1940_RicaldoneP_A_Professori_e_Alunni_Pontificio_Ateneo_Salesiano


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APPUNTI DELLA CONFERENZA
DETTA DAL REV.MO RETTOR MAGGIORE
AI PROFESSORI E AGLI ALUNNI DEL
PONTIFICIO ATENEO SALESIANO
DOPO IL GIURAMENTO
DEI PROFESSORI
t

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(Tori,no-Oroaetta, | - x - 1940).
tr'igliuoli carissimi, dopo l'imponente sfilata dei Professori che
vennero a prestare giuramento, nessun'altra espressione forse
può meglio signiflcare ciò che ciascuno di noi sente in cuore d.i,
questa: Sit nomen Domini, benedi,atum, nunc et 'in saeaula: Sia
glorifrcato o benedetto il nome del Signore, dhe ha concesso a
noi di ved.ere queste cose!
Ed ora a stimolo e conforto nostro ricord.iamo, sia puro in
breve sintesi, le date più. importanti dello storico awenimento.
fl 2 maggio (dico il 2 magg1o, per correggere un etrrore tipogra-
fico sfuggito negli Atti, del Capi,tolo Superiore dello scorso giugno),
il 2 maggio 1936, per la prima volta, manifestai a Sqa Santità,
Pio Xf, di v. m., il nostro dosiderio di ved.er eretta, anche nel
seno d.ell'umile nostra Società,, una Facoltà, Teologica: in quel
primo colloquio non osai procedere oltre. I1 Santo Padre mi
flssò con quel suo sguardo che diceva tante cose, e che_a volte
faceva anche morire Ia parola sulle labbra, o mi d.isse in tono
quasi solenne: « Voi mi chietlete una cosa difficile assai. Yoi mi
chied.ete una cosa che abbiamo negata a molti ». Potete immagr-
nare il tumulto suscitato nel mio cuore fls, gimili premesse!
Ma subito, atteggiando il suo volto a bontà veramente pàte"na,
Pio XI sogg'iunse: « Ebbener in yista delle motivazioni adtlotte
e, in mod.o particolare, d.ello sviluppo provridenziale della So-
cieta Salesiana non voglio negarvi ciò che voi mi chiedete. Il
Card. Bisleti è cagionevole di salute: parlatene a Mons. Ruf-

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fini ». I1 4 maggio, tlue giorni d.opo, mi recai da Mons. ft1ffini,
il qualc mi accolse con grande bontà,, m'incoraggiò, mi tliecle
norme e consigli per I'attuazione di ciò che tanto mi stava a
cuore. Anzi, egli stesso disse subito: « Non d.ovete pensaro solo
alla facoltà teologica, ma anche ad altre. Freparatevi ».
Potete immaginare Ia mia gioia. Tornato a Torino, ci
siamo subito accinti all'opera per adeguare i programmi, fissare
gli orari, organizzate i sussidi, tutto insomma, alle prescrizioni
de\\la Deus sc'ient,iarurn Dom,inus. E ricordo (e con me lo ricor-
d.eranno non pochi di voi) che, iI10ottobre di quello stesso anno
1936, io vi parlai velatamente, non già, di Facoltà, Teologica, ma
solo di una spec'ies Eacultati,s: e voi avete sorriso.
Durante quattro anni si procurò cla parte di tutti di rend.ere
|organizzazione d.ella Facoltà, Teologica prima, della Filosofica,
poi, e di quella di Diritto Canonico più tardi, sempre piÌr ade-
gtata. Cosicchè il 19 febbraio di quest'anno credetti giunto il
momento di presentare alla Sacra Congregazione dei Seminari
e delle Università, degli Studi Ia domanda ufficiale per l'erezione
delle tre Facoltà. Non mancarono, come non mancano mai
nelle opere di Dio, le difficoltà. Ma, Io ricordate voi pure con
gioia, il 3 maggio di quest'anno veniva approvata I'erezione
delle tre Facoltà, d.i Teologia, di Diritto Canonico e di Filosofia.
E il 25 maggio, proprio iI giorno dopo Ia trionfale festa di Maria
-A.usiliatrice, ci veniva telegrafato da Roma che il Decreto era
stato firmato. I1 resto Io conoscete pure voi. fo ebbi la gioia tli
venirvi a Ieggere il Decreto di erezione in una circostanza solenle:
e tutti insieme abbiamo innalzato a Dio I'inno del ringrazia-
mento pel beneficio veramente insigne che ci veniva concesso,
e al tempo stesso abbiamo invocato I'abbond.anza delle benedi-
zioni celesti su coloro che furono m,agnq, pars nella concessione
di questa grazia singolare. In quella circostanza noi ricordammo
anzitutto con affetto e d.evozione profonda Ia santa memoria
del Papa di Don Bosco, S. S. Pio XI. Implorammo poi I'abbon-
danza delle grazie divine sul Vicario tli Gestt Cristo, Pio XIf,
gloriosamente regnante, sul Cartl. Giuseppe Pizzard.o, prefetto
delta S. C. ilei Seminari e d.elle Università, tlegli Stud.i, e sopra
S. E. Rev.ma Mons. Ernesto Buffini, il quale nello sviluppo tti
tutte queste pratiche, è stato per noi veramente, più che supe-

