œ Begliatti | Data | Destinatario | Oggetto | ð


œ Begliatti | Data | Destinatario | Oggetto | ð



1039 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1933-1-4 /


a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone



Takanabe, 4 gennaio 1933

Rev. Madre,

  1. Un po’ di Epifania!1 Una pia persona scozzese ha inviato per la più bisognosa missione delle   Figlie di M. A. l’acclusa offerta. Un mio amico ha pensato al Giappone e godo di inviarla, sicuro che arriva sempre a tempo. Veda di inviare al M. R. Franco Angelo, Salesian Missionary College – Shrigley Park, England, fotografie o altro che riguarda l’opera loro che trasmetterà alla benefattrice (che non mi nomina). L’offerta fu fatta nel secondo giorno di M. Immacolata.

  2. Siccome (non so come) va vociferandosi che Don Cimatti è diventato milionario – pur ufficialmente non avendo ricevuto comunicazioni dalla loro Madre Generale – mi vidi arrivare una somma che dalle indicazioni dei Superiori deve servire per la cessione della proprietà Asilo (terreno e edifici) di Miyazaki, intestandola a chi mi verrebbe indicato dalle Superiore delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Si vede che la Rev. Madre ha potuto aderire alla pratica che Lei sa, fu fatta tempo fa, per tale cessione. Non comunicai nulla sempre in attesa di comunicazioni ufficiali sia dalle loro Superiore che dai miei. Se Lei ha qualche comunicazione in proposito, ben volentieri la conoscerò.

Di fronte a Dio, valutando la cosa, credo che ci si guadagna tutti e Deo gratias.2

  1. Don Tanguy sta cercando la casa di Miyakonojo. Spero che martedì prossimo Don Piacenza possa mettersi in viaggio per Tokyo (apertura 29 Gennaio). Chiesa (per modo di dire: è una camera) e oratorio… Poi si vedrà. Che vuole? Non ci voleva andare nessuno in quella zona povera, operaia, ecc… Don Bosco ha detto di sì… Il segreto dell’esito è tutto in quello. Faccia pregare per il buon esito delle due opere. Invio un pacchetto per le sue figliuole… Faccia fare una tombolina… Oh, come vorrei dare quello che non ho… Quest’anno sarà un anno terribile, ma confido nelle vostre preghiere.

  2. Don Margiaria giunto felicemente. Deo gratias.


Ossequi cari alle consorelle e alle ragazze.

Con affetto devoto

Don V. Cimatti, sales.

1040 /Ricaldone Pietro / 1933-1-6 /


1 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Takanabe, 6 gennaio 1933

Amat.mo Sig. Don Ricaldone,

La S. Epifania! Desidererei che tutti i suoi figliuoli del Giappone manifestassero al Signore e fossero veri figli di Don Bosco, cominciando dal sottoscritto. Preghi per noi. È da pochi giorni che le ho scritto, ma ho bisogno con un po’ di calma di metterle sott’occhio le nostre necessità affinché, come mi scriveva, Lei abbia modo di cominciare a provvedere per il personale del prossimo anno.

Eccole il quadro…

Nell’ipotesi che tutti o parte dei chierici che compiono il secondo anno di tirocinio possano essere dispensati da un anno, e quindi cominciare la teologia, non potendo supplire che con 4 chierici che mi finiscono la filosofia – mi rimangono troppi vuoti, tanto più se sarò obbligato ad aprire qualche nuova residenza. Vi sarà da pensare alla scuola tipografica di Tokyo, per cui occorre un buon stampatore (non si formalizzino per i caratteri giapponesi) ed anche un legatore. Se mi manderà dei chierici che debbano iniziare o proseguire la filosofia, supplico almeno un buon insegnante di filosofia.

Nel prossimo anno sarà forse un fatto compiuto l’Ospizio orfanotrofio e mi ci vorrebbe un qualche buon coadiutore calzolaio, sarto (che sappiano benino il fatto loro, perché i giapponesi anche in queste arti fanno rapidissimi progressi e competono).

Compirebbe l’opera vi fosse un campagnolo. Se poi i Superiori decidessero di darci il personale (almeno due per la dogmatica e morale) per la teologia, sarebbe l’ideale, se no ci aggiusteremo parte a Tokyo e parte a Hong Kong.

Queste mi sembrano le necessità indispensabili. Quello che supplico è che diano buoni figli di Don Bosco, amanti della povertà e del lavoro e della carità – se no edifichiamo sulla sabbia. Il Giappone ha i suoi pericoli climatici (variazioni continue di tempo e temperatura – umidità); ha i pericoli propri di ogni terra pagana e suoi caratteristici, dato il carattere proprio del popolo. Ho bisogno che siano uomini di preghiera, di lavoro e di carità. In Domino semper.

Una proposta che forse faciliterebbe qualche cosa. Come Lei sa, la lingua da impararsi è uno scoglio non indifferente. Attualmente a Roma vi è un bravo giovane giapponese di nome Shimada3 che per la carità dei Superiori alloggia in casa nostra in attesa di poter entrare nel Conservatorio di Milano. Così pure a Napoli e penso nelle città grandi vi sono giapponesi che suppongo si presterebbero a insegnare il giapponese in forma pratica. Il buon Shimada studia e comincia a sapere l’italiano.

Quale vantaggio incalcolabile se i Superiori pensassero di affidargli un paio o più di quelli che potrebbero essere inviati in Giappone. Ne viene, creda, un bene vicendevole, e chissà che non si possa trovare anche qualche conversione di giapponesi in Italia. È un’idea che mi venne durante la preghiera e ho voluto manifestarla. Lei le attribuisca il valore che crede.

Per ora non mi resta che raccomandarmi vivamente per il prossimo personale. Nell’ultimo Capitolo i colleghi poterono avvicinando i Superiori fare dolci violenze… Le faccio per lettera.

Don Cimatti accoglie quanti ai Superiori piacerà inviare; mandi buoni preti, buoni chierici e santi, santi coadiutori.

Fra dieci anni penso che il Giappone ne darà di ogni genere tanti e tanti alla nostra Pia Società. Preghi preghi preghi per me e per i miei.

Suo figlio

Don V. Cimatti, sales.


P.S. 

  1. Sono sempre in attesa dalle Rev. Figlie di Maria A. di sapere delle 100.000 Lire ricevute.

  2. Bravo Sig. Don Ricaldone! Invii un Visitatore. Questa sì che è una grazia!

  3. Concludendo: spero pel prossimo anno almeno 3 preti, qualche coadiutore, chierici quanti vuole se no chiudo lo studentato per mancanza di soggetti. Ne domando anche qualcuno che abbia già fatto filosofia: può durante il triennio studiare il giapponese.

 

1041 / Ricaldone Pietro BS / 1933-1-6 /


2 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Gli orizzonti e i confini si allargano ed estendono4


Miyazaki, 6 gennaio 1933

Rev.mo ed amat.mo Padre,

Sembra proprio che il Signore prediliga la nostra Missione di Miyazaki e l’Opera salesiana in Giappone, perché nonostante le critiche situazioni in cui ci troviamo, ci dà la possibilità di lavoro fruttuoso e ci mette nella gradita necessità di estendere la nostra modesta azione per il bene delle anime.

I Superiori hanno autorizzato la fondazione di Tokyo5 di cui prossimamente manderò relazione dettagliata, ed è di questi giorni l’apertura di una nuova residenza a MIYAKONOJO, centro importante al Sud della Missione, che darà modo di dominare tutta quella vasta zona, che incomincia già ad essere vivificata da famiglie cristiane. Mi domando sempre: “Perché il Signore ci mette in queste ambite possibilità? Perché in mezzo alle dure difficoltà economiche, in mezzo alle persecuzioni ‘propter justitiam’ il Signore nella sua materna Provvidenza mai venuta meno, così ci consola?”. Sarà perché, bambini come siamo nell’apostolato, siamo soliti ad affidarci con infantile confidenza in Lui, che ci guida per non farne delle troppo grosse? Sarà perché siamo e vogliamo essere sempre i più vicini e fedeli allo spirito di Don Bosco? Sarà perché migliaia e migliaia di anime buone (e non è esagerazione) pregano per noi, e con la loro carità che non conosce tregua, ci vengono in aiuto?

Per me non so dare esatta risposta, ma debbo dire, per la grazia di Dio, gli orizzonti e i confini si dilatano; Maria A. e Don Bosco lavorano in questa terra santificata dal sangue di tanti martiri, e, se non col ritmo accelerato, quale desiderano gli incontentabili missionari, si procede, si procede.

Il vivaio della missione e della congregazione è zeppo, e bisogna pensare ormai a sciamare. NAKATSU, la nostra speranza, promette bene. Armonia di anime, di cuori, di intenti, realizzata anche materialmente con un’orchestrina davvero sui generis. Ah, li ammiri questi nostri figliuoli e li benedica, affinchè presto diventino sicut novellae olivarum in circuitu mensae Domini.

BEPPU, coll’acquisto di una nuova striscia di terreno, vede estendere la sua povera abitazione; e spera presto avere una sala-cappella un po’ più ampia per alloggiare meglio i cristiani che crescono di numero, e col fiorente circolo giovani, di attività, per dare poi in seguito luogo all’erezione del Santuarietto a Maria A. e alla casa di cura del Missionario. Oh, come è bello nella vera povertà sognare e vedere quanto viene così chiaramente delineandosi, e che per la gloria di Maria A. si realizzerà certo fra non molto. Può Lei pensare che la Madonna di Don Bosco non voglia erigersi una sua casa anche in Giappone?

E a Beppu pure le brave Figlie di Maria A. stanno assestando il loro aspirantato, ricco già di buone vocazioni.

OITA continua nel suo lavoro di propaganda stampa pregustando il momento di poter ampliare la sua sfera d’azione per la buona causa, in sede più ampia e adatta. Cogli aiuti poi che mi ha promesso col nuovo anno, mi propongo già fin d’ora di dare impulso a questa parte della missione tanto importante sotto tutti gli aspetti. Fu il campo di attività apostolica del Saverio, e le opere di apostolato missionario dei Gesuiti dei tempi prima della persecuzione, a Oita ebbero la loro sede. È troppo bello e importante pensare il ritorno come a quei tempi!

TAKANABE ha allargato la sua zona d’azione nei dintorni, e aumentato il numero dei catecumeni e si sta studiando la possibilità di iniziare il lavoro nell’importante centro di NOBEOKA, che in questi anni ha dato un enorme sviluppo alle sue fabbriche di seta artificiale e concimi chimici con agglomerazione di oltre tremila operai. E già contiamo a Takanabe una buona retata di anime, che hanno risposto “pronti” alla voce di Gesù.

TANO continua nella sua attività, e nonostante le difficoltà che provano i cristiani della zona per la manifestazione della loro fede, pian piano viene aumentando il numero di coloro che si avvicinano. I cristiani hanno dissodato bene quei terreni, una volta steppa di bambù (numerosissimi ed estesissimi in Giappone) meritando elogi dalle autorità. Anche questo serve, non fosse altro indirettamente, a far conoscere la nostra religione.

MIYAZAKI ha di fronte un nuovo avvenire di bene coll’opera che ha ora tra mano, l’OSPIZIO DEI POVERI, di cui riferirà ampiamente Don Cavoli.6

Veda, amato Padre, le ultime conquiste della carità. Gioisca e si commuova con noi. Le dicono il grazie cordiale e la povera cieca fin dall’età di 4 anni, che ora ha veduto Gesù e gli altri poveri vecchi abbandonati, ammalati e deformi, che nella persona di Gesù sofferente, sono raccolti dalla missione; ma più le gridano il “grazie” i poveri orfanelli, nella speranza di essere prossimamente raccolti nell’Orfanotrofio, che coll’aiuto di Dio e per la generosità dei benefattori, dovrà sorgere nel prossimo anno.

I poveri fanciulli sono ora caritatevolmente raccolti nelle nostre case o presso buone famiglie cristiane o presso istituti religiosi, e nell’attesa che per loro ci sia un posto adatto, pregano la Provvidenza, e affrettano col desiderio il momento che dia modo ai figli di Don Bosco di occuparsi di loro.

La messe è abbondante e gli operai, pochi. Non mi resta che pregare il Padrone della messe affinché, anche per mezzo di Lei, amato Padre, si degni mandare molti e buoni operai a mietere nel suo campo, e di raccomandare i suoi lontani figli alle preghiere e alla carità di tutti.

Aff.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.



[

1042 / Mooney Edward / 1933-1-6 /


3 a S.E. Edward Mooney, Delegato Apostolico

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Miyazaki, 6 gennaio 1933

Eccellenza Reverendissima,

Come dagli accordi presi con S.E. Rev.ma Mons. Chambon, giovedì prossimo faranno la loro umile entrata in Tokyo i Salesiani di Don Bosco.

Li affido alla sua paterna carità affinché ci sia largo di tutti quei consigli che l’E. V. crede utili per iniziare bene le cose.

Arriveranno al mattino per tempo, si recheranno dall’Arcivescovo, e così in giornata avranno tempo di preparare il necessario per il giaciglio con l’aiuto di qualcuno e assestatisi alla meglio inizieranno subito il loro lavoro.

Tornerei a Tokyo il giorno dell’inaugurazione ufficiale (29/1 – festa del nostro Patrono San Francesco di Sales).

I Salesiani intendono di umiliare all’E. V., che rappresenta il S. Pontefice, i sentimenti più vivi di forte amore, di obbedienza, di lavoro per la gloria di Dio e per la glorificazione della S. Chiesa.

Ci benedica tutti.

Dell’E. V. Rev.ma

Obbl.mo

Don V. Cimatti, sales.

1043 /Tassinari Clodoveo /1930-1-... /


al chierico Clodoveo Tassinari, tirocinante



[Gennaio iniz. 1933]

Caro Clodoveo,

Zanarini soffre. Prega per lui.

Grazie della tua. Non fare troppo fidanza di te e perciò fiducia in Dio, fiducia in Dio sempre.

Gli vuoi bene? Lo senti in te? Abituati. È il tuo massimo amico? Gli dici tutto? Come vanno le tue comunioni, le visite?

Allegro sempre e tranquillo e vedrai i miracoli di Dio in te.

Domani fa’ la Comunione per Zanarini.

Ti abbraccio e benedico… Un pugno a Floran.

Tuo aff. Mo

Don V. Cimatti, sales.

1044 /Tassinari Vasco / 1933-1-6 /


al chierico Vasco Tassinari, fratello di Clodoveo



Takanabe, 6 gennaio 1933

Tassinari carissimo,

Sempre a tempo gli auguri ai paesi lontani. Ho bisogno davvero di aiuti speciali quest’anno: il direttore ne dirà la ragione. Grazie.

Sì, Renato sta bene in tutti i sensi della parola. Don Cimatti non c’entra: è il Signore. È un po’ oca delle volte, ma buono. Zanarini è passato insegnante al Seminario a Nakatsu. Per la Cina nessun timore… Oh, portino pure tutti i missionari in Cina. Ah, quando sarà che i 400 milioni saranno convertiti!

Vedi, Vasco! Non bisogna che i missionari abbiano paura che i fratelli abbiano più mezzi, più personale, più risultati… Dobbiamo pensare a Gesù, alla sua gloria, alla salute nostra e delle anime.

Ne vuoi un esempio? Vuoi vedere come Gesù ama il Giappone e la sua povera missione? I Superiori sanno le nostre condizioni di finanza – non mandano personale quest’anno eppure si apre Tokyo – si apre Miyakonojo – forse costruirò il Seminario e un Santuario a Maria A. ed altro che bolle in pentola. Ah, avessimo fede! E fossimo santi! Siamolo Vasco mio, siamolo; se no che terribile conto dovremo dare a Gesù.

Allegro, dulcissime rerum, e impara ad essere più uomo di fede – non guardare agli uomini, ma a Dio, e non aver paura della propaganda che altri faranno quando tu sarai in ballo: cerca la gloria di Dio e niente paura. Bravo! Prega perché quest’anno il Signore raddoppi le forze dei missionari in Giappone: siamo pochi e si è duplicato il campo d’azione.

Avanti! Evviva Gesù. Saluta omnes. Amiamoci tutti nel Signore.

Tuo sempre

Don V. Cimatti, sales.


1045 / Ricaldone Pietro / 1933-1-9 /



4 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Takanabe, 9 gennaio 1933

Amatissimo Padre,

Al punto di spedire mi giunge la sua venerata dell’8/12/32. Grazie della carità. Questa è dei Superiori o è la soluzione del contratto-proprietà Suore ottenuto per il benevolo e forte interessamento dei Superiori? Siccome prima d’ora avevo avuto il suo annuncio e quello del Sig. Don Giraudi: in relazione alle lire centomila per quello – e la dichiarazione del Sig. Don Giraudi che la proprietà doveva essere intestata a quella delle suore che sarebbe stata indicata dalle Superiore – e non avendo ancor avuto nessuna dichiarazione al riguardo ero sempre dubbioso sulla provenienza. Ad ogni modo come sa al cambio le centomila lire hanno dato Yen 24 mila che otto o dieci mesi fa avrebbero rappresentato certo Lire 240 mila. Per noi è la Provvidenza e pian piano per non aver l’aria di… Andiamo chiudendo i buchi.

Avrà a quest’ora ricevuto le mie in relazione a Tokyo. Domani Don Piacenza colla famigliola va su – e Don Tanguy va giù a Miyakonojo. Non tema: piedi di piombo e senza debiti. Ma che vuole? È la Provvidenza che ci vuole a Tokyo, e in zona barabbesca, ladronesca et similia… dove Don Bosco e Maria Aus. faranno furori.

Don Cimatti pensa che colle nostre forze riusciremo a pagare Yen 10 mila. Ma vuol proprio che Don Bosco non si faccia onore? Ma è certo, è certo… se saremo buoni, poveri e sacrificati.

Certo non c’è da farsi illusioni… Il posto è proprio di quelli che ama Don Bosco… Ci sarà da lavorare e soffrire. Niente paura e avanti. Intanto un anonimo benefattore dà Yen 500 all’atto in cui i Salesiani entrano.

Accenno pure un suo cenno per Osaka di grandi estensioni di terreno, alla condizione in 10 anni di erigere scuola di lingue estere (ce ne sono solo due in tutto il Giappone) e poi scuola professionale. Quid? Non tema, se Lei crede che i Superiori possano in dieci anni avere un paio di personale per le lingue straniere, si mettesse lo studentato nostro filosofico-teologico, sarebbe facile. Per i capitali… C’è la Provvidenza. Mi scrive un amico di Osaka che tiene dietro alla cosa: “Non bisogna andar per le lunghe, perché… Veda adunque… Quanto agli altri punti, preparerò e invierò”.

Preghi e faccia pregare per me. Il ch. Tassan ammalato di appendicite, comincia ad alzarsi.

Mi benedica… Mi dice che sono teppista… Mi batta sulla schiena e secco e forte – voglia bene all’anima mia che vale molto più di Tokyo, di Miyakonojo e di tutti i debiti che ha il suo vecchio brontolone.

Don V. Cimatti, salesiano

1046 / Tirone Pietro / 1933-1-9 /



5 a Don Pietro Tirone, Direttore Spirituale Generale

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Takanabe, 9 gennaio 1933

Amatis.mo Sig. Don Tirone,

Grazie del suo letterone… Cose che fanno bene all’anima e al corpo…

Ma Lei pensa che la croce che devo portare sia pesante. Siccome non concludo nulla prego sempre il Signore che risparmi i miei confratelli e butti pure addosso a me. Non so se il Signore mi esaudisca – e non devo saperlo – lo domando sempre al Signore di farmi ignorare gli effetti delle cose – ma non mi sembra di essere accasciato sotto il peso… sono “grand e gross, ciula e baloss” (dicono i piemontesi).

Bravi, Superiori cari; preghino preghino. Il Giappone non si converte che con la preghiera sacrificata.

Quanto alla questione finanziaria, penso che non abbiamo sufficiente fede nella Provvidenza. Ad ogni modo è chiaro chiaro. Non è roba solo dell’Italia, ma di tutto il mondo. Ma per me, avessi modo di pagare subito i miei debiti più vivi, che sono colle Figlie di M. A. e colle Missioni di Parigi (come vede, cose umilianti, perché verso persone che ne hanno bisogno e che certo in altra occasione non ci aiuteranno tanto facilmente – colle Figlie di Maria A. verso cui dovrei per ufficio alle volte fare certe parti, in questa condizione, si rimane proprio legati), sarei da questo lato felice, ma se non si può, pazienza. Quello che tutti si può fare, si fa. La Provvidenza penserà.

Quello che capita a Torino, capita pure qui. Poveraglia e non poveraglia cotidie passa alle nostre residenze. “Date et dabitur vobis”. Ci siamo messi al regime secco, e ci sforziamo di non fare debiti. Ma questo non basta… che se non si possono pagare i precedenti, gli interessi aprono buchi e crepe. Per me mi sono buttato nelle mani della Provvidenza.

Quest’anno rimaniamo all’asciutto di personale. Fiat voluntas Dei e nel prossimo anno vedremo. Raccomando anche a Lei la questione della teologia per i nostri chierici, che è allo studio presso i Superiori. Per me ho esposto i nostri pareri e non propendo ad una soluzione più che ad un’altra: ma se i Superiori non possono darci il personale, li manderemo in Italia o altrove. Può essere che la mia frase un po’ rude sia stata interpretata come se quest’anno non volessi personale. Il problema è spostato. Al prossimo anno sarà più rude.

Don Cimatti farà miracoli… Oh, quelli, proprio i miracoli li fa il Signore. “Sia buono ed esigente!”. Mi sembra di dire le cose chiare e per lettera per iscritto e a voce – opportune et importune – ma veda, siccome ho la convinzione di coscienza che gli altri fanno e sanno meglio e più di me, lascio fare (non contro le Regole… e contro lo spirito delle medesime… no, no), ma nel modo di lavoro, ecc. ecc. Non credo che sotto il superiorato di Don Cimatti le cose si facciano come le farebbe o vedrebbe Lui… L’omnis homo mendax dubito che sia nel senso che mi dice Lei. Che vuole che corregga, caro Don Pietro?

Lo spirito, mi pare, lo spirito buono c’è in tutti. Tutti vogliono salvare anime: ed alcuni farebbero prodigi, penso, se fossero soli nel lavoro.

Per le altre questioni sono il riflesso o il desideratum di confratelli. Per me personalmente non ho al riguardo nessun desideratum.

Le mie impressioni personali del Capit. 1929 non contano perché era la prima volta che vedevo il Capitolo e quindi, ci capivo poco, tanto più che non avendo voto, non c’era da pigliarsi nessuna responsabilità.

Godo che siano allo studio le questioni importanti per le Missioni.


  1. Varie rimasero insolute. Una commissione doveva legiferare o studiare una questione…

  2. Insistano perché ci sia a Torino, a Roma o non so dove, uno a cui i missionari possano rivolgersi per dubbi, consigli, provviste… e che abbia tempo a rispondere e a fare. Ma ci vuol uno che abbia provato…

Ricordi che questo è desiderio dei missionari di tutta la Congregazione. Nell’ultimo Capitolo purtroppo i missionari non furono ascoltati… E che questo ufficio funzioni.

  1. Un altro punto da chiarire se questo uno (che se fu cambiato certo non fu data comunicazione – è il Prefetto generale): ha la mansione delle missioni, a Lui si deve deferire tutto (come pareva si dovesse fare prima) o anche agli altri Superiori responsabili? O un eccessivo accentramento era il risultato, o un non curarsi dei problemi missionari per parte degli altri Superiori.


Bel tipo, Don Cimatti! Non vocatus vuol dare suggerimenti. Oh, caro Don Tirone, Lei non conosce ancora la bestia grama che scrive. Ne ha un piccolo saggio. Per me basta che siamo buoni salesiani e amiamo il Signore e le anime: ed è per questo desiderio che alle volte sproposito. Perdoni e preghi per me. Grazie della lettera ai chierici. Ho già pronta la conferenza per giovedì. Tutti salutano.

Aff.mo

Don V. Cimatti

1047 / Circolare Salesiani / 1933-1-9 /


6 ai Missionari e Salesiani della Missione Indipendente e Visitatoria S. F. Saverio

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Missione Indip. e Visitatoria

Miyazaki, 9 gennaio 1933

Carissimi,

Il principio del nuovo anno ci ha portato, come sapete, l’apertura della residenza di Miyakonojo e della casa di Tokyo. Mentre di cuore dobbiamo ringraziare il Signore, dobbiamo pure aiutare specialmente colla preghiera le nuove fondazioni. Posso dire che tutte le case aiutarono anche materialmente, cedendo materiale, ecc. e concorrendo ad alleviarle, voi lo comprendete, le spese di impianto delle nuove case. Ve ne ringrazio con tutto il cuore. Appena mi sarà possibile vi comunicherò notizie interessanti le nuove fondazioni: eccovi per ora l’indirizzo:

Tokyo-shi, Arakawa-ku, Mikawajima 3002.

Miyakonojo-shi, Himeshiro-cho Shintaro Hashizume.


  1. Per l’amministrazione rimane sempre incaricato Don Piacenza, quindi a lui vanno come prima deferite le questioni relative. Giunto a Tokyo si metterà in relazione colle varie Procure e si metterà a disposizione delle nostre residenze per eventuali provviste di generi, libri o altro di cui manderà distinta di prezzi. Come pure è a vostra disposizione per facilitare operazioni bancarie di ogni genere.

  2. Si farà in questi giorni un piccolo invio di vino alle case (vino da pasto che si prega di usare secondo le norme date in precedente circolare, nelle grandi solennità, per ospiti insigni, in caso di malattia, ecc.). Ognuno pensi che il modico rifornimento che è in deposito è ormai a termine.

  3. Il Centro provvederà alle residenze il vino di Messa, le candele e incenso.

  4. Ogni altro genere, anche se per il passato provveduto dal Centro, deve essere provveduto secondo le necessità dalle residenze, o se provveduto dal centro viene conteggiato alle case.

Il Centro pensa pure agli abbonamenti al Bollettino Sales. e pubblicazioni periodiche salesiane.

  1. Takanabe continuerà a provvedere le Ostie e l’invio del materiale proiezioni (spedire richieste a Don Lucioni). Spero che presto, passato il primo momento di assestamento, tutto potrà procedere regolarmente.

  2. Ricordo a tutti che approfittando della lettura delle Regole che si fa in questo tempo, ci animiamo sempre più alla esatta osservanza delle medesime. Facciamo bene l’esercizio di b. m., i rendiconti, si facciano prescritte conferenze al personale. Assicuriamoci che facendo bene tutti questi nostri doveri, attireremo le benedizioni di Dio sulle anime nostre e sulle opere che abbiamo tra mano.


Si avvicina la festa del nostro santo Patrono, il santo della carità e della dolcezza il quale OMNIBUS OMNIA FACTUS, riuscì a salvare tante anime. Il nostro R. M. ci ha dato come strenna l’esercizio della carità. Ricordiamolo.

Vostro

Don V. Cimatti, sales.

1048 /Begliatti Letizia F.M.A. / 1933-1-10 /


7 a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone

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Takanabe, 10 gennaio 1933

Rev.ma Madre,

  1. Grazie di tutto e congratulazioni per le nuove reclute.

  2. Oggi partenza del gruppo Tokyo e di Don Tanguy per aprire Miyakonojo (in casa di fitto).

  3. Grazie pure delle informazioni… sui soldi. Dispiacquero più a me le voci propalate, causate dal fatto che la mia posta arriva quasi tutta a Miyazaki, ed i telegrammi si aprono. Mah! Ho offerto al Signore anche questa umiliazione. Dai Superiori ho saputo delle pratiche che facevano presso la Rev. Madre – a tutt’oggi non ho chiare notizie, se non che fu spedita la somma X (che è minore di 25), dalle Rev. Madri nulla.


Ad ogni modo scrivo alla Rev. Madre Generale, perché il Sig. Don Giraudi, quando mi comunicava la speranza dell’esito, mi disse dovrebbe essere intestata la pratica a quella o quelle Rev. Suore designate dalle Superiore.

Quanto al resto (ordinamento casa, asilo, ecc.) non ho comunicazioni speciali.

Nel mese deve liquidarsi la questione casa estranea che è sul terreno. Poi vedremo e combineremo per il resto. Il concetto mio è che le Figlie di Maria A. piglino asilo, opere femminili e quanto altro credono utile pel bene delle anime e per lo sviluppo dell’opera loro, libere da ingerenze amministrative o direttive della Missione.

Passato il trambusto di questi giorni, avremo tempo a parlare, pensare e decidere, vero?

Penso che Don Tanguy possa continuare, perché non mancherà occasione a Lui venire. Don Cimatti è ancora più legato quest’anno di prima. L’unico mio cruccio è che grido: “Armiamoci e… partite”. Sia fatta la volontà di Dio!

Rev. Madre, avanti nel Signore con fede, con carità, con mortificazione e con santa allegria. Pensi sempre che Lei si chiama Madre Letizia. E preghi per me, e non tema di disturbarmi per qualsiasi cosa.

Ossequi alle consorelle e alle sue figliuole. Dica alle vecchie: “Siate per le nuove aspiranti come un limpidissimo specchio!”.

Alle nuove: “La caratteristica dell’aspirante figlia di Maria Ausiliatrice è: allegria, obbedienza e laboriosità”.

Saluti a tutte. Preghi e faccia pregare per il

Suo obbl.mo

Don V. Cimatti, sales.





1049 / Caviglia Alberto / 1933-1-16 /


8 a Don Alberto Caviglia, studioso di Don Bosco

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+ Takanabe 16/1/1933

Mio amatissimo D. Caviglia,

Quid retribuam Domino et Alberto? Mah! Sa il Signore che cosa vorrei fare per Lei. Non potendo altro, Lei lo sa, tento di pregare, far pregare ed offrire i nostri sacrifici al Signore per Lei. Dispongo che tutte le preghiere e sacrifici del mese di febbraio siano per Lei, per il Sig. D. Notario (gli scrivo) e per la fam. Mattirolo (cui scrivo). Il Signore rimeriti e ricompensi Lui regalmente, come è solito fare. Non dubiti D. Alberto… Quanti l’hanno udito predicare sul Paradiso non possono dubitare di poterci entrare (e Lei per il primo) se esercitano la carità. E Lei certo l’ha esercitata e l’esercita. Non tema, non tema. Le assicuro che si prega e prega per Lei.

Grazie delle belle notizie specie nostre su D. Bosco e Savio Domenico. Beato Lei che sa fare quelle belle cose. Ma come fa Lei!?

E D. Pagella? Chissà che musiche! Qui faccio quel che si può, ma non ho elementi, né strumenti, ma nelle scuole giapponesi ce ne sono dei magnifici (piani a coda e verticali di 15-30.000 £. roba di Germania e d’America… che nessuno suona, se non per canzonette per noi da Asilo… ma poco a poco si vengono sentendo buone esecuzioni corali. Parlo così, perché nei grandi centri si sentono tutte le cose europee… anche).

Ottima l’idea del Riso e l’attuo immediatamente… direttamente… non essendoci ora l’ambasciatore. Dicono che lo cambiano… e non so quando verrà. Ottima idea… Ma come fa Lei?!

Auguri perché i 65 continuino, almeno… (pur volendo escludere i limiti) fino ad opera compiuta di D. Bosco. D. Cimatti pensa di vivere fino a 75 anni perché ho da compiere fino allora un incarico avuto dal Sig. D. Rua. Sarà allora il mio 30° di missione – Lei avrà allora 87 anni… non è poi una cosa dell’altro mondo… altri son ben vissuti di più… Desidererei proprio ci fosse anche Lei. Ah che festa… Come saremo più vecchi… Beh? Il meglio è rimetterci a quel di là su… al buon Dio. Se no, ci rivedremo certo lassù… Accetto l’avallo della cambiale. Niente paura… Son già così abituato ad affrontare i debiti. Stia sicuro, stia sicuro: accettata a pieno la girata alla Missione ed opera salesiana in Giappone.

Ho aperto una nuova residenza a Miyakonojo, al Sud della Missione – e come ho scritto siamo entrati a Tokyo… gran città!

Auguri al buon Zandonella. A quei tempi là, anche D. Cimatti ha sprecato inchiostro per quella rivista.

Auguri per l’Archeologia – Come già dissi, se le può esser utile qualche cosa… disponga. Potrei inviare qualche volume di Archeologia comparata, cioè monumenti nostri e quelli giapponesi dell’epoca. Sono scritti in giapponese, ma riccamente illustrati, Lei legge sui disegni. Dica liberamente. O se preferisce cartoline da proiettare. Non mi fido a mandare proiezioni su vetro perché nel viaggio…

Auguri pure ai suoi colleghi salesiani. Se posso concorrere in qualche modo con l’architettura missionaria… Veda ad es. la Chiesa Cattolica a Nara fatta in pieno stile… Lei capisce…

L’ho già tediato a lungo. Certo se potessi in qualche modo compensarla di quanto fa per noi, sarei davvero felice. Il Signore la rimeriti e conceda a me, a Lei, a tutti il Suo amore.

Saluti a tutti tutti tutti da tutti tutti tutti. L’abbraccia e bacia nel Signore il suo riconoscente

D. V. Cimatti, sales.



1050 / Circolare Salesiani / 1933-1-19 /


9 ai Salesiani e Missionari della Visitatoria e Missione indipendente

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Missione Indip. e Visitatoria

Miyazaki, 19 gennaio 1933

Carissimi,

Permettete che nell’approssimarsi della festa del nostro S. Patrono vi richiami alcune cose che mi pare possono servire al bene generale della missione e in particolare delle vostre residenze.


  1. Vedete anche voi che da qualche tempo a questa parte, anche nella nostra missione (anche altre non ne sono escluse) i giornali non parlano sempre in modo favorevole del nostro lavoro. In generale sono appunti e accuse mosse al Catechismo in genere, ma alle volte si discende a particolari di fatto che veri o non veri fanno certo sempre del male, specie ai pusilli e a coloro che ignorano la nostra religione. Mentre raccomando nuovamente con tutte le forze dell’animo mio a che si invigili sui confratelli e sui cristiani affinché colle opere e più colle parole non contravvengano menomamente ai doveri cristiani del buon cittadino, né che si facciano cose che diano appiglio ad accusarci come infrangitori delle leggi e richiamo quindi all’osservanza di quelle norme che di comune accordo furono prese al riguardo (come ad es. l’esposizione della bandiera, il modo di celebrare le feste nazionali, l’attenzione sui discorsi che catechisti o incaricati fanno ai ragazzi, – vi sia nelle residenze il ritratto dell’Imperatore, ecc. ecc.), vi prego di studiare la possibilità proprio nella festa del nostro Patrono di invitare alla Missione, nelle forme che crederete più opportune nei singoli ambienti, i GIORNALISTI.7 È la festa del Patrono della stampa cattolica – avvicinando queste persone si possono chiarire molte idee, stringere preziose relazioni, farsi degli amici, e di fare del bene anche a queste anime. Vedete se è possibile combinare che accettino comunicazioni e pubblicazioni di articoli interessanti la religione e l’opera nostra in Giappone e all’estero: insomma sfruttiamo santamente l’occasione che mi sembra ottima.

  2. In forma assai modesta si è iniziata in quasi tutte le residenze il movimento della COOPERAZIONE SALESIANA. Desidererei che approfittando dell’occasione di detta festa o nel discorso della domenica o in apposita conferenza spiegaste l’Opera. Se poi vi sono degli iscritti li riuniste in conferenza per comunicare le notizie più salienti dell’opera nostra – invitarli ad un’efficace cooperazione delle opere iniziate, e che specialmente lavorino per la propagazione della fede fra i loro connazionali. La cooperazione come fu intesa dal nostro B. Padre non è legata tanto alla Società salesiana, quanto al movimento generale di azione cattolica (quale è inteso dal Papa) – è in conclusione il lavoro per la santificazione della famiglia e della società – non dobbiamo aver nessun timore di propagarla con tutte le nostre forze, sicuri che formeremo dei buoni cattolici.

Aggiornate dunque le vostre liste, aumentatele. Fate larga distribuzione del regolamento, parlate dei copiosi vantaggi spirituali.

Quando sarà che tutte le famiglie della missione vi saranno iscritte?

Parlatene anche ai seminaristi di Nakatsu, agli allievi di Oita. E se è possibile in quella occasione si faccia anche un po’ di commemorazione di Don Bosco, di qualche lato dell’opera sua nei trattenimenti serali. Se docilmente farete in questo modo ne verrà gran bene a tutti, e vi assicuro le speciali benedizioni del nostro Patrono e di Don Bosco anche sulle opere che avete tra mano dal punto di vista missionario…

S. Francesco di Sales se ne intendeva anche assai di missioni…

  1. Le nostre nuove fondazioni di Tokyo e di Miyakonojo si vanno assestando cominciando il nuovo lavoro. Non dimentichiamole al Signore specialmente in questi momenti.


Pregate sempre per me,

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

1051 / Ricaldone Pietro / 1933-1-29 /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



Più avanti a nord e a sud8


Tokyo, 29 gennaio 1933

Amatissimo Padre,

Come vede le scrivo da Tokyo, dalla seconda città del mondo per popolazione, dalla Capitale dell’Impero, per annunciarle ufficialmente l’entrata dei Salesiani nel più grande centro dell’Impero. Entrata calma e tranquilla, senza squilli di tromba o rulli di tamburi; entrata pacifica di tre suoi figliuoli: Don Piacenza, ch. Filippa, coad. Ragogna, che già sono al lavoro, sul terreno affidato loro dal nostro gran benefattore Mons. Chambon delle Missioni Estere di Parigi, Arcivescovo di Tokyo.


Il nuovo campo di lavoro

Il campo di lavoro è esteso, comprendente due compartimenti della capitale (Arakawa-ku e Adachi-ku) con un complessivo di 300.000 abitanti, di cui una trentina cristiani. Il campo di lavoro è formato da poveraglia: zona notoriamente conosciuta come la più misera di tutta la città, la più bisognosa in tutti i sensi… Il campo di lavoro è formato da moltitudine di ragazzi. Nei pressi della missione vi sono varie scuole elementari rigurgitanti di allievi, che finito il corso elementare inferiore, non trovando altre scuole né lavoro, bighellonano a migliaia per le vie… Sono chiare le conseguenze. Come vede, amato Padre, è proprio un campo di lavoro adatto per i Salesiani, che vi ci si trovano, mi lasci dir così, come in casa loro. Pur non essendosi fatta réclame né potendo per ora svolgersi ancora un programma coordinato di azione, il cortile nel pomeriggio è sempre pieno di giovani, e si comincia a sentire già la ristrettezza del locale. Il nostro Don Bosco andava per le vie di Torino a cercare i ragazzi per il suo Oratorio. A Tokyo si sono invertite le parti, e sono i ragazzi che han cercato e trovato i Salesiani, e non pare loro vero di aver a disposizione un bel cortile ove scorrazzare, e non pare vero a noi di aver potuto realizzare con tanta facilità l’inizio di quello che noi chiamiamo oratorio.

Il resto verrà poco a poco… E chissà che entro l’anno non possa annunciarle qualche bella ed importante notizia, che consolerà certo il suo cuore e quello dei nostri cari cooperatori e cooperatrici. Lei comprende che a Tokyo specialmente bisogna farsi onore: quindi ormai Lei ed i nostri Benefattori sono impegnati a non farmi fare brutta figura. Aiutatemi in modo speciale. Tokyo a cui s’appunta il pensiero e il cuore dei Giapponesi, perché in essa risiede il loro grande tesoro; Tokyo, sede di quanto nel campo intellettuale ha di migliore il Giappone; Tokyo, centro, emporio di ogni genere, che dà valore a quanto parte di là, Tokyo la grande, che come tutte le metropoli, accoppia le massime grandezze e le massime miserie (e i figli di Don Bosco guazzano fra queste ultime) lo esige. Le autorità civili della circoscrizione ci hanno accolti con la massima deferenza e già formulano le più liete speranze sull’opera nostra. Si sono messe a nostra disposizione per facilitarci il compito, e spero presto che non solo l’oratorio quotidiano, ma il dopo-scuola e la scuola serale e qualche altra istituzione ci darà modo di metterci in efficace contatto colla porzione eletta del cuor di Dio. La casa è in magnifica posizione. Prospiciente col fronte su una strada frequentatissima, circondata da case operaie; a pochi passi dal Municipio (della zona), dalla Polizia e ufficio postale, dai Pompieri (di somma importanza in una città dove ogni giorno si può dire che non manchino incendi). Il buon Dio ci scampi dall’altro flagello: il terremoto, contro cui non valgono difese.

Formano il caseggiato un vasto salone, che inizialmente servirà di tutto, e due casette di due piani, una per dimora dei missionari e piccola cappella provvisoria, e l’altra per scuole speciali. Costruzioni modeste, in legno alla giapponese… In attesa che lo sviluppo dell’opera esiga altro di meglio. Le autorità religiose poi, gli istituti religiosi maschili e femminili, non potevano più fraternamente dimostrare la loro stima ed il loro sentito affetto ai poveri figli di Don Bosco, e il 29 gennaio, festa di S. Francesco di Sales,9 nostro Patrono, data scelta per l’inaugurazione, vollero di persona manifestare la loro gioia con l’intervenire alla funzione. S. E. l’Arciv. Mons. Chambon compì la cerimonia, e con delicato pensiero, che mise al colmo la gioia nel cuore nostro, volle che il 31 gennaio, giorno natalizio del nostro Don Bosco, i suoi sacerdoti missionari finissero il ritiro mensile nella nuova residenza dei Salesiani.

Nella zona a noi affidata a un 20 minuti di distanza, i buoni PP. Gesuiti hanno pure il “Settlement” dell’Università Cattolica, ove giornalmente essi pure in ambiente poverissimo lavorano cogli stessi nostri intenti per la gioventù povera dei dintorni. Connubio santo di carità che lega sullo stesso terreno di lavoro i figli di S. Ignazio coi figli di Don Bosco. Oh, quanto ne siamo contenti e quanto ne benediciamo e ringraziamo il Signore! Coincidenza provvidenziale di avvenimenti poi volle che la nuova opera fosse dedicata a S. Giovanni Evangelista! Accettai con gioia la proposta, perché ricorderò l’onomastico del Padre nostro, e al povero scrivente in modo speciale ricorderà la carità dei nostri benefattori ed amici del caro Istituto San Giovanni in Torino e la bella sua Chiesa e l’indimenticabile Oratorio S. Luigi.

Dica loro, amato Padre, che il povero Don Cimatti non potrà mai dimenticare il bene ricevuto: si degnino ricordare quest’opera, che anche per l’identità del nome, deve certo loro tornare gradita.


Una nuova casa in missione

Ma un’altra notizia pure rallegrerà il suo cuore nel sapere che nello stesso giorno 29 gennaio, in forma più povera, più modesta in casa d’affitto si inaugurò al sud della Missione una nuova residenza, a MIYAKONOJO. La volemmo intitolata al nostro caro Patrono S. Francesco di Sales. Oh, che egli, apostolo di carità, modello di missionario, ci aiuti ad avvincere nella carità di Gesù tutte queste care anime, che ancora non lo conoscono!

MIYAKONOJO è la seconda per importanza delle città della provincia di Miyazaki (conta 35 mila abitanti; centro commerciale importante e nodo di comunicazioni per tutta la parte sud della missione). Domina la bella pianura coltivata assai, il KIRISHIMA vulcano, che collegato a Nord coll’Aso, e più a Sud col Sakurajima è fonte delle non infrequenti scosse che turbano questa terra.

Storicamente poi la sottoprefettura di Miyakonojo si collega cogli avvenimenti, che diedero inizio all’impero giapponese, alle lotte del periodo feudale e della restaurazione. La nuova residenza dal punto di vista missionario dà modo di sorvegliare tutta la parte sud della missione dove già si trovano qua e là sparsi un centinaio di cristiani. Le buone disposizioni con cui le autorità accolsero il nostro Don Tanguy cui è affidata la zona, ed il fervore con cui i pochi cristiani della città si misero ad aiutare il missionario, danno bene a sperare per l’avvenire di questa zona importantissima.


Dovete raddoppiarvi”

Lei sa, amato Padre, che vorremmo inondare queste terre, a noi affidate, di missionari per dilatare il più possibile il Regno di Gesù Cristo. Ci venga in aiuto. La messe biondeggia lentamente, ma, grazie a Dio, biondeggia. Ci venga dunque in aiuto. Oltre questa, bisogna aprire altre residenze, molte altre residenze. Bisogna che moltiplichiamo le vocazioni indigene. Ci venga in aiuto. L’ultima volta che ebbi la fortuna di inginocchiarmi ai piedi del S. Padre, mentre S. S. faceva il giro nella sala del trono, dando a baciare la mano agli ammessi all’udienza, si degnava di rivolgermi rapide domande sulla nostra missione; fra le altre cose chiese il numero dei salesiani in Giappone. Ed alla risposta, mi diceva: “Bisogna che vi raddoppiate, bisogna che vi raddoppiate!”. Amato Padre, mi dia modo di ubbidire a S. S. Solo chi conosce il Giappone ed il carattere giapponese, può valutare l’importanza che viene ad assumere la fondazione di Tokyo, ed il riflesso in bene che ne verrà alla Missione, ed all’espandersi dell’opera salesiana nel grande Impero. Chi è e chi va alla capitale, chi viene dalla capitale, quanto da essa procede ha per questo popolo un valore tutto speciale. Ci aiuti colla preghiera, col consiglio, coi mezzi a valorizzare sempre più la nuova provvidenziale situazione, e ci benedica tutti; ci raccomandi ai fratelli, agli ex-allievi, ai cooperatori e cooperatrici nostre, e specialmente non dimentichi il suo povero figlio:

Don V. Cimatti, sales.

1052 / Seriè Giorgio / 1933-1-… /


a Don Giorgio Seriè, Consigliere Generale per gli Oratori



Visitatoria S. Francesco Saverio

Gennaio 1933

Molto Rev. Sig. Don Seriè,

Nell’occasione dell’invio del materiale che già in varie riprese spedii a Torino, illustrante i nostri oratori del Giappone, permetta che ripeta sia pur brevemente quello che si è potuto fare in Giappone per iniziare quest’opera così vitale anche fra noi.

Dal 1927 anno in cui abbiamo iniziato il lavoro salesiano in questa missione, si sono pure iniziate le riunioni dei ragazzi e delle ragazze nelle singole nostre residenze, dove fu possibile, quotidiane, dove non fu possibile, settimanali; e nei luoghi dove il missionario non ha residenza fissa, mensili.

Date le ristrettezze dei locali non possiamo avere delle grandi adunanze, inoltre bisogna notare che chi frequenta sono per la massima parte pagani (quindi non si può parlare di Oratori nel vero senso della parola) – e per noi la massima difficoltà è che la scuola essendo fornita di tutti i conforts moderni per giuoco, ecc. e vigilata con cura dai maestri, salvo i giorni delle ferie, che sono anch’esse piene di attrattive per parte della scuola o obbligatorie o libere, ne viene di conseguenza che è assai difficile la riunione dei giovani come nei nostri paesi. Il fanciullo è in generale congedato tardi dalla scuola e giunto a casa, oltre ai doveri scolastici, ha parte integrante nei lavori di famiglia, colla cura dei fratellini e lavori domestici – i genitori vogliono che il fanciullo veda e quando e come lavorano i genitori, ecc.

La frequenza quotidiana, se non è corredata dai dopo-scuola fatti bene e da giapponesi, possibilmente insegnanti, può essere più di danno che di vantaggio.

Quindi l’oratorio deve essere in pieno accordo colla famiglia e colla scuola, se non si vuole vedere frustrato in breve tempo denaro e lavoro. Essendo per la massima parte pagani, salvo un permesso esplicito dei genitori, non è conveniente parlare di religione, perché molti genitori proibirebbero immediatamente ai figli di venire alla missione.

Per queste ed altre ovvie ragioni siamo in una delicatissima posizione ed è probabile che non si sia ancor trovata la vera formula per impostare bene questo problema.

I risultati sono diretti per i cristiani, perché volere o no l’insegnamento della religione quotidiano, dove è possibile è certo un bene.

Inoltre il funzionamento delle Compagnie e del piccolo clero là dove è possibile, dà come altrove i buoni frutti a tutti noti.

I risultati sono almeno indiretti per i pagani: avvicinamento alla missione dei fanciulli e dei parenti; riflesso indiretto con discorsetti morali, cogli insegnamenti di varie forme (proiezioni luminose, distribuzione di libri; dopo-scuola, scuola serale, musica, teatro, passeggiate, ecc.); sono inoltre utili per il missionario, specialmente giovane e per i chierici (buon tirocinio).

Fin dall’inizio nessuno di noi ha sentito la nostalgia, perché non si è trovato isolato, ma subito in mezzo ai fanciulli. Si comprendono tante cose del carattere e anche del linguaggio popolare, così diverso da quello che si studia sui libri. Ci si affeziona di più alla missione. Dando modo di mettersi in relazione coll’autorità familiare e scolastica, e per mezzo dei fanciulli penetrare in esse. E poi è della sostanza nostra e quindi… ci devono essere.

Qualche dato numerico vede sull’accluso, e altro può trovare presso l’ufficio missionario. In breve: a tutt’oggi i nostri oratori sono in tutte le residenze (6) e sei fuori residenze, con un complessivo di mille allievi. È di questo mese la fondazione di una nuova residenza a MIYAKONOJO e si inizia naturalmente colla riunione di ragazzi, e quella più importante di Tokyo in uno dei quartieri della capitale, proprio di quelli che piacciono a Don Bosco, ed anche là si inizia coll’Oratorio. Spero che così anche il numero dei giovani crescerà e col numero la conoscenza più estesa di Gesù.

Il materiale fotografico quale ho potuto raccogliere, perché molto fu inviato a Torino, illustra il nostro modesto lavoro, che però bisogna valutare alla stregua dei concetti sopraindicati.

L’organizzazione cattolica è pure iniziata con associazioni di vario genere annesse, che data la natura del popolo giapponese, devono adattarsi caso per caso, alle condizioni locali.


9.1 Come si svolge la vita Oratoriana

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Per i cristiani non vi è grande differenza dai nostri oratori, perché per essi si può applicare integralmente quanto si pratica secondo i nostri regolamenti. Alla Domenica tutto come in Italia. Negli altri giorni presso a poco lo stesso. Catechismo quotidiano, orazioni alla sera, doposcuola, ricreazione.

Per i pagani si inizia la riunione coi divertimenti in cortile o nella sala. Fa seguito un discorso morale. Si segnano le presenze in apposito libro o si danno punti di merito che danno diritto o alle passeggiate o alla compera di oggetti, che sono esposti in una vetrina. Doposcuola (se c’è), e ritorno in famiglia.

Alla domenica o assistono in apposita sala alle funzioni, specialmente unendosi col canto, o in quel tempo hanno un discorso adatto a loro.

Alla sera in quasi tutte le residenze si danno serate con proiezioni o teatrini e un po’ di cinema con grande concorso non solo dei fanciulli, ma dei genitori (sempre da 200 a 300 e più gli intervenuti, e questo in tutte le residenze). È propaganda spicciola, indiretta finché si vuole, ma a tempo opportuno produrrà i suoi effetti.

Mezzi per attirare sono i soliti. Non possiamo competere colle scuole dello Stato né per i locali, né per mezzi. Nella povertà tentiamo supplirvi col cuore, colla affabilità, utilizzando come meglio possiamo il nostro sistema. Seminiamo non tanto per convertire ora (cosa per ora difficile), ma per farci degli amici che vogliano bene alla missione. I futuri mieteranno certamente.

Bisogna passino generazioni prima [che] il Giappone si orienti nettamente verso il Cristianesimo.

I premi sono vari. Sono gradite ai Giapponesi le passeggiate; piccole premiazioni di materiale utile alla scuola e alla vita.

Si attivano pure le Compagnie religiose, la musica, declamazione e teatro, circoli giovanili e associazioni di azione cattolica.

Funzionano pure le unioni dei Padri e Madri di famiglia. Buona la “Conferenza di S. Vincenzo” a Miyazaki.

Don V. Cimatti, sales.

1053 / Ghetti Giorgio / 1933-2-5 /


10 a Giorgio Ghetti, Dottore di Faenza, amico e benefattore

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Takanabe, 5 febbraio 1933

Amatissimo Dottore,

Divento rosso… Ma Lei non mi vede… né la sua Signora.

Dopo la loro munifica carità sono stato ingrato a non rispondere subito. Che vuole? Dovetti andare in giro perchè per la festa di S. Francesco di Sales, grazie alla carità dei buoni, potei aprire una nuova residenza a Miyakonojo; e così potere dominare tutta la zona sud della missione ove sono già un centinaio di cristiani, ma specialmente andai a Tokyo, alla capitale ove si incominciò l’opera nostra con oratorio e chiesa con la bellezza di 300 mila anime, si può dire, tutte da convertire. Deo gratias! Tokyo dista un giorno e mezzo di direttisssimo dalla missione, e quando devo andare, bisogna pensare ad una settimana. Quindi pur essendomi portato dietro la loro lettera, ritornai colla medesima, ed oggi (festa dei Martiri giapponesi) solo posso rispondere. E specialmente:


  1. Grazie di cuore della generosa offerta. Che dire? Grazie. Vive assicurazioni di preghiere. Assicuro che le preghiere del mese di marzo saranno tutte secondo le vostre intenzioni. Grazie delle belle notizie che mi dà dei suoi figliuoli e anche del cugino Vincenzo. Potendo aiutarlo è sempre una vera carità.


Ed ora le domando una viva preghiera per me, per i miei missionari, per le nostre future speranze ed affinché possiamo salvare noi e le nostre anime e le anime a noi affidate.

La salute ottima sempre, grazie a Dio. Preghi preghi preghi per me.

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

1054 / Sig.ra Ghetti/ 1933-2-5 /


11 alla Sig.ra Ghetti, benefattrice di Faenza

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Takanabe, 5 febbraio 1933

Ill.ma signora,


Davvero ha voluto essere buona mamma della nostra Missione ed il Signore la benedica. Le accludo la foto di un santo giovane (vero Domenico Savio) che si chiama Tateishi (pietra diritta, eretta) cui ho destinato la sua generosa offerta.

Il giovane pregherà per le sue intenzioni, non potendo in altra maniera manifestare la sua riconoscenza.

