrado il suo gran desiderio, non può più celebrare la santa Messa, cosa che
mai tralascia se non quando trovasi gravato da infermità ». Vedi pure la nota 13.
10 E' palese l'esigenza sentita come tale da Don Bosco circa la proprietà e la dignità
della lingua per ogni testo da presentare all'attenzione del pubblico. Del resto significan-
tissimo è quanto afferma a proposito dei suoi scritti editi ed inediti nelle « Memorie »
stesse (pp. 66-69).

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Memorie dal 1841 al 1884-5-6 pel sac. Gio. Bosco a' suoi figliuoli Salesiani
77
scollata. La parte inferiore delle pagine 107 e 108 è stata recentemente aspor-
tata da un mal capitato visitatore dell'archivio, e pertanto è risarcibile solo
mediante la microscheda o la fotografia anteriormente effettuata.
Sul dorso del taccuino è incollata una etichetta bianca con la scritta:
32/E-17 RO 1914. I fogli di guardia iniziali e finali risultano bianchi da una
parte e chiazzati di rosso granata dall'altra.
p. 1: funge da frontespizio. In alto, sulla sinistra, si leggono varie segna-
ture archivistiche; sulla destra è stampigliato il timbro « archivio ». Al centro,
con inchiostro violaceo (ad eccezione dei numeri 5 e 6 successivamente aggiunti
al precedente titolo) è scritto « Memorie dal 1841 al 1884-5-6 pel sac. Gio.
Bosco a' suoi figliuoli salesiani ». Al di sotto una mano, a matita, ha segnato
vari riferimenti alle Memorie Biografiche ed alcune sigle archivistiche In calce
alla pagina è leggibile la sigla della microschedatura 748 D 6 che proseguirà di
pagina in pagina sino a 750 E 4.
p. 2: a matita è segnato sia il numero della pagina che un riferimento alle
Memorie Biografiche; a stampa invece la parola « dare » che si alternerà con-
tinuamente col corrispondente « avere » fino alla pagina 266, dopo la quale
sono stati aggiunti dal rilegatore del registro-cassa altri fogli bianchi. Una linea
orizzontale in testa e linee verticali in margine contrassegnano soltanto le pa-
gine dell'originaria agenda di contabilità.
Il manoscritto è olografo di Don Bosco, ad eccezione delle pagine 117-128,
sulle quali un'altra mano ha copiato il testo di nove fogli strappati prima della
pagina 71 e di due fogli staccati dopo la medesima pagina.
Le pagine 94, 105, 106, 116 sono rimaste bianche; altrettanto è avvenuto
per le pagine da 129 a 266. Forse Don Bosco pensò di lasciare spazio per
altre raccomandazioni che potessero venirgli in mente in seguito.11
Al toccante epilogo stilato sulle pagine 267-276 seguono pagine bianche
fino al termine del libretto.12
Il « testamento » è redatto con un susseguirsi di inchiostro or viola in-
tenso (pp. 1-9; 12-57; 68-95; 97-99; 268) or viola tenue (pp. 57-68) or nero
o bruno (pp. 10-11; 96; 100-115; 267; 269-276). Se a ciò si associano l'ete-
rogeneità dei contenuti, la tipologia delle correzioni e delle aggiunte si ha un
11 Sulla pagina 116 rimasta bianca un archivista a matita ha scritto: « Le nove pagine
strappate tra la 70 e 71 contenevano lettere a varie persone benemerite, da consegnare ai
destinatari dopo la morte di Don Bosco. Vedine copia a pag. 117ss ». L'originale della
pag. 127 è stato personalmente rinvenuto dal curatore di queste note in un quadro appeso
ad una parete di palazzo Callori a Torino.
12 L'intenzione di Don Bosco di continuare i suoi ricordi anche dopo il 1886 è forse
testimoniata anche dal trattino posto accanto al numero 6 nel titolo del manoscritto. Al 6
avrebbe dovuto seguire il 7, vale a dire la data 1887. Si fa qui osservare en passant che
mentre il numero 5 del titolo è scritto con inchiostro violaceo (così come il resto del titolo
che però risale all'anno precedente), il numero 7 invece è annotato con inchiostro nero,
ulteriore prova dei diversi periodi di compilazione.

1.6 Page 6

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78 Francesco Motto
chiaro indice della diversità di tempi nei quali il documento è stato scritto.
La grafia irregolare, tormentata, è quella tipica degli ultimi anni della
vita di Don Bosco. L'eccessivo ravvicinamento o l'allargamento a dismisura
dei segni dell'alfabeto, il fatto che talora poche parole o pochissime righe
coprano l'intero spazio di una pagina sono evidentemente dovuti alla insuffi-
cienza della vista, alla stanchezza fisica e psichica dello scrivente.
DATAZIONE — Si è detto già che vari elementi di critica interna lasciano
supporre intervalli di tempo piuttosto lunghi fra la stesura delle parti di cui
si compone il « testamento ».
L'inizio della redazione, per lo meno fino alla pagina 22, è da riportare
al 1884, o, più precisamente, al mese di gennaio-febbraio di quell'anno.13 Lo
comprova lo stesso Don Bosco quando a pagina 22 scrive: « Questi sono i
nomi dei più segnalati benefattori al giorno d'oggi 8 febbraio 1884 (corretto
poi in 1885) ».14
Da pagina 22 in poi, fino almeno alla pagina 95, sembra doversi datare
nello spazio che intercorre fra il mese di settembre del 1884 e il mese di mag-
13 L'avvio delle « Memorie » coincise con un periodo assai critico della salute di Don
Bosco. Scrive Don Ceria: «Nel pomeriggio del 31 gennaio Don Bosco andò a S. Benigno
per festeggiare con gli ascritti S. Francesco di Sales. Le confessioni e le udienze lo stan-
carono; la stanchezza poi, aggiunta ai disturbi che lo molestavano più del solito nelle ultime
settimane, fece sì che, partendo, appariva spossato all'estremo [...] La salute di Don Bosco
andava di male in peggio. Da prima una straordinaria prostrazione di forze era stata causa
che il vociferare gli straziasse lo stomaco; sopravvenne quindi un principio di bronchite
con tosse e sputo sanguigno. Nella notte sul 10 febbraio riempì di vivo sangue la pezzuola.
Il gonfiore delle gambe, che lo affliggeva da anni, saliva alle cosce. Il giorno 12 fu dal dot-
tore Albertotti obbligato a tenere il letto. Quella sera in un consulto i dottori Albertotti
e Fissore riscontrarono sintomi di estrema debolezza: il palpito del cuore era appena per-
cettibile. [...] Avvezzo a una vita d'incessante attività, le coltri gli pesavano in modo insop-
portabile; eppure la testa non gli reggeva a serie riflessioni o a letture d'ogni specie. Nel
suo parlare si notavano sconnessioni d'idee e, alzandosi parecchie ore al giorno, scriveva
lettere con frequenti omissioni di vocaboli [...] Talora, facendoglisi relazioni d'affari, escla-
mava: — Se si continua così, non arriverò certamente alla festa della mia Messa d'oro...
Questi affari li sbrigherà chi succederà »: MB XVII 25-30. Le Memorie Biografiche poi,
attingendo1 alle Biografie dei Salesiani defunti negli anni 1883 e 1884 (Torino 1885, pp.
110-116) collegano il fatto dello scampato pericolo di morte da parte di Don Bosco all'offerta
della vita del chierico ascritto Luigi Gamerro, morto il 10 febbraio 1884.
14 La lettura che alcuni copisti hanno fatto di questa data, vale a dire 8 febbraio' 1885
anziché 8 febbraio 1884, va rifiutata per l'evidente contraddizione con la data riportata due
pagine dopo, ossia settembre 1884. E' però vero che in un secondo tempo Don Bosco ha
modificato il 1884 in 1885. Prova ne è la diversità di colore dell'inchiostro. Per motivi di
ordine interno ed esterno sembra doversi assolutamente escludere che la redazione delle
prime pagine sia avvenuta negli anni '40, come potrebbero far supporre a prima vista le
date 1841, 1842, 1845 riportate rispettivamente sulle pagine 6, 7 e 9. Le suddette date si
riferiscono agli anni cui risalgono le risoluzioni e gli insegnamenti colà trascritti, e cioè i
primi anni di sacerdozio. D'altronde il titolo è esplicito: « Memorie dal 1884... ». Pertanto
andrebbero corrette in varie parti le MB, ad es. vol. Il p. 313.

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Memorie dal 1841 al 1884-5-6 pel sac. Gio. Bosco a' suoi figliuoli Salesiani
79
gio del 1886. A pagina 24 si legge infatti l'aggiunta di Don Bosco: « Si ritenga
che queste pagine [relative al Consiglio superiore, e per altro ricorrette da D.
Bosco ancora in seguito] furono scritte nel sett[embre] '84, prima che il S.
Padre nominasse un vicario con successione, perciò venga modificato quanto
farà d'uopo ». Ora tale aggiunta va collocata dopo il 27 novembre 1884, data
del decreto papale di nomina di Don Rua a vicario di Don Bosco con diritto
di successione.13 Come limite estremo di stesura del testo fino a pagina 95
abbiamo creduto di fissare il 24 maggio 1886, dato che alla suddetta pagina
si legge « 1886 Requiescat in pace » a proposito della vicecontessa de Cessac
deceduta il giorno di Maria Ausiliatrice di quell'anno.
I tempi di redazione delle pagine finali, dalla pagina 96 in poi dovreb-
bero essere stati gli ultimi mesi del 1886. Lo proverebbe la mancanza dell'anno
1887 nel titolo del manoscritto. Abbiamo usato il condizionale, in quanto la
suddetta mancanza potrebbe imputarsi a semplice dimenticanza. Del resto è
sicuro che Don Bosco ha rivisto il documento nel 1887, per lo meno fino all'8
aprile, data del decesso della contessa Gabriella Corsi. Solo dopo questo gior-
no ha potuto scrivere in calce alla lettera indirizzata alla contessa « volò alla
vita eterna 1887 ».
Per il terminus ad quem dell'ultimo intervento di Don Bosco sul mano-
scritto non si ha difficoltà a porlo il 24 dicembre 1887, giorno in cui il tac-
cuino passò nelle mani di Don Viglietti. Ulteriore conferma, se ce ne fosse
bisogno, è offerta dalla mancanza del termine « Requiem » accanto al nome
del conte Colle, deceduto il 1o gennaio 1888. Infatti per gli altri benefattori
citati nel manoscritto Don Bosco si era premurato di apporvi l'invocazione
funebre, una volta che gli era giunta la notizia del loro decesso.
Riassumendo i termini della questione cronologica, si può asserire che il
documento, iniziato nel gennaio-febbraio del 1884 fu rivisto per l'ultima volta
fra l´8 aprile ed il 24 dicembre del 1887. La parte centrale, da pagina 23 a
pagina 95 ed oltre, fu sostanzialmente redatta fra l'autunno del 1884 e il mag-
gio del 1886.
CONTENUTO — Al fine di facilitare la lettura del documento, crediamo
utile offrirne qui l'impianto che sorregge l'insieme. Mentre l'articolazione in
otto parti, i singoli titoli e le voci sono nostre, la successione delle pagine
invece è stata conservata come nell'originale manoscritto. Il ritmo di reda-
zione è così rispettato.
15 Ma l'aggiunta potrebbe essere stata apportata anche in data successiva a quella da
noi proposta, qualora Don Bosco sia intervenuto sul manoscritto dopo che ebbe data comu-
nicazione della nomina del vicario al Capitolo superiore (24 settembre 1885) o all'intera
congregazione (8 dicembre 1885): cfr. E. CERIA, Annali della Società Salesiana, voi. I, To-
rino, SEI 1941, pp. 528-529.

1.8 Page 8

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80
Francesco Motto
1. Ricordi dei primi anni di vita sacerdotale:
pp. 3-4:
pp. 4-6:
pp. 7-8:
pp. 9-14:
date degli esercizi spirituali, dell'ordinazione sacerdotale e della
prima S. Messa.
risoluzioni per la vita sacerdotale.
propositi circa la recita del rosario, la celebrazione della S. Messa
e del sacramento della penitenza.
indicazioni sulla confessione dei fanciulli e sulla custodia delle
vocazioni.
2. I benefattori:
pp. 14-17: suggerimenti sul modo di comportarsi con loro.
pp. 17-22: elenco dei benefattori insigni della congregazione salesiana.
3. Disposizioni per il dopo-morte:
pp. 23-27: norme per il Capitolo superiore.
pp. 27-32: lettera di congedo a tutti i salesiani.
pp. 32-35: elezione del nuovo Superiore.
pp. 35-39: primi atti del Rettor Maggiore.
pp. 40-43: raccomandazioni per il Capitolo superiore, per il Rettor Maggiore,
per i direttori,
pp. 44-48: avvisi speciali per tutti.
4. Raccomandazioni per la pastorale delle vocazioni (ma non solo):
pp. 48-51: vocazioni ecclesiastiche.
pp. 51-52: opera di Maria Ausiliatrice per le vocazioni adulte.
pp. 52-56: condizioni per avere vocazioni salesiane.
pp. 56-58: aspiranti.
pp. 58-61: novizi.
pp. 61-63: accettazioni e dimissioni.
pp. 63-65: aspetti della vita comune.
pp. 66-69: richieste in ordine alla eventuale stampa dei propri scritti.
5. Avvisi per le comunità:
pp. 73-80 :
pp. 80-86:
pp. 87:
pp. 88-89:
pp. 90-93:
il direttore di una comunità
i confratelli della medesima casa.
tutti.
i confessori e i trasferimenti di personale.
modo di agire nelle vertenze cogli esterni e nei problemi pecuniari.

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Memorie dal 1841 al 1884-5-6 pel sac. Gio. Bosco a' suoi figliuoli Salesiani
81
6. Raccomandazioni per le Figlie di Maria Ausiliarice:
p. 97 : osservanza delle costituzioni, prudenza nelle relazioni con i religiosi.
pp. 98-106: norme per l'ammissione delle novizie, avvisi pratici circa l'ammi-
nistrazione dei beni ed il funzionamento del Capitolo superiore
e Capitolo generale.
7. Raccomandazioni diverse:
pp. 107-110:nelle difficoltà.
pp. 111-114:povertà e perdono delle offese.
p. 115 : richiesta di suffragio per la propria anima.
8. Conclusione:
pp. 267-270: professione di fede.
pp. 270-276: epilogo profetico con esortazione alla povertà, al sacrificio ed
allo zelo apostolico.
Copie allografe ed edizioni
L'Archivio salesiano centrale [ASC] conserva cinque copie allografe del
documento in oggetto. Le prime due sono opera del segretario, Don Gioachino
Berto, che con una grafia ampia ed ornata trascrive l'intero « testamento ».
Una di esse autenticata dal timbro della società salesiana e da quello della
curia arcivescovile di Torino, è stata compilata in occasione del processo
de scriptis di Don Bosco.
Degli altri tre apografi custoditi nell'ASC, uno, su fogli di formato pro-
tocollo, è a cura di un minutante d'archivio, Giuseppe Balestra; il secondo, su
un quaderno nero, è di una mano rimasta anonima, così come il terzo, su
fogli formato protocollo, databile però verso gli anni venti di questo secolo.
Per quanto concerne le edizioni del documento, ricordiamo:
1. Eugenio CERIA, Memorie Biografiche di San Giovanni Bosco. Vol. XVII.
Torino, SEI 1936, pp. 257-273: ne pubblica la parte principale. Le pagi-
ne 3-6 del manoscritto di Don Bosco erano già state pubblicate da Giovan
Battista LEMOYNE nel vol. I delle MB alle pagine 518-519. Le pagine 7-23
del manoscritto, contenenti temi eterogenei, sono con qualche difficoltà
individuabili nei vari volumi delle MB. Infine le lettere ai benefattori sono
riportate nelle MB vol. XVIII, pp. 839-842 e nell'Epistolario, a cura di
Eugenio Ceria, vol. IV, pp. 388-391.
2. Angelo AMADEI, Don Bosco e il suo apostolato. Dalle sue memorie perso-
nali e da testimonianze di contemporanei. Torino, SEI 1929, passim, soprat-

1.10 Page 10

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82
Francesco Motto
tutto pp. 720-740, 759-764: ne pubblica numerosi tratti con qualche parola di
commento.
3. Giovanni Bosco, Scritti spirituali, a cura di J. AUBRY. Roma, Città Nuova
Editrice 1976, vol. I, pp. 82-84; vol. II, pp. 270-293: pubblica l'intero
testo, omettendo le parti di carattere unicamente giuridico, storico o di
pastorale pratica.16
Una menzione speciale merita poi la riproduzione a stampa della « let-
tera di congedo ». Pubblicata su un foglietto volante varie volte durante il
rettorato di Don Rua, nel 1916 venne inserita nel volume Pratiche di pietà
in uso nelle case salesiane17 Da allora in poi è stata presente in tutte le suc-
cessive ristampe, riedizioni e traduzioni nelle varie lingue. Analogamente è
avvenuto per il libro delle pratiche di pietà delle Figlie di Maria Ausiliatrice,
dalla prima ristampa del 1894 a quella con aggiunte e aggiornamenti del 1962.
In seguito ai Capitoli Generali Speciali, la lettera-testamento venne trasfe-
rita dai manuali delle pratiche di pietà alle Costituzioni e Regolamenti della
società di S. Francesco di Sales, 1972 e 1984 [appendice, rispettivamente pp.
283-287 e 255-258: lettera di congedo e brevissimi altri passi del « testamento »],
al Manuale-Regolamenti FMA 1975, pp. 77-79 e Costituzioni e Regolamenti
FMA 1982, [appendice pp. 280-281].
Norme di edizione
Il testo autografo di Don Bosco è stato riprodotto con scrupolo e fedeltà
mediante un attento esame dell'unico testimone, cui si riduce l'economia stem-
matica delle « Memorie ».
Gli interventi del curatore si sono limitati alla
— normalizzazione dell'ortografia (ad es. j che diventa i);
— uniformità nell'uso delle maiuscole, conservate solo per i termini quale
Dio, Chiesa, Rettor Maggiore, Capitolo superiore e per quelli preceduti da
S. [San];
— introduzione del corsivo per le citazioni in lingua latina;
16 Per completezza vogliamo pure rammentare l'esercitazione per la licenza presso la
facoltà di Teologia della università pontificia salesiana [dattiloscritto] dal titolo: « Il testa-
mento spirituale di Don Bosco. Verbale e profezia di salesianità », a cura di Juan Canals
Pujol. Oltre ad una analisi dei contenuti del manoscritto, l'autore ne riproduce un testo
« critico ».
17 Cfr. nota 2. Così si legge in un documento d'archivio: « Fu pure deciso che fosse
stampata pulitamente l'affettuosa e commoventissima lettera scritta di propria mano di Don
Bosco ai salesiani, con raccomandazione al successore di farne loro avere copia dopo la sua
sepoltura. Così sarà fatto e colla scelta di un formato che possa conservarsi o nel libro delle
Costituzioni o in altro di pietà, affinché torni più facile il leggerlo di spesso, siccome testa-
mento del proprio Padre»: ASC Verbale delle riunioni capitolari voi. I p. 110.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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Memorie dal 1841 al 1884-5-6 pel sac. Gio. Bosco a' suoi figliuoli Salesiani
83
— correzione dell'ortografia delle lettere in francese, delle quali per altro, come detto,
esiste solo copia allografa;
— separazione ed evidenziazione dei titoli, tutti per altro già esistenti nell'originale.
L'interpunzione è quella seguita da Don Bosco, con qualche eccezione
per esigenze di chiarezza. Tali eccezioni sono comunque state indicate nel-
l'apparato delle varianti. Nel medesimo apparato si possono pure rintracciare
tutti gli errori ortografici (abbagli, omissioni, travisamenti, lapsus) dovuti al-
l'inevitabile distrazione nell'atto dello scrivere, e che noi non abbiamo rite-
nuto di dover riprodurre nel testo critico. Si ricordi che non tutte le lezioni,
anche se autentiche, sono legittime.18
L'uso della lettera maiuscola A nell'apparato delle varianti sta ad indi-
care che gli interventi di Don Bosco, sia di tipo 'instaurativo' che di tipo
'sostitutivo', sono stati fatti con un inchiostro di diverso colore rispetto a
quello usato per la scrittura sottostante. In tal modo la stratigrafia delle va-
rianti viene maggiormente evidenziata. Le correzioni e modifiche sono state
organicamente presentate nel loro sviluppo dinamico seguendo il metodo dia-
cronico.
Le lettere a singoli destinatari, in quanto piuttosto estranee al genere let-
terario ed alle modalità di un testamento, sia pure « spirituale », sono state
riprodotte in caratteri tipografici diversi dal resto dell'edizione.
Per facilitare poi un approccio più valido ed obiettivo al testo edito, si
è ritenuto utile offrire a pie' pagina, oltre ad indispensabili informazioni sto-
riche e riferimenti biblici, anche un apparato di loci paralleli.19 Se è vero
infatti che il « testamento spirituale » permette di aggiungere all'immagine di
Don Bosco una serie di pieghe, di notazioni umane, di spirituali vibrazioni
che erano sfuggite ad interpretazioni basate su altre fonti o soffocate da cliché
convenzionali, è altrettanto vero che nella prospettiva della conclusione della
vita terrena, che acquieta le passioni e favorisce visioni più serene, il « testa-
mento spirituale » viene trasfigurato da una atmosfera patetica, toccante che
ne ingrandisce le proporzioni ed il significato. Il confronto con testi anteriori
di contenuto analogo permette di enuclearne meglio e di apprezzarne mag-
giormente i temi più incalzanti, grazie anche al processo di maturazione giunto,
per così dire, al termine.
18 Cfr. F. MOTTO, Norme per l'edizione degli scritti di Don Bosco e delle fonti sale-
siane, in «Ricerche Storiche Salesiane» a. I n. 1, p. 86. Vedi anche nota 13.
19 La citazione dei loci paralleli, delle allusioni esplicite o meno, delle coincidenze di
contenuto e di forma si è evidentemente limitata ad un certo numero, anche per non sovraf-
follare più di tanto il relativo apparato. Maggiore completezza può essere facilmente rag-
giunta mediante la consultazione delle Memorie biografiche di San Giovanni Bosco. Reper-
torio alfabetico a cura di Pietro Ciccarelli. Torino, Edizione extracommerciale S.E.I. 1983.
E' indubbio che la scelta fatta sia soggettiva, ma tale è la condizione inevitabile di qua-
lunque momento euristico.