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riore, amico, fratello, padre. -{nche oggi rivolgiamo, con rinno-
vati sensi di gratitudine, il nostro ringraziamento a Dio e ai nostri
benefattori.
Compitrto questo dovere, permcttete ch'io inviti tutti voi,
Superiori, Professori e Alun:ri, a conispohdere nel mod.o mi-
gliore alf insigne beneflzio concesso alJfamata nostra .Congre-
gazione. E per sintetwzate in una sola espressione ciò che vorrei
fosse mandato a effetto, io esorto ognuno di voi a sentire seria-
mente la propria responsabilità,, o, per dirlo con frase più cri-
stiana e italiana, a compiere con vera religiosità, il proprio do-
vere.
I latini chiamavano appunto la responsabilità,, non solo o7fr-
e,i,um, rr:'a, reli,gi,o. Quasi volessero dire che la responsabilità, più
che sempliae d.overe, è quasi la religione del dovere. D'altrond.e
se noi volessimo approfondire la portatar l'ampiezza del signifi-
cato della parola relig,ione, verrem.mo a quest'identica conclu-
sione: la pratica tlella religione infatti non è altro che l'adempi-
mento dei nostri doveri verso Dio, verso i rappresentanti di Dio,
verso I'immagine di Dio scolpita sulla fronte di ciascuno degli
uomini.
Orbene, permettete che in questo giorno, mentre stiamo per
iniziare iI primo anno accad.ernico del Pontfficio Ateneo Sale-
siano, vi esorti a sentire profond.amente i vostri doveri, ad avere
coscienza delle vostre responsabilitàt.
Gesrl disse in un momento particolarmente solennez Data est
mi,hi, omnts potestas 'in caelo et 'in terra. E S. Paolo, facendosi
eco delle parole tti Gesù Cristo, scriveva ai Romani: Non est
potestas ni,si, a Deo. Questo pensiero ci conforti. Non c'è ne§suno
che possa imporci dei d.overi alf infuori di Dio e di coloro che
rappresentano Dio.
I1 dovere, iradiato da questa luce soprannaturaler ben Io
possiamo consid.erare come vera emanazione della volontàr, di
Dio, come espressione dei cLivini voleri. Per questo potè dire il
nostro Manzoni che non vi sono doveri ignobili: ogni d.overe
ripete la sua origine tla Dio.
Volesse il cielo ch'io riuscissi in questo giorno ad accrescere
il sentimento della vostra fede verso il concetto d.el dovere, perchè
allora avrei accresciuto e reso più robusto il sentimento tlella

