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Codice scheda: ASC A4520592 (Microscheda: 3922A2/5)
Luogo e data: TORINO ­ 06/10/1896
Autore: RUA MICHELE
Destinatario: PAROCCHI LUCIDO MARIA
Classificazione: Rua: Corrisp. con Nunzi­Vescovi­Autorità
Tipo documento e supporto: Corrispondenza in genere ­ Manoscritto
Autenticità: Interamente autografo
Contenuto: Risponde alle accuse che limitano il numero dei confessori,
costringendo i ragazzi ad aprirsi al Superiore del collegio, e che
durante la messa vestono un fanciullo ad imitazione del Papa.
***
Torino, 6 ottobre 1896
Eminenza Reverendissima
Dolente di non aver potuto prima d'ora rispondere alla venerata sua
del 26 settembre u.s., m'affretto a farlo oggi, primo giorno che mi trovo
libero, con la speranza del suo benigno compatimento per il ritardo.
Riguardo all'accusa che ci si fa "che nella Congregazione dei Salesiani è
costume limitare in tal modo il numero dei confessori da obbligare i
giovani ad aprire l'animo loro o al Superiore del Collegio o ai soli
sacerdoti appartenenti alla Congregazione stessa" debbo notare che
non è esatta tale accusa. Nei siti in cui si può facilmente avere
sacerdoti estranei dotati di pietà, dottrina e buona volontà di prestarsi
ad udire le confessioni dei giovani si suole invitare qualcuno a tale
uffizio a pro dei nostri allievi; dove poi non si ha tale comodità, avvi la
regola che il Direttore del collegio preghi pii sacerdoti salesiani od
anche estranei di passaggio, che non conoscono per niente gli allievi, a
voler ascoltar in confessione quelli che volessero servirsi del loro
Ministero. Inoltre è pure prescritto che ogni settimana od ogni 15
giorni od almeno una volta al mese inviti espressamente qualche
sacerdote salesiano di altri nostri collegi a recarsi, anche a costo di
spese e disturbi, ad ascoltare gli allievi come sopra, per dar loro ogni
libertà e confidenza, confessandosi a sacerdoti che in nessun modo li
conoscono. Né le case molto numerose poi soglionsi destinare a
confessori ordinari sacerdoti salesiani che per le loro occupazioni e
d'indole sono talmente estranei ai giovani da non conoscerli ed essere
quasi affatto loro sconosciuti. Quanto alla seconda accusa "che in
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qualche luogo quando si canta messa in terzo suol collocarsi in
presbiterio un fanciullo vestito da Papa con altri intorno in abito da
Cardinale ed altri ancora da Vescovo" debbo pur notare che è affatto
anche questa inesatta; sonvi nel piccolo clero ora due, ora quattro con
veste bianca, e giammai uno solo; altri in eguale numero con vesti di
altro colore; ma sempre in numero pari e ciò per imitare i vari ordini
religiosi di cui è adorna la Chiesa Cattolica né mai si mette un fanciullo
in mezzo al presbiterio, ma ciascuno prende posto sui sedili preparati
al clero senza alcuna destinazione. Il supporre che si voglia
rappresentare il Papa eccetera, è come ben si vede, una interpretazione
affatto insussistente.
Nella fiducia di aver risposto a quanto mi richiede l'E. V. mi fò gradito
dovere di ringraziarla della bontà usataci, assicurandola che sempre
veglieremo a che sia conservata tutta la libertà ai giovani e
l'amministrazione del Sacramento della Penitenza e nulla si faccia che
possa menomamente offendere la maestà delle Dignità Ecclesiastiche e
che riceveremo sempre con riconoscenza gli avvisi che ci venissero dati
in qualsiasi argomento. Intanto prostrato al bacio della Sacra Porpora
mi onoro di professarmi
di V. E. Reverendissima
Umilissimo ed Obbligatissimo Servitore
Firmato: Sac. Michele Rua
A S. E. Rev. il Card. Parocchi Vicario di S. S. ­ Roma.

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