Curioso incontro


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Vita di Michele Magone

Vita di Michele Magone


G. Bosco, Cenno biografico del giovanetto Magone Michele allievo dell’Oratorio di S. Francesco di Sales, Torino, Tip. Dell’Oratorio di S. Francesco di Sales, 21866.




Giovani Carissimi,

Tra quelli di voi, giovani carissimi, che ansiosi aspettavano la pubblicazione della vita di Savio Domenico eravi il giovanetto Magone Michele. Esso in modo industrioso ora dall'uno ora dall'altro raccoglieva i tratti speciali delle azioni, che di quel modello di vita cristiana si raccontavano; adoperandosi poi con tutte le sue forze per imitarlo; ma ardentemente desiderava che gli si porgessero insieme raccolte le virtù di colui che egli voleva proporsi a maestro. Se non che appena poteva leggerne alcune pagine, che il Signore ponendo fine alla sua vita mortale chiamavalo, come fondatamente si spera, a godere la pace de' giusti in compagnia dell'amico di cui intendeva farsi imitatore.

La vita singolare o meglio romantica di questo vostro compagno eccitò in voi il pio desiderio di vederla eziandio stampata; e me ne faceste ripetutamente dimanda. Laonde mosso da queste dimande e dall'affetto che nutriva verso quel nostro comune amico, mosso anche dal pensiero che questo tenue lavoro sarebbe tornato dilettevole e nel tempo stesso utile alle anime vostre, mi sono determinato di appagarvi raccogliendo quanto di lui avvenne sotto ai nostri occhi per darvelo stampato in un libretto.

Nella vita di Savio Domenico voi osservaste la virtù nata con lui, e coltivata fino all'eroismo in tutto il corso della vita sua mortale.

In questa di Magone noi abbiamo un giovanetto che abbandonato e se stesso era in pericolo di cominciar a battere il tristo sentiero del male; ma che il Signore invitò a seguirlo. Ascoltò egli l'amorosa chiamata e costantemente corrispondendo alla grazia divina giunse a trarre in ammirazione quanti lo conobbero, palesandosi così quanto sino maravigliosi gli effetti della grazia di Dio verso di coloro che si adoperano per corrispondervi.

Voi troverete qui parecchie azioni da ammirare, molte da imitare, anzi incontrerete certi tratti di virtù, certi detti che sembrano anche superiori all'età di un giovanetto di quattordici anni. Ma appunto perché sono cose non comuni mi parvero degne di essere scritte. Ogni lettore per altro è sicuro della verità dei fatti; imperciocché io non feci altro che disporre e collegare in forma storica quanto è avvenuto sotto agli occhi di una moltitudine di viventi che ad ogni momento possono essere interrogati su quanto viene ivi esposto.

In questa terza edizione aggiunsi parecchi fatti che non mi erano noti quando fu fatta la prima; altri fatti poi meglio spiegati per le speciali circostanze che posteriormente da fonti sicure ho potuto attingere intorno ai medesimi.

La divina Provvidenza che dà lezione all'uomo col chiamare quando vecchi cadenti, quando giovanetti imberbi, ci conceda il grande favore di poterci trovare tutti preparati in quell'ultimo momento da cui dipende la beata o la infelice eternità. La grazia di nostro Signor Gesù Cristo sia il nostro aiuto nella vita, nella morte e ci assista nella via che conduce al Cielo. Così sia.


CAPO I



Una sera di autunno ritornava da Sommariva del Bosco, e giunto a Carmagnola dovetti attendere oltre un'ora il convoglio della ferrovia per Torino. Già suonavano le ore sette, il tempo era nuvoloso, una densa nebbia risolvevasi in minuta pioggia. Queste cose contribuivano a rendere le tenebre così dense, che a distanza di un passo non sarebbesi più conosciuto uomo vivente. Il fosco lume della stazione lanciava un pallido chiarore che a poca distanza dello scalo perdevasi nell'oscurità. Soltanto una turba di giovanetti con trastulli e schiamazzi attraevano l'attenzione, o meglio assordavano le orecchie degli spettatori. Le voci di aspetta, prendilo, corri, cogli questo, arresta quell'altro servivano ad occupare il pensiero dei viaggiatori. Ma tra quelle grida rendevasi notabile una voce che distinta alzavasi a dominare tutte le altre; era come la voce di un capitano, che ripetevasi da compagni ed era da tutti seguita quale rigoroso comando. Tosto nacque in me vivo desiderio di conoscere colui che con tanto ardire, e tanta prontezza sapeva regolare il trastullo in mezzo a così svariato schiamazzo. Colgo il destro che tutti sono radunati intorno a colui che la faceva da guida; di poi con due salti mi lancio tra di loro. Tutti fuggirono come spaventati; un solo si arresta; si fa avanti e appoggiando le mani sui fianchi con aria imperatoria comincia a parlare così:

Chi siete voi, che qui venite tra i nostri giuochi?