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vgvooiuslsettrraalomre-esnptecohnolsaailbCPihttioàen.staiSfleecipIoaerACtatoennntgoeroengoSaiazdleieosstieiadn.esoriiadamsiapoeq-tutaenoi ofdrodubatbtniiaocmihoeè
necessario cho Superiori, Frofebsori ed Alunni, non solo sentàno
tutto il peso della propria responsabilità, ma che generosamente
vi corrispond.ano. Da questa conyergen.za dei rispottivi doveri
compiuti verso un identico fine risulterà, quella perfezione di
pratici risultati ch'è nelle aspirazioni d.i tutti.
Voi, Superiori o Professori, avete il dovere di formare questi
alunni, questa parte eletta della §ocietà, Salesiana. Sopra cia-
scuno tli voi pertanto pesano dei gravissimi, vorrei dire, d.ei tre-
mendi doveri. Voi dovete formarli questi alumi. Formare
1a'21nirrl2,'ysol dire eonoscerne le facolta,, le tendenze, i destini:
formarla ala perfezione morale e intellettuale suppone del]a
perfezione stessa un'idea pratica, una vita vissuta. È ta Congre-
gazione che vi affida i suoi figli, che Ii colloca in certo modo tra
le vostre braccia. Voi d.ovete dare loro quella linfa vitale, cho li
irrobustisca e rend.a atti alla missionor a cui saranno poi desti-
nati da questa nostra Mad.re. Qual è pertanto la formazione cho
dovete dare a questi figliuoli? Non m'i:rd.ugio a parlare di per-
fezione cristiana, che dev'essere l'ampia e insostituibile cornice
di ogni formazione spirituale: voi dovete dare ai vostri alunni
una formazione religiosa, salesiana, sacerdotale, scientifica.
tr'ormazione reli,gi,osa! basata sulla pratica dei consigli evan-
gelici. Non basta aver gettate le basi della perfezione religiosa
durante il period.o d.el noviziato: fa d'uopo costruire su di esse,
negli studentati filosoflci e teologici, un edifizio robusto e dura-
turo.
Formazione sales,ianal À.bbiate sempre presente che formate
dei salesiani: il vostro linguaggio sia costantemente salesiano:
vi stia sempre d.inanzi Don Éosco nostro Padre con le sue virttr,
con il suo spirito, con i suoi esempi. Un professore che non par-
ld,sse con frequenza e devozione filiale di Don Bosco, mla,nche-
rebbe a uno d.ei suoi più importanti doveri. Yoi dovete ricor-
dare a questi flgliuoli, non solo cho sono 'salesiani, ma che
domani saranno chiamati a essero attrezzati apostoli e diffondi-
tori dello spirito di Don Bosco. I-,a loro formazione pertanto vuol
essere una accuratissima formazione religiosa-salesiana. Noh e

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sufficieute la formaziono reli,g'ùosa in generale: e§§a costituisce il
genera; la formazione salas:i,ana è la differenza speci,fina: forma-
zione ad.u-nque tutta e sempre orientata verso lo spirito e le
virtù clel Padre. Yoi ben capito che non po§§o oggi; in una
brove conlerenza, svolgere compiutamente quo§ti impbrtanti
concetti: ma io so cho nolle vostre menti elette basta buttare ul
se.mIe'o, rpmeraczhièonivei
si sviluppi,
saaerdotale!
cresca e fruttifichi.
Ripetete frequentemento
ai
vostri
alunni che presto saranno essi pure sacerdoti, e che il sacerdoto
è alter Chri,stus. Riohiamateli perciò alle virtù, agli esempi di
Gesù Cristo: alle grandi funzioni che d.owanno esercitare, rive-
stiti di grande, di divina autorità,, in nome'appunto d.i Gesù
Cristo. Inculcate loro questi tremendi doveri, che saranno do-
mani regola e:strumento del loro apostolato.
Ilo lasciato intenzionalmente come ultima Ia formazions
sci,enti,fioa. Cari Superiori, cari Professori, voi siete; con me, in-
timamente persuasi che noi avremmo fatto opera vana, vorrei
dire esiziale, se la soienza venisse innestata sopra intlivid-ui che
non fossero robustamonto formati ne1le virtrl religiose, salèsiano
e sacordotali: perchè allora noi avremmo forse dato alla Ohiesa
e alla nostra Società, dei superbi, degli orgogliosi, cho domani
calpesterebbero i principii stessi della morale, dei ribelli insommar
onta e flagello dolla Chiesa stessa e della Congregazione. La
scionza pertanto venga depositata sempre sopra il fondamento
inconcusso tlelle virtrl religiose, salesiane e sacerdotali.
Sintetizzando noi possiamo conchiudere che la formazione
di cui siamo venuti ragionando dev'èssere completa.
All2 gfsgg2 guisa che I'esagerato e ipertrofico sviluppo.di una
parto del co po lo rend.erebbo mostruoso, altrettanto si verifi-
oherobbe nello spirito ove Io sviluppo d.i parte di esso fosso a
scapito delle altro parti.
È sul religioso esemplare, sul salesiano che conosca e viva lo
spirito di Don Bosco, sul futuro sacerdote conformato alto virtù
od osempi cLi Gosù Cristo, che voi doweto innestare Ia scienza
filosofica, teologica e giuridica.
E acciocchè possiate compiere questo importanto dovere,
con l'esempio e mediante il vostro insegnamento, ci siamo sfor-
zat.;r dt procurarvi tutto ciò che si è creduto possa giovarvi, d'o-

