Cagliero11 giugno 2017 it


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N. 102 - giugno 2017
Bollettino di Animazione Missionaria Salesiana
Pubblicazione del Settore per le Missioni per le Comunità Salesiane e gli amici delle missioni Salesiane
Vivere e proclamare il Primo Annuncio
Y apacaraí (Paraguay) ha
accolto nel mese di Marzo
la Visita dInsieme della
Regione Cono Sud. Questa
è stata colorita dalla memoria
fraterna del sangue rosso del
Salesiano Missionario don
Rodolfo Lunkenbein. Al suo
martirio (Meruri – Brasile, 15
Luglio 1976) si è associato il
giovane e fedele collaboratore,
Simone Bororo. 40 anni dopo, si
è aperto il processo della loro
causa di martirio. Rodolfo e
Simone, vite per la vita!, dice
il significativo inno composto
per questa occasione, che
incomincia a farsi popolare in
queste Ispettorie salesiane del
Sud America.
Conservare viva la memoria
missionaria di quelli che ci
hanno preceduto e che hanno
seminato, con il loro sangue e
con il loro sudore, la nuova vita
di Gesù Cristo presente nel
carisma salesiano, è una strada
sicura per mantenere vivo lo
spirito
missionario
in
Congregazione.
Anche loro, come dice il tema
della Giornata Missionaria Sale-
siana 2017, sono rimasti con
noi!”. Don Bosco continua a bus-
sare al cuore di tanti giovani Sa-
lesiani di tutti i continenti affin-
ché siano pronti a lasciare tut-
to, ad andare e a rimanere con
loroad vitam, per sempre!
L America Missionaria Salesiana si è radunata, dal 23
al 31 di Aprile, in Cachoeira do Campo (Belo
Horizonte – Brasile), per trovare vie pratiche per
vivere e proclamare il Primo Annuncio (PA) di Gesù Cristo
nei diversi settori e ambienti della missione salesiana.
72 sdb e fma di tutta lAmerica hanno riflettuto sul PA,
illuminati dalle sintesi dei seminari regionali che si sono
tenuti in tutti continenti della Congregazione, dalla
ricchezza del nostro Sistema Preventivo e da altre
esperienze pastorali di PA fuori del contesto salesiano.
I partecipanti hanno formato diversi laboratori con la
preoccupazione di condividere esperienze concrete,
riflettere su criteri e scelte operative per animare le pro-
prie Ispettorie ad essere creativamente strumenti del PA
nella scuola, negli oratori-centri giovanili, nelle parrocchie
urbane, nelle opere sociali, tra gli indigeni, tra i bambini e
gli adolescenti a rischio.
Tutto questo è stato vissuto in un clima di ricca spirituali-
tà nella riflessione della Parola di Dio e di fraternità
salesiana.
Ogni DIAM (sdb) e coordinatrice della animazione missiona-
ria (fma) hanno programmato come proporre il seminario e
la pratica del PA nelle proprie Ispettorie o nazioni.
Così, come i 72 discepoli del Signore (Lc 10,1), sono stati
inviati dagli Stati Uniti fino al Cile a portare il lieto
annuncio che si deve fare prioritario e operativo in tutte
le nostre presenze salesiane.
D. Guillermo Basanes SDB
Consigliere per le missioni

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La gioia di servire il Signore
L e storie dei missionari mi hanno sempre affascinato e dopo
aver vissuto alcune esperienze nelle missioni in Guatemala,
parlai nel postnoviziato di questa inquietudine missionaria
con il direttore spirituale, con il confessore e soprattutto con i
missionari che un giorno hanno avuto la stessa inquietudine e oggi
portano avanti il carisma nella nostra Ispettoria. In tutto ciò
pregavo, davanti al tabernacolo o con il rosario in mano,
chiedendo al Signore la chiarezza della sua chiamata, il coraggio
per rispondere e lamore per farlo vita. La risposta che più mi ha
colpito è stata quella di don Checchi. Lui sorridendo mi ha detto:
Caro mio, se hai già lasciato la tua vita nelle mani di Dio... goditi i suoi sogni. Lasciati guidare, la-
sciati portare ai ragazzi che lui ha pensato per te e ama la Sua voce, ama ciò che ha pensato per la tua
vita. Ti assicuro sarai felice fidandoti di Lui. Alcuni confratelli, logicamente, mi dicevano Perché
andare fuori, se qui abbiamo parecchio lavoro da fare”. È vero, cè
tantissimo da fare. Però è vero anche che la Congregazione nel
mondo è una sola e i giovani ci aspettano ovunque e i confratelli
pure. Se la vigna è del Signore, Lui saprà come distribuire i suoi
operai. A noi corrisponde fare ciò che Lui chiede, con lamore che
Lui ci dona, lì dove Lui ci vuole e ci invia. E poi penso ... se i primi
salesiani non avessero rischiato quello che avevano per andare oltre,
come avremmo noi conosciuto Dio, Don Bosco e la nostra vocazione?