E Lei continui a voler bene al povero e vecchio Don Cimatti, o meglio alla missione salesiana e ne guadagnerà qui e più di là.

Con vero ossequio.

Dev.mo

Don V. Cimatti, sales.

1055 / Circolare salesiani / 1933-2-8 /


12 ai Salesiani della Missione Indipendente di Miyazaki

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Miyazaki, 8 febbraio 1933

Carissimi,

Ringraziando il Signore le nostre due nuove residenze funzionano con un lavoro che si prospetta abbondante e rimunerativo. Sto facendo la relazione per il Bollettino Salesiano, c’è davvero da benedire il Signore nel vedere come Missionari, autorità civili e religiose si siano interessate dell’opera dei Salesiani, e del lavoro del missionario cattolico. La dominante è: “Vediamo con piacere che voi vi donate alle opere di carità verso della gioventù povera e abbandonata e verso opere di carità”. Avanti adunque nel nome del Signore realizzando in pieno il programma del nostro B. Don Bosco; eccitati dalla parola del S. Padre svolgete più che vi è possibile le opere di carità verso i poveri, ammalati e abbandonati di ogni genere.

Oh, che bell’omaggio sarebbe al Signore se nel centenario delle conferenze di S. Vincenzo, poteste in ogni residenza iniziare in forma modestissima l’opera e lo spirito della Conferenza. Bastano due o tre di buona volontà. Guadagneremmo le benedizioni di Dio e la benevolenza degli uomini, e realizzeremmo il programma missionario di Gesù “qui pertransivit benefaciendo”.

Le notizie giunte sul risultato della festa di S. Francesco sono pure assai consolanti. Deo gratias di tutto.

Ed ora alcune comunicazioni.


  1. Non dimenticate la festa di sabato prossimo “Kigensetsu” (Origine dell’Impero).

  2. Non dimenticate di lavorare per le vocazioni tanto ecclesiastiche che religiose e anche per il personale di lavoro per le nostre case.

  3. Favorite l’opera dei Cooperatori (nel prossimo aprile debbo fare particolare relazione ai Superiori), l’Opera del S. Cuore e dei devoti di Maria A. Per l’opera del S. Cuore dispongo che d’ora innanzi SIANO DALLE CASE RITENUTE LE OFFERTE E A ME SI INVIINO SOLO I NOMI che invierò a Roma colla rispettiva offerta. Desidererei che ne iscriveste delle centinaia e migliaia. Ne guadagnerete in tutti i sensi.

  4. Non avendo ancora ricevuto da Torino il programma di studio per l’anno in corso di tirocinio, dispongo che con le modalità indicate l’anno scorso i chierici interessati traducano: Lattanzio (de divinarum institutionum), S. Agostino (libro ottavo delle Confessioni), Cicerone (de officiis, libro secondo). Leggano poi il Manzoni (Promessi Sposi), Cimatti: Don Bosco educatore.

Invio alle case i libri che ho alla mano. Gli altri arriveranno in seguito. Si raccomanda caldamente la lettura della VITA DI DON BOSCO; se poi venissero altre disposizioni per parte dei Superiori e attuabili in tempo utile, comunicherò.

  1. Per preparare un bel numero di “Amici della Missione” per le feste di Pasqua mi occorre che si invii il materiale ENTRO IL MESE DI FEBBRAIO. All’opera dunque. Mettete nella compilazione tutto il vostro cuore e tutto il vostro lavoro e sentiremo tutti i benefici effetti anche materiali di questa buona propaganda.

  2. Per sgravio di mia coscienza prego essere puntuali ad inviarmi il numero delle Messe celebrate secondo l’intenzione del Superiore. Richiamo all’occasione il Can. 844 la cui prescrizione è per sé grave non solo per me, ma anche per i capi missione o residenze.


Si avvicina il mese di S. Giuseppe. Prepariamoci a compierlo con fervore. In questo anno la comunità cristiana di Miyazaki avrà la fortuna della S. Missione predicata da S. E. Mons. Hayasaka. Preghiamo per il buon esito della medesima. Siccome poi Monsignore sembra disposto a tenere conferenze dopo la missione, sappiatemi dire con cortese sollecitudine, se credete utile, possibile, opportuno farne una nella vostra circoscrizione. Potrebbero essere verso la metà del mese di Marzo.

Pregate per me ed aiutatemi colla vostra buona volontà, col vostro consiglio, col vostro lavoro a compiere il mio dovere.

Tutto vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

1056 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1933-2-8 /



13 a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone

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Missione Indipendente di Miyazaki

Takanabe, 8 febbraio 1933

Rev. Madre,

Ricevo in data di ieri, datata dal 16/1/33 lettera della Rev. Madre Arrighi in relazione alla nota questione dell’acquisto della proprietà Asilo di Miyazaki e voltura della casa di Beppu, sostituendo al nome dei proprietari quelli delle suore che saranno indicate da Lei a nome dell’Istituto.

Ecco le domande a cui per poter rispondere ho bisogno di sapere qual è il suo preciso pensiero, e se ha avuto la possibilità, interrogando istituti femminili, di venire in chiaro della questione per evitare spese da ambo le parti. Se V. S. ha già in animo di fare lo Shadan, il passaggio è assai semplice. Se non c’è questo e se Lei non ha qualche proposta pratica, forse è meglio sentire un legale.

Attendo per sapere che rispondere alla Rev. Madre Generale. Avendo ricevuto alcuni benevoli consigli ed osservazioni da parte di autorità cittadine in relazione all’asilo, nel desiderio che diventi quale tutti desideriamo, mi sono permesso di inviarlo e di insistere per l’applicazione essendo assai importante che diamo a vedere che teniamo conto di tutto per realizzare il miglior bene possibile. Don Antonio che è anche informato della cosa ne tratterà a titolo di suggerimento informativo con Suor Carmela, perché urge la cosa, se si vuole che il nuovo anno rappresenti per l’asilo un grande passo in avanti.

Ma naturalmente non sapendo che ne pensi V. S. invio l’acclusa affinché veda e stabiliamo il da farsi per la maggior gloria di Dio e per la salvezza delle anime.

Sempre in unione di preghiere mi pregio dirmi della V. S. obbl.mo:

Don V. Cimatti, sales.

1057 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1933-2-8 /


14 a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone10

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Missione Indipendente di Miyazaki

Takanabe, 8 febbraio 1933

Reverenda Madre,

Spero che Lei e le sue figliuole saranno tutte in buona salute e sempre desiderose di santificarsi per poter poi santificare. Il motivo della presente è per comunicarle vari suggerimenti che credo utilissimi per assicurare per il prossimo anno che si avvicina un buon contingente di allievi per l’asilo.

Sono il risultato di varie osservazioni e suggerimenti che mi pervennero da varie parti da persone che desiderano vedere quest’opera fiorire a vantaggio della città di Miyazaki e nell’interesse delle Figlie di M. A. e per la buona propaganda religiosa.

Le affido alla buona volontà di vostra Reverenza e spero davvero che seguendole si ricaveranno tutti i vantaggi che si ripromettono coloro che ci fecero queste osservazioni e ci diedero tali suggerimenti.

Si vuole da tutti, anche dalle Autorità cittadine, che quest’opera riesca la prima a Miyazaki e può immaginare se non lo vogliono i figli di Don Bosco! Veda dunque di provvedere a che tutto si faccia per il meglio. Don Cimatti e Don Antonio sono sempre a vostra disposizione per facilitare il compito.

Occorre però fare con relativa urgenza, se no, perduto questo lavoro di preparazione si corre rischio di perdere tutto, e nel prossimo anno trovarsi ancora in condizioni disastrose.


Mezzi di propaganda


  1. Il Sig. Hayakawa ha fatto l’elenco (e credo l’abbia già consegnato) delle famiglie residenti nei dintorni dell’Asilo. Bisogna andare a visitare una prima volta queste singole famiglie, per fare una prima conoscenza, studiare in che disposizioni si trovano in relazione all’asilo, presentare il programma affinché ne piglino visione. Bisogna poi ritornare una seconda volta per domandare il parere definitivo, risolvere dubbi, ansietà, dare spiegazioni, ecc. E finalmente ripassare una terza volta per definire pienamente la cosa. Tutto questo lavoro bisogna sia fatto entro il mese di Marzo.

  2. Ritoccare il regolamento; e specie le condizioni di accettazione; ribassando in causa delle difficoltà economiche (fukeiki) la tassa ad uno Yen (con facilitazioni per più fratelli) e diffonderlo abbondantemente.

  3. Ma perché tale diffusione sia efficace bisogna che non sia affidata ai fanciulli dell’asilo o alle ragazze oratoriane, ma che sia fatta da persone adatte e capaci di far valorizzare la cosa colla parola gentile e persuasiva.

Similarmente la distribuzione dei programmi e lettere di invito bisogna sia fatta da persone che diano garanzia di trasmissione di tali lettere, inviti, ecc.

  1. La Missione farebbe attiva propaganda, dopo aver studiato i motivi del quasi assenteismo dei cristiani dall’asilo, per favorire l’entrata.

  2. È desiderata assai la visita alle case rispettive in caso di malattia del ragazzo e per qualche altro motivo che abbia determinato la non frequenza. Anche in forma di carità, oltre che servire assai a stringere sempre più i legami delle famiglie coll’asilo, è vera propaganda cattolica missionaria.

  3. Può certo servire anche al buon nome e alla sicurezza dei genitori lo studiare il modo di andare a prendere a casa i bambini o accompagnarli. Credo si potrebbe riuscire potendo (d’intesa con Don Antonio) usufruire del personale dell’ospizio.

  4. Gioverà assai ora che il terreno è libero da costruzioni pensare ad un conveniente abbellimento del locale con giardino; chiudendo a siepe, ecc.

  5. Avere gran cura degli ex-allievi, invitandoli possibilmente a tutte le manifestazioni, specialmente alla festa dell’Asilo, tenendo accurata nota aggiornata dei singoli anni.

  6. Ma fra tutte la massima necessità è cercare una maestra adulta che serva in modo speciale per le relazioni colle famiglie, per dare all’educazione quella tinta nazionale che piace tanto ai giapponesi e senza di cui diventeremo sempre più estranei alla nazione che ci ospita. Bisogna che sia coadiuvata da maestra giovane.

Le suore bisogna che si limitino alla direzione ed assistenza; per la parte didattica-educativa bisogna lascino fare alle giapponesi.

  1. Ogni mese fare adunanze col personale insegnante e con qualcuno dei più influenti cristiani (Tonari, Hayakawa ad esempio) ed anche col missionario per vedere se vi sono migliorie da fare e quali mezzi pratici si possano prendere.


Altre osservazioni


Dagli uffici del Ministero e della Provincia fanno osservare che si telefona alle volte ripetutamente e non si riesce ad avere risposta. La cura del telefono equivale alle volte più di una visita in famiglia. Occorre accudire anche questo importante ufficio.

Risulta ad alcuni [che] la KAWANO tratta non molto educatamente i bambini, avendo alle volte l’aria di batterli, ecc. Sarà forse prodotto della sua malattia, ma non fa buona impressione.

L’asilo è certo osservato dalle autorità e dalla cittadinanza, che ha visto e vede il luogo, l’edificio e desidererebbe vedere pure un corrispettivo fiorire dell’opera. Quanti furono consultati o che spontaneamente parlarono per il desiderio di vedere l’opera in fiore, suggerirono questi mezzi nella sicurezza che possono servire allo scopo desiderato da tutti.

Voglia nella sua bontà prendere visione della cosa. Don Antonio e il sottoscritto aiuteranno Suor Carmela comunicando ad essa pure questi suggerimenti perché urge concludere qualche cosa, se non si vuol cascare addirittura per terra, ed affinché non creiamo intorno a noi un ambiente sfavorevole.

A Lei decidere e dirimere eventuali difficoltà presso le Rev. buone consorelle. Ma vede anche Lei, Madre Rev.ma, l’importanza capitale del problema e l’urgenza del medesimo, affinché noi tutti possiamo dire di fronte a Dio e agli uomini che abbiamo fatto tutto il possibile per il buon andamento dell’opera.

Passando ad altro problema, è nella sua fase acuta la questione dell’Università cattolica col Governo Giapponese. Se si dovesse chiudere oltre al danno materiale, ne verrebbe non minor danno alle opere cattoliche in genere. Voglia – come facciamo noi – fare iniziare una novena di preghiere per il risolversi della questione secondo il meglio: per la gloria di Dio e per la salute delle anime.

Ossequi cordiali a tutte. Preghi per il

Suo obbl.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.




1058 / Pasquale [Luigi] / 1933-2-8 /


15 a [Luigi]11 Don Pasquale

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Takanabe, [8 febbraio 1933]

Carissimo Don Pasquale,

Solo oggi ricevo la lettera indirizzata a Don Vosti con l’offerta dei Battesimi. Non trovo parole per ringraziarti.

Ringrazi per me i suoi scolaretti e li esorti a pregare in modo speciale per questa missione che tanto ha bisogno di preghiere.

E Lei continui a lavorare per le Missioni. Anche questa è una forma di lavoro missionario per Lei che tanto desidera andare in Missione.

Chi le scrive, prima che fosse accettata la sua domanda, ha lavorato circa 30 anni a Valsalice inviando missionari, non potendo andare lui.

Armiamoci e partite…12 L’amor proprio può rimanere offeso, ma si lavora tanto bene nell’apostolato missionario anche in posto, proprio nel posto in cui ci vuole la Provvidenza e questo atto di umiltà vale molto più che attraversare i mari.

Preghi per me, caro Don Pasquale e mi saluti Don Giordano.

Suo aff.mo in C. G.

Don V. Cimatti, salesiano

1059 / Cencetti Giuseppe / 1933-2-8 /


16 al Maestro Giuseppe Cencetti, ex-allievo di Valsalice13

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Takanabe, 8 febbraio 1933

Carissimo,

Il tuo vecchio amico ti ricorda sempre e ti pensa, come sempre, sano, laborioso e bravo allievo di Don Bosco.

Ti ricorda ogni giorno e più nel mese di Marzo, data del tuo onomastico.

Salutami i tuoi, trovami molti amici per questa povera missione e prega per me.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti





1060 / Tirone Pietro / 1933-2-10 /


17 a Don Pietro Tirone, Direttore Spirituale Generale

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Takanabe, 10 febbraio 1933

M. R. Sig. Don Tirone,

Grazie a Lei della sua, dei preziosi consigli e suggerimenti.


  1. Quanto al bravo Don Lucioni dopo lettera del Sig. Don Ricaldone, ritornò in sé (e fin che dura), spero continuerà. È difficile in poche parole individuare l’uomo. Salute precaria (è il tredicesimo o quindicesimo della sua famiglia). Non fu educato da noi, ma in seminario – ha fatto gli studi e profani e sacri come ha potuto. Mi pare che senta il peso della vita comune – starebbe bene da sé – in missione, a cavallo, o dove c’è da trovarsi in irregolarità e affannosità. Coscienza misto di ansietà, scrupoli (?) et similia. Mi pare abbia pietà, ma lunga assai (Messa lunga, tutto lungo). Ah, sentisse come legge il latino!… Nervosamente, mezzo balbettando e mangiando le sillabe – difetto (penso) di lingua, malattia… Quid dicam? Per me finché il Signore mi lascia i confratelli, me li tengo.

Per me espongo solo ai Superiori le cose, e poi videant consules. Non domando persone, ma personale. Certo, Lei che conosce la vita missionaria – in Giappone ci vogliono santi e teste (se ne convincano i nostri cari Superiori) – sa meglio di me se certi tipi… sono utili o d’inciampo.

  1. Quanto a Don Liviabella anch’io non so cosa dire, neppur io. Quanto al giudizio che deve pronunciare l’ordinario14 Non c’è dubbio che nella fattispecie l’ordinario è il sottoscritto (e le assicuro che più ordinario di me non c’è nessuno). Per me il dubbio è se sia vera epilessia (perché il canone parla di epilessia e in tanti casi anche i disturbi di stomaco producono simili effetti). Quindi quid dicam? Certo che non potrei tenerlo in missione in queste condizioni (cioè sospeso dalla Santa Messa), questo in coscienza tanto quanto il dovergli applicare la pena se davvero fosse epilettico – è facile capire i motivi, specie poi in Giappone in cui si è circondati da osservatori senza fine nel mondo religioso e dai giapponesi (il carattere più mala lingua del mondo).

Per me con vero dolore lo consegnerò ai Superiori – con vero dolore perché è buono, zelante ed il migliore che lavori per gli oratori. Decida con tutta libertà. In Italia può trovarsi in condizioni in cui può lavorare, non essere umiliato e accudito per possibili cure. Attendo quindi. I genitori vecchi non desidereranno altro. A titolo di cura, mi pare che non ci sia nessun ostacolo per il ritorno.

  1. Ho un altro caso che le sottopongo pregando ne parli al Sig. Don Ricaldone e disporre liberamente. È il caso del ch. B., attualmente nel secondo anno di tirocinio a Oita. È anche questo un caso strano ma si tratta di vocazione. La storia di costui, quale può saperla Don Cimatti, non da informazioni ufficiali, (ché in missione è difficile avere documenti che ho in mano dall’aspirantato e noviziato dicono nulla), è che costui fu sempre libero di sé negli anni di formazione e per motivi di salute (stanchezza di testa, perché voleva da Figlio di Maria studiare e star su di notte, ecc.) e per carattere. Anche qui fu preso dall’emicrania tanto da non potersi occupare mentalmente – ha dei momenti in cui vuol farsi coadiutore vedendo di non poter attendere allo studio. Attaccato al suo modo di vedere nello studio, preoccupato, ecc. Insomma ha bisogno di studiare la sua vocazione e decidersi.

Qui in missione, in pratica, è difficile. Ecco la mia proposta pratica. Ha già la sua età e si può dispensare da un anno di tirocinio. Andando alla Crocetta là a mio modo di vedere se può attendere allo studio – e più studiare la sua vocazione e decidere accanto ai Superiori tuta conscientia. Qui si trascina, non si conclude e perde tempo (che come dico è già stagionato). Per tutti questi motivi quest’anno in cui avrebbe potuto fare i perpetui, gli consigliai la rinnovazione dei triennali.

  1. Grazie alla Provvidenza comincio a estinguere i debiti. Quanto alla tentazione di Dio di cui mi si fa osservazione, tento di eseguire perfettamente il consiglio dei Superiori “non spendere, se non hai modo di chiudere il buco”. Mi dica, amatissimo Sig. Don Tirone, se Lei domanda aiuto per un’opera, ed il Signore le manda i soldi per farla, Lei che farebbe? Mi pare che Don Bosco li impiegherebbe in quella. Eccole la storia del nostro ricovero.

La réclame, i disegni sono ben altra cosa della realtà. Si tratta per ora di alloggiare una trentina di poveri vecchi, che sono sussidiati dalla città. Spero che pure il Governo e la provincia darà il promesso e dovuto per legge sussidio, col quale si potrà pensare all’Orfanotrofio. Ora tutto è pagato e già una dozzina di vecchi sono in sede. O i Superiori sono male informati e pensano a chi sa che cosa o Don Cimatti non capisce più nulla, né della sede né dei doveri che deve compiere come capo missione (essendo quest’opera della missione). Deo gratias ad ogni modo di tutto. Questo e molte altre cose avrebbero da tempo dovuto fare pensare e decidere i Superiori delle incessanti preghiere del sottoscritto per la sua rimozione.

La ringrazio pure dell’informazione (già a me notissima e tanto più dolorosa perché proviene dall’estero e non dai miei confratelli del Giappone) sulle relazioni mie con Don Cavoli. Confesso che ciò si può dire dei singoli miei fratelli… E quante volte ne ho avvisato i superiori.

Veda, Don Cimatti è così: viene un confratello e mi domanda… Se non è contrario alle regole o ad ordini – se può realizzare del bene o anche solo se può far piacere al confratello – dico di sì. Penso che nessuno dei miei preti, chierici e coadiutori possa dire il contrario.

Dico che non posso, nelle condizioni indicate e quando mi domandano soldi, perché non ne ho: non ho cassa e quando ne ho bisogno ne domando al mio economo, che per fortuna ora è a Tokyo. In questo senso mi lascio influenzare dai miei confratelli, e sono contento quando posso farlo e finché vivrò lo farò.

Anche in questo quanta esagerazione! È una virtù dei miei preti: “Voler fare per il bene grandi cose”. Tutte le dicerie sono perché Don Antonio insistette e ideò e la processione eucaristica e l’asilo (che ora passerà alle suore definitive) ed ora l’Ospizio, cose non condivise da tutti i confratelli (e mi si disse – che a me non l’hanno detto), né da tutto il Consiglio, che pure approvò. Per me desidero solo una cosa: “che si faccia il bene – che tutti lavorino – e che i Superiori capiscano una buona volta le fesserie di Don Cimatti. Dico al Signore: Vedi! La botte dà il vino che ha!”. Evviva, evviva e Deo gratias! Lei pensi pure così che è realtà: “Sì, Don Cimatti si lascia influenzare dai singoli che han da trattare con lui, perché è convinto che tutti sanno e riescono più di lui”. Perché dovrei fare diverso, dal momento che non so fare di meglio?

Creda… Nella mia vita salesiana ben poche volte le cose sono riuscite come le avevo ideate e concretate e accordate… e quelle riuscite andarono a gambe levate… Vuol dunque che creda a me? Ma neppur per sogno. Tento di fare secondo la regola e avanti nel Signore che è Lui che fa! Rida, rida con me.

  1. Per lo studentato teologico anche, che vuol che dica? Sarà che ho la testa così… Sognavo un sodo studentato filosofico, e dal punto di vista scolastico e per parte degli allievi (mediocrissimi e meno che mediocri – senza fondamento di studi precedenti) e per parte degli insegnanti siamo a terra. Non vorrei si ripetesse la cosa per lo studentato teologico, e tirassimo su dei preti ignoranti.


Se è letale per la Chiesa, lo sarebbe in modo speciale qui in Giappone, e data la natura del Giapponese (sofistico – che le sanno fare, parlo dei pagani, le obbiezioni della Somma Teologica di San Tommaso – e che maneggiano, sia pure a modo loro, Kant, Hegel… fino alle moderne teorie di Einstein) e perché ci troviamo di fronte a missionari ben preparati, cui la scienza teologica e filosofica non fa difetto (Missioni di Parigi, Gesuiti tedeschi, Domenicani spagnoli e francesi, Francescani tedeschi e Canada, Verbo Divino tedeschi) e che vengono in missione già preti, formati – e che stanno vigilando che cosa facciano i Salesiani, quale esito abbia la prova che essi fanno, ecc. ecc. Mio buon Don Tirone, ma perché non riesco a far comprendere questo ai Superiori? Mentre sento in me, e con me lo sentono molti dei miei preti, l’impreparazione assoluta dal punto di vista degli studi. Via! Non mi dica che esagero. Sappiamo tutti che cosa erano i nostri studi di teologia 30 anni fa… E basta.

Ma santo Don Tirone, a che mi servono le lauree di Don Escursell (mi si dice che ha quella di avvocato) per la teologia? Lui che non sa l’italiano… E via! Né il latino. Scienza spagnola, scienza spagnola! Ho mai saputo che Don Carò sia dottore in teologia e penso proprio che non lo sia. C’è Don Marega che ha la laurea, ma sarebbe per lui e per gli allievi ripetere quanto ci fu nei due primi anni di filosofia: si sta male tutti. Don Marega che ha la laurea o sta bene da solo o in un’accolta di insegnanti che egli stimi (come Don Alessio, Don Vismara, Don Gennaro, Don Mezzacasa) e da cui possa essere guidato e frenato. Lui proprio mi propose di rinviare i chierici in Italia alla Crocetta… Altro che studentato in Giappone!

Gli altri… Abbiamo buona volontà, ma… Quando due anni fa in consiglio ci siamo guardati attorno e valutato, nessuno di noi… Anzi con un senso di orrore abbiamo confessato la nostra insufficienza.

Lei parla della scienza di un certo Don Cimatti. Oh, se lei vedesse, sapesse i miei crucci di coscienza… Altro che la sospensione che Lei urge per il povero Don Liviabella! È così! I Superiori pensano che Don Cimatti dica le cose sue con senso di umiltà, di esagerazione. Sì, ho le lauree e di scienze e di filosofia e diploma di musica. Ma che ne so di scienze e di filosofia? Sapesse quanto costa alla mia povera testa e la preparazione della lezione e di filosofia e di scienze… Che non capisco, che non capisco. Passi per la musica… ma a che serve la musica per la teologia?

Ma poi il massimo problema è che o facciamo scuola o facciamo il nostro dovere missionario.

Sono buono a poco o nulla, ma che cosa posso fare per la missione, se faccio scuola? Ecco la realtà. I Superiori hanno proposto Hong Kong. Bene. Ho controproposto per vedere se, ora che si è a Tokyo, per alcuni si possa usufruire del Gran Seminario. Don Cimatti non sa come fare, se non vengono elementi per parte dei Superiori; ad ogni modo farò alla lettera come i Superiori mi diranno, e se non vengono altre risposte invierò a Hong Kong. Il Signore mi aiuterà a pagare e il viaggio e la pensione…

Ma pensi… Niente, niente. Preghi per me che non perda la fede, né il buon umore in questo Paese in cui l’incostanza, si può dire quotidiana, del clima, fa diventare un po’ tutti nervosi.

Bene, bene, cari Superiori, lavorino, lavorino. Per le Visitatorie… È così semplice… Le facciano Ispettorie, togliendo per primo Don Cimatti, che si distacca sempre più dall’Italia. Oh, prima che mi rivedano, ne passerà dell’acqua sotto il ponte. Beh! preghi per me, che salvi l’anima.

Ora la questione massima è mettere a posto le Figlie di Maria A. Non riusciamo, a quanto pare, ad intenderci. Esorti che inviino un’Ispettrice o almeno venga una Superiora. Farà del bene a tutti, a tutte le opere.

Preghi per noi, preghi per noi e specie per me. Più invecchio, più mi comprendo… Oh Gesù, noverim me… E a tempo opportuno noverim Te! La ricordiamo di cuore. Ossequi e saluti da tutti. Una parolina a Maria Ausiliatrice e a Don Bosco.

Tutto suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

1061 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1933-2-10 /


a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone



[10 febbraio 1933]

Rev. Madre,

Dimenticai di accludere la dichiarazione che a sgravio di mia coscienza accludo. Se nella dicitura c’è da modificare me lo dica.

Alla conclusione ufficiale studieremo la formula legale. L’acclusa è per salvaguardare da ogni eventuale pericolo… In attesa dei suoi “desideratum” (passando ora ad altro argomento) permetta alcuni consigli che prego trasmettere ed effettuare:


  1. Presto comincia il mese di S. Giuseppe. Facciamolo con slancio e affetto.

  2. Per il digiuno autorizzo Lei da buona madre a far quanto è necessario per non ledere la salute delle consorelle ed aspiranti. Consigli molto la mortificazione dell’Io, molto efficace alla santificazione.

  3. Per la S. Quaresima veda di aumentare l’istruzione religiosa catechistica in tutte le forme possibili.

  4. Se desidera si pubblichi qualche cosa su “Amici della Missione” abbia la bontà di inviarmelo entro il mese.


Il Signore che ci dà tutti questi mezzi di santificazione, ci vuol bene e vuole che ci facciamo santi! Lo predichi sempre a tutte.

Preghi tanto pel

Suo obbl.mo

Don V. Cimatti, sales.



P.S. - Ricevo oggi da Macao da Don Bury salesiano “favorisca dire alle suore m’inviino qualche immagine della Serva di Dio scritta in giapponese colla traduzione e qualunque altra cosa che esse abbiano per la Madre Mazzarello”.

Veda se può e in quanto può accontentare. Rispondo che ho trasmesso.

Abbia bontà di determinare con cortese sollecitudine quanto scrissi in lettera precedente sull’Asilo. Ma specialmente sulle modalità del trapasso della proprietà. Ci potranno essere per l’una e l’altra cosa delle difficoltà, ma bisogna che con coraggio, in vista del bene e con cuore unito facciamo tutti dei sacrifici.

1062 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1933-2-15 /


18 a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone

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[15 febbraio 1933]

Rev. Madre,

Approfitto per la sua venuta a Miyazaki per accludere saluti speciali da Nizza, in una mia lettera. Dopo letta distrugga pure.

Le promisi ricerche per la questione legale del trapasso.


AVVOCATO DI KUMAMOTO: se si vuol fare la registrazione della proprietà a nome delle Figlie di Maria A. c’è da pagare i diritti di registro (33 per mille), più un’imposta speciale che non è inferiore a Yen 1000.


Avvocato ambasciata italiana. È possibile il passaggio di proprietà fra italiani, ma con spese altissime.

Si può intestare ad un individuo residente in Italia con spese rilevanti, da rinnovarsi alla morte della persona intestata.


ENTRAMBI: consigliano lo Shadan e allora con atto di donazione si fa tutto senza grandi spese, trattandosi di enti morali.

Ecco quello che ho potuto raccogliere.

L’invio di questa a Miyazaki è perché non so con precisione quando sia la venuta e non vorrei s’incontrasse in viaggio o rimanesse giacente a Beppu.

S. Giuseppe ci aiuti e guidi. Con affetto:

Dev.mo

Don V. Cimatti, sales.

1063 / Ricaldone Pietro / 1933-2-16 /


19 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Takanabe, 16 febbraio 1933

Amat.mo e M. R. Sig. Don Ricaldone,

Avevo spedito la solita mensile (un po’ ritardata perché volevo includere le foto di Tokyo) quando mi giunse l’ultima sua veneratissima, che come tutte, riuscì di gran conforto ed eccitamento. E ne ho davvero bisogno.

Il motivo di questa mia, oltre che chiarire alcuni punti, è per un’idea venuta, ed eccola.


  1. Nel prossimo mese viene dall’America in Italia quel famoso Sig. Hirayama padrone del film dei martiri giapponesi, che sta facendo il giro del mondo. Scrive la signora sua che tanto ci ha aiutato nella questione di Beppu, che il motivo della venuta è per far proiettare anche in Italia il film. Come in America fu affidato ad un missionario del Verbo Divino, chissà se i Salesiani volessero brigare per ottenerlo loro per buona propaganda? La signora dice: “Non dipende da me, ma non è improbabile che il marito aderirebbe”. Essa non sa però quali siano le condizioni e intenzioni del marito, né le sa Don Cimatti. Non è improbabile che il Sig. Hirayama vada a Roma – l’offra a Propaganda Fide. È un’idea. Se ai Superiori sembra possa essere realizzabile, utile, ecc. Li ho prevenuti con questi cenni, coordinati colle parole della Sig.ra Hirayama.

  2. Andai sul posto ad Osaka e parlai con le autorevoli e amiche persone che ci vogliono aiutare. Ma prima volli capire chiaro il pensiero di Mons. Vescovo per poi non avere bastoni tra le ruote.


    1. Le condizioni della diocesi sono che al momento tutti i posti sono occupati dai missionari, quindi non è pensabile che egli possa invitare i Salesiani…

    2. Ha 4 residenze in casa di fitto, e se aiutasse i Salesiani avrebbe contro i suoi, che gli direbbero…

    3. Non desidera che i Salesiani mettano l’opera vicino ad una residenza dei suoi missionari.

    4. Messe e chiarite queste condizioni, i Salesiani sono desideratissimi, ed Egli prega il Signore con tutta l’anima perché si realizzi presto la loro entrata.


Il terreno cui accennava Don Margiaria, forse la Società elettrica, facendo le pratiche, lo darebbe, ma non si sa con precisione a quali condizioni: ma se anche fossero quelle accennate, la società vuol subito i piani degli edifici, ecc. cosa che è un po’ difficile, penso, ad avere e fare ora. Chiarii a queste brave persone la povertà nostra – la volontà di lavoro, la necessità di aiuto. Si convenne quindi che essi farebbero il possibile (e sono al lavoro) di dare ai Salesiani terreno e mezzi per la costruzione di scuola di lingue estere e professionali.

Quando mi daranno una risposta non lo so – tengo vivo il fuoco ed appena saprò qualche cosa di positivo, informerò. Stanno facendo come un comitato d’azione salesiana tra ricchi pagani di Osaka e Kyoto e mi assicurano buona riuscita. Un bravo prete giapponese unisce le fila, e se il Signore vuole, chissà che nell’anno si concluda qualche cosa.

Riferii al Vescovo, mostrando il luogo. Gli è graditissimo, in zona che non dà ombra a nessuno – anzi il Vescovo vorrebbe affidarne la cura fino a Kyoto ai Salesiani.

Credetti opportuno far così per non dare ombre o far pensare che si lavori di sottomano, o si distolgano i cristiani dal fare le offerte per le residenze della diocesi. Vi è così il permesso formale del Vescovo, ed anche gli altri potranno lavorare senza pensare di avere contrario S. Eccellenza.

Per la scuola di lingue certo è da considerarsi come una scuola di cui si domanderebbe il pareggio… Quindi allievi a pagamento, certo. Non saranno questi che mancheranno, se la scuola è riconosciuta e se ha buoni insegnanti.

Sono sicuro che si potranno ottenere sussidi dalle Ambasciate certo.

I Giapponesi pure, vista la cosa, aiuteranno. Il problema ora è imbastito. Ho detto a quelli che ci aiutano che vedano di sollecitare, perché noi dobbiamo in tempo utile pensare al personale. Spero presto saperle dire qualche cosa.

  1. Ho scritto al Sig. Don Fascie per lo studentato proponendo secondo il pensiero dei Superiori Hong Kong e Tokyo per i più meritevoli in condotta e ingegno. Se potessi poi avere almeno due (anche solo in imprestito, ma buoni professori di dogmatica e morale…), forse anche qui ci aggiusteremmo. Ma bisogna scegliere il luogo.

  2. I debiti! Mi sembra si segua la norma data dai Superiori. Non si fa se non è necessario e se c’è il fabbisogno.

  3. Per il lamento chierici è vero, e sono contento che ci sia chi ha scritto ai Superiori anche di questo noto e di altro a me non noto. Deo gratias! È così difficile aver la confidenza piena di tutti. Non mi stanco di dire a tutti che liberamente scrivano.

Per la fattispecie, saputa la cosa e nelle conferenze e in una lettera circolare e nelle adunanze dei missionari penso di aver bollato bene la cosa. Le frasi furono dette o per ridere o da quelle povere teste che Lei che conosce che danno da fare a Don Cimatti, in qualche momento di nervoso o di esagerazione. Spero non saranno ripetute certo, e sono pienamente d’accordo con Lei, amato Padre, – sì qualche chierico ne ha sofferto, non solo per queste frasi, ma anche per il modo di fare alle volte irritante di qualche sacerdote. Ora i sofferenti vanno molto bene. Ma come già dissi: “Ah, non mandino nelle missioni degli ammalati di nervi, specie poi in Giappone in cui il clima favorisce che è un piacere!”.

Don Cimatti non le dice quanto ha sofferto in Giappone, ma le mie uniche sofferenze sono per questi poveri ammalati di testa e di cuore. Ma che vuol farci. E ai chierici non si può dire tutto. Deo gratias! E grazie a Lei. E senza timore parli pure e mi facciano tutte le osservazioni del caso. Sì concludo con Lei: “preghiera, sacrificio e santa allegria…”.

Si figuri che il 25 c. m. in un concerto cui fui invitato per decorare i canti della scuola Normale di Miyazaki (sa… siamo decoratori!!!) fra le varie cose “Suonata Capoci, ecc.”, finii con Funiculì, funiculà e pensando a Lei che mi consiglia l’allegria, riderò e farò ridere ancora di più.

Preghi e mi benedica.

Tutto suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

1064 / Grigoletto Giuseppe / 1933-2-19 /


a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice



Takanabe, 19 febbraio 1933

Carissimo Grigoletto,

Sa solo il Signore quanto la missione giapponese ti deve. Perciò nella tua festa non possiamo dimenticarti. Ti assicuro che come sempre, ma specie in tale circostanza sarai ricordato.

Ho tassato tutti i miei allievi di Valsalice di Lire 50: quindi anche tu pagherai e non ti è difficile. Se a Trento vi è qualcuno che per disgrazia sua ebbe relazioni con me a Valsalice digli si dia attorno per…

Non so se ti ho annunciato l’apertura di una nuova residenza a sud della Missione (Miyakonojo) e la nostra entrata a Tokyo. Di’ al tuo patrono che si faccia onore e provveda.

Prega e fa’ pregare per noi. Saluta tutti.

Tuo

Don V. Cimatti, sales.

1065 / Circolare salesiani / 1933-2-25 /


20 ai Salesiani della Missione Indipendente di Miyazaki

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Miyazaki, 25 febbraio 1933

Carissimi,

Nell’approssimarsi della Santa Quaresima è mio dovere rivolgervi qualche speciale raccomandazione che affido alla vostra buona volontà e carità per l’esatta osservanza. Si tratta del bene delle anime e voi tutti a costo di ogni sacrificio volete certo realizzarlo.


  1. Si avvicina – ho detto – la Quaresima, tempo di orazione, di penitenza, di correzione dei difetti e di lavorìo spirituale per una buona preparazione alla S. Pasqua. Quali siano i vostri doveri al riguardo, lo sapete.

Procuriamo tutti di far sì che non manchi a nessuno dei cristiani a noi affidati il modo di soddisfare bene il precetto pasquale. Nel tempo di Quaresima e col Catechismo ai fanciulli e con speciali istruzioni agli adulti, e colle varie opere di divozione (Via Crucis, ecc.) e colla pratica della mortificazione eccitiamo tutti a quella risurrezione spirituale che formerà il più bel frutto delle feste Pasquali.

Fortunata la cristianità di Miyazaki che sarà eccitata a tale preparazione dalla calda e persuasiva parola di Mons. Hayasaka. Si preghi in tutte le residenze, per il buon esito della Missione, ma desidererei che in tutte le residenze, nel limite delle possibilità, i cristiani o riuniti o per sezioni, sia mediante le istruzioni domenicali, sia con triduo speciale (uso piccola missione) o in quelle forme che più considerate utili alle vostre cristianità, si dia attiva opera di preparazione degli animi alla S. Pasqua.

Ne proveremo effetti incalcolabili di bene. Ho espresso in forma di consigli ai cristiani i pensieri che desidererei fossero comunicati nel prossimo numero del “Don Bosco”. Leggeteli in pubblico alla cristianità e donatene una copia alle famiglie singole.

Ricordatevi che il “Don Bosco” è l’organo ufficiale della nostra missione e funziona pure da Bollettino Salesiano. Mentre vi rinnovo la raccomandazione di collaborare efficacemente per la compilazione del medesimo, vogliate dire a me o al Sig. Don Marega il numero delle copie che desiderate, qualora vi fossero variazioni recenti nel numero.

  1. Mentre però cerchiamo di fare il nostro dovere verso gli altri per la preparazione alla S. Pasqua, procuriamo di non dimenticare a nostro vantaggio il non poco che la Chiesa e la congregazione mettono nelle nostre mani per la miglior santificazione del tempo presente. Incitato dalle parole del Rettor Maggiore nell’ultima sua comunicazione e dalla considerazione delle nostre cose, non posso non raccomandare a tutti l’esatta osservanza della povertà e di una ben intesa economia come mezzo di mortificazione, specialmente in questo tempo.


Raccomando vivamente ai capi-residenza, onerata eorum conscientia affinché vigilino a che le forti raccomandazioni del Superiore siano da tutti eseguite.

Ringraziando il Signore mi sembra che sarà facile a tutti eseguire, perché guardandoci attorno non mi sembra di vedere… Ma la perfezione non si accontenta di questo, e se noi saremo poveri perfetti, Iddio ci farà ricchi perfetti… E ne abbiamo bisogno per sostenere le opere che si hanno tra mano.

Per il prescritto digiuno quaresimale ogni capo-residenza disponga per le famiglie e per i cristiani con quella caritatevole larghezza, che mentre non lede alle disposizioni e raccomandazioni della Chiesa, tiene conto delle necessità del momento e degli individui.

Raccomando a tutti di nuovo di fare con fede e amore il mese di S. Giuseppe affidando a LUI le nostre famiglie e le nostre necessità.

Pregate per il vostro povero confratello:

Don V. Cimatti

1066 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1933-3-1 /


21 a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone

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Takanabe, 1 marzo 1933

Rev.ma Madre,

Grazie della sua e auguri di pronto ristabilimento per Lei e per le sue.


  1. Quanto alla questione non sapendo con precisione né quando Lei potrà venire a Miyazaki, né sapendo Don Cimatti quando potrà colloquiare con Lei, eccole il mio povero pensiero.


    1. La proprietà è virtualmente già passata alle suore (come quella di Beppu) nonostante che non vi sia né per l’una, né per l’altra l’atto legale. Si tratta di una cosa di coscienza, per cui la regolarizzazione legale passa in seconda linea. Molti beni della missione sono ancora a nome del sottoscritto, in attesa delle regolari pratiche, ma tutto questo di fronte agli obblighi, ripeto, è secondario. Occorre dunque al più presto che le Figlie di Maria A. assumano la responsabilità anche di questa proprietà.

    2. Visto che le cose andavano (per colpa di nessuno) un po’ per le lunghe, avevo fatto fare un preventivo per oltre yen 500 per cinta, siepe e un po’ di giardino e regolarizzazione del terreno nelle forme più economiche, perché siamo poveri e perché non verso in buone condizioni. La buona Suor Carmela manifestò il pensiero di una cinta completa in muratura, ed i lavori furono sospesi, perché questo supera le mie forze attuali, e non posso naturalmente ipotecarmi per il futuro che non dipende da Don Cimatti.

Dolorosamente questo lascia le cose allo statu quo, passa il tempo utile per la piantagione, ecc. ed arriverà aprile, e nell’ipotesi che mi sono fatto, che le Figlie di Maria A. continuino, ben inteso, per conto proprio l’asilo non sarà pronto l’ambiente e penso che i suggerimenti dati, e che Suor Carmela mi assicura eseguire, andranno a vuoto del tutto o quasi nei loro effetti.

Naturalmente la missione intende declinare ogni responsabilità, ed è per questo che insisto a che Lei abbia la bontà di dirmi chiaro il suo pensiero.


  1. Preferite che la Missione faccia?

  2. O ad evitare in seguito le naturali conseguenze… preferisce che depositi a Lei la somma e le Figlie di M. A. secondo che credono opportuno per i lavori che intendono fare, eseguano direttamente? Era un’idea che già avevo manifestato a Lei, come mio pensiero e che mi pare urgente effettuare nel reciproco interesse.


    1. Abbia la bontà di disporre a che al più tardi col primo di Aprile la gestione amministrativa, direttiva, di responsabilità, ecc. di tutto passi definitivamente all’Istituto delle Figlie di Maria A. come per Beppu. Se la Missione richiederà lavori speciali dalle Figlie di M. A. farà caso per caso speciali convenzioni.


Non è improbabile che coll’otto di Marzo, in occasione della venuta (penso) di Don Tanguy per le confessioni, venga anch’io e così concretare, ma avrei bisogno di una risposta al problema precedente per non perdere tempo.

Avanti nel Signore e con piena fiducia che S. Giuseppe ci aiuterà e colla sicurezza che in questo modo la missione e l’Opera delle Figlie di M. A. davvero moltiplicheranno il loro lavoro per la salvezza delle anime.

Ricordi sempre che Don Cimatti aiuterà sempre e in tutte le forme possibili, ma ora bisogna e al più presto risolvere ogni cosa.

Suo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.

1067 / Ricaldone Pietro / 1933-3-3 /

a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



Takanabe, 3 marzo 1933

Amatissimo Padre,


Esercizio di buona morte.


  1. Salute: sempre bene, grazie a Dio. Qualche disturbo organico (eccessiva sensibilità che mi produce irritazioni nella parte più animale) ed anche in qualche momento difficoltà nell’articolare la parola (lingua spessa, legata). Mi era già capitato tanti anni fa a Valsalice. Quando lo dissi al Dottore si mise a ridere… E ne rido anch’io. Quel che mi turba di più perché accompagnato da tentazioni è il primo disturbo.

Metto in opera per quanto posso i mezzi suggeriti dalle Ss. Regole. Penso sempre (pur essendo molto lontano dall’essere S. Paolo) al suo “stimulus carnis…”. Sia fatta la volontà di Dio. Certo che ho bisogno di somma vigilanza su me e nelle mie relazioni coi confratelli. Mi aiuti colla sua preghiera a Maria A. e a Don Bosco.

  1. Studio e lavoro: ce n’è, ed ho bisogno del primo e per star bene del secondo. Ho bisogno di diligenza nella preparazione delle lezioni, catechismi e prediche – alle volte mi riduco negli ultimi momenti… e non va bene.

  2. Pietà: regolare. Insisto sui punti fissatimi (ora il S. Breviario). Ah, povera testa. Quanto ho bisogno di migliorare!

  3. Osservanza della S. Regola. Ho da vigilare sempre di più. Non mi sembra che ci siano osservazioni speciali né per me, né per gli altri.


Devo vigilare nel maneggio delle cose affidatemi dalla Provvidenza (denaro, cose, ecc.). Per gli altri mi pare non ci siano cose speciali e osservazioni. C’è da insistere assai sulla carità. Si diventa troppo nervosi e allora non sempre parole e modi corrispondono…

Per questo mese non mi sembra di trovare altro di notevole.


Per le case: Tokyo bene – molto lavoro ben iniziato.


Nakatsu: idem, più una pungentissima spina nella persona del povero coad. M.. Per me l’ho sempre ritenuto per nevrastenico (è anche di famiglia) – irritabilissimo e suscettibilissimo, non riesce a moderar se stesso nei modi e nelle parole coi confratelli e specialmente coi giapponesi (e quando è nei suoi momenti, piange, afferra in malo modo e caccia fuori di cucina, ecc.). È per questa suscettibilità nervosa che lo persuasi a non domandare i perpetui. Nell’ultima visita mi espose la sua impossibilità di resistere. Gli dissi: Pregasse, facesse bene il mese di S. Giuseppe e scrivesse a Lei di questa vera difficoltà sua, che non saprei come correggere o attenuare, perché non dipende tutto da lui. Certo che in queste condizioni sta male lui, confratelli e allievi. Posso provare a cambiarlo, ma saremo da capo. E allora?! Ah, quanta responsabilità in quelli che l’hanno ammesso, perché erano cose note. Oh, mio santo Don Ricaldone… E non ho solo questo povero confratello di questo genere e di peggiori lati… Sia fatta la volontà di Dio, ma veda un po’ “quid faciendum”; ci sono dei momenti in cui penso al povero D. M., e non vorrei che capitasse qui qualche catastrofe.


Beppu: nulla di speciale.


Oita: mi pare di averle scritto (certo scrissi al Sig. Don Tirone) del ch. B.. Ha bisogno di studiare a fondo la sua vocazione – è al secondo anno del suo tirocinio – non ha base di regolarità nella sua vita perché non l’ebbe in precedenza – soffre di atonia intestinale e ha dei giorni terribili perché non può occuparsi, e allora la testa lavora. È incerto se in tali condizioni la vita di coadiutore sia per lui preferibile. La proposta mia è che: già anzianotto, gli si faccia fare la teologia a Torino (Crocetta) dove fra quegli abili insegnanti e presso i Superiori possa studiare meglio la vocazione ed essere studiato, e quindi decidere.

Takanabe: grazie a Dio benino tutti. Don Lucioni più calmo, ma sempre lui.

Ho due chierici chein noviziato o studentato o non furono conosciuti o sufficientemente corretti. Uno… è balbuziente ed in certi giorni è davvero penoso udirlo e vederlo. Mah! Quid dicam? Preghi per noi.


Tano: benino. Miyakonojo idem.


Miyazaki: Don Antonio scatta con relativa frequenza e quindi non vi è sempre quell’affiata- mento… Perfino con Don Liviabella… Che è tutto dire. Ma che vuole, mio buon Padre… I nervi in Giappone sono terribili… Ed il Signore mi ha regalato una schiera non indifferente di tali tipi… Sia fatta la sua volontà. È croce, e per me va bene assai, non meritando altro.


L’altra spina sono le buone Figlie di Maria A. di cui unisco breve relazione. Ho detto loro che col primo Aprile entrino in piena responsabilità della proprietà. Ed anche questo sarà finito. Anche questo bel sogno di utilizzare le Figlie di Maria A. a vantaggio e alle dipendenze della missione, si può dire tramontato; come tante altre cose. Sono contento che è capitato a me molto di quello che successe a San Francesco di Sales, che cioè molte delle cose che aveva in testa di fare in un modo, gli riuscirono in un altro e viceversa. Vogliono in sostanza essere libere. Anche i Vescovi e Superiori di Missione in Giappone (da me interrogati) provarono e provano le stesse nostre difficoltà con le suore. A me piange il cuore perché pensavo le Figlie di Maria A. come noi, alla buona, alla semplice – (certo la preoccupazione della vita è cosa grave per tutti) e non sono riuscito a sapere ciò che desiderano e ciò che vogliono fare.

Salesianamente non mi rimane che stare alla lettera del Sig. Don Albera e a disposizioni dei Superiori per le relazioni nostre con loro.

Ecclesiasticamente applicherò i canoni, come ordinario loro, ed il Signore ci aiuti a salvarci l’anima… Che è meglio che tutte le storie, che fan perdere solo tempo e impediscono il bene.

Mi pare che in questo mese null’altro di notevole ci sia. Mi aiuti, padre buono, in tutte le forme, affinché possa compiere bene il mio dovere, preghi per noi affinchè viva, regni la carità fra noi tutti.

Ossequi cari agli amati superiori. Invii anche a noi il Visitatore straordinario, e preghi preghi preghi per chi la ricorda cotidie.

Suo aff.mo figlio

Don V. Cimatti, sales.

1068 / Treggia Alfredo / 1933-3-3 /


22 a Don Alfredo Treggia, direttore di Faenza

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Tokyo, 3 marzo 1933

Carissimo Don Alfredo,15

Grazie di cuore della tua carità e di quella dei cari giovani di Faenza cui scrivo.

Il Signore ti rimeriti e ti dia le 700.000 lire che auguri a Don Cimatti, disposto certo a prenderle e che metterebbe subito per la scuola di Tokyo.

Siamo entrati e… E ci resteremo, nel Rione più povero e barabba, come Valdocco dei tempi di Don Bosco e peggio… Perché nella seconda città del mondo.

Per ora, Oratorio e cura di trecento mila anime e poi… Si vedrà.

Giacché parlo con te, uomo di affari, ti voglio coinvolgere subito in uno che mi interessa assai.

Per sostenere Tokyo ho pensato di domandare l’aiuto dei miei vecchi amici, fra cui conto anche te ed altri che hanno avuto l’“alto onore” di avere a che fare con me a Valsalice. Devi cioè darti attorno per trovarmi Lire 50 (vedi che non non è poi gran cosa!).

A Faenza poi, ci sono ancora, sono di tale sorta: Don Oliva, Don Vieceli, Don Giudici, Ghezzi, Alberti, Frigerio e forse altri ai quali non deve tornar difficile o per mezzo di amici o di benefattori, trovarmi ciascuno Lire 50. Animo: di’ loro una buona parola e sono sicuro che mi aiuterete perché voi volete bene alle missioni.

Conto dunque su di voi.

Se vorrai poi alle 50 lire aggiungere degli zeri, padronissimo.

Prega e fa’ pregare per me che mai dimentico Faenza. Saluta tutti tutti.

Tuo

Don V. Cimatti, sales.

1069 / Studenti di Faenza / 1933-3-3 /


23 agli Studenti dell’Istituto salesiano di Faenza16

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Tokyo, 3 marzo 1933

Carissimi allievi di Faenza,

Mi è giunta per mezzo dell’amato Don Treggia la vostra generosa carità, di cui non posso che dirvi grazie coll’assicurazione di molte preghiere per la vostra prosperità e quella delle vostre famiglie, prosperità materiale e spirituale. Anzi ho disposto che le preghiere e sacrifici dei missionari del mese di aprile siano tutti per le vostre intenzioni.

Vi accludo qualche foto che vi dica qualche cosa di questa vita orientale e vi ecciti a ricordarvi di noi specialmente colle preghiere.

L’apertura di una nuova casa al sud della missione, a Miyakonojo e più quella di Tokyo ha portato un gran lavoro e avrei proprio bisogno che qualcuno mi venisse ad aiutare. Chissà! Certo voi colle preghiere potete fare ora più del missionario: fatelo volentieri ed il Signore vi benedirà.

Vorrei potervi offrire tante belle cose, ma che volete? Devo nella mia povertà domandare a tutti.

Prego per voi, penso a voi, parlo di voi. Valsalice e S. Giovanni, a Torino, ove ho passato la mia vita salesiana, mi sono certo cari assai assai. Ma come posso dimenticare il mio primo collegio, il mio borgo natale e la vostra carità?

Ah! Bravi giovani, siate benedetti e fra quelle mura dove ho fatto anch’io le mie birichinate di fanciullezza e gioventù (non scandalizzatevi) e in quella chiesa dove ho tante volte cantato e pregato vogliate ricordare l’amico missionario che vi ricorda a sua volta quotidianamente.

Ossequi ai cari Superiori ed a voi il caldo saluto riconoscente del


Vostro

Don V. Cimatti, sales.




1070 / Ricaldone Pietro / 1933-3-5 /


24 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Takanabe, 5 marzo 1933

M. R. Sig. Don Ricaldone,

Come da sua precedente desiderata relazione ecco quanto le so dire intorno alle nostre proprietà.

La Missione, come tutte le altre, ha ottenuto il riconoscimento di Società di missionari per possedere, ecc. (SHADAN) e sono quindi registrati in essa:


  1. Il terreno della missione di MIYAZAKI e annessi edifici da lei dipendenti (chiesa, casa, salone Don Bosco, rustico, ospizio dei vecchi e per ora il terreno del Seminario indigeno).

  2. Idem il terreno della missione ed edifici (chiesa, salone, casa e accessori) di NAKATSU.

  3. Idem il terreno ed edifici (chiesa e casa e accessori) di OITA.

  4. Idem il terreno ed edifici (chiesa, salone, casa e accessori) di TANO.

  5. Le residenze di TAKANABE e MIYAKONOJO sono in case di fitto. Si attendono dalla Provvidenza i mezzi per acquistare qualche pezzo di terreno con o senza case. Certo che i fitti in breve spazio di tempo costituiscono un capitale non indifferente, che se si potesse realizzare anche solo ad imprestito, farebbe certo risparmiare non poco. Casa di fitto pure a MORIE (nei pressi di Beppu).