2.2 Page 12

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84 Francesco Motto
In appendice, vengono riportati due altri documenti di un certo interesse per il «
testamento spirituale », vista la consonanza e convergenza di contenuto e di tono.
Il primo non è altro che un manoscritto anepigrafo, autografo di Don Bosco, senza data
ma quasi certamente coevo alle « Memorie ». Custodito in ASC 132 - Testamento
(microscheda 73 C 5) è già stato edito in modo non irreprensibile in MB XVII 257.
Il secondo è la lettera circolare a stampa inviata da Don Rua ai « buoni benefattori » e «
buone benefattrici » in data 23 aprile 1888 a mo' di inserto nel Bollettino Salesiano del maggio
dello stesso anno. Ma a questo proposito occorre fare una precisazione. Benché nel Bollettino
Salesiano del mese precedente fosse stata annunciata come lettera trovata tra le carte autografe
di Don Bosco con l'aggiunta « da spedirsi dopo la mia morte », in realtà l'intervento di Don
Bosco si era limitato alla seguente richiesta fatta al suo successore: « Altra lettera scriverà ai
nostri benefattori ed ai nostri cooperatori ringraziandoli da parte mia di quanto hanno fatto per
noi mentre io viveva in terra; pregandoli a continuare il loro aiuto in sostegno delle opere
salesiane. Io sempre nella ferma speranza di essere accolto nella misericordia del Signore, di là
pregherò incessantemente per loro. Ma si noti, si dica, e si predichi sempre che Maria
Ausiliatrice ha ottenuto ed otterrà sempre grazie particolari, anche straordinarie e miracolose
per coloro che concorrono a dare cristiana educazione alla pericolante gioventù colle opere, col
consiglio, col buon esempio o semplicemente colla preghiera »: Memorie dal 1841..., pp. 37-
38.
Pertanto la lettera ai benefattori, diversamente da quella rivolta ai « cari ed amati figliuoli
in Gesù Cristo » non fu redatta da Don Bosco, bensì, al dire di Don Ceria,20 da Don Bonetti, sia
pure sulla traccia suggerita espressamente da Don Bosco. In questo senso andrebbero
interpretate le parole di Don Rua che presentano la lettera: « spedisco la lettera qui acclusa che
egli [Don Bosco] indirizza a tutti i Cooperatori Salesiani e Cooperatrici, come Testamento
dettato dalla viva sua riconoscenza e carità ».
Ci si consenta ancora un'osservazione. Può succedere che di fronte ad un'edizione come
quella che ci apprestiamo ad offrire, il lettore nutra una sorta di diffidenza o di fastidio, nella
convinzione che l'edizione sia resa illeggibile dal fitto corredo dell'apparato critico delle
varianti e dalla rapsodia dei loci paralleli dell'apparato delle fonti (che talvolta potrebbe essere
tentato di definire superflui se non nocivi). Ci può anche essere chi è convinto che tutte le
edizioni di un testo si equivalgono e pertanto servono ugualmente.
Ora ci sembra che in tali casi si dimentichi che momento primario ed
20 Epistolario di San Giovanni Bosco, a cura di E. Ceria, vol. IV, Torino, SEI 1959, p.
393. (Si noti la diversa posizione assunta da Don Ceria in tale sede rispetto a quanto
anteriormente affermato in MB XVIII 620-621). Per onestà storica andrebbe pertanto meglio
attribuita la paternità delle citazioni di tale « testamento » su migliaia di immaginette,
bollettini, notiziari, stampati diffusi ovunque nel « mondo salesiano » e non.

2.3 Page 13

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Memorie dal 1841 al 1884-5-6 pel sac. Gio. Bosco a' suoi figliuoli Salesiani
85
ineludibile di ogni studio su documenti è l'attenzione al testo e che senza un'attenta, seria e
scrupolosa critica testuale — fosse pure nella fortunata evenienza in cui sia consentito di
operare in esclusiva su un codex unicus — qualsiasi esegesi e qualunque tipo di analisi più
facilmente di quanto non si creda rischia di essere compromessa. In tal senso precise e puntuali
sono le esigenze dei moderni metodi della critica letteraria, da quella stilistica a quella
psicanalitica, da quella di tipo strutturale a quella formalistica.
Data la natura prismatica di un testo, è proficuo o addirittura necessario affrontarlo da
parte di diverse specole, accostarlo attraverso vari tipi di investigazione critica. Utilizzando
convenientemente le suggestioni e i mezzi di indagine offerti dalla filologia, dalla psicologia,
dalla linguistica, dalla ecdotica (e addirittura dalla semiologia), ci si schiude la strada verso
originali interpretazioni e preziose deduzioni, il cui fascino è proporzionale alle difficoltà di
esecuzione. Si pensi alla possibile conoscenza del mondo verbale e concettuale di Don Bosco
effettuabile mediante il rilevamento statistico.21 All'interpretazione lineare, immediata di
un'opera ovunque si sta ormai sostituendo un lavoro complesso proprio della critica militante,
che talora si pone in forma dialettica nei confronti di quella tradizionale. Si può non essere
cattivi profeti prevedendo un estendersi di studi di tipologia letteraria applicata ai testi
donboschiani e salesiani.22 I caratteri di razionalità e di scientificità, le esigenze di oggettività e
di rigore filologico come tali non possono non essere adottati nello studio delle fonti salesiane.
21 Come non ritenere prezioso — per limitarci ad un solo esempio tratto dalle « Memorie
» — il fatto che verbi come 'fare', 'dare', 'dovere' e sostantivi come 'casa', 'bene', si riscontrino
rispettivamente 102, 39, 30, 30, 29 volte, mentre altri termini pure laddove l'argomento
potrebbe comportarli raggiungono un tasso di presenza di poche unità? La frequenza di certi
vocaboli, la predilezione di certe parole (anche e, oserei dire, soprattutto se cancellate, corrette,
sostituite) non rivelano solo delle scelte linguistiche o un campo lessicale. In ordine
all'ermeneutica di un testo, sono indice di precisi interessi dello scrittore. Le cosiddette «
parole-chiavi » ovvero « parole-tema » ci possono aprire impensati spiragli sul mondo interiore
di un autore.
22 Cfr. R. FARINA, Leggere Don Bosco oggi. Note e suggestioni metodologiche, in La
formazione permanente interpella gli istituti religiosi, a cura di P. Brocardo. Torino, LDC-
Leumann 1976, pp. 369-387.

2.4 Page 14

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86 Francesco Motto
Abbreviazioni e sigle dei testi più citati nell'apparato storico delle fonti
dei loci paralleli:
BS
Cost. SDB
Bollettino Salesiano.
Costituzioni della società di S. Francesco di Sales ([1858]-
1875). Testi critici, a cura di F. Motto. Roma, LAS 1982.
E
Epistolario di san Giovanni Bosco, a cura di E. Ceria,
4 voi. Torino, SEI 1955-1959.
Il sistema preventivo II sistema preventivo nella educazione della gioventù,
in G. Bosco, Gli scritti sul sistema preventivo nell'edu-
cazione della gioventù, a cura di P. Braido. Brescia,
La Scuola 1964, pp. 291-299.
Lettera da Roma 1884 P. BRAIDO, La lettera di Don Bosco da Roma del 10
maggio 1884, in « Ricerche Storiche Salesiane » [abbr.
RSS] 5 anno IH n. 2, pp. 295-374. Pubblicato nella
Piccola Biblioteca dell'ISS, N. 3.
MB
Memorie Biografiche di San Giovanni Bosco.
MO
G. Bosco, Memorie dell'Oratorio di San Francesco di
Sales. Dal 1815 al 1855, a cura di E. Ceria. Torino,
SEI 1946.
OE
G. Bosco, Opere Edite. Prima serie, 37 voi. (ristampa
anastatica). Roma, LAS 1977-1978.
Regole o Cost... 1885 Regole o Costituzioni della società di S. Francesco di
Sales secondo il decreto d'approvazione del 3 aprile 1874.
S. Benigno Canavese, 1885. [Introduzione], pp. [3]-46.
Ricordi confidenziali F. MOTTO, I « Ricordi confidenziali ai direttori » di Don
Bosco, in « Ricerche Storiche Salesiane » 4 anno III n. 1,
pp. 125-160. Pubblicato nella Piccola Biblioteca dell'ISS,
N. 1.
Ricordi ai missionari J. BORREGO, Recuerdos de San ]uan Bosco a los primeros
misioneros, in « Ricerche Storiche Salesiane » 4 anno
III n. 1, pp. 167-208. Pubblicato nella Piccola Biblio-
teca dell'ISS, N. 2.

2.5 Page 15

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Memorie dal 1841 al 1884-5-6 pel sac. Gio. Bosco a' suoi figliuoli Salesiani
87
Abbreviazioni adottate nell'apparato critico delle varianti:
add
addit
corr
correxit
del
delevit
emend
emendavit (completa sostituzione del termine)
il
infra lineam
it
iteravit
mrg s – i
margo superior - inferior
om
omittit
res
rescripsit
si
super lineam
trsp a – p
transposuit ante - post

2.6 Page 16

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88
Francesco Motto
II. Testo
MEMORIE DAL 1841 AL 1.884-5-6
PEL SAC. GIO. BOSCO
A' SUOI FIGLIUOLI SALESIANI
p. 3
Ho cominciato gli esercj izi] sp[irituali] nella casa della Missione il giorno
26 maggio festa di S. Filippo Neri, 1841.
5
La sacra ordinazione sacj erdotale ] fu tenuta da mons. Luigi Franzoni no-
stro arcivj escojvo nel suo episcopio il 5 giugno di quell'anno.
La prima Messa venne celebrata in S. Francesco di Assisi assistita dal
mio insigne benefj attore ] direttore D. Giuseppe Caffasso di Castelnuovo d'Asti
nel giorno 6 giugno dom[enica] della SS. Trinità.
lO
Conclusione degli esercizi fatti in preparazione alla celebj razione] della
1 5 add A 6 add
7 nostro arcivescovo add sl nel suo corr sl ex nell'
di quell'anno emend sl ex 1841
9 benefattore add sl
D. add sl
lO nel
giorno ...Trinità add sl 11-12 della prima emend il ex per la
4-10 Il giorno della mia ordinazione era la vigilia della SS. Trinità, ed ho celebrato la mia
prima messa nella chiesa di S. Francesco d'Assisi, dove era capo di conferenza D. Caffasso.
- Memorie dell'Oratorio di S. Francesco di Sales, pp. 114-115.
6-7 Mons. Luigi Fransoni [Franzoni per Don Bosco] nacque a Genova il 29 marzo 1789.
Ordinato sacerdote nel 1814, entrò nella congregazione dei Missionari urbani. Il 13 ago-
sto 1821 venne nominato vescovo di Fossano ed il 24 febbraio 1832 arcivescovo di Torino.
Imprigionato dal governo del regno sardo prima nella cittadella di Torino e poi nella for-
tezza di Fenestrelle, morì in esilio a Lione il 26 marzo 1862. La figura di mons, Fransoni
fu legata a quella di Don Bosco per circa 30 anni: dall'ingresso di Don Bosco in seminario
alla ordinazione sacerdotale anticipata di un anno, dalla fondazione dell'opera degli Oratori
[nominato Direttore-capo il 31 marzo 1852J al suo consolidamento, fino alla morte del
prelato. Il biografo di Don Bosco, Don G. Battista Lemoyne, lo definirà «padre, sostegno,
amico confidente di Don Bosco»: MB I 242.
9 Definito da Pio IX «la perla del clero italiano », Giuseppe Cafasso [Caffasso per
Don Bosco] nacque il 15 gennaio 1811 a Castelnuovo d'Asti, ora Castelnuovo Don Bosco.
Ordinato sacerdote il 22 settembre 1833, successe al teologo Luigi Guala nella direzione
del Convitto Ecclesiastico di Torino dal 1848. Morì il 23 giugno 1860 e venne canoniz-
zato il 22 giugno 1947. Fu di aiuto spirituale e materiale al conterraneo Giovanni Bosco:
lo indirizzò fra l'altro verso l'apostolato della gioventù e trasfuse in lui un profondo zelo
sacerdotale. Don Bosco ne tesserà l'elogio nella Biografia del sacerdote Giuseppe Caffasso
esposta in due ragionamenti funebri. Torino, tipo G.B. Paravia e comp. 1860: OE 12
[351 J-[494].

2.7 Page 17

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Memorie dal 1841 al 1884·5-6 pel sac. Gio. Bosco a' suoi figliùoli Salesiani
89
prima S. Messa, fu: Il prete non va solo al cielo, non va solo all'inferno. I Se p. 4
fa bene andrà al cielo con le anime da lui salvate col suo buon esempio; se
fa male, se dà scandalo andrà alla perdizione colle anime dannate pel suo
15 scandalo.
Risoluzioni:
I" Non fare mai passeggiate se non per gravi necessità: visite a malati etc.
20 Occupare rigorosamente bene il tempo.
}O Patire, fare, umiliarsi in tutto e sempre, quando trattasi di salvare
20 arurne.
4° La carità .e la dolcezza di ! S. Francesco di Sales mi guidino in ogni cosa. p. 5
5° Mi mostrerò sempre contento del cibo che mi sarà apprestato, purché
non sia cosa nocevole alla sanità.
6° Berrò vino adacquato e soltanto come rimedio: vale a dire solamente
25 quando e quanto sarà richiesto dalla sanità.
Il lavoro è un'arma potente contro ai nemici dell'anima, perciò non
darò al corpo più di cinque ore di sonno ogni notte. Lungo il giorno, special-
mente dopo pranzo, non prenderò alcun riposo. Farò qualche eccezione in casi
di malattia.
30
[8°J Ogni giorno darò qualche tempo alla meditazione, alla lettura spi- p. 6
13 col suo buon esempio add mrg 14 dannate pel suo emend si ex cui egli ha dato
18 visite a malati etc. add A
21 guidino corr ex guidi
22 del corr ex nel
che... apprestato add mrg i 23 alla sanità corr ex all'a[animaJ 24 Berrò] Be-
verò
vino corr ex vito
adacquato l'es A
solamente add si
25 sanità
emend ex necessità A
27 di sonno ogni notte corr ex ogni notte al sonno
28 riposo corr ex ripp 30 011l
17 Non fate visite se non per motivi di carità e di necessità. - Ricordi ai missionari}
RSS 4 a. III n. 1, p. 207.
21 Mettiamoci dunque tutti d'accordo. La. carità di quelli che comandano, la carità
di quelli che devono obbedire faccia regnare fra di noi lo spirito di S. Francesco di Sales. -
Lettera da Roma 1884: RSS 5 a. III n. 2, p. 351. Si avvicina l'epoca dei nostri esercizi
d'America. Insisti sulla carità e dolcezza di S. Francesco di Sales che noi dobbiamo imi-
tare. - Lettera a Don Luigi Lasagna: E IV 340. Un'altra cosa che bisognerà studiamo
assieme di promuovere è lo spirito di carità e di dolcezza di S. Francesco di Sales. - ASC
Verbale del Capitolo Generale 1880 quaderno Barberis.
24-25 Amerò e praticherò la ritiratezza, la temperanza nel mangiare e nel bere: e di riposo
non prenderò se non le ore strettamente necessarie per la sanità. - MO p. 88. Fuggite l'ozio
e le quistioni. Gran sobrietà nei cibi, nelle bevande e nel riposo, - Ricordi ai missionari:
RSS 4 a. III n. 1, p. 207.
30-31 Oltre alle pratiche ordinarie di pietà, non ometterò mai di fare ogni giorno un poco
di meditazione ed un po' di lettura spirituale. - MO p. 88.

2.8 Page 18

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90 Francesco Motto
rituale. Nel corso della giornata farò breve visrta o almeno una preghiera al
SS.mo Sacj ramen jto. Farò almeno un quarto d'ora di preparazione, ed altro
quarto d'ora di ringraziamento alla S. Messa.
[ 9°] Non farò mai conversazioni con donne fuori del caso di ascoltarle
in confessione o di qualche altra necessità spirituale.
35
Queste memorie furono scritte nel 1841.
p. 7
1842
Breviario e confessione
Procurerò di recitare divotamente il breviario e recitarlo preferibilmente
in chiesa affinché serva come di visita al SS. Sacramento.
40
Mi accosterò al Sacramj en jto della penitenza ogni otto giorni e procu-
rerò di praticare i proponimenti che ciascuna volta farò in confessione.
Quando sono richiesto ad ascoltare le confessioni dei fedeli [, ] se viè
p. 8 premura[,] interromperò il santo uffizio e farò I anche più breve la prepara-
zione ed il ringraziamento della Messa a fine di prestarmi ad esercitare que- 45
sto sacro n1inistero.
(tempi diversi)
p. 9
Siccome giunto in sacristia per lo più si fanno tosto richieste di parlare
o di ascoltare in confessione, così prima di uscire di camera procurerò sia
fatta una breve preparazione alla S. Messa.
.
50
Il lavare delle mani si faccia sempre in camera e quando il tempo lo per-
mette si rinnovi in sacristia.
p. 10
Quando si è richiesti ad ascoltare le confessioni a ciascuno si mostri
con aria ilare, e non usi mai sgarbatezza né mai si faccia conoscere impaziente.
31 giornata con ex giorno A o almeno una preghiera add sl 32 Sac.to add A
33 S.]. SS. add sl 34 9° 0111, 35 altra add mrg 40 di add sl A 41 Sacra.to
corr ex Sacram. A
42 ciascuna 't'es A
43 se corr sl ex se CO'Y1' e~: e
post
è del qualche 45 a fi.ne...ministero add A 47 tempi diversi emend ex 1845
48 per lo più add sl A 49 confessione,] confessione; ante prima del io pro-
curerò che A 49 procurerò add sl A
53 si è richiesti corr ex è richiesto A
confessioni corr ex confessione A a add sl A 53 si add sl A 54 con add mrg A
corr ex e
34-35 Si fuggano i convegni dei secolari [ ...] e le conversazioni specialmente colle persone
di sesso diverso. - Cast. SDB} pp. 110-111; fuggite la conversazione e la famigliarità colle
persone di altro sesso o di sospetta condotta. - Ricordi ai missionari: RSS 4 a. III n. 1,
p.207.

2.9 Page 19

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Memorie dal 1841 al 1884-5-6 pel sac. Gio. Bosco a' suoi figliuoli Salesiani
91
55 Prenda i fanciulli con modi dolci e con grande affabilità. Né mai strapazzi o
faccia maraviglia per l'ignoranza o per le cose deposte in confessione.
Qualora si vedesse necessità in qualcuno di essere istruito, esso I sia invi- p. 11
tato in tempi e luogo adattati ma a parte.
Le cose che ordinariamente mancano nella loro confessione [a] i fanciulli
60 sono il dolore dei peccati ed il proponimento. Quando manca l'una o l'altra
di queste qualità della conf] essione] si consigli il fanciullo ad istruirsi fre-
quentando il catechismo o colla dottrina stampata se egli è capace di leggere
e comprendere Iquel che legge.
p. 12
In .questi dubbi se non appare colpa grave si può dare soltanto la bene-
65 dizione.
E' cosa assai importante ed utile per la gioventù di fare in modo che
mai un fanciullo parta malcontento da noi.
Al contrario si lasci sempre con qualche regaluzzo, con qualche promessa
o con qualche parola che lo animi a venirci volentieri a trovare in confessione.
55 modi emend ex aria
65 e con grande affabilità oorr sl ex affabili A
58 ma a parte add A
59 loro add sl A
60 manca GOl'}' ex mancano A
61 fanciullo GOl'1' ex fanciulli frequentando il emend sl ex col A
62 stampata
add sl A 64-65 In questi ... benedizione add sl et mrg s soltanto l'es 66 È
cosa assai GOY}' sl ex La cosa più di fare in modo emend si ex sta nell'ado-
perarsi A
67 maiJnon mai
69 o GOYY ex e
venirci corr ex venire a tro-
vare in confessione add sl
55-71 10 Accogliere con amorevolezza ogni sorta di penitenti, ma specialmente i giovanetti,
Aiutateli ad esporre le cose di loro coscienza; insistete che vengano con frequenza a con-
fessarsi. E' questo il mezzo più sicuro per tenerli 10mani dal peccato. Usate ogni vostra
industria affinché mettano in pratica gli avvisi che loro suggerite per impedire le ricadute.
Correggeteli con bontà, ma non isgridateli mai; perché oggi voi li sgridate, e per lo più do-
mani essi non vengono più a trovarvi, oppure tacciono quello per cui avete loro fatto aspro
rimprovero. 20 Quando sarete loro entrato in confidenza, prudentemente fatevi strada ad
indagare se le confessioni della vita passata siano ben fatte. Perocché alcuni autori celebri
in morale ed in ascetica e di lunga esperienza,. e specialmente un'autorevole persona che
ha tutte le garanzie della verità, tutti insieme convengono a dire che per lo più le prime
confessioni dei giovanetti se non sono nulle, almeno sono difettose per mancanza di istru-
zione, o per omissione volontaria di cose da confessarsi. Si inviti il giovinetto a ponderare
bene lo stato di sua coscienza particolarmente dai sette ai dieci, ai dodici anni. In tale
età si ha già cognizione di certe cose che sono grave male, ma di cui si fa poco conto,
oppure si ignora il modo di confessarle. Il confessore faccia uso di grande prudenza e di
grande riservatezza, ma non ometta di fare qualche interrogazione intorno alle cose che
riguardano alla santa virtù della modestia. - Cenno biografico sul giovanetto Magone
Michele.,,: OE 13 [181 ]-[182].
59-60 ciò che manca radicalmente, in tanti giovanetti che si confessano è la stabilità nei
proponimenti. Si confessano ma sempre le stesse mancanze, le stesse occasioni prossime, le
stesse abitudini cattive, le stesse disobbedienze, le stesse trascuranze nei doveri. - Lettera
da Roma 1884: RSS 5 a. III n. 2, p. 349.

