1915_Manuale_del_Direttore_Albera_Paolo


1915_Manuale_del_Direttore_Albera_Paolo



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~,.!
~~VVVV'v-
I
I
>
MANtJALE
DEL
S. B ENlGNO · CANAVE SE
Scuola Tipografica Salesiana
. 1915 .

1.6 Page 6

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PROPRIETÀ JUSERVATA

1.7 Page 7

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w ®-&' w "'<&' "'<&' <12& e,-& e,@' w <'<&' e,-&> w w ~·1!!111!11(1111Nllot11111f,,~· 111111wwllit1111i1111~~N:,IIIU!lllt1rllHIIIHUl!l1l!II lll!fll;lljll!ìltNIMlt1ll[IIIIJlll,lli.lllllllWIIIIU1161llWJll•IQ1,1t1ifl,•'Ml!l~lltll~lilllllllllllllllUllhllill...,lHI
"<.,~
Carissimo j)iretfore,
se .v!ha çosa ché .stz'a a cuore at
Rettor 1.Wagg1:ore e ag1z' altri nzembn.'
del Capitolo Superiore si è- certamente
quella di conservare ·integ·ro, in.. ogni
casd della nostra Pia Soc/età, lo spi-
rito dd Venerabile Padre e fionda-
r
tore D. Bosco. A - q7:testo solo ess·i nn._
rano in og·nz' loro atto e nei' loro
scritti~ affine . di poter compiere . nel
mz'g1ior 'm odo z'l grave e delù:ato loro
uj}zào e non demeritare il titolo di
sentinelle vigilanti dell' Opera Sale-
siana.
ilda essi non possono raggiungere
questo .fne sen za la cooperazione di
tutti gli' altri membri della Congre-
g·azione, i' quali perciò sono pure te-
nuli a fare q_uanto sta in loro potere

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4
MANUALE
per non scostarsi in nulla da quanto
ha ·-inseg·izato e inculcato Don Bosco.
Se mai venisse a mancare fra di noi
questo comune a~cordo, più non · sa-
remmo degni figli di un tanto Padre,
nè i nostri numerosi isti:tuli darebbero
quei/rutti' salutari che Id~io, la Chiesa
e la stessa civile socielà se -ne ripro-
mettono.
Per cooperare a tener lontano un
sì grave pericolo ti presento, o caris-
s·imo, il Manuale del Direttore Sàle-
siano che contiene le norme con cu'i
devi dij>ortarti, e quanto devi fare per
lavorare efficacemente a conservare lo
spi'r-ito di D. Bosco nella casa · affidata
alle tue cure.
Se non m'i'nganno, questo Manuale
ti tornerà non solo di grande utili'tà
perchè, messe da parte le disquisizioni·
teoriche, discende alla vita pratica e
ti ri'corda tutto quanto devi· fare per
comj>ùre il tuo dovere nella maniera
più vantag-gi'osa per te stesso e per
tutti coloro che da te dipendono,· ma

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DEL DIRETTORE SALESIANO
5
ti sarà _anche molto gradito e, spero,
n_on rimarrà senza /rutto, perchè le
esortazioni: ·i conszg H e gli avvisi che
contùne, sono attinti" da prezi·ose sor-
genti". Basta in/atti" porre attenzz"one
alle citazioni notate in margine d'ogni
pagina _ per convincersi che questo
Manuale è nient'altro che la raccolta
orditzata, ma genui·na, di quanto don
Bosco e D. Rua ci lasciarono scritto
per norma dei direttori. A lla tua per-
spicacia sarà facile riconoscerne lo s#-
le a cui l'ardente zelo per la, buona
direzione dei nostri istituti comunicò
una particolare unzione e una impa-
reggia.bile efficaci~.
,
Perchè poi il Manuale· riuscisse com-
pleto e corrispondente al .fine . cu!· è
· destinato, ·si· sono introdotti pure alcuni
tratti ·delle Cz"rcolarl che io stesso ave-
va ÙJViato a tutti i salesiani nella mia
qualità di Rettor .lklaggi·Òre e aggiunte
altre raccomandaz·ioni che la necessità
dei tempi e le nupve condizioni dei
nostri istituti sembravano richiedere~

1.10 Page 10

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6
MANUALE
Confesso candidamente, o ca7:issimo,
che il mescolare ·i miei poveri con-
sigli con gli ammaestramenti di D.
Bosco e di D. Rua, mi pareva quasi
prefanazione però lo feci' con non
poca ripugnanza e - solo per accond1:-
scendere al consig-lio e alle preghiet~
dt. alcum: buon·i e rispettabili confra-
telli~ i quali insistevano sullà neces-
sità di raccogli:ere in appositi manuali~
assieme alle norme lasciate scritte dai
nostri indimenticabili primi Padrz~ an-
che quanto essi ci" avevano _tramandato
con la parola e con l'esempio.
Ora questo Manuale è l'eco fedele
dei sentimenti di D. Bosco e di D. Rua
ed io non f aedo altro che fipetere ciò
che molte volte noi abbiamo udito dalle
loro labbra stesse. Perciò nel riceverlo
immaginati che il Venerabile Padre
ti dica: tolle et lege ! Ho .fiducia che
ad· ogni· capitolo ti figurerai· di tro-
var# alla scuola di· D. Bosco stesso,
di cui .D. Rua e D. A lbera non sono
che i portavoce. iSpero che farai tesoro

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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DEL DIRETTORE SALESIANO
7
degli insegnamenti che incontri in
Ofni pag·ina, li sforzerai di ridurli
per r.osì dire in succo e in sangue,
sicchè riesca, o carissi'mo, ' a ri'spec-
ch/are in te medesimo quella forma
di g·overno che fu tutta propria del
nostro santo Fondatore .e a far .re-
gnare i'n tutta la pienezza il suo spi.
rito nell'istituto alle tue cure affidato.
In quest'anno .gi'ubilare di Maria
SS. Ausiliatrice prega di' cuore perchè,
mediante la sua potente intercessione,
si co_mpia questo voto ardente del
Torino· Oratorio, 31 gennaio 19r5.
Tuo ajf.mo in C. J.
Sac. P. ALBERA.

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I.
II direttore nella ~ratica
dei suoi doveri religiosi.

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I. Missione e difficoltà del direttore.
II. L'acquisto della per/ezione, suo primo
dovere.
III. Ciò che deve fare per compiere que-
sto dovere.
IV. Lo studio e l'osservanza delle Costi-
tuzioni·, suo secondo dovere.
V. Il di'rettore è figlio di ubbidienza, suo
terzo dovere.
VI. Lo spirz'to di dis~·iplina e di sacri-
jizz'o, suo quarto dovere.
VII. L'amore alla santa povertà, suo
quùlfo doz,ere.
VIII. Lo studio delle scienze sacre, suo
sesto dovere.
IX. La vùa dz' fede e di zelo, suo set-
timo dovere.
X. Totus prirnum sibi et sic totus om-
nibus.

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I.
Missione e difficoltà del direttore.
I. Il direttore salesiano qual dev'essere. ( Cu-
stode dello spirito di D. Bosco - Deve dif-
fondere luce di scienza e pietà).
2. Vantaggi che reca alla casa un buon diret-
tore. ( Fioriscono la pietà, la moralità,
gli studi e la virtù).
3. Pericoli e difficoltà che incontra nel suo uf-
ficio. ( Lontano dai superiori - Esposto
alle critiche e alle insidz'e del mondo).
4. Necessità di particolari consigli e norme.
( Fonti di queste norme - Ricordi confi-
denziali - Lettere circolari di D. Bosco,
D. Rua e D. Albera) .

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2.9 Page 19

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llil;IIIIIJIIOIII ~dllll1U 'll!l!IIIUlltlllltlll ll lllll:UIIIIHlllll!1UIIUllllltlttmm1t;U1111111m111111111 t111 11111111111lH!h:!IUllltllll11111111111111NilllllllllMlllllftlllllitlllll!IIIIIUIIIIIIIUl'JNUli!IIIIII
~ ~ -i...v- l..:!.) - ~ ~ -,.,,- --i...v-"2..r ~ -i...v- ~ ~
I.
Missione e difficoltà del direttore.
« Il direttore è collocato sul
candelabro aftìn chè diffonda
tutto all'intorno viva luce
di scienza e di virtù ».
(D. RuA, L. C., j,. 190 ).
I. - Il direttore deve essere la guida II diretto-
degl i altri confratelli nel sentiero delJ a ~:::~~deve
perfezione: la sentinella vigil ante dei
giovanetti affida ti alle sue cure; il cu- È custode
stode dello spirito di D. Bosco; l'in- 1:'J?JJ.t·:
terprete autorevole delle intern:ioni de : sco.
superiori, anzi. il rappresentante della
loro stessa a utorità. È colloca to sul Deve diJ-
candelabro affinchè diffonda all'intorno {:1:t~e;:,.~:::
viva luce di scienza e virtù. Egli, conscio za e f r'età.
dell'altezza a cui è stato elevato, nulla
deve risparmiare per corrispondere al-
l'aspettazione dei Superiori; e la nostra
pia Società sarà consolata vedendo ri-
specchiarsi la sua buona condotta e le
sue virtù nei salesiani che con lui di-
vidono il p ,me e il lavoro. Inoltre il
s uo zelo, ·i salutari suoi avvisi ed. i suoi

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r6
M:AN U ALE
buoni dempi lascieranno una profonda
impronta nei giovani cuori dei suoi
alunni, sicchè con . tutta verità si putrà
dire che egli è /orma f actus g regis ex
* Cfr. L. animo *~
C., D.Rua,
p.190.
vanl3ggi che 2. - Nell a casa ove trovasi un diret-
rseacaunallabuCoan- t ore 1e orn1. to d ell e necessar .ie qua11.ta, ,
direttore. guidato da vero e ardente zelo, fedele
imitatore del nostro Ven. Padre e Fon-
d atore D. Bosco, fiorisce la pietà, regna
una grande illibatezza di costumi, si
ammira un continuo progresso n egli
studi, si respira un'atmosfera profumata
* Cfr. id. dall a fragranza .d 'ogni più eletta virtù *.
p . 408.
Pericoli e 3. - Sono molte e gravissime le dif-
difficoltè che
,
•.
incontra nel ficolt a che 11 direttore mcontra nel su o
suo ufficio. u f~1·1c1. 0. Eg11. e, pr·n, o meno 1ontano d al
Capitolo Superiore e quindi non può
averne l'immediata direzione: ha a
collaboratori confratelli, animati senza
dubbio da ottimi sentimenti, ma figli
di Adamo essi pure e perciò imperfetti
e ~oggetti a molte debolezze. Più de-
licata ancora riesce la sua condizione
ai tempi che corrono, essendo egli sem-

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3.1 Page 21

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DEL DIRETTORE SALESIANO
I7
pre esposto agli sguardi d'ogni ceto di
persone, frà cui ve ne sono spesse volte
di quelle poco benevoli verso il sacer-
dote. La stessa gioventù, a cui è consa-
crata la sua vita, insidiata e guasta sin
dai primi anni da massime contrarie
alla religione e alla moralità, può darg1 i
da un momento all'altro, noie e dispia-
ceri non pochi e compromet_terlo anche
in faccia alle stesse autorità *.
* Cfr. id.
p. 4o9.
4. - Quindi è faci:le comprendere che Necessi.tà
se
gl1. avv1.s1.,
1. cons1.g11. e
g11.
ammoni.-
particolari
consigli e
'menti· ch e conviengono a tutti· 1· Sale- dniorertmtoere.pel
siani, possono tornargli di vantaggio
come religioso, è pur d'uopo se ne ag-
giungano altri che maggiormente l'aiu-
tino nell'aft:e difficilissima di governare
la sua comunità *.
* crr. id.
Per questo
il Venera bile
Padre
ha 191
lasciato ai direttori salesiani i suoi
Ricordi Confidenziali, destinati a comu· Fonlt'dal-
n1. care
1. 1
segreto
per
conservare
i, l
suo
lequalz"son
tolte queste
spirito nelle molteplici e svariatissime ;0::;;;,.. e
sue istituzioni sociali. Essi sono quel
filo d'oro che ]ega fra di loro gli isti-
tuti salesiani, e ]i rende perfettamente
2

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. 18
MANUALE
omogenei, nonostante la diversità di
lingu~ggio e nazionalità. Ma questi Ri-
cordi così preziosi, per la loro conci-
sa brevità, dovevano essere pratica-
mente commentati ai nostri direttori.
Questo fece il venerando D. Rua colle
su.e auree Circolari, nelle quali, col
cuore alla mano e colla familiarità
, d'un padre ai suoi figli prediletti, li
conduce quasi per mano a raggiungere
più sicuramente quello che dovrebbe
essere in cima ai nostri pensieri, cioè
la gloria di Dio e la salvezza di molte
* Cfr. i~. p, anime *. Si aggiunge pure quanto l'e~
19
r.
sperienza e lo studio hanno fatto co-
noscere di valido aiuto ad aumentare
di molto il bene che deve fare il diret-
tore e a togliere quei difetti che pos-
sono menomarlo.

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II.
L1acquisto della perfezione, primo dovere
del direttore.
5. Strettissimo obbligo della propria perfezione .
(È' un debito che deve pagm·e og n i giorno).
6. Se lo trascura non sarà atto a santificare
gli altri. ( Qui alz'zun doces I .. . l\\Tel fare il
bene è solo str umento - ma quanto più
perfezionato, più atto).
7. Le pratiche di pietà primo mezzo di perfe-
zione. (Pietasad omnia utilz's est).
8. Ma curi sopratutto lo spirito di pietà. (Il
fiore della divozione - l'un ione con lo
spirito di Geszì - Ali e pz'edz) .
9. Senza questo spirito non può essere educa-
tore. (È' la base del sistema preventiv o -
La pietà s'inseg na coll'esempz"o).
IO. Si sforzi di rendere fervente la sua pietà.
(Desiderio di piacere a D io - Spiritu fer-
ventes, Domino servientes - Pign'zia
spiritztale ) .

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3.5 Page 25

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l.". ''•tll!l!!ltllliillliillll!IM>IU!olll lallllllffllfflll!ll!illl!!tlll!nlllllHldll!JlM!""''lllllllllflllftlWIIIU Ml!Mll!l!ltltlUIIN lllll)IIIIH\\hlllUl!llllm!nlllll'IHIIM'""41Pt11111t!!t,,!Mll~Ullitlill
~ ~ - ~-i..v-~ ~ \\2_T~ ~ ~ ~ - ~ - ~
u.
L'acquisto della perfezione, primo dovere del
direttore.
« Filii mei in Christo ca-
rissimi , maneamus in vo-
catione, qua vocavit nos Do-
minus, et satagamus, ut per
bona opera vocationem et
electionem nostram certio-
~em faciamus ».
(Ven. D. Bosco, L. C.,
p. 14).
5. - Il direttore è innanzi tutto rel_i- strettissimo
gioso
Nell'emettere
i
santi
voti
egli hoabbl_11igdo.1rcehte-
contrasse l'obbligazione di tendere con- tor e _della
propr11--Per-
tinuamente alla perfezione richiesta dal tezione.
suo stato. Questa progressiva ascensio- La perfe-
ne verso 1a perfez1one d 1, v,1ene peI sa- dzez"hotn"eto è ctkt He
lesiano come un debito che egli pao-a s,· deve pa-_
o gare og11 t
ogni giorno, ma che suJla terra non g,·orno.
finisce mai di saldare: cum èonsummaverit
homo, tunc incipùt *. Essa è per lui come *Ecdi.18,
il pane che mangia . ogni giorno e che 6"
deve guadagnare col sudore della fronte.
È questo quel negozio in cui si devono
far fruttificare i talenti ricevuti: nqro-

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22
MANUALE
tiamiui dum venio. Perciò opererebbe da
stolto quel direttore che, contento del
suo stato, non si sforzasse di avanzare
nella virtù, dicendo coll'Angelo di.Lao-
dicea: quod dives sum et locupletatus et
*. i(· Apoc. III, nullùts egeo
17
'
Ricordi egli le gravi parole di S. Gre-
gorio Magno: « Chi comincia 1-'opera
della sua santificazione è simile a colui
che a nuoto rimonta un rapido fiume:
s'egli cessa di lottare colle onde, è tra-
scinato dalla corrente. L'arrestarsi è
indietreggiare; non guadagnare è per-
dere; deporre le armi è dichiararsi vin-
to; lavorare senza energia- è disfare il
* Cfr. . L. già fatto » *
C. D. Rua, ·
_
pp. 195-196. !
se 10 tra- 6. - Il grande Apos tolu S. Paolo ·
!;r~r:tfo0~ scriveva al suo diletto discepolo . s. Ti-
sgall.nat littrii..care moteo queste memorande parole: At-
tende tibi et doctrinae; insta z'n zllz's: hoc
enim f acz'ens et tez'psum salvum f acz'es, et
*r.Tim.IV, eos qui te audiunt *. « Applicati prima a
16
'
te stesso e poi ad ,insegnare agli altri:
sii perseverante in queste due cose,
poichè così facendo salverai te stesso
e coloro che ·ti ascoltan'O: ~ Ecco trac-

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DEL DIRETTORE SALESIANO
23
ciat'a la via che · deve battere il diret-.
tore. Ecco come ha da essere ordinato
lo zelo e la carità ben·intesa: occuparsi
dapprima della correzione ·dei propri
difetti, attendere al proprio avanza-
mento nella perfezione e così rendersi
atto a lavorare con profitto per gli altri.
È questo il primo dovere che il Vene-
r-abile Padre impone a tutti i suoi figli
col primo articolo della santa Regola,
ove dice che scopo della nostra pia
Società si è prima la cristiana per/ezione
dei suoi membri e poi ·ogni op-era di carità
spirituale e corporale per la gioventù.
È chiaro che il direttore non sarà
atto ad insegnare agli altri quelle vir-
che egli non ha per anco' impara.to
a praticare. Per quanto eloquente possa
parere la sua parola, per quanto en-
tusiasmo pos;a eccitare nei suoi udi-
tori, ella rimarrà infruttuosa, se coloro Qui alt'um
che
lo
ascoltano
potessero
ripetergli il
1
doces ···
noto rimprovero: medù:e, cura teipsum,
o quelle altre parole: qui alium doces,
tezpsum 1wn doces! * Non dimentichi il ~ Rom.II,
direttore che, nel fare
il
bene,
è
Dio
2
1.
stesso che opera, e che egli non è se

3.8 Page 28

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24
MANUALE
non un misero strumentq di cui si degna
servirsi per compierlo, Ora non v'è
dubbio che ove lo strnmento sia meno
indegno e sia più gradito a Dio, mag-
gior frutto ne risulterà per le anime.
N el fare Quale sventura per il direttore se in-
i"l bene è
so 10 stru-
tento
ad
am. tare 1. suoi.
d1. pend enti., a
mento. sradicare dal loro cuore le erbe cattive,
lasciasse che i suoi difetti mettessero
profonde radici, che il suo cuore di-
_venisse simile al campo del pigro! Dio
non permetta che, occupato continua-
mente a spingere innanzi gli altri nel
sentiero della virtù, dimentichi la stret-
ta obbligazione contratta nel giorno in
cui emise i santi ·voti, di avanzarsi o-
gnora nella perfezione. Oh! si persua-
da bene che più un direttore si studia
di progredire egli stesso nella virtù, più
sarà fecondo il suo ministero sacerdo-
tale e più saranno abbondanti i frutti
* Cfr. id. spirituali della sua saggia· direzione *.
pp. 108-111.
Le pratiche 7. - Il direttore sia perciò ben con-
dmiopmieetàzzpordi-i vmto eh e
le pratic·1zie
d·
i
pz·eta,
sono
1·1
mpeernfteozpieolndai-- pm., va11·do sostegno d e11. a vi·ta re11· g·1osa.
rettore. Non si tenga contento di non trascu-

3.9 Page 29

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DEL DIRETTORE SALESIANO
25
rare quelle che la santa Regola impone,
ma, pure a costo di qualche sacrifizio,
travisi a tutti gli esercizi di pietà che
si fanno in comune. Oltre l'ottimo e-
sempio che darà, potrà assicurarsi se
tutti i confràtelli li fanflo, e togliete
ai negligenti ogni pretesto di esimersi:
Pietas ad omnia utilt's est "'.
* Cfr; id.
p. III.
8. - Abbia egli ben fisso in mente Ma curi so-
ehe 1a p1. eta, e, , al d.ire d.1 sant'Agostm. o, apcrqautuistttaor d1i0
un pzo senti·mento uJe1.,,a nostra altz·ssu· na pspieitrài.to di
origine, un dolce affetto, una spontanea e
generosa servitù: sicchè come la carità
è la regina delle virtù, così la divozione
è il fiore della carità, e la carità è il llfiorede
fi o r e
d e11a
d1. voz1. 0ne,
po1.c. h e,
rende
f.i -
la di'vozio·
ne.
liale ed affettuoso il servizio di Dio:
è quanto di più sublime v'ha nella re-
ligione.
Aveva perciò ragione Mons. de Sé- L'unione
gur
che
scri.ve.va:
« la
p1. eta,
cn.stl.ana
e,
con lo spi·
rdo di Ge-
l'uriione dei nostri pensieri, dei nostri sù.
affetti, di tutta la nostra vib coi pen-
sieri, coi sentimenti, con lo spirito di
Gesù. È Gesù vivente in noi ». È la
pietà che regola saggiamente le nostre

3.10 Page 30

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::'IIANUALE
relaz'oni con Dio, che santifica tutte le
nostre attinenze col prossimo, giusta il
Alt'epùdz'. detto di S. Francesco di Sales che te
anz'me. veramente pz'e hanno alt' per z'nnal-
zarsz' a Dz'o nel!'orazz'one, e hanno pz'edz'
per cammz'nart- fra glz' uomz'nz' per mezzo
dz' una vz'ta amabz'le santa.
Questo immaginoso concetto del no-
stro santo Dottore gl'insegni a distin-
guere, tra le pratiche religiose che deve
compiere in certe ore della giornata,
e lo spirito di pietà che deve accom-
pagnarlo in ogni istante, e che ha per
iscopo di santificare· ogni suo pensiero,
ogni parola ·e azione...
Gli esercizi di pietà prescritti dalle
nostre Costituzioni non sonò che il
mezzo per conseguire lo spirito di pietà.
Felice il direttore che lo possiede, poi-
chè in ogni cosa non avà altro di mi-
ra che Dio, si sforzerà di amarlo o-
gnor più ardentemente, non cercherà
*. c. mai i(· Cfr. 2 . altro che piacere a Lui
D. Albera,
PP· 3-4.
Senza que- 9. - Non dimentichi m a i il direttore
sto
non
spirito,
può es-
che
tutto
1..1
si.stema
d'ed ucaz1. 0ne
m. se-
tsoerrea. educa- gnato d a D . Bo·sc0 s1· appoggi·a suIl a

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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D E L DIRETTORE SAL ESIA Nù
27
pietà. Ove questa non fosse debita-
mente praticata, verrebbe a mancare
ogni ornamento, ogni prestigio al suo
istituto, che diverrebbe inferiore di mol-
to agli istituti laici. Ora egli non po-
trebbe inculcàre ai suoi confratelli ed
alunni la pietà, se non ne fosse egli
stesso abbondantemente provvisto. Sa- 1.a pi'età
rebbe monca l'educazione che dà a i suoi è la _ba se
d el szstema
allievi, poichè il più leggiero soffio d'em- preventt"v o.
pietà e d'immoralità scancellerebbe in
loro queir principii, che, con tanti su-
dori e con lunghi anni , di lavoro, ha
cercato di stampare nei loro cuori. Il
direttore se non è sodamente pio, non
sa rà mai atto al suouffi.cio'. ' Ma ilìni- S 'insegna
gl1. 0r .m.od o
per
m. segnare ·la
p1. eta,
e,
co n l' esem-
pi·o.
quello di darne l'esempio... *
· * Cfr. id.
pp. 7-8.
IO. - · Si sforzi di rendere fervente la Si sforzi di
sua p1..eta, . E chi' amas1. fervore un d es1.- rveenntdeerlaefseura-
derio ardente, una generosa volontà di pietà.
piacere a Dio in ogni cosa. ES:so d eve D esiderio
manifestarsi in modo speciale quando : 1"Jg~cer e
il direttore compie atti di divozione;
ma deve accompagnare pure tutte le sue
a zfoni e trasformarle, per così d ire, in

4.2 Page 32

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:8
M.ANUAI.E
altrettante pratiche religiose. Gli sarà
facile conservare vivo nel suo cuore il
fuoco sacro del fervore, se come av-
Spiritu fer- visa S. Pao]o ricorderà sovente che è
vens.
al servizio di Dio, spi'rt'tu /àventes,
* Rom. 22, Domino· servièntes *. Lo attizzerà ognora
2
più la meditazione della sua sapienza
che tutto conoscé, de1la sua bontà che
ricompensa anche le più piccole azioni
compiute per amor suo, della sua giu-
stizia per cui condanna ogni negligenza,
ogni trasgressione della sua legge... La
meditazione della ficaia infruttuosa, del
tralcio che si distacca dalla vite _e che
mittetur /oras et arescet gli incuta un
sai utare timore di raffreddarsi nella
Pig ri z ia pietà. Vegli perchè non sia ·vittima di
sp,·n ·tuale. quella pigrizia spirituale che ha orrore
di tutto quello che impone sacrifizio,
che tarpa le ali a ogni desiderio di e-
]evarsi alquanto al disopra della no-
stra corrotta natura e lo rende sordo
a ogni ispirazione di raggiungere un più
* 1 * Cfr. id. a]to grado di perfezione e di merito...
pp. 12-13.

4.3 Page 33

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III.
Ciò che deve fare 11 direttore
per compiere questo suo dovere.
I I. Le norme del Venerabile Padre. (Scrupolosa
diligenza nei doveri - Il cuore a Dio).
I 2. Ciò che deve fare ogni giorno. ( Orario
particolare - Prepa;azione e ringrazia-
mento S. Jlfessa - .ilfattutino e Lodi la
sera - Meditazione - Le Ore minori -
Lettura e visita - Ogni cosa a suo tempo
- Preghiere della sera - rendiconto della
giornata a Gesù - Rosario).
ì 3. La maggiore sua mortificazione. (Non au-
sterità di digiuni - Vitto della comunità
- Eccezioni contagiose). '
14. Sempre l'ultimo la sera e il primo la mat-
tina. (Non lieve mortificazione - Disor-
dine da evitare - Un cilizi'o continuo).
I S. Suo,i doveri settimanali, ( Confessione
Preferibilmente dal confessore della co-

4.4 Page 34

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9. 1,
o) .
{ .,
munità -. Che si· sappia da chi è diretto
- Caso doloroso).
1 6. L'esercizio mensile della Buona Morte.
( Punto di partenza per nuove. ascensioni·
- Come si· faceva ai tempi di D. Bosco).
I 7. Rinnovazione annuale, (Almeno sei' giorni
- Admoneo te... Cum consumma-
verit homo tunc incipiet...)
I 8. Il fondamento di tutte queste pratiche.
(L'umz'ltà - Mediti sovr:nte sul modo di
praticarla).
19. Age q~10d agis ! (Falso zelo " In casa
prima e poi_jiton).

4.5 Page 35

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ofii hll!HlthlHllillli:t·-1hll!Jll!lll!iillll!llllllll1l111IIUi1•!1tiitullnlilHll!j\\ijj!IIH!fliJIW. . l!l,!llltllillHllulllfllil,<'llllt+iltltll11111Htill11llill!Nllilllllltil!ll!!!lllil!IIIIIIU~ HUIIIUIMh Jli
-i..!.r~ - ~ ~ ~ ~ " 2 . r ~ ~~ ~ ~ ~
III.
Ciò che d.eve rare il direttore per compiere
qgesto suo .dovere.
« Unusq uisque seipsum pr;e-
beat exemplum bonorum
operum, et ab omni specie
sc andali peraccurate fu-
gam apprehe ndat ~.
(VEN , D. Bosco . Ch co-
O l a ri· p. T.f.)•
I I. - Venendo alla pratica di questo Le norme
suo
pn,mo
d overe
1.1 d,nettore
d eve
a-
del
bile
VPaednreer.a-
vere dinanzi agli occhi quanto il Ve-
nerabile Fondatore gli scrisse nei suoi
Ricordi Confidenziali:
« Con te stesso.
a) .Niente tz' turbi.
b) Evita le austerità nel cibo. Le tue
mortifùazioni siano nella diligenza a' tuoi Scrupolo-
doveri. e
ne l
sopportare
le
molestz.e
aftria..
sa dzl,g-en-
za net' do-
In ciascuna notte farai sette ore di ripo- 7Jerz·.
so. È stabilita un'ora di latitudine in più
o z'n meno p er te e per gli altri quando
v'interverrà qualche ragionevole causa.
Questo è utile per la sanità tua e per
quella dei tuoi' dipendenti.

4.6 Page 36

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32
MANUALE
. c) Celebra la S. Messa e recita il
Breviarz'o pie, attente ac devote...
d) Non mai omettere ogni mattina la
medilazz'one e lungo il giorno ·una visz'ta
al SS. Sacramento. Il rimanente come è
disposto dalle Regole della Società.
f-) Nelle cose di maggior importanza
I~ cuore afa s(!mpre breve elevazione di cuore a Dio
Dio.
pri.ma di'd:7l:"iberare...
Secondo il Venerabile Padre, il di-
rettòre per raggiungere la propria per-
fezione, deve conservare una calma
inalterabile in ogni momento della giorna-
ta: usare una scrupolosa dz"lz"genza nei suoi
doveri': celebrare la S. Jl,fessa e recz'tare
z'l Brevz'ario pie, attente ac devote; non
mai' omettere ogni mattina la meditazione
e lungo il giorno una visita al ·SS. Sa-
cramento e nelle cose di maggz'or z'mpor-
tanza far sempre breve elevazione di cuore
a Dio prima di deliberare.
Quanta sapienza in questi semplici
ammonimenti! 11 direttore che li pra-
tica esattamente, giorno per giorno,
pone mirabili ascensioni nella via della
perfezione cui è obbligato da voto.

4.7 Page 37

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DEL DIRE1'TORE SALESIANO
33
I 2. - Per riuscitvi disponga bene il Ci~ che de·
d1. rettore •l'orano
della
Sl:la
casa
e
ne
ve fare ogni
giorno il di·
si.a p-osci.a 1.1 pri.mo e pr.n, fed ele ese~i.u. - , rl'eatntiomrea spuear.
tore anche nei più1 minuti particolari.
Prenda parre agli "esercizi' di pietà' che
si fanno in comune, tutti pr ecedendo
col buon esempio.
Però, siccome egli deve ·pensare an-
zitutto alla santificazione propria, oltre
l'orario
generale '
s'imponga
un
orario
p
0
ar
t1i:caorl
za' o-
particoJ are, nel quale ·avrà cura di' fis- re.
sare il tempo opportuno -per que11e pra-
tiche di pietà che non posson'.o tr_ovare
luogo nell'orario generale e per quelle
che, quantunque comprese, non può
compiere con la comunità.
Non si lasci assorbire talmente dalle
occupazioni del suo ufficio da esser
costretto a rimandare alle ultime, ore
delta giornata i suoi doveri religiosi,
ma li distrioui!-ca in modo che ciascuno
sia. fatto in tempo opportuno.
Per regola generale, e potendo, 11on Non trala-
faccia servire la meditazione del mat- scz' la pre-
pa ra zione
tino per preparazione prossima o rin.:. e i:z r z'ngra-
graz1amento
L a S: Messa
.
,1m, me. d1àto della Messa.
e I azione per eccellenza e
z za men to
della sa nta
M essa d1·-
stz"ntz' da-
3

4.8 Page 38

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r
34
MANUALE
a.z.tr,: glt"
deve esser preceduta dalla preparazione
pe:i,eertCàl.Z1
at
'
e
segm.ta
d a1 rm. gi:az1. amento d.1' st.mto d a
ogni altro esercizio di pietà. Così fa-
cendo egli si assicura il fervore richie-
sto nella celebrnzione del Santo Sacri-
6.zio ed il massimo frutto.
Il Ven. Padre nelle memorie pre-
ziose lasciate in testamento ai suoi
figli scrive: « Debbo pure scusarmi se
taluno osservò che più volte feci troppo
breve preparamento .o troppo breve ringra-
ziamento .alla S. Messa. Io era in certo
modo a ciò ,costretto per la f ql/a di' persone
che mi attorniavano ùi sagrestia e mi to-
glievano la possibilt'tà di pregare sia pri·ma
sia dopo la S. Messa>. Quanta umiltà in
queste parole! Perchè non era vero che
il buon Padre facesse per il suddetto mo-
tivo p:ù breve preparazione o·ringrazia-
mento alla S. Messa. Difatti nelle stes-
se preziose memorie trovasi scritto (e
porta la data verso il 1845) questo pro-
posito: « Siccome giunto i·n sagrestz'.a per
lo più mi sz· fanno tosto rz'chùste di parlare
o di ascoltare z"n con/essione, così prima
di uscire di· camera procurerò sia fatta
una breve preparazione alla S. Messa ».

4.9 Page 39

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t'.>Et DÌRETTORE SAtESÌANO
35
'"'- , Sull'esempio paterno anche il diretto•
re, se ama v~ramente la perfezione del..
l'anima sua, troverà il tempo per tutto.
Del Breviario reciti per regola Mal• ,vfattutino
tutino e Lodi la sera innanzi: al mattino s~r~~~'~a~~
faccia la meditazione
poscia si
prepari
2
a celebrare. Celebri quindi con tutto il
fervore, conservando la calma e il rac·
coglimento in ogni atto e movimento
richiesto dalle varie cerimonie, e senza
fretta: dopo faccia il ringraziamento
al quale può far tener dietro la recita
delle Ore. Se queste non le può recitare . I. e 9hre ca·
nontc e.
subito perchè il dovere lo chiama a_l-
trove, fissi il tempo nella mattinata, e
non le rimandi al pomeriggio. Non dica
mai a se stesso: dirò le Ore quando
potrò! - Come? Si fissa il tempo per
i , più svariati doveri e non si. fisserà
pe:r questo che il primo? -
Nel pomeriggio si trovi a suo tempo Lettura
a Il a
L e/tura
Stzr.z.tuale e
T,,.Tz.'szta
1n . CO·
sfir ituale
e v t'sita al
mune. Poi, memore che Don . Bosco ;,,;~l~cra·
gl'inculca una speciale visita al Santis-
simo, ne fissi l'ora e determini di re-
citare allora i Vespri, ]a lòmpìeta, il
Mattuti'no e Je Lodi del giorno seguente.

4.10 Page 40

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MANUALE'.
Forse si dirà che ciò non è passibile r ,.,1
per la moltèplicità di occupazioni, che
assorbono il povero direttore d'una
casa salesiana il quale per lo più deve
portar la croce e far anche da Cireneo...
Og-nz· cosa Non è possibile a colui che non s'è
po~uo tem- formato un orario preciso e minuto di
quanto ha da fare giornalmente; ma
non per il dire.ttore che ha calcolato
bene i suoi •doveri ed è convinto di
dover dare ogni giorno a Dio e all'ani-
ma sua quel tempo che esige l'·obbligo
strettissimo della perfezione che s'è im- ·
pos '. o nella sua professione religiosa.
Pregh,"ere Si .faccia Un' dovere di trovarsi con ,}a
della sera. comumtà per recitare 1e oraz1'0n1· .d e11a
se.ra. Questo darà speciale efficacia al
sermoncino che rivolgerà ai suoi alunni.
Il vero direttore salesiano, compiuta
Il ,·end,·- la giornata, si reca da Gesù Sacramen-
conto della
v·ornata a
tato
a
rendergli.
conto
d1
quanto
ha
Gesù. fatto e per imploraFe una particolare
benedizione per sè e per tutti i suoi
dipendenti. Non dimentichi questa pra-
tica, così cara al Venerabile D. Bosco
e all'indimenticabile D. Rua, perchè in
essa è il segreto del buon andamentp

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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DEL DIRETTORE SALESIANO
37
a.., di tutto l'istituto. L'esame di,coscienza,
che si può chiamare il cuore·della peJ.'-
fezione, trova il suo posto naturale in
ques ·o intimo vespertino colloquio col
vero Padrone di casa.
In qualche momento della giornata
procuri ancora di recitare il santo Ro- L a fne-
g lz. ùra del
sario d'obbligo e quando proprio non Rosan·o.
può in altro tempo lo dica prima di
andare a dormire. Sapendo poi quante
siano le insidie che il demonio tend~
alla ,gioventù, il direttore, formato p.lla
scuola di D. Bosco, non può mettersi a
riposo senza recitare l' Oremus : Visita
qu~sumus Domine etc. e senza dare una
benedizione a tutta la sua comunìt~.
13. - Le pratiche di pietà .giornalie- La maggio-
re così distribuite e con ogni esattezza f1t!~:i;~~-
compiute sono pel direttore il mezzo
più efficace di perfezione. Egli però,
se ama realmente progredire nelle vie
dello ,spirito, deve aggiungere e prati-
care un altro mezzo che il Venerabile
Padre accenna appena: « L e tue mortifi-
cazioni siano nella diligénza rai tuoi do-
vrri ~ nel sopportare le m.o/e#i~ a{trui »,

5.2 Page 42

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MANUALE
Le mortificazioni sono ·la pietra 'di pa-
ragone per conoscere se abbia fatto
progresso nella perfezione: nessuno le
ha da vedere all'infuori di Dio, ma non
sono perciò meno necessarie. Quindi
sf':r~·I1j :~;. nessuna ostentazione di austerità nei
ct'bl.
cibz: pero, ancl1e senza l'austerita, dei
digiuni prolungati, che non sono èon-
facenti alla nos·ra missione, il direttore
troverà mille rnod i ,per mortificarsi.
Vitto del- Uno di essi è Io stare al vitto della
~li.comuni'- comunità, e non permettersi eccezione
alcuna di suo arbitrio, ma .sòlo col con-
siglio e con là prescrizione del medico.
L'osservare· fedelmente questo punto è
già di per sè una maggiore mortifica-
zione pel direttore a motivo della li-
bertà còn cui potrebbe disporre diver-
samente. Il nemico dell'anima· sua è
troppo astuto per non suggerirgli con-
. tinui pretesti per sottrarsi alla regola
del vitto comune. Se comincia a cedere
qualche volta, in breve si creerà mille
bisogni che lo metteranno in uno stato
di continue ecce·zioni, con quanto danno
della vita regolare non è chi non veg-
9a. Come fa pena vegen~ cert~ ça~t:;

5.3 Page 43

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DEL DIRETTORE SALESIANO
39
religiose·ridotte ad avere un vitto par-
ticolare per ciascuno dei membri della l 1 91~
medesima I Quando v'è un vero bisogno
.,
la nostra Congregazione fa qualunque
..
s
a
cn"fi
.
ZlO,
ma
non
SI
d
.Imenti.c
h"
l
h
C
e
le
coEnctcaegzzi·oosne,.
eccezioni nella vita religiosa sono ter-
ribilmente contagiose, perchè la gola
appetisce sempre ciò che è di meglio
nei cibi che passano dinànzi agli occhi,
tanto più se questi sono riservati ai
pochi privilegiati! Sarebbe quindi da
augurare che in ogni casa religiosa _vi
sia un locale a parte per la réfezione
di quelli che, dietro consiglio medico,
abbisognano di cibi speciali. Solo in
questo modo si -può conserrnre la per-
fetta regolarità su questo punto. Però,
dove questo non sia possibile, basterà
l'esempio di regolarità inappuntabile
nel direttore per trattenere molti dal
crearsi delle necessità fittizie. Non
manchi poi di ricordare ai confratelli
am·malati che devono ricevere le infer-
mità come visita che fa -loro il Signore
c,nde purificarli. e non servirsene come
di pretesto per credersi dispensati da
_o~ni re~ola di povertà ~ di perfezi9ne.

5.4 Page 44

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· :L\\'IANUALE t r I
14. - , Inoltre D. .Bosco prescrive al
sempre direttore per sè e per i suoi çlipe11denti
sl'eurltaimeo liaI sette ore d1' ri.poso, I asci.andog11., un,ora
~~tit~a~ 18 di latitudine in più o in meno quando
v':ntervenga una ragionevole causa. In
qJ]esta saggia disposizione, che pare una
proibizione .di mortificarsi .con le vigilie
nottui;ne, è contenuta invece una mor-
mNorohn fliùcvae- ti'ficaz1·~>ne ,certo non leggera. F.1ssand o
zi"one. le ore dj · riposo il Venerabile Padre
e~ige dal direttore non solo che egli
riposi sette ore, qu~lunqu~ sia , il prin-
cipiQ e il termine di q~es~o tempo, ma
che,, stando all'orario della co:rn,unità,
sia il primo a levarsi e ìJ.' ultimo a p orsi
a riposo. « La puntualità nel recarsi a
riposo è collegata colla esattezza nella
levata del mattino, che con pari insi-
stenza. int~ndo inculcare. Credetelo,
miei cari, l'esperienza ha fatto fatal-
mente conoscere, che il protrarre l'ora
del riposo al mattino senza necessità,
fu sempr:e trovata cosa assai pericolo-
sa. Al -contrario l'esattezza nella levata,
oltre di esi,ere il principio di una buona
* Cfr. L. c.
Df ·o1n2:B osco,
giornata, si può eziandio chiamare
g~on esempi,o permanente :per tutt!'
u*n
»1

5.5 Page 45

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DEL DIRETTORE SALESIANO
41
Praticare ciò costa non poco al di-
retto.re che, pressato da urgenti lavof'i,
~
_si sente inclinato a disimpegnarli du-
rante le p,rime o·re della notturna 'tran-
quillità, .riposando un po' di più la
mattina. È questo un disordine da evi-
tare
a
t u t,t O
potere:
p
e
r
e
, .,
O
stab l.11. sca
·Dùordine
da ev z'lare.
il direttore di essere sempre il primo
a leyarsi la mattina e ·l'ultimo a met-
.tersi a riposo la sera, e· ciò sarà per lui
un cii izio non indifferente col quale Un cilicio
mmtificare la .sua volontà ed il sùo continuo,
corpo.
15. - Con gli accennati mezzi di su~i dove_ri
m··orti'f.icaz1.one, uni.ti. aIl'eserc1.z1.0 conti.- sett,manah.
nuo della mo:rtifiçazione interiore, eser-
citata con la diligenza a tutti gli altri
doveri e col sopportare, con animo
sempre -eguale, le molestie altrùi, ègli
orescerà' giorno per giorno nella perfe-
zione voluta dal suo stato. ·
Ma 'Ciò non basta. Il dovere della
propria perfezione gl'impone non solo
l'uso di questi mezzi giornalieri, ma
ancora di altri mezzi vuòi settjma11ali1
V\\Wl m~n.~Ht eg ~llnµap ,

5.6 Page 46

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42
./
MANUALE '
I primi sono contenuti nella Sacra-
Co nfessio-
ne sacra- mentale Confessione obbhgatona per
m entale. Regola ogm. otto gi,orni.. N el compi,-
mento di questa - che è la sorgente
sempre viva della vita dello spirito
nostro - ponga il direttore la massima
cura. Faccia la sua confessione in un
determinato giorno ed ora della set-
P ,·ef eri·- timana, preferibilmente dallo stesso
bdat' l/mcoennfetse- con1r,essore stab•il•1tO per la comun1· ta, e
;:; :. della nel luogo stesso dove si confessano gli
altri, acciochè possa esser nota anche
ai dipendenti la sua regolarità nella
pratica di questo primissimo dovere
della vita religiosa. Qualora poi il ~i-
rettore debba, per il maggior bene del-
l'anima sua o per al tre particolari cir-
costanze, scegliersi un altro confratello
a confessore, lo faccia pure liberamente,
et,
k
a
e sat -
s da
ma
d.1sponga le
cose m.
mani.era
ehe
a 1.
c1ii
to n
è d fr·et-
ellospi-
d.1pend enti.
si. a
noto
da
eh.1 e,
d.iretto
r do.
neJlo spirito. La vita nostra è nelle
mani di Dio il quale può ritorcela
quando e come meglio gli piaccia. Ora
qual pena sarebbe se, per qualche ma-
lore improvviso che incolga il direttore,
que}H çhe r ass~st9p.o in quel fran~ente?

5.7 Page 47

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DEL DIRETTORE SALESIANO ·43
fossero -obbligati a chiedersi a vicenda:
- Chi è iJ Padre dell'anima sua, perchè
possiamo chiamarlo a prestargli' gli
ultimi conforti?... Cosa dolorosa, 1pur Caso dolo·
troppo già aCCad.Uta anche rieJle nosfre 1'0SO,
case!
Il
16. - Altro mezzo imi:-ortantissimo L'esercizio
d 1' santi"ficaz1. one propn.a peId"1rettore e, dMeollarte.Buona
l'esercizio mensile della Buona Morte.
Egli deve persuader bene sé stesso della
importanza di tale pio esercizio ed aJ-
lora, sugli esell)pi del Venerabile Pa"'
dre, lo praticherà con la maggior so-
lennità per sè e per i suoi dipendenti.
Noti bene che per il religioso l'eser- 1 •
cizio della Buona Morte non consìste
solo nel fare una Confessione più ac-
curata delle altre al fine di esser sempre
preparato alla morte: per lui deve es-
sere di più il punto di partenza di Punto dt'
nuove ascensioni nella perfezione del- ppearr·tenunozvae
l'amore divino. Come colui che sale un ascensz"oni·.
monte ripido e altissimo, di quando in
quando ·:-i ferma nelle varie spianate
che incontra lungo il pendio·per ripren-
q~f fiato, e mira H cammino ~ià fatto1

5.8 Page 48

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44
, t.l I MANUALE ,1 I i(
e poi mi~ura coll'o,cchio quanto gli re-
sta 4 salire; così il buon religioso, µel-
1'esercizio della Buol}.a Morte, ;dato
uno sguarc:lo al mese trascorso, fissa
arditamente il c~mmino che gli resta
a fare prendendo ogni volta nuove e
più generose risoluzioni di perfezione.
lJ qirettore,ch~,questo comprende, µulla
risparmié\\, . per impedjre che l'·esercizio
d~lla Bq.pna Mort,~ nella su<l, casa si
riduca, come gi~ temeva ~ si lamentava
D. Rua, aQ una prati~a quasi infrµt-
tuosa. ~ Noi ricordia{Ilo, esclamava il
_cqmpianto Superiore, come si facesse
f a<;;;:; ;~ ai t~mpi di D, Bosco; q1,1ale impressiqne
tempt'diD. facevano le parole con cui J'annunzia-
Bosco.
va! Ci serviva di predica il suo conte-
gno p,ivoto mentre si recitavano le belle
preghiere della Buona Morte! Ancor
dopo ci richiamava alla mente i buoni
i!· Cfr. L. proposjti fatti.~. » * Il direttore che è
c. t>. R.ua, intimamente nersuaso degli _alti van-
P· 33 1
~
taggi che reca all'anima sua e a tutta
la sua casa qu~sto esercizio, ·conserva
a questa utilissima pratica il suo an-
tico carattere e nulla risparmia perchè
C[)s.a prodµcfi ~ frµtti più ab]?ond~nti1

5.9 Page 49

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l
45 bEì.. DIRETTORE sAtESÌANÒ-
17. - Vi ha per ultimo un inezzo an- Rinnovazio·
nualé 'di santifica.ziòne che riassume i ne annuale.
precedenti pone l'anima nella fèli é
necessità.di riIµiovarsi nello spirito re-
ligioso, rifornendosi in pati tempo èo-
piosamente di nuove e più durature
energie. Costituisèono qùesto ·mezzo gli
Esercizi Spirituali, prescritti a fotti dalle
nostre Costituzioni, pe'r la durata di al- s~-';:,.:,~
men~ sei giorni intieri. Il direttore che
ha cura della propria perfezione li fa
bene o~i anno, ri'cordando in proposi-
to l'artìtnonimento èhe''dava l'Apostolo
S. Paolo al sub diletto disèèpolo Ti-
moteo: Admoneo te ut resùscites gratlam
Dei, quae est in te. * Chi· sa se per le- * 11. Tiro.
ruoltepl ici cure che si hanno durante 1.
}''anno scolastico; ' n.b11 sia sfata UJl po' Admoneo
neg'letfà la grazia della vocazione alla· te...
vita reJicor·iosa in· cui1 abbia.mb tanti i
mezzi di santificazione? Negli Esercizi'
Spirituali il direttore pu0 ripàrare ·ognf
nSe1gglniogr.eenz*a.
e
risuscitare
la
grazia
. tlel * Cfr. L.
'
C. D. Rua,
p. 97•
Memore di quelle · parole- che -nella
perfezìone, cum consummaverit homo, fune
indpiet, pensi il direttore che molto ·gli

5.10 Page 50

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I MANU AL~
r~sta ad Jinparare, molti difetti da cor-
reggei:e e molte ,virtù da, acquistare.
Alcuno avendo una certa nozione d~IJ.a
virtù, si dà a credere di possederla,
ignorando che dalla scienza teorica aJla
pratica corre un gran tratto. ,Veggano
i confratelli che il loro direttore cerca
di acquistarla, che si studia di r_endersi
* . ogni gio:rno migliore, e siano tratti dal
* Cfr. td.
suo PP· 111-112. esempio a fare altrettanto.
18. - Ma tutti questi mezzi per
Il fo_nda- quanto puntualmente praticati non rag-
tmeenqtoude1stutte- gi.ungerebb ero 1.1 fine, se 1.1 d.1rettpre non
pratiche.
s1. . s1e orza
d'
1
t eners1.
m.
ogm.
tempo
b en
. fondato nell'umz"ltà. Pur troppo, se egli
si esan;tina in modo diligente ed .im-
parziale, deve confess~r,e esistere, in
fondo a.I cuo:i;e, grande amor proprio,
desiderio di p.rimeggiare e d'esseresti-
L'umz"ltà. IJ!ato, compiacenza delle proprie azioni,
suscettibilità ed orrore di tutto ciò che
I potrebbe umiliarlo. Chi sa che ·la carica
o a cui è stato elevato, non contribuisca
ad alimentare questa terribile passione,
la superbia? Perciò mediti sovente su
Mediti" so-
,
,
v enie sul la virtu dell'umilta, sul modo di pra_

6 Pages 51-60

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6.1 Page 51

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DEL DIRETTORE SALESIANO
47
ticarla nelle azioni, nelle conversazio- modo d
n1,, nei, su· oi, aucrett1, e pens1, en, non ma1, p r alfrar la.
qedendosi da più degli altri, nè pre-
figgendosi come fine di superare gli
altri nelle sue imprese, bensì sempre
avendo in mira ) .-a gloria di Dio ed il
bene delle anime, giammai l'onore e la
gloria propria.
Non è chi non conosca quanto influi-
sca l'esercizio di questa virtù a rendere
costante il fervore nelle pratiche reli-
giose, a conservare il direttore uguale di
carattere, anche quando piacesse a Dio
di provarlo con gravi tribolazioni, ad
ispirargli carità e dolcezza verso i suoi
d :pendenti, e finalmente a praticare
quella soggezione e completa ubbidien-
za che
Deus ...
da lui s'aspettano i Superiori;
humi'libus dat ,grati'am *.
* Cfr.
p. 112.
id.
19. ~ Il direttore che così opera aga quod
e, veramente d:z.rettore d.el suo z.stz.tuto, agis I
avendo a cuore tutto ciò che riguarda
la sua carica. Considera come falso Falso zelo.
quello zelo che gli fa credere immenso
il bene che egli potrebbe fare al di
fuori, e gli nasconde il male, di cui si

6.2 Page 52

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1I /
MANUAt.t
rende colpevole non curando prima la
sua e poi quelle anime che lddio; per
mezzo dell'ùbbidienza, gli ha affi.d1ate,
I n cas a
pn"ma. e di cui un giorno gli dovrà rendet
conto. Come potrebbe esser ben diretta
quella casa il cui direttore è quasi
sempre assente, fosse pure per l'eser-
*
Cfr.
.
1d.
cizio
l'· u1. agis l
del
*
sacro
ministero?
A ge
quod

6.3 Page 53

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rv.
Lo studio el'osservanza delle Costituzioni,
secondo dovere del direttore.
20 . Una fo tografia di D . Bosco . ( Le Costitu·
zioni sono il libro della vita · La reliquia
più preziosa del Ven. Padre).
2 I . Legga e mediti le Costituzioni. ( Dinanzi
all'altare · Una pagina dell'archivio sa·
lesz'ano).
2 2. Esamini di frequente come le osservi.
2 3. Le pratichi e le faccia osservare. ( La ruota
che non gira · Come se m,esse giurato
R patrimonio di famiglia· I l prurito di
riforma · L a caratteristica del nostro me-
todo di educazione) .
4

6.4 Page 54

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6.5 Page 55

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HIHHltUIIIIIII MUl!IUnllllilllHIIIIIIIIIMUlllllllllilUIUIIIUIIIUIIIHIIIIUlllHIMIIIUIIIIIIIUlllllllllllllUHUIIIII.LlllillllllllllllllllHIJIIIIIIIILIIUIUMtlllllllHIUlll!IIIHlllmt11u11111111111UUlll!kt
~ ~ ~ " \\ . ! . r--r...!!.r" " " ' l 2 . r ~ ~ ~ --i...v--i..!.r~ ~
IV.
Lo studio e l'osservanza delle Costituzioni,
secondo dovere del direttore.
e Abborrisci come veleno le
modificazioni delle regole.
L'esatta osservanza di es-
se è migliore di qualunque
modificazione. Il meglio è
nemico del bene>,
(Ven. D. Bosco, Rt'-
cordt' Confiden:daH).
20. - Quando il V en. D. Bosco Una tot o-
m. v1,0,
.
1
pnm. 1.
suoi. fig1m. o11.
1. n
Ame-
grafia di D.
Bosco. ,
rica volle che la fotografia lo rap-
presentasse in mezzo a loro nell'atto
di consegnare a D. Giovanni Cagliero,
capo della spedizione, il libro dellé
nostre Costituzioni. Quante cose di -
ceva Don Bosco con quell'atteggia-
mento! E.ra come dicesse: - « Voi tra-
verserete i mari, vi ·recherete in paesi
ignoti, avrete da trattare con gente di
lingue e costumi diversi, sarete forse
esposti a gravi cimenti. Vorrei accom-
pagnarvi io stesso, confortarvi, conso-
larvi, proteggervi. Ma quel.lo che non

6.6 Page 56

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MANUALE
posso fare io stesso lo farà questo li-
bretto. Custoditelo come preziosissimo
tesoro ». -- Lo stesso dicono i Supe-
riori della nostra Congregazione al di-
rettore. Le Costituzioni uscite dal cuore
paterno di D. Bosco e approvate dalla
Chiesa, infallibile nei suoi insegnamenti,
sono la .sua guida, la sua difesa in ogni
pericolo, in ogni dubbio o difficoltà.
Le Cosfz'- Esse sono il libro della vita, la spe-
!2~21~~nU;~ ranza della salute, il midollo del Van-
<Jella v,·1a. gelo, la via della perfezione, la chiave
del Paradiso, il patto della sua alleanza
*Cfr.L.c., con Dio. * Le veneri come il più bel
D. Rua, pp.
40 9, 410.
n.cord o
e la pm. ' prezi.osa
reh.qm.a d e1
Venerabile D. Bosco. Le pratichi ricor-
L a reh- dandosi di quanto scriveva S. Fran-
pq ruezaz.Poshai cesco di Sales a· lle Figlie della Visita-
del Vener. zione: Ciò che esse dovrebbero macrgior-
Padre.
o
mente pa'llentare, sz.' è che si venga a tra-
scurare l'osservanza delle regole, fosse
pur solamente in qualche pi'ccola cosa,
poichè questo sarebbe un segno di rilas-
* *Dir. Spir. satezza.
iAdr. t.pI.V1.C23f.r.
Queste
R ego l e
eg
}'
1
le
ha
]ette,
stu-
diate, ed ora formano l'oggetto delle
sue promes_se e de' voti con cui si è

6.7 Page 57

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DEL DIRETTORE SALESIANO
53
consacrato al Signore. * Deve perciò *Cfr.L.C.
osservar1e
t.ed elmente
se
vuo l e
rag-
D.Bosco,p.
2 1.
giungere la propria perfezione.
21. - Vi è in ogni Congregazione un ~~ggaem~-
m. s1. eme
d
'
.d
1
e
e
e
d.
1
tend enze,
una
ma- tdu1zt1iolneiC. ost1-
niera di pensare e di fare, che forma
lo spirito proprio della medesima, cioè
la s. Regola. Per arrivare quindi ad
essere imbevuto dello spirito del Vene-
rabile D. Bosco il direttore deve legge-
re e meditare frequentemente le n0stre
Costituzioni. Facilmente uno si crede
di conoscerle e di comprenderle, ma
venendo poi all'opera s1accorge che le
cose vanno ben altrimenti. Ora tale Dt"nan zi
all'alta,·e,
incoiweniente non gli succederà qualora
ricordi ad ogni momento che egli din-
nanzi all'altare, in presenza dei confra-
telli, chiamando Dio, la SS. Vergine,
ed i Santi del cielo a testimoni, ha fatto
la solenne promessa di vivere secondo
le Costituzioni della Società di S. Fran-
cesco di Sales. Il direttore non dovreb-
be :mai dimenticare che nell'archivio Unapagi-
.
,, .
na dell'ar-
d ~Ila nostra pia Soc1eta v1 ha una pa- cki7:io sa -
gina da hli .~ottoscritta ch<ì cliç(;; -., leszanQ,

6.8 Page 58

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54
MANUALE
e I o N. N. sottoscritto ho letto e inteso
le costituzioni della Società di S. Francesco
di Sales, e prometto di osservarle costante-
mente, secondo la f ormola dei voti" da me ora
*Cfr. L. c. pronunziata>. - Permetterà egli che tali
D. Rua,
410.
p.
paroIe
si.ano
scri.tte
a
sua condanna ? *
22. -Perchè la lettura delle Costitu-
Esamini di zioni torni veramente vantaggiosa al
frequente
come le os-
direttore,
deve
essere
accompagnata
servi.
d'uno sguardo sopra 1a sua condotta:
deve stabilire un coscienzioso confronto
fra i suoi dO\\·eri e la sua vita: la Re-
gola dovrebbe essere, per così dire, po-
sta su la sua persona come misura per
conoscere il grado di virtù cui è arri-
vato. Più egli sarà costante nell'esami-
narsi su questo punto e maggiore sarà
il bene che farà all'anima sua e a co-
loro che è chiamato a dirigere. E il
momento più adatto per quest'esame è
appunto il riflesso che il Ven. nostro
Padre raccomandava per l'esercizio
della Buona Morte. Quanto vantaggio
* e f r. id. potrà ricavarne t *
PP·
410 411
Legga e rilegga quindi le Costituzioni,
ne_faccia o~getto delle sue çonferenz(ì

6.9 Page 59

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DEL DIRETTORE SALESIANO
55
ai confratelli, ne inculchi la lettura
e l'osservanza in pubblico e in pri-
va '. o, e col suo esempio sia agli altri
modello e incitamento
servanza *.
a
perfetta
os- * Cfr. id.
P• n3.
23. - Ma a nulla gioverebbe la lettura Le pratichi
d e11e Costi.tuz1.on1. e 1.1 saperle esporre eossleervfaarcec.ia
lucidamente agli altri, se il direttore
non le praticasse tutte con scrupolosa
fedeltà anche nelle cose piccole. Come
basta che una piccola ruota d'una mac- La n,otf!'
.
chma non
•.
gin
,
perche
questa
rimanga
che
ra.
nongi -
inoperosa, così l'organismo della nostra
pia Società ne soffrirebbe assai qualora
il direttore non fosse attento all'osser-
vanza delle Costituzioni anche nelle
cose che a taluno forse parrebbero pic-
cole *. Poichè non basta che il direttore *Cfr. id. p.
consideri le Costituzioni quale regola 349·
della sua condotta individuale: ma deve
ancora sforzarsi di farle osservare dai
suoi dipendenti. Se il direttore non fa-
cesse eseguire le Costituzioni qual conto
terribile avrebbe a rendere al tribunale
del divin Giudice!
Lessi (è D, Rua che scrive) che in

6.10 Page 60

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56
MANUALE
una fiorente congregazione v'è la con-
suetudine che ogni ~uperiore nel pren-
dere possesso della sua carica, in pre-
Comesea- senza dei suoi confratelli promette con
'rv aetsos. e g t"u- giuramento di far osservare le loro re-
gole. Nessuna meraviglia perciò, s'egli
sarà tutt'occhi sulla loro maniera di
parlare, di diportarsi e di lavorare. Nou
se l'hanno a male, se caduti in qual-
che fallo, subito sono richiamati al
dovere o corretti delle loro mancanze:
il superiore ha giurato, e perciò non
fa altro che il suo dovere. Sebbene .noi
non abbiamo quest'uso, egli è certo che
anche presso di noi il direttore deve
essere il vigile custode delle nostre Co-
stituzioni. Ora non sarà molto difficile
questo compito al direttore che comin-
cia egli stesso a dare l'esempio nel-
l'osservanza delle Costituzioni, mentre
al contrario riuscirà molto difficile a
colui che non dà l'esempio dell'osser-
vanza·; poichè, dice S. Gregorio, che non
riuscirebbe a levare una macchia chi
ha le mani imbrattate di fango. Nep-
pure gli riuscirà malagevole persuadere
i çonfratelh clw JleU'esi&ere iale o~Syf...

7 Pages 61-70

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7.1 Page 61

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DEL DIRETTORE SALESIANO
57
vanza non segue un capriccio suo pro-
prio, bensì compie un coscienzioso do-
vere. Guai al direttore negligente! San
Bonaventura non si perita di affermare
che egli pec.ca contro Dio, di cui pro·
fana il potere, contro i confratelli che
lascia abituare nelle loro sregolatezze,
contro la propria coscienza nella quale
accumula, oltre le proprie, le mancanze
dei suoi sudditi *.
-1e- Cfr. id.
PP· 412-413.
Du7:1que il direttore, se desidera che
siano osservate nella sua casa le sante
Regole, sia il primo ad osservarle. Con-
sideri quale patrimonio di famiglia le j~!/o";/;.
nostre Costituzioni, che sono la quin- famzi[lia.
tessenza dello spirito della nostra Con-
gregazione e le pratichi scrupolosa-
mente. Senza l'osservanza delle nostre
Regole non può essere vero religioso,
nè vero figlio del Ven. D. Bosco. Si
metta in guardia contro il prurito di
riforma ch'eo-li
O
considerava
a
ragione d1z1irr_1u/or,"rto,
qual verme roditore del vero spirito ma..
saJe~iapo,
Sia sua cura di c;onservare gli usi e le
tradizioni della famiglia salesiana. Ri-
tenga comç çç>~~ "o~trn il ~istçm.~ pre·

7.2 Page 62

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MANUALE
ventivo, e si faccia coscienza di prati-
carlo sempre e dappertutto, dovesse
pure costargli gravi sacrifici. È questo
La ca ra!- che deve formare la nota caratteristica
~e;/:,!;f,,: della nostra maniera di educare e
m etodo '! z" istruire la gioventù. Fuga a ogni novità
educazz o-
o
ne.
nelle nostre pratiche religiose; ogni mu-
tamento nell'orario della giornata, ogni
-l(·
Cf
r.
r.
L.
massima,
ogni
detto,
ogni
modo di
fare
c. D. Albe- che D. Bosco e D. Rua non avrebbero
*. ra, pp. II-
12.
approvato

7.3 Page 63

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V.
Il direttore è figlio di ubbidienza,
sno terzo dovere.
24. Contro lo spirito di indipendenza.
2 5. Natura ed eccellenza dell'ubbidienza. ( Tutto
da Dio - Grazia della vocazione - n voto
- La perfetta libertà - I rappresentanti di
Dio).
26. Ciò che più costa. ( Debes regi, itt possis
regere - Gesù vuole si preferisca la vo-
lontà dei superiori alla propria).
2 7. Obbedienza intiera. ( Senza critiche e di-
sapprovazioni, senza sottrazioni~ ritardi e
risentimenti) .
28. Tutta la perfezione nell'abdicazione della
volontà propria.
z9. Insegni l'ubbidienza ai suoi dipendenti. ( Glt
anelli della catena che unisce a Dio -
Come un carbone separato dal fuoco - n
libro dei confratelh. N<m faccia pesar~
I'ç'(Jbeçlifrzza) ,

7.4 Page 64

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. 1 ob

7.5 Page 65

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m1"1111111n1t11lllflttllll1UIIHIIIIIUtmttlllrtlMIIIIHUHllllllllhlllttffl111UUlllltttllllllUINllfftllnlllltlllUlllll!IIIUIIIIIUIIIUIIIIIIUJHlllllltllllNJUltllltlWIU!lllllllttllll~Hl,'IIUJIIIIIIIIIH!t
V.
Il direttore è figlio di obbedienza,
suo terzo dovere.
« Obedientia inter nos sit
de facto erga Superiores,
q uoad Constit ut iones, q uo-
ad officia unicuiq ue com-
mi'illa » ,
(Ven. D . B osco, C/rco -
la P. T 4 ).
.24. - «L'esatta osservanza delle Rego- eon t r o la
1e e speci.almente l' ubb1'd1' enza e. la b ase dsippeirnidtoendzlian.-
di tutto. Ma se vuoi che gli altri obbe-.
discano a te, sii tu ubbidiente ai tuoi
superiori. Niuno è idoneo a comandare
_se non è capace di ubbidire ». Così il
Venerabile Padre nei suoi R icordi Con-
fidenziali. Per grazia del Signore tra le
file dell'esercito salesiano militano molti
buoni religiosi, veramente degni di es-
sere chiamati figli di D. Bosco, i quali
si sforzano di camminare su le sue
tracce. Cionondimeno non si può ne-
gare che pur la nostra Congregazione
si risente alquanto delle massime che

7.6 Page 66

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r- .
MANUA!.É
sconvolgono la società in questi giorni,
di quello spirito di indipendenza nel
pensare, parlare ed operare, per cui si
vorrebbe scuotere il giogo dell'autorità.
Ed è purtroppo da temere -che ~'infil-
tri tra i nostri giovani confratelli que-
*Cfr.L. C. sta cattiva tendenza*. Ora per iscongiu-
~·7.Rua, P· rare questo pericolo il direttore non
deve contentarsi di sterili lamenti, ma
opporsi a tutta possa allo spirito di in-
* * Cfr. 5. L. dipendenza,
c. D. Albe-
ra, p. 2,
b"
1
d1' enza
.
am-ando
e praticando
l'ub-
25. - 11 direttore al fine di praticare
! :!~ Natura ed questo suo dovere, mediti di frequente
8 18
~~1~· b
su la natura ed eccellenza dell'ubbidien-
dienza. za. Ricordi con animo filiale che tutto
quanto possiede ·è dono dell'infinita ge-.
nerosità di Dio. Da lui l'esistenza, da
lui le nobilissime qualità di cui va
;J;:."0 da adorno il suo cuore e la sua mente: d'a
lui le grazie di ogni genere con cui l'il-
lumina, lo sorregge e provvede in ogni
sua necessità temporale e spirituale.
Alla luce di questo vero, non gli sarà
d :fficile riconoscere il supremo dominio,
l'autorità inviolabile che Iddio ha · so-

7.7 Page 67

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DEL DIRETTORE SALESIANO 63
pra la sua creatura e perciò l'obbligo
di praticare la più umile sudditanza
verso il Signore del1'universo e di os-
servarne i santi comandamenti. Ma
questa legge e questa autorità imposta
a tutti a lui non basta perchè il Signore
s'è degnato annoverarlo tra le anime
privilegiate che son~ chiamate a più
alta perfezione. Per questo egli volle Gra z i'a
unirsi con i vincoli più stretti al Si- d~lla v oca-
zi one.
gnore e, un giorno mem.orando, pro-
strato innanzi all'altare, emise il voto
di ubbidienza. Con quest'atto intese di
obbligarsi non 1.olo a osservare la legge
di Dio e vivere secondo una regola ap- Il voto.
provata dalla Chiesa, ma di riconoscere
inoltre nei suoi superiori dei veri rap-
presentanti di Dio, altrettanti interpreti
della volontà divina. Rammenti che il
religioso ubbidiente, al dire di S. Gre-
gorio, si eleva al disopra del li vello
della condizione umana, si sl ancia con
forza al più alto grado della gloria e
della dignità. Sciogliendosi dalle catene
della propria natura si unisce con i vin-
coli più stretti alla natura divina. E
SJ.CCOme e, uso del
Signor. e
di
concedere
La j erfet-
t a lt"bertà.

