La Relazione, lavoro in collaborazione


La Relazione, lavoro in collaborazione



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ALLEGATI

ALLEGATO 1


SEGRETERIA DI STATO

n.336.440

dal Vaticano, 29 Ottobre 1977

Rev.mo Signore,448

Nell'udienza del 24 Ottobre corrente Ella si è fatta premura dì informare il Santo Padre circa il prossimo XXI Capitolo Generale della Società Salesiana di Don Bosco, spiegandone l'indole, gli scopi, le caratteristiche, i problemi e le prospettive, e Gli ha chiesto una parola di esortazione e di orientamento per i Religiosi Capitolari, i quali dovranno prendere importanti decisioni per la vita dell'Istituto.

Il Sommo Pontefice ha appreso con paterno corrrpiacimento e con viva soddisfazione quanto Ella Gli ha riferito in merito alla preparazione del Capitolo e alla comune volontà dì procedere nel rinnovamento, secondo lo spirito del Fondatore e in conformità alle direttive della Chiesa; ed ha particolarmente apprezzato la scelta del tema generale, che sarà oggetto dello studio e della riflessione durante il Capitolo, cioè «Testimoniare e annunciare il Vangelo: due esigenze della vita salesiana tra i giovani. Anche da questo, infatti, traspare l'impegno dei Salesiani di restare fedeli alla identità originaria della loro Istituzione, che, sorta per dedicarsi alla Gioventù maschile specialmente delle classi popolari, ha vissuto oltre un secolo di provvidenziale e ammirabile presenza, educando e formando innumerevoli schiere di giovani.


Sua Santità desidera, al riguardo, attirare l'attenzione sulla necessità di mantenere questo carattere particolare dell'opera e della pedagogia salesiana, tanto più che le necessità sociali ed ecclesiastiche dei tempi moderni sembrano più che mai corrispondere al genio dell'apostolato dei Figli di S. Giovanni Bosco, rivolto con preferenziale interesse e dedizione alla gioventù maschile, mentre alla gioventù femminile provvede con pari zelo e con specifica intelligenza la bella e fervente famiglia delle Figlie di Maria Ausiliatrice, alla quale parimente va il plauso e la fiducia della Chiesa, come certamente soccorre lo spirito salesiano.

449

Riferendosi poi all'altro grave compito del presente Capitolo, quello cioè di 449 rivedere le Costituzioni ed i Regolamenti approvati «ad experimentum» dal Capitolo Speciale e di verificarne la validità e l'attuazione sulla base delle

indicazioni fornite dai Capitoli Ispettoriali, il Santo Padre raccomanda che si dia il primo posto allo spirito religioso, clic deve animare la tradizione ormai collaudata dall'esperienza e dall'insegnamento del Concilio Vaticano Secondo.


450

Infine, guardando con fiducia alla crescente fioritura organizzativa della Famiglia Salesiana, il Vicario di Cristo auspica che l'Istituto rimanga fedele al suo disegno costitutivo anche circa la figura e la funzione del Direttore, in modo che questi, avvalorato dai carismi dell'Ordinazione sacerdotale, possa guidare con sapienza ecclesiale le varie e crescenti schiere di quanti intendono militare sotto la guida e lo spirito di San Giovanni Bosco.

A conferma di questi voti e della Sua costante benevolenza, Sua Santità invoca sui lavori del Capitolo larga effusione di lumi e conforti celesti, e di cuore irnparte a tutti i partecipanti, come all'intera Famiglia Salesiana e alle sue molteplici e benemerite Opere l'implorata propiziatrice Benedizione Apostolica.

Grato a mia volta per la cortese comunicazione circa il Capitolo Generale, a me indirizzata il 10 Ottobre corrente, volentieri assicuro la mia preghiera affinché esso corrisponda pienamente alle attese, mentre profitto volentieri della circostanza per confermarmi con sensi di distinta stinta,

dev.mo nel Signore

G. Card. Villot


ALLEGATO 2

Discorso del Rettor Maggiore don Luigi Ricceri,

ad apertura del CG21 (31 ottobre 1977)

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Nessuno si meraviglierà se nel compiere questo atto inerente al mio ufficio, qual è l'apertura del Capitolo Generale, confesso che sono preso da una particolare commozione,

Di per sé l'atto cori cui si viene a concludere un periodo di mie pesatiti responsabilità, in un momento certamente non facile della nostra storia, sarebbe già motivo sufficiente per giustificare il mio stato d'animo. Ma quando penso che proprio cento anni fa, nel settembre del 1877, Don Bosco presiedeva a Lanzo Torinese il primo Capitolo Generale della Congregazione - si può dire appena nata con l'approvazione definitiva delle Costituzioni -, non posso evitare che si susciti nel mio intimo una somma di sentimenti dei più vari, che vanno dalla riconoscenza per lutto quanto la Provvidenza ha operato in questi cento anni, agli interrogativi che si pongono per il domani in questa nostra convulsa temperie.