2.10 Page 20

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92 Francesco Motto
Mantenere costantemente le promesse fatte ai fanciulli, o almeno dar 70
qualche ragione perché queste non furono adempite.
p. 13
Per correggere con frutto non far rimproveri in presenza di altri.
Cerca di farti amare, di poi ti farai ubbidire con tutta facilità.
Non sarai mai troppo severo nelle cose che servono a conservare la
moralità.
75
Fondamento delle vocazioni
Quando un giovanetto manifesta segni di vocazione procurate di render-
velo amico. E' indispensabile di allontanarlo dalle letture cattive, e dai com-
pagni che fanno discorsi osceni.
p. 14
Colla frequente confessione I e comunione conserverete al vostro allievo 80
la regina delle virtù, la purezza dei costumi.
Benefattori
Noi viviamo della carità dei nostri benefattori. Quando taluno ci fa
qualche offerta sia sempre ringraziato e si assicurino preghiere per lui. Nelle
comuni e private preghiere siano sempre compresi i nostri benefattori e si 85
metta ognora l'intenzione di pregare che Dio dia il centuplo della loro carità
anche nella vita presente colla sanità, colla prosperità nelle campagne[ ,J negli
p. 15 affari, li difenda Ida ogni disgrazia.
Si faccia loro notare che l'opera più efficace ad ottenerci il perdono dei
peccati ed assicurarci la vita eterna è la carità verso ai poveri fanciulli: uni ex 90
minimis ad un piccolino abbandonato.
Si noti eziandio che in questi tempi mancando i mezzi pecuniari per edu-
care nella fede e nel buon costume gli abbandonati, la Sj an jta Vergine si
costituì ella stessa loro protettrice. Ottiene a tali benefattori molte grazie spi-
70 costantemente corr ex constantemente
discorsi osceni corr ex cattivi discorsi A
ex di
89 Si. ..notare corr sl ex Si noti
corr ex pers 90 verso emend sl ex che si fa
73 con tutta facilità add il
79
86 di pregare add sl
della corr
ad emend sl ex per
perdono
73 L'educatore tra gli allievi cerchi di farsi amare, se vuole farsi temere. - Il sistema
preventivo: OE 28 [442]. Studia di farti amare piuttosto che farti temere. La carità e la
pazienza ti accompagnino costantemente nel comandare, nel correggere, e fa in modo che
ognuno dai tuoi fatti e dalle tue parole conosca che tu cerchi il bene delle anime. - Ricordi
confidenziali: RSS 4 a. III n. 1, p. 151.
74-75 Si allontanino inesorabilmente dalle nostre case quei giovani e quelle persone che
in qualche modo si conoscessero pericolose in materia di moralità e di religione. - Delibe-
razioni del secondo Capitolo Generale... 1880: OE 33 [67].
82-106 Vedi Appendice II.

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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Memorie dal 1841 al 1884-5-6 pel sac. Gio. Bosco a' suoi figliuoli Salesiani
93
95 rituali e temporali, anche straordinarie! Noi stessi siamo testimoni che molti
nostri insigni benefattori di scarsa fortuna divennero I assai benestanti dal mo- p. 16
mento che cominciarono a largheggiare a favore dei nostri orfane1li.
Il marchese Fassati dissemi più volte: Non voglio che mi ringraziate
quando faccio carità a' vostri poverelli; ma debbo io ringraziare voi, o don
100 Bosco, che me ne fate dimanda. Da che ho cominciato a largheggiare con voi,
la mia fortuna ha triplicato.
Il cav. Cotta veniva egli stesso a portare danaro dicendo: Più porto da-
naro a voi, più vanno bene le mie operazioni. lo provo col fatto che il Signore
mi dà Ianche nella vita presente il centuplo di quanto dono per amor suo. - p. 17
105 Egli fu nostro insigne benefattore fino all'età di ottantasei anni, quando Dio
lo chiamò alla vita eterna per godere colà il frutto della sua beneficenza.
Benefattori insigni
E' bene di notare il nome di alcuni benefattori verso cm avremo perpetua
riconoscenza davanti a Dio e davanti agli uomini.
110
I signori conti Carlo, Eugenio e Francesco de Maistre continj u jano a p. 18
95 anche emend sl ex ma 97 a favore dei emend sl ex ai 98 ringraziate corr
sl ex ringrazia vostri emend ex suoi 99 voi emend ex Lei 100 fate corr ex fa
103 voi emend ex Lei 105 anniJanno 108 verso di cui avremo con sl ex che
avremo 109 ante agli uomini del sig. conti Carlo, I
99-106 Il marchese Domenico Fassati [ ...] era solito dire: «E' cosa curiosa, ma vera. Più
ne dò a D. Bosco e più ne ricevo»: MB V 317. Scrisse Monsignor Cagliero: «Mi ricordo
che il marchese Fassati ed il comm. Cotta dissero più volte a D. Bosco: «Oh Don Bosco.
Lei dice che non ha parole bastanti per ringraziarci di quel poco che abbiamo fatto pel suo
Oratorio; ma siamo noi che dobbiamo ringraziar lei: prima, perché domandandoci aiuti
per i suoi giovani ci presenta un'occasione di fare un po' di bene; e poi perché il Signore
per le sue preghiere ci benedice e triplica le nostre sostanze »: MB V 335. - Veniva so-
vente a portar elemosine a D. Bosco dicendo: «Più le porto danaro per le sue opere e più
i miei affari vanno bene. lo provo col fatto che il Signore mi dà anche nella vita presente
il centuplo di quello che io dono per amor suo»: MB VIII 467. - Il marchese Domenico
Fassati Roero San Severino nacque a Casale il 4 agosto 1804. Di nobile famiglia piemon-
tese, capitano della brigata granatieri, maggiore comandante delle guardie del corpo di
re Carlo Alberto, fu ammiratore e sostenitore delle opere di Don Bosco fin dai primordio
Catechista all'Oratorio di Valdocco, divenne intermediario fra Don Bosco e Vittorio Ema-
nuele II. Morì a Torino il 3 maggio 1878; nell'occasione della messa di trigesima, Don Bo-
sco mandò una circolare di invito per i benefattori: MB XIII 573. Il cav. Giuseppe Antonio
Cotta, già senatore del regno, grande ufficiale dell'ordine Mauriziano, fu da Pio IX nomi-
nato commendatore dell'ordine di S. Gregorio Magno. Per le munifiche elargizioni in
favore dei poveri venne definito «banchiere limosiniere » o anche «banchiere della prov-
videnza », Nato il 4 aprile 1785, moriva il 29 dicembre 1868, all'età di 83 anni. Si vedano
cenni biografici in Supplemento perenne alla Nuova Enciclopedia popolare.: 1868-1869.
Torino, UTET 1870, val. 29, p. 136.
110-112 Carlo, Eugenio e Francesco sono figli di Rodolfo De Maistre e di Carlotta du

3.2 Page 22

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94
Francesco Motto
seguire la carità dei loro genitori, e sono tra quelli che Cl aiutano sovente e
generosamente.
La marchesa Fassati Maria, la contessa Carlotta Callori, la contessa Corsi
Gabriella (Req [ uiem J) sono nostre generose benefattrici.
La principessa Odesca1chi Sofia, di Roma (Req[ uiem l ); sig[ra] Ghi- 115
p. 19 glini Polleri Fanny di Genova (Req[ uiem l), come la sig[ra] Luigia I Cataldi,
Luigia Dufour sono di questo numero.
111 genitoricorr sl ex genìto 114 Requiem add sl A 115 Requiem add sl A
115 GhigliniJGuiglini Requiem add sl A 115-117 post Dufour del p ... se
PIan de Sieyès. Il conte Rodolfo de Maistre, figlio del famoso scrittore e filosofo Giu-
seppe, era nato il 22 settembre 1789. Morì a Borgo Cornalese il 5 febbraio 1866: cfr.
I! Tempio di Don Bosco) a. XX, n. 12, dicembre 1966, pp. 147-149, che corregge alcune
imprecisioni di MB VIII 298. Don Bosco fu suo ospite a Roma, in via del Quirinale 29,
durante il primo viaggio nella città papale, nel 1858. In quell'occasione gli fecero da guida
il conte .Eugenio, commendatore dell'Ordine Piano, morto il 23-24 luglio 1908 (BS a.
XXXII n. 9 settembre 1908, p. 286) ed il conte Francesco, ufficiale dell'armata pontificia.
Il conte Carlo, nato il 21 maggio 1832, fu, tra l'altro, catechista all'Oratorio fin dal 1855.
Morì a Lourdes il 21 luglio 1897: Bulletin. Salésien, a. XIX n. 9 settembre 1897, p. 235.
113-114 La marchesa Maria Fassati Roero San Severino nacque nel 1824 da Rodolfo De
Maistre e Carlotta du PIan de Sieyès. Dama di Corte della regina Maria Adelaide, pre-
sidentessa delle Dame di S. Vincenzo de Paoli, sposò a 23 anni il rnarchese Domenico
Fassati [vedi sopra]. Fu per 40 anni cooperatrice di Don Bosco e per 16 cooperatrice di
Don Rua. Morì a Torino il 4 febbraio 1905. Ci sono pervenute oltre 20 lettere di Don
Bosco a lei inviate, senz~ contare quelle ai figli. Cfr BS a. XXIX n. 3 marzo 1905, p. 94.
La contessa Carlotta Gabriella dei conti di Sambuy, consorte del conte Federico Callori
di Vignale, nacque a Torino il 6 settembre 1827. Dama di palazzo della regina Maria
Adelaide, aiutò Don Bosco in modo decisivo per varie imprese: la fondazione del colle-
gio di Mirabello, trasportato poi a Borgo S. Martino 7 anni dopo (1870), l'edizione del
Cattolico Provveduto (1868), le chiese di Maria Ausiliatrice e di S. Giovanni ecc. ecc. Abi-
tando a Casale e trascorrendo la· buona stagione a Vignale Monferrato, Don Bosco era
costretto a rivolgersi a lei per via epistolare. Ci sono così giunte oltre 50 lettere olografe
del santo, dalle quali è possibile ricavare, oltre ai profondi sentimenti di stima e di affetto
per la contessa, anche numerosissime informazioni sulla vita e le opere di Don Bosco dal
1864 in poi. Morì il 13 agosto 1911: BS a. XXXV n. 9 settembre 1911, p. 287; Celebra-
zioni centenarie Collegio «S. Carlo », Borgo San Martino [1864], pp. [26]-[30]. La con-
tessa Gabriella Corsi di Bosnasco, nata Pelletta di Cossombrato, morì a Torino 1'8 aprile
1887. Dal 1871 alla morte si distinse come cooperatrice di Don Bosco, tanto da meritarsi
pure lei l'appellativo di «buona e carissima Mamma l>. Sovvenzionò in particolare l'opera
delle Figlie di Maria Ausiliatrice a Nizza Monferrato, località dove la contessa aveva la
residenza estiva. Più di lO le lettere di Don Bosco alla contessa pervenuteci fino ad oggi;
diverse altre sono invece indirizzate alla figlia: BS a. XI n. 5 maggio 1887, pp. 58-59.
115-117 La principessa Sofia Odescalchi, nata Branicka a Pietroburgo nel 1821, morì a
Bassano di Sutri, ora Bassano Romano, nel 1886, un anno dopo il marito, principe
Livio III, che aveva sposato nel 1842 e dal quale aveva avuto 4 figli (Baldassarre, Maria,
Pace e Ladislao). La nobile famiglia Odescalchi mantenne stretti legami con Don Bosco,
soprattutto in occasione. delle visite del santo all'urbe. Dalla medesima famiglia pervenne

3.3 Page 23

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Memorie dal 1841 al 1884-5-6 pel sac. Gio. Bosco a' suoi figliuoli Salesiani
95
A Nizza Marittima dobbiamo ritenere i nomi gloriosi della sig[ra] Visconti,
barone Heraud, cav. Vincenzo Levrot, la sigj ra ] Daprotis. M.r e M.me de la
120 Flechiere, Hyères, hanno fatto e fanno.
Ma il nostro grande benefattore di Tolone è il sig. conte Fleury Colle
119 Levrot res 120 H yères]Hyvères 121 di Tolone add sl
a Don Bosco la proposta di aprire una scuola nel feudo di Bracciano. Ma la proposta non
ebbe seguito. La sig.ra Fanny Ghiglini Polleri, vedova dal 1877 del senatore cav. marchese
Lorenzo Ghiglini, fu per parecchi anni a capo di un comitato detto «Dame della miseri-
cordia» di Genova che intendeva potenziare l'opera di bene verso i poveri, i giovani
abbandonati. Fu una delle più benemerite cooperatrici di Don Bosco, specialmente per
l'Istituto salesiano di Sampierdarena, Morì il 13 febbraio 1877: BS a. XI n. 4 aprile 1887,
p. 46. La baronessa Luigia Cataldi-Parodi fu, assieme ai suoi famigliari, un'altra delle
cooperatrici che più largamente contribuirono alla fondazione dell'Ospizio salesiano di Sam-
pierdarena. Don Bosco ebbe per lei parole di benedizione un mese prima della propria
morte (MB XVIII 503). La baronessa si spense dopo un lungo periodo di cecità, il 4 feb-
braio 1896: BS a. XX n. 3 marzo 1896, pp. 79-80. La famiglia Dufour (Maurizio, Lorenzo,
Carlo, Luigi, Amalia ecc.) fu di sommo aiuto alle opere salesiane di Genova. La sig.ra
Luigia Pavese Dufour rimase in costante relazione epistolare con Don Bosco nell'ultimo
decennio di vita del santo. Ulteriori informazioni sulla famiglia Dufour e su altri bene-
fattori di Genova si possono reperire in STEFANO SCIACCALUGA, Don Bosco a Genova.
Ge-Sampierdarena, Editrice Salesiana 1946, pp. 64-117.
118-120 La sig.ra Marguerite Visconti, di Bordeaux, nata Labat, visse in Piemonte finché
suo marito, un ufficiale dell'esercito sardo, andò in pensione. Si trasferì quindi a Nizza,
là dove i fanciulli del patronage St. Pierre (ma pure Don Bosco) la chiameranno maman:
MB XIII 720, E III 414, Bulletin salésien a. IX n. 9, settembre 1886, p. 104. La sua
morte risale al mese di aprile-maggio 1892: Bulletin salésien a. XIV n. 5, maggio 1892,
p. 80. Nella testimonianza di Don Cartier resa a Don Ceria (MB XIII 720) viene invece
anticipata al mese di gennaio-febbraio 1891. Il barone Héraud de Chàteauneuf, membro
della Società di S. Vincenzo de Paoli, commendatore dell'ordine di St. Gregorio Magno,
cameriere segreto di Sua Santità Leone XIII, fu amico personale di Don Bosco e soste-
nitore efficacissimo dell'opera salesiana.idi Nizza fin dai suoi inizi. Morì il 23 ottobre 1902:
Bulletin salésien, a. XXIV n. 282, dicembre 1902, p. 334. Diverse sono le lettere di Don
Bosco al barone ed alla baronessa Héraud. Vedi pure vari riferimenti a loro ed ad altri
benefattori di Nizza Marittima in F. DESRAMAUT, Don-Bosco aNice. A.D.E. - Paris 1980.
Il cav. Vincenzo Levrot, cui Don Bosco, fra l'altro, scrisse varie lettere, fu uno dei più
grandi benefattori dell'opera salesiana di Nizza Marittima. Morì il 13 dicembre 1912:
Bulletin salésien a. XXXIV n. 2, febbraio 1912, pp. 53-54. Cfr. F. DESRAMAUT, Don-Bosco
a Nice, op. cito passim. Pure la sig.ra Daprotis, più volte menzionata nelle lettere di Don
Bosco a Don Giuseppe Ronchail, al pari di altre benefattrici già ricordate ebbe da Don
Bosco l'appellativo affettuosissimo di «mamma ».
121-122 I coniugi Colle, il marito Giuseppe Luigi Henry, conte Romano (morto il lo gen-
naio 1888) e la moglie Sofia (morta il 28 marzo 1909) sono fra le figure più note degli
ultimi anni della vita di Don Bosco. Basti citare le decine di lettere inviate dal santo alla
loro famiglia; si aggiunga che Don Bosco ne scrisse la vita del figlio: Biograpbie du [eune
Louis Pleury Antoine Colle..., Turin, imprimerie salésienne 1882. Brevi profili sono offerti
da Bulletin Salésien a. X n. 2 febbraio 1888, pp. 16-18 per il conte, e BS a. XXXIII n. 9
settembre 1909, pp. 286-287 per la contessa.

3.4 Page 24

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96 Francesco Motto
e la sigj ra ] contessa di lui moglie. Essi hanno veramente beneficato la nostra
p. 20 congregazione, e se abbiamo potuto fondare case, scuole I e far progredire le
nostre missioni di America lo dobbiamo alla loro carità.
Marsiglia deve la sua fondazione ai signori della società Beaujour, alla 125
generosa signora Prat, a rnadj ame ] jacques, madj ame ] Broquier ed alla sigj ra ]
Pasquè che donò generosamente ad uso nostro la casa e il terreno dove pre-
sentemente avvi il nostro piccolo noviziato di S. Margherita detto anche della
Provvidenza.
p. 21
Sono pure insigni benefattori la famiglia Quisard di Lyon, la contessa de 130
la Reserve, la sig[l'a J Desvernay religiosa del Sacro Cuore aux Anglais. La
1221ui]Lei 126 signora emend sl ex Mad[ame] ] acques]Jaqu es Broquier] Bro-
quir 127 ad uso nostro add sl 128 di S. Margherita detto anche add mrg i
130 Quisard] Guisard
131 Desvernay] Desverney
125-129 La Società Beaujour di Marsiglia era « cosnnuta da ottimi cattolici» ed aveva
«per iscopo di favorire istituzioni benefiche a vantaggio della gioventù pericolante»: MB
XIII 526. Le altre persone citate sono benefattrici in costante relazione con Don Bosco,
il quale talvolta le manda a salutare tramite il direttore di Marsiglia, Don Giuseppe Bolo-
gna, e tal altra le raggiunge personalmente con lettera autografa. La sig.ra Anna Prat-Noilly
morì nell'estate del 1902: Bulletin Salésien a. XXIV n. 280 novembre 1902, p. 280. Di lei
l'ASC conserva una lettera datata 27 luglio 1883 nella quale si ringrazia Don Bosco per
la messa che ha promesso di celebrare il giorno di S. Anna, festa onomatica della signora.
La sig.ra jacques morì il 3 febbraio 1915 all'età di 89 anni: Bulletin Salésien a.XXXVI
n. 423 aprile-giugno 1915, p. 51. Nel medesimo bollettino (a. XIII n. 5 maggio 1891, p. 88)
si dà la notizia della morte della sig.ra Broquier: marzo-aprile 1891. A lei Don Bosco indi-
rizzò una delle sue ultime lettere, in data 27 novembre 1887: E IV 386.
130-133 La famiglia Quisard (Guisard per Don Bosco) era legata da costante e sincera
affezione col santo. Ne sono prova le numerose lettere di Don Bosco: E IV 435A46.
Madame Marie Desvernay, religiosa del «Sacro Cuore» di Lione aveva aiutato generosa-
mente Don Bosco, soprattutto nel finanziamento delle spedizioni missionarie degli anni '80.
Un nutrito carteggio fra Don Bosco e la religiosa di Lione è ancora inedito. La marchesa
di Saint-Seine, in data lO aprile 1883, si era fatta portavoce di un gruppo di persone di
Digione affinché Don Bosco sostasse qualche tempo presso di loro nel suo viaggio in
terra francese: ASC 126-1 Saint-Seine, ed. in MB XVI 558-559. La contessa De Cessac-
Montesquiou e il marito furono insigni benefattori del patronage Sto Pierre-St. Paul di
Parigi, che deve il secondo nome (Paolo) proprio al figlio dei De Cessac morto all'età
di 25 anni. La contessa, dama di corte dell'imperatrice Eugenia, morì il 24 maggio 1886,
a pochi mesi di distanza dalla morte del conte, che al tempo dell'Impero aveva occupato
cariche di prestigio. Stranamente le MB XVII 611 datano la morte della contessa «nel-
l'autunno» del 1886. La fonte del Lemoyne (Bulletin Salésien a. IX n. 11, novembre 1886,
p. 127) precisava: «le jour mème de Notte-Dame Auxiliatrice ». Mademoiselle Clara Louvet:
cooperatrice di straordinaria generosità con Don Bosco e con i suoi successori. Del car-
teggio epistolare di Don Bosco con lei ci sono pervenute varie decine di lettere edite e
moltissime inedite che coprono gli ultimi sei anni della vita del santo. In esse si possono
enucleare precise indicazioni di vita spirituale. La Louvet morì a 80 anni, 1'11 novem-
bre 1912: Bulletin Salésien a. XXXV n. 1 gennaio 1913, p. 27. A lei è dedicato un intero
capitolo delle MB: vol. XV, pp. 584-610.