7.8 Page 68

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MAN U.A LE
più abbondanti le sue grazie a misura
che trova un'anima più libera da ogni
cosa che metta ostacolo alla sua gene-
rosità, ne consegue che chiunque pos-
siede la vera ubbidienza, si unisce tal-
mente con Dio, che ha diritto di far
sue le parole di S. · Paolo, in cui sta
espressa la vera formola della più alta
,
santità; vivo autem, j am non ego, vivit
~ Cfr. Ga- vero in me Christus: * io vivo, ma non
lat. 2 20• già io, ma vive in me Gesù. Così que-
sta virtù lo avvicina· a Dio o meglio
stabilisce tra Dio e lui una comunica-
zione intima, sicura e n on mai inter-
rotta... :Perchè esistesse tra Dio e lui
un intimo commercio, perchè. egli co-
noscesse chiaramente la sua volontà, e
fosse da Lui diretto perfino nei più mi-
nuti particolari della vita, lddio si de-
I rapp.re·. gna di investire del potere di rappre-
sDeinot.anti dz sentarlo
presso
d.
1
l m.,
d.
1
parlarg}1'
m,
suo nome, prima i Pastori della Chiesa
e poi i suoi legittimi superiori. A que-
sti concede le grazie di stato affinchè
possano dirigere i suoi passi, e consi-
dera come prestato a Lui il rispetto e·
l'obbedienza che egli presta ai suoi

7.9 Page 69

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DEL DÌRETTORE SALESÌ:\\NO
65
superiori: qui vos audit, me audù: qui * Luc. X.
vos :,pernit, me spernit *.
16. - Cfr. 5.
L. c. D. Al-
bera, f as-
, sùn.
26. - S'imprima bene in mente ·il Ciò che più
d i.rettore queste ven.ta, con frequentI. ed costa.
opportune meditazioni, perchè, fra tutte
le virtù quella che costa miaggiormente
all'uomo si è l'qibbidienza. Il dover ri-
nunziare alla propria _volontà ed al
proprio giudizio, q dover dipendere da
altri nell'operare non solo, ma ancora
nel pensare e nel giudicare;nelle cose
grandi come nelle piccole, sono sacri-
fizi ben P,iù malagevoli che il praticare
le più au~tere penitenze. L'ubbidienza
colpisce l'uomo nel più intimo del cuore,
nella parte più nobile del suo essere,
cioè nellq. sua lib era vo,lontà ..
Ora se <lessa suol- riuscire dolorosa
per ogni Salesiano, quanto più ella deve
tornar difficile a chi per età, per inge-
gno, per servigi prestati all a Congre-
gazione esercita nella medesima l 'uffi- Debes re -
cio di superiore! Eppure non solo le g~·, ut fos -
sz s r el(en?.
cariche non dispensano il direttore dal- -
l'ubbidienza, ma, secondo S. Agostino,
questa è necessaria per occuparle con-
5

7.10 Page 70

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66
MANUALE
venientemente: Regat te praeposÙus, ut
possit a te regi subiectus. Debes regi, ut
possis regere. Che più? Gesù Cristo ama
siffattamente l'ubbidienza ai propri su-
per'iori, che. giunse a dire alla B. Mar-
gherita Alacoque: « Io sono contento
leGsesiùprveufoe-- che tu pref en,sc·a, la volonta, d e)] e tue
;~s;~Ja;;t: superiore alla mi'a ». Altrove le diceva:
; 11!7;;~· « Tutti i religiosi separati o disuniti dai
pn·a. loro superiori, devono riguardarsi come
vasi di riprovazione su cui il sole di
giustizia dardeggiando i suoi raggi, pro-
duce il medesimo effetto che il sole
materiale sul fango. Queste anime sono
rigettate dal mio Cuore. Più esse cer-
cano d'avvicinarsi a me coi sacramenti,
coll'orazione e con altre pratiche di
pietà, più io mi allontano da loro per
l'orrore che ne provo... Si è questa disu-
nione che già perdette tante anime e più
ancora ne rovinerà in avvenire perchè
qualsiasi superiore tiene il mio posto;
quindi l'inferiore che urta col suo supe-
riore, si farà altrettante ferite mortali.
Invano egli gemerà alla porta della mia
misericordia, egli non sarà ascoltato,
se io non odo la voce del Superiore ».

8 Pages 71-80

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8.1 Page 71

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bEL DIRETTORE SALESIANO
67
È ·superfluo ogni commento p~r far
amare ·al' direttore ·e praticare una virtù
così cara al SS. Cuore di Gesù .e da
lui raccomandata cdn tanta solennità
di linguaggio. La pratichi bene e cer-
tamente egli attirerà su la sua casa le *Cfr.L.C.
più elette benedizioni del cielo! *
1~~:'. PP·
· · 27. - Qualunque siano adunque gli Obbedienza
ordini che gli vengono dati dai supe- intiera.
riori, qualsiasi mutamento di luogo e di .
uffizio, tanto riflettente là sua persona,
quanto quella dei suoi collaboratori, tutte
·le ·disposizioni riguardanti l'eçonomia,
gli inviti ad osservare certe Regole che
·sembrassero alquanto trascurate, tutto
insomma ciò che parrà ai superiori do -
versi in Domino comaridare, sia dal di~
rettore accolto come manifestazionè
della volontà di Dio *. Vegli perchè la +=· Cfr. id.
sua
anzianità,
l'autorità
di
cui
è
irive-
202
stito, o la sua scienza, non lo autoriz-
zino a pronunziare parole di critica o
di mormorazione contro le disposizioni
date dai superiori*. Il disapprovare tali * Cfr. id.
ordini
e
disposizioni
equivale
a
scalzare
112
la propria autorità, ad introdurvi l'insu-

8.2 Page 72

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68
MANUALE
bordinazione e la diffidenza verso di
sè e il disprezzo e il disonore verso
S e n z a cri"·
tz"chc e dz'.
la
stessa
nostra
p i. a
Societa, .
Al
contra-
::///0va- rio, quando egli rispetta l'autorità dei
Superiori Maggiori, quando si sotto-
mette alle loro decisioni anche con
qualche sacrifizio, rende più veneranda
* Cfr. id. e forte la sua stessa autorità*. Non ad-
P· 348. duca mai pretesti che può suggerire
l'amor proprio od un malinteso attacco
alla propria casa, per sottrarsi all'ob-
* Cfr. id. bedienza *. Si faccia scrupolo di resi-
p. 202. stere anche per poco alla volontà dei
super.iori, di ritardare menomamente
Sen za sol-
tra z z' o nz',
l'esecuzione
degh
ordm: 1
n.cevutI.
e
mo-
;~.~::'!// strame risentimento. Sono cose che
nientt'. basterebbero per costituire quella se-
parazione ~ disunione che N. S. Gesù
Cristo }1a stimmatizza to ·colle roventi
parole dette alla B. Margherita Alaco-
que. Il direttore mediti bene e sovente
su questa grande verità.
28. - Il direttore che vive in questo
modo intieramente sottomesso ai suoi
Tu tt a Ia
perfezione superiori, acquista la vera libertà che
sdtaicnaezll'iaobn· eso1opossono god ere i. fig1i· d i, D.10,cl1e

8.3 Page 73

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DEL DIRETTORE SALESIANO
69
S. Pietro chiama figli di ubbidienza. Egli d ~Il~ pr0-
s1. manti.ene caImo ed eguale d.1 car·at- pr1a \\Olon1à.
tere anche fra le più dolorose contra-
rietà, acquista quella fermezza nel bene
che.nessuna difficoltà vale a smuovere,
quella costanza che nessuna lotta può
stancare, quella vigoria che vince ogni
ostacolo, poichè, al dire di S. Gregorio,
la forza dei giusti consiste nel resi.
stere alla propria volontà *. Così egli * Cfr. 5. L.
gm. ngera,
m.
b reve
tempo
a }J a
perf ez1. 0ne,
C. D. Albe-
ra, p. 5.
avendo scritto S. Bonaventura che tutta
la perfezione religiosa consiste nell'ab.
dicare alla propria volontà: tota reli-
gionis perfectio in propriae voluntatz"s ab-
dicatione consisti'! *.
* Spec. di -
scip.
29. - N è ciò è tutto. Il direttore deve Insegni la
m. segnare
l ' u b b1' d .1enza
anch e
a1.
s
uoi.
d.
1-
aobi bseudoiei ndzia-
pendenti. Cominci perciò a tener saldo pendenti.
il principio dell'autorità nelle sue con-
ferenze e anche nelle sue private con-
versazioni. Ricordi sovente ad e ;:.si che
i superiori sono gli anelli della catena Glz" a nelli
che li unisce a Dio. Li avvezzi a ve- d ella cate -.
na ck e lt
dere con gli occhi della fede N. S. G. C. un is ce a
,,
Dz·a.
stel:?so µella persona dei ~upenon. Ram.-

8.4 Page 74

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70
MANUALE
menti loro che colla prof.essione si è
immolata al Signore la nostra volontà
ed anche, dove occorre, il proprio giu-
dizio, secondo le parole di S. Paolo:
* * Rom. !2, rationabile obsequium vestru111, l'ossequio
1
della nostra ragione. Si riprenderebbe
ciò che fu consacrato a Dio, se_si ri-
cusasse di ubbidire. A chi noi;i volesse
sottomettersi ai superiori, fosse pure
per un bene maggiore, ripeta ciò che ·
scriveva santa Teresa, che cioè il di-
C ome il subbidiente è come un carbone che col
pcaa,r·baotnoedasel-· ~eparars1d a )1a massa d el f uoco, va per-
ldael mfuaocsos.a dendo
il
calore
e · si
spegne·
'
op.pure
·
come un albero piantato fuori del re-
cinto, il quale non giova per nulla al
suo padrone, sebbene carico di frutti,
perchè questi sono scossi da ogni pas-
seggero e gettati a terra prima di giun-
gere a maturità.
Ma noti · che le. parole non bastano.
Deve stargli altamente scolpito nella
memoria che la comunità sua ,non ab-
bisogna solo d'insegnamenti, ma di
buoni esempi. Non dimentichi _mai che
I z libro la vita del direttore è il libro in cui
tdf!elilic,onfra- iconfrateIl_"1 le~~ono l,e norme d el vi.-

8.5 Page 75

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DEL DIRETTORE SALESIANO
7I
vere : regis ad exemplum totus componitur
orbis. San Gregorio Magno diceva: Non
credo che il panno prenda così facil-
mente il colore, il vaso l'odore, quanto
gli inferiori prendono la maniera di se-
sere dei loro superiori. Sentenza con-
solante· per chi edifica la sua famiglia
religiosa col buon esempio! Sentenza
tremenda per chi si contentasse d'inse-
gnare e non confortasse la sua parola
colla pratica! *
*Cfr,L. c.
Insegni dunque il direttore ai soci ad D. Rua, PP·
347 - 348,
essere veramente ubbidienti, ma in pari
tempo si studi di non far pesare troppo .
l' Obb ed1' enza, ad operand O con Ioro mo- dNa opnesfaarce-
d
·
l
b uon1.
e
non
pretend endo
da
Ioro
p m. ,
lz'ao. ò b e d ù n -
di quello che possono dare, e sopratutto
ne dia l'esempio *. Così colla sua ub- *Cfr. id.p.
bidienza perfetta renderà molto meno 2•
pesante a sè e ai superiori l'esercizio
dell'autorità. Insomma con l'opera e con
la paroJa insegni ai suoi subalterni ad
avere un'ubbidienza pronta, intjera,
senza riserva, umile, veramente religio-
sa, e che nessuno la compia ex tristitia,
aut ex necessitate: hilarem enim datorem * 2. Cor.
d;ligit Deus *.
IidX. , p7.·
-Ctr.
203.

8.6 Page 76

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')/ , ,. I"' i.1
1. (

8.7 Page 77

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VI.
Lo spirito di disciplina e di sacrifizlo,
quarto dovere del direttore.
30. In che consiste la disciplina.· ( Sua natura
- Suoi effetti - Cardini su cui poggia).
3 J.. Necessaria al' direttore per la propria per-
fezione. ( Mea maxima poenitentia, vz'ta
communis).
32. Necessaria per mantenere la vita di fami-
glia. ( Omnibus una quies operum, labor
omnibus unus - Idipsum omnes sentiunt
et dicunt).
33 . Dove non regna la disciplina. ( Disciplinam,
qui abiicit infelix est - Religiosus extra
discij>linam vivens, gravi patet ruznae).
34. Necessaria pel bene della Congregazione.
3 5. Le leggi della disciplina. ( Sono contenute:
nelle disposizioni canoniche - Nelle Costi-
tuzioni - Nei regolamenti - Nelle biog-ra,
°(i,e - Ne$"li annali) ,

8.8 Page 78

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11 (\\
J nHq1 t.I J ib 01.m v I
, t o 1'Hb 1h V h Ol16ffp
36. Non ut praesit, sed ut prosit. ( IL direttore
è la regola vivente della sua comunità).
3 7. Spirito di sacrifizio . .( La heatitiulz'ne del do-
lore - L'Agnello divino - Lo stato di vit-
tima).

8.9 Page 79

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IIIHl1HllllliN!IIIIIIIIIM ttlUHIHJUIIIUlllll1lU11111tlllltHIIIIUltJ!IHIH~l!IIVl!flll!IIIOIIIUIIIIIIW"Jtllljl!IIUIU!1111tNttllH111HHlllll!IIIIIIUllllllllll!IIIIIIHltlllfflNHUlflllffllll llllMll"tl11!111
-.!r-.V--V-""'l.!!..r...V--.V--.V--V--.V-""'l.!!..r""\\.V" -V-~
il . ) •
Lo spirito di disciplina e di sacrifizio, ..
quarto dovere del direttore.
« Jl!Jassz'tna sollecitudine
n el j,1·omuov er e con le
parole e coi.fatti la · v,·-
t a comu ne ».
..
(Ven. D. Bosco. Rz·-
J.
rf
cord'i Confident ìali'):
30. L'obbedienza non può .andare In che con-
disgiunta dallo spirito di disciplina ·e !~~~!i~:. di-
di sacrifizio. La disciplina è un ,modd
di vi~~re conforme alle regole e costu-
manze di un istituto. Quest'istjtuto pel
dire~tore è la pia Società Salesiana,
a~la quale è stato ·chiamato, per gq1zia
singola_rissima del Signore, ed il cui
scopo è la perfezione dei suoi me.mbri,
da raggiungersi .sopratutto per mezzo
dell'avostolato a favore della gioventù
pover?' ed abbandonata. Ispirato da Dio
il Venerabile Fondatore ha dato ·a que- ,,.~~a natu-
st'istituto regole o Costituzioni adattate
fii biso$n~ dçi tempi , ç delle persone,

8.10 Page 80

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MAN U ALE
Tutti que1li che fanno .parte della pia
Società Salesiana hanno spontaneamen-
te accettato queste regole di vita. I su-
periori hanno l'obbligo di custodirle
gelosamente quale un sacro deposito
e devono vigilare. perchè ogni, socio si
regoli in modo conforme a tali leggi.
Il perfezionamento adunque dei singoli
membri e dell'intera Società deve essere
l'effetto della disciplina che D. Bosco
impose ai suoi figli; non un perfezio-
namento comune a qualunque famiglia
J
religiosa, ma adattato al carattere spe-
I SI i ciale che· essa riveste e alle regole che
la governano.
La disciplina, al dire di S. Bonaven-
r:/,/i ef- tura, mira a rendere la vita del reli-
gioso buona e onesta, sicchè non gli
basta non far il male, ma nell'operare
il bene stesso si sforza anche di appa-
rire del tutto irreprensibile: conversatz"o
bona et honesta, cui parum est mala non
agere, sed i·n tù quae bene agù, studet per
-x·s peculum omnia t"rreprehenst.bz"lis apparere *. Essa
disciplinae. qumd.1 te.nd e a Ila eLOrmaz10ne d ell' uomo
interiore, sicchè la bontà della vita
e~terior~ ~on è altro çhe il frutto della

9 Pages 81-90

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9.1 Page 81

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DEL DIRETTORE SALES1ANO
77
convinzione interna e la manifestazione
delle interne disposizioni del cuore.
La vera disciplina non si tiene con-
tenta dell'apparenzçt della virtù, non
forma dei sepolcri imbiancati, ma si
propone di aiutare le ani.ne a con-
trarre l'abito della perfezione e di con·
durle più innanzi che sia possibile nel
sentiero della santità. Essa poggia bensì suCcauri~r;o·ng-i
sui due cardini che sostengono ogni v·a.
buono e saggio governo, cioè sulJ'amore
e sul timore, ma sa così bene contem-
perar~ quesf due sentimenti da non
alienare i sudditi con soverchia asprez-
za, nè con troppa indulgenza permette
che cadano nel rilassamento o si sol-
1evino a una 1. ntollera b 1'] e alteng, 1.a *.
* Cfr. 3. L.
Cra., Dp.aAsslzb',en-.
3 r. - Ora lo spirito di discip] ina è , Necessaria
necessari.o· al d.irettore per meg11. 0 vm. - ·aplerdilaretptorore-
cere se stesso, domare le sue passioni e ~r~~/erfe-
quindi farsi maggiormente ricco di me-
riti dinanzi a Dio. Vivendo sotto le
regole della disciplina egli ha, ad ogui
piè sospinto, occasione di mortificare
la sua volontà, di vincere se stesso e
di rendere ognor più st,retti i vincoli

9.2 Page 82

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78
J ,, , MANUALE
che lo 'téngono unito col Signore: Di più
egli •non '.ha bis6gno m prendere eroi-
che risbiuzioni, tl'impors1penìtenze su-
periori ·aHe 'sue forze per soddisfare
ai debiti che ha còntratto, .peccando,
con la giustizia divina. Gli · basta
vivere ' sotto la disciplina èhe · il suo
stato gli impone, e ad ·ogni mom'ento
gli è dato di 'compiere · atti di morti-
ficazione e di penitenza veràmente me-
. .lt-(ea ma- ritorì. ·Egli può con· tutta ragione far ·
xzma poe-
nz'tentz'a,
sue
le
parole · d1.
S.
G1. ovan. n1.
Ber-
v z'ta co m-
mwm·s.
ehmans:
mea ·max t.tna· po·enz,ten, tz.a, vt.ta
;a;~:~.id. communis: la m·a più grande penitenza
è la vita com't1ne. *
··
32. Inoltre per mezzo della disciplina
Necessaria assicura alla sua casa la vita di fam:-
per mante-
-
·
·
nere la vita glia indispensabile per l'esistenza della
di famiglia. comum.ta, . p er essa neIl'.isti.t·uto regna
l'ordine più perfetto in tutte l~ cose e
persone. In ogni parte si scorge pro-
prietà e nettezza, tanto più pregevole
in quanto che non nuoce per nulla alla
semplicità e povertà che si addice a
una comunità religiosa. L'orario è scru-
polosamente osservato in ogni azione

9.3 Page 83

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DEL DIRETTORE SALESIANO
79
e movimento, è regolato dal suon_o delJa Omni.bus
campana, sicchè ad elogio di tale isti- una qu i"es.
tuto si può con- tutta ragione ripetere
il noto verso: Omnibus una quz"es oplrum,
labor omnibus unus. *
* V i rgi 1.
Per la disciplina i soci hanno verso georg.
il superiore -gli affetti e le relazioni -eh~
i figli hanno verso ·il padre: con i com-
pagni d'i lavoro i vincoli da veri fra-
telli. Un amabile candore, un'innocente
semplicità, una spontanea e santa leti-
zia, che riflette la pace del cu~re e la
serenità di coscienza, traspare dal volto
di tutti. Non v'è alcuno che compia· i
suoi doveri ex tristitia aut ex nece/sitate
ma tutti sono felici nella loro vocazione.
Comuni sono i dolori e le gioie, le pre-
ghiere ed il lavoro perchè sicura è la
speranza che sarà comune pure la ri-
compensa nell'altra vita.
Il direttore che fa fiorire la disci-
plina non ha certo a compiere il suo
ufti.cio gemendo e sospirando, perchè
gli stessi suoi desideri sono dai suoi
dipendenti reputati altrettanti comandi.
Non avviene mai che colà risuoni pa-
rola di critica, di mormorazione o di

9.4 Page 84

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Bo
>, ,., MANUAtE
lamento. La carjtà è il vinc~)lo che tiene
!::;:~~ omldnieps ssuemn- unite le menti e i cuori: del tutto uni-
et di·- formi ·sono i pensieri, , i sentim.enti e
* Cfr. id. persino le parple poichè idipsum omnes
passùn. sentiunt et di"cunt *;
33. - Se invece iJ direttore. trascura
Dove no_n lo spirito di disciplina nella sua casa
regna la
sciplina.
d1·
regnera,
necessariamente
1.1 d.1sord.me.
In essa un po' per volta le Costituzioni
diventano lettera morta e le tradizioni
di famiglia sono dimenticate o intiera-
mente trasformate. L'orario non è con-
.forme alle altre case, o,· pur rimanend0
sta~pato su la carta, non è osservato.
Così insensibilmente la vita comune
diventa un peso insopportabile· alla
maggior parte dei soci i quali si con-
dannano di per sè ad · un funesto iso-
lamento e si rendono infelici, avve-
rando in se stessi la parola della Sa-
pienza: disciplinam qui abiicit infelz'.1:
* Sap. III, est * chi rigetta la disciplina è infelice.
ii.
Questi infelici più non amano il loro
istituto, più non si sentono di portare
il giogo dell'obbedienza e ritornano a
chiedere piaceri e soddisfazioni a quel

9.5 Page 85

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DEL DtRETTORE SALESIANO
81
mondo che pochi anni prima avevano
con tanta generosità abband onato. Di Dz'sczplz"-.
·
n a1n, qui
qui le uscite frequenti e senza permesso faelz:cxt'tesù/.i -
o n on giustificate: di qui le visite inu-
tili e pericolose, la negligenza dei pro-
pri doveri e finalmente la perdita irre-
p ar abile dell a stessa vocazione. Che se
non si giunge d'un tratto a tali estremi,
ben si conosce che i religiosi che cal-
pestano le leggi della disciplina, sono
malcontenti di se stessi e di cattivo
esempio alla comunità. Essi fuggono con
orrore tutto quello che costa sacrifizi,
non si danno pensiero di correggere i
propri difetti, i quali di mano in mano
vanno moltiplicandosi e gettando pro-
fonde radici; poco a poco si va spe-
gnendo nel loro cuore il fuoco sacro
della pietà, e, se sono sacerdoti, com-
piono il loro ministero in modo da
la~ciar poco edificati gli astanti. Che
.dire poi se essi devono compiere il deli-
catissimo ufficio di educatori dell a gio-
ventù?
I<ldio n ol permetta, ma forse i gio-
vanetti all e loro cure affidati · cresce- ..... gravi
ranno
n e11 ,.i g n o r a n z a
e
ne I
v1. z1. 0:
i.nvee~
j,atet
nae.
, 1tz"-
6

9.6 Page 86

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MANUALE
d'un padre, d'un amico, d'un maestro,
troveranno in loro una pietra d'inciam-
po, un pericolo alla loro innocenza.
Si avvera qui la parola dell'autore del-
l'Imitazione: religiosus ex tra disciplinam
vz"vens, gravi· patet ruinae, il religioso
che vive senza disciplina, si avvia a
* Lib. I, grave rovina *.
cap. 23•
Qualora il direttore avesse a lamen-
tare in più d'uno dei suoi dipendenti
questi mali, vi ponga tosto riparo con
far rifiorire, se è ancora in tempo, lo
* Cfr. id. spirito di disciplina nel suo istituto con
passz·m. l'esempio e con una prudente riforma *.
34. -- Lo spirito di disciplina infine è
Necessaria l'indizio più sicuro che si conserva nella
paendr aiml ebnuoton casa lo spi. n.to d el V enerab1'l e F'011d ato-
dgreelglaaziConoen.- re. Come la regoIa·n> ta ,e una contm· ua
predicazioné di ciascuno a tutti e di
tutti a ciascuno, un gagliardo impulso ai
negligenti, perchè si correggano dei loro
difetti, un dolce rimprovero ai rilassati,
perchè si rianimino al primitivo fervo-
re; così una piccola negligenza, insigni-
ficante in un uomo privato, diventa un
disordine <legno di severa riprensione

9.7 Page 87

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DEL DIRETTORE SALESIANO
83
in un membro di una comunità religio-
sa, un cattivo esempio a tutti gli altri,
mentre sarebbe un dovere di ognuno
edificare i propri confratelli. Chiunque
abbia carità e rispetto verso la sua
Congregazione, dev'essere uomo di di-
sciplina, ed è tenuto ad osservare anche
i minimi particolari della vita comune.
Ora se tutti i salesi,mi devono essere
solidali in amare la nostra Congrega-
zione, tale dovere incombe principal-
mente al direttore. Questo pensiero,
che l'indimenticabile D. Rua sviluppò
in modo vivo ed efficacissimo nella
chiusa degli esercizi di Valsalice l'anno
1907, dev'egli scolpirsi bene in mente,
e sarà così in grado di zelare con
profitto l'onore e la prosperità della
Congregazione. Perchè essa possa eser- ·
citare in mezzo agli uomini la sua sa-
lutare influenza deve essere governata
dalle leggi della disciplina che San
Bernardo chiama: vincz'trice della cupi-
digia, carcere dei cattivi desi'deri, freno
della lussuri·a, vincolo dell'i'ra, domatrz'ce
dell'intemperanza, della leggerezsa e di'
di ogni disordinato appetito *.
* Cfr. id.
passùn.

9.8 Page 88

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MAN UALE
35. - Perch è il direttore possa prati-
le I~g~i care e far pra ticare le leggi della disci-
della
plina.
d1sc1-
p 1m. a
f a c c i.a
uno
stud1' 0
accurato per
ben conoscerle. Esse sono contenute :
a) nelle disposizioni canoniche emanate
dal Vicarz'o di Gesù Cristo e dalle S. Ro·
mane Congregazioni· p er il buon g overno
Nelle d i·- delle f ami'gli'e religiose. Quindi accetti in-
spos i zioni
ca n oni'che.
cond1' z.10natamente
qua lunque
i.nsegna-
.
mento, qualunque decisione dottrinale
del Papa. In ogni é1tto p ap ale v'è
sempre la parola del V icario di Gesù
.Cristo e del Successore di S. Pietro,
del Maestro divinamente costituito e
d ivinamente assistito, di tutti i fed eli.
Non solo i comandi, ma i desideri e
le raccomandazioni del P apa siano
da lui accolti prontamente, sincera-
mente e con ri verente ossequio d e11a
mente e del cuore. Questo significa
che egli deve puntualmente .eseguire
ogni prescrizione, ogni disposizione del
Sommo Pontefice e delle Sante Ro-
mane Congregazioni, sia che riguardi
la Chiesa in generale, sia che riferi-
scasi alla nostra pia Società. Subordi-
na tamente abbia rispetto e presti fa do-

9.9 Page 89

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DEL DIRETTORE SALESI ANO
85
vuta obbedienza al Vescovo nella cui
diocesi trovasi la sua casa; stimandosi
fortunato quando gli è dato prestargli
qualche servizio a bene delle anime.
b) nelle nostre Costituzioni che son o
non solo la base della nostra pia So-
cietà, ma un faro la cui luce non viene
mai meno. La Regola è la consigliera
ufficiale che 1 Signore dà al direttore sf~:1'f: 7:t~-:
0
per guidarlo in tutti i particolari della t uzz·o,,zt".
sua vita e del suo ufficio. Egli la deve
praticare alla lettera senza darsi pen-
siero di migliorarla o riformarla.
e) .l\\Tel/e deliberazioni dei capùolz" ge-
nerali
e nei
reg olamenti·
riguardanti
la
::;,:;·,-i;?0
1
-
vita religz"osa, la vita di comunità, z" vari
uffici che sono chiamati ad esec itare
i confratelli nei propri istituti. Essi sono
. il frutto di molti anni di esperienza
e coronati da abbondantissima messe
nel campo salesiano.
d) negù avvisi, nei consigli e anche
.
.
..
iVelle Cù·-
neglz ordznz che vengon o promulgati per co larz· d e i'
mezzo de1le Circolari dei Superiori. Sup eri.o ri·.
e) nelle biografie dei" confratelli de-
Nelle bz"o-
funti e negli annali della Congregazione gra.fì-e,
e di ci~sçµna ça~a,

9.10 Page 90

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86
MANUALE
Il direttore conservi ben ordinato
hCttoton snee1·vl t-" nell' a rchivio della casa tutti questi
l ' Arcltt"vz·o. documenti, registrandoli in pari tempo,
volta per volta in un apposito registro
fatto a mo' di indice analitico perchè
sia facile la ricerca di qualsiasi deci-
sione o deliberazione per e per i
suoi successori. Di quando in quando
poi ne rilegga qualcuno e sopratutto
corra a consultarli quando gli sorge
qualche dubbio intorno al come agire
in certe occasioni.
36. Le leggi della disciplina p er quan-
Non utprre- to ripiene di saggezza e di prudenza
sit,sedut
prosit.
restano
molto
facilmente lettera
morta
se il direttore non ne cura l'osservanza.
Egli il solerte custode e l'interprete
autorizzato per ridurle a tempo e luogo
alla pratica e tutelarne l'onore e l'in-
tegrità. Perciò non dimentichi mai che,
appunto perchè sempre in vista d~lla
sua comunità, egli deve essere la re-
gola vivente, la personificazione della
virtù, una specie di morale in azione,
affinchè possa in ogni cosa servir di
m<?ctvHo aj §uoi dipend~nti, NeH~ §\\l~

10 Pages 91-100

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10.1 Page 91

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DEL DIRETTORE SALESIANO 87
famiglia è come l'orologio che regola
ogni cosa, è come il sole che apporta .Il diret-
1uce o lascia penetrar le tenebre secon- tore èl~re-
g ola v iven-
do che brilla o si eclissa, il libro in te della co-
,
munz.tà.
- cui gli altri leggono cio che debbono
fare. Si è per questo che egli deve co-
noscere meglio d'ogni altro le leggi
della disciplina, e dev'essere il primo
nell'osservarle, perchè è messo in quella
carica non ut prcesit, sed ut prosit; non
perchè pres.ieda, ma perchè sia utile.
Se chi presiede, scrive D. Bosco, non
è osservante, non potrà pretendere che
i suoi dipendenti fac ciano quello che
egli trascura. Abbia continuamente di -
nanzi agli occhi questa verità
un direttore esemplare. *
e
sarà * Cfr.
passz·m.
id.
37. - Per compiere convenientemente Spirito di
questo grav1.ss1.mo d overe 1.1 d.1rettore sacrificio.
abbisogna di un grànde spirito di sa-
crifizio, che è quella virtù per cui nei
mo·menti più difficili egli non si lascia
dominare dall'immaginazione, dal sen-
timento o dalle passioni, ma facendo
prevalere la ragione illuminata e inga-
~liardita dçiHa, fede1 ~i persuade çhe

10.2 Page 92

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88
MA NUALE
tutto ciò che gli succede di spiacevole
torna a suo vantaggio spirituale. Chi
ha la fortuna di possedere lo spirito
di sacrifizio, nelle pene e negli stessi
patimenti più dolorosi, ben lungi dal- -
l'attristarsi o menarne lamento, soffoca
in cuore la naturale ripugnanza al pa-
tire, e sollevando al cielo il volto ras-
segnato, dice generosamente: Signore,
se così a voi piace, sia fa tta la vostra
volontà: ùa, Domz'ne, quoni·am sz"c fu ù
+:·Math.Xrplacz'tum ante te. ·*
26
'
È su questa virtù che è fondata la bea-
titudine del do1ore che Gesù Cristo ha
svelato al mondo, il quale non vorrebbe
tuLdaz'nbeeadtie'l- Saperne. E SSa. · f U
1a
compagna
d.
I
G e su'
Dolore. durante tutta la sùa vita, tanto che
S. Paolo con frase scultoria potè rap-
presentarla in queste brevi parole: Chn·-
* Ad Rom. stus non sz'bz' placuù. * E sulle sue tracce
xv, camminò il nostro Fondatore, la cui
vita può definirsi un continuo sacrifìzio.
Epperò senza spirito di sacrifizio e di
abnegazione il direttore non può chia-
marsi suo figlio.
: Di più senza di questo spirito non
può sperare di far · d~l l?~ne alla: gio.,,

10.3 Page 93

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DEL DIRETTORE SALESIANO 89
ventù, poichè ad ogni piè sospinto ca-
drebbe in atti di impazienza e di col-
lera. o di scoraggiamento: non gli ver-
rebbe fatto di sopportare i difetti dei
confratelli, di ubbidire ai suoi supe-
riori. Privo dello spirito di sacrifizio
non avrà la forza di praticare la po-
vertà, si esporrà al pericolo dt far nau-
fragio nella castità e farà molto dubi-
tare della perseveranza nella sua voca-
zione. Oh! se v'ha qualcheduno che
debba praticare lo spirito di sacrifizio L'Ag nello
si è bene il sacerdote, nelle cui mani divz'no.
è sacrificato ogni giorno il divino A-
gnello sui nostri altari. A sua imita-
zione si metta pure il direttore fra le
sue mani, nello stato di vittima, pronto
ad essere sacrificato quando e come a
Lui piaccia. Ogni mattina nella pre-
ghiera di consacrazione a Maria San-
tissima noi la supplichiamo affinchè per dL_o .sttt': t o
z v i 11na,
quanto è possibile, col nostro contegno,
con le nostre parole, col nostro buon
esempio, rappresentiamo al vivo Gesù
benedetto, ma quando è che noi siamo
più simili al divin Salvatore e meglio
possiarp. t~nerv l~ ~1,1e y~ç;i pres~9

10.4 Page 94

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90
MANUALE
anime che dobbiam salvare? Oh! lo
ricordi bene il direttore, si è special-
me te quando egli pel suo stato di
re] igioso, pel suo ministero di sacer-
dote gli è dato di soffrire qualche cosa.
Al punto di sua morte non saranno i
piaceri goduti, gli onori, le ricchezze
che lo consoleranno e gli inspireranno
;(· Cfr. L. fiducia, bensì quei sacrifizi che avrà
* C. D. Rua,
,
PP· 203-204. fatti soffrendo per Gesu.

10.5 Page 95

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VII.
Amore alla santa povertà,
quinto dovere del direttore.
38. Difficoltà di questa virtù. ( La pietra di
paragone - lo scoglio di tante vocazioni) .
39. Voto e virtù inseparabili. ( 111'ateria diversa
- non solo l'uso ma l'affetto del cuore -
la pece - l'ala).
40. Il Modello divino e i suoi imitatori. ( E-
sempi e insegnamenti di Gesù - Gli A-
postoli - Il saldo muro della Congrega-
zione - Come le uova) .
4 I. Pericoli pel direttore e norme pratiche per
evitarli. ( Il campo di Dio - La spada a
due tagli) .
42. L'esempio e gli insegnamenti paterni.
43. Gli obblighi assunti nella professione re-
ligiosa. ( Una data memoranda . È de-
bitore alla Congregazione Il suo esem-
f io è /une (o , §t",n.i/ç q V,çrm,ç r<J<Nçre) ,

10.6 Page 96

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44. Da mihi animas, coetera tolle ! ( Iiìtnesta
tendenza al naturalismo · Sono i poveri
che evangelizzano) .
45. Le opere nostre sono il frutto della carità.
( Sacri.fizi che fanno i cooperatori · Te-
nere vita comoda è ingratitudine verso
Dio e i benefattori).
46. La povertà è il rimedio contro la rilassa-
tezza della vita religiosa. ( Certi infelici
religiosi · Il cuore attaccato · Unico ri-
medio, la vt'ta comune) .

10.7 Page 97

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11m1mmilLll~illMtlllHlllllllltlllllliHtllllllllllllllltllltlllllllllillHIIIIIIIIIIIIILIIIIIIIIIIUnl!llllfNHHIIHIIIIIIUtlllll1l1Ht11!11IUIIIH!U!Ull ttllllnlmlll!!IHIIHIIIIIIUIIIIJUUUllllllllltlllHIII
~ ~ ~ ~ - i . . . 2 . F ~--r...!!f" ~ ~ -i2..r ~ - i . v - ~
VII.
Amore alla santa povertà,
quinto dovere del direttore.
< ••• Dall'osservanza perseve-
rante del voto di povertà
dipende in massima p a rte il
benessere della nostra p ia
Società e il vantaggio del -
1' a nima nostra ».
( Ven. D . Bosco, Ct'rcolar,·
f. 42).
38. - · Queste parole del Ven. Padre Difficoltà di
add 1. tano al d.irettore un altro obb].1go questa virtù.
della vita religiosa la cui osservanza
dipende in massima parte da lui, anche
in riguardo agli altri confratelli.
La povertà in se stessa non· è una
virtù: essa è una legittima conseguenza
della colpa originale, destinata da Dio
all'espiazione dei nostri peccati e alla
santificazione delle anime nostre. È
quindi naturale che l'uomo ne abbia
orrore, la consideri come una sciagura
e faccia quan to sta in lui per evitarla.
La povertà diventa una virtù solo quan-
do. è volontariamente abbracciata per

10.8 Page 98

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94
M ANUALE
amor di Dio, come fanno coloro che
si danno alla vita religiosa. Tuttavia
anche allora la povertà non cessa di
essere amara: anche a i religiosi la pra-
tica della povertà impone gravi sacri-
fizi, co me noi stessi ne abbiamo fatto
le mille volte l'esperienza. Non è per-
ciò a stupire se la povertà sia sem-
L_a pz'etra pre uno dei punti pit'.1 impor tanti, s e
dz parago-
ne.
ella sia come la pietra di paragone
per distinguere una comunità fervente
da una rilassata, un religioso zelante
da uno negligente. Essa è pur troppo lo
}z'? ~c;c;,1;·: scoglio contro cui vanno a rompere
voca zz.om·. tanti magnanimi proponimenti, ta;: te
vocazioni che avevano del meraviglioso
* crr. L. nel loro nascere e nel loro sviluppo. *
cp..,36D2.. Rua, Di qui la necessità l)er parte d el diret-
tore di amare la santa povertà per po-
terla praticare e mantenerne vivo nella
sua casa l'àmore e intiera la pratica.
.39· - La santa povertà, abbracciata
Voto e virtù col voto ne1la professione religiosa, è la
inseparabili. virtu, creatn.c~ d eIlo stato d.1per fez1. one,
che da essa ripete tutta la sua ragione
di essere ed il suo peculiare distintivo.

10.9 Page 99

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DEL DIRETTORE SALES1AN 0
95
Perfezione religiosa e povertà sono inse-
parabili e chi vuole la prima deve· ne-
cessariamente abbracciare la seconda.
Quando si dice che uno è religioso lo
si pensa naturalmente . povero. E sic-
come è diflìcile assai aver lo spirito
di povertà col possesso dei beni terreni,
così quegli che vuol conseguire la vera
perfezione religios a, volontariamente si
obbliga con voto al distacco totale dai
beni della terra. Il voto di povertà ha
valore per la perfezione in quanto è
unito all a povertà virtù: separato non M aterz"a
è più che una formola priva di senso. di.versa.
Col voto di povertà si rin!.mzia a l'uso
di ogni cosa temporale come propria:
ma che varrebbe al religioso questa
rinunzia ~'egli di fatto avesse ancora
il cuore attaccatò a i beni 'della terra ?
Perchè il suo voto sia efficace si ri-
chiede non solo ch'egli si spogli del Non solo
d 1. n.tto d1' d'1sporre l1' beramente d e11 e la'fiefseottmo adleol
cose di sua proprietà, ma eziandio che cuore.
liberi il suo cuore da ogni affetto alle
cose terrene e si serva di esse solo in
quanto sono necessarie per la conser-
vazione della esistenza.

10.10 Page 100

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96
MANUA!.T<:
La pece e Qualunque affetto infatti ai beni dell a
l'ala. terra è, al dir di S. Agostino, una pece
che impedisce all'anima di volare verso
* S erm.u2 Dio * e quindi un ostacolo alla santità:
E. B. mentre lo spirito di povertà, secondo
S. Bernardo, è un'ala potente che ci
* D e adv . trasporta al regno dei cieli. * Ma l'uomo
D. s. è naturalmente portato verso i beni
terreni, vi si attacca istintivamente e
cerca in essi quanto può giovare al
suo benessere. Come perciò pervenire
alla pratica della povertà, al distacco
da ogni cosa e così condurre questa
virtù alla sua perfezione? V'ha un
mezzo solo: tagliare cioè la radice della
concupiscenza e questo si fa col voto
di povertà. Così il voto di povertà favo-
risce la pratka della virtù della povertà
e questa alla sua volta ben esercitata
mantiene il fervore del voto.
40. - La povertà è il primo dei con-
II mode I I o sigli evangelici, è il primo atto che
sduioviinimoitaeto-ideve compi.ere ch'mnque vog1i.a 1. m.1tare
ri.
più perfettamente il divino . modello
Gesù Cristo. Il Figlio di Dio, insegna
S. Bernardo, n on trovando in cielo la

11 Pages 101-110

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11.1 Page 101

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DEL DIRETTORE SALESIAN6 97
povertà, che abbonda su la terra, quan-
tunque poco stimata, ne è così inna-
morato che, disceso dal cielo, la vuole
abbracciare per · insegnare quanto sia
preziosa. Durante tutto il corso della
sua vita mor ;ale, mai non vuole esserne
separato ...
All'esempio aggiunge l'insegnamento.
Egli scaglia le più terribili minaccie
contro i ricchi che trovano su la terra _Esempi' e
insegna-
le loro consolazioni; e chiama beati menti" di·
i poveri, assicurando che è di loro · ìl Gesiì..
regr:o dei cieli. Invita tutti a seguirlo
e poi con un linguaggio che solo po-
teva usare l'Uomo-Dio, dichiara che
chi non rinunzia a tutto ciò che pos-
siede, ·non è degno' di Lui, non est me
dignus. A chi ne lo richiede come 'debba
fare per esser perfetto risponde: Va,
vendi ciò che hai e· vieni alla mia se-
quela. Ecco proclamata dall'Incarnata
Sapienza l'eccellenza della povertà!...
E questo volontario spogliamento da
tutti i beni deJla terra praticarono gli
Apostoli,t! tutti i discepoli suoi, ·tutti i Gli' Apo-
santi che ··-rn· tanti secoli illustrarono slolt".
la Chiesa. 'Con tutta ragione quindi
7

11.2 Page 102

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-~ANUALE
l'Angelico Dottore poteva scrivere che
il primo fondamento per arrivare alla
perfe:?ione della carità si è la povertà
volontaria, per cui uno viva senza nulla
poss~dere ·-di proprio: p rin:tUm funda-
m~ntum a.d c_ha,ritatis p erfec#o1?.em acqui-
rendam est paupertas voluntaria, qua quis
* Q. 188. sine proprio vivat ,*. E S. Ignazio di
2 . 2.
Loypla, nel ,dettare le regole della sua
Compagnia: ~ i,é:J. povertà · come ·saldo
1 z sa ldo wuro dtll.a iCongregazione, si deve tener
m uro della
Congrega-
cara
,e
. consçrvare
nella
sua · punta,
zione. quanto colla :divina grazia sa_rà possi-
* Cfr. L. bile *.,
PCP. ·D3.62R-u36a4,
S
F
r an c_esco
d..1Sa1es,
~veva
per
le
passùn. riçchezze un sa:i;ito orrore e scriveva:
io mi servo dçi bGni del mondo come , i
c~;ni çiell~Egitto, che b~vono l'~cqua del
Nilo co.rrend,o_per timore d'essere preda
dei coc.coc\\ril 'i.. Il Santo Dottor.e ponev~
p~r prima .cond_izione a chi desiderasse
~ntrare nella vita religiosa, d';1ver ,uno
spirito µudq, 9ssia -spoglio da ogni desi-
d~rio ed inclinazione, ,eccettochè dal
des\\deri.o di amar. Dio. Ad una comu-
nità . religiQsa di .Parigi scrisse queste
severe parole: i'! serpe della dissoluzione

11.3 Page 103

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DEL DIRETTORE SALESIANO 99
e del disordine non è anccr entrato nella
vostra casa, ma state in guardia perchè
certe mancanze ne sono come le uova. Se
Come le
voi le riscaldate tenendole in s_eno, un u o1,a.
giorno quando meno vi penserete, saranno
la causa della vostra rovina e perdizione.
Eppure quella fam:glia religiosa era
assai regolare nè sprovvista di virtù,
poichè il Santo non esitò a chiamarla
eccellente. Quali mancanze aveva egli
trovate da meritare un biasimo così
duro? Erano piccoli difetti contrari c11la
,
poverta
*.
* Cfr. id.
ut supra.
4r. - Queste verità richiami sovente Pericoli pel
l'l d.iretlore m· mente e g11· sara, fac1"Ie ndoirremtteorepeer
sviluppare in cuor suo un vivo ardore evitarli.
per la sant.a povertà. AIJora gli sarà
facile persuadersi che sono molti i reli-
giosi poveri di fatto, ma pochi qµelli
eh~ non àbbiano conservato qualche
segre:o desiderio di ,benessere sia per
se stesso o per la loro Congregazione.
E vedrà come facil~ente egli possa
trovarsi tra questi, poichè la facoltà
che gli compete di poter disporre delle
cose di casa con certa libertà, Io pone

11.4 Page 104

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100
MANUALE
continuamente nel pericolo suddetto,
anche con lo specioso pretesto che certe
cose gli sono dovute per il posto che
occupa.
L'amore alla povertà gli farà com-
prendere che se vuole acquistarla e far-
la fiorire nel suo istituto, devesi trovare
fa propria felicità nel possedere nulla
in proprio, nel dipendere per l'uso e
l'impiego delle cose temporali dalla
Regola e dai Superiori e dal tener lon-
tano dal cuore qualsiasi attacco o in-
clinazione alle ricchezze.. Inoltre per
le cose temporali, che sono di proprio
uso, bisogna contentarsi di ciò che è
più povero nei cibi, ·vestiario, mobilio,
in tutto.
Ma è sopratutto dalle piccole cose
che bisogna avere il cuore distaccato.
Basta che ad un uccello ·un po' di terra
s'attacchi ad una penna perchè non
possa più sollevarsi in aria: così il re-
ligioso che possiede la più piccola cosa
temporale contr.o la perfezione della
povertà, non potrà mai unirsi perfetta-
mente a Dio n è trovarvi vera pace. Se
in religione non è affatto estinto il de-

11.5 Page 105

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DEL DIRETTORE SALESIANO 101
siderio della proprietà, questo div :ene
più ardente nelle piccole cose che nelle
grandi. Non dimentichi che il suo indi-
viduale progresso nelb perfezione è in-
timamente collegato con la pratica di
questa virtù. L'anima sua è il campo di
Dio. Quando un campo è coperto di l'D::~npo
spine e di erbe cattive, è necessario
dar mano alla falce, all'aratro e per-
fino al fuoco. Allora solamente il po-
dere potrà dare una messe degna dei
granai celesti. Ed è precisamente col
voto di povertà che egli può sradicare
dal campo del suo cuore i cardi e i
triboli... La povertà sarà sempre quella
spada a due tagli, pertingens usque ad La spada
divisionem animae et spù-itus, che, pene- ;,/ue la-
trando nel più profondo del cuore, lo
separerà dal peccato, e più ancora
dalle sorgenti stesse del peccato, quali
sono la superbia e la concupiscenza,
avendo il Signore stesso detto alla B.
Angela di Foligno che la superbia non
può esistere se non in quelli che pos-
seggono o credono
che cosa *
di
possedere
qual-
* Cfr. id.
PP· 267-368.

11.6 Page 106

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r
102
M ANUALE
4 2. - Ma motivi più intimi e di fa-
L•e~e!'lpio miglia hanno a spronare il direttore
e gli inse-
gnamenti pa-
alla
prati.ca
d1.
questo
dovere.
terni.
Primo fra tutti . l"esempio del nostro
Venerabile Padre: il direttore deve es-
sere il D. Bosco redivivo nella sua casa.
Ora egli visse povero fino al termine
della sua vita, e nutriva un amore
eroico alla povertà volontaria. Godeva
quando toccavagli soffrire la penuria
delle cose necessarie. Apparve evidente
il suo distacco dai beni della terra,
perchè avendo avuto tra mano im-
menso denaro, non si vide mai in lui
la minima sollecitudine di procurarsi
qualche soddisfazione temporale.
Ei soleva dire: La povertà bisogna
averla nel cuore per praticarla. E Dio
lo ricompensò largamente della sua fi-
ducia e della sua povertà, sicchè riuscì
ad intraprendere opere che i principi
stessi non avrebbero osato e a condurle
felicemente a termine.
Parlando del voto di povertà,nellasua
circolare del 20 novembre 1886, scri-
veva le memorabili parole: Ricordia-
moci', cariftg liuoli, che da questa osservanza

11.7 Page 107

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DEL DIRETTORE SALESIANO 103
dipende in massima parte il benessere della
nostra Pia Società e il vantaggio del/'a-
nima nostra.
Spesse volte nelle sue conferenze as-
sicurò che la nostra Congregazione sa-
rebbe stata benedetta, sostenuta e pro-
sperata dal Signore se in essa fosse
stata ognor fiÒrente la povertà. E quan-
do s'avvicinò la sua fine e in forma di
testamento volle per l'ultima volta mo-
strare quanto amasse i suoi figli, e la-
sciar loro gli ultimi affettuosi ricordi,
il suo pensiero correva in modo spe-
ciale alla povertà. Ecco le sue signifi-
cantissime parole: Vegliate e fate che
nè l'amor del mondo, .nè l'affetto dei pa-
renti, nè il desiderio d'una vita più agiata,
vi muovano al grande sproposito di pro-
fanare i santi' votz' e così trasgredire la
professz'one relz'gz'osa, con cui ci siamo con-
sacrati' al Sz'gnore. M'uno riprenda· ciò che
ha dato a Dio*.
* Cfr. id.
Infine nelle stesse preziose memorie PP· 365-366'
lasciate in testamento ai suoi figli, par-
lanào dell'avvenire della Congregazione
scrive queste parole che dovrebbero in-
cutere in ciascuno un salutare spa-

11.8 Page 108

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104
MANUALE
vento perché guai a quelli per colpa
dei quali si dovessero avverare. Eccole:
- Quando cominceranno tra noi le
comodità e le agiatezze la nostra pia
Società ha compiuto il suo corso.
43. -· Ricordi inoltre il direttore quel
Gli obblighi giorno memorando in cui inginocchiato
apsrsoufnetsisinoenllae dm' anzi· a11'a1tare, c1· rcond ato d a moJh
religiosa. confratelli, dopo aver chiamato gli An-
geli, i Santi, Maria Immacolata e Dio
stesso a testimoni del grande atto che
stava per compiere, con voce tremante,
col cuore ·commosso, pronti"' ziò la for-
mUenmao draanta-
mula
d e1.
santi,
voti,.
I
11
queJ momento
da.
egli diventò figlio di D. Bosco; la pia
Società Salesiana divenne sua madre.
Fin d'allora ella gli prodigò le più
affettuose ed intelligenti cure: la sua
.
formazione religiosa e civile è opera
E d ebdore
alla Con-
sua;
a.
l e1,
va
d eb,Itore
d,1 quanto
eg]J, e,
g regaz z·ane. e di quanto ha. Di qui l'obbligo per lui
di onorare, assistere e servire questa
tenera madre: di qui il dovere di
adoperarsi sec01;ido le sue forze per la
sua prosperità, per renderla pienamente
contenta di sè. Ma come adempirebbe

11.9 Page 109

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DEL DIRETTORE SALESIANO 105
questo dovere di pietà filiale se trasgre-
disse e lasciasse trasgredire ai suoi di-
pendenti gli ordini formali di questa Ma-
dre, quali sono le sue Regole? Come può
chiamarsi figlio di lei se per ispensie-
ratezza e negligenza non ne pratica lo
spirito? Se anzi attentasse-di distruggere
questo stesso spirito non osservando il
suo voto di povertà? Mentre le mancan-
ze contro gli altri voti possono rimanere
nel direttore ,più o meno nascoste, quel- Il su? e:
le
contro
Ia
poverta,
da' nno
un
esempi.o
s empio
funesto .
e
funesto che potrebbe in breve tempo
assumere vaste proporzioni. È quindi
a stupire se i Fondatori di Ordini re-
ligio .;i ne raccomandassero con tanta
insistenza l'osservanza? Se essi, ordi-
nariamente dolci e miti, s'accendessero
di santo zelo nel disapprovare la con-,
dotta dei colpevoli e loro infliggessero
severi castighi? Con ragione il religioso Sùnile a
poco osservante rispetto alla povertà ·ve_rme ,·o·
ditore.
vien paragonato ad un verme roditore
che con un lento e sordo lavorìo fa
seccare quella pianta immensa che con-
fortò
bra e
tante persone
le nutrì coi s
co
uo
lla
i fr
fres
utti
ca sua om-
deliziosi *.
*
PP·
Cfr. id.
366-367.
J

11.10 Page 110

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r
106
MANU ALE
44·
Inoltre è da notare che i
qa mi h i nemici di nostra santa Religione pon-
t~~:1!11:r gono o~ni studio nel ritornare la società
al _paganesimo ed al naturalismo. Essi
vorrebbero svellere dalla mente del po-
polo ogni idea di Dio, dell'anima e della
vita futura, e' lo invitano a procurarsi
godimenti finchè la vita dura, con ogni
mezzo possibile, anche ingiusto e di-
sonesto... Contro questo funesto aposto-
!r:,::::a~ F un esta lato D. Bosco combattè da valoroso
finchè gli bastò la vita, e morendo legò
lùmo. ai suoi figli questa nobile missione.
Ora il direttore lavorerebbe inutilmente
se il mondo non vedesse e non si con-
vincesse che egli non cerca ricchezze
e comodità, che egli è fedele al inotto
del Venerabile Fondatore: Da mihi
· animas, ccetera tolle / Il direttore abbia
quindi fisso in mente ciò che scrisse
S. Francesco di Sales, che cioè non
S ono ,·}a~ solo i poveri sono evangeltzzati, ma
:e;,:/;'tz.:: sono i poveri st0ssi che evangelizzano.
zano. E S. Vincenzo Ferreri, trattando del
ministero di salvare le anime, assicura
che non vi riuscirà quel religioso che
non ·mette sotto i piedi tutte le cose

12 Pages 111-120

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12.1 Page 111

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DEL DIRETTOR.E SALESIANO 107
terrene, non pratica la vera povertà,
perchè spaventato d'ogni incomodo, non In o p/a
avrà la forza di sopportare le privazioni 1z~~,perta-
che porta seco la povertà nell'esercizio
dell'apostolato: inopia pauperlatù.
Ed anche fra noi non sono certamente
i direttori desiderosi di menar una vita
comoda che intraprenderanno opere ve-
ramente fruttuose, ma solo quelli che os- le· cci:. id.
serveranno genero~amenle la povertà *. PP· 368-369.
45. - · Per ultimo motivo non dimen- Le opere
ti.ch1'
m a i. .11 d 'i r e t t o r e
che
le
opere
nostre
nil ofsrturteto
sono
del-
sono 1·1 f rulto d e11a can"ta' . N e1 porre la carità.
mano alle grandi sue imprese il Vene-
rabile Padre faceva unicamente asse·
gnamento sulla Provvidenza che, rappre-
I rappre-
gse1l.ntsaotma dman.ius.sutoroi,
b.enemer. iti Cooper.atori,
l mezzi necessari.
sentan ti"
della prov ·
v idenza.
E dopo tanti anni, come ne assicura-
va egli stesso quando per la prima
volta parlò ai suoi figli dell'Associa-
zione dei Cooperatori, ben lungi dallo
stancarsi, la loro carità cresce a misura
che crescono i bisogni. Ma non si deve
credere che quanti vengono in aiuto
alle n.ostre opere, siano sempre perso-

12.2 Page 112

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108
MANUALE
ne facoltose: molti fra i nostri bene-
fattori, poveri essi medesimi od appe-
na _moderatamente agiati, s'i mpongono
grandissimi sacrifizi per poterci aiutare.
Ricordando le sante indus trie con cui es-
si raggranellano l'obolo che gli pongono
r aLg'gorba noello-
lll
mano,
'l
I
d u. ettore
COmprend era,
quan-
lato.
to debba amare la povertà e praticare
l'economia. Con qual cuore impiegherà
quel danaro a procurarsi comodità non
adattata alla nostra condizione ? Spreca-
1Vera i·n·
g r at'z't u d z·.
re
I.1
f rutto
d'
I
tanti.
sac
n..fi
.
ZI,
anch e
SO ] O
ne.
spenderlo incons:deratamente è una ve-
ra ingratitudine verso Dio e verso i
-li· Cfr. id. nostri benefattori *.
PP· 36«)·370· II direttore che n on vivesse secondo
il voto di povertà, che nel vitto, nel
vestito, nell'alloggio, nei viaggi, nelle
agiatezze della vita valicasse i limiti
che gli impone il nostro stato, dovreb-
be sentire rimorso d'aver sottratto alla
Congregazione quel danaro che era
Rùnorso e destinato a dar pane agli orfanelli,
re11dz"conto. favorire qualche vocazione, ad esten-
dere il regno di Gesù Cristo. Pensi che
ne dovrà render conto al tribunale di
Dio.

12.3 Page 113

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DEL DIRETTORE SALESIANO 109
Sopratutto accetti eg1i con animo ge-
neroso i sacrifizi che sono le conseguen-
ze della povertà per poter godere della
pace più dolce duFante la vita, per
aver Ja fortuna di far una morte tran-
quilla ed infine abbreviare il suo pur-
gatorio. E questi sono vantaggi che per
quanti sacrifizi abbia da imporsi, non * Cfr. id.
gli costeranno mai troppo cari *.
p. 370.
46. ~ II direttore ripien.o di questo La povertà
spi. nto, sapra, m1r ond ere coIl' esemp1.0 cèoniltrroimlaedriio-
e
colla
parola,
l'amore
aJla
santa
po-
lassatezza
della vita
vertà anche nei suoi dipendenti. ·Con relig·osa.
ciò riesce ad impedire che vj siano
nella sua casa di quelli ché si sfor-
zano di riprendere con una mano ciò
che ]oro sfugie dall'altra. Di questi /
infelici se ne incontrano purtroppo
nelle casé religiose. Essj in piccole
cose si procurano un compenso ·a] sa-
crificio generale della foro professione.
Temono sempre loro ,manchi il neces-
sario, e si aggrappano a tutto come
una persona che ann"ega. Trovano CerN ,·n-
f elici r elz"-
mil1 e pretesti, inventano sempre nuovi g iosi.
bisogni, si spaventano di ogni piccola

12.4 Page 114

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I!O
MANUALE
privazione, insomma vogliono posse-
dere nulla, ed intanto aver tutto, anche
il superfluo. Attaccano il loro cuore ad
una camera, ad un oggetto di vestiario,
Il cuore
attaccato. ad un gingillo, e tali cose ricercano
e conservano con ogni studio ed avidi-
tà, nè più nè meno di ciò che fa un
avaro pei suoi adorati tesori. Quanto
sono mai da compiangere siffatti reli-
giosi!
Ora il direttore trova il più efficace
rimedio a questo gran male nella vita
Unz'co ;-i·- comune. Essa distrugge ogni spirito di
:-~:~i;n~~ proprietà, rende impossibile ognimusio-
ne.
ne nella pratica ·della povertà , ed . an-
nienta ogni pretesto dell'amor proprio
per sottrarsi all'osservanza delle Costi-
tuzioni.
_
Perciò il' di.rettore mantenga nella
sua casa lo spirito di disciplina in tutta
la sua integrità e fiorirà pure in essa
la santa povertà. Le norme prfltiche
per l'esercizio di .questa virtù s9no e-
sposte nella seconda parte del Manuale.

12.5 Page 115

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VIII.
Lo studio delle scienze sacre,
sesto dovere del direttore.
47. Senza questo studio impossibile l'educazione.
(Le labbra del sacerdote - Non si la-
sci assorbire tutto dagli studi letterari).
48. Nei primordi dell'Opera Salesiana. (La
scuola di teologia nelle case).
49. Il depositario della legge. (La scz'enza prin-
cipe - L'ottavo Sacramento - La per-
- dita della vocazione).
50. Motivi particolari pel direttore. ( Deve instil-
lare la religione nei cuori - farla a-
mare - difenderla dalle calitnnie).
5I. Dev'essere uno studio continuo. (Ne so ab-
bastanza!... Facile dimenticanza - Pa-
role di Benedetto XIV).
52. La scienza più vasta. (Enumerazione delle
sue parti - La scienza di Dio).
53. Il direttore deve illuminare le menti gio-

12.6 Page 116

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.I
o
vanili. (Necessaria ttn'ampia cognizione
del dogma).
54. Deve formare la coscienza dei giovani. ( Sia
profondo in morale - Parole del Vene-
rabile Cafasso - di D. Rua - Ars
artium).
,1
55. Difficoltà superate coll'accortezza.
56. Conclusioni pratiche (Precisione giornaliera
- Un capo di S. Scrittura - Storia
Ecclesiasti6a - I testi dello studentato -
La chiave per dirigere le anime).