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tando, come aveto visto, senza badare a sacrifici, e attrezzatdo
sempre più accuratamente, il nostro Pontificio ateneo salesiano.
À.bbiamo rilevato in principio che la sfllata dei professori è
stata imponente. Siete numerosi: oon ciò intendiamo d.ire che
a ciascuno di voi è dato tempo sufrciente per prepararsi a
compiere dorrutamente lalta sua missione. È notevole, a volte,
Ia diffs1sn2a tra voi e i nostri professori ili ginnasio e lioeo. euelli
hanno le 18, 20, 24 e
settimanali di scuola.
tVaoloirnae-avefotertmuneantoi
alosrsoa!i:-mafinvai nsci oco3n0ceodree
tutto questo agio di tempo, precisarnente perchè vi prepariato
o attrezziate sempre meglio. È un dovere di giustizia, il vostro,
quello di occupare bene il tempo, per aggiornarvi, cosicchè non
vi sia cosa importante o novità, scientifica che voi non siate in
grado d'insegnare
difetto, io sento iI
ai vostri alunni. Che se il tempo
dovere di dichiarare, alla presenza
non vi fa
dei vostri
alun:ri, cho fddio vi ha dotati di ingegno eletto, del quale avete
dato costant'i proye: EgIi vi ha arricchiti inoltre di doti d.idat-
tiche tali da faro sl che il vostro insegnamento riesca veramente
proficuo. Mentre pertanto io mi congratulo con voi e vi ringrazio
di quanto avete fatto in passato, vi esorto a far tesoro d.el tempo,
a rendere sempre piri perfetta la vostra atttezzatata scientiflca,
a fare in modo che il vostro insegnamento possa dare frutti
ognora più abbondanti e redditizi.
Voi però non siete solo degf insegnanti: siete soprattutto degli
educatori, e perciò non dovete limitarvi a buttare il seme nol
solco. Vedete come fa I'agricoltore: egli non dimentica il seme
sparso nel campo, ma 1o controlla e lo fa oggetto d,ininterrotte
cure. Non limitatev-i ad insegnare: controllate il vostro insegna-
mento perchè riesca praticamente fecondo.
Insegnate in conformità, tLegli Statuti dell,Ateneo e delle
nostre tratìizioni. Preparatevi: non divagate in digressioni meno
necessariel non ingombrate la mensa oon vane érudizioni.
tr'ormate gli alunni alla serietà, degli studi, all,approfondimento
delle singole materie, e assicuratevi che abbiano capito e non
frainteso. Non ourate solo gl,ingegni più eletti, ma tutti senza
eccezione di sorta. E qui permettete ch,io mi faacia eco ancora
una volta di una tlelle pirl calde e insistenti raccomandazioni di
Don Bosco: fnfumogate, interrogate, intenogato. Egli che aveva

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l'officacia della parola si limif§ a ripeterlo tre volte: noi suoi figli
dowemmo ripeterlo almeno nove. E sappiano gli alunni, qui
presenti, che questo. è un vostro d.overe, un vostro grave, un
vostro gravissimo d.overe. Dovete rendervi certi che si studi,
'che non si perda tempo, che fu capito ciò ch'avete insegnato.
Se riuscirete a dare ai nostri stud.i superiori questa intona-
zione pratica; se tutti voi sentirete profondamente la gravissima
responsabilitàr, di formare anzittttto dei buoni religiosi salesiani,
dei santi sacerdoti, o poi degl'insegnanti capaci e degli abili
dottori, voi awete compiuto uno dei vostri più stretti do-
veri e reso nn alto o proficuo servizio alla Oongregazione e aIla
Chiesa.
Ho creduto utile ricordare ciò
pcoasreecdcihnialnuzsitarigl-i-
già, praticate.
afunni, affinchè
che
IIo
vvooliu, t-o
e alcuni di
inoltre dire
voi tla
queste
essi capisoano quanto grande,
delicata e sublimo è Ia missione affidatavi, e così si persuadano
cho alle vostre responsabilità, e ai vostri doveri deve fare riscon-
tro Itadempimento delle loro responsabilità e dei loro doveri.
Ed eccoci giunti a voi, o carissimi figliuoli ed alunni.
Cui, rnultum d,atum est, multum quaeretur ab eo! È questo il
principio da oui dobbiamo partire. Yoi siete veramente i favoriti,
i prediletti della Chiesa e della Oongregazione. A voi è tlato molto,
e dicendo molto dowei dire moltissimo. Ora da voi Dio, Ia Chiesa,
la Congregazioto hanno cliritto di esigere molto, moltissinno. Ilo
ricord.ato testè che alle responsabilità o ai doveri d.ei vostri
Pròfessori corrispondono Ie vostro responsabilità,, i vostri d.o-
veri. Collocati sullo stesso binario d.ovete percorrere la stessa
strada facendo convergere tutte Ie attività, al raggiungimento
della meta. Vi abbiamo iscritti alle tr'acoltèr, di Teologia, Diritto
Canonico e Filosofia, anzitltttn perchè cresciate buoni religiosi,
ilegni figli di San Giovanni Bosco, santi sacerdoti, e perchè vi
prepariate a essere domani, come i vostri Frofessori, ilsegnanti
in altri studentati, per formare religiosamente, salesianamente,
sacerd.otalmente altri'chierici, impartendo loro il tesoro delle
verità qui apprese.
È necessario pertanto cho anzitutto sentiate e sentiate pro-
fondamente questa vostra responsabilità,, questo gravissimo
vostro dovere. Il Pontificio Ateneo Salesiano vuole prima di

