Cagliero 11 maggio 2016 - ITA


Cagliero 11 maggio 2016 - ITA



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Nome società
Titolo n otiziario
Bollettino di Animazione Missionaria Salesiana
Pubblicazione del Settore per le Missioni per le Comunità Salesiane e gli amici delle missioni Salesiane
C ari fratelli, cari amici,
illuminati dalla Strenna
2016, con Gesù, continuiamo
percorrendo insieme questa
avventura missionaria dello
Spirito. Per questo motivo il
Rettor Maggiore ci ha invitati
in quest’anno a educarci e a
educare i giovani a stimare e
a gustare in tutti gli ambiti
dell’esi-stenza la solidarietà
con chi soffre, la rinuncia al
proprio io per servire l’altro,
l’accettazione della vita co-
me dono, come servizio che
ci rende migliori, che libera
dal proprio egoismo e dà
senso alla nostra vita.
“Queste abilità devono esse-
re proposte ed esercitate”,
dice don Ángel. Molto spesso
all’origine di una vocazione
missionaria si trova un primo
e forte desiderio di essere
vicino a chi soffre. Pensia-
mo, per esempio, al partico-
larissimo appello che ha avu-
to il Beato don Luigi Varia-
ra, missionario salesiano,
chiamato a servire i lebbrosi
in Agua de Dios (Colombia),
e a fondare, dal carisma di
Don Bosco, una congregazio-
ne religiosa tutta centrata su
questa solidarietà con chi
soffre.
Buon proseguimento di que-
sta avventura dello Spirito!
D. Guillermo Basañes SDB
Consigliere per le Missioni
LA PARROCCHIA: UNA FRONTIERA SEMPRE PIÙ MISSIONARIA
B enché nel corso della sua vita Don Bosco avesse accettato 7 parrocchie, era
sempre considerato il parroco dei ragazzi poveri e abbandonati senza par-
rocchia. In effetti, l’Oratorio a Valdocco era “una parrocchia che evangeliz-
za”. Perciò non è una sorpresa che nel passato non molto lontano il ministero par-
rocchiale non è stato visto come un apostolato tipicamente salesiano. È stato il 19°
Capitolo Generale, che ha riconosciuto la parrocchia come luogo per “una cura
esemplare della comunità giovanile” (CG19, IX, 3). Poi nel 1971 il Capitolo Genera-
le Speciale ha riconosciuto il ministero parrocchiale come “un vero apostolato sale-
siano” perché ci dà “vaste possibilità e favorevoli condizioni per adempiere alle
finalità proprie della nostra missione e, in particolare, per l'educazione dei giovani
di estrazione popolare e povera” (GC20, 400-401). In breve, la scelta della parroc-
chia era giustificata dalla possibilità di raggiungere i giovani e la classe operaia e di
lavorare con loro, così come indicato nell’art. 42 delle Costituzioni e nell’art. 26
dei Regolamenti. In questa luce le parrocchie sono state collocate sotto la Pastora-
le Giovanile e il Quadro di Riferimento per la Pastorale Giovanile Salesiana inseri-
sce “la Parrocchia e il Santuario affidati ai Salesiani” tra le Attività e Opere della
Pastorale Giovanile Salesiana (Cap. VII), insieme a Oratorio-Centro Giovanile,
Scuola e Centro di Formazione Professionale, Istituzione di Educazione Superiore e
servizi sociali per i giovani a rischio!
Ma nel nostro mondo globalizzato oggi il contesto è cambiato drasticamente. La
parrocchia - sia in città, che in zona rurale o nella foresta - è diventata “un santua-
rio dove gli assetati vanno a bere per continuare a camminare, e centro di costante
invio missionario” (Evangelii Gaudium, 28). In essa si incontrano non solo i cattolici
‘lapsi’, ma anche i rifugiati, i migranti, i seguaci di altre religioni e gli atei di tutte
le età: “i popoli non ancora evangelizzati” a cui si riferisce l’art. 30 delle Costitu-
zioni.
Quindi, nel territorio di ogni parrocchia si trovano non solo i fedeli impegnati, ma
anche molti di coloro che ritengono di aver già conosciuto Gesù abbastanza e sono
contenti di vivere la loro fede in un modo di routine o come qualcosa di culturale.
Ci sono anche quelli che hanno ricevuto un debole primo annuncio del Vangelo, e
quindi, avendo una identità cristiana debole e vulnerabile, probabilmente abban-
donano la loro fede in Gesù Cristo o la vivono come un fatto culturale, senza cele-
brare con la comunità né ricevere i sacramenti, né lasciarsi coinvolgere nella vita e
nelle attività della Parrocchia. Allo stesso modo, ci sono coloro che non hanno sen-
tito parlare di Cristo, coloro che cercano Qualcuno o qualcosa che essi percepisco-
no, ma non sanno nominare, come pure quelli che vivono la vita quotidiana priva di
ogni senso.
Ogni parrocchia sta, infatti, diventando sempre più una vera frontiera missionaria
in cui vi è un urgente bisogno di attività pastorale ordinaria, missione ad gentes e
nuova evangelizzazione, come sottolineò San Giovanni Paolo II nella Redemptoris
Missio (n.32-33) già nel 1990!
È necessario ripensare le nostre parrocchie salesiane per renderle più missionaria,
che siano veramente parrocchie in uscita! In una situazione così veramente missio-
naria è urgente che ogni parrocchia salesiana superi una pastorale di mantenimen-
to che porta all’accidia pastorale e, invece, riscopra l'importanza e l’attualità del
primo annuncio, come la chiave per una conversione pastorale che, a sua volta,
promuove l’entusiasmo missionario e porta la gioia dell'evangelizzazione (Evangelii
Gaudium, 79, 82-83).
D. Alfred Maravilla, SDB
Settore Missioni