12.7 Page 117

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........."1Mlll!llllllllllil<lllllilln11tt N1HHmUllilWMtllllllllllHlltlHIIIIHHIHIHlllillllhllJIIUIUIIIHn1111111111m11111111u1111nmu111u1111m11mmm~111m111M1lltll~n,,,11..i.,..n111,.~·r:111
~ ~ -""1..v-~t.2..,r, Y - "l'?_T ~ ~ ' 2 . r - i . v-- ~ - ~
VUI.
Lo studio delle scienze ·sacre,
sesto dovere del direttore.
« ••• Ricordiamoci che noi
mancheremmo alla parte
più essenziale del nostro
compito, se ci riducet>Simo
solo ad impartire l'istru-
: i ione letteraria, senza u-
nirvi l'educa zione del cuo-
re ».
(D. RuA, L. C. p. 44).
. 47. - La ·carica di direttore impone senza que-
a que00'11. ch e l' occupa un altro d. ove- simtopostsusdiiboileil
re di somma capitale importanza. Se l'educazione.
già come semplice ministro di Dio
egli è tenuto a studiare tutta la sua vita,
perchè le _labbra del sacerdote hanno
il deposito della scienza e dalla bocca d~ez 1:::;:~
di lui si ha da im ::iarare la Legge: la- dote.
bia sacerdotis custodient scientiam et legem
requirent ex ore ejus, quia Angelus .Do-
* mini exercituum est, tanto più egli deve * Malach.
dedicarsi con
ogni
assiduità
allo
studio
11
7•
delle scienze. sacre come direttore di
istituto salesi.ano.
8

12.8 Page 118

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II4
MANUALE
~~~~~~~~~
Il Venerabile D. Bosco fondò i suoi
istituti per la cristiana educazione della
gioventù. A questo sopratUtto deve mi-
rare il direttore, a formare dei suoi
allievi dei buoni cristiani, degli onesti
cittadini, coltivàndo pure le vocazioni
* Crr. L. che tra essi s'incontrano. * Egli deve
;: ~: Rua, imprimere il ~carattere del vero spirito
cristiano nel cuore dei giovani posti
sotto le sue cure: tanto esige la sua
missione e più non meriterebbe il nome
di figi io di D. Bosco, qualora si accon-
tentasse soltanto di avere i suoi gio-
vani bene istruiti nelle varie scienze
richieste dai programmi e far ·sì èhe
riescano con onore negli esami che
hanno a subire.
Ora questo è molto facile che acca-
da, ·se il direttore è negligente ed in-
curante di questo suo dove're, con la-
sciarsi assorbire interamente dalle occu·-
st!°::s;;";b~-:pazioni ma'teriali o dagli studi lette-
rdeaglzt"ustftuo- rari e scientifici ai quali pure deve
d:,. lettera- applicarsi, sia per la scuola, sia per
n.
aiuto ai maestri da lui dipendenti.
Perchè egli non devii dal fine della
provvidenz}ale istituzione alla quale, per

12.9 Page 119

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DEL DIRETTORE SALESIANO I I5
divina chiamata, ha consacrato tutte le
sue forze; perché sia pastore e non mer-
cenario dell'istituto affidatogli deve ave-
re una scienza sacra compiuta: ma que-
sta non può possedere senza uno studio
serio antecedente ed uno concomitante,
ininterrotto. Quest'ultimo è la perfe-
zione del primo, fatto negli anni di
sua formazione religiosa, sacerdotale,
ma non pare troppo conciliabile con la
vita di attività che importa la direzione
d'una ·casa; però la difficoltà di far.Jo
non toglie la necessità e il direttore
deve porre in esso una costante appl i-
cazione.
48. - Di questo dovere tanto il Nei primor-
Ven. Fondatore,
co. me
11
compi. anto D.
dii dell'Ope-
ra Salesia-
Rua, non parlano espressamente nelle na.
loro lettere-circolari (dalle quali è de-
sunto questo manuale); ma solo impli-
citamente quando inculcano al direttore
l'obbligo di curare la formazione dei
suoi chierici con la regolarità della
scuola di teologia, con la spiegazione
del Testamentino, della Storia Eccle-
siastica e delle altre materie necessarie

12.10 Page 120

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II6
M AN UALE
a chi deve ascendere gli ordini sacri.
Dovendo il direttore prepa rarsi a spie-
gare ·tutte queste cose ai chierici, ciò
poteva, secondo la loro mente, bastare
La scuola
,
di' t eologia perche egli pure-aumentasse di continuo
nel!~ case. 1.1 suo pa tn.mon1.0 d.1 cogm.z1.one sacra
e supplisse a quanto la memoria va
ogni giorno dimenticando.
49. - Pur troppo a quest'obbligo
II deposita- di continuare gli studii sacri non si dà
rio della
legge .
sempre
tutta
la
dovuta
i. m p o r t a n z a ,
quell'importanza che il venerando D.
Rua ricorda a tutti in questi. termini:
« ••.•• Con la santità della vita e l'a-
dempimento esatto e fedele dei nostri
doveri, abbiamo bisogno di renderci
ogni dì più meritevoli delle grazie del
Signore. Ora tra questi doveri, voi lo
sapete, vien primo, dopo la pietà, pei
preti e chierici lo studio della teologia.
Io non parlerò qui della necessità e
dell'importanza di questo studiò. Son
cose che voi, o miei cari figli, già cono-
scete e apprezzate. Non siam noi forse
prima preti, poi direttori, maestri, assi-
stenti ecc. ? E come può uno dirsi prete,

13 Pages 121-130

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13.1 Page 121

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DEL DIRETTORE SALESIANO I I 7
se non si procura ne( miglior modo
possibile, la cognizione di quella che
è detta meritamente la scienza sacra, La sct'enza
la scienza principe per eccellenza, del prùiczpe.
sacerdote? Le labbra del &acerdote;
dice il profeta Malachia, hanno il de-
posito della scienza, e dalla bocca di
lui imparerassi la legge.
> ... Ma come potrà il sacerdote avere
questo sacro deposito e farne pure par-
tecipi gli altri, se non premetterà pel
suo acquisto il necessario studio? Voi
ricorderete quello che si legge nella
vita dell'amabile e sapiente nostro Pa-
trono S. Francesco di Sàles. Persuaso
che le migliori regole di condotta sono
insufli.cienti al ministero di un sacer-
dote, se queste non sono congiunte allo
studio; egli nun conferiva mai con essi,
e~:::~~ scrive Ùno dei suoi storici, * senza esor- * v. MAu-
tarli non solo ad esser santi, ma ancora ~~i
a diventare dotti nella scienza del loro pdii.zsi_.oSudli-.
stato, applicandosi allo studio. La scùn- P arz"gi, dV,
2,p. 200 e1-
za in un prete,· soggiungeva il Santo 1~ Vita di·
Dottore,
è l , ottavo
Sacramento
della
g e-
S. France-
sco.
rarclu·a ecclesiastica... Le maggiori disgra-
zie della Cltz'esa, continuava egli accen-

13.2 Page 122

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- u8
MANU A LE
L ' ottav o nando con dolore all'invasione del pro-
7~~cramm- testantesimo, sono avvenute p erchè l' arca
della scienza si è trovata in altre mani che
* Cfr. L. in quelle dei" L eviti. * E l'immortale
;: ~: Rua, nostro Pontefice Pio X di s. m. che
non fece durante tutta la sua laborio-
sissima vita per mantenere vivo nel
clero il dovere dello studio e l'amore
alla scienza? Certamente chi per poco
esamina gli atti del suo memorando
Pontificato, vede subito come in Lui
vadano di pari passo lo zelo per pro-
muovere la santità della vita sacerdo-
tale, e l'ardore nell'adoperarsi che que-
sta si illustri e si renda operosa ed
efficace mediante lo studio.
» Importa dunque, o meglio, è asso-
lutamente necessario, o cari figli, per
chiunque si avvia al sacerdozio, lo
studio della teologia; lo è particolar-
men le per noi salesiani, ai quali il
detto studio vien dalle nostre Regole
(Cap. XII, art. 2) inculcato come p rin-
// t ~1z~ 1 cipale e da compiersi con impeg no..... Il
1,ocaz z.one. p oco amore agli studi sacri o precede
o segue l'indebolimento, e talvolta la
* Cfr. id.
pp. 98-100.
perd 1. ta d e1la
voc a z i. o n e
* ». ·

13.3 Page 123

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DEL DIRETTORE SALESIANO I 19
50. -- Queste gravi parole faccia sue Motivi par-
1.1 uir ...l"c" ettoi;e e ncord"1 che per possed. ere tdiicroetltaorrie.pel
questa scienza gli abbisogna serio e con-
tinuato studio. Non basta aver avuto dal
cielo felici disposizioni, talenti naturali,
ma bisogna svilupparli con la coltura.
Dio gli ha dato la terra fertile, egli deve
renderla feconda col sudore della sua
fronte.
Il direttore deve far amare ai gio-
vani affidatigli, le verità .della Rei igione
con esposizione chiara . e convinta, e
.
difender)a
trionfalmente
<lai
molteph.c1
De ve tn-
stillare la
erron.
COn
CUl.
vengono
attaccate
d a l.
SUOl.
religion e
nei" cu ori.
nemici. Deve essere pr'bnto a sciogliere
i relativi dubbi che pur troppo assal-
gono le menti giovanili. È certo buona
cosa che egli sia stimato c;lai suoi gio-
vani e buon letterato o scienziato va-
lente, ma ciò che essi pr:incipahnente
abbisognano si è che il direttore formi
nei loro cuori la convinzione luminosa
dei loro doveri religiosi, quelli che solo
valgono a formare l'uomo di carattere.
La religione è scienza unive.rsale
che deve approfondire in tutta la sua
grandezza per poter dimostrare ai suoi

13.4 Page 124

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"1
I
i
120
l\\IANUALE
giovani che essa soddisfa pienamente
Farla a- a tutti i bisogni dell'intelligenza, a tutti
mare. i legittimi de.sidéri del cuore, a tutte
le esigenze dell'umanità. Elevando pro-
gressivamente la mente dei giovani alle
altezze del · cristianesimo li porrà in
grado di dominare tutte le scienze uma-
ne, di ·abbracciare tutto l'orizzonte che
D ifen der- può percorrere il loro spirito di avere
~~lli~
'
lunnie. in mano il filo conduttore che deve
dirigerli nella soluzione di tutti i pro..
blemi della vita. ·ora per riuscire a
questo non è chi non veda coine il di-
rettore debba studiare continuamente
la scienza della religione.
5 I. - Nè creda gli possano bastare
Dev• esse~e gli studi già fatti, per quanto completi
uno sb1d10
continuo.
siano
stati. Non d.1ca.a
se,
stesso:
.
10
ne
so abbastanza! Questa parola è scan-
dalo.sa in bocca a un prete, tanto più
se direttore di una casa di educazione!
Mediti spesso le parole dell'apostolo :
si quis autem se ex istimat scire aliquid,
nondum cognovi't quemadmodum oporteat
* 1. Cor. eum scire *.
VHI, 2 .
La scienza acquistata si perde·quando

13.5 Page 125

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DEL DIRETTORE SALESIANO I 2 I
non è nutrita e conservata con assiduo
studio. Se il direttore abbandona i
libri, se rinunzia agli studi · seri, egli Faci'l_e dz·.
m en tzcan·
avrà presto dimenticato quel po' di za.
scienza teologica che aveva raggranel-
lato in parecchi anni di fatica. Presto
i vani clamori del mondo riempiranno
tutta la capacità deì suo spirito, e la
scienza divina, ritiratasi da lui, cesserà
di illuminare la sua via. Egli parlerà
di tutto, ma non più il Verbo della
vita che doveva procedere da lui!
Ascolti le gravi parole di 'Benedet-
to XIV: « Non basta si sia percorsa una
volta la 1eologia e se ne abbia avuto c,-a v i
l'intelligenza: neppur basta l'averla in- par ole di
segnata
.
pubblicamente;
ma
.
bisogna
es-
xBievn.edetto
sere assidui in coltivare questa scienza
per imprimei e bene in mente ciò che
s'è imparato e per acquistare altre nuo-
ve cognizioni di cui la teologia è fonte
* inesausta ». Basta un sol ramo della i(· Instit.
sci.enza eccl es1. astl.ca per occupare tutta XVIII, z.
la vita d'un uomo. Or che sarà di tutta
la teologia dogmatica, e sopratu,to
della teologia morale, scienza così com-
plicata e difficile?

13.6 Page 126

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122
MANUALE
52. - Abbia perciò il direttore la con-
La scienza vinzione che la scienza della teologia
più vasta. e, non solo la pm. , noo, 1.1e, ma anch e la
più vasta: è la scienza univers~le. Essa,
second_o Melchior Cano, attinge a dieci
sorgenti . g]i argomenti per difendere
la, religi.one, la cuj enumerazione non
è certo inutile avere di quando in
quando sotto gli occhi. Que~te sorgenti
inesa.uribili sono:
_I. La Sacra Scrittura; 2. la tradizione
apostolica; 3. l'autorità della chiesa
Enumera- cattolica; 4. l'autorità dei concilii, so-
z z·one delle
sue .fontz'.
pi;atutto
d e1.
conci.11.1.
ecumen1.c1,
h
C
e
rappresentano la chiesa universale; 5.
l'autorità della Chiesa Romana, che per
divino privilegio, è veramente aposto-
lica; 6. l'autorità degli antichi Padri
e ·Dottori; 7. l'autorità dei t~ologi sco-
lastici; 8. la ragione che, con l'aiuto
del lume naturale, esamina, discute
tutte le scienze umane; 9. la filosofia,
che seguendo un sano e retto razioci-
nio, può 'trovare solidamente·più verit.à
importanti; IO. la storia, ~ia che essa
ci venga trasmessa dalla tradizione
dei popoli, o da autori degni di fede.

13.7 Page 127

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DEL DIRETTORE SALESIA NO I 23
Queste tre ultime sorgenti non appar-
tengono direttamente alla teologia, ma
ad esse è bene ricorrere per argomenti
filosofici e storici quando, per troncare
una questione, non è possibile produrre
una d'ecisione ' dell'autorità.
Da questa semplice enumerazione ap-
pare una volta più la necessità che il
direttore abbia non ·solo buon senso e
retto criterio, ma vasta erudizione sa..
era, poichè la teologia completa è, alla
lettera, la scienza universale, cioè la
scienza di Dio e delle sue opere. Certo
a. nessuno è possibile l'acquisto di que-
sta scienza in tutta la sua estensione:
però il direttore deve preceç.ere tutti .
i s1.wi coJlaboratori almeno nella col- }/1'lf,,~:."za
tura progressi va di quanto riguarda il
dogma e la morale. Da questi due rami
della scienza ecclesiastica egli deve at-
tingere abbondantemente quanto gli
occorre per la formazione del vero ca-
rattere cristiano della gioventù nostra.
53. - Bisogna anzitutto che egli abbia II direttore
n oz1.on1.
esatte
e
preci.se
sopra
le
prm. -
deve illumi-
nare le men-
cipali questioni dogmatiche, perchè è ti giovanili.

13.8 Page 128

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124
,/
MANUALE
a lui che si rivolgeranno i giovani
nelle loro diftìcoltà e dubbi. Legem re-
quirent ex ore ejus. La grande eresia dei
nostri giorni è il raz· onalismo che ri-
lega Dio in cfelo e proclama l'uomo
sovrano indipendente sulla terra. L'u-
manità ha in se stessa il principio del
proprio perfezionamento; ella, strasci-
nata da legge fatale, cammina verso i
suoi destini attraverso mille svariatis-
sime evoluzioni. Non più ordine so,-
pranaturale, non più provvidenza, non
più mediatore tra Dio e gli uomini, non
più · redenzione... e, perchè il peccato
non è mai stato.ne viene di conseguenza
che non v'ha· inferno. Il cristianesimo,
superiore al paganesimo, è un sistema
di filosofia che ha fatto il suo. tempo e
c;he deve cedere il posto ad altro si-
stema più in armonia con i bisogni
attuali dell'umanità. Queste le idee
che circolano nei libri, nelle riviste e
su. per i giornali, nelle conversazioni,
sradicando insensibilmente la fede fin
, •nelle ultime c'. assi della società. Ora
-non spetta forse al direttore combat-
tere tutti ques .i mostruosi errori con

13.9 Page 129

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DEL DIRETTORE SALESIANO I 25
instillare nelle menti dei giovani le prove Necessa-
I)iÙ chiare della ·creazione' della prov- pi'a! ucno'ganmz:-
videnza, dell'ordine soprannaturale, zz"one del
dogma.
della redenzione, della necessità della
grazia, delle ricompense riservate ai
buoni e dei castighi eterni preparati
ai cattivi? Ma come potrà egli stabi-
lire solidamente queste . verità nelle
menti giovani} i se non ha fatto uno
studio serio delle prove su cui pog-
giano?
54. - Ma, se il direttore deve illumi- Deve for-
nare
ie
mentL.
d e1.
suoi. g1. o·van1. i.ntorno
mare la co-
scienza dei
alle verità· dogmatiche egli è tenuto giovani.
principalmente a formare in essi la co-
scienza del bene e del male. Interprete
della morale egli deve sapere a che
cosa e fin dove obblighi la legge, indi
dare il punto preciso delJa verità e del
dovere, fare una giudiziosa applica-
zione dei principii senza ingrandirli nè
indebolirli. Ma senza una profonda
scienza mora] e egli non li conosce o
li applica male. Come senza . questa
scienza profonda della morale potrà sz·a pro-
'
, fondo i·n
egli distinguere nettamente cio che e morale.

13.10 Page 130

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126
MANUALE
comandato, consigliato, proibito, per-
messo o appena tollerato e darne una
chiara nozione a i giovani? Siccome la
teologia · morale, scrive D. Cafasso mae-
stro di D. Bosco, consz"derata nella sua
applt'cazz"one, si" può dire inesauribile ed
Parole del
Ven.e Ca-
z.n,r/;nz.ta,
come z.n,r/;nz.ti.
sono
g1z. ,aggi.unti.
f asso. e le circostanze che possono modificare le
singole azioni 'ed il giudizio che se ne deve
/are (Istruz.), così deve esser studiata
per tutta la vita da ogni sacerdote e
particolarmente dal direttore. Egli tenga
detto per sè, traducendolo alla prati-
ca, quanto ·ebbe a scrivere D. Rua in
una delle sue lettere edificanti.
« Ho trovato, egli scrive, in molti
nostri sacerdoti lodevole impegno per
tenersi bene istruiti nella teologia mo-
rale, la quale non solo ci serve per di-
rigere santamente le anime a noi com-
messe, ma anche ci fa apprezzare me-
glio la grazia della vocazione e c'in-
fonde sempre maggior desiderio del
nostro profitto spirituale. Ho visto che
in qualche Ispettoria . s'introdusse una
consuetudine ch'io proporrei all'imita-
zione di tutti gli Ispettori.

14 Pages 131-140

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14.1 Page 131

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DEL DIRETTORE SALESIANO I 27
» Usano quei nostri buoni sacerdoti
risolvere ciascuno per iscritto i casi
proposti ciascun mese; e, dopo averli Consiufo-
discùssi in apposita conferenza li in- d z·ne degna
'
d 't m0 t0f azz0
viano all'Ispettore, il quale li esamina ne.
o li fa esaminare da uno espressamente
scelto da lui, e li rimanda con tutte le
debite correzioni in conformità della
soluzione ufficiale data ogni mese.
» A nessuno sfugge quanto sia utile
questo metodo per farsi un criterio si-
curo in ogni questione teologica e per
avere le idee ben chiare nella pratica.
Ricordiamoci che ars artiùm, rtgt"men
animarum, e teniamo come dette per noi
quelle parole ispirate che S. Paolo voi-
A rs ar -
geva al suo dii-etto Timoteo: attende t ùmz.
tz"bi et doctn"nae .~ z"nsta z"n z"llis: hoc enùn
f acùns et teipsum salvum f ades et eos
qui te audt'unt *. ..... Quanto bene farà * 1 . Tim. ·
,
IV, 16.
quel sacerdote che e sempre sollecito
ut perfectus st't homo Dei, ad omne opus * n. Tim.
r
bonum instructus I * ».
IV, 1 2. Cfr.
id. P· 504.
55. --- .Ma per la pratica di q'uesto do- Difficoltà
vere sogI1. 0no a ffacci.ars1. aI d"irettore scoulpl' earccaotre-
molte difficoltà provenienti dalle tante tazza.

14.2 Page 132

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, . MANUALE
sue occupazioni, dalla responsabilità
nella direzione che ha ed educazione
dei giovani, talvolta dalla scarsezza di
personale o da insufficienza di sanità.
« Lo sa il Signore, esclamava il gran
c-qore di_ D. Rua in una delle sue mi-
rabili lettere, se io non apprezzi tutte
queste considerazioni, lo sa Egli se non
vorrei con tutte le mie forze venirvi
in aiuto anche uno per uno. E certa-
mente desidero, anzi vi comando che
abbiate riguardo a1la vostra sanità, e
che le occupazioni stabilite dall'ubbi-
dienza s~ano da ciascuno eseguite con
coscienza e col massimo impegno; è
questo un dovere che abbiamo davanti
a Di') e davanti ai giovani affidati alle
nostre cure. Ma credetelo, o cari figli,
con la previdenza, coli'ordine e coli'accor-
tezza nell'utilz"zzare il tempo, che abbiamo
dùponibile, si può far molto. D'altronde
anche questo dello studio è un dovere
* Cfr. id.
p. 102. che dobbiamo pure adempire * ».
56.-Dunque a questo dovere bisogna
Conclusioni fissare almeno un'ora nell'orario par-
pratiche. ' beolare eh e rego1a Ia g1· 0rnata d e1

14.3 Page 133

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DEL DtRET'l'ORE SALESIANO I 29
direttore, la quale egli consacrerà allo
studio delle scienze sacre con matema-
tica precisione. Ma non basta aver fis-
sato l'ora di studio: occorre un ordine
P r etz'si'on e
n ell o studio medesimo. Il Ven. D. Bosco g·t'ornalùra
e D. Rua inculca vano tanto la lettura
giornaliera di un capo della S. Scrittura
col relativo commento: poi alcune pa-
:,~.t~ gine di dogmatica o di morale a giorni S;~ 5
alterni. Nei giorni di vacanza stabilire tura.
anche qualche ora per la lettura della
Storia Ecclesiastica. E noti di far que-
sto prescindendo dal tempo che gli è
necessario per preparare le conferenze
ed istruzioni da tenersi, nei dati tempi,
9-i confratelli o a i giovani.
E questo studio sacro lo faccia di pre-
ferenza sopra i testi adoperati nello stu-
dentato, sia perchè avendo fatto studii
speciali sopra di essi, la Regola per- .ltesti'del-
mette ne ritenga l'uso, e sia, princi- ~~1:_'uden-
palmente, perchè avendoli già studiati,
con più facilità si richiamerà alla men-
te le argomentazioni e le prove dei vari
punti di dottrina. Ciò non toglie però
che non abbia a consultare altri testi,
specie i più autorevoli intorno alla
9

14.4 Page 134

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130
MANUAL:E
morale e alle questioni moderne. Però,
pochi ma buoni e questi ben meditati.
Nè dimentichi che egli non avrà mai
la pienezza dell'apostolato sulle anime
se non nutre la sua mente nei trattati
della teologia ascetica - che è la chia-
pLera dcflrizt"·agvee- ve per d"in·gere le ani·me ne11e vi'e d e1-
re le anùne l'unione con Dio - n on già un'ascetica
rudimentale, ma ta le che lo metta in
grado di comprendere qualche cosa
delle misteriose operazioni divine n elle
anime che amano veramente il Signore.
Si fissi un picciol numero di a utori
scelti con criterio, e po i un po' alla
volta se li appropri, se li incorpori e
li faccia p assare nella sua anima. Trag-
ga d a essi il mid ollo e l'.essen za per
nutrire prima la sua anima, per for-
mare il proprio discernimento, illumi-
n are la sua coscienza, rettificare la
propria volon e p erfezion arsi più e
più: allora p otrà la vorare con frutto
all'istruzione e santificazione altrui.

14.5 Page 135

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IX.
La vita di fede e di zelo,
settimo dovere del direttore.
S;. L'alimento di tutti i suoi doveri.
58. Le tre classi. ( L'uomo ant'male - ragione-
vole · ?'uomo di fede ) .
59. Qual uomo di fede non cerca che Dio. ( Per
Iddio e p er gli uomini - Non m ercenario,
ma servo fedele) .
60. L a giusta misura della santità. ( La fede sor·
g ente di tutte le virtt't) .
6 I. La via alla felicità. ( La pace del cuore -
Quae placita sunt ei, facio semper
- Sempre uguale) .
62. Forza e costanza nell'educare. ( Si ottengono
dalla f ede - Curam, non curationem) .
63. L'emanazione della fede. ( Lo zelo delle a·
nime . Come il sangue ... Nitlla d' t'nutile) .

14.6 Page 136

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64. Conseguenze pratiche. ( Gesù vivente nel
cuore - Tempio dello Spirito Santo) .
65. L'intimo commercio con Dio. ( Preghiera
- Meditazione - A lla sorgente della vita
- Ego sum panis vitae - Justificatio
peccatoris majus opus quam cre-
are caelum et terram) .
66 . L'arca della sua salvezza . ( La Pia Società
Salesiana - La casa - L'ufficio - I desidéri
dei superiori - Quali specie sacramentali) .

14.7 Page 137

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11111u1111m11111mmm1111111l lMllll!ll!MIIHHllllllllllllllllll l l l l l l l l l l l ~ U m 1m11111tHU nllllllllRlffllU!HH!IIIIIOOIIIU JIIHHllllllllllllillffll1ll!l!!!IIIIIIJt11llll PJUHl11!!HHllllll:wta
~ """L?..r~~ ~ ~~ ~ ~~ ~~ -i...!r
IX.
La vita di fede e di zelo,
settimo dovere del direttore.
« •.. •• Se in un religioso è
viva la fede , quand' anche
s'avesse a deplorare qual-
che difetto nella sua con-
dotta, egli non tarderà ad
emendarsene, farà passi da
gigante nel sentiero della
perfezione e diverrà stru-
mento atto a procurare la
salvezza di molte anime.
(D. A LBERA ,4. L. C. p. 1).
57. - Veniamo ora a..J:rattare di uno L'alimento
dei d overi del direttore, che non solo ha :~!~~ti suoi
per se stesso una speciale importanza,
ma ben praticato darà ancora una gran-
de efficacia agli altri mezzi che gli ab-
biamo suggeriti fin ora per aiutarlo a
conseguire la propria perfezione e com-
piere con frutto il suo ufficio. Il direttore
Salesiano deve condurre una vita di fe-
de e di zelo, perchè in essa soltanto può
trovare l'alimento di tutti i suoi doveri.
58. -- Gli autori di opere spirituali ~etreclas~
in primo luogo çj parlano della vita dei s,.

14.8 Page 138

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134
MANUALE
sensi·, ed è qqella che menano coluro
Vz'fa d ei' che dimentichi del fine n obilissimo
sensi·. per cui furono creati, d ominati solo
dalle catfve tendenze della carne, van-
no in .cerca di nient'altro che di godi-
menti sensuali.
Viene in secc·ndo luogo la vita della
ragione, ed è quella di coloro che am-
mettono per loro unica guida e maestra
1-Vagz'zl'aondee. lla )a propri· a ·mte111' genza e c}ll·Udono g1l·
occhi alla luce della fede. Essi pensano
e parlano, agiscono come se nulla esi-
stesse all'infuori di quanto detta loro la
ragione.
Ma lddio ci fa conoscere un terzo
genere di vita, immensamente più no-
bile ed elevato, la vita della '/ ede. Per
mezzo di essa la ragione illuminata dal-
le verità, che Dio stesso ci ha rivelate,
Vz'ta d ella .
.
·
fede.
s1 eleva al d1 sopra delle cose umane,
assurge ad una perfetta conoscenza
den'e perfezioni di Dio, e pur rimanen-
do pellegrina in questo mondo, l'anima
nostra diventa capace d'una vita somi-
* * Cfr. 4. L. gliante a quella dei felici abitatori del
C. D.Albe-
ra, pp. 4-6.
ci. elo
,

14.9 Page 139

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D EL Dl RETTOR E SALESIANO 135
59. - Non è fa cile esprimere a paro- Qual uomo
le
1,.i m m e n s o
vantaggi.o
ch e
un
b uon
d"
1-
cdei rfceade enhone
rettore può ricava re d alla sua viva fed e, Dio.
tanto per il suo profitto spirituale come
per quelJo de' suoi dipendenti. Con-
vinto della vanità delle cose di questo
mondo, rivolgerà ogni suo p ensiero, o-
gni sua aspirazione all a gl oria di Dio
e all a salvezza d elle anime che gli sono
affidate. Si sforzerà di tener lontano il
peccato dalla sua casa, adoprerà ogni
mezzo perchè Gesù Cristo regni nel
cuore de' suoi confratelli ed alunni.
Egli stesso avrà ognora dav anti agli
occhi della sua mente il modello d'ogni
virtù che è N. S. G. . C. e ogni giorno
procurerà di diventarne più fedele imi-
tatore, chè per questo si fece religioso
e per questo fu fatto sacerdote.
La fede gli ricorderà sovente che
più non appartiene a se stesso, e perciò
offrirà a Dio continua mente il su o la- eP pererI dgdlùz,.
voro, le sue pene, i suoi sudori, la sua uom ùd.
vita intiera; e al prossimo, il suo tempo,
r
il suo sapere, la sua sanità, tutto se
stesso.
l:n vista della propria sa,ntificazione

14.10 Page 140

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MANUALE
s'impone volontieri tutti i sacrifici. Però
n on è, al dire di S. Francesco di Sales,
il servitore mercenario che serve Dio
· per i propri interessi, ma il servo fe-
JVo n mer-
cen ari'o,ma dele, che impiega tutta la sua forza,
serv o
le.
f
ed e-
prud enz a,
g m. st1.z1.a
e
temp eranza
per
fare quanto sa e conosce che è gradito
al Signore : non si contenta solo delle
cose n ecessarie all a salute, ma abbrac-
* ~er~ione e ia amorosamente ricerca e compie fe-
per 11 g1ove·
'
~ella 2: delmente quanto può avvicinarlo di più
*. settimana d1
quaresima. al divino modello
60. ~ Dice ancora il nostro S. Fran-
La giusta cesco di Sales che « la fede è la base e il
misura della
santità. fondamento della speranza e della ca-
rità , e quando dice della carità, si deve
intendere di tutte le al tre virtù che la
seguono e l' accompagnano... Essendo
la fed e il fondamento di tutte le virtù,
nessuna può esistere senza la fede;
essa è la radice dalla quale le virtù
* Cfr. 1. c. traggono la 1oro esistenza e vitalità * ».
Quindi è la fede che tiene il direttore
nell'umiltà facendogli conoscere chi è
Dio e chi è Jui: essa eccita la sua spe-
ranza con la grandezza dei beni ~t~r-

15 Pages 141-150

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15.1 Page 141

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DEL DIRETTORE SALESIANO 137
ni che gli propone; anima la sua ca-
rità mettendogli innanzi le perfezioni
di Dio, i suoi benefizi e le obbligazioni
che ha verso di Lui. La fede insomma
,
,
.
La .fede
e la regola e la nusura d1 tutte le sue sorgente di·
v1. rtu, . p erc1.0, s,eg11. l1a m o}ta f ed e, l1a vtzu"rtttùe. le
pure molta pazienza, molta umiltà, mol-
ta carità, e se ha poca fede fa molto
poco per Idd io . È il pensiero di S. Paolo
il quale assicura che tutte le virtù sono
* Cfr. Ga-
solo strumenti della fede *.
Iat. 5.
61. - Perciò la vita di fede apre la La via alla
vi.a alla vera fe11. c1. ta, la quale comm. cr.n vera felicità.
quaggiù nella calma e pace inalterabile
del cuore e raggiunge tutta la sua pie-
nezza nell'eterno soavissimo god imento
di Dio. Alla luce di questa verità il
dfrettore comprende tutta l'eccellenza
della vita religiosa abbracciata e per
la quale s'è liberato d'un colpo dai
lacci e dalle catene delle creature per
servire unicamente Dio, il quale è la
sua vita, il suo tutto. Qual cosa può
ancora dargli angustia ed inquietitu-
dine? Nessuna, perchè egli sa che quan-
to gli succede è sempre disposiz~one

15.2 Page 142

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MANUALE
della divina Provvidenza a suo riguar-
Ouae pIac1.- do. Perciò, con pace inalter<1bile, rap-
ta sunt e i . presentandosi il d olcissimo Gesù con
facio sem-
per.
gli occhi rivolti al cielo, ove risiede il
Padre che l'ha mandato, va ripetendo:
* I o a n. quae placita sunt ei, f acio semper, * faccio
VIII, 29. sempre tutto quello cl1e torna d.1 gra-
dimento al Padre mio, e procede ogno-
ra uguale nel continuo avvicendarsi di
avvenimenti or tristi, or lieti, superio-
re ad ogni impressione di gioia e di
dolore. E quest'uguaglianza di umore
S empre u -
gu ale .
molti.p11. ca
la
sua
energi.a,
1.1 suo
l avoro,
evitando al tempo stesso i gravissimi
danni che produrrebbe una vita disor-
* Cfr. id. dinatamente attiva *. CqsÌ sempre sor-
p. 7•
ridente e felice in cuor suo compie la
sua missione, e si assicura la perse-
veranza nella vocazione.
62. - Nell'adempimento della sua
Forza eco- mis3ione il direttore ha bisogn o di forz e
sl'teadnuzcaarne.el-
e
d.
1
costanza.
In
questi.
tn.sh.s sm. u.
tempi.
in cui lo spirito cristiano va sensibil-
mente scomparendo dalle famiglie, in
cui si moltiplicano a dismisura gli in-
centivi di male, in. çui così di }?uon'orc1-

15.3 Page 143

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DEL DIRETTORE SALESIANO 139
cominciano a dominare nel cuore della
gioventù la superbia e il vizio, trat-
tando specialmente con giovani che
forse i più furono vittime delle passioni
quante difficoltà incontra l'educatore!
È solamente col lume della fede e con
l'.mtu1·z'1· 0ne d ell a can·ta, cri.sti·ana Ch e goSnio odtatellna-
egli sotto la meschina figura di giovi- fede.
netti poveri e abbandonati ravvisa la
persona stessa di Colui che fu chiamato
l'uomo dei dolori, l'obbrobrio della so-
cietà. Qual meraviglia perciò se egli
si sente preso da compa~sione per ìoro?
se ne cura ie piaghe profonde e can-
crenose? Se non vien meno per tutta
]a sua vita in questo rude dovere? È
la parola della fede che gli ripete alle
orecchie: quanto avrete fatto per uno
di questi miei piccoli frateJli, l'avrete
fatto per me: quamdiu fecistis uni ex
/iis fratribus meis minimis, mihi f ecistis *. * .i\\fatthaeus
E se anche un g10rno sentisse vemr xv' 40.
meno le forze per l'eccessivo lavoro, se
lo assalisse la noia del suo ufficio non
sempre secondo i suoi gusti, se tentasse
di abbatterlo lo scoraggiamento pel
poco frutto dei suoi $µdori e per l 'in~

15.4 Page 144

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140
MANUALE
~~~~~~~~~~~~~~~~
gratitudine dei suoi beneficati, anche
allora la fede gli verrà in aiuto e lo
conforterà ricordandogli che lavora pel
•.
Signore il quale premia la buona volan-
uoen
ur a11t,
cura-
t a,
e
la
d"1l"1genza
.
lil
d"1pend
e..;ntemente
dal,
tz'onem. la·riuscita, ed esige dai suoi servi ,curam,
non curationem. In tal modo la sua voca-
zione sarà trionfatrice d'ogni ostacol o e
sereno continuerà la propria vita finchè
* Cfr. id. non arrivi al premio fin ale *.
PP· 7-8.
Si eserciti dunque il direttore nello
spirito di fede se vuole la sua vera gran-
dezza, il possesso di tutte . Je virtù, la
vera felicità e la perseveranza finale.
63. - Dalla vita di fede procede lo
L'emana- zelo che ne è il suo frutto naturale. Lo
z ione
fede.
della
zelo, dice S.
Ambrogio,
è
l'emanazione
deJla fede, l'espress ione della d evo-
zione, il fervore dell'amore: Zelus, id est,
vapor fidei, devotionis, f ervorzs. Lo zel o è
Lo ze lo una fiamm a ardente accesa al focolare
~8/.'e a,iz'-celeste che consuma gli uomini aposto-
lici ed erompe dal loro cuore a spar-
gere dappertutto l'incendi9 del divino
amore. La vita di fede è necessaria-
mente vita di zelo, Ora che. g vviene nel

15.5 Page 145

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DEL D1RETT0RE ALESIANO !41
direttore che ha l'invidiabile sorte di
vivere una tal vita? Come il sangue cir- Come i·z
colando nelle nostre vene comunica il sang,ui...
vigore e il movimento a tutte le mem-
bra del nostro corpo, così in lui quella
vita dirige e santifica ogni p ensiero,
ogni parola, ogni azione. Esso fa che
anche gli atti, che non riguardano di-
rettamente il culto di Dio, cioè d' ordine
puramente naturale, non solo siano e-
levati all'ordine sopranaturale e acqui-
stino un merito sp eciale agli occhi di Nulla d'z"-
Dio, ma vengano compiuti volta per ntttz"le.
volta con ogni fervore e puntualità.
Nulla d'inutile, null a di piccolo, ma
tutto in essj sar à grande, bello e me- 1<· Cfr. id.
ritorio *.
pp. 6- 7.
p assùn.
64 - · Le conseguenze pratiche d'una Conseguenze
ta1 vi.ta ne1 d.1rettore n.sp1end ono d e11a pratiche.
luce più bella. Egli si compiace di con-
templare Gesù dimorante nel suo cuore
ora glorioso come in cielo, ora nasco- Ges ,; vz·.
sto come nella SS. Eucarestia, e in v ente nel
tale contemplazione s'accende in lui il cuore.
desiderio di rendergli ognor più gra-
dita questa dimora ornandola delle più

15.6 Page 146

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MANUALlt
elette vi rtù. Perchè Gesù ne sia l'unico
T e mp z"c! padrone, libera il suo cuore da ogni
rdze"tloloSaSnptoz-.
sent11nento
d' amor
propri.o,
d.
1
v
ana
g
l
O
-
ria e di superbia. Si considera quale
tempio vivo dello Spirito Santo, quindi
pone ogni cura perchè non sia profa-
nato dal benchè minimo affetto _impuro.
Si stima felice di essere privo non solo
del superfluo, ma perfino del necessario
per non essere indegno discepolo di
Colui che voJle per sua compagna in-
divisibile la povertà, che visse senza
casa e senza tetto e morì nudo su un
duro tronco di croce. Rapito dall'esem-
pio del Divin Salvatore che a detta di
S . Bernardo: perdidit vùam, ne perderet
obedientiam, perdette la vita piuttosto
che mancare all'ubbidienza, si stima
felice di rendere la sua vita un con-
tinuo sacrifizio privandosi di ciò che
ha maggiormente suo e prezioso, cioè
dell'uso della sua libera volontà. Ar-
mato di sovrumano coraggio, castiga il
suo corpo trattandolo quale suo acer-
rimo nemico, affin~hè non torni d'im-
pedimento allo spirito nel servire a
Dio. Alla scuola di Gesù, fattosi uomo

15.7 Page 147

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DEt~ D1RETTÒR E SALESlANO 143
e morto per la salvez7,a delle anime,
il direttore s'infiamma di santo ze]o
perchè tutti partécipino al benefizio
de1la Redenzione, ne andasse pur di
mezzo ]a sanità, la vita stessa. Sopra-
tutto poi si sforza di mantener vivo i]
fuoco sacro della carità e per crescere .
ogni giorno n ell'amore verso Dio e verso
il prossimo, col maggior fervore pos-
sibile si mette alla scuola del SS. Cuore
di Gesù, l'ultima e più splendida ma-
nifestazione del suo amore verso di * Cfr. id.
noi *.
p. 8,passùn.
65. - Il direttore che vive questa vita L' i nti m.o
è profondamente persuaso essere Ja pre- iitm:.rc,o
ghiera un intimo co :11mercio d'amicizia
con Dio; quindi ben lungi dal tornargli
di peso, l'ama e la considera come cosa
indispensabile alla sua vita. Nel porsi
a pregare si rappresenta all a mente il
Re del cielo e della terra che, quan-
tunque infinitamente grande e potente,
non isdegna di intrattenersi con lui,
misero verme della terra, ogni volta
che prega. Non dubita punto che Iddio, Preghùra
sebbene attorniato in cielo da innu-

15.8 Page 148

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144
MANtJALE
merevole moltitudine di Angeli e di
Santi i 4uali senza interruzione cantano
le sue lodi, pure s'abbassa ad ascoltare
le umili sue suppliche, come avesse solo
a occuparsi di lui.
Con gli occhi della fede nella medi-
tazione e nella lettura spirituale vede
~'1ed ,.t a - Gesù Cristo stesso farsi suo maestro
zz one.
nella via della perfezione, e prostrato
ai suoi piedi, sarà . tutto intento ad
ascoltare le sue lezioni ripiene di sa-
pienza divina. La fede gli fa trovare
nella SS. Eucarestia la · sorgente della
vita spirituale e le fo rze di cui abbiso-
gna. Egli infatti, ogni qual volta sente
mancargli le forze e geme in estrema
debolezza e prostrazione d'animo, ascol-
ta il buon Gesù che gli dice : Se ogni
i'Aenltleadseolrla- altrO CI•b O e' Vano, V•ieni·, 1· 0 h· d aro' 1'l
v ,·t a .
pane della vita. Mangia la mia Carne
e bevi il mio Sangue e vivrai: Ego sum
EQo ~ u m p anis vitae. Oh prodigio ! In quel mo-
pan,s vitae!
..
mento una creatura mortale s1 umsce
col suo Dio, se lo assimila e così la
vita divina ripara, accresce e conserva
la vita umana. Ed è possibile che il
direttore senta nausea di questa manna
L

15.9 Page 149

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DEL D1RETT0RE SALES1AN0 I 45
celeste? Che vi si accostl con coscienza
macchiata di peccato? Che trascuri la
preparazione e il ringraziamento alla
S. Messa?
Trova le sue delizie nel visitare Gesù,
prigioniero d'amore nei nostri taber-
nacoli, ed ha cura eziandio d'ogni mi-
njma cerimonia nella celebrazione dei
divini misteri.
Illuminato dalla fede, ravvisa nella
confessione uno strepitoso prodigio del-
l'onnipotenza e della misericordia di
Dio, ricordando le parole di S. Ago- L' ofera
stino che dice: justiftcatio peccatoris majus 1:f/"f{';nde
opus, quam creare caelum et terram: il ren-
dere giusto un peccatore, è più grande
opera che creare il cielo e la terra *. *Cfr.id. p.
Quindi usi di questo Sacramento come 9• fassùn.
prescrivono le sante Regole, e da esso
attinga insieme con la grazia sempre
nuova e più abbondante, la direzione di
spirito che ne è la necessaria conse-
guenza.
66. - Con questa vita di fede e di L'arca del-
zelo in fine egli sente in cuore vivissima la salvezza.
riconoscenza a Dio per averlo chiamato
10

15.10 Page 150

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146
MANUALE .
-J,:,;/;.:~a~ La f ,·a alla pia Società Salesiana: ]a considera
come l'arca di salvezza e il suo refugio
e l'ama. come dolcissima madre. Riguar-
da la casa ove Fubbidienza l'ha posto
a lavorare come casa di Dio stesso, il
La casa e suo ufticio, come ]a porzione della vi-
l'uffido.
gna che il padrone gli diede a coltivare.
Nella persona dei superiori vede i rap-
presentanti di Dio stesso: quindi i loro
comandi sono da lui tenuti come co-
mandi di Dio e si fa premura di ese-
guirli guardandosi bene dal giudicarli
e criticarli. Riconosce Ie L'ostituzioni, i
I des,·deri
.
sufe- regolamenti, l'orario, come altrettante
n·an·. . manifestazioni della volontà di Dio a
suo riguardo, ed è sua cura che: non
siano mai trasgrediti. I suoi confratelli,
che con lui dividono le gioie e i dolori,
con cui prega e lavora, sono altrettante
immagini viventi di Dio stesso, inca-
ricate da Lui medesimo ora a edificarlo
con le loro virtù, ora a fargli praticare
la carità e la pazienza coi loro difetti.
I giovani dell'istituto sono agli occhi
della sua fede un sacro deposito di cui il
Signore gli chiederà strettissimo conto.
Insomma il direttore coll'esercizio della

16 Pages 151-160

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16.1 Page 151

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bEL DIRETTORE SALESIANO I 47
vita di fede e di zelo, si avvezza a
veder Dio in ogni persona, in ogni cosa, Qualz"spe-
:~;a- in ogni avvenimento che egli considera ::·:,,.s1
quali specie sacramentali sotto le quali
si nasconde Gesù.
Così questa vita è per il direttore
un raggio di luce celeste che gli fa
veder Dio in tutte le cose e tutte le * Cfr. id.
cose in Dio *.
pp. 9 - IO
passùn.

16.2 Page 152

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16.3 Page 153

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X.
Totus primum sibi et sic totus omnibus.
67. Tuus esto ubique !
68. La malattia dell'agitazione. (Eviscera-
,tio mentis - magni passus, sed ex-
tra viam).
69. Prima la vita spirituale e poi l'educazione,
(Errore condannato da Pio X-. Domi-
nus est. - Aiutatemi a salvar l'anima
vostra! ... )
70. . Deve far·crescere in sè Gesù. (Volo pia-
cere Deo in omnibus - Via gli osta-
coli - Le ascensioni del cuore - L'azione
divina).
7I. Sempre più intima l'unione con Gesù.
72. L'ascetica necessaria all'acquisto di questa
vita. (Libri di vita spirituale - L~ vile dei
santi - Animam salvasti?... Lo zelo

16.4 Page 154

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delle anime è sacrificio pitè accetto a
Dio? ... )
73. L'unione con Dio. non deve distogliere dalle
opere di zelo del proprio ufficio. (Prima
sibi charitas. - Parole di S. Bernardo
a PP. Eugenio III).
74 . L'armatura divina. (lnduite armaturam
Dei, ut possitis stare adversus in-
sidias diaboli, resistere indie malo
et in omnibus perfecti stare).
~ -·-'

16.5 Page 155

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Jllllfjf!IIH!IIIIIIIIHIUJlll!Wl lllllllnllllllllllllUIHUUIHllllllllllllllll-.itllllUIUUIIHIIHtl-lliltttHIIUlUHUU1mmm1111111mnHIIIIHlll!ll!lltlllllfflllll[UlllllllHll!l!ltllfflllllll
-.v-~.:.,~..v-~~~~-.v-~~ ~
X.
Totus prlmum slbi et sic totus omnibus.
« ... più che la parola inse-
gni la perfezione il vostro
esempio, poichè questo è
il linguaggio che suol ri.
uscire più fruttuoso giusta
l'adagio: v ox orz"s sonat,
v ox oj,erzs tonat >.
(D. RuA, L . C. j,. r9 7) .
67. - I1 direttore nena pratica dei do- Tuus esto
ven. d e] .suo stato abb1' a ognora presente ubique.
queste gravi paro]e di D. Rua che si
possono riassumere in quelle usate -dal
biografo di S. Bernard() per delineare
tutta la vita mirabile di lui: totus pri-
mum sz'bi et sic totus omnibus: egli era
prima tutto per sè e così era tutto per
gli altri. Il sa ·1to Dottore nelJa sua vita
traduceva in pratica il consiglio che
dava ai suoi religiosi: tuus esto ubz"que I
Non è saggio colui che prima non pensa
a se stesso. Il direttore è necessaria-
.uiente tutto per i confratelli e per i

16.6 Page 156

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MANUALE
giovani affidati alle sue cure; però non
talmente che abbia a dimenticare e
perdere se stesso. Corona di tutti i suoi
doveri è quindi questo che bellamente
li riassume e li lega assieme con nodo
indissolubile.
68. ------:- Il genere di vita che egli ha
La malattia abbracciato si chiama vita attiva: ma
dell'agita-
zione.
sve·nturatamente
la
grande
m a l a t t i. a
d1.
molti addetti al servizio di Dio è l'agi-
tazione e il troppo ardore con cui si
occupano delle cose esteriori. Quanto
è difficile trattenere nei giusti limiti la
propria attività! Se il direttore non si
mette in guardia, corre rischio di se-
guire l'andazzo del mondo, che si lascia
Evisceratio involgere dal turbinìo degli affari, e
mentis. cade vittima di quel morbo che già
san Bernardo chiamava sventramento
dell'anima: evisceratio mentis. Essa esau-
risce nello studio e nelle opere esteriori
tutte le sue facoltà, la sua intelligenza,
la sua memoria, la sua immaginazione,
come già, di chi tutto è assorto dalle
occupazioni, diceva il Savio, proùcit in
i<·Eccli. 10,
10,
pitq i·ntùrw, sua *, mai un momento per

16.7 Page 157

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DEL DIRETTORE SALESIA N O I 53
raccogliersi, per rientrare in se stesso, Magni pas-
per sapere dove vada. Il mondo crede tsruas, vs1_eadm.ex-
che egli vada a gran passi nella via del
bene, ma S. Agostino assicura che cam-
mina fuori del retto sentiero: Nlagnae vi-
s. res et cursus celerrimus, sed praeter viam *. * Aug.
Egli lavora molto, ma i suo i lavori non in Ps. 31'
servono ad aeternitatem *. Anche fa- * cer. 2. L.
cendo
1'l
bene,- anche
prati·cand o
1a
rC;,
;.D Albe
12•
-
virtù, egli corre rischio di lavorare
senza profitto per l'anima sua e di tro-
varsi un giorno a niani vuote *.
* Cfr. 4 L.
C . in fin e.
69. - - Per evitare un grande peri- ~rima. 1.a
co1o 1.1d.irettore sti.a saJdo m. custod'ire la tvuiatlae sep1pr1o-i
vi.ta re1i.g1, 0sa d entro d'i se, pn.ma d 'ogni. l'edu:&2ion11
altra occupa7,ione e stia pronto a sacri-
ficàre queste piuttosto che venir meno
alla prima. Si tenga in guardia dall'o-
pinione che serpeggia ai nostri giornj
e che ha già fatto tante stragi anche tra
le nostre fila, secondo la quale i reli-
giosi degli isti tuti educativi debbono
pensare quasi unicam ente ali' educa-
zione dei fanciulli, ponendo in secondo
ordine la pratica dei doveri imposti
dalla professione religiosa : lavorare

16.8 Page 158

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154
MANUALE
insomma per la gioventù anche con
discapito della vita spirituale, che è la
Edrrore mèta precisa di ogni religioso. È questo
con an n
~- da Pi·o un errore, già condannato da Papa
Pio X di s. m., che taglia alla radice la
vita interiore ed inaridisce il succo vi-
tale delle opere di zelo.
Non perda mai di vista il direttore,
che egli s'è fatto religioso salesiano
prima per unirsi più intimamente a
Dio con l'esercizio graduale della per-
fezione religiosa e·poi per educare e di-
rigere. V i sono educatori che non sono
professi religiosi, ma non può dars.i
un educatore salesiano senza che sia
prima un pio e fervente religioso. Chi
la pensasse altrimenti, va contro l'in-
segnamento esplicito della Chiesa, mae-
stra infallibile della verità: ... ltaque i·n
causa vestra, così Pio X di s. m., z'!lud
maneat relz"gz"osae vitae pra:stare: atque si
magno obstrictz" estù erga proximos offiào
docendz", multo majora esse vi·ncula quibus
Deo obligamini.
Lo stesso Santo Pontefice inculcava la
medesima cosa all'attuale vostro Supe-
riore D. Albera: nella prima udienz L çlç-

16.9 Page 159

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DEL DI RETTORE SALESIANO I 55
cordatagli come Rettqr Maggiore della
P,ia Società Salesiana, con queste me-
morabili parole: « Ricordate ai vostri
Oom1nus
dipendenti che Colui a cui servono, est.
Dominus est. Stia lor0 fisso nella mente
il pensiero della presenza di Dio, siano
in tutto guidati dallo S)irito di fede,
con fervore compiaao le pratiche di
pietà, e a Dio offrano i loro lavori e
sacrifizi. Dio sia sempre nella loro
mente e nel loro, cu )re» *.
* Cfr. I. L.
E CO
,1ed el e
d.
1
questi.
m. segnameat1.
I. l
C. D.Albe-
ra, p. 7.
nostro Venerabile Padre scriveva a tutti
i suoi figli: « voi mi farete la cosa più
cara del mondo, se mi aùtterete a salvare
l'anùna vostra. Voi ben sapete, amati
~u;;;e;;;· figliuoli, che vi ho accettati nella Con- / 1
gregazione, ed ho costantemente usate ~~si-:.z·ma
tutte le possibili sollecitudini a vostro
bene per assicurarvi l'eterna salvezza;
perciò se voi mi aii:tate in questa
grande impresa, voi fate quanto il mio
paterno cuore possa attendere da voi.
Le cose. poi che voi dovete praticare
a fin di riuscire in que.;;to gr.mde pro·
getto, voi potete di leggieri indovill-arl~;
o~s~rvare le nostre -RegoleJ qqelle Re· -

16.10 Page 160

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MANUALE
gole che santa Madre Chiesa si degnò
approvare per nostra guida e per il
bene dell'anima nostra e per vantaggio
* _ -!C·Cfr. L. c. spirituale e temporale dei nostri amati
Don Bosco,
p. 21.
ali 1.ev1»
70.-Conquelle affettuosissime parole
Deve far il Venerabile Padre chiede dai suoi figli
~~e:~:~~ in l'abito della vita interiore, cioè la pra-
tica della vita cristiana perfezionata
coll'osservanza della santa Regola. Quin-
di non basta che il salesiano -- e primo
fra ' tutti il direttore - viva solo la vi>ta
del buon cristiano; ma si richiedono
da parte sua sforzi più generosi, cor-
rispondenti alle grazie speciali che gli
dona la sua vocazione per formare e
far crescere in se stesso Gesti Cristo:
crescamus in ilio per ommia, qui est
* Eph. IV, caput Christus *. La sua vita è una
15 ·
vita di perfezione per cui la sua intel-
ligenza e volontà son orientate verso
le grandi realtà sopranaturali al fine
di acquistare una conoscenza più pro-
fonda e sopratutto un più ardente amor
di Dio. Conoscere meglio il Creatore,
amarlo, praticare la sua legge, infor-
l

17 Pages 161-170

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17.1 Page 161

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DEL DIRETTOR~ $ALES1AN0 157
marsi allo spirito dei consigli evange-
lici, sforzarsi d'imitare Nostro Signore,
tentare ogni giorno di attaccarsi più
strettamente a lui, pregar molto, tenersi
m.
raccog11. mento, eserc1.tars1.
n e Il a
pre-
Volo place-
re oeo in
senza di Dio, lavorare incessantemente omnibus.
a realizzare in sè il volo piacere Deo
z"n omnibus e conformarsi amorosamente
in, ogni circostanza alla volontà di Dio,
ecco l'insieme degli atti che hanno da
formare la vita intima del direttore.
Per raggiungere questa vita interiore
- che equivale alla salvezza dell'ani-
ma sua-· cominci egli, con le sante Re-
gole alla mano, ad eliminare da sè gli
ostacoli che la impediscono, tenendosi
lontano dal peccato e sradicando dal
cuore
ogni.
catti.va
m. cl1. naz1. 0ne ed
a
b
.
1-
V a gli
ostacoli".
tudine. Poi con l'esercizio assiduo delle
virtù proprie del suo stato, ponendo in
cuor suo quelle misteriose ascensioni
di cui parla il Profeta: ascensz'ones z'n
corde suo dz'sposuz't *, non gli sarà dif- * Ps. 83. 6.
ficile orientare il cuore e lo spirito
verso Dio che diverrà in tal maniera
. . e ' il fine diretto o virtuale delle sue Le a scen·
az10m.
osi
con
la
custodia
dei
sensi,
s z" o n z"
cu ore.
del

17.2 Page 162

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MANUALE
con i lumi che la sua intelligenza at-
tinge nell'orazione, con lo slancio della
L'
.
azion e
volontà
mantenuta nell'ordine
da
serio
d t'?,ù,a. ed imparziale esame di coscienza, l'a-
zione divina nell'anima sua diverrà
gradatamente più sensibile,' lo Spirito
Santo vi spanderà a profusione i suoi
doni, e Gesù crescerà in lei fino all'età
perfetta: in virum perfectum, in mensuram
* 13*.Eph· IV'
f
(1!
atzs
p,1emtudints
C'h risti·
.
7r. - Più il direttore esercita il suo
sempre più spirito in queste misteriose ascensioni
·innitoimnae Ic'oun- e pl·l'l stretta s1f orma l' un1· 0ne tra Gesu'
Gesù.
e l'anima sua, cosicchè insensibilmente
tutte le fibre del suo essere si assue-
fanno a trovare Gesù in ogni cosa.
* Cfr. 1, 2 Posto quaggiù, al dire di _S. Tomaso, *
p.us, art+ tra le cose del mondo e i beni spiri-
tuali, coi quali è connessa l'eterna sua
beatitudine, egli sa che quanto più ade-
risce a quelle e più si allontana da
questi e viceversa: perciò mette ogni
sua éura nel liberare il cuor suo dai
beni terreni con la vigilanza, con lo spi-
rito di abnegazione e di mortificazione
per vivere unicamente del suo Dio. La-

17.3 Page 163

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159 DEL DIRETTORE SALESIANO
onde sia che egli si mortifichi o si con-
ceda qualche onesto sollievo; sia che Il dz'vino
lavori o riposi; che ami o senta avver- beneplac~·to
sione; che provi tristezza o gioia, spe-
ranza o timore, in tutte le cose si sforza
di aver sempre di mira il divino bene-
placito. Nella preghiera e durante la
Santa Messa si separa ancor più com-
pletamente dagli oggetti visibili per ar-
rivare a trattare con Dio invisibile come
se lo vedesse. Nulla esteriormente rivela
la presenza dello Sposo divino, ma l'a-
nimo suo lo sente. È Lui che parla al
cuor suo, che incoraggia, che compatisce La pnsen ·
e, sopratutto, è Lui che dà alla volontà za de?l'!
Sposodzv t·
sua una tempra nuova, uno slancio più no.
generoso. Di qui una luce, una forza,
una pace ineffabile, una libertà santa
che fa crescere l'anima di giorno in
giorno nell'amore divino, finq ad in-
nalzarla ai più eroici sacrifizi imposti
dalle multiformi vicende della sua vo-
cazione.
72. - Da questi pensieri il direttore L'asceti~a
puo,
argu.ue
quanto
si.a
urgente
ch e
s1.
necessaria
ali' acquisto
d ed 1.ch"1 con ard ore a ll'acqm.sto d eIl a diquestavita

17.4 Page 164

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160
MANUALE
vita interiore se vuole raggiungere il
suo fine, che è l'unione perfetta con
Dio mercè l'amore di Lui sopra tutte
le cose. Ma ricordi che solo con lo
studio serio dell'eccellenza, della bel-
lezia e dei frutti preziosi di una tal
vita, egli perverrà a sentire dentro di
sè non solo il desiderio, ma la neces-
vt"?~·b:~1.:i~~ sità di possederla. Sia quindi provvisto
tuate. di alcuni buoni libri di ascetica e di
vita spirituale, li tenga cari e ne faccia
pascolo assiduo .della sua mente. Poi
nella lettura delle vite dei Santi, specie
di quelli che, come lui, lavorarono nel
d~.e5 ~~;/ campo dell'educazione, avrà la prova
pratica e il modello per l'acquisto della
vita interiore. Tutti i santi sono stati
perfetti nell'esercizio di essa alla quale
subordinarono metodicamente la loro
attività nelle singole opere di zelo. Al-
lora, mosso da tali esempi, egli non
posporrà mai le pratiche di pietà al
lavoro, nè lo zelo per le anime gli farà
trascurare la propria. Pur ardendo di
sete di anime saprà interpretare ret-
tamente certi testi, che sogliono citare
a propria giustificazione quelli che trop-

17.5 Page 165

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DEL DIRETTORE' SALESIANO 161
po facilmente trasandano p'er le opere
di zelo i doveri della vita spirituale.
Così a chi decanta l'animam salvasti,
animam tuam pra:destinasti, attribuito a .
Ani mam
Sant'Agostino, per lasciarsi assorbire in- salvasti?
tieramente dalla cura altrui con pregiu-
dizio dell'anima propria, risponderà:
Precisamente, quando avrai salvato l'a-
nima tua, l'avrai predestinata. Oppure
a chi cita S. Gregorio il quale asserisce
che lo zelo delle anime è il sacrifizio
più gradevole . che si possa offrire a
· Dio : nullum sacrijicium est Deo magis
acceptum quam zelus animarum, * darà * s. Greg.
per tutta risposta la spiegazione fatta ~;~:\\/ 2 in
di queste parole da S. Tomaso: « offrire
spiritualmente a Dio un sacrifizio si-
gnifica offrirgli qualche cosa che glori-
fica. Ora ·fra tutti i beni che l'uomo
possa offrire al · 8 ignore il p iÙ accetto L O z e zO
~~:~~t!,-~ è senza dubbio la salvezza d'un'ani- mdeel /e~ saa1ctr1z:-·
ma. Ma ciascuno deve prima offrire
l'anima propria, secondo il detto della D z"o?
Scrittura: ag onizare pro anima tua, e
que1l'altro: se vuoi p iacere a Dio., abbi
pz"età dell' anima tua. Compiµto questo
primo sacrifizio ci sarà permesso di
11

17.6 Page 166

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162
MANUALÉ
procurare ad -altri una simile felicità.
Più l'uomo unisce intimamente a Dio
la propria anima o q_uella d'un altro, e
più è gradito il suo sacrifizio. :Ma qi.1e-
st'unione intima; generosa, umile,' non
si può acquistare che con l'orazione.
Perciò quando S. Gregorio afferma che
il sacrifizio più accetto a Dio è la salute
delle anime, egli non intende dare ·alla
vit·a . attiva la preferenza sulla contem-
plativa, ma vuol dire che l'offrire ·a Dio
anche solo un' ànima è infinitamente
più· glorioso per Lui e per noi assai
* s. Thom. più meritorio che l'offrirgli quanto di
* pm 2. 2, q. 18 2 '
art. 2. a d 3.
prezioso
contenga
la
terra
».
73. -- La superiorità della vita inte-
L' unione riore sull'attiva non deve però disto-
cdoenveDiodisntoon- g11. ere 1.1 d'uettore d a ll e opere d1' zelo
ogplleerree didazlele- propne d el suo u fl'1c1· 0. Sottrarv1·s1· o a· p-
10·
p-licarvisi negligentemente, disertare il
campo di battaglia col pretesto di me-
glio coltivare la propria anima e arrìva-
re a una più perfetta unione con Dio,
· sarebbe per lui un'illusione fatalè, ca-
gione di gravi danni. Vae mihi, dice
f,. Paolo, si non evangelizavero ! .

17.7 Page 167

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DEL DIRETTORE· SALESIANO .163
È· volontà di Dio che egli ami le -ani-
me affidate alle sue cure, ma solo come
se -stesso, cioè, non mai fino al punto
di trascurare la propria perfezione. Pra- . . .
ticamente · d eve ·qum. d.1 aver
pm. ,
cura
Prima s1b1
charitas1
della sua anima · che- di· quella degli
altri, poichè lo zelo deve esser regolato
dalla carità, la cui prima , legge ·è · in
suo · favore i Prima st'bi ch-ari'tas. · ·· · ·
Mediti le gravi parole.che S. Bernar-
do scriveva a Papa -Eugenio III: « .non
ti · dico di sottrarti inti-eramente alle s. Bernar-
occupaz1.on1,
secol arescl1e,
solo
ti, esorto
Edou
a P.P.
g e 11 1• 0
a non darti tutto ad esse. Se sei l'uomo Il!.
di tutti, sii dunque anche di te stesso:
altrimenti a che ti servirebbe guada~
gnare tutti gli altri qualora perdessi te
stesso? Riserva dunque qualche cosa
per te, e se tutti vengono a bere , alla
tua fontana non privarti dal · bere tu
pure. Comincia sempre dal considerare
prima te stesso, perchè inutilmente cu-
rerai gli altri se trascuri te stesso. Tutte
le tue riflessioni comincino e terminino
da te. Sii per te il primo e l'ultimo, e
ricorda che nell'affare della tua salute
nessuno ti più prossimo che il figlio

17.8 Page 168

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MANU AL~
* s. Bern. unico di tua madre * ». Ora il direttore
1. II de con-
sideration e
e,
f orse
pm. ,
occupato del
Sommo
p
Oll-
e .
tefìce Eugenio III al quale S. Bernardo
inculcava con tanta insistenza di non
trascurare se stesso per aiutare ,gli altn,
se n0n voleva perdersi? Il . Ven. Padre
nostro scriveva ad un direttore questa
raccomandazione: riserva 'ogni giorno
almeno una mezz'ora per l'anima tua.
La vita d'unione con Dio, grazie ai
lumi e alla continua assistenza che·l'a-
nima riceve da questa intimità, vivifica
le occupazioni esteriori e comunica ad
esse un carattere soprannaturale, una
reale utilità. Senza di essa le opere
riescono imperfette e sterili.
Colui che è chiamato alle opere del1 a
* s. Thom. vita attiva, dice S. Tomaso,* sbaglia se
:~t /:" 182 crede di essere per ciò dispensato dalla
vita di unione con Dio: questa vi si1
aggiunge e non ne sminuisce la neces-
sità. Così le due vite invece di esclu-
dersi, si chiamano, si suppongono, si
mescolano, si completano.
74. - La vita interiore premunisce.
L'armatura il direttore contro i pericoli del suo

17.9 Page 169

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DEL DIRETTORE SALESIANO 165
ufficio e lo riveste dell'armatura divina, d:vina.
di cui parla PApo:;tolo, colla quale può
non solo ,resistere alle teritazioni ed
evitare i lacci del d.emonio, ma anche
santificare tutte le proprie azioni: ln-
duùe armaturam Dei, ut possitis stare
adversus i'nsidias diaboli, resz'stere in dz'e
*. malo et in omnibus perfecti stare Essa -l(- Eph. VI,
cinge
l'animo ...suo della
purità d'inten-
6
e
13
'
z·ione che gli fa concentrare in Dio
tutti i pensieri, i desidéri, gli affetti. e
lo irc:Lttiene dal correre in cerca di pia-
.ceri e distrazioni: lo riveste della co-
razza della carità che gli dà un cuor
virile e lo difende contro le seduzioni
.delle creature e ·dello spirito mo dano:
gli pone i calzari della discrezione e
della ri-,ervatezu affmchè in tutte le
sue opere sappia unire la semplicità
della colomba alla prudenza del ser-
pente. Il demonio e il mondo cerche-
ranno di abusare della sua intelligenza
con i sofismi delle false dottrine, di
debilitare la sua energia con massime
basse; ma la vita interiore gli porge
lo scudo della fede il quale fa brillare
agli oçchi di lui lo splendor~ dell'ideale

17.10 Page 170

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166
· MANUALE
. ~ . divino. Allora la meditazione della sa-
pienza di Dio che tutto conosce, deHa
sua bontà che ricompensa anche '1e più
piccole azioni compiute per amor ,suo,
della sua giustizia per ·cui condanna
ogni negligenza, ogni trasgressione della
sua legge, lo ,preserverà: dalla sventura
di .cadere nel rilassamento. Allora avrà
incessantemente fisse neHa mente le
gravi obbligazioni da lui contratte nella
professione e. profondamente impresse
nella memoria le massime e gJì esempi
dei Santi, specialmente del Ven. Don
Bosco e dell'indimenticabile D. Rua...
Allora veglierà con somma cura ' per-
chè non sia vittima di quella pigrizia
spirituale che ha orrore di tutto quello.
che impone sacrifizio, che tarpa le ali
a ogni desiderio di elevarsi alqu anto
al di sopra della nostra corrotta natura;
e ci rende sordi a ogni ispirazione di
raggiu 1ìgere un più alto grado di per-
fezione e di merito. Allora si farà un
dovere· di esaminar.si alcuna .volta e
c~n tutta imparzialità, per. assicurarsi
che. non sia venuto ad annidarsi nel
suo cuore il vepJ'le :roditore della· virtù

18 Pages 171-180

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18.1 Page 171

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DEL DIRETTORE SALESIANO 167
e della pietà, che è la tiepidezza... Al-
lora riterrà, anche quando lavora· da
solo, la belJa abitudine 'di ·offrire · 'à.
Dio l'opera a cui · pone mano, di 'far
sovente la comunione spirituale ·e ·di
ripetere frequentemente· fervorose gia-
culatorie. In ogni luogo, in · ogni suo
lavoro si ricorderà delle parole di San
Francesco di Sales, che nessuna com-
pagnia, nessuna occupazione può impe-
dirgli di essere con Gesù, .con Maria~
con gli Angeli, con i Santi. Allora si
studierà di condire il suo lavoro con
elevazioni della mente a Dio, con slan-
ci d'affetto, affine di non lasciarsi sco-
raggiare, a esempio del pel1egrino che
prende di quando in quando un sorso
di vino, sen;,;a interrompere il suo cam-
mino, onde aver maggior forza per
compierlo più presto. AJlora sopratutto
vivrà ognora sotto gli occhi della no-
stra dolcissima madre Mar·a Ausilia-
trice, a lei affidando la buona riuscita,
il frutto di ogni impresa e pe.rfìno la
custodia di quel p o' di bene che ha * Cfr. 2 L.
fatto e dei pochi meriti che s'è acqui- c. D. Albe-
ra, pp. 12
~t<1-to *, Allora i1~ fine il direttore sarà rJ.

18.2 Page 172

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168
MANUALE
una c_ontinuazione della provvidenziale
missjone del Venerabile nostro Fonda-
tore su la tena, rispecchiando in se
stesso quell'intima unione con Dio e
quella .ben intesa attività che egli ba
insegnato ai suoi figli con l'esemp_io e
con l.c:t .parola.
-I
I'

18.3 Page 173

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II. .
Il direttore nell' ,sercizio
del sllo llfficio.

18.4 Page 174

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r
O ÌJ 92 . 'li
oi ìT tl oue l9b
1 t 9'l .

18.5 Page 175

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!........ I Ricordi confidenziali del Ven.
Padre.
II...... La, casa affidata al direttore.
Ilf .... Del personale in genere.
IV .... Dei sacerdoti e chierici.
V ...... Dei coadiutori e professi triennali.
VI... Del rendiconto mensile.
VII.. Zelo per il bene dei giovani.
VIII. Cura delle vocazioni· relz'giose.
IX.... Dell'oratorio festivo :
X..... Della moralità e pietà nei giovani.
XI. ... Relazioni cogli esterni.
XII.. Economia e povertà.

18.6 Page 176

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,,
I
' \\<

18.7 Page 177

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I.
I Ricordi confidenziali
del Ven. Padre.
7S. Necessità di norme pratiche pel direttore.
( Nelle sue mani sta la salvezza o la
rovina di molti - Il testamento del Pa-
dre - Il Vangelo del suo ufficio) .
76. Con te stesso. ( Calma in tutto - Evi-
tare le austerz'tà - Sette ore - Pie atten-
te ac devote - Il segreto del buon
direttore - Il cuore a Dio) .
7;. Coi maestri - ( Nulla manchi - Parli con
loro di frequente - Occhio alle amicizie
- La sala per gli avvisi - Non allievi
fuori scuola - Eccitamenti nelle vigilie
- Fuori della scuola) .
78. Cogli assistenti e capi di dormitorio. (Tem-
po per lo studio - Puntualità - A ll'érta I
- Hic scientia est - I pericolosi).
79. Coi coadiutori e colle persone di servizio.
( Comodità per le pratiche di pietà -
Non famigliarità - Co"mposizione dei dis-
sidz'i - Un capo).

18.8 Page 178

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'XI 6bituo
80. Coi giovani allievi. (Non espulsi - Farti
conoscere e conoscere IL segreto per es-
sere padroni" dei cuori - La correzione).
8 r. ' .C:ogli esterni. (Prestazione . _di servizio -
Invito - Carità, cortesia e accondiscen-
denza - Preg·hiera e consiglio).
82. Con quelli dell~ S_oçietà. , (La, base di tut-
to - Equa distribuzione - La peste più
fatale - IL nemico del bene - Ciò che più
rovina la - Vita comune).
83. Nel comandare. (Non cose superiori nè
troppo contrarie all'inclinazione del suddi-
to - Con dolcezza - Potresti? - Nulla man-
chi agli ammalati - Sarà og-nor .fiorente).
84. La più bella meraviglia Salesiana. (Prima
di morire - Redivivo - . Sole e luce. - IL
I. direttore - Miniera preziosa).

18.9 Page 179

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llluW1111111!11 .-ntllffltlll1:mom11u1lltlllllllllilllltHIIUllllllimm111111111111111111111111111~,;1111111nUtUI\\AlllllllHUHUIUIIIIIIIIIIUIIIIIIIIIUllliillllllUlllllllllm1m1maill11AIIHlfflff
~~-i..v- ~ ~ ~ ~ -t._V-~~ ~ l..!!.F 'ì..!:.F
I Ricordi .co11fldenziali
del Yen. Padre.
P.atie nti a , ,caritas et ma nsue -
tud o nostra resplendeant in
opere et ·sermone , adeo ut
ad impleantur.in.nob is ve rba
C hr isti : v os eslzs sal terra e,
0
' 'l'OS es ft's l uJ: mu ndi.
( Lett. C/r . Ve n. D. E .o -
sco j . T4).
,
75 . - L'uffic :o di direttore è irto di Necessità
spm· e e d1' d ffi co1ta' , s·i·a · per se s tesso pdriatinchoermpeel
come p er gli altri. Il direttore, come direttore.
abbiamo visto, deve essere fornito ·di
scienza e di virtù profonda·per poterJo
disimpegnare convenientemente. È vero
che spetta ai Superiori Maggiori misu-
rare l'una e l'altra in colui che pre-
pongono a lla direzione dell a casa ; ma
la loro valutazione sulle qualità indi-
viduali ·è solo una preparazione remota
e po:Ssono a ndar a vuo to le . migliori
speranze, se l'eletto non vi aggiunge al-
l'atto pratico l'opera sua.

