Cimatti|Ricaldone Pietro / 1936-2-29

1616 / Ricaldone Pietro / 1936-2-29 /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani


In cerca di basi religiose1


Miyazaki, 29 febbraio 1936

Rev.mo ed amatissimo Sig. Don Ricaldone,

I suoi lontani figliuoli coll’aiuto del Signore e sostenuti dalla carità dei buoni tentano con tutte le forze di raggiungere lo scopo per cui furono mandati in questa grande nazione: salvare cioè le anime, far conoscere Gesù Cristo e i suoi insegnamenti.

Non le ho nascosto in varie circostanze le difficoltà gravi, che si oppongono alla rapida espansione di questo lavoro. Da qualche tempo a questa parte, col rafforzarsi in tutte le forme dei culti più o meno ufficiali, si viene assistendo ad una vera fioritura di altre manifestazioni di colorito più o meno religioso, che si espandono non tanto nel popolino, quanto nelle classi intellettuali, nelle classi dirigenti e fra il ceto medio in genere. I dati ufficiali contano ad oltre quattrocento le diverse manifestazioni a tinta religiosa sorte come sette eretiche in seno ai culti più in voga.

Sarebbe interessante studiare le tendenze, origini, credenze, mezzi di propaganda di ognuna di queste manifestazioni. Per il missionario è una necessità, perché dimostrano non foss’altro le tendenze psicologiche di questo popolo, e quali possano essere le molle di scatto della sua anima verso i problemi dello spirito. Bisogna constatare che tali problemi, e in modo speciale il problema religioso nei suoi rapporti coll’educazione, vanno in Giappone assumendo importanza somma, richiamano l’attenzione anche delle autorità, ed è noto anche all’estero il decreto del novembre dell’anno scorso del Ministero dell’educazione con cui, pur non revocando le disposizioni emanate nel 1929 (proibizione cioè nelle scuole dell’insegnamento religioso ed ogni genere di feste religiose confessionali) si segua tuttavia un decisivo cambiamento nell’atteggiamento del Ministero della Educazione di fronte alla religione e alle manifestazioni di fede religiosa. Secondo il decreto l’educazione nelle scuole deve prendere questa posizione:

Si faccia attenzione di non recare pregiudizio al sentimento religioso cresciuto nella famiglia e nella comunità e si abbia riguardo ai bisogni religiosi del cuore degli scolari in modo che non si manifesti alcun disprezzo o minore considerazione per i medesimi.

Si deve cercare di valorizzare le buone religioni (le fedi veramente oneste), e di sradicare invece le superstizioni dannose per l’ordine pubblico e per il buon costume. Se pure non è permesso dare nelle scuole un’educazione confessionale, è però molto necessario curare per mezzo dell’educazione scolastica il sentimento religioso allo scopo della formazione del carattere. Tuttavia l’educazione scolastica deve prendere come punto di partenza l’editto imperiale sull’educazione e non permettere che venga impartita un’educazione che se ne allontani per il contenuto e per il metodo.

E di tali bisogni naturali dell’animo fa fede anche la fioritura di queste manifestazioni religiose, pullulanti, come dissi, al momento attuale in Giappone. Disorientamenti certo, deviazioni dal punto fondamentale religioso – per vari, mezzo di guadagno o altro – per altri, espressioni di vago sentimento, ma dimostranti la potenzialità spirituale di queste popolazioni. Sono alle volte uomini illetterati che si mettono alla testa di questo movimento ed attirano le folle. Nel 1930 un mercante di carbone lancia al pubblico un appello misterioso di fede – in due anni ascendono a 6000 gli addetti, ed ora si contano a migliata al nord del Giappone, specie tra la classe dei fanciulli e fanciulle delle classi elementari e scuole femminili medie. Preghiere, canti e libri – una pubblicazione mensile “La fiamma eterna” – tengono vivo il fuoco. La tenue quota di 20 sen mensili (di cui 15 per le pubblicazioni e 5 per il fondo di mantenimento) – amuleti scaccianti ogni malattia e sedicenti immunizzanti da ogni male – fatti meravigliosi, che si attribuiscono al fondatore a sostegno delle nuove idee, la semplice applicazione della mano direttamente sulle parti doloranti del corpo o vicino alle medesime, mormorando speciali preghiere o formule deprecative, senza bisogno di una fede speciale, per guarire, ecc. popolarizzano sempre più la nuova religione.

Altro corpo religioso attualmente assai diffuso è il gruppo “HITO NO MICHI” (via dell’uomo). È certo uno spettacolo interessante il riunirsi di buon mattino (alle cinque) di questi fedeli – in gran parte mercanti ed operai – nelle grandi città, vi è perfino speciale servizio di tram e auto per loro. Al fondo della sala vi è una specie di santuario e al di sopra, incorniciato, il rescritto imperiale del 1890 sull’educazione. Al segnale si apre radunanza col battito delle mani, l’un contro l’altra a riprese, segnale della preghiera – recita della preghiera mattutina che si conclude col canto dell’inno a voce di popolo, accompagnato dal piano – si chiude il velario – un microfono è collocato nel centro e davanti a quello i fedeli alla presenza di tutti espongono le loro necessità. Il rito è compiuto, e così ogni mattino. La colazione che è servita in seguito, è buon richiamo all’armonizzazione di idee e di cuori. La principale dottrina di questa setta è detta “OFURIKAE” o più originariamente “ONORIKAE”: il fondatore cioè di questa assicura la guarigione dei mali col trasferimento delle malattie degli ascritti nel suo proprio corpo. I fondi per il culto sono raccolti pure in maniera caratteristica: contributi liberi o secondo le categorie.

