La Relazione, lavoro in collaborazione


La Relazione, lavoro in collaborazione



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ALLEGATI

ALLEGATO 1


SEGRETERIA DI STATO

n.336.440

dal Vaticano, 29 Ottobre 1977

Rev.mo Signore,448

Nell'udienza del 24 Ottobre corrente Ella si è fatta premura dì informare il Santo Padre circa il prossimo XXI Capitolo Generale della Società Salesiana di Don Bosco, spiegandone l'indole, gli scopi, le caratteristiche, i problemi e le prospettive, e Gli ha chiesto una parola di esortazione e di orientamento per i Religiosi Capitolari, i quali dovranno prendere importanti decisioni per la vita dell'Istituto.

Il Sommo Pontefice ha appreso con paterno corrrpiacimento e con viva soddisfazione quanto Ella Gli ha riferito in merito alla preparazione del Capitolo e alla comune volontà dì procedere nel rinnovamento, secondo lo spirito del Fondatore e in conformità alle direttive della Chiesa; ed ha particolarmente apprezzato la scelta del tema generale, che sarà oggetto dello studio e della riflessione durante il Capitolo, cioè «Testimoniare e annunciare il Vangelo: due esigenze della vita salesiana tra i giovani. Anche da questo, infatti, traspare l'impegno dei Salesiani di restare fedeli alla identità originaria della loro Istituzione, che, sorta per dedicarsi alla Gioventù maschile specialmente delle classi popolari, ha vissuto oltre un secolo di provvidenziale e ammirabile presenza, educando e formando innumerevoli schiere di giovani.


Sua Santità desidera, al riguardo, attirare l'attenzione sulla necessità di mantenere questo carattere particolare dell'opera e della pedagogia salesiana, tanto più che le necessità sociali ed ecclesiastiche dei tempi moderni sembrano più che mai corrispondere al genio dell'apostolato dei Figli di S. Giovanni Bosco, rivolto con preferenziale interesse e dedizione alla gioventù maschile, mentre alla gioventù femminile provvede con pari zelo e con specifica intelligenza la bella e fervente famiglia delle Figlie di Maria Ausiliatrice, alla quale parimente va il plauso e la fiducia della Chiesa, come certamente soccorre lo spirito salesiano.

449

Riferendosi poi all'altro grave compito del presente Capitolo, quello cioè di 449 rivedere le Costituzioni ed i Regolamenti approvati «ad experimentum» dal Capitolo Speciale e di verificarne la validità e l'attuazione sulla base delle

indicazioni fornite dai Capitoli Ispettoriali, il Santo Padre raccomanda che si dia il primo posto allo spirito religioso, clic deve animare la tradizione ormai collaudata dall'esperienza e dall'insegnamento del Concilio Vaticano Secondo.


450

Infine, guardando con fiducia alla crescente fioritura organizzativa della Famiglia Salesiana, il Vicario di Cristo auspica che l'Istituto rimanga fedele al suo disegno costitutivo anche circa la figura e la funzione del Direttore, in modo che questi, avvalorato dai carismi dell'Ordinazione sacerdotale, possa guidare con sapienza ecclesiale le varie e crescenti schiere di quanti intendono militare sotto la guida e lo spirito di San Giovanni Bosco.

A conferma di questi voti e della Sua costante benevolenza, Sua Santità invoca sui lavori del Capitolo larga effusione di lumi e conforti celesti, e di cuore irnparte a tutti i partecipanti, come all'intera Famiglia Salesiana e alle sue molteplici e benemerite Opere l'implorata propiziatrice Benedizione Apostolica.

Grato a mia volta per la cortese comunicazione circa il Capitolo Generale, a me indirizzata il 10 Ottobre corrente, volentieri assicuro la mia preghiera affinché esso corrisponda pienamente alle attese, mentre profitto volentieri della circostanza per confermarmi con sensi di distinta stinta,

dev.mo nel Signore

G. Card. Villot


ALLEGATO 2

Discorso del Rettor Maggiore don Luigi Ricceri,

ad apertura del CG21 (31 ottobre 1977)

451

Nessuno si meraviglierà se nel compiere questo atto inerente al mio ufficio, qual è l'apertura del Capitolo Generale, confesso che sono preso da una particolare commozione,

Di per sé l'atto cori cui si viene a concludere un periodo di mie pesatiti responsabilità, in un momento certamente non facile della nostra storia, sarebbe già motivo sufficiente per giustificare il mio stato d'animo. Ma quando penso che proprio cento anni fa, nel settembre del 1877, Don Bosco presiedeva a Lanzo Torinese il primo Capitolo Generale della Congregazione - si può dire appena nata con l'approvazione definitiva delle Costituzioni -, non posso evitare che si susciti nel mio intimo una somma di sentimenti dei più vari, che vanno dalla riconoscenza per lutto quanto la Provvidenza ha operato in questi cento anni, agli interrogativi che si pongono per il domani in questa nostra convulsa temperie.

«Intraprendiamo cosa di massima importanza»452

Questo ci porta a rillcttere sulle parole che Dati Bosco rivolgeva ai 22 Capitolari al momento dell'apertura: « Noi intraprendiamo cosa della massima importanza per la nostra Congregazione. Si tratta in nodo speciale dì prendere le nostre Regole, e vedere quali siano le cose che si possono stabilire per ridurle uniformemente alla pratica in tutte le case che vi sono già al presente, e in quelle che la Divina Provvidenza disporrà che si aprano in futuro».

Anche noi abbiamo, fra l'altro in questo Capitolo, il delicatissimo mandato di «prendere», come dice Don Bosco, le nostre Costituzioni, e intendiamo larlo con senso di responsabilità nella fedeltà più autentica; ma siano convinti, come ci viene da lui stesso più volte ricordato, che dobbiamo anzitutto praticarle e viverle, più che limarle all'infinito.

Oggi, a distanza di un secolo, nella visione del prodigioso sviluppo della sua Congregazione, dinanzi ai problemi e ai pericoli che si intravedono in questi nostri tempi, Don Bosco quali altre parole rivolgerebbe ai quasi 200 membri di questo Capitolo? E' una domanda la cui risposta ha bisogno di tanta luce dallo Spirito Santo. Ed io per questo chiedo istanteniente non solo ai Capi-

tolari, ma a tutti quanti i presenti a questa apertura, l'aiuto insostituibile della preghiera.

Il rnio o. ,irdiale saluto

453 Ho chiesto la preghiera a tutti i presenti, ma prima ancora avrei dovuto rivolgere il mio cordiale saluto. E supplisco con senso di profonda riconoscenza, a questo ritardo.

Alle Autorità ecclesiastiche che ci rappresentano Colui al quale siamo legati non solo dal vincolo della devota boschiana obbedienza, ma da quello non meno forte dell'affettuoso riconoscente attaccamento, il mio e nostro cordialissimo e grato saluto.

Alle FMA - rappresentate degnamente dalla Madre Generale, Madre Ersiha Canta - tanto legate a noi dai vincoli della comune paternità; ai Cooperatori Salesiani, di cui conosciamo bene la fedeltà al Padre comune e la Fraternità spirituale e apostolica che vivono con i fratelli e le sorelle consacrate; alle VDB, che rappresentano la fecondità della vocazione salesiana; -agli Exallievi sempre entusiasticamente presenti a dimostrare la loro fattiva riconoscenza per quanto hanno ricevuto da Don Bosco; a tutti cd a ciascuno dei presenti, anche a nome dei Capitolari, il mio e nostro grato saluto.

Ci sono dei posti vuoti

454 Dovrei ora rivolgere la mia parola a voi, carissimi fratelli Capitolari che rappresentate la Congregazione sparsa e operante in tanti paesi dei cinque continenti. Dico però subito che la gioia di potervi dare il benvenuto è velata dalla tristezza nel constatare che appunto tra di voi ci sono dei posti vuoti: sono quelli che avrebbero dovuto occupare i fratelli che vivono e soffrono in quei paesi dove la libertà, è la dolorosa verità, viene praticamente coartata e impedita. A tutti i confratelli che soffrono per la fede e che possono esercitare i diritti elementari di quella libertà religiosa riconosciuta da tutto il mondo civile, il nostro Fraterno pensiero, la nostra solidale preghiera.

Vorrei in questo momento rievocare almeno il nome dì due grandi nostri confratelli scomparsi, che in quei Paesi hanno testimoniato con coraggio e fortezza incrollabile la loro fede, Il Card. Trochta, e l'Arciv. Baranìak, recentemente scomparso: a questi due grandi salesiani accomuniamo nel ricordo i tanti che in Europa, in Asia, in Africa e nella stessa America hanno soll erto e soffrono per il Regno di Dio.

Al cristiano ricordo di questi due grandi salesiani, associamo quello degli 850 confratelli che in questi) sessennio hanno chiuso la loro laboriosa giornata nelle varie partì della Congregazione.

A voi, carissimi Capitolari

455 E' tempo ormai, carissimi Capitolari, dì rivolgere la mia parola direttamente a voi: ne avete tutto il diritto. E comincio cercando di sintonizzarci per il lavoro che ci attende e per puntualizzare qualche elemento di particolare importanza che potrà aiutarci nel suo compimento.

Estato detto che il nostro sarà il Capitolo della verità, e a ragione: non a caso si parla di Capitolo di verifica, che cioè, fa, opera, rende efficacemente operante la verità. Se una preoccupazione di coscienza sento di avere, è questa: mettere quanto più possibile il Capitolo dinanzi alla realtà viva della Congregazione, con le sue luci, ma non meno con le sue ombre. Operazione tanto importante e doverosa quanto difficile, quella di scoprire e individuare la realtà e possibilmente le cause, e trarne le conseguenze e portarle su un piano concretamente ed efficacemente operativo. Perché questo è in definitiva lo scopo sostanziale del nostro Capitolo.

Per questo il Capitolo deve essere anzitutto nutrito di sincerità nell'unità; nessuno di noi infatti ha la pretesa di possedere in esclusiva la verità e tanto meno il carisma del Fondatore. D'altra parte, proprio per servire la sincerità, cercheremo di vedere e di esprimere con assoluta onestà la realtà delle situazioni, alla luce dell'esperienza, e mossi solamente e sempre dall'amore consapevole e responsabile verso Don Bosco e la sua e nostra Congregazione. Il cui avvenire, diciamolo pure, dipende molto dalla nostra azione, da quella di ciascuno di noi, nei tanti momenti del Capitolo (commissioni, incontri, assemblee, votazioni).

II Capitolo trovi in noi uomini di preghiera456

Ma non basta. A me pare che noi potremo ottenere questi intenti solo se ognuno dei Capitolari si farà qui operatore di fraterna carità, e prima ancora, uomo di preghiera, pervaso come il nostro Padre dal senso di Dio; uomo quindi convinto che il fatto Congregazione, come la sua vita, è essenzialmente e anzitutto un fatto spirituale, evangelico. Si tratta cioè di uomini che, mossi e legati da motivi e vincoli soprannaturali, per questo perseguono fini soprannaturali. Anche se hanno bisogno di strumenti umani e terreni per realizzare nel mondo d'oggi quella che noi chiamiamo, con parola di sapore evangelico, missione.

II nostro Capitolo quindi, e tutti ne siamo profondamente convinti, deve trovare in noi degli uomini di preghiera. Uomini cioè che attraverso il contatto personale e comunitario, umile, semplice e schietto, con Dio, giungono a creare un ambiente di ricerca - sincera e purificata di ogni passione - della verità che per noi si traduce e si identifica con gli interessi vitali della Congregazione. Uomini che in questa ricerca nella luce di Dio vengono a creare un clima di fraterna, costruttiva, vicendevole integrazione.

Vogliamo rendere sensibile, dirci palpabile quell'intenso « vivere in unum » a cui il nostro Padre invitava i primi Salesiani e a cui evidentemente invita ciascuno di noi in questo importante momento della storia della Congregazione: essa, come la nostra famiglia tutta, anzi la stessa Chiesa, guarda a noi con occhi che dicono interesse, attesa, speranza.

E noi non vorremo deluderla. La Relazione, lavoro difficile457

In questo clima vorrò compiere l'atto che introduce e in un certo senso offre la piattaforma concreta su cui si imposta tutta la nostra azione capitolare:

voglio dire la Relazione del Retlor Maggiore sullo stato della Congregazione.

E' un lavoro quanto delicato altrettanto difficile, e i motivi appaiono senza sforzo: basta pensare al Iatto che la Congregazione è presente in tutti i Continenti, e che in essi le situazioni sono già diverse, talvolta anche profondalnente diverse, fra gli stessi Paesi che vi appartengono. Basta pensare che le situazioni in questi anni hanno presentato evoluzioni non di rado rapide e in elementi di primaria importanza, senza dire che la sfera che tocca l'intimo delle persone ha delle zone che sfuggono a certe indagini.

F, sì potrebbe continuare nell'enumerazione delle dillìcoltà dinanzi a cui si trova chi deve stendere una relazione di questo tipo oggi. Dinanzi a questa realtà così complessa e composita, una sintesi livellatrice sarebbe ingiusta e irreale.

Evero però che nell'insieme della Congregazione si riconoscono elementi e dati comuni, che si prestano a una visione sintetica e a relative valutazioni, d'altra parte sarà sempre possibile mettere in evidenza differenti situazioni quando ne appaiono proporzionati motivi.


458 Un lavoro di questa latta ha richiesto evidentemente una collaborazione articolaLa, paziente e intelligente: è quella che mi hanno prestato con fralerna generosità sia i Superiori dei vari Dicasteri, che i Consiglieri Regionali che hanno avuto approfonditi, ripetuti e vasti contatti con le lspcttorìe. Desidero ringraziarli sentitamente anche a nome delle IspelLorie.

Ma mi sono state assai utili le molte relazioni degli 1spettcn•i approntate per varie circostanze, e i numerosi sistematici contatti avuti con i rncdesìmi. Poi mi sono servito delle moltissime informazioni e constatazioni raccolte non solo nella nutrila corrispondenza con tanti membri della Congregazione, nia nei numerosi incontri nelle varie parti del mondo avuti in questi anni con i Consigli Ispettoriali, con Direttori, con Confratelli.

Mi pare di poter dire che il Centro conosce, se proprio non nei minimi particolari, la Congregazione: di questo grande e composito organismo, mi pare di poter affermare che conosciamo con più che buona sufficienza lo stato di salute e di efficienza, gli elementi positivi e quelli negativi.

1 La Relazione, responsabilità condivisa

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459 Debbo fare ancora una puntualizzazione. La relazione, cori tutto quello che contiene e presenta, importa la responsabilità del Rei tor Maggiore. E' giusto e ovvio. Ma mi pare di poter dire in questa sede che essa è nella sua globalità condivisa dal Consiglio Superiore.

E questo è per me, e penso per tutti, motivo di conforto. Fra l'altro è un ulteriore segno del lavoro e dello stile con cui si è portale avanti in questi anni il nostro servizio alla Congregazione, non sempre semplice e facile, come si può immaginare. E' stato un lavoro condotto sempre in clima di cordialissima, fraterna, costruttiva collaborazione, realizzata nella valorizzazione delle doti, della mentalità e sensibilità, della preparazione ed espe-

rienza dei singoli membri del Consiglio, con la comune costante preoccupazione di servire agli interessi e ai fini da Don Bosco segnali alla Congregazione.

Per questo ognuno ha potuto sempre esprimersi con assoluta libertà, per questo abbiamo sempre lavorato in dialogo franco, approfondito, ma rispcltoso e cordiale, arrivando insieme alle conclusioni clic ci parevano più congrue per i problemi che man mano venivano all'ordine del giorno.

Un grazie ai membri del Consiglio460

Desidero qui, dinanzi a questa qualificata assemblea, esprimere il più vivo 460 grazie anzitutto a ciascuno dei membri del Consiglio: essi, sia nell'ambito del loro ufficio che collegialmente, hanno prestato sempre con cordiale generosità il loro prezioso aiuto al Rettor Maggiore, anche con la loro comprensione dinanzi ai limiti del Superiore.

Il n ricordo riconoscente non può mancare verso i due membri del Consiglio Superiore che durante il sessennio sono stati chiamati dalla Santa Sede ad altri incarichi: rnons. Giuseppe Gottardì, oggi Vescovo Ausiliare dì Montevideo, e mons. Rosaiio Castillo, divenuto Segretaria Generale della Pontificia Commissione per la Riforma del Codice di Diritto Canonico.

Sento poi che mancherei a un preciso dovere, anzi a un bisogno del cuore, se non esprimessi qui il vivissimo grazie al carissimo don Domenico Britschu che in questi anni, coadiuvato dai suoi collaboratori, ha compiuto nella Segreteria Generale (a cui è legato anche l'impegnativo Archivio Generale della Congregazione) un'opera Lanto intelligente quanto generosamente sacrificata.

Un grazie agli altri collaboratori461

Col Segretario Generale vada il mio e nostro ringraziamento al carissimo 461 Don Decio Tcireìra per il servizio prestalo in questi anni nel curare le relazioni con la Santa Sede e gli affari della Congregazione, presso i Dicasteri romani, con la capacità di rapporti umani che lo distingue.

Al Postulaiore Don Carlo Orlando, mentre diciamo il nostro grazie per averci dato col suo lavoro paziente ma operoso. la beatificazione di Don Rua, auguriamo che attraverso la sua opera discreta e costante possa dare alla Congregazione la gioia e la ricchezza di altri beati, cominciando dai nostri martiri della Cina e da Zeffirino.

Ho fatto i nomi dei principali collaboratori, ma è giusto ricordare che tutta l'azione del Consiglio suppone, come apparirà dalle relazioni, una complessa collaborazione da parte di tanti confratelli: la comunità della Casa Generalizia con a capo l'ottimo Direttore, umile ma instancabile guida e animatore di tutti i confratelli che compiono, ognuno nel suo settore, un lavoro insostituibile, al servizio della Congregazione tutta.

E poi ricordo le generose Figlie di Maria Ausiliatrice addette alla Casa Generalizia, come pure i laici che collaborano in varie forme con noi, e che completano il quadro provvedendo ai tanti servizi indispensabili per il buon funzionamento di questo Centro.

Elementi positivi e negativi

462 Compiuto questo atto dì doveroso riconoscimento verso quanti a ogni livello, e nei modi più diversi, hanno prestato in questi anni il loro difficile servizio alla Congregazione, è tempo di avviarci alla conclusione di questa seduta inaugurale del nostro Capitolo Generale. Ma prima di finire, un'ultima parola mi sembra ancora doverosa.

Da tutti si è in questi anni lavorato; ciò non vuol dire però che la nostra azione in questo sessennio sia stata sotto ogni aspetto perfetta. Tutt'altro.

Manchevolezze e limiti ne avete constatati anche voi, altri potranno emergere lungo lo svolgimento del Capitolo. Di certi limiti e lacune ci siamo resi conto noi stessi durante il corso del sessennio, o abbiamo cercato di correggere e migliorare; di altri abbiamo potuto renderci conto in questa fase conclusiva del nostro mandato. Ci siamo resi conto, dopo l'esperienza fatta, specie nella seconda parte del sessennio, che certe carenze avremmo potuto e dovuto evitarle, che certe linee del nostro governo avrebbero potuto avere più incisivi e tempestivi impulsi, più chiari orientamenti, ecc. Purtroppo sono i frutti, dirci inevitabili, dei limiti degli uomini.

Nell'esame a cui in questi mesi dì precapitolo abbiamo, con serena franchezza, sottoposto il nostro servizio di questi anni, abbiamo dunque ricavato elementi positivi ma anche negativi. Mentre ringraziamo il Signore per quello di positivo che ci ha consentito di realizzare a servizio dell'amatissima Congregazione, lasciamo per il Consiglio che uscirà da questo Capitolo, anche le valutazioni negative e le deficienze che abbiamo riscontrato nella nostra attività, con l'augurio che questo umile frutto della nostra esperienza possa tornare utile nel lavoro che esso dovrà affrontare per il prossimo sessennio.


1.1 Dichiaro aperto il Capitolo

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Con questo augurio mi è caro dichiarare aperto il 21° Capitolo Generale della nostra Congregazione, che sin da questo momento, mettiamo con cuore dì figli sotto la protezione della nostra Madre Ausiliatrice.

ALLEGATO 3



Messaggio del Rettor Maggiore

don Egidio Viganò

ai Salesiani di tutto il mondo



463

Esprimo un sentimento di profonda solidarietà ai confratelli salesiani e a tutti i membri della Famiglia di Don Bosco che nei vari campi della pastorale giovanile e popolare e nelle missioni lavorano fedeli alla loro vocazione; un saluto particolare rivolgo ai confratelli giovani che si preparano a servire, con Don Bosco, la Chiesa; agli anziani che rappresentano il patrimonio della fedeltà; ai malati che ci aiutano a capire più realisticamente il mistero pasquale di Cristo; a tutti coloro che nella sofferenza rimangono fedeli.

Condivido con tutti la convinzione della bellezza della nostra vocazione da attuare in un tempo, che rapidi mutamenti rendono problematico ma anche ricco di speranze, e un impegno a tempo pieno e a piena esistenza per la gioventù che forma oggi uno degli obiettivi più importanti della missione della Chiesa ed è la speranza della Società.

Continuiamo, confratelli, sulla via del rinnovamento in adesione chiara, leale ed entusiasta al Vicario di Cristo che ci guida in queste difficili congiunture.

Il nostro Capitolo Generale 21 ci esorta a fare della nostra vita «testimonianza» e della nostra opera «annuncio» del Vangelo, continuando quel «semplice catechismo» da cui è nata la Congregazione, dilatandolo e aggiornandolo con nuove realizzazioni.

Lo Spirito Santo e la testimonianza susciteranno nuove vocazioni.

Maria Ausiliatrice ci aiuti e ci dia entusiasmo e spirito di iniziativa come lo ha fatto profusamente con il nostro Padre e Fondatore Don Bosco.


Roma, 15 dicembre 1977

ALLEGATO 4

Indirizzo di omaggio al S. Padre,

del Rettor Maggiore don Egidio Viganò

in apertura dell'udienza concessa ai capitolari

(26 gennaio 1978)



464 Beatissimo Padre, il primo sentimento che desidero esprimere a nome dei fratelli capitolari qui presenti e di tutti i Salesiani di Don Bosco è l'adesione filiale, cosciente e coraggiosa del nostro Istituto alla Cattedra di Pietro. Eu n ossequio della niente e del cuore, permeato dal realismo pedagogico della nostra tradizione: constatiamo, iniatii, che in un'ora di cambiamenti prolondi la guida e il magistero del Papa sono uno dei doni più necessari e concreti del Signore alla sua Chiesa pellegrina. Vorremmo esserne dei testimoni specializzati, capaci di farlo capire cd apprezzare soprattutto alla gioventù di oggi, tanto assetata di verità e dì progetti storici.

465 Permettete, inoltre, che esprima un senso dì specialissima gratitudine per la Vostra Persona- ci siamo sentiti sommersi, ogni volta che ci avete accolto, in un clima di vivo affetto e simpatia, di gioia familiare, di stima benevola e di ammirazione entusiasta, che ci ha sempre bencficamentc sorpresi facendoci pensare con sincerità a tutta la strada che ci rimane da percorrere, con fretta salesiana, per arrivare al traguardo segnalalo con tanta bontàà dal Vostro cuore paterno.


466 Stiamo concludendo, Beatissimo Padre, il nostro Capitolo Generale 21. E' stato di forte orientamento per i nostri lavori capitolari il Vostro Messaggio trasmessoci nella persona del carissimo e benemerito don Luigi Ricceri; ne abbiamo voluto fare materia degli orientamenti operativi del prossimo scssennio per ravvivare sempre meglio la fiamma del nostro carisma tra i giovani e il popolo.

Per questo impegno arduo e urgente chiediamo la Vostra Apostolica Benedizione su tutta la Famiglia Salesiana, sui confratelli, sui membri del nuovo Consiglio Srrpcricire e sulla mia povera persona chiamata a guidare e animare la Congregazione fondata da Domi Bosco.

ALLEGATO 5

Discorso di SS. PAOLO VI

ai membri del CG21,

nell'udienza speciale del 26 gennaio 1978


11 resto è qui riportato così come è stato possibile raccoglierlo dalla viva voce di Sua Santità, su regi•otrarione gentilmente concessaci dalla Segreleria di Stala

467

Dovremmo lare una prefazione alle poche cose che adesso diremo, ma per svelare la chiave in cui sono state concepite e sono da interpretare, e cioè dì una grande, grande emozione. Ha detto bene, adesso, don Viganò, quali sono i sentimenti dì fiducia, di simpatia, di fraternità apostolica che ci riuniscono a tutta la Famiglia Salesiana, ora qui rappresentata nella maniera più piena e più solenne. Ripetiamo, per Noi si tratta di grande, e grande corrmmozione che ci impedisce quasi di formulare i sentimenti che pure abbiamo nel euore e anche sulle labbra, per dire a voi, per dire innanzi tutto, sì, la fiducia, la riconoscenza, la gioia per il fatto che il Signore dà alla sua Chiesa una Famiglia eletta, la Famiglia Salesiana, la quale vuole andare là proprio dove il bisogno è maggiore e dove l'obbligo e la responsabilità sono più sentiti: la gioventù, la gioventù moderna, la gioventù che ordinariamente voi sciegliel.e, la gioventù del popolo, la gioventù che ha bisogno di complementi esteriori alla famiglia che non è sufficiente, e anche esteriori all'ambiente che non è spesso quello educativo.

Voi supplite, voi integrate, voi sapete cavare da questa gioventù delle anime forti, serene, buone, belle, oneste, cristiane. Quanta gioia! Quanta gioia per un Pastore, per l'umile Pastore che vi parla, e clic guarda la geografia universale della Chiesa, e la geografia spirituale della società! Come abbiamo bisogno di voi; quale funzione avete, quale missione, quale responsabilità!; ma anche quale degnazione il Signore ha usato con voi chiamandovi, incaricandovi, mettendovi su questa strada, ispirandovi di dedicare la vostra vita a questa causa della educazione giovanile moderna!

Siate benedetti, siate davvero capiti, siate sorretti, siate colmati dalle grazie clic il Signore ci fa desiderare per voi, e per il mondo, e per la Chiesa! E che la Famiglia Salesiana sia sempre alla testa della Chiesa viva, di quella che sia con i problemi vitali, contingenti, sì, e passeggeri e fluenti in tante lenomenologie diverse, ma sempre umani, sempre cristiani. Siate davvero Salesiano!

Ecco il nostro augurio, con cui concludiamo questa prefazione che contiene poi anche tutto il resto che vi abbiamo da dire in questa circostanza, che assume anche per noi un momento di singolarità. Se sapeste quante persone, quante occasioni, quanti incontri passati intorno a noi, ma il vostro ci commuove in una maniera particolare e ci dà la gioia e la speranza che davvero la Chiesa oggi sia quella di Don Bosco, la Chiesa viva!

468 E', pertanto, con autentica letizia spirituale che oggi vi incontriamo secondo il desiderio manifestatoci a nome vostro dal nuovo Rettor Maggiore don Egidio Viganò. (E qui possiamo fare una chiosa marginale. Sappiamo che ha altri due fratelli, no?... E sorelle, forse anche... Va bene, ma insomma, siamo davanti, diciamolo pure, ad un fenomeno che veramente anche qui indica che la mano di Dio è stata prodiga: se facciamo uno, facciamone tre ed è bella e finita. Perché questo indica che il Signore vi vuol bene, che il Signore vi sceglie, che il Signore ha fiducia di voi, come l'abbiamo Noi! Non è vero?). Dunque, il vostro desiderio ci è stato manifestato da don Egidio Vigano, il quale ha assunto nelle sue più giovani mani la guida della vostra Società Salesiana da quella del suo immediato predecessore, il caro e venerato don Luigi Ricceri: e su quest'ultimo dovremmo fare un panegirico; ma voi lo immaginate; ed egli ci sta nel cuore e lo sarà domani nel ricordo e nelle preghiere: a lui desideriamo rinnovare - pubblicamente - la nostra paterna riconoscenza per quanto ha fatto in questi anni in favore della Congregazione e della Chiesa.