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ogni altra cosa, ospitare dei religiosi esemplari, dei salesiani
degni.
questo
Che se
primo
d-.oveDreio(snoolon
avIopgelinasa- rloqpuraolcvuonounvevneirsosestmtaezniooaal
cuore) è bene si sappia da tutti ch'egli aon potrà rimanerer non
dico un grorno, ma nemmeno un'ora di piÌr tra gli alunni tteÌ
Pontfficio .Ateneo Salosiano. I vostrl Superiori, i vostri Profes-
sori hanno I'obbligo strettissimo d.'indicarci senz'indugio, di
farci sapere chi sià, f intlegno, colui che non abbia la vesto nu-
ziale. Io non dirò ehe lo cacceremo nelle tenebre esteriori... ma sl
all'esteriore!
E necessario inanzi tutto questo, e ciò deve sapersi da tutti:
e cioè che gli alun:ri delle nostre X'acoltà,, accolti nelle case della
Crocetta e dei Conti Bebaud.engo, devono essere primi6126sa66 s
soprattutto religiosamente e salosianamente esemplari. Le due
Case potranno forse domani tliveniro una sola (anche a quelli
che verranno dopo di noi resterà, molto a fare!), ma quella futura
unica Casa dowà, essere a sua volta, como oggi queste d.ue, ula
Casa esemplare: è questo il primo requisito. Etl è bene ripetore
che, ove questo primo postulato venisso a mancare, non si è
disposti a transigere. Permettete pertanto ch'io insista e ricordi
di bel nuovo ai Superiori o ai Professori, cho uno d.ei loro più
gravi doveri è quello d.'indicare chiaramente ai Superiori chiunquo
non corrisponda religiosamente o salesianamonte alla fiducia in
lui riposta.
Quanto poi fu tlotto ai Superiori e Professori riguardo aIla
formazione religiosa, salesiana e saoerdotale, applicatelo, o cari
alunni o flgliuoli, anche a voi. Dowote rappresentaro Gesù
Cristo, Sacerdote sommor e in nome suo esercitare il più alto doi
ministeri: sforzateyi d.i arricchirvi delle sue yirtt). Dowete rap-
presentare Don Bosco nella detcàta missiono di formare domani
degni suoi figli: Iavorate per conoscere, acquistare o praticaro
sempro meglio'Io spirito e Ie virtù d.el grande Padro. Solo dopo
compiuta questa prima formazione fontlamentale vi occuperote
della parte scientifica: importante, essenziale, essa puro, ma,
ricordatelo, ultima. Prima il religioso salesiano, il sacerd.ote; poi
lo scienziato, il dottore. Il come potrete voi, misi cari flgliuoli,
raggiungere così alte finalitàr,? Persuad.endovi anzitutto cho, se
per tutti il tempo è prezioso, per voi è proziosissimo. Non sciu-