3.5 Page 25

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Memorie dal 1841 al 1884-5-6 pel sac. Gio. Bosco a' suoi figliuoli Salesiani
97
marquj ise ] di S. Seine, Dijon, contj essa ] Parque idem, [vice] contessa [de]
Cessac (Req[ uiem1), Parigi,Mad[emoise]lle Louvet Clara, Aire SUl' le Lys.
Molti poi fecero generose offerte in seguito a grazie ricevute, ed altri
135 offrirono danaro o sostanze diverse in natura.
Questi sono i nomi di alcuni dei più segnalati nostri benefattori al giorno p. 22
d'oggi 8 febb[raio] 1885.
Se [per] la divina misericordia dopo la mia morte e per la protezione di
Maria sarò fatto degno di essere ricevuto nel regno eterno, pregherò sempre
140 per tutti e particolarmente per questi nostri benefattori affinché Dio benedica
essi, le loro famiglie, sicché tutti vengano un giorno a cantare e lodare in eterno
la maestà I del creatore. Amen.
p. 23
Capitolo superiore
All'epoca del mio decesso si raduni il Capitolo, e stia regolarmente pronto
145 ad ogni evenienza, e niuno si allontani se non per motivi assolutamente
necessarii.
Il mio vicario d'accordo col prefetto prepari e legga in Capitolo una let-
tera da dirigersi a tutti i confratelli in cui si dia notizia della mia morte, loro
raccomandi preghiere per me, e per la buona scelta del mio successore.'
150
Stabilisca il giorno per la elezione del novello Rett [ or] Maggiore e dia p. 24
tempo che quei di America e di altri paesi distanti possano intervenire qua-
lora non siano da gravi motivi impediti assolutamente.
lo noto qui due cose della massima importanza:
l° Si tengano segrete le deliberazioni capitolari, e se avvi qualche cosa
155
1 Si ritenga che queste pagine furono scritte nel settj embre] 1884 prima che il S.
Padre nominasse un vicario con successione, perciò venga modificato quanto farà d'uopo.
133 CessacJSesac Requiem add A
134 post altri del altri
135 o sostanze
diverse in natura emend sl ex od altra sostanza una volta sola 137 1885 corr ex
1884 A
138 protezione C01'r sl ex protezio 139 sarò...ricevuto emend mrg et
sl ex mi riceverà 140 per tutti add sl 145 allontaniJallontanti 147 Il mio
vicario d'accordo col add mrg i 148 da dirigersi corr sl ex diretta 148 loro
add 11U'g
152 assolutamente add
153 importanza emend ex porta[taJ
156
modificato corr sl ex medicato
144-152 Appena morto il Rettore, il Prefetto ne dia tosto avviso ai direttori di tutte le
case, i quali subito si daranno cura, perché si facciano al defunto quei suffragi, che sono
prescritti dalle Costituzioni. Quindi inviti i medesimi direttori a radunarsi per la elezione
del nuovo Rettore. - Cast. 5DB, pp. 128-129.
155-156 Cfr. Introduzione) p. lO.

3.6 Page 26

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98 Francesco Motto
p. 26 da comunicare ad altri, sia uno apposi [ ta jrnente incaricato. IMa esso stia ben
attento a non nominare qualche membro del Capitolo che abbia dato il voto
affermativo o negativo, oppure abbia proferita tale frase o tale parola.
Si ritenga come principio da non mai variarsi di non conservare alcuna 160
proprietà di cose stabili ad eccezione delle case e delle adiacenze che sono
necessarie per la sanità dei confratelli o della salubrità degli allievi.
La conservazione di stabili fruttiferi è una ingiuria che si fa alla divina
provvidenza che in modo maraviglioso e dirò prodigioso ci venne costante-
mente in aiuto.
165
Nel permettere costruzioni o riparazioni di case si usi gran rigore nello
impedire il lusso, la magnificenza, la eleganza.
Dal momento che comincerà [ad] apparire agiatezza nella persona, nelle
i p. 27 camere o nelle case, comincia nel tempo stesso la decadenza della nostra con-
gregazione.
170
A tutti i miei cari figliuoli in G. C.
Fatta la mia sepoltura il mio vicario inteso col prefetto dirami a tutti
confratelli questi miei ultimi pensieri della mia vita mortale.
Miei cari ed amati figliuoli in G. C.
Prima di partire per la mia eternità io debbo compiere verso di voi alcuni 175
p. 28 doveri e così appagare un vivo I desiderio del mio cuore.
161 ante case del nostre
171 ante A Tutti del Fatta
corr sl ex do
163 ante ingiuria del grande
che si fa ad.d sl
172 il mio vicario inteso add mrg
176 doveri
160-165 ma raccomanda a tutti di evitare la costruzione o l'acquisto di stabili, che non
siano strettamente necessari a nostro uso. Non mai cose da rivendersi; non campi o terreni,
o abitazioni da farne guadagno pecuniario. - Lettera a moJ1S. Giovanni Cagliero: E IV 328.
166-167 Nella forma degli edifizi, nella scelta dei materiali, nella mano d'opera, nella ese-
cuzione dei lavori, negli ornamenti interni non si dimentichi mai la povertà religiosa.
Offende l'occhio delle persone oneste il vedere eleganza e ricercatezza negli edifizi, nelle
suppellettili, e negli apprestamenti di tavola presso di chi loro suole domandare carità.
Deliberazioni del Capitolo Generale.: 1887: OE 29 [444]-[445].
168-170 Leggete la Storia Ecclesiastica) e troverete infiniti esempi, dai quali risulta che
l'abbondanza dei beni temporali fu sempre la causa della perdita di intere comunità, le
quali, per non avere conservato fedelmente il loro primo spirito di povertà, caddero nel
colmo delle disgrazie. MB VI 328-329.
174-204 Intanto ricevete queste regole come testamento fatto per tutta la Congregazione.
Ricevete poi questi pensieri che le precedono come ricordi, che io vi lascio, prima della
partenza per la mia eternità, cui mi accorgo avvicinarmi a gran passi. Raccomandate al
Signore la salvezza dell'anima mia, ed io pregherò costantemente anche per voi, affinché

3.7 Page 27

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Memorie dal 1841 al 1884-5-6 pel sac. Gio. Bosco a' suoi figliuoli Salesiani
99
Anzitutto io vi ringrazio col più vivo affetto dell'animo per la ubbi-
dienza che mi avete prestata, e di quanto avete lavorato per sostenere e pro-
pagare la nostra congregazione.
180
lo vi lascio qui in terra, ma solo per un po' di tempo. Spero che la infi-
nita misericordia di Dio farà che ci possiamo tutti trovare un dì nella beata
eternità. Colà io vi attendo.
Vi raccomando di non piangere la mia morte. Questo è un debito che tutti p. 29
dobbiamo pagare, ma dopo ci sarà largamente ricompensata ogni fatica soste-
185 nuta per 'amor del nostro maestro il nostro buon Gesù.
Invece di piangere fate delle ferme ed efficaci risoluzioni di rimanere
saldi nella vocazione fino alla morte.
Vegliate e fate che né l'amor del mondo, né l'affetto ai parenti né il de-
siderio di una vita più agiata vi mj u jovano al grande sprojposito di profa- p. 30
190 nare i sacri voti e così tradire la professione religiosa con cui ci siamo con-
sacrati al Signore. Niuno riprenda quello che abbiamo dato a Dio.
Se mi avete amato in passato, continuate ad amarmi in avvenire colla
esatta osservanza delle nostre costituzioni.
Il vostro primo Rettore è morto. Ma il nostro vero superiore [ ,] Cristo
195 Gesù, non morrà. Egli sarà sempre nostro maestro, nostra guida, nostro mo-
dello; ma ritenete che a suo tempo egli stesso sarà nostro giudice e rimunera-
tore della nostra fedeltà nel suo Iservizio.
p. 31
177 Anzitutto corr sl ex Prima di tutto vivo add sl ubbidienza res 178
prestata corr ex s quanto res avete add sl 181 misericordia]mesicordia
183 Questo corr ex Questa 184 pagare add sl post fatica del della vita
186 risoluzioni res
188 ante Vegliate del [mor]te
191 Niuno ...Dio add sl
194 primo add sl 196 ritenete che add sl egli stesso add sl 197 servizio res
colla osservanza esatta delle nostre costituzioni possiamo vivere felici nel tempo, e per
tratto della sua infinita misericordia ci conceda di raccoglierei tutti un giorno a goderlo
e Iodarlo nella beata eternità. - Regole o Costituzioni della Società di S. Francesco
di Sales 1875. Introduzione: OE 27 [49J-[50J. Questo è come Testamento che indirizzo ai
Direttori delle Case Particolari. Se questi avvisi saranno messi in pratica, io muoio tranquillo
perché sono sicuro che la nostra Società sarà ognor più fiorente in faccia agli uomini e
benedetta dal Signore, e conseguirà il suo scopo che è la maggior gloria di Dio e la salvezza
delle anime. - Ricordi confidenziali: RSS 4a. III n. 1, pp. 159-160. O miei cari figliuoli:
si avvicina il tempo nel quale dovrò distaccarmi da voi e partire per la mia eternità. Quindi
io bramo di lasciar voi, o preti, o chierici, o giovani carissimi per quella via del Signore
nella quale esso stesso desidera. - Lettera da Roma 1884: RSS 5 a. III n. 2, p. 351.
188-191 Mentre per altro i voti aumentano in cotale guisa il merito delle nostre opere,
dobbiamo darci massima sollecitudine per non trascurarli[ ...J. Noi pertanto prepariamoci
bene a questa eroica consacrazione, ma quando l'avremo fatta procuriamo di mantenerla
anche a costo di lungo e grave sacrifizio. - Regole o Costituzioni... 1875: OE 27 [27].
192-193 Cfr. Giov. 15,10.14.

3.8 Page 28

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100 Francesco Motto
Il vostro Rettore è morto, ma ne sarà eletto un altro che avrà cura di
voi e della vostra eterna salvezza. Ascoltatelo, amatelo, ubbiditelo, pregate per
lui, come avete fatto per me.
200
Addio, o cari figliuoli, addio. lo vi attendo al cielo. Là parleremo di
Dio, di Maria madre e sostegno della nostra congregazione; là benediremo in
eterno questa nostra congregazione, la cui osservanza delle regole contribuì
i p. 32 potentemente ed efficacemente a salvarci.
Sit nomen Domini benedictum ex hoc mmc et usque in saeculum. In te 205
Domine speravi) non conlundar in aeternum,
Elezione del nuovo superiore
Fatta la mia sepoltura, radunati e convenuti gli elettori al luogo stabi-
lito si compieranno le cose prescritte sia pei suffragi del Rettore defunto sia
p. 33 per effettuare la imminente elezione e riconoscimento del nuovo I superiore del- 210
la congregazione.
E' bene che ogni cosa sia tostamente comunicata al S. Padre e si domandi
speciale benedizione sopra quest'atto importantissimo.
Ciascuno poi senza badare ad affezione umana, a speranze di sorta dia
p. 34 il suo voto a colui che egli giudica maggiormente idoneo a procacciare I la mag- 215
gior gloria di Dio e il vantaggio della nostra pia società. Perciò:
I" Che sia conosciuto per la sua puntualità nella osservanza delle nostre
regole.
2° Non siasi mai mischiato in affari che lo abbiano compromesso in fac-
cia alle autorità civili od ecclesiastiche oppure lo abbiano reso odioso o spre- 220
gevole in faccia ai soci della nostra medesima società.
30 Conosciuto pel suo attaccamento alla Santa Sede e per tutte le cose
p. 35 che in qualche maniera a quella si I riferiscono.
205 ante In del Spera[vi] 210 per add sl e riconoscimento add mrg i A
212 tostamente add sl 214 post sorta del o di affezione temporale 216 Dio]dio
222 Conosciuto emend sl ex Noto
203·204 Dall'esatta osservanza delle nostre Costituzioni e di queste deliberazioni, che ne
sono come l'applicazione pratica, dipende in massima parte lo sviluppo ed il profitto spio
rituale della nostra pia Società e de' suoi membri. - Deliberazioni del secondo Capitolo
Generale... 1880: OE 33 [4].
205 Ps. 113,2.
205-206 Ps. 31,2 e Te Deum.
217-223 Perché alcuno possa essere eletto Rettore maggiore, si richiede che sia vissuto
almeno dieci anni in Congregazione, abbia compito trentacinque anni, ed abbia dato non
dubbie prove di vita esemplare e di destrezza e prudenza nello spedire i negozi della
Congregazione, ed infine sia professo perpetuo. Costo SDB, pp. 130·131.

3.9 Page 29

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Memorie dal 1841 al 1884-5-6 pel sac. Gio. Bosco a' suoi figliuoli Salesiani
101
Compiuta la elezione e conosciuto anzi proclamato il nuovo Rettore Mag-
225 giore tutti gli elettori gli baceranno la mano, di poi si metteranno ginocchioni,
canteranno il Te Deum, Dopo daranno un segno sensibile di sottomissione
rinnovando i voti come si fa all'epoca degli esercizi spirituali.
Il nuovo Rettor Ai[ aggiore ]
1o Indirizzerà alcune parole agli elettori, li ringrazierà della fiducia ripo-
230 sta in lui e li assicurerà che egli vuole essere di tutti I il padre, l'amico, il fra- p. 36
tello, dimanda la loro cooperazione, e, ove sia d'uopo] ,'] il loro consiglio.
Darà tosto al S. Padre la notizia di sua elezione ed offre sé e la sale-
siana società agli ordini, ai consigli del supremo gerarca della Chiesa.
3° Diramerà poscia una lettera circolare a tutti i confratelli ed un'altra
235 alle figlie di Maria Ausiliatrice.
4° Altra lettera scriverà ai nostri benefattori ed ai nostri cooperatori rin- p. 37
graziandoli da parte mia di quanto hanno fatto per noi mentre io viveva in
terra; pregandoli a continuare il loro aiuto in sostegno delle opere salesiane.
lo sempre nella ferma speranza di essere accolto nella misericordia del Signore,
240 di là pregherò incessantemente per loro.
Ma si noti, si dica, e si predichi sempre che Maria Auj siliatrice ] ha otte-
nuto ed otterrà sempre grazie I particolari, anche straordinarie e miracolose per p. 38
coloro che concorrono a dare cristiana educazione alla pericolante gioventù
colle opere, col consiglio, col buon esempio o semplicemente colla preghiera.
245
Compiuti questi primi ed importanti doveri il novello Rettore si volga
e con tutta sollecitudine a conoscere bene lo stato finanziario della congrega-
zione. Esamini se vi sono debiti e quando si debbano pagare.
p. 39
E' bene che almeno per un po' di tempo non [si] aprano nuove case,
né si comincino nuove costruzioni, nemmeno nuovi lavori che non sono stret-
250 tamente necessari.
Nel mio particolare poi mi raccomando che non si decantino i debiti
lasciati dal Rettore defunto. Ciò farebbe conoscere una cattiva amministra-
zione negli amministratori e nello stesso superiore; e cagionerebbe qualche
dif] f] idenza nella pubblica opinione.
225 gli ...poi add sl
226 canteranno emend sl ex reciteranno
Te Deum]te
deum Dopo corr ex eli poi 227 post voti add sl in una formula del 230
assicurerà corr sl assicura
231 ante dimanda del ne
la add sl
232 Darà
tosto corr ex Diramerà tosto
post tosto del notizia
236 benefattori corr ex
coop[eratori]
post benefattori del e co[ operatori] ringraziandoli emend ex pre-
gandoli
237 fatto per noi add sl
239 sempre nella ferma speranza emend si
ex che io spero 240 ante eli là del e 244 ante col tel e 247 Esamini add sl A
236-244 Vedi Norme di edizione nella Introduzione, p. 16.

3.10 Page 30

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102 Francesco Motto
p. 40 Ricordo importante pel Capitolo superiore
255
Se alla elezione del nuovo Rettj ore ] venisse a mancare qualche mem-
bro del Capitolo, il Rettore usi del suo diritto e completi il numero con dei
consiglieri supplenti pel tempo che· deve correre prima del sessennio fissato
per la elezione generale dei singoli consiglieri o membri del Capitolo.
Ma il ricordo importante e che io giudico fondamentale si è di fare in 260
p. 41 modo che nessun membro abbia delle occulpazioni estranee e non dirette al-
l'amministrazione della nostra pia società. Anzi io credo non dir troppo che
la nostra congregazione avrà sempre un vuoto fino a che i singoli membri del
Capitolo non siano esclusivamente occupati nelle cose fissate dal regolamento
approvato nelle deliberazioni capitolari.
265
Si dovranno a tale uopo superare non poche difficoltà, ma si facciano
sacrifizi e si conceda questo grande benefizio alla intera congregazione.
p.42 Un ricordo al Rett[or] lvI[aggiorel
Il Rettor l\\IH aggiore] legga e metta in pratica gli avvisi soliti a darsi da
me a tutti i direttori di nuove case, specialmente al tempo dovuto al riposo 270
ed al nutrimento.
Al direttore di ciascuna casa
Il direttore di ciascuna casa abbia pazienza e studi bene le persone o
p. 43 meglio I esamini bene quanto valgano i confratelli che lavorano sotto di lui.
Esiga quello di cui sono capaci e non di più.
275
E' indispensabile che egli conosca il regolamento che ogni confratello
deve praticare nell'uffizio affidatogli; perciò ciascuno abbia a sua disposizione
almeno quella parte di regole che lo riguardano.
256 nuovo res
257 usi corr ex usa
261 nessunJnissun
262 post società
del fissate per ciascun membro del capitolo 266 a tale uopo add sl 274 esa-
mini bene add sl
valgano corr ex valgono
277 perciò emend sl ex ma
278 almeno add sl
256-259 Se poi alcuno del Capitolo cessasse dal proprio ufficio o per morte o per qua-
lunque altra causa prima che si compiano .i sei anni, il Rettore maggiore ne affiderà il
disimpegno a quello che giudicherà meglio nel Signore; questi poi starà in officio sino alla
fine del sessennio incominciato dal socio uscito di carica. - Costo SDB, p. 155.
269-271 Si tratta dei Ricordi confidenziali: RSS 4· a. III n. 1, pp. 125-166.
273-278 Procura di ripartire le cose in modo che niuno sia troppo carico d'incombenze,
ma fa' che ciascuno adempia fedelmente quelle che gli sono affidate. - Ricordi confiden-
ziali: RSS 4 a. III n. 1, p. 158. Non mai comandare cose che giudichi superiori alle forze
dei subalterni, oppure prevedi di non essete ubbidito. Fa' in modo di evitare i comandi
ripugnanti, anzi abbi massima cura di secondare le inclinazioni di ciascuno affidando di
preferenza quegli uffizi che a taluno si conoscono di maggior gradimento. - Ricordi confi-
denziali: RSS 4 a. III n. 1, p. 159.