469 Ma l'incontro con i membri qualificati di un Istituto religioso, che, pur avendo poco più di un secolo di vita, si è mirabilmente diramato in tutto il mondo con le sue innumerevoli iniziative ed opere benefiche, non può non richiamare alla nostra comune memoria, come presenza animatrice ed ammonitrice, la figura - ma si, pensiamolo tutti insieme! - del suo fondatore, San Giovanni Bosco; ed egli è qui che certamente ci guarda, ci conosce, e noi speriamo che lui stesso condivida la nostra gioia nel vedere la sua Famiglia così numerosa, così compatta, così uniforme, così concorde e così decisa a continuare la sua opera con lo stesso stile e, Dio voglia, con gli stessi risultati. E' vivo Don Bosco!

Si, è vivo Don Bosco, sintesi mirabile di attitudini e capacità umane e di doni soprannaturali, genio riconosciuto della moderna pedagogia e catechesi, ma, più ancora, genio della santità, di quella santità che è una nota caratteristica della Chiesa, santa e santificatrice.

E se ai suoi tempi, complessi invero e calamitosi, Don Bosco fu un autentico protagonista della storia d'italia e della Chiesa, la Congregazione, nata dalla sua mente intuitiva e dal suo grande cuore, ha seguito fedelmente in questi cento anni il cammino da lui tracciato.

La stima, l'apprczzamcnto, l'affetto che per Don Bosco ebbero i nostri Predecessori, che lo conobbero personalmente, Pio IX, Leone XIII, e specialmente Pio XI, che lo beatilicò e canonizzò, sono gli stessi sentimenti che noi sentiamo per voi, suoi figli, a motivo del bene incalcolabile che in questi cento anni avete disseminato in Italia, in Europa, nell'America Latina, nel

mondo intero, ed anche a motivo della collaborazione più diretta alla Santa Sede che membri della vostra Congregazione offrono generosamente nei vari Dicasteri e Uffici della Curia Romana

470

E saremmo tentati, anche qui, di un'altra chiosa marginale, cioè di esporvi i titoli personali che abbiamo per tenere cara, per avere vicina la vostra Famiglia Religiosa. Voi sapete che abbiamo avuto un cugino che è stato salesiano, non è vero?

Ebbene abbiamo assistito, possiam dire, all'origine della sua vocazione; egli era amico di don Cojazzi, altro uomo che merita davvero il plauso della nostra riconoscenza, della nostra memoria, che lo avviò, in qualche passeggiata. Era un ragazzo indisciplinato al punto che sua madre lo tolse dalle scuole: «Tu andrai a lavorare perché non puoi studiare». E questo ragazzo, dopo quelle passeggiate, con questa amicizia con don Cojazzi, un giorno, come ben ricordiamo, ci disse: « Mi farei salesiano».

E noi che cosa dovevamo dire?: «Ma certo! » E così fu.

E poi anche suo padre, medico, che era tanto bravo, si rassegnò quasi col dubbio: « Ma questo ragazzo riuscirà o no? »

E partì per la Cina dove rimase 17 anni e donde scrisse lettere tanto belle, e che confermavano tanto la sua sincera adesione alla vocazione che aveva scelto; e ritornò, quindi fu mandato, prima, in Portogallo, e poi in Brasile, dove disgraziatamente morì per un accidente: un bagno freddo dopo una giornata di lavoro; e là (perché sappiate anche questo come sentiamo vicina la Famiglia Salesiana) quest'anno il fratello, unico superstite, ha fatto un viaggio apposta per andare a visitare la tomba di lui, di don Luigi, salesiano, e rinunciò alla visita chc ogni anno ci faceva; ma noi siamo stati lieti di rinunciarvi perché lui andava a trovare il fratello salesiano morto e sepolto laggiù.

Diremmo poi altre cose, anche molto semplici, ma anche molto significative. Ricordiamo che nello studio di papà c'era un angoletto che stava a fianco della libreria, dove era appeso un quadretto di Don Bosco, e là c'erano scritte, forse per mano di Don Bosco o almeno dette dalle sue labbra, queste parole che sono state sempre vive nella mia memoria: «in morte si raccoglie il frutto delle opere buone »-, un detto di Don Bosco.

E tutte le volte che ci affacciavamo allo studio di nostro padre, andavamo a dare una occhiatina a questo quadro con sotto scritte queste parole, che ci rimasero testualmente impresse nel cuore.

Avremmo anche qualche altro ricordo, ma non vogliamo adesso tediarvi con le cose particolari.

Sappiate, ad ogni modo, che c'è anche per noi un vincolo diremmo di affezione parentale, di affezione speciale per il vostro grande e Santo Fondatore,

471

Noi non dubitiamo che, pur negli adattamenti e nei ritocchi che nelle Costituzioni e nei Regolamenti Generali saranno ritenuti necessari, intatta rimarrà la vostra adesione totale al carisma originario del Fondatore, quale

è stato approvato, riconosciuto e garantito dalla Chiesa - e direi anche dalla esperienza degli anni - secondo quanto afferma il Concilio Vaticano 11, che dice; « 11 rinnovamento della vita religiosa comporta insieme sia il continuo ritorno alle fonti di ogni forma di vita cristiana e allo spirito primitivo degli istituti, sia l'adattamento degli istituti stessi alle mutaLe condizioni dei tempi» (Perfectae Caritatis, 2).


472 In questo XXI Capitolo Generale - quando finisce?... Finito?... Allora colmiamolo di applausi! - voi state approfondendo, nella preghiera e nella rillessione comunitaria, la vostra - adesso si usa questa parola, ma è molto vera - «identità» salesiana che è anzitutto quella di «religiosi», di sacerdoti, di credenti cioè che, nella vita in comune, hanno voluto seguire Cristo in maniera totale e incondizionata, in quella maniera radicale che viene presentata dal Vangelo, mediante la generosa, gioiosa e fedele pratica dei consigli evangelici, della castità, della povertà, dell'obbedienza, ad imitazione di Gesù; e aggiungeremo un altro carisma, quello dell'affetto e della consacrazione di se stessi all'educazione della gioventù. Questo sono i Sale s ia nì

473 Ma la ligura del Salesiano, anche agli occhi del popolo cristiano, è intimamente collegata - lo dicevo - al suo apostolato fra i ragazzi e i giovani. Fu la grande provvidenziale intuizione religiosa di San Giovanni Bosco, il quale nelle sue «.Memorie» ci parla della «sete di sacerdozio» che cresceva nel suo cuore durante gli anni dei seminario, «per potermi - dice - lanciare in mezzo ai giovani, a fine dì conoscerli intimamente ed aiutarli in ogni occorrenza ad evitare il male! »


474 Abbiamo notato con compiacimento che il tema del XXI Capitolo Generale è proprio questo: «Testimoniare e annunziare il Vangelo: due esigenze della vita salesiana tra i giovani». Testimonianza, anzitutto: i ragazzi e i giovani esigono autenticità, esigono esemplarità, vogliono quasi vedere e toccare il messaggio cristiano realizzato concretamente nella vita di chi lo annunzia. In mezzo ai ragazzi e ai giovani, voi Salesiani dovete essere il segno della presenza del Cristo con la bontà, la delicatezza, la modestia, la dedizione, la purezza, l'umiltà, la letizia, la letizia salesiana. Sì con la letizia, perché, come ben sapete e cercate di inculcare, la gioia è un bisogno incoercibile del ragazzo e del giovane, ma è anche un riflesso della grazia di Dio e della serenità interiore. Il Vangelo di San Luca ha colto nella gioia, che scaturisce nel cuore dei credenti, uno degli effetti più significativi dell'annunzio evangelico: guudete.


475 Oltre la testimonianza religiosa personale e comunitaria, diffondete l'annuncio evangelico mediante quel contributo vivo, serio, meditato alla cultura catechetica, pedagogica, psicologica e sociologica, ma specialmente con l'apostolato diretto e personale nel mondo giovanile, con particolare attenzione e dedizione alle classi povere, bisognose, emarginate. E, per questo, Dio vi benedica! Avremo proprio una preghiera speciale perché il Signore conservi in voi questo carisma. C'è nel mondo chi si consacra ai

giovani? Sì, ce ne sono tanti, ma ci sono i Salesiani. Ebbene, per questi cercheremo di avere preferenze spirituali, preghiere e benedizioni.

476

E vorremmo, quasi a ricordo dì questo nostro incontro, indicarvi le tre grandi n devozioni» che Don Bosco ha lasciato in preziosa eredità ai Salesiani - parliamo a maestri ma non vi dispiace sentirle ricordate anche da noi -: la devozione adorante a Cristo, Uomo-Dio, in particolare nella presenza sacramentale dell'Eucaristia. Non è forse Cristo il centro e la sintesi di tutto il messaggio evangelico? Non deve essere Cristo la norma sulxema del pensiero e dell'agire del cristiano, del sacerdote, del religioso? Devozione filiale anche a Maria, l'<'Ausiliatrice», che «con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del Figlie suo ancora peregrinanti»; devozione, infine, al Papa, successore di Pietro, « perpetuo e visibile principio - come dice il Concilio •--- e fondamenta dell'unità, sia dei Vescovi che della moltitudine dei fedeli».

477

Figli carissimi, i ragazzi e i giovani vi chiamano e vi attendono. Noi vor- remmo e potremmo essere adesso l'interprete dì questa chiamata che è come sospesa nell'atmosfera della storia: la gioventù vi chiama, vi chiama, ha bisogno di voi, ha bisogno del vostro sacrificio, della vostra dedizione, della vostra intelligenza, della vostra bravura a giocare, a capirli, a insegnare, a educarli, a portarli sii e a crescerli nella statura davvero dei figli di Dio, dei figli della Chiesa! Sono milioni nel mondo, talvolta sbandati e disorientati da una molteplicità di voci discordanti, i quali aspettano da voi la parola di salvezza, cercano la mano fraterna ed amica, che con serena sicurezza li guidi verso l'Assoluto; invocano un viso che non sia una maschera artefatta, ma l'espressione limpida di un amore che si apre al fratello in un amore più grande quale è quello di Dio, che «è più grande del nostro cuore», come dice l'Evangelista Giovanni. Giovanni Bosco, il vostro padre, vi precede col suo passo sempre giovanile e dinamico.

478

E' con questi voti - che ripeteremo poi al Signore pregando per voi e offrendo per voi, proprio a ricordo di questo incontro e a conclusione del vostro Capitolo, una Santa Messa - che impartiremo una particolare Benedizione Apostolica a voi, a tutti i Salesiani, sacerdoti e fratelli coadiutori, ai collaboratori - e diamo pure un pensiero alle Salesiane, alle Figlie di Maria Ausiliatrice, che sono sorelle - e a tute le provvide iniziative della vostra Congregazione, nonché ai ragazzi, ai giovani ed agli Exallievi, ai quali si estende il vostro apprezzato lavoro pastorale.

E, per concludere, diremo insieme un Padre Nostro, proprio per pregare il Padre Celeste che confermi questi sentimenti, confermi questa opera che siete voi, e confermi la vostra capacità di colloquiare, di prodigarvi, di conquistare la gioventù del tempo nostro.


Con la nostra Benedizione Apostolica.

ALLEGATO 6


Parole di conclusione del Rettor Maggiore Don Egidio Viganò all'incontro con i rappresentanti laici della Famiglia Salesiana (7 gennaio 1978)


479 Certamente interpreto il pensiero di tutti i miei confratelli capitolari ringraziando le Volontarie dì Don Bosco, i Cooperatori, gli Exallievi e i Delegati e Assistenti qui presenti. E' interessante vedere che tutti incominciamo con un ringraziamento. Vuol dire che ci facciamo vicendevolmente del bene, e che abbiamo un cuore nobile.

Questi laici sono ~enuti nell'aula del nostro Capitolo come siamo venuti noi, passando attraverso le sottocommissioni: proprio nella stessa maniera. Nessuno di noi ha portato in aula un problema se non dopo averlo discusso in sottocommissione. E anche ognuno di noi, dopo aver portato un problema limitato al tema della sottocommissione, ha dovuto ascendere sulle cime delle più ampie visioni assembleari.


480 Questa sera, oltre al tema specifico della sottocommissione dei nostri collaboratori laici, noi tutti abbiamo respirato un clima più alto: la Famiglia Salesiana. E sentiamo che questa visita ci ha portato aria di primavera. Ci fa sperare. Non con una speranza vuota. Ci fa intuire e già percepire sensibilmente ciò che uno di loro ha dello: che non è senza un'assistenza dello Spirito, suscitatore del nostro carisma nella Chiesa, che il Capitolo Generale Speciale ha approfondito e rinnovato questo tema della Famiglia Salesiana. E noi sentiamo attraverso queste parole di critica e di entusiasmo che si tocca un tema di vita, che c'è nascosta sotto una lune energia, che c'è un senso di Crescita.

Certo, possono essere parole suggerite più dall'entusiasmo clic dal calcolo; però è con questo entusiasmo e senza tanti calcoli che dori Lasagna (ieri sera ce lo dicevano nella Buona notte) e i primi missionari di Don Bosco sono) andati in America. Che cosa c'è adesso in America del carisma salesiano?!

Io credo che tutti noi (penso di interpretare i sentimenti dei miei confratelli capitolari) avvertiamo di toccare un tasto, un punto che non è di funerale, ma di rinascita. Sentiamo che siamo parecchi nel mondo -- ce lo hanno ricordato loro - neppure lo sappiamo, quanti! Siamo parecchi che dobbiamo un po' parlarci per accorgerci che ci vogliamo bene, che abbiamo le stesse idee, gli stessi ideali, e che dobbiamo crescere insieme.

481

Ci hanno ricordato alcuni temi Fondamentali propri della nostra Famiglia: la secolarità consacrata, la scuola cattolica, il nostro progetto educativo, l'evangelizzazione, compito specifico della vocazione salesiana, la pastorale giovanile: costituiscono ciò che stiamo discutendo, ciò che dobbiamo fare.

Questa visita ci dimostra che stiamo studiando problemi di vita, e li stiamo studiando in una Famiglia che ha più Futuro che passato. Li stiamo studiando con un cuore che vuol fare propositi pratici. Perché questo Capitolo non è un Capitolo dottrinale, ma è un Capitolo operativo, di realizzazione più concreta dopo la verifica dei grandi orizzonti tracciati dal Capitolo Generale Speciale, E per questo io voglio sottolineare le parole della signorina Clara Bargi: perché le donne sono più realiste, toccano ciò che l a funzionare la vita, non si perdono, sembra, in parole metafisiche, come a volte facciamo noi. Lei non ha parlato, in certi momenti, a tutti i Capitolari, ma ai signori ispettori. Voi capite subito, e io l'appoggio in pieno.

Questa speranza, che deve crescere e muoversi in ogni Ispettoria, deve prima essere chiara, robusta, deve prima formare parte delle convinzioni e dei propositi di tutti i capitolari - siamo d'accordo -, ma principalmente dei signori Ispettori qui presenti. E' vero che la responsabilità è partecipata da tutti nell'Ispettoria, ma se colui che è l'anima, il primo animatore, quello che dà gli orientamenti e le decisioni, non è convinto, non ha questo panorama di futuro, difficilmente le cose potranno andare per la via della crescita.

482

Dunque, ecco, io mi associo alla signorina per dire ai signori Ispettori: non dimenticate questa sera. Ciò che abbiamo sentito e ciò che il Capitolo determinerà, ci stimola a rileggere, ripensare, rimeditare quanto su questi punti, ha detto il Capitolo Generale Speciale, che rimane sempre, fino a nuovi documenti, la magna chaata» di questa nostra Famiglia.

Ringrazio dunque tutti gli ospiti che ci hanno portato questo senso di primavera, e non credo che possiamo finire se non dicendo: viva Don Bosco, nostro Fondatore e Padre.

ALLEGATO 7

Risposta del Rettor Maggiore

don Egidio Viganò

al messaggio della rev.da Madre

Generale delle FMA, (28 gennaio 1978)


483 Sono sicuro di interpretare i miei confratelli capitolari nel rendere un vivissimo ringraziamento alla Madre Generale e alle Consigliere del Consiglio Superiore delle FMA per questo gesto di fraternità vocazionale, che è venuto a iniettare nel nostro cuore salesiano un senso più vivo, più chiaro, più entusiasta della nostra vocazione. Non c'è regalo più bello di quello che arricchisce lo spirito. E questo l'avete fatto voi. E' un gesto che è nato senza una programmazione né del Regolatore, né del Rettor Maggiore. Bisogna davvero dirlo, guardando gli effetti, che è proprio ispirato.

Ora io voglio riflettere un po' sul messaggio e commentarlo, perché desidero che, essendo testimoni tutte le Consigliere e la Madre Generale, noi formuliamo qualche proposito serio: fraternamente, chiaramente, lealmente.


484 Innanzitutto: questo di oggi è un gesto pieno di grandezza spirituale e di vocazione salesiana. Noi qui rappresentiamo più di 35.000 Salesiani e FMA che hanno dato tutta la loro persona a tempo pieno e a piena esistenza, al servizio della gioventù, per muoverla al bene, per far crescere con essa la Chiesa del Signore. Queste non sono parole belle, inventate per riempire un momento di entusiasmo. Noi stiamo rappresentando qui una forza reale. Noi stiamo facendo nel mondo un bene assai più grande di quanto crediamo. Troppe volte le critiche che facciamo e i difetti che abbiamo addosso un po' tutti, perché siamo limitati, non ci lasciano vedere la ricchezza enorme di Spirito Santo che è presente nella nostra Famiglia.

Questo gesto di trovarci insieme, ci spazza via tante nubi e ridimensiona tante opinioni, in parte anche vere, ma forse un po' troppo terrene, e ci fa alzare lo sguardo a un orizzonte più ampio per scoprire realtà più grandi e più reali dì queste altre che invece ci sogliono rattristare e scoraggiare.

E' un gesto che merita davvero un ringraziamento profondissimo. Il suo significato è chiaro. Noi non siamo venuti qui per trovarci insieme a fare dell'accademia, o a creare un po' di nostalgia. f motivi sono espliciti: è una vera parentela di vocazione. Anche il contenuto del messaggio delle FMA viene proprio a sottolineare il senso della nostra profonda fraternità spirituale, della nostra amicizia nello Spirito, della nostra mutua collaborazione di ieri, di oggi e quella di domani.

Dunque, motivi chiarissimi di vocazione. Per questo abbiamo voluto trovarci insieme. Perché la nostra vocazione è nata da una stessa fonte, è cresciuta insieme nelle grandi giornate delle attività missionariee dei primi Salesiani e delle FMA, e deve crescere e rinnovarsi insieme.

Mi sembra che un elemento che accompagna questa nostra riunione, questo nostro gesto ha un aspetto di profezia. Però non di quella profezia artificiale, che si avvicina alla chiromanzia, ma di quella che manifesta un disegno di Dio e aiuta a programmare la realizzazione: siamone degni portatori!

485

Ora, Reverenda Madre e Consigliere, lasciatemi parlare ai miei fratelli ca- pitolari. Qui voi sarete testimoni di ciò che ci diciamo tra noi per voi. Mi sembra doveroso fare un breve commento al messaggio delle FMA perché è sostanzioso e tocca punti su cui noi, un momento o l'altro, dovevamo soffermarci, per chiarire, per riproporci le cose, per migliorare.

Nel messaggio si sottolineano tre cose. Leggiamo: «Consapevoli di tanto bene ricevuto...». Innanzitutto ci danno il buon esempio dell'attenzione al bene. Noi tutti sappiamo di avere dei difetti (noi e anche voi, sì), ma quando ci riuniamo insieme per trattare della nostra vocazione, non tagliamoci addosso i panni, mettendo fuori i nostri mutui difetti, anche se sono veri.

Abbiamo bisogno di riscoprire e di far emergere le nostre energie, le nostre ricchezze spirituali che sono molto più grandi dei difetti, e delle quali molte volte non parliamo e non parlandone, le lasciamo lì a dormire. Ecco allora: «consapevoli di tanto bene», perché io sono sicuro che i Salesiani hanno fatto tanto bene alle FMA, anche se so che ci sono stati dei difetti. Ora però siamo consapevoli di questo e mutuamente,

486

Primo: «Siano sempre più esigenti nel sospingerci sulla via della santità salesiana col ministero della Parola e dei Sacramenti ». E qui bisognerebbe essere ancora più concreti, come diceva la Volontaria di Don Bosco l'altro giorno: «lo parlo a tutti i Capitolari, ma soprattutto agli Ispettori». Penso siano d'accordo in questo anche le FMA. Quindi, carissimi Capitolari, ina soprattutto voi, signori Ispettori, c'è urgenza di prendere sul serio questo aspetto ministeriale. Il Papa ci ha ricordato che bisogna far funzionare il ministero sacerdotale nell'animazione salesiana a livello di Ispettore e di Direttore.

Guardate cosa ci chiedono le Suore! «Col ministero della Parola e dei Sacramenti». Forse anch'esse si sono accorte che c'è un po' di crisi di ministero sacerdotale in Congregazione. Ad ogni snodo, abbiamo detto che non è sui dìfetti che vogliamo intrattenerci. Ciò che certamente questa richiesta sottolinea è che gli Ispettori responsabili devono pensare che per l'animazione delle FMA bisogna cercare persone competenti, persone che conducono alla santità, persone che sappiano far funzionare il ministero della Parola, persone che vanno a fondo nella grazia di Dio attraverso la celebrazione sacramentale. Non è da nasconderci che c'è una crisi sacerdotale nel mondo; e che ci sono dei preti, anche salesiani, che non hanno tutte le idee al posto giusto. Bisogna che chi ha il ministero di curare

l'animazione delle FMA cerchi di farlo con equanimità, con profondità e con senso di sana attualità.

Don Bosco ha sempre mandato i migliori suoi figli ad esercitare questi ministeri. Prima lui personalmente e poi i primi direttori spirituali delle FMA sono dei grandi personaggi: don Caglicro, don Lemoyne, don Costamagna... (Io vengo dal Cile, e Mons. Costamagna ha lasciato la fama di un temperamento più che forte; ancora oggi lo ricordano. Leggendo le lettere della Madre Mazzarello, pubblicate due anni fa, vedo una nota che dice: «Aveva un temperamento un po' forte, però la Madre Mazzarello lo trattava tanto bene che lo ha aiutato a correggersi un po'». Vedete che bel servizio reciproco!).

Questa prima richiesta mi sembra di grande importanza per la realizzazione di un vero rinnovamento della Famiglia Salesiana. Gli Esercizi Spirituali, i ritiri, le attività di orientamento, i corsi, ecc. tante iniziative che ci sono in questi tempi. Evidentemente bisogna scegliere bene. Evidentemente non si possono mandare a fare questi servizi ministeriali né i « Franzoni », né i « Le.febvre ».


487 Secondo punto. Ci chiedono di aiutarle a conservare nella Chiesa la vera fisionomia spirituale e pastorale voluta da Don Bosco e da Madre Mazzarello: «E ci aiutino a coltivare per l'Istituto buone e salde vocazioni. Mi sembra che proprio in questo punto ci troviamo insieme in una fame di ricerca. Ed è bello dircelo mutuamente perché potremo così aiutarci meglio. Anche noi tanto nel nostro CGS quanto in questo CG21 abbiamo sottolineato due punti da riscoprire in profondità: la spiritualità propria della nostra vocazione salesiana e il Sistema Preventivo; la nostra pastorale e la nostra pedagogia. E si dà il caso che proprio i nostri due Istituti hanno anche degli strumenti di approfondimento a livello universitario proprio in questi campi. Dalla fine di quest'anno avremo la possibilità di maggiori contatti dal momento che il Pedagogicum delle FMA, che finora ha funzionato a Torino, verrà a Roma. Ecco, loro ci dicono: «aiutateci ad approfondire la spiritualità e la pedagogia salesiana». Certamente dobbiamo farlo, ma noi rispondiamo subito: e voi pure aiutateci. Ossia aiutiamoci mutuamente. In questo campo dobbiamo fare molto di più. La nostra spiritualità è di attualità. Si è visto anche in varie giornate di studio, come ciò sia richiesto da molti. Uno scopre, studiando Don Bosco, che è proprio stato suscitato dallo Spirito Santo, come una parola per i tempi nuovi.

Insieme, allora, dobbiamo cercare di capire meglio questa Parola di Dio per i tempi nuovi. Si apre così tutto un panorama. Dovremo cercare insieme dei mezzi per collaborare dì più, per realizzare, non solo a livello di animazione apostolica, ma anche a livello di ricerca scientifica e dì editoria e di studi, una maniera per poter congiungere le forze di entrambi gli Istituti e poter produrre con più profondità e più attualità.

C'è ancora un punto in questo secondo momento del messaggio: ci hanno ricordato che sempre i Salesiani, dove sono stati, hanno coltivato vocazioni per l'Istituto. E io sono sicuro che ci sono molti Salesiani, che sono tali,

perché c'è stata qualche FMA che ha pregato e che ha aiutato, Ecco allora un altro settore di collaborazione: un mutuo impegno vocazionale. Don Bosco ha mandato molte vocazioni all'Istituto delle FMA, tra le quali anche tre sue nipoti.

488

E la terza richiesta, come ci ha spiegato la Madre, è nata nel giorno dell'Epifania nel ricordato scambio dei doni: dedicarci a riattualizzare la devozione a Maria Ausiliatrice. Questo mi sembra un aspetto particolarmente importante. Ritorneremo sul tema durante questi anni, soprattutto a livello di Consiglio Superiore per programmare alcune iniziative.

Che significa un impegno di tutta la Famiglia Salesiana per far rivivere la devozione a Maria Ausiliatrice? Permettetemi di spendere alcune parole al riguardo.

Innanzitutto si tratta di «devozione » nel suo significato più profondo. Ossia, più che mettere al primo posto delle pratiche cultuali, si tratta di un atteggiamento dello spirito, di una visione cosciente che è dentro le nostre convinzioni, e che muove i nostri affetti. Quindi si punta a curare uno spirito. Per questo si deve rinnovare la mentalità, proprio perché il trapasso culturale e i cambiamenti ecclesiologici hanno portato delle visioni nuove, per cui se un Istituto di carattere mariano, non si pone il problema del rinnovamento di questa dimensione, facilmente si svia o lascia cadere uno degli elementi che arricchisce la sua vocazione specifica.

489

Noi tutti conosciamo e abbiamo meditato gli ultimi testi mariani del Magistero, cominciando dal cap, VIII della LG, e poi della Esortazione apostolica «Marialis Cultus» di Paolo VI. In due numeri dì questa esortazione apostolica, il 24 e 40, il Santo Padre ricorda quanto segue: Fa vedere che il Vatìcano Il esige che ci sia una revisione della devozione mariana e soggiunge: « Ciò dimostra la necessità che le Conferenze episcopali, le Chiese locali, le Famiglie religiose e le comunità dei fedeli favoriscano una genuina attività creatrice, e procedano nel medesimo tempo ad una revisione degli esercizi dì pietà verso la Vergine... ». E al n. 40: « Abbiamo indicato alcuni principi atti a dare nuovo vigore al culto della Madre del Signore. Ora è compito delle Conferenze episcopali, dei responsabili delle comunità locali, delle varie Famiglie religiose restaurare sapientemente... ». Quindi ce lo chiede proprio il Papa e il Concilio, ce lo chiede la Chiesa questo lavoro di rinnovamento e di revisione.

490

Per poterlo realizzare noi dobbiamo rifarci a Don Bosco, E lì troviamo delle risposte potenti. Che significato ha nella vita di Don Bosco la devozione a Maria Ausiliatrice? Non è che qui io possa allrontare un tema tanto vasto; dirò solo alcune parole per farne percepire la suggestiva importanza.