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-1L-
patelo questo tempo, la cui preziosità, fu talvolta paragonatai
a,lla preziosità, stessa del.Sangue tlel Divin Redentore. X'ate buon
uso d.i questo tesoro! Studiate, non però second.o i voshri capricci,
ma second.o I'ord.ine stabilito tlagli Statuti, e inculcato da,i vostri
Professori. Non siato farfalle, ma api. I-,a farfalla svolazza: lape
invece si posa sul fiore, ne succhià il potline, lo assimiìa e con-
verte in miele squisito.
Non vonei però vqi p'ensaste, o cari figliuoli, ohe si tliventi
dottori con Ia moltiplicità dei libri. Yedendo Ie ben fornite bi-
bliotecho o tutta quella rtcchezza di volumi e riviste, forse taluno
può essere intlotto a pensare sia quollo tl. mezzo pitr efficace per
acquistaro Ia scienza. No, non v'illudiate. È bene, è vantaggioso
disporre di molti libri per Ie dovute consultazioni. Ma ciascuno
dovrà circoscrivere il suo lavoro su di una limitata cate§oria di
libri, e, aneora tra questi, su di alcuni tra i piri fondamentali.
La maggior parto iloi libri viene compulsata forso una volta
alltannor e qualcu.no nemmeno a Pasqua!
Chi effettivamente studia, anche se non sarà' llhomo unius
libri dt cui parla S. Agostino, diverrà, però man mano lo studioso
di pochi libri, sodi, profond.i, costruttivi, ben scelti. Altri libri
formeranno il contorno: ma la sostanza "sarà, soprattutto in
quei testi o libri che i vostri Professori vi faranlo conoscere,
affinchè vi succhiate il miele della sapienza. Non abbiato la
puerile vanita, Ia posa d.ei molti libri, e soprattutto non siate
dei farfallini. Stuttiate con serietà, i vostri testi: quelli seguite o
approfondite. Se non.vi è testo, vi sarano Ie dispenso. Non è
bene vi siano testo e dispense, ma solamente questo o quello.
Se non vi è un testo ad.atto iI professore darà, Ie dispense: ma
quando si adotta un testo lo si deve seguire, spiegand.olo e com-
pletandolo ove occo ra. È questo il binario su1 quale riuscirete
a camminare pirì facilnente o velocemente. SUI vagoncino del
testo potrete caricare altri sussidi: ror sfòrzate però Ie mollo,
nè appesantite Ie ruote con carichi inutili e ingombranti.
Serieta ad.unque: approfondite ciò che studiate. -Àvete udito
ch'è stretto d.ovete dei vostri Profèssori d'interrogarvi frequon-
temente per accertarsi che abbiate capito. Yoi stessi poi, in caso
necessario, abbiate Ia santa ftatchezza tli ttire cho non avete
capito: perchè se procetlete innanzi senz'aver ben inteso qualcho

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-LZ-
punto, vi troverete poi rlins,azi ai ponti rotti o con Ie catene d.elle
ancore spezzabe o vi esporrete aI pericolo di naufragare.
Più. sopra vi raccomand.avo di non farfalleggiare. A questo
proposito vorrei aggiungere un'altra cosa. Prima però bisogna
che vi persuad.iate che, quand.o il Santo Fadle ci dà, delle diret-
tivo come Vicario d.i Nostro Signor Gesr) Cristo, Ie direttive del
Papa non si discutono, ma si mettono in pratica. Orbene, senza
richiamaroi a meno recenti prescrizioni, mi permetto solo ricor-
darvi che Lo scorso anno il Santo Padre Pio XfI, par ando a una
numerorissima schiera di alunni del Santuario, cred.ette suo d.o-
vere ricordare loro che non dovevano perd.ere iI tempo in cose
che non erano di loro spettanza. Con ciò intendeva chiaramento
distoglierli dalle competizioni politiche e dalla lettura dei gior-
nali e delle riviste ohe se ne occupano. Non indugiamoci per-
tanto a fare l'esegesi delle parole d.el Papa e delle prescrizioni
della Chiesù, ma, ritorniamo alla nostra pratica tradizionalo di
non leggere giornali o riviste soagimili nei nostri Stuclentati.
Ogni qualsiasi insistenza in senso contrario sarebbe irriverento.
Miei cari flgliuoli, purtroppo quanto tempo perd.uto, quale'te-
soro d.i energie prod.igamente sciupate in letture frivole e peri-
colose! No, voi non doveto perd.erlo il vostro tempo, ma dovete
all'incontro seryiryi di questo prezioso tesoro per I'acquisto d.elIa
scienza sod.a, robusta, divina. I1 mondo camming, anche se noi
non ci preoccupiamo o affanniamo di conoscerne le piccine o
grand.i sue vicend.e. I-,e notizie che dovete conoscero ve Ie co-
municheranno tempestivamente i vostri Superiori: ma nessuno
di voi manchi alle prescrizioni dell'ubbidienza e rlella povertà,
comperando giornali o sciupando il tempo in tetture inutili o
d.annose.
Cari flgliuoli, non voglio por termine al mio dire senza esor-
tarrri a compenetrare i vostri studi di spirito di fede, irradiandoli
di potente luce soprannaturale. Attenti alla scienza terrena,
animale, di cui parla S. Paolo e che potrebbe tralignare in scienza
d.iabolica. Bendete la vostra scienza d,e sursum, attingendola e
indirizzandola alle diyine sorgenti, e allora vi sarete arricchiti
della scienza ahe rischiara, innalzat e conduce voi e le anime a
Dio e alla felicità, senza flne.
SoIo cosl, oon questo sentimento d.elle proprie responsabilità,

