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Codice scheda: ASC G336X104 (Microscheda: 4160A9/12)
Luogo e data: TORINO ­ 28/05/1892
Autore: RUA MICHELE
Destinatario: LEDOCHOWSKI MIECISLAO
Classificazione: ISPETTORIE, VISITATORIE, DELEGAZIONI
Tipo documento e supporto: Corrispondenza in genere ­ Manoscritto
Autenticità: Copia
Contenuto: Chiede chiarimenti su alcuni punti della convenzione
proposta dalla S. C. di Propaganda Fide per regolarizzare la situazione
dei Salesiani in Terra Santa.
***
29 maggio 1892
Eminenza Reverendissima,
Ebbi l'onore di rispondere con lettera di Marsiglia 31 marzo ed una
seconda volta con lettera di Nizza 6 aprile al dispaccio N. 777
speditomi da V. E. Rev.ma in data Roma 17 marzo. Allora non poteva
parlare coi miei consultori, perciò riservai a studiare con essi la
convenzione propostaci da cotesta Sacra Congregazione per regolare la
nostra situazione in Terra Santa.
Noi non possiamo che venerare i sapienti statuti di cotesta Sacra
Congregazione e mi fa premura di assicurare V. E. Rev.ma che staremo
sempre e in tutto a quanto cotesta Sacra Congregazione stabilirà a
questo riguardo. Su qualche punto tuttavia ci occorrono schiarimenti;
per esempio questi miei consultori trovano naturale che i Salesiani non
perdano di vista lo scopo primario che è l'educazione della gioventù
povera secondo lo scopo primitivo dell'orfanotrofio, come si riferisce
nella seconda condizione; ma non sanno ben intendere se, mentre si
dice scopo primario di imparare a leggere e scrivere con l'aggiunta
dell'agricoltura, si voglia escludere un qualche insegnamento superiore
e l'apprendimento delle arti e mestieri come ora si fa. A prevenire
difficoltà sarebbe forse bene fosse maggiormente chiarita l'intenzione
di cotesta Sacra Congregazione.
Quanto alla terza condizione è più che giusto che eseguiscasi
fedelmente un inventario, come viene ordinato, di tutto ciò che
appartiene all'orfanotrofio di Betlemme ed alle case filiali, nell'atto che
i Salesiani assumono l'amministrazione di dette opere, e che in
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qualsiasi caso di abbandono debbano riconsegnare ogni cosa che
trovasi inventariata, così pure non viene neppure in mente ad alcuno
di noi l'idea di alienare stabili o mobili appartenenti alle opere sopra
accennate.
Niente trovo a ridire sulla quarta condizione; ma ci si presenta con
qualche oscurità nelle sue conseguenze la quinta. E temo che
l'accertarla ed eseguirla col massimo buon volere non potrà ovviare a
qualche malinteso nella sua applicazione. Noi siamo dispostissimi ad
accogliere nell'Orfanotrofio non solo venti, ma anche cento giovanetti
abbandonati e quanti piacerà al Patriarca di mandarcene con le
condizioni proprie dell'Orfanotrofio. Noi, come già altra volta ebbi
l'onore di scrivere a V. E. siamo indifferenti nell'accogliere i poveri
giovani da qualunque paese essi vengano, e li accetteremo ben
volentieri, e diciamo più volentieri se sono del paese o del Patriarcato;
ma come mantenerli? Bisognerà che il Riv.mo Patriarca se ne prenda
pensiero: i Salesiani non fanno patti ne mettono condizioni per prestar
l'opera loro, personalmente sono pronti alla fatica ed al sacrificio, però
il mantenimento, il vestiario dei ricoverati importerà spese non piccole
ed i proventi della Palestina finora conosciuti non corrispondono alle
esigenze delle nostre opere.
La questione finanziaria pertanto deve interessare anche il Patriarcato.
Tanto più se si considera il disposto della sesta condizione, che, messe
a parte le questue d'Europa e dell'America, di necessità bisogna che noi
ci affidiamo alla generosità del Riv.mo Patriarca e di cotesta Sacra
Congregazione. E per dir tutto in poche parole, come la Congregazione
Salesiana è opera dell'Augusto Capo della Chiesa, noi non aspiriamo ad
altro che ad essere suoi servi obbedienti: presteremo l'opera nostra fin
dove possono arrivare le nostre forze e secondo il volere del Santo
Padre senza punto preoccupare della parte economa, delle opere che
piacerà alla Santità Sua affidare al nostro buon volere. Il Patriarcato
provvederà alla sussistenza delle opere soggette alla sua giurisdizione.
In questo modo è preclusa la via a qualunque malinteso ed attrito non
del tutto impossibile nel caso nostro.
Che se l'opera nostra in Palestina non incontrasse il pieno gradimento
del Riv.mo Patriarca di Gerusalemme, mi preme dichiararlo, non sarà
mai che i Salesiani facciano impegni per aprir case in Palestina o per
aver la direzione di quelle che già esistono. Mai ci accade di aprir case
contro la volontà dei Superiori ordinari delle Diocesi; anzi, mai ci
accadde di accettar case se non dopo replicate istanze dei Vescovi delle
Diocesi. E moltissime domande restano tuttora insoddisfatte tutto che

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vantaggiosissime per la nostra piccola Congregazione.
Ecco, Eminentissimo Principe, con semplicità e chiarezza
ossequiosamente esposto il pensiero mio, che è pur quello di tutti i
miei confratelli consultori. La di Lei saviezza saprà indicar la via per la
quale deve camminare la Società Salesiana: ed io mi terrò fortunato di
essere sempre servo fedele di cotesta Sede Apostolica.
Le bacio riverentemente la mano e la Sacra Porpora e coi sensi della
più perfetta venerazione, unitamente ai miei amati confratelli mi
professo
Della E. V. Riv.ma
Um. Obb. Servitore
[Sac. Michele Rua]
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