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Codice scheda: ASC A4480315 (Microscheda: 3853B10/12)
Luogo e data: TORINO ­ 03/05/1882
Autore: RUA MICHELE
Destinatario: BATTOLLA CESARE
Classificazione: Rua: Corrispondenza con altri
Tipo documento e supporto: Minuta di lettera ­ Manoscritto
Autenticità: Interamente autografo
Contenuto: Spiega al padre del ch. Alberto Battolla che il figlio è stato
trattato bene in congr., senza pagare la pensione. (v. A4480314)
***
Torino, 3 maggio 1882
Illustrissimo Signore
Rispondo, sebbene un po' tardi a causa delle molte occupazioni alla
riverita sua ultima, con cui V. S. insinua essere noi obbligati per dovere
di giustizia concorrere nelle spese che per lui ora si fanno, stante
l'intenzione che egli aveva di rimanere con noi. Io non intendo
esaminare se Alberto avesse veramente tale intenzione.
Sa però la S. V. che non bastava la sua intenzione, ci voleva anche
l'accettazione da parte nostra. Ora questa non vi fu: fece bensì
dimanda di essere accettato in moto definitivo, ma la sua dimanda non
fu accolta favorevolmente. E parlando in confidenza colla S. V., che è
suo padre, le dirò che quando da Alassio venni a Torino si fece tal
trasferimento perché in Alassio non si voleva più. E solo in vista del
desiderio che Alberto dimostrava di rimanere ancora con noi,
mediante raccomandazione, si poté farlo accogliere in un collegio qui a
Torino. Ma neppure qua si era pienamente contenti della sua condotta,
ed infatti non fu ammessa la sua dimanda di essere accettato
definitivamente. Lo si teneva tuttavia in collegio procurandogli la
scuola di teologia affinché potesse almeno riuscire un buon
ecclesiastico giacché non dimostrava d'essere adattato alla carriera
nostra per consacrarsi interamente all'educazione della gioventù.
Quanto poi ai servizi che prestava essi erano retribuiti largamente col
vitto, alloggio, vestito e scuola che gli si impartiva, giacché non gli si
imponevano grandi occupazioni di assistenza o d'insegnamento,
appunto per lasciargli comodità di attendere ai suoi studi. Come vede
adunque, egli fu accolto nelle nostre case senza che avesse nulla a
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spendere, mentre per regola avrebbe dovuto pagare un diritto
nell'entrata, fu tenuto gratuitamente per due anni senza che potesse
ancora prestarci alcun servizio; quando fu in grado di prestar l'opera
sua fu risparmiato affinché potesse attendere agli studi ecclesiastici
per quanto si poteva. In vista di tutto questo non so quale cosa ci resti
a fare per lui per debito di giustizia. Tuttavia, come già dissi altra volta,
se si tratta solo di qualche piccolo soccorso per una volta soltanto,
volentieri accondiscendiamo secondo le nostre deboli forze e al titolo
di affetto e di carità cristiana, come ha allo stesso titolo abbiamo
accolto e mantenuto per parecchi anni.
Rinnovando i sensi di perfetta stima con cui dal Signore le prego ogni
benedizione passo a raffermarmi
Di V. S. Illustrissima
Obbligatissimo Servitore
Sac. Rua Michele

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