  6. Un piccolo terreno e casa a UWAE (Takanabe) ove c’è un piccolo oratorio e gruppo di cristiani (ancora intestato a Don Piacenza).


Per lo SHADAN sono facili le operazioni di compra, di donazioni ecc., per le tasse si hanno facilitazioni. Lei nel suo vecchio ufficio aveva copia di quello di Tokyo.

I Superiori mi hanno autorizzato a fare il medesimo per i beni della nostra Pia Società. Sto pigliando gli opportuni accordi – farò lo schema, che sottoposto alla revisione dei Superiori, sarà iniziato per l’approvazione. Certo ora il momento è difficile. Se le cose di Ginevra andranno male per il Giappone, non ci sarà da meravigliarsi di un quarto d’ora brutto per gli stranieri. Se ne sentono già i prodromi, perché i missionari sono sempre i primi a essere presi di mira. Ad ogni modo tentare non nuoce. Al più diranno di no, e studieremo un’altra forma.

È possibile intestare ad un individuo residente in Italia, ma le spese sono rilevantissime, e bisogna rinnovare alla morte dell’intestato.

Ed eccole l’elenco delle proprietà della Congregazione. Purtroppo sono un po’ imbrogliate:


    1. perché unite alla missione

    2. e perché ci entrò anche il denaro della medesima; e se non si chiarisce subito, dubito che si faranno pasticci e strascichi dopo (ne abbiamo l’esempio attuale fra la diocesi giapponese e la Società delle Missioni Estere di Parigi).


Dati sulla proprietà terreno ed edifici di Beppu


Proprietari: Don Cimatti e Don Margiaria Angelo.

Valore del terreno Yen 18.000 (al tempo della compera lo Yen corrispondeva a Lire 10).

Valore degli edifici 1.000.

Vi è ancora un residuo debito del terreno che si viene anno per anno estinguendo (estinguibile in 4 anni).

Recentemente essendosi presentata l’occasione si è acquistato una striscia di terreno lungo tutta la proprietà (oltre 250 mq) intestata a Don Cimatti, su cui vi sono 4 casette, al prezzo attuale di Yen 3.000. Don Escursell, col permesso del sottoscritto e più dei Superiori, pensa lui al pagamento – è un dono che fa alla Congregazione.


OSSERVAZIONI. Il terreno fu donato alla nostra Pia Società dal Signor Don Torquinst, senza destinazione speciale, ma perché vi si svolge l’apostolato missionario. Il terreno non è di proporzioni tali che permetta lo sviluppo di un’opera. La piccola costruzione che serve da tutto (sono 4 camerette) fu fatta con legname tolto dalla casa regalata alle Suore dal Sig. Don Torquinst. Un necessario ulteriore piccolo ampliamento (due camere) fu pagato da benefattori d’Europa. La missione attualmente paga tutto il necessario.


PROGETTI. Erezione di un Santuario a Maria A. di cui in questi giorni scriverà Don Escursell. Il sottoscritto appoggia la propaganda di Don Pedro, che ha lo scopo di raccogliere poco a poco il denaro necessario. Avrei già presentato i progetti, se avessi avuto un fondamento di capitale. Ho meno di Don Bosco all’inizio della costruzione di Maria A. Don Pedro vorrebbe mettere in essa parte del suo capitale, che però date le circostanze della Spagna, non arriva se non col desiderio. Non ho presentato i progetti perché in queste condizioni i Superiori non avrebbero approvato. Avevo domandato l’approvazione di fare una circolare alle case, che giustamente non fu acconsentita. Se potessi farla sul Bollettino, forse…

Nell’interno del terreno vi è una delle tante sorgenti di acqua termale, ed è conosciuta come una delle più buone. Da ciò l’idea, che non dispiacerebbe ai giapponesi missionari e anche agli stranieri, di fare presso il Santuario come una casa del missionario che approfitterebbe della cura. Pare che concorrerebbero anche nelle spese di costruzione, purché si assegnasse alle singole missioni o diocesi un numero X di posti.

Attualmente i confratelli vi svolgono il lavoro di apostolato alla salesiana (missione e Oratorio, cura delle Figlie di Maria A. che vi hanno il postulato, ecc.). Il terreno di lavoro non sembra refrattario. Opera per la gioventù è difficile pensarla data anche la qualità della città (balneare, di cura, di piacere, meta di viaggi dall’interno e dall’estero)… Lei ricorda, la città degli inferni.


Dati sulla proprietà scuola tipografica Don Bosco a Oita


Proprietari: Don Tanguy e Don Margiaria A.

Valore del terreno: Yen 12.000 (nelle condizioni precedenti, ossia 1 Yen = Lire 10).

Valore del fabbricato 2.000.

Debito del terreno pagabile in cinque anni e si va estinguendo poco a poco.

Il terreno ed edifici sono nell’interno della missione. Anche questo terreno fu donato dal Sig. Don Torquinst collo scopo di fondare una modesta scuola-tipografica, che difatto a spese della missione fu fatta e serve certo per una buona propaganda. Non si può dire attiva, perché in piccoli centri non si può trovare grande lavoro. Inoltre essendo il personale che lavora il medesimo che lavora per la missione, difficilmente può attendere alle due cose e si finisce per non poter accudire bene né l’una né l’altra.

PROGETTO. Ora che felicemente si è risolta la questione di Tokyo, si potrebbe pensare al trasporto della medesima alla capitale, con quegli ampliamenti che son richiesti dal nuovo ambiente.

Resta naturalmente da decidere come le due parti, missione e congregazione, si daranno per la cessione. L’estensione del terreno sarà di circa 850 mq. s. e.


Dati sul terreno ed edifici di Tokyo


Secondo la prima intesa il terreno è della missione di Tokyo (penso che però non hanno difficoltà a venderlo al prezzo di costo).

Le case (salone e due case a due piani) sono da pagarsi al più presto per Yen 10.000 e saranno nostre.


PROGETTO: trasportare in quel punto la scuola, e siccome nella zona di lavoro affidata ai salesiani vi sono ancora grandi estensioni di terreno relativamente a poco prezzo, che non sia il caso di pensare a far ricerche per acquistare un più grande terreno, invece di sborsare per quelle case la somma che si domanda? Se nel terreno attuale si trasporta la scuola, bisogna certo dare alle case una nuova organizzazione (in Giappone il trasporto delle case è facile) per usufruire dello spazio, perché una nuova costruzione toglierebbe gran parte del cortile e forse impedirebbe il lavoro missionario.


Dati sul terreno “montagna Takanabe”


Anni or sono, pensandosi alla costruzione del nostro studentato filosofico, essendoci stata una buona occasione, si acquistò un terreno semicollinoso con campi e boschi (oltre un ettaro) nella supposizione che si sarebbe stati aiutati dal Sig. Don Torquinst per la costruzione. Il terreno a lui non piacque e non avendo noi i mezzi, d’altra parte essendo un poco fuori mano, si lasciò, ed ora si affitta. Se si trovasse chi volesse comprarlo, ricavando noi il capitale versato per la compra e per gli inizi dei lavori (Yen 3000) non si sarebbe alieni di venderlo. Non si introdusse nello SHADAN appunto per questa incertezza.

Essendo un luogo tranquillo che sia il caso di pensare al noviziato? Mah… O pensare di ricavarvi quello che si può e venderlo? Ora vi ricaviamo un po’ di legna e un po’ di frutta, ma non essendovi in pratica chi lo può coltivare e noi non potendolo sorvegliare a dovere ne viene che è un aggravio se non si trova una soluzione per utilizzarlo bene. Si è provato in tante forme, ma in pratica non si riuscì a nulla. La spesa pare si debba attribuire alla missione, perché non ebbi offerte speciali per lo scopo specifico, salvo qualche modestissima offerta di salesiani cui mi ero rivolto con circolare tanto tempo fa. Ad ogni modo il terreno c’è, e desidereremmo di utilizzarlo meglio che fosse possibile. Dista dalla città una mezz’oretta. Ad ogni ora c’è la comodità di automobile dalla città (è nei pressi della via per andare a Miyazaki).


Mi sembra che non ci sia altro e di aver risposto ai suoi desideri. Vedano i nostri Superiori di venirmi in aiuto col consiglio anche in questa delicata questione della proprietà.

Mi benedica in modo speciale e mi creda

Suo aff.mo figlio

Don V. Cimatti, sales.



1071 / Ricaldone Pietro / 1933-3-5 /


25 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Missione Indipendente di Miyazaki


Relazione sui rapporti fra l’Istituto delle Figlie di M. A. e la miss. indip. di Miyazaki17


Takanabe, 5 marzo 1933


Dopo la visita del Rev.mo Sig. Don Ricaldone e per favorire lo sviluppo dell’Istituto delle Figlie di Maria A. e per venire in aiuto ai missionari salesiani nella delicata missione dell’educazione femminile, e specialmente perché entrando nel tirocinio i chierici non avessero a trovarsi immediatamente a contatto con troppo elemento femminile, si combinò per la chiamata delle Figlie di M.A. a servizio della Missione indipendente di Miyazaki.

Presi gli opportuni accordi col Sig. Don Rinaldi, di ven. memoria, e colla Madre Generale, venne un primo nucleo nel 1929 con l’intesa che avrebbero preso la cura dell’erigendo asilo e dell’educazione della gioventù femminile della città di Miyazaki. Essendo chiamate dalla missione, questa doveva pensare al mantenimento. Intese orali coi rispettivi Superiori avevano determinato l’intesa cordiale.

Il Superiore della missione avrebbe dato quanto poteva; non potendo le F.M.A. avrebbero provveduto”, e fiduciosi nella Divina Provvidenza si incominciò.

Per cause indipendenti dalla Missione, la costruzione dell’asilo fu dovuta ritardare e ancora di più la casa delle Figlie di M.A. annessa all’asilo.

Le Figlie di M.A. non erano contente della casa che dopo molte ricerche fu affittata dalla missione – non si poterono subito ambientare né per lo studio della lingua, né per le usanze giapponesi e per la difficoltà intrinseca delle cose e forse per non averne fin da principio compresa la necessità.

Mi pare di poter dire che la missione fece quello che poteva per aiutarle in tutti i sensi, ma mi pare pure che fin da allora si andassero delineando le difficoltà di un perfetto accordo, causato forse da incompatibilità di carattere e di vedute – dalle difficoltà economiche in cui e salesiani e Figlie di Maria A. ci dibattevamo – dall’aver forse inteso le Figlie di M.A. trovarsi nelle condizioni di Europa, e forse dal non aver compreso i Salesiani lo spirito o le esigenze dell’Istituto che avevano chiamato a collaborare nella missione.

Venne il Sig. Don Torquinst, che oltre la compera della casa di Beppu per le Figlie di Maria A., diede pure Yen 4000 per la compera della casa fino allora affittata, la quale però non piacendo alle F. M.A. non se ne fece nulla.

La Missione aveva capito che quell’offerta dovesse andare per la costruzione della nuova casa; spiegazioni ulteriori del Sig. Don Torquinst fecero capire che era un capitale che doveva essere sborsato alle F.M.A. e così fu fatto; benché in ritardo, perché sopravvenuta la crisi e la missione dibattendosi in vere strettezze per far fronte e alla costruzione dell’asilo e per la casa delle Figlie di M. A. e più per il pane quotidiano, domandò il prestito che poi fu saldato già completamente.

Fu in questo periodo di tempo che dalla Direzione delle F.M.A. di Torino si fecero sentire le prime voci (non posso dire se dirette o provocate) della necessità di aver notizie definitive e sui locali e altro, che determinò a venire ad una convenzione scritta sull’amministrazione dell’asilo e per andare d’accordo per l’amministrazione e nella direzione. Fu così che cominciarono le divergenze, che determinarono al passaggio di tutto alle Figlie di M.A., e credo che per lo sviluppo dell’opera medesima e più ancora per la pace sia la soluzione, che se non toglierà tutti i guai, certo li limiterà.

Può essere che in tutta questa questione abbia molta parte:


  1. L’inesperienza del superiore della missione in questo genere di relazioni e la sua bonomia in tutto.

  2. Il carattere delle persone che dovevano per necessità stare in relazione,

  3. le condizioni economiche disagiate vicendevoli,

  4. non aver chiarito subito fin da principio molte cose,

  5. il dover fare le Figlie di M. A. per la prima volta l’esperienza loro personale e quella della loro Congregazione in Giappone – e forse troppo impreparate, essersi trovate nella necessità di mettersi al lavoro – e sottomettendo questo sempre alla questione finanziaria, per cui diedero l’impressione di lavorare troppo attaccate al soldo e alle esigenze della vita, troppo umanamente insomma, il che urtava troppo col modo di fare e di pensare dei missionari, per cui è facile pensare alle conseguenze.


Unisco qualche documento che sta ad indicare le condizioni d’animo e penso, più di carattere delle persone affinché i superiori si facciano un’idea della cosa.

Penso che, come diceva Don Bosco: “acqua passata non macina più” e dimenticando il passato, spero si riuscirà a far meglio per l’avvenire.

Si soffrì da tutti, forse anche per la vicendevole stima che si aveva e si ha.

Alla Madre Superiora feci cenni generici perché sapevo che era informatissima di tutto. Invocai anche una visita, e si era già ricevuta notizia della venuta dell’Ispettrice della Cina, quando, non so perché, fu sospeso tutto. Penso in vista della visita del Superiore salesiano, e sarebbe davvero una benedizione per tutti, confratelli e Figlie di M.A.

Il superiore dovette richiamare alcune cose che potevano essere gravi per lo spirito religioso, e mi consta che furono eseguite (ossia maggior libertà nelle confessioni) e spero che non si ripeteranno più. Certo le Figlie di M.A. desidererebbero sacerdoti come vogliono loro – un regolare servizio religioso – essere ben mantenute, ed al momento attuale la missione che è – come l’opera loro – in formazione, non può assolutamente dare e non so quando potrà darlo. Ci fosse stato questo sarebbero state evitate gran parte delle questioni.

Il Superiore della missione ha dato loro l’autorizzazione di aprire in qualsiasi punto della missione quanto può favorire lo sviluppo dell’Istituto. Col primo aprile passando la proprietà dell’asilo all’Istituto delle F.M.A. la missione intende con questo atto di lasciare le F.M.A. in libertà di amministrazione e di direzione dell’opera, derogando ogni responsabilità e lasciando libere le Figlie di M.A. di scegliere quella forma di lavoro che è più consona alle loro forze e possibilità. Basta che facciano del bene alle anime e lavorino col loro spirito. Mi propongo quindi salesianamente di applicare per loro alla lettera le disposizioni dei Superiori salesiani al riguardo, ed ecclesiasticamente di applicare le norme canoniche come ordinario loro.

Il Signore perdoni al sottoscritto, causa di tutto, i molti errori, e mi aiuti per quanto si può a riparare il passato, mentre di cuore quotidianamente prego per lo sviluppo sempre più fiorente dell’Istituto delle Figlie di M. A. che non dubito essere destinato a fare un gran bene in Giappone.

Invio copia della lettera inviata e alla Rev.ma Madre Generale e alla Superiora delle Figlie di M.A. e la risposta della medesima. Potrà farsi un’idea del gruppo delle idee su cui si è sempre insistito e che in pratica hanno determinato lo stato delle cose.

Non invio ciò che mi sembra in gran parte pettegolezzo, né le lettere forti di membri del Consiglio che mi dicono di tagliare corto…Essendo stata in gran parte anche questione di soldi, mi pare nel Signore che non si debba agire da mercanti… ma da buoni cavalieri del Signore.

Farò fare i conti ed invierò per norma dei Superiori, perché ora ci si rinfaccia poco pulitamente (ne darò comunicazione solo a Lei) che la Missione ha ricevuto un largo margine, per cui dovrebbe provvedere non so quali cose…

In fede:

Don Vincenzo Cimatti, sales.

Superiore della Missione di Miyazaki



1072 / Circolare salesiani / 1933-3-7 /


26 ai Salesiani della Missione Indipendente di Miyazaki

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7 marzo 1933

Carissimi,

Si ha notizia di un grave disastro di terremoto e maremoto a Bendai, con grave numero di vittime. Il Provveditorato studi di Miyazaki ha pregato il missionario di fare collette fra i cristiani, ecc.

Siccome può darsi che anche nelle altre residenze siate pregati della stessa cosa, come in altre occasioni, come missionari e come salesiani, fedeli alle tradizioni nostre, raccomando a tutti:


  1. Qualora dalle autorità venisse qualche invito a darvi attorno per adempiere tali desideri, anche se prevedete di poter riuscire a poco, con questue dirette o con altri mezzi che pensiate utili al riguardo.

  2. Scriverò alle autorità per eventuale ricovero di orfani nelle nostre residenze (a Miyazaki sono pronti una decina di posti).

  3. Interessate le vostre associazioni in questo lavoro di carità.

  4. Niente di male fare un ufficio funebre con inviti, specie poi se fra le vittime ci fossero dei cristiani o degli aventi relazioni coi nostri.

  5. Invio di condoglianze…


Eccovi alcuni mezzi che vi propongo in linea di massima, più tutto quello che vi sembra sia cristianamente utile per dimostrare la carità. Se tutto questo è da farsi da noi sempre, ora dobbiamo ancora più fortemente farlo comprendere dato il momento che attraversiamo.

Non temete per qualche spesa. Ci pensa il SIGNORE. Cogliamo anche questa occasione per metterci in relazione colle autorità locali. Se avete delle difficoltà scrivetemi, come pure attendo relazione di quanto avrete fatto eventualmente in questa occasione. Il Signore benedica la nostra buona volontà.

Ci avviciniamo alla festa di S. Giuseppe. Il buon nostro Patrono ci assista anche in quest’opera di carità.

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

1073 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1933-3-8 /


27 a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone

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Takanabe, 8 marzo 1933

Rev. Madre,

Speravo proprio di venire¹ nell’occasione della venuta di Don Tanguy e così parlare, ma Don Tanguy a cui, non potendo venire (come mi succede ora), avrei affidato il mio pensiero, mi sfuggì, ed ora con la venuta di Monsignore non posso muovermi.

Ad ogni modo grazie della sua. Penso che a voce si potrà chiarire. In quali condizioni sia avvenuta l’intesa fra le due parti, neppure Don Cimatti sa dirlo. Sto raccogliendo i dati di cifre per far la consegna ai Superiori: oggi come oggi, pur non avendo i dati in mano, penso il largo margine che, si pensa, non ci sia stato davvero. Ad ogni modo dirò anch’io con Lei, ed è verissimo, non tuteliamo diritti personali.

Mi pare che non ci sia da fare che pregare e fare quello che sappiamo del meglio, e avanti nel Signore. Preghi pel

Suo aff.mo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.


Ossequi a tutte le consorelle e figliole.



1074 / Ricaldone Pietro / 1933-3-9 /


28 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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9 marzo 1933

Amat.mo e Rev.mo Sig. Don Ricaldone,

Rispondo alla sua carissima giunta ieri: proprio oggi anniversario del nostro Savio. Custodisca in me e nei miei la s. purità.

Grazie cordiali delle sue care, paterne parole per noi e specialmente pel suo povero Don Cimatti. Così va bene; non abbia timore di avvisarlo – per quanto sono capace eseguirò alla lettera i suggerimenti suoi e dei Superiori. Non so se posso nel Signore dir questo: “Sono 7 anni compiuti che sono qua – e non è passato mese che non abbia tenuto i Superiori al corrente delle cose dell’anima mia e delle cose nostre: difficoltà, gioie, dolori e progetti. Quando ho veduto che i Superiori non erano alieni sono andato avanti, sicuro che Gesù era con noi. Quando i Superiori hanno dato norme precise, mi pare di aver tentato di eseguirle così. Quando non avevo norme né dai Superiori, né da Roma, ho interrogato i confratelli, mi sono messo in braccio a Gesù, a Maria e a Don Bosco… E avanti. Sbagli? Ne ho fatti un finimondo, e pian piano, ammaestrato dalla esperienza, tento di evitarli e riparare i fatti”18.

Le sono riconoscente di quanto mi dice sulle nuove residenze. Lei non ha bisogno che faccia autodifese, perché non è del caso. Ad ogni modo, per chiarire in breve quanto è nelle corrispondenze precedenti, ci siamo trovati di fronte al grave problema:


  1. Non abbandonare la cristianità (in Giappone sui generis).

  2. Dar lavoro ai confratelli, specialmente chierici, se no… Lavora il diavolo. Non abbiamo saputo risolvere se non aprendo nuove residenze.


Tokyo: fu improvvisa anche per noi, ma non si poteva fare diversamente.

Sono in tre – ben uniti. Il buon P. Faber si presta per le confessioni; è nostro ex-allievo, gesuita tutto d’un pezzo, e contempera assai l’ascetica salesiana colla perfezione del Rodriguez.

Miyakonojo: è risultato del lavoro di tre anni. Anche là sono in tre, vicini (3/4 d’ora da Tano dove purtroppo sono rimasti solo due) con scambio per le confessioni ed altro, quando il missionario deve assentarsi.

Quest’anno le comunità sono piccole, perché non si poterono rimpolpare col personale, che spero verrà nel prossimo anno – ma le posso assicurare che l’osservanza della regola e pratiche nostre è regolare; c’è da edificarsi. Mi consta personalmente ogni mese in occasione dell’esercizio della buona morte, riunioni dei più vicini (soluzione del caso, ecc.) di tanto in tanto qualcuno dei confratelli o consiglieri va in visita, corrispondenza epistolare regolare; e mi dà lavoro questa, come quella estera.

Si fece il quesito nelle adunanze annuali dei missionari: “È preferibile il missionario in posto o dislocato dal Centro?”. Unanime il primo punto. Ma per me, la necessità fu dar lavoro ai chierici del tirocinio, e davvero – colla dipartita di Don Margiaria e con il non aver quest’anno avuto altro personale, non potevo aggiustarmi diverso. Così approvò anche il Consiglio – per ora mi pare che si lavori benino da tutti.

Dato il carattere giapponese, personalmente sto per la molteplicità delle residenze – non certo per il confratello isolato. Per il prossimo anno, se riesco alla costruzione del Seminario, non c’è in vista altro, perché penserei col personale, che certo verrà, rimpolpare e rassodare, tanto più se qualche chierico comincia la teologia.

L’altro punto poi ho bisogno di chiarire e di aver consiglio, cioè sulla meraviglia che desta la nostra povera (davvero povera) attività… Ah, quanto mi sentirei di fare di più e dovrei fare di più, se non si venissero a ledere suscettibilità o ad avere l’aria di voler conquistare il mondo!…

Progetti: ma non sono realtà se non quando ci sono i mezzi. Il ricovero ha già una ventina di vecchi in gran parte sussidiati dal municipio (Yen sei al mese) – non vi sono debiti – si va delineando un principio di istituzione di Figlie Giapponesi, che si vogliono dedicare alla carità. Quanto si domanda è per l’avvenire e si farà quando avremo i mezzi, tanto più che il sussidio governativo e provinciale dovuto per legge quest’anno non viene, perché la provincia non fece in tempo utile le pratiche. Quanto si domanda è per assicurare l’avvenire a questi poveri, che ormai tutti furono battezzati.

Ma, santo Don Ricaldone, e non è Lei che dà l’esempio di questa attività nel domandare? Proprio ieri Don Antonio tirava i conti. In questa crisi, dall’anno scorso a oggi, le offerte inviate per il ricovero (mancano ancora quelle di Torino, che spero arrivino per Pasqua), corrispondono a Yen dieci mila (pari a Lire 50 mila). Mi consiglia di dir di no alla Provvidenza? Giorni fa è venuta una catastrofe: terremoto e maremoto a Nord di Tokyo. “Pregate i cristiani che raccolgano offerte!”. Si è risposto coll’offerta e col mettere a disposizione 10 posti per orfanelli, ed ho scritto a tutte le case che se saranno invitate cooperino secondo le nostre tradizioni. Che cosa mi consiglia? Lei farebbe assai di più!

Casa di Beppu. Non ho certo i soldi. Bisogna pur raccoglierli e se non si domandano, non vengono. Sarà come sul disegno? Ma ne abbiamo già fatti tanti. Sarà come la Madonna vorrà.

Niente di roseo e fioriture, amato Padre. La nostra Missione è l’ultima ed è la più scalcinata di tutte in tutto, per causa del sottoscritto.

Sì, sì… Siamo ancora nei debiti, ma se non tengo su i confratelli con l’entusiasmo del lavoro, ah! il Giappone è terribilmente accasciante per l’aridità del lavoro dell’apostolato e per le condizioni (specie attuali) dello straniero. Ah, terribile, terribile il carattere giapponese!

Grazie, amato Padre. Oh, potessi far capire a quelli che dicono di noi, la dura realtà – diventerebbero nostri efficaci alleati, e sono sicuro che farebbero più di noi. Oh, che commedia il mondo!

Niente paura. Quanto ho scritto era notissimo al Sig. Don Rinaldi e a Lei, amato Padre, perché mi sembra di non aver mai taciuto le nostre cose, che se appaiono impressionanti nelle relazioni, in realtà sono piccole cose – da bambini missionari come siamo.

Rimaniamo, creda, ammirati e santamente invidiosi dei successi delle nostre altre missioni, e preghiamo per loro. Ma guardiamo pure intorno al campo a noi affidato. Un pezzo di musica del povero sottoscritto: “Getta la rete in mare o pescator…”. (N.B. Mette la musica). Può gettare la rete… Nulla. La lenza sola… Anni di aspettativa, che le danno modesti contributi, che sul più bello sfuggono.

Oh, amato Padre, guai se casca il caldo ideale in Giappone… È finita, è finita. Lei conosce meglio di me tutto questo. Godo delle notizie date, dei suggerimenti, di tutto. Chissà che tutto questo non conduca a far sì che qualcuno di più pensi nella preghiera, di noi. Per me domando a tutti mezzi: “Guai se non chiedi!…”. E badi che me lo diceva il Sig. Don Rinaldi in relazione ai Superiori; ma assai assai assai più domando preghiere. Finché la superbia di questo carattere non sarà fiaccata, il Giappone sarà nei riguardi della fede così come è. Proprio S. Paolo nella via di Damasco… ci vuole.

Basta, basta. Preghi per me che mi converta e viva.

Suo aff.mo figlio

Don Vincenzo Cimatti, sales.

1075 / Bernardi Angelo / 1933-3-10 /


29 a Don Angelo Bernardi, missionario salesiano in Giappone

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[10 marzo 1933]

Carissimo Angelo,

Grazie della tua.


  1. Per la propaganda


    1. continuare la spedizione giornale cattolico

    2. ed altri (foglietti, ecc. ecc.)

    3. facendo lavorare giovani e seinen (giovanotti)

    4. invitare alle proiezioni luminose ecc. sempre i pagani (vengano o no, non conta) della zona HOKOBO e colle dovute cautele di segnalare ed avvisare l’autorità, andare qualche volta in giro

    5. grande preghiera.


  1. Per le tue occupazioni fa’ quel che sai e puoi nei vari campi a te affidati. Quello che l’anno scorso ti era ostico per vari motivi (non escluso certo anche te) quest’anno lo fai benino. Ringrazia il Signore, sì, ma impara sempre meglio a conoscerti.

  2. Suggerisci al Sig. Don Cecchetti che alla famiglia di Tomiko si invii il giornale “Don Bosco”, ecc. e inviti a feste – e se non è possibile a mano, per posta. La costanza nel tenere il legame finché non ci sarà chi potrà parlare colla famiglia direttamente, sarà ottima cosa.

Certo Tokunaga (si vera sunt relata) avrà un gran conto da rendere a Dio – noi facciamo il nostro dovere. Impara anche tu: sono i massimi dolori dell’Apostolato “l’incorrispondenza e perdita delle anime”.

  1. Non si impresta nulla al vecchio – che se è come mi fu riferito, non farà mai il tofuya.19 Se realmente avesse voluto lavorare a quest’ora avrebbe un buon gruzzolo, date tutte le facilitazioni fattegli e propostegli. Dato questo stato di cose c’è un motivo di più per andare a rilento col battesimo del figlio. Vedi, troppi in Giappone si fanno cristiani spinti dal pensiero del guadagno.

  2. Spero Don Dumeez abbia portato vino.

Per Hatada tu sta’ tranquillo. Venendo Don Tanguy dirai a Don Cecchetti gli parli delle dicerie. A Miyakonojo è in prova e non bisogna spegnere il lucignolo fumigante, tanto più che il motivo per cui si consiglia il ritorno mi parve dipendesse anche da incompatibilità di carattere con voi.

  1. Alla prima occasione (quando uno di voi viene giù o uno di su) colletti e caffè. Fa’ bene la festa di S. Giuseppe

Tuo

Don V. Cimatti

1076 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1933-3-10 /


30 a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone

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[10 marzo 1933]

Rev. Madre,

L’avvicinarsi della festa di S. Giuseppe ed una comunicazione dai Superiori mi dà modo di intrattenermi un po’ con voi tutte.

Vi raccomando di lavorare con lo spirito con cui lavorava S. Giuseppe, cioè in unione con Gesù e Maria. Questa è la vera umiltà.

Vi è l’umiltà di testa (il crederci di essere come siamo) e l’umiltà di cuore (la vera), quella cioè di ritenerci quali siamo, facendo tutto per il Signore, lavorando per Lui. Questo faceva S. Giuseppe.

Se volete poi che Don Cim. vi aiuti, facciamo fare un bel miracolo a S. Giuseppe che da buon padre provveda… e provvederà se voi pregate: perché la vostra preghiera è efficace. E Don Cim. lo sa per esperienza.

Ho ricevuto l’invito dai Superiori di far la visita alle case delle Figlie di Maria A. dovendo il Rettor Maggiore fare la prescritta relazione alla S. Sede – e così si farà per tutte le case del mondo.

Ogni anno fu fatta dal sottoscritto, ma questa volta hanno inviato anche un formulario che faciliterà il lavoro al Rettor Maggiore (e più al sottoscritto). Lo scopo della presente è per facilitare la cosa.

Dunque:


  1. Se Lei preferisce una data speciale abbia la bontà di dirmela.

  2. Se nel tempo che vi propongo siete tutte libere, potremmo fare in maggio (data da combinare). Chissà che possa combinare di essere con voi per la festa di Maria Aus. dalla sera dell’Ascensione e così fare anche il triduo. Preghiamo che anche questo desiderio sia realizzato.


Prego ogni giorno per voi – per le tre – per le aspiranti e per gli angioletti.

Voi non mi vedete, ma sapeste quante volte sono tra voi colla preghiera e coll’affetto! Vi benedice di cuore il

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti

1077 / Zerbino Pietro / 1933-3-11 /


31 a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Renato Ziggiotti

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Takanabe, 11 marzo 1933


Mio carissimo Zerbino,

Sei proprio buono verso di noi ed il Signore ti rimeriti di tutto.

Ti unisco ricordino per le offerenti di cui non ho l’indirizzo.

Fa’ pregare, fa’ pregare per noi e specie per me, affinché possa compiere il mio dovere e salvarmi l’anima.

Allegro sempre. Dovunque il Signore ci mette, lì è la nostra missione.

La tua è all’Oratorio, e anche lì, credilo pure, puoi fare delle conversioni.

L’estero è un luogo, non è uno status: quindi ciò che conta essendo la sostanza, non l’accidente, sii buon missionario di preghiera, di dovere, di carità lì dove Gesù ti ha messo.

Salutami Secondo – vi ricordo sempre coi tuoi. Saluta omnes.

Tuo

Don V. Cimatti

1078 /Circolare salesiani / 1933-3-14 /


32 ai Missionari salesiani della Missione Indipendente di Miyazaki

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Missione Indipendente di Miyazaki

Miyazaki, 14 marzo 1933

Carissimi,


Coll’animo pieno di gioia vi annuncio il buon esito della S. Missione tenuta a Miyazaki ed anche la pubblica manifestazione della nuova residenza di Miyakonojo colla riuscita conferenza di S.E. [Mons. Hayasaka] A ringraziarlo della vera carità che ci ha usato vi prego di pregare per Lui e per la sua diocesi, e nello stesso tempo di pregare assai assai perché i frutti della sacra missione permangano e fruttifichino abbondantemente.


  1. Colgo l’occasione dell’avvicinarsi della S. Pasqua a nuovamente esortarvi a che i catechismi quaresimali prescritti siano intensificati. Se poi a modo di triduo potrete fare sezioni separate (uomini, donne, giovani, ecc.) una specie di ritiro, sarà senza dubbio uno dei mezzi più vantaggiosi per le anime a noi affidate.

Procurate insomma di non lasciare intentato ogni mezzo a che il precetto pasquale sia eseguito bene da tutti, e ciò che più importa a che la fede sempre più venga radicandosi nelle anime.

  1. Mi fu fatto osservare da qualche confratello che in varie residenze non si è in regola per ciò che si riferisce all’erezione della VIA CRUCIS. Sapete le condizioni richieste per poter lucrare le numerose indulgenze: sono necessarie le croci di legno (le S. immagini non sono necessarie, ma convenienti) da benedirsi colla formula del Rituale nello stesso luogo dell’erezione e da appendersi al muro a conveniente distanza fra loro. Prego dunque a provvedere in merito.


Il nostro Patrono S. Giuseppe ci ottenga le grazie spirituali e temporali di [cui] abbisogniamo.

Sempre raccomandandomi alle vostre preghiere mi dico:

Vostro

Don V. Cimatti, sales.

1079 / Ricaldone Pietro / 1933-3-15 /


33 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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A volo d’uccello20


Miyazaki, 15 marzo 1933

Amatissimo Padre,

Tornano certo sempre gradite al suo cuore di padre ed ai nostri cari benefattori ed amici le notizie di questa lontana missione, specialmente quando possono essere notizie buone – quelle a cui agogna il missionario e quanti desiderano il regno di Dio nelle anime. Eccone alcune:


34 Fervori d’anime a Miyazaki

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Una riuscitissima missione, predicata da S. E. Rev.ma Mons. Hayasaka, cui partecipò in massa tutta la cristianità, tanto nelle prediche comuni, quanto nelle conferenze speciali ai padri, ai giovani, ai neofiti, lo zelo apostolico del primo Vescovo giapponese ebbe campo a manifestarsi nella sua pienezza, e tutti corrisposero e ne approfittarono.


35 Conferenze di propaganda a Miyakonojo e al nord di Miyazaki

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S. E. stesso si degnò di dar impulso a questa nostra nuova residenza e all’abbondante lavoro che si prospetta assai produttivo, con un magnifico discorso tenuto nel pubblico salone della città a numeroso e scelto pubblico sui problemi morali di fronte alla Religione cattolica. Avendo S. E. trattato con la competenza che ha in materia e con la libertà di parola che gli proviene per essere giapponese, di problemi che attualmente tanto interessano l’Impero (Il cattolicismo e l’Imperatore – il Cattolicismo e lo Shintoismo; la questione sociale, la famiglia e la scuola di fronte al Cattolicismo, ecc.) destò negli ascoltatori viva ammirazione e varie persone cominciarono a pensare seriamente alle verità esposte. Voglia il Signore illuminare, eccitare e fecondare il buon seme. Intanto l’opera è iniziata, e nel minuscolo ambiente incominciano a radunarsi fanciulli e i desiderosi di sentir parlare di religione.

Già si [è] iniziato nella zona a Nord di Miyazaki l’organizzazione dei pochi cristiani che si trovano e con conferenze si cerca di penetrare tra gli animi dei volenterosi di ricerca di verità, cercando di formare piccoli gruppi, che saranno pel futuro punti d’irraggiamento d’azione. A tre che già funzionavano (Uwae, Kijo, Tsuma) se ne aggiunse recentemente un quarto (Tomitaka) e prossimamente ne saranno formati altri in centri di relativa importanza. Al solito la musica, come la tromba e il tamburo davanti ai baracconi serve per attirare il pubblico.


36 Fra le opere di carità

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L’Ospizio per i poveri vecchi vede ormai occupati i trenta posti disponibili, fino a che la carità dei buoni non ci permetta di aumentarli a 300. Già vari di essi colla cura e col sollievo del corpo, trovarono la cura dell’Anima ricevendo il battesimo.

Già comincia a delinearsi la parte infanzia e gioventù abbandonata. Già un gruppetto di donne giapponesi prodiga a vantaggio di tante miserie le forze e la vita.

Recentemente un maremoto e terremoto a nord di Tokyo fece migliaia di vittime. Avendo ricevuto invito dal Governo di esortare i cristiani a cooperare per lenire tanta disgrazia, con qualche sussidio materiale che si potè raccogliere dai poveri cristiani di Miyazaki, si misero pure a disposizione dell’Autorità dieci posti gratuiti per orfanelli. Altre offerte furono pure inviate all’autorità ecclesiastica locale, mettendo le nostre residenze a disposizione per ricevere orfanelli del gran disastro. I suoi figli non vogliono dimenticare in queste occasioni le pure tradizioni di famiglia lasciateci dal nostro padre Don Bosco e dai suoi successori.

37 Nella zona di Oita

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Speriamo col prossimo aprile di poter iniziare un nuovo asilo d’infanzia, destinato a mettere a contatto della missione cattolica molte famiglie.

In casa funziona assai bene tra i piccoli operai tipografi la compagnia di S. Giuseppe, cogli intenti e modalità volute dal nostro Don Bosco.

Va formandosi un buon gruppo di catecumeni in città e un altro numeroso è in una zona montagnosa a sud di Oita. Notevole il fatto che essi stessi scrissero alla missione per avere l’istruzione religiosa. È davvero consolante questo estendersi di desiderosi della fede, e tanto più notevole ora che, causa il nervosismo un po’ generale che domina il paese, la propaganda cattolica trova molta indifferenza, quando non va a sbattere contro reali difficoltà. Cerimonie patriottiche, riviste militari, pellegrinaggi in massa ai templi e tutto il complesso di quel materialismo che pervade fin nelle più recondite fibre il cuore pagano, assorbono completamente l’anima giapponese, i problemi dello spirito e più dello spirito cattolico non fanno presa, quando (e Dio ce ne scampi!) non vengono coinvolti con la politica o considerati come nemici delle pubbliche istituzioni.


A BEPPU il circolo giovanile di Azione cattolica va sempre più consolidandosi, ed oltre al lavoro dell’apostolato in aiuto del missionario, anche colla sua sezione filodrammatica va compiendo una buona propaganda. Ah, quando sarà che potremo avere numerosi manipoli di giovani cattolici dello stampo di quelli voluti dal S. Padre!

La via è certo lunga, ma anche a questo si giungerà coll’aiuto del Signore.

A Miyazaki, a Tano, a Oita, a Beppu già funziona benino il circolo giovanile, futura speranza della missione e della stabilità della Chiesa del Giappone.


IL SEMINARIO aprirà tra poco i battenti ad un buon numero di nuove reclute, in attesa che trasportatosi in sede propria, possa stabilizzarsi in forma definitiva.

Recentemente i nostri seminaristi si recarono in corpo a Shindenbaru (diocesi di Fukuoka) per condecorare le funzioni d’inaugurazione di una nuova chiesa. Non so se sappia che i nostri seminaristi giapponesi hanno formato, come chiamarla? un’orchestrina? una banda? La pensi come vuole perché, se non altro, varietà di strumenti c’è (flauto, flautino, violini, mandolini, clarino, tromba, sassofono, tamburello… E quando è al completo armonium e piano… Come si fa? Si usa ciò che si ha…). Vi aggiunga un bel coro di voci. Dicevo dunque che i nostri sostennero la parte musicale, e tutti ne furono meravigliati, entusiasmati, ed anche questo ha fatto del bene.

Come vede, amato Padre, i suoi figli del Giappone, non dimenticano di essere chiassosi… santamente. Vorrebbero avere più fiato, più voce, più forze, più mezzi per risvegliare dormienti, per rinforzare infiacchiti, per risuscitare tanti morti…

Il Signore vede certo la nostra buona volontà. Ecciti anche quella dei nostri amati superiori e cooperatori a venirci in aiuto proporzionato.

Che dirle poi della nuova fondazione di Tokyo? Voglio parlargliene a lungo prossimamente. Per stavolta alcuni accenni solo.

Il lavoro dell’apostolato come in missione. I trenta cristiani segnalati all’inizio sono già diventati centosessanta. L’Oratorio specie alla domenica batte già sui trecento. Miseria materiale e spirituale… fin sopra i capelli… Ma certo anche fra questa vi sono tesori per il Cielo. A noi lavorarli coll’aiuto di Dio e dei buoni cooperatori nostri. Ci benedica tutti.

Suo aff.mo figlio

Don Vincenzo Cimatti, sales.




1080 / Merlino Alfonso / 1933-3-20 /


37.1 ad Alfonso Merlino, salesiano laico missionario in Giappone

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Takanabe, 20 marzo 1933

Carissimo Merlino,

Spero che S. Giuseppe ti avrà portato le grazie spirituali di cui hai bisogno per essere sempre più buon salesiano.

Spero pure che la compagnia si sarà fatta onore nell’onorare S. Giuseppe. Non sapevo come partecipare ed inviai il telegramma.

Va’ avanti con calma e prega per me.

Nel catalogo nuovo tuo fratello è ancora a Castelnuovo. Grazie delle notizie di casa – faccio iscrivere le richiedenti.

Allegro sempre.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.




1080-2 /Merlino Alfonso / 1933-2-2 /

2 febbraio 1933

Caro Merlino,

Ti ricordo ogni giorno e prego che il Signore ti conceda calma serena in tutto. Allegro sempre e non lasciarti spaventare da nulla. Confida nel Signore e nel tuo direttore e vedrai miracoli.

Prega per me.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.





1081 /Circolare Direttori salesiani in Giappone / 1933-3-21 /


ai Direttori delle Opere salesiane della Missione e Visitatoria S. F. Saverio



Visitatoria di S. Francesco Saverio (Riservata ai Direttori)

21 marzo 1933

Carissimi,

Voi sapete che Don Cimatti vorrebbe come prima trovarsi più spesso a vostro contatto per potervi aiutare ed essere aiutato nell’osservanza dei nostri doveri, ma non potendolo fare colla frequenza che desidera, cerca di supplire con frequenti lettere particolari in risposta delle vostre carissime e colle circolari che di tanto in tanto vi invia.

Vi confesso che assai spesso mi assale il dubbio se le cose nostre e dal punto di vista missionario e dal punto di vista religioso procedano veramente bene, in modo che ci possiamo dire davvero buoni missionari e santi salesiani. E pensando che la causa possa in gran parte dipendere dal sottoscritto, mi dà animo a ricercare quali utili mezzi possa suggerirvi per riuscire fraternamente ad aiutarci a conseguire l’intento.

Si avvicina a grandi passi la fine dell’anno (scolastico) e può darsi che presto debba decidersi per l’inizio della Teologia dei nostri chierici. Vorrei che tutti facessero di fronte a Dio un buon esame sui vari punti che mi sembrano importanti per la formazione dei nostri confratelli.


  1. Trattiamo frequentemente con loro non solo nelle relazioni quotidiane, ma in quelle più intime del rendiconto? Facciamo per il personale le prescritte conferenze? Gran parte della giornata i nostri coadiutori per necessità di cose sono solitari nel loro lavoro. Cerchiamo di avvicinarli passando con loro in familiare conversazione anche solo qualche minuto?

  2. Molti di questi confratelli soffrono momenti di nostalgia, prodotti dall’età o dalla salute, ed anche dalle crisi spirituali proprie della loro condizione.

Il trattarli come li tratterebbe Don Bosco, ma che dico? come tratta ognuno di noi Gesù benedetto in quei momenti, credetelo, apre il cuore dei confratelli alla più viva riconoscenza; sentono di essere amati, e diventano migliori.

  1. Permettete pure che vi richiami ciò che fu detto in altra circolare: “Non facciamo apprezzamenti pubblici sui nostri chierici, né sulla loro maggiore o minore attitudine, né sulla loro riuscita, né sulla loro utilità; ecc…”.

I regolamenti e la regola parlano chiaro sul nostro dovere verso di loro durante il tirocinio: a noi metterlo bene in pratica secondo lo spirito e coi modi propri di Don Bosco.

  1. Facciamo che sia praticata bene la regola e i regolamenti anche nei loro particolari e non dimentichiamo la strenna di quest’anno dataci dal nostro Rettor Maggiore. Pensando che col vostro aiuto e colla vostra attività i nostri confratelli potranno formarsi veramente quali avrebbe formato Don Bosco, un senso di sollievo viene a ricolmarmi l’animo nei momenti di depressione, perché sono sicuro che ognuno di voi farà del suo meglio per rendersi interprete pratico di questi consigli che mi sono suggeriti di tanto in tanto anche dai Superiori Maggiori, desiderosi che il nostro apostolato e l’opera nostra in Giappone siano fortemente radicati sulle basi dello spirito nostro, sulle basi delle nostre regole e tradizioni.

Annuncio pure che per deliberazioni e intese fra Superiori Maggiori e l’Istituto delle Figlie di M. A. col prossimo 1 Aprile la gestione amministrativa e direttiva dell’Asilo di Miyazaki passa totalmente a detto Istituto, come lo è la fondazione di Beppu.

Il Superiore della Missione ha come prima, facoltà giurisdizionale sopra di loro in conformità del diritto canonico e subdelegato dal Rettor Maggiore. Si metteranno ancor più in pratica le norme dettate dalla S. Congregazione dei VV. e RR. (Circ. Don Rua 33, e circ. Don Albera 38) e altre particolari che fossero dettate dalla necessità. Nulla di mutato per il servizio religioso. Vi sia grande carità, riconoscenza, rispetto, ma senza alcun diritto di superiorità e dovere di sudditanza.

Prepariamoci con slancio alla S. Pasqua.

Vostro aff.mo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.

1082 / Tassinari Clodoveo / 1933-3-28 /


al chierico Clodoveo Tassinari, studente in Giappone



28 marzo 1933

Mio buon Clodoveo,

Al mondo non c’è cosa tanto certa quanto il tuo problema.

Devi procedere nel Signore senza timori. Qui incepit opus Ipse perficiet consolidabitque. Non c’è dubbio. Prego per i tuoi cari.

So di Baratto e tu continua l’opera tua buona verso di lui. Gli scrivo di tanto in tanto. Il massimo problema è che è ammalato, ma prega e chi prega è in porto.

Allegro, laborioso e buono.

Congratulazioni dei lavori.

Tuo

Don V. Cimatti sales.

1083 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1933-3-31 /


37.2 a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone1

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Takanabe, 31 marzo 1933

Rev.ma Madre,

Un complesso di occupazioni assai varie, capitatemi proprio ora tra capo e collo in questo tempo, mi impedirono come era reciproco desiderio di abboccarmi con calma con Lei. Nelle nuove condizioni in cui veniamo a trovarci, desidero assolutamente che per parte di Don Cimatti e come attuale Superiore della Missione e Superiore Salesiano, non venga a mancare nulla di quanto può riuscire a vantaggio spirituale ed anche materiale dell’Istituto delle Figlie di Maria A. Desidererei dunque che se fin d’ora le relazioni ci furono, ora debbano essere intensificate per il bene del vostro Istituto, che potrà non riflettersi che efficacemente sull’intera missione.

Anche per norma sua, Rev.ma Madre, mi propongo come Superiore Salesiano e quindi come Delegato del Nostro Rettor Maggiore, applicare quanto il Rev.mo Sig. Don Albera di v. m. pubblicò per norma degli Ispettori Salesiani nelle relazioni colle Figlie di M. A. in base al decreto apostolico relativo, che si assomma nelle parole “paterno consiglio prendendosi a cuore il progresso spirituale, morale e scientifico dell’Istituto, e salvaguardarne gli interessi economici con vigilante assistenza”.

Inoltre desidero al più presto fare la visita prescritta (attendo da Lei di sapere quale sia il tempo più opportuno) e inoltre che in qualsiasi questione sia la Direttrice delle Figlie di M.A. che tratta direttamente col Superiore Salesiano.

Per il servizio religioso per ora nulla di mutato.

Quanto alle relazioni coll’Ordinario diocesano saranno di guida le loro Istruzioni. Raccomando a Lei di fare in tempo utile (quando ce ne sono) le segnalazioni o pratiche per l’ammissione al noviziato e alle professioni, ecc.

Non posso non ringraziare le buone Figlie di M.A. dell’aiuto prestato alla nostra povera missione che, riavvalorato dall’esperienza, dallo zelo e dalla carità sempre più ardente, crescerà – ne sono certo – sempre di più per la gloria di Dio e per la salute delle anime.

Benedico con tutto il cuore Lei, le ottime consorelle di Beppu e Miyazaki e le aspiranti.


Don Vincenzo Cimatti, sales.



1084 /Circolare salesiani / 1933-4-1 /


ai Missionari salesiani della Missione Indipendente di Miyazaki


Missione Indipendente di Miyazaki

l aprile 1933

Carissimi,

Alcune comunicazioni urgenti cui vi prego di soddisfare per la parte che vi concerne con cortese sollecitudine. Le domande sono di vario genere ed esigono una risposta che vi prego farmi pervenire al più tardi il 15 c. m.


  1. Il S. Padre desidera che il primo giovedì di Aprile sia ricordato in modo speciale (sotto forma di ora santa) dal popolo cristiano. Se potrete coordinare qualche cosa insieme ai vostri cristiani, sarà certo una cosa ottima. Non potendo vi prego di fare tale commemorazione insieme colla comunità salesiana e giovani delle case nostre (possibilmente dei catechisti, ecc.) ed unirsi in spirito al S. Padre che intende con questo omaggio di iniziare le S. Commemorazioni dei misteri della Passione, Agonia di Gesù nell’orto degli Ulivi.

Pur non essendovi strettamente obbligati facciamo volentieri questo omaggio che dirà una volta di più a Gesù il nostro affetto e la nostra compartecipazione ai suoi dolori. Promovete, ve ne prego, analoghe manifestazioni in occasione degli altri divini misteri di cui in quest’anno ricorre il diciannovesimo centenario.

  1. Dovendo inviare ai Superiori Maggiori una speciale relazione dello stato dei Cooperatori in Giappone vi prego di rispondere all’unito questionario.

  2. La Società delle Nazioni mi invia per il tramite dell’Istituto Internaz. per la Cinematografia educativa l’unito questionario con preghiera di un’accurata risposta. Vi prego di venirmi in aiuto coi dati pratici della vostra esperienza.

Vi ho comunicato il pensiero del tribunale di Miyazaki in relazione ai nostri FILMS, ossia ogni volta che si riproducono anche nella missione occorre il permesso della Polizia.2 Si stanno facendo le pratiche per vedere se e come si può facilitare a tutti tale pratica. Ad ogni modo insisto sempre più fortemente a che si vada sempre d’accordo colle autorità locali di ogni genere. È necessità ed è pure una massima del nostro spirito. Si richiamino tante osservazioni che ci siamo fatte al riguardo negli ultimi esercizi spirituali.

  1. Il giorno 19 Aprile vi è a Tokyo l’annuale adunanza dei Vescovi e Superiori di Missioni. Fra gli argomenti all’ordine del giorno vi è pure quello della BUONA STAMPA. Chi avesse osservazioni per il Giornale Cattolico prego farmele pervenire; così pure chi desiderasse la trattazione di qualche speciale argomento interessante la nostra missione abbia la bontà di espormelo in tempo utile.

  2. Vi sarà quanto prima un rifornimento di cera e di vino da Messa, che viene razionato in base a due bottiglie mensili per sacerdote, più un margine per eventuali ospiti. Raccomando per questo ed analoghe provviste che vi rivolgiate sempre e solo al centro, e che anche per questo vogliate usare conveniente economia.

  3. Si avvicina il tempo per la visita alle case e alla Missione. Desidererei passare una domenica con voi e colla cristianità. Vi prego di indicarmi quale preferite nei mesi di Aprile, Maggio e Giugno per potere in tempo utile stabilire la data.

  4. Il Nostro “Don Bosco” deve trasformarsi pian piano nel Bollettino Salesiano giapponese. Potendo contribuirvi in qualche modo fatelo volentieri nelle forme che credete opportune.

  5. Miei buoni missionari, ottima e santa Pasqua, circondata da tutte le benedizioni possibili. Vogliate fare le mie parti presso i confratelli, giovani, catechisti e cristiani assicurando tutti che non potendo fare altro prego quotidianamente per tutti e singoli.


Le S. Feste rinfranchino noi pure nel sempre maggior esatto adempimento del dovere e nella perfezione della carità.

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

1085 / Superiora Generale F.M.A. / 1933-4-2 /


alla Rev.ma Superiora Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice



Missione Indipendente di Miyazaki, Giappone


Takanabe, 2 aprile 1933

Rev.ma Madre,

Col primo di Aprile le Figlie di Maria A. sono passate definitivamente all’amministrazione e direzione dell’asilo di Miyazaki passato in proprietà dell’Istituto delle Figlie di M. A.

Credo opportuno – trattandosi di questione di proprietà ed iniziandosi in tal modo un nuovo modo di vivere per l’Istituto stesso – di riassumere sommariamente le fasi della questione che così si è venuto definendole sono convinto, per il maggior bene e dell’Istituto e della Missione.

Inizialmente per intesa fra il Rettor Maggiore dei Salesiani e la Madre Generale delle Figlie di M. A. le Figlie di M.A. entrarono in Giappone chiamate dal Superiore della Missione indip. di Miyazaki, coll’intesa orale fra le parti che per la questione del mantenimento il Superiore della Missione avrebbe pensato a tutto, in difficoltà, data la povertà della Missione, le Figlie di M. A. avrebbero cooperato al sostentamento. E così di fatto si fece negli inizi. Un’intesa orale colla Direttrice stabilì il mensile per la comunità delle F.M.A. che intanto si venivano addestrando allo studio della lingua e al lavoro tra le ragazze.

In un secondo tempo, anche per accenni di desideri venuti da Torino si pensò alla convenienza di convenzione, specialmente quando le Figlie di M.A. iniziarono la cura dell’Asilo. E ne furono fatte varie, che approdarono ad esiti molto precari perché da una parte la Missione povera (dovette per vivere domandare aiuto alle F.M.A.) non poteva dare un gran mensile e le necessità delle F.M.A. domandavano più di quello che fosse stato possibile dare. Malintesi e incompatibilità di caratteri portarono poi ad uno stato di cose che il Superiore della Missione credette opportuno fare l’offerta di vendita all’Istituto delle Figlie di M.A. nella persuasione che Esse, libere di attivarsi più secondo le loro tendenze, avrebbero esplicato anche in Giappone quell’opera di attività preziosa che è caratteristica del loro Istituto e anche in Giappone avrebbero riprodotto i miracoli di bene che fanno in tutto il mondo, mentre la Missione sollevata da un gran peso, avrebbe potuto esplicare in altri campi la sua attività.