«Intraprendiamo cosa di massima importanza»452

Questo ci porta a rillcttere sulle parole che Dati Bosco rivolgeva ai 22 Capitolari al momento dell'apertura: « Noi intraprendiamo cosa della massima importanza per la nostra Congregazione. Si tratta in nodo speciale dì prendere le nostre Regole, e vedere quali siano le cose che si possono stabilire per ridurle uniformemente alla pratica in tutte le case che vi sono già al presente, e in quelle che la Divina Provvidenza disporrà che si aprano in futuro».

Anche noi abbiamo, fra l'altro in questo Capitolo, il delicatissimo mandato di «prendere», come dice Don Bosco, le nostre Costituzioni, e intendiamo larlo con senso di responsabilità nella fedeltà più autentica; ma siano convinti, come ci viene da lui stesso più volte ricordato, che dobbiamo anzitutto praticarle e viverle, più che limarle all'infinito.

Oggi, a distanza di un secolo, nella visione del prodigioso sviluppo della sua Congregazione, dinanzi ai problemi e ai pericoli che si intravedono in questi nostri tempi, Don Bosco quali altre parole rivolgerebbe ai quasi 200 membri di questo Capitolo? E' una domanda la cui risposta ha bisogno di tanta luce dallo Spirito Santo. Ed io per questo chiedo istanteniente non solo ai Capi-

tolari, ma a tutti quanti i presenti a questa apertura, l'aiuto insostituibile della preghiera.

Il rnio o. ,irdiale saluto

453 Ho chiesto la preghiera a tutti i presenti, ma prima ancora avrei dovuto rivolgere il mio cordiale saluto. E supplisco con senso di profonda riconoscenza, a questo ritardo.

Alle Autorità ecclesiastiche che ci rappresentano Colui al quale siamo legati non solo dal vincolo della devota boschiana obbedienza, ma da quello non meno forte dell'affettuoso riconoscente attaccamento, il mio e nostro cordialissimo e grato saluto.

Alle FMA - rappresentate degnamente dalla Madre Generale, Madre Ersiha Canta - tanto legate a noi dai vincoli della comune paternità; ai Cooperatori Salesiani, di cui conosciamo bene la fedeltà al Padre comune e la Fraternità spirituale e apostolica che vivono con i fratelli e le sorelle consacrate; alle VDB, che rappresentano la fecondità della vocazione salesiana; -agli Exallievi sempre entusiasticamente presenti a dimostrare la loro fattiva riconoscenza per quanto hanno ricevuto da Don Bosco; a tutti cd a ciascuno dei presenti, anche a nome dei Capitolari, il mio e nostro grato saluto.

Ci sono dei posti vuoti

454 Dovrei ora rivolgere la mia parola a voi, carissimi fratelli Capitolari che rappresentate la Congregazione sparsa e operante in tanti paesi dei cinque continenti. Dico però subito che la gioia di potervi dare il benvenuto è velata dalla tristezza nel constatare che appunto tra di voi ci sono dei posti vuoti: sono quelli che avrebbero dovuto occupare i fratelli che vivono e soffrono in quei paesi dove la libertà, è la dolorosa verità, viene praticamente coartata e impedita. A tutti i confratelli che soffrono per la fede e che possono esercitare i diritti elementari di quella libertà religiosa riconosciuta da tutto il mondo civile, il nostro Fraterno pensiero, la nostra solidale preghiera.

Vorrei in questo momento rievocare almeno il nome dì due grandi nostri confratelli scomparsi, che in quei Paesi hanno testimoniato con coraggio e fortezza incrollabile la loro fede, Il Card. Trochta, e l'Arciv. Baranìak, recentemente scomparso: a questi due grandi salesiani accomuniamo nel ricordo i tanti che in Europa, in Asia, in Africa e nella stessa America hanno soll erto e soffrono per il Regno di Dio.

Al cristiano ricordo di questi due grandi salesiani, associamo quello degli 850 confratelli che in questi) sessennio hanno chiuso la loro laboriosa giornata nelle varie partì della Congregazione.

A voi, carissimi Capitolari

455 E' tempo ormai, carissimi Capitolari, dì rivolgere la mia parola direttamente a voi: ne avete tutto il diritto. E comincio cercando di sintonizzarci per il lavoro che ci attende e per puntualizzare qualche elemento di particolare importanza che potrà aiutarci nel suo compimento.

Estato detto che il nostro sarà il Capitolo della verità, e a ragione: non a caso si parla di Capitolo di verifica, che cioè, fa, opera, rende efficacemente operante la verità. Se una preoccupazione di coscienza sento di avere, è questa: mettere quanto più possibile il Capitolo dinanzi alla realtà viva della Congregazione, con le sue luci, ma non meno con le sue ombre. Operazione tanto importante e doverosa quanto difficile, quella di scoprire e individuare la realtà e possibilmente le cause, e trarne le conseguenze e portarle su un piano concretamente ed efficacemente operativo. Perché questo è in definitiva lo scopo sostanziale del nostro Capitolo.