Noi vediamo concentrarsi la devozione mariana di Don Bosco sull'aspetto caratteristico di « Aiuto dei Cristiani», solo negli anni 60, ossia nella maturità di Don Bosco, in situazioni peculiari della storia della Chiesa: è la decade che termina con la caduta di Roma. Don Bosco non ha mai avuto, dice don Caviglia, una preoccupazione specifica per un «titolo» di Festa della Ma-

donna. Voglio leggervi le sue parole in un classico commento che fa nella vita di Domenico Savio: « Parlando della devozione a Maria, noi lasciamo da parte ogni titolo celebrativo, esornativo e devozionale, è Maria, la Madonna senz'altro, volgarmente diremmo: quale Madonna indicava Don Bosco e dì quale era divoto il Savio? tutte e nessuna. Nel primo sogno dei nove anni, a Don Bosco fanciullo apparve non una madonna, diciamo così, titolata, ma la Madonna, Maria la Madre di Gesù. Al tempo dì cui discorriamo, il santo Maestro era divoto della Consolata. La prima statuetta della Cappella Pinardi è quella: la Madonna dei Torinesi. E intanto col moto religioso che condusse la Chiesa alla definizione dell'Immacolata, si venne orientando verso questa e con spirito squisitamente cattolico e con profonda, lucida corri prensione volse l'articolo di fede in,amore e devozione, e questa divenne per lungo tempo e per certi aspetti la sua Madonna. E questa additò al Savio... ».

Poi sappiamo dell'importanza data all'« Immacolata», soprattutto in occasione della proclamazione del dogma. Negli anni 60 vediamo apparire sempre più intensamente esplicito e sintetizzante l'aspetto di Ausiliatrice. Da dove viene? Quando uno cerca l'origine di una devozione alla Madonna, generalmente trova una apparizione, una veggente che dica qualcosa. Sappiamo che c'è stato in quegli anni una apparizione a Spoleto, che può aver influito in parte sulla scelta dì Don Bosco. Però all'origine della devozione a Maria Ausiliatrice del nostro Padre, non c'è il ruolo d'un veggente che descriva una determinata apparizione. Troviamo invece un testimone che afferma con sicurezza la presenza attiva dì Maria, Madre della Chiesa, nei momenti e nelle situazioni dì maggior bisogno del popolo cristiano e del Papa.

Una presenza quasi palpabile; e Don Bosco lo ha dimostrato con la costruzione della Basilica di Torino in tre anni. Quella dell'Ausiliatrice è una devozione che va d'accordo con le varie feste e i vari titoli della Madonna, ma che contempla e venera tutte le grandezze della Madonna, dà una visuale operativa di incremento e di difesa della Chiesa. E' una devozione congeniale a un cuore apostolico, inserito storicamente in momenti particolarmente difficili. Per Don Bosco l'aspetto di «Aiuto dei Cristiani» viene ad essere soggettivamente come l'aspetto supremo di tutta la presenza di Maria nella storia della salvezza.

491 Come ricuperare nelle nostre convinzioni e nella nostra coscienza di fede questo aspetto devozionale proprio di Don Bosco? E, nel ricuperarlo, come farlo apparire attuale, simpatico ai più impegnati e ai giovani che vivono con più intensità i problemi della Chiesa e della fede oggi? Urge presentarla come una devozione dì attualità, una devozione per giovani cristiani coraggiosi, una devozione per i ceti popolari che resistono al secolarismo, una clcvuiiorte che nutra la speranza e incoraggi chi lotta per superare le difficoltà.

«Aiuto dei Cristiani» precisamente sottolinea l'aspetto caratteristico della speranza: «auxilium ». Porta con sé., quindi degli elementi assai concreti per poter riempire un movimento di spiritualità che piaccia alla gioventù di

oggi, che piaccia agli impegnati di oggi, che piaccia al popolo di oggi per poter affrontare i loro problemi. lo credo che la superficialità ci ha fatto perdere l'entusiasmo e l'attualità per questa devozione.

Se ci industriamo per trovare le idee e i rnczzi per un effettivo rilancio della devozione a Maria Ausiliatrice, saremo testimoni di quanto diceva Don Bosco e di ciò che ci ha ripetuto la Madre: così come già nel sogno dei 9 anni e poi nella prima attività di Don Bosco la presenza della Madonna è stata quella che ha dato origine alla nostra esistenza, allo stesso modo oggi la presenza della Madonna sarà quella che darà origine e robustezza al movimento di rinnovamento dei nostri Istituti e della nostra Famiglia.

Allora noi ringraziamo di cuore la Madre e tutte le Superiore del Consiglio delle FMA perché, con il loro gesto, ci hanno dato una stupenda lezione di salesianità, che ci apre il cuore alla speranza. Gesto di salesianità che speriamo sia profezia di ciò che faremo nei prossimi anni.

ALLEGATO 8

Intervento del Rettor Maggiore

don Egidio Viganò a chiusura del dibattito

sul documento 1 (30 gennaio 1978)


492 Non intendo fare un intervento solenne, ma prima della chiusura di questa discussione mi sembra doveroso dire una parola. Un ringraziamento alla seconda Commissione e al «Gruppo Tecnico» che ci hanno consegnato un materiale ricco e molto utile, come potremo vedere nei giorni prossimi e soprattutto nei prossimi anni. E, oltre al ringraziamento per il lavoro di correzione e perfezionamento, vorrei sottolineare due aspetti che ci aiutino tiri d'ora ad apprezzare i contenuti di questo documento, e che forse possono servire a migliorarlo ancora.

Il primo aspetto che mi sembra di grandissima importanza per noi, come fedeli continuatori della vocazione apostolica di Don Bosco, è che nel trattare il tema dell'evangelizzazione dei giovani, si è arrivati a mettere come vertice e come espressione centrale di questo nostro impegno evangelizzatore il «Sistema Preventivo». E' uno degli aspetti più originali, più salesiani e, in certa maniera, più geniali di questo documento. Imposta subito bene quello che è stato il grande problema del Sinodo dei Vescovi circa le relazioni tra evangelizzazione e promozione umana. Noi ci sentiamo figli di un apostolo che ne ha intuito e vissuto la soluzione. Mi sembra che in Congregazione sia la prima volta che, a livello di documenti magisteriali salesiani, ci si presenta il nostro modo di evangelizzare attraverso il Sistema Preventivo, ossia attraverso un progetto unitario che fa una sintesi vitale tra educazione e catechesi, tra evangelizzazione e promozione umana, tra fede e cultura. E così, chiamati ad essere apostoli tra i giovani in un tempo di trapasso culturale, percepiamo l'importanza metodologica di saper armonizzare il Vangelo coi segni dei tempi, accettando anche i valori della secolarizzazione, senza cadere ingenuamente nei pericoli del secolarismo.

493 Resta chiaro, però, che noi soprattutto evangelizziamo! E in questo dovremmo saper imitare gli Apostoli: essi, al riguardo, sono stati sempre espliciti fino a sentirsi obbligati di cambiare i destinatari (non nel senso delle nostre discussioni, se giovani, o se adulti, se ragazzi o anche ragazze, ecc.), nel senso di mutare il posto geografico, se trovavano in qualche zona apatia e resistenza al Vangelo. Dovremmo non dimenticare questo dato concreto, perché siamo stati chiamati da Dio per i poveri, i quali sogliono essere più aperti al Vangelo. In determinate case o Ispettorie una ragione per andare ai

poveri di altre zone può essere anche questa: la sordità dell'ambiente in cui ci si trova, frutto forse di una società di consumi, ormai troppo sorda al Vangelo.

494

Ma l'aspetto che volevo sottolineare è quello dì dedicarci a perfezionare, se è possibile, e a dare massima importanza a quella criteriologia pastorale e metodologia pedagogica di evangelizzazione che noi chiamiamo Sistema Preventivo.

E la seconda osservazione, che mi sembra un merito molto grosso di questo documento, anche se è stato tartassato dalla critica qui in Aula, è quello che io amerei chiamare «spirito di iniziativa»; si tratta di un tema caratteristicamente salesiano.

Chi viene dai luoghi dove sono arrivati i primi Salesiani, per esempio, dalla Patagonia e dalla Terra del Fuoco (che non sono solo dell'Argentina, ma anche del Cile), s'accorge che questo aspetto è stato uno degli elementi principali della caratteristica salesiana.

495

Scusate, volevo parlare due minuti, ma mi è venuta in mente una figura di Salesiano della Patagonia argentina, simpatico e originale e senza peli sulla lingua: si chiamava don Zuccarino. Ci ha predicato gli Esercizi Spirituali a Santiago. Una volta volendo sottolineare lo spirito dì iniziativa, ci disse (e mi scusino quelli della terza Commissione) che le famose case di formazione insieme al bene, ci avevano portato anche un male, perché avevano assopito o tolto tra i giovani lo spirito di iniziativa. La considerammo una osservazione acuta.

496

Dunque, lo spirito di iniziativa, la creatività pastorale, l'inventiva apostolica, è un elemento inerente alla maniera di essere Salesiano, un vero dato patrimoniale delle origini. Ora esso è presente in varie parti dello schema, soprattutto nel capitolo dedicato alle «nuove presenze», Dobbiamo saper riconoscere un merito in tutto questo: quello di aiutarci a riscoprire la caratteristica salesiana dello spirito di iniziativa: bisognerà però evitare di chiuderlo in formulette che si riferiscono a tre o quattro settori, riducendo e mutilando la vera inventiva salesiana.

Però lo spirito di iniziativa si nutre con la fede e il coraggio. Tutto lo slancio salesiano missionario è stato Irutto dello spirito di iniziativa, è sempre stato una vera nuova presenza, ha sempre avuto bisogno di creatività e lo hanno sempre attuato ili pochi: due o tre. (Domandate all'Ispettore della Patagonia qual'è il lavoro più grosso da fare nell'Ispettoria: aiutare a costruire il senso della comunità, abituati com'erano a vivere dispersi).

497

E qui devo aggiungere una osservazione assai importante. Nella ricerca di una presenza nuova, bisogna salvare la «caratteristica salesiana» della nostra attività. Guardate: di apostoli santamente autentici ce ne sono parecchi nella Chiesa, ma di stile salesiano nell'apostolato ce n'è uno solo. E più ancora: nello stesso spirito salesiano, ci sono modalità diverse di realizzazione. Un Istituto secolare come le VDB, ha uno stile di apostolato distinto

da urta Congregazione religiosa come le FMA e come i Salesiani di Don Bosco; così anche i Cooperatori nel secolo hanno uno stile salesiano appropriato al loro stato. Dunque: non perché una iniziativa è nuova, non perché un progetto è apostolico, non perché una presenza è emblematica e entusiasmante, «ipso facto» essa diviene salesiana e nostra. Ci sono delle condizioni perché sia salesiana per noi. Ciò non significa che si disprezzi quell'apostolato che non è dei Salesiani di Don Bosco: anzi, lo si ammira. Però bisogna aggiungere che urge curare l'identità del nostro carisma salesiano.

E qui io voglio sottolineare, perché queste sono indicazioni pratiche (ascoltate in riunioni di Superiori generali), due aspetti che bisogna difendere in un Istituto religioso in ricerca di una sua nuova presenza apostolica,

498 Primo: la nostra dimensione comunitaria. Come ci dicono le Costituzioni, la comunità è il primo soggetto della missione. Cercheremo allora apostolati in sintonia con questa caratteristica del nostro Istituto. 11 cosiddetto «apostolato di inserzione», caratteristico soprattutto degli Istituti secolari, è in sè bellissimo, però se le nostre nuove presenze si costruiscono su questo tipo, noi perdiamo la nostra identità salesiana, perché non siamo un Istituto secolare. Deve essere dunque uno stile apostolico di comunità, dì corresponsabilità, di programmazione d'insieme, di vita comune, perché questa è la nostra caratteristica.

499 E secondo: precisamente perché siamo Istituto religioso, lo spirito di iniziativa e la creatività comportano molta intelligenza e molta fantasia, ma anche una condizione inerente alla natura comunitaria dell'Istituto rcligioso, in diretta correlazione con il nostro voto di obbedienza e con la disponibilità con cui ci siamo incorporati alla Congregazione: quella della cosiddetta missione canonica: per essa le nostre iniziative sono espressione di obbedienza religiosa. Lo spirito di iniziativa, quindi, non prescinde dall'Ispettore e dal suo Consiglio; e non può essere opera dì indipendenza, e meno ancora di amarezza o di semplice genialità. E', invece, una ricerca missionaria in sintonia con la coscienza della comunità, espressa autenticamente dalla vincolazione dì obbedienza con l'Ispettore.

Mi sembrava che queste cose fossero importanti, perciò le ho volute ricordare. Io credo che queste osservazioni non sono escluse dallo schema, però se le si chiarisse meglio, aiuterebbero a precisare un aspetto dinamico del nostro lavoro nei prossimi sei anni.

E già che ho la parola, voglio augurare a tutti, per domani, un giorno di gioia e di profondità spirituale nella festa del nostro Padre Fondatore. Da parte mia, andando a Torino, vi assicuro che all'Altare dell'Ausiliatrice mi ricorderò dì voi, e pregherò insistentemente Don Bosco che ci aiuti a finire bene e «presto» il CG21!

ALLEGATO 9

Commemorazione di Pio IX

nel centenario della morte,

tenuta dal Rettor Maggiore

don Egidio Viganò (7 febbraio 1978)

500

Oggi 7 febbraio ricorrre il centenario della morte di Pio IX. Sapete che di questo Papa è stata introdotta la causa di beatificazione e canonizzazione. Ne è incaricato mons. Piolanti. Oggi c'è stato un atto celebrativo nella chiesa di San Lorenzo al Verano, dove Pio IX è sepolto. Mons. Piolanti ha invitato anche il RM dei salesiani per i profondi vincoli storici che ci legano con Pio IX. Rappresenteranno il nostro CC21 e la Congregazione il Regolatore e il Direttore della Casa Generalizia, e certamente anche altri Salesiani invitati.

Ho pensato che era in tono con il senso del nostro CG21 e con il nostro amore a Don Bosco e alle origini della Congregazione. faré un brevissimo omaggio a Pio IX ricordando alcuni fatti.

501

Anzitutto, due lettere scritte da Don Bosco proprio nel giorno della sua morte, 7.2.1878 da un appartamentino di Tor de' Specchi qui a Roma. La prima è indirizzata a mons. Edoardo Rosaz, preconizzato vescovo dì Susa il 31.12.1877, ossia nell'ultimo Concistoro di Pio IX. La troviamo nel vol. 3° dell'Epistolario. E' interessante leggere i consigli pastorali che dà a un amico che diviene vescovo. Ci fa scoprire tutta una dimensione ecclesiale di Don Bosco che dobbiamo approfondire per avere in Congregazione il vero,senso ecclesiale. Dà vari consigli, sui parroci, ecc, poi aggiunge: «Oggi circa alle 3h (l'ora è inesatta, diffusa erratamente dall'agenzia Stefani) si estingueva il sommo ed incomparabile astro della Chiesa Pio IX. 1 giornali le daranno i particolari. Roma è tutta in costernazione e credo lo stesso in tutto il mondo. Entro brevissimo tempo sarà certamente sugli altari». Previsione interessante!

La seconda lettera di Don Bosco dello stesso giorno è a mons. Emiliano Manacorda, vescovo di Vigevano. Dice così: «Pio IX non è più, Roma è in costernazione, Tutti i Cardinali e tutto il corpo diplomatico è al Vaticano. Preghiamo che Dio ci mandi un degno successore di così eroica carità e fermezza. L'anima sua bella volava al suo Creatore oggi alle ore 5,40 pomeridiane».

502

C'è poi una lettera di Don Bosco del 22 febbraio al successore di Pio IX. Leone XIII. Noi sappiamo, e don Braido ce l'ha raccontato con precisione e

in modo attraente, come Don Bosco ha cercato di avere un'udienza, ma non è riuscito, e allora gli ha scritto questa lettera dove dice: «Questa Congregazione è stata consigliata, diretta, approvata dalla veneranda memoria di Pio IX, ma ha tuttora bisogno della protezione di V. Santità affinché possa conseguire la stabilità necessaria a promuovere la maggior gloria di Dio». Ecco come Don Bosco mette in rilievo l'importanza di Pio IX circa la nostra Società.

503 Dobbiamo dire che Pio IX è il Papa delle nostre origini. Ma non per un'affermazione di simpatia, un po' poetica, letteraria, ma proprio come afferrnazione storica che noi dovremmo saper riconquistare. Mi sembra necessario studiare e conoscere più a fondo questo [atto storico: l'intervento e il peso della persona di Pio IX nelle origini e nell'orientamento di tutta la nostra Congregazione. Voglio citare nuovamente una lettera di Don Bosco a Pio IX per chiedere l'approvazione delle Costituzioni. Questa lettera del 1.3.1873, che trovate nel vol. XXV delle Opere Edite, comincia così: «Beatissime Pater, Societas Salesiana, quam tu, beatissime Pater, opere et concilio fondasti, direxisti, consolidasti ». Sarebbe bello commentare ognuno di questi verbi in forma storica, concreta.

504 Poi c'è un altro elemento interessante. Noi tutti abbiamo visitato la Basilica del Sacro Cuore costruita qui a Roma da Don Bosco All'entrata a destra c'è una grande statua in marmo di Pio IX. Un'altra simile, dello stesso scultore, un brianzolo che si chiamava Confalonicri, è stata posta nel 1882, vivo Don Bosco, nella chiesa di San Giovanni Evangelista a Torino. Accadde un fatto curioso, che ho letto stamattina nelle MB. Quell'anno c'era un attacco di rabbia anticlericale contro Pio IX. Sulla facciata della chiesa di San Secondo, vicina a quella di San Giovanni, c'era un busto di Pio IX. Il giorno 25.4.1882, un gruppo di scalmanati tirò giù quel busto con delle corde, trascinandolo di qua e di là. In quella stessa ora arrivava alla stazione di Torino la statua di Pio IX fatta fare da Don Bosco per la chiesa di 5. Giovanni Evangelista. Buzzelti, avvertito, dovette andare a cercare chi lo aiutasse a portarla al San Giovanni. Girando, incontrò quegli scalmanati che se ne andavano, e li chiamò ad aiutarlo. Così essi portarono la statua di Pio IX alla chiesa di San Giovanni! E' un po' il simbolo di ciò che dovremmo saper lare noi.

505 L'ultima volta che sono stato al Sacro Cuore mi sono fermato a leggere la scritta della statua (e sono rimasto impressionato dall'idea dell'importanza di Pio IX nella nostra storia, un'idea che ho in testa da un po' di tempo).

Comincia con queste parole: ALTERI SALESIANORUM PARENTI, e termina con la data 1887, se non mi sbaglio. Ilo chiesto se l'iscrizione l'ha latta mettere proprio Don Bosco. Le informazioni non sono storicamente precise. Mi hanno detto che è stata messa dopo, forse Don Bosco non avrebbe scritto «alteri salesianorum parenti». L'hanno messa i primi Salesiani, che sapevano chi è Pio IX per noi. Lo presentano come il secondo Padre della nostra Congregazione.

506

Poi c'è un'altra coincidenza provvidenziale che dà un tono fantasioso a una nostra interpretazione. Tutte le volte che sono andato in San Pietro mi ha sempre impressionato il fatto che sopra la statua di S. Pietro c'è il mosaico di Pio IX e sopra ancora la statua di Don Bosco. E che Don Bosco abbia sognato di essere lassù, in San Pietro, è una previsione curiosissima che non so chi la sappia spiegare. Però questo deve servire a noi come segno per capire il significato della nostra vocazione, che vien su con Don Bosco vincolata a Pio IX e radicata nella fedeltà alla cattedra di Pietro.

507

Tra Don Bosco e Pio IX ci sono delle affinità spirituali, che sono state studiate anche da qualche Salesiano. Per es, don Luigi Bogliolo ha preparato un articolo proprio sulle allinità spirituali tra Don Bosco e Pio IX. Vorrei sottolinearne alcune perché illuminano. Non è che io abbia una competenza speciale in questo. Son cose che ho percepito e letto. C'è senza dubbio una forte differenza di origini: Pio IX è di alto rango sociale, è un nobile dei conti di Senigallia; Don Bosco è figlio di contadini, di poveri genitori. Ma nella differenza di origini e di ministero (un Papa e un prete), c'è una convergenza e un'affinità spirituale molto profonda. Anzitutto nella grandezza di cuore e nella semplicità dello stile e del clima spirituale. Quello di Don Bosco lo conosciamo, quello di Pio IX è indicato molte volte nelle MB, e nell'opuscolo scritto da Don Bosco: « Fatti ameni della vita di Pio IX » (Lett. catt. 1871): dovremmo studiarlo un po' di più, perché ci aiuterebbe a capire meglio quello di Don Bosco e la loro sintonia. Un senso della storia sullo stile dei profeti del Regno di Dio, e fede pratica nell'affrontare i problemi emergenti. Di Don Bosco lo sappiamo bene. Di Pio IX l'ha rilevato il Papa nel discorsetto di domenica prima dell'Angelus: questa trascendenza storica in un momento difficilissimo di trapasso per la S. Sede e per tutta la politica italiana e europea del secolo scorso. Basta pensare alla caduta dello Stato Pontificio e al trapasso a una forma più spirituale delle attività di governo della S. Sede. Oggi è facile interpretare cosa doveva fare il Papa in quel momento; ma allora ci voleva chiara fede e forte speranza.

508

Un'altra affinità: la passione per la gioventù bisognosa. Sebbene fosse un nobile, Pio IX ha cominciato il suo ministero sacerdotale, e anche prima, lavorando per ben 8 anni in un istituto che si chiamava «Tata Giovanni» (Babbo Giovanni) tra ragazzi poveri, orfani, di strada. Ci si sentiva a suo agio, e solo dopo 8 anni lo lasciò per una passione missionaria, che voleva realizzare accompagnando una Delegazione Apostolica inviata in Cile (ecco un'altra cosa importante?). Ma non poté fermarsi in America Latina come voleva. Tornato da questo viaggio, si impegnò di nuovo in un ospizio apostolico chiamato di San Michele a Ripa. Un'opera di tipo sociale, con scuole professionali. Lavorò lì fino al 1827, e tanto bene che fu promosso arcivescovo di Spoleto. Quindi negli inizi del ministero sacerdotale di Pio IX c'è la passione per i giovani poveri, bisognosi, e la sua dedizione a loro.

509

Un'altra affinità è quella che ho insinuato prima: l'ideale missionario. Era così intenso che lo portò a lasciare i giovani orfani e di strada, tanto amati,

per poter andare missionario in America. Il viaggio con la Delegazione Pontificia fu assai avventuroso e interessante, con prigione, avventure sulle Ande, ecc. Ma dovette tornare per ubbidienza, per fare di pili per la Chiesa. Ma questa ansia di essere missionario e proprio nel sud America, è un'affinità, una sintonia interessante con Don Bosco da studiare.


510 Un'altra affinità: la simpatia e la lettura continua di San Francesco di Sales, della sua spiritualità. Pio IX apparteneva a un'Associazione sacerdotale che aveva come regola la lettura assidua di S. Francesco di Sales. E' suggestivo!


511 Un'altra affinità: la devozione mariana. Proprio qui abbiamo coincidenze che devono essere approfondite. La prima è chiarissima: Pio IX è il Papa della proclamazione del dogma dell'Immacolata.

Su questo punto abbiamo le idee abbastanza chiare. C'è però un altro aspetto studiato in parte da don Pietro Brocardo in un articolo sul primo Santuario in Italia dedicato a Maria Ausiliatrice, la Madonna della stella a Spoleto; e le apparizioni immediatamente prima della caduta di Roma, dal 1862 in avanti. Dunque, la devozione a Maria Ausiliatrice. Bisogna ricordare che Pio IX è stato arcivescovo di Spoleto, dove c'è questo santuario, costruito da mons. Arnaldi dopo l'apparizione della Vergine a dei ragazzi. Ma prima di diventare papa, Pio 1X è anche stato vescovo di Imola, e anche lì c'è una cappella intitolata a Maria Ausiliatrice, voluta proprio da lui. Le apparizioni di Spoleto, come potete leggere nell'articolo di don Brocardo, concentrarono l'attenzione degli italiani sulla Madonna come aiuto in una situazione difficilissima. Dobbiamo metterci nella situazione di allora: che cosa voleva dire per i cattolici tutti il Risorgimento, e la caduta dello Stato Pontificio, e tutta la foga anticlericale della politica. L'arciv, di Spoleto parlando con Pio IX diede a questa apparizione il significato di aiuto per la Chiesa in difficoltà; e d'accordo con lui volle che sì costruisse un famoso santuario, che io ho potuto vedere e che allora era meta di tanti pellegrinaggi, proprio a Maria Ausiliatrice. Questa devozione diventò in non pochi ambienti un simbolo politico. Mons. Arnaldi fu in prigione, e i giornali (non mancarono mai tra i cattolici gli integristi di destra) hanno fatto di Maria Ausiliatrice una bandiera di crociata politica. C'è un carteggio tra Don Bosco e mons. Arnaldi proprio su Maria Ausiliatrice. Ed è proprio nell'anno '62 che Don Bosco disse la famosa frase: « I tempi corrono difficili, e la Madonna vuole che la invochiamo sotto il titolo di Maria Ausiliatrice.

Noi sappiamo che le Autorità non volevano che desse alla sua chiesa il titolo di Maria Ausiliatrice, per ragioni politic.l-he. Don Bosco ci riuscì con la sua furbizia. Ma ecco quello che vorrei sottolineare, ciò che ha saputo fare Don Bosco con questa devozione. Non è la devozione a un titolo, ma è una angolatura o un punto di vista con cui si considera tutto un modo di essere presente Maria nella storia della Chiesa. Don Bosco ha saputo svincolare l'aspetto di bandiera politica della devozione a Maria Aausiliatrìce, senza staccarla dalla realtà degli eventi storici. Presentava Maria come realmente viva oggi, per la sua assunzione al Cielo, e realmente presente nella storia della Chiesa.

Bisognerebbe studiare i profondi n. 61 e 62 della LG su Maria Assunta in Cielo. La fede della presenza di Maria negli avvenimenti storici rende la nostra devozione realista, di incarnazione, senza lasciar-ci sviare da ciò che gli eventi storici assumono più facilmente: la colorazione politica.

E' importante rinnovare la nostra devozione a Maria Ausiliatrice per essere realisti senza essere ideologi e immergerci nella storia come protagonisti senza fare politica in senso partitico: è un elemento costitutivo della nostra vocazHnle.

512

Concludo. Ci troviamo di fronte a due santi dalle notevoli affinità spirituali, e molto importanti perla nostra identifa vocazionale. Un tipo di santità latta per i tempi difficili. Che bello avere una vocazione per i tempi difficili! Ma non crediamo che i nostri siano i più difficili. Se fossimo vissuti nella pelle di Pio IX o di Don Bosco avremmo vissuto fortissimi cambiamenti politici e culturali. Con la loro stessa passione per i giovani, vogliamo trasmettere alle nuove generazioni giovanili i valori permanenti della fede, della religione, senza paura dei cani hiamenti socio-culturali.

Questa breve, anche se un po' disordinata, comn-remoraLione di Pio IX era per noi doverosa. Ci stimola a conoscerlo di più; ci fa ammirare la grandezza della Provvidenza di Dio che ha suscitato questi due santi; ci fa amare meglio una vocazione come la nostra, fatta per i tempi difficili, nei quali vogliamo costruire il futuro proprio mediante i valori permanenti della fede, facendoli assumere in pienezza dai giovani: convinti che il futuro «ha un cuore antico! »

Ci assista Pio IX, santo in Cielo insieme con Don Bosco, per essere genuinamente Salesiani e per saper crescere come lui e come Don Bosco, nella stessa santità apostolica acclimatata ai tempi difficili.

ALLEGATO 10

Intervento del Rettor Maggiore

don Egidio Viganò

su "La Famiglia Salesiana"

(dopo l'approvazione dei messaggi del CG21

alla Famiglia Salesiana: 11 febbraio 1978)


513 Credo importante fare alcune osservazioni, dopo che abbiamo votato i quattro messaggi - alle FMA, alle VDB, ai CC, e agli EE - perché nella loro parte principale si riferiscono a un tema di particolare importanza: quello della Famiglia Salesiana, che in questo sessennio dobbiamo saper incrementare nelle comunità locali e nelle Ispettorie.