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-13-
d.a parte ttei Superiori e Frofessori e degli Àlnnni riusciremo a
far convergere I'adompimento dei rispettivi doveri al grande
§copo d.i quella formazione aompleta che potrà darci santi reli-
giosi, salesiani esemplari, sacerdoti ferventi, dottori capaci do-
mani di compiere alla loro volta l'alta missione d.ell'insegnamento
0
e della formazione di altri figli di S. Giovanni Bosco. X'ra qual-
che anno forse alouni d.i voi verrete a trovarvi nelle condizioni
edim- enchtiicssaàt,e9
-alloaralpocisòtochde.eiovgogsi tarivestteessrri isPtroofeesasmormi. iErabtobeinne
ron
essi,
e cioè la cuta, ]'impegno, 1o studio, iI loro zelo per farvi d-el
bene. Per imitarli d.egnamente domani, è necessario che inco-
minciate fin d.'ora a corrispondere alle loro sollecite' premure.
All'opera ad.unque, figliuoli carissimi. GesÌr disse chiaramente:
« l{on chiunque dice: Signore, Signore, entreràr, nel Regno d.ei
'
Cieli, ma chi fa Ia volontà dei Pad.re mio,"ch'è nei Cieli »: vale
dire colui che saprà compiere interamente e costantemente
a
il
proprio dovere.
Con questo pensiero nella mente e con questo proposito nel
cuore noi dichiariamo iniziato, in un'atmosfera d'intimità fami-
liare e religiosa, iI primo anno del nostro Pontificio -Àteneo
Salesiano. tr'ra qualche giorno awà luogo I'inaugurazione, pub-
blica ecL esteriore: ad essa interverranno I'Em.mo nostro Cardi-
nale Aroivescoyo e altre personalità. È bene che il Pontificio
Ateneo Salesiano dia, all'inizio della sua vita uffi.ciale, anche un
mod.esto segno di vita: d.'altronde non può non stare a cuore
alla S. Sede che codesti suoi Istituti, destinati a presidio o tutela
della verità e detla Chiesa stessa, siano conosciuti o apptezzati-
Noi faremo tutto ciò molto mod.estamente in omaggio alla gra-
vità, d.ell'ora presente, che consiglia la naassima compost'ezza
anche nelle cose lecite. Ma quanto pirì mod.esta e senza sfoggio
sarà la forma, altrettanto pirì robusta e costruttiva sia Ia so-
Btanza, pirì intenso e gagliardo 1o sforzo di tutti, per far che
iI Pontificio A.teneo Salesiano risponda effettivamente e piena-
mente all'aspettaziono della Chiesa, della nostra Societa, e dello
anime.
D. M. À.. C. T.

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SUNTO
delle parole rivolte dal Rev.mo I)on Pietro Riealdone
agli alunni della Faeoltà Filosofiea
iI 16 ottobre 194fr.
Era bon giusto che, anche su questa vostra casa, si invo-
cassero, con una particolare e solenne funzione, Ie benedizioni
dello Spirito Santo, essendo essa la sede di u.na parte del pon-
fficio Ateneo Salesiano, della tr'acoltà, di tr'i1osofia.
Yoi siete i pitr giovani e perciò più bisognosi di cure solle-
cito e materne, cioè a dire, di benedizioni e grazie più copiose.
Aggiungasi che la vostra Facoltèr, tratta di argomenti forse più
spinosi delle altre. Lo trattazioni della tr'acoltà, di Teologia in-
fatti tutte si aggirano intorno a Dio, e da Dio traggono luce
di verità e fuoco d.i amore. Ir'uomo stesso ivi viene consid.erato
particolarmente ne' suoi rapporti con Dio o con Ie sue leggi,
nella vita della grazia e in quella dell,eterna beatitudine. II
Diritto poi non è neppur lecito suppoffe che vada storto.
La n'ilosofla invece, pur proponendosi di arrivare alle alte
sfere della sapienza, si trova di continuo impigliata nella ma-
teria di questo povero cosmo e alle prese con gli sconfinamenti
d.ella nostra debole ragione, anche quando essa vorrebbe orien-
tarsi verso le direttive luminose della Fede: troppa polvere la,
offusca e troppo orgoglio la accieca.
Non senza motivi pertanto yi dissi che a voi sono ancor
più necessarie le benedizioni celesti: e pff questo ho voluto
che oggi qui ci raccogliessimo per invocarle abbondanti ed.
elette.
Non intendo ripetervi eunderyt, serrnonenx: so che il vostro
buon volere saprà, tradurre in atto quello già udito alla Cro-
cetta. Non dimenticate quelle esortazioni che sono tutte pel
vostro bene.