18.10 Page 180

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MANUALE
Da lui dipende tutto l'andamento
Nelle sue dell'istituto e nelle sue mani sta la
manz"sta la salvezza o ]a rovina così dei confra-
salvezza o
la ro v z"na telli che lo coadiuvano, come dei gio-
dz· molti".
vani che ]e ·famiglie, facendo assegna-
mento su la bontà del metodo educa-
tivo salesiano, gli affidano per la loro
cristiana educazione.
Gli occorre peréiò più che mai una
serie ben ordinata di norme e regole
pratiche che lo guidino e l'aiutino passo
per passo nella sua. carica. Ora tali
norme e regole, atte ad infondere nel di-
rettore il vero spir:to salesiano e a ren-
derlo.rosì una viva immagine del Ven.
D. Bosco - del quale egli è, e deve
considerarsi, il successore nella casa
affid_ata alle sue cure - sono conte-
/l t e sta. nute nei preziosi Ricordi confidenziali
n;,:':J,:.del che il Venerabile Padre_scrisse di pro-
pria mano al primo suo direttore che
fu D. Michele Rua l'anno 1863 e che
poscia lasciò quale preziosa eredità ai
direttori presenti e futuri delle case
e missioni della sua amata Congrega-
zione Il ·direttore quindi deve studia .e
e meditare amorosamente e . as~~

19 Pages 181-190

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19.1 Page 181

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DEL D1RETTORE SALESIANO I77
mente questo breve Vangelo del suo
ufficio e metterlo in pratica in. ogni Il Vange-
suo più minuto particolare. Lo ripor- lo de_l suo
ufficio.
tiamo qui nella sua genuina integrità,
temendo di profanarlo levando anche
solo un iota.
76. - Con te stesso.
Niente ti turbi.
Calma ùi
Evita le austerità nel cibo. Le tue tutto.
mortificazioni siano nella diligenza a'
tuoi.
d oven.
e
nel
sopportare
le
molesh.e
Ev i' fa le
austerz'fà.
altrui. In ciascuna notte farai sette ore
di riposo. È stabilita un'ora di latitu-
dine in più o in meno per te e per Sette ore.
gli altri, quando v'interverrà qualche
r agionevole causa. Questo è utile per
la sanità tua e per quella de' tuoi dipen-
denti.
3° Celebra la santa Messa e recita
il Breviario pie, attente ac devote. Ciò Pie attente
ac devote.
sia per te e pe' tuoi dipendenti.
4° Non mai omettere ogni mattina
la meditazione e lungo i] giorno una
visita al SS. Sacramento. Il rimanente
come é disposto dalle Regole della
Società.
12

19.2 Page 182

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178
MANUALE
5° Studia di farti amare piuttosto che
farti temere. La carità e la pazienza ti
accompagnino costantemente nel co-
mandare, nel correggere, e fa in modo
Il srgreto
·
d ~l bu on che ognuno dai tuoi fatti e dalle tue
d u ·eft ore. p a rol e conosca ch e tu cereh.1 1.1 bene
delle anime. Tollera qualunque cosa
quando trattasi d'impedire il peccato.
Le tue sollecitudini siano dirette al
bene spirituale, sanitario e scientifico
dei giovanetti dalla divina Provvidenza
a te affidati.
6° Nelle cose di maggior importanza
fa sempre breve elevazione di cuore a
Dio prima di deliberare. Quando ti é
I ~ cuore a fatta qualche relazione, ascolta tutto,
D I O.
_ma procura di rischiarare b-ene i fatti
e di ascoltare ambe le parti prima di
giudicare. Non di rado certe cose a
prjrn o annurn;io sembrano travi e non
sono che paglia.
77, -- Coi maestri.
1° Procura che ai maestri nulla
manchi di quanto loro é necess,Hio pcl
N ul la
·
ma n ch1·. vitto e _p el vestito. Tien conto delle
]o ro fatiche, ed essendo a mma lati o

19.3 Page 183

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DEL DIRETTORE SALESIANO 179
semplicemente incomodati, manda tosto
un supplente ne11a loro classe.
Parla spesso con loro separata-
me1_1te o simultaneamente ; osserva se
non hanno troppe occupazioni; se loro
mancano abiti, libri; se hanno qualche
pena fisica o morale; o ,.>pure se in loro
classe abbiano allievi bisognosi di cor-
rezione o di speciale riguardo nella P a ,·lz". con
loro dtfre-
disciplina, nel modo e nel grado del- q11ente.
insegnamento. Conosciuto qualche bi-
sogno, fa quanto puoi per provvedervi.
In conferenze apposite raccoman-
da che interroghino indistintamente
tutti gli allievi della classe; leggano
per turno i lavori d'ognuno. Fuggano Occhz"o al-
le amicizie particolari e le parzialità, le amidzi"e
nè mai introducano allievi od altri in
camera loro.
Dovendo dare incombenze od a v-
visi agli alli~vi, si servano di una sala p~rag}/1":v~
o camera stabilita a quest'uopo.
vz"s,·.
Quando ricorrono solennità, no-
vene e feste in onore di Maria SS., Eccdamen-
di qualche santo Patrono del paese, N _n_elle vz·-
d e1 col1eg10, o qualche mistero di g iùe.
nostra santa Religione, ne diano an-

19.4 Page 184

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180
MANUALE
nunzio con brevi parole; ma non omet-
tano mai.
Si vegli affinché i maestri non
mandino mai allievi via di scuola ed
ove vi fossero assolutamente costretti,
li facciano accompagnare al Superiore.
Neppure percuotano mai per nessun
motivo i negligenti o delinquenti. Suc-
cedendo cose gravi se ne dia tosto av-
viso al direttore degli studi o al Supe-
riore della casa.
I maestri fuori della scuola non
Fuori· del- esercitino alcuna autorità sui loro al-
la scuola. lievi, e si limitinq ai consigli, agli av-
visi o al più alle correzioni che per-
mette e suggerisce la carità ben intesa.
78. - Cogli assistenti e capi di dor-
mitorio.
Quanto si è detto dei maestri si
può in gran parte ·applicare agli assi-
stenti e ai capi di dormitorio.
Procura di distribuire le occupa-
Tempo per zioni in modo che tanto essi quanto i
lo stud1·0. maestri abbiano tempo e comodità di
attendere ai loro studi.
Trattienti volentieri con essi per

19.5 Page 185

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DEL DIRETTORE SALESIANO 181
udire il loro parere intorno alla con-
dotta dei giovani ai medesimi affidati.
La parte più importante dei loro do- .
Pzudttah-
veri sta nel trovarsi puntuali al luogo tà.
dove si raccolgono i giovani pel riposo,
scuola, lavoro, ricreazioni e simili.
Accorgendoti che taluno di essi
contragga amicizia particolare con qual-
che allievo, oppure che l'ufficio affida- All'erta .'
togli, o la moralità di lui sia in pericolo,
ne darai tosto avviso al tuo Superiore.
Raduna qualche volta i maestri,
gli assistenti, i capi di dormitorio, e
a tutti ·dirai che si sforzino per impe-
dire i cattivi discorsi, allontanare ogni . .
Hrc sc1en-
libro, scritto, immagini, pitture ( hic tia est I
scientia est), e qualsiasi cosa che metta
in pericolo la regina delle virtù, la pu-
rità. Diano buoni consigli, usino carità
con tutti.
Sia oggetto di comune sollecitudine .r f,erico -
scopriregli allievi che fossero pericolosi; !osi.
scoperti, inculca che ti siano svelati.
79· - Coi coadiutori e colle persone
di servizio.
_. Fa in modo che ogni mattina

19.6 Page 186

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MANUALE
·ed possano assistere alla santa Messa
Comodz'tà accostarsi ai SS.· Sacramenti secondo
t:';/ le 1
;;.
regole
della· Società.
Le
persone
di
1~·e1à. servizio si esortino alla confessione
ogni quindici giorni, od una volta· al
mese.
zP Usa gran carità nel comandare,
facendo conoscere colle tue parole e
~v, 1 11ug 0t.an n1-a<!.· coi fatti' che tu desideri il bene delle
anime loro: veglia specialmente che
non contraggano famigliarità coi ·gio-
vani o con persone esterne.
Non mai permettere che entrino
donne nei dormitori od in cucina, né
trattino con alcuno della casa, se non
per cose .di .carità o di assoluta neces-
sità. Questo articolo é della massima
importanza.
Nas.cendo dissensioni o contese
tra le persone di servizio, tra gli assi-
~omposz"-. stenti tr:a i . aiovani od altri ascolta
z zbne dez
'
o
'
dz"ssz"dz". ognuno con bontà, ma per via ordi-
naria dirai separatamente il tuo parere
in modo che uno non oda quanto si
dice dell'altro.
Alle persone di servizio sia ·sta-
bilito p~r capo un coadiutore di pro·

19.7 Page 187

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DEL DIRETTORE SALESIANO i83
bità conosciuta, che vegli sui loro la-
vori e sulla loro moralità, affinché non
succedano furti, né facciansi cattivi di-·
Un capo.
scorsi. Ma si adoperi costante solleci-
tudine per impedire che alcuno si as-
suma commissioni, affari riguardanti i
parenti od altri esterni qualunque siano.
80. - Coi giovani allievi.
I 0 Non accetterai mai allievi espulsi
da altri collegi, o dei quali ti consti
essere di mali costumi. Se malgrado
la debita cautela, accadrà di accèttarne ~~on espul-
alcuno di questo genere, fissagli subito
un compagno. sicuro che lo assista e
n01i ]o perda mai di vista. Qualora
eg li' manchi in cose lubriche, si' avvisi· ap-
pen_a una volta, e se ricade, si'a immedi·a-
tamente ùiviato a casa sua.
Procura di farti conoscere dagli
aJlievi e di conoscere essi passando
con loro tutto il tempo possibile, ado-
.
perandoti,
d
,
1
d
ire
all'orecchio
loro
qual-
Fartz co-
no sc ere e
che affettuosa parola, che tu ben sai, conoscere.
di mano in mano ne scorgerai il biso-
gno. Questo é il gran segreto che ti
renderà padrone del loro ' çuore.

19.8 Page 188

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MANUALE
3° Dimanderai: - Quali sono que-
ste parole? Quelle stesse che un tempo
furono dette à te. P. E.: Come sta i?
- Bene. - E di ·anima? - Così, cos'i.
- Tu dovresti aiutarmi in una grande
impresa; mi aiutèrai? - Sì, ma i·n che
cosa? - A farti buono. Oppure: A sal-
varti l'anima; oppure: A farti il più
Il segreto buono dei nostri O'iovani. Coi più dis-
per es sere
r:,
pa_dron_z· sipati: - Quando vuoi cominciare? --
d ei cuori.
Che cosa? - Ad essere la mia consola-
zione; ·a tenere :la condotta di s. Luigi.
A quelli che sono un po' più restii ai
santi Sacramenti: - Quando ·vuoi che
rompiamo le corna al demonio? - In
che 'modo ? - Con una buona confes-
sione. -- Quando vuole? - Al più presto
possibile. Altre volte: - Quando faremo
un buon bucato? Oppure: Ti senti di
aiutarmi a rompere le corna al demo-
nio? Vuoi che siamo due amici pe r. gli
affari dell'anima? Jiaec aut simz'lia.
4° Il piccolo clero, la comp gnia di
S. Luigi, del SS. Sacramento, .dell'Im-
macolata Concezione siano raccoman-
date e p-rornosse. Dimostra benevolenza
e soddisfazione verso coloro che vi sono

19.9 Page 189

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DEL DIRETTORE SALESIANO 185
ascritti; ma tu ne sarai soltanto pro-
motore; considera .tali cose come opera
dei g :ovani, la cui direzione é affidata
al catechista.
Quando riesci a scoprire qualche
grave mancanza, fa chiamare il colpe-
vole, o sospettato tale, in tua camera,
e nel modo il più caritatevole procura
di farO'li dichiarare la colpa e il torto L a corre-
o
zione,
nell'averla commessa; e di poi Gorreg-
gilo ed invitalo ad aggiustare le cose
di sua coscienza. Con questo mezzo e
continuando all'allievo una benevola
assistenza si ottennero dei maravigliosi
effetti e delle emendazioni che sembra-
vano impossibili.
8r. - Cogli esterni.
I 0 Prestiamo volentieri l'opera nostra
pel servizio religioso, per la predica-
zione, per celebrare Messe a comodità
del pubblico, e ascoltar le confessioni Presfazz·o-
tutte le volte che la carità e i doveri :~zf:. ser·
del proprio stato· lo permettono, spe-
cialmente a favore della parrocchia, nei
cui limiti trovasi la nostra casa. ·Ma
non assumetevi mai impieghi o altr9

19.10 Page 190

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186
MANUALE
che ·importi assenza dallo stabilimento
o possa impedire gli uffizi a ciascuno
affidati.
21 Per cortesia siano talvolta invitati
sacerdoti esterni per le predicazioni
od altro in occasione di solennità, di
trattenimenti musicali e simili. Lo stesso
invito si faccia alle Autorità e a tutte le
persone benevoli e benemerite per favo-
ri usati o che siano in grado di usarne.
. . 3° La carità e la cortesia siano le
:c:~z~;n'!t Ca1·zta,
cortesz'a e
note:
. carat·ter·i,stiche
d1·.
un
direttor·e
tàrito verso gli iri.terni quanto verso gli
esterni.
'41). In .caso di questioni sopra cose
materiali accondiscendi in tutto quello
che puoi, anche con qualche danno,
purché si tenga lontano ogni appiglio
di liti od altro che possa far perdere
la carìtà
5° Se trattasi di ·cose spirituali, le
questioni risolvonsi sempre come pos-
sono tornare a maggior glorià di Dio.
Impegni, puntigli, spirito·di vendetta,
amor proprio,' ragionì,· pretensioni ed
anche · Ponore; tutto deve sac'rificarsi
per evitare .' i'l peccato,

20 Pages 191-200

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20.1 Page 191

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DEL DIRETTORE SALESIANO 187
. . Nelle· co'se di grave importanza é P regk.z'er a
bene di chiedere tempo per pregare e e conszgho.
dimandare consìglio a qualche pia e
prudente persona.
82. ·- · Con quelli della Società.
L'esatta osservanza delle regole e
specialmente dell'ubpidienza é la base 1: ; 1; ~se dt'
di tutto. Ma sé vuoi che gli altri obbe-
discano à te, sii tu ubbidiente ai tuoi
superiori. Niuno é idoneo a comandare
se non é capace a ubbidire.
Procura di ripartire le cose ih
modo che niuno sia troppo carico di tEq_:~a _d i -
.
s rTCI U Z ZOn e
incombenze, ma fa che ciascuno adem- ·
pia fedelm ente que1le che gli sono affi-
date.
3° Niuno della Congregazione faccia
contratti, riceva denaro, faccia mutui o
imprestiti ai parenti, agli amici o ad
altri. alcuno . conservi danaro od L a r./,es t.e
amministrazione di èose temporali sen- pù ì fatale.
za esserne direttamente autorizzato dal
Superiore. L'osser vanza dì questo a rti-
colo terrà lontano la peste più fatale
alle congregazioni religiose.
4° Abborrisci come veleno le modi·

20.2 Page 192

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188
MANUALE
n nemz"co ficazioni delle regole. L'esatta osser-
del bene. vanza di esse è migliore di qualunque
variazione. Il meglio é nemico del bene.
Lo studio, il tempo, l'esperienza
mi hanno fatto conoscere e toccare con
mano che la gola, l'interesse e la va-
cp z·ùòr oevliie- nag1on.a furono 1a rovi.na d.i flon.d issi.me
na.
congregazioni e di rispettabili ordini
religiosi. Gli anni faranno conoscere
anche a te delle verità che forse ora
ti sembreranno incredibili.
L a vita Massima sollecitudine nel promuo-
comune. vere con le parole e coi fatti la vita
comune .
.83. - Nel comandare.
Non mai comandare cose che giu-
dichi superiori alle forze dei subalterni,
N on ~os~ oppure prevedi di non essere ubbidito.
sttper zor t
tropp_o Fa in modo di .evitare i comandi ripu-
cont ra r i e
a l l ' z"n c l i-
gnanti;
anzi
a
b
b
.
1
massi.ma
cura
d"i
se-
!la zz"one. condate le inclinazioni di ciascuno affi-
dando di preferenza quegli uffizi che a
taluno si conoscono di maggior gradi-
mento.
Non mai comandare cose dan-
-nose alla sanità o che i~pediscono il

20.3 Page 193

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DEL DIRETTORE SALESIANO !89
necessario riposo o vengano in urto con
altre incombenze od ordini di altro su-
periore.
3° Nel comandare si usino sempre
modi e parole di carità e di mansue-
tud 1. ne.
Le
m1.nacc1.e, le
i.re,
tanto
meno
eon d o z-
cezza.
le violenze, siano sempre lungi dalle
tue parole e dalle tue azioni.
°4 In caso di dover comandare cose
difficili o ripugnanti al subalterno si
dice, p. e.: - Potresti fare questa o
quest'altra cosa? Oppure: Ho cosa im- Potresti"?
portante, che non vorrei addossarti,
perché difficile, ma non ho chi al pari
di te possa compierl-a. Avresti tempo,
sanità; non te lo impedisce altra occu-
pazione. L'esperienza ha faLto cono-
scere che simili modi, usati a tempo,
hanno iholta efficacia.
Si faccia economia in tutto, ma
assolutamente in modo che agli amma-
lati nulla manchi Si faccia per altro a
tutti notare che abbiamo fatto voto di
poverta, , perc10, non
u. 1Obb.1amo
cercare,
N ul
manchi°
la
ai·
nemmeno desiderare agiatezza in cosa malatz".
alcuna. Dobbiamo amare la povertà
ed i compagni della povertà. Quindi

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190
MANUALE
evitare ogni spesa. non assolutamente
necessaria negli abiti, nei libri, nel
mobiglio, nei viaggi, ecc.
Questo. é come testamento che indi-
. rizzo ai direttori -delle case particolari.
g,~:;-;,.;: Se questi avvisi saranno messi in pra--
r ente. tica, io muoio tranquillo, perché sono
sicuro che la nostra Società sarà <:>gnor
più fiorente in faccia agli uomini e be-
nedetta dal Signore e conseguirà il suo
.scopo, che é la maggior gloria di Dio
e la salvezza delle anime.
Ajf. mo in G. C.
Sac. GIO. BOSCO.
Torino, 1886, festa dell'Immaco-
lata Concezione di Maria SS .,
450 annive rsario della fonda-
zione dell'Oratorio.
84. - Il Venerabile Padre e Fondato-
la più bella re raccolse in queste poche pagine tutto
smaeleras~iaingaI.i a ciò che l'espe·rienza di m·olti anni gli
aveva ini,,egnato, o, meglio ancora, v'im-
presse tutto il suo spirito illuminato
dalla luce magnifica della sua santità e
del .suo grande amore per le anime.
Prima di lasciare i suoi figliuoli volle

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Ì
o t i. Omlrrroirn SALES! AN'o
I tracciare loro una linea di condotta
chiara e precisa, onde perpetuare i suoi P rz"ma dt"
insegnamenti fra coloro che sarebbero morz"re.
preposti alla direzione delle sue cas~.
Egli era sicuro di poter sopraviyere
alla sua morte nella persona d.ei diret- Redz'v z'vo.
tori, fino a tanto che sarebbero stati
praticati alla lettera questi suoi R icordi.
Ogni direttore, praticandoli, avrebbe
fatto risplendere nelle parole e nelle
opere le virtù proprie per dirigere gli Sa.le e lu -
al tri, che sono la pa zienza, la carità e ce.
la mansuetudine, divenendo così al pa-
ri di lui sale e luce della casa affida-
tagli. E perchè più sicuramente fosse
raggiunto questo · fine nobilissimo di- fz.;.J;;:;~0
spose la Provvidenza che il primo di-
rettore formato alla. scuola del Vene -:
rabile Fondatore, non solo riproducesse
in se stesso questo Vangelo dello spi-
rito Salesiano, ma che, per il corso di
ben 23 anni, avesse il compito delica-
tissimo di inculcarlo, a~1zi di inocularlo lvf1' 11 1'e r a
negli altri direttori, commentand olo Jrezz'osa.
autenticamente con la parola e con gli
scritti. Ciò compì a perfezione il Ve-
nerando D. Rua, le cui lettere circolari

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MANUALE
ed edificanti, come tutti i consigli la-
sciati per tradizione orale ai futuri suoi
successori, sono la miniera preziosa alla
quale abbiamo attinto - conservando
al possibile non solo il senso, ma an-
che la frase - gli ammaestramenti che
ora raccogliamo per l'uniformità di di-
rezione delle nostre case.
L

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II.
La casa affidata al direttore.
8S. Il direttore è il capo e centro della casa.
(1Von padrone, ma amministratore - Non
può fare alto e basso - Non semplù:e guar-
diano).
86. Ami tosto la casa affidatagli. (1Yetta da
parte i ricordi del passato - Dov'è z'l te-
soro z'vz' è il cuore).
87. L'occhio del direttore. (Proprietà e pu-
lizia nella sua persona e nel suo ufficio) .
88. L'occhio del direttore. (Parlatorio - Ca -
mere e celle dez' confratelli - Dormitori
- cortili - cucina e refettorio - Lo spec-
chio dell' z'nterno).
89. Il gioiello della casa . (La c,appella dove
abita Gesù - Il meglio - Tutto sia terso
come ìtno specchio).
90. Il buon gusto esteti co . (Non lusso, ma
squisz'ta decenza - Il g·alateo e l'igiene -
Le lettere mensili dez' Superz"orz).
13