Questo tema vitale e delicato non è stato studiato in questo Capitolo, neppure dal punto di vista della verifica. In questi sei anni trascorsi si sono fatti dei passi in avanti, ma ci sono state anche qua e là ambiguità e difetti. Però in questo Capitolo nessuno di noi ha trattato ufficialmente questi aspetti.

Non faccio una critica al Capitolo, faccio una constatazione. Noi dobbiamo lavorare in questo campo così delicato, ma non abbiamo riveduto i risultati del nostro lavoro.

Allora, precisamente perché è un tema vitale e delicato, nel lavoro da fare dovremo fondarci e attenerci alla dottrina sicura, quella comune, data dal CGS, contenuta nelle Costituzioni e nei Regolamenti. Quindi su questo tema faccio un appello esplicito al CGS.

514 A tutti, e particolarmente agli Ispettori che nelle loro Ispettorie devono portare avanti tutto il tema della Famiglia, ricordo che il documento fondamentale per l'animazione di questo settore della nostra vocazione è il CGS. C'è anche nel CG21 qualche allusione, ma è dal punto dì vista della collaborazione al nostro lavoro apostolico. Questo nostro Capitolo, però, ha introdotto una variante direi emblematica, notevole, in questo campa; quella dell'articolo 141 delle Costituzioni, sul Consigliere per la Famiglia Salesiana.

Anche se il CG21 non ha affrontato aspetti dottrinali su questo tema, né ha realizzato una verifica, ha però espresso in forma chiara e costituzionale l'impegno per questo lavoro. La determinazione di un membro del Consiglio per questo servizio, significa che per responsabilità dì Congregazione, e quindi anche a livello ispettoriale e a livello delle case, bisognerà portare avanti questo discorso.

515

Io desidero rileggere questo articolo, perché mette in luce alcune cose importanti, che vorrei sottolineare.

« Il Consigliere per la Famiglia Salesiana ha il compito di sensibilizzare e animare la congregazione per il ruolo ad essa affidato nella Famiglia Salesiana, a norma dell'articolo 5 delle Costituzioni».

Sensibilizzare e animare la Congregazione: ecco ciò che ci dice il CG21. E' uno dei compiti, direi, privilegiati, di chi ha il ministero dell'animazione: Far capire in Congregazione a tutti i confratelli l'importanza di questo tema.

Voi vedete che l'articolo assegna al Consigliere per la Famiglia Salesiana come primo lavoro qualcosa da fare al di dentro della Congregazione, tra di noi: sensibilizzare e animare i confratelli. Inoltre insiste esplicitamente su due attività concrete da curare: promuovere l'organizzazione e l'attività dei Cooperatori e curare l'associazione degli Exallievi. E questo fa pensare... che prima di collegare i vari rami della Famiglia Salesiana tra loro, bisogna provvedere che esistano e vivano, e vivano con entusiasmo, e vivano con vigore. Sennò, che cosa colleghiamo?


Un'altra osservazione.516

L'articolo 5 delle Costituzioni, citato nella nuova formulazione del 141, parla dell'appartenenza dei vari gruppi alla Famiglia Salesiana. Mi sembra importante insistere che si dia priorità al lavoro concreto di sensibilizzazione e animazione della Congregazione, e si facciano fiorire i Cooperatori e gli Exallievi, piuttosto che disperderci in elucubrazioni astratte e non indicate nella dottrina e negli orientamenti del CGS.

L'appartenenza Bella Famiglia Salesiana, noi dobbiamo interpretarla secondo questo articolo 5. Si appartiene alla Famiglia Salesiana non individualmente; per esempio, una persona che ha lo spirito salesiano e che ha fatto per conto suo il voto di castità o di apostolato: No. Si appartiene attraverso «gruppi. La Famiglia Salesiana è costituita da gruppi, e non da gruppi qualunque, ma da gruppi «istituiti; e ciò significa che ci deve essere un riconoscimento ufficiale, nel quale per un discernimento valevole interviene chi ha il ministero più autorevole nella Famiglia Salesiana, come del resto succede in tutti i gruppi istituiti della Chiesa; ci vuole una autenticazione ufficiale. Non che si origini l'appartenenza unicamente da questo; essa dipende sostanzialmente dall'iniziativa dello Spirito Santo. Però non basta che un gruppo sia nato per iniziativa di un Salesiano, anche santo, per dire che già appartiene alla Famiglia Salesiana, perché potrebbe anche essere un altro tipo dì vocazione.

Bisogna dunque che ci sia questo elemento. Per alcuni gruppi ciò è chiarissimo, per esempio, per quelli nominati.

Dico questo perché anche nel campo dei carismi di consacrazione (l'ho sentito in alcune riunioni della S. Congregazione dei Religiosi) si è notato in varie regioni una esuberanza di proliferazione carismatica; e i Vescovi si sentono obbligati a dire: «andiamo adagio! » Chi discerne l'autenticità dì un carisma?

Stiamo dunque attenti a non lasciar crescere una proliferazione di gruppi; curiamo piuttosto quelli già istituiti e tanto bisognosi di rinnovamento.

1)eve essere chiaro che un gruppo non è istituito se non ha l'approvazione del Rettor Maggiore con il suo Consiglio, se non ha una storia che ne assicuri il discernimento da parte degli organismi ufficiali che possono dare la qualifica di istituzione a un gruppo.


517 Noi abbiamo parlato in aula di quegli «Exallievi che hanno fatto una scelta evangelizzatrice ».

Ora, tali Exallievi non sono un gruppo istituito. Gli Exallievi, secondo l'articolo 5 delle Costituzioni, appartengono alla Famiglia Salesiana a titolo dell'educazione ricevuta. Però l'educazione ricevuta ha una gamma di livelli e di possibilità che può arrivare fino al più alto apostolato. Basta che l'educazione sia avvenuta in un paese cristiano con giovani cristiani, e sia maturata tra Exallievi che vivono il cristianesimo.

Ma il. punto è questo: se intendono qualilicarsi come Exallievi, e vogliono essere considerati parte viva del gruppo dagli Exallievi appartenenti istituzionalmente alla Famiglia Salesiana, essi non saranno considerati appartenenti alla Famiglia Salesiana per via dell'apostolato, ma per ragione della educazione ricevuta, la quale senz'altro non esclude l'apostolato.

Faccio osservare che la maniera di appartenere alla Famiglia Salesiana come Exallievi, non è concorrenziale con quella dei Cooperatori, ma ha possibilità di osmosi, anzi, dovrebbe proprio essere così, come succedeva nelle antiche Compagnie dei nostri collegi, un cammino graduale che parte dall'educazione per arrivare alla vocazione salesiana.

Siccome però bisogna tenere in conto situazioni e atteggiamenti psicologici, dei posti e della gente, bisognerà procedere con intelligenza; però resta chiaro che se si può fare questo discorso, è molto meglio. lo ho sempre pensato che i migliori dirigenti degli Exallievi dovrebbero essere, o meglio, potrebbero essere, dei magnifici Cooperatori, che realizzano la missione salesiana assicurando tra gli Exallievi lo spirito di Don Bosco e coltivando la possibilità di mantenere uniti i non pochi Exallievi che sì allontanano (e purtroppo, sono più quei lontani che quei vicini).

Tra parentesi, io vi devo dire, però, che tra tutti i gruppi salesiani, quello in cui io ho trovato più entusiasmo e più amore a Don Bosco è tra gli Exallievi; e l'ultima esperienza è quella che ho avuto ultimamente, proprio a Torino.


518 Dunque - e concludo -- siccome tutte queste cose noi non le abbiamo discusse, e, d'altra parte, abbiamo lanciato una serie di impegni importanti in questo campo, direi che il buon senso e la praticità salesiana ci devono portare a incrementare la Famiglia appoggiandoci con chiarezza sugli elementi sicuri, ed evitando disquisizioni che possono farci entrare in ambiguità nocive a un discorso di operosità apostolica.

Ecco, allora, che l'articolo 5, nel farci riscoprire questa grandezza della vocazione salesiana sotto l'aspetto della Famiglia, riconosce che lo Spìh o

Santo ha voluto nella nostra Congregazione, per questa Famiglia, una responsabilità speciale. In essa, dice l'articolo, «abbiamo particolari rcsponsabililà».

Ed è con questo pensiero che io vorrei concludere, rivolgendomi principalmente agli Ispettori, non perché siano gli unici, ma perché essi possano guidare meglio l'animaziorte. Abbiamo, noi Salesiani, questa particolare responsabilità; far crescere e far vivere con entusiasmo e con operosità apostolica ed educativa la Famiglia Salesiana.

F' un programma operativo del CG21 che dobbiamo veder indicato nella riformulaLione dell'articolo 141,

ALLEGATO 11

Messaggio del CG21 a tutti i confratelli

della Congregazione


Carissimi Confratelli,


519 Prima di concludere il nostro lavoro, vogliamo rivolgerci a voi con un ultimo messaggio: esso potrà avviare e illuminare la nuova fase che si apre ora nel processo di rinnovamento in atto nella nostra Congregazione dopo il Capitolo Generale Speciale.

A quest'ultimo si collega strettamente il CG21, inteso e voluto fin dalla sua convocazione come un «Capitolo Generale di verifica». Esso infatti aveva il preciso compito di «verificare se e come in Congregazione è stata seguita questa via sicura, e di proporre i modi per incoraggiare e perfezionare iniziative e azioni già felicemente operanti nella linea indicata dal CGS* (ACS n. 283, pag. 6),

Abbiamo cercato di assolvere tale compito, grati per la viva collaborazione di tutte le Ispettorie della Congregazione. Attraverso i Capitoli Ispettoriali, infatti, esse hanno iniziato, con sincero e responsabile impegno, la revisione generale della nostra vita e azione. E gli Schemi precapitolari (provvida e sapiente raccolta di tutte le osservazioni inviate), furono durante i nostri lavori punto di riferimento continuo e fonte ricca di idee e di orientamenti.

Abbiamo quindi buona speranza che riconoscerete la validità della verifica, effettuata dopo un lungo e attento esame e notevolmente aiutati dalla « Relazione Generale sullo stato della Congregazione» del Rettor Maggiore don Luigi Ricceri,


520 In quanto Capitolo di verifica, il nostro doveva essere anche un « Capitolo di prospettiva ». Perciò non ha soltanto guardato al sessennio trascorso dopo il CGS, ma ha cercato di individuare e corroborare le linee-forza, che da allora hanno mosso e dovranno muovere la Congregazione verso un nuovo avvenire.

La verifica quindi si è concretizzata nell'insistente richiamo alla nostra missione evangelizzatrice verso i giovani, nella conferma del testo delle Costituzioni e dei Regolamenti, con le sole modifiche ritenute necessarie, e in deliberazioni pratiche e orientamenti operativi. Tali decisioni e orientamenti formano il programma di azione per il prossimo sessennio, con «scopi da raggiungere e strategie da inventare, iniziative da potenziare e nuove

realizzazioni » (ACS n. 283, pag. 17). Speriamo siano davvero indicativi e incisivi per il nostro rinnovamento.

Occorre ora che tutti collaboriamo alla realizzazione di questo programma, mettendoci con generosa disponibilità e con fraterna solidarietà in sintonia con le linee tracciate dal CG21, sacrificando, se necessario, punti di vista personali.

La voce del Capitolo Generale altro non vuol essere che la voce della Congregazione, compimento di «una riflessione comunitaria per mantenersi fedeli al Vangelo e al carisma del Fondatore e sensibili ai bisogni dei tempi e dei luoghi» (Cost. 151). Attraverso di essa ci parla lo Spirito del Signore. Egli ci fa « conoscere, in questo determinato momento della storia, la volontà del Padre celeste, per un miglior servizio alla Chiesa» (ibidem).

521

Durante tutto il Capitolo Generale abbiamo toccato quasi con mano -- e ne siamo grati al Signore - la realtà viva della Congregazione, convivendo fraternamente per oltre 100 giorni nel comune impegno e nella preghiera quotidiana, comunicandoci le speranze e le ansie delle singole Ispettorie, e cercando di discernere, mediante un dialogo aperto e intenso e a volte anche sofferto, la volontà del Signore per la nostra Congregazione.

Vorremmo, attraverso il nostro messaggio, farvi partecipi, per quanto possibile, di questo «corso di formazione permanente» che è stato per noi il Capitolo Generale. Riteniamo infatti che siate convinti, come lo siamo noi, che anche questo Capitolo, malgrado tutte le nostre imperfezioni e debolezze, è stato un dono prezioso del Signore alla Congregazione in questo momento della sua storia.

522

Il futuro della Congregazione è insieme ricco di promesse e carico di re- sponsabilità.

Con il nuovo Rettor Maggiore affermiamo «la bellezza della nostra vocazione, da attuare in un tempo che rapidi mutamenti rendono problematico ma anche ricco di speranza, con un impegno a tempo pieno per la gioventù che forma oggi uno degli obiettivi più importanti della missione della Chiesa, ed è la speranza della società» (Messaggio del Rettor Maggiore nel giorno della sua elezione).

523

L'attualità della missione salesiana non è venuta meno ai nostri giorni; è anzi notevolmente accresciuta. L'ultimo Sinodo dei Vescovi ha insistito sull'urgenza della evangelizzazione della gioventù. E il Papa ce l'ha ripetuto con un appello a noi direttamente rivolto: « 1 ragazzi e i giovani vi chiamano e vi attendono. Sono milioni nel mondo, talvolta sbandati e disorientati da una molteplicità di voci discordanti, i quali aspettano da voi la parola di salvezza... Giovanni Bosco, il vostro Padre, vi precede col suo passo sempre giovanile e dinamico» (Dal discorso del Papa ai membri del CG21).

524

Di fronte a un compito così vasto e impegnativo può sembrare, soprattutto nella situazione attuale della Congregazione, che 1e forze siano insufficienti a realizzarlo.

Ma possiamo esser liduciosi nell'avvenire, perché crediamo anzitutto che è Dio che ci chiama e ci manda. Dicono le nostre Costituzioni: « La nostra Società è nata non da solo progetto umano, ma per iniziativa di Dio.._ per la salvezza della gioventù» (Cost. 1).

E Don Bosco ci insegna che, proprio perché conosciamo la volontà di Dio stilla nostra Congregazione, è necessario metterci al lavoro cori fede e con speranza. «Avevo un vago pensiero di fare del bene, qui, proprio in questo luogo, e far del bene ai poveri ragazzi. Questo pensiero mi dominava.., come si siano fatte le cose, io appena saprei dirvelo... questo io so, che Dio lo voleva» (MB XII, 78).


525 Molti Confratelli, dopo Don Bosco, hanno lavorato e lavorano con lo stesso spirito per il compimento della missione e la crescita della Congregazione: in questo - insieme con l'aiuto del Signore - vediamo la via per superare la crisi da cui non è ancora del tutto uscita la Congregazione; ecco perché sentiamo di poter affermare senza presunzione: «l'avvenire è nelle nostre mani ».

Il lavoro capitolare sfocia nella stessa conclusione con la quale finisce la Relazione del Rettor Maggiore. Facciamo quindi nostre le sue parole: «L'ottimismo può giustificarsi a condizione che noi prendiamo seriamente coscienza delle nostre deficienze.,. e vi poniamo riparo con senso di realismo, con deciso coraggio, cori la percezione chiara della gerarchia delle urgenze, dei valori da ricuperare e incrementare,., L'ottimismo è nelle mani di ciascuno di noi» (RRM n. 290).


526 Crediamo Fermamente che il Signore benedirà la nostra Società e il suo apostolato, anche suscitando nuove. vocazioni tra i giovani per la vita salesiana, se la nostra testimonianza personale e comunitaria sarà coerente al nostro annuncio del Vangelo. «Testimonianza, anzitutto: i ragazzi e i giovani esigono autenticità; vogliono quasi vedere e toccare il messaggio cristiano realizzato concretamente nella vita di chi lo annuncia» (dal discorso del Papa ai membri del CG21 ).


527 L'amore per la gioventù ci spinge a un rinnovato impegno per la nostra vocazione e missione, e ci metterà in grado di affrontare con coraggio le difficoltà e gli ostacoli, posti sul nostro cammino dalle circostanze del trapasso storico in cui viviamo.

E quando i problemi ci appariranno veramente cotnplic.ati e opprimenti nella vita personale di ciascuno come in quella delle nostre comunità -

vorremo allora ricordare la promessa fatta dai primi giovani confratelli radunati attorno a Don Bosco: «Facemmo tra noi promessa solenne che se per mala ventura a cagion della tristezza dei tempi non si potessero fare i voti, ognuno in qualunque luogo si troverà, Fossero anche tutti i nostri compagni dispersi, non esistessero più che due soli, non ce ne fosse più che uno solo, costui si sforzerà di promuovere questa pia Società, e di osservarne sempre, per quanto sarà possibile, le Regole» (MB VI, 630-632).

528

Questo impegno solenne e incondizionato ci fu ricordato in una Buona Notte, durante il Capitolo, da un Ispettore rappresentante di tanti confratelli di paesi dove la Congregazione soffre violenza. Fu per tutti noi una testimonianza straordinaria di fedeltà a Don Bosco in una situazione molto più difficile di quelle in cui solitamente viviamo e lavoriamo.

Ispiriamoci all'amore e alla disponibilità totale di quei primi confratelli. Uniti attorno al settimo successore di Don Bosco, rinnoviamo in noi quello spirito di fede, di solidarietà e di iniziativa, cui è dato ancor oggi muovere la

ruota » della nostra storia (Cfr MB VI, 9t)1 s.), a servizio dei giovani e della Chiesa.

Conserviamo senza incertezze la speranza che dichiariamo di avere, perché Dio mantiene le sue promesse. Inoltre cerchiamo di incoraggiarci a vicenda nell'amore e nelle opere buone» (Ebr 10, 23-24).

Don Bosco, la cui festa abbiamo celebrato insieme qui a Roma nel novantesimo della sua morte, ci assicura: il Signore è con noi, e la Madonna, l'Ausiliatrice, sosterrà con il suo aiuto materno le nostre imprese.

ALLEGATO 12

Risposta del CG21 al messaggio

delle Figlie di Maria Ausiliatrice


529 Diciamo grazie a Dio e a voi tutte per il fraterno messaggio -- dove s'intrecciano motivi di preghiera e di riconoscenza - rivoltoci in Assemblea Capitolare dalla Superiora Generale, presenti tutte le Madri del Consiglio. E' stato un gesto - messaggio e incontro - di vero carisma salesiano, che sottolinea, come già disse il Rettor Maggiore rispondendo alla lettura in Aula, il senso della nostra fraternità e collaborazione.

Lo Spirito Santo ci ha fatti nascere insieme, e insieme ci ha fatti crescere nella testimonianza del Vangelo, per diffonderlo in tutti i continenti con lo stesso zelo che ardeva nel cuore di Don Bosco, nostro comune Padre e Fondatore.

Insieme abbiamo realizzato tanto cammino: nelle Missioni, nelle attività pastorali, nelle prestazioni vicendevoli alle nostre comunità. Per questa vostra Fraterna e generosa collaborazione vi ringraziamo, e ci auguriamo che continui in tutte le forme che l'identità di spirito e di missione rendono possibili, nonostante il mutamento dei tempi e delle situazioni.

Con semplicità ma con fermezza voi ci chiedete:

- di essere più esigenti nel sospingervi sulla via della santità salesiana con il ministero della Parola e dei sacramenti. Tale richiesta rientra nei progetti di servizio previsti dal CGS per i vari gruppi della Famiglia Salesiana e ribaditi dal CG21.

A questa Famiglia il vostro Capitolo Generale ha aderito con il proposito di collaborare alla sua realizzazione; in seno ad essa, la vostra testimonianza e la vostra dedizione di religiose hanno un'importanza insostituibile.

Lavoreremo in salesiana fraternità perché la geniale intuizione di Don Bosco sia portatrice del suo carisma, destinato a dar vita nella Chiesa a quel vasto movimento spirituale e apostolico che alimentò le speranze dei nostri Fondatori.

Sarà nostra cura - degli Ispettori in particolare - di aiutare le vostre comunità con sacerdoti in cui sapienza e bontà abbiano stile salesiano, perché possiate essere docili allo Spirito che vi sollecita alla carità perfetta.

530

- di aiutarvi a realizzare e mantenere nella Chiesa la vera fisionomia spirituale e pastorale ricevuta in preziosa eredità da don Bosco e da Madre Mazzarello, e a coltivare buone e salde vocazioni.

Approfondiremo insieme la spiritualità propria della nostra vocazione salesiana, il nostro progetto educativo c pastorale; in particolare, ristudieremo il Sistema educativo di Don Bosco, sempre attuale per aggiornarlo alle molteplici esigenze della gioventù e dei ceti popolari del nostro tempo, secondo il modo e il campo di azione proprio delle due Congregazioni. E insieme - con mutua e gioiosa dedizione - prepareremo i continuatori della comune missione.

531

- infine, di collaborare volenterosamente con voi all'attuazione del «dono-invito» di cui vi ha spiegato il significato il Rettor Maggiore nella celebrazione dell'Epifania, con voi operando efficacemente perché venga restituito alla Madonna il posto che le spetta e il nostro carisma le ha sempre riconosciuto. Don Bosco ha voluto fare del vostro Istituto «un monumento vivente alla Vergine Ausiliatrice».

Voi - come noi --- credete intensamente all'intervento materno di Maria nella storia, e siete convinte -dell'importanza primaria che per il popolo cristiano, per l'educazione della gioventù e per la formazione religiosa salesiana ha la devozione alla Vergine, Aiuto dei Cristiani.

Dobbiamo saper riattualizzare questa devozione secondo i documenti conciliari e l'Esortazione Apostolica di Paolo VI.

La Famiglia Salesiana è nata con una intensa fisionomia mariana e solo con un costante rinnovamento di questi valori renderà più chiara e assicurerà - in questa storica epoca pregnante di cambiamenti - la sua identità spirituale.

Sarà cosa entusiasmante per tutti noi - grazie al vostro intervento - riscoprire e rendere più attuale lo spirito e la devozione all'Ausiliatrice, per presentarla - fresca e viva - alla gioventù per cui spendiamo la vita.

532

E infine un augurio: lo «spirito di Mornese», frutto della fedeltà a Don Bosco di Madre Mazzarello e della docilità ai doni di cui lo Spirito Santo premiava il suo fervore e quello delle prime Figlie di Maria Ausiliatrice, continui a essere vivo e attraente nel vostro Istituto.

Di tutto cuore e con ogni benedizione

I membri del CG21

ALLEGATO 33

Risposta del CG21

al messaggio dei Cooperatori Salesiani


Carissimi Cooperatori Salesiani,

533 teniamo tra le mani il vostro messaggio. L'abbiamo letto e meditato con vivo interesse e attenzione. Con questa risposta intendiamo ringraziarvi per le preghiere con le quali ci siete stati vicini nei lavori di preparazione al CG21 e durante tutto il suo svolgimento.

Particolarmente gradita è stata la visita dei vostri rappresentanti in Aula e la collaborazione prestataci partecipando al lavoro della Sottocommissione 5^ della Commissione 2^ del CG21.


534 Il tema dell'evangelizzazione - perno di questo CG21 - ha messo in rilievo la sintonia di problemi e di aspirazioni che ci unisce. Vi abbiamo sentiti pienamente associati alla nostra riflessione capitolare, perché ancora una volta sono emersi e approfonditi clementi e aspetti che entrano nel vivo del nostro comune progetto apostolico,

Per questo i temi della cooperazione sono stati nuovamente oggetto delle nostre considerazioni, e le richieste da voi formulate sono state pienamente recepite. Infatti:


535 - Il CG21 ha voluto che nel Consiglio Superiore ci fosse un Consigliere per la Fariglia Salesiana, di cui ha assunto il nome emblematico. In questo modo - è nostra speranza - verrà sensibilizzata e animata meglio la Congregazione per il ruolo ad essa affidato nella Famiglia Salesiana, e saranno meglio coordinati e stimolati i rapporti di conoscenza reciproca, dì mutua collaborazione, di comunione fraterna e di vicendevole arricchimento.


536 - Sono stati pure confermati tanto gli articoli delle Costituzioni e dei Regolamenti, quanto il Documento 18° del CGS, nei quali sono delineati gli elementi vocazionali del Cooperatore salesiano, e ne viene rilevata tutta l'importanza e originalità.


537- Per quanto riguarda l'animazione dei Centri, il Capitolo ha voluto, con appositi orientamenti operativi, ridonare alla comunità salesiana la dimen-

sione di nucleo animatore dei vostri Centri, nello spirito dell'art. 21 del Nuovo Regolamento. Per questo ha privilegiato, nella scelta dei Delegati, quei confratelli che manifestano qualità e preparazione adeguata.

538

- Sono stati inoltre Fissati orientamenti concernenti la programmazione e il piano pastorale vocazionale dei Cooperatori, specialmente per i giovani, che - con il crescere del loro movimento - dimostrano l'attualità dell'ideale di Don Bosco vivo «nella e per la gioventù» del nostro tempo. Verranno così associati e resi maggiormente corresponsabili della comune missione, come già ha detto il CGS (744 b), le cui norme e orientamenti conservano pieno valore.

539

- Non manca l'accenno all'impegno missionario a cui si aprono i Giovani Cooperatori; non ignoriamo difatti, come alcuni di essi, prossimi a partire, hanno ricevuto il crocifisso assieme ai nostri confratelli missionari e alle Figlie di Maria Ausiliatrice. Il CG21, con gli orientamenti sulle Missioni, impegna ogni Ispettoria a favorire la partecipazione dei laici all'azione missionaria diretta, auspicando il sorgere e la crescita di un Movimento Laicale Missionario della Famiglia Salesiana.

540

- Infine, il CG21 ha preso coscienza del problema riguardante l'approva- zione delinitiva del Nuovo Regolamento, e ha giudicato non essere suo compito tale approvazione.

541

- Riprendiamo ora il nostro cammino dì apostoli, fianco a fianco. Riteniamo importante la vostra presenza nella comune missione salesiana anzitutto per i giovani, che trovano in voi « un modello cristiano tutto particolare» (ACGS, 159)., e da voi ricevono «una dimensione umana autentica e completa» (Doc. 1). Ma importante anche per noi Salesiani. Di fatto, così, «abbiamo modo di riflettere --- riscoprendola - sulla specificità della nostra vocazione di evangelizzatori», e con rinnovato interesse ci muoviamo «a Formare e a vincolare» voi fratelli, per assicurare più efficacemente la salvezza della gioventù » (Doc. 2 e ACGS 151, 103bis. 736).

La Vergine Ausiliatrice e Don Bosco, nostro Padre e Fondatore, ci aiutino a essere fedeli alla vocazione salesiana, tanto attuale e viva nella Chiesa.

ALLEGATO ì4


Risposta del CG21 al messaggio

delle Volontarie di Don Bosco


542 I1 messaggio augurale e i sentimenti di riconoscenza e partecipazione a noi indirizzati dalla Responsabile Maggiore a nome di tutte le Volontarie - e che una vostra Sorella è venuta a presentare a viva voce in Aula Capitolare - ci hanno trovati sintonizzati nello stesso Spirito che guida i lavori di questo CG21.

La preghiera, in particolare l'Adorazione Eucaristica in cui vi siete impegnate nella giornata di ritiro del dicembre scorso per la riuscita dei nostri lavori, ha certamente dato i suoi frutti. Dicembre per il Capitolo Generale fu un mese di grazia particolare: basti pensare alla elezione del Rettor Maggiore e del Consiglio Superiore. Di questo vostro contributo spirituale rendiamo grazie a Dio e a voi tutte.


543 Avete voluto riconoscere nella Congregazione Salesiana «l'unico e sicuro canale trasmettitore del genuino spirito di Don Bosco», ripetendo quanto già avevate solennemente affermato nella Prima Assemblea Generale, votando l'appartenenza del vostro Istituto alla Famiglia Salesiana, nel senso in cui essa è stata definita dal CGS. Tale affermazione è inserita nelle vostre Costituzioni. Ed è gioia per noi constatare il consolidamento della Famiglia con nuove forme di presenza secondo i bisogni dei tempi nuovi. Tutto questo comporta per entrambi gli Istituti responsabilità maggiori.