Si sarebbe così ottenuto un maggior lavoro, una maggior libertà di azione da ambo le parti e tagliati i fili delle relazioni materiali (causa di gran parte dei malintesi), si sarebbe intensificato e tradotto meglio in pratica il sentimento della carità e rispetto affettuoso che è un bisogno del cuore per tutti.

L’avvenire dirà quanto si potrà realizzare di questi sentimenti che mossero a far il passo della cessione, che nelle forme pratiche fu fatta per il tramite dei rispettivi Superiori.

Senza contare le spese di modesto arredamento dell’asilo e casa, impianto acqua, telefono, assicurazioni incendi, cinta e siepe, ecc. le spese furono:

Terreno Yen 15.600

Fabbricato asilo Yen 8.062

Fabbricato casa delle suore Yen 2.368

Siccome non si potè sborsare subito la somma di pagamento per il terreno, si dovettero pagare per circa un anno gli interessi di Yen dieci mila, corrispondenti a Yen 850. Questo per la verità è per indicare i pesi che dovette subire la Missione.

Siccome all’atto di compera del terreno andò in vigore il piano regolatore della città, che da un lato intralciava assai le costruzioni progettate, specie la casa delle F.M.A., perché il municipio non dava il permesso di costruzione finché non avesse deciso la rettificazione delle vie, l’attuale pezzo di terreno su cui sorge l’asilo non comprende tutta la proprietà stessa. Rimane attualmente una striscia su cui sono due case da cui si percepisce un fitto mensile di Yen 10,90 e che è fuori della proprietà stessa. Come pure, siccome per la rettificazione delle vie si dovette cedere una parte del terreno in più di quello fissato dalla legge, è inteso che deve essere compensato con altro terreno, ma la città non ha ancora deciso il quantitativo e neppure il luogo.

Si insiste a che si effettui il trapasso legale della proprietà intestata a F.M.A. indicatemi dalla Direttrice, Superiora delle F.M.A. in Giappone. Il trapasso di coscienza è fatto con dichiarazione del Superiore della Missione alla Superiora, fatta quando pervenne la somma. Per fare il trapasso legale alle persone indicate, non avendo l’Istituto ancora riconoscimento legale, per evitare delle inutili spese che sono rilevanti, ammontando oltre ai mille Yen, la forma più semplice è che l’Istituto delle F.M.A. domandi tale riconoscimento, ottenuto il quale gli attuali proprietari legali faranno un atto di donazione e con pochi Yen di spesa si regolarizza tutto.

Certo le pratiche per avere il riconoscimento legale saranno un po’ lunghe; ma non c’è da temere complicazioni per essere la proprietà momentaneamente a nome dei missionari. Si tratta di fare per la proprietà di Miyazaki quel che finora si è fatto per quella di Beppu.

Non si ha nessuna difficoltà – in caso di assoluta volontà delle proprietarie – di fare il trapasso legale. Essendo però una somma assai forte domando aiuto perché la missione non è assolutamente in grado di fare questo sforzo, che dopo tutto va solo a vantaggio del fisco. Così pure consigliano gli avvocati interpellati in questione.

Ho creduto mio dovere fare la presente relazione per evitare dicerìe per parte di quanti non furono e non sono al corrente della questione – di favolosi guadagni per parte della Missione (le cifre parlano chiaro) ed altre che non farebbero che ledere la carità – e nello stesso tempo per domandare consiglio sulla questione legale del trapasso.

In attesa di una risposta, mentre ringrazio dal più profondo del cuore le Figlie di M.A. per il lavoro che finora fecero alle dipendenze della Missione, mentre mi auguro che le nuove condizioni mettano le Figlie di M.A. ad un attivo lavoro per il bene delle anime, mi propongo pure di fortificare quell’assistenza spirituale che viene sancita dai Canoni e dalle disposizioni dei Superiori salesiani, affinché lo spirito dell’Istituto sia appieno mantenuto e si realizzi sempre più per mezzo suo la gloria di Dio e la salute delle anime.

Chiedendo venia se per la mia inettitudine e incapacità possa essere considerato causa, sia pure involontaria, di quanto ha condotto a questo nuovo stato di cose, e intendendo di addossarmi tutta la responsabilità, perché a me solo è dovuta, dei malintesi che potessero pensarsi dovuti ad altri, assicuro preghiere specialissime per Lei Madre, per tutto il Consiglio e per la prosperità del loro Istituto.

Dev.mo

Don V. Cimatti, sales.

Super. della Missione

1086 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1933-4-5 /


a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone



5 aprile 1933

Rev.ma Madre,

A Lei, alle consorelle, alle aspiranti il grazie cordiale per gli auguri e preghiere. Il Signore sa, vede e rimerita e farà quanto non può e non sa fare Don Cimatti.


  1. Quanto alla questione lavori asilo, quanto si sta facendo è interpretazione di Don Cimatti, non ordini o intese speciali (che non ne ho avuto), salvo quelle che si riferiscono all’intestazione dei beni, che Lei già conosce dalle mie lettere precedenti.

  2. Quanto al trapasso scriverò a Torino – informandomi prima dell’eventuale spesa – che se forte, e oltrepassando a quanto conosco, il migliaio di Yen, mi sembra proprio impossibile per ora sostenere – e francamente non posso fare a meno di avere un aiuto da Torino. Cosa pensino i Superiori, non so, e quindi avremo pazienza tutti, come ne abbiamo avuta tutti finora, fino ad esaurimento della pratica, che dopo tutto è di burocrazia, non di sostanza, e che mi pare non può portare a nessun inconveniente.


A consolazione comune, o meglio a schiarimento di molti che non conoscono le cose, eccole l’elenco generale delle spese.

Il terreno costò Yen 15.600. Si pagò subito Yen 5.600 secondo le disposizioni del contratto. Dei restanti Yen 10.000 si dovevano pagare entro l’anno (ma non si riuscì se non sei mesi dopo), all’interesse di 28 sen al giorno per mille.

Casa Suore Yen 2.368 – Asilo Yen 8.062,34.

Lei pensi agli interessi, al più che modestissimo arredo dell’asilo e casa, telefono, acqua, assicurazione incendi, spese per far sloggiare l’inquilino (si dovette andare per via di tribunale), ecc. e dispiace davvero che ci sia chi ha potuto far credere a Lei, ottima Madre, che si possa parlare di largo margine… Lei sa (perché solo noi due in missione possiamo valutare che cosa significhi “come sa di sale lo pane altrui… e lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale…”, che cosa significhi “dover colla vita…”).

E per incominciare appunto quell’assistenza spirituale che nettamente mi è affidata, abbia la bontà di comunicare alle consorelle e alle aspiranti (come già ho scritto a Madre Carmela, a cui spero fare la visita durante le feste Pasquali) che quest’anno 1933 il S. Padre, indicendo l’anno santo per commemorare i massimi misteri della nostra S. Redenzione, vuole che:

Preghiamo e ci offriamo vittime: per la salvezza delle anime

per la libertà della Chiesa

per la felicità e pace del mondo.

Perciò in questo santo periodo, fino alla festa della SS.ma Trinità unirvi a Gesù che istituisce l’Eucaristia e il Sacerdozio – all’orazione nell’orto – ai vari tormenti della sua passione – alla sua morte – risurrezione ed ascensione – alla discesa dello Spirito Santo – all’istituzione della Chiesa e alla propagazione della fede.

Se può scelga meditazioni adatte o letture e fosse possibile fare un’accademiola commemorativa del grande avvenimento, sarebbe davvero cosa ottima.

Maria Addolorata e noi che fummo fatti partecipi di quanti benefici, passiamo più santamente questo anno santo.

Grazie dunque di cuore specialmente delle preghiere, del telegramma, e avanti nel Signore. Finché saremo a questo mondo ne avremo sempre una…

Ah, in Paradiso come rideremo dei grattacapi della missione di Miyazaki!…

Preghi e faccia pregare pel suo povero:

Don V. Cimatti, sales.

1087 / Ricaldone Pietro / 1933-4-10 /


37.3 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei Salesiani

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Takanabe, 10 aprile 1933

Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Nuovamente buona Pasqua con tutte le benedizioni spirituali e materiali per Lei, per l’anima sua e per la Congregazione. Come a Lei, a tutti gli amatissimi Superiori. Lo scopo della presente è il solito ritorno mensile sulle mie cose.


  1. Salute: optime in omnibus. Comincia il caldo e con esso le solite croci di prurito, ecc. Ma finora nulla di specifico. Ma alle volte i nervi vorrebbero esplodere…

  2. Studio e lavoro. Al solito. Ne ho bisogno in tutti i sensi e certo il tempo vola ed è difficile consolidarsi e negli studi e nel giapponese, che parlo e scrivo da farmi capire, ma non certo bene.

  3. Pratiche di pietà: regolari, come pure la frequenza ai Ss. Sacramenti. Sono la forza. Sto continuando il lavoro particolare sul S. Breviario ma purtroppo in tutte le pratiche sono ancora molto lontano dalla perfezione, pur non venendo mai meno la buona volontà.

  4. Regole e Ss. Voti: regolare. Viene anche regolarizzandosi la calma del corpo. È proprio vero che Don Cimatti invecchiando diventa più sensibile ed eccitabile. Ah, habemus thesaurum in vasis fictilibus! Preghi affinché il Signore mi liberi e mi difenda dalle basse voglie e stupidi desideri.

  5. Relazioni coi confratelli: ottime in tutto. Sento alle volte il peso di lunghe conversazioni con cari confratelli, mentre potrebbero spicciarsi le cose in quattro parole. Penso allora alle udienze di Don Bosco, e dell’attuale Rettor Maggiore. Mi pare di essere “in bonis” con tutti.

  6. Le cose notevoli del mese più che in me sono negli altri, e comincio dal Sud.


Miyakonojo. Bene in omnibus. Don Tanguy si stanca nei viaggi di apostolato pel suo gregge che va aumentando. Sono tranquillo per loro, pur dovendo alle volte i confratelli rimanere o senza Messa o comunione, quando non possono andare a Tano o il prete di Tano non può scendere a Miyakonojo. Oh, quando sarò Papa, permetterò anche ai chierici religiosi missionari di poter fare da sé “in necessitatibus” la s. Comunione. Per me la vedo così naturale! Mah! Non sono ancora Papa.

Tano: non va, non va. Le accludo la lettera che mi scrive il povero Don Cecchetti di cui già le avevo parlato. Non posso indurlo a studiare il giapponese e quindi… Dice che è ammalato, e quindi scoraggiato, non si sa come iniettargli forza fisica e più morale. Lamenta mali di testa continui, ecc. ecc. e insomma, è nelle condizioni indicate in lettera.

Scriverà anche lui. Gli ho scritto che Don Cimatti per principio non inizia pratiche per il ritorno, perché siamo venuti per non ritornare. Ad ogni modo, l’unica soluzione per me è:


  1. o un pronto ritorno – è ammalato e il Giappone col suo clima lo eccita sempre più,

  2. o metterlo tra i chierici italiani allo studentato, togliendolo dal lavoro – ma non credo che ne guadagnerebbe la formazione dei nostri. Lei sa meglio di me gli antecedenti di questo buon confratello… e basta. Francamente sto per la prima soluzione.


Ho ritirato a Tano pure per necessità il povero Maccario, che di tanto in tanto ha dei momenti impossibili di nevrastenia che lo fanno in pratica andare fuori di sé nei modi, nelle parole. Ha scritto anche lui da tempo a Lei.

Amat.mo Sig. Don Ricaldone, cogli ammalati tipo precedenti ci vuole il medico. Per me francamente non so come fare. Si perde un tempo immenso e non si conclude. Sono poi anche ammalati spirituali ed allora, in vita di Missione, è ancor più difficile la cura. Mi suggerisca ed aiuti.

Il Ch. Bernardi che è anche a Tano ha i suoi momenti… E non guadagna certo. Ah, mi dica come devo fare, come devo fare.

Miyazaki: Don Cavoli è stanco, stanco e mi ha domandato un anno di riposo. Carattere forte, nervoso, accresciuto ora dalla stanchezza, rende la vita ai confratelli pesante. Il vero riposo per lui sarebbe l’Italia ove potrebbe fare un po’ di propaganda per le opere della missione.

Quest’anno gli scade il triennio di direttorato, ed è bene cambiarlo da Miyazaki. Se Lei non crede opportuno il riposo in Patria – penserei metterlo confessore al Piccolo Seminario – ma creda, che per guarirlo bene di corpo e di spirito, Torino è il miglior rimedio.

Veda, amat.mo Padre, Don Cavoli, Don Cecchetti, Don Lucioni non furono nostri ab unguibus, e un bagno salesiano specialmente a costoro, lo ritengo una necessità più che per gli altri che sono nati, mi lasci dire, in Congregazione.

Takanabe: nulla di nuovo. Don Lucioni abbastanza calmo e al lavoro, ma… non ha il cuore in missione.

Oita: benino. Attendo la soluzione pel ch. B. di cui scrissi. È ammalato in tutti i sensi: ma prega prega prega. Nuovi giovani operai 5.

Beppu: niente di nuovo.

Nakatsu: temo per la salute di Don Carò. Non sono entrati ancora tutti, ma spero di toccare la decina di nuovi (1 da Tano, 1 da Miyazaki, 1 da Fukuoka, 5 da Nagasaki – di altri sono in corso le pratiche). Non si sa più dove metterli. A settembre spero sarà finita la costruzione del nuovo Seminario.

Eccole le nostre miseriuole. Come vede, non dipendono da cattiveria, ma da malattia, che se curata in fretta, può salvare dei confratelli dalla morte spirituale. Che vuole? Per i nervosi il Giappone è la tomba materiale e più spirituale. Gli altri missionari in pratica danno congedi o per la patria o per altri lidi e climi, e subito. Vari ritornano guariti, vari ritornarono e non si rialzarono più.

Espongo al Padre buono le condizioni dei suoi figli, ma Don Cecchetti, Don Lucioni, Maccario, B. sono purtroppo ammalati in tutti i sensi – si possono trovare dei calmanti, ma cura radicale Don Cimatti non ne trova. Mi venga in aiuto anche in questo. Attendo pure dagli amati Superiori norme per lo studentato teologico – insisto per il personale necessario per il prossimo anno.

Don Margiaria mi scrive proponendomi come piano (e mi sembra che dacché è in ballo, balli) una corsa per la parte di Don Pittini, che non oppone difficoltà e puntare in Italia – dove anche ha da regolare questioni di proprietà. Così potrebbe parlare ai Superiori per il lavoro futuro salesiano in Giappone, fare provviste – e tornare con il personale.

Lei disponga per il bene. Pare che del bene spirituale ne compia e se anche non ne verrà un bene materiale diretto, ha campo a stringere relazioni preziose per l’avvenire.

Al momento non trovo altri argomenti notevoli e quindi non mi resta che buttarmi nelle sue braccia per implorare aiuto, consiglio e preghiere.

Ossequi ai carissimi Superiori e al Segretario e per me e per i miei le sue benedizioni.

Suo aff.mo

Don V. Cimatti

1088 / Hurley / 1933-4-11 /


37.4 a Don Hurley, segretario di S.E. il Delegato Apostolico

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Takanabe, 11 aprile 1933

Rev.mo ed amat.mo Segretario,

Le unisco una pratica per ottenere dall’Opera Apostolica di Parigi degli arredi per il Seminario indigeno.

Alla lettera di domanda bisogna unire anche una parola di raccomandazione. Abbia la bontà di aggiungerla, assicurando che siamo nella necessità (ed è vero) e poi di spedirla.

A giorni spero di ossequiarla a Tokyo.

Colgo l’occasione per augurare buona Pasqua ed assicurare preghiere per parte di tutti.

Con vivo affetto:

Dev.mo

Don V. Cimatt, sales.



1089 / Ricaldone Pietro / 1933-4-15 /


37.5 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Nuove deificazioni di anime…3


Miyazaki, 15 aprile 1933

Amatissimo Padre,

Le nostre notizie mensili le portino il profumo e lo sfolgorio dei fiori primaverili di questa terra benedetta, dove vanno lentamente e faticosamente dissodando e seminando i suoi lontani figli. La primavera ha certo incanti in ogni angolo di questo povero mondo… Non oso fare paragoni, perché il Signore in forme svariatissime ha prodigato la sua sapienza dappertutto, ma certo ha sparso gemme di bellezza inarrivabile in questi paesi. E fra le più belle i fanciulli che indossati i variopinti “kimono” si spargono nei campi, nei boschi, nelle radure, e tra il multiforme sempre variante colore d’ambiente cogliendo fiori, cantano, cinguettano cogli uccelli e con grazia ammirabile danzano. “La primavera è giunta. Dove? Alla montagna, all’abitato, alla pianura. Fioriscono i fiori. Dove? Nella montagna, nell’abitato, nella pianura. Cantano gli uccelli. Dove? Nella montagna, nell’abitato, nella pianura”. E contrasto vivissimo, l’affollarsi specialmente ora alle stazioni ferroviarie delle moltitudini (dico delle moltitudini) al passaggio dei soldati, che partono per la Manciuria o da cui ritornano per il riposo dopo il faticoso periodo di difesa, o da cui ritornano le spoglie mortali dei caduti. In ogni caso sono ondate di gioventù maschile e femminile, di autorità, di genitori, di popolo, e il cuore della nazione, che pulsa fremente vicino al cuore dei partenti, e a cui con grida di giubilo, fra sventolio delle mille e mille bandiere, vuol assicurare la vicinanza di pensiero, di affetto, che serva a lenire la lontananza, a dar forza nella lotta e nella vittoria sempre in cima al pensiero del giapponese. Che cosa passi in quei momenti nell’animo dei soldati non posso dirlo. Mi sono trovato molte volte a queste manifestazioni, perché è sempre ammirata e gradita la presenza e la partecipazione dello straniero e più del missionario che alle volte va a dare l’addio a suoi figliuoli spirituali.

Mi sono trovato varie volte in treno coi soldati. È difficile cogliere attraverso il volto giapponese, e precisare l’intimo pensiero. Generalmente il sorriso inimitabile e l’imperturbabile fisionomia maschera abilmente troppi sentimenti; ma mi sembra di poter dire, che in questi momenti il giovane giapponese esplode nelle manifestazioni comuni a tutti gli uomini, ed il pensiero della separazione produce sui volti e degli spettatori e dei partenti tutta la gamma di espressioni possibili al cuore umano: esplosioni di gioia spontanea, sorrisi repressi, serietà, indifferenza, mestizia, lagrime.

La scena cambia all’arrivo delle ossa dei soldati caduti per la patria. Identica la partecipazione – serietà, raccoglimento, silenzio sepolcrale, impressionante.

Il 27 Aprile si è tenuta a Tokyo una funzione solennissima che assunse l’importanza di un avvenimento nazionale colla deificazione di 1171 anime di soldati, caduti nella lotta attuale colla Cina a Shanghai e in Manciuria. S. M. l’Imperatore in persona volle essere presente alla solenne cerimonia, tenuta nel tempio YASUKUNI e non è mancato nulla di quello che il fastoso cerimoniale di corte e del rito Shintoista può dare per rendere grandioso e indelebile l’avvenimento.

La costruzione del tempio attuale risale al 1869 per onorare i patrioti dell’epoca della Restaurazione, e fu ridotta nella forma attuale nel 1880 e fu chiamato SHOKONSHA (luogo di richiamo delle anime dei morti), Yasukuni jinja (tempio del riposo, della pace nazionale) sotto la diretta amministrazione del governo. L’enorme arco trionfale (torii) è costruito col bronzo di vecchi cannoni. Le anime vi sono rappresentate dai simboli: specchio e la spada. I nomi degli eroi sono scritti su un rotolo d’onore. Dal tempo della Restaurazione a tutt’oggi sono 124.562 gli inscritti, che la nazione continua a rispettare e venerare. Colla funzione di cui parlo si aggiungono 1171 nuovi nomi dei recenti caduti in guerra sui campi di battaglia di Shanghai e Manciuria, decorati per volontà dell’Imperatore di questo nuovo segno di gloria.

Insieme ai nomi di grandi che passarono alla storia del Giappone si notano quelli di umili soldati, di eroine, di vecchi, di fanciulli – nomi cari al popolo giapponese, che i genitori in famiglia, i maestri in scuola fanno conoscere ai fanciulli, le cui gesta vengono narrate sui libri, sui giornali, riprodotte sui films, sceneggiate nei teatri, declamate o cantate in versi e in musica, patrimonio delle tradizioni popolari, che mantengono elevato lo spirito nazionale e che incatenano sempre più il popolo alla casa Imperiale.

Nel concetto giapponese sono questi spiriti che formano una nuova barriera spirituale di difesa per la nazione, che viene così richiamata alle sue origini pure.

Deorum genus – ed è per questo che l’Imperatore è presente a queste manifestazioni e le consacra. Le grandi feste nel tempio sono una in primavera (30 aprile) per ricordare le armate di terra e l’anniversario del ritorno trionfale delle truppe dalla Manciuria. L’altra in autunno (23 ottobre) per commemorare le armate di mare e la guerra Russo-giapponese. In febbraio (17) si fanno nel tempio preghiere speciali per ottenere buoni raccolti, e il 23 nov. si ringraziano gli dei per gli ottenuti benefici annuali, come pure si celebrano in questo tempio le feste dinastiche e civili più importanti nazionali, le dichiarazioni di guerra e di pace sono fatte per messaggio imperiale al tempio. Nell’attuale festa della deificazione delle nuove anime uno speciale cerimoniale ha portato alla costruzione di un temporaneo tempietto alla sinistra del gran tempio, e che contiene il messaggio imperiale. Il giorno prima il capo dei sacerdoti shintoisti, secondo il rito e con speciali preghiere ha invitato gli spiriti a discendere ed entrare in palanchino, che fu poi introdotto nell’edificio.

Mi sono dilungato in questa narrazione, dall’attenta lettura della quale si possono scoprire facilmente elementi di riti, di simboli comuni a tante credenze, perché dà la chiave di gran parte dei contrasti in cui viene a trovarsi il Cattolicismo di fronte allo Shintoismo di Stato. Le scuole cattoliche non partecipando o partecipando a tali manifestazioni disformemente dallo spirito informativo delle medesime, passano una crisi dolorosa, che potrebbe condurle alla morte.

Lo Shintoismo a tutta possa e con tutti i mezzi aggancia tenacemente idee – e le traduce in pratica – per rinsaldare e tener viva la tradizione. Il Cattolicismo non può insegnare diverso dal suo Credo. Il bolscevismo tenta di sovvertire autorità divina ed umana. Pensi, amato Padre, quali possono essere le conseguenze. Noi siamo giocondamente nelle mani di Dio e proseguiamo imperturbabili nel nostro lavoro.

In missione si va felicemente delineando il lavoro di espansione del Regno di Dio. Prosegue l’organizzazione sempre più compatta delle nostre forze cattoliche, di cui presento in saggio il bel gruppo “Circolo giovanile Don Bosco” di Miyazaki. Proprio nel giorno della festa di Don Bosco è giunto per la fondazione di Tokyo il permesso ufficiale delle autorità civili di lavorare in mezzo alla gioventù e al popolo nelle molteplici forme dell’attività salesiana. Non mi resta che augurare “Florete flores et date odorem et frondete in gratiam”.

Oh, buon Padre, ce lo faciliti colle sue preghiere e consigli – e colle preghiere e cooperazione di tutti i buoni.

Suo obblig.mo figlio

Don V. Cimatti, sales.





1090 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1933-4-17 /


37.6 a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone

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Dal treno, 17 aprile 1933

Molto Rev. Madre,

Speravo de visu di rispondere alle sue e alla magnifica lettera delle sue figliuole grandi e piccole, ma non sono riuscito a combinare l’orario, dovendo pel 18 essere a Tokyo per l’adunanza dei Vescovi e per la visita a quella casa. Non posso scrivere bene come voi, ma certo con non minore affetto.

Non Le dico altro: “Grazie. Prego per voi”.

Ho fatto la visita a Miyazaki. Mi pare siano piene di buona volontà. Ho parlato a lungo con Madre Carmela (le altre hanno detto che non avevano nulla di speciale), fatto conferenza alle suore ed aspiranti. La casa mi pare ordinata – idem la chiesa. Per i paramenti ho consigliato in attesa di armadio apposito, mettano in un armadio a muro. I vasi sacri è meglio tengano su in camera. Per il lavoro vedremo come si orientano e di comune accordo vedremo il da farsi.

Punti di intesa:


  1. Mi propongo visita mensile di persona e per iscritto.

  2. Quando vi è qualche bisogno speciale generale o personale nel campo spirituale mi scrivano.


Insomma mi aiutino a fare il mio dovere. A voce concreteremo anche per Beppu.

Se mi verrà personale sufficiente penseremo anche ad un sempre miglior modo di servizio religioso.

Saluti e ringraziamenti a tutte a tutte a tutte.

Suo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.

1091 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1933-4-24 /


37.7 a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone

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Visitatoria S. Francesco Saverio, Giappone


24 aprile 1933

Rev.ma Madre e buone Figlie di Maria A.,

È oggi l’inizio del mese della Madre nostra e vostra e non posso fare a meno di esortarvi a compiere con l’affezione delle figliuole più generose e amanti verso della loro dolcissima e amatissima Madre. Voi sapete che la devozione a Maria A. è il fulcro di tutta l’opera salesiana; affinché sia veramente gradita alla Vergine ed utile per noi occorre:


  1. Sia basata sulla realtà pratica, ossia sull’esatto adempimento del proprio dovere quotidiano e sull’esatta osservanza della regola.

  2. Sul vivere in unione con Maria, parlando con Lei di frequente durante la giornata e domandandosi nelle difficoltà: “Come farebbe la Madonna in questa occasione?”.

  3. Lavorando attivamente per togliere dall’anima quanto possa dispiacere al Signore, ossia il peccato e per noi che tendiamo alla perfezione anche i difetti volontari.


Voglio poi, valendomi della facoltà per le concessioni dell’anno santo, anche come omaggio-regalo per il mese della Madonna, a nome del S. Padre concedervi le facilitazioni che valgano a farvi guadagnare le indulgenze dell’anno santo.

Ringraziamo il Signore di questi benefici che serviranno a fortificare le anime nostre nella grazia.

Le condizioni per lucrare le indulgenze dell’anno santo, valevoli per le religiose, postulanti, aspiranti e per quante convivono nelle due case di Miyazaki e Beppu, sono:


  1. Confessione, comunione con questo intento.

  2. Preghiere per il S. Padre e per i bisogni di S. Madre Chiesa.

  3. Al posto delle visite alle Basiliche di Roma, per quattro Venerdì consecutivi la Via Crucis, oppure per quattro venerdì consecutivi la recita del S. Rosario completo.

Non dimenticate in queste circostanze di pregare anche per la nostra missione.


Nulla di mutato per ciò che si riferisce ai confessori anche in questa circostanza.

Se si desidera il confessore straordinario prego avvisarlo direttamente. Per commutazione o riduzione di opere prescritte rivolgersi al proprio confessore.

Il Signore vi benedica e per l’intercessione della nostra buona Madre Maria A. ci ottenga il perdono dei nostri peccati, e specialmente in quest’anno:

Offriamoci vittime volontarie per la conversione dei peccatori e per la venuta all’ovile di tante pecorelle che non conoscono ancora Gesù, consacrando a Gesù noi, le nostre opere, pensieri ed affetti.

Pregate pure per chi si professa nel Signore

Obbl.mo

Don V. Cimatti, sales. sup. miss.

1092 / Caviglia Alberto / 1933-4-26 /


37.8 a Don Alberto Caviglia, studioso di Don Bosco

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+ 26 aprile 1933

Viva D. Bosco


Amatissimo D. Alberto,

Mi giunge la vostra carità proprio all’inizio del mese di Maria A. nostra, quindi tanto più cara, e quindi eccomi di nuovo debitore impenitente con Lei e con tanti altri cari amici. Il Signore rimeriti tutti come conviene nell’abbondanza della sua carità. Per me non posso che ringraziare e pregare. Caro Don Alberto, grazie a Dio, anche le cose materiali si vanno assestando, e non si vive più nell’ansia continua. Spero in quest’anno di chiudere molti buchi. Il pane e il necessario la Provvidenza a tempo opportuno l’ha sempre inviato, e si è potuto realizzare opere e bene. Spero a settembre sarà compiuto il Seminario indigeno, ed anche questa necessità sarà realizzata. Di questi giorni si inizia un piccolo asilo a Oita… Insomma si va meno male, e non si è nelle secche; e tutto questo grazie a Dio e a tanti amici, suoi ministri di bene fra noi. Scrivo ai generosi offerenti. A Lei, gran Motore, ogni bene con assicurazione che tutte le preghiere del mese di Maggio sono per Lei.

Grazie anche delle sue disposizioni testamentarie in favore della Missione. Quando si è così intesi coi Superiori non vi è nessuna trasgressione. Parla della nostra povertà… Paragonata a quella di tanta miseria che ne circonda è ricchezza. Nihil habentes et omnia possidentes! Amato D. Alberto! anche nella crisi più terribile ci può essere stato la preoccupazione assillante in D. Cimatti del quid manducabimus o meglio di ciò che dare ai confratelli… ma la parola di Gesù non venne mai meno, ed il quaerite primum… ebbe sempre la sua palmare applicazione. Oh, no, no… Gesù non ci ha lasciato mai orfani… Oh, avessimo la fede di cui parla Lui. Creda non si fanno miracoli, solo per questo. Come siamo lontani dalla fede. Per me mi sono bambinescamente buttato in Lui e Lui non è venuto mai meno, mai, mai. Quindi posso dirmi ricco. L’unico mio tormento sarebbe diventarlo nel senso umano. Oh, canti con me l’inno riconoscente alla Provvidenza… Come vorrei avere la parola e la penna di Don Alberto, per farlo meno indegnamente.

Mi perdoni, D. Alberto mio, la digressione, ma era dovere di riconoscenza a Dio ed a Lei che è parte attiva di amministrazione della Provvidenza. Ma la povertà religiosa è in paragone della miseria del povero delle soffitte di Torino e del luridume di certe case giapponesi, ricchezza regale.

Belle le notizie sul nostro Savio e del più nostro D. Bosco, che ieri nell’intimità familiare, abbiamo anche noi onorato. Oh, se si prega per l’arrivo…

Grazie pure delle altre belle notizie sull’anno santo. Quanto ai raggi ultravioletti di P. Vignon… quando non ce n’è, quare conturbas me? Solite fobie inutili… o come dicevamo olim la solita bassa invidia o il voler trovar qualche cosa a dire… tanto per dire… e posare…

Quanto a D. Bosco… ma il Giannetto del Parravicini a Valsalice ci dovrebbe essere, perché lo leggevo ai miei normalisti e l’ebbi tra mano nel compilare le povere lezioni di Pedagogia (trassi da quello quanto ho scritto ad es. a pag. 199 del Vol. III) – Se non fosse a Valsalice dovrebbe essere nella biblioteca dell’oratorio. È un’edizione un po’ vecchia – carta che puzza di muffa – formato dei manuali piccoli di scuola. Non so però dirle se fosse completo… Lei dice bene difficile a riconoscere, perché anche a me venne il dubbio se con quel po’ po’ di roba di cui parla la relazione che ho ricopiato in nota, il libro che avevo in mano fosse proprio il Giannetto o un estratto. – Ma vuole che in biblioteche in Toscana non si trovi? Non potrei affermarlo, ma mi pare di averlo usato in mia gioventù a Faenza. – Creda che nella biblioteca dell’Oratorio ho trovato molto materiale, non passando lo schedario, ma i libri, uno per uno. Vi ho trovato vecchie edizioni ad es. del Sistema metrico… [chissà che non ci sia quella che Lei ricerca… Per me (a quei tempi) pigliavo la scala, e finché non mi veniva la fotta, passavo uno per uno i libretti…].

Auguri perché si realizzi la facoltà teologica… Veda D. Alberto, Lei lo sa che i giovani studenti apprezzano qualsiasi cosa che loro si faccia amare… Anche i miei cari normalisti volevano bene all’agraria pur puzzolente… e noti che portavo in scuola fino il cessino… Lei (non intendo lodare vanamente) ha l’arte di far amare ed apprezzare… Potrei cantarglielo sull’aria del Puccini ( Aria Tosca, atto 1°: Oh come la sai bene l’arte di farti amare…).

Grazie di tutto, D. Alberto. Non tema, Lei non ruba tempo – Non ho mai capito che la povera frase “ho tanto da fare” (per me è la più insulsa… Chi ha da fare davvero non la dice)… possa togliere tempo alle manifestazioni di carità. Le lettere sono le nostre oasi… Poi creda pure che c’entra molta retorica nelle descrizioni della vita missionaria… alle volte troppa… e così si snatura la bellezza armonica della medesima. Può essere la vita più ordinata e laboriosa, come può divenire (purtroppo!) la più pacifica e inattiva, come pure la più strampalata, per gli energumeni e avventurieri. Perdoni! se bambino nella vita missionaria, oso dire così, ma è un pensiero per me chiarissimo, evidente. Il Signore mi aiuti ad eseguire alla lettera i ricordi di D. Bosco ai missionari… ecco l’equilibrio materiale e spirituale vero… e non è solo amor di figlio che mi fa dir così – è verità pratica. Non so che ne pensino i missionari liberi di sé – ma il missionario religioso nella regola trova l’ordine e non le aberrazioni nervose, nevrasteniche del falso apostolato. Basta basta… Ché questo non interessa proprio niente a Lei.

Grazie pure del consiglio per la Riv. Ill. Vaticana. Sono in relazione mensile con la Fides (è anche quello un piccolo cespite annuale). Pensavo che fosse essa che pensasse anche all’Ill. Vatic. che già pubblicò qualche cosa di noi.

Grazie degli auguri contraccambiati da tutte le categorie di amici, di poveri, di suore, di fratelli, a Lei, e per Lei a tutti gli amici di S. Giovanni e a quelli da Lei notati e a tutti gli altri, dall’amato Don Bettini al buon Carlo e Ferrero.

Su tutti le benedizioni di Dio, le preghiere riconoscenti, gli auguri affettuosi con un grosso bacio e abbraccio dal vostro

Aff. D. V. Cimatti, sales.




1093 / Istituto Internazionale Cinematografia / 1933-4-26 /


all’Istituto Internazionale per la Cinematografia presso le Nazioni Unite



Miyazaki, 26 aprile 1933

Ill.mo Sig. Direttore,

In merito alla circolare del 21 febbraio 1933 in relazione al questionario sul valore del Cinematografo fra i popoli aventi diversità di cultura e di mentalità mi onoro di esporre le seguenti considerazioni.

L’esperienza in merito della nostra Missione è assai scarsa, perché da soli sei anni ci occupiamo del lavoro dell’apostolato e da soli quattro anni si usa nelle nostre residenze a scopo di propaganda e di divertimento la piccola Pathe Baby. In mezzo a questo popolo in cui l’arte cinematografica e l’uso del cinematografo su vasta scala in tutti i campi possibili, data la povertà dei mezzi di cui disponiamo come Missionari e la zona a noi affidata da evangelizzare, lontana dai grandi centri non rende possibile un’adeguata risposta al questionario. Ad ogni modo quel poco che è a noi possibile dire sull’argomento, dopo aver sentito il parere dei miei missionari, sottopongo alla benevola considerazione della Signoria V. Ill.ma.

La difficoltà di poter rispondere adeguatamente al questionario dipende anche dal fatto che le missioni in Giappone non possono competere in nessuna maniera coi mezzi di cui dispone lo Stato anche in questo elemento del Cinema che viene usato assai anche a scopo didattico, scientifico e culturale.

Le scuole dello Stato ne sono abbondantemente dotate e nei piccoli villaggi non potendo la scuola avere tutto il necessario, approfitta dei cinema pubblici, cui si conducono a schiere gli alunni per speciali rappresentazioni. La produzione Cinematografica del Giappone è notoria in tutto il mondo, e qui come altrove si constatano gli effetti buoni e deleteri di questo mezzo educativo.

Intendo che le considerazioni seguenti siano semplicemente in base alla piccola esperienza che noi possiamo avere in pochi anni di lavoro e coi poveri elementi di cui disponiamo colle nostre piccole macchine e collo scarso materiale di cui possiamo usufruire, utilizzato per giovani.


  1. In Giappone l’uso del Cinema come elemento di divertimento, di didattica, di scienza, ecc. è usato dappertutto su vasta scala, e nonostante la crisi economica da cui è pervaso anche il Giappone, i Cinematografi sono sempre assiepati.

Vengono usati secondo i diversi ambienti diversi films secondo cioè che si tratta di Cinematografo pubblico o scolastico al riguardo, ma certo i maestri delle scuole proibiscono agli allievi la frequenza dei Cinematografi pubblici e in generale sono ubbiditi. In qualche caso anche le nostre Residenze ne sentirono gli effetti, permettendosi dagli insegnanti la venuta al piccolo Cinema della Missione ai soli cristiani. In altre circostanze i Maestri permisero dopo essersi resi conto dell’entità dei films.

  1. Ed è forse per le considerazioni precedenti, per il fatto cioè che il giovane giapponese sente ancora forte il freno dell’educazione della famiglia e della scuola, che le conseguenze deleterie sull’animo dei giovani pare siano più rare che in Europa. Certo l’animo del giovane e della giovane giapponesi, pure apparentemente refrattario alla estrinsecazione del sentimento, è assai sensibile.

Di sua natura il carattere giapponese è per eccellenza imitatore più che inventivo, e si comprende quindi l’effetto proveniente dalla frequenza al Cinematografo.

  1. Come cinema teatrale rappresenta uno svago assai ricercato. Come mezzo educativo pare non abbia ugual valore perché la scelta dei soggetti e la perfezione artistica generalmente non sono tali che si impongano all’anima dei giovani – e prevale l’opinione che al Cinema si vada per divertirsi, trovare emozioni, ecc. Noi lo adoperiamo in Missione specialmente per attrarre i giovani pagani e metterci in relazione colle famiglie che finiscono coll’accompagnare il giovane al trattenimento. La parte formativa la somministriamo piuttosto colle proiezioni luminose.

  2. Pur non conoscendo in particolare la legislazione politica al riguardo, posso dire che i films più piccoli non si possono proiettare in pubblico, salvo un permesso speciale dell’Autorità centrale (Ministero della P. E.) di Tokyo, valevole per tre anni, o della rispettiva Autorità Provinciale che concede permessi per tre mesi e solo per i films di passaggio. In ogni caso ad ogni singola rappresentazione occorre il permesso della Polizia locale.

  3. Come dissi, facciamo uso del Cinema non solo come mezzo di propaganda religiosa, ma anche culturale-didattica-igienica, ecc. ma i films più appassionati per il nostro piccolo pubblico sono quelli di storia o novellistica locale e quelli comici. Per vero elemento di istruzione preferiamo le diapositive anche data la povertà del materiale cinematografico di cui possiamo disporre. Mi pare si possa concludere che i buoni effetti che il Cinema può apportare all’opera di assistenza e civiltà cristiana sono legati alla ricchezza del materiale di cui si possa disporre, di materiale adatto alla propaganda Missionaria (attualmente molto più abbondante fra le proiezioni luminose) e alla scarsità somma di mezzi finanziari.

  4. I films accennati al quesito sesto sarebbero tutti desideratissimi e utilissimi se eseguiti seriamente e con perfezione tecnica a cui sono assai abituati i Giapponesi.

  5. L’unico provvedimento è venire in forte aiuto ai poveri missionari. Quanto meglio e più abbondantemente si potrà provvedere della generosità dei benefattori proporzionalmente si potrà effettuare un proficuo lavoro.

8-9. Non ho elementi alla mano per rispondere se sono esatti i film colonie-orientali, e come sono valutati dagli indigeni.

  1. Gli orientali spesso non comprendono il mondo occidentale e viceversa. Tuttavia se si presenta loro una moralità o una civiltà di ispirazione cristiana o soggetti religiosi in generale ne sono compresi e vi prendono parte. In alcuni casi specialmente quando si tratta di azioni truci o di messa in burla di ceti di persone che essi rispettano rimangono sorpresi o sgradevolmente impressionati.

  2. Si ritiene che se il materiale di proiezione è ben scelto si possono ottenere gli auspicati benefici effetti. La situazione in Giappone è sotto questo punto di vista assai delicata e conviene essere delicatissimi in quanto possa ledere o far ombra anche minima alla sensibilissima suscettibilità nazionale.


Mi sembra di aver risposto ai quesiti nelle forme che mi erano possibili, data la nostra poca esperienza in materia e date le condizioni di ambiente in cui ci troviamo e dei mezzi di cui disponiamo.

La zona a noi affidata (con popolazione di circa due milioni di abitanti) è assai povera, in disagiate condizioni di vie di comunicazione e di livello intellettuale e sociale molto mediocre.

La Missione è ancora ai suoi primi inizi, ma fin dal principio si cercò di usare del mezzo delle proiezioni luminose e del Cinema come mezzo di propaganda ottenendone buoni risultati che nei loro dati generali mi onoro di presentare alla Signoria V. Ill.ma.

Raccomandando questa Missione alla S. V. mi professo della S. V. Ill.ma

Obbl.mo

Don Vincenzo Cimatti

1094 / Ricaldone Pietro / 1933-4-… /


37.9 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Visitatoria S. Francesco S., Giappone

Miyazaki, Aprile 1933

M. R. Sig. Don Ricaldone,

In ossequio al prescritto dell’articolo 13 dei regolamenti mi onoro di inviarle la prescritta relazione particolareggiata sullo sviluppo della Pia Unione in questa Visitatoria.


  1. Le condizioni di iniziale sviluppo della Missione non permisero finora di dare alla Associazione se non lo sviluppo compossibile coll’apostolato missionario. Ma fin dagli inizi si cercò di fare contemporaneamente conoscere l’Opera nostra mediante un modesto foglio “Don Bosco” che potrà a tempo opportuno, come lo fa già modestamente ora, diventare il vero organo della cooperazione salesiana in Giappone. Si tradussero pure in giapponese tutte le pubblicazioni di schietto spirito salesiano (Vita del Beato Don Bosco; Sistema educativo di Don Bosco, Savio Domenico, Michele Magone, Mamma Margherita, Mazzarello, gli statuti delle nostre devozioni, Commenti al sistema preventivo, ecc.) ed anche lo statuto della pia Unione, ed è in questa maniera che poco a poco si potè fare qualche cosa anche in questo campo.

L’apertura della fondazione di Tokyo aprirà vasto campo all’organizzazione dell’Opera. Le letture Cattoliche in giapponese vanno pure diffondendosi.

  1. In tutte le case della Visitatoria vi è l’ufficio e l’incaricato della Pia Unione nella persona dei rispettivi Direttori e Visitatore, ed è presso di loro l’elenco prescritto.

  2. Invio a parte le liste corrette ed aggiornate per i singoli Bollettini in lingua straniera.

  3. Siccome però la gran maggioranza dei nostri giapponesi non conosce la lingua straniera, così per ora si supplisce con il nostro “Don Bosco” che, e nell’articolo di fondo e negli altri, si ispira al Bollettino Salesiano italiano. Se ne stampano 1500 copie mensili, ma già si sente il bisogno di aumentarne la tiratura.

  4. Rinnovo la proposta che siano inviati diplomi in bianco perché così possiamo stampare in giapponese la relativa scritta, diversamente non sarebbero compresi.

  5. Computando le nostre famiglie cristiane che in massima vi appartengono e quelli che ricevono il Bollettino in lingue straniere, mi pare si può stabilire la cifra globale di trecento che in parte sono iscritti regolarmente o potrebbero essere inscritti alla Pia Unione.


Le sarò profondamente riconoscente se vorrà suggerirci qualche mezzo per far sempre più prosperare la pia Unione. Occorre certo andare con un certo ritegno per non ledere inutili suscettibilità presso le diocesi o altre missioni, ma il numero consolante di quelli che leggono il Bollettino, alcuni Gruppi di azione che si sono costituiti ed altri in costruzione, le Conferenze prescritte che già si tengono più sotto forma di conversazione che di discorso, e l’accoglienza che fu fatta ai Salesiani al loro entrare in Tokyo, sono tutti elementi che permettono di guardare con fiducia all’avvenire dell’Opera.

Voglia benedire anche questa importante attività dei suoi figli e mi creda per tutti:

Aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

1095 /Circolare salesiani / 1933-5-1 /


ai Salesiani della Missione Indipendente di Miyazaki


Missione Indipendente di Miyazaki

1 maggio 1933

Carissimi,

Salutiamo con gioia il mese di Maggio consacrato in modo speciale alla nostra buona Madre Maria. Sono sicuro che non avete bisogno delle mie povere esortazioni per eccitarvi a compierlo e farlo compiere nel miglior modo possibile, tanto più in quest’anno santo in cui per volere del S. Padre dobbiamo ricordare in modo speciale i misteri della vita di Gesù Benedetto, nei quali ha tanta partecipazione Maria SS.ma. Vorrei completare il mio pensiero in questo ricordo: “Passiamo questo mese come l’avrebbe passato il nostro Don Bosco. Onoriamo e facciamo onorare Maria SS.ma con quella effusione di zelo con cui l’avrebbe onorata e fatta onorare Don Bosco”. Oso fare alcune raccomandazioni:

  1. È l’occasione buona per far conoscere l’associazione dei Devoti di Maria A. e fare ricevere molte iscrizioni, da tenersi in apposito registro.

  2. Come pure di fare la distribuzione di medaglie, immagini, ecc. di Maria A. e di far conoscere la novena suggerita dal nostro Don Bosco.

  3. Fate largo uso della benedizione di Maria Ausiliatrice.

  4. Dove fossero sorte Associazioni e Circoli col nome di Maria è propizia occasione per animarli o fondarli dove se ne vedesse la possibilità.


Come pure sono in questo mese le feste centenarie della fondazione delle Conferenze di San Vincenzo. Come sarebbe bello che in ogni nostra residenza vi fosse un piccolo gruppo maschile e femminile iniziatore di queste conferenze che ci attirerebbero tante benedizioni spirituali e materiali sulle nostre opere e sul nostro apostolato. Quanto ne godrebbe l’animo del S. Padre, e quanto bene realizzerebbe!

Vi suggerii al principio dell’anno di rivolgere il massimo lavoro apostolico in favore dei pagani. Vedo con vera soddisfazione che il Signore benedice il lavoro di tutti. Ne sono manifestazioni: l’Ospizio, le varie scuole serali, il nuovo Asilo Nord di Miyazaki (con la fondazione di varie associazioni di studi). Desidererei che aggiungeste alla magnifica corona di gemme che attorniano Gesù anche la gemma fulgidissima della carità. Studiatene le possibilità, basta che riusciate a trovare due o tre persone di buona volontà, e non è difficile fondare la Conferenza.

Don Bosco nel giorno della sua festa ci ha portato come regalo il riconoscimento per la nostra fondazione di Tokyo. L’ultimo censimento dà alla zona a noi affidata una popolazione di 450.000 abitanti, e colla concessa autorizzazione si può incominciare a fare un lavoro effettivo, vivamente atteso dalle autorità religiose e civili, che cercheremo di coadiuvare fraternamente colle nostre più vive preghiere.

Ah, che bell’omaggio sarebbe presentare a Don Bosco nell’anno preparatorio della sua canonizzazione uno stuolo immenso di anime giovanili e più specialmente di convertiti. Sono sicuro che se pregheremo e se ognuno farà il suo dovere, il Signore ci concederà anche questa consolazione.

Il Seminario ha raggiunto la bella cifra di 26 e la scuola di Oita l6. La ristrettezza dei locali non comporta altri numeri.

Grazie dunque di cuore al Signore e a voi, miei buoni missionari, che portate il “pondus diei et aestus”. Il Signore vi benedica e conceda a noi tutti di cooperare efficacemente alla sua gloria e alla salvezza delle anime.

Prego infine riempire al più presto gli acclusi formulari, e sarà bene che ogni casa mi invii al più presto il materiale necessario per la sua casa, onde far fare per tempo le provviste a Torino, che saranno portate dalla spedizione di quest’anno.

Pregate per il

Vostro aff.mo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.

1096 / Ricaldone Pietro / 1933-5-6 /


37.10 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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6 maggio 1933

Amat.mo Sig. Don Ricaldone, buon Padre nostro,

Ho scelto il giorno di S. Giovanni! Ah, che il Signore conceda a Don Cimatti e ai suoi l’amore dell’apostolo prediletto a Gesù, a Maria: alla s. purità e carità, e, se ne fossimo degni, il martirio. Un po’ di rendiconto.

Salute: optime in tutto e Deo gratias.

Studio e lavoro: mi pare di attendervi. Non riesco a fare bene tutto quello che vorrei e come vorrei. Mi pare che la buona volontà non sia mai data giù. Certo ho bisogno di maggior sforzo nell’adempimento dei miei doveri di studio, ecc.

Pietà: regolare. Continuo la cura di perfezionare le azioni ordinarie. Lotto ancora per il s. Breviario. Il resto benino.

Frequenza ai Sacramenti regolare.

Ss. Voti e Regole: nulla di speciale. Al solito ho bisogno di frenare il cuore. Estremamente sensibile mi basta pensare a persone con cui sono in relazione perché l’essere mio ne sia totalmente preso. Mi sono buttato in Lui, sotto il manto di Maria e sotto l’efficace protezione di Don Bosco, et ideo non sum confusum in vase fictile. Mi aiuti Maria SS.ma pel suo mese.

Carità in omnibus et cum omnibus. Inconvenienti: in questi due mesi sto facendo la visita canonica e salesiana, più calma (pur ogni mese, salvo che fino a Tokyo, facendo una scorreria per le case). Da quello che mi consta mi pare si sia a posto da tutti. Il più… è il sottoscritto.

Mi aiuti colle sue preghiere e consigli attesissimi e desideratissimi.

Rendiconto dei confratelli. Accenno alle cose principali.

Nakatsu: il Seminario è giunto a 26 candidati (altri aspiranti sono nelle case – 1 a Miyakonojo, 1 a Tano – 1 a Miyazaki – 2 a Takanabe – 1 a Oita – due a Beppu). Vari dalle case ed altri mandati dalla Provvidenza.

I confratelli al lavoro. Ho mandato Maccario con Don Tanguy e al suo posto ho messo Fogliani. I due ch. Zanarini e Arri leggerini, ma lavorano. I preti bene. Casa piena, alla salesiana, un ambiente che serve a molte cose. Ad agosto trasbordo in zona di Miyazaki e allora lascerei Don Dumeez con un chierico e coadiutore all’apostolato in questa zona importantissima. Si è in ottima armonia coi vicini Padri delle Missioni Estere. Userei Nakatsu o come aspirantato preparatorio al Seminario o per i figli di Maria.

Beppu: ben avviato il lavoro. Attendo i pensieri dei Superiori per la destinazione dell’opera.

Per le Suore (se come pare ad Agosto avranno le prime vestizioni) nel prossimo anno avessi un prete che potesse aiutarle un po’ nello spirito; ora tutti i giorni vanno e vengono alla missione. Se non arriverà nessuno, che sia prudente incaricare Don Cecchetti?

Oita: mi pare benino. Bisognerebbe decidere se convenga trasportare a Tokyo. Veda anche Lei di insistere a che Margiaria torni presto. Forse avrà sottoposto a Lei un altro progetto che allungherebbe troppo la cosa. Avevo proposto, come massimo, salvo l’approvazione dei Superiori, che passando per l’Ispettoria del Nord – dovendo aggiustare questioni di famiglia – eventualmente scendesse in Italia e accompagnasse (spero) la numerosa spedizione di quest’anno. Se no, ormai è al termine delle sue missioni, ed è meglio torni.

Gli allievi sono 16 e non si sa dove metterli. Si è aperto l’asilo della Missione con l’autorizzazione dell’autorità con 35 allievi, perché non si sa dove metterli. I Superiori devono ancora decidere che intendano di fare per il terreno dato dal Sig. Don Torquinst e su cui sorge la tipografia, ecc.

Takanabe: bisognerà pensare ai nostri chierici. È ormai assodato che il proprietario della casa non vende: bisognerà dunque presto o tardi per le ragioni altre volte esposte sloggiare. Dove mettere la sede della futura Ispettoria, Tokyo? È per ora lontano. Oita potrebbe essere più centrale, come via di comunicazione.

Don Lucioni abbastanza calmo. Lavora bene nell’apostolato, ed il Signore benedice i suoi sforzi.

Miyazaki: si sta lavando la vecchia casa rabberciandola dai guasti dell’ultimo terremoto. In genere i confratelli sentono il peso del nervosismo di Don Cavoli (di cui accludo domanda). Non manca il lavoro.

Le suore con il primo Aprile presero la gestione dell’Asilo. Mi pare siano soddisfatte: mi sforzo di aiutarle in tutto. Quello che si potè fare di fronte a Dio mi pare si sia fatto. Può essere che ci siano stati sbagli per parte nostra (il massimo sbaglio è Don Cimatti) – si può pensare a qualche intemperanza di modo da parte di Don Antonio (ma non si è riuscito a combinare efficacemente neppur a Beppu con Don Pedro), devo ben sostenere i sacerdoti. Sono convinto che le suore faranno miracoli di bene, ed è per questo che non mi pento di averle chiamate. Mi sono pentito di averle chiamate a conto della missione che non poteva rispondere materialmente delle loro esigenze per la vita. Grazie a Dio anche questo è tolto e spero che la pace che ora c’è continuerà. La questione della diplomazia delle lettere fu voluta dalle suore, e fui obbligato a mettere nero sul bianco, perché mi si cambiavano le carte in mano. Tutta la questione in breve fu qui: “Le suore avrebbero voluto avere casa e mezzi come volevano – avrebbero voluto sapere il giapponese senza studiarlo troppo – avrebbero voluto un prete che piacesse a loro e che non dicesse troppe verità, ecc.”. Don Cimatti potè dar loro quello che poteva – per far asilo e casa (accordato con loro pel disegno, e poi accusato di aver cambiato tutto), si è indebitato e Lei sa che siamo passati per ignem et aquari – hanno voluto le convenzioni ecc… Oh, buon Padre, sa Don Cimatti e sa il Signore quanto si è sofferto. Fiat voluntas Dei. Ho subito umiliazioni fortissime – la più forte di essere Superiore – ma se può mettere un superlativo più forte lo metta in questa questione. E pace anche di questa che ormai è finita. E sia benedetto Gesù.

