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Codice scheda: ASC A4490579 (Microscheda: 3875A10/B1)
Luogo e data: TORINO ­ 10/10/1902
Autore: RUA MICHELE
Destinatario: CAGLIERO GIOVANNI
Classificazione: Rua: Corrispondenza con Ispettori
Tipo documento e supporto: Corrispondenza in genere ­ Manoscritto
Autenticità: Interamente autografo
Contenuto: Progetto di D. Milanesio D. in Patagonia per gli emigranti
italiani e polacchi. Notizie e ricorrenze.
***
Torino, 10 ottobre 1902
Carissimo Monsignor Cagliero
Ho sempre seguito la tua escursione attraverso la Patagonia nel
Neuquen, a Las lacas, a Chos Malal, a Bahia Blanca, a Buenos Aires e
finalmente a Viedma, dove penso ti troverai adesso. Davo contezza ai
Capitolari di tue fatiche e pericoli apostolici ed avrei voluto consegnare
al Bollettino quanto poteva interessare i cooperatori ma me ne astenni
leggendo che avresti mandato tu stesso relazioni particolareggiate.
Don Franchini è arrivato a suo tempo: tu ci raccomandavi di farlo
santo: non potemmo riuscire perché fu assente molto tempo. Ora
l'abbiamo destinato altrove, malgrado il suo desiderio di ritornare nel
tuo Vicariato, stante la preghiera che c'era stata fatta di mandarlo più
costà.
Don Milanesio è giunto e da buon missionario interessato per la sua
missione va in giro per l'Italia facendo molte brevi conferenze in favore
di Junin. Egli avrebbe in animo di popolare la Patagonia di colonie
formate di buone famiglie italiane e polacche ed anche, se tu fossi
contento, affidarne la cura a sacerdoti secolari loro connazionali. Forse
ti avrà scritto su questo com'io l'avevo esortato.
Mi fa pena che i vostri debiti vadano crescendo: vigila molto su questo
punto tanto essenziale.
Giacché il direttore di Roca si trova a Buenos Aires non sarebbe
opportuno fermarlo colà qualche anno sotto la disciplina di Don
Vespignani o di qualche buon direttore sotto l'aspetto di lasciargli il
tempo per trovare di che pagare tutti i suoi debiti? Così potrebbe
riprendere un metodo di vita veramente religioso e salesiano.
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Domenica scorsa 5 ottobre sono andato ai Becchi a celebrare il mio
cinquantenario di vestizione clericale. Fu festa cordiale ma di famiglia
si può dire, stante una pioggia che continuò dal sabato fino a domenica
sera avanzata. Fu già annunziato il tuo cinquantenario per il 1904, che
va appunto bene essendo anno di Capitolo Generale per le elezioni dei
Capitolari. Fa in modo di conservarti sano ed arzillo per rallegrare i
Becchi e tutti i paesi circonvicini con la tua presenza.
Il Signore ti conservi in prospera salute e benedica le tue apostoliche
fatiche. Saluta tutti da parte del
Tuo affezionato in Gesù e Maria
Sacerdote Michele Rua
P. S. Rispondo alla gradita tua del 22 agosto. 1. Mi fa pena che anche tu
debba ricorrere al banco ipotecario: fa quanto puoi per liberartene
presto. Credo anch'io che non convenga fare un appello come si fece
per Concepcion.
2. Sarà ottima misura insistere di non più fabbricare né case, né chiese,
se non a misura che vengono i mezzi, come fa Don Tabarrini a
Santander, Don Piccono a Napoli e vari altri.
Così si va un po' più per le lunghe, ma non si ha il coltello alla gola dai
creditori. Credo che anche i creditori più furiosi si applicherebbero se
si desse loro di quando in quando qualche acconto.
3. Pur è conveniente ridurre, come dici, le case di beneficenza. Qualche
poco se ne potrà fare in tutte: ma in misura limitata alle forze.
4. Terremo presente il Giuseppe Balbo, a cui facesti un vale di 5000
franchi: ma per carità risparmiaci tali improvvisate, trovandoci noi in
gravissime distrette.
5. Spero che Don Guerra si sbarazzerà dei debiti e che potrà poco alla
volta darti qualche aiuto.
6. Non lasciar sapere a Monsignor Fagnano che doveste ricorrere alle
banche per la casa di Roca.
7. Se potrai eccitarti ad una fede come quella del Cottolengo e di Don
Bosco, farai anche tu miracoli: procura però di non lanciarti nei debiti.
Don Bosco ci ha servito di esempio: non si lanciava alla cieca nelle
imprese ma prima aveva già in vista vari espedienti a cui ricorrere
senza caricarsi di troppi debiti.
8. Faremo il possibile per mandarti con Don Gamba i due buoni
chierici e due coadiutori che domandi.

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