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Oggr, mi limito a lasciarvi un pensieio: ponsiero fondamen-
tale però, cho tutto racchiude.
Il sacerd.ote ci ha or ora invitati a pregare: Oremus. EgIn
stesso poi, rivolto all'Altissimo, disso per noi tutti: « Signore,
noi ti chrodiamo una grazia ». Quale? In eod,ern Spi,ri,tu recta
sapere... Notate bene::i,m eod,em, Spi,ri,tu: non nello spirito nostro
individ.uale: neppure nello' spirito della collettivita, umana.
Basta girare gli occhi intorno per vedere di che cosa è capace
questa poyera collettività umana... e proprio quando vuol
adergersi a maestra!... Quanti errori! quanto fango! No:, no.
In eoilem, Bpi,ri,tu!
In quello spirito cho abbiamo invocato dicend.o: Dom,'i,no,
omi,tte Spi,ri,tum tuum et a'eabuntur. Questo e solo questo è
lo Spirito d.elle croazioni spirituali che noi ci proponiamo d.i
operare a salvezza delle anime
E abbiamo aggiunto re,cta sapere. Àwertite, .non" oognosaera,
fra' sapere. Nonbasta conoscere le veritàr,. Quanti cosiddetti-uo-
mini di scienza studiano e giungono a conoscere le stesse ve-
rità e tlottrine che noi conosciamo: ma purtroppo non ne sen-
tono il sapo e. À. guisa di ammalati, essi conoscono bensì e
forse nei vaneggiamenti d.el delirio esagerano la, ,squisitezza
della vivanda; ma non riescono ad assaporarla. Anchs ad essi,
la febbre dell'orgoglio ha sciupato iI palato, e perciò, non solo
non gustano ne assimilano Ie verità per conyertirle in succo e
sangue, ma acldirittura Ie rigettano.
Noi invece abbiamo chiesto aI Signore la grazia di sentire
il eeleste sapore di tutto ciò ch'è retto per assimilarlo e far
che diventi qualcosa di noi, e si trasformi in manifestazioni
feconde della nostra vita. tr'ormato iI palato alle celesti vi-
vand.e
gro di
delle coso
veritèr, e tli
rgeitutseti-ziapreiprcehtèe,
non dimenticatelo, ogni rag-
la sua origine da Dio, sole e
fboilnetesadpiovree,ritmàa, insfiinefifteattu-eràa,llqouraelnlaosnpsiroitluoanlee
sentirete l'ineffa-
assimilazione per
cui le cose rette pervaderanno tutto il vostro essere. Ira vostra
monte, rischiarata da quella luce, non durerà, fatica a trovare
la retta via, la volontà a percorrerla arditamente, il
cuore a sentirne tutto il fascino, per cui sarete indotti a per-
séverare in essa con sald.ezza d.i propositi e slancio di amore.

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Altrs1s, e solo allora la verità sarà effettivamente e costante-
mente luce, guida, regola del vostro operare.
Miei cari figliuoli, rivolgetela a Dio con fervore la bella
preghiera: ripetetela durante iI tempo tli studio .e di lavoro, e
particolarmente in chiesa: Dom,ine, d,a nobis ,im eod,em, Spi,ri,tu
recta sapere et ile etus semper consolatione gauil,ere.
Assaporando la verità e tutto ciò ch,è norma di rettitudine
e giustizia, e nutrendo di questo cibo ogni vostra attività,,
sperimenterete quelle d.olcezze spirituali che Ia Chiesa, in nome
d.i Dio, vi promette. Non vi sentirete ignavi o stracchi nel-
l'adempimsnto del d.overe, nel salire larata ai,a delta scienza e
della virtù, ma all'incontro affronterete generosamente ostacoli,
d.ifficoltà, sacrifici, fino all'eroismo. Saranno anzi Ie rlifficoltà,,
gli ostacoli, i sacrffizi che renderanno pirì bella l,eterna corona.
Coraggio, figliuoli carissimi. fn norne di Dio vi benedico:
ma anche voi cercate di attirare sul vostro lavoro le benedi-
zioni testè invocate con una condotta retta, con Ia costanto
santità della vita.
Torlno - Tlpo-lito$e0a deUo S. E. I.