Tano: nulla di speciale. Don Cecchetti staffilato un po’ per diritto e un po’ per traverso dal sottoscritto, si è calmato. Ma se non studia – certo è ammalato – non conclude. Don Bernardi debole di salute…

Ed ora, amatissimo Padre, un piccolo sfogo. Può essere che dalle relazioni di Don Cimatti sia apparso che incolpo i Superiori del noviziato-studentato di non aver visto, ecc. ecc. Certo questa non fu la mia intenzione, e domando scusa dell’involontario male. Sono ormai 37 anni di Congregazione e sono vissuto quasi sempre nell’ambiente formativo. Sono enormi le difficoltà per conoscere gli individui, e non ho mai osato pronunciare un giudizio senza tremare, e continuo ora. Se qualche parola un po’ forte potesse essere uscita, l’intenzione per me è di mettere a giorno e in chiaro storicamente quanto mi sembra di vedere. Abbia la bontà di pensare così, amato Padre, e solo così. Oh, mi sta troppo presente, e lo predico “nolite judicare et non judicabimini”. Perdono dunque se involontariamente ho potuto aver l’aria di voler fare osservazioni ai Superiori o ai maestri di novizi, ecc. Per la teologia fermo stabilito come norma Hong Kong? Tokyo ha certo molte difficoltà. Nel caso farò come mi dice… Mi aiuti col consiglio e colla preghiera e mi ottenga da Maria A. la santità.

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


1097 / Grigoletto Giuseppe / 1933-5-10 /


37.11 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice

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Takanabe, 10 maggio 1933

Carissimo,


    1. Rispondo alle tue e prima di tutto un grazie per l’abbondante messe spirituale dei tuoi allievi cui invio un ricordino… affinché preghino. Ne sento gli effetti perché il Signore ci benedice davvero.

    2. Sta’ tranquillo per l’assegno dell’Avv. Fontana. Certo ho scritto e a te e a Lui.

    3. Grazie pure dell’Occhio di Falco che ho suonato e ammirato. Vedo pubblicato (e non mi dissero nulla) in Rivista dei giovani la stampa del Refugium.4 Spero che Trento ne prenderà una copia.


[Manca una pagina del manoscritto… ].


Oh, quanto abbiamo da imparare da queste sante persone.

  1. La pittrice (non so perché) stavolta si fa tanto aspettare… Ti arriveranno quando arriveranno e farai tu quel che credi.


E per oggi basta, caro Giuseppe. Il lavoro aumenta.

A Tokyo sono 450.000 anime affidate a noi; proprio il giorno di Don Bosco è giunta l’approvazione delle autorità civili, a lavorare.

Il Seminario (26 allievi) a settembre è trasbordato nella nuova costruzione che si inizia a giorni a Miyazaki (non ci si sta più in casa). Oita 16 allievi. Ospizio pieno. La propaganda ovunque buona e consolata da Battesimi… Oh, come ci vuol bene il Signore! Ah, fossimo santi e avessimo fede! Oh, Giuseppe, grazie di quello che fai, che è più efficace il tuo che il mio povero lavoro.

Dio ti rimeriti!

Tuo

Don V. Cimatti, sales.


P.S. - Saluta tutti gli amatissimi superiori e un baso al santo Don Rigoni.

1098 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1933-5-12 /


a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone



12 maggio 1933

Rev.ma Madre,

Niente paura per l’Aspirantato: il Signore manderà i mezzi.

Pel disegno scrivo oggi a Mons. Breton di Fukuoka per vedere se ha un uomo che possa fare secondo le nostre povere esigenze.

Se non si trova, l’unica è rivolgersi al Municipio – però le idee bisogna che le dia Lei. Alle volte vi sono impresari che si incaricano anche del disegno.

Penso che il più importante per voi è insieme all’utilizzazione, la solidità, data la posizione del terreno e specialmente attendere al regime acqueo.

Non tema di disturbare. Mi dispiacerebbe anzi assai se le figliuole non avessero confidenza con Don Cimatti – che vuole e deve esservi padre. Mi aiuti Lei a darmene l’occasione e avanti nel nome di Dio e di Maria Ausiliatrice.

Oh, con tutta l’effusione del cuore vi benedico. Nel Signore

Suo

Don V. Cimatti

1099 / Ricaldone Pietro / 1933-5-15 /


37.12 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Takanabe, 15 maggio 1933

M. R. ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

È l’inizio della novena della Mamma nostra, affido a Lei, Ausiliatrice nostra, varie questioni importanti.


  1. La relazione sullo sviluppo dell’opera dei cooperatori nella nostra Visitatoria.

  2. Questione di Osaka: avendo inviato telegramma, che forse sarà sibillino, non ricevendo risposta ed urgendo darne una a quelli che si occupano della questione, sulla base di norme precedenti datemi da Lei, interrogato il Consiglio risposi domandando varie cose, così si guadagna tempo e si chiarisce la questione.

Stato della questione: si impegnano di dare il terreno e in località cui il Vescovo ha già dato il consenso di apertura di casa, se noi promettiamo la scuola.

In un primo tempo speravamo far tutto – non è escluso che aiutino in seguito – ma data la crisi, assicurano solo il terreno. Mie domande:


  1. A che condizioni? Chi sarà il padrone del terreno?

  2. Lasso di almeno 5 anni per le opportune preparazioni e al più presto si può iniziare.

  1. Quali specie di scuole? Come prima? Cioè studentato (che darebbe modo di radunare personale di varie nazionalità), scuole di lingue straniere (a Osaka ce n’è urgente bisogno), scuola professionale?

  2. C’è speranza di essere aiutati dai benefattori della città, ecc. anche per la costruzione degli edifici, e fino a quale punto?

  3. Trasmissione da parte mia delle varie proposte e condizioni ai Superiori di Torino, cui spetta decidere.


Se lasciamo perdere l’occasione, certo ci perdiamo assai; d’altra parte però bisogna assolutamente che Torino parli chiaro e a tempo opportuno, aiuti col personale e coi mezzi, in caso diverso, è meglio soprassedere. Non so però se tornerà l’occasione propizia. In attesa dunque di risposta affermativa prego di cuore il Signore e Maria SS.ma A. Penso che anche qui, come a Tokyo, il primo passo è di mettere piede a terra. L’occasione c’è, non perdiamola.

  1. Comprendo chiarissimo il suo pensiero, amatissimo Sig. Don Ricaldone, sulla vita di comunità in missione. Può essere che mi sia spiegato. Il fatto è che le nostre comunità, pur piccole, ci sono per tutte le residenze e non vi è nessun confratello isolato – e mi consta de visu che lo spirito di vita comune e di osservanza c’è in tutte.

  2. A Beppu e a Tano dove c’era stata qualche dicerìa, ora è calma perfetta, e specialmente a Beppu, buon lavoro. Si cerca di applicare alla lettera per quanto si può i ricordi di Don Bosco ai missionari.

  3. Per i progetti stia tranquillo, non si fa il passo più lungo della gamba – d’altra parte Lei sa che fare i progetti non è eseguirli. Sono contento che i Superiori sappiano che Don Cimatti non sa dire di no a nessuno… quando sono cose che si possono fare e che non sono disformi dallo spirito delle nostre Regole.

Senta, amatissimo Sig. Don Ricaldone, sono ormai 7 anni che si lavora qua. All’inizio si fece un programma minimo, concordato poi con Lei (basta vedere i verbali, ecc.) che si assomma in breve così: “Dal punto di vista missionario: cura dei cristiani – ricerca dei dispersi – cura degli erranti – cura dei pagani – erezione di residenze là dove ci sono cristiani e possibilmente e prima nei capoluoghi di circondario. Orientare l’apostolato secondo le direttive di Don Bosco – lavorare per le vocazioni indigene – chiamare le Figlie di Maria A.”.

Ho coscienza che ogni missionario ha fatto del suo meglio perché i primi quattro punti fossero eseguiti (sa il Signore quanto ci costi e ci costa!). Al quinto punto i nomi di Nakatsu, Beppu, Oita, Takanabe, Miyazaki e Miyakonojo corrispondono allo scopo. Tano si trovò in condizioni speciali: è un villaggio pressoché tutto cristiano, formatosi alcuni anni or sono per il dissodamento del terreno – ed è grazie ai Salesiani.

Ed ora appena ho il personale – ho già pronto (perché ho preparato o si sta ora alla lontana preparando il lavoro) una diecina di posti – in cui già domani una comunità salesiana troverebbe lavoro abbondante. Vi è chi lavora in residenza, vi è chi sta dissodando, facendo scorrerie, le conferenze, la musica e la stampa infrangono zolle… Ed ecco… che forse si parla troppo di progetti e non si pensa che sono preparati da anni. Deo gratias.

Al sesto punto: ogni residenza ha il lavoro tra i giovani – quotidiano e a sera.

Al settimo punto: c’è il Seminario. Non mi ci stanno più. La S. Sede mi dà i soldi per costruirlo. Lei, amatissimo Sig. Don Ricaldone, direbbe di no? Sono sei anni che ho tribolato per averlo. Grazie anche ad un lavoro non indifferente di uno che penso Lei conosca, che si chiama Don Pietro Ricaldone; ora l’ho ottenuto. Dunque?

All’ottavo punto le Figlie di Maria A. ci sono e faranno del bene. Per far loro l’asilo la Missione soffrì assai finanziariamente – parentesi dolorosa della crisi – questione ora risolta colla cessione; ed io contentissimo che se saranno Figlie di Maria A. di Don Bosco faranno un bene immenso, specialmente quando potranno estendersi fuori della missione.

Per me non vedo che la realizzazione del programma stabilito. Dio volesse che Don Cimatti avesse potuto fare il doppio… Ah, questo brucia, che il Giappone in 70 anni è salito fra le potenze e non così il povero Gesù, il crocifisso Gesù. Oh, come vorrei parlare cuore a cuore con quanti vedono moltiplicarsi i progetti in Giappone… che non so dove siano, diversi da questi concordati, noti come programma minimo e dir loro: “Pregate, cari, pregate per noi!”. Se stiamo alle direttive dei Superiori perché devono nascere i guai? Può essere si pensi all’Ospizio? Sì, sono a tutt’oggi 38 le bocche da mantenere, ma la Provvidenza ci pensa.

A Oita ho autorizzato a titolo di prova un asilo d’infanzia. L’autorità me lo approva per 35 allievi (è una cameretta) e ce ne sono 40. Ma che devo fare se vengono… e domandano di venirci? Bisogna che rifacciamo la gioventù – non c’è altra via… Almeno per un lavoro proficuo Don Cimatti non ne sa trovare altro, ecco perché ci siamo buttati a corpo morto tra i giovani.

Dal punto di vista salesiano:


  1. Far conoscere il nostro spirito

  2. cura delle vocazioni

  3. scuole professionali.


Al primo: mi pare che non si lasciò intentato nulla. Vita di Don Bosco, sistema educativo – biografie di giovani – letture cattoliche – associazioni dei devoti – Cooperatori – Opera del S. Cuore, un modesto bollettino salesiano… Sono note in missione e fuori.

Al secondo: Nakatsu e qua e là nelle case vi sono aspiranti. Si potrebbe già fare il noviziato.

Al terzo: la piccola tipografia-scuola di Oita.

Amatissimo Sig. Don Ricaldone, non autodifese, che non c’è bisogno – è per illuminare semplicemente. Del resto chi ha prodotto questo è il Signore e la carità dei Superiori e dei buoni: lo riconosciamo tutti.

Andavo frugando nella testa quali altri progetti ci possono essere? Tokyo? Osaka? Ma è così naturale: sono cose che verranno da sé.

Oh, quanta poca fede in Maria Ausiliatrice e Don Bosco regna, purtroppo, anche in Don Cimatti!

Scusi la lunga digressione che per l’onore dei miei confratelli dovevo pur manifestare al Padre nostro.

  1. Ed ora voglio essere dei primi ad augurare per me e per i singoli miei ottimo e santo onomastico colle solite assicurazioni.


Lei lo sa, Don Cimatti ha bisogno di aiuto, di compatimento, di consiglio e ha soprattutto bisogno di farsi santo.

Oh, mi preme questo più dei molteplici progetti di cui si parla. Ed ho bisogno di santificare, lui che non è santo, tanti bravi confratelli, che se sono come sono è perché sono ammalati.

Prego cotidie Gesù che accumuli su me tutto, eccetto il peccato, ma salvo le tribolazioni della carne, senza mio merito, sto bene.

Dovere dunque di lavorare. Preghi preghi preghi per l’anima mia.

Sarà sul punto di decidere per il personale. Per quest’anno ho solo bisogno di pensare a trasportare il Seminario a Miyazaki, quindi Nakatsu rimarrà casa di Missione o per aspiranti, figli di Maria.

Per il resto nihil novi. Se saremo in pochi cercheremo di raggruppare. Pensi poi che:


    1. Nello studentato non rimane più nessuno. Se sarà pronto per il latino, inizierà la filosofia un aspirante giapponese.

    2. Vari incominceranno la teologia a Hong Kong, e quindi qualche casa impigrirà assai.

    3. Tokyo ha bisogno di aiuto. Sa con 200 e più quotidianamente…

    4. Ho bisogno di mantenere e rafforzare le posizioni, e tutte le posizioni.


Supplico dunque, aiuto, grande aiuto, pronto aiuto.

Mi benedica con tutta l’effusione paterna.

Come figlio

Don V. Cimatti, sales.



OSSERVAZIONI GENERALI5


              1. Si cerca di lavorare col nostro spirito anche per la gioventù. Ne sono massime manifestazioni: Miyazaki: ospizio (inizio orfanotrofio – ne ho vari anche in famiglie cristiane)… In ogni residenza ed anche qua e là: Oratori quotidiani, festivi, occasionali di cui il più fiorente è a Tokyo. Ma ogni domenica alla rappresentazione sono sempre centinaia (media trecento) che in ogni residenza si radunano e sentono la buona parola. Penso che forse nessuno di costoro si convertirà, ma non può essere lavoro infruttuoso. Oh, insomma nel nostro piccolo, sono 2500 – 3000 giovani che tutte le domeniche sentono la buona parola… Possibile che tutto cada invano? Per me ho fede in Don Bosco… e nella teoria agricola dei semi duri… Lei sa, germoglieranno. La nostra parola d’ordine è “seminiamo, seminiamo… qualche cosa resterà”.

              2. Difficoltà: siamo poveri… Meglio così. Guai quando saremo disformi dallo spirito di Don Bosco – ma Gesù è fedele… Finché siamo poveri non temo nulla, perché Gesù darà tutto. Siamo stranieri. È il più grave ostacolo, creda, è il più umiliante, specie in questi momenti. Si cammina sui rasoi. Valutazione del Cattolicesimo come contrario all’impero. Grave assai e al momento delicatissimo (L’Università cattolica e i Marianisti sono in aria per questo). Lingua, mancanza di catechisti, i nostri cristiani di condizione bassa, ecc. ecc. Ma Gesù, l’Ausiliatrice sono con noi.



1100 /Circolare Salesiani / 1933-5-15 /


37.13 ai Salesiani e Missionari della Visitatoria S. F. Saverio

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Visitatoria S. Francesco Saverio-Giappone

Miyazaki, 15 maggio 1933

Carissimi,

È il primo giorno della novena in preparazione della festa di Maria A. che sono sicuro che solennizzerete con affetto di figli. Desidererei che dirigeste e faceste con opportuna conferenza dirigere il pensiero e il cuore dei Confratelli a queste intenzioni che ho affidato alla Madonna per la loro completa realizzazione, cioè:


    1. Ci aiuti Maria A. a mantenerci tutti nella Vocazione a cui siamo stati chiamati. Vocazione salesiana e missionaria; ci ottenga la perfezione sulla base del fiducioso abbandono nella Provvidenza unito alla massima nostra attività; e finalmente che si realizzi in noi e nelle nostre opere sempre e solo e in tutto la Santa Volontà di Dio.


Ed ora un argomento su cui richiamo la Vostra attenzione e in cui è richiesto il vostro parere personale unito a quello dei sacerdoti che sono con voi nelle residenze. I Superiori sono disposti a concedere la dispensa di un anno di tirocinio per quelli che noi riteniamo meritevoli di tale dispensa, per poter così iniziare lo studio della Teologia. In attesa della costituzione regolare dello Studentato Teologico in Giappone, che è nell’intenzione dei Superiori di costituire il più presto possibile, abbiamo l’autorizzazione di usufruire dello Studentato di Hong Kong, a cui dunque sarebbero fin da quest’anno inviati i chierici che devono iniziare lo studio della Teologia.

Criteri di massima importanza per ottenere la dispensa possono essere:


  1. La formazione spirituale e mentale del chierico, tale da dare morale affidamento di riuscita, tanto nella vita religiosa che missionaria.

  2. Vocazioni tardive bisognose di maggior prontezza.

  3. L’aver compiuto con esito favorevole il biennio di tirocinio.


Qualora vi fossero ragioni speciali che esigessero altre dispense in relazione allo studio della Teologia il sottoscritto ha ottenuto altre autorizzazioni per regolare questa importante materia.

Ognuno dunque mi invii il proprio parere chiaro e preciso che sottoposto poi al Consiglio e all’approvazione dei Superiori determinerà la dispensa e l’inizio della Teologia per i prescelti. Prego tener conto altresì dei bisogni della nostra missione e dell’opera nostra in Giappone.

Siccome le pratiche a farsi non sono poche, prego mi si inviino le risposte non più tardi della fine del corrente mese. Prego infine i ritardatari a rispondere alla mia ultima circolare, anche in relazione alle provviste, diversamente si arriva in ritardo e non si conclude.

Vorrei farvi una pratica esortazione.

Quando ricevete delle circolari del sottoscritto, quando riceviamo delle Circolari dei nostri Superiori o delle altre Autorità, diamoci subito pronto corso per la parte dispositiva, e possibilmente in giornata; saremo sempre sicuri di compiere anche in questo il nostro dovere con maggior perfezione. Per mancanza di questi dati ad esempio non posso riuscire a tenere in ordine il registro mensile delle Messe, né a rispondere con puntualità a vari quesiti che alle volte i Superiori o le Autorità Religiose o Civili richiedono. Credete, con questa mancanza di puntualità noi ci veniamo a rimettere anche materialmente.

Comprendo il vostro lavoro, ma comprenderete pure che il disbrigo quotidiano della corrispondenza di ordine dispositivo e amministrativo è di somma necessità per il buon andamento della nostra piccola azienda, ne circonda di simpatia presso gli altri Missionari, presso i Superiori e le Autorità che divengono così più benevolmente disposte verso di noi.

Animo dunque e perfezioniamoci anche in questi dettagli, che ne avvantaggeranno tutti.

Vogliate pregare pure per il

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

1101 / Merlino Alfonso / 1933-5-19 /


37.14 ad Alfonso Merlino, salesiano laico missionario in Giappone

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19 maggio 1933

Carissimo Merlino,

Maria SS. ti faccia tutto suo e ti ottenga ogni grazia nella sua bella festa.

Non ti dimentica il

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


1102 / Zanuso Guglielmo / 1933-5-20 /


al chierico salesiano Guglielmo Zanuso,



20 maggio 1933

Carissimo Zanuso,

Grazie del tuo letterone. Ben volentieri prego per la realizzazione del tuo ideale o meglio della tua vocazione. Affidati a Maria A., a Don Bosco e ai tuoi Superiori e non temere.

Conosco le vicende di Don Marconcini, mio carissimo allievo, come quelle dell’arcicarissimo Don Grigoletto, e se ti raccontassi le mie, vedresti che il Signore nel dare la vocazione (come l’ha data a te) dà pure i mezzi per realizzarla, quindi sta’ solo attento a corrispondere alla medesima. In che modo:


  1. facendo quanto ti dicono i superiori

  2. ascoltando quanto ti dicono i Superiori

  3. e mettendolo in pratica.


Allegro allegro. Prega per me ed il povero missionario prega per te.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



1103 / Direzione Genererale F.M.A. / 1933-5-21 /


37.15 alla Madre Economa della Direzione Generale delle F.M.A

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Missione Indip. di Miyazaki

Takanabe, 21 maggio 1933

Rev.ma Madre Economa,

Mi faccio premura di rispondere alla sua del 19 Marzo, ritardata per prendere le opportune informazioni di massima in relazione al problema della proprietà delle Figlie di M. A. in Giappone.

Riassumo le cose più essenziali.


  1. Gli Istituti Italiani per legge di similarità possono possedere in Giappone e compiere atti relativi di proprietà, come lo possono in Italia i Giapponesi.

  2. Non è ben visto ed è difficile possedere per procura. Lo ritengo possibile per aziende commerciali o per gli Stati, ma non è ben visto e nelle missioni lo straniero ha sempre la peggio.

  3. I passaggi di proprietà fra vivi e morti sono tassati fortissimamente, come e forse più che in Italia.

  4. Sono forme di possessione legale uso società i cosiddetti “Shadan”, specie per immobili, e i Zaidan (per i beni mobili e immobili). Sono riconosciuti dallo Stato come enti morali con tutte le conseguenze. Tutte le missioni hanno il loro Shadan ed anche quella di Miyazaki l’ottenne l’anno scorso. Le famiglie religiose maschili e femminili hanno tutte il ZAIDAN (così mi dicono).

I vantaggi sono che si è riconosciuti con la capacità giuridica solita – il pagamento dei diritti statali è assai ridotto più che tra i privati – vi possono entrare come soci anche tutti i membri della comunità e in caso di morte, sostituzione, assenza dei capi dello SHADAN o ZAIDAN automaticamente vengono eletti altri a beneplacito dei soci.

Obbligo unico di segnalare annualmente il movimento sociale dei beni entrati od usciti per l’opportuna tassazione o eventuale esenzione dalle tasse (certi terreni sono esenti).

Le proprietà in zone di difesa non possono essere collocate nei soliti SHADAN o ZAIDAN che alla condizione che la metà dei soci siano giapponesi e che oltre la metà dei beni appartengano a Giapponesi.

Vantaggio non indifferente della istituzione poi è che per contratti i cui beni passano allo Shadan e Zaidan le tasse sono assai esigue.

5.In pratica le attuali proprietà delle Figlie di M. A. sono intestate al sottoscritto, Don Cavoli e Don Margiaria, se non erro. L’Istituto delle Figlie di M. A ha in mano la mia dichiarazione di tale verità – ed anche questa dichiarazione è nel mio testamento.

Certo che si può fare il passaggio legale, e ne sarei contentissimo perché regolarizzerebbe definitivamente questa questione e ci toglierebbe dall’incubo delle eventuali responsabilità in caso di morte. Penso che con Lire 20 mila si potrebbe definire tutto, ma certo Don Cimatti non può sborsarle.

Non rimane che la soluzione che le suore facciano il loro Shadan e se, come pare, agli ordini religiosi è permesso il solo Zaidan, facciano questo. Ottenuta l’autorizzazione noi passiamo come regalo allo Zaidan le proprietà intestate a noi e con poche decine di Yen si aggiusta tutto.

Non saprei suggerire altro e così pure risposero avvocati e persone amiche interrogate. Resta però sempre la possibilità di fare anche subito il passaggio legale e davvero ne sarei contentissimo.

La Madre Suor Letizia probabilmente andrà a giorni a Fukuoka per abboccarsi con un impresario di lavori e ha la possibilità di parlare con la superiora delle Suore della Visitazione che proprio in questi giorni sta facendo le pratiche per Shadan o Zaidan e così potrà capire meglio le cose e sapersi regolare.

Quanto tempo occorra per averlo approvato dipende da un mondo di cose che non è facile prevedere, ad ogni modo questa è la via che tutti gli stranieri missionari, religiosi e religiose hanno seguito e seguono. Che possa poi avvenire di questa società in caso di persecuzione, lo sa solo il Signore. Ma quando vi siano nell’Istituto delle suore Giapponesi, penso che sia tutto assai facilitato e assai ben visto; più degli attuali proprietari stranieri, che sono davvero un pruno negli occhi per i Giapponesi… È una delle massime difficoltà anche per la propaganda missionaria.


Eccole, Rev.ma Madre, esposto come meglio sapevo la faccenda. Don Cimatti per dovere e col più vivo piacere cercherà di aiutare le brave Figlie di M. A. anche in questa faccenda. Certo in Giappone non bisogna aver fretta nel disbrigo di questioni anche importantissime in cui sia necessario il concorso dei Giapponesi.

Più Lei ha fretta più loro vanno adagio e bisogna adattarsi se non si vuole andare a rischio di compromettere tutto. Affidiamo la cosa alla nostra cara Ausiliatrice.

Dunque in attesa di qualche loro decisione spero che presto Suor Letizia potrà dire anch’essa il suo parere.

Nella prossima festa dell’Ascensione farò la prescritta visita a Beppu, come ho già fatto a Miyazaki ed allora scriverò relazione alla Madre Generale, che per ora prego Lei, buona Madre Arrighi, a salutare e assicurare che Don Cimatti farà il possibile per essere per le sue figliuole un altro Sig. Don Rinaldi… Presunzione, vero? Ma mi pare di sentire il cuore per esserlo… Purtroppo manco troppo di altro… e farò quello che potrò.

La buona Suor Carmela va migliorando assai da una indisposizione che fortunatamente fu trovata più leggera di quello che si temeva.

Non finisco più… Già tanti fastidi ha dato a voi questo povero prete… e chissà quanti ancora ne darà se i Superiori non si decidono a mandarmi a quel paese! Abbia la bontà alla prima occasione di far una visita per me alla Mamma Aus. e a Don Bosco e, cuore a cuore, dica una parolina per questa povera missione e per questo povero prete che desidererebbe santificarsi e santificare.

Col più profondo ossequio.

Obbl.mo

Don V. Cimatti, sales.

Super. Miss.

1104 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1933-5-21 /


37.16 a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone

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[21 maggio 1933]

Rev. Madre,

Approfitto per la sua venuta a Miyazaki per accludere saluti speciali da Nizza, in una mia lettera. Dopo letto distrugga pure.

Le promisi ricerche per la questione legale del trapasso.


  1. Avvocato di Kumamoto. Se si vuole fare la registrazione della proprietà a nome delle Figlie di Maria A. c’è da pagare i diritti di registro (35 per 1000) più un’imposta speciale che non è inferiore a ¥ 1000.

  2. Avvocato Ambasciata italiana. È possibile il passaggio di proprietà fra italiani, ma con spese altissime.

Si può intestare ad un individuo residente in Italia con spese rilevanti, da rinnovarsi alla morte della persona intestata.


Entrambi consigliano lo “Shadan” (= ente morale) e allora con atto di donazione si fa tutto senza grandi spese, trattandosi di enti morali.

Ecco quanto ho potuto raccogliere.

L’invio di questa a Miyazaki è perché non so con precisione quando sia la venuta e non vorrei s’incontrasse in viaggio o rimanesse giacente a Beppu.

S. Giuseppe ci aiuti e guidi.

Con affetto

Dev.mo

Don V. Cimatti, sales.

1105 / Visita Miyakonojo / 1933-5-22 /


Visita canonica all’Opera salesiana di Miyakonojo


22 maggio 1933


È la prima visita che faccio alla nuova residenza e ringraziando il Signore, e dal punto di vista dell’ordine materiale e pulizia della casa, e dal punto di vista della regolarità ed osservanza non c’è osservazione di sorta, anzi non vi è che da lodare. C’è affiatamento, carità ed un magnifico lavoro iniziato.

Piace la cordialità che regna tra i cristiani ed il carattere speciale degli oratoriani, ben animati e affiatati e affezionati all’oratorio. Si è agli inizi, in casa non nostra, non cose grandiose, ma penso che ora più che espandersi è bene scavare e fondarsi profondamente.

Raccomando al Direttore che, dovendo occuparsi del lavoro dell’apostolato, nel dovere lasciare qualche volta i confratelli soli, si assicuri dell’esatta osservanza delle pratiche di pietà e delle regole, usufruendo il più che sia possibile della vicinanza della casa di Tano. Come pure una volta al mese il Direttore vada in aiuto della casa di Tano, e, potendo, ogni volta che sarà invitato. Raccomando sovente ai confratelli:


  1. l’unione con Dio,

  2. frequenti visite a Gesù in Sacramento,

  3. l’esame di coscienza ben fatto.


E suggerisca con frequenza mezzi pratici per riuscirvi.

Così facendo il Signore benedirà le difficoltà e la buona volontà di tutti nel sobbarcarsi agli inevitabili sacrifici dell’apostolato agli inizi di un’opera.

Don V. Cimatti, sales.

Visitatore

1106 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1933-5-27 /


37.17 a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone

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27 maggio 1933

Rev. Madre,

Faccio seguito alla lettera di ieri:6


  1. Eccole una parte dell’esito dell’esame aspiranti: presto invierò quello di Shizuko.

  2. Favorisca consegnare l’acclusa alla Suora. Legga pure per norma (sotto segreto).

  3. Mi pare di constatare, grazie a Dio, Maria A. e Don Bosco, che spiritualmente e per ciò che si riferisce alla pietà e all’osservanza delle costituzioni vostre siete a posto e a Beppu e a Miyazaki. E la base è Lei, ottima Sig.ra Direttrice, diriga a questo scopo le preghiere, i sacrifici e la vigilanza.


Insista sull’unione di vita con Dio, sulla disposizione costante di abbracciare con animo mansueto ed ilare le pene fisiche e morali inerenti alla vita per la salvezza dell’anima propria e delle anime degli altri.


    1. Già parlato e consigliato per l’istruzione religiosa e catechistica. Niente di male anche fra le aspiranti eccitare gare di catechismo spiegato.

    2. Continui la cura speciale, medicinale e correttiva per quelle che vanno a scuola fuori.

    3. Il vostro progresso morale e di fedeltà nel vostro spirito sarà accentuato se ricopierete ed imiterete Don Bosco e Madre Mazzarello. Leggetene sovente la vita.

    4. Non dimenticate lo studio del giapponese.

    5. Per la proprietà veda, come si disse, di informarsi a Fukuoka. Per me, come capo-missione, basta essere sicuro che Lei investa i capitali utilmente e sicuramente e che conservi rettamente le doti. Così il canone. Come Lei mi disse non avete capitali e allora anche Lei, come me, non ha tale preoccupazione.

    6. Se ne ha copia disponibile gradirei i vostri regolamenti (ho già le costituzioni).

    7. Riceverà a mano catechismi, ecc.


Preghi e faccia pregare per me.

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

1107 / Circolare salesiani / 1933-5-29 /


37.18 ai Salesiani della Missione Indipendente di Miyazaki

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Missione Indip. di Miyazaki

29 maggio 1933

Carissimi,

All’inizio del mese consacrato al S. Cuore di Gesù permettete il fraterno richiamo a che e da noi e dalla cristianità sia fatto nel modo migliore. È desiderio della S. Chiesa – è nello spirito del nostro sistema educativo – rivolgere le anime a Gesù Eucaristico; ciò è anche desiderato da Gesù stesso: motivi questi che devono spingerci a compierlo veramente bene. Non scendo a consigli pratici particolari perché mi è nota la vostra pietà, e quanto già fate per propagare tale divozione. D’altra parte le promesse del S. Cuore sono chiarissime e fedelmente mantenute da LUI e quindi non possono non spingerci ad agire nello stesso senso da LUI indicato, sicuri di ottenere effetti meravigliosi specialmente per la salvezza delle anime.

A nome dei Superiori vi raccomando: la diffusione della Pia Opera del S. Cuore, la pratica del primo Venerdì del mese, la diffusione di libri in relazione a tale devozione e a Gesù Eucaristico (vi sono recenti pubblicazioni edite dalla nostra scuola tipografica); la consacrazione delle famiglie al Sacro Cuore; ma specialmente in questo mese vedete di dare grande impulso alla frequenza alla Santa Comunione e alla Visita al SS.mo Sacramento; là dove funzionano le Compagnie del SS.mo Sacramento e del Piccolo Clero, si cerchi di perfezionarle e attivarle sempre di più, dove non ci fossero ancora, data la possibilità, si istituiscano.

Miei buoni Missionari, cerchiamo di trattare meglio che sia possibile GESÙ BENEDETTO e vedrete che Egli tratterà regalmente noi e nelle questioni spirituali e materiali, ed il problema della salvezza dell’anima nostra sarà assicurato insieme a quella dei nostri. Non dimentichiamo che la nostra Missione è a Lui particolarmente consacrata, motivo di più per zelarne la devozione.

Nella prossima domenica, festa di Pentecoste, è stabilita la GIORNATA per la buona stampa. Si veda di compiere in tutte le residenze nel miglior modo possibile, usando quei mezzi ed ammennicoli che l’esperienza ha suggerito migliori per lo scopo. Non si tratta tanto di raccogliere offerte, ma di fare opera di penetrazione e persuasione presso i cristiani e presso i pagani, col giornale cattolico, con opuscoli di propaganda, con foglietti ecc. per riuscire a spargere a piene mani il buon seme.

Non dimenticate di far conoscere la nostra scuola di Oita e il molto bene che va operando colle sue pubblicazioni. Consiglio quindi:


  1. Preghiere speciali per lo scopo

  2. Discorsi ai cristiani riuniti o alle varie Associazioni

  3. Far conoscere le pubblicazioni cattoliche… (ne fa la lista)

  4. Studiare i mezzi per la diffusione (in alcune residenze, davanti alla missione si espone il giornale, forse si potrebbe ottenere che identicamente si facesse presso le botteghe o ditte; altrove il giornale è accettato volentieri alla biblioteca, nelle sale di aspetto dei medici, nelle botteghe dei barbieri, ecc., altrove alla domenica i ragazzi o i giovani delle Associazioni vanno a distribuirli insieme alla buona stampa presso i pagani, altrove di tanto in tanto la si introduce nei giornali locali, ecc. ecc.).


Siamo tutti più che persuasi della bontà della causa. È nostro dovere controbattere con questo mezzo, potendo, il male. Ricordiamo al riguardo l’esempio del nostro Don Bosco.

Il Signore vi faccia degni di essere efficaci cooperatori nella dilatazione del suo regno.

Con vero affetto:

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

1108 / Ignoto salesiano/ 1933-5-… /


37.19 a un salesiano dell’Ispettoria Veneta

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[Maggio 1933]7


Faccio a Takanabe un concerto e mettono sul programma che suono il piano.

Avendo un piano che fa pietà portai invece l’armonium. Qualcuno a cui piaceva sentirmi al piano rimase deluso… E il giorno dopo mi fece inviare dell’ottimo tè di prima qualità per la delusione… Vedi, scontò con un dono il mancato “audimento” (altro che il TOTUS CORPUS) del piano.

Padronissimo di imitare anche tu e i tuoi. D’altra parte oramai a queste cose chi è abituato con una lingua che non ha generi…? E quindi si tira avanti un po’ alla buona… Ma mi sentissi parlare in latino in filosofia… Ah, credo che allibiresti dalla consolazione… Ma che cosa è che ormai non ha fatto questo povero essere? Evviva… Banzai… Allegria… e santità.

Grazie per Don Antonio. Fra tutti all’ospizio sono già 38 e già si pensa se la Provvidenza manderà i mezzi a cominciare per gli orfanelli. Oggi solo ne ho accettato quattro e il buon Dio provvederà.

Nessuna intenzione di prenderti in giro per il giapponese… Pensavo che davvero te ne fossi occupato… Habe me excusatum…

Passo i saluti al bravo Don Tanguy a Miyakonojo. Per la S. Marco c’è il povero B. che per la salute non va… È stitico, non può lavorare. Ci aiuti il Signore anche in questo.

Invio AVE e Pater… Ho il poligrafo che non è oggi disponibile e quindi supplisco colla macchina.

Maria nel suo bel mese ti faccia suo e GESÙ nel prossimo ti scriva definitive nel suo CUORE, dove troverai sempre anche Don Cimatti. Saluta omnes e specie il Sig. Direttore, Bello “OCCHIO”. Non ho ancora visto… Mi dicono che si sono arbitrati di stampare il REFUGIUM… Non è brutto, del resto, se può fare del bene vada anche il REFUGIUM. Ti benedico colla benedizione di Maria. Salutami i tuoi scolari che devono essere davvero buoni e dei bei tipi. Prega con loro per il

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

1109 / Ricaldone Pietro / 1933-6-1 /


37.20 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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[1 giugno 1933]

Amatissimo e Rev.mo Sig. Don Ricaldone,

Voglia ancora una volta accettare l’omaggio di affetto dei suoi figli lontani e l’assicurazione di specialissime preghiere per l’onomastico colla promessa di voler essere suoi veri figlioli e buoni missionari. Ed ora un po’ di rendiconto.

Salute: optime, grazie a Dio. Nessun merito.

Studio e lavoro: tento del mio meglio di fare e eccitare. Purtroppo se mi paragono con i confratelli, mi vincono tutti. Il mio è un lavoro di tavolino più che altro… Ma, che farci! Deo gratias. Tento di migliorare anche in questo.

Pietà e Ss. Regole: mi pare regolare. In questo mese insisto sulle Visite al SS.mo Sacramento e letture. Sono ancora tanto bambino nella pietà, che alle volte non potendo fare le medesime in comune, non riesco a farle bene. Mi aiuti il Signore. Spiritualmente è lenita, non tolta, la lotta di cui parlavo in altre, sulla mia suscettibilità.

Ss. Voti e carità: nulla di speciale.

Vita dei confratelli ed andamento delle cose nostre: ritmo regolare.

Pur visitando i confratelli quasi una volta al mese, sto compiendo la visita. Mi pare si proceda sotto tutti gli aspetti. Un breve riassunto sulle cose.

Tokyo: Bene in omnibus, 400 oratoriani – 80 scuola serale. Si vive una vita di povertà.

Nakatsu: i confratelli non troppo forti in salute, ma laboriosi. A giorni farò la visita. Arri batté un seminarista: non sa neppure lui come abbia avuto lo scatto.

Oita: Bene in omnibus. Asilo fiorente. A giorni uscirà la seconda ediz. del S. Vangelo unificato. Scuola tipografica bene. Ch. B.: fatto tutte le prove, col parere del Consiglio sono obbligato a consegnarlo ai Superiori. È stitico (mi dice che in Italia non aveva questo disturbo) – né riusciamo a calmarlo spiritualmente nelle sue incertezze, stranezze, persino mania… Non conclude in queste condizioni. Dolendum perché lo ritengo e con buone risorse e riesce bene in tante cose. Ma qui soffre inutilmente e fa soffrire. Sto facendo le pratiche per un conveniente ritorno, di cui informerò dettagliatamente, secondo le ultime intese con Lei.

Takanabe: Bene. Don Lucioni calmo, lavora, ma il cuore è altrove… Lavora troppo la testa. Ho sottocura il ch. Bechis. Mi aiuti il Signore a salvarlo. Testa strana… abitudini… combatte. Vedremo.

Miyazaki: Bene, Don Antonio stanco.

Miyakonojo: bene, il coad. Maccario è in un buon quarto d’ora, ma può da un momento all’altro riprendere le sue nervosità. Se tornassero è meglio troncare nel nome di Dio. Lavora e fa bene all’oratorio festivo.

Figlie di Maria A.: Calme e in ottime relazioni. Spero ad agosto vestire tre loro prime aspiranti, vecchie nostre figlie spirituali, base buona, mi pare.

Studentato teologico: Ispirandoci alle direttive dei Superiori passate e presenti, pur conoscendo l’urgenza dei nostri bisogni di personale, ma premendoci di più la formazione, abbiamo ridotto al minimo i dispensati (ne informo il Consigliere scolastico). Sono i chierici Braggion, Zanarini, Tassinari, Felici (tutti con voti perpetui) e Bernardi che ha solo i voti triennali. Tutti stagionati per età, abbastanza formati spiritualmente, a corso filosofico e biennio di tirocinio regolare – tutti assai mediocri (è il colorito di tutti) d’ingegno.

Aderendo pienamente al consiglio e direttive dei Superiori, andrebbero ad Hong Kong coll’augurio che presto anche il Giappone abbia il suo Studentato. Questo dipende dai nostri Superiori. Non mi nascondo la difficoltà economica, ma Deus providebit.

Ad ogni modo il fatto che siamo costretti ad emigrare, dice chiaramente la nostra povertà di mezzi materiali e di personale. Siamo proprio poveri di testa e di mezzi: è un po’ umiliante, ma il Signore benedice la nostra umiliazione in tutti i sensi, perché dopo tutto, facciamo l’ubbidienza rinunziando ai nostri sogni ed altre proposte. Ne sono davvero contento e ne benedico il Signore.

Stato delle case e bisogni nostri: nell’unito specchietto, mi pare, può scorgere le nostre necessità. Per quest’anno riusciremo a mantenere le nostre posizioni? Sì, se i Superiori verranno in aiuto, da tanto invocato.

Nuove fondazioni:


  1. Trasporto del Piccolo Seminario a Miyazaki.8

  2. Conseguente trasformazione di Nakatsu in casa di Missione – Figli di Maria? Aspiranti al Seminario?

  3. Se non arrivano studenti di filosofia, Takanabe rimane come pura casa di missione e utilizzando il personale posso rinforzare altrove. Venendo gli studenti di filosofia:

    1. per risparmio di personale,

    2. e pensando che il proprietario non vende la casa e terreno finora affittati a Takanabe, non potrei portare gli studenti nostri temporaneamente in Seminario coi giapponesi? E lasciar Takanabe come zona e casa di missione?

  4. Come fare per Tokyo? Il terreno attuale non è certo sufficiente per un’opera nostra. Non arrivano a 2400 mq coperti in gran parte da edifici non ancora pagati.

Abbiamo da curare due dipartimenti con 450.000 abitanti. Adachi-ku è ancora disabitato e con molti campi. Ho detto a Don Piacenza non dorma e studi l’occasione di trovare qualche ampio terreno. È dunque il caso di attendere per il trasporto a Tokyo della tipografia? Costruire sul terreno attuale praticamente ammazziamo l’Opera attuale e non fondiamo, sia pur modestamente, nulla. Se Don Margiaria viene in Italia, mentre potrebbe accompagnare i rinforzi, potrebbe coi Superiori concretare il da farsi, e così vedere per la qualità del personale necessario per l’Opera di Tokyo, che anche solo nelle condizioni attuali ha bisogno di aiuto. Pensi al personale che ha perduto e che perde quest’anno la missione. I tre di Tokyo – 5 chierici che partono per Hong Kong – ch. Baratto – ed altre incognite. E venga in aiuto ai suoi figli.

Questione di Osaka. Abbia la bontà di leggere l’annesso pro-memoria. E mi pare di non avere altro. Attendo dal S. Cuore grazie speciali e voglia Lei ottenermele con abbondanti preghiere per me e per i miei e per le cose nostre.

Mi mandi del buon personale, molti preti, molti chierici (anche se a studi compiuti); qualche buon coadiutore. Ricordi che siamo in pretto paganesimo moderno (specie a Tokyo) e che in Giappone è terribile per i nevrastenici e nervosi.

Per la questione economica scrivo al Sig. Don Giraudi. È dal Gennaio che non riesco ad avere nulla (almeno una risposta) sulle nostre cose finanziarie. Comprendo la crisi – ci vivo fin sopra i capelli – che non ho – pelato come sono… Comprendo il da fare, ma via… Si era intesi che trimestralmente inviavano quanto la carità stabiliva per noi… Almeno sapere chi ringraziare.

Lei pensi: è da sei mesi che Don Cimatti non può dir grazie a tanti benefattori – mi consta che le offerte sono per Ss. Messe – le devo dire io? Le dicono a Torino? Se hanno fatto così avranno i loro motivi, dice Don Cimatti, ma via… Due righe, dicendo inviamo – non inviamo…

Dovrei tirarle le orecchie anche perché pei nostri chierici… non giunse nulla.

La Provvidenza non viene meno, no, e conosco le condizioni dolorosissime in cui versano i Superiori, ma come sarebbe bello ricevere due parole al riguardo! Si sta in pace; si raddoppiano le attività… Ad ogni modo ne scrivo al buon Don Giraudi.

E finisco. Scusi la lunghezza. Don Cimatti non sa che chiedere e disturbare. Ma sono così belli i momenti che il figlio può passare col Padre: a Lei mi affido e raccomando.

In altra sua mi faceva prevedere la possibilità della visita straordinaria. Oh, fosse presto!

Seguiamo con vero piacere le belle notizie del nostro caro Don Bosco e preghiamo.

Non per mettere le mani avanti, per segnalare. Nel 1934 vi è il Concilio in Giappone e se Don Cimatti è nelle condizioni attuali deve intervenirvi: troppi problemi fondamentali vi si devono trattare. Siccome già si fanno voci di canonizzazione e Capitolo, ecc. supplico fin d’ora il Rettor Maggiore, Sig. Don Ricaldone, a non obbligarmi, come la volta passata, al ritorno in Italia. Creda, mi farebbe male male male assai.

Tanti cari confratelli hanno veri bisogni materiali e spirituali… per cui hanno necessità di venire. Scongiuro fin d’ora…

Ed ora mi benedica con tutta l’anima e con me questi suoi figli che penso vicini al suo cuore.

Parli per noi a Maria A. e al nostro Don Bosco.

Tutto suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

1110 / Ricaldone Pietro BS / 1933-6-1 /


37.21 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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L’oratorio di Don Bosco in Giappone9


Miyazaki, 1 giugno 1933

Rev.mo ed amat.mo Padre,


Lei attende, lo so, le nostre notizie; e non meno desiderosi delle sue, di quelle dei fratelli, allievi, benefattori e amici sono i suoi figli lontani specialmente sono desiderosi delle sue, sempre gradite, ansiosamente attese, perché confortatrici, eccitanti, risolventi sempre i nostri difficili problemi. Ho pensato che nel mese in cui ricordiamo il suo onomastico, le sarà gradito augurio e dono, conoscere il lavoro in Giappone in quest’opera fondamentale dello spirito salesiano, opera che, come altrove, anche fra questi popoli, sono sicuro porterà col tempo i mirabili frutti di educazione cristiana noti ormai in tutto il mondo.

Intanto abbiamo voluto mantenere il nome “ORATORIO”, benché in Giappone le adunanze libere dei ragazzi siano note anche con altri nomi: “scuole domenicali”, adunanze, società di ragazzi e simili, che noi pure usiamo per farci capire più facilmente.

Se può variare il nome, lo spirito informativo è sempre quello, diretto e chiarissimo se si tratta dei figli di cristiani, indiretto e con certe limitazioni di prudenza, se si tratta di giovani appartenenti ad altre religioni che in genere formano la nostra massa di frequentanti. Ed è chiaro. Il tipo umano del ragazzo in fondo è sempre quello, ma il tipo nazionale è ben diverso, e bisogna mettersi, specialmente in Giappone, da questo punto di vista, che vuol dire conoscenza di un mondo di problemi formidabili, se non si vuol andare a rischio, di rovinare, invece di edificare. Mettiamoci nella realtà di fatto. Il Giappone moderno come potenza mondiale in una settantina d’anni è giunto al punto a cui si trova – e tutti lo sanno – ma bisogna ricordare che il Giappone ha conservato e voluto conservare del vecchio Giappone molto più di quello che ha preso e ha voluto prendere ad imprestito dalla civiltà occidentale. L’essenziale della vita materiale e sentimentale, il culto dell’arte antica e più l’attacco fortissimo alla religione degli avi, e tutta la sua vita intima è intatta e rispettata. Ha europeizzato o americanizzato gli organi della difesa nazionale, la sua politica e amministrazione, le sue istituzioni giudiziarie e le sue leggi. Per riuscire in questo ha avuto bisogno di enormi capitali creati con commercio e industria all’occidentale, ed in parte ispirarsi alla formazione mentale degli uomini che dovevano servire a questa trasformazione, con organizzare un nuovo sistema d’insegnamento.

E c’è riuscito, c’è mirabilmente riuscito.

Mi pare giusta l’opinione di quelli che pensano che il Giappone moderno si è europeizzato per meglio resistere all’Europa e per meglio restar giapponese. Noi missionari che dobbiamo parlare alle anime sentiamo più di qualsiasi altro la verità di cui sopra, e penso che la vera difficoltà del progresso dell’apostolato cattolico in Giappone sia da riconoscersi proprio in questa posizione di spirito del giapponese di fronte allo straniero…

Ah, amatissimo Sig. Don Ricaldone, come è chiaro e come ce lo fanno capire, come ce lo fanno capire in tutti i sensi, anche se non volessimo, che siamo stranieri…

Ammessa questa linea prudenziale, come si svolge la vita dell’Oratorio in Giappone? Abbiamo le riunioni quotidiane, diurne e serali, settimanali (giorni di festa), mensili. Là dove il missionario comincia il suo lavoro fuori residenza con un ritmo costante, si circonda di ragazzi. Sono buoni richiami per le famiglie. Li raduna, li tiene allegri con discorsetti, con piccoli divertimenti, con qualche regaluccio. Se può mantenere il contatto almeno mensile non è seme buttato, conosce famiglie, stringe relazioni, distribuisce libri – e fa propaganda insomma – potrà organizzare qualche serata per il gran pubblico con musica, proiezioni, discorsi e dopo un certo lavoro può sperare l’organizzazione d’un piccolo gruppo di volenterosi dello studio della religione.

Gli può capitare di peggio – si spargono dicerìe sul conto della religione cattolica – i maestri proibiscono di andare alla riunione – genitori confermano, ed il missionario si trova solo, solo… Ah, che strette al cuore!

Là dove si può avere già un posto, che può avere la visita settimanale od una residenza stabile non rimane difficile la riunione dei nostri giovani alla domenica o nei giorni di vacanza scolastica o anche quotidianamente. Ogni giorno, di ritorno dalla scuola (orari unici differentissimi) i volenterosi passano alla missione e dopo un po’ di ricreazione i cristiani hanno l’istruzione catechistica e i pagani un discorsetto morale, secondo le varie circostanze e ambienti. È qui dove la prudenza e lo zelo del missionario devono destreggiarsi a tutto potere. Se vi sono ambienti in cui anche ai pagani si possono insegnare le verità religiose (che dopo tutto non capiscono – non possono poi praticare in famiglia), ve ne sono di quelli in cui basterebbe parlare direttamente di religione per vedere sfollata l’adunanza. E allora? Si tengono conversazioni morali – le vite dei santi, brani dell’antico Testamento, la vita di Gesù, la storia civile, ecc. forniscono insieme ai dettami della morale naturale dei buoni spunti – si fa cantare qualche bel canto scolastico – si prepara qualche lavoruccio per la rappresentazione domenicale, e dopo un po’ di ricreazione, i cristiani recitano le orazioni, si dà la buona notte ed ognuno torna alla famiglia, dove è atteso per aiutare la mamma nei piccoli lavori di casa, nell’assistenza dei fratellini, e per fare i suoi compiti scolastici.

Quando è possibile si dà la comodità nella missione di compiere questi lavori, ed allora gli oratoriani si riuniscono in apposita sala, e così il DOPO SCUOLA entra in funzione, come pure a tarda sera in qualche residenza funziona la scuola serale. Sono pure emanazione della vita oratoriana per i più grandicelli scuole ed insegnamenti speciali, come i GRUPPI DEL VANGELO, la SCUOLA D’ARMONICA, le riunioni del circolo giovanile, che periodicamente vengono effettuandosi.

Alla domenica l’Oratorio prende specialmente nel pomeriggio il ritmo ordinario dei nostri oratori in Italia. Funzioni religiose, divertimenti, riunioni, gare, ecc. la vita insomma caratteristica dell’Oratorio di Don Bosco. Il fanciullo giapponese gioca volentieri a qualsiasi gioco, e non c’è da infastidirsi troppo per farlo giocare… a quei giochi che desidera… e ne sa un finimondo, appresi in famiglia e a scuola.

Caratteristica, l’incostanza e mancanza di resistenza, se volete imporgliene uno. Dopo pochi minuti fate il deserto intorno a voi.

L’aspetto caratteristico dell’Oratorio è alla sera. Si cerca tutte le domeniche di fare qualche divertimento (teatro, musica, proiezioni luminose, ecc.) a cui sono invitati ragazzi e pubblico. Il locale si popola del mondo fanciullesco e delle buone mamme e dei babbi… e di tanti che non sono certo iscritti all’Oratorio. E si fa un po’ di tutto… Rappresentazioni con proiezioni, musica, declamazione, danze (oh, le graziose danze giapponesi!), pantomime (si sono in queste ormai resi celebri i nostri chierici).

Quasi tutte le residenze hanno la sezione drammatica ed il repertorio va arricchendosi, tanto che spero si potrà presto dar inizio alla stampa della nostra collana drammatica. Il fanciullo, il giovane giapponese ben ammaestrato ha attitudini magnifiche alla declamazione – come pure le ragazze alla danza (caratteristica del giapponese) – e non c’è da penar molto a insegnare qualche lavoretto anche improvvisato. Se ben preparati non mancano di efficacia drammatica. Gli allievi della scuola tipografica Don Bosco di Oita, il Circolo giovani di Beppu e la sezione drammatica di Miyazaki si sono già prodotti con discreti lavori, ed anche le piccole residenze di Takanabe, Tano e Miyakonojo incominciano a debuttare discretamente. Molti ci domandano: “Perché voi Salesiani vi date tanto attorno per queste adunanze?”. Mi sono domandato sempre: “Possibile che queste nostre riunioni domenicali che a centinaia e centinaia richiamano i nostri cari ragazzi, debbano restare infruttuose? Possibile, che, se per ipotesi anche nessuno dei nostri ascoltatori pagani divenisse subito cristiano, la buona parola udita, veduta, meditata – il gaudio spirituale suscitato dall’azione dei giovani attori – possibile dico, non debba condurre a qualche buon risultato?”.

È con questa tenace persuasione, è con questa speranza efficace, mio buon Padre, è con questa fede ineluttabile negli insegnamenti di Don Bosco che i suoi figli del Giappone le presentano i loro oratori, minuscoli per ora, tirannia di locali e di mezzi che però benedetti da Lei dovranno fiorire in olezzanti giardini di bene e di rigenerazione sociale. Noi vediamo e vedremo ben pochi risultati del nostro lavoro, ma seminiamo, seminiamo instancabilmente… Altri mieterà.