544 il CG21 ha voluto che nel Consiglio Superiore ci fosse un Consigliere per la Famiglia Salesiana con il compito specifico di sensibilizzare meglio la Congregazione nel ruolo che le compete nella Famiglia stessa, a norma dell'art. 5 delle nostre Costituzioni.


545 Nel vostro messaggio inoltre - con forza e fiduciosa insistenza - dichiarate di attendere da noi il genuino spirito di Don Bosco, mediante l'assistenza spirituale affidata a sacerdoti autenticamente salesiani, che credono nell'Istituto e lo amano. Lo Spirito Santo ci aiuti nella scelta attenta di confratelli preparati per un tale servizio.

546

Da parte vostra volete assicurarci il dono della vostra specifica "secolarità consacrata », vissuta in un autentico spirito salesiano di attiva collaborazione, per rendere presente nella Chiesa il carisma di Don Bosco. U n dono - questa vostra testimonianza dì consacrazione - che ci ripromettiamo di «meditare più a fondo», come ebbe a dire alle vostre Dirigcnli Centrali, nel suo primo incontro con loro il nuovo Reltor Maggiore, nostro comune Padre.

Arricchiamo dì preghiera e di rinnovato impegno questi mutui scambi di doni.


Fraternamente in Don Bosco Santo

I membri dei CG21

ALLEGATO 15

Risposta del CG21 al messaggio

degli Exallievi Salesiani


Carissimi Exallievi,

547 il vostro messaggio non solo ci ha offerto l'occasione di un incontro ideale con voi, ma ci ha resi una volta di più consapevoli del vostro entusiasmo dì figli affezionati e devoti.

Come certo saprete alcuni membri della Giunta Confederale sono stati invitati a partecipare a una riunione di lavoro con la Sottocommnissione. 5° del CG21, per portare il proprio valido contributo ai nostri temi di studio: l'evangelizzazione in genere, e la partecipazione dei laici alla nostra missione.


Nel testo del messaggio abbiamo rilevato, con gioia, il vostro intenso desiderio dì partecipare maggiormente al nostro compito di educatori cristiani dei giovani, particolarmente all'interno delle singole Unioni. Così noi abbiamo interpretato le richieste in esso contenute e a viva voce rinnovateci dai vostri rappresentanti.


Per questo, il CG21:

548ha confermato pienamente quanto di voi Exallicvi dicono le nostre Costituzioni e i Regolamenti rinnovati e i Documenti del CGS;

549 - ha indicato inoltre tre orientamenti operativi, per curare adeguatamente una vostra partecipazione all'opera di educazione integrale della gioventù:

I. «Gli Ispettori a livello di Ispettoria e i Direttori a quello locale curino di 'ridonare alle comunità la dimensione dì nucleo animatore di queste forze spirituali e apostoliche'. Per questo servizio privilegiato scelgano come Delegati quei confratelli che hanno qualità e preparazione adeguate.

2, Secondo un piano concordato fra i rispettivi Consigli (SDB, CC, EE), nel prossimo sessennio l'Ispettore faccia conoscere alle comunità le linee riguardanti la pastorale vocazionale e Formativa degli (...) Exallievi, e stabilisca i mezzi e le forme concrete secondo cui saranno associati corresponsabilmente ad alcune iniziative di evangelizzazione.

3. 1 Salesiani si impegnino a formare gli animatori della Famiglia Salesiana

curando sin dalle fasi iniziali della formazione, la conoscenza della Famiglia Salesiana».

550

Confermando infine l'ari. 5 delle Costituzioni, il CG21 riafferma la vostra appartenenza alla Famiglia Salesiana «a titolo dell'educazione ricevuta», quale punto di partenza per una più cosciente condivisione di quello spirito salesiano in cui siete cresciuti, e mediante il quale vi potete associare più intimamente e attivamente alla missione salesiana nella Chiesa. Sappiamo come in ogni parte del mondo esistono numerosi gruppi di Exallievi che dimostrano con un loro più qualificato impegno e con l'aiuto alle Opere della Congregazione e della Famiglia Salesiana, un ammirevole esempio di fedeltà a Don Bosco.

Ci auguriamo che, lavorando secondo i fini primari della vostra Associazione, soprattutto per l'animazione del movimento e il ricupero degli Exallievi lontani, cooperiate insieme con noi all'aumento di tali gruppi attivamente impegnati secondo il carisma di Don Bosco nella Chiesa.

551

Cari Exallievi, è costante il nostro apprezzamento per voi, che siete il frutto più prezioso del lavoro educativo salesiano.

Continuate a lavorare in mezzo alla società come veri figli di Don Bosco, e sforzatevi di onorare sempre il suo nome dimostrandovi - come lui esigeva dai suoi allievi -- « buoni cristiani e onorati cittadini.

In questo modo il grido comune di «Viva Don Bosco! » si concretezza in fecondità di vita.

Maria Ausiliatrice vi benedica e vi aiuti a perseverare nel bene.


I membri del CG21

ALLEGATO 16

Discorso del Rettor Maggiore

don Egidio Viganò

alla chiusura del CG21 (12 febbraio 1978)


I. ll gesta finale; 2. Unanimità operativa; 3. Capitolo dì «verifica» e perciò di aconvc[:sionc »; 4. Primo obiettivo: 11. VANGELO Al GIOVANI: un cuore oratorisunn, il Sistema Preventivo, lo spirito dì inir.iailiva, una proposta di pedagogia vocazionale, evitare il pericolo di genericìsrno: 5. Secondo obiettivo: 11, PRIMO POSTO ALLO SPIRITO RELIGIOSO: approfondimento della "missione», la cuna di alcuni valori di ii nità, l'irnptirranza vitale delle Costituzioni, la L'u['['Cintività dei soci nella comunità; 6Terzo obiettivo: L'ANIMAZIONE SALESIANA: vera novità di stile, la figura e la ti níionc del Direttore salesiano, la respunsabilità per la Farniglia: SaEcsinna, la devozione a Maria Ausiliatrice; 7. Conclusione.


Cari Confratelli Capitolari:

Eccoci riuniti in Aula per l'ultima volta: oggi, per bontà del Signore, concltidiarno il CG21.

5521. Il gesto finale

Questo non dovrebbe essere il n giorno « qualunque », ii 100' di un lungo iter dei noslti lavori capitolari, ma una data caratterizzante, che dà il tocco definitivo alla fisionomia di questo Capitolo e ne precisa il significato globale. Infatti, oggi, dobbiamo esprimere formalmente il nostro gesto finale di Capitolari: quello di assumere in proprio gli orientamenti c. le deliberazioni approvati.

Onesta è l'intenzione che il Reitor Maggiore intende assegnare alla celebrazione eucaristica conclusiva: vi invito a parteciparvi con esplicita coscienza. Abbiamo sperimentato insieme per più di tre mesi i valori della comunione in una stessa vocazione; l'abbiamo fatto giungendo qui da una pluriformità di situazioni, affrontando problemi suscitati dalle nostre diversità e convivendo, sì, fraternamente, ma in un travaglio di ricerca non lacile e metodologicamentee non unanime. Possiamo testimoniare d'aver sentita, tra noi, la presenza del Signore con la stia grazia di unità; Egli ci ha guidato alla convergenza attraverso molteplici indicazioni di rotta; ha illuminato la nostra capacità di discernimento ed ha mosso il nostro cuore con

inviti di approf'ondirnento e con esigenze di conversione; ci ha parlato particolarmente nelle ore di preghiera.

2. Unanimità operativa553

Durante quest'ultinia settimana ognuno dì noi, meditando sui documenti capitolari per approvarli definitivamente, ha arricchito e orientato la sua coscienza Salesiana mettendosi in sintonia cori le «decisioni» dell'Assemblea; ciò facendo abbiamo incominciato a tracciare il vero volto di questo Capitolo Generale, per cui esso diviene « il principale segno dell'unità nella diversità della Congregazione,> (Cost. 151). Fra poco, nella solenne celebrazione eucaristica di chiusura, siamo tutti invitati a ratificarlo con un atto cosciente di unanimità.

2.1 5ì: ho detto «unanimità»; le Ispettorie e i confratelli hanno bisogno di questa unanimità; essa costituisce un dovere per noi, Non si tratta, lo sappiamo, di sopprimere le giuste diversità, ma di assumere. e manifestare chiaramente la comune accelluzicone delle grandi linee orieolative stabilite nel Capitolo e. la concreta volontà di attuarle nel prossimo sessennio.

Una simile unanimità è dimensione integrante di un Capitolo Generale; parlo dell'unanimità non come « metodo di ricerca » (infatti si è lavorato e discusso partendo da punti di vista differenziati e desiderando arrivai, magari, a conclusioni diverse), ma di un'unanimità operativa elle è la «tappa conclusiva» di un evento salvifico, destinato a tutta la Congregazione come piattaforma operativa del futuro immediato.

Se è vero che un Capitolo Generale non è semplicemente un fatto parlamentare, ma un avvenimento di grazia con spessore. sacramentale, dobbiamo saper vedere nei suoi dinamisrrii una mediazione della volontà del Signore; siccome i capitolari hanno agito con serietà e coscienza nelle votazioni linali, il testo approvato è divenuto un segno autorevole di ciò che si deve fare per essere ledeli alla vocazione salesiana oggi. Infatti le Costituz.ioni indicano espressamente che «I soci salesiani accetteranno volentieri le deliberazioni (del CG) che obbligano tutti, non appena siano state promulgate dal Rettor Maggiore» (Cost, 152),

554

2.2 Don Bosco, nel presentare le deliberazioni del 3" e 4 Capitolo Generale, scriveva il 2 luglio 1887: « Voi sapete, o carissimi, che 1e deliberazioni dei CG hanno grande importanza eri aiutano el i ieacemcnte a praticare le nostre sante Regole; epperò vivamente vi raccomando elle le teniate nel conto dovuto; si leggano attentamente; si procuri di conoscerle bene, e, ciò che è più, si pratichino coni tutta esattezza » (Op. ed., voi. 36, pag. 256).

E prima, nel 1880, nel presentare ai confratelli la nuova raccolta delle Deliberazioni del CG2°, scriveva: «Lo sviluppo della nostra pia Società in Europa ed in America è un sicuro indizio che Dio 1,1 benedice ivi urta maniera speciale. Sia perciò impegno di ogni Salesiano il rendersi ognor più degno della grazia del Signore con lo spirito di preghiera, di ubbidienza e di

sacrificio. Ciò noi potremo ottenere per mezzo dell'esatto adempimento delle nostre Costituzioni e di queste deliberazioni» (MR XIli, 521).

Come vedete, nel pensiero del nostro Padre l'unanimità operativa intorno alle Costituzioni e al CG costituiscono una condizione «sine qua non» della nostra fecondità vocazionale e della nostra vitale identità.

555

2..3 Sta a noi, allora, Iar raggiungere al CG la sua pienezza e la sua espressione suprema: quella di un’assemblea concorde nel riconoscerlo oggettivamente coi-ne tale, e nel comunicarne operativamente ai confratelli i propositi d’impegno. Questa nostra convergenza e unanimità di intenti aiuterà a far percepire meglio la verità di quanto affermano le Costituzioni: «Per mezzo del CG l’intera Società salesiana, lasciandosi guidare dallo Spirito, cerca di conoscere, in un determinato memento della storia, la volontà del Padre Celeste per un miglior servizio alla Chiesa» (art. 151).

L’importanza di questo nostro ultimo gesto ufficiale comporterà in noi tutti un atteggiamento postcapitolare di testimonianza e di responsabilità animatrice: essere nelle Ispettoric i portatori degli orientamenti e dei propositi di questo Capitolo; esserlo lealmente; esserlo intelligentemente; esserlo generosamente.

556

3. Capitolo di “verifica”

e perciò di “conversione”

Ci siamo ripetuti tante volte, in questi mesi, che il nostro era un CC di verifica con un carattere particolarmente operativo, realmente distinto dal CGS; anzi, fatto proprio con lo scopo di valutare l’incidenza concreta dei CGS nella vita della Congregazione e, quindi, di rieonoscerne la straordinaria importanza, di approfondirne i contenuti, di chiarirne alcune espressioni risultale ambigue, di completarne e aggiornarne alcuni aspetti, e di correggerne possibili interpretazioni devianti.

Siamo partiti direttamente dalla situazione di vira nelle comunità, e abbiamo analizzato l’urgenza del momento con i numerosi problemi che l’accompagnano. Abbiamo cercato di farlo con lucidità, gerarchi zzando con visione di prudenza gli aspetti di maggior rilievo su scala mondiale; poi abbiamo guardato soprattutto al CGS come al quadro dì riferimento.

Ci siamo accorti che il lavoro non era facile, e riconosciamo che ci è cos lato non poco passare, prima, dalla propria personale visione a quella maggioritaria del gruppo, poi, da quella di una sottocommissione o anche di una commissione a quella voluta dall’assemblea; e, infine, a quella globale e unitaria dei Capitolo nella sua espressione definitiva.

Anzi, quest’ultima avrà bisogno di essere approfondita e irrobustita nello studio e nella meditazione dei prossimi giorni: è necessario, infatti, che ogni capitolare si riservi un tempo di riflessione e di considerazione sintetica (.lei testi capitolari per assicurare quell’unanimità a cui ho già accennato. Anche se t.ra difficoltà., costatiamo di essere pervenuti a una conclusione più che positiva; essa influirà benelicamente sugli impegni del prossimo sessennio.

Diamo, in forma panoramica, un rapido sguardo al risultato dei principali lavori:

557

3.1 La 1° Commissione, con i risultati del suo esame analitico, ha portato a concentrare la responsabilità del prossimo sessennio e del CG22 sulle Costituzioni e i Regolamenti; è questo, a mio avviso, un dato provvidenziale che solo il trascorrere degli anni potrà far valutare oggettivamente.

Ciò ha significato, da una parte, riconoscere in coscienza il valore assai positivo del lavoro fatto dal CUS sui testi costituzionali e regolamentari, e, dall'altra, precisare e approfondire il concetto di «testo ad experimentum»: esso non insinua minimamente una mancanza di obbligatorietà o un significato dì transitorietà, ma proprio il contrario, ossia stabilisce trattarsi di un testo da collaudare con la pratica della vita. Affinché l'esperienza vissuta risultasse valida, c'era bisogno dì uno spazio più ragionevole di tempo.

In questo campo, dunque, si apre un programma concreto e nutrito di lavoro in Congregazione a tutti i livelli. La prospettiva, perciò, è di forte impegno e di programmazione ben definita.

558

3.2 La 2" Commissione ha riconfermato la peculiare importanza della «missione» nella vocazione dei Salesiani di Don Bosco, ma ne ha precisato il significato soprannaturale e ne ha chiarite varie esigenze. spirituali e salesiane, partendo dalla valutazione di alcune costatazioni preoccupanti di questi anni. Abbiamo in mano un documento valido, fortemente orientativo, che illumina punti strategici della nostra missione: la comunità evangelizzata, la comunità animatrice, il progetto educativo di Don Bosco, la fecondità vocazionale, l'inventiva apostolica nei nostri ambienti di azione.

E' un po' la traduzione o l'applicazione, per noi Salesiani, dell'esortazione apostolica EN.

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3.3 La 3^ Commissione ha rivisto, chiarito e precisato tutto il vasto campo della formazione, incorporando esplicite disposizioni per il Salesiano Coadiutore e sviluppando il settore specifico della Formazione permanente; i suoi orientamenti, poggiati su una accurata lettura critica della situazione in Congregazione durante il sessennio trascorso, hanno apportato disposizioni operative chiarificatrici e concrete circa le esigenze salesiane di una comunità formatrice, circa ì centri di studio e 1,9 importanza della formazione intellettuale, e circa l'aspetto vitale cli unità nelle varie fasi della formazione, assicurando la preparazione di alcuni strumenti urgenti di coesione, come la «Ratio Institutionis» e la « Ratio Studiorurn».

Questa Commissione ha affrontato seriamente il suo tema, così da poter portare già fin d'ora anche alcune modifiche alle Costituzioni e ai Regolamenti.

560

3.4 La 4° Commissione ha approfondito il tema del SC, anche nella sua delicata parte dottrinale; questo apre alle Ispettorie un vasto campo di lavoro: sia per una vera conversione di mentalità in alcuni settori della

Congregazione; sia per un rilancio della pastorale vocazionale in favore della figura del SC e di una concreta programmazione paritaria della sua Formazione; sia per l'incidenza della dimensione laicale del SC nelle iniziatier di nuova presenza salesiana.


561 3.5 Il gruppo UPS ha aiutato l'assemblea nel redigere un prezioso documento per la nostra Università; esso orienta con chiarezza il vasto processo dì rinnovamento già in corso all'UPS, e dovrà contribuire a dare alla nostra Congregazione trii posto convenientemente qualificato per la realizzazione della sua rnissiorie nella Chiesa. Se il personale dell'Opera PAS e lutei noi, pariicolarmente gli Ispettori, sapremo coinprendeien il valore e l'urgenza di questo alto servizio scientifico e formativo, ne avvantaggerà noti poco la crescita nella nostra identità vocazionale.


562 3.6 Infine, il gruppo dei Messaggi ci ha ricordato il ruolo affidato alla Congregazione nella Famiglia Salesiana. Abbiano vissuto dei momenti emblenial.ici nel nostro CG, dei gesti di speranza, che aprono un'attraente prospettiva di futuro alle nostre comuni iniziative di fedeltà: la visita e il dialogo in aula delle FMA, dei Cooperatori, delle VDB e degli Exallievi; inoltre la significativa ristrutturazione del Consiglio superiore con la designazione di un Consigliere per la Famiglia Salesiana. Questo deve comportare certamente un ripensamento degli Ispettori con i loro Consigli e di tutte le Comunità locali nella loro imprescindibile funzione animatrice.


563 Questa rassegna panoramica del risultato dei lavori capitolari ci Fa capire subito che abbiamo camminato per una strada giusta, anche se qualche volta non proprio asfaltala. Per un CG come il nostro, con carattere operativo e di verifica, le mete raggiunte sono apertamente positive; dobbiamo Saperne spiegare e trasmettere i valori ai confratelli. E' un nostro dovere di credenti considerare un po' meglio, alla luce di un'intelligenza realista e di fede, quarrlo, con il Signore, abbiamo potuto realizzare iii questi rasesi per il bene della Congregazione! Non tralasciamo di leggere la presenza di Dio negli eventi salvifici: è certamente anacronistico sacralizzare le cose umane, ma è anche pernicioso e ingenuo orizzontalizzarle! L'occhio della meditazione ci deve far penetrare, come ho già detto, lo spessore sacramentale del nostro CG, come faceva Maria con gli avvenimenti della sua esistenza e come hanno fatto sempre i grandi credenti,

Questo atteggiamento è tanto più necessario in un CG di «verifica», perché, precisamente per essere tale, la sua conclusione pratica non può sfociare che in un vero proposito dì «conversione»; e ogni conversione spirituale è opera dell'intelligenza della fede, vissuta con il coraggio della speranza e attuata con la praticità della carità. Per illuminare un simile proposito dì conversione vorrei proporvi, ora, una sintesi capitolare in prospettiva dì impegno pratico.

Considerando i grandi contenuti operativi del CG21, alla luce del messaggio inviatoci dal S. Padre Paolo VI, possiamo individuare tre grandi obiettivi di azione:

A, il Vangelo ai giovani;

B. Il primo posto allo spirito religioso;

C. l'animazione salesiana.


4. Primo obiettivo: Il Vangelo ai giovani564

Il S. Padre si è congratulato con noi per aver affrontato il tema «Testimoniare e annunciare il Vangelo: due esigenze della vita salesiana tra i giovani, dicendoci che proprio «anche da questo traspare l'impegno dei Salesiani di restare fedeli alla identità originaria della loro Istituzione, che, sorta per dedicarsi alla Gioventù maschile specialmente delle classi popolari, ha vissuto oltre un secolo di provvidenziale e. arnrnirabile presenza, educando e formando innumerevoli schiere di giovani».

E subito dopo il Papa esprime con chiarezza il suo desiderio di attirare la nostra attenzione «sulla necessità di mantenere questo carattere particolare dell'opera e della pedagogia salesiana, tanto più che le necessità sociali ed ecclesiastiche dei tempi moderni sembrano più che mai corrispondere al genio dell'apostolato dei Figli di S. Giovanni Bosco, rivolto con preferenziale interesse e dedizione alla gioventù maschile».

E' da notare, per chi calcola in termini quantitativi, che il messaggio papale sviluppa principalmente il tema dell'evangelizzazione dei giovani; tale sviluppo costituisce quasi la metà della lettera. Ora, il CG21 ha individuato alcuni elementi caratteristici della mostra identità originaria per qualificarci effettivamente come "missionari dei giovani», portatori del Vangelo alla gioventù d'oggi.

Quali sono questi elementi? lo ne sottolineo i principali:565

4.1 Primo: Un «cuore oratoriano»: è questa una caratteristica peculiare di Don Bosco, che don Albera ha chiamato acutamente «il dono della predilezione verso i giovani». Deduciamo questo elemento dalla riaffermazione capitolare della nostra adesione al Fondatore; essa traspare un po' da tutte le pagine dei nuovi documenti, e in particolare dalla conclusione: «Don Bosco, un modello e una presenza»,

566

Ho detto. sopra, elio dovremo dedicarci intensamente a conoscere., praticare e perfezionare le nostre Costituzioni, in quanto esse ci assicurano la fedeltà al pensiero e allo spirito dì Don Bosco.

Ma è bene considerare che la realtà carismatica di cui era portatore il nostro Padre comportava una ricchezza esuberante di valori vissuti che si espandeva più in là del suo progetto costituzionale. Così tra gli scritti più spiritualmente significativi per il carisma del nostro Istituto ci sono da annoverare, oltre alle Costituzioni, anche le «Meniorie dell'Oratorio di S. Francesco di Sales » e i vari scritti circa « Il Sistema Preventivo ».

Dobbiamo saper ritornare con intelligenza a queste pagine come a fonti privilegiate di autenticità. «Alle 'Memorie dell'Oratorio' --- dice, per es-• un

suo studioso -- Don Bosco rimandava i suoi 'figli' non perché vi trovassero il fondamento di una consuetudine giuridica, ma perché vi riscontrassero una norma a superare le difficoltà future, prendendo lezioni dal passato', per, conoscere come Dio abbia Egli stesso guidato ogni cosa in ogni tempo'» (P. Stella, ciclostilato).


567 Ora è proprio in queste pagine che riscopriamo il primo elemento caratteristico della nostra identità originaria, che ho voluto chiamare «cuore oratoriano». Alle origini dell'Oratorio di Valdocco sì trova il primo e più fondamentale valore salesiano, per cui siamo, nella Chiesa, dei veri missionari dei giovani. Dori Caviglia, con acuta intuizione, ha scritto: «Io credo che non si intenderà mai a fondo la ragione intima del sistema educativo (di Don Bosco). se non si tien conto della fonte prima della sua concezione, ch'era il ricordo e, diciamo pure, la nostalgia della vita di quei primi tempi. Eh! l'origine delle idee come dovrebbe valere a spiegarle! Non è una parentesi oziosa se pensiamo che appunto allora, nella formazione del Savio, sì concentrarono una volta per sempre gli indirizzi spirituali ch'egli ha lasciato in retaggio ai suoi e al mondo» (Op. e Scritti ed. e ined., Torino 5E1, vo1. 4", pan. 68-69).

E la prima ora dell'Oratorio di Valdocco non è tanto da concepirsi come l'inizio di questa o quella «istituzione» (anche se non la esclude), ma come l'espressione più chiara e la concrezione primigenia della carità pastorale di Don Bosco


568 Ci dovremo rifare, dunque, conce criterio primo di rinnovamento, al cuore del nostro Fondatore, che è un «cuore oratoriano» non nel senso di dedicarsi a istituire un determinato tipo di opere, ma nel senso di vivere ed esprimereun caratteristico atteggiamento pastorale che deve qualificare ogni presenza salesiana in qualsiasi opera. Questa è la prima scelta operativa da sottolineare: urge dare la priorità alla « pastorale giovanile», riempiendo il cuore di «nostalgia oratoriana»; ciò significa mettere alla radice di tutto il nostro operare un criterio di «predilezione verso i giovani», ossia una tipica ricerca dei ragazzi e dei giovani sintetizzata nel motto « da mihi animas ».

E' solo attraverso questo atteggiamento basilare che, sull'esempio di Don Bosco, sapremo permeare qualsiasi opera con uno spirito genuinamente oratoriano, nel senso storico delle origini del nostro Carisma.


569 4.2 Secondo: Il Sistema Preventivo, o Progetto educativo salesiano: esso costituisce certamente uno dei punti-chiave del lavoro capitolare- Il Papa aveva attirato la nostra attenzione «sulla necessità di mantenere il carattere particolare dell'opera e della pedagogia salesiana»; ebbene, il CG21 ha chiarito, ha ricompreso, e ripropone ai confratelli il Sistema Preventivo conce «il Progetto educativo salesiano»: esso è caratterizzato, oltre che dai destinatari e dal tipico modo comunitario nel quale viene attuato, anche dalla particolare organizzazione dei contenuti, dai suoi obiettivi, e dallo stile rimediantec il quale si rende presente tra i giovani. Questo Sistema ci riporta direttamente al cuore oraioriano di Don Bosco, alla sua maniera tipica di

concepire l'evangelizzazione come «salvezza totale"; ci riporta anche alle esperienze salesiane più genuine condotte avanti sotto la guida della stesso Fondatore e divenute per questo «esemplari». Se qualcuno pensasse che questa fosse una proposta teorica o secondaria, io mi azzarderei a dire che dimostrerebbe di non aver capito né il cuore di don Bosco, né il delicato «momento» attuale della Congregazione.

L'identità della nostra presenza evangelizzatrice nella Chiesa e nel mondo consiste anche oggi nell'« evangelizzare educando ». L'educazione è il nostro modo preferito e il nostro campo privilegiato di evangelizzazione; e l'annuncio del Vangelo è il nervo e la ragione d'essere della nostra arte educativa. 570

Questo Progetto educativo salesiano, oltre che una organizzazione di contenuti, comporta uno « stile caratteristico di presenza e di azione ». Troviamo in esso il contributo originale di «.sapienza» apportato da Don Bosco alla Chiesa e al mondo; il sino ripensamento del Vangelo in chiave di carità educativa, la sintesi che traduce la sua esperienza di educatore e la sua spiritualità. Se S. Agostino diceva «ama e fa quel che vuoi», Don Bosco nella sua saggezza pedagogica ci ripete: «non basta amare, bisogna saper farsi»

571

4.2.1 1l nostro Capitolo rilancia tutto il Progetto educativo di Dori Bosco come programma del sessennio. Il Sistema Preventivo:

a. studiato mediante un approfondiinento sistematico e scientifico (cfr Centri di Studio Salesiani, UPS),

b. attuato e tradotto in termini di prassi nei nostri «ambienti di evangelizzazione » (cfr: progetti educativi per i diversi ambienti),

c, offerto come riflessione pedagogica sistematica ai nostri collaboratori e

incorporato alla comunità educativa come «filosofia della scuola salesiana» (cfr: progetti e proposta sulla comunità educativa),

d. portato al dialogo e al confronto pedagogico tra i vari progetti alternativi di educazione, come fece Don Bosco al suo tempo quando lo paragonò con il Sistema repressivo e con i Sistemi «laici»,

Le prospettive di questo rilancio sono pi-orneitenti. Se bene impostato, può segnare un periodo di espansione c di dif íusinne della nostra pedagogia, che diventerà anche criterio dei nostri collaboratori, della Famiglia Salesiana e di tanti altri educatori. Potrà essere la «novità» di cui i Salesiani sono caratteristici portatori nell'incontro tra la gioventù e la Chiesa.

