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Codice scheda: ASC A4580342 (Microscheda: 3999A2/3)
Luogo e data: TORINO ­ 05/08/1901
Autore: RUA MICHELE
Destinatario: COOPERATORI SALESIANI E BENEFATTORI
Classificazione: Rua: Circolari, direttive, documenti
Tipo documento e supporto: Circolare ­ Stampa tipografica
Autenticità: Copia
Contenuto: Fa appello ai Direttori Diocesani e ai Decurioni dei
Cooperatori per degli aiuti alle missioni, specialmente a quelle della
Terra del Fuoco e ai Lazzaretti di Agua de Dios e Contrataciòn in
Colombia.
***
PIA UNIONE
DEI
COOPERATORI SALESIANI
TORINO
Il Sac. Michele Rua successore di D. Bosco
Torino, 5 Agosto 1901.
ai Rev.mi Signori Direttori Diocesani, Decurioni
e Zelatori dei Cooperatori Salesiani.
È con un vivissimo sentimento di grazie alla divina Provvidenza che
rivolgo il mio pensiero a voi, Rev.mi e Benem.ti Signori, perché scelti, a
così dire, come prossimi intermediarii tra la Pia Società Salesiana ed i
nostri carissimi Cooperatori, posso a mezzo vostro far loro sentire la
mia voce come di presenza.
Come nota mi è poi la vostra grande carità verso le Opere Salesiane,
posso a tutta fidanza notificarvene i bisogni estremi, certo che il mio
appello non resterà infruttuoso. Per verità quasi non ardiva di chiedere
ancora straordinari soccorsi, ben conoscendo quanto i nostri
Cooperatori facciano sacrifici per venire in aiuto delle lontane
missioni: eppure non posso rifiutarmivi, tanti, sono i bisogni che
stringono da ogni parte reclamando la carità per l'amore di Gesù
Cristo, che sacrificò se stesso per salvare le anime. Perdonatemi
dunque, Rev.mi e Benem.ti Signori, e vogliate con l'usata vostra bontà
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e cortesia interpretare in bene quanto sono per esporvi.
Le nostre poverissime Missioni d'America con commoventi suppliche
si rivolgono a me implorando materiali soccorsi. Le disgrazie
succedute in questi ultimi tempi hanno lasciato dietro a sè una sequela
di debiti e tale impronta di miseria che muovono a compassione.
Sa Iddio quanto i Missionari, dopo le innondazioni devastatrici,
soffrono nel non potere sovvenire a calamità così gravi ! E tutti mi
domandano aiuti, mentre molle Case ed Ospizi Salesiani nella nostra
Europa mi pregano che faccia loro parte della carità dei nostri
Cooperatori.
Ma più che tutto nei fanno sentire le loro pietose suppliche le Missioni
della Terra del Fuoco e i Lazzaretti di Agua de Dios e di
Contratación nella Colombia !
Sono due anni che quella infelice Repubblica è in preda alle discordie
ed alla guerra civile. Dal Bollettino di Luglio ne avete appreso le misere
condizioni. E che sarà degli infelici lebbrosi?
Nè meno pietose sono le voci che mi giungono dalla Terra del Fuoco,
dove i miseri ONAS cacciati dai civilizzati, errano per le selve
conducendo una vita che li va scemando.
Mons. Fagnano assiste piangendo alla distruzione di quella razza
infelice. Egli, attratto dall'idea cristiana ed altamente umanitaria di
salvare quel popolo, andò in cerca degli Onas e molti ne raccolse alla
Missione di san Raffaele nell'isola Dawson, alla Missione di N. S. della
Candelara al Capo Pena, al Porvenir nello stretto di Magellano, ove
costruì paesetti ed iniziò gli indiì al lavoro ed alla vita civile e sociale.
Ma il mantenimento, che tutto vien portato dalla terra ferma e con
ingenti spese, è tutto a carico dei Missionari.
È per questo, Rev.mi Direttori e Decurioni, che mi rivolgo a voi,
affinchè mi diate valida mano presso i nostri Cooperatori in raccogliere
nuovi mezzi per continuare l'opera santa di civiltà e di fede.
Confidato in quel Dio che è tutto carità e nella celeste protezione di
Maria la mia preghiera non rimarrà senza effetto. Una parola, una
esortazione, un consiglio vostro a tutte le caritatevoli persone basterà a
muovere i cuori a questo atto di carità e di soccorso.
Riceverò con grande riconoscenza qualunque piccola offerta, sia in
danaro, Sia in oggetti di vestiario, tutto servir per gli indi Onas e per i
lebbrosi.
Dal canto mio assicuro voi, Rev.mi Signori, che ogni mattina siete
raccomandati in modo speciale al Signore e con voi i vostri interessi,
dai nostri ricoverati e dai Salesiani che vi chiamano davanti a Dio loro

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Benefattori, ai quali va parte del bene che essi operano nel mondo coi
vostri aiuti.
Nella speranza che raccoglierete la mia preghiera con la benevolenza
che vi è propria, coi sensi della più viva gratitudine godo professarmi
Di Voi Rev.mi e Benem.ti Signori
Obblig.mo Servitore
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