Se dobbiamo prevedere dall’albeggiare il meriggio, c’è buon motivo a sperare. Non possiamo paragonare i nostri oratori a quelli d’Italia, né vogliamo entrare in gara. In molti casi l’Oratorio in Giappone è la camera del primo Oratorio di Don Bosco al Rifugio, col vantaggio che nella casa giapponese non essendovi mobili propriamente detti, diventa più capace, e accoccolati sui tatami (stuoie giapponesi) può pensare ai nostri ragazzi come le acciughe nei barili. A Takanabe in una saletta di non più di 60 mq tutto compreso, palco (al medesimo livello degli spettatori), tavolo per la macchina proiezioni, ecc. facciamo entrare da 150 a 200 ragazzetti… A Miyakonojo, quando non piove, per ristrettezza del locale si fa rappresentazione all’aperto… È più comodo, e d’estate si respira: per il prossimo inverno il Signore provvederà. Nelle altre residenze si dispone già di un modesto salone, che ogni domenica si riempie – battono sempre sui 200, trecento in generale, e noi li consideriamo tutti della famiglia oratoriana. Nostro scopo per ora è attrarli – trovino alla Missione cattolica modo di essere contenti e soddisfatti – vedendo nel missionario anche se straniero, l’amico che vuole il loro bene – vogliamo attrarli alla missione per consacrarli a Dio… Nessuno di loro, forse neppure uno si convertirà, ma divenuti grandi, padroni della loro libertà, responsabili di sé, passando vicino alla missione cattolica, non crederanno alle sciocche viete panzane che si vogliono far loro credere: “Missionari cattolici tagliano la testa ai fanciulli – strappano ai morenti il fegato per far medicine e così arricchire – sono qui per conquistare il Giappone”. Oh, no! Come fanno ora, saluteranno per via a piena voce il missionario come amico di antica data – come fanno ora, gli andranno incontro col loro ineffabile sorriso e col grazioso inchino gli diranno l’affetto riconoscente – più d’ora, conosceranno lo scopo del nostro lavoro, permetteranno ai loro figli di approfittarne, e forse essi stessi ne approfitteranno.

Come vede, amato Padre, è opera diuturna di trasformazione d’idee e di coscienze… restando giapponesi (e bisogna che restino tali), bisogna che questi tesori, che Dio ci ha affidati, diventino suoi, solo suoi e tutti suoi.

In missione il terreno è più sterile, più difficile a dissodare. Alla capitale, a Tokyo, penso, vi siano meno prevenzioni, pur essendovi non minori difficoltà: è il cuore giapponese, ed è detto tutto, ed è la capitale. Ad ogni modo gli inizi sono consolanti.

Da trecento a quattrocento la frequenza quotidiana all’oratorio – già ottanta iscritti alla scuola serale. Ed anche là si cerca di occupare tutto, salette, corridoi… Bene, Bene. Mi pare di vederla sorridere di contentezza, come facciamo noi. Poveri di spazio e di mezzi, come Don Bosco…

Meglio così: nel silenzio e nella speranza sarà la nostra fortezza. In questi gusci di noce, pigiati coi nostri giovani, ci si sente più vicini, cuore a cuore… Meglio così. Il piccolo, il miniato, il cesellato è caratteristica del Giapponese.

Ci aiutino Maria A. e Don Bosco al grande miracolo di cesellare queste anime e condurle a Dio.

E Lei, amato Padre… faccia scendere la sua benedizione copiosa su queste opere fondamentali per la vitalità della missione e dell’Opera salesiana nell’Estremo Oriente.

Suo aff.mo figlio

Don Vincenzo Cimatti, sales.




1111 / Visitta Missione Miyazaki - Visita / 1933-6-5 /


37.22 Visita canonica alla Missione di Miyazaki

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5 Giugno 1933


Mi pare di poter dire che i confratelli sono spiritualmente in buone condizioni e che la Casa funziona regolarmente nell’osservanza delle Regole e tradizioni nostre.

La molteplicità delle Opere e del lavoro richiedono sacrificio per parte dei confratelli. I lavori preventivati l’anno scorso, in gran parte eseguiti, richiedono ora sorveglianza, ordine e pulizia per parte di tutti.

Come pure raccomando alla buona volontà di tutti di darsi d’attorno per sostenere le varie opere di carità iniziate.

Ho consigliato dunque di proseguire con fede, costanza e slancio il bel lavoro individuale spirituale iniziato, ed inoltre darsi d’attorno per consolidare il lavoro fra i cristiani e specie fra la gioventù.

Ed infine raccomando la carità: “Manete in charitate di pensieri, parole e opere”.

Don V. Cimatti, sales.

1112 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1933-6-6 /


37.23 a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone

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Takanabe, 6 giugno 1933

Rev.ma Madre,

Durante la visita è venuta a parlarmi la povera Kawano.

È in condizioni veramente pietose per la sua anima (in mezzo a pagani che fanno di tutto per distoglierla dalla fede) e per il suo corpo (bastonature, ecc.).

Supplica che dica una buona parola per appoggiare la sua domanda di ritorno.

Può pensare se non lo faccio di cuore pur conoscendo parte dei precedenti. Se ad esempio fra le figlie di casa (non so se si chiamano così) potesse fare qualche cosa (conosco purtroppo le condizioni di salute…).

Ad ogni modo sono sicuro che potendo Madre Letizia fa questo e ben altri sacrifici per le anime.

Le sorelle a Miyazaki bene e con gran fervore fanno il mese del S. Cuore.

Preghiamo ad invicem.

Don V. Cimatti, sales.

1113 / Tassinari Clodoveo / 1933-6-6 /


al Chierico Clodoveo Tassinari, tirocinante in Giappone10



Mese del S. Cuore [6 giugno] 1933


Vuoi scavare un buon fondamento di perfezione?

Umiliati nei pensieri, nelle parole, nelle azioni.

Ecco il S. Cuore che vuol essere tuo modello, Egli mite ed umile di cuore.

Con piccoli atti quotidiani vi riuscirai.

Allegro sempre.

Don V. Cimatti





1114 / Benato Clemente / 1933-6-8 /


37.24 a Don Clemente Benato, missionario salesiano in Cina

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8 giugno 1933

D. Benato carissimo,

Le casse sono giunte in perfetto ordine ed in buono stato, dopo aver passato due o tre settimane in dogana. Niente timore. Non so ancora dalla procura di Kobe quali spese ci furono – terrò informato.

  1. Le difficoltà sono date anche dalle tese relazioni e… via… anche forse dalla non grande organizzazione della Cina… Non offendetevi (non intendo la Cina Salesiana, ma l’altra).

  2. Certo che mediante un’agenzia si fa presto e benino – non credo che si venga a spendere molto di più. In Giappone per merci un po’ grosse seguiamo questa via, facilitata anche perché presso ogni stazione ferroviaria vi è una o più di queste agenzie (se si tratta di cose per ferrovia) ed in ogni paesello (anche villaggio) vi è l’agenzia per trasporti con automobile o carro: quindi vedi che comodità c’è.

  3. Ringrazia per me il buon Verona, e in penitenza di quanto avete brigato sofferto ecc. tutte le mie preghiere e sacrifici del mese di giugno sono per voi di Shangai.

  4. Grazie a te Clemente e delle varie lettere e cartoline spiegative e anche dell’ultima col cambio indirizzo.

  5. Siete tutti invitati a venire tra noi. In 25 ore potete toccare terra: non è una grande difficoltà. Animo dunque e senza paura: fra noi non faremo guerra state certi.

  6. Attendo nota delle eventuali spese.


Caro Don Benato prega per me ed accetta colle preghiere l’unito messaggio come segno di riconoscenza del tuo

D. V. Cimatti, sales.

1115 / Fascie Bartolomeo / 1933-6-9 /


a Don Bartolomeo Fascie, Consigliere scolastico generale



Visitatoria S. Francesco Saverio, Giappone

Takanabe, 9 giugno 1933

Rev.mo Sig. Consigliere Scolastico,


Conforme a disposizioni dei Rev.mi Superiori comunicatemi dalla S. V. in data 12/10/1932 e per autorizzazione scritta avuta dal R. M. per la dispensa di un anno di tirocinio, comunico:


  1. Che sarebbero nelle condizioni manifestate nelle richieste di iniziare lo studio della teologia i seguenti:


Ch. Braggion Enrico (2 novembre 1905). Voti perpetui, Biennio, Tirocinio in Giappone

" Bernardi Angelo (14 ottobre 1908)"triennali""

" Felici Domenico (10 gennaio 1909)"perpetui""

" Tassinari Clodoveo (9 marzo 1912)"""

" Zanarini Adelmo (12 agosto 1909)"""


Tutti regolarmente promossi negli esami di filosofia (avendo compiuto lo studentato filosofico in Giappone – salvo il Ch. Felici che lo fece in Italia) e negli esami prescritti pel triennio, ed ammessi dai rispettivi Direttori e dal Consiglio a iniziare il Corso teologico.

  1. In attesa che i Superiori possano aiutarci per stabilire anche in Giappone il corso teologico, secondo il prescritto dai Rev.mi Superiori, sarebbero inviati allo studentato di HONG KONG.


A mezzo mio domandano la prescritta autorizzazione. Se i Superiori per qualcuno dei su indicati ritenessero opportuno ritardare ancora di un anno, abbiano la bontà di segnalarmelo.

Come pure per poter fare in tempo utile le pratiche necessarie prego una sollecita risposta alla mia domanda.

Che della grazia

Obbligatissimo

Don V. Cimatti, sales. Visitatore

1116 / Grigoletto Giuseppe / 1933-6-11 /


37.25 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice

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11 giugno 1933

Mio Don Giuseppe,

Grazie della tua del 24 giunta oggi. Per me, non per la guerra, ma per il bene della religione e della Cina, auguro che i Giapponesi abbiano metà Cina. Don Cimatti a Pekino ad aprire residenze? Se mi mandano, vado subito.

Intanto il 24 maggio, sotto la pioggia, ho voluto benedire la prima pietra del nuovo Seminario. Deo gratias! Cinque anni di lavoro vedono l’aurora… Spero a Settembre che il sole si terrà sull’orizzonte.

Osaka? Proprio domani vado a vedere un terreno (non dirlo… Segreto! Veh!) che ci vogliono regalare. A quando l’opera? Ma dipendesse da me, domani.

Prega e fa’ pregare e vedremo tutti i miracoli di Maria Aus. e Don Bosco. A Tokyo (26 Aprile) ottenuta l’autorizzazione, 400 oratoriani, 80 alla scuola serale cominciano a dare il loro da fare. Evviva! E beato chi può lavorarvi. Il povero cialtrone Don Cimatti è seduto al tavolo e ti scrive. Fiat voluntas Dei.

Ti invio una scatoletta dei famosi fiori giapponesi di carta, che se arriva, incontreranno. Uso: riempire d’acqua un recipiente che contenga comodamente il fiore, immergervi il fiore, ogni giorno cambiare l’acqua, durata 3-4-5 mesi.

Scrivo e mando per prova un fiore all’Avv. Beltrame, alla Dal Soglio, al Fozzer e anche pel Granziol (cui tu insegnerai l’uso). Quello che accludo in busta ha bisogno che gli si metta un peso al fondo perché stia fermo al bicchiere, ecc.

Ne aggiungo uno anche per te, così proverai tu. I piccoli cartoni dipinti o che ti ho spediti senza vederli, quindi non so se saranno di gradimento.

Prego come dici, che maturi la Z. B. ma tu fa’ altrettanto per me che davvero ne abbisogno.

Tuo tuo aff.mo

Don V. Cimatti



P.S. - Manco a dirlo saluta omnes specie il buon Don Rigoni. I fiori falli pagare bene a chi li desidera, dalli però grato animo a chi credi.

1117 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1933-6-11 /


37.26 a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone, e Consorelle

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11 giugno 1933

Rev.ma Madre, Buone figlie di Maria A.

Permettetemi che all’approssimarsi delle feste che onorano Gesù e il suo S. Cuore, vi rivolga la raccomandazione di volervi investire del santo amore verso Lui che è nostra vita.

Voi che a ragione siete chiamate sue spose dovete in questi giorni sentire più fortemente il suo amore.

Prego la Superiora a ricordare le promesse del S. Cuore a tutte, e fareste un vero regalo a Gesù se nel giorno precedente la festa del S. Cuore o nel giorno stesso faceste insieme l’ora santa, mettendovi nelle condizioni di vittime di amore davanti a Gesù per il bene delle anime e per la santificazione della vostra. Ah, Madre Letizia, amiamo e facciamo amare Gesù.

Preghi per il

Suo povero

Don V. Cimatti, sales.

1118 / Ricaldone Pietro / 1933-6-13 /


37.27 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Kobe, 13 giugno 1933

Molto Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Ho fatto una corsa a Kobe per vedere il terreno che probabilmente gli amici nostri vorrebbero donarci, se accettiamo e promettiamo di fare la scuola, come ho scritto giorni fa. Ecco alcune altre idee:


  1. Il luogo è a mezz’ora di tram elettrico da Osaka, presso un paesetto detto Hirakata. Il tram passa vicino al terreno e la Società è disposta a fare la stazione a pochi passi dalla scuola. Dal paese, a piedi, un dieci minuti.

Nelle vicinanze grande strada nazionale che allaccia Osaka-Kyoto, ecc. aria buona – acqua pure buona – luogo tranquillo. Non deve fare impressione l’essere in queste condizioni. Le distanze coi mezzi moderni di trasporto non contano. Ad es. a pochi minuti da quella zona vi è la scuola femminile delle suore di Nevers – una scuola superiore (università) di medicina per dentisteria – un ospedale (nevrastenici). Gli amici assicurano che la scuola deve avere un successo – non meno di 500 allievi, se si otterrà il pareggio.

  1. Gli allievi – è inteso – devono essere solo maschi.

  2. Per il pareggio manderò indicazioni che sto raccogliendo.

  3. Gli amici dicono: “Che la scuola cominci nel 1935 (come da precedente proposta) o nel 1936 o anche dopo, a noi è essenziale sapere che certamente comincia, per potere metterci attorno e iniziare le pratiche per i terreni, che appartengono a vari proprietari: non è cosa di un giorno solo”.

Qualche missionario francese mi dice: “Attenti e cercate di vederci chiaro in quella donazione”. Certo che gli amici fanno anche il loro interesse e non è escluso che facciano in questo modo: “Comperano per poco grande quantità di terreno – danno a noi il sufficiente per la scuola, e tengono per sé il soprappiù, che colla costruzione della scuola, aumentato di valore paga l’offerta fatta a noi”.

Certo bisognerà mettere nero sul bianco e chiarire – e prego i Superiori che nella loro esperienza suggeriscano e mettano le condizioni opportune.

  1. Se il terreno visitato non potesse essere dato, darebbero altro in altra posizione.

  2. Come dissi quello in questione ha già il permesso del Vescovo.

  3. Penso anche alla possibilità: “E se la scuola non riuscisse? E se il Governo non desse l’approvazione? Se cioè fatta la costruzione non ci fossero gli allievi?”.

Questo per dire che propenderei alla costruzione per parti e quindi più che in cemento, in legno. In caso disperato potrebbe servire per lo studentato, noviziato nostro? Luogo tranquillo certo è.

  1. Spero insieme alle disposizioni di legge inviare grosso modo un preventivo per numero X allievi. Mi informo anche subito presso le suore di Nevers per la loro costruzione, ecc.

Gli amici mi dicono che per l’approvazione occorre l’assicurazione di avere alla Banca il deposito di cento mila Yen… che possono essere utilizzati nella costruzione.

  1. Per tutto il resto come in mia precedente.

  2. Se i Superiori pensano conveniente la cosa o hanno altre proposte… abbiano la bontà di farmelo sapere… sempre intese le condizioni indicate in precedenza…


Con affetto nuovi auguri e preghi per il

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

1119 / Visita Casa di Nakatsu / 1933-6-16 /


Visita canonica alla casa di Nakatsu



Nakatsu, 16 giugno 1933


Trovo anche quest’anno la casa ordinata sotto tutti gli aspetti bene, e penso che il Signore sia contento.

Anche il lavoro dell’apostolato comincia a muoversi. Fede in Dio, preghiera.

Per tener legati i cristiani dispersi e freddi:


  1. Inviare loro, quanto può interessare la vita e azione cattolica con una certa regolarità.

  2. Possibilmente qualche visita.


Per i Seminaristi continuare:


  1. A fomentare la pietà colle compagnie e con quanto è delle nostre tradizioni, frequenza ai santi sacramenti.

  2. Ad attivare lo studio più che si può.

  3. A rafforzare sempre più lo spirito di famiglia colla carità, belle maniere, allegria.


Il Signore ci benedica tutti e ci conceda buone e sode vocazioni.

Don V. Cimatti, sales.

1120 / Visita casa di Beppu / 1933-6-18


Visita canonica alla Visitatoria Beppu


Beppu, 18 giugno 1933



Ringraziando il Signore e dal punto di vista materiale e spirituale la casa è ben ordinata.

Il lavoro iniziato continua – non mancano le difficoltà date dall’ambiente generale e speciale della città – ma sono pure consolanti i risultati.

Estendo ai mandamenti il lavoro apostolico e zone d’azione e autorizzo la piccola costruzione che darà modo di isolare dal caldo e dal rumore del cortile la cristianità. In attesa che i Superiori decidano definitivamente sulla maniera di utilizzare il terreno, si lavora per la missione.

Consiglio di avvicinare i cristiani freddi indirettamente (giornali, invito feste ecc.). Armarsi di pazienza coi giovani disturbatori dell’Oratorio e quando si vedesse ne sorgessero mali maggiori, avvisare chi di ragione perché siano eliminati.

Colla carità, colla prudenza e col lavoro assiduo, nell’esatta osservanza delle regole e tradizioni nostre avremo la vittoria su noi e sugli altri.

Don V. Cimatti, sales.

1121 / Circolare salesiani / 1933-6-20 /


37.28 ai Salesiani della Missione Indipendente di Miyazaki

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Miyazaki, 20 giugno 1933

Carissimi,

Per l’occasione della festa del S. Cuore vi invio e ve le presento come DOVERE da farsi anche per onorare LUI il lavoro annuale dei rendiconti da presentarsi alla S. Sede e anche le relazioni da farsi ai nostri Superiori maggiori sul personale.

Desidererei per tutte (tanto più per quest’anno in cui a Propaganda e al Capitolo vi sono superiori nuovi) grande accuratezza e precisione. Voi non ve ne nascondete l’importanza.

Vi prego di seguire queste norme:


    1. Nel numero popolazione si segni quella realmente dimorante nella vostra residenza, e solo quella.

    2. Si segnino nel numero anche quelli che non frequentano; desidererei sapere il numero anche a parte.

    3. Dove non sapete che scrivere lasciate in bianco, indicando il dubbio o la difficoltà.

    4. Dovendo fare una pratica speciale per certe opere, S. Infanzia, prego…


Prego quindi che al ricevere questi moduli incominciate subito il lavoro. Molti dati statistici e la relazione potete subito scriverli; similmente certe pratiche supplementari, aggiornando poi al 30 Giugno i dati.

Ricordatevi che per questi si tratta anche del bene spirituale dei singoli confratelli; in questi è la vostra relazione che è presentata ai Superiori i quali hanno bisogno di conoscere lo stato reale del personale.

Vi prego di investirvi della vostra parte di responsabilità e fare con esattezza anche questa parte così importante di dovere.

Preghiamo fin d’ora il Signore affinché voglia inviare per la missione e per le nostre opere un ottimo personale. Ascoltiamo in questi giorni la voce del S. Cuore che domanda AMORE, RIPARAZIONE… Abbiamo tanto bisogno di riparare per noi… e per gli altri… Abbiamo tanto bisogno di amare GESÙ così poco amato…

Pregate sempre assai per il

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

1122 / Circolare salesiani / 1933-6-20 /


37.29 ai Missionari salesiani della Missione Indipendente di Miyazaki

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Missione Indipendente di Miyazaki

20 giugno 1933

Carissimi,

Fu messo all’Indice il libro di E.Bonaiuti – La Chiesa Romana, Milano, Gilardi e Noto 1933 - A proposito di libri e riviste e simili piglio l’occasione di richiamare al riguardo l’attenzione vostra su quanto del genere direttamente o indirettamente entra in casa nostra o dal Giappone o dall’estero. Stiamo anche per questo mordicus alle Regole e Tradizioni nostre. Ma vogliate con tutti i mezzi che vi sono possibili vegliare anche sulle anime dei nostri cristiani, specialmente dei fanciulli, fanciulle, giovani e ragazze, a che il triste veleno a cui purtroppo bevono avidamente e abbondantemente i Giapponesi, non si infiltri nella Famiglia Cristiana.

Purtroppo ne ho veduto accenni non lievi qua e là. Nelle prediche, nelle conferenze, nelle esortazioni private, specie nel Tribunale della Penitenza, usiamo anche questa carità alle anime ed investiamoci di questo nostro dovere. Diffondiamo inoltre anche con sacrificio la buona stampa.

IMPORTANTE. Dimenticai nella mia precedente di invitarvi a fare con accuratezza una specie di BILANCIO per il prossimo anno missionario. L’esperienza dell’anno, le nuove opere iniziate, quelle che intendete iniziare ecc. vi mettono chiaramente sulla via per esprimere in cifre il fabbisogno indispensabile per il prossimo anno. L’unica mia preoccupazione, dopo la cura delle vostre anime, è di venirvi in soccorso il più abbondantemente che sia possibile, affinchè non avendo la preoccupazione del materiale, possiate più efficacemente attendere al resto. Purtroppo che non mi fu possibile finora, ma bisogna pure riuscirci ed ho bisogno quindi di questi dati che vi prego di inviarmi su foglio a parte. [Segue lista dei dati necessari]

Non ho preteso di mettervi sott’occhio tutte le necessità della vostra residenza. Voi completate, aggiungete e poi ispirandovi alla realtà della nostra povertà, alla grandezza della Provvidenza divina, al desiderio di fare del bene e salvare delle anime esprimete in cifre la realtà completa delle vostre necessità. Desidererei però che vicino al bilancio delle vostre USCITE risultasse anche quello delle entrate, tenendo conto di quanto vi entra quasi regolarmente (offerte, ecc., piccole industrie person. e casalinghe, ecc.) e anche di offerte in generi o di denaro che vi vengono dall’estero.

Non mi stancherò di ripetere che bisogna che ogni residenza si industri a fare anche fuoco colla propria legna, e provare a fare un po’ di propaganda presso amici, benefattori, ex-allievi.

Il Centro fa quanto può, ma non può arrivare a tante fonti a cui voi soli potete facilmente attingere e con profitto vostro e delle anime.

Generalmente i benefattori per essere attirati all’opera generale, bisogna siano attirati dalla persona singola. Aiutate dunque più che vi sia possibile questo povero elemosinante che vorrebbe poter essere in grado di fornirvi di grandi mezzi per combattere la santa battaglia, ma che da solo è insufficiente a proporzionare i mezzi al bisogno.

Mi pare di potervi dire che la mia povera voce in generale è ascoltata da voi tutti e in tutte le case si lavora anche in questo campo, ed alcune veramente si segnalano al riguardo; ma non bisogna che desistiamo un momento dall’insistere e fare dolce pressione alla carità dei buoni per venirci in aiuto.

Così meriteremo le benedizioni del Signore, e le meriteremo più abbondanti in proporzione della povertà in cui vivremo e dell’attività che esplicheremo per la gloria di Dio. Oh, no… Dio non si smentisce, e l’ha promesso assai chiaramente… QUAERITE PRIMUM REGNUM DEI…

Animo adunque; uno sguardo coscienzioso alla vostra azienda missionaria, al vostro personale interno ed esterno, alle vostre opere, alle possibili economie, alle vostre necessità, e con piena fiducia nella Provvidenza domandate. Urteremo contro la realtà di fatto e il nostro bravo Economo ed il Consiglio dovranno forse fare degli stralci per necessità, ma sono sicuro che se fonderemo i nostri bilanci sulla realtà e sulle vere necessità, e dimenticando noi stessi ci butteremo nelle mani della Provvidenza, sono sicuro, dico, che il Signore ci manderà i mezzi per effettuare anche i nostri desideri.

Vogliate scusare la prolissità e pregate per il

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

1123 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1933-6-20 /


37.30 a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone

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Takanabe, 20 giugno 1933

Madre Rev.ma,

Dovendo per fine mese fare la relazione a Propaganda ed alla Santa Infanzia, avrei bisogno dei soliti dati statistici (numero suore, aspiranti, ecc., personale ricoverato, bambine, ecc.) ed approssimativamente il numero della beneficenza (somma X) con una breve relazione del lavoro fatto per la gioventù e per l’asilo.

Se potesse pure avere qualche fotografia sarebbe assai gradita. Mi propongo di tentare ancora presso la S. Sede e presso la S. Infanzia di Parigi per avere sussidio per l’opera delle Figlie di M. A. E anche per questo che ho bisogno di dati di fatto.11

Il S. Cuore ci infiammi del suo santo amore e ci aiuti a fare un po’ di bene.

Con vivo affetto nel Signore

Suo obbl.mo

Don V. Cimatti, sales.



1124 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1933-6-24 /


37.31 a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone

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24 giugno 1933

Rev.ma Madre,

Mi trovo a Oita per la visita.


  1. Mi giunge dall’ufficio centrale delle poste di Nagasaki un quesito: risulterebbe spedita da Torino una lettera registrata N. l45 di un tal Don Buppin che smarrita nel servizio Bale-Frankfurt dovrebbe essere giunta nella metà di Aprile. A me è giunto nulla, né so chi possa essere questo Don Buppin.

Siccome c’è in mezzo la Germania pensai che si tratti forse di cose note alle suore tedesche. Se lei ne sa qualche cosa abbia la bontà di sapermelo dire con cortese sollecitudine, inviando a Takanabe.

  1. Nell’ultima visita abbiamo parlato anche dell’istruzione catechistica e delle suore e delle allieve, ed ho suggerito qualche cosa al riguardo. Naturalmente (pur non avendo in mano i loro regolamenti, che mi promise di inviarmi, per vedere quanto e se al riguardo vi è qualche cosa che interessi noi) penso che il sacerdote non debba essere del tutto escluso, specie per le ragazze. D’altra parte le suore pure dovendo in un tempo più o meno lontano coadiuvare all’apostolato – e qui in Giappone non essendo sufficiente il nutrimento del semplice catechismo – è necessario che pensiamo seriamente insieme a che si possa fare per il meglio.


    1. Se sul regolamento loro ci sono prescrizioni speciali, bisogna che le eseguiamo.

    2. Se non c’è nulla, bisogna che coordiniamo, in modo da salvaguardare l’ordine interno della casa, colla necessità delle anime.


Il sacerdote, come sempre, è a disposizione, perché è suo stretto dovere, e penso che finora si sia prestato.

Siccome avevamo parlato dell’argomento abbia la bontà di sapermi dire come a Beppu e a Miyazaki si possa venire in aiuto. Nel prossimo mese, dovendo fare relazione e cominciando a pensare al personale per il prossimo anno, mi occorrerebbe anche il suo prezioso parere su questo punto.

Con vero ossequio, sempre ricordando tutte e singole, suore e aspiranti e postulanti:

Dev.mo

Don V. Cimatti, sales.

1125 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1933-6-29 /


37.32 a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone

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29 giugno 1933

Rev. Madre,

Abbia pazienza se l’importuno ancora in relazione alla povera Kawano. Lei conosce il mio modo di pensare al riguardo, ad ogni modo è certo che questa povera anima e corpo è una vera persecuzione da parte dei genitori per cui non posso disinteressarmene della cosa e pregherei a volere usare la carità di raccoglierla almeno in prova dove crede bene. Se è necessario contribuirò direttamente con un mensile.

Mi veniva in testa: “Se fosse in qualche modo concretizzato qualche cosa dell’opera assistenziale di Beppu, non potrebbe la povera Kawano servire allo scopo?”.

Comprendo il grave peso (a voce espressi il pensiero) ma al punto in cui sono le cose, implorerei aiuto, almeno finché non mi si presenti una soluzione migliore.


Notizie:


  1. Il 24/6, congregaz. per le virtù eroiche di Savio.

  2. Nel sotterraneo della chiesa di Maria A. preparano cappella per diecimila reliquie.

  3. Innumerevoli pellegrini a Roma.


Ricevetti ieri lettera consolantissima dalla Madre Generale.

Il Signore rimeriti della carità e conceda ogni bene a Lei e alle figliuole sue grandi e piccole.

Pare avremo Don Fontana per gli esercizi. Abbia la bontà di dirmi giorno preciso inizio della loro muta.

Con affetto benedico:

Obbl.mo

Don V. Cimatti, sales.

1126 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1933-6-… /


37.33 a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone

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Giugno 1933

Rev. Madre,

Ricevo la magnifica relazione. Mi pare dovete far vostro per ora il motto del Sig. Don Rua: “In silentio et in spe erit fortitudo eius”.

Sto studiando col Signore il problema pel vostro servizio religioso.

Preghi anche Lei. Avanti nel Signore e senza paura.

Ottime le dilucidazioni regolamentari.

Con affetto ossequioso:

Don V. Cimatti, sales.

1127 / Ricaldone Pietro / 1933-7-1 /


37.34 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Il rendiconto annuale12


Miyazaki, 1 luglio 1933

Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,


Fiori e frutti


Il chiudersi dell’anno missionario mi porge l’occasione di intrattenermi un po’ con Lei, e come fiore postumo che chiuda le feste sue onomastiche, offrire anche noi lontani figli il nostro dono, il dono certo a Lei più gradito.

Eccole, amato Padre, il lavoro dei suoi figli Salesiani in Giappone, missionari, chierici, coadiutori, Figlie di Maria A., catechisti e maestri. Eccole le nostre famiglie cristiane, aggruppate nelle città o sparse qua e là nei villaggi di piana o di monte. Eccole i catecumeni nostri: messe che biondeggerà in futuro. Eccole le nostre associazioni religiose maschili e femminili e di azione cattolica, che protestando amore alla Chiesa, le inchinano riverenti i loro vessilli. Ecco la porzione cara al cuor di Gesù, i poveri vecchi dell’Ospizio e i nostri cari orfanelli. 13Ecco la schiera eletta sempre crescente dei nostri giovani oratoriani cristiani e pagani – eccole i nostri robusti giovani operai di Oita, e il più bel manipolo, i Seminaristi di Nakatsu.

E la corona si chiude cogli angioletti degli asili. Il piccolo mondo nostro cresce, e con esso le opere, e con queste il bene, la gloria a Dio, la salute delle anime. Come non dire a Dio, a Lei e ai superiori e a quanti con immensa carità ci vennero in aiuto in questo anno, come non dire il grazie riconoscente, il grazie cordiale, e l’assicurazione delle nostre preghiere?


Statistiche


Aride cifre, su, dite ai nostri benefattori il risultato del nostro povero lavoro annuale. [N.B. Seguono le statistiche: si omettono; sono riportate nel B. S. sotto indicato]…


Paziente attesa


Dice una poesia giapponese: “Passo passo si arriva lontano. Una vangata dopo l’altra dissoda il vasto campo – Agucchiando agucchiando si cuce un vestito – Cazzuola a cazzuola di calce intonaca il muro del gran magazzino – La polvere ammucchiata forma una montagna – Goccia aggiunta a goccia forma un mare”.

E l’andavo canterellando su un’aria musicata anni fa, mentre davo uno sguardo alle cifre. Oh, sì, guardando l’esiguità dei numeri ci sarebbe da scoraggiarsi, ma passo passo arriveremo alla meta; dissodando oggi, domani, sempre, la terra produrrà il cento per uno, cucendo cucendo faremo colle buone stoffe delle vocazioni indigene, begli abiti da regalare al Signore. In molte zone dove non ci sono residenze fisse i missionari vanno dissodando il terreno, e preparano con lavoro di propaganda estensiva i futuri centri di irradiazione del lavoro intensivo, quando il personale in preparazione, ben formato, potrà buttarsi al lavoro. Si propongono di ravvivare la vita cristiana fra i fedeli non raggruppati in centri, lottando contro il rilassamento, rastrel[lando …] le pecorelle smarrite. Si sforzano di avvicinare i fratelli erranti protestanti e di divulgare salesianamente le idee cattoliche nell’ambiente di cultura media e superiore, formando cellule cattoliche, futuri centri di irradiazione del lavoro intensivo. Non si lasciano intentate le visite caritatevoli a domicilio, l’invio del giornale cattolico, l’informazione costante di tutti gli avvenimenti solenni della Chiesa, la formazione di gruppi del Vangelo, di riunioni per istruzione cattolica, di conferenze, di larga distribuzione di stampa cattolica, e mirando lontano lontano, accaparrarsi la fanciullezza, la gioventù.

È un lavoro che per chi guarda i risultati attuali può sembrare insignificante, ma è il fermento buono che lieviterà e produrrà i suoi effetti nella paziente attesa.



38 Opere

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Già intorno a noi vediamo sorte varie opere, che preparano gli animi a conoscere e a seguire la luce del Vangelo e aprono la via alla propaganda. È di quest’anno a Miyazaki l’Ospizio: ricovero per ogni genere di miserie, vicino a cui speriamo sorgerà presto l’orfanotrofio.

È in costruzione pure a Miyazaki il nostro PICCOLO SEMINARIO che dopo sei anni di pratiche diventerà realtà.

OITA si rallegra di una nidiata di oltre 40 frugoli nel suo nuovo asilo, e BEPPU di una devota cappellina a Maria A., che sostituisce la povera camera, in cui il caldo e il chiasso dei paganetti scorazzanti in cortile rendevano impossibile l’esercizio dei doveri domenicali all’ancora minuscola cristianità. In attesa che i benefattori ci diano modo di onorare meno indegnamente la Mamma nostra Ausiliatrice in Giappone, la Madonna si accontenterà di un cantuccio. Pur abbellita un po’ di più la cappella di Beppu è meno che la prima Cappella Pinardi di Don Bosco, ma ci sembra di aver già fatto un gran passo in avanti. Oh, vedesse poi la cattedrale di Miyakonojo, opera pure iniziata in quest’anno. Oh buon Gesù! Per fortuna che i vostri angeli attorniandovi vi devono velare certo la nostra miseria. Vedesse dove alle volte per necessità di cose deve celebrare la S. Messa il povero missionario. Ma in mezzo a questa povertà, anime piene di fede e di amore si donano a Gesù. Vien spesso occasione di ricordare la nascita di Gesù nella grotta di Betlemme.

Pensi a questo, amato Padre, e doni alla nostra missione qualche cosa di quanto con vero senso di amore a Gesù, mani gentili costruirono per le cappelle delle missioni.

La tipografia di Oita, per ricordare l’anno santo centenario della Redenzione, fa uscire di questi giorni la seconda edizione del Vangelo unificato, scritto in stile popolare. Rapidamente esaurita la prima edizione, compare ora la seconda, riveduta, fatta nel commento e ricca di illustrazioni. I nostri bravi artigiani di Oita hanno davvero superato se stessi. Oh, entri Gesù anche con questo mezzo in molte anime. Le LETTURE CATTOLICHE entrano nel terzo anno della loro vita, e cominciano a essere note ed apprezzate, come pure il “Don Bosco”, modesto Bollettino Salesiano giapponese.

Le nostre serate domenicali, che concludono l’oratorio quotidiano o festivo sono assiepate di gioventù e di adulti: è per ora uno dei mezzi migliori di propaganda indiretta.

Le notizie di Tokyo poi sono sempre consolanti. L’oratorio batte con costanza sui 300-400; il dopo scuola sul centinaio e viene sempre più allargandosi la sfera d’azione salesiana tra i cooperatori e le cooperatrici nostre. Anche le Figlie di Maria Ausiliatrice mentre lavorano nelle opere iniziate hanno quest’anno la consolazione di accettare tra le loro fila le tre prime postulanti.

In complesso c’è dunque da ringraziare il Signore.


39 Gli ostacoli

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Non mancano naturalmente difficoltà di ogni genere, intrinseche ed estrinseche – incorrispondenza – umiliazioni – fatiche – lotte aperte e subdole – incomprensione e svalutazione del lavoro – penuria di personale e di mezzi, ma la Provvidenza guida e per mezzo dei suoi ministri, i nostri Superiori ed amati benefattori e benefattrici, prevede e provvede. Quindi portati da questa amabile materna Provvidenza noi proseguiamo fiduciosi, in questi momenti specialmente assai difficili sotto tutti i punti di vista per l’opera della propagazione della fede in Giappone.

Ci aiuti il buon Dio e ci scampi da ogni male. Il cielo va oscurandosi di nere nuvole, e sotto la cenere sfavilla il fuoco. L’opera di dissoluzione comunista, frenata energicamente dal governo, lavora in sordina in tutte le forme e ne sono esponenti significativi elementi facinorosi della Società dei senza Dio. Noi, amato padre, vorremmo contrapporvi migliaia e migliaia di buoni oratoriani, migliaia e migliaia di buone famiglie. E colle svariate opere della carità a pro di tutti, vorremmo abbattere il mostruoso blocco pagano, che non sa che sia carità verso Dio e verso il prossimo.

È il ritornello con cui si chiudono le lettere dei missionari: la realizzazione di molti di questi desideri, della massima parte di queste aspirazioni, amato padre, dipende da Lei, dai fratelli ed allievi nostri e dalla falange dei nostri amati cooperatori e cooperatrici. In nome di Dio e della Chiesa noi proseguiamo imperterriti, sicuri che nelle retrovie v’è chi pensa a noi, chi provvede a noi e chi prega per noi.

Faccia scendere su noi e sulle opere nostre la sua paterna benedizione.

Aff.mo figlio

Don V. Cimatti, sales.

1128 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1933-7-2 /


39.1 a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone, e Consorelle

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Visitatoria S. Francesco S., Giappone

2 luglio 1933

Ottime Figlie di Maria A., Postulanti e Aspiranti,

È il giorno della festa della Visitazione di Maria e non voglio finirlo senza visitarvi con questa mia per rivolgere il vostro pensiero a ciò che d’ora in avanti deve formare il vostro unico pensiero, desiderio, preghiera, cioè la preparazione prossima ai vostri Ss. Esercizi, per varie di voi alla professione forse, e per tre delle postulanti alla vestizione, la prima che il vostro Istituto effettua in Giappone e a cui la famiglia [salesia]na [?] vuol cooperare con tutta la preghiera e con tutta la gioia, perché esse furono nostre figliuole spirituali.

Preparatevi colla preghiera affinché questi esercizi riescano meglio di tutti gli altri, meglio di quanti avete fatto finora.

Preparatevi con la convinzione di averne bisogno. Dopo un anno, nonostante la buona volontà i bilanci non sempre riescono esatti. Se si ha da contare su qualche attivo, non mancano i passivi, e se vogliamo essere sinceri, quanti passivi!…

Allora animo e buttatevi con piena fiducia nelle mani della Mamma nostra e cominciate subito la preparazione, subito, subito, perché gli esercizi vi piomberanno addosso presto.

Alle postulanti sarà bene ricordare che dovendo fare una confessione generale è bene fin d’ora si preparino per poter con vera convinzione, come mi hanno detto nell’esame, dare un calcio definitivo al mondo ed essere tutte e solo di Gesù.

Vi sono vicino sempre colla preghiera, proprio vicino all’anima che quotidianamente offro a Gesù. Pregate per me.

Dev.mo

Don V. Cimatti, sales.

1129 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1933-7-2 /


39.2 a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone

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2 luglio 1933

Rev.ma Madre,

Permetta che nell’occasione del suo caro onomastico a nome di tutta la famiglia salesiana le faccia i miei personali auguri uniti a quelli di tutti i confratelli assicurando preghiere speciali per Lei e per le sue figliuole e con l’augurio che i prossimi esercizi che porteranno tanta consolazione in quest’anno a tutte riescano davvero fruttuosi per le anime.

In quel giorno sarà in modo speciale ricordata da noi tutti e specialmente dal

Suo dev.mo

Don V. Cimatti, salesiano

1130 / Joyeusaz Abele / 1933-7-7 /


39.3 a Don Abele Joyeusaz, ex-allievo di Valsalice

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7 luglio 1933

Mio buon Don Abele,

Grazie della tua carità. Hai messo in pratica il “date” e Gesù ti darà il “dabitur”. Grazie a Dio finora di quelli cui ho scritto (e non sono pochi) non hanno detto di no, e vari hanno fatto come te, e così suppliscono a quanti saranno nell’impossibilità. Così tutti col ricordo dell’amico lontano coadiuvano a fare un po’ di bene. Grazie pure della tua bontà presso il sorridente Puisy e Don Skeltis.

Ricordati però che il più è la preghiera… Eccoti che il S. Cuore ti invia il suo messaggio. Nel suo mese amiamolo e facciamolo amare.

Come faccio a parlare giapponese? Come posso. Per le prediche, quando non si vuol essere preoccupati, si legge (come fanno i grandi uomini) e così si tira avanti. Abele mio, ricordati che la vita di apostolato è incomprensibile:

  1. se non saprai vivere di fede che si dona infantilmente a Dio,

  2. se non saprai vivere di umiltà… Sì, sì, dici bene “infirma mundi elegit Deus”… Sì, sì, conosco te e per quanto posso me; possiamo rallegrarci che Gesù ha scelto bene; ma se sapremo umiliarci di più agirà di più. “Humilias te? Deus venit ad te ut elevet te. Erigis te? Deus in alto et a longe cognoscit”, è il concetto, se non le parole di S. Agostino.

  3. se non ci facciamo santi (nota: “farsi”, non esserlo). Continua col desiderio effettivo.


Ti ricordo cotidie. Saluta tutti e fa’ pregare per il

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.




1130-2 /Joyeusaz Abele / 1933-…-… /


a Don Abele Joyeusaz, ex-allievo di Valsalice


[senza data]

Carissimo Abele,

Grazie di cuore della tua. Godo assai che sia sempre tu quel d’una volta, migliorato assai. Deo gratias!

E che il Signore ti conceda di diventare un prete secondo il cuore di D. Bosco. Prego per te e tu fa’ altrettanto per me: ne ho bisogno perché sono vicino alla morte e bisogna metter giudizio sul serio. Grazie delle preghiere e degli auguri.

Tutti gli amici ricambiano gli auguri e ti ricordano. Va’ avanti calmo e sii generoso col Signore.

Ti benedico e abbraccio.

Tuo

Don Vincenzo Cimatti, sales.




1131 / Circolare Salesiani / 1933-7-8 /


ai Salesiani e Missionari della Visitatoria S. Francesco Saverio


Miyazaki, 8 luglio 1933

Carissimi,

Si avvicina a grandi passi la data dei nostri Esercizi Spirituali e mi sento in dovere fin d’ora di raccomandarvi l’esatta coscienziosa preparazione a quanto forma la pratica annuale più importante per la perfezione nostra.

Tutti ne abbiamo un forte bisogno, da questa preparazione dipenderà in gran parte il buon esito dei medesimi, dal buon esito dipenderà la miglior efficacia del nostro lavoro di apostolato. A costo di tediarvi lasciatemi ripetere: “L’efficacia del nostro lavoro per la gloria di Dio e per la salvezza delle anime a noi affidate è legata alla santità della nostra vita” e dunque nostro dovere farci santi se vogliamo vedere prosperare sempre più il nostro lavoro.

Saranno buoni mezzi di preparazione:


  1. L’accurata e attenta lettura delle nostre Regole e regolamenti prescritta per tradizione nostra in questa seconda parte dell’anno.

  2. Il miglior adempimento delle nostre pratiche di pietà, specie la meditazione, la lettura e l’esame di coscienza.

  3. Il più esatto adempimento dei nostri doveri.

  4. Affrettare col desiderio e colla preghiera la venuta dei medesimi.


Se faremo questa preparazione, che come vedete si conclude in un lavoro individuale pratico, il frutto degli Esercizi è assicurato. Se non facciamo questa preparazione, gli Esercizi si ridurranno per noi a una pratica che ritorna annualmente e che si fa perché si deve fare; una tassa di regola cui bisogna pure obbedire per tanti motivi, ma che non lascerà impronta e non lascerà una direzione più attiva alla nostra santificazione.

Saremo un po’ come operai che vanno al lavoro senza ferri del mestiere o come soldati che vanno in guerra senz’armi.

Prepariamoci fin d’ora e saremo raccolti allora, disposti alla meditazione e al serio esame su noi stessi, e i nostri propositi saranno scritti, meglio, incisi indelebilmente nella volontà.

Beato chi da oggi inizierà tale preparazione… Che ad onore del vero mi consta che per vari di voi si è già iniziata. DEO GRATIAS!

Prego i capi-residenza di far leggere questi poveri pensieri ai confratelli e se del caso comunicarli.

Comunicazioni:


  1. Al ricevere i FILMS approvati col relativo documento, nel rinviarli si abbia l’avvertenza di inviare a parte anche il medesimo, se no rimangono inutilizzati.

  2. Don Cimatti non sempre trovandosi in sede, prega di non mettere nelle lettere a lui indirizzate delle commissioni che esigano una certa urgenza, ma di dirigersi all’incaricato…

  3. Nulla ancora a tutt’oggi da Torino per la nuova spedizione. Per gli Es. Sp. se non vengono bastoni fra le ruote è assicurata la venuta di un confratello sacerdote da Shanghai.

  4. Prego i soggetti alle armi della leva 1913 di inviarmi subito che arrivasse il documento dei loro comuni o distretti relativi alla loro chiamata alla visita militare.


Sono già arrivate parte delle relazioni dell’anno missionario e moduli riempiti.

Prego gli altri a sollecitare l’invio.

Vi seguo quotidianamente col pensiero, coll’affetto e colla preghiera nei vostri molteplici lavori.

Pregate voi pure per il

vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

1132 / Circolare Salesiani / 1933-7-8 /


ai Salesiani e Missionari della Visitatoria S. F. Saverio



Miyazaki, 8 luglio 1933

Carissimi,

Avute le vostre relazioni e trattatone in Consiglio, valendomi delle facoltà concessemi dal Rettor Maggiore, ho creduto opportuno dispensare di un anno di tirocinio il confratello chierico N. N. che quindi potrà nel prossimo anno scolastico iniziare la santa Teologia.

Per volere dei Superiori, fino a che non avremo in Giappone uno studentato regolare, dovendo noi inviare i nostri ad Hong Kong, vogliate disporre ed eseguire quanto segue:


  1. Il chierico dia il suo esame regolare del tirocinio per la fine del mese.

Non potendo certo finire il programma prescritto, dia l’esame su una parte. Voi alla fine del mese mi invierete il vostro parere sull’esito, parere che devo inviare al nostro Consigliere scolastico generale.

  1. Ad Hong Kong l’anno scolastico si inizia col primo di settembre prossimo.

La data della partenza è ancora da fissare, ma sarà nella seconda quindicina di Agosto.

  1. Non è improbabile che ai primi di Agosto si tenga per questi partenti una speciale muta di esercizi. Comunicherò al più presto le date per questi ultimi e per la partenza.

  2. Vogliate invigilare specialmente che sia a posto il corredo e sapendo per esperienza quanto sia importante questo punto vi prego di verificare voi personalmente le cose. Mi scrive l’Ispettore al riguardo: “Di veste bastano quelle nere un po’ leggere, camicie, maglie, mutande, ecc. ecc. ad LIBITUM. Scarpe due paia, pantofole con la suola di gomma, ecc. ecc.”. Per i libri di scuola troveranno tutto sul posto. Per lo studio del Giapponese vadano forniti di quanto credono avere bisogno (avranno scuola regolare), idem per la cancelleria.

Consiglio di non portarvi dietro cianfrusaglia di libri o altro che facciano perdere tempo od occupino inutilmente posto… Tanto più che è una condizione provvisoria. Osservate e consigliate, e se nella vostra biblioteca avete qualche libro vostro che possa essere utile loro per lo studio sacro cedetelo volentieri. Portino il Liber Usualis.

  1. Tutto il resto del corredo o quanto di personale rimane sia chiuso e ben difeso con naftalina o altro in casse o bauli con la chiara indicazione del nome del proprietario. Vi dirò in seguito dove far pervenire per la conservazione tutte queste cose.

  2. E sapendo queste ed altre piccole norme per la vostra esperienza potrà suggerire, eviteremo tante inutili spese e lamentele per l’avvenire.

  3. Per le pratiche legali e carte d’ufficio pensa il sottoscritto.


Vogliate nel breve periodo in cui avete ancora sottomano questi cari chierici aiutarli a completare il meglio che sia possibile la loro formazione, avendo occhio anche alle regole di buona educazione in tutto (modo di presentarsi, tavole, pulizia personale, ecc.), ma specialmente che siano modelli di pietà soda, convinta e non solo esteriore. Apprezzino la grazia ricevuta e se ne rendano degni.

Il Signore vi rimuneri anche di questa carità.

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

1133 /Circolare salesiani / 1933-7-10 /


39.4 ai Salesiani della Missione Indipendente di Miyazaki

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Missione Indipendente di Miyazaki

10 luglio 1933

Carissimi,

Mentre di cuore vi auguro una buona festa dell’Assunzione, che procureremo di celebrare colla massima solennità possibile, insisto a che rivolgiamo tutte le nostre attività spirituali per prepararci ai prossimi S. Spirituali E. Mettiamoli fin d’ora sotto la protezione di Maria SS.ma.

Ed ora alcune comunicazioni necessarie anche per il buon andamento degli esercizi e per il maggior sviluppo della missione.


  1. Faremo qualche adunanza e di quelle prescritte dai nostri Regolamenti ed almeno una in preparazione al Sinodo che quasi certamente si terrà nel prossimo anno a Tokyo. Dovendo presentare per il 1 Ottobre i DESIDERATA dei missionari, prego ognuno dei sacerdoti ad esprimere i suoi pareri in relazione ai seguenti punti…

  2. Come sapete i Superiori hanno deciso che il nostro Studentato Teologico temporaneamente sia quello di Hong Kong. Mentre ringraziamo il Signore che ci dà modo di iniziare questo corso così importante per l’avvenire della Missione, preghiamo e facciamo voti che coloro che inizieranno il corso si mettano di buona volontà, con senso di responsabilità a compiere il loro dovere. La loro partenza è fissata per il 21 c. m. da Nagasaki, sul “Kitano Maru” alle 4 pomeridiane. Mentre prego il Signori Direttori a voler facilitare ai partenti i preparativi, prego pure di disporre che si trovino prima di mezzogiorno del 21 a Nagasaki.

  3. Non ho ancora comunicazioni da Torino per il nuovo personale. Preghiamo affinché il Signore aiuti i Superiori a venirci in aiuto. Noi intanto continuiamo imperturbati il nostro lavoro, fiduciosi che il Signore ci soccorrerà nella proporzione dei nostri bisogni.

  4. Nell’adunanza dei missionari ognuno è invitato a fare la relazione del lavoro svolto nella propria residenza.


In unione di preghiere: in Gesù e Maria

Don V. Cimatti, sales.

1134 / Tirone Pietro / 1933-7-11 /


a Don Pietro Tirone, Direttore Spirituale Generale



11 luglio 1933

M. R. Sig. Don Tirone,

Eccole i nostri poveri moduli riempiti, se non a perfezione, con buona volontà. Compatisca e legga anche Lei con fede e mi consigli.

Grazie a Dio, traviati, nessuno. Le difficoltà che si riflettono sullo spirito di alcuni sono prodotte da malattia (colpa di nessuno) o da abitudini giovanili di vecchia data (alcuni dalla prima giovinezza) e non capite o non manifestate chiaramente negli anni di formazione. Si cerca di lavorare queste ultime. Per le prime (malattie di nervi) non c’è niente da fare che sopportare in pace fin che si può.

I confratelli tutti desiderano il lavoro – alcuni anche molto. Don Cimatti non dice mai di no quando può farlo.

Si vanno delineando e maturando vocazioni anche per la nostra Società.

A quando il Noviziato? Quando i Superiori mi daranno un buon Maestro che andrebbe bene? Lo adocchino fin d’ora. Così venendo per tempo potrebbe apprendere la lingua. Fra quelli che attualmente in sede, non mi pare ci sia nessuno (forse Don Tanguy – o Don Cecchetti, ma è ammalato e poi non può o non vuole studiare la lingua e poi è formato come è formato).

La missione ha già fatto il grave sacrificio di cedere tre buoni soggetti a Tokyo ed altri (prevedo già) dovrà cedere – e allora capirà che non si può andare avanti.

Inizio con pochi (ho voluto dar valore ai desideri dei Superiori e alle disposizioni di regolamento) la teologia ad Hong Kong – ma come hanno detto i Superiori bisogna che anche il Giappone abbia il suo studentato. Quando? Dipende, come il Noviziato, dai Superiori.

Ma è fondamentale che vi siano alla testa salesiani laboriosi, puri e poveri di spirito nel vero senso della parola. Se ciò è necessario dappertutto lo è indispensabilmente in Giappone. Le relazioni con le Figlie di Maria A. mi paiono buone – volevano fare da loro ed è meglio. Le aiuto spiritualmente come so e posso, pur non potendo, per la ristrettezza del personale fare quanto sarebbe utile per loro e quanto desidererebbero per i servizi religiosi.

Voglia investirsi dei nostri bisogni e preghi e faccia pregare per noi.

Suo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.

1135 / Seriè Giorgio / 1933-7-11 /


39.5 a Don Giorgio Seriè, Consigliere Generale per gli Oratori

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Takanabe, 11 luglio 1933

M. R. Sig. Don Serié,

Raccomando alla sua benevolenza le relazioni prescritte che trasmetto di gran cuore nella speranza di consiglio e di aiuto.

Il problema dell’Oratorio in Giappone, essendo per la gran parte costituito di pagani, è ancora un problema.

Lavoriamo con fede nel nome di Don Bosco senza vedere risultati: mieteranno i posteri.

I confratelli le dicono le loro idee: occorrerebbe molto personale e mezzi, e specializzato per Oratori: venendo si potrebbe per lo meno iniziare lo studio della lingua, senza di cui si è morti, e non è facile…

Spero che mi aiuteranno per Tokyo. Lei interponga la sua buona parola affinché ci si venga in aiuto.