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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Memorie dal 1841 al 1884-5-6 pel sac. Gio. Bosco a' suoi figliuoli Salesiani
103
La sua sollecitudine sia in modo speciale rivolta alle relazioni morali dei
280 maestri, assistenti tra di loro e cogli allievi loro affidati.
Avvisi speciali per tutti
p. 44
I" lo raccomando caldamente a tutti i miei figli di vegliare sia nel par-
lare sia nello scrivere di non mai né raccontare né asserire che D. Bosco abbia
ottenuto grazie da Dio od abbia in qualsiasi maniera operato miracoli. Egli
285 commetterebbe un dannoso errore.
Sebbene la bontà di Dio sia stata in misura generosa verso di me, tut-
tavia io non ho mai I preteso di conoscere od operare cose soprannaturali. lo p. 45
non ho fatto altro che pregare e far dimandare delle grazie al Signore da
anime buone. Ho poi sempre esperimentato efficaci le preghiere e le cornu-
290 nioni dei nostri giovani.
Dio pietoso e la sua Madre SS. ci vennero in aiuto nei nostri bisogni.
Ciò si verificò specialmente ogni volta che eravamo in bisogno di provve-
dere ai nostri giovanetti poveri ed abbandonati, e più ancora quando essi tro-
vavansi I in pericolo delle anime loro.
p. 46
282 figli add sl 285 commetterebbe emend sl ex Sarebbe 286 generosa emend
ex speciale 289-290 Ho poi...giovani add mrg s ho poi sempre esperimentato
corr ex calcolarne ed esperimentarne sempre 291 ante Dio del e pietoso add
sl ci ade! sl post vennero del pro nei emend ex de'
292 verificò emend
sl ex palesò eravamo in C01'1' sl ex vi era 293 nostri add sl 293-294 tro-
vavansi corr sl ex trovansi
279·280 I maestri, i capi d'arte, gli assistenti devono essere di moralità conosciuta. Il tra-
viamento di uno solo può compromettere un Istituto educativo. - Il sistema preventivo:
OE 28, pp. [53-54]. Accorgendoti che taluno di essi contragga amicizia particolare con
qualche allievo, oppure che l'ufficio affidatogli, o la moralità di lui sia in pericolo, con
tutta prudenza lo cangerai d'impiego; se continua il pericolo, ne darai tosto avviso al tuo
Superiore. Ricordi confidenziali: RSS 4 a. III n. 1, p. 153.
282·294 Don Bosco] ...] sarebbe l'ultimo degli uomini se si arrogasse un tale potere. Grazie
straordinarie certamente sono state concesse; ma le ha fatte a vantaggio delle nostre opere
la Santa Vergine. MB XV 502. Da qualche tempo si va dicendo ed anche pubblicando
sui giornali che Don Bosco fa dei miracoli. Questo è un errore. Don Bosco non ha mai
preteso e non ha mai detto di fare miracoli, e nessuno dei suoi figli deve concorrere a
propagare questa falsa idea. Diciamo chiaramente come stanno le cose: Don Bosco prega
e fa pregare i suoi giovani [ ...] e Iddio nella sua infinita bontà il più delle volte concede
la .grazia domandata, talora anche straordinarie e miracolose. Ma Don Bosco c'entra così
poco che spesso le grazie si ottengono senza che egli ne sappia niente. MB XVI 292.
Predica a tutti grandi e piccoli che si ricordino sempre che sono figli di Maria SS. Ausi-
liatrice. Che essa stessa li ha qui radunati per condurli via dai pericoli del mondo, perché
si amassero come fratelli e perché dessero gloria a Dio e a lei colla loro buona condotta.
Che è la Madonna quella che loro provvede pane e mezzi di studiare con infinite grazie e
portenti. Lettera da Roma 1884: RSS 5 a. III n. 2, p. 350.

4.2 Page 32

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104 Francesco Motto
La santa Vergine Maria continuerà certamente a proteggere la nostra 295
congregj azione ] e le opere salesiane, se noi continueremo la nostra fiducia
in lei e continueremo a promuovej re ] il suo culto. Le sue feste, e più ancora
le sue solennità, le sue novene, i suoi tridui, il mese a lei consacrato, siano
sempre caldamente inculcati in pubblico ed in privato; coi foglietti, coi libri,
p. 47 colle mejdaglie, colle immagini, col pubblicare o semplicemente raccontare le 300
grazie e le benediz[ioni] che questa nostra celeste benefattrice ad ogni mo-
mento concede alla soff [ e]rente umanità.
3° Due fonti di grazie per noi sono: raccomandare preventivamente in
tutte le occasioni di cui possiamo servirei per inculcare ai nostri giovani allievi
che in onore di Maria si accostino ai santi sacramenti od esercitino almeno 305
qualche opera di pietà.
L'ascoltare con devozione la santa Messa, la visita a Gesù Sacj ramenta jto I
p. 48 la frequente comunione sacramentale o almeno spirituale, sono di sommo gra-
dimento a Maria, e un mezzo potente per ottenere grazie speciali.
Le vocazioni eccl[ esiastilcbe
310
Dio chiamò la povera congregazione salesiana a promuovere le vocazioni
ecclesiastiche fra la gioventù povera e di bassa condizione.
Le famiglie agiate in generale sono troppo mischiate nello spirito del
p. 49 mondo, da cui disgraziatamente restano assai spesso imbevuti i loro figlijuoli,
cui fanno perdere così il principio di vocazione che Dio ha posto nel loro cuore. 315
Se questo spirito si coltiva, e sarà sviluppato, viene a maturazione e fa copiosi
frutti. Al contrario non solo il germe di vocazione, ma spesso la medesima
vocazione già nata e cominciata sotto a buoni auspizi, si soffoca o si indebo-
lisce e si perde.
301 ante che del que
302 sofferente]soffrente
umanità res
303 in add 51
304 di cui possiamo corr ex che si può allievi che add 51 305 si accostino
corr ex accostarsi Maria add sl esercitino corr ex esercitarsi 306 post
pietà del in 308 o almeno corr sl ex o 309 e un corr sl ex e 313 ante Le
famiglie del I giovani delle corr 51 ex I giovani troppo mischiate nello emend sl
ex troppo dominate dallo 314 da emend ex per assai spesso add sl 315 cui
fanno perdere così corr sl ex che così perdono 316 e sarà sviluppato corr sl ex
viene sviluppato corr ex si sviluppa
311-312 Essendo poi molti e gravi i pericoli che corre la gioventù, che aspira allo stato
ecclesiastico, questa società si darà massima cura di coltivare nella pietà quelli che mo-
strassero speciale attitudine allo studio, e fossero commendevoli per buoni costumi. - Costo
SDB, pp. 76-77. Scopo dei nostri collegi è di formare dei buoni cristiani, e degli onesti cit-
tadini; non si tratta adunque di sforzare allo stato ecclesiastico chi non ha ad esso la vo-
cazione, ma di coltivarla e svilupparla ne' giovanetti che ne dessero chiari segni. - Delibe-
razioni del secondo Capitolo Generale... 1880: OE 33 [65].

4.3 Page 33

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Memorie dal 1841 al 1884·5-6 pel sac. Gio. Bosco a' suoi figliuoli Salesiani
105
320
I giornali, i libri cattivi, i compagni ed i discorsi non riservati in fami-
glia sono spesso cagione funesta della perdita delle vocazioni e non di rado
I sono sventuratamente il guasto ed il traviamento di coloro stessi che hanno p. 50
già fatto la scelta dello stato.
Ricordiamoci che noi regaliamo un gran tesoro alla. Chiesa quando noi
325 procuriamo una buona vocazione: che questa vocazione o questo prete vada
in diocesi, nelle missioni o in una casa religiosa non importa. E' sempre un
gran tesoro che si regala alla Chiesa di G. C.
Ma non si dia consiglio ad un giovanetto qualunque, se non è sicuro di
I conservare l'angelica virtù nel grado che è stabilito dalla sana teologia. Si p. 51
330 transiga sopra la mediocrità dell'ingegno, ma non mai sulla mancanza della
virtù di cui parliamo.
L'opera di M[ aria} A[ usiliatrice}
Coltivate l'opera di M[ aria] SS. A[ usiliatrice ] secondo il programma che
già conoscete.
335
Per mancanza di mezzi non cessate mai di ricevere un giovane che dia
buona speranza di vocazione.
Spendete tutto quello che avete, se fa mestieri andate a questuare, e se
dopo ciò Ivoi vi trovate nel bisogno non affannatevi, ché la S. Vergine in qual- p. 52
che modo, anche prodigiosamente, verrà in aiuto.
320 ante giornali del cattivi ante libri del ad non emend si ex poco 321 spesso
add si 322 sventuratamente res 325 vocazione: corr ex vocazione; 329-330
Si transiga emend es Si metta per base che 338 ante chè del qu verrà add si
320-324 Si consiglino attentamente gli allievi alla fuga dei cattivi compagni ed alla fre-
quenza dei buoni; ad astenersi dalla lettura di libri non solo cattivi e pericolosi, ma anche
dagli inutili o meno opportuni. - Deliberazioni del secondo Capitolo Generale ... 1880:
OE 33 [66].
324-327 La cosa poi che ho caldamente raccomandata a coloro, cui in questi giorni ho
potuto scrivere, è la coltura delle vocazioni, tanto dei Salesiani, quanto delle Figlie di Maria
Ausiliatrice. Studia, fa progetti, non badare a spese, purché ottenga qualche prete alla
Chiesa, specialmente per le Missioni. - Lettera a Don Luigi Lasagna: E IV, 341.
332-339 E' da commendarsi in modo tutto particolare l'opera dei Figli di Maria per le
vocazioni allo stato Ecclesiastico. Il Capitolo raccomanda che tutti i Soci cerchino di farla
conoscere e di promuoverla, e se conoscono qualche giovane, il quale abbia i requisiti deI
programma richiesti procurino d'indirizzarlo in quelle case dove si fanno gli appositi studii.
- Deliberazioni del secondo Capitolo Generale... 1880: OE 33 [70]. L'Opera di Maria
Ausiliatrice si proponeva come scopo «di raccogliere giovani grandicelli [comunemente
chiamati 'Figli di Maria'J che abbiano decisa volontà di fare gli studi letterari mercè corsi
appropriati, per abbracciare lo stato ecclesiastico ». - Cfr. MB XI 529·535. Si veda pure
Opera di Maria Ausiliatrice... 1877: OE 29 [lJ-[28].

4.4 Page 34

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106 Francesco Motto
Vocazione alla cong]regazione] salesiana
340
Il lavoro, la buona e severa condotta dei nostri confratelli guadagnano e
per così dire trascinano i loro allievi a seguire gli esempi.
Si facciano sacrifizi pecuniari e personali, ma si pratichi il sistema pre-
ventivo ed avremo delle vocazioni in abbondanza. I
p. 53
Se non si possono annientare almeno si procuri [di] diminuire i giorni 345
delle vacanze quanto sarà possibile.
La pazienza e la dolcezza, le cristiane relazioni dei maestri cogli allievi,
guadagneranno molte vocazioni tra loro. Però anche qui si usi grande atten-
zione di non mai accettare tra' soci, tanto meno per lo stato eccl] esiastico ], se
non vi è la morale certezza che sia conservata l'angelica virtù.
350
341 guadagnano l'es ex guadagnino
343 pecuniari l'es
345 si corr ex di[mi-
nuire]
i giorni delle emend sl ex le
347 le cristiane... allievi add mrg i A
348 loro emend sl ex gli allievi
350 che sia conservata la COI'Y sl ex della con-
servazione della
341-342 La vita esemplare, pia, esatta dei Salesiani, la carità tra di loro, le belle maniere
e la dolcezza cogli alunni sono mezzi efficaci per coltivare le vocazioni allo stato Ecclesia-
stico, perché, uerba mouent, exempla trabunt. - Deliberazioni del secondo Capitolo Gene-
rale... 1880: OE 33 [65].
343-348 E prima di tutto io vedo necessario che vicendevolmente noi ci trattiamo con
molta carità e dolcezza ed usiamo lo stesso trattamento con tutti i soci. Da questa carità
e dolcezza tra noi i giovani resterebbero già molto ingag[g]iati al nostro genere di vita
perché è della natura dell'uomo e specialmente del giovanetto l'amare e cercare d'abbrac-
ciare quel genere di vita che mena colui che gli piace e venera. Quando poi questa dol-
cezza nostra dopo di essersi dimostrata coi confratelli si riversi anche sopra gli allievi me-
desimi essi ne restano come elettrizzati e noi ne guadagneremmo molto sul loro affetto
epperciò sulla loro vocazione [ ...] Dico adunque e ripeto la dolcezza, la carità tra noi e
con loro sono i mezzi più potenti per poterli educare bene e per coltivarne le vocazioni. -
ASC Verbale del Capitolo Generale... 1880 quaderno Barberis.
345-346 Pel tempo delle vacanze, a norma degli avvisi che si sogliono distribuire stampati,
si raccomandi la frequenza dei SS. Sacramenti e l'assistenza alle funzioni religiose, ed anche
di tenere relazione epistolare coi proprii superiori. Si persuada la necessità d'una vita riti-
rata in tempo di vacanza e si cerchi modo di diminuire loro la dimora fuori di collegio,
dando comodità di continuare le vacanze in alcuna delle nostre case, coi necessarii sol-
lievi. - Deliberazioni del Capitolo Generale... 1880: OE 33 [66]-[67].
345-365 Come fare adunque a coltivare il germe della vocazione che il Signore ha posto
in petto a molti in questi tempi di generale corruzione? Si fece notare prima di tutto il
bisogno di cominciare per tempo e poi non perderli più di vista; abbreviare le vacanze
per quanto si può, e raccomandare molto che anche a casa vadano qualche volta ai S. Sa-
cramenti e non frequentino cattive compagnie. Don Bosco soggiunse: «Il germe della
vocazione il Signore lo mette nel cuore di molti e si vedono i giovanetti fin che sono buoni
amare ed aspirare allo stato ecclesiastico, ma par proprio vedere il Signore a ritirarsi quando
il giovane si lascia andare a peccati e specialmente quando si perde il tesoro della castità ». -
ASC Verbale del Capitolo Generale ... 1880 Quaderno Barberis.

4.5 Page 35

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Memorie dal 1841 al 1884·5-6 pel sac. Gio. Bosco a' suoi figliuoli Salesiani
107
Quando poi il direttore di qualche nostra casa ravvisa un allievo di
costumi semplici.] carattere buono, procuri di renderselo amico. Gli indirizzi p. 54
sovente qualche parola, l'ascolti volentieri in confessione, si raccomandi alle
preghiere di lui; l'assicuri che prega per lui nella santa Messa; lo inviti, per
355 esempio, a fare la S. Comunione in onore della B.V. o in suffragio delle ani-
me del purgatorio, pei suoi parenti, pei suoi studi e simili.
In fine del ginnasio Ilo persuada di scegliere quella vocazione, quel luogo p. 55
che egli giudica più vantaggioso per l'anima sua e che lo consolerà di più in
punto di morte.
360
Confronti le cose di coscienza ed osservi se andavano meglio a casa, in
tempo di vacanza, oppure in collegio etc.
Ma studi di impedire la vocazione eccI[esiastica ] in coloro che volessero
abbracciarla per aiutare la propria famiglia per motivo che fosse povera. In
questi casi diasi consij glio ] ! di abbracciare altro stato, altra professione, un'arte, p. 56
365 un mestiere, ma non lo stato eccI[ esiastico ].
..
Aspiranti
Per aspiranti noi qui intendiamo quei giovanetti che desiderano formarsi
un tenore di vita cristiana che li renda degni a suo tempo di abbracciare la
congr[ egazione] salesiana o come chj i jerici o come confratelli coadiutori.
370
A costoro sia usata diligenza particolare. Ma siano soltanto tenuti in que-
sto numero quelli che hanno intenzione di farsi salesiani o almeno I non ne p. 57
siano contrari, quando tale sia la volontà di Dio.
Sia loro fatta una conferenza particolare almeno due volte al mese.
In tali conferenze si tratti di quanto un giovanetto debba praticare o
375 fuggire per divenire buon cristiano. Il 'Giovane Provveduto' somministra i
principali argomenti su. tale materia.
Non si parli però loro delle. nostre regole in particolare né dei. voti, .né
dell'abbandonare casa o parenti; sono cose che entreranno in cuore senza che
se ne faccia tema di ragionamento.
351 ravvisa corr sl e,1' ravisa
un emend sl ex qualche
353 sovente add sl
354 di lui emend sl ex sue
357 lo persuada emend sl ex gli faccia ben rilevare
358 egli ... e che add sl 360 Confronti le emend ex Faccia fare il confronto delle
di coscienza emend sl ex· dell'anima sua ed osservi corr sl ex osservando 362
volessero corr sl ex volesse
363 ante aiutare del fa[re]
per motivo add sl
364 altra professione, ... mestiere add sl
365 ante lo stato del ecc.co
371
che add sl
377 parli corr ex parla
378 cuore corr ex cuori
379 se corr ex
375 G. Bosco, Il giovane provveduto per la pratica de' suoi doveri degli esercizi di cri-
stiana pietà... Torino 1847. Vivente D. Bosco si giunse alla 120" edizione. OB II [183]-
[532] XXXV [130]-[684].

4.6 Page 36

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108 Francesco Motto
p. 58
Si tenga fermo il gran principio: bisogna I darsi a Dio o più presto o più 380
tardi, e Dio chiama beato colui che comincia [a] consacrarsi al Signore in
gioventù. Beatus homo CUJ1'l portauerit jugum ab adolescentia sua.
Il mondo poi, con tutte le sue lusinghe, parenti, amici, casa, o ptu pre-
sto o più tardi o per amore o per forza bisogna abbandonar tutto e lasciarlo
per sempre.
385
p. 59 Accettazione fra gli ascritti
Gli aspiranti provati e conosciuti come sopra si possono con facilità rice-
vere fra gli ascritti. Non così di coloro che [stessero] vivendo o facendo gli
studi fuori delle nostre case. Per costoro siano fedelmente seguite le norme
stabilite dalle nostre costituzioni per gli aspiranti.
390
Ascritti o novizi
Il tempo di vera prova o ascnzione o noviziato per noi è come un cri-
vello per conoscere il buon frumento e ritenerlo se conviene. Al contrario si
sarchii l'erba non buona e quindi colla volva e colla gramigna si getti fuori
del nostro giardino.
395
Si noti bene che la nostra congregazione non è stata fondata per coloro
che avessero condotta una. vita mondana e che poi per convertirsi volessero
venire fra noi. La nostra congregj azione ] non è fatta per essi. Noi abbiamo
bisogno di soci sicuri e provati nella virtù secolare. Vengano essi non a per-
fezionare loro med [ esi] mi ma ad esercitare la cristiana perfezione e liberare 400
dagli immensi e gravi pericoli in cui si trovano in generale i fanciulli poveri
380 si tenga res fermo res 386 fra C01'r ex tra 388 ante ascritti del ...
391 ascritti l'es A
392 prova 'l'es A
o add si A
noi add si A
393 se
conviene add si A
396 non add si A
399 bisogno add si A
Vengano
essi non corr si ex per venire
400 loro med.mi add si A
ma ad ...perfezione
add mrg s A
ad emend ex di
liberare corr ex per salvare A
401 trovano
corr si ex trova A i fanciulli emend ex la gioventù specialmente A
.380-385 Se non lasciamo il mondo per amore, dovremo un dì lasciarlo per forza. Regole
o Costituzioni... 1875: OE 27 [31]. Si veda pure l'intero paragrafo «Seguire prontamente
la vocazione» in Regole o Costituzioni... S. Benigno Canavese 1885, pp. 9-11. Cfr. I Gv.
2,16-17.
383 Lam. 3,27.
396-405 Una cosa che nelle accettazioni deve sempre tenersi come base e deve dar norma
a tutte le accettazioni si è che la nostra congregazione non è un riformatorio dei costumi:
chi ha molte cattive abitudini e vizi e vuoI convertirsi e farne penitenza può entrare in
altro ordine religioso; chè ve ne sono tanti stabiliti per questo scopo ma non è da accet-
tarsi tra noi. La nostra è istituita in modo speciale per dare aiuto ai prossimi [ ...]. - ASC
Verbale del Capitolo Generale... 1880 quaderno Barberis.

4.7 Page 37

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Memorie dal 1841 al 1884·5-6 pel sac. Gio. Bosco a' suoi figliuoli Salesiani
109
ed abbandonati; per quei I fanciulli che furono già vittima infelice delle mi- p. 60
serie umane o che hanno già fatto naufragio in fatto di religione e negli stessi
costumi, costoro o non si facciano preti o siano inviati ad ordini claustrali o
405 penitenti.
Nell'anno di prova si osservi ben in pratica la sanità, la moralità, la
scienza, e se ne dia conto esatto al Capitolo superiore. Ma il direttore di novi-
ziato badi a non mai presentare per l'accettazione quei novizi di cui coscien-
ziosamente egli non fosse sicuro della moralità.
410 Accettazione
p. 61
Per l'accettazione si seguano le norme prescritte dalla santa Chiesa, dal-
le nostre costituzioni, dalle delib [erazioni] capitolari, sia per l'accettazione in
noviziato sia per la definitiva accettazione alla professione religiosa.
Si dica pro e contro di ciascun candidato, ma la votazione sia sempre
415 segreta così che un membro del Capitolo non conosca il voto dell'altro.
Dimissioni
Nelle dimissioni noi dobbiamo imitare il giardiniere che sarchia e getta
fuori del suo giardino le erbe e le piante nocive o semplicemente inutili.
Ma si badi bene che spesso la coscienza meticolosa fa temere della voca- p. 62
402 post che del per lo più A
403 o che emend ex e in emend ex di cui molti A
in fatto di emend si ex nella A 404-405 costoro ...penitenti add si et mrg s 406
Nell'anno del... post moralità del degli A
407 post scienza del degli ascritti A
408 per res A cui add si A coscienziosamente]conscienziosamente 409 della
corr si ex per la
411 norme emend si ex cose A
412 delle ... capitolari add
si A 415 che add si A 417 ante getta del get[ta] 418 ante nocive del ...
o semplicemente inutili add A semplicemente corr sl ex semplicente
406-409 Prima di accettare un ascritto si prendano informazioni sicure sulla sua condotta
morale antecedente. Si potrà talvolta transigere sulla scienza e sull'interesse materiale, ma
non mai intorno alle doti morali. - Deliberazioni del Capitolo Generale... 1887: OE
29 [420].
406-446 All'accettazione di un aspirante si badi che questi sia in buono stato di salute e
di buona costituzione fisica; e coloro che sono chiamati a dare notizie a quest'uopo, cer-
chino d'averle esatte, ed in generale non si dia voto d'accettazione a quei candidati che
non possono uniformarsi alla vita comune, e compiere tutti gli uffizi e i lavori che sono
propri della nostra Congregazione. Gli ammalati coi voti triennali non sono a carico della
Congregazione, se non durante il triennio, dopo il quale, se la sanità non comporta di con-
tinuare, si possono rinviare. Ma i professi perpetui, essendo membri effettivi della Con-
gregazione, sono a totale carico della medesima, specialmente quelli che lavorarono molto,
o in altro modo hanno fatto del bene alla nostra Società. - Deliberazioni del Capitolo
Generale... 1878: OE 29 [410]-[411].

