88
Stanislaw Zimniak
to ai Salesiani,62 che riconoscerebbero la Protezione Austriaca,63 e così sia eliminato ogni timore di
nuove opposizioni da parte del Ministero Austriaco.64
Fiduciosi nel Suo Paterno cuore, umilmente prostrati ai piedi di V. Santità, dimandano la S. Sua
benedizione professandosi sempre
Di Vostra Santità
Umil.mo Obb.mi Dev.mi Figli
Sac. Giovanni Busciati Parroco
Sac. Giuseppe Puka Coop. Parr.e
Sac. Pietro Tuscia Coop. Parr.e
Sac. Andrea Martsplani(?) Coop, parr.e»
62 Le prime pratiche per avere a Scutari i Salesiani furono fatte dal Signor Ernesto Schiaparelli, in
quanto segretario dell'associazione italiana. Dapprima chiedevano solo un salesiano che facesse da
cappellano presso le figlie di Maria Ausiliatrice. Il Capitolo Superiore non diede subito risposta, facendo
solo qualche obiezione. La proposta fu presa nuovamente in considerazione durante la seduta del
Capitolo Superiore del 12 giugno 1906, però senza alcuna concreta presa di posizione (Cfr. ASC, VRC
II, 83). Ma il Signor Schiaparelli non cedeva, per di più propose addirittura non solo un cappellano-
salesiano, ma persino, «che si apra una casa regolare e cosi sarà aggiustata ogni cosa. Il Capitolo
dopo aver discusso molto la proposta conchiuse che per una casa nuova di Salesiani non si pensi»
(ASC, VRC II, 87, seduta del Capitolo svolta il 26 giugno 1906). Ancora durante la seduta del Capitolo
del 15 agosto 1906 si discusse la insistente domanda del segretario della già sunnominata associazione,
ma per mancanza del personale si rispose negativamente (Cfr. ASC, VRC II, 95) senza chiudere
definitivamente la porta. Il 10 aprile 1907 venne di nuovo alla ribalta la questione durante la solita
riunione dei superiori, questa volta raccomandata caldamente da don Cerruti, che stava visitando
Costantinopoli e che apportava ad essa un rilevante cambiamento, ma «La combinazione ideata da
D. Cerruti non incontra il gradimento del Capitolo, che perciò si riserva di trattarne quando egli
sia ritornato. Trattandone a viva voce forse si potrà venire ad una pratica conclusione» (ASV, VRC
II, 130).
63 Con queste parole si intende il Protettorato religioso, che l'impero asburgico esercitava sul
culto cattolico in Albania. Il governo di Vienna cominciò a esercitare effettivamente tale diritto solo
dopo il Congresso di Berlino, il quale si svolse dal 13 giugno al 13 agosto 1878 (Cfr. M. MOURRE,
Dizionario Enciclopedico di storia, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1988, pp. 109-110). Fu
largamente riconosciuto dalla Santa Sede, che ogni tanto affermava tale privilegio (Cfr. ASV, fondo:
Nunziatura Apostolica d'Austria - Belmonte, vol. XII, il rapporto G. di Belmonte in qualità di nunzio
di Vienna al segretario di Stato, R. card. Merry del Val, datato il 14 novembre 1904 da Vienna; ASV,
fondo: Nunziatura Apostolica d'Austria - Blemonte, vol. XII, Pro Memoria del Ministero Imperiale e
Reale della Casa Imperiale e Reale e degli Affari Esteri; Cfr. pure B. STASIEWSKI, op. cit., p. 193; F.
ENGEL-JANOSI, op. cit., II, 115).
64 L'autore della supplica si riferisce all'opposizione, cioè alla protesta del governo austro-
ungarico contro le figlie di Maria Ausiliatrice, che si erano messe sotto la protezione del console
italiano, le quali peraltro non fecero nient'altro che osservare la convenzione contratta con
l'associazione italiana, in cui nell'articolo terzo era scritto: «L'Istituto, che è Istituto privato
dell'Associazione, Ente morale italiano, sarà sotto la protezione del R. Governo d'Italia: le Suore
saranno tutte suddite italiane; ognuna di esse avrà il proprio passaporto italiano, e sarà sotto la
protezione del R. Console d'Italia, con esclusione di qualsiasi giurisdizione di ogni altra autorità
consolare ed ottomana» (AAEE, Austria - Protettorato in Albania 1906-7, Copia). A proposito della
protesta del governo di Vienna: Cfr. ASV, fondo: Nunziatura Apostolica d'Austria - Beimonte, vol.
XII, Pro Memoria del Ministero Imperiale e Reale della Casa Imperiale e Reale e degli Affari Esteri,
del 20 marzo 1907; AAEE, Austria - Protettorato in Albania 1906-7, il rapporto del nunzio di Vienna,
G. di Belmonte al segretario di Stato di S.S. R. card. Merry