572

4.2.2 Il progetto e lo stile oli Doti Bosco .si cuiicreiizzario realisticamente tit «ambienti» ed «opere». Don Bosco, giovane sacerdote; seppe incarnare e arricchire il suo progetto apostolico. Dalla semplice, seppur ricca relazione personale con i suoi ragazzi, passò alla ricerca di uno «spazio» dove cercò di creare un «ambiente» che preparava, facilitava e completava il rapporto personale. Integrò questo ambiente con proposte atte a rispondere ai biso-

gni e agli interessi dei giovani. Tale « formula » è ancora il segno del realismo e della «concretezza pedagogica salesiana».

il nostro CG21, per «mantenere il carattere particolare dell'opera e della pedagogia salesiana, ha studiato e offerto delle direttive e delle linee opereititae per qualifica re gli ambienti di evangelizzazione:

a. nella linea educativa,

b. nella linea esplicitamente catechistica e di formazione nella fede,

c. nella linea comunitaria e di partecipazione,

d. nella linea dell'associazionismo giovanile. (Anche se quest'ultimo tema non è stato trattato per sé stesso, è entrato come componente del nostro progetto educativo negli oratori, nelle scuole, nelle parrocchie, e l'assemblea ha mostrato un notevole interesse ogni voi ta che sì è fatto menzione di esso).

4.2.3 Toccherà alle corrnmitii ispetioriali e locali calare tutto questo nella realtà, ma è certo e appare evidente che il Capitolo ha dato direttive, suggerimenti e strumenti atti per lai- Fiorire, come ci ha chiesto il Papa, «il carattere particolare» della pedagogia salesiana.

573 4.3 Terzo: Lo spirito d'iniziativa. E' questo un altro elemento caratteristico degli orientamenti capitolari: l'inventiva pastorale, la Fantasia pedagogica, l'intraprendenza e il coraggio, la santa furbizia sono una espressione genuina deI cuore oratoriano di Dori Bosco. I Salesiani della prima generazione, ci dice il testo capitolare, l'hanno imparato alla scuola del nostro Padre e Maestro, e la storia dell'espansione salesiana nel mondo è una chiara dimostrazione dell'efficacia del suo insegnamento.

4.3.1 1l CG21 auspica (cfr. doc. 1, n. 155):

a. un rilancio di questa originale creatività salesiana,

b- una attenzione all'intuizione e alla sensibilità di alcuni confratelli,

c, una cura per operare secondo lo spirito missionario di Don Bosco.

Questo appello capitolare a una rinascita dello spirito d'iniziativa renderà possibile, lo speriamo, la realizzazione di «una nuova presenza salesiana» per i « numerosi giovani delle grandi città, indiFFerenti o lontani dalla Chiesa e dalla lede; «per la gioventù e il popolo degli ambienti di emarginazione»: e «per l'animazione di movimenti giovanili» (cfr n. 158).

4.3.2. Quanta sana utopia ferve in questi or icritarrieriti capitolari!

Essi appaiono in piena sintonia con quanto il S. Padre ci diceva nell'udienza: «Sono milioni, talvolta sbandati e disorientati da una molteplicità di voci discordanti, i quali aspettano da voi la parola di salvezza, cercano la mano Fraterna ed amica, che con serena sicurezza li guidi verso l'Assoluto» (Oss. Rom., 27.1.78).

E' ormai tempo di non lasciare più l'inventiva pastorale in balia di alcuni pili estrosi, o magari di amareggiati o di dissidenti, ma di assumerla come patrimonio di ogni comunità salesiano e come espressione di Fedeltà a Don Bosco.

574

4.4 Quarto: Una proposta di pedagogia vocazionale Il documento 1 la presenta in forma esplicita e sistematica, chiara nei suoi presupposti, inserita in un disegno globale di maturazione nella fede, con suggerimenti pratici per i diversi livelli di intervento. Si dovrà pur riconoscere che questo CG21 ha dato alla Congregazione il primo documento capitolare. che presenti un indirizzo organico di rinnovamento della pastorale vocazionale salesiana. E' da auspicare che ciò concorra a ricuperare uno degli scopi specifici della nostra Congregazione: la cura delle vacazioni sa cerdotuli e religiose.

575

4.5 Evitare il pericolo di genericismo, Dunque: i testi capitolari sono ricchi suggestivi nel presentare gli elementi più caratteristici della nostra «identità originaria» di missionari della gioventù. Se non mancheranno nelle Ispettorie le persone capaci di applicarli, noi presto respireremo aria di inoltrata primavera.

Ma non vorrei concludere questo primo obiettivo del « Vangelo ai giovani » senza alludere a un pericolo che ci sovrasta se non insistiamo sulla nostra «identità originaria»; si tratta del pericolo di genericisnio: non più missionari specializzati per la gioventù maschile, ma lavoratori comuni, senza un distintivo proprio e perciò, a tempi lunghi, senza più necessità d'ispirarsi al carisma del Fondatore. Il Papa ci tua detta di rivolgerci «con preferenziale interesse e dedizione alla gioventù maschile».

Non deve sfuggirci che questo è un punto delicato, che va considerato con serenità e discernimento. Tocca un elemento della nostra «missione», della nostra «azione specifica», e del nostro «stile pedagogico»; quindi, anche della nostra identità ed efficacia concreta.

Non a caso la lettera del S. Padre ne fa menzione due volte: la prima volta collega il fatto con il momento «fondazionale », e la seconda con il « rinnovamento» della nostra presenza tra i giovani, chiedendoci una continuità di criterio anche nelle mutate condizioni sociali e culturali.

576

Avrà il nostro Capitolo dato delle indicazioni sulficientemenie chiare? Avrà creato strumenti efficaci per mantenere, anche nella diversità di situazioni pastorali, l'identità della sua missione in ciò che riguarda i destinatari e l'organizzazione delle iniziative? Penso di si. Non bisogna drammatizzare alcune situazioni particolari. Però il Capitolo ha riaffidato agli Ispettori e ai loro Consigli il compito di un discernimento serio e salesiano caso per caso (cfr doc. 1 n. 133-125).

Per questo discernimento ha richiamato gli orientamenti operativi dati dal CGS, e ha ribadito le responsabilità comunitarie, il bisogno della verifica periodica, l'adozione di convenienti cautele, e il dialogo con il Consiglio Superiore per un'opera di accompagnamento e di chiarimento.

Una responsabilità collocata nelle. mani degli Ispettori e dei Consigli ispettoriali non significa una maggiore facilità per moltiplicare iniziative non indirizzate ai nostri destinatari, ma semplicemente una possibilità di dare un giudizio circostanziato e concreto su una situazione dei criteri obiettivi, al discernimento salesiano, a una accettazione operativa della indicazione del

Santo Padre sono tenuti tanto le comunità locali e gli Ispettori con i loro Consigli, come il Rettor Maggiore e il Consiglio Superiore.

Dobbiamo augurarci e proporci che tutti siano all'altezza di quest'ora delicata per la nostra identità vocazionale.


5775. Secondo obiettivo:

Il primo posto allo spirito religioso

La verifica sulla vita salesiana in questi ultimi anni ha messo in luce, in varie zone, un pericolo non irreale di secolarità e anche di secolarismo e di imborghesimento; questo pericolo è alimentato da certe posizioni ideologiche che hanno creduto di appropriarsi, come si dice, il concetto di «missione», messo al centro del nostro rinnovamento dal CGS, per interpretarne il significato in forma indebita, adulterandone così la vera portata.

Orbene: il S. Padre ci ha raccomandato che per la revisione delle Costituzioni e dei Regolamenti e per la verifica della loro validità e attuazione, dessimo « il primo posto allo spirito religioso, che deve animare la tradizione ormai collaudata dall'esperienza e dall'insegnamento del Concilio VaticanoII ».

Il CG21 ha deciso che questa revisione e verifica si realizzino durante tutto il prossimo sessennio: di qui la particolare importanza operativa per noi della raccomandazione ricevuta.


578 5.1 Approfondimento della «missione». Dare il primo posto allo spirito religioso, ci dicie il Papa, è tiri criterio della stessa tradizione ecclesiale collaudato, ormai, sia dalla prassi esperienziale che dalla recente dottrina conciliare. Costituisce, quindi, un punto fermo su cui poggiare la nostra prospettiva di futuro.

Non si tratta di riaprire il famoso dibattito su «consacrazione e missione» per una impostazione distinta da quella studiata e approvata dal CGS, ma piuttosto di una stia conferma al di sopra di certe interpretazioni unilaterali apparse qua e là. La 1° Commissione, nell'«Allegato» delle modifiche ritenute opportune per la revisione definitiva delle Costituzioni, riferendosi all'impostazione, al titolo e alla terminologia del Capo IX delle Costituzioni, ha affermato giustamente che essi non rispecchiano in forma adeguata il contenuto sia della 3° parte che del Capo IX:

«La parte IlI e il Capo IX sono infatti intitolati 'Consacrazione' e negli articoli ricorrono spesso i termini 'consacrazione' e 'vita religiosa'; ma il contenuto corrispondente riguarda esclusivamente la professione e la pratica (lei consigli evangelici. Sembra che ciò non sia esatto; e questo è causa di una certa tensione tra consacrazione e missione, che nel testo attuale qua e là affiora. Pensiamo sia necessaria una chiarificazione: Con il termine

'Consacraaone religiosa' o 'Vita religiosa' crediamo si debba intendere la globalità della nostra vita di salesiani religiosi: essa parte dall'azione di Dio che chiama, consacra e manda per compiere una missione, e ad essa corrisponde la nostra offerta con cui... ci mettiamo a disposizione di Dio per la

missione che Egli ci affida»; quindi, «comprende diversi elementi che si integrano tra loro» (la pratica dei consigli evangelici, la missione apostolica e la vita di comunione), e che «non si possono separare! Se la tradizione ha legato la 'vita religiosa' essenzialmente alla pratica dei consigli evangelici, ciò è dovuto al fatto che questo è comune a tutti i progetti di vita religiosa; ma ciò noti significa che la vita religiosa si esaurisca nella pratica dei consigli evangelici».

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Dunque: per noi, Istituto di vita attiva, mettere al « primo posto lo spirito religioso» dovrà significare scoprire l'origine ultima e la fonte che alimenta permanentemente la missione salesiana.

La fede, infatti, ci assicura che ogni missione nel Popolo di Dio profluisce dalla «Fonte dell'amore» (AG 2) e che ogni impegno apostolico sgorga dalla carità di Dio Padre, si concretizza autenticamente attraverso Cristo, Capo della Chiesa, e si sviluppa e attua nello Spirito Santo.

Perciò la genuina missione salesiana non è né semplice. attivismo pragmatico, né sola iniziativa indipendente, né una specie di altruismo antropocentrico, ma è una vera partecipazione del mistero della Chiesa, la cui missione prolunga quella di Gesù Cristo, inserendosi in quella sua obbedienza (cfr Ebr 5,8) con cui offrì sé stesso al Padre per la vita del mondo.

Di qui l'assoluta necessità in ogni vera missione di una intensa unione con Dio. L'unione con Dio costituisce la caratteristica specificante dello spirito religioso (=«dono totale di sé a Dio sommamente amato» - LG 44); inoltre, secondo il valido giudizio di don Ceria, è proprio l'unione con Dio la più penetrante definizione della personalità del nostro Padre Don Bosco.

580

5.2 La cura di alcuni valori di unità. Uno degli aspetti più concreti dello spirito religioso è quello di vivere il Carrslna del Fondatore nelle sue varie componenti ed esigenze.

lí CG21 invita i confratelli a impegnarsi:

a. in una più profonda conoscenza di Don Bosco e della tradizione salesiana (cfr doc. 3° sulla Formazione, 1° parte); questo ci eviterà i pericoli della dimenticanza e di certe demitizzazioni falsificanti la storia;

b. in una più genuina mentalità religiosa, superando ormai alcune posizioni ideologiche più o meno di moda ma aliene dalle nostre Costituzioni e Regolamenti, e in dissonanza con l'esperienza ecclesiale e il magistero (cfr doc. 1, parte 2: « La comunità evangelizzata »; e doc. 5, n. 377-386);

c. inn una precisazione dell'ubbidienza salesiana, come radice più significativa per noi della disponibilità nella missione (cfr doc. 5, Modifiche all'art. 94 delle Cost.; 1'arl. 77bis dei Reg,; doc. 1, n. 41. 54-55. 155, 6. 1. 3. La 1° Comm., nel presentare l'art. 94 rinnovato, ci assicura che «vengono in tal modo meglio evidenziati sia l'importanza della corresponsabilità, sia il servizio dell'autorità). Questo ci aiuterà a ricordare che il voto di ubbidienza non lo abbiamo fatto alla comunità ma al Superiore, a cui ci si sottomette in spirito di fede (e Fr LG 42 e PC 14).

Questi tre aspetti (la conoscenza del Fondatore, la genuina mentalità religiosa e la precisazione dell'ubbidienza salesiana) sono valori privilegiati per l'unità della nostra Congregazione. A ragione il documento sulla Formazione insiste nel ricuperare la chiarezza di alcuni aspetti carismatici che assicurano la nostra identità nelle diversificazioni culturali.

In un legittimo processo di decentramento questi aspetti costituiscono il «polo teologale» del nostro carisma, da arnlonizzare con il «polo antropologico» delle pluriformità. Una preponderanza degli aspetti culturali propri delle particolarità dì una regione, magari esasperata da ciò che si è venuto chiamando il «complesso antiromano», rischia di danneggiare la vita dell'unità e la crescita della comunione; nel Popolo di Dio, la storia delle freddezze, delle distanze e delle spaccature tra questi due poli sono alla radice delle polarizzazioni e delle separazioni. Bisogna sempre mantenere uniti i due poli: nè valori carismatici con pura uniformità, né valori culturali con gli idoli di una ideologia o del nazionalismo! (N 13: Vi invito a rileggere con attenzione al riguardo il N. 62 dell'esortazione apostolica « Evangelii Nuntiandi»).

581 5.3 L'importanza vitale delle Costituzioni. Un progetto concreto e autorevole di convergenza, che misuri e difenda l'armonia tra i suddetti due poli, lo abbiamo nelle Costituzioni. Esse precedono in valore vocazionale e giudicano le nostre pluriformità; sono una piattaforma di unità, che precisa il comune spirito e i comuni obiettivi, e che delimita il servizio sia dell'autorità che delle iniziative della creatività. Solo la S. Sede, il CG e il Rettor Maggiore con il suo Consiglio possono interpretare autenticamente le Costituzioni (cfr Cost 199); quindi non sarebbe legittimo un pluralismo che le antecedesse in calore vocazionale o che volesse manipolarle in questo o quel senso secondo la mentalità più di snoda.

II CG21 ci ricorda che «l'obbligo di coscienza di osservarle... nasce dal vincolo liberamente assunto dal Confratello nella professione come personale risposta alla chiamata dei Signore (cfr Cost. 200). Vivere le Costituzioni è quiridi - per ogni Salesiano - un atto di fede in Gesù Cristo e nel suo Vangelo, un impegno di fedeltà a una vocazione ricevuta come dono nella Chiesa, una ‘via che conduce all'amore'» (n. 378).

Ecco allora un magnifico lavoro da sviluppare nei prossimi acuti: rilanciare il vero significato della Professione religiosa, e approfondire tra i confratelli il valore e la positività spirituale delle Costituzioni. Abbiamo la fortuna d'avere un testo costituzionale assai valido, con una formulazione che facilita il passaggio dalla lettura alla preghiera; possiamo così introdurre le nostre Costituzioni nei momenti più spirituali della vita personale e comunitaria.

582 5.4 La correlatività dei soci nella comunità. Infine, dare il primo posto allo spirito religioso significa per noi ricuperare tutto il senso della dimensione comunitaria salesiana: la comunità ispettoriale e locale, ci dice l'art. 34 delle Cost-, è il soggetto a cui viene affidata in primo luogo la nostra missione. Ciò porta con sé delle corrseguenze assai concrete, su cui si dovrà riflettere più realisticamente nella programmazione del nostro rinnovamento.

La prima, è l'urgenza di saper convivere con «un cuor solo e un'anima sola per testimoniare la carità che ci ha portati alla professione religiosa, e ce ne fa vivere la consacrazione.

La seconda, è l'importanza di conservare quello stile di vita e di apostolato «comunitario » che ci distingue nella Chiesa dagli Istituti secolari.

F la terza, sulla quale il CG21 ha centrato una parte qualificata dei suoi lavori, è quella della correlatività e complementarità dei soci - preti, diaconi, coadiutori - per cui vivono tutti in reciprocità di affetto e di corresponsabilità con una forma propria e originale. Questo terzo aspetto dovrà costituire uno speciale campo di impegni postcapitolari, come ho già detto sopra.

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Tali conseguenze esigono, in particolare, la piena rivalorizzazione della figura del SC, non solo dottrinalmente, ma soprattutto concretamente nello stile e nelle responsabilità di convivenza, nella formazione e nelle programmazioni apostoliche e, particolarmente, nella pastorale vocazionale.

Penso che, in molte zone, tale lavoro dovrà costituire un obiettivo privilegiato per saper presentare e assumere cori lealtà e penetrazione ciò che il S. Padre ci ha aiutato a distinguere: la uguaglianza vocazionale di tutti i confratelli dal particolare servizio comunitario del Direttore.

Anche il travaglio sperimentato in Capitolo, al riguardo, diverrà fonte di luce e dì generosità; e chi più ha studiato e sofferto nella sua ricerca di fedeltà a Don Bosco in questo campo, potrà influire più efficacemente sulla comprensione c sull'applicazione degli orientamenti capitolari pertinenti.

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6. Terzo obiettivo: L'animazione salesiana

Il terzo obiettivo da raggiungere è quello dell'animazione spirituale come «attività» che dall'interno fa cercare la partecipazione «di rulli ì membri nella vita del corpo »; l'animazione religiosa è il vero antidoto contro il pericolo dell'irtdìfferentismo e della perdita del senso di appartenenza.

Il documento della 2" Commissione ci indica che « il processo di animazione si manifesta nella crescita della corresponsabilità e nel riconoscimento della complementarità, come espressione di una coscienza adulta e di uno stadio di accresciuta maturità... Per noi Salesiani appare come momento e frutto della 'ragionevolezza' e della 'amorevolezza' dello stile di Don Bosco» (n. 46).

Il saper promuovere opportunamente l'animazione spirituale diverrà, dì fatto, l'elemento pratico più incisivo del nostro rinnovamento; essa tocca l'«anima»: l'anima di ognuno, l'anima della comunità, l'anima della Famiglia salesiana, ed è espressione della nostra docilità allo Spirito Santo, che è precisamente l'anima della Chiesa. E' con un Forte rinnovamento dell'animazione che ci sentiremo coinvolti nel clima di Pentecoste.

L'esortazione apostolica Evangelii Nuntiandi constata che «stiamo vivendo nella Chiesa un momento privilegiato dello Spirito» (n. 75), e perciò un

momento particolarmente in sintonia con le esigenze di una animazione che sappia percepire e seguire la presenza reale e l'iniziativa salvifica di Dio nella vita.

585 Infatti, in chiave di mistero ecclesiale, l animazione è strettamente vincolata con la presenza vivificatrice dello Spirito Santo, che anima organicamente tutta la Chiesa come «Corpo» che ha Cristo per «capo»; ossia, la sua animazione è ordinata a una comunità già costituita e articolata per ringiovanirne le energie, vivificarne le Funzioni e stimolarne l'operosità.

L'animazione non crea la comunità, ma la suppone e la vitalizza. L'animazione non dà origine a un'indipendenza individualista, bensì unisce e armonizza i vari doni e i differenti ministeri: è proprio dell'anima originare e nutrire l'identità, la comunione organica e il dinamismo di un vivente.

586 6.1 Vera novità di .stile. Impegnarsi nell'animazione significa curare prioritariamente alcuni aspetti strategici che fanno crescere il senso di appartenenza, la coscienza di corresponsabilità e l'entusiasmo adulto. Ciò comporta il delicato lavoro di convincimento delle libertà, le molteplici in interrelazioni di dialogo (reciprocità, capacità di ascolto, discernimento dei cuori, comunicazione), e il ricorso al clima di famiglia nelle sue svariate espressioni di bontà e di .Servizio.

Si tratta di costruire uno stile veramente nuovo di convivenza salesiana di maggior qualità spirituale, di più acuto zelo apostolico e di più profonda semplicità religiosa.

Per raggiungere questa novità di stile dovranno sentirsi impegnati tutti i coi fratelli; ma proprio per questo bisognerà concentrare gli sforzi su alcuni «animatori» specializzati, a livello ispettoriale, e, soprattutto, su una accurata rivalorizzazione del ruolo dell'autorità salesiana, particolarmente del Direttore. Già gli Schemi precapiiolari (cfr n. 246) avevano rimarcato le esigenze dei confratelli al riguardo, e tosi avevano auspicato che il ruolo del Direttore, denominato felicemente «ministero dell'animazione comunitaria», divenisse uno dei punti focali del CG 21.

587 6.2 La figura e la funzione del Direttore salesiano. Ve ne ho già parlato nel mio intervento del 24.1 u.s. Mi rimane persistente nel cuore l'accorato appello di don Rinaldi: «Miei carissimi Ispettori e Direttori, vi scongiuro nelle viscere della carità di N.S.G.C. di lar rivivere in voi e attorno a voi la tradizione della paternità spirituale, che purtroppo va spegnendosi, con grande danno delle anime giovanili e della nostra 1isiononiia salesiana» (cfr discorso citato),

La «paternità spirituale» di cui parla don Rinaldi è espressione di ministero sacerdotale, di quella «paternità» nella fede a cui allude spesso 5. Paolo (1 Tess 2,78 e 10-11; 1 Cor 4,14-21; 2 Cor 6,12-13; 12,14-15; Gal 4,19).

E' un dato di fatto che i Direttori salesiani sono sacerdoti; ecco allora il punto nodale: «spiritualizzare» oggi la funzione del Direttore salesiari(a si-

gnifica rileggere e rilanciare il ministero sacerdotale precisamente nel suo esercizio rinnovato di servitore della comunità; come ci ha detto il Papa, il Direttore deve poter guidare la comunità «con sapienza ecclesiale» valendosi dei «carismi dell'ordinazione sacerdotale ».

Urge, dunque, prendere molto seriamente in considerazione i criteri di salesianità indicati dal CG21 (cfr doc. l, n. 51) per una chiara e concreta «spiritualizzazione» del complesso ruolo affidalo al Direttore dalle Costituzioni (cfr doc. 1, n. 52) e dare. il primo posto nella programmazione dei prossimi lavori dei Consigli ispettoriali al ridimensionamento concreto del figura del Direttore.

E' indispensabile che l'Ispettore. con il suo Consiglio studi attentamente in ogni casa la possibilità di semplificazione dei compiti gestiti dal Direttore, secondo i criteri e le gerarchizzazioni indicati dal documento 1 (n. 51 e 52) chiarendo e precisando i ruoli complementari degli altri, in modo che appaia più incisiva e fedele la ligura e la funzione spirituale del Direttore.

La delicatezza e. l'importanza di una tale revisione esige dagli Ispettori e dai Direttori una continuata e intelligente verifica del nuovo modo di funzionamento del ministero del Direttore.

Sento proprio di star premendo, qui, in sintonia con la riattualizzazione del Sistema Preventivo, il bottone di lancio del nostro prossimo futuro: vediamo, cari Ispettori, se il famoso spirito d'iniziativa, del cui patrimonio ci sentiamo eredi, sa dimostrare veramente in questo delicato campo la sua vitalità creatrice e il suo proverbiale equilibrio di omogeneità con le fonti.

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6.3 La responsabilità per la Famiglia Salesiana.. Tra le risposte alla verifica del sessennio da parte del CG21 c'è stata la ristrutturazione di alcuni servizi del Consiglio Superiore; mi riferisco ora in particolare alla revisione dell'art. 141; nella sua riformulazione, l'articolo dice: « Il Consigliere per la Famiglia Salesiana ha il compito dì sensibilizzare e animare la Congregazione per il ruolo ad essa affidato nella Famiglia Salesiana, a norma dell'articolo 5».

Siamo chiamati, quindi, ad approfondire ancor meglio nel prossimo sessennio la realtà vocazionale della Famiglia Salesiana, provvidenzialmente riscoperta dal CGS; è cresciuto, ormai, un albero salesiano con molti rami, o, se preferite, un piccolo «bosco» salcsianof Questo è un fatto che implica degli impegni da programmare. Ma ora io intendo sottolineare semplicemente l'orizzonte di animazione che si apre cori questo tema, soprattutto per gli Ispettori e i Direttori.

Noi sappiamo che i diversi gruppi appartenenti alla Famiglia richiedono una animazione tale che, nella sua espressione fontale, quella più spirituale e pastorale, sia realmente «avvalorata dai carismi dell'ordinazione sacerdotale». Lo abbiamo sentito dalle FMA, dai Cooperatori, dalle VDB e dagli ExaIlievi, e lo sappiamo dall'esperienza che abbiamo con gli altri gruppi.

Allora qui si apre davvero un nuovo fronte; e ci sarà da preparare seriamente e con urgenza in ogni Ispettoria un contingente di animatori » adatti e competenti.

Poveri noi, dirà qualcuno, ma qui adesso tutta l'Ispettoria si deve mettere in stato di emergenza per la Formazione!

Eh, si, poco ci manca! -Non è il CG21 che ha inventato artificialmente tante urgenze formative, è la realtà più viva e più pressante che le reclama.

Dunque, bisognerà adeguarsi alle esigenze di questa realtà che ci circonda e decidersi a cambiare, in tutti i casi, la nostra mentalità manageriale di tipo attivistico, ricordando che nelle svolte della storia il futuro non sta dalla parte delle opere già stabilite, ma da quella delle persone, delle comunità e della Famiglia, in quanto costituiscono il soggetto vivo e permanente della vocazione salesiana. Sarà, perciò, importante considerare con particolare altcnzione gli orientamenti operativi del documento 1, ai numeri 61 e 79, non dimenticando quanto vi dicevo ieri sulla deiicatczza di alcuni problemi già sorti qua e là.

589 6.4 La devozione a Maria Ausiliatrice. Un aspetto particolarmente caratteristico, per noi, nel rilancio di una genuina animazione salesiana, è quello di saper riattualizzare in profondità dottrinale e in attualità pastorale la dirnelnsione mariana del nostro carina (ci r ACGS n. 105. 545).

Ne abbiamo già parlato in occasione della presenza tra noi del Consiglio Generalizio delle FMA e nella breve commemorazione del centenario della morte di Pio IX. Vi confesso la mia intima convinzione, sempre più lucida e più alta, che senza una tale ripresa non risulterà un « gran che » tutto il resto. La Congregazione è nata e cresciuta per l'intervento di Maria, e si rinnoverà nella misura con cui la Madonna ritornerà ad occupare il posto che le corrisponde nel nostro carisma.

Guardiamo alle origini della vocazione salesiana, guardiamo agli atteggiamenti e alle iniziative di Don Bosco, guardiamo al significato storico di questa devozione nella vita dei missionari e dei primi grandi discepoli di Don Bosco, e troveremo che l'espressione del nostro buon Padre che «Maria ha fatto tutto» perché Ella è la «fondatrice e la sostenitrice delle nostre opere» (cfr MB VI1,334) è un dato di fatto vocazionale; ed è una componente che tornerà a brillare con intensità ogni volta che ci rinnoviamo oggettivamente.

590 6.4.1 Il nostro atteggiamento mariano deve poggiare sai due linee portanti assai concrete, espressione realista della vera fede:

a. il mistero della risurrezione, per cui siamo sicuri che le realtà escatologiche operano già ora nella storia; in particolare la convinzione di fede che la «maternità di Maria nell'economia della grazia perdura senza soste...; difatti, assunta in cielo, non ha deposto questa funzione di salvezza» (LG 62);

b. e la concretezza del tratto personale di figliolanza, per cui ci inseriamo nei tessuto degli eventi salvifici non con la scienza degli «ideologi dei progetti, ma con la praticità operativa dei «monaci delle cose».