4.8 Page 38

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110 Francesco Motto
zione anche quando non v'è alcun motivo di temere. Perciò si esamini bene 420
il motivo o i motivi per cui si dimanda la dimissione. Né si conceda se non
quando questa fosse reclamata da motivo grave: cioè quando la dimora del
socio in congregazione tornasse di grave danno spirituale od anche temporale
a lui stesso od alla congreg[azione] medesima.
In tali casi si osservi se basta una dimissione ad tempus o debba essere 425
assoluta. Ma in ogni caso si usino tutti i riguardi al dimittendo e si facciano I
p. 63 anche sacrifizi affinché il socio parta con buona armonia e amico della con-
greg [azione]. Ma in via ordinaria non si tengano più con lui se non le rela-
zioni che riguardano al buon cristiano. Né a lui si offra ospitalità se non in
casi di vero e conosciuto bisogno e mornentanl eamen jte.
430
Uscendo da noi un socio si aiuti a trovare un impegno o almeno qualche
posto dove egli possa guadagnare onesto sostentamento.
Vita comune
Si faccia ogni sforzo a fine di conservare la vita comune. I superiori
comandino ed esigano quanto ciascuno può fare e non di più.
435
p. 64
Quando però un ascritto manca della sanità per I adempiere i doveri che
le nostre regole prescrivono non si può accettare alla professione religiosa, e
se il suo male pare cronico, si restituisca alla famiglia paterna.
Quando poi si tratta di un professo si ritenga tra noi e gli siano usati i
dovuti riguardi. Ma non si dimentichi mai che siamo poveri e niuno pretenda 440
riguardi superiori alla condizione di una persona che sia consacrata a Dio col
voto di povertà.
421 dimissione]dimessione post i del m[otivi] 422 cioè corr ex ciò A 425 o
debba essere add sl A
427 armonia res
ante amico del come A
congre-
gazione emend ex casa A 429 post offra del mai A se non in casi emend sl e,'\\.:
soltanto gli si conceda in caso ante soltanto del ciò 430 conosciuto res mo-
mentaneamente emend ex ... sempre eziandio che 431 post noi del po[i] si aiuti
a emend sl ex si procuri che emend ex abbia posto
432 guadagnare res
433
ante vita del Sulla A 434 faccia corr ex facci A
ogni add sl A
conser-
are emend ex favorire 435 di più res A
433-435 Massima sollecitudine nel promuovere con le parole e co' fatti la vita comune. -
Ricordi confidenziali) RSS a. III n. 1, p. 158. Non mai comandare cose che giudichi supe-
riori alle forze dei subalterni, oppure prevedi di non essere ubbidito. - Ricordi confiden-
ziali: RSS 4 a. III n. 1, p. 159. Abbiatevi cura della sanità. Lavorate, ma solo quanto le
proprie forze comportano. - Ricordi ai missionari: RSS a. III. n. 1, p. 207. La vita comune
è il legame che sostiene le istituzioni religiose, le conserva nel fervore o nell'osservanza delle
loro Costituzioni. Pertanto noi dobbiamo darci premura di introdurla perfettamente, con-
servarla e farla osservare tra di noi con molta esattezza [ ...]. - Deliberazioni del Capitolo
Generale... 1878: OE 29 [401].

4.9 Page 39

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Memorie dal 1841 al 1884-5-6 pel sac. Gio. Bosco a' suoi figliuoli Salesiani
111
Siano per altro usati specialissimi riguardi a quelli che con le loro fati-
che e in. altro modo abbiano recato notevole vantaggio alla congregazione.
445 Anzi qualora possa loro giovare il cangiamento di c1ima,di vitto, o recarsi
all'aria nativa, ciò si faccia, sempre però col consiglio I del medico.
p. 65
Ma questi riguardi. siano limitati al tempo di malattia e di convalescenza,
e si guardi bene che tali riguardi non diventino una seconda tavola .. Ciò sa-
rebbe la peste della vita comune. Quindi qualora un convalescente possa essere
450 rimesso alla tavola dei confratelli, questo si faccia, ma ognora si usi riguardo
speciale nelle occupazioni, né a lui si affidino lavori superiori alle sue forze.
In questo importante affare si pratichi somma carità, prudenza ed ener-
gia, ma in ogni cosa sempre la dovuta discrezione, carità e dolcezza.
Le stampe
p. 66
455
Nelle mie prediche, nei discorsi e libri stampati ho sempre fatto quanto
poteva per sostenere, difendere e propagare principii cattolici. Tuttavia se in
essi fosse trovata qualche frase, qualche parola che contenesse anche solo un
dubbio o non fosse abbastanza spiegata la verità, io intendo di revocare, ret-
tificare ogni pensiero, o sentimento non esatto.
460
In generale poi io sottometto ogni detto, scritto, o stampa a qualsiasi
decisione, correzione, o semplice consiglio della I santa madre Chiesa cattolica. p. 67
In quanto alle stampe e ristampe io mi .raccomando di più cose:
443 riguardi add sl A 444 ante abbiano del si 445 o recarsi all' res A 446
però emend sl ex ma A 448 diventino con' ex diventano 449 qualora emend sl
ex specia[lmenteJ A essere corr sl ex s 450 ante tavola del tut questo ...ognora
emend sl ex e A
ante riguardo del un
452 pratichi emend sl ex usi A
prudenza l'es 453 discrezione res A carità e dolcezza add mrg i A 455 nei
add sl A quanto res 457 parola l'es A
contenesse emend sl ex esprimesse A
un emend sl ex qualche A
458 o non .. .io add sl A revocareJrivocare
post
revocare del ogni cosa A 459 o corr ex e A non esatto add A 460 qualsiasi
emend sl ex ogni A 461 cattolica add A 462 ristampe con' sl ex risp A
455-480 Se mai ne miei scritti o stampati si trovasse qualche cosa che fosse o potesse
essere interpretata minimamente contraria alla santa Chiesa cattolica, apostolica, romana,
intendo di ritrattarla, perché protesto di voler vivere e morire in questa chiesa che sola
conserva la religione di Gesù Cristo, unica vera, unica santa fuori di cui niuno può salvarsi.
In caso che si venisse alla ristampa di qualcheduno dei mentovati libretti, dopo la mia
morte, mi raccomando che dò si faccia servendosi dell'ultima edizione. Voglia il Signore
Iddio gradire li miei deboli sforzi nel pubblicare questi scritti in riparazione dello scan-
dalo dato in vita; e l'infinita sua misericordia mi perdoni li miei peccati, e mi conceda di
vivere e morire in grazia sua benedicendo que' giovani che la divina provvidenza mi ha in
qualche maniera affidato. - Testamento del sac. Bosco Gioanni, Torino 26 luglio 1856:
ASC 132 Testamento. Edito in MB X 1332·1333.

4.10 Page 40

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112 Francesco Motto
Alcune mie operette furono pubblicate senza la mia assistenza ed altre
contro la mia volontà, perciò raccomando al mio successore che faccia o faccia
fare un catalogo di tutte le mie operette, ma dell'ultima edizione di ciascuna, 465
e qualora sia mestieri una ristampa.
20 Ove si scorgesse errore di ortografia, di cronologia, di lingua, o di
senso si corregga pel bene della scienza e della religione.
3° Se mai accadesse di stampare qualche mia lettera italiana si usi grande
p. 68 attenziolne nel senso e nella dottrina, perché la maggior parte furono scritte 470
precipitosamente e quindi con pericolo di molte inesattezze.
Le lettere francesi poi si possono bruciare; ma se mai taluno volesse
stamparne, mi raccomando che siano lette e corrette da qualche conoscitore
di quella lingua francese, affinché le parole non esprimano un senso non voluto
e facciano cadere la burla o il disprezzo sulla religione in favore di cui' furono 475
scritte.
p. 69
Chi poi possedesse notizie o fatti ritenuti a memoria o raccolti colla ste-
nografia, siano attentamente esaminati e corretti in modo che nulla sia pubbli-
cato che non sia esattamente conforme ai principi di nostra santa religione
cattolica .
480
[p. 117]
A mad.me Prat de Marseille
]e vous remercie de votre charité. Dieu vous recompense largement. Nos soeurs et
[p. 118] nos élèves de l'oeuvre apostolique sont vos enfants qui prileront pour vous. Aidez-Ies.
O Marie, veuillez guider cette bienfaitrice dans le chemin du paradiso
Priez pour mon àme.
485
humble serviteur
Turin
abbé ]. Bosco
M.r et Madame le c.te et la c.tesse
Colle de Toulon
]e vous attends où le bon Dieu nous a préparé le grand prix, le bonheur éternel 490
avec notre cher Louis.
464 Raccomando corr ex lO Mi raccomando A
465 dell emend si ex scelgasi A
466 e emend si ex da consegnarsi alla tipografia A
ante sia del ne A
una
ristampa emend si ex di farne una ristampa dopo il mio decesso A corr ex per una
ristampa 467 ortografia emend si ex citazione A
471 col. .. inesattezze emend
si ex con molte inesattezze A inesattezze corr si ex esattezze 472 Le emend
ex Mi raccomando poi specialmente per le A
poi add si A
poi si possono
bruciare corr ex ove si possa vengano bruciate A taluno volesse starnparne corr
si ex qualcuna fosse da stamparsi A
473 conoscitore res
in favore di emend
si ex per A 477 possedesse res 477-478 stenografia res 479 di res
481 Madame Prat:vedi linea 126.
488 Monsieur et madame le comte et la comtesse Colle: vedi linee 121-122.

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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Memorie dal 1841 al 1884-5-6 pel sac. Gio. Bosco a' suoi figliuoli Salesiani
113
La divine misericorde nous l'accordera. Soyez à jamais le soutien de la congrégation [p. 119]
salésienne et l'aide de nos missions.
Dieu vous bénisse.
495
affectionné comme fils
Turin
abbé J. Bosco
Mad.lle Rose du Gas - Marseille
Que la Sj ain jte Vierge vous protège à jamais.
Je vous confie nos soeurs et nos pauvres orphelins.
500
Priez pour l'àme de
Turin
votre obligé serviteur
abbé J. Bosco
A M.me jacques notre mère en j.C,
[p. 120]
Dieu m'appelle à l'éternité. J'espère que la miséricorde du bon Dieu vous conservera
505 une place pour vous dans le paradiso Mais continuez votre large protection à nos soeurs et
à nos orphelins.
Que Marie vous protège et veuillez à jamais prier pour la pauvre àme
du pauvre abbé
Turin
Jean Bosco
510
Sig.a. march. Maria Fassati
[p. 121]
Vi ringrazio, sig] a] marchesa, della carità che mi faceste nel corso della mia vita mor-
tale. Se Dio mi riceverà nella sua misericordia, pregherò tanto per voi.
La vostra protezione pei nostri orfanelli sarà un mezzo efficacissimo per assicurarvi
il paradiso.
515
Vogliate pregare per questo antico ma sempre affezj ionatissijmo amico di casa Fassati
Torino
povero sac. Gio. Bosco
Sig.Ira] baronessa Azeglia Ricci
[p. 122]
Signora Azeglia, continuate a proteggere la nostra opera apostolica, ed avrete tante
anime salvate dai nostri missionari che vi porteranno al cielo.
497 Mad.lle]lVIadame
497 Mademoiselle Rose du Gas (altre volte per Don Bosco du Gaz o Dugaz): vedi E IV
121, 188.
503 IVIadame jacques: vedi linea 126.
510 Marchesa Maria Fassati: vedi linea 113.
517 Baronessa Azeglia Ricci: figlia del marchese Domenico Fassati e della contessa Maria
De Maistre-Fassati [vedi linee 113-114] nacque nel 1846 e morì a Torino il 7 settembre
1921: BS a. XLV n. lO, ottobre 1921, p. 279. Il marito, barone Feliciano Ippolito Ricci
nacque nel 1816 e morì 1'11 novembre 1893: BS a. XVII n. 12 dicembre 1893, p. 245.
8

5.2 Page 42

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114 Francesco Motto
o Maria, guidate questa vostra figlia e il sig. suo marito B. Carlo a godere ambidue un 520
giorno il vero premio della loro perseveranza nel bene in paradiso.
[p .123J
Pregate per la polvera anima mia
obb.mo servitore
Torino
sac. Gio. Bosco
Sig. barone Feliciano Ricci
525
O sig. barone, voi dovete assolutamente salvarvi l'anima; ma voi dovete dare ai poveri
tutto il vostro superfluo, quanto vi ha dato il Signore. Prego Dio che vi conceda questa
grazia straordinaria.
Spero che ci vedremo nella beata eternità.
[p. 124J
Pregate per la salvezza dell'anima mia.
530
obbl.mo in G. C.
Torino
sac. Gio. Bosco
M.le Clara Louvet,
Je dois partir avant vous, mais je ne manquerai jamais de prier pour votre bienheu-
reuse éternité.
535
Continuez à soutenir nos orphelins, et nos orphelins vous feront couronne quand les
anges vous porteront un jour à jouir la gloire du paradiso
[p. 125J
O Marie, protégez à jamais votre fille.
Veuillez prier pour le repos éternel de ma pauvre àme.
Turin
toujours obligé serviteur
540
abbé J. Bosco
Caro c.te Eugenio De Maistre,
Vi ringrazio della carità con cui avete aiutato le opere nostre. Continuateci la vostra
protezione.
[p. 126J
Faccia Iddio che voi, tutta la vostra I famiglia sia un giorno tutta con voi, e col povero 545
vostro amico, che vi scrive le ultime sue parole, a godere la gloria del paradiso. Così sia.
Vogliate pregare anche pel riposo dell'anima mia.
affez.mo amico e servitore
Torino
sac. Gio. Bosco
P.S. O Maria, guidate il vostro figlio Eugenio per la via elel cielo.
550
[p. 127J
Sig.a C.ssa Carlotta Callori,
O Maria, proteggete questa vostra figlia, ottenete dal divin figlio Gesù larga ricom-
pensa della carità fatta in sostegno della congregazione salesiana. Maria vi conduca seco
al paradiso con tutta la vostra famiglia.
Continuate ad essere il sostegno delle opere nostre, pregate per la povera anima mia. 555
A rivec1erci nella vita eterna.
obbl.mo in G. C.
Torino
sac. Gio. Bosco
525 Barone Feliciano Ricci: vedi linea 517.
533 Mademoisel1e Clara Louvet: vedi linee 130-133.
542 Conte Eugenio de Maistre: vedi linee 110-112.
551 Contessa Carlotta Callori: vedi linee 113-114.

5.3 Page 43

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Memorie dal 1841 al 1884-5-6 pel sac. Gio. Bosco a) suoi figliuoli Salesiani
115
M .me Broquier - Marseille
560
Que Dieu récompense largement votre charité et la bonté de votre mari; continuez
à aider nos oeuvres; priez pour ma pauvre àme.
Je prierai aussi pour vous, et je vous attends dans la bienheureuse éternité, comme je
l'espère de la miséricorde infinie du bon Dieu. Ainsi soit-il
565 Turin
obligé serviteur
abbé J. Bosco
C.ssa Gabriella Corsi
p. 71
Dio vi benedica, o nostra buona mamma in G.c. e con voi benedica tutta la vostra
famiglia e vi aiuti a condurla costantemente per la via del cielo e trovarla un giorno tutta
con voi raccolta in paradiso.
570
Sia questa la ricompensa della carità usata a me e a tutti i vostri salesiani.
Pregate per me che vi attendo alla vita eterna.
obbl.mo come figlio
Torino
Sac. Gio. Bosco
Requiescat in pace. Volò alla vita eterna 1887.
575 Il direttore di una casa co) suoi confratelli
p. 73
Il direttore deve essere modello di pazienza, di carità co' suoi confra-
telli che da lui dipendono e perciò[ :]
1° Assisterli, aiutarli, instruirli sul modo di adempire i proprii doveri,
ma non mai con parole aspre od offensive.
580
2° Faccia vedere che ha con loro grande confidenza; tratti con benevo-
lenza degli affari che li riguardano. Non faccia mai rimproveri, né dia mai
569 raccolta emend sl ex un giorno 574 Requiescat... 1887 add mrg i A
559 Madame Broquier: vedi linea 126.
566 Contessa Gabriella Corsi: vedi linee 113-114.
575-587 La carità e la cortesia siano le note caratteristiche di un Direttore tanto verso
gli interni quanto verso gli esterni. [ ...] Nel comandare si usino sempre modi e parole di
carità e di mansuetudine. Le minaccie, le ire, tanto meno le violenze, siano sempre lungi
dalle tue parole e dalle tue azioni. Ricordi confidenziali: RSS 4 a. III n. 1, pp. 156-159.
Carità, pazienza, dolcezza, non mai rimproveri umilianti, non mai castighi, fare del bene a
chi si può, del male a nissuno. Ciò valga per i Salesiani tra loro, fra gli allievi, ed altri,
esterni od interni. - Lettera a mons. Giovanni Cagliero: E IV 328. Il sistema preventivo
sia proprio di noi; non mai castighi penali, non mai parole umilianti, non rimproveri severi
in presenza altrui. Ma nelle classi suoni la parola dolcezza, carità e pazienza [ ...]. La dol-
cezza nel parlare, nell'operare, nell'avvisare guadagna tutto e tutti. - Lettera a Don Gia-
como Costamagna: E IV 332-333.
581-583 Vi sono di quelli che desiderino di castigare ecc. ecc. Il direttore avvisi, ma giam-
mai in pubblico, mai in faccia ai giovani. A tu per tu è facilissimo ottenere che si pie-
ghino alla volontà del Sup [eriore ] e al sistema preventivo. - ASC Verbale del terzo Capi-
tolo generale... 1883.

5.4 Page 44

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116 Francesco Motto
p. 74 severi avvisi in presenza I altrui. Ma procuri di ciò far sempre in camera caritatis,
ossia dolcemente, strettamente in privato.
3° Qualora poi i motivi di tali avvisi o rimproveri fossero pubblici, sarà
pure necessario di avvisare pubblicamente, ma tanto in chiesa, quanto nelle 585
conferenze speciali non si facciano mai allusioni personali. Gli avvisi, i rimpro-
p. 75 veri, le allusioni fatte palesemente off[ endono] e I non ottengono l'emendazione.
4° Non dimentichi mai il rendiconto mensile per quanto è possibile; ed
in quell'occasione ogni direttore diventi l'amico, il fratello, il padre de' suoi
dipendenti. Dia a tutti tempo e libertà di fare i loro riflessi, esprimere i loro 590
bisogni e le loro intenzioni.
Egli poi dal canto suo apra a tutti il suo cuore senza mai far conoscere
rancore alcuno; neppure ricordare le mancanze passate se non per darne pa-
p. 76 terni I avvisi, o richiamare caritatevolmente al dovere chi ne fosse negligente.
5° Faccia in modo di non mai trattare di cose relative alla confessione a 595
meno che il confratello ne faccia dimanda. In tali casi non prenda mai risolu-
zioni da tradursi in foro externo senza essere ben inteso col socio di cui si
tratta.
583 dolcemente add sl A 584 avvisi corr sl ex avvi[si]
586 speciali res
594
richiamare corr sl ex richiare 596 casi res 597 di cui si tratta add
588-594 Si raccomanda caldamente ai Direttori che non trascurino mai di ricevere simili
rendiconti. Ogni confratello poi sappia che, se li farà bene, con tutta schiettezza ed umiltà,
ne troverà un gran sollievo pel suo cuore, e un aiuto potente per progredire nella virtù] ...]. -
Regole o Costituzioni... S. Benigno Canavese 1885. Introduzione, p. 39. Ognuno abbia som-
ma confidenza nel suo superiore; sarà perciò di grande giovamento ai soci il rendere di
tratto in tratto conto della vita esteriore ai primari superiori della Congregazione. Ciasche-
duno loro manifesti con semplicità e prontezza le mancanze esteriori contro le regole, ed
anche il suo profitto nelle virtù, affinché possa riceverne consigli e conforti, e, se farà
d'uopo, anche le convenienti ammonizioni. Costo SDB, pp. 96-97. Ma ora i Superiori sono
considerati come Superiori e non più come padri, fratelli ed amici, quindi sono temuti e
poco amati. Perciò se si vuol fare un cuor solo ed un'anima sola per amor di Gesù biso-
gna che si rompa quella fatale barriera della diffidenza e sottentri a questa la confidenza
cordiale. - Lettera da Roma 1884: RSS 5 a. III n. 2, pp. 54-55. Va' non come Superiore,
ma come amico, fratello e padre. - Lettera a Don Perrot: E III 360. Riguardiamo i no-
stri Superiori come fratelli, anzi come padri amorosi, che nulla altro desiderano che la glo-
ria di Dio, la salvezza delle anime, il nostro bene ed il buon andamento della nostra So-
cietà. - Circolare del 21 novembre 1886.
595-598 Tenetelo a mente: se noi vogliamo che l'istituzione salesiana si mantenga quale
fu concepita bisogna sapere che quasi tutto dipende dal rendiconto mensile fatto e fatto
fare nel modo conveniente [ ...]. L'unico scoglio sarebbe l'entrare in cose prettamente di
coscienza: non si entri in quanto ciò che è di coscienza dev'essere affatto segreto e noi
non abbiamo a saperlo salvoché essi medesimi spontaneamente ne vogliono parlare. - ASC
Verbale del Capitolo Generale... 1880 quaderno Barberis.