E preghi preghi e faccia pregare per noi.

Con ossequio vivissimo

Don V. Cimatti, sales.

1136 / Ricaldone Pietro / 1933-7-14 /


39.6 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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14 luglio 1933

M. R. ed amatissimo Sig. Don Ricaldone,

Benché in forma non chiara (invierò fra poco la relazione completa) voglio subito farla partecipe del lavoro di quest’anno. Grazie a Dio, ai Superiori e benefattori!

Attendo, per poter fare proposte concrete, di sapere qualche cosa del prossimo invio del personale.

Conto sul ritorno di Don Margiaria (che potrebbe tornare con quanto la carità dei Superiori ci invia).

Preghi e faccia pregare per noi. Il Giappone è a una grande svolta – e non è improbabile scoppi qualche cosa.

Maria A. e Don Bosco ci proteggano. Ci benedica tutti.

Con affetto filiale,

Dev.mo

Don V. Cimatti, sales.


1137 / Ricaldone Pietro / 1933-7-22 /


39.7 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani1

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Missione Indipendente di Miyazaki

Takanabe, 22 luglio 1933

Rev.mo Sig. Don Ricaldone,

Mi è grato inviarle la prescritta relazione (copia) che ho già inviato a PROPAGANDA. Il Signore ha benedetto anche quest’anno il lavoro missionario e pur non potendo scrivere delle cifre fastose, mi pare che il lavoro del missionario sia sufficientemente documentato, tenendo pur conto delle condizioni speciali di ambiente e della scarsezza di personale e di mezzi.

Il Signore benedica i Superiori di quanto hanno fatto per noi.

Ho creduto doveroso mettere come ricevuto dai Superiori quanto ebbi per la cessione dell’Asilo perché fu davvero tutta e solo opera caritatevole dei Superiori. Prego i Superiori che siano sempre buoni ministri della medesima e sostengano questa giovane missione e l’ancor più giovane opera salesiana.

I Superiori ravvivino la fede nella Provvidenza che non sarà per lasciare mancare i mezzi se tutti avremo più fede, più fede, più fede.

Specialmente supplico che vogliano col consiglio, col comando, coll’ammonizione dirigere questo povero prete affinché salvi sé e i suoi.

Preghi per il

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.




1138 / Ruffini Costantino / 1933-7-24 /


39.8 a Costantino Ruffini, ex-allievo di Valsalice

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24 luglio 1933

Al muto Padovano,2

C’era una volta un giovane chiamato Costantino,

che con grande frequenza, in scuola chiacchierava.

Ma fatto poi adulto e avuti dal Signore e dall’amata Flora due angioletti cari,

di scriver, di parlare purtroppo ahimè! cessò.

L’amico del Giappone che sempre pensa e prega – pel bravo Costantino –

implora dal buon Dio l’attesa guarigion.

Piglia la penna e scrivi al vecchio del Giappone.

Un bacio ai tuoi e prega pel

Tuo

Don Cimatti, sales.


1139 / Ricaldone Pietro / 1933-7-30 /


39.9 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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30 luglio 1933

M. R. ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Unisco a parte alcune pratiche.


  1. Dimenticai sempre di domandare come devo regolarmi per i diplomi dei Cooperatori. Non è difficile la cosa quando si tratta di rilasciare il diploma in lingua estera. A Torino possono fare, e non è gran disturbo per nessuno: posso inviare i nomi alla Direzione Generale.

Il Sig. Don Rinaldi, di s. m., per venire in aiuto per quelli scritti in giapponese – e per la massima parte bisogna pensare a questi – mi aveva fatto spedire il timbro colla sua firma, coll’assoluto divieto di non usarlo se non per la firma dei diplomi. Non l’ho mai usato una volta, perché la morte ce lo trasportò in Paradiso. Veda Lei. Se Lei crede si debba fare diverso, posso spedire a Torino i diplomi in giapponese e così tutto è regolare.

  1. Le unisco qualche idea che le dia modo di valutare la nostra situazione e o subito o venendo Don Margiaria decidere.


Tokyo:


    1. Nel luogo attuale si è d’accordo che una scuola sia pur modesta e al massimo una branca sola e non più – non è possibile erigere.

Il posto è ristretto ed in pratica equivarrebbe ammazzare l’Oratorio.

Ne abbiamo già l’esperienza a Oita, a Nakatsu. L’opera missionaria, l’oratorio missionario e una scuola in un piccolo terreno, con costruzioni alla giapponese, non sono possibili.

    1. Che sia quindi il caso di proporre a S. E. che ci permetta coi soldi che gli dobbiamo (Yen diecimila) di comprare altrove, nell’altra circoscrizione, dove pare si trovino terreni a buon prezzo, e pensare là a costruire la scuola?

    2. Intanto i Salesiani continuano a lavorare a Mikawajima e continueranno a lavorare anche per la diocesi nell’altra circoscrizione.


Ma è decoroso per noi proporre questo? O è meglio pagare, e tentare di comprare altrove coll’aiuto dei Superiori e di quanto spero porterà Don Margiaria. Nel compromesso c’è pure la clausola che se i Salesiani volessero ritirarsi da Mikawajima si verrebbe ad un’intesa (naturalmente se abbiamo pagato) per gli edifici.

Don Margiaria teme che lavorando per questi poveri ragazzi, facciamo solo gli interessi di Monsignore e non della Congregazione. Ma (come dice bene anche Don Piacenza) mi pare che facciamo quelli di Dio e anche i nostri. A Tokyo si dice solo: “I Salesiani fanno così, i salesiani fanno questo…”. Insomma Don Margiaria sta per il monopolio salesiano – Don Cimatti sta per il bene; e non vorrei che se si mettesse l’opera tipografica a Mikawajima, venisse a cessare l’ottimo accordo che c’è fra noi e il Vescovo e missionari ed Ordini e congregazioni religiose, e questo cesserà certo il giorno in cui ci sarà chi non vedendo che la Congregazione vorrà fare il legislatore.

D’altra [parte] bisogna che teniamo conto delle ottime disposizioni di Monsignore attuale, e impiantarci presto bene, perché non sappiamo l’avvenire.

Don Margiaria insomma non vede che la Congregazione, e forse non pensa troppo che siamo in terra di missione.

Non so se le avrò chiarito il mio pensiero. Unisco ad ogni modo lettera di Don Margiaria che mi dice, spera essere a Torino in settembre.

  1. Osaka: unisco pro-memoria secondo le ultime intese.

  2. Se le potesse servire quest’idea…


    1. Lei sa dell’emigrazione fortissima di giapponesi in Brasile.

    2. Già vari confratelli scrivono di là, come potremmo aiutare queste povere anime?

    3. Ho mandato a più riprese stampati, ecc.

    4. Se tornasse comodo che qualche confratello di là venisse qui temporaneamente per apprendere il giapponese, qui certo aiuterebbe…

    5. E in caso di cambi per salute o altro, se qualcuno del Giappone andasse in Brasile penso che la cosa sarebbe vista anche dalle autorità e forse facilitata.


  1. Sarà possibile sapere presto qualche cosa dei nuovi rinforzi? È per poter fare proposte concrete ai Superiori.

  2. Grazie a Dio ho ottenuto dalla bontà dei Superiori la dispensa di un anno di tirocinio di cinque nostri chierici (è in corso la pratica per un altro). Spero partiranno il 25 Agosto p. v. per iniziare al 1 Settembre i corsi a Hong Kong. Preghi in modo speciale per loro: sono sicuro che il Signore benedirà l’obbedienza che facciamo, a me tanto più cara perché mi fa vedere la nostra povertà in tutto, e specialmente perché dà un bel colpo alla mia boria. Deo gratias!

  3. Domando consiglio sulla formazione e funzionamento del Consiglio.


Se uno dei Consiglieri è a Tokyo in pratica non può intervenire alle adunanze. Don Piacenza è tenuto al corrente e interrogato per lettera. Verrà per gli esercizi. Se Don Margiaria va al Nord, saremo nelle stesse condizioni. Che Don Piacenza sia su (anche tenendo la carica di economo) è utile, ma non so come coordinare la cosa. In pratica non posso obbligare il confratello a lasciare la residenza per una settimana al mese, in occasione delle adunanze, con un dispendio tal quale. Che mi consiglia? Tornando Don Margiaria dove lo metto? Se torna a Oita – rompo il lavoro e la pace di Don Marega – se a Tokyo temo di rompere lavoro e pace di Don Piacenza. Che mi consiglia?

Che sia dunque venuto il tempo della separazione dei poteri? Bisogna pensare che l’Ispettore abbia lavoro: per Tokyo, per Beppu, per la tipografia di Oita; vi è da organizzare poi tutto: noviziato, studentato filosofico e teologico; organizzare i cooperatori; visita alle case della Missione e cura dei salesiani, cura spirituale delle Figlie di Maria A. Sono in aria ancora molte cose – non avendo i Superiori ancora deciso né di Beppu, Oita, ecc. – ma lavoro c’è. Tokyo mi pare può mantenersi da sé – la tipografia, una volta impiantata bene, pure – se Beppu lo si mette sul piede delle proposte fatte (Santuario di Maria A. – casa del missionario), pure. Quindi con poco aiuto, potrebbe vivere. Ma videant superiores. Per me desidero quello che desiderano i Superiori, né farò mai un passo presso le autorità eccles., né lo farà il Delegato se non spinto dal sottoscritto (così mi disse).

Ho esposto così la cosa, affinché i Superiori conoscano anche su questo punto il mio povero parere, che si assomma in questo: “Quello che è da farsi, farlo subito”.


Alla fine del mese, breve resoconto mio:

Salute: optime. Studio e lavoro: al solito. Ho bisogno di preparare più accuratamente lezioni, prediche, ecc. e rivedere la teologia.

Pratiche di pietà: regolari. Vengo lavorandole poco a poco.

Ss. Voti: non ho difficoltà. Il Signore mi ha dato un cuore che batte… Ho bisogno di regolarizzare.

Carità cum omnibus et in omnibus.

Per le case e confratelli nulla di nuovo. Ci prepariamo agli esercizi: 2 mute (1 Agosto-7 Agosto; 18 Ag.-24). È venuto ad aiutare da Shanghai il bravo Don Suppo. È da poco d’altra parte che ho inviato i rendiconti; e novità nessuna. Come d’intesa, forse in Ottobre ritorna Don Antonio (cuore, riposo e un po’ di propaganda) che così mi accompagna il ch. Baratto, che spero dalla venuta guadagnerà spiritualmente e materialmente. Non credo si perderà anzi… Per ora gli altri abbastanza calmi: nel caso al prossimo anno (come Lei mi consigliò) invierò per riposo altri ammalati. Supplico di nuovo i Superiori che intuita canonizzazione di Don Bosco o Capitolo non mi obblighino a venire. Sono stremato di personale – quest’anno vi sarà sinodo – e prevedo non poter tenere tutto, a meno che vi sia un rinforzo speciale. Già preso come programma: rafforzare e rassodare.

Prevedo pure sarà un anno duro per le finanze. Il tracollo del dollaro (e la S. Sede retribuisce in dollari) ci ha assottigliato le già sottili retribuzioni. Sul sussidio annuale, al cambio abbiamo perduto Yen 1500, e più ne perderemo sul sussidio del Seminario. Ma il Signore sa e provvederà.

Ho scritto pure tempo fa (spero sarà in giro la risposta) che dal 1 Gennaio di quest’anno non ho ricevuto conti dal Capitolo, né l’invio trimestrale (come d’intesa) delle offerte giunte intuitu missionis Japoniae, e siamo a fine di Luglio.

Mi consta che ci sono offerte per Ss. Messe (e non so chi le dica) – alcuni hanno scritto: “abbiamo spedito a Torino”. Scrissi al riguardo a Lei, al Sig. Don Giraudi, al Sig. Don Tranquillo. Su questo tema tutti muti. Confido che i Superiori mi aiuteranno ad ottenere anche questo, se no cascano le braccia anche ai confratelli, che cercano di alleviare i pesi della missione, e non vedono alcun risultato, mentre sanno che è desiderio e volere dei Superiori che queste offerte giungano a destinazione. Ho da pensare a Tokyo, Hong Kong e poi ci sarà il nuovo personale e tutte le opere. Supplico dunque a che mi si aiuti, anche per non fare brutta figura coi benefattori: ché è dal 1 gennaio che non posso ringraziare.

Preghi per il buon esito dei nostri esercizi e specialmente per la santificazione del suo:

Aff.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.

1140 / Ricaldone Pietro / 1933-7-31 /


39.10 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Takanabe, 31 luglio 1933

Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Proprio stamane ho spedito la lettera mensile con le proposte da Lei desiderate in ultima sua, quando mi giunsero nuovi schiarimenti dagli amici di Osaka, che unisco alla presente.

Per me quid dicam? Nescio, perché come vede è tutta questione dei Superiori, occorrendo soldi e denaro e personale e soldi.


  1. Certo che l’offerta che fanno non è disprezzabile, e bisogna non perdere l’occasione di metterci a Osaka.

  2. Possono i Superiori dare personale e mezzi?

  3. Sulla scelta della scuola, posto che a Osaka c’è già la scuola delle lingue, è il caso che ne facciamo una noi? Certo in una città di oltre 3 milioni di abitanti c’è posto per tutti – ma noi certo non potremo impiantarci in città.


Che sia più secondo lo spirito nostro attaccarci alla scuola professionale, iniziando modestamente e poi…?

Certo la scuola di lingue ci dà modo di avvicinare il ceto medio, influente, ecc. Ma i poveri ragazzi hanno certo bisogno…

Oh, se ci fosse qui il Visitatore straordinario!

Don Margiaria e Don Cavoli a Torino potranno certo chiarire la situazione.

Che vuole? Don Cimatti capisce poco e dice subito di sì, purché ci sia da far del bene.

Deo gratias della Venerabilità del nostro Savio e sia presto glorificato col nostro Padre.

Preghi per noi e specialmente per il

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

1141 / Circolare Salesiani / 1933-7-… /


39.11 ai Salesiani della Visitatoria S. F. Saverio

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[Luglio 1933]

Carissimi,


Si avvicina il mese di Agosto, epoca dei nostri rendiconti amministrativi. Mentre vi invio i moduli relativi, vogliate aver presente le seguenti osservazioni.


  1. Incominciate a prepararvi fin d’ora coi dati dei mesi precedenti. A fine di Agosto sarà facile aggiungere i dati dell’ultimo mese e così con poca fatica essere puntuali.

  2. Le varie case all’attivo debbono dire il prezzo dei terreni, fabbricati e mobili esistenti, ecc. Nel mese di Agosto ciascuna casa si informi su questi dati, faccia ricerche, ecc.

  3. Nel fare il vostro rendiconto dovete dire anche l’entrata per le Messe.

Fate così: sottraete dalla somma avuta dal Centro il numero delle Messe ad mentem Superioris… elemosina Messe, più altre offerte avute privatamente. Esaminando i rendiconti che sono negli archivi vedo davvero che non sono esemplari. Molti incompleti, molti fatti alla buona, molti con cifre in un posto, mentre vanno in un altro. Voi ben sapete che sono documenti che restano e che non deporrebbero bene di noi. È grave dovere fare o sorvegliare che sia fatto bene in tutte le sue parti dalla prima alla quarta pagina.

Sono tali le vive insistenze dei Superiori al riguardo. Il sottoscritto le fa sue ed esorta quanto sa e può tutti gli incaricati di questo dovere a compierlo nel miglior modo possibile.

Prego che gli acclusi moduli mi siano inviati nella prima settimana di settembre in doppia coppia.

  1. Salvo contr’ordini la muta degli esercizi per tutti i confratelli è dal 18 Agosto al 24. Sarà tenuta a Takanabe. Data la povertà della nostra missione, prego ogni esercitando a portarsi lenzuola e zanzariera. Prepariamoci a ricevere abbondantemente la grazia del Signore colla riflessione, colla preghiera e col lavoro.

  2. Prego nei limiti consentiti dalla nostra povertà e secondo le necessità personali di stabilire un conveniente riposo ai confratelli secondo lo spirito dei nostri Regolamenti.


Pregate assai per il

Vostro aff.mo in C. J.

Sac. Vincenzo Cimatti, sales.

1142 / Miletto Erminio / 1933-8-4 /


39.12 al Cav. Erminio Miletto, ex-allievo dell’Oratorio S. Giuseppe

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Takanabe, 4 agosto 1933

Carissimo Erminio,

La tua mi ha commosso, consolato, rallegrato.

Grazie delle belle iniziative. Tu che sei forse più degli altri dentro l’Azione Cattolica spiega che Don Cimatti vorrebbe che questo gruppo fosse ispirato nelle sue attività ai principi d’azione voluta dal S. Padre – per il bene delle anime e soprattutto della nostra.

Tu lo sai, Don Cimatti non è poi così lontano che non possa ricevere ed inviare lettere per continuare quell’unione che tanto ci aiutò in altri tempi.

Sì, siete cambiati nell’aspetto, ma siete sempre quelli, e finché sarete così, va bene.

Assicura mamma e sorella del continuo ricordo nella preghiera.

Mi ricordi il Massaia! Ah, Erminio, quelli sono i colossi delle Missioni. Don Cimatti ha la barba ormai bianca, ma è bambino.

Ad ogni modo avanti nel Signore.

Ti abbraccio e benedico. Prega per il

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti

1143 / Grigoletto Giuseppe / 1933-7-10


39.13 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice

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Takanabe, 10 luglio 1933

Carissimo,

Grazie della tua del 6/6/30 e delle belle notizie che mi dai.

Dalla foto ti vedo più allampanato e lungo mi pare, meglio così, si è più agili e si occupa meno posto.

Niente paura della grammatica latina… Meno male che la giapponese è molto più facile, è la lingua che è difficile, difficile, difficile… L’importante è che capiscano… Capiscono altro che, ma perché forse capiscono troppo, non vogliono. Beh! Ci aiuti il Signore.

Per Mogliano… 1928… grammatiche, vocabolari… Stregata d’una zuca baruca… Ma che cosa c’è di chiaro… Beh! Vedi tu meglio di me che la malattia più grossa che piglia noi tutti in Giappone è la dimenticanza… Avrò dimenticato… O sarà un dono di libri…? Bene, bene.

Per il tuo inno? Ma l’ho fatto con gioia come piccolo omaggio a Gesù. I tuoi allievi possono cantarlo. Mi pare popolare. Non ho velleità perché salga in alto, se poi da qualcuno può essere usato per lodare Gesù, evviva!3

Non so nulla dei tuoi sussidi regi… Stiamo attenti che non ci venga meno quello del re dei re… E poi niente paura. L’importante, Giuseppe, “soli Deo honor et gloria”. Ah mi vedessi a far il matto ai concerti… Giullereggiare per Gesù è così bello!

Grazie pel compleanno (batto il 54) – se va bene ancora 21 e poi vedremo, ma fin lì sono sicuro (se non muoio prima). Prega. Quasi 54 anni di responsabilità e di rendiconto pel giudizio. A parte tutto tuo zio scrive benone. Ho la statistica esatta 452.100 abitanti, 195 cristiani; in tre mesi 11 battesimi. Dalla festa di Don Bosco, giorno in cui si ottenne l’approvazione di lavorare: oratorio di 450 quotidiano, 100 dopo-scuola; già un bravo medico si presta gratis per i denti dei ragazzi e loro famiglie. Se lo zio vuol venire…

Ti abbraccio. Saluta omnes.

Tuo

Don V. Cimatti, sales.

1144 / Grigoletto Giuseppe / 1933-8-12 /


39.14 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di

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Takanabe, 12 agosto 1933

Carissimo,

Grazie della tua carità continua e più delle preghiere. Tu sai che domando sempre di queste e tu ne provvedi, e sta bene.

Invio ringraziamenti agli offerenti e tu continua a far del bene, e lascia stare i granchi (non ho capito nulla dell’inno sulla S. Sindone)… Per me quando ho fatto una cosa, se non devo ricordarla, non ci penso più. Il tuo inno è bello, la mia musica più bella e quelli che canteranno loderanno il Signore, il che è ancora più bello.4

Quest’anno spero verrà un po’ di personale con Don Margiaria che torna dall’America.

In ottobre partirà Don Cavoli per un po’ di riposo: verrà certo a trovarti come benefattore insigne dell’Ospizio.

Per me mi butto in braccio a Dio e succeda quel che vuole, sono sempre sicuro.

Ti benedico.

Don V. Cimatti, sales.

1145 / Tirone Pietro / 1933-8-26 /


39.15 a Don Pietro Tirone, Direttore Spirituale Generale

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Takanabe, 26 agosto 1933

Rev.mo Sig. Don Tirone,

Abbia la bontà di consigliarmi. Non ricordo più se a Lei o al Rettor Maggiore avevo esposto il caso di un nostro bravo aspirante coadiutore che se avessimo il noviziato potrebbe entrarvi, ma anche in questo siamo assai poveri.

Come fare? Per le missioni hanno i Superiori delle autorizzazioni speciali per cui si possa fare il noviziato come ai tempi eroici di Don Bosco? O almeno per provare anche meglio le forze spirituali dell’individuo è permesso far fare i voti privati considerando poi l’individuo come vero confratello agli effetti della vita, in attesa che anche per il Giappone venga l’ora del Noviziato?

Per me sono disposto ed ho materiale per aprirlo anche subito, ma già da tempo supplicavo i Superiori affinché mi mandassero un buon maestro dei Novizi, se non è possibile.

Beh!… Il futuro Ispettore vedrà… A me quello che interessa è sapere ciò che Lei mi consiglia. Se si può fare il noviziato all’eroica, me lo piglio ai fianchi e se non si può posso far fare i voti privati? E se anche questo non è consigliabile abbia la bontà di consigliarmi quid faciendum.

Voglia continuare a pregare per noi e mi consigli pure se avesse eventuali osservazioni da farmi sugli ultimi rendiconti.

Spero che i Superiori secondo le promesse mi aiuteranno in quest’anno… Le voci ufficiose suonano grande miseria… ma anche nella povertà si può trovare la ricchezza, e spero di trovarla. Il Signore benedica il suo lavoro.

Si fecero regolarmente e mi sembra con gran frutto le mute degli esercizi (due per i confratelli e una per le Figlie di Maria A.) predicate dal Sig. Don Suppo (venuto da Shanghai), Don Cecchetti, Don Marega e Don Cimatti.

Unisco moduli per professione triennale per il suo archivio. Preghi per me, ogni giorno più convinto delle mie miserie e in attesa del calcio definitivo che non tarderà a venire.

Tutto suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

1146 / Ricaldone Pietro / 1933-8-28 /


39.16 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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28 agosto 1933

Amatissimo Sig. Don Ricaldone,

Ed anche le mute degli esercizi sono finite predicate da Don Suppo (venuto da Shanghai), Don Cecchetti, Don Marega e Don Cimatti (1 per le Figlie di Maria A. – 2 per i confratelli). Mi sembra, per la grazia di Dio, ben fatte da tutti. Si è cercato di intonare le mute al bel ricordo: “Santità e purezza”. Il Signore ratifichi e consolidi. I miei propositi, quelli passati, rinnovati (unione con Dio – esame – miglioramento delle azioni – ora sono alle piccole preghiere) e consolidati.

Salute: grazie a Dio sempre buona e che mi permette di attendere alle mie occupazioni.

Studio e lavoro: mi pare sufficiente, ci fossero altre forze e testa potrei fare di più: mi accontento di quanto mi ha dato il Signore, perché mi domanderà conto di quello. Ho bisogno di studiare di più le scienze sacre e mettermi al corrente di più dei miei doveri come Superiore religioso ed ecclesiastico. Desidero che tutti i fratelli stiano bene e lavorino salesianamente – prego Dio accumuli su di me le miserie di tutti, salvo il peccato e cerco di tirare avanti nel nome di Dio. Non [reso] laborem, pure vedendo che l’attuale non è il mio, salvo in quanto affidato dall’obbedienza. Non attendo altro che i Superiori mettano anche per me in esecuzione la regola del sessennio, altro che passato, che Propaganda (ma sono i Superiori che debbono farlo capire) capisca che ci vuole ben altri alla testa della Missione. Scit Deus et fiat voluntas Dei.

Notizie del nostro lavoro, e dei nostri bisogni: le conosce e dagli articoli del Bollettino Sales. che invio regolarmente ogni mese (è dal 1926) – certo non tutti pubblicati – e va bene che [ci] sia la censura… Ho sempre dato ampia facoltà… Le conosce dal nostro foglietto “Amici della Missione” che facciamo uscire quattro volte all’anno – risparmia molte lettere ai confratelli e tiene uniti [agli] amici. Serve? Spero faccia un po’ di bene.

Il mio lavoro: visita alle case, se posso mensili (eccetto Tokyo) – corrispondenza interna ed estera (non lascio lettera senza risposta) – scuola regolare – direttorato – superiorato. Ripeto: avessi i numeri e più tempo, potrei fare di più. Afferro l’occasione di un po’ di apostolato quando si presenta, ma, salvo un po’ più di estensione di zona, non so che cosa ci sia di più di quel che facevo in Italia. Ho più responsabilità, e forse la mia nullità (e ne comprendo tutta la portata) non ne fa capire il senso pieno – Dio mi aiuti!

Pratiche di pietà: regolari colle solite difficoltà che combatto come so e posso.

S. Regole e Voti. Mi pare di essere a posto. Da un po’ di tempo calma di spirito in moralitate, compensato da piccoli acciacchi fisici. D’altra parte, pur più giovane di Lei, si invecchia anche in Giappone.

Carità: pieno e massimo accordo con tutti. Mi par di voler bene a tutti e debbo frenarmi nelle manifestazioni esterne, in ogni caso fatte sempre, mi pare, con purità d’intenzione. Però in gamba, che sono vetro fragilissimo!

Stato dei confratelli. Chierici: mi pare tutti a posto. ...Uno balbetta, né è riuscito finora a correggersi (è il ch. Lucchesi. La mamma scrive di necessità di famiglia – ha scritto anche a Lei. Non conoscendo i criteri dei Superiori al riguardo – né essendo in grado di qua di valutare le vere condizioni della famiglia, non saprei che fare. Per me non ho difficoltà a che si dia un sussidio – desidero norme).

Nessun ingegno vero, mi pare però diano quel che possono. Sei ad Hong Kong per la teologia. Si lavora per formarli come meglio si può.5 Il ch. B. è meglio ritorni (invierò in tempo utile, dati ecc.) e sarà accompagnato da Don Cavoli.

Coadiutori: al momento tutti calmi e tranquilli, e vari nell’annata hanno fatto vero profitto spirituale (Merlino, Ragogna e anche il povero Maccario).

Sacerdoti: quasi tutti con acciacchi fisici, pieni di buona volontà di lavoro e mi sembra tutti contenti (salvo il povero Don Lucioni… che pure lavora e… benino) spiritualmente.

Stato del nostro lavoro. Se i Superiori non mi aiutano almeno con qualche prete siamo a terra completamente. Siamo d’avviso non potremo mantenere le posizioni, che ci sembra necessario mantenere ne irrideant inimici nostri: si assottiglieranno le già piccole famigliuole. Forse posso pensare a riunire in una casa e sguinzagliare… gli apostoli. Avrò gente in giro in disagio materiale (non possono mangiare alla giapponese) e spiritualmente ancora più grave. Mah! Così vede e capisce Don Cimatti.

Come fare? So ufficiosamente che verranno 6 chierici (due pel tirocinio e 4 per la filosofia). Deo gratias! Piglio chi mi dà, ma insisto anche su qualche sacerdote. Badi, caro Sig. Don Ricaldone, che dopo l’asciutta dell’anno scorso, Lei promise…

Per Tokyo. Le condizioni sono chiaramente indicate nella convenzione. Siamo liberi di fare o sul posto o altrove quanto i Superiori desiderano. Qui si sarebbe d’accordo col Consiglio:

  1. Visto che sul posto un’opera corre rischio di rovinare sé e l’Oratorio,

  2. Pregare l’Arciv. che coi Yen diecimila che dovremo dargli per gli edifici (e che si sarebbero rimborsati qualora andassimo altrove) ci permetta comprare nella zona a noi affidata, terreno sufficiente per l’opera e per erigere la chiesa. Non dovrebbe essere malcontento, perché in pratica egli viene ad avere così due chiese in una zona di oltre 450 mila abitanti. Don Margiaria griderà “Lavoriamo per l’Arcivescovo”. Noi diciamo: “Lavoriamo per le anime”.


Per Osaka. Attendo. Anche qui in pratica siamo liberi di scegliere la scuola che vogliamo. Bisogna prendere il terreno che ci danno.

Per i nostri conti: sono già in relazione col Sig. Don Giraudi. Grazie. Ricordi che i Superiori hanno ancora da risolvere sulle proprietà della Congregazione. Attendo.

Per Kobe: non so proprio cosa le possa aver scritto: ho frugato nella testa – ho guardato ai verbali del Consiglio – ho domandato ai consiglieri… Ma non riesco a ricordare quanto ho scritto su Kobe (non tengo copia se non di memoriali o atti ufficiali). Sarà un sogno… e Lei dice bene “i sogni sono sogni”… Se crede ricordarmi la cosa, chissà che non sia un sogno di quelli di Don Bosco.

Per lo studentato di Takanabe. Fatto concreto. È da tre anni che siamo in casa di fitto, capace per tutti (ci si sta benino in 20-25 persone) con pagamento di Yen 48 al mese. Se il padrone vendesse a un prezzo buono, comprarla sarebbe stato bene. Ma il padrone non vende e Lei comprende che per 4 chierici è un po’ di personale abbiamo speso nel solo fitto in tre anni 1728 Yen – in altri due anni, in 10 anni…

Nel nuovo Seminario a Miyazaki penso ci sia posto per tutti, e mi trasporterei là, e così aiuto Don Carò nel Seminario, e spero ne verrà un vantaggio vicendevole (giapponesi, stranieri che fraternizzano).

A Takanabe si affitta una casa più modesta per la missione e avanti. Così pure la pensa il Consiglio. D’altra parte penso che non sarà molto lontana l’erezione dell’Ispettoria giapponese, ed è probabile che l’Ispettore metterà lo studentato nella sede fissatagli dai Superiori, ed allora il trapianto dei cavoli sarà finito.

Sapessi già con precisione chi viene, sarebbe semplice organizzare… Attendo, pregando la Provvidenza e i Superiori che ci vengano in generoso aiuto.

Preghi per me, amato Padre, affinché mi salvi e non guasti, ma si assicuri che finché alla testa c’è la cima (dei) matti (era uno dei miei nomignoli in collegio) in Giappone si conclude niente.

Preghi per me. L’abbraccio a nome di tutti. Con affetto filiale:

Obbl.mo

Don V. Cimatti, sales.



P.S. - Ricevo ora dal Sig. Don Fascie la concessa grazia della dispensa per il ch. Floran, e di cuore ringrazio.

1147 / Ricaldone Pietro / 1933-8-31 /


39.17 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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AL CIELO!

Conquiste della Madonna6


31 agosto 1933

Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Nella lettera precedente inneggiavo ai monti e al mare: potrei in questa inneggiare al Cielo. Anche i suoi figli del Giappone in questo tempo hanno fatto gli esercizi spirituali e purificati sempre più nell’anima, hanno fatto un nuovo forte tentativo di elevazione a quella santità di vita, che ci ha lasciato come caro ricordo di quest’anno. Il suo cuore paterno godrà certo nel sentire che varie situazioni nuove vengono ad abbellire la nostra cara missione.


40 Smistamento di forze ad Hong Hong

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Già si avvicina assai più il momento in cui potremo usufruire di personale formato sul posto, vogliamo sperarlo completamente attrezzato ai bisogni della missione. Lei lo sa; voglio alludere al primo nucleo dei nostri chierici, che partirono per iniziare ad Hong Kong il loro corso teologico.

La nostra povera piccola missione ha bisogno di tutto e di tutti e non possedendo ancora lo studentato teologico ecco che i bravi fratelli della Cina, anche questa volta, hanno allargato le loro braccia e i loro cuori, ed accolsero i nostri studenti.

Ah, che presto ci vengano resi santi sacerdoti, formati sullo spirito di Don Bosco, ed animati dallo zelo apostolico del Saverio.


41 Florete flores

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Come già le annunziai le Figlie di Maria A. hanno iniziato il noviziato per le postulanti nell’incantevole posizione di Beppu. Nell’imporre loro l’abito a ricordo della festa parafrasai i loro nomi gentili: Hanako (fiore), Shizuko (calma), Sugi (pino giapponese, simbolo di forza e perennità), augurando che le pietre fondamentali dell’Istituto fiorissero nella perennità e forza della grazia. Oh, il Signore aiuti queste brave figliuole, che scelte e lavorate dai missionari fin dalla nostra entrata in missione,1 ora sotto l’esperta formazione delle Figlie di Maria A. stanno maturando la loro vocazione.


42 Cristiani senza saperlo

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Come sempre la nostra buona Mamma, in occasione della festa dell’Assunzione, anche quest’anno diede la consolazione ai missionari di una ventina di battesimi. Quasi tutte persone di buona condizione sociale portano nella missione un buon lievito, che nell’annata produrrà per la grazia di Dio frutti abbondanti. Caratteristica di questa festa per la nostra missione, oltre la solennità con cui si celebra, è che sempre in questa occasione la Madonna richiama all’ovile pecorelle sbandate o smarrite, o cristiani che ancora non si conoscevano. Quest’anno poi la Madonna ha chiamato in una forma singolarissima tre famiglie; alcuni membri delle quali erano cristiani… senza saperlo.


43 Ecco il fatto

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Siamo a Nakatsu in quest’anno 1933. Uno dei nostri seminaristi un bel giorno è visitato da alcuni suoi parenti pagani, negozianti a Nakatsu. Vengono una domenica, una seconda, e parlando insieme al missionario ricordarono che la loro madre da tempo defunta era cristiana. Nacque il dubbio “se mamma era cristiana, avrà fatto battezzare i figliuoli”. Si fanno le ricerche – era proprio così. Le lascio pensare la meraviglia, la gioia, la consolazione fino alle lagrime di questa brava gente che andava dicendo: “Ah, Signore! Eravamo vostri e non lo sapevamo… e per tanto tempo siamo stati lontani da Voi. Grazie! Perdono, o Signore!”. In una delle famiglie il marito che aveva ricevuto il battesimo da bambino voltosi alla sposa: “Moglie mia, presto, impariamo le verità della fede – regolarizziamo le nostre cose e ricevano subito il battesimo i nostri piccini”. In un’altra famiglia era la moglie che era stata battezzata da bambina, e suggeriva al marito: “Caro mio, io sono del Signore. Diventalo presto anche tu e intanto siano subito del Signore i nostri angioletti”. Con l’ardore dei catecumeni dei tempi eroici della Chiesa si prepararono al S. Battesimo e Maria SS.ma li accolse sotto il suo manto proprio il giorno della sua festa. È difficile esprimere la gioia di tutti, dei rinati alla fede, del missionario, della piccola comunità cristiana di Nakatsu, che vede aumentate le sue file in una forma così provvidenziale. È certo un bel caso, che dimostra una volta di più come le vie della grazia non dipendono certo dal missionario.


44 L’ospizio si allarga

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Ormai gli orfanelli all’Ospizio stanno crescendo e non si sa più dove metterli, tanto che ho dovuto autorizzare la costruzione di alcune camere per loro. Le Francescane di Maria ci hanno regalato (oh, prezioso regalo!) i loro angioletti, che non potevano più tenere nel loro ricovero, destinato in modo speciale alle bambine. E la Madonna nella sua festa ce li ha condotti, ed in attesa che sia finito il reparto loro destinato, stanno all’Isola Verde, guazzando nell’acqua e giocherellando sulla spiaggia del mare.


45 E Maria si edifica la casa

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Ma ciò che mise al colmo la consolazione di tutti è stata l’inaugurazione di una sia pur modesta cappella intitolata a Maria A. a Beppu.

Come già le avevo scritto, esponendole le nostre necessità, nella povera casetta di Beppu, Gesù era alloggiato in una stanzetta di pochi metri: quando si radunava la piccola comunità cristiana, tolte le porte di separazione, usufruendo di un corridoio e di un’altra camera si riusciva a starci un po’ pigiati. D’inverno passi, ma d’estate, in quella camera esposta al pieno sole e colle finestre che danno nel cortile ove scorrazzano e gridano i ragazzi pagani, non era possibile né decoroso il compiervi le funzioni sacre. Anime buone aiutarono e si potè acquistare una striscia di terreno in cui fu possibile erigere una cappelletta, e così Gesù ha un’abitazione meno indegna; Maria SS.ma da un semplice sostegno su cui era prima, sale in nicchia; un centinaio di persone possono trovare posto; il luogo scelto lontano dal frastuono, dal sole cocente e dalla polvere, concilia raccoglimento e devozione. Non è ancora il Santuario a Maria A. che si desidera costruire, tanto meno è la basilica di Maria A. di Torino, ma pensavo che anche Don Bosco passò dalla Cappella Pinardi alla chiesetta di S. Francesco di Sales. E la residenza di Beppu nella sua ristrettezza e povertà di locale non ha né l’una né l’altra, ma, via! per ora godiamo di questa, in attesa che Maria SS.ma si edifichi qualche cosa di meglio da cui possa partire la sua gloria per avvincere tutte queste povere anime. Erano i pensieri che mi si affollavano senza posa in testa, mentre commosso benedicevo il nuovo locale e vi trasportavo processionalmente Gesù. Ah, Signore! Venga presto il tuo regno!

Non ho ragione, amato Padre, di dirle che la Madonna nella sua festa ha fatto buone conquiste, e le ha affidate ai suoi figli salesiani del Giappone? Ed ora mi incarica di dirle che tutto questo nuovo, grande e piccolo mondo è da raccomandarsi al Padre dei Salesiani, al successore di Don Bosco, a Lei, insomma, che sa il da farsi.

Passo il desiderio di Maria A. a Lei, affinché faccia il possibile di realizzarlo.

Non ci dimentichi e ci benedica.

Suo obbl.mo figlio

Don Vincenzo Cimatti, sales.



[

1148 / Grigoletto Giuseppe / 1933-8-31 /


45.1 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice

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Takanabe, 31 agosto 1933

Carissimo Grigolo,

Grazie della tua ultima e auguri (omedeto) per il bel manipolo che hai dato al Signore e grazie, grazie di quanto fai per noi.


  1. Scritto al Sig. Morelli, al Don Holzhanper e agli offerenti e scriventi: fa’ tu il postino.

  2. Grazie delle notizie delle belle passeggiate. Ormai queste non fanno più per me. Non poter più tener dietro alla tua gamba. Visto così, spingo gli altri a fare e sto fermo. Ieri i chierici salirono al Kirishima (vulcano) il più alto del Kyushu (1578 m.), mi portarono un po’ di pietre, erba e funghi. Ho un materiale abbondante, ma tutto da classificare… A Valsalice pure ce n’è nelle stesse condizioni. I posteri faranno…

  3. Ti invierò in mezzo a giornali (se arrivano) delle conchiglie, mettile in un bicchier d’acqua e vedrai… Unirò anche quanto desideri per Don Bosco. Se non la meriti tu, non so chi la possa meritare.


Continua a pregare e far pregare per me che ti penso e ricordo cotidie. Il Signore ti rimeriterà di tutto. Mi parli della Comunione dei Santi… È per me l’argomento più caro… e vi ci si pensa, e si parla così poco del medesimo.

Prega prega prega. Ti abbraccio e benedico.

Tuo

Don V. Cimatti, sales.

1149 / Bernardi Angelo / 1933-9-6 /1


45.2 al chierico Angelo Bernardi, studente teologia a Hongkong

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6 settembre [1933]

Bernardi carissimo,

  1. Grazie della tua. Il Signore ricordati che accetta i tuoi propositi di volontà e di studio, ed accetterà ancor di più quelli di una riforma di vita completa, e ne hai bisogno. “Vincere te stesso” e il pessimo carattere che tante volte vien fuori. Attento all’ira, alla lingua tagliente, e più al serbar rancori quando le cose non ti vanno come desideri.

  2. Hai ancora da emettere i tuoi voti perpetui. Studiati e prega. Hai ancora bisogno di conoscerti, di farti conoscere e studiarti, e due anni non sono troppo.

  3. Non hai sparso lacrime di compunzione e nostalgia e con te (come dici tu) neppure i tuoi compagni. È naturale per voi giovani, che pensate sempre che i cambi portino con sé la felicità – è naturale essere contenti perché si avvicina la meta. Se la compunzione per le non poche mancanze commesse in quattro anni ed un senso di nostalgia non fosse stato interno o almeno sentito internamente, sarebbe segno che non amate la porzione di vigna affidataci dalla Provvidenza – e questo è male e se così fosse, meglio non tornare. In ogni tua lettera vi è questo ritornello.

Hai lasciato Tano senza rimpianti – come se ci fossi stato in prigionia – lasci il Giappone senza compunzione e rimpianto. Rettifica, figliuolo, e di’ così: “Lascio il Giappone perché faccio la volontà di Dio”. Se è così Don Cimatti ti dà 10.

  1. So che nei tuoi ultimi recenti dolori intestinali hai detto che da piccolo hai avuto infiammazione intestinale e forti dolori. Nonostante le reiterate domande a Don Cimatti hai mai detto nulla di questo. Perché?

Come si sarebbe subito compreso la fonte di tante tue indisposizioni! Ah, per molti di voi la confidenza vera è ancor assai lontana dall’essere compresa.

  1. Coraggio dunque, Angelo. Non spaventarti delle difficoltà dello studio.


Invoca Maria, Sede della Sapienza e negli assalti di carattere il nostro Don Bosco.

Cerca di far circolo spirituale, non mormoratorio, con Floran.

Ti ricordo cotidie e tu fa’ altrettanto per il

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.



P.S. - Domenica vado a Tano. Ripiglieremo con Don Tanguy la spola. Così farò un po’ di apostolato anch’io. Gridavi tanto: “Anime! Anime!” e poi… le lasci senza rimpianti.

1150 / Felici Domenico / 1933-9-6 /


45.3 al chierico Domenico Felici, studente teologia a Hongkong

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Takanabe, 6 settembre 1933

Felici carissimo,

Grazie del tuo saluto e delle tue preghiere. Continua perché questo povero prete ne ha bisogno più di tutti.

I chierici salirono con Kaneko e mamma e Nishimura al Kirishima – nessun inconveniente salvo al ritorno la rottura di una gomma che ritardò il ritorno a Miyakonojo, in modo che non cenati dovettero partire per Takanabe.

Per ora nulla di nuovo. A Miyakonojo Don Dumeez sostituisce Don Tanguy inviato per affari a Tokyo in questi giorni.

Maccario, come passeggiata, è andato coi giovani a Tano a cavar erba.

Per ora null’altro. Studia, fatti buono e santo, fiaccando il tuo io.

Ti benedico di cuore.

Tuo

Don V. Cimatti, sales.

1151 / Tassinari Clodoveo / 1933-9-6 /


45.4 al chierico Clodoveo Tassinari, studente teologia a Hongkong

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6 settembre 1933

Tassinari carissimo,

Grazie della tua. Il Signore ti ha benedetto con qualche sofferenza nel viaggio: sia benedetto.

Così la cattiveria residua nipponica è uscita, e libero di corpo e di spirito continuerai a fare del bene.

Non dimenticare i propositi, né il compagno che ti ho affidato: Zanarini.

La buona disposizione di metter giudizio e di studiare è buon indice di volontà che spero efficace. Il mese di settembre è consacrato a S. Michele. Ricorda! È il fiaccatore della superbia. Avanti con calma e generosità.

Prega per chi mai ti dimentica.

Tuo

Don V. Cimatti, sales.



Per ora ad Oita2 niente di nuovo. Baratto bauleggia. Il catechista voleva tornare a casa (avrà avuto nostalgia di te!), ma due parole del Sig. Don Marega l’hanno consolato.


1152 / Ricaldone Pietro / 1933-9-10 /


45.5 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Oita, 10 settembre 1933

Rev. ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Mi trovo di passaggio ad Oita, venuto a consolare il nostro Don Marega che è un po’ in ansia per alcune cose relative all’andamento della casa, e non potendo più dormire (sono le tre) passo alcuni istanti con Lei, amato Padre, e per rispondere all’ultima sua carissima e per passare spiritualmente qualche istante con Lei. Grazie dei suggerimenti, delle tirate d’orecchie e della confidenza che mi eccita ad avere con Lei. Mi pare non sia mai mancata e spero che per quanto dipenderà da me non mancherà mai.


  1. Voglio chiarire quanto mi dice sui giudizi espressi nei rendiconti, trovati un po’ neretti, motivando che Don Cimatti vorrebbe la perfezione… Le confesso che Don Cimatti conosce di essere ben altro di quello che pensano i Superiori e confratelli. Non parlo perché non sarei né creduto né compreso – l’ho fatto in altre occasioni – mi si obbligò al silenzio. Qui judicat me Dominus est e so benissimo che il giudizio sarà severissimo. Desidero ad ogni modo ripetere a tranquillità di mia coscienza che Don Cimatti se è relativamente sano di corpo, nonostante gli studi profani fatti, in cui è meno che mediocre, è debolissimo, per non dir nullo in studi ecclesiastici (ed è il mio massimo cruccio nell’attuale posizione)3 – ha un carattere sensibilissimo e di fuoco per il cuore – corpo eccitabilissimo – facoltà di comando nulla – di amministrazione peggio.

L’estendersi del lavoro in missione – e dell’opera nostra, con queste doti personali fa sì che Don Cimatti non possa in pratica più trovarvisi e orientarsi – dice di a tutti, perché ha la convinzione che quanto fanno o suggeriscono gli altri è il meglio – non ne azzecca una, e se non siamo a terra, è dovuto alla grazia di Dio, al lavoro dei confratelli.

Dal 1926 in cui sono qua, non so che abbia fatto – mi sono buttato in mano di Dio – mi affogai nei debiti (e Lei sa che è costato ai Superiori per tenermi a galla) – ho tentato di gridare ai confratelli: “Carità, Regola…”, stimo tutti come santi. Che devo dirle? Il risultato delle osservazioni un po’ nerette è quanto i confratelli mi dicono nei rendiconti orali o per lettera, e che desidero trasmettere ai Superiori affinché ci conoscano bene.

Non sono – questo mi preme dire – mio pensiero, mie vedute particolari in disfavore di loro, ma il risultato dei loro rendiconti o delle osservazioni che i capi-residenza fanno, e che trasmetto ai Superiori.

Sono quasi quarant’anni che ho dovuto fare relazioni di confratelli ai superiori, ed ho adottato sempre tale sistema a scanso di rimorsi di coscienza: mi pare di non essermi pentito.

Può essere che in qualche momento la parola, la frase suoni critica per quello che si sarebbe potuto o dovuto fare precedentemente dai responsabili – non c’entra il mal animo, no; ma solo il desiderio di cooperare (come mi sembra lo richiede lo spirito nostro) a che le cose nostre vadano sempre meglio.

Ad es. non ho avuto timore di dire ai Superiori: “Ho un chierico che non ci vede da un occhio – ne ho uno che balbetta… Mi pare che ai novizi avrebbero dovuto…” perché fossero informati e perché, se non erro, non trovo nulla sui dati informativi… che non sempre si riesce ad avere, anche dopo reiterate domande. Ma, amatissimo Don Pedro, escluda recisamente che ci sia in cuore di Don Cimatti malanimo, critica o altro verso i Superiori o verso chi lavorò in precedenza queste care anime. No, no. Ripeto: “Davanti a Dio, quando mi presenterò a Lui, voglio poter dire: ho detto tutto ai miei Superiori”. Come Don Cimatti conosce i suoi confratelli – non dico di conoscerli intus et in cute – desidero che così li conoscano i Superiori.

Ecco i motivi delle osservazioni forse minute, apparentemente pedanti o nerette dei rendiconti miei e dei confratelli. Di me, dei miei giudizi non mi fido – non vorrei darne, ma se devo desidero siano tali da rendere la fotografia più reale dei miei ai miei Superiori.

Quando lavoravo in Ispettoria col Sig. Don Manassero ebbi, per ufficio, in mano dei rendiconti. “…Fa bene… va bene…”. Via, amat.mo Sig. Don Ricaldone, a me tutto questo dice molto poco.

Per il personale, piglio quanto la bontà dei Superiori mi manda – non posso però nascondere ai Superiori le cose, specie le difficoltà intime di carattere, affinché i Superiori mi aiutino a far un po’ di bene a queste anime. Vorrei essere per esse come Don Bosco – ma sono di terra e senza comando. Vorrei essere Gesù – ma c’è Lui e per Lui, solo per Lui sul rendiconto si può dire “fa tutto bene!”.

Grazie ad ogni modo di tutto – non tema di dirmi le cose – come le pensa e vede – ma non dica più quella brutta parola: “…Certe cose si perdonano però di gran cuore. Ricordati che io perdono e dimentico sul serio e totalmente” perché non mi è mai venuto in mente che se uno perdona, non dimentichi. Ah, guai se il Signore perdonando non dimenticasse!… Mi dispiace di essere stato causa di dispiacere per l’accenno al non avere potuto i Superiori inviare personale – la frase non rese – mi pare di non avere accennato alla nuova opera salesiana di Tokyo, poi… Tutta la relazione è salesiana dato che sono missionari salesiani che lavorano, e non intendo certo di cessare di esserlo perché debbo anche fare il Superiore ecclesiastico. D’altra parte dalle mie lettere precedenti sanno i Superiori come Don Cimatti la pensi in relazione alle dignità ecclesiastiche e non.

  1. Deo gratias! Don Margiaria potrà chiarire molte cose, ed anche il nostro Don Antonio, che fra qualche mese accompagnerà il ch. Baratto. Insisto sempre presso i confratelli a che scrivano ai Superiori – godo quando ricevo osservazioni dai Superiori che mi fanno capire che i confratelli hanno scritto – godrò delle relazioni che Don Margiaria e Don Antonio faranno. Interroghi, investighi – sono del Consiglio. Ma per la casa di formazione se non viene personale è l’eterno circolo… Attendo con fiducia le risposte ufficiali e gli scritti del caris.mo Sig. Don Berruti.

  2. La parola d’ordine di quest’anno “Carità e purezza”. Preghi per noi. Prevedo quest’anno molto doloroso – odor di polvere in aria… Il Giappone s’incammina male – cambio del Delegato – l’Università cattolica agonizzante – Marianisti in forti dolori – cattolicismo combattuto assai. Ah, avessimo in mano la gioventù operaia! Animo adunque… Ma che cosa si aspetta? Mah! Non capisco proprio. E pensare che c’è nessuno che lavora per gli operai!

  3. Nessuna novità speciale. Tokyo bene. Domenica passata l’Arcives. fu da noi tutto il giorno (400 giovani). Era fuori di sé dalla gioia e disse: “Qui a Mikawajima scuola e tipografia sono impossibili, data la strettezza del locale ed il bene immenso che fate a questa poveraglia”. Deo gratias! In questi giorni Don Tanguy (che ho inviato a Tokyo – Don Cimatti è legato in modo che non può muoversi) e Don Piacenza forse tenteranno la questione di cui parlai. Pregare Monsignore che invece di pagargli le case, ci permetta di comprare un vasto terreno. Vedremo!


Ed ora basta davvero. Preghi per me. Non pensi alle mie parole come autodifesa… Oh, per carità! È il figlio che parla col cuore alla mano per essere conosciuto, guidato. Ricordo ai Superiori che il sessennio è passato per me. Ah!, che buon esempio si darebbe e quanto vantaggio ne verrebbe alla missione e all’opera nostra… Mi benedica e con me noi tutti che più lontani, credo, le siamo i più vicini.

Tutto suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

1153 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1933-9-10 /


45.6 a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone

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[10 settembre 1933]

Rev. Madre,

  1. Stia tranquilla! Non so davvero e non parli di quella inezia. Ho consegnato a Don Piacenza nota di offerte dal Gennaio 1933 per Rev. Figlie di Maria A. risultanti sul mio conto – e avrà mandato o manderà – non saprei dir altro… E se è ripetizione meglio per Lei. Vorrei avere molti mezzi per applicare efficacemente molti zeri al 41, ma purtroppo!… Il nomignolo popolare di mio babbo era padès che tradotto vuol dire uno che patisce. Ah, purtroppo si patisce penuria, ma vedrà che il Signore ci arricchirà.

  2. Unisco quanto desidera (pur mi sembra di non assoluta necessità, avendo già dato autorizzazione generale per ogni sorta di fondazione). È meglio per la pratica di archivio. Quanto a Propaganda penso che facciano a Torino (così almeno facciamo noi). In ogni caso Lei senta le sue Superiore, ma credo che noi non abbiamo nulla da fare.

  3. Per l’opera mi sta tanto a cuore che le Figlie di Maria A. si slancino nell’apostolato, che nell’atto della notizia dissi di fatto che se era del caso avrei aiutato (per indurle a fare presto). Un aiuto regolare è difficile lo possa dare, ma lo darò secondo le circostanze.


Abbia la bontà di sapermi dire poi… Penso che più presto comincerete, meglio è.

Nella scelta della casa, che non siate possibilmente né troppo vicine, né troppo lontane dalla missione, così si evitano le dicerìe e vi si può aiutare più facilmente.

Avanti senza timori nel nome di Dio che è certo con noi se siamo buoni religiosi.

Saluti a tutte a tutte a tutte, ed in modo speciale alle tre4 che devono essere stelle di prima grandezza per onorare, amare e far amare Maria.

Preghi per il

Suo povero

Don V. Cimatti, sales.

1154 / Ruffini Costantino / 1933-9-14 /


45.7 a Costantino Ruffini, ex-allievo di Valsalice

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14 settembre 1933

Carissimo Costantino,

È avvenuto il miracolo di prim’ordine… Che hai scritto… Questo è uno dei miracoli che basterebbe a santificarti perché mi hai usato carità.

Grazie delle belle notizie tue e di Flora (fiore davvero e tu… frutto) e dei tuoi angioletti per cui prego e che bacerai per me.

Sono sempre quello – barba? Si fa: si invecchia – anche tu – ma forza e cuore sempre quelli. Il lavoro? Si lavora e l’esito è nelle mani di Dio – poco in quelle dei Giapponesi. Penso che l’Italia mi vedrà quando mi vedrà.