Don Bosco si è messo proprio su queste linee, e ha fatto della sua devozione alla Madonna un'espressione straordinaria di fede nella presenza dei valori pasquali nella storia, con la conseguente sua operosità veramente costrut-

tiva per la società umana. Dobbiamo, come lui, inserirci nel vivo del movimento mariano più attuale, incrementando con ogni cura la devozione all'Ausiliatrice; e ciò, nell'ambito operativo da lui preferito. Infatti, anche in questo campo, come al solito, «l'attitudine di Don Bosco è quella dell'educatore cristiano e del pastore di anime, più che del teologo speculativo» (P. Stella, D. Bosco, Il, pag. 152).

Credo utile, al riguardo, sottolineare un aspetto che vi ho già ricordato in altre occasioni. La devozione di Don Bosco alla Madonna, vista come Ausiliatrice del Popolo cristiano, è legata agli avvenimenti concreti dell'esistenza, si immerge nel corso vivo della storia, nei suoi labirinti e nelle sue passioni, ma rimane chiaramente escatologica (Don Bosco direbbe «religiosa»); non si trasforma in una «crociata di cristianità»; sente e partecipa alle vicissitudini socio-culturali e ai continui nuovi assetti dei popoli nell'ininterrotto processo di un nuovo grado di liberazione, ma non diviene mai politica; è realista, ma trascendente, in piena sintonia con la specifica missione della Chiesa (cfr GS 42).

591

6.4.2 Aggiungo un'ultima osservazione sulla nostra caratteristica mariana, che dobbiamo rilanciare. La devozione a Maria Ausiliatrice è, da una parte, uno stile di figliolanza, o un'angolatura spirituale, con cui si contemplano e si proclamano i diversi aspetti salvifici e i differenti titoli di grazia con cui la Chiesa venera la Madonna; quindi e una devozione non di concorrenza ma di moltiplicazione e di operosità ecclesiale.

Dall'altra parte, per noi e la nostra Famiglia, la devozione all'Ausiliatrice costituisce una vera sintesi della fisionomia spirituale salesiana, perché ne esprime vitalmente le componenti di trascendenza religiosa, di realismo pedagogico, di speranza operativa e di incondizionata bontà.

Il Rettor Maggiore ha chiesto alle FMA di sentirsi privilegiate in questa comune responsabilità di una vera ripresa della devozione a Maria Ausiliatrice in tutta la Famiglia Salesiana; a noi tocca, nelle Ispettorie e particolarmente nei Santuari a Lei dedicati, suscitare con entusiasmo e criterio rinnovato tante iniziative di collaborazione. Un nuovo risveglio mariano ci farà capire e ripetere quanto Don Bosco scriveva a don Cagliero: «Confidate ogni cosa in Gesù Sacramentato e in Maria Ausiliatrice e vedrete che cosa sono i miracoli» (M B XI, 395).

7. Conclusione592

Cari Confratelli capitolari, finisco.

Ho voluto concludere le nostre sessioni con un saggio di visione sintetica in prospettiva per i nostri impegni postcapitolari; le riflessioni che vi ho comunicate, spero servano a svegliare l'urgenza di una meditazione personale in ognuno dei Capitolari sull'insieme dei documenti e degli eventi che ormai si chiameranno il CG21: dobbiamo sapervi scoprire il soffio dello Spirito per le principali linee programmatiche della nostra azione.

Giovedì scorso il carri. E. Pironio, con l'impagahilc dono della sua visita, ci ha messi in gioiosa sintonia con lo Spirito Santo per saper interpretare e applicare il Capitolo Generale: approl.ittiamo della straordinaria ricchc»a e concretezza pastorale sia della sua conversazione che della sua omelia.

Io ringrazio tutti voi per il patrimonio di comunione salesiana costruito e vissuto insieme in questi mesi, e mi associo con vivissima gratitudine a quanto ha già espresso fraternamente il nostro don Giuseppe Sangalli.

E prima di uscire per prepararci alla celebrazione eucaristica di chiusura, vogliate ancora ascoltare il saluto finale che Don Bosco rivolgeva ai Capitolari del CG3 a Valsalice nel 1883: «Tornando alle vostre case, saluterete i confratelli e tutti i giovanetti. Portale il pensiero che la gloria della Congregazione è con voi: tutto sta nelle vostre rriani. L'aiuto di Dio non rnanchcrà. Avete a Torino degli amici e un Padre. Pregate per lisi ed egli non si scorderà dì voi nella 5. Messa» (MB XIII, 418).

Anche alla casa generalizia di Roma sarà così.



Grazie!

Roma, 12 febbraio 1978

ALLEGATO 17

2 Cronistoria del CG21

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1. L'arrivo dei Capitolari (18-22 ottobre 1977)

Estate 77: man mano sì avvicina la scadenza i lavori di preparazione della grande assemblea capitolare assumono un ritmo vertiginoso, tutto deve essere pronto per accogliere nel miglior modo possibile i 184 capitolari e gli osservatori provenienti dai cinque continenti. «Ci avete aspettati e amati ancor prima di conoscerci » confessa ammirato un capitolare.

Ad essi crano già stati inviati per tempo gli «Schemi precapitolari», il Regolamento del CG21 e il modulo per la scelta del futuro tema e relativa commissione di lavoro.

Mentre nella casa generalizia fervono gli ultimi preparativi, cominciano a far capolino i primi capitolari, che poi confluiscono sempre più numerosi via via che si avvicina la data fissata. E' un incontro festoso di vecchi e nuovi amici, la cui gioia contagia anche chi, per la prima volta, tirnidamente, mette piede alla «Pisana ». E' tempo di ricordi e di nuove conoscenze.


2. Gli Esercizi Spirituali (23-29 ottobre 1977)

Domenica 23 ottobre, giornata missionaria mondiale, iniziano gli Esercizi Spirituali. Con la loro pausa di silenzio e di riflessione permettono dì passare dalle preoccupazioni e dalle urgenze quotidiane a un progressivo clima di comunione, di ricerca interiore e di distanza critica dai problemi, oltre che di necessaria carica spirituale

1 primi giorni si svolgono nel modo tradizionale. mens. Filippo Franceschi, con le sue meditazioni, introduce i capitolari in una dimensione di servizio pienamente ecclesiale e salesiano. La solenne liturgia penitenziale conclude uno stile e ne apre un altro. Nei restanti due giorni (27-28 ottobre), gli esercitandi sono avviati, sotto la guida di padre Luis Gonzalez, sj, a un esercizio concreto dì «discernimento degli spiriti», come preparazione spirituale e psicologica alle discussioni capitolari.

29 ottobre: la prima impegnativa tappa del cammino capitolare si conclude nella ricorrenza liturgica del beato Michele Rua.

3. Apertura del CG21 (31 ottobre 1977)

3l ottobre: solenne apertura del CG21. La concelebrazione eucaristica presieduta dal carri. Eduardo Pironio, prefetto della S. Congregazione dei Religiosi, crea il clima spirituale necessario per cogliere la profondità salvifica dell'avvenimento.

Ore 10,30, nell'Aula magna, gremita di capitolari, invitati, membri della Famiglia Salesiana e amici, ha luogo la prima seduta plenaria. Tutti, ad una sola voce pregano: «Eccoci, Signore, Spirito Santo, eccoci alla tua presenza... vieni a noi. —insegnaci quello che dobbiamo fare, la meta da raggiungere... sii tu la nostra guida... uniscici. Amen».

Il Regolatore, presentato dal Rettor Maggiore, costituisce l'uFFicio di Segreteria. Segue quindi la lettura del messaggio inviato da Paolo VI per mezzo del Segretario di Stato, card. G. Villot.

Molti i messaggi augurali e le adesioni. Tra questi il più toccante, viene dal Viet Nam: « Uniti in preghiera e nello spirito salesiano, con il CG21 ci impegnato alla fedeltà a Don Bosco e alla missione salesiana. Confratelli Vietnamiti».

Il Rettor Maggiore pronuncia il discorso di apertura. Questo capitolo, dice, cade esattamente nel centenario del primo Capitolo Generale della Congregazione Salesiana. Il suo compito è di essere il « capitolo della verità ».

li card. Pironio individua nel capitolo tre dimensioni: esso è, dice, un avvenimento salvifico, ecclesiale e familiare. E ci lascia con un «arrivederci».

Questa prima giornata ha anche un altro polo di interesse: la «Relazione generale sullo stato della congregazione», del Rettor Maggiore don Luigi Ricceri. Ampia, articolata, documentata, aperta alle luci e alle ombre. Su dì essa i capitolari sono invitati a riflettere come base di partenza per la « verifica » che dovranno compiere.


4. li volto della Congregazione

E' un mondo vario, complesso e ricco di espressioni diverse come il volto della Congregazione quello che rappresentano e in certo qual modo riproducono i 210 salesiani direttamente impegnati nel CG21: 184 capitolari, 10 osservatori, 7 addetti all'uff-icio segreteria, 8 alla traduzione simultanea e uno alla regia del complesso sistema elettronico della sala capitolare.

Ci sono lentezze inevitabili che nascono dal numero elevato dei capitolari; ci sono problemi di comunicazione e di comprensione dovuti alla varietà delle lingue; di FFicollà che emergono dalla presenza contemporanea di mentalità, esigenze, sensibilità e problematiche che riflettono realtà e situazioni, non solo geogralieamente, ma culturalmente molto distanti. Su tutto però domina l'amore a Don Bosco e alla Congregazione, e una gran voglia di lavorare.

5. Novembre: "primi passi"

Le giornate capitolari s'inlittisconu, via via, di impegni di lavoro e di studio. L'orario quotidiano è distribuito in modo da dare spazio alla preghiera comunitaria, allo studio personale, e agli incontri di gruppo e assembleari.

La complessa macchina capitolare si mette gradatamente in movimento, costituendo gli strumenti necessari per il suo buon funzionamento. Approva con celerità il Regolamento, riservandosi di rivedere, come avverrà di fatto, quelle norme che creassero difficoltà. Vengono eletti i Moderatori, i quali, insieme al Presidente e al Regolatore formano l'ufficio di Presidenza del CG21. Pochi giorni dopo si costituisce la Commìssione Centrale di Coordinamento. Anche le Commissioni, proposte a suo tempo dal Consiglio Superiore, dopo un lungo e approfondito dibattito, ottengono il via dall'Assemblea. Il gruppo di lavoro del «Salesiano Coadiutore», a motivo dell'importanza del tema, viene costituito in Commissione, con il diritto, quindi, di portare i risultati del suo lavoro direttamente in Assemblea generale, senza passare attraverso altre Commissioni. Un altro passo importante verso la «normalizzazione» è l'elezione dei responsabili provvisori delle Commissioni. Appena la reciproca conoscenza lo permetterà, si procederà alla definizione degli organi direttivi delle Commissioni e Sottocommissioni. Per questioni procedurali e regolamentari dubbie, ci si affida alla competenza della Commissione per il Regolamento, mentre alla informazione tempestiva dei confratelli si provvede con la Commissione per l'Informazione. Suo compito è informare tutto il mondo salesiano sui lavori del CG21 con «Notizie» frequenti e oggettive.

4-5 novembre. Il Rettor Maggiore risponde alle richieste di chiarimenti sulla Relazione Generale. Tali richieste sono numerose e articolate e toccano, in un clima dì libertà e di franchezza, tutti i punti qualificanti della Relazione. Gli interventi manifestano convergenze, ma anche divergenze, rispetto all'analisi offerta. C'è chi rileva l'emergere di una Congregazione dai contorni molto rilevati nonostante i chiaroscuri, e c'è chi ha la sensazione di una venatura di pessimismo nel valutarne la realtà e la storia recente. Con altrettanta franchezza, il Rettor Maggiore risponde che «ha guardato alla Congregazione con la sincerità e l'amore di un figlio che ama sua madre, ma che non chiude gli occhi di fronte ai pericoli che la minacciano... Non sono pessimista, conclude, ma neppure un facile ottimista... l'ottimismo è nelle mani di ciascuno di noi».


6. "La lettera del Papa"

Il messaggio di S.S. Paolo VI, inviato per mezzo del card. G. Villot, sarà costantemente presente nei lavori capitolari, suscitando, fin dalle prime battute, qualche perplessità e dubbio, sul suo significato e la sua portata.

La risposta del Rettor Maggiore è chiara e salesiana. Cita Part. 128 delle Costituzioni: «La società salesiana riconosce come supremo Superiore il Sommo Pontefice». E prosegue: «Il Rettor Maggiore vede nel Papa, col

cuore di Don Bosco, il suo direi lo superiore, e soprattutto il padre ani antissimo e benevolissimo della Congregazione. Questa lettera, egli dice, «è come un invito a riflettere seriamente su un problema londamentalc della Congregazione quale è la nostra identità. Non quindi un condizionamento, ma ti n aiuto di chi solo ha tutta l'autorità sulla Congregazione, ...e da grande amico qual è, ne ha a cuore la vitalità e la fecondità... Per questo noi abbiamo da essere grati al santo Padre Paolo VI,.


7. Ne parlano i giornali

«Aperto confronto per i Salesiani». «Giunti da tutto il inondo per offrire nuovi indirizzi alla Congregazione. «A 100 anni dal Capitolo tenuto da Don Bosco, il 21" CG dei Salesiani». « 1 Salesiani alla ricerca dei 'più poveri' del mondo ». ,, Il futuro della Congregazione ». « I Salesiani riuniti a Roma cercano le nuove vie dopo una severa crisi»... Questi alcuni titoli dei quotidiani italiani ; avvertono chiaramente che il CG 21 «segnerà una tappa decisiva per la Congregazione.».


8. Una grande famiglia

Il CG2l, col passar dei giorni, accorcia le distanze psicologiche e diventa sempre più comunità, famiglia capitolare. I momenti di incontro informali facilitano i contatti. Gli intervalli dal lavoro capitolare sono colti come momenti preziosi per lo scambio di un parere, per una confidenza, per un consiglio... A mensa, nella libera scelta del posto, si allarga la cerchia delle conoscenze e dello scambio delle esperienze.

La fantasia è messa a servizio della gioia comune, e sì organizzano incontri di lraternità in occasione di compleanni e onomastici. Anche nell'Aula capitolare si conserva costantemente il senso de1l'humor: antidoto infallibile contro lo scoraggiamento e tonico per la rapida ripresa dopo il momento della tensione. Lo spirito d'iniziativa e la gioia fraterna si esprimono ad un alto livello nella celebrazione dell'accademia in onore dell'Immacolata, e nella serata di fraternità di metà gennaio in onore dei nuovi Superiori, con ii saluto riconoscente a chi concludeva il suo servizio, in particolar modo a don Ricccri. Il nuovo Rettor Maggiore cornrnenta: «...lo spirito salesiano?... Non si descrive, lo si vive cosi».


9. La "questione previa"

Giovedì 10 novembre. La Commissione I'' «Costituzioni e Regolamenti» sottopone all'attenzione dell'Assemblea una grossa questione che ritiene previa al suo lavoro e a quello dello stesso CG21: «Approvazione definitiva delle Costituzioni e dei Regolamenti, o prosecuzione dell'esperimento per un altro sessennio, con eventuali ritocchi e modifiche?». Le argoinentazioni a lavare dell'una o dell'altra ipotesi sono numerose e bere documentati. Tuttavia la maggior parte di coloro che prendono la parola in Aula si

pronunciano per un prolungamento della sperimentazione, anche se non pochi insistono che un eventuale nuovo sessennio «ad experimentum », non deve precludere a priori la possibilità di apportare al testo costituzionale modifiche anche sostanziali. Ulteriormente precisata, la questione previa viene messa a voto sondaggio, che conferma ampiamente l'orientamento emerso già nel dibattito,


10. Posta di famiglia

Ai primi di novembre giunge inaspettata una lettera dal Viet Nam, Sono i nostri confratelli salesiani. Sì rammaricano dì non poter essere presenti al CG21, tuttavia assicurano la loro unione spirituale con l'assistenza delle loro preghiere e con il loro ricco «bouquet» dì sacrifici offerti al Signore. «Don Bosco è con noi, se ci manteniamo Fedeli al suo ideale»,

28 novembre, il postino ribassa alla porta. Don Ziggiotti scrive al Rettor Maggiore e a tutto il Capitolo: «Sono felice dì poter collaborare, ma solo con l'offerta totale della mia vecchiaia, dopo 78 anni di vita salesiana».


11. Un lavoro nascosto

Passano le settimane del CG21. Qualcuno, preso dall'impazienza e dalla fretta, vorrebbe vedere qualche frutto, mentre le Assemblee plenarie si diradano. .Dove sono i capitolari? Sono l'abile e talvolta energica guida dei Presidenti delle Commissioni, essi stanno compiendo lavori di scavo, (li fondazione, di progettazione dell'edificio del CG21. Accumulano materiali da costruzione, selezionano progetti, stendono e confrontano scherni.., Si tratta di un lavoro non appariscente, non rilevabile immediatamente, che richiede tempo, fatica, pazienza. Lo si apprezzerà quando, sulle fondamenta, si vedranno spuntare e delinearsi le strutture dell'edificio capitolare.

Intanto per i corridoi della Pisana eccheggia Fino a tarda notte il ticchettio delle macchine da scrivere, mentre solisticati «torchi» gemono infaticabili nella stamperia. Le Commissioni sono al lavoro. Si studia, si ricerca, si va alle fonti... Si alternano momenti dì studio e dì riflessione personale ad incontri dì Sottocommissione e Commissione. Ci si ritrova parecchie volte al giorno, si discute anche animatamente, si imbastiscono schemi,,. Alcune Commissioni sembrano camminare decise verso il dibattito assembleare, altre segnano il passo tra difficoltà e indecisioni, ma in ogni caso i lavori procedono, i diversi temi prendono contorni... Il Capitolo entra nel vivo dei problemi ai quali è chiamato a dare una risposta.


12. Dicembre: "Le prime gemme"

Ai primi dì dicembre la prima Commissione presenta in Aula un documento di lavoro su ile «strutture di governo a livello mondiale». La scelta dì questo tema è, per così dire, comandato dall'avvicinarsi della elezione del Rettor Maggiore e del suo Consiglio. La Commissione chiede un pronunciamento

sulla ristrutturazione di alcuni «dicasteri», sulla figura e sul numero dei Consiglieri regionali e sulla situazione speciale in cui si trovano le Ispettoric della Polonia. Nel dibattito si delineano le varie posizioni, chiarite successivamente da quesiti sondaggio.

Tra i compiti del CG21 si annovera anche lo studio dei problemi dell'UPS-Opera PAS, cui si dedica un gruppo di lavoro. Un'ampia relazione del Consigliere per la Formazione mette in luce i passi compiuti in questi 6 anni, sottolineando particolarmente l'elevazione dell'Ateneo Salesiano al grado di Università Ecclesiastica; documenta il lavoro sin qui svolto, e i problemi che attendono una soluzione.


13. La preghiera

La preghiera costituisce quotidianamente i momenti forti del Capitolo. L'Eucaristia, celebrata per gruppi linguistici o comunitariamente, diviene il cuore e il segno della comunione capitolare. Sì vivono con più intensità anche le tappe dell'anno liturgico attraverso la celebrazione della Parola di Dio: Cristo Re, Avvento, Immacolata, Natale... Particolarmente sentite le feste salesiane: quella dei beato Michele Rua, san Francesco di Sales, Don Bosco. E' la prima volta nella storia della Congregazione che un Capitolo Generale si trova riunito nel giorno della festa del Fondatore. li tempio di Don Bosco in Roma accoglie i capitolari per una solenne concclebrazione presieduta dal card. Felici.

L'attività febbrile non impedisce di trovare il tempo per alcuni ritiri spirituali, guidati dal carri. Gabriele Garrone, e da don Giuseppe Aubry. E' il momento salutare della pausa dello spirito e di più intimo incontro con Dio.

L'ultimo mese vede nascere una iniziativa spontanea di preghiera. Un nutrito gruppo dì capitolari accompagnano il lavoro con una mezz'ora quotidiana di adorazione del Santissimo.


14, Segni di stanchezza

Il tempo passa, e il pensiero va alle proprie Ispettorie. al molto lavoro che aspetta, ai confratelli.., mentre il CG2I avanza ingoiando giorni senza che se ne intravveda la fine.

Il 9 dicembre la Presidenza prende l'iniziativa e interpella l'Assemblea sull'opportunilà di progettare la chiusura dei lavori capitolari non oltre il periodo di tempo compreso tra il 15 e il 25 gennaio. La risposta positiva, esprime soprattutto la speranza e la volontà dì condurre in porto con sereni[à e ottimismo il lavoro intrapreso.


15. Il settimo Successore di Don Bosco

Lo stesso 9 dicembre, l'Assemblea, interpellata, decide che è tempo di eleggere il Successore di Don Bosco. 1 capitolari, con vivo senso dì respon-

sabilità, chiedono e danno utili informazioni sui possibili candidati, ma soprattutto cercano luce e consiglio, personalmente e comunitariamente, nella preghiera intensa e prolungata.

15 dicembre. La giornata si apre con la Concelebrazione plenaria. Il Presidente prega: «Padre... illuminaci nella scelta che dobbiamo fare, accompagna con il tuo Spirito coloro che sono eletti... ».

Ore 9,00: Assemblea plenaria. Quando alla seconda votazione, la voce dello scrutatore ripete per la 92-` volta il nome di don Egidio Viganò, scoppia l'applauso attorno al nuovo padre: Don Bosco ha il suo settimo successore!

I ilashes fissano questi momenti storici, festosi e commossi genuinamente salesiani. Sul palco della Presidenza don Ricceri accoglie il neo-eletto con un caldo e affettuoso abbraccio. Alla domanda di rito, don Vigano risponde: «Accetto con grandissima speranza».

La notizia si diffonde in un baleno in tutto il mondo salesiano: non si conoscono distanze. Piovono i telegrammi di felicitazioni da tutti i continenti.

I «grandi elettori» si ritrovano per eleggere prima il Vicario del Rcttor Maggiore, il giorno 19, poi i membri del Consiglio Superiore incaricati di settori speciali, il 22; e, infine, il 27 dicembre, i 7 Regionali. Tutti gli eletti, «ripetenti», «promossi» o «matricole», come si definiscono, accettano il loro mandato con la serena convinzione che nel CG21 si è manifestata la volontà di Dio.


16. Le Buone Notti

Fin dai primi giorni del Capitolo la Buona Notte è diventata uno dei momenti forti e attesi della giornata. Durante gli Esercizi Spirituali la diede il Rettor Maggiore, che illustrò alcuni temi di famiglia. In seguito si sono succeduti al microfono della sera, con un ordine che ubbidiva a criteri non ben definiti i Superiori e gli Ispettori.

E' chiaro che i «due o tre minuti» tradizionali non erano sufficienti. Si dilatarono a 15, a 20... seguiti sempre con estremo interesse, perché andavano delineando davanti agli occhi dei capitolari il volto della Congregazione nei suoi tratti più significativi. Ne risultò come un grande affresco, o un mosaico, che rivelava la realtà della Famiglia Salesiana nella Chiesa e nel mondo. Sera dopo sera, a mano a mano che le tessere del mosaico si aggiungevano le une alle altre, l'immagine della Congregazione appariva grandiosa e suggestiva, con le sue luci e le sue ombre, con le sue prospettive e i suoi limiti, con le sue realizzazioni concrete e le sue speranze affidate alla benedizione di Dio e alla buona volontà degli uomini.


17. "Si va avanti"

La prima Commissione prosegue nel suo lavoro presentando all'Assemblea lo schema sulle strutture di governo a livello ispettoriale e locale, e concre-

tizzando il suo lavoro in alcune proposte di modifica degli articoli costituzionali.

Il 20 dicembre, la Commissione IV ha il suo primo impatto con l'Assennblea. Presenta «Alcuni orientamenti sull'identità e problemi inerenti alla pastorale vocazionale e alla formazione del Salesiano Coadiutore.

Il 22 è la volta della Commissione III con il suo documento su «La formazione alla vita salesiana ».

Ultimo, desideratissimo e..- trionfale, entra in aula il «doeumentone» della Commissione 11: « I salesiani evangelizzatori dei giovani. E' il 31 dicembre, e il canto del Te Deum, quella sera di fine anno, è più convinto e solenne.



18. La giornata degli assenti

11 17 dicembre, la comunità capitolare si stringe in fraterna amicizia attorno ad un gruppo di confratelli originari dei paesi dell'est europeo nella giornata dedicata al ricordo e alla preghiera per le Ispettorie e i confratelli forzatamente assenti dal CG2I. Vi partecipano anche i ragazzi dei collegi Lituano, Slovacco e Ucraino dì Roma, i quali presentano un applaudito trattenimento folkloristico.

Attorno all'altare, durante la Concelebrazione plenaria, si rende testimonianza alla eroica fedeltà di questi nostri confratelli alla loro vocazione salesiana, mentre i canti dei giovani Ucraini e Slovacchi creano un'atmosfera di profonda e commossa preghiera per- i fratelli perseguitati.



19. Gennaio: "a tappe forzate"

I problemi e i tempi incalzano. I Fogli stani patì si ammucchiano sul tavolo di lavoro, la cartella si ingrossa: c'è già chi ricorre alla borsa... Qualcuno pensa anche ad n.In possibile carrettino targalo CG21... 11 tempo vola. l.a Presidenza ricorre a soluzioni «forti»: si lavorerà anche dopo cena in Commissione e Sottocommissione, e il sabato pomeriggio in Assemblea.

11 6 gennaio, la Commissione IV sottopone allo studio e al dibattito il tema: «Partecipazione alla vita e al governo della Congregazione». Un paragrafo tratta in forma interrogativa del Salesiano Coadiutore coree possibile superiore della comunità Tutti avvertono che si sta toccando qualcosa di estremamente delicato e decisivo per la nostra identità salesiana. La Commissione Centrale di Coordinarrtento, in dialogo con la Commissione, chiede alla Assemblea di pronunciarsi. ln concordanza con la lettera del card. G. Villot, essa conferma la tradizione salesiana codificata dal CGS nell'art. 35 delle Costituzioni.

UI 1 gennaio, la Corri missìone l'', completato il suo complesso lavoro, porta in aula le conclusioni sulla revisione delle Costituzioni e dei Regolamenti.

Pochi giorni dopo, anche il documento sull'UPS-Opera PAS è pronto per affrontare il dibattito in aula.

I dibattiti si succedono incalzanti, vivaci, critici. E' un vaglio severo, ma costruttivo. Pur nella ferma cortesia dei Moderatori di turno, di tre minuti in tre minuti si divorano i tempi di lavoro e le giornate. Gli interventi orali e le centinaia di interventi scritti che piovono sulle Commissioni arricchiscono di contenuti e di prospettiva gli schemi, dando loro una forma sempre più capitolare.

Man mano che un documento esce dall'aula «martirizzato», riprende feb-brile. il lavoro delle Commissioni e degli esperti fino alle ore piccole. Gli stakanovisti della macchina per scrivere lottano col tempo.

20. "A un mese esatto..."

A un mese esatto dalla sua elezione, il Rettor Maggiore comunica ai capitolari alcune sue riflessioni sull'andamento dei lavori. Una prima cos-tatazione è che bisognerà superare la data del 25 gennaio. Dopo una breve panoramica sul lavoro fin qui svolto, conclude invitando i capitolari «a una coricentrazionc di sforzi e a un supplemento di ottimismo per vivere e lavorare insieme, nei giorni che rimangono, nel dinamismo della speranza».

21. Incontri con la Famiglia Salesiana

Il 7 gennaio, i delegati dei Cooperatori, degli Exallievi e la rappresentante della Responsabile maggiore delle VDB fanno visita al CG21. Hanno un primo incontro con la Sottocommissione incaricata di studiare i rapporti con la Famiglia Salesiana. Ai capitolari rivolgono l'augurio di una sempre più ampia e feconda collaborazione. «Questa visita, commenta il Retior Maggiore, è una folata di vento primaverile sul Capitolo».