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Diamo una “seconda opportunità”
ai ragazzi poveri e svantaggiati.
I Salesiani arrivarono in Samoa nel 1981 su richiesta del Cardinale Pio Taofinu'u “per
fare qualcosa per i giovani”. Nel 1989 il Don Bosco Technical Centre fu fondato con
l’obiettivo di dare una “seconda possibilità”, addestrando i ragazzi poveri e svantag-
giati in un mestiere.
Più di 25 anni dopo stiamo ancora servendo circa 180 ragazzi che seguono un programma
di quattro anni che fornisce, in primo luogo, una formazione tecnica generale e poi la
possibilità di specializzarsi in uno dei cinque campi: automobilistico, saldatura, meccani-
ca, falegnameria ed elettromeccanica. Molti dei nostri ragazzi non hanno avuto la possi-
bilità di entrare nel sistema scolastico tradizionale e pochi hanno sperimentato il succes-
so nella vita. Quindi, i nostri programmi in laboratorio e in aula sono integrati con una
serie di attività sportive e culturali. I nostri ragazzi sono riconosciuti come uno dei migliori grandi gruppi di danza
nel Paese e spesso vengono invitati a esibirsi in occasione di particolari eventi nazionali. L’equipaggio del nostro
fautasi (barca lunga) è uno dei più riusciti nel Paese e recentemente ha rappresentato Samoa alle cerimonie d’in-
dipendenza della Samoa Americana. Utilizziamo una combinazione di formazione commerciale, formazione pro-
fessionale, formazione spirituale, attività sportive e culturali per offrire agli studenti una educazione e un percor-
so ricco per un futuro felice e positivo.
Samoa è un Paese profondamente religioso e quasi esclusivamente cristiano. La fede cristiana è forte in Samoa ed
è un aspetto vitale della cultura samoana. Le preghiere quotidiane sono parte integrante del patrimonio cultura-
le. Utilizziamo questo aspetto della cultura al fine di garantire che la preghiera, la liturgia e la formazione alla
fede siano integrati nella vita quotidiana scolastica. Gli studenti hanno una educazione reli-
giosa in classe, guidano la preghiera nelle assemblee quotidiane e partecipano alle numero-
se giornate di ritiro e di riflessione. I giorni di festa sono celebrati con grande gioia ed entu-
siasmo. Ciò completa e approfondisce la formazione professionale che offriamo agli studen-
ti per prepararsi al mondo di lavoro. Questi vari aspetti del nostro programma consentono
agli studenti di sviluppare conoscenze, abilità e atteggiamenti per essere buoni cristiani e
attivi cittadini.
La sfida è quella di fornire opportunità ai nostri ragazzi per approfondire la loro fede in Ge-
sù Cristo e per scoprire la gioia che viene da un incontro con Lui non solo nella preghiera
quotidiana e nelle celebrazioni liturgiche, ma anche nel mettere la fede in azione nella vita
quotidiana attraverso il servizio ai bisognosi. In questo modo li aiutiamo a vivere e celebra-
re la loro fede in un modo personale nel contesto di una comunità cristiana.
D. Chris Ford
Australiano, missionario in Samoa
Testimonianza di santità missionaria salesiana
Don Pierluigi Cameroni SDB, Postulatore Generale per le Cause dei Santi
Ricordiamo il Servo di Don Carlo Crespi (1891-1982), missionario in Ecuador. Imitò Cristo nel
suo amore preferenziale per i poveri, nell’avvicinarsi ai piccoli, nella sua preoccupazione per i
peccatori, nel disinteresse per se stesso e tutto con grande umiltà, riflessa nella semplicità dei
suoi atti. Scrive in una lettera del 1929: “Rev. Don Ricaldone sono pronto al lavoro, al sacrifi-
cio, a tutto: ogni giorno però il Signore mi manifesta le tenerezze del suo amore e mi guida al
sacrificio. Volesse il cielo che potessi corrispondere, e lavoro sempre per la sua gloria”.
Intenzione Missionaria Salesiana
Per le comunità salesiane in tutta l'Oceania (Australia, New Zealand, Samoa, Fiji, Papua New
Guinea e Isole Solomon): affinché la preghiera comune del Rosario porti la gioia del Vangelo
nelle nostre opere, tra i nostri giovani e laici collaboratori.
L'Australia, come tutto il continente dell'Oceania, è tra i primi paesi del mondo affidati alla cura mater-
na di Maria Ausiliatrice. Ricordando i 200 anni della celebrazione della prima festa liturgica di Maria Au-
siliatrice (1816-2016), rilanciamo il Santo Rosario nelle comunità e nelle opere salesiane, ma specialmen-
te nelle famiglie dei nostri giovani, laici collaboratori e nella famiglia salesiana.
La Giornata Missionaria Salesiana del 2016 ci invita al Primo Annuncio di Gesù Cristo in Oceania, quindi
mettiamo il Rosario missionario nelle mani di tutti i Salesiani d'Oceania!