5.5 Page 45

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Memorie dal 1841 al 1884-5-6 pel sac. Gio. Bosco a' suoi figliuoli Salesiani
117
6° Per lo più il direttore è il confessore ordinario dei confratelli. Ma
600 con prudenza procuri di dare ampia I libertà a chi avesse bisogno di confessarsi p. 77
da un altro. Resta però inteso che tali confessori particolari devono essere
conosciuti ed approvati dal superiore secondo le nostre regole.
7° Siccome poi chi va in cerca di confessori eccezionali dimostra poca
confidenza col direttore, così esso, il direttore, deve aprire gli occhi e portare
605 l'attenzione particolare sopra l'osservanza delle altre regole e non affidare a
quel I confratello certe incombenze che sembrassero superiori alle forze morali p. 78
o fisiche di lui.
N.B. Quanto dico qui è affatto estraneo ai confessori straordinari che il
superiore, direttore, ispettore, avranno cura di fissare a tempo opportuno.
610
8° In generale poi il direttore di una casa tratti sovente e con I molta p. 79
famigliarità coi confratelli, insistendo sulla necessità della uniforme osservanza
delle costituzioni, e per quanto è possibile ricordi anche le parole testuali delle
medesime.
Nei casi di malattia osservi quanto le regole prescrivono, e quanto
615 stabiliscono le deliberazioni capitolari.
10° Sia facile a dimenticare i dispiaceri e le offese perlsonali e colla bene- p. 80
volenza e coi riguardi studii di vincere o meglio di correggere i negligenti, i
dif[f]identi ed i sospettosi. Vince in bono malum.
Ai confratelli dimoranti in una medesima casa
620
1° Tutti i confratelli salesiani che dimorano in una medesima casa devono
formare un cuor solo ed un'anima sola col direttore loro.
600 con prudenza add sl 601 un altro corr ex altri però res 602 secondo
le nostre regole add sl 603 va add sl 605 e add sl 606 incombenzejincurn-
benze 607 post fisiche del mora[li] 614 ante nei del 9. Nei
599-602 Nelle nostre Case il Direttore è il Confessore Ordinario, perciò fa vedere che
ascolti volentieri ognuno in Confessione, ma da' loro ampia libertà di confessarsi da altri
se lo desiderano. - Ricordi confidenziali: RSS 3 a. III n. 2, p. 156. Pel buon andamento
della Congregazione, per conservare l'unità di spirito e seguire l'esempio degli altri Istituti
religiosi è fissato un confessore stabile per quelli che appartengono alla Società. Il Rettor
Maggiore è confessore ordinario in qualunque casa della Congregazione esso si trovi. In
ciascuna casa confessore ordinario è il Direttore, ma in casi particolari ciascuno è libero
di confessarsi anche ad altro sacerdote. - Deliberazioni del Capitolo Generale... 1878:
OE 29 [402].
618 Rom. 12,21.
620-621 At. 4,32. Tutti i soci vivono in comune stretti solamente dal vincolo della Carità fra-
terna e dei voti semplici, che li unisce in guisa da formare un cuor solo ed un'anima sola per
amare e servire Iddio [ ...]. - Cast. SDB, pp. 82-83. Don Bosco raccomandò le conferenze

5.6 Page 46

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118 Francesco Motto
Ritengano però ben ·a memoria che la peste peggiore da fuggirsi è
la mormorazione. Si facciano tuttì i sacrifizi possibili, ma non siano mai tol-
lerate le critiche intorno ai superiori.
3° Non biasimare gli ordini dati in famiglia, né disapprovare le cose 625
udite nelle prediche, nelle conferenze o scritte o stampate ne' libri di qualche
confratello.
p. 82
4° Ognuno sofl f jra per la I maggior gloria di Dio ed in penitenza de'
suoi peccati, ma pel bene dell'anima sua fugga le critiche nelle cose di ammi-
nistrazione, nel vestito, nel vitto ed abitazione, etc.
630
5° Ricordatevi, o figlioli miei, che l'unione tra direttore e sudditi, e
l'accordo tra i medesimi, forma nelle nostre case un vero paradiso terrestre.
p. 83
6° Non vi raccomando penitenze o mortificazioni particolari, voi vi farete
gran merito e formerete la gloria della congregazione, se saprete sopportare
vicendevolmente le pene ed i dispiaceri della vita con cristiana rassegnazione. 635
622 peggiore add sl A 624 post superiori del Quando vi è motivo si facciano esse,
altrimenti si faccia 629-630 amministrazione corr sl ex arnminizione etc add
A
632 i emend ex suddi[ti]
nelle nostre case emend sl ex tra noi 635
con cristiana rassegnazione add
che secondo lo stabilito nel precedente capitolo generale si hanno a fare ai soci ogni quin-
dici giorni. Queste conferenze sono come un secondo tratto di unione perché confratelli
e direttore possano essere un corpo solo ed un'anima sola. ASC Verbale del 2° Capitolo
Generale ... 1880 quaderno Barberis.
622-630 Niuno si faccia mai a biasimare le disposizioni dei Superiori, a criticare le loro
azioni, le loro parole, i loro scritti e simili. - Deliberazioni del Capitolo Generale ... 1877:
OE 29 [417]. La cosa che molto nuoce nelle Comunità religiose è la mormorazione diret-
tamente contraria alla carità. Il sussurrone imbratterà l'anima sua e sarà odiato da Dio e
dagli uomini [ ...] Procurate voi pertanto di schivare ogni parola che sa di mormorazione,
specialmente verso i vostri compagni e più ancora verso i vostri Superiori. - Regole o Costi-
tuzioni... S. Benigno Canavese 1885. Introduzione, p. 31. Non si facciano mai mormorazioni
contro alle disposizioni dei Superiori, ma siano tollerate le cose che non siano di nostro
gusto, o siano penibili o spiacenti. Ogni salesiano si faccia amico di tutti, non cerchi mai
di far vendetta; sia facile a perdonare, ma non richiamar le cose già una volta perdonate.
Non siano mai biasimati gli ordini dei Superiori, ed ognuno studi di dare e promuovere
il buon esempio. - Lettera a Don Giacomo Costamagna: E IV 332-333. Guardiamoci poi,
o miei cari figliuoli, dal cadere nel grave difetto della mormorazione che tanto è contraria
alla carità, odiosa a Dio e dannosa alla Comunità. Fuggiamo la mormorazione riguardo a
qualsiasi persona, fuggiamola specialmente riguardo ai nostri confratelli, soprattutto se supe-
riori. - Circolare del 21 novembre 1886.
631-632 Quando in una Comunità regna questo amor fraterno, e tutti i soci si amano
vicendevolmente, ed ognun gode del bene dell'altro, come se fosse un bene proprio, allora
quella casa diventa un Paradiso. - Regole o Costituzioni.: S. Benigno Canavese 1885.
Introduzione, pp. 30-31.
633-635 Evita le austerità nel cibo. Le tue mortificazioni siano nella diligenza a' tuoi do-
veri e nel sopportare le molestie altrui. - Ricordi coniidenziali: RSS 4 a. III n. 1, 150.
Cfr. Gal. 6,2.

5.7 Page 47

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Memorie dal 1841 al 1884-5-6 pel sac. Gio. Bosco a' suoi figliilOli Salesiani
119
Date buoni consigli tutte le volte che vi si presenta qualche occa-
sione, specialmente quando si tratta di consolare un afflitto o venirgli in aiuto
Ia superare qualche difficoltà, o fare qualche servizio sia in tempo che uno p. 84
gode salute, o che uno si trovi in casi di malattia.
640
go Venendo a notizia che nella casa sia imputata cosa o fatto biasime-
vole, specialmente fossero cose che potessero anche solo interpretarsi contro
la santa legge di Dio, se ne dia rispettosa comunicazione I al superiore. Esso p. 85
saprà usare la dovuta prudenza a fine di promuovere il bene ed impedire il male.
9° Riguardo agli allievi ciascuno si tenga ai regolamenti della casa ed
645 alle deliberazioni prese per conservare la disciplina e la moralità tra gli stu-
den ti e gli artigiani.
10° Ciascuno poi in luogo di fare osservazioni su I quello che fanno gli p. 86
altri, si adoperi con ogni possibile sollecitudine per adempiere gli uffizi che
a lui furono affidati.
650 Ricordo fondamentale ossia obbligazione per tutti quelli che lavorano in
congregazione
A tutti è strettamente comandato e raccomanjdato in faccia [a] Dio ed p. 87
in faccia agli uomini di aver cura della moralità tra salesiani e tra coloro che
in qualunque modo e sotto a qualunque titolo ci fossero dalla divina provvi-
655 denza affidati.
636 Date corr ex dare 640 post notizia del di alcuno A
sia imputata emend
mrg i ex esista A trst: post caso 641 specialmente... potessero emend sl ex che in
qualche modo fosse A
646 e emend ex o tra A
650 Ricordo add mrg A
ossia add mrg A 654 post titolo del che titolo res A
640-643 Gli assistenti si facciano uno strettìssrmo dovere di coscienza di riferire ai Supe-
riori tutte quelle cose le quali conoscano in qualunque modo essere offesa di Dio. Let-
tera da Roma 1884: RSS 5 a. III n. 2, p. 57.
647-649 Niuno trascuri la parte sua. I Salesiani considerati insieme formano un solo corpo,
ossia la Congregazione. Se tutti i membri di questo corpo compiono il loro uffizio, tutto
procederà con ordine e con soddisfazione; altrimenti succederanno disordini, slogature,
rotture, sfasciamento e infine la rovina del corpo medesimo. Ciascuno pertanto compia
l'ufficio che gli è affidato. - Regole o Cost... 1875. Introduzione: OE 28 [44]. Cfr. Mt. 7,3-5.
652-655 Chi non ha fondata speranza di poter conservare, col divino aiuto, queste virtù
nelle parole, nelle opere, nei pensieri, non si faccia ascrivere a questa Congregazione, per-
ché ad ogni passo egli sarebbe esposto a grandi pericoli. Costituzioni della Società di S.
Francesco di Sales. Edizione critica, pp. 108-109. Si veda pure l'intera lettera circolare ai
salesiani del 5 febbraio 1874: E II 347-349, e le linee 74-75, 279-280 di questo stesso do-
cumento.

5.8 Page 48

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120 Francesco Motto
p. 88 Noto qui ciò che avrei dovuto dire altrove
In tempo di esercizi spirituali il direttore della casa e tutti gli altri ordi-
nari superiori sono consigliati a cessare dall' ascoltare le confessioni dei loro
dipendenti, e per quanto possono si servano di confessori o predicatori straor-
dinari. Se essi non bastano si chiamino in aiuto altri confessori ben conosciuti. 660
Se poi in certi casi fosse in ciò necessaria qualche eccezione il superiore saprà
giudicarlo.
p. 89
Quando un confratello va in urto colle autorità ecclesiastiche di una
città, luogo o diocesi il suo superiore usi la dovuta prudenza e gli destini
un altro impiego.
665
Similmente qualora qualche confratello incontrasse rivalità od opposizione
coi confratelli suoi, è bene che sia cangiato di famiglia o di occupazione.
Ma sia sempre amichevolmente avvisato dei difetti suoi e si diano le
norme con cui regolarsi meglio in avvenire per evitare gli screzi.
p. 90 Cogli esterni
670
Cogli esterni bisogna tollerare molto, e sopportare anche del danno piut-
tosto che venire a questioni.
Colle autorità civili od ecclesiastiche si sofj f jra quanto si può onesta-
mente, ma non si venga a questioni davanti ai tribunali laici.
Siccome poi malgrado i sacrifizi ed ogni buon volere talvolta devonsi 675
sostenere questioni e liti così io consiglio e raccomando che si rimetta la
p. 91 verltenza ad uno o due arbitri con pieni poteri, rimettendo la vertenza a qua-
lunque loro parere.
In questo modo è salvata la coscienza e si mette termine ad affari, che
ordinariamente sono assai lunghi e dispendiosi e nei quali difficilmente si 680
mantiene la pace e la carità cristiana.
p. 92
Pel bene di ogni socio e della intera nostra congregazione niuno si mischi
658 sono consigliati a cessare dall'emend sl e,t' cessino dei]
le corr ex dea]
659 possono corr ex è possibile A si. ..Se emend sl ex si rimettano le confessioni ai
predicatori e se A 660 essi add sl 661-662 Se poi... giudicarlo add A 663
una emend sl ex quella A 671-672 piuttosto che emend sl e,t' ma non 672 questio-
ni]quistioni 674 ai emend ex alle 676 questioni]quistioni 677 vertenza add sl
678 parere emend ex deliberazione 680 difficilmente emend sl ex Non [si man-
tiene] mai A 682 si emend ex mieschi]
673-681 In caso di questioni sopra cose materiali accondiscendi in tutto quello che puoi,
anche con qualche danno purché si tenga lontano ogni appiglio di liti, od altro che possa
far perdere la carità. - Ricordi confidenziali: RSS 4 a. III n. 1, p. 156. Cfr. Mt. 5,25;
I Coro 6,1-8.
682-684 Niuno in Congregazione faccia contratti, riceva danaro, faccia mutui o imprestiti
ai parenti, agli amici o ad altri. Né alcuno conservi danaro od amministrazione di cose tem-

5.9 Page 49

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Memorie dal 1841 al 1884-5-6 pel sac. Gio. Bosco a' suoi figliuoli Salesiani
121
per danaro, per impieghi o per raccomandazioni che abbiano relazione coi
parenti o cogli amici.
685
Presentandosi gravi motivi per cui debbasi in simili affari occupare, ne
parli col suo superiore e si tenga strettamente al parere di lui.
Si osservi inalterabilmente la massima di non mai firmare cambiali, né p. 93
mai rendersi mallevadore per pagamenti altrui. L'esperienza fece conoscere
che ne abbiamo sempre danno e dispiaceri.
690
Se si può si faccia qualche servizio, si dia anche qualche sussidio, ma
nei limiti consigliati e permessi dal superiore rispettivo.
Rue Boetie - Paris
p. 95
M.me la V.sse de Cessac.
Vous avez protégé nos orphelins et la Sj anjte Vierge vous fera bien riche dans l'éter-
695 nité. Là vous verrez vos parents, vos amis; là vous parlerez de Dieu avec eux à jamais.
Continuez votre charité pour nos maisons; priez pour ma pauvre àme.
Turin. A Paris
obligé serviteur
abbé J. Bosco
[P.S.] 1886. Requiescat in pace
700
Voi, o signora baronessa Scoppa che abitate S. Andrea del Ionio Napolitano, conti- p. 96
nuate la vostra carità ai nostri missionari[,] ai nostri orfanelli e Maria guiderà le opere vo-
stre, e sarete molto consolata negli ultimi momenti di vostra vita. Sia che viviate su questa
terra, sia che Dio vi abbia già ricevuta fra i beati in cielo, noi pregheremo ogni giorno per
voi, pei vostri parenti ed amici.
705 Per le suore di M[ aria} A[ usiliatrice]
p. 97
Per le figlie o suore di Maria Ausiliatrice i salesiani devono fedelmente
osservare quello che è stato stabilito nelle deliberazioni capitolari.
683 per emend ex in cose di A per emend sl ex di A o per add mrg A 688
conoscere corr ex conore A 690 si add sl anche emend sl ex un 691 rispet-
tivo res
694 protégéJprotegez
699 1886 add A
Requiescat in pace add
mrg i A
703 beati con ex mortali
porali senza esserne direttamente autorizzato dal Superiore. L'osservanza di questo articolo
terrà lontano la peste più fatale alle Congregazioni religiose. Ricordi confidenziali: RSS
4 a. III n. 1, p. 158.
693 Madame la Vicecontesse de Cessac: vedi linea 133.
700 La baronessa Maria Enrichetta Scoppa di Badolato nacque a S. Andrea sull'Ionio il
4 novembre 1831. Il BS la definiva «vero apostolo» per la Calabria, in quanto fondatrice
e sostenitrice di vari istituti maschili e femminili. Morì nel ventesimosecondo anniversario
della morte di Don Bosco, il 31 gennaio 1910: BS a. XXXIV n. 4 aprile 1910, p. 126.
705-707 Si veda l'intero capitolo «Direzione generale delle suore» in Deliberazioni del
secondo Capitolo Generale... 1880: OE 33 [34]-[35].

5.10 Page 50

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122 Francesco Motto
Non si deve badare né a lavori, né a spese, né a disturbi di sorta a fine
di regolare le nostre relazioni come la Chiesa e le medesime costituzioni han-
no stabilito.
710
Nel trattare affari materiali i religiosi e le religiose non siano mai soli, I
p. 98 ma procurino di essere sempre assistiti, o che almeno siano da altri veduti.
Numquam solus cum sola loquatur.
Nel ricevere nell'Istituto di Maria si stia attenti a non ricevere chi non
ha buona sanità e fondata speranza di vera ubbidienza.
715
Si ritenga che le virtù non acquistate nel tempo del noviziato per lo più
non si acquistano più.
Niuna suora dopo la professione religiosa conservi fondi stabili o per
o per la comunità religiosa, cui appartiene. Si farà eccezione nei possedimenti
p. 99 necessari I per fondare case di educazione o giardini per conservare la sanità. 720
Né per burla, né per ischerzo, né per altre ragioni o pretesti si dicano
parole che servono a m[ u ]overe il riso o procacciare stima o benevolenza nelle
persone di altro sesso. Si leggano e si facciano ben capire queste parole e se
ne facciano spiegazioni ripetutamente.
p. 100
La superiora generale, le direttrici delle case non permettano alcuna 725
famigliarità con persone secolari di qualunque genere. Essendovene vera neces-
sità, intervenga un'assistente e si osservino le prescrizioni delle rispettive regole.
La stessa superiora non ritenga presso di sè alcuna somma di danaro
p. 101 se non per affari determinati e solamente pel tempo! necessario per le cose
a trattarsi.
730
Quanto dicesi della superiora generale si deve dire di tutte le direttrici del-
le altre case.
In questa ed in simili cose ciascuna si rimetta senza opposizioni ai con-
sigli ed agli ordini del superiore maggiore.
Non mai si facciano costruzioni o riparazioni senza essere ben intese col 735
medesimo.
p. 102
Nel trattare affari di qualche rilievo nel Capitolo superiore o nel
711 i religiosi e corr M: tanto i religiosi, quanto A
712 ante ma del m[a]
o che...veduti add sl A
714 si it sl A post a del la
chi non ha corr sl
ex se non avvi A e fondata speranza di emend sl ex con A
716 per lo più
add A 721 ischerzo res dicano corr ex dicacano A 722 riso corr ex rist A
procacciareres A 723 sesso res A facciano ben capire emend ex capiscano A
723-724 e se ...ripetutarnente add A 729 determinati corr ex determinato 731
dire add sl 733 opposizioni corr ex opposizione
716-717 Ciò che non ha fatto nell'anno di prova, difficilmente lo farà dopo e, quando
anche lo facesse, sarebbe uno sforzo momentaneo, sopra di cui non si può calcolare... MB
XIII 250.

6 Pages 51-60

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6.1 Page 51

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Memorie dal 1841 al 1884·5·6 pel sac. Gio. Bosco a' suoi figliuoli Salesiani
123
Capitolo generale, tanto i salesiani quanto le suore, si procuri di proporre
preventivj amente ] o con uno scritto o verbalmente le cose che si vogliono
740 trattare.
2° Si conceda a tutti ampia libertà di parlare sugli argomenti pro e contro
come a ciascuno pare meglio davanti a Dio, ma nelle deliberazioni si faccia
uso dei voti segreti.
3° Si mettano segretamente in un taschetto o recipiente qualunque, noci p. 103
745 o nocl clioli o fave etc. di colore diverso e ciascuno cavi un frutto. Il nero è
negativo, il bianco è affermativo.
4° Ma stabilita la maggioranza in qualche deliberazione, non si cangi
più se non con altra deliberazione in cui vi prenda parte tutto il Capitolo.
5° Si abbia gran cura di dare puntualmente esecuzione alle cose delibe-
750 rate; I e si vegli da tutti attentamente che le deliberazioni non siano mai in p. 104
contraddizione, le une alle altre.
E' un errore grande e fatica sprecata quando non si dà esecuzione alle
cose proposte in Capitolo ed ap[p ]rovate, e poi messe in oblio.
Si procuri da tutti di evitare le novità delle proposte nelle conferenze
755 o nei Capitoli; e si faccia in modo che [si] ammettano regolarmente le cose
già anteriormente approvate o dalla tradizione, dalle regole, o Capitoli gene-
rali o particolari.
Nelle difficoltà
Qualora in un paese od in qualche città vi si presenti una difficoltà p. 107
760 da parte di qualche autorità spirituale o temporale, procurate di fare in modo
[da] potervi presentare per dare ragione di quanto avete operato.
La spiegazione personale delle vostre intenzioni buone diminuisce assai
e spesso fa scomparire le sinistre I idee che nella mente di taluni possono p. 108
formarsi.
765
Se sono cose colpevoli anche in faccia alle leggi, se ne dimandi scusa, o
almeno se ne dia rispettosa spiegazione, ma se è possibile, sempre in udienza
personale.
Questo modo di fare è assai conciliante e ben sovente rende benevoli
gli stessi avversarii.
770
Ciò non è altro che quanto raccomanda Iddio: responsio I mollis frangit p. 109
iram. Oppure la massima di S. Paolo: charitas Dei benigna est) patiens est) etc.
738 tanto ...suore add sl 739 preventivamente add sl 747 deliberazione corr ex
deliberazio 748 post cui add sl vi 750-751 in contraddizione emend ex contrad-
ditorie 752 non si dà esecuzione emend sl ex si dà o si ritàr[da] più che non si
cleve l'esecuzione alle res 762 buone corr ex buone, 763 possono GOYY ex si
Paolo] Pauolo
770·771 Pv. 15,1; 1 Coro 13,4.