28 gennaio. Il Rettor Maggiore lo definì «un gesto ispirato e un dono dello Spirito Santo»: il Consiglio Superiore delle FMA, guidato dalla Madre Generale, sì incontra con il Consiglio Superiore dei Salesiani e con il Capitolo Generale. Le FMA hanno accolto la «slida» lanciata loro dal Rettor Maggiore di assumersi l'animazione mariana nella famiglia di Don Bosco. Madre Ersilia Canta, leggendo il messaggio delle FMA al Capitolo Generale afferma, rivolta al Rettor Maggiore: «Non poteva darci consegna più gradita, accolta con animo commosso e ben possiamo dire esultante ».

22. L'Udienza speciale di 5.S. Paolo VI (26 gennaio 1978)

li n giorno a lungo atteso! Di buon mattino i Capitolari si portano in Vaticano. Si preparano all'incontro con il Papa, successore di Pietro, con il canto della professione di fede davanti all'Altare della CoiFcssione. Poi attendono, sotto il vigile sguardo della guardia svizzera, di poter varcare il larnoso portone di bronzo. Finalmente si entra. Comodamente sistemati nella Sala Clementina, si attende non senza impazienza, l'ingresso del Papa. Paolo VI appare sorridente alle 12,30, accolto da un applauso fragoroso.

Dopo il saluto del Rcttnr Maggiore, Egli si rivolge agli attentissimi capitolari.

La sua parola semplice e affettuosa scende dolce e amica nel profondo dell'animo per restarvi indimenticabile. Molti gli occhi lucidi. «Figli carissimi, i ragazzi e i giovani vi chiamano, vi attendono. Io vorrei essere adesso l'interprete dì questa chiamata, che è, direi, sospesa nell'atmosfera della storia. La gioventù vi chiama, ha bisogno di voi...».

23. Verso la conclusione

Dal 23 gennaio al 4 febbraio, gli schernì capitolari, rimessi a nuovo, ritornano in aula, per sottoporsi a nuova e puntigliosa verifica.

Le prime votazioni causano una grandinata dì «modi». Le Commissioni

esaminano, vagliano, recepiscono: cadono i rami secchi e i punti incerti

vengono ulteriormente approfonditi.

24. li servizio dell'autorità

Su alcuni punti degli schemi, come sulle nuove presenze», sulle parrocchie, sui destinatari, sull'UPS... l'Assemblea si vivacizza particolarmente, talvolta segnando il passo nella contrapposizione delle parti. La parola chiara del Rettor Maggiore, offerta in spirito di servizio, penetra nel vivo della problematica superando gli angusti limiti della polemica e la proietta in una costruttiva prospettiva di futuro. Anche sul delicato tema della vita e del governo della Congregazione, egli «sente il dovere di coscienza di intervenire in qualità di Rettor Maggiore. 1 calorosi applausi dì consenso da parte della Assemblea sono la risposta più eloquente.

25. Febbraio: l'approvazione dei Documenti del CG21

Ancora una volta, gli schemi, minuziosamente rivisti, ritoccati e riformulati entrano in aula per la battaglia conclusiva del voto finale. A uno a uno i cinque schemi, tra il 6 e l'1l febbraio, superano brillantemente l'esame di maturità: e diventano «i Documenti del CG2l ».

26. "Gaudete in Domino semper"

[l 9 lebbraio, il card. E. Pironio, fedele al suo «arrivederci» d'apertura del CG21, ritorna a incontrare i capitolari. La sua conversione familiare e l'omelia sono un costante invito alla gioia: « "Gaudete in Domino, semper", perché se il CG21 è stato una vera celebrazione pasquale, è successo nella Chiesa qualcosa di definitivamente nuovo... Questa novità significa il passaggio del Signore e la azione tra sf o rm a trice dello Spirito».

27. Conclusione del CG21 (12 febbraio 1978)

Alle ore 9, sbrigate le formalità richieste dal Regolamento del CG21, l'Assemblea per bocca di un capitolare, esprime il suo grazie al Signore e a tutti

quelli che hanno permesso la buona riuscita del Capitolo. Poi, con profonda attenzione, ascolta il discorso di chiusura. Sulla base del lavoro fatto in questi mesi di Capitolo Generale, il Rettor Maggiore prospetta le mete e gli orientamenti di fondo per il prossimo sessennio. Conclude salutando i capitolari con le stesse parole pronunciate da Don Bosco alla chiusura del CG3: «Tornando alle vostre case, saluterete i confratelli e tutti i giovanetti. Portate il pensiero che la gloria della Congregazione è con voi: tutto sta nelle vostre mani. L'aiuto di Dio non mancherà» (1883).

Ore 11,30: Concelehrazione eucaristica insieme ai rappresentanti della Famiglia Salesiana. 1l Capitolo, iniziato nella giornata missionaria mondiale e maturato nella consapevolezza del suo impegno evangelizzatore verso i giovani, si conclude con un gesto profondamente significativo e al tempo stesso profetico: la consegna del Crocefisso di missionario a un capitolare delle Filippine che parte per l'Etiopia.

La mensa fraterna, allietata anche dalla presenza dei rappresentanti della Famiglia Salesiana, è l'ultimo atto della comunità capitolare.

Si parte. La gioia del ritorno a casa, al proprio lavoro, si vela di nostalgia: si lasciano i molti amici, la gioia di una intensa fraternità, l'irrepetibile esperienza del CG21. Ma non è un addio, è un arrivederci pieno di speranza.













Una cronaca dettagliata del CG21 si trova negli 11 numeri delle «Notizie del CG 21 », redatti dalla Commissione per ì'Inlormazinnee inviati alle cc) rnunità della Congregazione in italiano, spagnola, inglese e portoghese.

ALLEGATO 18

Elenco dei partecipanti

al Capitolo Generale 21





CAPITOLARI

1. pon Luigi RICCERI, Rettor Maggiore

2. Don Gaetano SCRIVO, Vicario

3. Don Egidio VIGANO', Cons. per la Formazione del personale

4. Don Giovenale DHO, Cons. per la pastorale giovanile

5. Don Giovanni RAINERI, Cons. per la pastorale degli adulti

6. Don Bernardo TOHILL, Cons. per Ie Missioni

7. Don Ruggiero PILLA, Economo Generale

8. Don Luigi FlORA, Cons. regionale

9. Don Giuseppe HENRIQUEZ, Cons. regionale

10. Don Antonio MELIDA, Cons. regionale

11. Don Giovanni TER SCHURE, Cons. regionale

12. Don Giovanni Edmondo VECCHI, Cons. regionale

13. Don Giorgio WILLIAMS, Cons. regionale

14. Don Decio TEIXEIRA, Procuratore Generale

15. Don Raffaele FARINA, Regolatore del CG2l


1. GRUPPO: Ispettorie dell'ltalia e del Medio Oriente

16. Don Carlo MELIS

Ispettore

Italia-Adriatica

17. Don Nazzareno CENTIONI

Delegato

Italia-Adriatica

18. Don Felice RIZZINI

Ispettore

Italia-Centrale

19. Don Mario FILIPPI

Delegato

Italia-Centrale

20. Sig. Mario MIGLINO

Delegato

Italia-Centrale

21. Don Giuseppe SANGALLI

Ispettore

Italia-Ligure Toscana

22. Don Paolo NATALI

Delegato

Italia-Ligure Toscana

23. Don Severino BRESCHI

Delegato

Italia-Ligure Toscana

24. Don Angelo VIGANO'

Ispettore

Italia-Lombardo Emiliana

25. Don Francesco MARACCANI

Delegato

Italia-Lombardo Emiliana

26. Don Luigi BOSONI

Delegato

Italia-Lombardo Emiliana

27. Don Pasquale LIBERATORE

Ispettore

Italia-Meridionale

28. Don Pio DEL PEZZO

Delegato

Italia-Meridionale

29. Don Nicola PALMISANO

Delegato

Italia -Meridionale


30. Don Giovanni Battista LUCETTI

Ispettore Italia-Novarese

31. Don Vittorio RE

Delegato Italia-Novarese

32. Sig. Renzo TOMASELLO

Delegato italia-Romana

33. Don Salvatore DE BONIS

Ispettore Italia-Sicula

34. Don Luciano VECCHI

Delegato Italia-Siculn

35. DonPaolo VILLASANTA

Delegato Italia-Subalpina

36. Don Arturo MORLUPI

Ispettore Italia- Venezia

37. Don Gino CORALLOl

Delegato Italia-Venezia

38. Don Raimondo FRATTALLONE

Delegato Italia-Verona

39. Don Antonio MARRONE

Ispettore Media Oriente

40. Don Mario COLOMBO

Del. del RM Del. Opera PAS

41. Don Giacomo MORGAN DO

Delegato Roma, Casa Generalizia

42. Don Omero PARON .

Ispettore Italia-Novarese

43. Don AIda BORT

Delegato Italia-Novarese

44. Don Zelindo TRENTI

Delegato italia-Romana

45. Don Antonio MARTINELLI

Ispettore Italia-Sicula

46. Don Raimondo LOSS

Delegato Italia-Siculn

47. Don Guido GATTI

Delegato Italia-Subalpina

48. Don Lino OTIONE

Ispettore Italia- Venezia

49. Don Alfredo PICCHIONI

Delegato Italia-Venezia

50. Don Mario BASSI

Delegato Italia-Verona

51. Don Pietro BRAIDO

Ispettore Media Oriente

52. Don Domenico BRITSCHU

Del. del RM Del. Opera PAS


II. GRUPPO: Ispettorie dell 'Africa Centrale, Austria, Belgio, Francia,

Germania, Jugoslavia, Olanda, Polonia

53. Don Enrico REUMERS

Ispettore

Africa Centrale

54. Don Giacomo NTAMITALIZO

Delegato

Africa Centrale

55. Don Giuseppe PITZL

Ispettore

Austria

56. Don Ludovico SCHWARZ

Delegato

Austria

57. Don Maurizio QUARTIER

Ispettore

Belgio Nord

58. Don Enrico BIESMANS

Delegato

Belgio Nord

59. Don Ruggero VANSEVEREN

Delegato

Belgio Nord

60. Don Pasquale POUMAY

Ispettore

Belgio Sud

61. Don Fernando NIHOUL

Delegato

Belgio Sud

62. Don Giorgio LINEL

Ispettore

Francia-Lyon

63. Don Edmonda KLENCK2

Delegato

Francia-Lyon

64. Don Pietro PICAN

Ispettore

Francia-Pari~

65. Don Giorgio LORRIA UX

Delegato

Francia-Paris

66. Sig. Ivo BOURSIER3

Delegato

Francia-Paris

67. Don Carlo OERDER

Ispettore

Germania- Kaln

68. Don Enrico SCHUH

Delegato

Germania- Kaln

69. Don Riccardo FEUERLEIN

Ispettore

Germania-Mtinchen

ll. GRUPPO: Ispettorte dell Africa Centrale, Austria, Belgio, Francia, Germania, Iugoslavia, Olanda, Polonia

70. Don Augusto BRECHEISEN

Delegato

Germania-Miinchen

71. Sig. Giovanni BORCHARDT

Delegato

Germania-Miinchen

72. Don Rodolfo BORSTNIK

Ispettore

Jugoslavia-Ljubljana

73. Don Stanislao HOtEV AR

Delegato

Jugoslavia-Ljubljana

74. Don Milan LITRI~

Ispettore

Jugoslavia-Zagreb

75. Don Adriano van LUYN

Ispettore

Olanda

76. Don Guglielmo SARIS

Delegato

Olanda

77. Don Miecislao KACZMARZYK

Ispettore

Polonia-Krakow

78. Don Agostino DZIEDZIEL

Delegato

Polonia-Krakow

79. Don Guglielmo NOCON

Delegato

Polonia-Krakow

80. Don Stanislao STYRNA

Ispettore

Polonia-Lodz

81. Don Stefano PRU~4

Delegato

Polonia-Lodz

82. Don Stanislao SKOPIAK

Delegato

Polonia-Lodz

III. GRUPPO: Ispettorie del Portogallo e della Spagna

83. .Don Giuseppe Maria MAIO

Ispettore

Portogallo

84. Don Giuseppe Maria RIBEIRO

Delegato

Portogallo

85. Don Alfredo ROCA

Ispettore

Spagna-Barcelona

86. Don Giuseppe COLOMER

Delegato

Spagna-Barcelona

87. Don Antonio DOMENECH

Delegato

Spagna- Barcelona

88. Don Salvatore BASTARRICA

Ispettore

Spagna-Bilbao

89. Don Mattia LARA

Delegato

Spagna-Bilbao

90. Don Giovanni LAZARO

Delegato

Spagna-Bilbao

91. Don Antonio CALERO

Ispettore

Spagna-Cordoba

92. Don Antonio RODRIGUEZ.

Delegato

Spagna-Cordoba

93. Don Aureliano LAGUNA

Ispettore

Spagna-Leon

94. Don Antonio GONZALEZ

Delegato

Spagna- Leon

95. Don Antonio SAN MARTIN

Delegato

Spagna-Leon

96. Don Giuseppe RICO

Ispettore

Spagna- Madrid

97. Don Giuliano OCANA

Delegato

Spagna-Madrid

98. Don Eugenio ALBURQUERQUE

Delegato

Spagna-Madrid

99. Don Giacomo SANCHEZ

Ispettore

Spagna-Sevilla

100. Don Valentino VIGUERA

Delegato

Spagna-Sevilla

101. Don Gioacchino CARDENAL

Ispettore

Spagna-Valencia

102. Don Michele ASURMENDI

Delegato

Spagna-Valencia

103. Don Gesu EZCURRA

Delegato

Spagna-Valencia

IV. GRUPPO: Ispettorie dell 'Asia, Australia, Inghilterra, Stati Uniti

104. Don Wallace CORNELL

Ispettore

Australia

105. Don Ferruccio BERTAGNOLLI

Delegato

Australia

106. Don Giovanni WAN

Ispettore

Cina

107. Don Alessandro MACHUY

Delegato

Cina


108. Don Giuseppe CARBONELL

Ispettore

Filippine

109. Don Edgardo ESPIRITU

Delegato

Filippine

110. Don Gennaro HONDA

Ispettore

Giappone

111. Don Danilo FORTUNA

Delegato

Giappone

112. Don Bernardo HIGGINS

Ispettore

Gran Bretagna

113. Don Martino McPAKE

Delegato

Gran Bretagna

114. Don Antonio D'SOUZA

Ispettore

India-Bombay

115. Don Giuseppe CAST!

Delegato

India-Bombay

116. Don Nicolo LO GROI

Ispettore

India-Calcutta

117. Don Giuseppe KEZHAKKEKARA

Delegato

India-Calcutta

118. Don Matteo PULINGATHIL

Ispettore

India-Gauhati

119. Don Tommaso MENAMPARAMPIL

2.1 Delegato

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India-Gauhati

120. Don Matteo KOCHUPARAMPIL

Delegato

India-Gauhati

121. Don Beniamino PUTHOTA

Ispettore

India-Madras

122. Don Tommaso PANAKEZHAM

Delegato

India-Madras

123. Don Paolo PUTHANANGADY

Delegato

India-Madras

124. Don Michele HICKS

ispettore

Irlanda

125. Sig. Giovanni HARKIN

Delegato

Irlanda

126. Don Salvatore ISGRO

Ispettore

Stati Uniti-Est

127. Don Edoardo LIPTAK

Delegato

Stati Uniti-Est

128. Don Giuseppe TYMINSKI

Delegato

Stati Uniti- Est

129. Don Arrigo RASMUSSEN

Ispettore

Stati Uniti-Ovest

130. Don Tommaso PRENDEVILLE

Delegato

Stati Uniti-Ovest

131. Don Michele PRAPHON

Ispettore

Thailandia

132. Don Antonio SMIT

Delegato

Thailandia

133. Don Roberto FALK

Delegato

Delegazione Korea

V. GRUPPO: Ispettorie delle Antille, Bolivia, Centro America,

Cile, Colombia, Equatore, Messico, Peru, Venezuela

134. Don Giovanni ARTALE

Ispettore Antille

135. Don Angelo SOTO

Delegato Antille

136. Don Rinaldo VALLINO

Ispettore Bolivia

137. Don Mario PANI

Delegato Bolivia

138. Don Luigi CHINCHILLA

Ispettore Centro America

139. Don Vitale HERNANDEZ

Delegato Centro America

140. Don Sergio CUEVAS

Ispettore Cile

141. Don Giuseppe NICOLUSSI

Delegato Cile

142. Don Mario Alberto JIMENEZ

Ispettore Colombia-Bogota

143. Don Luigi RIVEROS

Delegato Colombia-Bogota

144. Don Giorgio NIETO

Ispettore Colombia-Medellin

145. Don Gabriele GONZALEZ

Delegato Colombia-Medellin

146. Don Carlo VALVERDE

Ispettore Ecuador

147. Don Fernando PERAZA

Delegato Ecuador


148. Don Teodoro ARROYO

Delegato

Ecuador

149. Don Orazio PEREZ

Vicario

Messico-Guadalajara

150. Don Macrino GUZMAN

Delegato

Messico-Guadalajara

151. Don Giuseppe GURRUCHAGA

Ispettore

Messico-Mexico

152. Don Paolo AGUAYO

Delegato

Messico- Mexico

153. Don Giorgio SOSA

Ispettore

Peru

154. Don Carlo CORDERO

Delegato

Peru

155. Don Ignazio VELASCO

Ispettore

Venezuela

156. Don Luciano ODORICO

Delegato

Venezuela

157. Don Giuseppe Angelo DIVASSON

Delegato

Venezuela


VI. GRUPPO: Ispettorie dell 'Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay


158. Don Giorgio CASANOVA

Ispettore

Argentina-Buenos Aires

159. Don Wenceslao MALDONADO

Delegato

Argentina-Buenos Aires

160. Don Francesco LEOCATA

Delegato

Argentina-Buenos Aires

161.' Don Giovanni CANTIN I

Ispettore

Argentina-Bahia Blanca

162. Don Beniamino STOCHETTI

Delegato

Argentina-Bahia Blanca

163. Don Giorgio MEINVIELLE

Ispettore

Argentina-Cordoba

164, Don Eusebio FARIAs

Delegato

Argentina-Cordoba

165. Don Giuseppe Pietro POZZI

Ispettore

Argentina-La Plata

166. Don Demetrio LICCIARDO

Delegato

Argentina-La Plata

167, Don Francesco TESSAROLO

Ispettore

Argentina-Rosario

168, Don Angelo BUTTO

Delegato

Argentina-Rosario

169. Don Alfredo CARRARA

Ispettore

Brasile-Belo H orizonte

170. Don G. Pompeo CAMPOS

Delegato

Brasile- Belo Horizonte

171. Don Walter BINI

Ispettore

Brasile-Campo Grande

172. Don Walter BOCCHI

Delegato

Brasile-Campo Grande

173. Don Antonio RASERA

Ispettore

Brasile-Manaus

174. Don Bruno SECHI

Delegato

Brasile-Manaus

175. Don Guerrino STRINGARI

Ispettore

Brasile-Porto Alegre

176. Don Pietro Antonio de LIMA

Delegato

Brasile-Porto Alegre

177. Don Antonio POSSAMAI

Ispettore

Brasile-Recife

178. Don Orsini NUVENS LINARD

Delegato

Brasile- Recife

179. Don Fernando LEGAL

Ispettore

Brasile-Siio Paulo

180. Don Ilario MOSER

Delegato

Brasile-Siio Paulo

181. Don Vittore REYES

Ispettore

Paraguay

182. Don Carlo GIACOMUZZI

Delegato

Paraguay

183. Don Ettore LECUONA

Ispettore

Uruguay

184. Don Nicola COTUGNO

Delegato

Uruguay

OSSERV ATORI

1. Don Stanislao ROKIT A, Deleg. del Rettor Magg. per Ie Ispett. della Polonia

2. Don Giuseppe ZAVATTARO, Vicario per Ie Piglie di Maria Ausiliatrice

3. Sig. Angelo ACOSTA, dell'Ispettoria di Rosario

4. Sig. Armando AVILA, dell'Ispettoria di Bogotd

5. Sig. Roberto DIAS, dell'Ispettoria di Bombay

6. Sig. Giuseppe JUARROS, dell'Ispettoria di Madrid

7. Sig. Raimondo MESQUITA, dell'Ispettoria di Bela Horizonte

8. Sig. Mattia PINUELA, dell'Ispettoria di Leon

9. Sig. Renata ROMALDI, della Casa Generalizia di Roma

10. Sig. Uberto SANON, dell'Ispettoria delle Antille


ADDETTI UFFICI SEGRETERIA

1. Don Nicola CERISIO, Segretario del Regolatore e Capo Servizi Tecnici

2. Don Pietro AMBROSIO, Segretario aggiunto del CG21

3. Don Angelo BOTTA

4. Sig. Guido CANTONI

5. Don Giovanni CHERUB IN

6. Don Sabino FRIGATO, Segretario aggiunto del CG21

7. Don Mario MAURI


ADDETTI TRADUZIONE SIMULTANEA

1. Don Gregorio ARANDA, spagnolo

2. Don Giuseppe CASTI (Musa), francese

3. Don Michele KRAEMER, tedesco

4. Don Gabriele LARRET A, spagnolo

5. Don Fausto SANTACATARINA, portoghese

6. Don Gualtiero SCHMIDT, tedesco

7. Don Albino SIMONETTI, inglese

8. Don Eugenio OJER, inglese





1 sostituito da: Don Calogero CONTI dal6/1 /78 - r Supplente

2sostituito da: Don Michele MOUILLARD dal 27 112/77 - I" Supplente

3 sostituito da: Don Giuliano GOURIOU dal 27/12/77 - I" SuppIente

4 sostituito da:Don Andrea STRUS' dal 1/2/78 - I" Supplente

ORGANI DIRETTIVI DEL CG21



2.1.1 Presidenza

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Presidente:

Ricceri Luigi fino al 15/12177

Viganò Egidio dal 15/12/77 in poi


Regolatore:

Farina Raffaele

Moderatori:

Cantini Giovanni Cuevas Sergio Oerdcr Carlo


Commissione Centrale di Coordinamento:

Ricceri Luigi

Bini Walter

Viganò Egidio

Miglino Mario

Farina Raffaele

Rasmussen Arrigo

Cantini Giovanni

Teixeira Decio

Cucvas Sergio

Viganò Angelo Oerder Carlo


Segreteria:


Liberatore Pasquale

Ambrosio Pietro

Loss Raimondo

Frigato Sabino

Palmisano Nicola




Commissioni


Commissione: "UPS"


Rico G. (P)

Cantini G.

Corallo G. (R)

Panakezham T.

Braido P.



Commissione: "Informazione"

Prus S. (P)

Filippi M.

Bertagnolli F.

Laguna A.

De Lima P.

Sosa G.


* P=Presidente; R=Relatore; S=Segretario.

Commissione: "Regolamento del CG2I"


Martinelli A. (P)

Teixeira D.

Laguna A.

Vallino R.

Sosa G.



Commissione: "Costituzioni e Regolamenti"


Presidenza:

Teixeira D. (P)

Vanseveren R.

Frattallone R. (S)

McPake M.

Maraccani F. (R)

Van Luyn A.

Roca A.



Sottocomrn.: «Missione»


Roca A. (P)

Oerder C.

Del Pezzo P. (S)

Rokita S.

Frattallone R. (R)

Schuh E.

Dziedziel A.

Valverde C.

Lorriaux G.



Sottocomm. 2: «Comunità-Formazione»

Vanseveren R. (P)

Nihoul F.

Riveros L. (S)

Puthanangady P.

Bosoni L. (R)

Tyminski G.

Arrovo L.T.

Williams G.

Gonzàlez G.



Sottocomm.3. « Consacrazione- Voti »

McPake M. (P)

Gonzàlez A.

Pani M. (S)

Ottone L.

Maraccani F. (R)

Pulingathil M.

Britschu D.

Zavattaro G.

Fortune D.



Soitocomm. 4: «Strutture

Van Luyn A. (P)

Klenck E. (Mouíllard M.)

De Bonis S. (S)

Panakezham T.

Picchioni A. (R)

Poumay P.

Feuerlcin R.

Scrivo G.

Laguna A.

Teixeira D.

Commissione Ila: "Testimoniare e Annunciare..."

Presidenza:

Vigano A. (P)

Maio G.

Villasanta P. (S)

Bassi M.

Natali P. (R)

Calero A.

Saris G.

Rizzini F.

Velasco I.

Casanova G.


Sottocornnt. 1: «Identità vocazionale»

Saris G. (P)

Falk R.

Casti G. (S)

Fiora L.

Trenti Z. (R)

Morlupi A.

Alburyucrquc E.

Nocon G.

Breschi S.

Palmisano N.

Campos G.P.

Reumers E.

Chinchilla L.

Sangalli G.

Corallo G. (Conti C.)

Viganò A. Fzcurra G.


Sottocormn.2: «Vita fraterna»

Velasco 1. (P)

Làzaro G.

Paron 0.(S)

Loss R.

Lucetti G. (R)

Puthota B.

Borstnik R.

San Martin A.

Kaczmarzvk M.

Tcssarolo F. Kczhakkckara G.


Sottocorrtm. 3: «Preghiera»

Maio G. (P)

Iiiggins B.

Centioni N. (S)

Rasera A.

Bertagnolli F. (R)

Ribciro G.M.

Bastarrica S.

Smit A.

Butto A.

Stochctti B.

llicks M.

Ter Schure G.


Sottucontm.4: «Direttore»

Bassi M. (P)

Isgro S.

Nicolussi G. (S)

Pican P.

Lo Groi N. (R)

Pitzi G.

Cantini G.

Pozzi G.P.

('arbone.ll G.

Prus S. (Stru.s A.)

Sottocomm. 5: «Collaboratori laici»

Calero A. (P)

Filippi M.

Martinelli A. (S)

Lecuona E.

Braido P. (R)

Legal F.

Brecheisen A.

Lima P.A.

Divass6n G.A.

Natali P.

Farias E.

Sechi B.

Sottocornm. 6: «Scuola»

Rizzini F. (P)

Machuy A.

Re V. (S)

Marrone A.

Villasanta P. (R)

Melis C.

Artale G.

Menamparampil T.

Asurmendi M.

Raineri G.

Bocchi W.

Rasmussen A.

Cornell W.

Sanchez G.

Honda G.

Tohill B.

Kochuparampil M.

WanG.

Linard o.


Sottocornm: 7: « Pastorale vocazionale»

Casanova G. (P)

Litric M.

Bort A. (S)

Melida A.

Colombo M. (R)

Reyes V.

DhoG.

Sanon u.

Espiritu E.

Schwarz L.

Hocevar S.

Skopiak S.

Linel G.


Commissione III": "Formazione"

Presidenza:

Bini W. (P)

Gurruchaga G.

Gatti G. (S)

Giacomuzzi C.

Carrara A. (R)

Peraza F.

Sottocomrn. I: « Unità della formazione»

Gurruchaga G. (P)

Lara M.

Guzman M. (S)

Leocata F.

Cotugno N. (R)

Liberatore P.

Acosta A.

Licciardo D.

Bini W.

Melnvielle G.

Cardenal G.

Odorico L.

Cuevas S.

Praphon M.

Harkin G.

Prendiville T.

Henriquez G.


Sottocomm. 2: « Tappe della formazione »

Giacomuzzi C. (P)

Moser I.

Maldonado W. (S)

Ntamitalizo G.

Carrara A. (R)

Rodríguez A.

Aguayo P.

Soto A.

Dias R.

Stringarí G.

Domenech A.

Styrna S.

D'Souza A.

Vallino R.

3imcnez M.

Viguera V. Liptak E.


Sottocomm. 3: « Formazione permanente»

Peraza F. (P)

Nieto G.

Pérez O. (S)

Pifluela M.

Gatti G. (R)

Possamai A.

Bicsmans E.

Romaldi R.

Cordero C.

Vecchi G.E.

Hernàndez V.

Vecchi L.


3 Commissione IV": "Il Salesiano Coadiutore"

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Miglino M. (P)

Colomer G.

Tomasello R. (S)

Juarros G.

Rico G. (R)

Mesquita R.

Avila A.

Morgando G.

Borchardt H.

Ocafia G.

Boursier Y. (Gouriou G.)

Sosa G.