Per questo il Capitolo deve essere anzitutto nutrito di sincerità nell'unità; nessuno di noi infatti ha la pretesa di possedere in esclusiva la verità e tanto meno il carisma del Fondatore. D'altra parte, proprio per servire la sincerità, cercheremo di vedere e di esprimere con assoluta onestà la realtà delle situazioni, alla luce dell'esperienza, e mossi solamente e sempre dall'amore consapevole e responsabile verso Don Bosco e la sua e nostra Congregazione. Il cui avvenire, diciamolo pure, dipende molto dalla nostra azione, da quella di ciascuno di noi, nei tanti momenti del Capitolo (commissioni, incontri, assemblee, votazioni).

II Capitolo trovi in noi uomini di preghiera456

Ma non basta. A me pare che noi potremo ottenere questi intenti solo se ognuno dei Capitolari si farà qui operatore di fraterna carità, e prima ancora, uomo di preghiera, pervaso come il nostro Padre dal senso di Dio; uomo quindi convinto che il fatto Congregazione, come la sua vita, è essenzialmente e anzitutto un fatto spirituale, evangelico. Si tratta cioè di uomini che, mossi e legati da motivi e vincoli soprannaturali, per questo perseguono fini soprannaturali. Anche se hanno bisogno di strumenti umani e terreni per realizzare nel mondo d'oggi quella che noi chiamiamo, con parola di sapore evangelico, missione.

II nostro Capitolo quindi, e tutti ne siamo profondamente convinti, deve trovare in noi degli uomini di preghiera. Uomini cioè che attraverso il contatto personale e comunitario, umile, semplice e schietto, con Dio, giungono a creare un ambiente di ricerca - sincera e purificata di ogni passione - della verità che per noi si traduce e si identifica con gli interessi vitali della Congregazione. Uomini che in questa ricerca nella luce di Dio vengono a creare un clima di fraterna, costruttiva, vicendevole integrazione.

Vogliamo rendere sensibile, dirci palpabile quell'intenso « vivere in unum » a cui il nostro Padre invitava i primi Salesiani e a cui evidentemente invita ciascuno di noi in questo importante momento della storia della Congregazione: essa, come la nostra famiglia tutta, anzi la stessa Chiesa, guarda a noi con occhi che dicono interesse, attesa, speranza.

E noi non vorremo deluderla. La Relazione, lavoro difficile457

In questo clima vorrò compiere l'atto che introduce e in un certo senso offre la piattaforma concreta su cui si imposta tutta la nostra azione capitolare:

voglio dire la Relazione del Retlor Maggiore sullo stato della Congregazione.

E' un lavoro quanto delicato altrettanto difficile, e i motivi appaiono senza sforzo: basta pensare al Iatto che la Congregazione è presente in tutti i Continenti, e che in essi le situazioni sono già diverse, talvolta anche profondalnente diverse, fra gli stessi Paesi che vi appartengono. Basta pensare che le situazioni in questi anni hanno presentato evoluzioni non di rado rapide e in elementi di primaria importanza, senza dire che la sfera che tocca l'intimo delle persone ha delle zone che sfuggono a certe indagini.

F, sì potrebbe continuare nell'enumerazione delle dillìcoltà dinanzi a cui si trova chi deve stendere una relazione di questo tipo oggi. Dinanzi a questa realtà così complessa e composita, una sintesi livellatrice sarebbe ingiusta e irreale.

Evero però che nell'insieme della Congregazione si riconoscono elementi e dati comuni, che si prestano a una visione sintetica e a relative valutazioni, d'altra parte sarà sempre possibile mettere in evidenza differenti situazioni quando ne appaiono proporzionati motivi.


458 Un lavoro di questa latta ha richiesto evidentemente una collaborazione articolaLa, paziente e intelligente: è quella che mi hanno prestato con fralerna generosità sia i Superiori dei vari Dicasteri, che i Consiglieri Regionali che hanno avuto approfonditi, ripetuti e vasti contatti con le lspcttorìe. Desidero ringraziarli sentitamente anche a nome delle IspelLorie.

Ma mi sono state assai utili le molte relazioni degli 1spettcn•i approntate per varie circostanze, e i numerosi sistematici contatti avuti con i rncdesìmi. Poi mi sono servito delle moltissime informazioni e constatazioni raccolte non solo nella nutrila corrispondenza con tanti membri della Congregazione, nia nei numerosi incontri nelle varie parti del mondo avuti in questi anni con i Consigli Ispettoriali, con Direttori, con Confratelli.

Mi pare di poter dire che il Centro conosce, se proprio non nei minimi particolari, la Congregazione: di questo grande e composito organismo, mi pare di poter affermare che conosciamo con più che buona sufficienza lo stato di salute e di efficienza, gli elementi positivi e quelli negativi.

1 La Relazione, responsabilità condivisa

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2 Cronistoria del CG21

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3 Commissione IV": "Il Salesiano Coadiutore"

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