6.2 Page 52

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124 Francesco Motto
La medesima regola seguano i direttori di case coi loro inferiori. Par-
latevi, spiegatevi, e facilmente vi intenderete senza venire a rompere la carità
cristiana contro gli interessi della stessa nostra congregazione.
p. 110
Se poi volete ottenere molto dai nostri allievi, non mostratevi mai offesi 775
contro ad alcuno. Tollerate i loro difetti, correggeteli, ma dimenticateli. Mostra-
tevi sempre loro affezionati, e fate loro conoscere che tutti i vostri sforzi sono
diretti a fare del bene alle anime loro.
p. 111 Raccomandazione fondamentale a tutti i salesiani
Amate la povertà se volete conservare in buono stato le finanze della 780
congregazione.
Procurate che niuno abbia a dire: questa suppellettile non dà segno di
povertà, questa mensa, questo abito, questa camera non è da povero. Chi
porge motivi ragionevoli di fare tali discorsi, egli cagiona un disastro alla
nostra congregazione, che deve sempre gloriarsi del voto di povertà.
785
p. 112
Guai a noi se coloro da cui attenldiamo carità potranno dire che teniamo
vita più agiata della vita loro.
Ciò s'intende sempre da praticarsi rigorosamente quando ci troviamo
nello stato normale di sanità, perciocché ne' casi di malattia devono usarsi
tutti i riguardi che le nostre regole permettono.
790
773 rompere emend ex lottare contro 774 cristiana add sl ante gli del o con-
tra contro res della stessa emend ex di famiglia stessa add sl 777 sforzi
add sl 782 questa] questo suppelletile corr sl ex supelletile 787 vita add sl
789 stato add sl
780-787 Ricordiamoci, o miei cari figliuoli, che da questa osservanza dipende in massima
parte il benessere della nostra Pia Società e il vantaggio dell'anima nostra. La Divina Prov-
videnza, è vero, ci ha finora aiutato e diciamolo pure in modo straordinario in tutti i no-
stri bisogni. Questo aiuto siamo certi vorrà continuare anche in avvenire per l'intercessio-
ne di Maria SS. Ausiliatrice, che ci ha sempre fatto da Madre. Ma questo non toglie che
noi dobbiamo usare dal canto nostro tutta quanta la diligenza si nel diminuire le spese,
ovunque si possa, come nel far risparmio nelle provviste, ne' viaggi, nelle costruzioni ed in
generale in tutto quello che non è necessario. - Circolare del 21 novembre 1886. Fate che
il mondo conosca che siete poveri negli abiti, nel vitto, nelle abitazioni, e voi sarete ricchi
in faccia a Dio e diverrete padroni del cuore degli uomini. - Ricordi ai missionari: RSS
4 a. III n. 1, p. 207.
788-790 Si faccia economia in tutto, ma assolutamente in modo che agli ammalati nulla
manchi. Si faccia per altro a tutti notare che abbiamo fatto voto di povertà, perciò non
dobbiamo cercare nemmeno desiderare agiatezza in cosa alcuna. Dobbiamo amare la po-
vertà ed i compagni della povertà. Quindi evitare ogni spesa non assolutamente necessaria
negli abiti, nei libri, nel mobiglio, nei viaggi, ecc. - Ricordi Confidenziali: RSS 4 a. III
n. 1, p. 159.

6.3 Page 53

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Memorie dal 1841 al 1884-5-6 pel sac. Gio. Bosco a' suoi figliuoli Salesiani
125
Ricordatevi che sarà per voi sempre una bella giornata quando vi riesce
vincere coi benefizi un nemico o farvi un amico.
Non mai tramonti il sole sopra la vostra iracondia, né mai richiamate p. 113
alla memoria le offese perdonate, non mai ricordare il danno, il torto dimen-
795 ticato. Diciamo di cuore: Dimitte nobis debita nostra sicut et nos dimittimus
debitoribus nostris. Ma con una dimenticanza assoluta e definitiva di tutto
ciò che in passato ci abbia cagionato qualche oltraggio.
Amiamo tutti con amore fraterno.
Queste cose siano esemplarmente osservate da quelli che esercitano sopra p. 114
800 gli altri qualche autorità.
Raccomandazione per me stesso
O giovani cari, voi che siete sempre stati la delizia del mio cuore; io
vi raccomando la frequente comunione in suffragio dell'anima mia.
Colla frequente comunione voi vi renderete cari a Dio ed agli uomini,
805 e Maria vi concederà la grazia di ricevere i santi sacramenti in fine Idi vita.
p. 115
Voi preti, chl i lerici salesiani, voi parenti ed amici dell'anima mia, pre-
gate, ricevete Gesù Sacramentato in suffragio dell'anima mia affinché mi
abbrevi il tempo del purgatorio.
Espressi così i pensieri di un padre verso a' suoi amati figli ora mi rivolgo p. 267
792 coi benefizi add sl 794 alla corr ex alle 797 oltraggio res
derà res 807 ricevete add sl 809 ora res A
805 conce-
791-798 Nel parlare e nel trattare usate dolcezza non solo co' Superiori, ma con tutti, e
massimamente con coloro che per lo passato vi hanno offeso, o che al presente vi mirano
di malocchio. La carità sopporta tutto; ond'è che non avrà mai vera carità chi non vuole
tollerare i difetti altrui [ ...J. Quando poi accadesse che il fratello che vi ha offeso venisse
a cercarvi perdono, badate bene dal riceverlo con cera brusca o di rispondere con parole
mozze: ma dimostrategli anzi belle maniere, affetto e benevolenza. Se avvenisse all'incontro
che voi aveste offeso altri, subito cercate di placarlo e di togliere dal suo cuore ogni ran-
core verso di voi. E, secondo l'avviso di S. Paolo: non tramonti il sole senza che di buon
cuore voi abbiate perdonato qualunque risentimento, e vi siate riconciliati col fratello. -
Regole o Costituzioni... S. Benigno Canavese 1885. Introduzione.Òo. 33.
793 Ef. 4,26.
795-796 Mt. 6,12. Cfr. Col. 3,12-13.
798 Cfr. 1 Gv. 4,21.
799-800 Cfr. Gv. 13,14.
802-803 Miei cari, io vi amo di tutto cuore, e basta che siate giovani, perché io vi ami
assai. - Il Giovane Provveduto ... 101 ed. 1885: OE 35 [135J. Voi siete veramente la mia
delizia e la mia consolazione... - Lettera agli alunni di T orino: E I 207.
804-805 Un solo è il mio desiderio; quello di vedervi felici nel tempo e nell'eternità. -
Lettera da Roma 1884: RSS 5 a. III n. 2, p. 337.

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126
Francesco Motto
a me stesso per invocare la misericordia del Signore sopra di me nelle ultime 810
ore della mia vita.
lo intendo di vivere e di morire nella santa cattolica religione che ha
per capo il romano pontefice, vicario di Gesù Cristo sopra la terra.
Credo e professo tutte le verità della fede che Dio ha rivelato alla santa
Chiesa.
815
Dimando a Dio umilmente perdono di tutti i miei peccati specialmente
p. 268 di ogni scandalo I dato al mio prossimo in tutte le mie azioni, in tutte le pa-
role proferite a tempo non opportuno; dimando poi in modo particolare scusa
degli eccessivi riguardi usati intorno a me stesso collo specioso pretesto di
conservare la sanità.
820
Debbo però scusarmi se taluno osservò che più volte feci troppo breve
preparamento o troppo breve ringraziamento alla Sj an lta Messa. lo era in
p. 269 certo modo a ciò costretto per la folla di I persone che intorniavanmi in sacri-
stia e mi toglievano la possibilità di pregare sia prima sia dopo la Santa Messa.
So che voi, o amati figli, mi amate, e questo amore, questa affezione 825
non si limiti a piangere dopo la mia morte; ma pregate pel riposo eterno del-
l'anima mia.
Raccomando di fare preghiere, opere di carità, delle mortificazioni, del-
le sante comunioni e queste per riparare alle negligenze commesse nel fare il
bene e nell'impedire il male.
830
p. 270
Le vostre preghiere siano con fine speciale al cielo rivolte affinché io
trovi misericordia e perdono al primo momento che io mi presenterò alla
tremenda maestà del mio creatore.
p. 271 L'avvenire
La nostra congregazione ha davanti un lieto avvenire preparato dalla di- 835
vina provvidenza, e la sua gloria sarà duratura fino a tanto che si osserve-
ranno le nostre regole.
810 nelle emend ex e sopra alle A
812 di 2 add sl A
813 ante vicario del il solo
A
814 rivelato res post rivelato della 818 particolare corr ex part 819
collo res 820 ante sanità del mia 821 scusarmi emend ex dire 822 o res
ringraziamento corr sl ex ringramento A
alla S. Messa add st
824 mi add sl
826 limiti corr sl ex miti
828 carità,] carità;
831 affinché corr sl ex chè
812-815 ...protesto di voler vivere e morire in questa Chiesa che sola conserva la religione
di Gesù Cristo, unica vera, unica santa fuori di cui niuno può salvarsi. Testamento del sac.
Bosco Giovanni) Torino 26 luglio 1856: ASC 132 Testamento (MB X 1332).
835-837 L'osservanza della Regola è l'unico mezzo, perché possa durare una Congrega-
zione. - MB XII 81. Se i salesiani[ ...J senza pretendere di migliorare le loro costituzioni,
studieranno di osservarle puntualmente, la 101' Congregazione sarà ognor più fiorente .. ..,-

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Memorie dal 1841 al 1884-5-6 pel sac. Gio. Bosco a' suoi figliuoli Salesiani
127
Quando cominceranno tra noi le comodità o le agiatezze, la nostra pia
società ha compiuto il suo corso.
840
Il mondo ci riceverà sempre con piacere fino a tanto che le nostre sol- p. 272
lecitudini saranno dirette ai selvaggi, ai fanciulli più poveri, più pericolanti
della società. Questa è per noi la vera agiatezza che niuno invidierà e niuno
verrà a rapirei,
Non si vadano a fondare case se non avvi I il necessario personale per p. 273
845 la direzione delle medesime.
Non molte case vicine. Se una è distante dall'altra i pericoli sono assai
minori.
Cominciata una missione all'estero si continui con energia e sacrificio.
Lo sforzo sia sempre a fare e stabilire delle scuole e tirare su qualche voca-
850 zione per lo stato ecclesiastico, o qualche suora tra le fanciulle.
A suo tempo si porteranno le nostre missioni nella Cina e precisamente p. 274
a Pechino. Ma non si dimentichi che noi andiamo pei fanciulli poveri ed
abbandonati. Là fra popoli sconosciuti ed ignoranti del vero Dio si vedranno
le maraviglie finora non credute, ma I che Iddio potente farà palesi al mondo. p. 275
855
Non si conservino proprietà stabili fuori delle abitazioni di cui abbiamo
bisogno.
Quando in qualche impresa religiosa vengono a mancarci i mezzi pecu-
niari, si sospendano, ma siano continuate le opere cominciate appena le no-
stre economie, i sacrifizi lo permetteranno.
860
Quando avverrà che un salesiano soccomba e cessi di vivere lavorando
per le anime, allora direte che la nostra congre[ga]zione ha I riportato un gran p. 276
trionfo e sopra di essa discenderanno copiose le benedizioni del cielo.
840 riceverà corr ex ... verà
844 vadano corr si ex vada
848 energia corr ex et... 851 Cina] China dimentichi res
del vero 855 di cui add si A 859 economie res
846 è add si A
853 ante vero
Regole o Costituzioni... 1875. Introduzione: OE 28 [43]. Dall'esatta osservanza delle vostre
Deliberazioni, che ne sono come l'applicazione pratica,. dipende in massima parte lo svi-
luppo del vostro pio Istituto ed il profitto spirituale dei suoi membri. - Deliberazioni del
secondo Capitolo Generale delle FMA ... 1886. Presentazione di Don Bosco: OE 36 [151]-[ 152].
838-844 Cfr. linee 780-787.
849-850 Si inculchi a tutti e si raccomandi costantemente di promuovere le vocazioni
religiose tanto delle Suore quanto dei Confratelli. - Lettera a Don Giacomo Costamagna:
E IV 333.
860-862 Si lavori adunque molto, in tutti i modi, da tutte le parti si procuri di con-
servare quanto vi è di buono nei popoli e nei giovanetti [ ...] Al mondo malizioso non pos-
siamo opporre né paternostri e nemanco miracoli: ci vogliono opere: bisogna raccogliere
molti ragazzi. - ASC Verbale del 20 Capitolo Generale... 1880 quaderno Barberis.

6.6 Page 56

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128 Francesco Motto
III. Appendice *
I. ASC 132 TESTAMENTO
Al mio decesso il successore per qualche tempo farà in modo che:
1° Siano sospesi i lavori di costruzione.
2° Non si aprano nuove case.
3° Non si decantino debiti; ma si usino comuni sollecitudini per pagare la
successione, estinguere le passività, completare il personale delle case esistenti.
4° Con lettera particolare diasi notizia della mia morte, si ringrazino i
principali benefattori nostri e si preghino a continuare. Siano assicurati, che se
per la misericordia del Signore potrò andare al cielo, invocherò sopra di tutti e ad
ogni istante le divine benedizioni [it] sopra di tutti.
5° Un invito a tutti i soci a mostrarsi fermi in quella occasione. Non lacrime,
ma coraggio e sacrifizio di qualunque genere a fine di perseverare nella società e
sostenere le opere che la divina provvidenza ci ha affidate.
6° I giovani poi siano invitati a pregare affinché Dio mi abbrevii le pene del
purgatorio, se, come spero, Dio mi concederà di morire nella sua santa grazia.
7° A tutti i soli salesiani che spero di vederli tutti nella beata eternità.
II. CIRCOLARE A STAMPA
Miei buoni Benefattori, e mie buone Benefattrici,
Sento che si avvicina la fine di mia vita, ed è prossimo il giorno, in cui
dovrò pagare il comune tributo alla morte e discendere nella tomba.
Prima di lasciarvi per sempre in questa terra io debbo sciogliere un debito
verso di voi e così soddisfare ad un grande bisogno del mio cuore.
11 debito che io debbo sciogliere è quello della gratitudine per tutto ciò, che
voi avete fatto coll'aiutarmi nell'educare cristianamente e mettere sulla via della
virtù e del lavoro tanti poveri giovanetti, affinché riuscissero la consolazione
della famiglia, utili a se stessi ed alla civile società, e soprattutto affinché
salvassero la loro anima e in tal modo si rendessero eternamente felici.
Senza la vostra carità io avrei potuto fare poco o nulla; colla vostra carità
abbiamo invece cooperato colla grazia di Dio ad asciugare molte lagrime e a
salvare molte anime. Colla vostra carità abbiamo fondato numerosi Collegi ed
Ospizi, dove furono e sono mantenuti migliaia di orfanelli tolti dall'abbandono,
strappati dal pericolo della irreligione e della immoralità, e mediante una
* Vedi Norme di edizione nella Introduzione, p. 16.

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Memorie dal 1841 al 1884-5-6 pel sac. Gio. Bosco a' suoi figliuoli Salesiani
129
buona educazione, collo studio e coli'apprendimento di un'arte, fatti buoni
cristiani e savii cittadini.
Colla vostra carità abbiamo stabilito le Missioni sino agli ultimi confini della
terra, nella Patagonia e nella Terra del Fuoco, e inviato centinaia di operai
evangelici ad estendere e coltivare la vigna del Signore.
Colla vostra carità abbiamo impiantato tipografie in varie città e paesi,
pubblicato tra il popolo a più milioni di copie libri e fogli in difesa della verità, a
fomento della pietà e a sostegno del buon costume.
Colla vostra carità ancora abbiamo innalzate molte cappelle e chiese, nelle
quali per secoli e secoli sino alla fine del mondo si canteranno ogni giorno le lodi
di Dio e della Beata Vergine, e si salveranno moltissime anime.
Convinto che, dopo Dio, tutto questo ed altro moltissimo bene fu fatto
mediante l'aiuto efficace della vostra carità, io sento il bisogno di esternarvene, e
perciò prima di chiudere gli ultimi miei giorni ve ne esterno la più profonda
gratitudine, e ve ne ringrazio dal più intimo del cuore.
Ma se avete aiutato me con tanta bontà e perseveranza, ora vi prego che
continuiate ad aiutare il mio Successore dopo la mia morte. Le opere che col
vostro appoggio io ho cominciate non hanno più bisogno di me, ma continuano
ad avere bisogno di voi e di tutti quelli che come voi amano di promuovere il
bene su questa terra. A tutti pertanto io le affido e le raccomando.
A vostro incoraggiamento e conforto lascio al mio Successore che nelle
comuni e private preghiere, che si fanno e si faranno nelle Case Salesiane, siano
sempre compresi i nostri Benefattori e le nostre Benefattrici, e che metta ognora
l'intenzione che Dio conceda il centuplo della loro carità anche nella vita presente
colla sanità e concordia nella famiglia, colla prosperità nelle campagne e negli
affari, e colla liberazione ed allontanamento da ogni disgrazia.
A vostro incoraggiamento e conforto noto ancora che l'opera più efficace ad
ottenerci il perdono dei peccati ed assicurarci la vita eterna, è la carità fatta ai
piccoli fanciulli: Uni ex minimis, ad un piccolino abbandonato, come ne assicura
il Divino Maestro Gesù. Vi fo eziando notare come in questi tempi, facendosi
molto sentire la mancanza dei mezzi materiali per educare e fare educare nella
fede e nel buon costume i giovanetti più poveri ed abbandonati, la santa Vergine
si costituì essa medesima loro protettrice; e perciò ottiene ai loro Benefattori e
alle loro Benefattrici molte grazie e spirituali ed anche temporali straordinarie.
Io stesso e con me tutti i Salesiani siamo testimonii che molti nostri
Benefattori, i quali prima erano di scarsa fortuna, divennero assai benestanti dopo
che cominciarono a largheggiare in carità verso i nostri orfanelli.
In vista di ciò e ammaestrati dalla esperienza parecchi di loro, chi in un
modo e chi in un altro, mi dissero più volte queste ed altre consimili parole: Non
voglio che lei mi ringrazii quando fo la carità a' suoi poverelli; ma debbo io
ringraziare lei, che me ne fa domanda. Dacché ho cominciato a sovvenire i suoi
orfanelli, le mie sostanze hanno triplicato. Un altro signore, il Comm.

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130 Francesco Motto
Antonio Cotta, veniva sovente egli stesso a portare limosine, dicendo: Più le
porto danaro per le sue opere, e più i miei affari vanno bene. Io provo col
fatto che il Signore mi dà anche nella vita presente il centuplo di quanto io
dono per amor suo. Egli fu nostro insigne benefattore fino alla età di 86 anni,
quando Iddio lo chiamò alla vita eterna per godere colà il frutto della sua
beneficenza.
Sebbene stanco e sfinito di forze io non lascierei più di parlarvi e racco-
mandarvi i miei fanciulli, che sto per abbandonare; ma pur debbo far punto
e deporre la penna.
Addio, miei cari Benefattori, Cooperatori Salesiani e Cooperatrici, addio.
Molti di voi io non ho potuto conoscere di persona in questa vita, ma non
importa: nell'altro mondo ci conosceremo tutti, e in eterno ci rallegreremo
insieme del bene, che colla grazia di Dio abbiamo fatto in questa terra, spe-
cialmente a vantaggio della povera gioventù.
Se dopo la mia morte, la Divina Misericordia, pei meriti di Gesù Cristo,
e per la protezione di Maria Ausiliatrice, mi troverà degno di essere ricevuto
in Paradiso, io pregherò sempre per voi, pregherò per le vostre famiglie, pre-
gherò pei vostri cari, affinché un giorno vengano tutti a lodare in eterno la
Maestà del Creatore, ad inebriarsi delle sue divine delizie, a cantare le sue
infinite misericordie, Amen.
Sempre Vostro obbl.mo Servitore
Sac. Gio. Bosco.