20.8 Page 198

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20.9 Page 199

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IUJUUl!lllllllllltltllllilllllllll!Hltll!IIIRUIHIIIWIHlllllllHIRY!lnllJUIUlllll!!IIIL!IIIIMllffllidcullmUUltllllllllullll:tUllllUlUJUIHUIIIIIIIIIIIIIIIIHUllllil11lflllli1HUlllllt:IIUl!!lltlllllll
~~~~ ~-w-~~~ ~~~~
II.
La casa affidata al direttore.
e ... Guai se questi asili del-
l 'innocenza, que'!te pale-
stre di virtt1, non sono ben
custodite e coltivate!
(D . A r.BR R A, r , L . C.
p , IO).
85.-Quando i superiori, dopo imatu- li.direttore
,ro esame e p. regh.1ere, ·eIeggo· no un d.1ret- cèen11trocapdoellae
tore gli affidano, per un detern1inato casa.
periodo d'anni, una casa (co1legio, o-
spizio od oratorio festivo n on importa)
da custodire, reggere e governare in
conformità delle nostre Costituzioni. Da
quel mome'nto egli. diventa nella casa
il capo al quale tutto deve riferirsi; il
centro dal quale deve procedere ogni
vitalità; la mano ferma che . sta al ti-
mone, perchè nessuno devii dalla retta
strada: ma non ne diviene perciò ·pa-
drone, poichè come religioso più nulla
può p ossedere e quanto viene affidato
aJla sua direzione è un· deposito sacro
che ricève dalla Congregazione.

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MANUALE
Non pa- Quindi il direttore si consideri,com'è
:r;::1;:·in"'i~ realmente, solo amministratore della
stratore. sua casa, al quale è demandata la cura
di migliorarla in ogni modo possibile
consentito dal regolamento. Non creda
però di poter fare alto e basso in essa
a suo piacimento; ma neppure si con-
sideri un semplice guardiano, obbligato
a stare inoperoso al suo posto di con-
trollo, per registrare quanto vi capita
e nulla più. ·
Il direttore deve evitare questi due
estremi perchè ciascuno dice rovina
. della casa. Se egli si crede lecito di
poter disporre a suo talento e senza
alcun riguardo al regolamento gene-
. raie, quanto concerne la casa, sia pel
f aNnonalplozt eo materi,a le
h
C
e
per
l
O
sp1. n.tuale,
an-
basso. nienta d'un colpo l'unità di spirito che
deve informare i nostri istituti, e vi
sostituisce il suo spirito personale, che
dovrà cessare necessariamente al ter-
mine della sua gestione, per dar luogo
a quello del suo successore, il quale, con
ogni probabilità, sarà diametralmente
opposto, e quindi bisognerà ricomin-
ciare da capo, e così di seguito, fìnchè

21 Pages 201-210

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21.1 Page 201

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DEL DIRETTORE SALESIANO 197
non s'arrivi al direttore che sappia in-
vestirsi de;lo spirito dell'istituto e non
pretenda investire l'istituto del proprio.
Ora non è chi non veda quanto <lan-
nosa sia l'applicazione di questo con-
cetto, che il direttore possa fare alto
e basso tiella casa, come pur troppo
facilmente suggerisce I' egoismo che
mai non muore, specie in chi si vede
d'un tratto posto in alto.
Ma pari danno ne verrebbe qualora
il direttore si credesse solo incaricato
della custodia passiva dell'istituto, e la-
SC.laSSe correre le Cose aIl a carlona, pJhVcoenguseamr-·
senza preoccuparsi più che tanto degli dz·ano.
opportun~ miglioramenti. Con questo
criterio la casa verrebbe pure a depe-
rire a poco a poco, e da essa esule-
rebbe lo spirito salesiano, che è spirito
di ben compresa progressiva attività.
86. - Per evitare questo pernicioso Ami tos~o
m. convem.ente
1.1 d.1rettore
ami.
la
casa
la casa aff1-
datagli.
affidatagli,. fin dal momento in cui gli
viene comunicata la propria destinazio-
,... ne, e così viva subito per essa, come
se avesse passato tutta la vita tra le

21.2 Page 202

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MANU A.LE
su.~ ~ura;. È_certo questo .un sacr~fiz.io
non. piccolo, sp~cje quaI1do si.tratta, di
la~ciare al tra _cas3:., .cui da pip anni . è
affezionato, e che forse per il lat.o delle
co~odità persona~i preferirybbe. Ma il
bu~rno spirito . religioso gli renderà più
lt:;gg~ro il sacri~zio, e tanto , meno lo
se~tirà qu,anto maggiore }arà la pun..
t~afità _con cui lo COI?pie, .L'aure~ sa~-
ta indifferenza del ve~o reltgioso ri-
splende in simi_li cjrcostanze della sua
più 'be1la luce. Ponendo nella nuova
casa . tu,tto il. suo ~~ore~ c~me a luogo
a~segnatogli 1all_a Provvidenza per traf-_
ficare dyg.~amente i suoi talenti, il di-_
rettore non .darà a.scolto alle voci del)a
carne e deH'amqr proprio che si sfor-
zeranno .di fargli rimpiangere. e sospi-
rare la casa precedente, re~dendogli
cosi pesante l'adp,t arsi. alla nuova.
L'esperienza mostra come sia neces-
.J sa_ri_o questo primo atto nel direttore
16 6 e- per la prosperità dell'istituto_affidato-
gli.
jlietta da Quando il cuore vi aderisce subito e
!~;.1;/ ;;·1to_talmente, mette da parte ogni ricordo
passato. del passato, non ne parla qua~i :tpai,

21.3 Page 203

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D E L DIRETTORE SALESIANO 199
tronca le rela zioni n on strettamente
necessarie, e si pone al lavoro con l_a
pienezza di tutte le sue energie. Dove Do 1J e z"l
uno ha il suo tesoro, ha pure il cuor cu ore,z'v i"zi
tesoro.
suo: ora il tesoro del direttore è la
casa che gli viene affidata : in essa
ponga quindi tutto il suo cuore con-
sacrandovi tutti i suoi pensieri e le più
solerti cure. E questo affetto sia no-
bile, puro e degno d'un b uon religioso,
nè si manifesti con ripetere .ad ogni
momento: la mia casa, i"l mio personale,
i miei alunni·, come se si dimenticasse
che fra religiosi mai non dovrebbe ri-
suon are il fr igidum verbum meum et
tuum.
87. -- Con quest'amore in cuore il di- L'occhio del
direttore.
rettore si faccia tosto un concetto ge-
nera! e dell e condizioni materiali e mo-
rali in cui si trova l'istituto. · Prenda
nota minuta di quanto urge ordinare
perchè in ogni parte regni l a proprietà P roprz·~t à
e la pulizia. Per questo v1. sono, e, vero, e pulizia.
gli appositi incarica ti, prefetto ed eco-
nomo, ma spetta al direttore impri-
mervi qu~l q1:rattere particolare che

21.4 Page 204

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200
MANUALE
dimostra una mente unica regolatrice
di tutto l'ambiente. Non permetta che
il suo personale e i suoi alunni si a-
bituino alla mancanza di pulizia. Ciò
renderelJbe vano ogni sforzo di pro-
curar loro una buona educazione.
Nulla egli può modificare radical-
mente nella casa, senza il parere del
suo capitolo e l'approvazione del su-
periore, ma può, anzi deve disporre
le cose in modo, se già non lo sono,
che risplendano a prima vista di quella
sapiente armonia che piace a vedersi.
Da lui il prefetto e l'economo devo-
no avere le norme, perchè la pulizia
sia fatta con criterio ; e pure da lui
confratelli e giovani, devono apprende-
re quello spirito di proprietà sia nella
tenuta della persona come nelle cose
proprie che s'addice a persona bene
educata.
Nessuna ricercatezza nel vestire, no,
N ella su a ma ordinato e pulito, così che la po-
pneelnsouno au.fe- vertà stessa faccia bella figura da capo
fiào.
a piedi. Tenga l'ufficio di direzione sen-
za lusso, senza gingilli inutili, ma com-
pito in ogni sua parte, così che presenti

21.5 Page 205

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DEL DIRETTORE SALESIANO 201
ogni giorno la stessa fisonomia, di mo-
do che i giovani e i parenti entrando
abbiano a dire in cuor loro: « come è
bello! Mai alcun disordine o cambia-
mento inutile!. » La stessa indelebile im-
pressione che si provava entrando ne1la
cameretta del Venerabile nostro Padre
e Fondatore. Per arrivare a questo fa
d'uopo che il direttore sia ben persuaso
essere l'ordine esteriore un potente fat-
tore educativo, però il più delle volte
trascurato per ingenita inerzia e man-
canza di riflessione.
88. -- Così ordinata la persona e L'occhio del
il suo ufficio, il direttore deve essere direttore.
,geloso che sia pure tale tutto l'istituto.
L'occhio suo vigili sul parlatorìo, per-
chè sia ben disposto, pieno di luce e· f:'arla to-
terso ogni. giorno: -
sopra
le
camere
rz o.
Camere
~
e 1e ce11 e d e1. confrate111' , perehe' questicelle.
le tengano personalmente ben ordinate,
ammonendo in bel modo chi ne fosse
trascurato, poichè spetta al direttore
informare allo spirito di ordine i soci;
- sopra i dormi:ori e le scuole, per- .qormz'to-
chè all'occasione di qualche visita al- rz.

21.6 Page 206

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202
·· MANUALE
l'istituto non abbia ad arrossire dinanzi
Corfrh. agli estranei: - sui cortili e corridoi,
perchè siano quotidianamente spazzati
dalle immondizie. Ordine · massimo· e
Cudna e pulizia accurata esiga nei refettori e
refettori·. neIl a cucm· · a, non gi·a' gn'd and o perehe'
vi manca, ma insegnando ' agli incari-
ca ti come s'ha da f,are per ottenere
l'uno e l'altra. È lavoro questo di pa-·
zier,iza, che richiede lungo tempo, ma
sommamente necessario. Se non vigila
l'occhio del direttore, per quanto grande
sia la diligenza dei suoi dipendenti, la
casa non presenterà mai quell'insieme
di armonica unità che si richiede in un
istituto d'educazione. Non dimentichi
il direttore che nell'ordine esteriore .
si riflette lo spirito che regna ... nella
Lo spec- casa: il disordhe e la 1;nancanza di
c h_z·a del,- pulizia non dànno certo affidamento di
l'lnferno.
seria disciplina! Troppo poco si medita
questa verità, e quindi facilmente si
trascura questo punto importantissimo
per ·una casa di educazione.
89. - Ma nella casa v'è un luogo sa-
cro che il direttore deve custodire più

21.7 Page 207

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DEL DIRETTORE SALESIANO 20J
che la pupilla de~ suoi occhi: è la cap- 11 gioiello
peli a dove abita Ges~. Nel concetto della casa.
del Venerabile Padre e della religione,. Lacaj,pel-
essa deve formare il centro d'attrazione la di· Gesù.
di tutti i membri dell'istituto non solo,
ma deve ~ccupare eziandio il posto
il m eglio.
migliore e possedere le suppellettili
più preziose.
Veda quindi il direttore di conver-
gere ad essi le sue ._ pi~ soll.ec_ite cure
al fine di riuscire a rendere la cappella
il gioiello della sua casa.
È - vero che la custodia di essc1: è
demandata per regolamento al cate-
chista, ma il di,rettore_lo deve indiriz-
zare e formare in modo che regni la
massima nett_ezza in sacrestia, sugli
altari, per i banchi, sul pavimento e
tutto sia un terso specchio. Per questo
non basta che dica una volta al cate- Come u,io
chista quello che deve fare, nè che si sJeccltt'o.
stabilisca un sacrista per accudirla, ma
personalmente il direttore deve vedere
ed osservare, pressoché ogni dì, se nulla
vi sia fuor di posto o di men terso e
provvedervi subito. Fac·.:ia custodire in
JI],Odo speciale le paramen.ta e i vasi

21.8 Page 208

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204
MANU ALE
sacri, non permettendo che ·siano, finite
le funzioni, lascjati in abbandono sul
tavolo della sacrestia, ma che vengano
tosto accuratamente rimèssi al loro
post; volta per volta. E tutto questo
sarà per il direttore la cosa più na-
turale, s_e il suo cuore arde di verace
amore per Gesù, ed in pari tempo il
segreto più efficace per suscitare le
vocazioni ecclesiastiche.
90. - Custodisca il direttore tutta
II buon gu- la sua casa e si studii di abbellirla e
sto estetico. rend erla sempre pm. , attraente con tutti.
'F/d::::::~~ N on l usso, i mezzi che il buon gusto estetico pÙÒ
suggerire. Non deve, no, ricercare il
lusso, nè incontrare spese per questo,
ma sì appellarsi all'urbanità e all'igie-
ne per acquistare ed imprimere all'isti-
tuto quell'insieme di squisita decenza
che é il fiore d'ogni civiltà. Per questo
Il g alateo gli gioverà non poco la lettura di qual-
e l ' zgù ne. che testo di galateo moderno (1) e di
(1) A chi non conoscesse un buon t esto di ga-
lat eo per religiosi, oltre quello del nostro ca rissimo
D. C a rmagnola, si ricorda l' [.1rba ni't à di Bernardo
Krier , tradotto da D. G , P olvara, edito dalla ditta

21.9 Page 209

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DEL DIRETTORE SALESIANO 205
igiene fatto appositamente per gli isti-
tuti di educazione. Da essi apprenderà
facilmente le nonne per conservare la
nettezza e l'ordine esteriore, se vuole
impedire gli sgarbi e le cattive abitudini
in se stesso e nei suoi dipendenti.
Per quanto queste cognizioni paiono
semplici ed ovvie si persuada il diret-
tore che non si conoscono mai abba-
stanza e perciò non sempre se ne con-
trae l'abitudine. Quindi faccia di quan-
do in quando questo studio, e poi
osservi quali migliorìe possa adottare
per il bene comune.
Le lettere mensili dei Superiori Mag-
giori (alle quali sono inspirate le norme Le lettere
contenute in questo capo ) costituiscono mensz.lz'.de~·
per
1. 1
.
direttore,
se
sa
farne
tesoro
volta
Superiori.
per volta, un valido aiuto per custodire e
migliorare realmente la casa affidatagli.
Clerc di Milano. È di una importanza pa rticolare an-
che perchè il Galateo, che pel mondo è un convenzio-
na lismo di modi e di frasi, l' autore lo fa apparire
come perfezione conseguente del sentim ento cri-
stiano, e, secondo l' espressione di D. Bosco, la più
amabile forma che assuma la carità.

21.10 Page 210

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I)

22 Pages 211-220

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22.1 Page 211

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III.
Del personale in genere.
9 I. Il primissimo obbligo. del direttore. (Diri-
gere e perfezionare il personale - Vegli
perclzè nessuno perda la vocazione).
92 . La 'tremenda responsabilità. (Il pro.fitto
spirituale dei soci - 1Von riposo, ma fa-
tica - Non onore, ma onere - Vegli not-
te e dì .. Insegni la perfezione verbo et
opere) .
93. Vigili sulle pratiche di pietà. (La gioia
del lupo - Preceda tutti - Insti oppor-
tune et importune).
94 . Il sostegno della casa. (L'esercizio della
Buona Morte - L'esempio paterno - Ob -
blz/j"atorietà) .
9 5. La pratica di quest'esercizio. ( Fissare il
giorno al principi(} d'anno per ogni me-
se - Avvisare alcune sere innanzi - A lla
vigilia - Le preghiere - Lettura delle
costituzioni - Conferenza - J.lessuno man-
ch i).

22.2 Page 212

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96. La lettura a mensa. ( Il t:uore paterno dt
D . Rua - Puntualità nell'entrata ed u-
sctta in comune dal refettorio - Preces
ante et pos t).
97 . Le due conferenze mensili. (Mezzo potente
di santificazione - di affiatamento - e' di
direzione).
98. La correzione fraterna. ( In spiritu le-
nitatis - Niente animosità'o parzialità -
]\\Ton mai alla presenza d'altri - A tempo
opportuno) .
99. Lo spirito di fraterna carità. (Impedire
mormorazz'oni - Libertà di parlare ai su-
periori - Sostenere le opere dei nostri -
Aurea pagùia di D. Bosco) .
100. Curi quelli che sono esposti a maggiori pe-
ricoli. (Jl,filitari, studenti di Università).
IO I. Cura della sanità. (Non spreco di voce -
riposo necessario - principiis obsta etc).

22.3 Page 213

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- - - -lllltlNIIMVMllllffllUIIIIIIIIIIJUHlllHIIIIJIHIIIIIIUIIIIIWIIIIIUIJHIU*lill!illlllm• 111111111111uu111111111111111111111111111fl11t1111111111111111111!1!1J1llllt1oolL1lLllllilllill
'-.!rì..!.r~-"t..!J""~"'"'\\.!r ~ ~ "'2..r\\...!.r~l....!r~
III.
Del personale In genere.
«i ••••• Io scrivo a direttori, a
coloro cui l'ubbidienza ha
collocato in alto, aftinchè
ser vissero di guida a gli al-
tri, a coloro cui fu affidato
il personale di cui si com-
pone ciascuna casa, e che
dovranno rispondere a Dio
dell'anima di tanti confra-
telli ed allievi. •.
(D. RuA L. C. j, . rr.3 )
9 1. - Il direttore deve custodire la II primissi-
casa a ffidatag11. con ogm· premura ., ma dmeol doirbebtltigoo-
il principale suo obbligo si é quello di re.
dirigere il personale che lo coadiuva.
La comunità é una famiglia di cui
egli é il capo. Molti buoni confratelli
divi ~ono con lui il non lieve peso del-
l'istruzione e dell'educazione degli a-
lunni dell'istituto.
I superiori nulla hanno trascurato
per ben addestrarli al genere di vita Dfr,"ger~ e
,
·
,
, perf e z zo-
ch e h attendeva nelle case part1colan, na,·e i'l p er-
e parve loro nell'inviarglieli che fossero soua le.
animati dalla mi~lior volontà di ado-
14

22.4 Page 214

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210
- ---·
MANUALE
perarsi secondo le loro forze alla glo-
ria di Dio e alla salvezza delle anime.
Ma onde perseverare essi hanno biso-
gno che il direttore li djriga, 1i assista,
li aiuti e li renda atti ai vari uffizi a
cui sono dès.tinati. I superiori com :n-
ciarono il grande lavoro della forma-
zione dei éonfratelli, al direttore tocca
compierlo specialmente riguardo ai più
giovani: 'a luitocca coltivarli nello spiri-
to, vegliare perchè nessuno abbia a per-
dere la vocazione, che è Ja grazia più
grande .che Dio conceda, dopo quella
·*.t(~:L.'c. del b'attesimo... * Eppure sono già andate
'
l).
114
.Rua,·
·p.
perd ute
(e
s1. perd ono
anc. ora. )
mo1te
vocazioni ben forma te e 'ricche delle
più li'ete speranze! Tàli defezioni sono
V etlz'.per- 'certo da imputarsi a quelli che sviano:
e ll e nessu- .
.
.
no perda essi però si sarebbero forse' salvati' se
l a voca z,'o - ,
.
n e.
avessero trovato nel duettore ·un padre
delfo stampo di D. Bosco il quale colla
. carità e dolcezza salesiana· avesse tro-
·vatò · la via 'per discendere in quei
cuori che stavano per chiudersi alla
* Cfr. id. grazia è cedere alla tentazion'e *.
11
Bisogna .perfanfo . che il direttore
comijrenda ·bene ·come il perno del

22.5 Page 215

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DEL DIRETTORE SALESIANO 211 .
meccanismo di ogni casa, il punto più
culminante d a inculcarsi si é 1a cura ll perno
speciale d'ind rizzare bene i confratelli della casa.
e preti e chierici e laici. Sì, il grande
impegno deve consistere nel conservare
loro la ·vocazione colla carità, pietà,
prudenza *.
* Cfr. id.
È questa
la grande
esortazione
ed
il
301
·
gr<;1.nde. consiglio che bisogna dare al
direttore: raccomandargli cioé di oc-
cuparsi accuratamente . del personale L agra nd e
salesiano alle sue cure affidato. Ricordi esort a z i·a-
che i confratelli si sono ·fatti salesiani ne.
.
anzitutto per conseguire la propria san-
tificazione, come si esprime D. Bosco
nelle nostre Costituzioni, che pongono
come fine primario di n ostra pia So-
cietà la santificazione dei suoi inem-
bri. P erciò il primo, il primissimo ob-
bligo d.el direttor.e è appunto questo,
-di . aver molta cura del personale sa- * éfr. id.
l.esiano *
260.
92. Purtroppo non molti fra i reli- La tremen-
g1.0s1. si. darebb ero pe.nsi.ero d eIl a loro dbailirteàs.ponsa-
santificazione, pochi si metterebbero a
camminare per la via della perfezione

22.6 Page 216

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.2 I 2
MANUALE
e la percorrebbero coraggiosamente, se
non fossero a questo spronati e sor-
retti dalla mano caritatevole dei propri
Superiori. La responsabilità che questi
toIl spprofrfizt·-- hanno der1 lo sp1ntua1e profi tto d e1' pro-
tual e
S o ci".
dez"
pn
soggetti
e,
cosi,
grave,
che
S. Lo-
renzo Giustiniani scrive essere il loro
ufficio non un riposo, ma un'ardua fa-
tica; non un onore, ma un onere; n.on
un pegno di sicurezza, ma l'annunzio
di un pericolo. li che vuol dire che sic-
come il direttore avrà la maggior parte
s::0:i~-} ~: del merito, sé nel suo istituto i propri
fica.
confratelli camminano a gran passi nel
sentiero della perfezione, così ricadrà su
di lui specialmente la colpa, se questi
trascurano i numerosi ed efficacissimi
mezzi di santificazione che essi hanno
a loro disposizione, e si espongono al
pericolo di venir meno alla loro voca-
zione. Quindi il direttore per evitare
questo spaventoso pericolo si animi con
tutte le forze a compiere alacremente
questo suo capitale dovere. Vegli atten-
Veglz" e tamente perchè sia allontanato qual-
uott,. siasi ostacolo s'opponesse al loro avan-
zamento spirituale. Vegli notte e giorno

22.7 Page 217

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DEL DIRETTOR E SALESIANO 2IJ
perchè siano tolti gli abusi nell'osser-
vanza delle Costituzioni, specialmente
in ciò che spetta alla pratica della po-
vertà e d el1 a castità. Vegli perchè sia
allontanato il peccato ed ogni perico-
losa occasione, perchè anzitutto si cerchi
la salvezza delle anime: quod, autem
vobis dico, omnibus dico: Vigilate *.
*Cfr. Mare.
Ma questo
non ba~ta.
È
parimenti
suo
13
'
37•
d overe spingere sulla strada della per-
fezione i suoi confratelli coll'esempio e
colla parola. Al direttore è specialmente
rl.VO1to I·1 COman d O d el d.lV.In Sa1vatore ·. pIenrsfeegzni·ianlae
euntes docete. Insegni questa scienza delie vpeerrbeo. et o-
scienze, la scienza de-i Santi, la sola ve-
ramente necessaria, e il cui insegna-
mento non può e non deve affidarlo ad
altri. Insegni la pratica della perfezione
nelle conferenze e nei rendiconti; la
insegni in ogni conversazione come fa-
ceva D. Bosco, affinchè di lui si possa
dire : si· quis loquitur, quasi· sermones Dei* . * P et. I V
Tuttavia ·più
che
la
parola
insegni
la
2
perfezione il suo esempio, poichè questo
è il linguaggio che suol riuscire più frut-
tuoso, giusto l'adagio:
vox operis tonai *
Vo x
oris sonat, * Cfr. id .
pp. 196-197.

22.8 Page 218

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214
MANUALE
Insegni pure il direttore ai .soci ed
inculchi la povertà e la faccia osservare:
ma cominci egli a darne l'esempio, ed
intanto s'adopri con fraterna sollecitu-
dine di · non lasciar mai mancar loro
nulla del necessario, anzi sia piuttosto
abbondante nel provvederli. Inculchi
pure di prendere i ·mezzi per conservare
la c;:i,stità, perciò la fuga delle intem-
peranze, delle amicizie particolari, delie
comodità, delle carezze; ma .intanto sia
Cfr. id. il primo a dar buon. esempio in tutte
*. pp. 197 e
302.
queste cose.
93. -- La vigilanza del direttore:è.par-
Vigili sulle ticolarmente necessaria sulle pratiche di
:i:tt~~he di pietà. Sant'Efrem s·..:risse che il sonno
del pastore è la gioia del lupo. Perciò
il direttore vegli perchè nessuno del suo
personale tralasci la meditazione e la
lettura spirituale. Egli stesso, anche a
L a g t' o z' a costo di qualunque sacrifizio, dia il buon
del lupo. esempie,.prendendovi· parte. A dir.vero
n si . troverebb~ seriamente imbarazzato
·diretfor;e :nell'inculcare ad _~l trt. di .far
la. medi tazio'rie se· .egli non , vL:si ·tro-va
mai. Ma ciò non acca:drà qua~do·. il

22.9 Page 219

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D EL DIRETTORE SALESI A NO 215
direttore sia ben persuaso . che si è P receda
specialmente nella meditazione che si tut tz'.
impara a farsi santo ,e a . santificare
gli altri *.
.. ·
* C fr. id.
Il direttore pertanto, con v1va,canta, , P41P,.3-5·l .e
non trascuri d'avvisa"re e, se occorre,
d'insistere ed anche d'ifl?porre che nes-
suno lasci le pratiche -prescritte ·dalle
Regole, che cioè non manchi mai nes- lnsti oppor-
suno daeJI.a
med 1. taz1. 0ne-,
d a Il.a
messa,
tune, impor-
tune.
dalla lettura ecc.; app~na ,uno mancas~e,
in bel modo Io avvisi fin- dalla_ prima
volta, non lasciando inveterare ii dism:-
dine, perchè l'emendazione si ·farebbe
più difficile *. -E nel, rendiconto regol.i * Cfr. id.
260
in privato, con·-precisione, il modo 9-'e.:-- '
seguirle ·quando non si posson fare .in
comune. Grande è )a responsabilità del
direttore a questo riguardo: la trascu-
ratezza nell'osservanz,a . delle Regole e
delle pratiche di · pietà .nei confratelli<,
gravita sulla sua coscienza .e ne dovrà
rendere eonto a Dio•.. *
* Cfr. id.
p. 262.
94. - Vigili sopratutto perchè nella Il sostegno
su-a ·çéilsa l:'e&erç1.z1.0. iµ~ns1.1.e_d'eIl;1- Bµ~ma della casa.
·Mor..te-nmq;i,riduoa1ad 1ma pratica qua~i

22.10 Page 220

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216
MANUALE
infruttuosa tanto per i giovani come per
i confratelli.
Il Venerabile D. Bosco introdusse l'uso
di quest'esercizio mensile fin dal prin-
L ' ese1·c1·z ,·o
di Buona cipio del suo Oratorio. Ad un sacerdote
morte. · che si meravigliava della buona con-
dotta di tanti giovani che vivevano nel-
l'Oratorio, disse: essi· sono buoni pcrchè
/anno ogni mese l'esercizio della buona
morte. Questa praHca è il sostegno della
* Cfr. id. casa*.Nell'articolo 112 delle Gòstituzioni
404
P· ·
il Venerabile ci impose l'obbligo di far
quest'esercizio e nelle deliberazioni or-
ganiche (p. 226) furono rese obb1ìgatorie
per tutti i confratelli le varie pratiche
di pietà di cui esso si compone. Ond'è
che non può dirsi veramente salesiano
colui che trascura un mezzo così effi-
* Cfr. id. cace ad ottenere la propria salvezza *.
P• 405.
Perciò il direttore usi tutte le possi-
bili industrie per conservare a questa
utilissima pratica il suo antico carattere:
non risparmi nulla perchè essa produca
frutti più abbondanti.
· 95. - E .per riuscirvi non dimentichi
quanto si è accennato nella prima parte

23 Pages 221-230

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23.1 Page 221

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DEL DIRETTORE SALESIANO 2 I 7
di questo M anuale intorno all'esercizio La pratica
. di questo e-
d el Ja Buona Morte. Nella formaz10n e sercizlo.
dell'orario annuale al principio del-
l'anno scolastico fissi in ogni mese un
giorno per quest'esercizio, avendo ri-
guardo che vi corra sempre la stessa F_ùsare ti
distanza
circa
tra
l'un
mese
e
Paltro
e
gzor n o a l
pri·n cz'pz'o
Che S,la i,n
gi,orno
i. n
CUlnon
l
SO O
· d e ll'an no
l p er og n
giovani, ma i confratelli specialmente, mese.
siano più liberi. Il giorno più libero suol
essere il giovedì: ottima cosa quindi sa-
rebbe che si stabilisse per l'esercizio
della B. M. il giovedì del mese, anche
per cogliere l'occasione di animare i
giovani alla divozione dei primi venerdì
del mese.
Veda poscia con qualche pia indu-
stria (come sarebbe il tenerne nota vi-
sibile sulla scrivania) di ricordarsi in
tempo per disporre gli alunni a farlo
bene.
Almeno due sere prima ne faccia ar-
gomento della Buona Notte, non gjà ri-
petendo sempre la medesima cosa, ma
parlando ordinatamente dell'eccellenza,
dei vantaggi e della pratica di simile
esercizio. Se egli ha l'abito di farlo bene.

23.2 Page 222

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r
218
MANUALE
fin dall'inizio della sua vocazione reli-
giosa, saprà parlarne ognora con argo-
menti nuovi e attraenti. La sera della
vigilia disponga le cose in modo che tutti
abbiano comodità di confessarsi: ma
sarebbe cosa ottima che le confessioni
. fossero precedute da breve conferenza
fatta da qualcuno dei confesso-ti straor--
dinari, avvertendo i confratelli che ·im-
piegh 'no anche una mezz'ora a pensare
(rnme prescrivono le Costituzioni) al
progresso o al regresso che si è fatto
nella virtù nel mese passato.
Le funzioni del mattino siano in qual:-
Le P r e · che modo distinte da quelle solite, e fì-
gh i'ere. nita la messa e le orazioni ordinarie, il
direttore, vestito di cotta e stola, reciti
le preghiere indicate nel Manuale di
pietà. Qualora ne sia impedito si fac;.
eia sostituire dal catechista, ma preferi-
bilmente reciti lui stesso, adagio, con-
vinto e con voce tale che tutti possano
seguirlo, le preghiere della Buona Morte.
Per i confratelli non dimentichi la
lettura delle . Costituzioni e la· confo-
·renza spirituale. La -pfima si può con-
venientemente· fare durante le refezioni
l

23.3 Page 223

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DEL DIRETTORE SALESIANO 219
della vigilia e del giorno; la seconda
Lettura
ad ora comoda per tutti. Ma sia una d elleCosH-
vera conferenza spirituale, ben prepa- foz ioni.
rata, non una par1ata· qualunque. Qua-
lora non potesse prepararla bene, ne
dia l'incarico a qualche anziano del1a
casa che sia più addentro nei segreti
della vita spirituale. N e11e varie confe-
renze dell'annata si. possono svolgere
con profitto grande i punti più salienti
ed importanti della perfezione reli- zaC.onferen-
giosa. Al termine della conferenza an-
nunzi anche il Santo scelto a protettore
del mese che sta per incominciare.
. Infine rammenti bene il direttore che
nessuno dei confratelli deve trascurare
quest'esercizio. Quindi se qualcuno non
lo può fare con la comunità, gli stabi- Nessuno
-lisca un altro giorno e ]o aiuti a com- manciu·.
piere tutte.quante le pratiche prescritte.
. 96. . - Di grande importanza è pure a Lma enlseat.tura
per.. il mantenimento delLo spirito re-
·ligioso nei .confratelli la letturà a tavola.
Qua-lc1mo _ forse nol crede, e r"iguartj.a
tale·lettura coru-e.un p'eso, .o per Io·meno
come una cosa d~altri tempi e ·d'altre
j

23.4 Page 224

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2 20
MANUA LE
congregazioni. Di qui quella deplore-
vole negligenza a questo riguardo che
già faceva gemere il cuor paterno di
I l c uore
p aterno d D. Rua in questi · amari termini: - Si
D . R u a. dovrebbe leggere la vi.ta d.z' D. Bosco,
il Bollettino S alesi"ano d'ogni mese: il
gi0rno dell'esercizio della B. M. si d o-
vrebbero leggere almeno in parte le
nos tre Costituzioni. È ottima usanza
quella di leggere il Regolamento delle
case salesiane. Come scusare quel diret-
tore che non fa nulla di tutto questo?...
Che dire ancora di quell 'uso, introdotto
in vari posti, di abbreviare la lettura
a tavola o cominciandola dopo la mi-
nestra o finendola ordinariamente prima
della frutta ? che dire della trascuranza
nelle preghiere prima e d opo le i:efe-
zioni dicendole precipitosamente, o tra-
lasciando le preghiere prescritte sotto
il pretesto che la comunità è piccola,
che si ha fretta di andare ad assistere
i giovani? Sono forse agli occhi di
taluno piccole regole : ma il trascurar-
le è indizio di rilassatezza e producono
* Cfr. id.
PP· 350-351.
nei. dipendenti '
poco dell'esatta
l'abitudine
osservanza
di
*.
curarsi

23.5 Page 225

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DEL DIRETTORE SALESIANO 221
Procuri il direttore con tutte le sue
forze, non solo l'esatta osservanzq di
questo punto del Regolamento, ma an-
cora che la lettura sia fatta seriamente,
bene e con ordine.
Esiga da tutti la puntualità nel recarsi
a mensa, dando egli l'esempio, per re-
citare insieme le preghiere.
del Testamentino, ove siano
La
più
lettura
nume-
1!~fu~1f;:~:,~;t;;;:·:
rosi i coadiutori
'
può
farsi
·n
linCTUa
•0
voi-
mune dal
re(etton·o.
gare e così pure del Martirologio. Di-
sponga il servizio in modo che nessuno
abbia a levarsi dalla mensa prima degli
altri, onde poter fare il ringraziamento
in comune. Che se qualcuno dovesse
venir dopo gli altri in refettorio oppure
partire prima de]]a comunità, il diret-
tore veda che non trascuri. la pregh"1era tePreetcepsosatn. -
prima e dopo il pasto. Come sta male
veder un religioso che prima del cibo
o dopo si riduce a far in fretta il segno
di croce e poi se ne va! Il direttore
ne è responsabile.
97. - Ogni quindici giorni, ossia due Leduecon-
vo1te
a1 mese,
1.1 d1' rettore d eve
tener
ferenze
mensili.
conferenza ai confratelli della sua casa.

23.6 Page 226

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222
MANUALE
La maggior parte dei ·nostri direttori
còlgono volentieri questo mezzo. per
mantener vivo nella comunità il fervore,
lo zelo per la salvezza delle anime. Ma
non posso nascondervi D. Rua che
scrive) che sentii una pungentissima
spina al cuore nel trovare che nono-
stante tante raccomandazioni s'incon-
trano ancora dei direttori che non si cu-
.rano di far queste due conferenze men-
sili tanto necessarie per m;:intener vivo
lo spirito di D. Bosco nei loro confra-
telli, sicchè trascorrono mesi e mesi
senza che una parola d'incoraggiamento
giunga all'orecchio di quei Salesiani.
,Com'è possibile che si sostenga il loro
.Ve zzo p
tente dz· fervore, se mai non giunge al loro orec-
sz.az'onnteif;z'ca-
l.
C 110
1a
par.ola
ca ld a
e
vi.va
d.
1
un
su-
·periore? Altri non si cunmo di pre-
pararle, onde avviene che riescano di
nessun frutto e lasciano il tempo che tro-
.. .vano. Forse in un collegio si sente il bi-
sogno di affìatamento,la pietà languisce,
dt' affia - l'assistenza manca, gli abusi crescono,
~amento, forse si moltiplicano i pecca ti: quanto
sarebbe opportuna una breve confe-
_renza, ispirata .da v~ro zelo, detta con

23.7 Page 227

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DEL DIRETTORE SALESIA O 223
un poco d'unzione! Quanto si perde
omettendola! *
* Cfr. id.
Queste
due
con f erenze
mens1.11.
sono
PP· 349·350
e 411.
obbligatorie per Regolamento: una, la
più importante, fa parte, come s'è detto,
dell'esercizio della Buona Morte: l'altra
invece sia fissata verso la metà del mese,
abbia un'intonazione più intima e serva d ,i· dfre-
sia per comunicare le disposizioni e zz"one:
norme mensili dei Superiori Maggiori,
sia per trattare con tutto il personale
dell'andamento della, casa. Questa con-
ferenza assuma piuttosto l'aspetto di
una conversazione famigliare nella qua-
le, dop_o che il direttore ha esposto
-quanto crede conveniente per il bene
dell'istituto, si possono interrogare i
confratelli se hanno qualche cosa da
.osservare. Tutto ciò per altro importa
una più accurata preparazione. In tale
conferenza corregga ali'occorrenza gli
abusi .contro le regole, le mancanze al
disimpegno dei vari uffizi, insista sulla
necessità della virtù e della scienza, e si
opponga a ogni rilassamento della vita
religiosa. Raccomandi come <li necessi-
tà, l'attiva assistenza nella ricreazione

23.8 Page 228

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224
MANUALE
ed altrove e stimoli alla pietà e al la-
voro. Il direttore che sappia usar bene
di questa conferenza ha in mano il cuo-
re dei suoi confratelli e non regneranno
malumori in casa.
98. - Non ometta la correzione fra-
La corre- terna quando ne scorge il bisogno: non
tzeironna.e fra- Iasci. ch e 1.1 male s,aggrav1·, ma m. tempo
opportuno, in spiritu /enitatis, esorti il
tiepido, corregga il colpevole, il difet-
toso, animi il negligente. Faccia com-
In. s~iritu prendere ai dubbiosi quale grave colpa
len1tat11. s1. e, 1.1d efez1. 0nare d ali a propn.a re11.g.10sa
professione e quale ingratitudine sia il
rigettare quella vocazione che Dio per
* Cfr. id. sua bontà ha loro data *.
197·
Quello che non è mai abbastanza rac-
comandato a questo riguardo è una de-
licata carità nei modi. Noii si abbia
Ness una mai a scorgere animosità verso quaI-
anùnosz'tào cuno o parzialità: non mai impazienza
j,arzialz"tà .
,
o col1era nell'avvisare e riprendere:
non mai far questo in presenza di altri,
in modo da diminuire il prestigio di
I
'-
qualcuno del personale; non mai rac-
contare ad altri, sebbene ·in confidenza,

23.9 Page 229

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DEL DIRETTORE SALESIANO 225
le cose udite nei rendiconti, fuori che Mai alla
si avesse bisogno di consiglio, o la !,:;?zad,·
necessità lo richiedesse: son cose que-
ste che ai confratelli ordinariamente
spiacciono più che la correzione mede- A t empo
sima. Conviene anche cercare i momen- op portuno.
ti più adatti, in cui i sudditi siano
più disposti a ricevere le correzioni:
*. purchè il ritardo non implichi poi il non * Cfr. id.
più farlo
p p . 262-263.
99. - Inculchi molto lo spirito di fra- Lo spirito
terna can.ta, ev1.tand o ed 1. mped end o le cdiariftràa.terna
mormorazioni contro i confratelli o con-
tro le altre case, tanto più le disappro-
vazioni delle disposizioni d ate dai su-
periori. Tuttavia allorchè si aspetta la
visita dell'Ispettore o di qualche Supe-
riore Maggiore, non abbia paura che
gli. si riferiscano le vicende d ella pro-
l mpe dfre
pria casa: anzi è degno d'imitazione monnora·
l'esempio del direttore che in tale cir- zz"on z".
costanza esorta i suoi dipendenti a ma-
nifestare liberamente e con tutta since- U bertà dz·
rità a l Superiore quanto si scorge bi- parl a 1:e c_oz·
su j, erzorz.
sognoso ài rimedio o correzione.
Segno di fraterna carità è il soste-
15

23.10 Page 230

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226
MANUALE
nere, introdurre nelle nostre case e
propagare altrove le produzioni lette- .
rarie, scientifiche, musicali, artiJtiche
dei confratelli, escludendo ogni minimo
Sostene re
le opere dei· sentimento d'invidia o gelosia, e tanto
nostr,·. più i sentimenti di disprezzo. Che se
qualche cosa si scorgesse in tali pro-
duzioni veramente degna di modifica-
zione, si faccia conoscere a chi di ra-
gione, ma non si permetta che alcuno
si eriga a giudicare o censurare ne1le
familiari conversazioni e tanto meno
* Cfr. id. sui giornali *.
26
A questo riguardo merita di essere
meditat0 seriamente quanto scriveva il
Ven. Padre D. Bosco: « ••• L'onore di
uno è l'onore di tutti. Se i giovanetti
udiranno il maestro o l'assistente lo-
dare tin libro, essi pure lo stimeranno,
loderanno, leggeranno. Ricordatevi una
gran parola che il Santo Padre ~io IX
indirizzava un giorno ai salesiani: -
Imitate l'esempio dei Padri della Com-
pagnia di Gesù. Perchè i loro scrittori
sono così stimati? Perchè i confratelli
si adoperano a rivedere e correggere, ·
come se fossero proprie le opere di un

24 Pages 231-240

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24.1 Page 231

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DEL DIRETTORE SALESIANO 227
confratello; quindi in pubblico, con
tutti i giorn'cl.li dei quali possono di-
sporre, celebrandone i meriti, gli pro-
curano una fama esimia, e nel privato
della conversazione sul loro labbro non
,
,
Au1·eapa-
flSUOnano che parole d1 lode. Non u- gù1a dz" D.
direte mai uno di quei Padri, che pure Bosco. ·
si contano a migliaia, uscire "in una
critica che diminuisca la fama di un
confratello *. - Così fate anche voi e i(- Cfr. L.
state certi che i nostri libri produrranno ~/~;. ~9~-
un bene immenso ».
100. - Se avesse nella propria casa Curi quelli
SOCI. obbl.1gat1. a relaz1.0n1. con esterm. cshpeossontoi ea-
o
esposti, a
pen,co11.
sp1, n,tua11.,
come
maggiori
p3ricoli.
sono per es. i militari e gli studenti
alle Università dello Stato, usi paterna
sollecitudine pel loro spirituale vantag-
gio, li aiuti per quanto può loro occor-
rere, nei limiti della religiosa povertà,
ma sopratutto usi buoni tratti con essi
e curi in loro il mantenimento della.
pietà e_ dell'umiltà e della regolarità
mentre pur abbisognano di speciali ri-
guardi e di spese particolari in I ibri, di-
spense scolastiche, vestiari e simili.

24.2 Page 232

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MANUALE
ror. - Infine abbia cura della sanità
Cura della dei confratelli; insista sopra le cure
sanità.
1g.1em.ch e ch e ognuno d eve prend ers1.,
avvisi di non fare inutile spreco di voce,
non privars·i del necessario riposo, non
lavorare mentalmente dopo le refezio-
R iposo ne-
cessarz"o. ni: curi i mali sul loro principio e as-
sista o faccia ·assistere con tutta carità
gli infermi, quando il male venisse ad
aggravarsi.
Che consolazione prova un superiore
nel visitare un istituto, a cui presieda
un direttore veramente esemplare, ub-
bidiente, pio e zelante! Si direbbe che
ognuno dei confratelli ricopia le virtù,
il modo di parlare: il modo di trattare
* Cfr. L. del direttore *.
;: ~9.Rua, Se il direttore ha così sollecite cure
de) personale, procurando eziandio di
addestrarlo ed assisterlo nel proprio
uffizio, avrà in esso tanti valorosi aiu-
tanti che gli saranno di efficace sollievo
e sostegno nel buon andamento della
*. * Cfr.
p . 266.
id.
sua
casa

24.3 Page 233

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IV.
Dei sacerdoti e chierici.
I 02. Il direttore ami tutti. (1Von pre.ferenZt!, m a
ordine).
103. Curi i sacerdoti. ( Esiga da tutti le prati-
che di pietà in comune - Guai alla nave
senza p ilotai)
104. Obbligo di correggere chi celebra male. (ll
centro della Religione - N ulla di piccolo
- Contegno divoto - Esempio paterno - Stu-
dio delle rubr/che).
105. Formi in loro un retto criterio morale. ( Casi
mensili di morale - Confessori salesiani ·
Predicazione) .
106. I candidati al sacerdozio. - (Responsabilità
della loro vocazione - I tre anni .di tiro-
cinz'o pratico - Non si abbrevino; ma se ne
.faccia vedere la ragionevolezza).
107. Pei chierici che devono studiare la teo-
lo&ia fuori dello studentato. (Lifaccia pro -

24.4 Page 234

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r
gredire _nelle scienze ecclesiastiche - Grave
peso di coscienza - Scuola regolare).
108. Vigilanza sulla scuola di teologia. (Gli in-
segnanti liberi - Esami a tempo - Dieci
versetti dd N. T. - Non perdano tempo).
I 09. Vigilanza su le letture. (Danni avuti in
passato ~ Lista dei libri - Nelle scuole come
parlare di certi autori).
110. Responsabilità di chi li propone agli or-
dini sacri. ( Le conseguenze del proprio v oto
- Si richieda un provato buono spirito).

24.5 Page 235

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N1m11mm1t11 olt!tllffllH INmmmtnN t11111!11tnmll!ff1m1mm11m111m1nM111:11llf!lllm1111111mm1mnrr,rJ11$1111r.1m mmmmnmr11111111111r11nrm mnnmmm!llffl"lllftllffl11tmm
~ ~ ~ ~ v:J t..!!F -i.2r'2F~·· ~ ~ ~ ~
IV.
Dei sacerdoti e chierici.
« Indesinenter praedicate,
opportune et importune.
Sed quae praedicatis con-
stanter facite... »
(Sogno di D. Bosco :
L' a v1;enz're della Con-
g r ega z lone).
ro2. - La cura del proprio personale Il direttore
e, la grand e occupazi.one d el d.irettore: ami tutti.
ma il personale del]a casa è vario,
perciò egli deve rivolgere le sue cure
alle varie categorie di cui è formato per
discendere così allo studio e alla co-
gnizione dei bisogni individuali di cia-
scun confratello. Quindi non basta dare
degJ{ avvisi, conviene cur me ed esi-
gerne l"osservanza. Ovviare all'erroneo
sistema di coloro che dicono: i confra-
telli conoscono i loro doveri... quindi
debbono compier1i e non v'é bisogno
di richiamar1i alla loro memoria ad
ogni momento. Non si deve aver tiniorè
di
qua
avvisare e c, ·rreggere
ndo Ie cu, costan ze ]o
r.iceohn1'edcoanroità*,.
;Cfr. 3 L.
C
ra
.
,
D.
p.
A181l.e
-

24.6 Page 236

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232
.MANUALE
Non dimentichi però il direttore che
deve amare tutti i confratelli - · sacer-
doti, chierici e coadiutori - ugual-
mente, senza preferenze e con verace
affetto paterno, di maniera che cia-
scuno possa dire in cuor suo di essere
il prediletto. Cosa questa non certo fa-
cile, ma che il direttore può conseguire
f
N on f,.re-
ere nze,
con
l'esercizio
costante
della
propria
ma ordine. perfezione n el crescente amore di Gesù
e delle anime. Se questi due amori sono
attivi in lui, come lo erano nel Vene-
rabile Padre D. Bosco, il direttore po-
trà dedicare le sue cure alle varie
categorie di confratelli e a ciascun con-
fratello in particolare senza suscitare
n è gelosie, nè malumori o segrete mor-
morazioni che renderebbero inefficace
l'opera di lui.
Amando ugualmente tutti eviterà il
pericolo di dedicarsi più agli uni che
agli altri: così nessuno potrà dire di
essere trascurato dal Superiore, nè per
soverchia timidità o inavvertenza vi
saranno nella casa confratelli sacerdoti
che manchino d i una vera direzione.

24.7 Page 237

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DEL DIRETTORE SALESIANO 23.3
103. -- Sovente D. Rua che scrive) Curi i sa-
essi.
non
fanno
Ie
prat1.ch e
d.
I
p1. eta,
m.
cerdoti.
comune, non prendono parte alla me-
ditazione, all'esercizio della B. M., non
,
Esiga da
si trovano piu regolarmente alle con- tutti" Le
ferenze _e
neppure
sono
c h ia m a t i
al
j> r a t e /1 e
di· fz"età ùi
rendiconto. Alle volte avviene di par- comune.
lare con qualche sacerdote o coadiu-
tore antico della Congregazione e si
apprende che da quando si è preti, o
si ebbe carica speciale, non si fece
più nulla regolarmente di tutto ciò. Si
nota che taluni si separano quasi dalla
vita di comunità, e occupati nel mi-
nistero sacerdotale non provano più
gusto nel lavorare a pro della gioventù.
È bensì vero che per occupazioni o cir-
costanze speciali, alle volte i sacerdoti
non possono più trovarsi sempre alle
pratiche comuni; ma ogni volta che lo
possono, lo debbono fare; ed è anche
da cercare modo di disturbarli rl meno
possibile in quei tempi. Per il rendicon-
to poi non vi è occupazione che diret-
tamente l'impedisca* . Creda il diret- * Cfr. L. c.
tore
cl1e
l'abbandonare
questi. sacerd ot1.
D. Rua,
26!.
p.
a loro medesimi è un gran male, le

24.8 Page 238

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2 34
MANUALE
cui conseguenze potrebbero essere fu-
;:Jo~:;nza Gu a,· alla neste: Anch'essi abbisognano di consi-
glio, poichè expers consi/H, similis est na-
vig io rectore carenti" (S. Basi) io). Anche
a loro conviene l'avviso del]o Spirito
*Prov. 3, 5. Santo: ne innitarz's prudentiae tuae *. Così
pure, vinta ogni ripugnanza ad ammo-
nire, avvisi quei sacerdoti che commet-
tessero qualche errore nel celebrare la
S. Messa, o la celebrassero con ecces-
siva prestezza, o senza premettere la
debita preparazione o senza far seguire
* Cfr.
p. 353·
.
1d.
il dovuto ringraziamento, che non deve
limitarsi a qualche minuto *.
104. - E qui ricordi il direttore che
Obbligo di egli ha oboligo di correggere i suoi di-
~~rr~gl~t~: pendenti che celebr.-1 no male e con
male.
f;etta indecorosa. GI i stiano ben im-
n cen tro presse nella mente le parole del nc-
della ,eh- str0 a u abi 'e S. Francesco di Sales che
gzone,
·
scrisse: Il santo sacrifizio della Messa
è il centro della Religione cristiana,
il cuore della divozione, l'anima della
pietà, un mistero ineffabile che ci
svela l'abisso della carità divina, per
cui Iddio si unisce realmente a. noi,

24.9 Page 239

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_ _ _D_E_L_ DIRETTORE SALESIANO 235
ci comunica generosamente le sue gra-
zie e i suoi favori. La preghiera fatta
in unione di questo divin Sacrifizio ha Nulla di'
una forza invincibile (Vita Div.). Niuna fr'ccolo.
cosa è piccola quando si compie una
azione così augusta.
Ricordi egualmente e principalmente
il contegno così devoto del Ven. Don
Bosco durante la S. Messa. Tutti sap-
piamo che mo]te persone, pur non co-
noscendo chi egli fosse, nell'assistere Contegno
dz'voto.
alla sua Messa, ebbero ad esclamare:
quel sacerdote deve essere un santo! Lo
proponga ognora qual modello ai suoi
preti, imitandolo egli pel primo. Anche
negli ultimi anni di sua vita fu visto
a rileggere con la massima attenzione
le Rubricae Missalis. Imitiamolo *. Un * Cfr. id.
santo
reh.g1.0so
ch e
amava
d.
1
tenen.s- P· 415.
simo affetto la nostra Congregazione
faceva voti perchè la compostezza della
persona, l'unità e l'esattezza delle ce-
rimonie fosse il distintivo dei Salesiani.
Infatti quanto fecondo ò iverrebbe il no-
stro apostolato mediante la divota cele- * Cfr. id.
brazione dei divini misteri! *
J54·

24.10 Page 240

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236
MANUALE
105. - Chiami inoltre tutti i sacerdoti,
Formi in senza eccezione, alla soluzione d ei casi
tloorocruinterreito- mens1.11.. S.1 sforzi. d.1 1r ormare 1. n loro
morale. un giusto criterio per scegliere conve-
nientemente le sentenze dei teologi e
servirsene, secondo il bisogno, per fare
~'~s,· 1!'en· maggior bene, ma li avvisi a non ap-
s, Li dt m .
r ale.
pigliarsi per la propria condotta alle
sentenze più larghe. Jiloi non dobbiamo
contentarci di evitare i peccati mortali~
neppure limitarci a s,:hivare i peccati ve-
:::r i' s~tf niali deli'berali, ma dobbiamo aspirare alla
p erfezione e p erò non adottare nella pro-
pri·a condotta certe sentenze che ci' condur-
rebbero ad un deplorevole lassismo. Com-
pia poi l'opera e.~ortando i confratelli
sacerdoti a 7Jalenu· di preferenza di con-
/ essori salesiani, come fanno tutti i re-
ligiosi più osservanti.
L'unità di spirito e di direzione è
tale vantaggio per una comunità reli-
giosa, che non dovrebbero sembrarci
-x- Cfr. id. gravi i sacrifici per procurarcela *.
1
c.
Questo punto è de1la massima impor-
tanza per l'acquisto de1la perfezione
religiosa salesiana, alJa quale non può
guidarci chi non ne conosce lo spirito,

25 Pages 241-250

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25.1 Page 241

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J>)EL DIRETTORE SALESIANO 237
per quanto sia istruito e praticamente
esperto nelle cose riguardanti la vita
spirituale. Qualora non si possa avere
il confessore Salesiano procuri che si
valgano tutti di quello designa to dai
superiori.
È. pur necessario che il direttore e-
serciti i sacerdoti nella predicazione
sin da giovani. Per questo non basta
assegnar loro qualche predica da farsi
durante l'anno, ma occorre ammaestrar-
li sul modo di predicare, sia procuran-
do i libri che insegnano questa diffi-
cilissima arte, sia con esigere che scri-
vano le prediche e poi le studino, non
già pappagallescamente, ma con la com-
penetrazione dell'argomento mediante
l'assidua meditazione. Li animi a pre-
parare con serietà quello che hanno a
dire perchè la loro predicazione riesca
religiosa, sodaJ e per quanto si può
attraente. Li abitui, correggendoli a
tempo, a parlar semplice, chiaro, senza
sgrammaticare, con parole proprie, sfug-
gendo i lenocini, i termini· o troppo
affettati o troppo bassi; - ad evitare
le cantilene, i subitanei sbalzi di voce,

25.2 Page 242

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238
MANUALE
le stiracchiature di parole; - ad un
gesto grave e tranquillo senza sbrac-
ciamento, contorsioni, soverchio muo-
vere del capo o degli occhi; - infine
ad essere brevi e a parlar sempre .. al
cuore degli uditori. Li animi con le pa-
role e con l'esempio ad essere eziandio
avidi di ascoltare la parola di Dio, ri-
cordando che il Ven. Padre fin dal 1856
aveva scri tto in un suo testamento qne-
ste significative parole: « ..fìgliuoli rnùi,
se volete assicurarvi· la vostra eterna sal-
vezza, andate volentieri· ad ascoltare la pa-
rola di· Di·o ». In questo modo il diret-
tore si creerà attorno a sè una schiera
di apostoli sempre pronti ali 'esercizio
fruttuoso del sacro ministero.
106. - Il direttore deve rivolgere
I candidati eziandio tutte le sue cure ai chierici che
al sacerdo-
zio.
nella
casa
si. preparano
al
sacer· doz10.
Se sopra di lui pesa la responsabilità
di conservare sulla diritta via e spro-
nare alla perfezione i sacerdoti che lo
coadiuvano, è ancor più responsabile
della preparazione intellettuale e mo-
rale dei candidati al sacro ministero.

25.3 Page 243

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DEL DIRET'tORE SALESIANO 2 39
Quante vocazioni sacerdotali attendono
dall'opera sua sapiente e solerte il con-.
seguimento della méta sublime! La gra-
zia di questa eccelsa vocazione princi-
pia i primi anni degli studi seconda·ri
e
s1,· svi.luppa
un
po'
al l a
volta
con
par-
Resj>onsa-
ht'lz'tàdella
ticolari esercizi, specialmente durante ;~;·;/oca-
il noviziato, e negli anni consecutivi
del corso filosofico. Ma il definitivo
consolidamento lo riceve solo nel trien-
nio di lavoro pratico, che i nostri chie-
rici sono obbligati a fare nelle nostre
case, prima di essere ammessi allo stu-
dio quadriennale della sacra teologia.
Occorre perciò che il direttore usi i
mezzi necessari affinchè questi tre anni
di tirocinio pratico siano ben regolati
.
con far prati·care
alla
lettera
quanto
I treannt
di· ti'roà-
anno per anno è ordinato sul modo di ,tz'o f>ratz'co
occupare quel tempo, con far loro da
padre ed avere una cura speciale di
questi novelli figliuoli che gli vengoho
consegnati, e che, più degli altri, abbi-
sognano delle sue attenzioni, non es-
sendo ancor del tutto forma ti.
Questa cura speciale nei detti tre
auni è d'una importanza al tutto ecce-

25.4 Page 244

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MANUALE
zionale , perchè da essa .dipenderà la
perseveranza di molte vocazioni e la
buona riuscita di molte altre, che senza
dett::i cura non verrebbero poi in seguito
a portare i frutti dai superiori attesi.
Nè si cerchi di abbreviare questo
tempo: il direttore non appoggi le do-
u1 rNeov1z!nsoz· maha- mande di coloro che cercano di abbre-
si· f acci·a viarlo· anzi incorag()'i e sciolga le dif-
comp ren-
'
o
dt:re la ra- ficol tà che detti chierici possono pro-
g1onevol ez -
za.
durre, specialmente col far vedere che
anche non essendo sacerdoti essi pos-
sono già adempiere la grande missione
di occuparsi dell'educazione dei giova-
netti. Vi potrà essere qualche eccezione,
e quando vi fossero motivi gravi, come
per esempio, ·l'esenzione dal servizio
militare, per alcune nazioni, o vocazioni
tardive bisognose di maggior prontezza.
In tali casi i superiori prenderanno
quei provvedimenti che saranno giudi-
cati necessari: ma le eccezioni a farsi
* Cfr. id.
.
Pi?· 366-367. sono riservate al Rettor Maggiore *.
107. - Se si tratta di chierici che per
Pei chierici ragioni speciali n on p ossono recarsi
cshtue ddieavorneo neg11. stud entat1. teolog1.c1. e d ebbano

25.5 Page 245

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DEL DIRETTORE SALESIANO 241
quindi attendere allo studio della teo- t~ologia tuo-·
1ogi.a ove sono pure app11. cah. aIl a ~ura dr1endtealtloo. stu-·
dei giovani, il direttore, oltre il loro
progresso nella virtù, abbia altamente
a cuore di farli progredire ne1Io studio u fadc~i"a
j>rogre tre
delle scienze ecclesiastiche e delle sa- nelle scùn-
ze ecclesi·a-
cre cerimonie. Senza di questo essi sft"c/ie.
andrebbero privi dello spirito che è
indispensabile pel loro stato, e con
ragione i superiori tremerebbero nel-
l'assumersi la spaventosa responsabilità
deJle loro ordinazioni *.
* Cfr. id.
Io tremo (e' D. Rua che parla) pen- p. 197.
sando all'avvenire che si preparerebbe
alla nostra pia Società qualora, per
colpa nostra, gli allievi del santuario
non fossero forniti della scienza neceg-
saria *. A questo riguardo sono un po' * Cfr. id.
mortificato nel dover ri.cordare il grave pp. 165-166.
peso di coscienza che qualche direttore Graz,e pe-
h a col non procurare che si faccia re- :;ù;;:~ .co-
o-olarmente la scuola e che si studino Scuola re-
o
g olare .
da tutti le materie ecclesiastiche. Per
me credo che sia mettere un chierico
in pericolo della sua vocazione e per-
ciò in pericolo non di uno, ma di molti
peccati, il lasciar trascurare lo studio
16

25.6 Page 246

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MANUALE
*
l'·
Cfr.
2 61.
id.
della teologia, il non fare
la scuola nei. tempi. m. cm. vi.
o
e'
lp' orbobclu.1rgaor*e.
108. ~ Il direttore vigili affinchè gli
Vigilanza incaricati di tale scuola la facciano re-
sdiulltaeolsocguioa.la golarmente nei· gi·orni· ed ore fi ssate,
evitando loro ogni altra occupazione in
tal tempo; gli insegnanti siano puntuali
a soddisfare coscienziosamente a questo
loro importante compito; e gli studenti
gareggino in diligenza nell'intervenire
Gli i·nse- a ogni lezione e ben impossessarsi delle
f;':,~zfr li"- materie scolastiche; e il direttore ab-
bia a cuore che si diano regolarmente
gli esami, registrandone i voti e tra-
smettendoli con puntualità ed esat-
tezza all'Ispettore. Non v'è nulla _di più
importante, perchè, anche da questa
scuola ben fatta, dipende in buona parte
la perseveranza nella vocazione dei
nostri confratelli chierici. Sia poi im-
. . pegno degli uni e degli altri di esaurire
Glz esanu
a tempo. o6ni anno tutto il programma fissato;
eh~ se qualche trattato rimanesse a stu-
diarsi all'esame di estate, sia imman-·
* Cfr. id. cabilmente studiato p·er l'esame autun-
l'P· 52-53
1 1.,6.
e
nale
a
cui
si
dia
tutta
l'importanza
*.

25.7 Page 247

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DEL DIRETTORE SALESIANO 243
Si riprenda, ove occorra, la lodevole
usanza della recita e della spiegazione Dz"ed vBr·
V di dieci versetti del Nuovo Testamento s;._' del
e scuola di cerimonie. Questa scuola
settimanale giova immensamente per
conservare ed accrescere nei chierici lo
spirito di pietà e l'amore allo studio *. * Cfr. id.
Invigili poi che nessuno perda tempo: us.
in alcune case dai chierici si perde
molto tempo perchè manca loro la
dovuta assistenza. Se i chierici non
vanno allo studio comune, il che sa-
rebbe meglI'O, 1'l di'retLore ord.llll. <.:he dNanoon pteemr--
l'assistenza ordinaria pei chierici sia po.
fatta o dal catechista o dal consigliere
scolastico secondo le circostanze, ma * Cfr. id.
che uno ne sia responsabile *.
PP · 260 261.
109. - Abbia inoltre una speciale Vioilanza su
vigilanza sulle letture che i chieri- le letture.
ci fanno. In passato alcuni chierici e
giovani sacerdoti, con mezzi che forse
sono u11'infra2.ione del voto di povertà
e di ubbidienza, si sarebbero procurati
libri e riviste, che se non propugnava-
no dottrine apertamente contrarie agli
insegnamenti della Chiesa, potevano

25.8 Page 248

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244
M ANU ALE
tornare ai giovani lettori di gravissimo
pericolo, p oichè si ha specialmente a de-
plorare nei loro autori un vivo desiderio
di novità, un sensibile piacere di dare
una smentita ai dottori maggiormente
stimati dai cattolici e screditare le cre-
denze del popolo cristiano. E pur troppo
/;.,~~-n,·z~: si ha ragione di credere che tali let-
f assato. ture abbiano prodotto funesto effetto
in alcuni confratelli, se si tien conto
del loro mod0 di parlare riguardo alla
Chiesa e all'Augusto suo Capo, riguardo
alla Teologia ed alla Sacra Scrittura.
Le loro massime, improntate di novità,
espresse con aria di spregiudicati, feri-
rono le orecchie di vari salesiani, abi-
tuati a sentire rettamente intorno alle
dottrine della Chiesa Cattolica e fedeli
-x- crr. id. alle raccomandazioni di D; Bosco *.
p. 352
Perciò il direttore vegli accurata-
mente perchè tal i libri e riviste non
penetrino nella casa, perchè i chierici
ed i giovani sacerdoti n on perdano il
tempo nella lettura di giornali, ma l'im-
pieghino invece nella lettura e nello
studio di opere generalmente ricono-
sciute in ogni loro parte.

25.9 Page 249

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DEL DIRETTORE SALESI ANO 245
Inoltre rivolga ancora le sue cure ai
chierici che fanno il tirocinio pratico.
Si assicuri , anche col farsi dare la lista U sta dd
dei loro libri, che non corrano fra le h bn·.
loro mani romanzi e poesie perico-
lose. Che pena è ai su perior,i il sapere
che si leggono avidamente, si ammi-
rano certi autori che avranno merito
per forma letteraria ed artistica, ma
non hanno fede ed anzi palesemente
combattono e calpestano le sacrosante
verità della religione! Il direttore non
approvi mai che nelle scuole se ne parli
con entusiasmo. Che se fosse neces:;ario Come j,ar-
spiegarne qualche squarcio prescritto lare, nelle.
·
' scu olr., dz
il maestro salesiano dovrebbe sempre ce:ti auto-
stornare gli scolari dalla lettura di n .
quelle opere e contentarsi di ciò che si
trova nelle buone Antologie. Questo è
l'avviso .che dava il Venerabile Padre,
il guale desiderava che non si parlasse
con encom_i di tali autori e. che si pre ·
munissero i propri dipende~ti da tali
letture. Tali avvisi ripeta il direttore
ai suoi preti e chierici. I?el resto pro-
curi, per ,evitare ogn_i pericolç>, di for-
mare n.ei sac~rdqti ~ c}:ii~~ièi, per m~zzo

25.10 Page 250

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MANUALE
di una saggia e prudente direzione,
una coscienza vera, retta e de] ica ta:
e così avvenendo loro di leggere qual-
che massima pericolosa per la fede e
per i buoni costumi, si faranno scru-
polo di farne pascolo della loro mente
l(- Cfr. id. e rigetteranno spontaneamente il libro
PP· 352 -353. che l'insegna *.
1 1o. - Per riguardo ai chierici non
Responsa- dimentichi il direttore che si deve pro-
bilità di chi
I i propone
cedere
con
tutta
sen.eta,
ed
attenz1. 0ne
asagcliri.ordini
poss1'b"1I e
nel
propor11.
ag11.
o
r
d" .
m1
sacri..
Inviti ciascun membro del suo capitolo,
chiamato a dare il suo voto per. I'or-
Le condse- dinazione, a riflettere bene sulle con-
guenze e1
proprt"o vo- seguenze del proprio suffragio e sulla
to.
parte di responsabilità che assume:
quindi esamini con tutta imparzialità
se il candidato va adorno deUe virtù,
della pietà e della scienza necessaria
per l'altissima dignità a cui deve es-
sere innalzato.
Che terribile conto avrebbe a rendere
a Dio chi, in cosa di tanto momento,
non operasse con tutta ptJ.rità d'inten-
,zione ed accuratezza, concorrendo a

26 Pages 251-260

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26.1 Page 251

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DEL DIRETTORE SALESIANO 247
somministrare al,la nostra pia Società
e 2Jla Chiesa sacerdoti indegni di tal
dignità o a rimuoverne chi la meritas-
se! * Non si propongano per le sacre or- * Cfr. id.
d m. az1.on1. coIoro ch e non l1an d ato pro- PP· 166-167.
va positiva di buono spirito, e se non si
ha come la certezza morale di dare alla
Chiesa sacerdoti esemplari ed alla Con-
gregazione campioni, veri sa! terrae et
lux mundi, come il Signore vuole che
siano i sacerdoti. Badi anche che siano
ben istruiti nella teologia, nelle rubriche
e cerimonie ecclesiastiche e di quanto
occorre perchè possano essere magistri·
in Israel *. Vegli sopratutto, per la s.ua -!(· Cfr. id.
parte,
che
non
siano ordinati sacerdoti
280
'
coloro qztt" quaerunt quae sua sunt, non * Cfr. id.
quae Jesu Chri'stz' *.
414.

26.2 Page 252

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r

26.3 Page 253

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V.
Dei coadiutori e professi triennali.
I I I. Maggiori cure del direttore per i coadiu-
tori. (Perla perfezione si affidano a lui
- L i ami teneramente. - Anime belle. -
Benemeriti della Congregazione. - Una
lagnanza).
I I 2. L'apòstolato dei coadiutori. ( In mezzo alla
gioventù - Farne dei buoni cristiani colla
parola - coll'esempio - i n tutte le circo-
stanze).
113. L'abito dei coadiutori. ( Il colore - Il taglio
- La stoffa).
I I 4. Motivi per la pratica di queste prescrizioni.
(I coadùttori sono più stimati - Voto di
D. Rua. - Grande concetto che di loro
aveva il Ven. D. Bosco).
I I 5. Cura . dei professi triennali. ( Ciò che di-
cono le Costituzz'oni - Quem..remisi tibi,
ut vi$ce'ra mea suscipe. - Sorvegli,
anza - C()rrezirme - J?.esponsqçitità) ,

26.4 Page 254

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r
I I 6. Curi sopratutto i nuovi della casa. (Ptc-
cole industrie per aiutarli efficacemente).
r 1 7. Verso i confratelli os piti. (Quam bonum
habitare fratres in unum. - Lettera di
presentaaione, -Necessaria perpi-ù motivi).

26.5 Page 255

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ILIIIUlllllllllll·lllllllllllttlllJlllln!lllllltlll!llttlll!IIINHtnlil!IIIIMIIIUlllHllllfflllltlUlfflllllUIBlllllllilll!HIIIIIIIUHlltllllalllllll!llllllttllM IN1Rlnllll.'IUlllll!UlllllllllRIHIIIIIIIIIIIIIU KII
~ ~-,.Y- -i...!.r ~ ~ ~~ ~...v- ~ ~ ~
V.
Dei coadiutori e professi triennali.
« Tutti i confratelli salesiani
dimoranti in una medesi-
ma casa devono formare
un cuor solo ed un ' anima
sola col loro direttore ».
(Da i· rz"cor di mano-
scn"tti" di· D. Bosco).
111. - I confratelli coadiutori sono Maggiori
chi.amatl. a eserci.tare un vero
aposto-
cure del
rettora
di-
per
lato in favore della gioventù in tutte i coadiutori.
le nostre case, ma specialmente nelle
scuole professionali *.
* Regola-
Ad essi in particolare è aperto un mento, 11
vastissimo campo per esercitare la loro
carità verso il prossimo e il loro zelo
per la gloria di Dio, col dirigere ed
amministrare le varie aziende della
nostra pia Società, col divenire maestri
d'arte nei laboratori, o catechisti negli
oratori e specialmente nelle nostre
missioni *.
* Cfr. De-
11 d1. rettore abb.ia
per
essi. le
stesse
liberazioni
dei primi sei
cure che per i sacerdoti e chierici; anzi ;.\\~~. Gen.

26.6 Page 256

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MANUALE
maggiore è l'obbligo suo verso di loro,
perchè mentre gli altri p ossono, mercè
lo studio, apprendere più fa cilmen '. e i
doveri della perfezione religiosa, que-
sti per raggiungerla si affidano total-
Pe1' la
per.fezione
mente
aJ
superiore
h
C
e
11.
reg· ge.
p·•
lU
I.1
flz!.da~w direttore saprà farli vivere dell a vita
spirituale e più essi diverranno atti a
~onseguire il fine della loro vocazione.
It il direttore che deve conservare in
essi il vero spirito religioso con tutti i
u ami· te- mezzi che l'amor sincero sa suggerire.
neramente. Perciò li ami anzitutto cordialmente in
Gesù Cristo, questi cari confratelli coa-
diutori, sia. perchè fra di loro s'incon-
trano molte anime belle, ricche di virtù
Aninie
belle.
tanto
pm.,
prez1. 0se quanto
sono
pm., na-
scoste, capaci di ogni genere di sacri-
fizi; e sia anche p e rchè molti di loro
sono benemeriti della Congregazione,
avendo essi faticato e continuanqo a
lavorare indefessam~nte per .le nostre
scuol~ professionali, per le aziende ma-
teriaJi e per le stesse missioni. Sì, porti
loro il dir.ettore un affetto veramente
fraterno e lo manifesti trattandoli con
iutta bontà, asçoltandoli qua.ndo ~li ri-
/

26.7 Page 257

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D EL DIR ETTOR E SALESI AN O 253
velano le loro pene, mostrandosi pre-
muroso d ell a loro sanità e provvedendo un a la-
ai loro b isogni. Conviene che coi fatti g nanz a.
e n on solo con le p arole dimos tri di te-
nerli quali suo i veri fr a telli. - Mi scese
al fondo del cuore come uno strale ,
scrive D. Rua, la lagnanza udita qual-
che volta dai coadiutori, che essi non
sono considerati quali fr a telli, ma quali
servitori. - Il direttore eviti perciò qua-
lunque cosa p o,t*esse
di pensare cosi · .
dar
loro
pretesto
-)(· Cfr. L.
C. D. Rua,
PP 354-355.
I I 2 . -- - Ricord i di frequente a que- L'ap~stola-
s t i.
c a n.
c
o
n
f ra
te11
.
1
p erehe,
s1.
son
f atti. tdoiutdoerii. coa-
religiosi, ripetendo loro, sia in confe-
renze particol ari, come nei rendiconti e
nelle conversazioni intime, le belle pa-
role d el Venerabile n ostro Padre: « Ci"
siam fatti reli'giosz~ non per godere, ma
p er patire e procurarci merito p er l'altra
vita ; ci siamo consacrati a Dio non p er
comandare, ma per obbedite; non per at-
taccarci alle creature, ma per p ratù-are
la caritd verso il prossimo, mossi dal so-
lo amor di D io; non per fare una vita
agiata, ma p er essere poveri con Gesù

26.8 Page 258

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MAN UAL E
Cristo, patire con Gesù Cristo sovra la
terra p er fa rei degm· della sua gloria t"n
* crr. L. cielo *. Li animi in tutti i modi alla per-
e.sco,DP.·
Bo-
22•
fez1. 0ne,
al
tempo stesso ch e eserc1•tano,
nell'occupazione cui sono destinati, l'a-
postolato salesiano per la gioventù.
Tutti più o meno hanno nella casa cura
In mezzo dei giovani, ma ciascuno nella propria
:;,:,~. gt'o- sfera d'azione. Ora il direttore non si
stanchi dal ripetere ai coadiutori che
prima di fare dei nostri giovani rnJenti
operai, abili agricoltori ecc. devono
farne dei g alantuomini, nel vero senso
della parola, cioè dei buoni cristiani.
Farne dà Questa santa aspirazione è ciò che forma
~;,-:;/ cr ,·- la.nostra più stimabile caratteristica, ed
è soltanto a queste condizioni che le
benedizioni di Dio non verranno mai
meno sulle nostre case.
Ad ottenere questo fine tanto nobile,
senza scapito del tempo destinato alle
varie discipline e senza ricorrere a pra:
· tiche speciali o inopportune, oltre quan-
to prescrivono le Costituzioni e i rego-
lamenti, il direttore insegni ai coadiu-
tori (è questo il suo preciso dovere) ad
operare:

26.9 Page 259

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DEL DIRETl'ORE SALESIANO 255
1. colla parola: sia approfittando
di certi momenti propizi del tempo della Colla f>a-
ricreazione, tempo in cui t>animo dei rola .
giovani, essendo aperto ad una più
naturale libertà ed espansione, è anche
più 'disposto ad accogliere, senza pre-
venzione, una buona parola. oppor-
tunamente suggerita; sia approfittan-
do, anche durante il lavoro o l'inse-
gnamento, di certi fortunati istanti
nei quali una buona paroletta, inspi-
rata a cristiani sentimenti, lungi dall'es-
sere intempestiva o di tedio, eleva
l'animo loro e q l1e1lo dei loro ~]lievi e
lo predispone meglio all'attenzione do-
vuta;
2. co1l'esempio che è il mezzo più
poten te
per convmcere
e
muovere.
e
Co ll' esem-
f>z"o. ,
che si può manifestare in molti modi:
a) durante gli atti di pietà in
comune cogli allievi, dando loro l'esem-
pio di edificante compostezza esterna,
di fede e di soda pietà;
b) durante il giorno, in tante cir-
costanze e rapporti fra di essi e i loro I n t utte le
allievi, mostrandosi buoni religiosi, s~- cz"rcostame
reni, pazienti e contenti del proprio

26.10 Page 260

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MANUALE
stato. Chi potrà dire p. es. quanto possa,
alle volte, sull'animo degli allievi un atto
di cortesia cristiana, di mansuetudine,
di umiltà, di ragionevolezza? Si persuada
bene il direttore che è l'ambiente mo-
rale, informato a questo spirito vera-
* Cfr. Let- mente salesiano, che influisce sul cuore
lteeraN.M9e0n.si- d egJ1, . aIl1' ev1· e 11. prepara all a v1· rtu, ·_,,.·.
113. - Richiami di quando, in quan..
L'a~ito ~ei clo l'attenzione sua e quella dei suoi coa-
coad1utor1, d.mton. su quant·o prescri.vono le nostre
Costituzioni ed il regolamento delle
case intorno al modo di vestire. Ora
riguardo all'abito si può considerare il
colore, il taglio e la stoff"a. Le Costitu-
zioni dicono che i soci' coadiutori, per
quanto è possibile, andranno vestiti di nero
(art. 137) e nel regolamento delle case
Il colore. si riserva al giudizio degli Ispettori il
permettere qualche eccezione a questo ri-
guardo, quando vi siano speciali ragioni
(ar t. u8). Il d es iderio d el nostro Ve-
nerabile Fondatore è adunque chiaro
ed esplicito e la buona volontà dei
nostri buoni confratel1 i farà sì che sia
superflua ogni altra raccomandazione.

27 Pages 261-270

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27.1 Page 261

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DEL DIRETTORE SALESIANO _ 257
Tuttavia il direttore a questo propo-
sito abbia presenté queste n~r~e:
I. Il taglz'o dell'abito dev'essere U1/0
di' quelli che sono in uso fra i secolari'
Il fag-lio.
di' mezzana condizione e di costumi gravi
(art. I :Ì9).' Conver~à perciò che, nem-
meno a scopo di istruzione professi0na.:.
le, · si facciano eccezioni Ghe ·disdicono ·
alla· nostra condizione.
2. La stoffa pure dev'essere · quale
si addice allo ·stato d'un religioso che
fa voto di povertà, e ciò eziandio deve
intendersi riguar?o agli accessori, era~ La stoffa.
vatte, cappello, scarpe ecc., le quali
cose devono corrispondere al vestito
sia nel colore come nella forma.
3. Le Costituzioni dicono ancora
a questo riguardo che ciascuno procuri
di fuggire le novùà secola'ri (art. r37), e
nel regolamento si aggiunge che sono
proibiti gli spilloni alla cravatta, le ca-
tenelle di metallo, i ciondoli all'orolo-
gio, le dnture di colore ed ogni altra
novità secolaresca.
I !4· - Lo zelo caritatevole e ocu- Motivi per
lato del direttore unito all'amore per la prarica dI'
17

27.2 Page 262

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MANUALE
queste pre- l'osservanza religiosa dei - confratelli
scrizioni.
coadiutori, faranno sì che la pratica di
queste cose sia esemplare in tutti. Nè
temano i coadiutori che fuggendo tali
deplorevoli novità ne vengano a sca-
pitare neJla stima dei loro allievi o delle
per~one esterne colle quali avessero
qualche rapporto. L'esperienza sta a
provare predsamente il contrario. Le
persone assennate sanno fare giustizia
molto meglio di quello che a taluni forse
*Cfr. Lett. possa sembrare *. Non sarà mai l'osten-
Mens. N. 87 tazione, nè la ricercatezza in urto col
loro stato, che potrà influire a. renderli
I
· d.
coa zu-
più
stimati
come uomini
sinceri
e
spe-
to.r,i s~mo cialmente come religiosi: e non sarà mai
1/.u stima- con tali mezzi che potranno conquistare
più facilmente quelli, fra i nostri al-
lievi, nei quali il Signore avesse gettato
*Cfr. Lett. il germe della vocazione religiosa
Mens. N. 9° Ricordi loro spesso le parole del no- ·
stro venerato D. Rua: « Faccio assègna-
mento sulla buona volontà di tutti, spe-
cialmente dei nostri carissimi confratelli
J:~~ d i·D. coadiutori, perchè sparisca quanto pri-
ma nel loro modo di vestire tutto quello
che possa esservi di mondano e di

27.3 Page 263

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DEL DIRETTORE SALESIANO 259
ricercato. Oh! venga presto quel giorno
in cui anche in questo noi possiamo
veramente essere tutti riconosciuti quali
figli di D. Bosco! » *
* Cfr. L.
F acci.a
ez1. and
.
10
m.
mani,era
che
i.
C.; D. Rua,
p. 373.
confratelli coadiutori, uniti per i vin-
co] i dei voti e dello spirito religioso a i
confratelli sacerdoti e chierici, nel be-
neficare la gioventù affidata alle nostre
cure, non dimentichino quanto fu gran-
de il concetto che di loro ebbe sem· pre e ran d e
il nostro Venerabile Padre D. Bosco co11cetto
·
' clte di loro
e pensino che se non sono loro date le ebbe ,·z Ven.
soddisfazioni del minist~ro o le lustre D. Bosco.
apparenti di una carica qualunque, non
saranno neppure loro addossate le re-
sponsabilità che da tali cariche deriva-
no, mentre è sempre loro dato di fare
del vero bene a se stessi, colla vita
religiosa, e anche alla gioventù, diret-
tamente o indirettamente, accumulando
all'ombra, quanto più umile della pro-
pria
per
co
1a
ndiz
VI•ta
ione,
eter
nmae.I r*iti
tanto
più
sicuri
*Cfr. Lett.
Mens. 90.
115. Un'altra categoria di confratel1i Cura dei
deve
occupa·re
gran
parte del
cuore
del
professi tri-
ennali .

27.4 Page 264

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260
MANUALE
direttore: sono i professi triennali. La
pratz"ca dei voti trùnnalz" costz"tuisce la terza
*. Cfr.. Co: prova* prima che uno venga inscritto
stit uz1om
art. 1-3 1.
d efin1. l.1vamente
a1.1a nostra
pi.a Soc1. eta, .
In questo spazio di tempo, z"l soào può
·esser mandato z"ri qualunque casa della Con-
grtgazz"one pur,·hè vi sz' facciano glz' studi.
In quel tempo zl direttore di quella .casa
av'rà cura del nuovo socio, come il maestro
~- Cfr. Co- del uovz'ziato *. Quale responsabilità · di-
stit. 1 32. nanz1·a 10 e a Il a Congregaz1.0ne! .
I maestri dei novizi e gli altri supe-
riori s'industriarono del loro meglio
per formarli ~Ile virtù religiose e allo
'spirito salesiano. Se essi non raggiun-
sero ancora quel grado di :perfezione,
a cui, secondo l'idealè del direttore,
·dovrebbe arrivare un figlio di D. .Bo-
Ouem re-
misi tibi... sco, hanno tuttavia un buon fondo di
virtù e specialmente una buona volon-
·tà. Nel presentarglieli i Superiori dicono
al direttore le parole di S. Paolo: .quem
* Ad Phi- remisz' libi..... ut viscera mea suscz'pe *.
12
·iem.
Faccia loro una fraterna accoglienza, li
tratti con carità e li ammaestri con pa-
zienza e dolcezza. Continui con loro il
lavoro del noviziato. Perciò:

27.5 Page 265

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DEL DIRETTÒRE SALESIANO 261
' a) Abbia cura che facciano ogni
giorno la meditazione, la lettura spi- s r ve _
O
rituale e l'esame di coscìenza partico- gll"a nUl.
· lare, pratiche assolutamente necessarie
per isradicare i difetti e conservare il
fervore;
b) Nelle conferenze si sforzi di
inculcare loro lo spirito di D. Bosco,
l'amore alla nostra madre la Congre...
gazione ed una scrupolosa osservanza
della santa Regola;
e) A costo di qual nnque sacrifizio
ascolti ogni mese il loro rendiconto,
mettendo scrupolosamente in pratica
qUanto prescrivono le Regole
sopra
Co rrezi"o-
ne. ,
questo punto. Prenda a cuore le loro
pene, ispiri loro confidenza e li rimanqi
sempre pienamente soddisfatti;
d) Non faccia le meraviglie se tro-
va in loro difetti, se gli tocca ripetere
molte volte lo stesso avvertimento. Non
si divien santi d'un tratto; -
, e) Rifletta infine che forse la. vo-
cazione di questi co1;1fratelli triennali
dipende dal modo con cui ~gli li tratta
e dalla .cura che ne ha. Nè dimentichi btJ!.onsa-
che egli · col suo capitolo dovrà dare

27.6 Page 266

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MANUALE
il suo coscienzioso parere sulla loro
ammissione alla rinnovazione dei voti
triennali o alla professione perpetua,
o anche sull'esclusione loro dalla no-
i(· crr. L. stra Società *.
~p.~98~;;: Il direttore pratichi tutto questo con
vero spirito di abnegazione e senza
badare a sacrifizi e, rammèntando che
è nelle sue mani l'avvenire della Con-
gregazione, supererà per l'amore ai
essa, qualsiasi fatica e difficoltà · gene-
rosamente.
u6. Gli stiano sopratutto a cuore
Curi sopra- nuovi arrivati, siàno es·si chierici o sia-
tduetltloa ci ansuao.vi no coarnton. Non pretend a· che essi. ar-
rivino dal noviziato o dallo studentato
completamente formati. Nel noviziato e
nello studentato si mette là base della
loro formazione, si iniziano alla pietà,
all'osservanza delle regole, alle virtù.
Ma non bisogna aspettarsi che escano
di là al tutto ·perfetti e atti ad ogni
ufficio: è necessario .che il direttore li
aiuti, li accudisca, li incoraggi, e, per
così dire, non li perda mai di vista.
Usi anzi con loro una inesauribile pa-

27.7 Page 267

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DEL DIRETTORE SALESIANO 263
zienza e carità, istruendoli ed avvisan-
doli in mille guise; ma sempre con mo- Pz'cco~eùl-
d
.
I
veramente
patemi. e
Can.tatevo1I.,
e
d u s t n e p ~r
a t'u ta rli'
non mai sgridandoli o mostrandosi mal- ':;(!z;;,ace ·
coltento di loro. 'Sappia anche sempre
lodare le case da cui vengono, mostran-
dosi pur soddisfatto di quanto in quelle
appresero, e non permetta che altri del
personale burlino i nuovi venuti, e su