Spinto dalla voglia di servire il Signore, mi sono messo a disposizione
e nel 2015 sono stato inviato in Albania e Kosovo. Lì mi sono trovato
con una realtà totalmente inaspettata. Abituato a pensare alle missioni con chiese piene di credenti,
non immaginavo di arrivare in un villaggio completamente musulmano, a condividere la gioia di essere
missionario con altri due confratelli e 18 cattolici. La prima difficoltà è stata quella di rinunciare alli-
dea che avevo delle missioni e capire ciò che il Signore mi stava donando. Aggiunta la difficoltà della
lingua e la mia ignoranza dellIslam, mi sono trovato con una bella sfida che solo i confratelli e i ragazzi
mi hanno aiutato a capire e a portare avanti. E quanta gioia ho scoperto nel lasciarmi sorprendere dalla
presenza di Dio nei ragazzi. Le loro domande, le nostre discussioni e la maniera in cui ci siamo messi in
ascolto gli uni degli altri, sono oggi lallegria del mio cuore, il mio grazie a Dio per la vocazione
missionaria. Penso sarà così sempre, che il dono più bello dellessere missionario saranno i giovani e i
confratelli.
Credo che lessere missionario sia parte del nostro DNA salesiano. Dalluscire per strada per trovare i
ragazzi, alluscire dal proprio Paese per amore di Dio, la nostra vocazione si arricchisce molto e si vive
in pienezza quando facciamo del sogno di Dio il nostro sogno, dei suoi giovani i nostri ragazzi, della sua
chiamata la nostra vita. Perciò, se Dio ti vuole missionario, lasciati guidare dal suo amore e vai dove i
giovani ti aspettano: ti assicuro, non ci sarà gioia più grande nella tua vita!
Don Giuseppe Liano
Guatemalteco, missionario in Albania - Kosovo
Testimonianza di santità missionaria salesiana
Don Pierluigi Cameroni SDB, Postulatore Generale per le Cause dei Santi
La Serva di Dio Matilde Salem (1904-1961), non ebbe una vita coniugale facile, provata anche
dal fatto di non poter aver figli. Maturò una maternità verso gli orfani e i bisognosi: Saranno
questi i miei figli per sempre. E anche tutti quelli che il Signore mi farà incontrare nella vita”.
Lavorò instancabilmente perché i salesiani aprissero unopera ad Aleppo (Siria). Colpita alletà di
54 anni da un terribile tumore fece lofferta suprema della vita: Mio Dio, offro la mia vita per
l'unità dei cristiani, la santificazione dei sacerdoti e la prosperità dell'opera salesiana”.
Intenzione Missionaria
Per i Salesiani che lavorano in zone di conflitto
Perché siano costruttori di pace mediante larma della
educazionee lannuncio del Principe della Pace”.
La presenza salesiana è impegnata in tante zone del mondo dove si svolgono conflitti bellici,
sociali, politici, etnici, religiosi, tante volte manipolati da interessi commerciali e mercantili;
interessi che non hanno compassione degli innocenti, né dei più deboli. La missione della
Famiglia Salesiana in questi contesti è profetica, gratuita e costruttrice di pace, svolgendo
una tenace educazione alla convivenza, alla dignità umana, in nome di Colui che è nostra
pace”.