Io sono un tuo amico.

Che cosa volete da noi?

Voglio, se ne siete contenti, divertirmi e trastullarmi con te e coi tuoi compagni.

- Ma chi siete voi? Io non vi conosco.

- Te lo ripeto, io sono un tuo amico; desidero di fare un po' di ricreazione con te e coi tuoi compagni. Ma tu chi sei?

Io? Chi sono? Io sono, soggiunse con grave e sonora voce, Magone Michele generale della ricreazione.

Mentre facevansi questi discorsi, gli altri ragazzi, che un panico timore aveva dispersi, uno dopo l’altro ci si avvicinarono e si raccolsero intorno a noi. Dopo avere vagamente indirizzato il discorso ora agli uni, ora agli altri volsi di nuovo la parola e Magone e continuai così:

Mio caro Magone, quanti anni hai?

Ho tredici anni.

Vai già a confessarli?

- Oh sì, rispose ridendo.

Sei già promosso alla s. Comunione?

Sì che sono già promosso, e ci sono già andato.

- Hai tu imparata qualche professione?

- Ho imparato la professione del far niente.

- Finora che cosa hai fatto?

- Sono andato a scuola.

- Che scuola hai fatto?

- Ho fatto la terza elementare.

- Hai ancora tuo padre?

- No, mio padre è già morto.

- Hai ancora la madre?

‑ Sì, mia madre è ancora viva e lavora a servizio altrui, e fa quanto può per dare del pane a me ed a' miei fratelli che la facciamo continuamente disperare.

Che cosa vuoi fare per l'avvenire?

- Bisogna che io faccia qualche cosa, ma non so quale.

Questa franchezza di espressioni unita ad una loquela ordinata e assennata fecemi ravviare un gran pericolo per quel giovane qualora fosse lasciato in quella guisa abbandonato. D'altra parte sembravami che se quel brio, e quell'indole intraprendente fossero coltivati, egli avrebbe fatto qualche buona riuscita: laonde ripigliai il discorso così:

Mio caro Magone, hai tu volontà di abbandonare questa vita da monello e metterti ad apprendere qualche arte o mestiere, oppure continuare gli studi?

Ma sì che ho volontà, rispose commosso, questa vita da dannato non mi piace più; alcuni miei compagni sono già in prigione; io temo altrettanto per me; ma che cosa devo fare? Mio padre è morto, mia madre è povera, chi mi aiuterà?

‑ Questa sera fa una preghiera fervorosa, al Padre nostro che è nei cieli; prega di cuore, spera in lui, egli provvederà per me, per te e per tutti.

In quel momento la campanella della stazione dava gli ultimi tocchi, ed io doveva partire senza dilazione. Prendi, gli dissi, prendi questa medaglia, domani va da D. Ariccio tuo vice‑paroco; digli che il prete il quale te l’ha donata desidera delle informazioni sulla tua condotta.

Prese egli con rispetto la medaglia; ma quale è il vostro nome, di qual paese siete? D. Ariccio vi conosce? Queste ed altre cose andava domandando il buon Magone, ma non ho più potuto rispondere, perché essendo giunto il convoglio della ferrovia, dovetti montare in vagone alla volta di Torino.




CAPO II


1 Sua vita precedente è sua venuta all'Oratorio di s. Francesco di Sales

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2 Difficoltà e riforma morale

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3 Fa la sua confessione e comincia a frequentare i Ss. Sacramenti

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4 Una parola alla gioventù

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5 Sua esemplare sollecitudine per le pratiche di pietà

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6 Puntualità né' suoi doveri

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7 Sua divozione verso la B. Vergine Maria

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8 Sua sollecitudine e sue pratiche per conservare la virtù della purità

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9 Bei tratti di carità verso dei prossimo

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10 Fatti e detti arguti di Magone

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11 Vacanze di Castelnuovo d'Asti. Virtù praticate in quella occasione

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12 Sua preparazione alla morte

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13 Sua malattia e circostanze che l'accompagnano

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14 Suoi ultimi momenti e sua preziosa morte

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15 Sue esequie - Ultime rimembranze - Conclusione

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