questo vigili attentissimamente. Non
metta mai in un uffido alcun nuovo arrz'vato
senza averlo istruito convenientemente sui·
doveri che gli' incombono nella nuova sua
cart'ca e senza avere set"olto le sue difficoltà.
Conviene anzi che, avutolo in disparte,
legga insieme il capitolo del regola- .
mento delle case e le deliberazioni
che lo ·riguardano, e gli dia queJle
cisotrrruozniooni*. che
sui
singoli
articoli
oc-
* Cfr. id.
PP· 266-267•
I I 7. Per ultimo il suo cuore paterno verso i con-
usi delicate finezze ai confratelli che ftir.atelli ospi-
sono di passaggio, per qualsiasi moti~
vo, nella sua casa e a quelli che tro-
vandosi sotto le armi la frequentano
·e vi passano, com'è di dovere, le ore

27.8 Page 268

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_MANUALE
_di libera uscita. Procuri che .vengano
.trattati con si~cern cordialità, come
d~vesi fare tra _buoni fratelli, pren-
dendone an;io.revolmente cura, in guisa
che abbiano ad esclamare; Oh quam
Ouam
num! ...
bo-
b~num
et
qu~m
jucundum
habitare
f
ratres
.in unum ! Quanto fa stimare la propria
vocazione il vedersi ricevuti con volto
,sorride:qt~, con .carità , fraterna anche
da colo_ro c~e ·ancor non si .conosce.:.
vano! Al contrario un fare aspro ed
indifferente amareggia il cuore del nuo-
vo ar.riva to .e tal ori;). gli rende .intol-
* Cfr. id. lerabile il soggiorno in tale compagnia*.
pp. 187-188. p erc1.0, quand o de gi.ungere qua1che
con.fra~e~lp cona lettera di pres~ntazio.:.
ne _iinmagin_i il direttore che i Superiori
Maggiori gli dicano con . S. -Paolo: tu
* Cfr. id. autem itlum, ut mea viscera suscipe *.
JSS·
Come il direttore deve esigere rego-
larmente la l~ttera di accompagnamen-
fo .ai confratèÌJi che ~ono di p_as.saggio
nella casa, .co~ì egli non _dimentichi mai
quando q.eve inviare qualch~ confra-
L ettera di'
p r esenta-
.t e ll o
ad
a l t r a·
ca,sa
per
a ff,an. o per
z,·o,,e. quahmquç _altr:o motivo, d,j_ munirlo di
tale lettera. Tanto e~igono le delibera-

27.9 Page 269

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DEL DIRETTORE SALESIANO 265
zioh~ capitolari: « Quando un socio deve
recarsi da una Cà.Sa ad un'altra per Necessada
per jn"ù mo-
q uals ias i motivo, il direttore lo muni~ tz"vz·.
sca sempre d'una lettera d'accompagna-
mento in cui accenni la ragione del
viaggio, il tempo che dovrà fermarsi,
con tutte le al tre indicazioni necessarie
e opportune. Tale lettera abbia sempre
il bollo della casa da cui parte il so-
cio » *.
* Cfr. Re-
Questa tessera è diventata indispen- agrotl.aIm79e.nto
sabile perchè, per il grande sviluppo
della Società, non è più possibile co-
noscere tutti personalmente, e quindi
alcuni confratelli potrebbero pur troppo
presentarsi senza il permesso dei supe-
riori in qualche casa ove hanno nulla
che fare. Ma, quello che più sarebbe
sconveniente, certi nostri confratelli,
usciti dopo aver finiti i voti triennali,
oppure allontanati per la loro irrego-
lare condotta, e similmente individui
che per nulla appartengono alla pia
Società, potrebbero esser ricevuti n elle
nostre case, trattenervisi alcuni giorni
con grave scapito del buon spirito. Per
queste ragioni sarebbe da disappro-

27.10 Page 270

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r
MANUALE
varsi la condotta del direttore il quale
accordasse l'ospitalità ad un confra-
tello non munito della lettera di ac-
* crr. L.
PCP.
·
D.
20
Rua,
7-208.
compagnamento.
puntualmente os
sTeravlaetapr*e. sc
r
izi
··
one
sia

28 Pages 271-280

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28.1 Page 271

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VI.
Del rendiconto mensile.
118. La massima diligenza. ( Potenza di for-
mazione e di attrazione - Vantaggi che
reca - I trionfi del demonio non vi deve
esser difficoltà che lo faccia trascurare).
119. Un coro di testimonianze. ( S. Gerola-
mo - S. Doroteo - S. Basilio - S. Fran-
cesco di Sales S. Giovanna Francesca
di Chantal).
120. Vantaggi di questa pratica. ( Con essa il
direttore può rettamente dirigere L'ani-
ma evita z' pericoli' - Vae soli!)
121. È rimedio efficacissimo. ( Per il relz'gz'oso
n e la sua congregazione - demonio fa di
tutto per z'mpedz'rne l'uso).
122. Difficoltà di farlo. ( Amor proprio - Trop-
pa confidenza nelle nostre forze non
basta z'l confessore? - Fini non retti) .
123. Come ricevere il rendiconto. (Comodità-
In uffecio - Seduto - Punti delle delibe·

28.2 Page 272

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.r
1'
razioni - È solo padre, non censore, nè
· giudice).
124. Regole pratiche. ( Consiglz'are - Correg-
gere - .Insegnare - Consolare - Perdonare
Sopportare - Pregare - Gemito paterno da
·non , dz"mentù:are) .
I 2 S. Con tenerezza m~terna. ( Dolcezza e lon-
ganimità - Parole di S. Bernardo - Se-
creto - Hoc fac ef vives) .

28.3 Page 273

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11111m11mt11!1illlUIIIIUll1'11IIH1illllllHIUIIIIIIIUIIIH lmmt1ttllltllHllllUUIIID111lll!IIUUll!llllllltlllHUlllllll1HtllUlllltlttlltitNtlltllllllllhlUJnlllUIUIIII IN:tllllllUlll!lttltllll!UllllHlU•
~ ~ 1...!_T\\.!r - ~ ~ ~ - i . . ! T ~ ~ '-.!.r ~ (..:;:.)
Del rendiconto mensile.
« Directores maximam im-
pendant diligentiam ' ut
quisque socius animam su-
am. libere et commode sin-
gulis mensibus aperiat >.
(VEN. D. Bosco L. C.
f>. '3).
u8. - Per quante cure però usi il di-
rettore verso i confratelli ,---- sacerdoti, La massima
chierici, coadiutori e professi triennali cura.
- della ca'Sa, egli non riuscirà mai a
compiere tutta intiera la missione-che
gli incombe di sàntificare le loro ani-
me, nè a far ,regnar-e "nella sua casa il
vero spirito salesiano, se non pone la
massima diHgenza perchè ogni socio libe-
ramente e facilmente gli abbia ad aprire
tutti i mes'i l'animo suo.
Il rendiconto mensile è veramente,
come lo chiamò un ·santo Vescovo, po-
r , tenza
d
.
l
1t: ormaz1, 0ne e
d'
1
a t t r a z 1, 0 n e :
d' Poten z a
1 di" forma-
ormaz1one perehe'
serve· a
f ormare
1.1
zz"one
attraz
e dt'
i'one.

28.4 Page 274

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MANUALE
re] igioso alla pietà, alla virtù e al ge-
nere di vita proprio del suo istituto;
di attrazione perchè lo affeziona al su-
periore, alla sua congregazio~1e, a Dio,
* Crr. L. alle anime *,
PC·. HD.· Rua, S u quest'argomento 1"l V enerab 1"le pa-
dre nell'Introduzione alle Regole ci lasciò
pagine d'oro che possono riassumersi
dicendo: « Si è per questa pratica che
Vantaggi· i membri della nostra pia Società si
che arreca. manterranno um, b. e compatti, conser-
veranno fra di loro le migliori relazioni,
si sentiranno dilatato il cuore, godranno
della pace più dolce e gusteranno le
caste gioie d'una santa amicizia. Il de-
monio che più d'ogni altro conmce i
vantaggi del rendiconto, mena grande
trionfo quando riesce a distogliere un
fe~r'Je':fo~ religioso dal farlo regolarmente >, Pro-
m·o.
curi il direttore che nessuno gli dia
ascolto, nè lasci trascorrere alcu n .m-ese
. . senza compiere questo dovere. Qualora
~zl·aVnOo ndifvfit- per 1a mo1tep l"1c1· tà d e11e occupaz1·on1·,
cf oalcccilatenloo Sl· incontrasse qua1Ch e d"1ffiCOIta' ad OS-
t rascurare. servare questo punto della Regola, veda
il direttore di procurare con industriosa
diligenza tutta la comodità ai subalterni,

28.5 Page 275

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DEL DIRETTORE SALESIANO 27 I
anche facendosi aiutare, se occorre; da
qualche altro superiore di comune fi-
ducia.
I 19. - I santi Padri e maestri di spi- Un coro di
n.to m. culcano 1a. med esi.ma prati.ca con tzees.timonfan-
un linguaggio che non ammette alcun
dubbio sulla necessità ed importania
della medesima. Le testimonianze sono
così abbondanti su ciò, che si è incerti
su la scelta. ·
S. Gerolamo parlando della direzione s. Gero·
si che riceve nel fare il rendiconto af- lanzo.
ferma, che senza di essa non si fa pro-
gresso nella via della perfezione, pochi
la trovano, pochi vi entrano e pochis-
simi vi perseverano*. Altrove lo stesso * Cfr•. id.
dottore dice: Non sii maestro a te stes- 344'
so, e non avventurarti .senza conduttore
in una via da te ignorata. - L'affare s. Doro·
<iella nostra salute, così S. Doroteo, è teo.
una scienza difficile, bisogna perciò avere
un maestro che ce l'insegni. - La via
de11a perfezione, esclama S. Basilio, S. Basilt"o.
è una navigazione pericolosissima, ci
vuol un pilota che c diriga. - _Se vuoi s. Fran·
camminare con sicurezza nel cammino cesco Sales.

28.6 Page 276

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272
MANUALE
della vera pietà, dice S. Francesco di
* Cfr. id. Sales, cerca ·chi ti diriga *.,
217
S. Giovanna Francesca ·di Chantal,
formata alla scuola del nostro dolcis-
simo S. Francesco di Sales, sull'articolo
. delle Costituzioni che impone alle re-
ligiose della Visitazione di; fare il i-en-
cess.caFCrhaann-- diconto, · scrive queste memorabili p. a-
tal.
role: - Ecco l'articolo che aiuta ad 'os-
servare tutti gN altri, e ben praticato, se-
condo il nostro buon Padre, rùmpir'à il
àelo di am·me. Quando invece si' perde la
* Cfr.
p. 344·
.
id.
confidenza col
dell'istituto *.
superiore,
si perde lo spirito
•.
120. - Oltre queste autorevoli testi-
Vantaggi di monianze, per poco che si riflett;a, si pos-
quasta
tica.
pra-
sono
f a c1.1mente
d edurre
1.. vantaggi.
,.
01
questa pratica che è in uso presso tutte
la famiglie religiose. Come mai potreb-
be un superiore dirigere i sùoi dipen"
denti, aiutarli nel éompiere i doveri del
Con essa loro ufficio, istruire gli uni, ncoraggiare
si' può rei- gli altri, in una parula dare a ciascuno
tamente
.
dz'rigere. quelle regole di condotta che meglio
sono appropriate ai suoi bisogni? Non
colle prediche, nè colle conferenze, che

28.7 Page 277

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DEL DIRETTORE SALESIANO 273
pure sono utilissime, ma con quell'in-
tima conversazione per cui il suddito
fa conoscere lo stat0 d'animo suo ed
tl superiore, gli dà i çonsigli e gli av-
yi~i q·.. cui .. ab'bi~ogna.
,. /i, noto' a tut~i che nel cammino della
perfezione, . anche ,,chi è animat<;> dalla
miglior~ volont~, si trova esposto ai.
pericolq di allontanarsi dal retto sen-
~iero. Qua_nti i fra i religiosi medesimi
sono vittime delle illusioni dell'amor L'anima
proprio! Quanti lascia;i in balìa di loro ~~;~~z".i pe-
ste~si, sprovyisti d~,ll a pru,denzà' che ·
sarebbe , necessaria, sedotti dalle loro , nm,, 1
passioni,- çhe sono pur sempre :vive ei so lt
anc e dopo la professione, corrono ri-
sc;hio di perdersi! Ma se essi s'incontra-
no iµ un direttore, che colla sua carità
si faccia aerire il loro cuore lasciandosi,
da !u· cqndurre, çon tutta facilità sven-
teranno, ,le insidie del demonio, vinçe;.
ranno le tentazioni, e. metteranno un
freno all!amor proprio. e alle passioni.
L'anim il , non altrimenti che il corpo,
va soggetta a molte e gravi infermità,
quali sono, per accennarne. alcune, Vae soli!
l'inclinazione alla collera, ai piaceri
18

28.8 Page 278

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274
MANUALE
sensuali, alle amicizie particolari, alla
melanconia e · alla timidezza. A chi è
vittima di tali malattie si può con ra-
gione applicare il vae soii della Sacra
Scrittura. Ma fortunatamente il salesia-
no non è mai solo, egÌi avrà sempre
al fianco un caro amico che prenderà
cura di lui, un medico affettuoso' ed
intelligente che lo guarirà. E questo è
* Cfr. id. il superiore che riceve le sue intime
PP· 344-345. confidenze nel rendiconto *. ·
121. - Il salesiano ché fa regolar-
t rimedio mente ogni mese il suo rendiconto non
amfof.icacissl- tarderà a conoscere i suoi difetti e si
sforzerà di correggerli; troverà in quel_lo
un rimedio eftìcacissimo contro le ten-
tazioni, cessando il demonio di tentare
coloro che hanno il cuore aperto coi
Per i·1 re- loro superìori e sono fedeli alla pratica
sliugza"ocsoonegrlea· d e1 rend lCOnt O. p er questo mezzo l·llO}tre
gazione. sarà dissipata ogni illusione, sarà vinto
ogni ostacolo, saranno alleggerite le
croci e rafforzate le risoluzioni. Si sta-
bilirà fra il superiore e l'inferiore una
soda e santa amicizia, che sarà per
l'uiio e per l'altro sorgente di pure gioie

28.9 Page 279

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t>Et. DIR.tn'TORE SALESIANO 27 5
e d'ineffabili consolazioni. La Congre-
gazione stessa dai' rendiconti ricaverà
l'unione dei suoi membri, compattezza
nelle sue forze, uniformità di pensieri ·e
di sentimenti ed unità nella .direzione*. * Cfr. id,
'Che
se
ciò
non
bastasse,
dal
demonio
PP·
21 218
stesso dovremmo imparare quanto sia
vantaggioso il rendiconto, poichè ·egli
per rovinare i religiosi, contro questa
pratica dirige specialmente le sue armi,
Il d emoni'o
a questa fa la guerra senza tregua, e fa d z' tutto
s1· ered e d 1· aver. ri·p.ortato- la pm· ' splen- pdeùt·n,e·ml'fu, eso.
dida vittoria quando riesce a ritrarre
qualcheduno dal compierla. Anzi egli
confessò a S. Domenico, che perde nel
rendiconto, ossia nella manifestazione
che i religiosi fanno delle proprie de-
bolezze, tutto quanto guadagna colle
sue tentazioni, coi lacci che tende agli
incauti. * In vista di tali e tanti van·- * Cfr. id.
taggi qual è quel direttore che non ami PP· 345-346·
e che non faccia amare il rendiconto
e non voglia farlo e riceverlo con tutta
regolarità?
122. - Eppure quante difficoltà s'in- Difficoltà di
contrano anzitutto da parte di colui farlo.

28.10 Page 280

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MANU AL&,
che deve farlo! In primo luogo ripugna
A mor pro- all'amor proprio -il- rivelare ·le proprie
pri·o.
d~bolez~e1e riconoscere i propri d,ifetti.
Pur troppo anche fra i religiosi alligna
L .11 la ripugnanza all'assoluta sottomissione,
e . s'annida- sovente nel -loro cuore_lo
spiritoj di, indipendenza, difetti che per
lo più vanno, aumentando col cr.eseere
degli ,anni. ,
,Rende parimenti penoso il rendicon-
,n 1,..,.... ~
" , to la troppa grande confid'.enza che ab-
T r o.P f, a, biamo nelle nostre f9rze. e nella .nostra
~-:n~~d:;;:_ scienza: per cui ci . pare di .non aver
si.
bisogno di esser. guidati ,al ·pari . dei
fanciulli. F-inalment.e sembra che.possa
bastare la . confessione dell'e proprie
colpe, e non · si ,comprende il i.bisogno
di'. sottoporsi ad un altro giudizio · sul
nostro modo di agire. Di.qui ne. s.egue
fu "Il l che .molti ·riguardano il r.endiconto co;;
· · h h. me una ·dolorosa il.ecess_ità, . a cui si
sottrarrebbero · volentieri. se loro fosse
.1von basta possibile. Altri se · ne_.tengono lontani
;~,.;tn.fes- temendo rimproveri e riprensioni. Al-
cune volte si approfitta di quel momen-
to p.er fare 1e propr.ie ·. ,r a,gioni che : si
credono concu~cate Giai .superiori o .d ai

29 Pages 281-290

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29.1 Page 281

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DEL DIRETTORE SALESIAN O 277
confratelli, e perfino sembrà a ·certuni
un'occasione propizia unicamente per F ùit" n o n
chiedere favori. Intanto ·o per: un'in- r~m.
tenzione non del tutto retta, oppure per
mancanza di semplicità e 'di sincerità,
"n non si svelano le, pene che si soffrono, . 1.., sm.i
le passioni (non i i peccati) contro cui " ·~~v
s'ha ,da combattere, le difficoltà che si
incontrano nel cammino della perfezio-
ne. Sotto pretesto che sono materia del
rendiconto le mancanze esteriori sola-
mente, non si fa parola di ·lotte inte-
riori, e si esce dalla stanza del superiore
senza dargli una cono.scenza dello stato
dell'anima. Che meraviglia perciò . s.e
gli torni impossibile dirigere i suoi su-
balterni? Ne succederà una reciproca
soggezi.one; avrà pure un'eco fatale nelle
confessioni, in cui forse farà difetto la
necessaria. sincerità ed integrità oppure
si sentirà ·il: bisogno di ricorrere al
ministero d'un confessore che non è
l'ordilia;Iio . della comunità. Questi gra-
vissimi inconvenienti che bastano a
sç;onvolgere tut_ta · una famiglia reli-
giosa, ed a ·ro.vinare lJll'anima, saranno
evitati ·.qu.ando il direttore farà che

29.2 Page 282

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MANUALE
i confratelli a lui affidati s'attengano
* scrupolosamente alla Regola di fare il
* Cfr. id.
PP· 218-219.
rendiconto ogni,
mese
.
I 23. - Perciò senza badare a .ciò
come rice- _che potrebbe suggerire una fatale pusil-
vdi!croentiol .ren- lanimità' che esagera la difficoltà di
ben ricevere i rendiconti, dia il diret-
tore ogni comodità ai suoi subalterni
di andarle a trovare. Riceva i rendi-
conti per via ordinaria nel suo ufficio,
e, come raccomandava il Venerabile
Oomodz"tà Padre, faccia sedere il confratello come
,se .con ciò volesse dirgli che gli si la-
ùz ufficz"o scia tutto l'agio ed il tempo di àprire
il suo cuore. Per una pratica di tanto
·momento non è certamente adattato
il tempo di ricreazione ~ passeggiando
.in mezzo al cortile. Non si contenti di
interrogare il confratello sulJa scuola,
punh" del- suJl'assistenza, di cui è incaricato: per-
le delibera·
z ,·o,u". corra i punti segnati nel libro delle
deliberazioni, e specialmente gli inse-
gni a conoscere e a vincere la passione
dominante, .Io incoraggi a perseverare
nella sua vocazione, lo aiuti nell'adem-·
pimenio d~l proprio ufficio, e gli su;•

29.3 Page 283

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DEL DIRETTORE SALESIANO 279
gerisca mezzi opportuni per mantenere
vivo il fuoco della pietà e per avan-
zarsi nelle virtù proprie del nostro
stato. Si ricordi il direttore che que- È
sto non e' I'I momento dI' 1t'. ar dC1le SfU• dres,ol on poan-
na t e
e
d'
1
rimproverare
aspramente
1,
censor e,
giudi"ce.
confratelli. Mostri loro d'aver dimen-
ticato i dispiaceri che per avventura
avesse ricevuto, e si adopri per dimo-
strare ai suoi subalterni che, se loro
deve far qualche osservazione, .ciò av-
viene unicamente perchè gli sta a c~ore
il loro bene temporale e spirituale, è
perchè se tacesse intorno a certi difetti
.ed abusi, non compirebbe il suo dovere * Cfr. id.
e Dio glie ne domanderebbe conto *. PP· 219-220.
I {4· -
cordare
a1.Glsiupanetni.ochn.i
religiosi per ri-
.
qua11
1t'. ossero
1
.Regole
fiche,
pra-
loro doveri avevano familiare questo
verso, che può applicarsi anche al ren-
diconto:
consule, carpe, doce, solare, remitte, f er, ora
cioè: consiglia, correggi, insegna, con-
sola, perdona, sopporta e prega.
In poche parole ~9Jl0 çompre!Se tutte

29.4 Page 284

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r
280
Al I MANUALE
le industrie, di cui è s:apace un'anima_
veramente accesa di · zelo e di carità
verso ·il prossimo. Nè creda il diret_tpi;ç;
che troppo si esiga da chi Ficeve i ~en-:
diconti: nulla di troppo se si .tratta del
' bene delle anime commes.se alle sue
curè ·e di una pratica da ·cui dipènde
il buon · andamento della sua casa,. il
,
1
frutto del .suo lavoro, la gloria di- Dio.
Tanti vantaggi anche a ·costQ .diJque-:
sti.ed ,altri sacrifizi non sarebbero trop-
* Cfr. ia. po paga ti -,* . -
J'- , ,, ; ..'; r
220
Anzi non. si com_prfnde come ·possa
restare tranqujllo in .cosçienza i] . diret-
tore c4_e non curi ·il rendiconto d~i suoi
•. dipenden.ti. ._Nè si scusi con _:l~ solita
ragione deile sue gravi e molteplici
oc,cup_azioni. Per ·iJ .buon direttore la
:p~r- '' ' cura e la formaziony pe}. proprio
son9,Ìe è il :primo pens~èro,, e a~J~J .i;ìr;i.e
nes~una -pratica ~ più. effica.çe. che il
Gemi· t o rendiconto. « Qual pèna fanno al. mio
paterno da
non dùnen-
cuore
-
esclamava a questo proposito
hcare. D. Rua - le lettere di ·certi gi'Òvani
c_qnfrat~lli , _cpierici o . cq_adtutori, çhe
pe~suasi_di, dover reµdere òigi_pn~ d~lla
Jqro .co~d,ott".1: .al direttQJ;~, _ço~~ _ay.evino
-
#
..
'

29.5 Page 285

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DEL DIRETTORE SALESIANO 28 I
fatto nel ·noviziato e nello .studentato,
si vedono nella impossibiiità di· com-
piere .questo dovere perchè il superiore
non 1i ascolta! * >~ E alfro:ve: « s'in.. * Cf;. id.
contrano ·poven, ·salesi. am. che durante P··. 4i1..
un anno non fecero un rendiconto. Ri-
chiesti della causa rispondono che sen-
tiròno iL bisogno di farlo, che vinsero
ogni ·ripugnanza, misern sotto i piedi
Vamor proprio, .1 e , si presentarono al
direttore
una,
'
due,
tre
vo.lte,
ma
sem-
pr.e . invano. E da stupire se rnon ritor-,
narono più?; Come da cqmpia.ngere
quella casa! Ma molto più
piangere quel direttore! * »
è ,da ,·com-
* Cfr.
P· 350.
id.
..125. - Per evìtare, un tanto male Con. tene-
veda il ,direttore:
[8~~!.8 ma-
< a) di far.e con sincerità e sempli-
cit~ , il proprio rendiconto al: suo supe-:
riore;
b) ,di considerare ognora come un
d0vere di coscienza il dare comodità
e l'ascoltare i suoi-confratelli ogni mese,
· come prescrivono le nostre Costituzioni;
.e) si sforzi di-imitare ,la dolcezza
e longanimità di .D~ Bosço, Già San

29.6 Page 286

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r
MANUALE
Bernardo Giò raccomandava ai superiori
dei suoi monasteri oon parole sì belle
che meritano di essere scolpite in fondo
al cuore: Discite subditorum malrem esse
Pa,·ole di
·
s. Bernar- debere, non dominos; studete magi's amari
do.
quam metui. Mansuescite; ponile ferita-
tem,. suspendite verbera ecc. Con questa
tenerezza quasi materna quante anime
D. Bosco . ha condotte ai piedi di Ge-
sù! Invece ~a parola aspra, un rim-
provero inopportuno basterebbe a chiu-
dere per sempre il cuore di chi viene
a confidargli le sue pene;
d) inoltre si guardi attentamente
il direttore dal manifestare agli uni i
difetti degli altri, ~nche quando si tràt-
Seg-reti. ta di cose che forse già conosce per
altre vie. Sappiano i suoi subalterni
eh~ egli è capace di conservare il se-
greto su quanto vengono a confidargli.
Una piccola indiscrezione su questa
materia diminuirebbe o forse distrug-
gerebbe intieramente la confidenza che
·'* Cfr. ilt- .avrebbero per lui i suoi dipendenti *.
2
~;{
.e
1Pr
Il Venerabile Pad.re terminava una
··
.conferenza da lui fatta sul rendiconto
.con qq~i;te parole: -- 1,oc jac çf vives -

29.7 Page 287

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DEL DIRETTORE SALESIANO 283
praticate questo ed avrete la vita eter- Hoc tee et
na - e dal medesimo il buon Padre ,iveal
si riprometteva il buon· andamento, la
stessa conservazione della Congrega-
zione *.
Cfr. id.
p. 217.

29.8 Page 288

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r
1,
"J :> ,s· .
s ,:
s2; · it
.. ,JV

29.9 Page 289

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VII.
Zelo per il bene dei giovani.
126, . Da mihi a~imas ! (L'apostolato salesiano
necessario.alla nostr~ perfezione - .pforzo
unanime per, allontapare il pece to e far
ji,orfre la,,7:irtù ~ E~Zf-111:erazione di alcune
industri;e) . - . .
!27, Per l'acquisto ~; 11? ., spirito t;duca:tivo .sai
Ìesiano. (Leggere .vitae scritti del; Vene-
rabile - Sopratutto con la santità d~lla vita
- Precedere tutti - Prima fare, poi coman-
dare) .
128. ,; segreto dell;_spiriN _, ~duca,fvo salesiano.
· ( La bontà - No.n ebq! z~( I/11empio pa-
terno - Rugiada fecondajrice - Prender
d'assalto la fortezza - Fortiter 'et sua-
viter - Ami' qual padre). ,
. ;.
129. La b(?ntà che perdona. ( Nçn.z t?lleranza ec-
cessiva - I castighi possibilme1!te bq_nditi -
·usarli solo q.uando s'ha a dare un esem-
p io - A chi chiede scusa - Ci pensi se-
riamente - Invigili sui suoi cooperatori) .

29.10 Page 290

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I
.irrRvot0 isb A1 ud lI '10q of. !
130. Un grave sbaglio da evitare. ( Voler far
" ttitto da sè Centro e motore - Invigilare
e dirigere ciascuno nel suo particolare
ufficio - .lavori in mezzo ai giovani, però
non a scapito dei confratelli).
I 3 I . Conseguenze dannose. ( Inconvenienti pro-
venienti dal voler far tutto da sè - Faccia
.fiorire le Compagnie) ;
132. Nei giorni della salute. ( Parli qualche tem-
po prima degli esercizi spirituali - Da chi
dipende in gran parte l'esito - Sine me
nihil potestis facere - Preparazione -
A ùascuno l~ propria via).
'I r
I 33. Studenti ed artigiani. ( Nessuna parzialità
- Una ferita - Li trasformi in buoni operai
- Mezzi pratici - Scuola di religt"one - Li
appassioni per lo studio - Mi~lioramenti -
Caratteristica delle scuole professionali) .

30 Pages 291-300

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30.1 Page 291

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Zelo per il bene del glounl.
e Quando avverrà. che un
salesiano soccomba e ces-
- si di vivere lavorando per
le anime, allora direte che
la nostra Congregazione
ha 1iportato un gran trion-
fo, e sopra di eua discen-
deranno copiose le bene-
dizioni del cielo >,
(Ven. D. ,Bosco, Rz'cor-
d i manoscrz"tft).
126. - Le parole che si leggono nelle ~a mihi a-
armi. d elia nostra pi.a Soc1. eta, n.ehi'a- n1m111
mano alla memoria d',ogni salesiano lo
zelo infaticabile del Venerabile Fonda-
tore e Padre e le innumerevoli industrie
che egli adoperò, durante tutta la suà
mortale carriera, per attirare anime a
Dio. Non diede un passò, non pronun-
ziò parola, non mise mano ad im-
presa che non avesse di mira la salvezza
della gioventù. Lasciò che altri accu-
mulasse tesori, che altri cercasse pia-
ceri e corresse dietro agli onori: Don

30.2 Page 292

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MANUALE .
Bosco realmente non ebbe a cuore al-
tro che anime: disse col fatto, non solo
colla parola: da mihianimas, caetera tol-
* crr. L. le! * Ora il direttorJ deve avere la santa
PC·. xDo8. . Rua amb1' z1.0p.e d1'. f ~re , al t~ett-ant9 Xadope-
rando tulte le industrie per rendersi,
sull'esémpio der Venerabile Padre, egli
. , Jm·
pure .apostolo .e Salvatore dei giovani
afii.d'ati aÌle sue èµre. È bensì vero che
1
~gli ' s'è :iatt'o . sal~siano per santificare
laLt'oapsoasltoe-· l-'a.. nfma
p.'ropria
i':. '
~ Ìna
per
lui
il
mezzo
sian~ ne- più effiéace , per conseguire questo fine
cessano al-
,
l~ per/e- è l'apostolato a .favore della gioventù.
ztone. La sua perfezione è legata intimamente
-ri I m all'apostolato salesiano, . il'·,quale -, non
&n può esercitare se 1non vive dello spirito
del nostro, dolcissimo· Ba:dre D. rBoSCO',
Non basta' pereiò che iil direttore man-
tenga ed· accresca in, ciascun 'salesiano
da .. lui dipendente la pietà, e . la · virtù,
come sopr-a s'è detto, ma urge eziandio
,,~fz~;::_ u - che il suo. istituto conservi il"véro ca.;
rattere salesiano, ' carattere che consi-
ste _specialmente nello sforzo urianime,
generoso e .costante dei superiori, mae:..,
stri; assistenti, perclzè · sia all'OJztcmato il
peccato, , perchè si pratichi spontanea la

30.3 Page 293

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DEL DIRETTORE SALESIANO 289
vera e soda pietà. L'educazione ed istru-
zione della gioventù senza spirito reli-
gioso, ecco la piaga del nostro secolo.
Dio non permetta mai che le nostre·
scuole ne siano infette!
Si è il direttore che nella casa colla
sua vigilanza non interrotta, colle sue
esortazioni paterne in pubblico e in
privato, specialmente colla frequenza :;:;,~::;,z-11•
dei SS. Sacramenti e con altre pie e
sante industrie, deve compiere la mag-
gior parte di questo importantissimo·
lavoro. A lui tocca pure vegliare per-
chè tutti i suoi .dipendenti siano ani-
mati dal medesimo zelo, e adoperino
i mezzi più adatti al conseguimento
,
di s1 nobile fine *.
* Cfr. id.
pp. u 6-u 7.
I 27. -- Per acquistare il vero spirito Per racqui·
sal es1·ano nell a d"irez1· one d e1· g1·0van1· rsittoodeedlluocsaptii--
il direttore legga attentamente, rilegga vo salesiano.
ancora e semprè la vita e gli scritti
del Venerabile Padre, particolarmente
le auree pagine sul suo Sistema Preven-
tivo che precedono la II parte del
Regol_amento per le nostre case. Ve-
da di assimilarne gli insegnamenti, di
19-

30.4 Page 294

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MANU AL.E
impregnarsi delle sue massime per ripro-
dttrre e perpetuare in sè la nobile figura
. paterna e così comunicarne lo spirito ai
Leggere vi·
la e scn·m suoi coJlaboratori. Ma questi mirabili
e d,·aPb. lt"leV. ene- nisegnamenti·letti, e n'l etti, 1 m1'11 e v.o1te,
seriamente meditati ed anche applicati,
servirann? ben poco se non hanno per
base l'autorità dell'esempio. Il gran
successo di D. Bosco nell'educazione
della gioventù lo si deve ripetere più
Sofwatut- dalla santità della sua vita che dalla
loco,zla
sanhlà..
.sapie.nza
de1'
suoi.
m. segnamenh.:
per
convincersi di questo basta leggere le
preziose llfemorz"e Biografiche' di lui che
va raccogliendo con amorosa cura il
* crr. v0 1. nostro Venerando D. Lemoyne *. Perciò
~oi:' 1N~'. il direttore dia per il primo buon esem-
490 _e seg. pio in tutto, non solo per ciò che ri-
guarda la religione e la morale, ma
eziandio, come abbiamo più sopra ac-
cennato, a riguardo delle regole di
Precedere
tulh.
buona
creanza,
perche, ,
come
potrebbe
egli e~igere dai giovani l'ordine e la
proprietà nella persona, negli abiti, in
classe, in refettoriu, in dormitorio -
dappertutto insomma - se egli non ne
dà l'esempio? Come oserà correggere

30.5 Page 295

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DEL DIRETTORE SALESIANO
2<)1
gli altri di certe maniere contrarie
alla buona educazione, se prima non Prima/a-
si studia di evitarle in se stesso? I gio- ':a~z~~:--e~o-
vani sono attenti osservatori e più -che
ai precetti che ricevono guardano al-
l'esempio che hanno sott'occhio. Il di-
rettore sia perciò il primo a fare o ad
evitare tutto ciò che deve comandare
o proibire ai giovani.
I 28. - Il segreto poi dello spirito II segreto
salesi.ano neli'ed ucaz1. 0ne, n.s1.ed e neIl a deedlluocsaptiirvi'oo
qualità caratteristica del nostro Vene- sal_esiano.
rabile Padre che è la bontà*. Egli era * Cfr. Me-
buono dolce e paterno ma senza mol- morie Biog:
'
'
Voi. II pp.
lezza o dannosa condiscendenza. Non 252, 2 .~3 ;
Vol. III p.
chiudeva gli occhi ai difetti dei gio- II 6; v o1;
vani,, non
m, d.1etregg.iava
d,
1
fronte
a Il e
IV
Vo
l.p.v
258.
PP·
imperiose esigenze del dovere, cosicchè 91 7.918·
la sua bontà non era mai disgiunta
da una prudente fermezza. Dolcezza e
forza, indulgenza e fermezza, giusto
equilibrio di energia e di compassione,·
di tenacità e di pazienza, sopranatu-
rale sempre nella sua sorgente e degna l' esemp,·o.
nelle sue manifestazioni, eran:o le doti j aterno.
della bontà evangelica del nostro fon-

30.6 Page 296

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M ANUAL E
datore e lo devono essere pure di quella
del direttore.
Questa bontà - che il direttore deve
acquistare a prezzo di continue vitto-
rie sopra se stesso - gli attirerà le
benedizioni celesti sul suo apostolato
leRct~i({ur'addaa- fecondandO }O merav,.g11· 0sament e con
·1ri"ce .
renderlo arbitro del cuore dei suoi gio-
vani. Metta quindi in opera tutte le
sue energie per far regnare nella casa
la carità e stabilirvi lo spirito .di fa-
miglia che è il distintivo delle case
* Cfr. Reg. salesiane: * cosa che non gli sarà difiì-
N
27 3
ecc.
cile
con
la
bontà
persuasiva,
l'unico
mezzo potente per ottenere dai giovani
ciò che si vuole ed anche più: pietà,
buon ordine, applicazione allo studio
e lavoro, correzione dei difetti ecc.
Il Venerabile Padre e Maestro mi-
Pre n der
d' a s sa l to
rava
sem·pre
a
guad, agnarsl..l 1 cuore
d e1.
la.fortezza giovani con la persuasione, ed una
volta padrone di questa forte zza gli
era facile far regnare Dio nell'anima
sufoarvtiitteerr.
et
dei suoi giovani. Come
compi.a l a sua m1.ss1. 0ne
lui il direttore
f orh.ter et sua-
vit,~r: /or/iter ùz re, suaviter in modo.
' Perciò eviti di comandare in tono

30.7 Page 297

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DEL DIRETTORE S ALESIANO 293
imperativo, * ma faccia ognora appello * çrr. ~fe-
~:r 1v 5/ alla buona vulonta, , al buon cuore, alla mVooni.emB1PoPg·.
ragione, allo spirito di fede dei gio-
vani. I suoi ordini o le sue proibizioni 6ss.
siano sempre accompagnate da quelle
espressioni insinuanti e graziose, sen-
z'ombra di affettazione, che la carità
sa inspirare ed allora può esser certo
di aver in mano la chiave dei cuori.
E tutto questo gli riuscirà facile se egli
sa amare i giovani qual padre t_eneris- A11li qual
,
,
padre .
simo, che tale egli e realmente avendo
accettata davanti a Dio e alla società
la grave responsabilità di tener le veci
di quelli che glieli affidarono.
129. - Il vero direttore salesiano
ama i suoi alunni d'un affetto virile e
veramente degno d'un ministro di Dio.
Deve ricordarsi che nel suo cuore
hanno da tener il primo posto i suoi
confratelli e il secondo i giovani a lui
affidati, quindi si prenda guardia di
farsi il protettore a guisa di tenerissima
mamma degli alunni, contro i loro mae-
stri e assistenti. Ciò sarebbe la rovina
del principio d'autorità. Perdona facil-

30.8 Page 298

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294
i\\IANUALE
·.- crr. R e- mente ai colpevoli, * ma non chiude gli
sg2osl.amento, oèch.1 su nessuna prescn.z1.0ne .d· eI Re-
golamento, nè lascia liberi i giovani
di fare ciò .che vogliono. Il direttore
La bontà che, o per timidità o debolezza, o peg-
clz e perdo-
na.
gio, per crearsi un'effimera popolarità,
erigesse a sistema il principio della tol-
leranza eccessiva, tradirebbe, insieme
z~~~;:2 }~::: con la fiducia che i superiori hanno po-
cem·va. sto in lui, il vero bene dei giovani ed in
breve la sua autorità verrebbe meno.
Nell'istituto sono talora necessari i
castighi: però ricordi il direttore che
jl Venerabile Padre desiderava viva-
* crr. R e- mente che ne fossero banditi *. Secondo
g28o6la. mento, il nostro sistema preventivo e la base
su cui poggia, che è l'amor di Gesù
per le anime, devesi evitare di punire
tutte le volte che non s'è costretti a
dare un esempio agli altri. Per correg-
1 castigltt. gere il colpevole vi sono altri mezzi.
fn~~;;· bb~:,: Il direttore riceva sempre caritativa-
di"ti.
mente il giovane che domanda perdono
. . a voce o per lettera. Faccia buona ac-
;J cltt due-
de scusa.
c o g h. e n z a
a
questi.
g1. 0van1.
h
C
e
,
COSI
.
Sl
umiliano, perchè ciò il più delle volte
costa al loro amor proprio più d'un

30.9 Page 299

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D EL DIRETTOR E SALESIA N O 295
castigo. Prima di infliggere una puni-
zione qualunque ci pensi seriamente, e
si assicuri che è proprio utile o 1ieces- .. .
li j, e n s t
sa ria: .del resto sia largo, generoso, ma- serz"amente.
gnanimo, specie quando si trattasse di
offesa fatta a lui. Badi che i castighi
generali sono quasi sempre inoppor-
tuni, e lasciano per lo più funeste con-
seguenze. Il per<lono poi sia vero, iu-
tiero, definitivo, così che il giovane non
ravvisi alcun segno di malcontento riel
contegno del superiore a suo riguardo,
perchè le parole e le maniere fredde
verso <li lui, equivarrebbero a n on
averlo perdon ato. Così egli operi e fac-
. ., .
l n v igt .i
eia sì che tutti i suo i cooperatori nel- rnz" su o z:
l'educazione dei giovani si diportino cooperatori
ugualmente. Invigili perchè siano ban-
diti i castighi troppo lunghi, penosi ed
umilianti, e perchè nessun superiore,
maestro od assistente, trascorra fino a
battere i giovani, il che oltre l'essere
condannato altamente da D. Bosco, è
ancor contrario alle leggi vigenti in
qualsiasi Stato, le quali hanno sancito
severissime pene contro queste
.punizioni *.
incaute * Cfr. L.
C. D . Rua,
P· u7.

30.10 Page 300

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296
Ì\\IANUALE
130. - Ma nel fare tutto ciò il di-
Un grave rettore deve badare a evitare un grave
esvbiatagrlei.o da sb ag]1. 0, queIlo d1' voler far tutto d a se, .
Non dimentichi che egli ha l'alta di-
rezione della casa e del personale. Se
egli pretendesse di discendere ai par-
ticolari della disciplina, per quanto
sia attivo, non potrà mai fare tutto da
sè; neppure conviene tentare <li farlo,
poichè ciò.· tornerebbe a danno dell'i-
stituto. Il direttore dev'essere il centro
di tutto, il motore da cui parte ogni
forza: m ·1 con gli allievi la sua azione
.. crr. id. deve essere, per lo più, mediata*. Posto
266
'
alla guardia di una porzione dell'eserci-
to salesiano, vegli perchè i suoi dipen-
denti osservino la disciplina in generale;
anzi qui non s'arrestino le sue cure: a
color.o che come ufficiali combattono
elndv11,.'gzz'g'learree con IUl. le battag1l·e d eI , 1gnore, qua1l·
cnze'lapsrncju>rnz'oo sono 1'I prefetto, l'l ca teeh1' sta, 1'l cons1,-
u.tfido. gliere scolastico, inculchi l'adempimento
dei loro doveri particolari, perchè un
po' di negligenza da parte loro sarebbe
causa di grave disordine nella sua ca-
* Cfr. id. sa *. Si trovi pure, e deve farlo, in mez-
349· zo ai giovani nelle ricreazioni, in chiesa:

31 Pages 301-310

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31.1 Page 301

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DEL DIRETTORE S ALESIANO 297
faccia pure che a tempo debito ven-
gano i giovani a trovarlo in ufiicio
quando hanno qualche fastidio o ne-
..
.
Lai ·orz z1t
cess1tano d'un consiglio: ma si contenti m ~ z z o a!
di dar
loro
consigli
e
incoraggiamenti,
!/a0
~z:;;
1
~
come m· seg1uva l·1 V enerab"l[ e, ]asc1· andO cscoanp/draotedlàh
agli a1tri superiori le disposizioni odiose ·
o disciplinari: egli in queste cose di-
riga bene il suo personale e faccia os-
servare il regolamento. La mancanza
di personale adatto può alle volte co-
stringere il direttore a lavorare diret-
tamente in mez;i;o ai giovani, col far
scuola, attendere alla disciplina ecc. ma
ciò ha da essere cosa transitoria e non
mai a scapito dei confratelli. Preferisca
però in simili circostanze assumere l'uf-
ficio di cate:hista, far scuola di reli-
gione, ma sempre a condizione che ciò
non riesca a detrimento della cura che
deve avere dei confratelli *.
-x- Cfr . id.
PP· 302·303.
131. - Se il direttore fa riguardo ai Conseguen-
g1. ovam. Ia parte ch e second o 1.1 R ego - 2e dannose.
lamento spetta ad altri, il personale
incaricato resta scoraggiato e non fun-
ziona forse come dovrebbe, o non sa

31.2 Page 302

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l\\IANUALE
quanto il direttore ha fatto: e così si
incagliano Je cose, o restano .intralcia-
te in modo che alcune saranno fatte
da due ed al tr.e rimangono da farsi,
fidandosi l'uno che -abbia fatto l'altro.
!nconv e -
nùnh pro- E questo avverrebbe anche posta la
~;;\\ :1;,-~miglior buona volontà ed umiltà e
-~a;-sf.t' tto sottomissione nei dipendenti. Che se
per la miseria della natura umana un
confratello non fosse ben mortificato
e non avesse ben domate le sue pas-
sioni, specialmente la superbia e l'ira-
scibilità, si verrebbe ben presto a
screzi, a rotture, a puntigli, a disor-
dini senza fine. Non s'è mai visto
andar bene la casa nella quale il di-
rettore vuol fare tutto da sé.
Ciò non vuol dire che il direttore
possa tenersi del tutto lontano dagli
allievi, ed in certo modo disinteressarsi
del loro benessere e profjtto spirituale
e temporale. Cerchi anzi tutto i mezzi
per far fiorire la pietà nel suo collegio,
Facdafio- con fondare le varie Compagnie del
prfargen1z~e.com-
SS
'
Sacramento
'
di
lVJ a r i a
Ausiliatrice
'
di S. Giuseppe, di S. Luigi, del piccolo
Clero, e, dove si può, anche que1la

31.3 Page 303

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D E L DIRETTORE S ALES IA N O 299
dell'Immacol a ta, ecc. Ne affidi la cura
al catechista o a qualche altro con-
fr a tello : ma egli volontieri, di tanto in
tanto, presieda le conferenze
varie Compagnie *.
di queste
* Cfr.
p, 3o3.
id .
132. - Uno zelo particol a re usi il Nei giorni
d i.rettore per 1.1 b ene d e1. suoi. g1. 0van1. della salute.
nell'occasione degli esercizi spirituali.
A questo riguardo metta in pratica le
seguenti norme e ne ritrarrà i frutti
più abbondanti e duraturi:
a) Egli è anzitutto necessario in-
spirare agli allievi la più alta stima
degli esercizi spirituali che sono vera-
mente tempus acceptnbile.... dies salutis *. * s. Paol. ·
L ,esperi,enza m, segna c}1e sono pm,, frut- Il Cur. VI.
tuosi quando i giovani furono me-
glio preparati. Conviene perciò che il
.
Parli a
direttore ne parli qualche tempo pri- te7:1l /J o d_e-.
,
.
gli ese, et zz
ma, specialmente nel d1scorsetto della sfJt'rz"tuah.
sera, e che faccia pregare perchè tutti
profittino di questa grazia.
b) Il giorno dell'apertura veda il
direttore di fare breve conferenza ai D a cit i" di·-
pende l ' e-
confrateJli per dire loro che il profitto si"to.
degli esercizi dipende in gran parte da

31.4 Page 304

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300
MANUALE
loro. Li esorti perciò a pregare insie-
me con luj pel buon esito, a non man-
care ad alcuna pratica di pietà, a
sorvegliare con ielo i giovémi, special-
mente i più dissipati, a raccomandare
dappertutto il raccoglimento ed il si-
lenzio, a raccontare qualche esempio e-
dificante durante la ricreazione.
t:) È bene che si incominc~ presto
a confessare, affinchè ciascuno abbia
tutta la facilità sia pel tempo, sia per
la scelta del confessore.
Tutte le volte poi che il direttore
deve dettare gli esercizi in qualche
. . istituto abbia presente le seguenti cose
Sine me ni-
· ~il...
che sono della massima importanza.
Sia anzitutto ben persuaso che non può
far nulla da sé: ricorra quindi con
fervorosa preghiera al Padre dei lumi,
per ottenere il favore di far un po' di
bene alle anime e di essere meno in-
degno strumento delle misericordie del
Signore. Prepari bene le istruzioni e
le meditazioni, adattandosi ai bisogni
del suo uditorio. Per le meditazioni
prenda per argomento, per quanto è
possibile il fine dell'uomo, il peccato,

31.5 Page 305

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DEL DIRETTORE SALESIANO 30!
la morte, il giudizio, l'inferno, la para-
bola del figliuol prodigo o simili. Nelle
istruzioni abbia di mira di rassodare
i giovani nella fede, d'inculcare una
soda pietà, d'inspirar loro orrore pel
vizio impuro e pel rispetto umano ed
insegnar loro ad accostarsi ai SS. Sa-
cramenh. con
le
d eb1' te
d1' spos1•z1·0111·.
S e-
A
110
lcai·aj~rcuo--
condo il consiglio di D. Bosco pari i fida 1' 1·a.
della vocazione, facendo vedere che a
ciascun~ è tracciata la strada per cui
arrivare al cielo, e che quind i ciascuno,
colla preghiera e colla riflessione, deve
sforzarsi di conoscerla. In tal modo i
giovani, anche usciti dalle nostre case
non si allontaneranno dal sentiero della
virtù per cui il direttore li ha incam-
minati *.
i,- C fr. id.
Veda eziandio di dare queste stesse PP· 93·95·
norme ogni volta che abbia ad incari-
care un suo sacerdote di recarsi a det-
tare gli esercizi in qualche istituto.
Non lasci di ripeterle volta per volta
col pretesto che sono cose che si san-
no già: l'esperienza dimostra che queste
normé non sono mai abbastanza incul-
cate.

31.6 Page 306

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302
MANUALE
133. Se nella casa si hanno stu-
st~~en~i ed denti e artigiani ad un tempo, è della
art,g,ani. massi.ma i.mportanza ch e g11. um. e g11.
altri siano trattati senza distinzioni e
Ness una
p arzi·a l ità. parzialità. « Mi avvidi - scrive il Ve-
nerando D. Rua .:.... essere in qualche
casa meno curati gli artigiani e ciò mi
ha ferito al vivo, come certamente av-
rebbe ferito D. Bosco che con tanta
Una .ferz"- bontà amava i suoi artigianelli». - Li
fa.
ami il direttore, li sopporti ed istruisca
meglio che per lui si possa nelle loro
professioni. Si assicuri che loro si in-
u trafoi-- segni a lavorare non solo colle mac-
m!· ùz ·bu?· chine ma senza di · esse giacchè così
u 1 oj,ernz.
'
'
ordinariamente loro toccherà lavorare
quando saranno fuori delle nostre ca-
* crr. id. se *. E quanto più sono bisognosi nel-
1 26. l'anima e nel corpo, tanto più li predili-
ga, adoperando verso di loro le mille
industrie della carità cristiana per
istruirli ed educarli fino a trasformarli
in buoni operai ed onesti cittadini. È
1{;tz' pra- qui sopratutto dove si parrà la virtù
del direttore perché si tratta di pro-
durre talora delle trasformazioni che
sanno del miracolo. Ma il miracolo lo

31.7 Page 307

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DEL DIRETTORE SALESIANO 303
fa l'amor vivo delle anime loro di cui
deve ardere il cuore del direttore.
Lavori · le loro anime con una co-
stanza che mai si stanca, ed insensi-
bilmente, ora con una parolina, ora
con una facezia, oppure un invito, od
anche un pateri10 rimprovero, le porti
e a conoscere ed amare il Signore a
conservare sempre la sua amicizia con
la fuga del peccato_.
Curi i più rozzi con centuplicare le
cure che prodiga agli altri e disponga,
senza badare ai sacrifizi, le cose in
modo che gli artigiani dei corsi supe- Srnola d i
riori a bbiano almeno due ore la setti- ffligt"o •,('.
mana di scuola di religione, vera scuola
e non la semplice spiegazione e relativo
studio del catechismo, che deve essere
studiato nei corsi inferiori. Agli incarica-
ti di questa scuola - la più importante
di tutte - dia tempo e mezzi per una
seria preparazione e suggerisca loro il
modo di renderla attraente e così farl a
amare dagli allievi. Egli poi li animi
continuamente in privato e in pubbiico
allo studio in genere e particolarmente
della religione, mostrandone i vuntaggi

31.8 Page 308

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MANUALE
immensi che ne caveranno per la loro
u apPas- missione nella società. Gli artigiani
; ~~;';/:/,. 10 generalmente non sanno apprezzare la
importanza dell'istruzione ed il diretto-
re avrà fatto un gran passo nel difficile
compito della loro educazione quando
riesca ad appassionarli per Io studio
serio ed ordinato delle scienze profes-
sionali ed affini. Quanto più l'artigiano
é istruito e tanto pi~ vale in società.
Introduca nella seziouc artigiani i mi·
11;~?;/ora-glioramenti richiesti dalle mutate con-
dizioni dei tempi e daJla importanza
che hanno assunto in questi ultimi de-
cenni le scuole professionali ed agri-
cole.
Ricordi che l'orario per gli artigiani,
inferiori ai 15 anni, deve essere distri-
buito in modo che il tempo dedicato al
lavoro effettivo manuale non sia prevalente
sul tempo dedicato allo studio e ali'inse-
gnamento professionale, anche se questo
sia impartito nel!'ojficùta o laboratorio dél-
l'istùuto *. Abbia poi sempre presente
*Cfr. I.ett.
Mens, 88. qual è la vera caratteristica delle scuole
professionali secondo lo spirito del Ve-
nerabile Fondatore. Esse sono state

31.9 Page 309

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DEL DIRETTORE SALESIANO 305
istituite come un mezzo di esercitare
la carità spirituale e corporale special-
mente verso i giovani più poveri ed
abbandonati. Ma siccome tale carità
non si può sovente esercitare senza
provvedere ricovero ai bisognosi e senza
metterli in condizione di guadagnarsi
onestamente la vita, così è nata l'isti-
tuzione dei laboratori i quali, pure Ct:,attei-i-
sh ch e delle
non avendo scopo di lucro, procurano swole pro-
.
• , fess ,·onah.
che s1 lavon e produca nel modo pm
compatibile con la condizione di vere
scuole pro:essionali. Quindi lo scopo
primario di tali scuole è di formare
l'operaio, buon cristiano come buon
cittadino, abile nell'arte sua e quindi
capace di procacciarsi onestamente la
vita *
*Cfr. Lett.
::\\f e ns , 99.
20

31.10 Page 310

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~Of'
}.![(! T l I

32 Pages 311-320

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32.1 Page 311

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VIII.
Cura delle vocazioni religiose.
134. La. que~fione vitale. ·(L'aureola della
voèazione · Come il giardiniere · L'apo-
. stolo delle vocazioni - Docttmenti preziosi).
I 3S. Rogate Dominum messis..... (Afirabile
espansione · , Nuovi focolari di luce e
calore Preghiera ed op~ra). '
I 36. Il germr d~lle vocazioni non ~ança mai.
(Non vero zelo · La scienza divin(l. ·
· L'aiitore delle vocazioni ,.., A ,pùme mani
· Il cultore).
I 3 7. Massima sollecitudine senza pretesti.
'(Deve render conto delle vocazioni per·
· ditte · Vani pretesti),
138. Come crea~e l'ambiente favorevole alle
vocazioni. (Mezzi vari · Vivere la vita
salesiana).
139. Non come si può, ma come si deve.
(L'unica cosa necessaria - Il resto non
1.1ale - Jlfez zo infallibile).

32.2 Page 312

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r
11 I
. a ~li , 11 Lnov Usb nciu3
140. Le vocazioni sorgono dappertutto. (Non
vi sono krreni skrili - Mirabile .fiori-
tiern - Sono la pr()1)a dello spirito di
perfez ione).
141. , Deve col:tivade fi:no a perfetta maturanza.
(Non per:derle di vista nel no71iziato e
studentato - Corrispondenza - Da buon
IJ;: pàdre ' - '.Benèficenza salesiana).
142. Mez.zi opportuni. (Combattere difetti
Si faccia aiutare - Scelta dei libri di
lettura in refettorio - Conferenze).
.
~
I
I 43. Le vie. della vocazione. { Sviluppare le
te.ndenze soprannaturali - Perchè mi fac-
cio prete? - Amore alla vita salesiana).
i I. •
i44. Non -soto preti, ma coadiutori. ( Vero
apostolato - Nelle Americhe - In mezzo
agli artigiani - Tietti all'opera I - Visioni
pate!rne).

32.3 Page 313

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tUl~ •t ~• 111 ,..mi!ll!lolH!fltJlfll!ll!lllllllltffll ttill llllij11111H1tllUll:!1111'1)1111lillll11Ull!•Ullllllllllllfllllllllln1llHJnlllllll'tflJHmmm:m11111111111mmtt,11m111u,1t1mtm""..,''f'!•'.'
~~""1..!.r-,,..V- ""1..!.r~ 12..T~....V-'-.!.r~ - (.,!.) - ~
VII.
Cura delle vòcaii~nf 'religiose.
~ ..• Estote oc;qlati in tiro~
nibus acceptandis: f9rtes
in colendis; prudèntes. in'
admittendis. Omnes proi
bate; sed tantum quod bo·
mim èst t enete. Bc'\\l.es ' et
mobiles dimittite.>
(Sogno di D. "B'oscù :-
-o
L'avvenire della, .Con-
g1·egaz,"011e)
. 134. Ma lo zelo del, direttore i1on La queatfo-
deve arresta.rsi a questa cura generalè ne vitale.
dd suoi allievi. Il suo occhio inteHi-
gente non .tarderà a ravvisarne di queHi
che lddio ha segnato coll'aureola d'una
I.' aureola
celeste vocazione. Come il solerte giar- de_lla v oca-
diniere coltiva con particolare sollèci- z,one.
tudine quelle tenere pianticelle, che, più
sane·. e prosperose di tutte le altre, sono C om e r"l
d a lui destinate a produrre quei o-ranr g·z"nrdinù-
O
re.
che devono essere la semenza del nuovo
raccolto, così il direttore deve fare verso
di queste anime predilette che ·il Si-
gnore chiama alla vita religiosa o allr1 -l<·Cfr.L.C.
D. Rua, p.
carriera sacerdotale*.

32.4 Page 314

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310
MANUALE
La coltura delle vocazioni è per noi
questione vitale, nè occorre ricordare
le sollecitudini e gli esempi del Venera-
bile D. Bosco, di D. Rua e di tanti altri
cari confr~telli per persuadersene. Chi
non ha impresso nella mente le mera-
vigliose industi.ie del Venerabile Padre
per su~citate· è cpltivare nei suoi gio-
vani la vo .;azione ecclesiastica e rei i-
giosa?
Quanti anc~ra possono ripetere, glo-
rificando l'azione portentosa di D. Bo-
L'afostolo sco: « se io sono religioso, sacerq.ote,
de_lle_ ~1òcn: missionariq lo debbo unh:amente a lui,
'ZIO!tl.
che con mano esperta ha ·saputo svi-
luppare dentro di me la divina semenza
e condurla a maturità! » Tutta la vita
di lui fu una prudente, ma premurosa,
instancabile sollecitudine · pér le vo :::a-
zioni ecdesiastiche e ne provvide in
abbond~nza a molte diocesi che ne
difettavano, e poi alla nostra Società,
e ben, pJtrebbe essere appellato l'apo-
stolo. per eccellenza delle vocazioni.
« Io mi se ,1to, così egli in una sua let-
tera, profondamente addolor.ato al ri-
flettere alla cop:osissima messe che ad

32.5 Page 315

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DEL DIRETTORE SALESIANO 3 l I
ogni momento e da tutte le parti si
presenta, e che si è· Co::;tretf di ·l~-1
sciare incolta per difetto di operai. Noi .
però .non perdiamoci di animo;. e ·per
ora ci applicheremo seriamente al là-'
low, coJla preghiera e colla virti:t; ·a ·
preparare novella milizia a Gesù ·CriL
sto;, e 'Ciò studieremo di conseguire
specialmente colla co) tura delle voca-
zioni religiose ...* ». Y.arimenti D.. Rua· * Cfr. L
ehe
non
f ece,
che
non
d1. sse
per
ess, ~.!
C. D. Bo -
sco, 10.
Tutte le sue ·lettere ·circolari sono ·ri-
piene di documenti altissimi per · fa
coltura delle vocazioni; sui mezzi ·di
svilupparle; sulla cura ·che se ne deve
avere; sulla necessità di imitare D. B·o~ Documen-
sco in questo; su l'obbligo di coltivarie itpreziosi.
fra gli artigiani, tra i famigli e sopra-
tutto negli ora:torì festivi ecc. Si è co-
stretti a dire che egli non poteva seri- * crr. 1.
vere ai suoi figli senza ' parlare delle Lett. Edif.
vocazioni ecclesiastiche *.
D. Albera,
PP· 1 2- 13.
I 35 . - La nostra pia Società va fa- ~ogate no-
cendo del bene ed è a sperare che siano ~~~-m mes-
a migliaia i poveri giovani che cammi-
nano nella via della virtù e del timor

32.6 Page 316

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312
MANUA.LE ·
di Dio, i quali altrimenti perconerebbe-·
ro le vie del peccato. Ma, il bisogno si fa
più grande: le richieste .di nuove fon-
. . daziop.i sono ognor_a più insistenti e s ir
:1 /z r oh tle
..
espanst'one. vorrebbero, poter .accettate sempre per-
chè ogni casa che si apre è un centro
da. cui parte un ·gran bene; è un foco-
c~v'ta0:::.r;;.late da cui emana luce , e calore; sono
luc eeca- a migliaia le anime che si sperano
l ore.
I salvare per ogni casa che si inizia.
Mosso da. questi pensieri il . direttore
bisogna c_he cerchi dL accendere le sue
visc~re di un po' di ardore e di quella
Garità chea,vvampava nel Cuore diGesù,
e. fare quanto Gesù disse: Rogate Ilo-
«· Luc. 10, minum messis, ut mittat opera,•ios *. Ma
2
bisogna ritenere che Gesù non voleva
una .preghiera sterile, come colui che
prega e intanto non fa quanto è in sé
per ottenere l'effetto della preghiera:
il Signore vuol e che ,con la preghiera
ePd roepgehraù.r a I.1 d"Ire t tore
open,, · e
l'
l
cerehI'
questi,
operai, e li aiuti e li coltivi. Se il
Signore ci pone tanta messe tra mano,
è .segno che ci prepar,ai e vuol darcel.i
questi operai; ma questo _importa che
il 4.i:rettore coltivi sempre più le voca-

32.7 Page 317

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DEL DIRETTORE SALESIANO
313
zioni. Egli vuol dare i frutti della ca~
pagna, ma è, al tutto necessario che
il c ntadino la lavori, semini, l'ac- i<·Cfr.L.C.
cudisca *.
D. Rua pp.
263--264.
136. -
assi.curava
11
eh
Ven
e
·1
1
esr·iagbnioler
e
Padre
mand
n
a
ostro
sem·
Il germe del·
le vocazioni
ncn manca
pre nei nostri collegi molti i .quali mai.
hanno il. germe della vocazione; e se
questi germi non fruttificano è segno
che non vengono coltiva'ti come si deve*. i(· Cfr. id.
I"vJ\\Ton st' può eht.amare vero· zelo que//o uJe/ P• 264.
dù:ettore che si tenesse pago d'istrufre ed
educaré giovani· - del suo istituto e non No11- ;:ern
cercasse d'avviare verso il Santuarz'o quelli zelo.
in cui scorgonsi segni di vocazione e c!te
s'o-glio110 essere i migliori *. Perciò non gli -x- Cfr. id.
passi mai di m·ente, che il nostro Fon- 260•
datore ci ha ordinato di" coltivare le
scienze umane ·solo per aver diritto di
't I
insegnare la scienza divina che forma
i
t
ver
are,
i
c
cr
oo
istiani,
perand
e
oa
sopratut
1·1.,opera
to
d'
1
np·er
10
susci-
stesso:
dL,.av ùsicaie. n·za
numerose vocazioni nell'immenso cam-
po giovanile destinato alle nostre cure.
È vero ·che Dio solo è l'autore d elle vo- L'autore
d i;!f/e 7·Q_C fl•
cazion i, ma ricordi il direttore che Egli, z,-oni. .

32.8 Page 318

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r
1/'
MANUALE
vuol servirsi della sua cooperazione per
farle germogliare e fruttificare. In ogni
vocazione, v'è la ·parte di ·Dio e la
parte dell'uomo. Dio perchè ama la
Chiesa, perchè ama gl'istituti religio-
si che lo servono fedelmente, perchè
ama le 'anime -, e vuol salvarle, inces-
,1 I! z'e'n e santemente e a piene mani ·getta · i
1/lll lll,
germi della . vocazione nel cuore dei
suoi figli. Ma le vocazioni non si ~svi-
// rnlto,e. luppano senza l'opera: dell'uomo~ Quin-
di il direttore .deve :lavorare in esse
come se la loro riuscita dipendesse
* crr_., . 1. solo da 1ui, senza però mai perdere di
Lbe. rEa. Dp.. AJJl-,
v i. s t a
h
C
e
ogni.
b ene
vi.ene ,da
:r
10 •
.
137. - Per riuscire in questo, il diret-
Massima tore, d'accordo cogli altri superiori, si
sseonll~.acitupdriene- di a la massima soJlecitudine per non
testi.
lasciar fallire le vocazioni .ecclesiasti "'
che o religiose che il Signore avessegli
.tfftdate a coltivare. Faccia in modo
Dev e ren-
der co1tlo a che non abbia ·da render conto a .Dio
v,·a .
dell e vocazioni che Egli avesse ·susci-
tato a servizio della Chiesa e della
-xcr1.L. c. nostra pia Società, e che fossero an-
D . Rua pp.
.
,
. 33 34. date perdute per sua negligenza *. Ne

32.9 Page 319

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DEL DIRErfORE' SALESIANO 3 I 5
cerchi pretesti per esimersi da questo
suo a:ltissimo dovere.
·
Non dica che la società presente con
tutto ciò che la:. scristianizza e la de-
turpa,
non
e'
prop1,z1. a
alle
voca. z1om.
Va ,u" j>re-
testi.
ecclesiastiche; e neppure che vi sono
regioni o paesi refrattar( a:llo sviluppo
delle medesime~
Per quanto difficili siano lé condizio-
ni·dell'educazione modern;i, µer quant-0
pervertito il focolare domestico àaUo
spirito pagano che i nemici di Dio
vogliono sostituire a quello di · Gesù
Cristo, le vocazi0ni non mancheranno
mai se il direttore le saprà meritar~ e
coltivare. In tutti i paesi ·poi - nes-
suno eccettuato - molti sono i chia-
mati al servizio dell'altare in numero
ben maggiore di .quello che se ne sco-
pra: ma sventuratamente quanti si per- I •
dono per non essere stati nè cono-
sciuti nè coltivati! *
')(· Cfr. id.
p. u8.
138. - Abbia perciò il a.irettore in Come crea-
c1.ma a1· ·suoi· pens1· en· e aIle sue aspi·- tree fla'avmorbeiveon--
razioni il proposito fermo di creare at- le.
torno a un ambiente favorevole allo

32.10 Page 320

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s.viJ.uppo delle vocazioni, sia con · esor-
tazioni o letture pubbliche, sia con la
,~lezzi' v a- buona parola detta,..a tempo oppoituno,
n.
a questo o a q"1etl'altro giovane e sia
sopratutto con la. bontà 'della · vita: e
con lo splendore delle virtù. 1
A ciò servirà pure iL regolate fun-
zionamento delle Compagnie, il fomen-
tare la frequenza ai Sacrame.nti, l'assi-
stenza accurata e fraterna, il presentarsi
sempre uniti da una affettuosa ,cordi:a-
lità, dando esempio di mutuo aiuto e
+=Cfr. 1. L. sincera solidarietà *. I giovani vedendo
E. D. Al-
bcra PP· 16-
la
v1. "a
esempI are, . pi.a,
esatta,.
p1. ena
1
di fede e d'amor .divino dei 'loro su-
periori; la carità fra di loro, le belle
Và:ere la maniere e la dolcezza con tutti, .in-
7'~'ta sale- somma la loro vita allegra e piena di
stana.
zelo, se ne invoglieranno anch'essi, e
* Cfr. D e- sorr_etti dalla buona parola del. diret-
lib. sei pri- tore, faranno di tutto per ottenere la
*. miCap. Ge-
,
ner. art. 509. stessa felicita
· 139. - Nè dica che que;te sono
Non ·e ome belle cose in teoria, ma che ·nella pra-
s i può, ma
come si de-
hca
s1fa come
s1.
puo, .
S.
1
f a,
no. n come
ve.
si può, ma come si deve dal religioso,

33 Pages 321-330

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33.1 Page 321

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DEL DIRETl'ORE SALESIANO 3 I 7
perchè tutto 'egli può in Gesù: ,Omnia
posçum in ,eo qUt: ,ne con/ortat *.
-)(- Philip. 4,
Ora
non
otterrebbe
akun
frutto
il
13
'
direttore ch:e fosse assai sollecito in~
tomo a·, molt e cose inutili ,e tra5eu;
rasse l'unica necessaria, cioé la pro-
pria santificazione, che a v:esse studiate L'un fra
.,
cosa neces-
beas1 molto le sc1enz·e umane e pot-sar/a.
f0sse negligente nel coltivare le 'Scienze
sacr.e, e n,o,n al\\T.esse
i.mparato
a
l avo-
il resto
1,on v ale.
1:are con ~elo a bene delle anime.
Se si ,diportasse in tal maniera il
direttore, non che non favorire le vo-
cazioni, le rovinerebbe. Se vuol meri- il me zz o
tarsi. }e vocaz1.0mcom. pi.a tutt.ù 1.1 suo 1'nfnllz'b1'le
dovere di perfetto ·religioso crescendo
tutti i nella santità. Corrobori il suo
spirito di fede e di pietà e-on: l'assidua
lettura. .del V.angelo, dell'Imitaiione dì
Gesù, delle Opere del nostro Patrono
s~ Francesco di ·sales, di S. Teresa di
G.esil ed aitre .simili.
:i 40. -- Sia ben persuaso il direttore Le vocazio·
çh e Ie vocaz1·on· 1· non d.1penclono d aIle dnia·pspoerrgtuottnoo.
circostanze di luogo e di tempo, ma
bensì daHa vita divina nell'uomo che

33.2 Page 322

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.118 · ,;,, · ' MANUALE
11
le merita e le suscita. Per quant9 il
t loi t paese sia terreno sterile; per quanto
maggiori siano i comodi e gli <1lletta-
menti del ,vivere mondano con tutti
i 0
so~~ ;:,.;/
&uoi
vi~i;
per
quanto la
vita civile
,tt' sten.li'. sia. corrotta dallo spirito ·irreJigìoso;
per quanto possano influire le condi-
zioni etnologiche sopra il carattere degli
abÙa_nti di una data regione, sè il di-
rettore sa ei;,sere al pari del Venera-
bile .nostro Padre l'uomo di Dio, farà
sorgere ,vocazioni intorno ,a sé. Il Si-
gnore non prh-a di spirituale discen-
.denza le . congr~gazioni che ne àbbiso-
. llh?·abt'le gnano per co111p{ere la loro missione.
fiont,era.
La storia ecclesiastica ci addita mira-
bile fioritura di vocazioni dovunque lo
spirito religioso non fu in decadenza
e. la. vita interiore fu rigogliosa . .
.Che più? Qualora egli vedesse il suo
campo sterile di vocazioni, rientri pron-
prSoovna odella- tamente I. n se stesso, ne cereh"l umi'l-
ldosppuinf.leo- ment e la causa. La trovera' 1J: orse neIl a
21·0 ne . sua inerzia e ne] desiderio de' . suoi
comodi, quindi s'él ffretti a rimediarvi
con ogni sollecitudine.
Lavori sì, lavori attorno al1e voca-

33.3 Page 323

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DEL DIRETTORE SALESIANO · 31,9
zioni, e, siccome mai nessuno lavorò con
amore e a dovere che non abbia avuto
un :qualche ,buon esito, così . egli stia
certo . che non rimarrà a mani vuote.
141. - Alla luce di queste verità si Deve colti-
persuad a 1') di' rettore come fac1'I mente pvearrifeettfainmo a-a
possa essere dinanzi a Dio responsabile turazione.
della perdita di molte vocazioni. Si fac-
cia .quindi,. uno studio particolare, non
solo di scoprire le vocazioni che il Si-
gnore va seminando nel campo affidato
alle sue cure·, ma di, coltivar-le fino a
perfettà maturazi0ne.
Che varrebbe far sbocciare. la pian-
ticella _divina se poi Pabbandonasse . a
se stessa? Se vuol. compiere tutta .la sua
missione il·direttore non deve mai per-
dere di vista I.e vocazioni che .ha ini-
ziato fino a completa formazione.
A quel. modo che i doveri dei.geni-
tori verso i loro figi i si estendono fino
a tanto che il figliuolo abbia raggiunto N on t,e,·-
l'essere completo di uomo così le cure ded e rti
'
11/sta.
del direttore verso le pianticelle ver-
deggianti della Congregazione ·spuntate
sul suo campo, non finiscono se non

33.4 Page 324

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r
320
MANUALE 1 ,I •
quando ··n socio sia arrivato aBo .sta~o
perfetto .di salesiano adulto.,
Per questo li eon-sideri come cosa sua,
. . si tengà con essi in relazione ep:istoJare
lo r nsp on-
denza, e procuri di conservare sopra de' loro
. . cnori ·queiPa:-sc.endente che si era a.equi-
.'~ t!t ···. stato rieg'li anni .che N ebbe sottò fa sua
direzione. èi;J basta, ma da buon pa-
dre pensi anche un po' al materiale di
Da buon questi suoi figJiuoli con sostenere ·parte
p adre. delle spese che l'ispettore dev..e fare per
mantenerlo al noviziato e :aUo. studen-
tato. Non gli ~rincr.esG;a di fare qualche
sacrificio per un frne .così nobile.
·· Non si sc.:>taggi pe'r le ,d·efezionfr il
Venerabile ;credeva ben impiegate I.e
su,e sollecitudil'li an-che ottenendo una
pL:coia percentl:lale nella èura detle vo-
::e,;tze::~: cazioni. l.;e spese sopportate-'. per .q uet-
li che ndn perseverano non · sono cer,t-0
na.
sprecate pe:rchè costituiscono ·u patri-
moni<:> della '. beneficenza saJJ.esiana per
l'educa.z~one clei "figli-tiet popolo. '' ~
q.2. - ·creato l'amb"ienté favorevole
Mezzi op· alle vocazioni e ·ben compreso della
portoni. necessita, ·d.1 lavorare attorno a queste,

33.5 Page 325

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DEL DIRETTORE SALESIANO 32 I
il direttore s'appigli ai mezzi opportuni
per riuscirvi. Questi si trovano per lungo
e disteso nei nostri regolamenti, nelle
autentiche tradizioni della nostra peda-
gogia, nella vita del Venerabile Padre.
dC1·oremttbi.acthtae
anzitutto
cosh.tm.s
nei s
cono
u
l
oi giovan
' a s t a c o Io
i quei
prm. -
iC· odmifhdatizt"e.rl!
cipale alla produzione delle vocazioni
sacerdotali o religiose, è cioè (per no-
minarne alcuni), la corruzione precoce,
l'indebolimento dello spirito cristiano.
l'ammollimento del carattere e la mon-
danità: ·ostacoli che può vincere facil-
mente ed insensibilmente mediante l'ap-
plicazione costante del sistema preven-
tivo su cui è fondata tutta l'educazione ·
salesiana *. Fa parte del sistema pre- *Cfr. 1 L.
ventivo l'inculcare di frequente ai mae- Ebe.raDp. . A14l-.
stri e agli assistenti i doveri che hanno
pur essi nella formazione del carattere
dei giovani; - il vegliare ché essi diano
buon esempio e non mettano facilmente si· faccz"a
in ridicolo le co~e della Congregazione; a z"zda re.
- .lo scegliere con retto criterio i libri
da leggersi in refettorio e nei dormi- s lt d .
tori, poichè non potrebbe certo ripro- hh~~-d_~· l i!~~
tura i n re-
mettersi vocazioni quel direttore che f etton·o..
2t

33.6 Page 326

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: .MANUALE
.permet:~esse h,1 , fal h lùqghi fa lettura di
·-tomàrrzi'. che ·:sebben.e non ·aahiv.i; non-
~dimenb ·sono'·pieni,·di mo"ndanità;..- ·il
.non :permettere diirante l'anno l'uscita
.dfco.llegio,:neanche coi parenti, ecéett9
Jn :caso·· d'i necessità. D: Bosco non ha
.,· \\
\\~
.....
'{
' •Jijà:i~aihrnesso : le
così dette
vacanzc-pr~-
~mib>, che an.zi s' industriaya ·:con ' ogni
·genere .di soli"ecitudini ·per mtrahenere
.it più ·possibile -i J suoi giovani in col-
.legid, anche; durante le Và<::anze a:ùtun-
·nali. Non si tenga '. pago·.di quanto ·ha
·fatto in. principio, nè· s'arresti ·fa ·via
·cJ1é gli :-rimane a . percorrere, inemorè
Conferen- · deUe ·.calde, ripetute ~raccomandazioni
u.
:.e dell'esempio 'di Don .Bosco, il qua.le
·pu; cadente per fa. vecchiaia e per le
.r_
·.
1
"
.. .
infermità,
ris~rbò · a :sè- fino
agli
ultimi
··: ..., (Suoi giornLle-iconièrenze ·desfinate J)av·
:ticol-armente a-llà coltura delle ·vocazio·-
•ni;;Norr . dini:entichi mai c-he· questo è il
t;," :., ·;· ,mrezzo >p.iù , efficace per assicutarei alla
.~, ·. --·_ ;nostra··, pia ~società UJ?-a· pèrellne"~ giO-
ivin.e:iza:;; per estenderne ·maggiorm'ente
. i:· beri.efici influ:ssi 1e procurare co'nso-
:*Cfr. L. e.
.D. Ruapp.
16_4-165.
·lazioni
d.atore
·*e , gl.o,ri.a
.·:i·. . .
vera.ce.·.al
· .. · .
n6stro
Fon-

33.7 Page 327

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DitL DÌRETTORÈ SALESlANO
323
I 43. - · Ma questo non varrebbe Le vi_e dell&
nulla al fine proposto, se contempora- vocazione.
neamente non sviluppasse nei giovani
tutti i lati, tutte le ·tendenze, ·tutti i
gusti, soprannaturali od anche solo na-
.,
turali, che possono eccitarli e attirarli al
sacerdozio o alla vita religiosa. Il Si-
gnore poi si serve di questa o quell'at-
trattiva fatta briJlare dal direttore· in
quei vergini cuori per invitarli al suo
servizio. Quando un giovinetto dirà di
·aver sentito la divina chiamata, se il S vz"lup·
.
,
,,
pare le ten·
·direttore cetchera sapere da lm m qual denze so-
.
pranafu-
niOdO o per quale via abbia sentito la raH.
voce di Dio, toccherà con mano che la
vocazione gli è entrata precisamente
per una delle porte, che gli ha aperte
-con sviluppare )e inclinazioni migliori
-dell"animo suo. L'uno, natura elevata, Perchè ,,,i
.n
o
b'l
1
e,
non··
sapra,
d1' r
a l tro:
«·e,
cosa ftaec?cz"·o p r;·
cosl grande- ·e beUa l'esser prete! >> Un
·altro invece · pieno comp·assione e
-~arità rispÒnder1: « ·Perchè voglio far-
:mi prete? Perchè i·preti fan.no del bene
ia:i poveri · ed io desiderò fare- altref-
tanto ! » Un terzo, e questo ·sarà il ·caso
più frequente, anima pia, amante di

33.8 Page 328

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MANUALE
Gesù, considererà sott'altra forma i suoi
desideri, manifesta:µdo la veemenza del
suo affetto che lo spinge ad unirsi sem-
*Cfr. 1. L. pre più a Gesù ... *
bEedr.aDp.. A14l-. Il d.1rettore lavon. perc1.0' con tutte le
cure i suoi giovani e li aiuti nella scelta
che devono fare di uno statL' di vita.
Siccome d'ordinario è a questa età che
Dio fa conoscere agli uomini la sua
volontà sopra i diversi stati che si
possono abbracciare, e siccome la mag-
gior parte non sanno ciò che sia la pro-
fessione religiosa, importa assai far ]oro
conoscere i vantaggi e la sicurezza che
vi si trova , acciocchè, se piacerà a Dio
chiamarli, abbiano di che difendersi
con tro l'amore del mondo, dei piaceri
e delle grandezze della terra che impe-
discono ad un'infinità di persone di se-
* Cfr. id. guire la vocazione di Dio *. Inspiri
p. 15.
sopratutto l'amore alla vita religiosa
salesiana: vita piena di attrattive per le
svariatissime opere di carità che ab-
braccia e di grande perfezione per i
mezzi e gli aiuti che somministra. ai
suoi membri.

33.9 Page 329

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DEL DIRETTORE SALESIANO 325
144. - Faccia compr_endere però che· Non solo
non tutti. 1. eh1' amatI. a11 a vi.ta re11· g.1osa cporaedtiiu,torri'.na
sono destinati al sacerdozio, e che
possono raggiungere una grande per-
fezione anche i non chiamati alla di-
gnità sacerdotale, rendendosi confra-
telli coadiutori. Pel caratter.e che è
proprio della nostra pia Società non
solo è riserbata abbondantissima messe
per i sacerdoti, ma i nostri· carissimi Vero apo-
confratelli coadiutQri son essi pure stolato.
chiamati ad esercitare un vero apo-
stolato in favore della gioventù in tutte
le nostre case, e in modo particolare
nelle nostre scuole professionali. Egli
è specialmente per tali scuole che la
nostra Congregazione è tanto deside-
rata nell'America, Africa, Asia ed in
varie nazioni d'Europa. Qual vasto
campo al loro zelo si apre in tutte le
nostre case, ma specialmente nelle mis-
sioni! * Veda il direttore di tradurre *Cfr.L. C.
in pratica le molte regole im1; rontate ~ 8!u~f~·
di zelo, carità e prudenza tracciate nei
Capitoli Generali per l'indirizzo morale,
intellettuale e professionale dei nostri
artigiani. E se nella: sua casa v'è pure la

33.10 Page 330

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MANUALE
sezione ardg z"anz' lavori fra di essi (ed an-
I n mezzo
·
ag_h .a r tz'- che tra i farnigli ) per sus jtare e svilup-
gzanz. pare delle vocazioni alla vita salesiana.
È di assoluta necessità osservare
quali gfovani artigiani mostrino qualche
segno di vocazione, coltivarli come a- .
spiranti, farli partecipare ag]i esercizi
spirituali durante le vacanze, ricevere
e facilmente esaudire le domande di
quelli che desiderano essere ascritti
quando hanno raggiunta l'età di 16
* Cfr. id. o 17 anni *.
P· 159 .
Il direttore ricordi infine di frequente
ai · suoi confratelli che tutti devono
essere apostoli· di vocazioni salesiane
coi loro buoni consigli ed ·ancor più
col loro buon esempio. Se i suoi sale~
T uttz' al-
l'op e,·a ! siani sono buoni, diligenti, esemplari
eserciteranno ,una benefica influenza
sugli allievi e col1'esempio li trarranno
al bene e cosi lo aiuteranno potente-
mente .ne1Ja coltura delle vocazioni.
Ricordi sopratutto che dallo sviluppo
delle vocazioni· fra .i_ coadiutori arti-
giani e . studenti dipende · l'avvenire
* Cfr. id. della nostra Congregazìone e in modo
*. PP· 159, 165,
••
e 265 s. spec1a!e delle M1ss10m

34 Pages 331-340

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34.1 Page 331

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DEL DIRETTORE SALESIANO 327
11 Venerabile Padre negli ultimi anni
della sua laboriosa esistenza, traspor-
tato dall'affetto che nutriva pei suoi vi·s,·on,·
diletti figli lontani, in quel] i che ei p aterne.
chiamava sogni e che noi considera-
vamo come visioni, .spaziava col suo
spirito nelle immense regioni d'Ameri-
ca. Il suo cuore era pieno di gioia e
di consolazione vedendo i deserti tra-
sformati in. fiorenti città, i selvaggi
mutar abiti e costumi, il regno di Gesù
Cristo estendersi fino agli ultimi con-
fini e ciò per opera dei suoi missio-
nari! *
* Cfr. id.
Ma realmente questa trasformazione P· IIS.
futura dipende dal direttore perchè sta
nelle sue mani la chiave delle voca-
zioni all'apostolato sale~iano,

34.2 Page 332

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34.3 Page 333

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IX.
Dell'oratorio festivo.
145. Finalità dell'oratorio festivo di D. Bosco.
( Tutti i 'giovani - Basta venire con buona
volontà - Prima l'istritzione religiosa e
poi i divertimenfz - Cause di allonta-
na;,_ento - L'arca di salvezza).
I 46. Il .frutto prezioso e. naturale della Congre-
gazione. .(L'opera prima - Vitale eredità
Ogni casa un oratorio festivo) .
147. Non uno, ma più oratori! ( Non impos-
sibz"le - Con sapiente direzione · Modi di
trovare il personale - Tutti - Conferenze
settimanali).
148. Ma faccia per mezzo dell'incaricato. ( Così
si· evitano tanti inconvenienti - La nota
della varietà Non a scatti).
149. Il principale fattore. lo zelo e la bon·
del direttore Qiti· ci si vuol bene!).

34.4 Page 334

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150. Ottenere . la perseveranza. ( Sant~ z'ndt{,-
strie - Fare che non ·tam.binò - · Circoli -
çassa di. risparmio - Vantaggi) .
I S1. Il cat~chismo. ~ _(Fine pr(ncipale - Tutto
il resto è solo mezzo - Durata) .
ss·. i5 2:-Là frequenza ai Sacr~rrie~ti. ·.( Fine mas~
simo - Opti dpmer,.ica ~ Me~tt' .e.' jfittti) .
·- .. ·~. ~ . ,• ,: ·..

34.5 Page 335

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i1n1m1111111n111111111:1JJff!III II II IIII Hlltl!IIINISIIHIIIIIIIIIIIIHllllllllllttllll[IHDl~IIIICIHllllllll~llhllllllllilllfflllllllllllHlllllllllltilll1i!ffllllnllllffllllllllllllll!ll!11111111111111111111
~\\..!.r~\\..!rì..!.J "'-.!J""~-"\\.!.r~~~~ì..!r
IX.
Dell'oratorio festivo.
< Attorno acl ogni casa sale- ·
siana deve sorgere un ora-
torio festivo >,
(L. C. D : RuA, p . 440).
145. - L'oratorio festivo di D. Bo- Finalità
sco
e,
un,1. sb,tuz1, 0ne
tutta
sua
che
. , dell'oratorio
SI di D. Bosco.
differenzia da ogni altra consimile tanto
per la finalità cui tende, come per i
mezzi che usa. Secondo D. Bosco .l'o-
ratorio non è per una data categoria
di giovani a preferenza degli altri, ma
per tutti indistintamen e dai sette anni
in avanti; non è !ichiesto lo stato .di
famiglia · o la presentazione dd giovane Titt h;
da parte dei parenti: unica condizione g /ova n i.
per esservi ammesso è quella di venire
con la buona volontà di divertirsi, i-
struirsi e: di compiere ' insieme agli
altri i doveri religiost *~ ··
* crr. 1 L.
-
,
«
scopo .dell'oratorio
fe.stiv. o··(s'crfs:..
rEa..::po..
À
2..
·b~~
.
se il Venerabile in capo al suo rego- · ·
lam~nto sqgli oratori} è di- trattenere

34.6 Page 336

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MANUALE
la gioven nei giorni di festa con pia-
v~~;:~1:t"a cevole ed onesta ricreazione dopo di
aver assistito alle sacre funzioni in
,x· Jr. Re- chiesa *». Perciò causa di allontana-
gol a 11Lento. mento d' un g1, 0vane d.·a ll'ora ton·o non
possono essere nè la vivacità di ca-
rattere, .nè l'insubordinazione saltuaria,
n è la mancanza di belle maniere, nè
qualsiasi altro dife tto giovanile, cau-
sato da leggerezza o naturale capar-
a1~~ ·;:,;!~ bietà; ma solo l'z'nsubordinazione siste-
m en fo. matica e contagiosa, la bestemmia, i' cattz.vi
dùcorsz' e lo scandalo. Eccettuati questi
casi, la tolleranza del superiore deve
essere illimitata. Tutti i giovani, anche
i più abbandonati e miserabili, devono
s;;:'::zaa.di' sentire che l'oratorio è per essi la casa
paterna, il rifugio, l'arca di salvamento,
il mezzo sicuro di divenire migliori sot-
to l'azione trasformante dell'a ffetto più
* Cfr.
2.
id.
che
paterno
del
direttore
*.
146. - L'opera prima, anzi. per molti
11 frutto anni unica, del Venerab.ile. Padre,·è sta-
npar teuzraiole.a_'doeJe· to l'oratori.o fesb.vQ,; per qu.esto d ev,es-
lagllzciponn!Ig. re- sere can·ss1mo a1 cuore d e1· s·uo-1· .fig.11· . .•••
« Quando mi sono dato a questa parte

34.7 Page 337

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DEL DIRETTORE SALESIANO 333
del sacro ministero {scrisse di proprio
pugno nel 1843) intesi di consacrare
ogni mia fatica alla maggior gloria di L' op era
Dio ed a vantaggio dei giovani; intesi frz'tna.
di adoperarmi per farli buoni cittadini
in questa terra, perchè fossero poi un
giorno degni abitatori del cielo. Dio m'a-
iuti a potere così continuare fino al-
l'ultimo respiro di mia vita ». E il Si:-
gnore l'aiutò non solo a continuare fino
all'ultimo respiro della vita in questa
sua apostolica aspirazione, ma a per-
petuarla prodigiosamente in mezzo ai
popoli con trarre fuori dal suo cuore
magnanimo la nostra pia Società, che,
Vz"tale e-
nata nel suo oratorio e per l'oratorio, ndz"tà.
non può vivere e prosperare se non con
questo.•
Nei luoghi dove si trovano i suoi
figli deve fiorire il suo oratorio, aperto
a tutti i giovani, per poterli radunare,
parlare loro, moralizzarli e , renderli
degni cittadini della terra non solo,
ma sopratutto degni abitatori del cielo.
·ora se il direttore è vero figlio d'i
un tanto Padre, deve conservare que~-
sta preziosa vitale ·eredità nella sua

34.8 Page 338