Tre categorie di fedeli (devoti – quasi fedeli – fedeli) formano il corpo religioso – il passaggio graduale da una categoria all’altra è segnato da somme corrispettive, proporzionate in valore a criteri diversissimi, che fanno ascendere assai i contributi… Chi non abbocca all’idea di benessere del proprio corpo, della guarigione di malattie, non già colla cura medica, con medicine spiacenti, con tagli dolorosi… ma col misterioso e suggestivo trasferirsi del male in un altro, che si sacrifica per te? Col complesso di pratiche che assicurano l’immunità da ogni male, da ogni pencolo?… E sono milioni e milioni di yen profusi… per far star bene la pellaccia… e le tasche…

In una forma ancor più moderna, più gustosa al palato della speculazione monetaria tanto dei singoli che di società commerciali si è iniziata un’altra manifestazione a colorito religioso (“SEICHO NO YE” = casa della vita) che in sostanza, prendendo elementi fondamentali atti al suo scopo da tutte le religioni precedenti, costituisce il suo fondo coi contributi dei fedeli, cui distribuisce i dividendi, che pare ascenderanno pel corrente anno al 40%.

Chi non resterà attirato a dare il nome ad una religione, che sa fare così bene gli affari dei suoi devoti? Una delle mire poi di queste manifestazioni religiose è di attrarre nella loro orbita, per quanto è possibile, le classi intellettuali. Il grande mezzo, la stampa e quel che è più forte, la stampa organizzata. Ed ecco entrare in scena nomi noti e cari al popolo giapponese: col romanzo, colla novella, colla rivista, col giornale, con fogli volanti, ecc. adatti ad ogni classe di persone, l’idea centrale religiosa è inculcata goccia a goccia – il fondo culto assicurato.

È difficile seguire la ridda cinematografica di queste manifestazioni semireligiose.

Mi permetterà, amatissimo Padre, che non le scriva i nomi e di queste e dei fondatori. Non è mia intenzione che di manifestarle come su di un quadro generale, quanto è sotto ai nostri occhi, e quanto va estendendosi fra queste popolazioni. Si mettono alla testa di queste religioni anche uomini di pensiero, dando così un colorito di contenuto scientifico, filosofico al complesso delle manifestazioni sopra indicate. Pratiche a base di superstizione, o di manifestazioni spiritiche o ipnotiche assai suggestive, unite a qualche vago principio più o meno filosofico, sono le tendenze più usuali. Qualche altra manifestazione è strettamente circoscritta ai soli fedeli-membri della medesima, limitando perfino il matrimonio fra i soli inscritti (un qualche cosa di simile alla formazione di una casta).

Altre manifestazioni partono da principi scientifici (la religione del sole, la sacra trigonometria (ogni cosa nel mondo può essere descritta o spiegata in termini ternari) – la religione alfabetica (ogni cosa può essere descritta in termini dell’alfabeto giapponese) – la moralogia (eclettismo di saggi, eroi, uomini e donne famosi nella storia del mondo)… C’è posto per tutti… la religione elettronica… e sarà meglio non continuare.

Tutte queste religioni, basate su principi materialistici, d’interesse corrente e riguardanti non il mondo futuro e quanto in esso ci attende, ma quanto interessa lo sfruttamento piacevole del mondo presente, sono capite facilmente e facilmente abbracciate in pieno.

Eccole, amato Padre, una pallida idea dello sbizzarrirsi della povera testa umana quando non ci vede chiaro nei problemi dello spirito, e quando nelle sue considerazioni si ferma solo al di qua. Ed ecco un nuovo campo d’azione del missionario – ecco nuovi elementi su cui poggiare il suo lavoro pratico di propaganda, che anziché aprirsi vie sempre più nette viene intralciandosi di tanta zavorra, di tanti ostacoli alle volte impensati.

Mi parve di sognare quando in treno verso Tokyo ebbi una conversazione di due buone ore con un bel tipo, che mi scodellava la sua religione elettronica… e mi domandava: “se io ci credevo”. Gli feci prima un po’ di lezione di fisica, con appendice sui veri problemi religiosi: ci separammo da ottimi amici… Ma se crede solo a quelli… Sale più intensa e più capita e speriamo più efficace la preghiera quotidiana del sacerdote missionario al Benedictus: “Illuminare bis qui in tenebris…”. Unitevi, anche voi o buoni amici, a che si affretti fra queste care anime la visione della vera luce, Gesù.

Ci benedica tutti e benedica specialmente il

Suo aff.mo figlio

Don V. Cimatti, sales.

1 Manoscritto, pubblicato in Boll. Sal., Agosto 1936.