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334
M.ANU.t\\.1.E
genuina integrità . e splendore. Attorno
ad ogni .casà · salesiana deve·sorgere un' o- ,
ratorio festivo, scrisse più volte nelle
sue lettere édificanti il .desideratissimo
nostro .D. Rua, al .quale .stava tanto
a cuore quest'opera che la antepo;-
neva ad ogni altra. Qualunque sia la
casa che gli è ·affidata (collegio-ospizio
per artigiani -pensionato), qualunque
sia la località dove essa sorge (nei
grandi o piccoli centri), il direttore
deve mirare a- produrre il frutto pre-
*
p.
Cfr.
3.
id.
zioso naturale della nostra cara con-
gregazione,
che
,
e
l'oratorio
festivo
*.
I 47. __:_ ··Se il · direttore ha il vero
Non uno, ma spirito del Venerabile Padre, non si
più orat6ri. 11. m·1tera,
a
compi·ere
·1
1
voto
ard ent e
·dell'indimenticabile D. Rua, con· far
sorg~r~, ·d'intesa con.i suoi superiori se
.ancora· non ·v'é, un oratorio festivo , ac-
icanto aU';stitnto; ma ne appòggerà an-
che altri impiegando in essi e sacerdoti· e
.cht"erfri è èoadiutori, perché si esércitino
.in ciò che é parte principale dello sco-
po . della nostra congregazione.
Non dica essere· la cosa impossibile,

34.9 Page 339

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DEL D1RETT0RE SALES1ANO 335
:perché egli deve attendere . al persò-
·nale e · alla · casa ·intiera. Precisainente
per ·qùesto. vàri oratori festivi pos- Non ,·m-
sono ·essere appoggiati ad un · unico Joss,.bi"le.
:centro .di" vita salesiana, purchè il di-
rettore sappia utilizzare tutte· le forze
di .cui .può disporre con una sapiente
ed oculata direzione. Stabilito l'iri.cari-
càto deII'oratorio, che deve · avere la ·
necessaria libertà d'azione e non esser"e
troppo occupato durante la settimana,
ma neppure senza qualche speciale oc-
cupazione liella casa;come sarebbe un Con sag-
po' di scuolà od aUro, Io consigli di fre- t:,/fre-
:quente -sul da farsi, lo aiuti personal-
mente, -o a ·mezzo. ,del suo capitolo, ·e
·così dimostri di . essere · direttore .di
fatto e .n011 solo di nome.
: Dia il direttore .deUa casa ·la dovuta
importanza all'oratorio, riè. si dica, che
l'oratorio arreca sovei:-chi .incomòdi,
pe:rché buona parte del personale ' ad-
detto .. agli interni, · con: ·savia prece-
dente distribuzione, potrebbe essere a .
disposizione dell'oratorio festivo. Anzi
un zelante direttore potrebbe disporre
le cose ·!in modo· che; senza scapitò

34.10 Page 340

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MANUALE:
degli studi e deJla disciplina, anche i
convittori più grandiceJli e sicuri ven-
gano adibi~i a prestar l'opera loro ne-
gli ora.tori festivi e ciò con loro grande
vantaggio per quando saranno fuori
dalle nostre case.
. Il saper trovare e formare gli aiu-
l~~=:~ ~~ tanti deJl'oratorio festivo, anche tra
personale. i giovani che frequentano l'oratorio,
è certo un punto che presenta qual-
che difficoltà, ma é stato ·il mezzo
preferito da D. Bosco. Spetta alla pru-
denza, alle industrie, al tatto fine e
più di tutto all'amore del direttore
i'l formarli e renderli apostoli fra i
loro compagni. E vi riuscirà a mera-
Confere,,. viglia se sarà costante nel radunare a
nzaalsee.tfz'ma· breve con,;Ferenza setti.manale 1'l suo perso-
na le per determinare insieme tutto il
da farsi nell'oratorio. Potendo si pre-
ferisca tenere detta conferenza il sabato
sera, perché così il direttore p'uò già
* *Cfr. 1. L. dire a ciascuno quanto
E.
ra
D. Albe-
pp. 5-6.
l'1' ndomani.
,
deve
fare
al-
148. ,- Questo però il direttore faccia
Ma faccia a mezzo dell'incaricato dell'oratorio,

35 Pages 341-350

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35.1 Page 341

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DEL DIRETTORE SALESIANO 337
dandogli a tempo opportuno le norme per .~èzz_o
occorrenti. Perché il direttore della ~:f!.'ncar,-
casa compia il suo dovere a riguardo
de1l'oratorio festivo (o degli oratod)
non basta che ne dia l'incarico parti-
colare a qualche confratello che tenga
le sue veci presso i giovani, ma occorre
che s'interessi seriamente dell'oratorio
e diriga l'incaricato nelle molteplisi
difficoltà che può incontrare. Così tutto
procederà bene senza pericolo di dover Così s,· e-
lainentare gli inconvenienfi che sogliono v~"t~no tan-
ti znconve-
accadere ·quando gli aiutanti inferiori ,dènH.
non sanno con precisione cosa fare e
come regolarsi.
Ricordi di frequente il direttore che
l'oratorio festivo d eve · recare con sè,
all'infuori delle sue linee generali, la·
nota della varietà che attira e lega i·
giovani: in questo sta tutto il segreto
della prosperità dell'oratorio. Quando
il direttore non saprà più, a mezzo dei La nota
1,:~t_a suoi aiutanti, vestire a festa tutte le do-·
7,a-
meniche l'oratorio, o quando pur aven-
do belle iniziative, non le sa comu-
nicare ai suoi dipendenti, se ·non a ·
scatti o solo nell'ora dell'esecuzione,.
22

35.2 Page 342

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M.ANUALE
° scaNtt{. n a allora l'oratorio diverrà una l)iccola
* Cfr. id. Babele
ed i giovani cominceranno
.
,
a
p. 6.
s tancarsi e a non piu frequenta rlo *.
149. - L'oratorio ha bisogno certo
II fattore di personale e di soccorso, ma non ne
principale.
sono
essi.
.
1
pr
mc1.p
a
]
1.
f
a
t
ton..
Il
d i.re ttore
ripieno déllo spirito del nostro Vene-
rabile Padre, assetato di anime . ricco di
buona volontà, ardente di affetto e di
interessamento per i giovani, farà fi orire
a meraviglia l'oratorio anche mancando
* C fr. id·. di molte cose...* Un locale adatto, cioè,
una cappella conveniente, un vasto cor-
tile, un teatrino, attrezzi di ginnastica,
e giuochi numerosi ed attraenti, sono
certo mezzi efficacissimi p er attirare
numerosi i giovanetti agli oratori, e
perché i buoni principi, seminati nei
loro cuori, mettano profonde radici:
lo zelo tuttavia in più luoghi lo zelo del diret-
edella dbùo-nettà- tore h a suppJ1to aIl a mancanza d 1· que-
tor e.
sti mezzi. Si cominciarono degli ora-
tori in quel modo stesso che cominciò
D. Bosco al Rifugi o : una scuola od
una misera sala serviva di cappella,
mentre piccolo spazio di terreno, senza

35.3 Page 343

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DEL DIRETTORE SALESIANO 339
riparo, serviva di cortile e a tutto : sem-
brava affatto impossibile continuare, ep- Qui· ci s,·
pure i giovanetti, all ettati dalle belJe vuol bene!
maniere dei superiori accorsero nume-
rosi. L'interessamento che loro si mo-
strava, strappò dalle loro labbra queste
parole: - altrove noi troveremmo vaste
sale, ampi cortili, bei giardini, giuochi
di ogni fatta: ma amiamo meglio venir
quì ove non c'é niente, perchè sappia-
mo che ci si vuol bene *. - È proprio *Cfr. L. c.
cos'i: l'a ffetto sm· cero d e1 d 1· rettore e d e1· D42.s.R4u29app.
suoi coadiutori supplisce a molte cose.
150 - Per quanto si abbia a <lesi- Ottenere la
derare che l'oratorio sia abbondante- ~:~severan·
mente fornito di ogni sorta di como-
dità e di divertimenti al fine di accre-
scere il numero degli allievi, pure tutto dSant~ ,·n·
ustn e.
questo non deve mai essere disgiunto
dalle più industriose sollecitudini per
renderli buoni e ben fondati nella re-
ligione e nella virtù *.
*Cfr. 1 , L.
Il direttore studii più a fondo i mezzi bEe.raDp. . AI 81·.
per ottenere maggior perseveranza nel·
l'intervento dei giovani: poichè in al-
cuni luoghi si m_antiene bensì abbastan-

35.4 Page 344

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340
MANUALE
:,;a sostenuto il numero, ma essi sono per
Fm-e c k e lo più piccoli e cambiano molto, perciò
non cambi"- con i più n on si ha tempo a d are una
no.
istruzione religiosa abbastanza ampia ed
una educazione morale abbastanza soda
da poter poi mettere i giovani in grado
da tener fronte a tanti pericoli che li
incolgono col crescere dell a età e delle
passioni, e specialmente coll'entrare nei
Circolt".
centri corrotti delle ofli.cine e àelle
società. Veda perciò di fondare com-
pagnie e circoli per i grandi; di farli
aggregare adulti alle società operaie
catto1iche; di promuovere tra di loro
e facilitare l'aggregazione alla cassa di
risparmio per formJrli ;,ll'economia e
perciò alla temperanza e al. buon co-
rtC"sapasrsmaz"od.
stume
e
COS,l
p r o c u r a r s i' l ' agi·ate;.,za
e
d'
}
l
benessere. Tanto più che queste sono
istitu:zioni benevise ai nostri tempi, rac-
comandate caldamente dai Sommi Pon-·
tefici Leone XIII e Pio X e già da don
Bosco in qualche modo promosse nel-
*Cfr. L. c. l'oratorio primitivo, cosa che recò allo-
* D45.x_R4u5a2 •pp. ra un gran b ene...
I 5r. - Sorvegli in particolare· che

35.5 Page 345

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DEL DIRETTORE SALESIANO 34 C
non si propenda a dare tanta im ;)o·r- 11 catechi-
tanza alla parte musicc1le ed alla dra.m- smo.
matica, sì che ne scapitino anche i cate·
chismi. Il fine principale, principal is-
simo per cui il Venerabile Padre vuole
fondati gli orator1, è per far imparare
il catechismo ai giovani, far loro san-
tificare la festa e tenerli lontani in
detti giorni dai cattivi compagni. La ::1. ·:1!rin·
musica, il teatrino ed altri simili diver-
timenti sono mezzi e non altro; perciò,
specialmente nelle città, possono essere
utili; nei paesi talvolta non sono nep-
pur convenienti. Dove sono utili si Tutto n
;:s;:e/ possono mettere in opera, ma sempre
0
20~
con parsimonia e solo come mezzi per
attirare i gio,·ani e renderli perseve-
ranti-nel loro intervento. 'Mentre invece
il far imparare il catechismo è ·il fine
dell'oratorio, perci@ non si lasci mai Du1·ata.
e non se ne riduca il tempo. Questo
deve essere almeno di mezz'ora, senza
contare •la recita o il canto del Pater
prima, e degli Atti di Fede dopo. Anzi
neppure l'esposizione dell'esempio, do:..
ve lodevolmente' si usa, non dovrebbe
entrar,e
nella mezz'ora
.
d1
cateehhmo
*.
* Cfr. id.
PP· 1ss-1s9•

35.6 Page 346

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342
MANUALE
Si faccia metodicamente tutte le do-
meniche, e non vi siano prete"ì ti per
ometterlo. Neppure si lasci mai la
istruzione in comune, di modo che i
giovani tra il catechismo e la predica
vengano ad avere almeno un'ora di
istruzione religiosa. ·
Nè si creda che nel predicare basti dir
loro quanto si presenta alla mente: sia-
no preparate le istruzioni, ]e.spiegazioni
del Vangelo. perfino il catechismo; si
dicano loro cose adattate ai loro biso-
gni e nel modo più interessante per
la loro santificazione individuale e per
* c ir. x. L. la restaurazione di tutte le cose in
*. rEa.,
D.
p.
A7l.be-
Cristo
Gesù
isz. - E questo il direttore lo otter-
La frequen- rà con eccitate i giovani alla frequenr,_2
za ai .Sacra- dei SS Sacramenti e sopratutto della
menti.
comunione. Nè creda bastare per que-
sto _una frequenza ristretta alle prin-
cipali solennità ·d ell'anno; ma dopo
gli eccitamenti del Santo Padre Pio ~
.
di s. m. per la comunione quotidiana,
F ine mas-
,
sz·m o.
la frequenza alla s. comumone negh
oratod ~ale~iclni deve divenire un po'

35.7 Page 347

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DEL DIRETTORE SALESIANO 343
per volta domenicale. Per far ciò si ri-
chiede nel direttore un vivissimo amore
a Gesl). Sacramenta,to ed un grande
spirito di sacrificio per usare, come
.
,,
,
, 01:ni do-
D. Bosco, tutte ]e pm sante mdustne menz'ca.
nelrinvitare i giovani in particolare,
nel dar loro comodità di confessarsi
in qualunque ora de11a giornata, nel
parlare dell'anima loro e .della neces-
sità di darl.a tutta a Gesù e di nutrirla
perciò, almeno le domeniche, delle sue Me z zi· e
carni SS. Per moltiplicare le comunioni frutti'.
bisqgna disporre le cose in modo che
la messa si celebri in un'ora · conve-
niente. Sarebbe Ull' sacrificio assai gr!1~e
pei gjoyanetti ]o , star digiuni fino ad
ora assai avanzata. Per mezzo di que-
sto salutare apostolato, che dovrebbe
costituire l'occupazione primaria del
direttore, non .sarà lontano•il gio·rno in
cui . la comunione ebdomadaria costi-
tuirà la pratica della maggior parte
dei cristiani, perchè è negli oratorì
festivi che si formeranno i veri cristia-
ni. Allora l'oratorio festivo di D. Bosco
avrà conseguito il suo massimo fine e
sarà popolato non solo di ragazzetti,

35.8 Page 348

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344
MANUALE
ma di giovanotti affezionatissimi che
saranno _il nerbo delle compagnie e
dei circ->li e di tutte quelle opere di
perfezionamento che devono abbellire
l'ouatorio come i frutti la pianta. Qui
tornano a proposito le gravi parole
çle) Venerabile Padrè: « In ogni casa
e specialm·ente nell'oratorio di San
Francesco di Sales, ciascmio diasi la
massima s0llecitudine di promuovere
le piccole associazioni, come sarebbe
il piccolo clero , Lt compagnia del
SS. Sacramento, di S. Luigi, di Maria
Ausili~trice ç dell'Immacolata Conce-
zione. Niup.o abbia timore di parlarne,
raccomand·arle, favorirle; e di espOine
lo &copo, l'origine, le indulgen~e ed
altri vantaggi che da qu,~$te si pQssono
copseg1.c1 ire. lo credo cq~ tali associa-
z~oni si pos~on9 chiaµiare chiave della
-* Cfr. L. pietà, consetvqtpriq ,dei/a morale, sostegno
C. Ven. D.
··
Bosco p. u. 44lf vocazf~ni eccle#a.stz'che e religiose •.

35.9 Page 349

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X.
Moralità e pietà tra i giovani.
I 53. Memorabile pagina paterna. ( Voce pub-
blica - Siano tutte chiuse - Sale infatuato
- O castità, ,castità I - Vigile sentinella).
I 54. Quanto deve fare il direttore. ( Vieti ai
giovani di mettersi le mani addosso,- ai
· dipendenti piit ancora - Non permetta
mai - Esempio p·aterno).
I 55. Medice, cura te ipsum ! ( Sacco vuoto non
dà frumento - La luce del mondo - Nes-
suno in camera - In iscuola - In dormitorio
- Ricreazioni animate(
I 56. In guardia contro le insidie del mondo.
( Cosa incredibile ma_vera - Un fatto - Po-
tenza del nostro sistema - Oculatezza).
I 57. Nell'ordine la moralità. (Precisione, d'ora-
rio - Lo spirito salesiano in tutto - Libertà
e confidenza - Tutto tollerare, ma non mai
l'offesa di Dio).

35.10 Page 350

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158. La chiave di ogni moralità. ( Tener lontane
le letture cattive - Una pag ina d'oro -
Potenza delle letture - Rivista dei libri
- Elenco - La peste Difficoltà - Un re-
galo carissimo).
I 59. Nella scelta dei libri buoni. (Elimi7!-are z
non adatti alt'ambiente - Nelle letture
pubbliche non romanzi - Imitare in ciò
lo zelo paterno). ·
I 60. Pericoli del teatrino. (Rallegrare ed edu-
care - Recitino i giovani e non le com-
pagnie esterne - Senza restrizioni - La
tomba di · tante 1,ocazioni).
161. N<;>n moralità senza pietà. ( L'essenza del
nostro apostolato - Punti essenziali).
162 . Norme pratiche per la frequenza ai SS.
Sacramenti.

36 Pages 351-360

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36.1 Page 351

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lllll!lll!Jlllllll~llll!ll•i.11!!1!11111111MIMnlll\\llMIIIUlllllllll~Mll~ l,11nlllllAlllli.r111nw111W11!tllllllllllllNlllffllllllfllllllHlllllllllllMlllll!IIH....n""""'41!11MIMlll!1111lff!IIIII
~~\\..!r~'-.!r-i..!r~"2.F~"""1..!r~~'-.!.r
X.
Moralità e pietà tra i glovaoJ.
« Tenete sempre fermo che
la base più solida, per otte-
nere buon risultato nelle no1tre
case, dai confratelli e dai no-
stri giovani, sla nel promuo-
vere la pietà e la moralità a.
( L. C. V. RuA, p. 307).
I 53. - Il nostro Venerabile Padre Memorabi-
scri.veva 1.1 20 fe.bbra1.0 I 874: « la voce tleerpnaag.ina pa ·
pubblka talora lamenta fatti immorali
succeduti con rovina dei costumi e scan-
d al 1. or~1'b1'l'1.
E'
i
un
ma le
grand e,
e,
un bhVcoace. pub-
disastro; ed io prego il Signore a /are
in modo che le nostre case .sian(} tutte
chz,use,
pri-.ma che
,
in
es. se
su·cce.da110
so-
S t' an o
tutte c1u·u-
miglùrnti di'sgrazi'e. Non vi voglio per se.
altro nascondere che viviamo in tempi
calamitosi. Il mondo attuale, come ce
lo descrive S.. Giovanni, sta sotto il ma-
ligno, ·mundus totus in maligno positus est*. * 1. Joan.
Esso tutto vuol vedere, vuol giudicare. 5• 19·
Oltre i giudizi perversi che fa delle cose
di Dio, spesso ingrandisce le cose, spes- .
sissimo ne inventa a ·ctanno altrui. Ma

36.2 Page 352

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MANUALE
se per avventura riesce ad appoggiare
il suo giudizio sopra la realtà, immagi-
natevi che rumore, che strombazzare!
Tuttavia se con animo imparziale cer-
. . chiamo la cagione di cotesto male, per
f a~laual teo.z n- / o pm.,
trqvi.amo
che
'/
t
sa l e
di.venne
.f
in
a--
tuato, che la lucerna fu spenta, cioè che
la cessazione della santità in chi gli co-
mandava diè cagione ai disastri avve-
nuti nei suoi dipendenti. O castità, ca-
o castdà, stità! Tu sei una grande virtù. Fino a
casft'là! , tanto che n.splendera1. fra noi,, ,vale a
dire finchè i figli di S. .Francesco di
Sales ti pregieranno praticando la ri-
tiratezza, Ja modestia e la temperanza
e quanto abbiamo con 'voto promesso
a Dio, sempre tra not avrà posto glo-
~
1 iòso la moralità, e la santità dei co-
stumi, come fiaccola ardente, risplenderà
in tutte le case che dipendono da noi ».
Questi pensieri siano seriamente medi-
tati dal direttore ;r e stia sicuro ·che nulla
Vii:ile sen- di grave contro la·moralità accadrà ,n.eJla
huella. sua casa se egli sente la responsabilità
del suo ufficio e quale vigi]e sentineUa
*Cfr. L. c. sta continuamente in guardia contro· il
D. Rna p.
386.
nemico delle anime *,

36.3 Page 353

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DEL DIRETTORE SALESIANO 349
154. - - È necessario perciò che il di- ouanto d~-
rettore vz.et.z assolutamente ag1z. aIunni.d.1vdeirfetatorree.1I
mettersi le mani addosso, di tenersi Pun
l'altro per mano o di passeggiare tenen-
dosi a braccetto *. D. Bosco raccoman- * Regola-
d ava
d 1. .ev1. tare
ques t e
cose
come
c.on-
mento,
780 .
art,
trarie alla buona educazione, affine di
non mettere malizia in quei giovani,
che forse l'avevano fatto senza credere V t"eh di·
mettersi· le
di far male. Quest'avviso sia ripetuto man,· ad-
quanto e, necessari.o nel d.1scors.mo d e11 a d osso.
sera e specialmente nelle lezioni cli
buona educazione, e ne sarà molto
avvantaggiata la moralità degli allievi.
Ma ciò non basta. Vegli perchè nessu-
no dei suoi dipendenti usi tali familiarità
coi giovanetti; siano proibite le ami-
cizie particolari e qualsiasi parzialità
coi giovani alle sue cure affidati. Nelle
conferenze al personale tratti qualche -
volta della necessità di ~ortificare i
sensi, specie il senso del tatto. Vieti a
tutti di accarezzare i fanciulli, di strin- Non z,.
gere
l oro
le
mani,,
dz' passeggi,are
avvz.n-
permetta
ma,·.
colati" con loro, di palpeggiare loro le
guance o il mento, specialmente di farli
sedere sulle ginocchia. Questi atti non li

36.4 Page 354

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350
MANUALE
permetta mai nella sua casa: potreb-
bero dare pretesto ai nostri nemici di
calunniarci.ed attribuirci intenzioni che
non avevamo.
Ma anche in questo si ricordi che
. . verba 111ovenl, exempla trahunt. Il Ve-
;Ea
st
em p
,no.
1'0
nerab11e
D.
Bosco,
che
p· ur
amava
con tanto affettò i giovani, non si cre-
dette mai leçito di attirarli a con
tali mezzi, e rimproverava con molto
zelo chiunque operasse altrimenti. Il di-
rettore faccia altrettanto nell'esercizio
della sua carica, perchè anche per que-
sto lato la sua casa risponda intiera-
* Cfr id. mente a quell'ideale che se n'era for-
*. PP· 416 380,
302,
mato il nostro Fondatore
I 55 - « Si può stabilire, scrive il
Medi ee, nostro Venerabile, come principio in-
csuurma. te ip- vanab1·1e, ch. e 1a mora11· ta' degI1. a111' ev1.
dipende da chi li ammaestra e li dirige.
Chi non ha non può dare, dice il pro-
verbio. Un sacco vuoto non può dare
frumento, nè un fiasco pieno di feccia
Sacco i•uo- mettere buon vino. Laonde prima di
to no11 d4
frumento.
fare
da
maestn.
ag I
.
l
a l t n.,
e,
.d
lil
.1spen-
sàbile che 11.oi possediam·o quello che

36.5 Page 355

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DEL DIRETTORE SALESIANO 351
agli altri vogliamo insegnare. Son chiare
le parole del divin Maestro: voi siete la
luce del mondo: questa luce, ossia il
buon esempio, deve rispl endere in faccia
a tutti gli uomini, affinchè vedendosi da
tutti le vostre opere buone siano in certo
mod O
tratti,
anch'essi.
a
segu1·rv1.
e
, La l u e e
COSl del mon d o.
glorificare il Padre comune ch'é nei
cieli ». Perciò il direttore non si stanchi
dall'inculcare. a tutti i suoi dipendenti
di regolare la loro condotta in modo che
nessuno degli ali ievi loro possa gettar
in faccia il n o to proverbio: medice, cura
te t"psum I
E sig a da i maestri ed assistenti che non
lascino mai entrare gH allievi nella loro N esrnno
camera o cella, ed evitino di farsi da ù, camera.
loro servire in qualunque modo, nè mai·
rimangano con uno scolaro solo nella scuo-
la sotto pretesto di" farg li redtare la lezio- N è ,·n ,·.
ne
o
di.
a,Ja
r
g
t
qualehe
avvi.so,·
cose
tutte
scuola.
che deve pur esigere dai maestri d'arte
e dai sorveglianti dei laboratori, il di-
rettore che avesse scuole professionali.
Delicatissimo poi é l'uffizio degli as-
sistenti dei d ormitori, i quali uon dovreb-
bero mai· accostarsi al letto degli" alunni, se

36.6 Page 356

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MANUALE
non per prestare un'opera di carità ur-
N e,· dor- gente a chi si sentisse male. Il direttore
m,·ton'. li ammaestri a tutto ved"ere senza la-
sciarsi andare a sguardi indiscreti ed
impedire ogni inconveniente più coll a
di~nità e serietà del loro contegno, che
coll'esercizio dell'autorità. Nè dimen-
tichi che sarà bandito ogni discorso
cattivo ed ogni atto immorale, se si man-
tengono in fior e presso di noi quellè
. . ricreazioni in cui si giuoca e si corre,
R1cr eaz10-
,.,. animate
ove
.
l
saIesi.an1.
(anch e
l.1 d.irettore
per
quanto è p ossibile) secondo le antiche'
tradizioni prendono viva parte ai tra-'
stulli degli alunni. Che pensare delle
ricreazioni durante le quali i giovani
stanno riuniti iri vari crocchi e gli
assistenti fanno conversazione tra di
loro? Non creda di sbagliare il diret-
tore pensando che ne sarà assai con·
* Cfr. id. tento il demonio, ma ne piangeranno
PP· 387-389. gli angel~ custodi *.·
156 - Per meglio comprendere la
In guar~ia massima importanza di queste norme
contro le in-
sid_ie.
precettive rammenti
d.1 spesso
1.1 d u. et-·
torea sè e ai suoi collaboratori la gran-

36.7 Page 357

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DEL DIRETTORE SALESIANO 353
de malizia del mondo e quanto si deb-
ba stare in guardia contro le sue insidie.
Talora possono essere affidati alle no ·
stre cure giovanetti collo scopo preciso
di insidiare alla virtù degli educatori
e poi accusarli. Par_ cosa incredibile, ma
pur è vera. Furono condotti ad uno dei
'
C os a ù t-
nostri collegi due fratelli che, fin dal ,redz"hi le,
primo.giorno, si segnalarono per la loro ma vera.
cattiva condotta, per la loro ignoranza
in fatto di religione e per la loro av-
ver:sione ad ogni pratica di pietà. Per
buona ventura incontrarono un diret-
tore che, formato alla scuola del Ve- Un f atto.
nerabile D. Bosco, s'avvide subito es-,
sere quella una propizia occasione di
strappare due anime al demonio. For-
tunata.mente egli si vide compreso e
secondato con molto zelo dai maestri
ed assistenti, che senza mai ::-corag-
giarsi delle. difficoltà si proposero di
raddrizzare quelle due pianticelle sì
male inclinate. Dio benedisse i loro
sforzi, e così riuscirono poco a poco a
trasformare quei due piccoli scapestrati.
Poco alla volta i due collegiali prese"ro
gusto allo studio, s'affezionarono ai loro
23

36.8 Page 358

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354
. MANUALE
superiori, e seguendo l'esempio dei
Poten z a compagni cominciarono a frequentare
:::1en,::S:1-:_ anch'ess i. i Santi Sacramenti. Fu allora
duca#v o. che gustarono la gioia d'una coscienza
tranquilla, gioia che quindi· in poi tra-
spirava perfino sulle loro fronti aperte,
sui loro volti, si direbbe, quasi trasfi-
gura ti. Venne poi il momento di lasciare·
il collegio e d.i recarsi in famiglia per
le vacanze autunnali. Il maggiore nel
congedarsi dal direttore, lo ringraziò
sentitamente della carità usatagli; poi,
versando lagrime abbondanti, soggiunse
che Iion sapeva come perdonare a suo
padre là colpa orrenda che aveva com-
messa. Ed incoraggiato dal superiore
continuò svelando come l'indegno ge-
nitore, uomo senza religione e moralità,!
avesse mandato lui ed il fratello in
collegio, raccomandando loro di ado-
perare ogni arte per indurre i maestri
ed assistenti ad usare loro sevizie e
più ancora commettere atti contro la
moralità. Era quindi intento di quel
malvagio accusarli alla giustizia, tra-
Ocu la tez·
za.
scmarli
davanti· ai
tn.bunah.,
menar~
alto scalpore contro i religiosi ed i

36.9 Page 359

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DEL DIRETTORF. SALESIANO 355
sacerdoti e ,poi spillarne una bella
somma di denaro; I suoi disegni an-
darono falliti mercè la carità . e lo
zelo di quei figli di D. Bosco...
Questo ed al.tri fatti somiglianti di-
cono abbastanza - chiaramente chè per
quanto
rett?re,
sia grande la vigilanza· del
non sarà mai troppa *.
di-
* Cfr. id.
pp. 889-391.
157. - Quanto maggiore è l'ordine Nell'ordine
ne11,.isti.tuto .e
la
regolan.ta,
d.
1
vi.ta
nei. ·la
moralità.
superiori e tanto più sicuramente si
mantiene la moralità . in mezzo ai gio-
.vani. Perciò il direttore esiga con mano .
.
Precz"sz"one
ferma la precisione dell'orario, ·la pun- d'orano.
tualità di ciascuno al proprio ufficio e
le ricreazioni animate cui prendono par..
te e assistenti e maestri *. Usi assidua * Cfr. De-
e solerte
sorveg1i.anza
nel
d orm.ito.no;
liberazioni
primi 6 Cap.
nella chiesa nella scuola nello studio Gen. 0 457·
,
'
' 458, 471.
nella ricreazione e nelle passeggiate.
Faccia che da per tutto regni loispiri-
to salesiano, che il Venerabile Padre co- Lo spù·z'fo
sì riassumeva .in una sua lettera del 10 ::':,:;~~~,·o
agosto I 885: «Vorrei ·io stesso venire a
farvi ~na conferenza sullo spirito sale-
siano, che deve animare e guidare le no-

36.10 Page 360

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MANUALE
stre azioni ed ogni nostro discorso; non
potendolo, incarico te, d'inculcare a tut-
ti che il sistema preventivo sia proprio
di noi. Non mai castighi penali; non
mai parole umilianti, non rimproveri se-
veri in presenza altrui. Nelle classi suo-
ni la parola dolcezza, carità e pazienza.
Non mai parole mordact', non mai· uno
schiaffo grave o leggero. Si faccia uso
dei castigi negativi, e sempre in modo
che coloro i quali restano così avvisati,
divéntino amici nostri più di prima, e
non partano mai avviliti da noi... Siano
L i bertà e tollerate le cose che non sono d_i nostro
confidenza gusto o che sono penibili e spiacenti.
-
Ogni salesiano si faccia amico di tutti,
non cerchi mai di far la vendetta, sia
facile a perdonare, non richiami le cose
già una volta perdonate... La dokezza
nel parlare, nell'operare, nell'avvisare
guadagna tutto e tutti•.. Dare a tutti
*Cfr. Lett. molta libertà e confidenza * ». Ljbertà e
Mens. 105. confidenza sì, ma non mai disgiunte da
quel decoro misto ad affabilità, che
esclude ogni atto inurbano od anc,he
solo alquanto triviale.
Il direttore tolleri tutto, vivacità,

37 Pages 361-370

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37.1 Page 361

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DEL DIRETTORE SALESIANO 357
insolenza, sbadataggine, nia non l'offesa
di Dio e in particolar modo il · vizio Tol le rz'
contrario alla purità. Il diretto-re vegli ~:: '1?~ffe~
affinchè nessuno dei nostri, col pretesto sa di l.Jz'o.
di mettere in guardia contro futuri
pericoli, o nella scuola o nelle predi-
che o nelle conferenze, spieghi aperta-
mente ai giovani certe cose d'indole
delicata, le quali non è della loro 'età
il conoscere. Simili istruzioni non de-
vono darsi da noi, specialmente in
pubblica adunanza. Se taluno mostras-
se d'avere speciali bisogni al riguardo
s'esorti bellamente a ricorrere al con-
fessore. Quindi tenga lontani i cattivi
discorsi, i libri cattivi, le figure cat-
tive. Ed è cattivo tutto ci('> che è peri-
coloso e pa_ssionale, che distoglie dagli
studi, eccita le passioni nascenti e non * Cfr. Re-
è conveniente all'età, al luogo e alla golamento
vocazione*.
per le case,
314.
158. - Vegli attentamente perchè La chiave
non s,.mtrod ucano neIl a casa I etture drai liogn. i mo-
pericolose, contrarie alla moralit;t od
ai sani principi di religione e di pietà,
di cui devono essere informati i cuori

37.2 Page 362

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MANUALE
dei nostri dipendenti ed allievi ·per
<I"iuscire veri educatori della gioventù
*Cf\\". i. c. e . buoni cristiani *. « È questo,. lasciò
~-. Ruà P· scritto il Venerabile, un punto impor-
tantissimo, dal quale può dipendere la
, . s-alute dei nostri allievi..... Le prime
impressioni ·che ricevono le menti ver-
Tener !on- gini e .i . teneri cuori dei giovanetti,
tfat'vnee lleetctaut-- d ur·ano . tutto 1'}· tempo d e}la 'loro vi.ta;
n.
· e i ·libri oggigiorno sono una delle
cause ·principa li di queste. La lettura
· · ha· per essi una . vivissima attrattiva
•sollecitandola loro smaniosa curiosità,
.' e ·da questo ., dipende · moltissime volte
la : scelta-definitiva ·che fanno, del bene
·o del male. I nemici del1e anime co-
noscono ·la potenza: di. quest'armà e
(! na f a - l'esperienzà insegna quanto sappiano
gt na d 'oro.
..
_
scelleratamente adbperarla a danno
dell'innocenza ...
> Quindi tocca a noi opporre armi ad
armi; strappare dalle mani dei giovani
. Po t-e n za il , veleno, che i'empietà e l'immoralità
de ll
tur~.
e
·l
.
et-
.
1or
o
presenta: ·a1'l'1bn.
catt1.v1.
opporre
· libri buoni. Guai a noi se dormissimo
mentre l'uomo :' nemico · veglia: conti-
p.µamente per semhiare la zizz~nia !

37.3 Page 363

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DEL DIRETTORE SALESIANO 359
» Perciò fin ·dal principio dell'anno
scolastico il direttore metta in pratica
ciò che le regole prescrivono: faccia Riv ista
cioè osservare attentamente quali libri dei lihri .
réchino con sé i giovani nell'entrare in
collegio, destinando se fa d'uopo, una
persona ad ispezionare bauli ed involti.
Oltre a ciò imponga ai giovani di ifare
l'elenco coscienzioso. di ogni loro libro Elenco.
e di presentarlo .al Superiore. Questa
misura non sarà stiperflua, sia perchè
si potrà esaminare meglio, se qualche
libro rimane inosservato, sia perchè
conc;ervandosi questi elenchi, potranno
in data circostanza servire per regola
d'azione, contro chi maliziosamente
avesse celato. qualche libro cattivo.
» Simile vigilanza continui tutto l'an-
no, sia comandando -agli allievi di con-
segnare ogni libro nuovo che acqui-
stassero lungo il corso scolastico, o che,
fosse introdotto dai parenti, amici e
condiscepoli esterni; sia osservando che
per ignoranza o per malizia, non siano
fatti avere ai giovani pàcchi involti in
giornali pessimi: sia col fare p·rudenti
perquisizioni in istudio, · in camerata,

37.4 Page 364

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MANUALE '
in iscuola. Le diligenze usate a questo
fine non saranno mai troppe. Faccia
eziandio osservare dai maestri ed assi-
stenti che cosa si legge in chiesa, o
in ricreazione, in iscuola o nello studio.
I vocabolari non purgati sono pure da
eliminarsi. Per tanti giovani sono il
prindpio della malizia, delle insidie
dei cattivi compagni. Un libro cattivo
è una peste -che ammorba molti gio-
La p este. vani. Il direttore stimi di aver ottenuto
,una buona ventura quando riesce a
togliere di mano a qualche allievo uno
di questi libri.·
» Pur troppo che i giovani possessori
di questi si prestano ben difficilmente
all'obbedienza, e ricorrono ad ogni astu-
zia per nasconderli. Il direttore deve
lottare contro l'avarizia, la curiosità,
]a paura del castigo, il rispetto umano,
le passioni sbrigliate. Veda perciò di
conquistare il cuore dei giovani per-
D iificolfà .
,
suadendoli colla dolcezza. Piu volte
all'anno, dal pulpito, alla sera, nelle
scuole trattar l'argomento dei libri cat-
tivi, far vedere i danni che d a questi
derivano; persuadere i giovani che non

37.5 Page 365

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DEL DIRETTORE SALESIANO 361
si vuol altro fuorchè la salute delle
anime loro, che noi dopo Dio amiamo
sopra ogni altra cosa. Non si usi rigore
se non nel caso che un giovane fosse
di rovina agli altri. Se uno consegnasse
nn libro cattivo ad anno avanzato, dis-
simuli anche la passata disubbidienza, c~::i.s;::n:~0
ed accetti quel libro come un carissi-
mo regalo. Tanto più che talora può
essere il confessore che gli ha prescrit-
ta simile consegna, e sarebbe impru-
denza cercare più in là. La conosciuta
benignità del direttore indurrà anche i
compagni alla denunzia di chi nascon-
desse simili libri. Scoperto però un
libro proibito dalJa chiesa o immorale,
si consegni subito alle fiamme. Si sono
visti libri, tolti ai giovani e conservati;
riuscir di rovina a preti e a chierici.
Così operando il direttore, i libri cattivi
non entreranno nella sua casa, ovvero
entrati saranno presto distrutti * ».
*Cfr. L. c.
S1. 1. mpn.ma b ene 1. n mente questa sVceon, .PD.Bios--
splendida pagina della più fina pedago- 1
gia morale, scritta dal Venerabile, nella
festa di tutti i Santi del 1884, ed avrà
in mano la chiave di ogni moralità.

37.6 Page 366

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MANU AL~
159 - Ma oltre i libri cattivi è ne-
N_ella s~el~a cessario che il direttore tenga d'occhio
de1buonih-
bri.
certi
a l tn..
11.bn., ..1 qua11.,. benehe'
b uoni
o iq.different.i in sè, pure possono riu-
scire di pericolo, perchè non conve-
nienti. aJI'età, al luogo, agli studi, alle
·• Elimt"nz" inclinazioni, alle passioni nascenti, alla
non adatti"
-
a t l ' a m. vocazione. Questi pure si debbono eli-
bi"ente. mmare. I n quanto a1. 11·bn. onesti. ed
ameni, se si potessero escludere, ne ver-
rebb~ un gran vantaggio per il pro-
fitto .nello studio....: Essendo però oggi-
giorno ;quasi irrefrenabile la smania di
legg~re, veda il direttore di escludere
almeno quelli che scaldano troppo le
p::issioni o hmmaginazione.
Per ciò che spetta alle letture fatte
Nelle let- in .comune nei r efettori, nelle camerate
ture pub-
blz"che n_on e nella sala di studio, il direttore non
1'omanz t. permetta mais1leggano li. bnche non
siano approvati da lui, e siano esclusi
* Cfr. L. i romanzi di qualunque genere essi siano... *
C. Ven. D.
Bosco; pp. Sono queste le norme precettive lascia-
17.18· teci dal Venerabile Fondatore, e .non
meriterebbe più. il nome di suo figlio
il direttore che le trascurasse sotto
pretesto eh ~ j tempi sop.o cambiati. Si

37.7 Page 367

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DEL DIRETTORE SALESIANO 363
ricordi ·il direttore delle ·sollecite cure
Imt"fare lo
che adoperava il buon Padre per som- zelo fater-
1
ministrare alla gioventù, ed in generale no.
·al popolo cristiano, il pascolo di buone
letture e. distorglierl i dai pascoli .vele- ·
,nosi di libri immorali, di -lettur:e ·irre- ··
ligiose e di autori che, per , amore di
novità o per qualsiasi altro ·motivo, cer-
cano scalzare ogni principi0 di auto-
rità religiosa, civile e sociale. Le Letture
Cattoliche, la Bibliotéca della_:gioventù 'ita- -
· liana; gli !autori classici latt'm" purgati, e
tante altre.ottime pubblicazioni proprie
ed altrui, lo . stesso impianto di vari'e
tipografie editrici, sono altrettante prove
del suo zelo per impedire lo strazio delle
anime che .va facendo la stamp.a im-
morale ed irreligiosa. Si adopri adunque
il· direttore a calcare le sue pedate, a
vantaggio della gioventù e del perso-
nale affidato alle sue cure, c.oWallonta-
nare dal suo istituto le pericolose Jet- * Òr. L.
ture , *.
·
C. D. Rua,
p. 18• .
·160. - La sua sorveglianza si deve Pericoli del
·necessari.amente estendere anche al tea- teatrino.
trino·; ~iacchè se vi~n faHo i;eçondo l('.:

37.8 Page 368

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MANUALE
regole della morale cristiana, può tor-
nare di grande vantaggio alla gioventl),
mentre, dimenticando tali regole, po-
* Cfr. De- trebbe riuscire di grave danno, * come
liberazioni
,,
dei primi 6 purtroppo s'e gia dovuto lamentare in
Ca ratp.
.
47
Ge
2.
n.
q u a Ic h e
casa.
In
esso
non
si·
a b b i·a
aItro
di mira che moralmente rallegrare, i-
struire ed educare gli allievi. Perciò la
vigilanza del direttore si estenda alla
Rallegra- materia da rappresentarsi, alle cose da
re ed edu-
care.
esclud ers1.,
l
é;l
contegno
d egh.
atton. e a
quello degli spettatori, seguendo le nor-
me stabilite ne] regol amento per ·le
* Cfr. id. case*. - Perchè .il teatrino sia istrut-
473 ·
tivo siano i giovani della casa, coadiu-
vati dai confratelli, che devono recitare~
e non le compagnie esterne, anche se
form ate da ex-allievi; ciò riesce più co-
modo è vero, ma distrugge lo scopo
impresso dal nostro Fondatore al tea-
trino. Le compagnie filodrammatiche
Recz"t /n q
giova n
e
esterne
s1ano per l'oratono
r1estivo.
pn oang lne1_ceome-- Ciò non tooo-Ii e che ·si possa p ermettere
st erne . loro qualche recita anche p er l' istituto
ed i suoi benefattori; però il direttore
tenga ben a mente che noi non siamo
una compagnia teatrale per cavarne dei

37.9 Page 369

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DEL DIRETTORE SALESIANO .)65
profitti materiali. Piuttosto che ne ab-
bia a scapitare il fine della nostra
missione e venir meno lo spirito sale-
siano nella sua casa, il direttore so-
spenda qualsiasi rappresentazione~ E-
siga dal capo teatrino che si osser-
v1. no
senza
restrz,zi,om, Ie
sapi,enti,
norme
S enza 1•e-
strz"z,.onz".
lasciate dal Venerabile intorno alla
materia adatta e alle cose da esclu-
dersi.
Tali norme devono pure esser appli-
cate alle rappresentazioni cinemato-
grafiche; il direttore anzi usi una vigi-
lanza particola-re· e sia inesorabile nel-
Fescludere tutto quello che può tornare
nocivo ai nostri alunni. Non vale il pre-
testo che di fuori i giovani ne vedono
d'ogni sorta: anche al tempo di D. Bo-
sco succedeva ciò, ma egli appunto per
questo si oppose con tutte le sue forze
al dilagare del male. Se il nostro buon
Padre vivesse al presente non permet-
terebbe certo di seguire l'andazzo del
mondo lasciando che nei nostri cine-
matografi si adoperino certe pellicole, La tomba
che sono la tomba di tante innocenze di" 1 a n ~ e
'V OC(1, Z l01ll,
e vocazioni ! Oh! la grave respon-

37.10 Page 370

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MANUALE
sabilità :del direttore .che con legge-
rezza non va tanto pel sottile. in que-
ste cose I
16 r. - Ma tutto· questo che siamo
Non mora- venuti accennando sono mezzi pura-
I i senza
pietà. ·
.mente
negat1v1
per
conservare
la
mo-, ·
ralità nei giovani, e . non raggiungereb-.
bero il fine se il direttore non fa in
pari tempo fiorire la pietà nella casa.
L' essenza È questo . il -punto capitale, perchè . la
del nostro
,,
apostolato. pieta e l'essenza del nostro apostolato
tra la gioventù.
Oltre :a -, quanto s'è già detto altrove
a questo riguardo, il direttore non si
stanchi mai dallo stimolare i .suoi gio-
vani a fare bene.e con spirito di fede: -
a) le preghiere del mattino e della sera
Pu1~h _es- da recitarsi. be1:1e e tutte com'è prescritto~
S P.ll Zt alt.
le pratiche di pietà se so~o fatte come
si deve, non annoiano punto;:--b) la Co-
mun ione ben fatta, frequente e per
quanto si può quotidiana, essendo que-
sto .il desiderio di Gesù, della .Chiesa
e dei superiori; - e) le visite a Gesù
Sacramentato e a Maria SS. Ausi-
liatrice, che devono essere inculcate,

38 Pages 371-380

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38.1 Page 371

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DEL DIRETTORE SALESIANO 367
dirette, protette di buon accordo dai
vari superiori della ca_sa; - d) · ad
ascriversi àlle varie compagnie· e a
essere assai divoti di Maria SS. Ausi-
· lia trice e d el S. Cuore di Gesù, spe-
cialmente nelle due pratiche più diffuse
*Cf
1.
L ett.
dei Nove -Uffici' e della Guardia d'Onore*: Mens. 88.
162. - - Ma il direttore abbia sopra-· Norme prà-
tutto
una
santa
amb1. z.10ne
d'
1
co
nser-·
tiche per
frequenza
la
ai
vare a1 suo co11eg1.0 .quel carattere per Sacramenti.
cui gli istituti salesiani andarono ognora
distinti da molti altri, cioè la frequenza
dei SS. Sacramenti. Sopra questo punto
abbia presente le seguenti norme:
I. Non si obblighi'no i· giovani, scrive-
va D. Bosco, alla frequen za dei Sacramenti',
ma soltanto si ù1coraggi.no e si porga loro
comodità di approfittarne.
2 . Nelle istruzioni, nei tridui e nelle
novene, specialmente in sul cominciare
dell'anno scolastico, si insegni agli alun-
ni ad accostarsi convenientemente alla
confessione: si faccia rilevare (così D.
Bosco) la bellezza, la grandezza, la santità
di quella religz'one che propone dei· mezzi'
così f acz'lz', così utz'li alla dvzle sodetà,

38.2 Page 372

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MANUALE
alla tranquillità - del cuore, alla salvezza
delle anime.
3. Procuri che il confessore si trovi
ogni mattina al suo posto per accogliere
coloro che desiderassero confessarsi.
Esorti caldamente i giovani a non ri-
\\Ilanere neppur un'ora coJ peccato nel
cuore, ma a rigettarlo subito lungi da
sé, come farebbero se si accorgessero
d'avere un serpe nel seno: tamquam a
* Ecci. 23, f ade colubri·, f uge peccatum *.
2
4. Ricordi a sè e ai suni confratelJi
che a noi sacerdoti fu conferito auto-
rità sul Corpo reale e sul corpo mistico
di Gesù Cristo. Perciò come nella Messa
stringiamo fra le mani il Corpo Sa-
cratissimo di Gesù, così nella Confes-
sione abbiamo tra mano le bilancie della
t. 1;.\\ ~a~a: sua giustizia e le chiavi dei cieli. Perciò
Cfr. c. videte quid faciatù; non e11im horninis
D. Rua pp.
193-194.
e.xercetis
judict.um,
sed
Dei"
*

38.3 Page 373

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XI.
Relazioni cogli esterni.
163. Carità e cort~sia con \\utti. (Le · varie r e-
lazioni - Fine di esse - Non sprecare il
tempo 'l:l.el_le inittili) ,. .•.. . 1
·164. La buona èducazione. ( N~n vane cerimo-
nie .- Ma .amor~ del .prossimo · -1,Quan_to
,.. m;cessaria - R ender tutti cq.ntentt:,- . S egno
di dignità) .
.165. l :'.nostri fondatori , (Con l'esempio pii't
, eh(! .con la pa-rola -:, Coltura dell'anima
-.\\Spog#arsi delle infermità dell'anima}.
io6. Relazioni 'con le ~-uto~ità. ( Pri:,,za v isita
- Parco ne/le . pr'01m1sse ,:- .saper ·cogliere
le occasioni - Il maestro - Parlarne in
bene - Con le autorità scolastiche).
167. Coi parenti dei giovani. ( Perchè hanno
posto il .figlio in colleg io - .È' parte pro-
pria del direttore - Si guadagni il cuore
Quando deve dare informazioni non
buone - Circa le dispense - R elazioni epi-
stolari).
24

38.4 Page 374

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s
· 168. Con le persone benefattrici del Collegio.
( Sono gli ex-allievi divenuti Cooperatori
- Si tenga in relazioni cordiqli - Nelle
liete e tristi v icende della vita).
169. La Pia Unione dei Cooperatori..( Primor-
di - Regolamento - Predizione paterna).
170. Mirabile espansione. ( Autografo di Pio X
- Nuovif<rVori - Nelle mani del direttore).
I 71. Mezzi per farla fiori:-e. ( Inscrivere gH
ex-allie:vi - Game fare - Bollettino Sale-
siano - Lo faccia amare fin dal collegio
- Lo faccia spedire alle famiglie - In-
viti alle feste del collegio - Conferenze).
I 72. Altre norme importanti.

38.5 Page 375

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;IIIIII. IIIIIMlllllllllllfUIIIIIUlil!IIIINIHIIIIIIIHIHIIHHUIMMlll11HUIUIIIIIIIIIIIMIIIUt111111111111111Nl~IIIIUINlllllll1$1~itlM,W1UlllnllHIIII.IIIIIHIIIHHH1UUIIQIIHIIIIIIIHllblll!lni
~ " ì . . ! . r ì . . . . ! . r ~ \\ . . . ! F ~ - t _ ! . r " " " l . . ! r " " " ' t . . ! . r " " " t ! . r - " t . . ! . . r ~ -..,.y-
XI.
Relazioni cogli esterni.
e La carità e la cortesia'
siano le note caratteristi-·
che del direttore tanto ver-
so gli interni, quanto verso
gli esterni.
(Ven. D. Bosco, Rz"c.
Con/.)
163. - Il direttore è il capo dal Car i.tà e
quale
tutto
di.pende
e
al
quale
tutto
s1
cortesia
tutti.
con
riferisce: deve quindi trovarsi in rela-
zione non solo coi confratelli e giovani,
ai quali, come s'è detto, deve consa-
crare tutte le sue migliori energie, ma
eziandio con le persone _estranee al-
l'istituto. Egli deve trattare con le au-
torità, civili ed ecclesiastiche, coi pa-
renti dei giovani, coi nostri Cooperatori,
specie con ·quelli che già furono allievi
.
Le va1· 1e
del suo collegio, con le Cooperatrici ,·elazz"om·.
del luogo e con ogni sorta di persone.
IJ Venerabile Padre riassume in due
parole le regole che devono guidare
il direttore in queste multiple relazioni:

38.6 Page 376

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37 2 ·
MANUALE
carità e cortesia con tutti! La cortesia
nei modi e la carità nel fine: Ja prima
è il fiore della buona educazione, ma
F z"ne a,· non ha valore se. nza la seconda. Perciò
esse.
il direttore l b1- ogni relazione deve mi-
rare al vero bene che è la gloria di
Dio e la -salvezza delle anime: può certo
avere .altri fin,i · nelle sue varie rela-
zioni, ma devono esser tutti secondari
e convergenti aJ primario. Deve quin-
di interdire a se stesso qualsiasi rela-
zione cogli esterni èhe sia unicamente
informata alla mondanità, alla reciproca
gimpatia o alla piacevolezza del con-
versare, perchè · dove non _viè da fare
del bene, non conviene al religioso spre-
No 11 spre-
care il tem-
care
i. l
.
propno
tempo,
•,
perc10
veda
.
d1
p o nelle
mtlz"lt".
z"- sb n.garsene
con
la
massm. 1a
solleci.tu-
dine ed urbanità. Poche parole d.ette
eon ogni gentilezza e fermezza liberano
facilmente dà certi noiosi perditempo
che più si lasciano dire e più ne hanno,
però senza alcun ·costrutto.
164. --.- Ma perchè possa rendere sa-
la buona e- lutari tutte .le sue rela ;doni procuri- il
ducazione. d.iretto:re d.1 essere .comp1, to e bene

38.7 Page 377

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DEL DIRETTORE · SALESIANO 37 3
educato in ogni ·suò atto. Si ricordi· che
la ·buona ·educazione non consiste · già
in una serie di vàne cerimonie e di in-
chini più o meno ·aggraziati, e neppure
nel.Je facezie : o spiritosit~t di; cattivo ·
gusto che i mondani sogliono usare pe'r
attirarsi -il favore degli uomini; ma nella
sincera espressione esterna dei sensi di
umiltà, di abnegazione e di beilevoleriza
che egli deve nutrire per tutti. La .buu-
na· educazione è modestia, umiltà, d0- Ma amon
minio di se st'esso, · prontezza ·al sacri: ~; prossi-
ficio; insomma. amore ,del' prl)ssimo nel
più ampio senso dell a parola. Le per"!
sone profondamente religiose e di co-
stumi pttri sono solitamente educate,
perchè posseggono queste virtù. Ora
quanto più lo deve essere il religioso, Quan t o
sopratutto se preposto al governo della nec_c'fS{!,f;t/t ·,
comunità I Sia perciò con -le persone
''' ·; '
gentile e cortese: mostri loro la propria
stima con le parole e con le , opere;,
non le offenda e non le comprometta;
anzi ·sia semprè pronto al sacrifizio ·per .
far loro ·del ·bene: se occorre ,dimen~·
tichi se stesso ed i suoi meriti per ri-
conoscere quelli degli altri e metterli

38.8 Page 378

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r
374
MANUALE
in rilievo: rinunzi ai propri comodi pel
Ren de,. vantaggio altrui, alle proprie opinioni,
~'::t~-.z·con- per associarsi aJle altrui; insomma si
comporli col prossimo in modo che
questi rimanga di lui edificato e con-
tento.
Approfondisca queste norme ·sopra
qualche trattato di buona ·educazione (1)
e le p·ratichi anche nelle discussioni,
nell'ammonire1 nel castìgare, e special-
mente con quelli che sono scortesi con
lui. Ricordi che è difficile esser troppo
educati e ché la buona educazione; men-
S egn o d z"
d r"gm'tà·.
tr.e
e,
un
mezzo
potente. per
la ,form, a-
zione del carattere negli inferiori, è
segno di vera dignità nel superiore.
·165. - L'attività con cui la nostra
I nostri fon- pia Società s'è data al ·lavoro e la sua
datori. mi.rab"1le espansi.one forse c1. h a fatto
finora mettere un po' ·da parte questo
punto capitale per accontentarci del
puro necessario, cio è, l'allontanamento
dalle ahitudini più1 cattive ed il buon
esito negli studi. Al Venerabile Padre

38.9 Page 379

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DEL DlRET'l'ORÉ SALESIANO 375
f! così pute> aWinditttenticabile D..- Rù:t
§tava sontttì,ìmentei a c.'l.iore la l:iuònà
èdlicazione dei foro sudditi-~ ·con.ftate:l~
.
Con
l'
li 'e gfdvani; ;...._ ma, essendo- ~ssi Còll- sempz'o Pt'ù
·
sumatt
n_eue·
•,
v-irtu
-••
téhg1-0-S'ef la
• J cke con
mcu ca- parola.
la
0
vano 1)iÙ con l'é-Semipi01 che éOD la
pa:ròfa, e: tùft!'al JJiÙ. si' accoritentav·arto
di ric'bi.fma:trla di quàndo in qU'àndd
con qtia'k'he motto all'à:tténzione dei
sod. Se i4 dfrettore farà ufio studio
specfalè' ·per imbe-versi del· loro spidto
praticando éort' industtìosa f.èdeltà. te
regòle e norm~ ra~eoJté.' in qtié'sto
manuafè ~ l,é quali;. lo: ripètiamo; sano
ptèsSoc-hè tuttè t'lsdtè, se non létteral-
mente· certò• neUa &os-tattzà, dalla- me~
te, d a-t ·cuore e dalla·· penna dei nostri
grandi' fondé.H0ri -- égli: sarà· senzcÈ dub-
bio bene educato in ogni minimo atto
deÌla -sua ·vita. ·
·· Pet · roteir <mnservàrsi' al govètno
degli · altri, il d-ìretrore dleve studiarsi
di perfeziònare ··,ji carattere o temJ>e·-
ramento che sortì dalla natura:, eque- Coltura
. sto solo-- lo può ; ,are medfante l'ddit- dell'(J.Jtùna
cazione di se· stesso,. : budna: Mµca...
xione quindi ·altro non è che .una

38.10 Page 380

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J.76 ,:,., · 1 MANUALE
djligen:te colt,ura· de!Panima con.Ia ·quale
si .idà lutne ·· all'intelletto;· imperio alla
ragione, ..termini alla v.:olontà, freno agli
affetti, regole .·~aU.e aizioni ·e -gagliardìa
., al · corpo: i frutti che il direttore• può
ccmdur.e .alla maturità con Vassiduo
studio:.della ·perfezione religiosa che '.ha
abbraocia ta. «.d!h,11ero superiore, dice
Seneca, è rquello che si . è spogliato di
tutte le infermità dell'anima». E questo
è qq.anto· deve · fare il- buon religio:so, il
quale·quanto ,più..crescerà ,in perfezione .
S f,o;rha rsz' e -: tan:to più .. sarà · an1.;lie ben educat0r
f:,.',/u~/'Je Per,.:;iò non.sarà mai inculca:to abbastan-,
l'anùna. za ·quanto importi -al direttore ~formare .
il ,.,propriQ; carattere col 0.m0derare ,,le
sue passioni fe.,bellamente qangiarle un
po' .a1la volta in m.ateria pur.a rdi· v,irt-Ù,
166. - Accennati questi princip1,
. Relazioni diciamo qualche· parola suL modo, di
rciotAn .le auto- d1' portars1. d· el · d1' rettor-e neIl e .vari.e re.. ·
· lazioni-. _Le ·prime · di queste son<.J,con
le autorità sì religiose, che,:"CiviHf -<i-el .
luogo in°cui sorge l!i$.titut.o .:affidato aUe.::
su.:e cure.-Una· d.elle sue .·.prime -c\\,1:1'.e -sfa -
di tiecarsi ad oss.equiarle, fac.endosi po$;; ·

39 Pages 381-390

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39.1 Page 381

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DEL DIRETTORE · SALESIANO 377
sibilmente pre:;entare ·dal suo anteces-
sore od almeno da alcuno dei ·superiori P rz'ma vi·
anziani delfa casa. Con un far umile; sd a.
ma franco ·e senza servilismo, mariifes ti
la sua· sincera deferenza per l'autorità
di cui sono investiti, e quanto speri nel
loro sincero appoggio per la floridezza
del suo istituto. Si dica pronto ·a pre-
stare· volontieri · l'opera· sua quando
possa in qualche modo esse'r ·utile, pur-
chè_non ne venga impediménto 'ai suoi Parco nel-
doven.. E questo si.a ·d etto speci.aJmente lepromess11
a riguardo delle autorità ecclesiastiche,
per quanto riguarda l'esercizio del sa-
cro ministero. Per.suaso che ben poco gli
permetterà il suo ufficio, sia molto par-
co nelle promesse.
Questo primo atto è· la ·chiave delle
future relazioni in ·occasione di incontri,
di tisite all'istituto, di auguri per fèste
od a:ltro. n direttore deve fare un la-
vorìo -di memoria e di ·delicatezza per Sap er co-
.
. . . • g·l z' e re l e
coghere tutte· le cucostanze prop1z1e; ocças,·oni·.
per.- mostra-re alle· autorità locali la
pf'6prfa E-stima ·e riconoscenza 'per l'ap~
pòggiò'tndralè che prestano all'istituto.
In questo '. ·era maestro insuperagil~ i\\

39.2 Page 382

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MANUALE
nosbio Venerabile Padre, e nella let-
tura assidua della vita di Lui,, il di-
rettore imparerà la non fac-ile àrte,
I l maestro.
inegho che da qualsiasi ragionamento.
Parlando in casa o fuori delle autorità
non dica mai p;t:role di; biasimo e
quando noh può · approvare· qualche
ne a~ : P r b dispòsizione,taccia. Neppure permetta
l f; che altri Je critichi in sua presenza.
auto r t"tà,
· E qui dobbiamo ricordare in modo
i)articolare le rehrzfoni che devono: COJ'-
rere fra il direttore e le autorità ·sro-
lastìche· govem·ative. Esse sono un:a ne-
cessità, ed · il direttore s'adope:ri p·er
quanto sta da lui, <Iffmchè non. abbia
a riuscire troppo difficile e .penosa.
Le dette autorità ·in punto d1istru-
zione sono le sue legittime moderatrici
da cui necessariamente deve dipendere,
Coti/e az, . e dell'opera, delle quali nori può · fate
tonta sc o,
lastiç,he, a ineno. Non manchi perciò di esser
,diligente alle visite di prammatica
;al principio dell'anno scolastico .cò,me
nelle al tre circostanie augurali. Sia
pronto e sollecito ·nel rispondere con
la dovuta prudenza, alle richieste che
_gli venissero fatte intorno all'istituto.

39.3 Page 383

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DEL DIRETTORE SALESIANO 379
Qualora esse lo debnassero d'una vi-
sita, fosse pur diplomatica, significhi
loro tutta la sua soddisfazione, anzi la
sua gratitudine, le drcon_di delle mi-
gliori attenzioni che cuor gentile e ben
educato sa abilmente trovare ed usare.
Infine fa<;cia in modo che queste auto-
rità abbiano a· divenire ammiratrici,
se non amiche, dell'istituto e del nostro
sistema d'educazione.
167. -'-- Di grande importanza sono Coi parenti
pure le relazioni coi parenti dei gio- dei giovani.
vani. Si persuada il direttore che la
maggior parte di questi hanno affidato
all'istituto i loro tesori, o perchè cono-
scono, per esperienza di persone ami-
che, che il nostro metodo d'insegnamen-
to conduce a felici risultati finali; o per
lI.berars1'daJJ a responsabI'l1't'a d e11'ed U- liaPnneorcmkesè·
cazione familiare· oppure (ma sono i s_o i·zfigù"o
'
t11 collegzo.
meno) per l'unico fine di dare una forte
e cristiana educazione alla loro prole.
Studiando quale di questi tre moventi
li abbia -indotti a collocare in collegio il
figlio, il direttore verrà a:0.che a cono-
scere come debbà tr attare con essi.

39.4 Page 384

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380
MA NUALE ·
In via ordinaria il direttore non l asci
ad altri; siano·pure· espertissimi, il trat-
tare coi parenti; ·aJmeno riserbi a sè
relazioni di maggior ·importanza. Con
È
pr
p ar te
o f J 1: a
tutti,
ma
spe·c1:1 lmente
con
quelh.
che
d el direi•
t ore.
h anno
messi..1 1g11. m.
co ll eg1.0
so]o per
fini umani, usi grande gentilezza nei
modi e nelle parole; dimostri con loro
quella sollecitudine che veramente ha
per i s-ioi allievi, e, coll'amore che ha pei
S iguada- figli, si guadagnerà il cuore dei genitpri.
f;:·1
-~ -
cuo-
Con
tratto
benigno,
affabile,
schietto,
ma privo della malaugurata politica
della doppiezza, ma prudente, riser-
bato; virile, facci.a . loro conoscere .a
tempo debito lo sta to fisico e morale
del figlio ; ascolti le loro raccomanda-
zioni, ::nche le mille volte· ripetute, e
si studi di lasciare buona impressione,
quando pure deve dare notizie -non
troppo buone.
. Fortunato il direttore che fosse sem- .
dQe vueand adroe pre 1n grad O d.1 p oter d are 1e m1·g1·10ri
iz"ion,fdo r nmOan· Inf orma.z1.on1.. su11 a p1. eta' , d.1sc1. p11· na ed
buone. applicazione degli alunni suoi! L'espe-
rienza però .. insegna che questa felici.;.
tà, se pure incomincia, non è duratura.

39.5 Page 385

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D E L DIRETTORE SALESIA NO 381
Ora il direttore, come deve encomiare
i .meritevoli di encomio, così : pure ha
l'obbligo di biasimare i meritevoli -di
biasimo, e così contristare il cuore dei
parenti. È suo dovere far conoscere
la .realtà delle cose; però non esageri,
ma piuttosto si attenga a moderazio-
ne.: Avverta in buon modo, a tempo
opportuno, mostrando il dispiacere che
ha .di dare nuove poco consolanti, che
nientre recano dispiacere ai . parenti,
non ne causano meno a lui. Non en-
tri però di soverchio nei particolari
che talora non sarebbero a sufficenza
compresi e perciò diversamente giudi-
ca.ti.
Lodi il lodevole, biasimi il biasime -
vole ma senza tono acrimonioso, seccato
e stanco. Però, dicendo la verità, faccia
brillare la luce Julgida della speranza
dell'emendazione, la quale il più delle
volte, mutate le circostanze (come i
compagni, i maestri, l'assistente, l'età,
la salute cagionevole, cessato il ·con -
trasto, ecc.) e più ancora per la grazia
del Signore, che ha lavorato il cuore
del figlio, ·diviene consolante realtà.

39.6 Page 386

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MÀNUÀLE
Non precipitazione ·adunque, non orga-
smo, non passione, ma pace, pazienza
e pazienza molta prima· di dichiarare
uno irriducibile! .
Con ugual schiettezza si diporti circa
le dispense al regolamento di cui non
poche volte sarà addimandato. Vada
d~~:~~e.'e assai a rilento nel concedere e la diffi-
coltà, come dovrà essere proporzionata
all'importanza delPinvocata dispensa,
così dovrà ancora . diminuire in ragione
della gravità degli addotti motivi. Le
facili trasgressioni del regolamento sono
sempre dannose ed una soverchia fa.
cii ità di concessioni in questa parte
può tal volta causare lo sfasciamento
dell'istituto.
Più difficili ancora sono . le relazioni
epistolari per dare informazione ai pa-
renti dei loro figli, giacchè non sempre,
nè tutto, conviene mettere per iscritto.
Rela zz·onz· Perciò il direttore la riserbi general-
epz'stolan·. mente a sé, ovvero se è costretto ri-
correre all'opera altrui, badi bene che
sia persona prudente e prudente assai.
Risponda ognora con sollecitudine, con
bei modi, anche allora che debba eaci-

39.7 Page 387

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DEt DIR ÉTTÒRE - SAL ESÌ ANO 3S3
tare gli inerti a qualche decisivo prov-
vedimento.
168. - Il direttore non dimentichi Con la per-
mat. ehe 1. salesi.am. h anno b 1. sogno d.1 sfaotntriecibednea-I
tutti per compiere la loro missione. collegio.
Ma è poi suo speciale dovere, qual
figlio ·di D. Bosco che seppe guada-
gnarsi tanti cuori, mantenere cordia-
li relazioni con le persone benefattri-
ci del .collegio che sono benevoli al-
l'opera nostra, e che da vicino se ne
interessano cooperando per quanto è
da loro al buon esito delle nostre fa- s O _gz,:
e x - allzev r
tiche..Questa schiera è for mata, oltre- dz"venufr
,
.
.
.
coopera t o-
che da persone cantate voh, dagh ex- rz·.
allievi dell'istituto, i quali volta per
volta, mercè l'opera assidua del diret-
tore, vengono inscritti fra i nostri buoni
e cooperatori; dalle zelanti coopera-
trici del luogo e dei dintorni dove sorge
.il colleg io.
·
Spetta al direttore rendere sempre
più numerosa qu(!sta accolta d i vo]en- si· t euga
;::;:~t, terosi cooperatorL Egli tenga con essi :~~-
relazioni cordiali . e sincere, ma di
quella cordialità sacerdotale di cui va

39.8 Page 388

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MANU.A LE
açlorno chi è anime}. to dal. bene della
Congregazione cui ha consacrato ,la
vita. Procuri di associarsi nelle liete e
teNeelltenHseh- d: O1orose : VI·Ce.Ild e ·d e1·. CO11eg1·0, questo
vicende. · nucleo di per&one che vivono della yita
µostra, e sono avvezze a prender parte
é;!.lle gioie e ai dispiaceri nostri, come ·
fossexo avvenimenti toccanti la famiglia
che alberga i loro ca:i;i. Si interessi .aJla
sua . volta di loro e delle cose che loto
appé!rtengçmo~ e faccia sì che essi gli
aprano il_loro cuore in cui procurerà di
versare il -balsamo ·della consola_zione
e della pace e che imparino a cono -
scere nel direttore un vero padr.e ed
aµiico sincero.
S'è :detto, e non se~za un motivo, che
q.uesta schiera è form_ata in gran parte
çlagli e~-allievi che il collegio o le altre
case della; Congregazionè ,han.no · dato
alla società. Essi infatti .sono figliuoli
a noi carissimi, perchè da noi educati.
al-la pietà, al retto sentire e ci appar-
tengono avendoli noi generati, alla vita
nuova deHa vera civiltà. Essi anche
nel mezzo. del turbinio della vita ·pu.b-
blica, delle amministrazioni, dell'eser-

39.9 Page 389

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DEL DIRETTORE SALESIANO 385
cito, della magistratura e della politica,
serbano in fondo al cuore la gratitu-
dine pei loro educatori e l'affetto per
le mura fra le quali çrebbero alla so-
cietà. Il direttore- 1i riceva perciò sem-
pre paternamente; faccia loro intendere
che sarà felice tutte le volte che essi
verranno a rifocillare il loro spirito nella
casa che li ha ricevuti piccini, deboli,
ignoranti e li ha riconsegnati alla grande
famiglia umana grandi, forti e istruiti.
Sebbene siano stati alunni del collegio
sotto altri direttori; tuttavia li stringa
a sé e all'opera nostra e facci :t in
modo che, benchè lontani di presenza,
siano a lui vicini col cuore e cogli
affetti loro. E questo non potrà ottene-
re efficacemente e durevolmente se non
per mezzo della grandiosa associazione
dei Cooperatori Salesiani.
169. - E di quest'associazione vitale La pia Unio-
per
1a
nostra
pi.a
Soc1. eta,
procuri.
1.1
ne dei Coo-
peratori.
direttore di averne un altissimo con-
cetto. Ricordi come il Ven. Padre fin
dai primordi del suo apostolato, oltre-
modo grato a quanti gli venivano in
25

39.10 Page 390

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386
MANUAtE
aiuto nel far del bene alla gioventù,
mostrava la sua profonda riconoscenza
col chiedere per loro particolari favori,
che Pio IX sempre concedeva di buon
grado.
Ma l'anno 1S76, quando col crescere
dei suoi istituti il nostro buon Padre
vide pure aumentarsi il numero di co-
Pr,·mordù'. loro che egli chiamava i benemeriti suoi
Cooperatori, pensò che la loro coope-
razione sarebbe riuscita più efficace e
più ,costante, se essi fo ~sero raggrup-
pati .in modo da formare una pia as-
sociazione, canonicamente approvata
ed arricchita· di sante indulgenze. Que-
sto disegno, che senza dubbio aveva
concepito per divina ispirazione, con
quella energia che superava ogni osta-
R egol a- colo, Don Bosco riduceva alla pratica,
mento. tracciando quel regolamento dei Coo-
peratori Salesiani che noi possediamo.
Nel presentarlo ai suoi figliuoli, che,
quali uomini di poca fede, dubitavano
della riuscita della nuova impresa, egli
diceva con quel tono risoluto che non
ammetteva obiezione: - Ve l'assz'curo,
l' associazione dei Cooperatori Salesiani

40 Pages 391-400

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40.1 Page 391

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DEL DIRETTORE SALESIANO 387
sarà il prz"ncipale sostegno delle opere
nostre. - Pochi .mesi dopo usciva il Pred i'zi"o·
.1° ·numero del Bollettz'no Salesiano che n,' jaterne.
D. Bosco stabiliva · come organo del-
l'associazione.
· . Le predizioni di D. Bosco si sono
avverate. Il numero dei Cooperatori
salesiani crebbe in modo prodigie>~o:
ve ne sono in ogni parte del mondo.
Il Bollettino è stampato nelle principali
lingue ed è letto con entu.siasmo. Per
tal mezzo circa trecento mila persone
si tengòno informate delle opere che i
salesiani hanno tra mano, e secondo
)e loro forze moralmente O materiai- * Cfr. L.
mente loro vengono in aiuto *.
C. D. Rua,
PP· 325-326.
170. -- Ma a questa associazione Mira~ile e-
doveva venire in questi ultimi tempi, spans,one.
un gagliardissimo impulso da· Colui che
siede sul più augusto trono del mondo.
Il santo Pontefice Pio X di f. m. me-
ravigiiato dell'incremento di questo pio
Sodalizio, consolato pel bene che ·i
Cooperatori fanno ovunque si trovano,
con suo prez10s1·ss1mo a· utogra fo d el I 7 dAuPtoigoraxJ.o
agosto 1904 si degnava esprimere - ~a

40.2 Page 392

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MANUALE
propria soddisfazione, commendare il
loro zelo e far voti perchè si esten-
dessei:-o ad ogni diocesi, ad ogni città,
. ad ogni parrocchia. Nè qui si arrestò
Nuov z fa -
,
v o r , ·.
la bonta del Sommo Pontefice, che volle
inoltre aprire i tesori delle sante indul-
genze ed arricchirne a profusione tutti
i membri.
Ora quest'associazione che costò tanti
sacrifizi a D. Bosco, che è benedetta
e incoraggiata dai Sommi Pontefici,
che viene abbracciata con entusiasmo
dai Vescovi e Cardinal.i e che sarà
Nelle ma · ognora il principale sostegno delle ope-
,u" del d ,·. re salesiane, è nelle mani del direttore:
rettore.
tocca a lui farl a conoscere) propagarla,
rendendola feconda di frutti abbon-
danti.
Si persuada egl~ della necessità di
impiegare tutte le industrie, tutto l'ar-
dore del suo zelo allo sviluppo di
questa precipua fra le opere nostre.
Se per sua negligenza essa venisse a
decadere, mostrerebbe di non tenere
nel conto dovuto le più pressanti rac-
* Cfr.
P· 327.
id.
comandazioni
tore *.
del
Venerabile
Fonda-

40.3 Page 393

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DEL DIRETTORE SALESIANO
389
171. - Molteplici sono i mezzi di' Mezzi per
cui. puo, d.1sporre 1.1 d.nrettore per f ar- farla fiorir3
fiorire intorno a1 suo istituto Fa pia
Unione dei Cooperatori Salesiani. Tra
questi primeggia l'impegno che egli
deve porre nel farvi inscrivere gli ex-· l nscri'vere
allievi nostri con le loro famiglie resi- g! i ~x - al-
denti nel luogo'in cui è sito il collegio. liev i.
Quindi non basta che li radi:In·i a geniali
convegni di quando in quando, e nep--
pure che 1i unisca in particolare asso-
ciazione, ma fa d'uopo li renda buoni
Cooperatori. Per riuscirvi cominci a
p arlarne sovente di quest'associazione
negli ultimi anni di studio e poi non Comefare.
lasci mai che un suo allievo, finiti gli
studi o compiuto -il tirocinio del ·suo
mestiere, abbandoni l'istituto senza in-
scriversi fra i Coopera tCFri. In ·tal modo"
egli con vero ~elo procurerà !;incre-
mento della pia Unione e nel tempo
stesso darà ài suoi alunni un, mezzo
efficacissimo onde perse~erare nei buoni
principii .imparatì in collegio *.
* Cfr. id.
Ricordi poi che il mezzo più efficace 329 ·
per tenere a noi strettamente uniti i Co-
operatori e per açç resce,rne il ntJmeiQ

40.4 Page 394

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390
MANUALE '
è la lettura del Bollettino Salesiano.
Bolletft";,,o Cominci dal farlo stimare e amare dai
sales/ano. suoi giovani con far in modo che nes-
suno lo disprezzi e che tutti abbiano
comodità di leggerlo. Si guardi dal
lasciar regnare nel suo istituto il pre-
concetto che la lettura del Bollettino
:qel refettorio dei giovani non è tutta
adatta e che quindi si leggano solo le
amLoa1f·eajccz/'an partiinteressanti' : l'l dz.rettore Che cz.o,
gdz~ol. c o 11 e- permettesse
sz'· può
·
annoverare tra
quelli
che non atJJano la C'ongregazio11e.
Faccia in modo che nello studio o nei
. laboratori gli. a~sistenti ne abbiano,
mese per mese, un dato numero di copie
per darle a leggere nelle ore libere, o
finiti che si·abbiano."i compiti. Venendo
poi a sapere dai giovani che nella loro
famiglia non · si conosce il Bollettino
Lo facd a
,
,
,
spedz're. a~- suggerisca loro che ne spediscano copia
lefamtglze d'i propri,a mano per alcum, mesi.; ma
il direttore .abbia cura. di aggiungervi
un invito stampato ad inscriversi fra
i Cooperatori dandò le. norìne op-
portune. ·
La lettura, del Bollettino è. una cala-
mita potente, per , attirare · la ~ente a
L

40.5 Page 395

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DEL DIRETTORE SALESIANO 391
sostenere l'opera di D. Bosco. In poche
pagine il Bollettino dà ai lettori un'idea
compiuta dell'azione saJe3iana in tutte
le sue fasi: tratta di scuole, di arti é
mestieri, · di colonie agricole; rende
conto dei lavori e dei sacrifizi dei no-
stri"missionari in favore degli emigrati
e dei selvaggi; e finalmente s'adopera
a mantenere viva nei cuori la divozione
a Maria SS. Ausiliatrice, raccontando
le grazie che ogni giorno si ottengono .
per la sua intercessione. E tutto que-
sto è scritto in istile ordinariamente
semplice ed accessibile a qualsiasi me-
diocre intelligenza. È perciò a stupire
se una volta gustato non si lascia più?
Che meraviglia se é in molte famiglie
aspettato con. impazienza ogni mese?
Quan~e anime dal Bollettino Salesiano
furono strappata. dall'orlo dell'eterna
perdizione! Quante lacrime asciugate!
Quante persone sfiduciate ha ricon-
dotto fra le braccia di Maria Ausi-
liatrice! Quante famiglie ha conso-
lato! *
* Cfr. id.
Inoltre gi' ova immensamente alla· pro- PP· 32 7-321!.
pa~azìo~~ dei Cooperatori SaJ~sj;:i~i .

40.6 Page 396

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392
MANUALE
l'invita:uli sovente alle funzioni religiose
Inv z"tt' a l - ed alle feste di famiglia; accademie
cleoifleesgt,e·o.del e teatrm, 1, Che Sl. fanno neIl'l'Sh,tuto, ed
il far loro lieta accoglienza quando ven-
gono a visitare le nostre case.
È sempre bello ed edificante il ve-
dere i nostri giovanetti raccolti nello
studio, nel laboratorio, in cappella. Il
loro volto aperto, la fronte serena,
l'aspetto della loro persona, tutto di-
mostra che stanno volentieri, che sono
contenti; e questo basta sovente per
attirare simpatie, per animare i visita-
tori ad ascriversi a1la pia Unione. Que-
sta fu l'arte usata da D. Bosco durante
tutta la sua vita.
Infine il mezzo capitale prescritto
dal regolamento della P. U. sono le
due conferenze annuali. Quanto giova
il trovarsi uniti, il potersi contare, ma
specialmente il poter asco] tare una pa-
rola adatta ai membri e alle opere
dell'associazione! Il direttore quindi
non le ometta mai, anzi veda il modo
di tenerne ogni tanto qualcuna straor-
*
p.
Cfr.
3 29.
..·
1d
·
·dinaria
sone di
alla quale inviti
buona volont~L *.
tutte
le per-

40.7 Page 397

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DEL DIRETTORE SALESIANO 393
172. - Sopra questo punto vitale peti Alt~e nor·
Ia
nostra
pt.a
Soc1. eta,
a
bb"
ia
l.'1 d"uettore_. tmaentii.mpor·
ancora presenti le seguenti norme. I
Cooperatori riconoscono per loro su~
periore il Rettor Maggiore dei Sale-
siani e ad esso si potranno sempre ri-
volgere in qualunque circostanza essi
credano. Il direttore p oi di ogni casa è
autorizzato ad iscrivere g li assod a# tra-
smettendo di p oi nome, cog nome e dimora
al superiore, o chi per esso, che no-
terà ogni cosa nel comune registro;
essendochè /acda d' uopo che i Coopera-
tori per l'acquisto delle ss. indulgenze
siano inscritti" alla sede della P. U. in
Torino.
Perciò al sol o Rettor Maggiore, come
Superiore della P. U. appartiene di con-
ferire e firmare i diplomi: il direttore
locale, per sè o per apposito incaricato,
curi la trasmissione dei nuoyi inscritti,
delle correzioni, cambiamenti o sospen-
sione degli indirizzi, delle notificazioni
dei Cooperatori defunti pel necrologio
mensile, con ispecial menzion_e dei Coo-
peratori più benemeriti. Si tenga in re-
lazione con la direzione del Bollettino

40.8 Page 398

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394
MANUALE
per quanto può occorrere per lo svi-
e . . * Cfr. id : luppo della P. U. * e faccia in modo
pp. 146-148
e 106-107•
che
.
1
ooperaton siano una vera le-
gìone attorno al suo istituto.

40.9 Page 399

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XII.
Economia e povertà.
I 73. Spirito di economia. (Necessità - IL
profumo della povertà - Spendere non
per sprecare - Vantaggt).
174. Conseguenze pratiche. (.,\\Ton grettezza,
ma semplicità - Un programma - Senza
bisogno di muratore).
I 75. Lavori e costruzioni. ( Li eviti se non
sono strettamente necessari - J1lon debiti -
A misura dei mezzi - Nei viaggi - Li-
bri e oggetti necessari - Mobili non con-
venienti) .
176. Le passeggiate. (Norme - Non in fer-
rovia - Non troppe - Soccorrere i biso-
gnosi).
177. La contabilità. (Tenuta dei regùtri -
Mastro e giornaliero - Bilancio preven•
tivo - Sua importanza/,

40.10 Page 400

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I 78. Il segreto della solidarietà salèsiana.
( Sta nel dovere di aiutare l'Ispettore
e il Capitolo Superiore - Modi pratici).
I 79. Per i noviziati. ( Studio sia" postulanti
- Amore alla Congreg·azione ~ Versare
la quota).
180. Conclusione;

41 Pages 401-410

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41.1 Page 401

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l lllllllttu llill ...llllllll lltllìll llllllllllllltllllllffllllhlHIIIIIIM!lffllatllllllllllllillllUUWIIMlllMIIIHllllllllttlltUIII I IIKIH IMIIUllllllllltffllllllllllllllllf!Mlllllltllllll~
~ ""'1..!.r-r..!.F~~ì..!r , ~ -"t!r~~\\..!r"ì..!..r~
XII.
Economia e povertà.
«••• Dobbiamo am a re la po-
vertà ed i compagni della
povertà. Quindi evitare
ogni spesa non assoluta-
me nte neceo;saria ,negli a-
biti, nei libri, nel mobilio,
ne i viaggi, ecc . ,.
(Ven. D . Bosco, Rfr.
Conf.).
173. -- Per essere buon direttore non Spirito di
basta aver ingegno, non basta neppure economia.
aver virtù: è necessario l'uno e l'altra,
ma è pur indispensabile la diligenza
ed avvedutezza nell'amministrare; non
1Vecessz'tà.
basta neppure aver zelo per intrapren-
dere grandi opere; ci vuole la prudenza
nel misurare le forze persona.li e ma-
teriali della propria casa *. Il direttore *Cfr.L. c.
qum' d1' ne11'assumere 1'l governo d el·l a 2Ds.3.Rua p.
nuova casa veda di conoscerne bene
la sua condizione finanziaria per ben
regolarla *.
* crr. id.
Per
riuscirvi
egli deve possedere
in-
208
·
sieme con l'amore alla santa povertà

41.2 Page 402

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MANUAL~
(come è detto nella I a parte del ma-
il p,ofi, - nuale) un fine spirito di economia.
mo d e.ila In religione J'economia è il profumo
p or er t a .
e l'olezzo prezioso della virtù aposto-
lica per eccellenza, e non sarà mai
buon economo, per quanto possa essere
espertissimo amministratore, il religioso
che non ~mi prat~camente la santa po-
vertà.
Il Venerabile Padre soleva dire: la
povertà bisog n-a averla nel cuore per pra-
ticarla, ed egli ve l'aveva in sommo
grado poichè in sommo grado l'ha pra-
* Cfr. Le- ticata, come sappiamo dalla sua vita *.
moync: V i-
ta V enera-
E ra
sua
massi.ma:
spenuJ ere,
non
per
~d~ i:~!;1; ~ sprecare, ma per stretto bisog 120; quindi
m e rcio non dubitava di fare grandi spese quan-
377 s.
do erano necessarie, ma non soffriva che
si sciupasse un soldo in cose di poca en-
tità, peggio poi in cose superflue. Altret-
tanto deve fare il direttore. Osservando
egli pel primo e facendo osservare il
s p endere voto e la virtù della povertà nella sua
n o n Per casa, praticherà la massima e l'esempio
sp rec a r e .
paterno con vantaggio grande delle ani-
me. Poichè qualsiasi economia, anche
piccola, uµita ad altre piccole economie,

41.3 Page 403

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DEL DIRETTORE SALESIANO 399
ci mette un po' per volta nella possi-
bilità di poter beneficare qualche gio- Vantaggi·.
vane di più e salvarlo dalla perdizione. ·
Se questo pensiero fosse seriamente e
costantemente .meditato, nelle nostre
case fiorirebbe sempre la santa povertà,
come l'ha praticata D. Bosco, ·e si ri-
uscirebbe a beneficare un maggior nu-
mero di giovani. Nè si dìca che i tempi
sono cambiati e che il Venerabile Padre
se vivesse al presente, farebbe diversa-
mente. Egli avrebbe nè più nè meno
amata la santa povertà sino alla follia
come fece quando visse, e praticata la
più scrupolosa economia pur adattan-
dosi nel più stretto necessario alle esi-
. genze dei progressi igienici. .
174. - Lo spirito di economia che conseguen-
d eve possed ere 1.1d.1rettore non si.a gret- ze pratiche.
tezza nè spilorceria, ma una grande di-
ligenza per far risparmio in quello che
non è necessario, per diminuire le spese
quanto sia possibile e procacciare qual-
che utilità sulle compre e nelle ven ·
dite *. Ami la semplicità in tutto quanto * Cfr. De·
,,
lib erazioni
e d1 suo uso personale e la esiga anche Cap. p. 352.

41.4 Page 404

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400
MANUALE
~~~~~~~~~~~~~~~
i.in tutto l'istituto, unita però a scrupo-
Non gnt- Iosa decenza. Eviti di fare modifica-
te z z a, ma zioni senza le dovute autorizzazioni
semplt"cdà.
dell'Ispettore e dei Superiori Maggiori
e nei primi anni di direttorato non Je
* Cfr. L. proponga neppure *.
c.
PP·
D20.5R-2u0a9,.
·
Faccia sue queste parole di P. Bre-
sciani: « Circa l'economia sono largo
nei bisogni dei fratelli e dei poveri,
stretto nelle fabbriche che :non siano
di alta necessità e sopraveglio l'ar-
chi,tetto. Abborro i progettisti: e quelli
Un t, , _ che per far°_ meglio soqquadrerebbero
10
gramma. il collegio. E m.io principio _fermo di
non, fare cambiamenti, specfalrnente nei
primi tempi. Lodare l'antecessore e non
permettere che se ne sparli. Se le cose.
vanno male, prima cerco di accomodare
il formale che dà nell'occhio, ed è il
più importante; poi, se occorre, scendo
al materiale, ma con difficoltà e cau-
*Cfr. Lett. tela >*.
22
Mens.
Il nostro Venerabile Padre inse-
·gnava che è una grande risorsa per
le nostre case il poter passare gli
anni _senza bisogno del muratore, e
che quando occorre fabbricare case ·si

41.5 Page 405

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DEL DIRETTORE SALESIANO 401
faccia un piano generale di ciò che si Senza bt·-
vuol falie; ma p.oi eseguire solo la par.te :~:;,~:~ _:,z·
01
:necessaria, riserbandosi a. fabbricare iL
resto a misura_che si manifesta il bi,-.
sogno e si,trovano,i me~zi~ evitando però
sempre· le spese di: lusso e lo spreco *Cfr. L. c.
dei locali *.
D. Ruapp.
281 e 306.
U 5. - Abbia, perciò.un impegno spe- coLsatrvuozi.roni.i.e
ciale di evitare ogni spesa di fabbri-
cazione,_ fos se pure sol<1:mente di cbprire
una porta od una finestra, di levare
una trameZiza e simili. Non cerchi poi
nelle fabbriche l'eleganza, ma solo la
solidità, l'igiene e la comodità disci-
plinare. Eviti tutte le altre spese non
satsas.roglIu1taamceunot
e necessa
re anche
rie.
per
Quest
non
olasdcei.vaer
l\\Ton
bz"ti.
de ·
debiti ai suoi successori. Che pena avrà
sofferto in passato qualche direttore nel
lasciare al propri? successore una ere-
dità. di gravi debiti! e che imbarazzo
pel successore nel sobbarcarsi a · p eso
così penoso!
Quando poi ha il permesso di fab-
bricare, proceda a misura chè arrivanq
mezzi; non abbia premura; quello
26

41.6 Page 406

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402
·. MANUALE
che rion ·si può fare in un anno si farà .in
un al:tro, od -anche in due o più anni. Ot-
tènendo il' permesso di far · eseguire dei
lavori, ,si · i ssumà anche l'impegno di
non ,aggravarsi di debiti. Finora la no-
: · stra pia Società godeva riputazione di
li·"::,;:;,~ compiere i propri doveri verso i cre-
ditori; ma dopo alcuni avvenimenti e
· -i . pericoli ·di ·fallimento di .qualche casa,
si .cdrre rischio di perdere la fiducia
del pubblico. Tenga presente la racco-
mandazione di S. Beda Venerabile:
servate diligentiam i·n adminùtratz·one: vi-
gilan'tiam; mis.ericordiam, constantz'.am in di·-
*. * Cfr. id. si:iplina
d. 283. , Econo1:Ilizzi in tutto. Non ·permetta
viaggi se non per necessità e viaggian-
do ricordi a sè e ai suoi che siamo re-
~ei" viag - ligiosi.. Economia nelle provviste ed
g ,.
ogni possibile risparmio nell'illumina-
zione e nei combustibili. Qualche volta
ali'anno visùi le camere dei co,ifratellz"
per vedere se nulla manchi, se vi sòno
guasti· da riparare o qualche cosa di su-
perfluo che possa servfre altrove. Fa
parte dell'economia e della povert~1che
non lasci .mancare ai confratelli quanto

41.7 Page 407

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DEL DIRE~ORE SALESIANO 403
f:~~-:· loro ab.bisogna non solo ptl v~stito, Lt"on·e og-
ma anche per _i :libri e gli ,oggetti ne- neces-
cessari alla scuola o all_"\\.1flìcio çh~ d_e:-:
vono compier~.
Vegli perchè nelle -scuole professio-
nali non si eseguiscano lavori qi Jusso
e. anche solo di _qualche eleganza, se
non quando sono: ordinati da persone
esterne. Sotto pretesto d_i form~re gli
alunni, si porge occasione a .vari con-
• .·
Moln"lz" non
fratelli d1 m_ancare d1 pover_ta: nella cal- co_nv.en z"en-
z-atura e nel vestito, ed inoltre si adorna ft.
la casa di mobili _che disdicono alla
nostr8: prof~ssione e che talora no:p.
pos_siedono neppure coloro a cui noi * crr. id.
c_l~ie~iamo, l'obolo della carità *.
pp. 127-128.
176. - Eviti le spese superflue nei ~e passeg-
.• ·
• g1ete.
teatrm1_,,nelle passeggiate s_traordmane,
nei pranzi, nel provvede,::e qia<;chine .
I).On ne_cessarie, come per fotografie e
simili. Che se si tratta di macchine pei
l·aboratori, di ' qualche valore, }o f·accia N o 1t z.n
col permesso esplicito del superiore. f errov ,·a.
Limiti.. poi la frequenza di passeg-
giate in ferrovia per divertimento deglì
allievi. In questq ci vuole molta discre-

41.8 Page 408

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zio:ne:- Il nost'rci·amato Pàcfre- ci( procu'-
rav'a ·di qu'and:o · iw quànào· tali clivet-
tiitlentì, ma qnelfo eran.6' qua:si rempre
passeggiate a piedi, chè servivàno, a:
sofl:e'\\.'aré lo· spirito> é" giMà-vano mira-
bilmente a :ti1wigor·ire' le futze fisiche,
fhentrce' f~ s'èopo rèligfosò d'elle nrede·-
de·s-inre, eà il e0ntegno dei suoi allievi•
reta::va:no edifi:cazio:rte~ dbvunque anda~
vano. Far viaggìare· in ferrovia è pet'-
Non trop- d:ère ('l'fa,SÌ tutto il vantaggio1 delle pas-
pe.
seggiaife; è· un.t élivettimetlto da signorf,
dà, perso~é comode, ciò d'ie nem S'famff,
n-è'· noi i IÌOS'tri1 amevr.. Veda àdUn-
qn-e il- direttote di tenérsi- àll'uso antico'
delle nostte? cas'è, dr fare a: piedi 1e
lunghe passeggiate per divertimento
lfègli atiJlrev-r, ed anche-que'Ste in quan-
tità: limitatà·, da nòn l'endere divagati
,, Cfr. id. gli all=i-evi stessi *.
p. 53·
·v-ale il prttes-tò· di diré che- i gio·-
·v:ani sii pagano· esgi il' viaggio. Il giova-
ne è inesperto e, S'e non è guidato; $pre-
€h·erebbè qualunque· somma in cose non
necessarie con grande rammarico dei
pair:enti. Toc.ca al direttore non lascia-
re che-facciano spèse inutili e renderli

41.9 Page 409

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DEL DIRETTO,R:E ·S,A.LESIANO
405
oculati nell'-economia. ;A .quelli çh,e ,po~-
so11.o insegni -Jo;ro ,piuttosto lo spirito
di ca_rità ,e -solidarietà, animaudoli.ad
unirsi .a:Ssi-e-me .per .a:iutare gualche com-
pagno bisognoso idi soccorsi p~r ·.rag-
gm. ngere
Ja
.su.a
-v
o
caz
i,on
e
.
.
,
~l
f
'i
a
c
c
i, a
Soccorre ,e
z' bùngnosi'.
promotore di cqHeUe ,per -la propag~-
zione deUa .Fede ,-e della .S. In(anzia.
Affezionar-si ai giova,ni ,cosa J.ode-
vol.e; nan ,c-r.e.da ·però .il ·9-ir-;e~to_r.e ~di
riuscir.vi con ·:l~a.ceon;tenta.rli :in ,tutto:
il V.e:i;>;erahile ·lo ~faGeva c0n ..se,ntilie ~
most,ra:te ·p.er Jor9 runa sqllecit~dint pa-
~ter:p.-a. .Rercip ..-evit-i .-cH sp.r.ec~r .c;:l.an:a:ri
,nel far loro troppi Jegali -e !Pr~ç1,1.ra.r
loro .trioppi diyer.timenti. ,Anche -n~li
oratòri :f~stivi kt .fr~qu~nza non cli~
pende .tanto -dallo sprecar -moltq, ma
dalla ,buona acc.~li-el\\za ~e d~U'jnte-
,ressamento .dei rgiovanj.
!Veco.nomia ,entra in ,t.utt.o, .p_~rciò ~l
.d.irettQr-e veda .d;i ,ave:rla p11esentt -in
Qgni ,sua ·a:z.i.one -e n~lle.:svaria,te ,dispo-
sizioni che deve da:r~.giornahpente ,per
il buon andamento del suo istituto. A
questo gli .giov.erà J~ lettµra dLqqaJçhe
libro ·~che ~d!$~ndil ·aJl~ .p1:;~qqr;t .d-ell.~

41.10 Page 410

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406
MANUALÈ
economia, e per'lo meno 1·egga e rilégga
di frequente . sapienti deliberaziòni
dei primi noslr{ sei capitoli generali
che sono state ancora formulate sotto
lo sguardo e la direzione del Venerabile
Fondatore, che si ' trovano quasi tutte
nei nostri regolamenti.' '
E qui torna a proposito ·ricordare che
il direttore è tenuto, anche dal lato
dell'economia,·a far osservare l'art. 837
def regolamento che suona: « Il fumare
e masticar tabacco è vietato .in ogni
tempo e sottò· qualsiasi pretesto . »..
Questo il Veù. Padre volle che fossè
sempre proibito ·con ogni rigore .nène
sue case; questo inculcò con insisten-
za D. Rua e nessun superiore può, dare
permessi a questo riguardo. Perciò · il
direttore usi di tutta la sua autorità
per impedire che nelle · nostre case si
fumi, perché ciò sarebbe causa della
perd.ta · di molto tempo e occasione
per venir meno alla povertà e allo·sp.i-
r:to del" Fondatore.
·'' ·177. .__:_. Il direttore sorv.egli princi-
bLilaitàc.onta- paImente Ia contab'1l"1ta' d e11'i'sti·tu. to, ch.e

42 Pages 411-420

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42.1 Page 411

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DEL DIRETTORE SALESIANO 407
é ·l'occhio dell'eçonomia. .La tenuta dei
registri è cosa essenziale e .il _dire~tore, T e n u t a
pure affidandosi . al- prefetto, ' richieda de z: regz'-
strz.
ohe . siano tenuti ..in · conformità çlelle
disposizioni superfo.ri, comuni alla no.;.
stra pia Società. Siano tenuti . in re-
gola . tqtti, ma specialmente· il mastro e
il giornaliero. Adocchiqu.alcun9 dei con-. Mastro e
fratèlli che abbia disposizioni: per , la gt'ornalz'e-
contabilità .e lo isfruisca nei vari . si-, .-o.
sterni di . essa per la tenuta dei libri;
si ·tenga --iJ;1forrriato·~: di; quanto .racco-
manda à ·questo proposifo· jl ·:Prefetto :
Generale: . . , ~ ·'.·
~ .. 1
-., Ma ·quello che_sop:ratutto coritribuii.à
,ad .una . ouona ~aIIl;ministrazioné econo.-
m ièa . si · é ·. il bilaJìCio .preventivo. Pur fa.,.
cep.do calcolo -mll .probabili: entrate
per:· 11. °'1os1, ne ' e .nOII
dimr' nuend O
l a :ca~
. Bdanc·i·o
p r e v m f t:v o
rità, particolarmente .negli ospizi; é in:- ·
dispensabile lsap~re ciò .che entrerà. .e
quanto si dovrà spendere. Questo. bi"."
lancio prev.entivo ben fatto darà.ai Su.-
perfori :Maggiori .una norma .nel fare- la S u a z·m-
carità e potranno dire a .·qu-elli -.eh~ podanza,
.rà-cooinandano ad ,es.si :dei giovahi: Ab-
bfa~o quest'anno _fatto, tante. ~igliai~

42.2 Page 412

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408
MANUALE
d-i lire di carità, non possiamo ·esten-
derci d-i più. Ricordi a eh-i ha da ·clar-e
un r.ifiuto o esigere un dir,itto ·di farlo
sem1pre -in modo ca:rita.tevole, in modo
da non dare appiglio ragionevole a la-
gnanze.
In pari tempo il direttore si persua-
àerà ·sempre meglio che un semplice
amministraitore e non padrone del de-
naro che ·entr-a nella sua casa.
178. - Sia anche ben persuaso il
II segreto direttore dell'obbligo che hà di concor-
della solida-
rietà sale-
rere a
far
fronte
alle
spese
dell''.1sp·ett0-
siana. ria, ai bisogni dei ,Superiori, all'incre-
mento della ·Congregazione. In questo
dovere sta il segreto della solidarietà
salesiana e del suo grande sviluppo.
~.5s;;t~;~: dSovtearen. dezl" Non
,e'
una
tassa
i. m p o s t a
d
a
·
i
s. u
p
e
n.o.n,
-no, ma é HJ!l dovere che parte dal cuore
e il Capi"- del direttore il quale 1per quesf0 diventa
fola Sup e-
riore. industrioso e concor-re con tutte -le sue
forze a portare il suo contributo, ·anche
limitato, non ·importa, all'-amata Con-
gregazione.
Il Venerabile Padre voleva fin da
principio che tutte le case .che apriv-a
i

42.3 Page 413

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DEL DIRETIT'OR-E SALESIANO 409
- fos;ero pu-re ~spizi e 1pe11oiò necessi-
tos-i più di aiuto che in grado d-i dame
- venissero con qu:alche socco.rso ,in
aiuto del Capitolo Sup-er-iore (rI~.
Ami il direttore -la Co~gregazfome
come se stesso -ed allora ,r.iascirà ·a .far jJ,fodt.p1·a-
economi:e che prima andavano ;per- 11·d.
dute. Certi colleg,i ce pensionati tenuti
da ·privarti rendono al a~o una beHa
somma -netta a'll'a:nno. Veda p-eroiò il
direttore ,di ·riuscir,e a fare altrettanto
:imponendosi ~i ·con.servare per l'Ispet-
,tore la J1imqs:ina ,delle M.esse e .tutti
·i ·risparmi ·ordii.nari. Se :la -casa .un
Ospizi0 for.se non _potrà ·dare tutto que-
sto, ma bene che r.isulti la ·caritàdre
si fa.
,Se ·per ·tra,tto 1pa·rticolare ,deHa Pl'.ov-
.videnza ,giungesse nelle mani -del 4ire.t-
(1) L'ospizio di S. •Pier d'Arena, quale 1istituto
di beneficenza, sovente si trovava aggravato da de-
biti. I superiori lo sapevano poichè non di rado gli
dnvevano venire in aiuto. Ora avvenne·una ~volta che
furono offe rte a D. Albera -LO mila lire e .D. Rua
tosto gli scrisse di portare q~ella somma quale con-
tributo déll'Ospizio àl Capito'fo Superiore. ··Malgra·do
le strettezze d èlla casa P.ordine del Supetiore rfu im-
mediatamente eseguito.

42.4 Page 414

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tore qualche sussidio- straordinario, lo
consegni all'Ispettore o tutto -o in q·uella
quantità · che · dall'Ispettore stesso ·sarà
riputata conveniente. Inoltre s'adbpe'ri
co'n ·una s·aggia econoù1ia di -risparmiare
qualche·somma non da impiegarsi sem-
plicemente in ingrandimenti od in altre
cose non: necessarie e che forse disd1-
cono alla nostra religiosa professiçme,
bensì ·da consegna-rsi ·-ail'Ispettore per i
bisogni generali della éorigregaziohe.
aspetti" che ·l'Ispettore pér ·iscdtto
ovvero nelle.sue·visite venga ad iniporre
l'osservanza ·ai quest'articolo, · ma, :per
coscienza e .con vèrb spirito di .obbe-
dienza -e di ben intesa solidarietà, com..
pia prontamente questo dovere. Il.vero
·ubbidienté ama ed:approva qùanto l'ub-
·bidienza..gli impo~e, e per eseguirla nòn
•cfr. L. c. la perdona ad alcun sacrifizio *.
~-3.Rua P· I salesiani debbono inoltre · ricor-
dare che P. Bosco disapprov_ò .che si
capitalizzasser'o i . ri.sparrqi 'p.'una_ casa
al fine di formare un r~ddito assicu;.
·utò per .il ~uo· Iriantenimentò. Il bu_o_~
Padre ~r~deva e.ss~~e questo un'off.~si
.alla Provvidenza.

42.5 Page 415

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4-i DEL DIRETTORE SALESIANO
I
179. - ·Venga ·-anche ..in aiuto alla .Per r novh
Congre·gazione cori l'indag·are s·e-- i -pò- z;ia-ti:
stulanti e i· novizi .entrino in e'ssa per
il vero .unico ·fii1e 'cii salvare· l'aniliié{
loro dedicandosi all'eduèazi-one .:della
gioventù, e non per . procùrarsi una
vita 'Comoda e· giovare alla loro fami,
glia. Non dimentichi mai di far- com-
prendere bene a chi fa domanda di
entrare nella nostrà pia ·Società che
·essa è precipuamente un -istituto : di
educazionè, :è che perciò, chi desidera
ascriVersi, deve possedere una spec.iale
attitudine ed' una'decisa vòlontà di ,con.;
sumare la -prop'ria vità nell'insegna~
mento e nell'assis.tenza dei giovani.-Chi
n'on sente viva quest'inc1inazio1tè, man-
ca di uno dei requisiti più importanti
per poter divenire salesiano. L'eserci-
zio del sacro ministero e le altre opere
di carità, hanno per noi ragione di finé
secondario. Quando perciò ·si· dice che
nella Congregazione vi sono mansioni
per tutti si -deve- generalmente inten-
dere .solo . df quellé occupazioni .-chè
sono ·inérenti .all'-edu'èazi0Iie della:gio-
ventù• . '.

42.6 Page 416

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MANUALE
..Stutiz"o sui .Si infor-mì ;ez.-iandio dello stato ·de1la
fostulanti. famiglia del pos..tulante, e :qualora si
trnNi aver essa bisogno di sostegno ,da
parrte del figlio, ·lo -si resor.ti _piuttosto
a pr,endere -altra via ;e non .farsi sa-
* Cfr. id. lesian<:>*. Vegli sopratutto ,perchè -non
P· 414• siano ordinati -sacerdoti :colo_ro .qu.-i
q,uaeru-nt quae .-sua .sunt, non q:uae lesu
C-hristi.
Nelle ·confenenze mensil:i .si adoperi
a tutto ,potere -per .inspirar-e ai -soci
1:a:mo.re alla nostr,a -madre la ,Co:Qgre-
_ga.zion~ .e ,ma,ggi.or ,delipatezza ,di ·-CO-
sci-enia _quando .si ,tratta della ;so-
lenne lpr.oiµ.essa .da .noi Jatta a Dio
nella ,professione ;:di "viver-e ,in J;an-
ta .povertà. Nessuno .cerchi di proçu-
riare ,ai parenti un'agiatezza non con-
veniente al loro :Stato. ,Un buon reli-
gioso a.vendo ricevuto da -suo .padre
la d-omanda .d'.una somma non n~ces-
saria, .per ,tutta ,risposta gli ,mandò All
* Cfr. id. :crn:cifi.sso *.:
PP· 3i 4-3is. ,Gonsidet:i.la manGanza ~che -commet-
.terehbe ,contr.o _il voto .di po.v.ertà .9.uel
salesiano che facesse .contratti, :si .ap-
propriasse qualche cosa o denarp .~.P-

42.7 Page 417

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DEL DlRET1'0RE" S:A:LESIANO 4't J
pa1."tenen1!'e1aUa,comunità, tte disponesse
per SUO' uso personale, ne; face·sse:
,fon'O a: persone delfa casa op-pure, acr
esferni; o l'alienasse' eome- gli pare e·
pfa;ce. Questi uftimi atti eompiuti sen-
z:r a'J!eun· permesso dei- Superiori, saFeb-
bero veri furti a danno della comun-itài,
e non è troppo' rigore !"esigere· €he1 ehi
ri ha: commess:it provveàla: a:Ua stt,a c0-
scienza *'·
* Cfr. id.
Abbia inoltre uFl impegno· speciale P· 374·
per · ail'fta:re i novizia-ti'. Con una pn-
dente ~mministrazione e eo:a, ben com-
ptese economie, p-uò riuscire a: v-ersa,,e
ogni anno la quota fissata dalP]s:pet-
tore per il noviziato. È questo· if pTimo'
debifd cui deve soddisfare *.
,.. Cfr. id.
pp. 200-201.
180. -- Infine il direttore, da fervente conclusione.
religioso, persuaso di dover fare anche
egli penitenza dei suoi peccati, accetti ,
volentieri quell'e privazioni e quegli in-
comodi che sono inevitabili nella -vita
comune, e generosamente scelga per
proprio uso le cose meno bell'e e meno
comode, memore di qttanto dice-va san
Giovanni Berchmans: mea max ima poe-

42.8 Page 418

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·M:ANUAtE:
nitentia vita co_mmu.nis, la mia più grande
p~nit~n~a sarà lq vita co-mune. Che le
s:aggie regol~ .e -raccom.andazjoni_che a
qu~sto riguarc;lo furono l'oggetto di _lun-
go e .accurat9 studio dei _Capitoli ge-
neni)i, non abbiano a rimaner~ lettera
* * Cfr. id. ~9rta !
PP· 377 e Si ricorcii : di camminare sempJe ,in
373·
mani~ra çonveniente all_a vocazione- a
cui è stato chiamato e porti scolpite
nella ; mente e in fondo ·al cuore le
memorç1inde parole che il VeJ).erab_ile
scrisse con mano ornai irrigidita, da_l-
l'infermità che doveva condurlo . alla
tomba: :-- Fate _. delle ferm e ed efficaci
(isoluzioni· di rimanere saldi nella voca:.
zione sino alla ,mor~e. Vegfz:ate e f (lte che
nè l'amor del mondo, 11è l'affetto ai pa-
. renti, il desiderz'o di' una_ vi~a agiata
vi' muovano al grande sproposito _di pro-
fanar.e_ ( sacri· voti e così trasgredire la
professione . religiosa, con cui d siamo
consacrati al Signort'. Nz'uno riprenda
* Cfr. Te- quello che abbiamo dato a Dio *.
.stamento di D. Bosco al lelto di morte ci ha
D. Bosco p.
·
.
4ss. L. c. dato un appuntamento a tutti: Arrzve-
P. Rua. derd in Paradùo! È questo il ricordo

42.9 Page 419

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DEL DIRETTORE SALESlANO 415
che egli ci lasciò. D. Bosco ci voleva
tutti suo i figli... È questo il ricordo che
anch ,.10
v1.
lasc1. 0: procurate
dz'
renaJ ervz
* Cfr. Ul-
tima parla-
deunz' ft. ulz' dz' D. Bosco *
o
o
tRauadpi. 5D34.·

42.10 Page 420

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r

43 Pages 421-430

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43.1 Page 421

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INDICE ALFABETICO
Il numero indica la pagina.
A
Abito (dei coadiutori): colore, 256; taglio, 257; stof-
fa, 2 57; osservare · puntualmente tutto, 258:
Abitudine bella: offerta a Dio di ogni azione, 167.
Abusi : toglierli, 2 I 3.
Affetto: alla casa, 199.
Agitazione (malatti.a): occuparsi con troppo ardore
delle cose esteriori, 152.
Agnello divino, 89.
Agostino (Sant'), 96, 145, 153, 161.
Aiutanti, 228.
Alacoque (B. Margherita), 66.
Albera (Don), 154.
Ali, 26, 96.
Alimento dei doveri, 133.
Allievi, 169, 180; pericolosi, 181 ; non espulsi, 183;
conoscerli e farsi conoscere, 183; padrone cuori, 184;
correggerli, 185, 298.
Ambiente per le vocazioni, 315.
Ambrogio (Sant'), 140.
Amicizie particolari, 179, 181, 274, 340.
Ammalati, 189.
27
/

43.2 Page 422

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MANUALE
Amministratore, 166, 408.
Amor proprio, 46, 276.
Angela di Foligno (B.~, IOI.
Antecessore, 400.
Antologie, 245.
Apostolato, 75; funesto 106; dei coadiutori, ~51-256;
salesiano, 288.
Apostolo delle vocazioni, 310, 326.
Archivio: una pagina, 54; conservare ed elencare
documenti, 86.
Armi, (della Pia Società Salesiana), 287.
Artigiani, 302, 303, 304, 305, · 3 I I.
Ascetica ·(libri di): necessari per l'acquisto della vita
interiore, 160.
Assenza (dalla casa): danni, 48.
Assistenti: abbiano tempo per studiare, 180; siano
puntuali, 181; dei dormitori, 351, 353.
Atti di fede, 341.
Attività (spirito di), 197.
Attori, 364.
Ausiliatrice (Maria SS.), 167; consacrazione, 29.
Austerità : nei cibi, 38, 177.
Autori cattivi: come parlarne nelle scuole, 245.
Autorità (relazioni con le), 376; visita, 377; non
criticarle, 3 78 ; scolastiche, 3 78.
Avarizia, 360.
Avvisi (dei superiori) : leggi di disciplina, 85.
B
Basilio (S.), 2 34, 2 7I.
Beatitudine del dolore, 89.
Benedetto (XIV): gravi parole sullo studio, 121.

43.3 Page 423

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DEL DIR'E'l'TOR'E SALESIANO
-419
Beneficenza (salesiana), 320, '318, 399·
tBerchmans (S. 'Gio:vanni), 78, 413.
Bernardo (S.), 95, 9 9', 142, 151, 163, 282.
,Bfljlioteca della gioventù italiana, ;r63.
'Bilancio ·preventivo, 407.
'.Biografia : cdrffratelli defunti, 18 5.
Bollettino Salesiano, 220; origine; 387; 'lettura in re-
fettorio, 390; modo di propagatilo, 390; vantaggi e
frutti, 39 J.
Bonaventura (S.), 69, 76.
Bontà, 291, 292.
Bosco (Ven. D.): spirito, 3, 82; scnola, 5·; irriita-
zione, 16; ricordi confidenziali, 17, 32, 61; ,cuore,
52; memoria preziosa, 34; Regole, 75 ; fdtogràfia,
51; povertà, 102, 103; contro il naturalismo, '106;
carattere dei suoi 1istituti, 1'14-, -1 29 ; ·la cosa 'più
cara, li55 ; raccò'manlla :Ja ·vita ·interiol'e., 1156, -f64,
I 66, 176; testamento, 190; nella sua camer_etta, 201;
esercizio B. M:., l!-4, 2,15, ·226, '23"-2, 23"5, 23'8, 270 1
27'8, ·28·1, '2'87, 2'88, 290, 39'1, 3·10, 322, 333,
348, 350, 360, 361, 363, 37'1, 374, 377, :;85,
386, 392, 398, 399, 400, 406, 410, 4.14.
Breviario, 32; Mirttutino ·e 'Loffi, '35; Ore Minori,
35, •177;
Buona 11otte, 36, 2·17, 3"60.
o
Cafasso (Venerabile): 126.
Camera: 201, 351.
Cano Melchiorre: 122.
•Capitoli ·Generali: 325.
Cappella: il gioiello della casa, 203; ogni dì, 204.

43.4 Page 424

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420
MANUALE
C'.:1.rattere salesiano, 288.
Carità, 178, 189; fraterna, 225, 292, 355, 356,
371.
Casa, 146, 195, 260; siano tutte chiuse ... , 347; capo,
195; non padrone, 196; non guardiano, 196; amarla,
197; curarla, 199; abbellirÌa e .custodirla, 204; mi-
gliorie, 20 5.
Casi di morale, 236.
Castighi, 294, 295, 356.
Castità, 214, 348.
Catechismo, 341.
Catechista, 296.
Cella, 201 , 25I.
Cibo, 117.
Cilizio, 41.
Cinematografo (rappresentazioni), 365.
Circolari: contengono leggi di disciplina, 8 5.
Circoli, 340, 344.
Chierici: responsabilità di essi, 238; tirocinio, 239,
245; scuola, 240; vigilanza, 242; letture, 243, 244;
. ordinazioni, 246, 361.
Chiesa Cattolica, 122.
Classici (autori latini purgati), 363.
Coadiutori: dare comodità per le pratiche di pietà,
182; non permettere familiarità, 182; apostolato,
251, 253, 325; amarli, 252; perfezionarli, 254; tra
i giovani, 255; abito, 256; fuggano le novità, 258;
unione fraterna, 259; vocazioni, 325.
Collette, 40 5.
·
Coltura dell'anima, 376.
Compagni (cattivi), 341.
Compagnie,' 298, 316, 344, 367; filodrammatiche,
364.

43.5 Page 425

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DEL DIRETTORE SALESIANO . 42 [
Compieta, 35.
Compra e vendita, 399.
Comunione: spirituale, 167; domenicale, negli Oratori,
343; frequente e quotidiana, 366.
Concilii, 122.
Conferenze: argomento le regole, 54; per la B. M.,
219; seconda conferenza mensile, 222, 223, 233,
261; per le vocazioni, 322; ai cooperatori, 391, 411.
Confessione: settimanale, 42; cura, 42, 300, 368.
Confessore: della comunità, salesiano, 42, 236, 276,
361, 368.
Confidenza (in se stesso), 276.
Confratelli: immagini di Dio, 146; curare gli esposti
a pericoli, 227; ospiti, 263, 293, 298.
Congregazioni, 318 .
Consacrazione a Maria Aus., 89.
Consigli (dei Superiori): leggi di disciplina, 85; chie-
dere consigli, 187; per il rendiconto, 279, 297.
Consigliere scolastico, 296.
Contabilità, 406; tènuta dei registri, 407; bilancio pre-
ventivo, 407.
Contese, 182.
Contratti, 412.
Cooperatori, 371, 383; nelle liete e tristi vicende, 38,~.
Cooperatori (Pia Unione): origine, 385: regolamento,
386; espansione, 387; favorì, 383; )1lezzi per farb
fiorire, 389, 390, 392; Superiore, 393; diplomi, 393.
Cooperazione, 3 I 4. .
Correzione: 185; fraterna, 224; modo e tempo, 225, 26 r.
Corridoi, 202.
Cortesia, 3 77.
Cortili, 302.
Cose d'indole delicata, 357.

43.6 Page 426

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42z
MANUALE
Costituzioni, 51, 52; circa la pietà, 26; circa gli· Ese1r
cizi Spirituali, 45; custodirle, 56; patrimonio, 57;
r;eliquia. pr,eziosa,. 52; sono, leggj, di disciplina,, 86,
213; lettura 219\\, ~54 ,. 2,561, 2~57.
Costruzioni, 401.
Cucin~, 202 ..
Cuote: ;r, Dio;. 32; padroni1 cuori giovani,. 184,, 292.
Debiti, 402.
Defezioni, 320.
I>eliher.azioni Capitoli generali: leggii di, disciplina.., 85,
406.
Demonio (lacci), 165; trionfi, 270, 275.
Denaro: nessuno ne aonsei:v.i senza, permesso,, 18..7.
Difetti; (lontro, là, pavertà, 89.
Difficoltà del dirett-ore: perchè lont-ano superiori, 116 ;
pei confratelli e giovani, 17 ; nel' suo. ufficio, 1,,75.
Difficoltà.i: pe_r il rendic_ont~ 2,70,. 2-7 5,.
Dignità, 374.
Diligenza: nei doveri, 3 1, 37,
Discendenza (spirituale), 318.
Disciplina: in clìe, consiste,. 75 ; effetti·,, 76 ; ~Jlrdini
su, cui• }?Gggia, 77; necessaria al direttore per sè, 77;
per la vita- di famigliai,. 78; dove manca, 80; gravi
eonseguei,ze, 8z; per la Congregazione, 82 ; leggi,
84; curarne l'osservanza, 86; esempio, 87; ognuno,
al suo posto, 2<]6,
Discorsi cattivi, 184.
Dispense, 382.
Disposizioni canoniche, 84.
Distacco, 96.

43.7 Page 427

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DEL DIRET1ìORE SALESIANO
4'23
Dolcezza, 291, 356.
Domenico· (S. ),. 2 75,.
Doppiezza, 380.
Dormitorio, 181, 182, 201; assistenti, 351, 355.
Doroteo (S.), 27 I.
Doveri: settimanali, 41; mensili, 43; annuali, 45.
Educare cristianamente, 114; primissimo dovere, 209;
Drammatica,, 34 I.
Eccezioni: contag!,ose, 39.
Economia, 189; spirito, 397; vantaggi, 319; program-
ma, 4,00; nelle costruzioni, 401,; nelle passeggiate,
403, 409.
Economo, 200,. 296.
Educatore: non possibile senza spirito di pietà, 26.
Educazione, 114, 290, 291, 315, 349; la buona edu-
cazione, 373; di sè, 375, 411.
Efrem (Sant'), 214.
Elevazione a Dio, 178.
Emendazione, 2 1 5, 38 I.
Esame: di coscienza, 37; suUe Regole, 34; imparziale,.
166.
Esempio: funesto, 105; buono, 253, 29.0, 316, 321;
nell'insegnamento del catechismo, 341.
Esercizi (spirituali), 45, 299, 300; norme per dettarli,
300.
Esercizio (Buona Morte): importanza, 43; carattere,
44; sostegno della casa, 215; origine, 216; obbligo;
216; fissare il giorno, 217; modo di farlo, 218.
Esterni (relazioni): prestar servizi, 185; aiutarli, 186,
cortesia, 186; consiglio, 187.

43.8 Page 428

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· MANUALE
Eugenio III (Papa), 163.
Ex-allievi, 383, 384, 383; farli inscrivere tra i Coo-
peratori, 389.
F
Famigli, 182, 311.
Famigliarità, 349.
Fede (Vita di): alimento dei doveri, i33; le tre classi,
134 ; cerca solo Dio, 13 5; fa tutto per Dio e per
il prossimo, 135; servo fedele, 136; misura della
santità, 136; via alla vera felicità, 137; il benepla-
cito divino, 138; è la forza · dell'educatore, 139;
conforti che dà, 140; conseguenze, 141; tempio dello
Spirito Santo, 142; intimo commercio con Dio, 143;
preghiera e unione con Gesù, 144; benefizio della
vocazione, 146; i desideri dei superiori, 146; quali
specie sacramentali, 147.
Felicità: si ha nella vita dì fede, 13 7,
Fermezza, 291.
Fervore, 27, 47, 140, 141.
Filosofia, 122.
Fiore della divozione, 2 5.
Fonda:r.ioni (richieste di nuove), 312.
Fotografia di D. Bosco, 5I.
Francesco (S.) di Sales, 26, 95, 106, 115, 117, 136,
167, 272, 284, 317.
Frequenza SS. Sacramenti, 367; norme, 368.
Fumare, 406.
G
Galantuomini, 254.
Galatèo, 204, 373·

43.9 Page 429

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DEL DIRETTORE SALESIANO
425
Gerolamo (S.) 22, 271.
Gesù Cristo, 96, 139, 141, 142, 143, 145, 147, 158,
159, 203, 204, 317, 324, 342, 366.
Gesuiti; imitarne l'esempio, 226.
Giaculatorie, 167.
Giardiniere, 309.
Giornali, 359.
Giornaliero, 407.
Giovani, 254: formarli onesti artigiani, 255, 256; zelo
per essi, 287, 349.
Giovanna Francesca di Chantal (S.), 272.
Gregorio (S.), 22, 56, 63, 71, 161.
Guardia d'onore, 367.
Guardiano, 196.
I
Igiene, 204.
Ignazio (Sant') di Loyola, 98.
Incaricato dell'Oratorio festivo, 334, 335, 336.
Inclinazioni, 188.
Inconvenienti del voler far da sè, 298.
Indifferenza (santa), 198.
Indipendenza (spirito di): pericoli, 62.
Indulgenze per i Cooperatori, 388.
Innocenzo III (Papa), 164.
Insidie (mondo), 353·
Insolenza : 3 57
Inspirazioni: sordo, 28, 166.
Interiore (vita) : indispensabile, 143; vantaggi, 144;
manna celeste, 145; far crescere Gesù in sè, 156;
l'azione divina, 158; eliminare gli ostacoli, 15 7; eser-
cizio delle virtù, 157; ascensioni, 15 7; trovare Gesù
in ogni cosa, 158; divino beneplacito, 159; lo. sposo

43.10 Page 430

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, MANU.ALE
divino, 159; acquistarla con ardore questa vita,. 16.0;
libri di ascetica, 160;. i modelli, 160; prima pensare
a salvar l'anima propria, 1.61;, come. _lo zelo è sacri-
ficio più accetto a Dio, 161; superiorità, sulla. vita
attiva, 162; ma non deve impedire le opere di zelo,
162; premunisce contro i pericoli dell'ufficio, 165;
l'armatura di Dio, 165; vigilanza contro, la pigrizia
spirituale, 166.
I.nteresse, 188..
Inviti (funzioni e feste), 392.
Ispettore, 408.
Istituti di D. Bosco: per l'educa11ione- cristiana\\ n4;
nelle mani del direttore, 176; carattere, 367.
Istruzione, 289, 342, 367.
L
Labbra del sacerdote, 113.
Leggi della disciplina, 84-86.
Lemoyne (Don) 290 e seg.
Leone XIII (Papa) 340.
Lettera di accompagnamento: esigerla., 264; necessaria,
265.
Lettere: circolari, 19.1, 192; mensili, 205.
Lettura: spirituale, 35; delle Regole, 55; un capo di,
Sacra Scrittura, 129; a mensa, 2r9; pericolose, 357;
sull'economia, 405.
Letture dei chierici, 243; danni, 244·; listar dei libri .
245; certi autori, 24'5·
Letture Cattoliche, 36J.
Libri: cattivi, strapparli, 358; rivista ed elenco, 359;
vecabolari, 360; buoni·, 362; da leggersi in.pubblico,
362.

44 Pages 431-440

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44.1 Page 431

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DEL DIRE1lTQRE. SALESIANO.
4.21
Libri: da leggere in refettorio, 32.11.
Limosine, 407, 409, 410.
J:.odi·, 315~
Lorenzo Giustinianii (S.), 2.'1!2 .
Luigi Gonzaga, (S.), 344·
M
Maestri: nulla manchi, 178; parlare con loro, r79;
oculatezza, 179, 353.
Maestri d'arte, 251.
Mani vuote, 153.
Mansuetudine, 189, 191.
Manuale': origine, 4J ; utilità,, 4: ; contenuto, 5; frutti·,
5 - 375.
Maria SS . .AusiliatJril.«v : vivere SJ)tto gli occhi dii Lei,.
89, 167, 179, 344, 366.
Martirologio, 2 1 1.
Mastro, 407.
Mattutino, 35.
Meditazione: necessaria· a-1 fervore,. 23 ;. distinta dalla.
preparazione alla Messa, 33, 166, 177, 261.
Memorie biografiche: di D1 Bosco, 290.
Memorie preziose, 103,
Mensa: puntualità in~ recar.vis i, 22 b .
Messa: JZ;· preparazione ~ ringraziamento, 33, ' 4l5,
1'59, Ji7'7',- 18·2:, 2'_34·
Mi litari1, 2 z..7,
Missione del direttore: custodire lo spirito cli D. Bosco,
15; diffondere scìenz~ e pietà, 1,5; · educare;cristiana-
mente, 114;:. furm e costanza, 1•38 conmn.uazi@ne· d'
quella. di D. Bosco; 1168;. pen compierla necessario
il rendiconto, 269, 319 ..

44.2 Page 432

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MANUALE
Modello (divino), 96,
Mondo, 347.
Moralità fra i giovani, 347; vietare di mettersi le mani
addosso, 349; esempio, 350; nessuno in camera, 351;
assistente in dormitorio, 351 ; ricreazioni animate,
352; insidie del mondo, 352, 355.
Morte; vedi Esercizio B. M.; nell'ora della, 42.
Mortificazioni, 3 7.
Musica, 341.
N
Negligenza, 388.
Ne so abbastanza! 120.
Norme: necessità, 17; fonti, 18; del .Ven. Bosco, 31;
176, 192, 362.
Notizie (non buone) come comunicarle ai parenti, 380,
381.
Nove uffici, 367.
Noviziato, 239, 262; concorrere nelle spese, 320, 411,
413.
Nuovi arrivati:. assisterli e formarli, 263.
o
Obbedienza: base di tutto, 61; natura, 72; eccellenza,
63; vincolo d'amore con Dio, 64; difficoltà, 65;
come l'ami Gesù, 66; sia intiera, 67; senza critiche
e disapprovazioni, 68; figli di obbedienza, 69; inse-
gnarla e coll'esempio, 70; non renderla pesante, 71;
s'acquista coll'umiltà, 47, 360.
Occhio del direttore, proprietà e pulizia, 199; sopra
di sè, 200; ufficio, 20 I; parlatorio, celle, camere, ecc.
201; dell'economia, 407.

44.3 Page 433

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DEL DIRETTORE SALESIANO
429
Opere dei salesiani: sostenerle, .2'26.
Opinione falsa: porre in secondo ordine la pratica dei
doveri religiosi, 15 3.
Orario: particolare, 33; un'ora per lo studio ·delle
Scienze Saère, 129; ·per gli artigiani, 304, 355.
Oratorio festivo: finalità, 331; ·cause di allontanamento,
332; opera salesiana per eccellenza, 353; vi lavo-
rino tutti, 334; per trovare il personale, 336; la
nota caratteristica, 33 7; zelo e bontà, 338; perse-
veranza, 339; catechismo, 341; istruzione, 342; co-
munione domenicale, 343; economia, 405.
Oratorio di S. Francesco di Sales, 344.
Ordine: esteriore, 201, 202; non preferenze ma or-
dine, 202, 290; e moralità, 355.
Ordini s~cri, 246; 24 7.
G>re canoniche, 3 5.
Ospiti (confratelli): cordialità, 264; lettera di accom-
pagnamento,' 264, 265.
Osservanza: delle Costituzioni, 51; del voto di povertà,
93.
Ostacoli vocazione, 321.
p
Padre, 293; ama senza debolezza, 294.
Papa, 244.
Parenti, 379; come trattarli, 380.
Parlatorio, 201.
Parola di Dio: ascoltarla, 258.
Passeggiate, 403; non troppe e non in ferrovia, 404.
Passioni, 139, 273.
Patrono (santo), 179.
Pazienza, I 78.

44.4 Page 434

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MAN'U:A:IJE
Peccato: tenerlo lontano, .2'88.
'Pedagegia:: 36.1.
Penitenza, 413.
Perdono, ;294, 295.
Perfezione; str-etto ,ohblig~. i2'1'; :per santificare .gli .àltri,
22; ·primo ,dovere, 2 :;; ins~pwrabile ,dalla 'p0ve1tà, 95;
a grandi ,passi ma :fuor di :via, :1 53; i nsegnaTla ai
èonfratel1i, 2 3,; nell'apostolato salesiana., 28,5.
·Personale della casa: ,curaTlo, 209; vigilanza, 210, 2:12;
•primissimo obbligo, ,2 111; tremenda responsabilità,
212, 297.
Persone di servizio., .182.
·P.ersone benemerite, 3'83.
Peste, 360.
Pietà (pratiche); 1 ° mezzo di perfezione, 24; :spi11ito di
pietà, 25; esercizi, 26; vigilare che siano ·esatte, 2·14,
.2,: 5; ·essenza del 'Ilostro apostolato, 366; punti es-
senziali, 367.
Pigrizia spicitua:le., 28, 166.
Pio (Papa) IX, 226, 386.
Pio (Papaì X, 115, n8, 153, 1154,., J40, 387.
Popolarità, 294.
Potenza del rendiconto, 269.
Povertà: difficoltà, 93 ; amare, 94; pietra di para-
gone, 94; scogli voca21ioni, ·94.; voto e ·virtù ,inse-
parabile, 94; materia diversa, 95 ; spir.ito, · 96 ,;
modello divino e suoi ·imitlitmi, ,96;; ·fondamenti
della perfezione, 98 ; come le uova, '99 ; 1pericoli
pel direttore, 99; cuore distaccato, rno .; male .erbe,
'WL; •esempi ,di ilil. !Bosco.. 102 ,; obblighi della pro-
fessione, 104; debitore alla Congregazione, lOtl;
verme roditore, 105 ; per combattere il naturalismo,
106; inopia paupertatis. 107; frutto della carità,

44.5 Page 435

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DEL DIREIIT(i)RE SALESIANO
4311
107 ; saorifizi, 109 ; .contro ,la rilassatezza, •no ;
faccia ·bella figura, 200, 214, 398, 502, 412.
Preces ante ·et post mensam, 121.
Precisione, 3 SS.
Predicazione: norme e pratiche, 2317, 238.
Prefetto, 200, 296.
Preghiere : ,della sera, 96; della B. M., 2 r 8 ; per ae
vocazioni, 312, 366.
Presenza di Dio, I SS.
·Prete? 323.
Preventivo, 407.
Professione religiosa : ,obblighi assu,nti, 104.
Professi itriennali : foro cura, 2 59 ; correzione e re-
sponsabilità, 261.
Promesse, 3 77.
Provviste, 402.
Pulizia, 200.
'Puntualità, 40, 355.
Q
Questione vitale, 310.
R
Refettorio, 202, 290, 390.
Regali, 405.
Regalo, 361.
Registri, 407.
Regolarità, 39, 359.
Regole, 105; è inculcato lo studio, 58, ,129.; rl'·os-
servanza dà la santità, r 56; ·necessarie, 176; non
modificazioni, 188; di buona creanza, 290, .325,, 359;
del teatrino, 364.

44.6 Page 436

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432
MANUALE
Regolamenti: leggi di disciplina, 85, 220, 254, 263.
Relazioni (epistolari): se non necessarie troncarle, 199,
382; coi novizi, 320. - Cogli esterni, 371; evi-
tare le inutili, 372; con le autorità, 376; coi pa-
reoti dei giovani, 379.
Religione : farla amare dai giovani, 120.
Religiosi: quando infelici, rn9 ; prima santificare se
stesso e poi educare, 154, 253; .vocazioni, 314, 354.
Rendiconto: al tribunale di Dio, rn8 ; mensile, 215,
238, 261; potenza, 269; vantaggi, 270, 272; te-
stimonianze, 271; rimedio efficace, 274; difficoltà
di farlo, 275; fini, 277; come ricevere i rendiconti,
278; regole pratiche, 279; farlo; dare comodità agli
altri, 28 I.
Responsabilità, 215, 238, 319, 365.
Ricchi, 97.
Riconoscenza, 3 77.
Ricordi confidenziali, 17, 61 ; ongme, 176; Calma in
tutto; evitare austerità; pie, attente ac devote, 1 77;
segreto, 178; coi maestri, 179; tempo per lo stu-
dio, 180; all'erta, 181; persone di servizio, 182;
allievi, 183; padrone dei cuori, 184; esterni, 185,
la base di tutto, 187; il nemico del bene, 188;
dolcezza nel comandare, 189; redivivo, 191.
Ricreazioni, 352.
Rilassamento, 166.
Rimorso, 108.
Ringraziamento alla Messa, 34.
Riposo : mettersi l'ultimo, 40, 4 I, 177.
Risparmio, 399, ·400, 410.
Rispetto umano, 360.
Romanzi, 362.
Rosario, 3 7.

44.7 Page 437

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DEL DIRETTORE SALESIANO
433
Rua (Don), 5, 6, 15, 18, 44, 46, 55, 58, 83, 116,
128, 166, 176, 191, 222, 233, 241, 253, 258, 280,
302, 310, 311, 334, 375, 406, 414.
Rubricae Missalis, 235.
Sacerdoti: uso lodevole, I 2 7; esigere pratiche di pietà,
233; occupazioni speciali, 233, 247; ammonire, 234;
correggere i difetti nella Messa, 234, 235; soluzione
casi morali, 236; confessori salesiani, 236; predica-
zione, 237; norme, 238; ascoltare la parola di Dio,
238.
Sacrestia, 203.
Sacrificio (spirito di): necessario per la disciplina, 87;
per fare il bene, 88, 89; più accetto a ,Dio, 161,
198, 262.
Sala per gli avvisi, 179.
Sale infatuato, 348.
Salesiana (società), 104, 146.
Salvezza eterna, I 55.
Sanità: cura, 128, 228, 253.
Santificazione propria, 136, 317.
Santità, 290.
Santo (protettore del mese), . 219.
Sbadataggine, 357.
Sbaglio grave, 296.
Scienze sacre: v. studio, I 75, 313.
Scrittura sacra, 122, 129.
Scuola: di teologia, curarla, 115, sorveglianza, 355.
Scuole: tenerle ordinate, 201; di religione, 303.
Segreto, 282.
Semplicità (mancanza), 225, 277.
28

44.8 Page 438

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434
MANUALE .
Sentinella, 3.
Sermoncino della sera, 36.
Sezione artigiani,. 326.
Sistema preventivo, 26; praticarlo, 58, 289, 321,' 356.
Società operaie cattoliche, 340.
Solidarietà, 3 I 6, 405.
Sorveglianza, 355, 363.
Spese superflue, 403.
·Spirito religioso, 252, 289.
Spirito salesiano, 289; per acquistarlo, 290; segreti,
291, 355, 265.
Stima dei coadiutori, 258.
Stoffa, 253.
Storia ecclesiastica: studiarla, 115, 129. ·
Studentato, 240, 262.
Studenti Universitari, 227.
Studio delle scienze sacre: necessario per l'educazione,
I 13; antecedente e concomitante, 115; l'ottavo sa-
cramento, 117; perdita della vocazione, 118; per in-
stillare la religione nei cuori giovanili, 1 I 9; per farla
amare e difenderla, 120; dev'essere continuo, 121 ;
sempre nuove cognizioni, 120; la scienza più vasta,
121; dieci fonti, 121; illuminare la mente, 123;
formare la coscienza, 125; ars · artium, 127-; si rie-
sce utilizzando il tempo, 128; la chiave per dirigere
le anime, I 30.
Suffragio (voto) 246.
Superbia, 46.
Superiori: devono custodire le regole, 76; maggiori,
175, 181, 187, .240, 252, 264, 393·

44.9 Page 439

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DEL DIRETTORE SALESIANO
435
T
Taglio del vestito (coadiutori), 257.
Teatrino, 341; pericoli, 363; regole, 364.
Tentazioni (ri~edio), 274.
Teologia: vedi scienze sacre, 122, 123; morale, 126;
ascetica, 129, 130; scuola fuori dello studentato,
241, 242.
Teresa (S.), 317.
Tesoro, 6; le Costituzioni, 52.
Testamentino: dieci '\\-ersetti al giorno, I 15, 221, 243.
Testi (di teologia): quello di studentato, 129; di asce-
tica, 130.
Tiepidezza, 167.
Tirocinio pratico, 239, 240.
Tolleranza eccessiva, 294.
Tomaso (S.), 161, 164.
Tradizione, 122.
Tuus esto ubique, 152.
u
Ubbidienza: v. obbedienza, 187.
Ufficio: tenerlo ordinato, 200. ·
Umiltà: fondamento della perfezione, 46; modo di pra-
ticarla, 47, 236.
Unione con lo spirito di Gesù, 25; più stretta, 158;
si raggiunge con la vita interiore, 160. Pia Unione
dei Cooperatori: v. Cooperatori.
Universitari, 227,
Uscita: non permetterla durante l'anno, 322.

44.10 Page 440

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MANUALE .
·V
Vacanze-premio, 3-22.
Vangelo del direttore, 1 77, 191.
Vicario di Gesù Cristo, 84.
·Vigilanza: sulle letture dei chierici, 243, 289, 359.
Vincenzo Ferreri (S.), I06.
Virtù: teoria e pratica, 46, 17 5.
Visioni paterne, 3 2 7.
Visita: particolare al SS. Sacramento, 32; in comune,
35, .366, 377,
Vita di D. Bosco, 220.
Vita di Fede: v. fede. Dei sensi, 134; deqa ragione,
134. Religiosa, eccellenza, 137: custodirla in sè, 153;
comune, 188; esemplare, 316, 324.
Vita interiore, ved. interior_e.
Vite dei santi, 160.
Vittime delle passioni, 139; dello sventr~mento del-
l'anima, 152; delle illusioni, 273.
Vitto comune, 38; facilità di esimersi, 39;_ rimedio
contro la rilassatezza, IOO.
Vocabolari, 360.
Vocazione: si perde per mancanza di studi sacri, n8,
2IO, 239, 240, 261; questione vitale, 308; coltura,
310; apostolo , delle vocazioni, 310; domandarle, 3n;
il germe non manca, 313; solleçitudini, 314; creare
l'ambiente, 315; , vjta esemplare, 317; condurle a
compimento, 319; mezzi, 320, 321; vie della voca-
zione, 323, 405.
Volontà (buona), 293.
Voto, 32.

45 Pages 441-450

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45.1 Page 441

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DEL DIRETTORE SALESIANO
437
z
Zelo: frutti, 16; falso, 47; emanazione della fede, 140;
tutto diventa soprannaturale, 141; sacrifizio più ac-
cetto a Dio ? 161; per il bene dei giovani, 287,
299, 313, 350, 353, 363.

45.2 Page 442

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45.3 Page 443

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INDICE
Lettera-prefazione
. pag. 3
PARTE I.
Il Direttore nella pratica dei suoi doveri re-
ligiosi.
CAPO I..... Missione e difficoltà del Direttore pag. 13
II. ... L'acquisto della perfezione, suo
I dovere ..
19
!IL .. Ciò che deve fare per compiere
questo dovere •
29
IV... Lo studio e l'osservanza delle
Costituzioni, suo II dovere .
49
V.... Il Direttore è figlio di ubbidienza,
suo III dovere .
59
VI... Lo spirito di disciplina e di sa-
crifizio, suo IV dovere
73
VII .. L'amore alla santa Povertà, suo
V dovere
91
VIII. Lo studio delle scienze sacre,
suo VI dovere .
111
IX ... La vita di fede e di zelo, suo
VII dovere .
I 3I
X .... Totus primum sibi et sic totus
omnibus .
I 49

45.4 Page 444

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440 MANUALE DEL DIRETTORE SALESIANO
PARTE II.
Il Direttore nell'esercizio del. suo uffici!).
CA]?O I. . . . . I ricordi confidenziali del Vene-
rabile Padre .
. pag. I 73
II. .... La Casa affidata al Direttore
193
III ... Del personale in genere
207
IV... Dèi Sacerdoti e Chierici .
229
V .. .. Dei Coadiutori e professi trien-
nali
249
» , VI. .. Del re~diconto mensile .
267
Vii.. Zelo per il bene dei giovani
» . 285
VIII. Cura delle vocazioni religiose
307
IX. .. Dell'Oratorio festivo .
329
X. .. . Della moralità ·e pietà nei gio-
vani
XI:. . Relazioni cogli esterni
XII.. Economia e povertà
INDICE ALFABETICO
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369
395
417
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