Tu sta’ allegro, laborioso e buono (ehi! Sig.ra Flora tiri forte le orecchie quando Costantino…) e pregate pel

Vostro

Don V. Cimatti, sales.


1155 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1933-9-16 /


45.8 a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone

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Takanabe, 16 settembre 1933

Rev.ma Madre,

Facendo seguito alle poche parole scritte su altra lettera, mi preme rispondere alle sue impressioni sulle novizie e suore giapponesi.


1. Certo è la massima difficoltà impadronirsi di loro da noi stranieri – e che non sappiamo bene la lingua – ma penso che se seguiremo alla lettera le direttive di Don Bosco e per Lei quelle delle Superiore sue penso che non c’è da temere. Per ora le tre, certo sono conosciute da noi a fondo – e avendole prese da giovani ed essendo state a contatto assai fin dai primi anni (sono dunque ormai otto anni) e le due Hirate avendo anche la buona tradizione di famiglia (una sorella maggiore morta lavorava tanto tanto bene alla missione) penso che…

Ma se hanno vocazioni (come pare) e se applichiamo per loro lo spirito di Don Bosco e la pratica di vita di M. Mazzarello, penso che deve essere tranquilla.

D’altra parte la vita della nostra Congregazione quando potrà essere esplicata in pieno è varia, snodabile, non monotona ed è quel che ci vuole per i giapponesi… un po’ farfallini.

Per le altre… le faccia vivere per quanto è possibile la vita salesiana di allegria schietta, semplicità, lavoro e penso che andrà bene.

Insista e insegni assai assai l’unione con Dio e la preghiera – la sincerità in tutto.

Per la salute è certo un osso duro. Bisogna far sacrifici specialmente nell’età della formazione – serve anche bene il riposo per i giapponesi – il nutrimento pure. Hanno pure nell’abitudine il bagno. Penso che Lei che ha cuore materno e salesiano se farà così riuscirà bene.

D’altra parte diremo anche a Maria A.: “Ohé, ne va del tuo onore!…”.

Saluti a tutte tutte tutte. Ricordino “Santità e purezza” e la prossima festa di S. Michele.

Preghi pel

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

1156 / Padovan Francesco / 1933-9-16 /


45.9 a Francesco Padovan, benefattore

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16 settembre 1933

Ill.mo Sig. Francesco,

Non so se la presente arriverà, come desidererei, a dirle tutto l’affetto che verso di Lei nutrono i missionari del Giappone per i continui benefici ricevuti.

Nel giorno del suo onomastico pregheremo tutti tutti per Lei e per la sua famiglia, affinché Gesù, Maria A. e Don Bosco, insieme al suo S. Patrono la benedicano e proteggano sempre in tutto.

Voglia continuarci la sua carità specialmente di preghiere. Ci trovi buoni amici per la nostra missione.

Con vero affetto:

Don V. Cimatti, sales.

1157 / Hurley / 1933-9-17 /


45.10 a Don Hurley, segretario del delegato apostolico

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Tokyo, 17 settembre 1933

Rev.mo ed amatissimo P. Hurley,

Ricevo oggi il graditissimo dono, utilissimo sotto tutti gli aspetti e che sarà sfruttato santamente da tutti. Per lo studentato di Takanabe – come per tutti i nostri Studentati salesiani del mondo – è il libro di testo che viene spiegato e studiato, quindi è un dono anche materialmente utilissimo.

Apprendo la notizia della nomina a Vescovo diocesano di Mons. Mooney [Detroit]. Sia fatta la volontà di Dio, ma per noi salesiani è certo una grande perdita.

Vorrei fare ora un quesito alla Delegazione per avere un pensiero chiaro al proposito.

Mi si dice qua e là per le diocesi del Giappone che i sacerdoti cominciano (come già fanno i Gesuiti a Tokyo) ad essere vestiti in borghese e non colla talare, quando escono nella città o nei viaggi.

Domando se vi sono norme al riguardo perché in altri tempi mi si disse che in Giappone tutti portavano la talare anche per segno di romanità; e se sia conveniente per parte mia lasciar introdurre questo in missione.

Se fosse già arrivato voglia ossequiare S. E. e preghi per noi e quando può mi aiuti con Ss. Messe.

Con profondo ossequio.

Don V. Cimatti, sales.

1158 / Berruti Pietro / 1933-9-22 /


45.11 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani

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Takanabe, 22 settembre 1933

M. R. Sig. Don Berruti,

Ad accompagnare il ch. Baratto di cui accludo relazione, dopo accordi col Rettor Maggiore, viene in Italia il nostro Don Antonio Cavoli.5

Per me lo trovo stanco assai e specialmente il cuore non funziona bene – soprattutto insonnie notturne – paura di dormire da solo. Stanchezza che acuisce il carattere forte, nervoso del confratello che riesce di peso a sé e agli altri.

Non so i pensieri dei Superiori al riguardo, ma riposatosi, si presterebbe volentieri (e porta materiale ad hoc) per un po’ di propaganda per la missione e specialmente per trovare anime buone che vogliano aiutarci a dare stabilità all’Opera di carità iniziata (Ospizio, orfanotrofio) e che grava in modo speciale sulla responsabilità di Don Antonio.

Per il resto è ottimo, zelante missionario e farebbe mirabilia se potesse (e fa veri sforzi) mettere più olio nelle relazioni col prossimo.

Prego per un fecondo apostolato e per il ristabilimento in salute. Se i Superiori non hanno difficoltà, potrebbe fermarsi fino alla venuta della spedizione 1934.

Siamo a terra per il personale, ma ci aggiusteremo: è certo di capitale importanza se potremo dare una base sicura all’opera iniziata che penso sia della maggior gloria di Dio e per il bene delle anime, e più che il confratello si rinfranchi nella salute.

Amato Don Berruti, preghi e faccia pregare per me.

Tutto suo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.

1159 / Ricaldone Pietro / 1933-9-23 /


45.12 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Takanabe, 23 settembre 1933

Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Secondo le intese precedenti ho dato al nostro Don Cavoli il permesso di rimpatriare temporaneamente per il motivo di salute. Parte sul Conte Rosso il 10 ottobre, con arrivo a Venezia il 3 Nov. e che viene a Torino subito. Ho preso l’occasione per affidargli il ch. Baratto che affido ai Superiori affinché vedano di guarire materialmente e più spiritualmente questo caro confratello. Invio i suoi documenti e relazione particolareggiata al Sig. Don Berruti.

Quanto al buon Don Cavoli, che da 7 anni ha sulle spalle il peso più grave della missione, la cristianità di Miyazaki, soffre specialmente di cuore – che eccita sempre più il suo forte nervosismo, rendendo in qualche momento a sé e agli altri difficile la carità. Carattere forte, zelante assai ha messo a posto molte cose, ed iniziato opere che se riusciremo a rassodare produrranno incalcolabile bene.

Il mal di cuore gli produce insonnie, soprassalti notturni – non si sente di dormire in luogo dove sa di essere solo; gli produce insomma quella vita agitata che si riflette poi su tutto il resto.

Lei sa che siamo nelle necessità, e allora la sua venuta potrebbe servire a un po’ di propaganda generale per la missione, e siccome mi sta a cuore assai l’avvenire dell’opera di carità (ospizio, orfanotrofio) che si è iniziato, per metterla su basi salde, il buon Don Antonio che più di ogni altro si sente tagliato per questo – e mi pare ci riesca bene – potrebbe trovare aderenze, ecc. per riuscire allo scopo. Porta con sé materiale allo scopo. Se i Superiori potranno aiutarci, Deo gratias! Se non potranno aiutarci, Deo gratias! E come il Signore ha provveduto finora, provvederà anche in seguito.

Questi i nostri poveri pensieri, che spero saranno consonati armonicamente con quelli dei Superiori.

Ho scelto tale occasione per affidare il ch. Baratto e così sono più tranquillo. Come risulta dalle mie lettere-rendiconti, ecc. il chierico in questione è ammalato né so farlo risorgere. Ammalato di corpo: stitico, nevrastenico. Ammalato di spirito: ebbe a soffrire una crisi spirituale fortissima sulla vocazione. Ora è in calma; e se anche questa non è malattia (è diventato troppo spirituale), Deo gratias.

Da giovane a casa; figlio di Maria a Verona, in noviziato, in quattro anni qui (per i disturbi di corpo e di testa) è stato in pratica fuori regola. Disordinata testa, specie negli studi, in cui vorrebbe sprofondarsi, non sa come gli si dice – tenace nelle sue idee – bisogna ripetergli 100 volte le cose e ricominciare da capo. Tutto questo non è che egli lo voglia, ma la malattia lo porta a quello. Di pietà – di ingegno discreto – non ha dato che il dispiacere di non sapere noi come fare ad alleviarne le pene, pur avendo fatto quello che si poteva per farlo.

Ma, amato Sig. Don Ricaldone, è la testa che non è a posto – qualche vite certo non ha il bullone che tenga bene. In questa circostanza che fare? Furono tentate tutte, buone, aspre – ha già una certa età – non mi sentivo di dargli il passo per i voti perpetui, tanto meno per la teologia, qui non conclude.

Pensai dunque con il Consiglio di affidarlo ai Superiori – presso la carità loro; presso Maria A. e D. Bosco; studi la sua vocazione e rinfranchi la salute. Non vedo altra via. Né penso all’utilità e possibilità di ritorno almeno immediato: si sarebbe certo da capo.

Ad ogni modo i Superiori vedranno il da farsi per il bene di quest’anima che forse si è ancora in tempo a salvare. Per me l’unico movente è questo e solo questo – soffro assai assai assai: ad ogni modo se ho sbagliato, me ne assumo tutte le conseguenze. Prego prego prego.

Raccomando alla sua carità questi nostri confratelli.

Don Antonio senza inconvenienti per il lavoro qui in posto (ci aggiusteremo alla meglio anche nella speranza dei rinforzi) potrebbe (sempre se così pare ai Superiori) rimanere fino alla prossima partenza del 1934, così potrebbe accompagnare il personale che fin d’ora domando ai Superiori.

Unisco copia che mi invia Mons. Arciv. di Tokyo sulla nostra questione: potrà servire a illuminare sempre meglio le proposte che sono presso i Superiori. Avrei bisogno per ordinare meno male lo scarso personale che ho, di sapere le decisioni dei Superiori su Tokyo, Osaka e su quale personale effettivo possiamo contare.

Preghi, amato Padre, per questo povero prete… Oh, vedesse quanta miseria in tutti i sensi. L’abbraccia il

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

1160 / Ricaldone Pietro / 1933-9-23 /


45.13 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Takanabe, 23 settembre 1933

M. R. ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Proprio stamane partita la lettera per Lei e per il Sig. Don Berruti, ricevo la sua carissima del 1/9/33. Mi raccomanda per le mie relazioni: “poco, sostanziose, di utilità immediata, concreto”.6

Penso fare così:


  1. Cose mie particolari – rendiconti miei o di confratelli, in lettere particolari, in cui il Padre non può vietare ai figli e al figlio più povero di effondersi e di dire quel che sente.

  2. Gli affari burocratici li invierò ai Superiori in stile burocratico – e terrò copia per l’archivio – così i Superiori coi dati alla mano discuteranno ed invieranno la risposta ufficiale.


In altra mia domandai come regolarmi per i diplomi dei Cooperatori. Qui sono capiti solo se scritti in lingua giapponese.

Domandavo: desiderano a Torino i diplomi scritti in giapponese? E noi invieremo domanda… O come fece il Sig. Don Rinaldi, crede bene inviare qui il timbro colla sua firma, da usarsi esclusivamente per questo scopo?

Per le altre questioni: Osaka, Tokyo, ecc. attendo risposta ufficiale promessa, non ancor giunta.

Si sta a quella senza osservazioni, o meglio, lasciando la responsabilità a chi tocca: è naturale.

Abbia pietà di questa povera anima mia e preghi per me.

Suo figlio

Don V. Cimatti, sales.

1161 / Ricaldone Pietro / 1933-9-29 /


45.14 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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29 settembre 1933

Amatissimo Padre,

Festa di S. Michele, patrono principale del Giappone; ho voluto ricordare in modo speciale l’amatissimo Sig. Don Rua. Lui che mi voleva così bene, mi aiuti a santificarmi come Lui.

Oggi per esercizio della buona morte, accetti il mio rendiconto mensile.


  1. Salute: bene. Mal di schiena da un mese. Passerà.

  2. Studio e lavoro: al solito. Ho bisogno di più intensità nella preparazione alle mie cose – e più tempo allo studio sacro. Naturalmente se devo far scuola, non posso far altro, e non mi sento per quattro individui impiegare troppi insegnanti, ma, finché i Superiori non aiuteranno, sarà sempre così. Deo gratias!

  3. Pratiche di pietà: regolari in tutto.

  4. Voti: lotte della bestia e della superbia – non volute assolutamente, ma ho bisogno di frenare di più il cuore e sentimenti, specie verso un chierico. Tanti anni fa a Valsalice fui disturbato per una storia analoga (saranno corsi e ricorsi… di cuore).

  5. Carità: optime.

  6. Inconvenienti. Non ho trovato ancora soluzioni adeguate per le nostre cose.


Non ho notizie di chi viene (alcune ufficiose…). Del resto, né dal Sig. Don Berruti né dal Segretario, né da Don Margiaria nulla. Mi arriveranno certo; e tenterò di aggiustarmi come meglio si può, e al più presto invierò proposte.


Notizie a volo d’uccello


  1. Nakatsu: oggi ho messo la veste ad un giapponese che ha finito la filosofia; è il primo. Vedremo. Molti altri desiderosi. Vista l’asciutta europea, forzeremo di qui. Là tutti bene, grazie a Dio. Veda i nostri figliuoli (ora già aumentati – spererei in Aprile ancora una decina).

  2. A Beppu nulla di nuovo. Ho fatto fare la cura dei fanghi a Don Cecchetti che non so come fare a iniettargli la volontà di studiare – penso (se va di questo passo) non concluderà nulla, nulla, nulla. Parlo e scrivo a Lui fuori dei denti – idem fanno i confratelli; per ora effetto zero.

  3. Takanabe: penso trasportare studentato al Seminario, per i 4 chierici non posso tenere a Takanabe 4 professori. Via! È naturale. Mi dispiace tanto più che era casa canonicamente eretta. Ma invierò pratica appena avrò potuto coordinare colle notizie di Torino.

  4. Oita: Don Marega stanco; nervoso fa passare un periodo di stanchezza anche nel personale giapponese. Sono le prove più dure. Oh, che vuol dire in Giappone essere straniero! Eppure non ce n’è neppur la lontana idea in Europa!

  5. Miyazaki: nulla di nuovo. Lunedì benedirò un nuovo piccolo reparto per una ventina di orfanelli ricoverati all’Ospizio.7 Spero alla fine del mese inaugurare il Seminario.

  6. Tano: per ora sospesa per la cura Don Cecchetti che in pratica dubito vi potrà ritornare. Forse l’affiderò a Don Tanguy da Miyakonojo.

  7. Miyakonojo: nulla di nuovo.

  8. Tokyo: bene.


Confratelli ammalati o stanchi di corpo, non pochi di testa, vari. Il Signore ci aiuti. Preghi per me e per l’anima mia e ci benedica.

Notizie da Hong Kong buone. Tutto suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

1162 / Begliatti Letizia F.M.A./ 1933-9-29 /


45.15 a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone

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29 settembre 1933

Rev.ma Madre,

L’avvicinarsi della festa di S. Teresa protettrice delle missioni mi muove a ricordare a voi tutte, e specie alle novizie ed aspiranti, la bella data e a lasciarvi un piccolo ricordo per la festa. S. Teresa era solita dire che il buon Dio è più tenero d’una madre – e perciò si abbandonava a Lui colla confidenza propria dell’infante.

La suora in genere deve vivere dello spirito di fede – la suora missionaria poi in modo speciale: se non si rifugia in Dio come fanciulla vicina a Mamma, non può concludere nulla.

Eccovi il ricordo: abbiamo fiducia in Dio, abbiamo fede – e lasciamoci trasportare dalla sua Provvidenza. La S. Comunione, la visita a Gesù, sono i punti salienti di unione. Avanti, avanti sempre!

Preghi e faccia pregare per il

Suo obbl.mo

Don V. Cimatti, sales.



P.S. - Ieri, S. Michele, ho messo la veste ad un nostro studente a Nakatsu. Preghiamo per la perseveranza.

1163 / Ricaldone Pietro BS / 1933-9-30 /


45.16 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Gare di vario genere cui partecipa il corpo e lo spirito8



Miyazaki, 30 Settembre 1933

Amatissimo Padre,


Siamo alla fine del mese, e non le tornerà sgradito la notizia mensile, che sono sempre solito inviarle. È per me un piacere sommo, perché so che trova piena e perfetta risonanza nel cuore del padre, specialmente quando si possono dare buone notizie.

Per le scuole giapponesi sono finite le vacanze, e dal settembre in ogni genere di scuole vi è un furore di intenti per preparare i SAGGI GINNASTICI autunnali, che occupano gran parte del tempo scolastico in questo periodo. Ogni scuola è interessata a trovare nuove forme di giuochi, di attrattive per il pubblico numeroso che si affolla per assistervi; ogni scuola nelle gare individuali e d’assieme vuol essere ben quotata ed essere dichiarata la prima, per guadagnare i ricchi premi (coppe, bandiere, ecc.) oltre i numerosi premi individuali (oggetti utili), ogni famiglia desidera avere fra i vincitori il figliuolo, la figliuola; ogni concorrente cerca di dimostrarsi campione. Lo scopo? È parte integrante del programma educativo d’ogni sorta di scuola in Giappone: l’educazione fisica.

Il tipo di razza giapponese se era ritenuto in altri tempi piccolo di statura, non molto sviluppato o robusto, ha guadagnato assai in quest’ultimo ventennio, e col miglioramento del cibo (vanno introducendosi nell’alimentazione: pane, carne, latte, uova su vasta scala) e coll’educazione fisica intensificata, anche ad occhio si può osservare come la razza venga modificandosi in meglio, ed è da augurarsi per il bene della nazione che tale miglioramento si intensifichi, si trasmetta alle generazioni successive. La debolezza di costituzione e denutrizione prestò buon campo alle malattie (tubercolosi, la più sviluppata), colla sorveglianza igienica, col miglioramento del vitto ed in genere coll’educazione fisica, vengono man mano non foss’altro attenuate.

È, penso, una necessità per il popolo giapponese questa cura ed attenzione – che per molti si riduce però tutto ad una glorificazione di muscoli, o alla meraviglia eccitata dallo strano dei giochi mai visti. Quanti ho sentito dire con sommo compiacimento: “Ah, che braccia! Che gambe! Che salti!”. Carname che corre, che salta, che sbraita in ogni senso, che lotta, che grida, che canta, che danza… Carname in mostra…

E il pagano comprende tutto questo proprio bene. E a queste feste scolastiche, che durano anche parecchi giorni, accorrono tutti, è festa di pubbliche autorità, di famiglie, e di popolo… E noi pure nel nostro piccolo, riproducendo quanto vediamo con spirito nostro; facciamo gare sportive più modeste, ed anche altre gare che interessano non solo il corpo o l’utile materiale, ma che tentano di penetrare nelle anime.

I nostri bravi confratelli di Tokyo per i loro oratoriani vanno prodigandosi con ogni sorta di sacrificio tutti i giorni. Il loro lavoro benedetto da Dio, comincia ad essere notato anche dagli uomini, e l’oratorio è meta di visite di autorità, di missionari, di cooperatori e cooperatrici e… di curiosi. I fanciulli vengono stabilizzandosi e si affezionano, e già ai giochi succedono le conversazioni, a queste il dopo-scuola e speriamo presto la scuola serale.

La Provvidenza va suscitando intorno all’oratorio amici, simpatizzanti, buone signore che cominciano a far la mamma ai nostri poveri ragazzi, e col consiglio e coll’opera ci vengono incontro nelle indispensabili necessità.

Agli oratoriani si danno biglietti di frequenza che servono come BUONI per comprare liberamente in occasione di bazar (con oggetti raccolti dalle buone benefattrici) quanto è loro utile (vestiti, oggetti di scuola, giocattoli, ecc.).

Don Piacenza mi scrive che nell’ultimo bazar ha incassato cinquemila buoni. Ah, fossero buoni del tesoro! Ebbene, amato Padre, lo sono. Pensi al gran bene fatto, e che si fa fare anche solo coi bigliettini multicolori e a valore vario dei punti di frequenza.

Su ognuno è scritto una sentenza morale che il giovane legge in famiglia; da solo, coi compagni; su cui il missionario o il maestro richiamano “arrepta occasione” l’attenzione. I bigliettini accuratamente conservati dall’oratoriano formano il suo piccolo tesoro, ed in occasione della vendita egli acquista quanto gli è utile alla scuola, e così viene ad alleggerire le spese della famiglia. Quante volte i fratelli maggiori riuniscono i loro punti per acquistare il giocattolo al piccino, e viceversa quante volte i fratelli, riunendo insieme le forze vengono in aiuto alla povertà della famiglia, acquistando coi punti riuniti l’oggetto desiderato. Oh, quanti gustosi e commoventi episodietti si potrebbero raccontare che metterebbero in vista le infinite risorse della fanciullezza per avere quanto desidera.

Il gran salone è tappezzato di oggetti che mani caritatevoli hanno raccolto o hanno costruito nei ritagli di tempo, forse rubando qualche ora al sonno, o hanno comprato, pensando “servono ai poveri fanciulli di Mikawajima… Ai biricchini di Don Bosco!”.

Amato Padre, come è bello meditare sul quadro che si viene svolgendo sotto i nostri occhi! In Giappone come a Torino, come in ogni parte del mondo i benefattori e le benefattrici, inesauribili ministri della Provvidenza, vengono in aiuto. Tutto è pronto nella sala grande, a frotte gli oratoriani, cogli occhioni spalancati osservando, cercando ansiosamente ciò che loro piace o è utile, additano, discutono, e tirato fuori il loro tesoretto, contano, preparano i punti secondo il prezzo che vedono segnato, e agitando i foglietti, con lieto cinguettìo fanno ressa al banco di vendita, e il riso bonario di Don Piacenza e dei confratelli e delle persone che l’aiutano, fa contrasto colla seria imperturbabile faccia del cassiere, che fa i conti ed inesorabilmente domanda spezzati in caso di sbaglio. Vicino ai figlioli alle volte partecipano alla scena i babbi, le mamme… E tutti contenti col premio in mano ritornano a casa, e non è raro il caso di sentire genitori che dicono al figliuolo: “Vedi che cosa guadagni a venire all’Oratorio? Sei fuori dei pericoli della strada ed aiuti la famiglia”. Oppure per l’occasione il figliuolo ha condotto il babbo alla missione, e il babbo constata de visu il bene che ne deriva al suo figliuolo. Il più delle volte si vedono queste facce silenziose… Osservano, non il minimo moto di approvazione o disapprovazione… Indifferenti? Che passerà in quelle anime? O anime care, quando conoscerete il buon Dio? Una delle più belle manifestazioni fu quella della domenica 10 Settembre. Un buon numero di pagani, col permesso dei loro parenti, partecipò alla gara di catechismo che ebbe luogo alla presenza di S. E. l’Arcivescovo, nostro munifico benefattore, e di molti invitati. Sedici concorrenti pagani si cimentarono sul piccolo catechismo, dimostrando preparazione perfetta. Il grande e il pubblico minuscolo (oltre 400) entusiasti; una rivelazione per molti, intime consolazioni per Monsignore e per i missionari. E l’avvenire? Eccole, amato Padre, le gare dei suoi figli; quelle del corpo ci interessano, ma lo scopo primo sono le anime e far penetrare in quelle Gesù sotto tutte le forme; ed anche queste gare pensiamo servano allo scopo.

Gareggi anche Lei, buon Padre, insieme ai confratelli ed allievi e cooperatori nostri a venirci in aiuto. Quante miserie materiali da sollevare, ma più quante miserie morali. Se voi tutti ci aiutate, vinceremo senza dubbio.

Ci ricordi e benedica tutti, e specialmente il

Suo aff.mo figlio

Don V. Cimatti, sales.



1164 / Ricaldone Pietro / 1933-10-3 /


45.17 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Visitatoria S. Francesco S. Giappone

46 Oggetto: fondazione di Tokyo

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Miyazaki, 3 ottobre 1933

Rev.mi Superiori,


Essendo urgente prendere provvedimenti per l’avvenire dell’Opera salesiana iniziata nella Capitale del Giappone, credo opportuno presentare ai Superiori alcune proposte derivate da fatti nuovi e coordinare in un tutto unico quelle già presentate.


47 Lavoro attuale

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È lavoro parrocchiale con sviluppo dell’Oratorio che è davvero in fiore e con buoni risultati materiali e spirituali, mezzo di propaganda ottima e per la religione e per far conoscere l’Opera nostra, ben vista dalle Autorità religiose, civili e dalle varie comunità religiose e meta di visite di missionari, di pubblico e di curiosi.

S. E. Reverendissima ci lascia libertà di fare quanto crediamo pur di fare del bene e come risulta dall’acclusa è anche lui del parere che a Mikawajima si è troppo allo stretto per una scuola professionale, pur forse potendosi materialmente costruire un qualche modestissimo capannone che potrebbe essere inizio della tipografia.

L’inconveniente massimo che ne deriverebbe in tale ipotesi è che si verrebbe a sacrificare l’opera iniziata, con danno grave. È quello che l’esperienza ci fa dolorosamente constatare là dove abbiamo opere affiancate alla Missione. Accudendo l’una si fa morire l’altra (così ci capita a Nakatsu e a Oita in cui il lavoro dell’apostolato è ridottissimo, non avendo personale distinto per le opere e per la missione e locali ristretti troppo per contenere convenientemente opere che anche per la loro formazione e sviluppo esigono di essere separate).


Possibilità di sviluppo della scuola professionale


L’Arciv. di Tokyo non ha difficoltà di dare alla nostra stamperia le pubblicazioni periodiche della diocesi una volta che fosse installata la tipografia a Tokyo. Il giornale Cattolico ha ormai un suo impianto proprio e sarà difficile poterlo avere e forse non è neppure a noi conveniente averlo. A Tokyo non manca la possibilità di avere lavoro non solo tipografico, ma di qualsiasi genere, essendo la scuola Professionale di Stato a tipo teorico.


Proposta concreta e pratica


È suggerita anche da Monsignore. Si cerca altro terreno in vista dello sviluppo che avrà certo l’Opera salesiana a Tokyo (fra 10, 15 anni… non importa) e in vista del terreno a buon prezzo che si può prendere ora, fra due o tre anni saranno prezzi enormi. Non parlo ora di scuola professionale, ma come nel primo progetto, di semplice scuola tipografica (di cui abbiamo già molto materiale e personale a Oita).

Se i Superiori potessero fare uno sforzo (da 30 a 50 mila lire) si potrebbe prendere un terreno che renderebbe il 100% anno per anno, tenendo conto dell’aumento di prezzo a cui va soggetto.

Abbiano la bontà di osservare la carta topografica di Tokyo che ho inviato e i terreni nella zona a noi affidata oltre il fiume (Adachi-ku); siccome, pur essendo in gran parte zona di campi e risaie, è città, verranno tracciate grandi strade che sono in costruzione, e ponti e viadotti, ecc.

Ora si compra come campo e risaia… Popolazione centomila. Mi pare che per ora la più pratica e urgente proposta è questa, proposta che affido al cuore paterno dei Superiori e che metto sotto la protezione della protettrice delle Missioni nel giorno della sua festa.


Don V. Cimatti, sales.

1165 / Circolare salesiani / 1933-10-4 /


47.1 ai Salesiani della Missione Indipendente di Miyazaki

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4 ottobre 1933

Carissimi,

Ritardai l’invio della circolare mensile sempre nella speranza di potervi dare delle comunicazioni del nuovo personale. A tutt’oggi consta che il 12 c. m. partono da Torino 5 chierici filosofi. È questo il solo personale di quest’anno? Verrà con questo il nostro Don Margiaria? Vi saranno altri? Ecco quanto non so dirvi. Ad ogni modo cominciamo a ringraziare il Signore e preghiamolo per il prospero viaggio, come per il viaggio del nostro carissimo Don Cavoli e ch. Baratto.

Si avvicina la domenica 22 Ottobre, designata dalla S. Sede, come giornata missionaria mondiale, ed è desiderio che specialmente in quest’anno giubilare della Redenzione del genere umano, nessun Cattolico anche dei paesi di Missione sia assente colla PREGHIERA e coll’OFFERTA…

La predica sia fatta sull’argomento inculcando forme pratiche per la propagazione della fede, possibili ai nostri cristiani. Scriveva Ozanam: “Non dobbiamo consentire che i fedeli stiano con le mani inerte mentre i nostri missionari si fanno sgozzare dalle belve e martoriare dalle fatiche e dal fanatismo delle terre infedeli”.

Esortiamo a pregare e a iscriversi all’Opera della propagazione della fede, ricca di vantaggi spirituali e concorrere con offerte libere anche minime…

Non potendo l’individuo singolo si iscriva tutta la famiglia. Si spieghi che l’elemosina di questa giornata è domandata direttamente dal Vicario di G. C. e a Lui trasmessa.

Dalla S. Sede è consigliata la Comunione Generale e l’ora di adorazione… Consiglio una buona propaganda a mezzo stampa, proiezioni, discorsi, ecc. nella solita adunanza serale domenicale. È in preparazione un foglietto di propaganda per l’occasione che sarà spedito.

Il Piccolo Seminario e le comunità delle Figlie di Maria A. consacrino quella domenica a preghiere speciali. Si trovi modo, con inviti per lettera, di far partecipare alla manifestazione anche i cristiani distanti dalle residenze.

La parola d’ordine della S. Sede è: “Tutti i fedeli per tutti gli infedeli”.

Faccio appello al vostro zelo affinché il desiderio del S. Padre per le Missioni, sia realizzato in pieno.

Vostro nel Signore

Don V. Cimatti, sales.

1166 /Circolare salesiani / 1933-10-27 /


47.2 ai Salesiani della Missione Indipendente di Miyazaki

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Miyazaki, 27 ottobre 1933

Carissimi,

  1. Voglio pensare che l’esito della giornata missionaria sia stato ricco di frutti spirituali, e più lo sarà il prossimo mese consacrato alle anime sante del Purgatorio. Una forma pratica che vi raccomando: è di insistere presso i cristiani di far celebrare Ss. Messe per i loro morti ed anche si potrebbe con frutto consigliare l’iscrizione alla Pia opera del S. Cuore. Siccome devo inviare al Centro le offerte raccolte e le iscrizioni ed una relazione, prego che mi si invii il tutto con cortese sollecitudine.

  2. Se vogliamo fare un numero di “Amici della Missione” che arrivi per le feste natalizie, occorre che al più tardi per il 15 Nov. mi si inviino i manoscritti coll’indicazione del numero delle copie che si desiderano per le proprie residenze.

  3. Prego pure che per la fine di Novembre i capi-residenza mi inviino il risultato degli esami di tirocinio dei chierici che vi sono obbligati. Unisco programma per il prossimo anno con preghiera che mi si dia l’elenco dei libri di testo che fossero necessari ai chierici.


A conclusione mi piace riportare le parole con cui si chiude la lettera inviata da Propaganda Fide al Superiore della Missione, come segno della ricevuta della relazione annuale: “Stando fedeli ai luminosi esempi e incoraggiamenti del Beato Don Bosco, possono stare sicuri di conseguire insperati successi… Perseverino dunque con coraggio e fiducia nella bella impresa incominciata con gioviale fervore, in modo che il prossimo esercizio che cade nell’anno centenario della Umana Redenzione possa portare al cuore divino numerose anime di pagani convertiti”.

È per noi monito, insegnamento e incoraggiamento.

Pregate per il

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.


P.S. - A Dio piacendo il trasporto del Seminario da Nakatsu a Miyazaki si effettuerà il 3-4 Novembre. L’inaugurazione ufficiale sarà più tardi. A Nakatsu rimangono i confratelli Don Dumeez e il ch. De Kreuff: tutti gli altri passano a Miyazaki.

1167 / Ricaldone Pietro / 1933-10-28 /


47.3 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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28 ottobre 1933

Amatissimo Sig. Don Ricaldone,

La solita lettera mensile per mio conforto spirituale e dovere di rendiconto e per sua informazione.

Don Cimatti: salute, buona – un foruncolo interno in un garretto mi fa zoppicare. Ho dovuto farlo tagliare.

Lavoro: faccio quello che posso: quest’anno necessariamente debbo fare riduzioni, e tutti siamo ben forniti di lavoro per chi vuol lavorare e mi pare che tutti lo desiderano. Ho bisogno di essere più diligente in tutto.

Pietà e sante regole: regolare in tutto, specie quando posso farle in comunità.

Ss. Voti: mi pare un momento di calma.

Carità: optime, debbo frenarmi nelle manifestazioni estrinseche della carità.

Per le nostre cose forse i nuovi arrivano portando le notizie. Nella sua ultima mi diceva avrei avuto d’ufficio risposta dal Segretario e lettera dal Sig. Don Berruti per il personale. Finora nulla. So che arrivano cinque chierici (due della veneta scrissero): vedremo chi sono e che dovranno fare. Avranno certo lettere con sé. So che Don Margiaria conta di essere qui per il 20 Gennaio, secondo le intese coi Superiori. Per Tokyo – secondo sua lettera – Don Piacenza cerca terreno; ed a quest’ora i Superiori avranno già forse discusso le nostre ultime proposte. Per Osaka, se non vi è nulla di nuovo alla venuta dei nuovi, scriverò a quegli amici secondo il suo ultimo pensiero.

Tokyo, bene in omnibus. Resta Don Piacenza; ch. Filippa e coad. Ragogna. Aiuti giapponesi. Alla sera di domenica scorsa c’erano 750 al cine. (…)

Oita: Don Marega stanco e nervoso, adesso è nel pensiero che Don Cimatti non ha fiducia di Lui. Spero gli passerà.

Seminario: Don Cimatti coi cinque nuovi… (Ch. Mukai e il primo cui do la veste che aveva già – sarà salesiano quando avremo noviziato. Ma lo faremo prima sacerdote).

Ad ogni casa metterò confessore (anche sul catalogo). Per l’E. b. m. ci riuniamo mensilmente tutti in due gruppi… Tokyo non è possibile… e si passa la giornata insieme. Ci si affiata e spero crescerà la carità.

Non posso fare di più in quest’anno dato quanto Lei conosce, ma anche al ritorno di Don Cavoli, ormai l’Ospizio e orfanotrofio esigono cure speciali e per ora il più indicato è lui.

Intanto sei si preparano ad Hong Kong.

Eccole le nostre notizie. Non ho ancora i dati, ma sono in tribolazione per il povero Don Carò (forse bevande e donne). Il Signore ci scampi da questi disastri.

Preghi per me. Ringrazio di cuore i Superiori dell’invio dei nuovi. Dopo quanto chiesi e quanto i Superiori promisero, è segno che non hanno potuto fare di più, e Deo gratias!

Allargo il cuore alla speranza pel prossimo anno, e comincio già fin d’ora a domandare aiuto.

Mi butto nelle sue braccia paterne, mi aiuti, mi consigli e preghi per me. Ossequi al Capitolo e saluti al buon Don Cavoli e ch. Baratto.

Aff.mo figlio

Don V. Cimatti


P.S. - Dimenticavo: Figlie di Maria Ausiliatrice. Relazione con me: ottime.

A Miyazaki bene – a Beppu non troppo. Finisco col persuadermi che il difetto è nel manico. Sah!… Non andare d’accordo con Don Pedro è il colmo. Ma vorrebbero un prete per loro: dove lo piglio?

Ed anche se ci fosse non potrò mica ipotecarlo per le buone Figlie di M. A.

Il Signore mi illumini e chiarisca.

1168 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1933-10-28 /


47.4 a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone

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28 ottobre 1933

Rev.ma Madre,

Dimenticai nell’ultimo colloquio di comunicarle che Propaganda Fide alla relazione che feci in cui dai dati favoritimi parlai pure delle Figlie di Maria A. mi risponde: “Una lode speciale meritano le buone Suore che con tanta abnegazione si prodigano per l’apostolato. Il Signore le benedica visibilmente inviando loro le prime vocazioni indigene. Perseverino dunque con coraggio e fiducia nella bella impresa incominciata con giovanile fervore stando fedeli ai luminosi esempi ed insegnamenti del beato Don Bosco”.

Vedremo al prossimo anno se ci aiuteranno in modo speciale anche intuitu del lavoro delle Figlie di Maria A. Preghiamo.

Mi colpirono assai, o buona Madre, le sue parole in relazione al nessun aiuto che la missione dà al noviziato. Desidero che Lei a cuore aperto mi dica ciò che si desidererebbe, affinché se non tutto, almeno un quid minimum si possa riuscire ad ottenere.

Già ne parlai a Don Pedro che è dispostissimo in quel che può ad aiutare – naturalmente avendo anche altri impegni ha bisogno di essere preavvisato in tempo utile. Non potrebbero ad es. coordinare l’orario del mese? Mi pare che varie cose si potrebbero ottenere con vantaggio reciproco.

Mi starebbe anche tanto a cuore che le Figlie di Maria A. si occupassero della gioventù femminile.

Non so se mi sbaglio, ma a Beppu mi pare ci potrebbe essere buon materiale.

Ho buttato giù due pensieri. Veda anche Lei di pensarci e vedere se si può fare qualche cosa per tener su meglio che si può il noviziato e tutta la vostra comunità.

Preghi e faccia pregare per me.

Tutto suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

1169 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1933-10-30 /


47.5 a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone

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30 ottobre 1933

Rev. Madre,

Grazie degli auguri dei Santi e delle preghiere per i morti.

In risposta della sua, grazie di tutte le dilucidazioni. Ho scritto anche a Don Pedro che faccia tutto il possibile per aiutare e raccomando anche a Lei, buona Madre, di non aver paura di parlare ed accordarsi.

Ad impossibilia nemo tenetur né davanti agli uomini, né davanti a Dio, anzi tanto meno davanti a Dio. Calmi le consorelle. I miei salesiani coadiutori e chierici stanno ben peggio, e un 200 e più cristiani è grazia se hanno la Messa una volta uno o due mesi, ed alcuni l’hanno 4 volte all’anno.

Il Signore sa e vede. Le consorelle non temano, lo dica chiaro: me ne rendo garante al tribunale di Dio. È sacrificio identico al compiere opere di carità o disposizione diretta di Dio. Stiano tranquille. Quanto alla S. Comunione penso che se desiderano si può fare – costerà un po’ di sacrificio, ma si può fare.

Comprendo, sarebbe più caro il resto – se sapeste suggerirmi una soluzione buona, vi assicuro che l’abbraccio subito. Calma dunque. Il Signore vede e sa il nostro e il vostro desiderio – lo sanno i Superiori. L’esigenza della custodia della casa fa perdere la Messa a tanti ogni Domenica, purtroppo. E il Signore lo sa. Offriamo a Lui anche questo sacrificio. Per il resto avanti con slancio – certo a Beppu è campo difficile. Nelle nostre questioni scorse il Direttore della scuola femminile si è sempre dimostrato refrattario ad ogni avvicinamento – quindi non mi meraviglia che faccia così.


Consiglio:


  1. Si faccia una raccolta di quanto dice ed abbia la bontà quando ne ha molte di farmele avere. Serve per fare articoli e ribattere.

  2. Lei rettifichi e corregga a vantaggio delle allieve.


Quanto a compensi, finché ci sarà Don Cimatti non se ne deve parlare – lavoriamo per fare del bene ed aiutiamoci caritatevolmente – mi pare che valga meglio questo che i soldi che possiamo darci. Se potete intanto aiutare in qualche modo l’oratorio, mi pare sarà una bella e utile cosa, tanto più che normalmente v’è un buon numero di ragazze. Godo dei progressi – della nuova aspirante e che tutte le novizie siano allegre. A tutte come ricordo: “Credo nella Comunione dei Santi”. Siamo un corpo solo con Gesù, paradiso, purgatorio e terra: non siamo fra noi estranei, ma fratelli di una stessa famiglia di cui è capo Gesù!

Animo e avanti senza paura che Gesù è con noi!

Il 4 c. m. i seminaristi di Nakatsu entrano a Miyazaki, ed il 6 arrivano a Shanghai gli italiani. Mi scrive Don Fontana che le Figlie di Maria A. sono entrate (due o tre) a Shanghai per non so quale opera. Preghiamo ad invicem e ci benedica il Signore.

Zoppico da tutte le parti per un foruncolo al piede. Fiat voluntas Dei.

Dunque parli senza timore con Don Pedro e fate proposte – tutto quello che si può fare si farà, ma ad impossibilia… Ed inoltre la vita di missione è vita di sacrificio e di eccezioni, finché non possiamo metterci in regola.

Ecco perché la S. Sede dà tante facoltà ai missionari e più ai superiori delle missioni.

Allegra nel Signore… Ricordi che Lei è Letizia e che di Maria si canta: “Tu laetitia Israel” e che Essa cantò “Magnificat… et exultavit…”.

Saluti a tutte tutte tutte.

Suo nel Signore

Don V. Cimatti

1170 / Ricaldone Pietro BS / 1933-10-31 /


47.6 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Chi va e chi viene1


Miyazaki, 31 Ottobre 1933

M. R. ed amatissimo Sig. Don Ricaldone,

Gli avvenimenti che si succedono mi danno il tema della lettera mensile, che fin dagli inizi della nostra venuta in missione mi sono proposto di scrivere per il Bollettino Salesiano, a conforto nostro (fa così bene all’anima parlare cogli amici lontani! Tanto più coi Superiori… col Padre…) e a mantenere la caritatevole relazione di anime che lavorano per lo stesso scopo: la gloria di Dio e salute delle anime.

Molte cose, molti avvenimenti, molte persone VANNO e molte VENGONO. Se ne vanno gli anni… Cosa nota, e con essi l’agilità, le forze… E già il pensiero si rivolge ai nostri chierici, di cui un piccolo gruppo ha cominciato la teologia, e proprio stamane pregustavo in un momento di divagazione fantastica la gioia della prima Messa in Giappone dei nostri giovani preti. Già il pensiero corre alla meta per il piccolo gregge dei nostri seminaristi indigeni, e si vorrebbe già vederli al lavoro con noi. Vediamo col volgersi degli anni crescere la gioventù delle nostre riunioni, dei nostri oratori. Speranze del futuro, che incalzano, mentre i vecchi declinano, e gli anni vanno veloci verso l’eternità.

Abbiamo poi un esodo relativamente forte anche di cristiani nostri in Brasile, in Manciuria… Emigrazione insomma. È un bene? È un male? Come in tutte le cose di questo mondo vi è nel fatto il lato buono e meno buono. Dal punto di vista della Propagazione della fede, se gli emigranti sono buoni cattolici si può sperare un bene. Il pagano stesso dall’influsso di altre manifestazioni religiose o di parentela, se trova buoni missionari apostoli, facilmente si converte. Il governo giapponese non lascia nulla di intentato a che il problema emigratorio venga e nella sua fase preparatoria e durante il viaggio e nella sua fase risolutiva, contornato da tutto il necessario ad assicurare un felice esito. Trattandosi di Brasile, paese cattolico, fra le conferenze destinate a dare un’idea del nuovo ambiente dal punto di vista sociale, agricolo, commerciale, obbligatorio per tutti gli emigranti, permette conferenze d’istruzione religiosa cattolica, nel periodo di preparazione all’emigrazione.

Durante il viaggio gratuito per gli emigranti, gli eventuali cattolici possono esercitare un buon apostolato. A Miyazaki, ove presso la scuola superiore di agricoltura vi è un corso speciale per la preparazione del personale sopraintendente all’organizzazione emigranti in Brasile, è di questi giorni l’invito fatto alla Missione cattolica di fare alcune lezioni sulle cerimonie liturgiche cattoliche, ed anche sull’etichetta in uso fra cristiani per sapersi presentare degnamente in paese cattolico.

Quest’anno la nostra minuscola cristianità ebbe 145 emigranti. Gente che va… E fra questa contiamo missionari che vanno anche fuori missione per trovare un po’ di riposo, ma più per stendere la mano ai generosi ed interessare anime buone ad opere che non si potrebbero fondare, sostenere e rassodare senza la carità dei facoltosi.

E con quanto va non bisogna dimenticare quanto relativamente viene a noi. È lo spettacolo davvero impressionante del ritorno in patria delle truppe giapponesi vittoriose in Manciuria. È indescrivibile l’entusiasmo che si suscita nelle città sede di comando militare al ritorno dei reggimenti. È il cuore della nazione che va incontro ai suoi figli. E lungo il percorso, alle stazioni anche di secondo grado, autorità e popolo sono all’attesa, e tutti vogliono manifestare il grazie, la stima, il plauso ai vittoriosi. Quando poi tornati al paese nativo i militari, fosse anche uno solo, la manifestazione paesana col concorso delle autorità, scuole e popolo viene ad assumere un carattere di festività familiare, che si inizia alla stazione con benvenuto fatto a nome di tutti dal capo del paese, e che si conclude fra le pareti domestiche. Unione di cuori in un unico intento, la grandezza della patria. Anche la casa di Miyazaki fece in chiesa e nel salone Don Bosco uno splendido ricevimento ad un bravo giovanotto del locale circolo Savio Domenico, che aveva con onore partecipato alla campagna.

Coi soldati che tornano vittoriosi, vengono pure a noi dall’Italia confratelli amatissimi, che la carità dei Superiori ha potuto inviare a rinforzare le nostre deboli fila. Vengono a noi aiuti di mezzi materiali per ornare le nostre cappelle e le opere di carità dell’Apostolato. Oh, buoni Superiori e Benefattori amici nostri, come potremo ringraziarvi per tanta carità? Il Signore rimeriti regalmente, come sa fare Lui, la generosa carità di tutti.

Ma la più bella venuta è Don Bosco in mezzo ai giovani. Più lavoriamo in mezzo alla gioventù, più facciamo conoscere il Padre nostro, e più egli viene affermandosi nel cuore, nelle menti di quanti lo conoscono. Ed anche nelle parole. In molti posti dove si è più conosciuti, vedendo noi e i nostri, la gente addita e dice: “Don Bosco!”. Le case nostre sono dette “Don Bosco”. Una delle più recenti è di Tokyo. Su un giornalino illustrato per fanciulli è stato pubblicato un articolo di uno degli allievi di quinta elementare, oratoriano nostro, che riproduce gli episodi dell’infanzia di Giovannino Bosco e il primo sogno (e il tutto ornato da disegni di marca fanciullesca) sentiti all’oratorio e conclude: “Come allora Don Bosco, così fanno da Don Bosco coloro che lavorano per noi, e noi a questo oratorio desideriamo diventare gli uomini del domani”. Parole di fanciullo, ma mi sembrano significative ad indicare l’opera di entrata nel cuore dei giovani del nostro Don Bosco, che non può non gioire nel vedersi attorniato come un tempo all’Oratorio da tanta gioventù.

Oh ci aiuterà come sapeva fare Lui allora a condurla a Dio. Cose che vanno e vengono. Gente che va e viene… e potrei continuare.

Non vorrei sentirmi dire un: “Se ne vada!” e preferisco domandare che su me e sui miei e sulle opere nostre preghiere, benedizioni e aiuti in abbondanza.

Con affetto filiale,

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.





1171 / Tassinari Clodoveo / 1933-11-10 /


47.7 al chierico Clodoveo Tassinari, studente teologia a Hongkong2

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10 novembre 1933

Carissimo Clodoveo,

Grazie della tua del 4/10/1933 e delle notizie sui preparativi della festa dell’Ispettore. Lo merita davvero.

Bene per Vasco. Per Oita calmo e tranquillo e come ti scrissi, non bisogna fare le cose più grosse di quel che sono.

Gli uomini sono come sono, tanto noi che gli altri. Tentare di armonizzare tutto è quello che si tenta di fare. Il Signore mentre noi ci agitiamo, guida e dirige.

Arri fa bene e lavora, il catechista si è slanciato. Ono disputa di filosofia con Don Marega che non attende altro che la venuta di Don Margiaria. Che capiterà allora non so.

Tu allegro, calmo, pensa ai tuoi studi, e prega per noi, specie per me.

Tuo

Don V. Cimatti, sales.





1172 / Grigoletto Giuseppe / 1933-9-16 /


47.8 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice

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16 settembre 1933

Carissimo Don Giuseppe,

  1. Sì i bolli erano sporcati della croce, ma perché non del timbro ordinario… Qui niente si dovette pagare.

  2. Grazie della carità. Scrivo agli interessati fra cui il tuo buon Padrino per l’onomastico.

  3. Idem delle belle notizie e delle tue ghete [sandali giapponesi].

  4. Venendo Don Antonio porterà e volentieri farà secondo i consigli. Spedisco oggi conchiglie entro due libri che puoi tenere o regalare. Sono dei soliti fiori. Le conchiglie, sai, vivono in acqua (prova in un bicchiere).

  5. Non capisco bene la domanda che mi fai, se sono cioè autorizzato di ricevere directe dagli amici. Scusa la mia nescienza e spiegherai. Penso che gli amici, buoni salesiani, abbian fatto sempre le cose bene, non mi consta che nessuno dei direttori abbia trattenuto, anzi molti direttori spediscono directe, altri spediscono a Torino, e quello che è nominatim pro Missione Japonica o confratelli o case viene trimestralmente inviato. Per me a tutt’oggi non ho ricevuto ordini o comunicazioni che si riferiscano a disposizioni speciali a quanto tu accenni e che, come dissi, non riesco a capire.

  6. E per oggi null’altro. Qui al solito: sono in attesa delle disposizioni dei Superiori per Tokyo, Osaka. Bisogna pregare.


Quest’anno arriverà qualche rinforzo. Don De Pieri mi dice che dalla Veneta verrà un cotal chierico Broccardo. Così mi occuperà il posto del buon Baratto che mando a riposare in Italia.

Tu continua a farti santo e a buttarti giocondamente nelle mani della Provvidenza. Il Signore ti rimeriti di quanto fai per Lui, ricordati che Gesù è buon mantenitore, l’unico vero. Prega e fa’ pregare per me.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

1173 / Circolare salesiani / 1933-11-15 /


47.9 ai Salesiani della Missione Indipendente di Miyazaki

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15 novembre 1933

Carissimi,

Come già sapete è giunto il piccolo rinforzo da Torino portando i saluti dei nostri amati Superiori, assicurazioni di preghiere ed anche il materiale richiesto.3

Quest’anno le operazioni di dogana, sia per ordine del Governo (minuto controllo) sia per il modo con cui le nostre cose furono inviate, furono laboriose ed anche costose. Motivo di più di trattare bene quanto la Divina Provvidenza ci invia.


  1. Quando tutto il materiale sarà radunato farò distribuzione, pur certo che non riuscirò ad accontentare tutti. Se nelle casse arrivate alle singole residenze ci fosse materiale per altre, con fraterna sollecitudine sia inviato. Come pure se ci fossero stati sbagli nel recapito, prego correggere ed inviare a destinazione.

  2. Per altre osservazioni circa il modo di spedizione avviserò in tempo opportuno.

  3. È certo che la dogana non fa difficoltà quando si tratta di opere per l’educazione dei giovani ed in modo speciale per le opere di carità di ogni genere. Rafforziamole dunque come dice il nostro Don Bosco: “GUADAGNEREMO LE BENEDIZIONI DI DIO E LA BENEVOLENZA DEGLI UOMINI”.

  4. L’indirizzo del Seminario è:…4

  5. Si avvicina la festa dell’Immacolata. Ci assista la nostra buona Madre in tutte le nostre Opere.

  6. La dolorosa notizia della morte del nostro amato Benefattore P. Faber di Tokyo venuta improvvisamente a colpirci. Suffraghiamo abbondantemente l’anima sua, sicuri che continuerà ad essere nostro Benefattore dal Paradiso.


Pregate per il

Vostro

Don V. Cimatti, sales.

1174 / Circolare salesiani / 1933-11-17 /


47.10 ai Salesiani della Missione Indipendente di Miyazaki

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Visitatoria S. F. S. Giappone

17 novembre 1933

Carissimi,

Mi affretto a comunicarvi un telegramma giunto ieri, via Macau, così concepito: “Felice esito Ricaldone”. Penso che si tratti certamente della canonizzazione del nostro Beato Padre Don Bosco. Deo gratias e col ringraziamento a Dio e all’Ausiliatrice nostra cominciamo fin d’ora i preparativi per il grande avvenimento.

Appena sapremo i dettagli combineremo il da farsi. Per ora cominciamo a pensare a quanto potremo fare per festeggiare degnamente Don Bosco SANTO, e specialmente a lavorare internamente noi stessi per essere sempre più degni figli di tanto Padre ed emularne la santità.

Si avvicina la festa dell’Immacolata ricca per noi salesiani di tanti cari ricordi. Anche in omaggio a Don Bosco procuriamo di celebrarla in quest’anno santo col massimo ardore possibile.

Pregate sempre per il

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

1175 / Grigoletto Giuseppe / 1933-11-17 /


47.11 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice

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17 novembre 1933

Carissimo Grigolo,

  1. Cominciamo dalla musica. È difficile accontentarti data la natura delle parole scelte [argomento sacro… che vuole quindi maestosità… sacrità (bel nome)] e data la posizione degli accenti. Poi nel foglio che restituisco anche mettendo lente, ecc. non trovo i segni e quindi non so che volevi dire e dove è che avrei dovuto andar su o giù.

Insomma vedi… In caso il buon Angelini sa correggere e far meglio di me.

  1. Minerali… meravigliosi. Tento di trovare qualche cosa, ma nella zona in cui sono ho poco. Pazientare… In caso devo mandare a te o a Lui? Per ora scrivo ringraziando. (Leggo nella tua: invierò a te, ho già qualche cosa).

  2. Osaka quando i Superiori daranno personale e mezzi. La venuta di Don Margiaria e di Don Antonio penso illuminerà meglio la situazione.

  3. Arrivati sani e salvi, cinque nuovi, mi paiono due buoni acquisti i due veneti… buoni come tutti i veneti.

  4. Il ch. Baratto non so se ritornerà: non solo è ammalato fisicamente, ma ebbe anche forte crisi. L’ho consigliato a mettersi nelle mani dei Superiori et videant consules. Partirono il 9 ottobre.

  5. Grazie della tua nuova carità. Il buon Dio ti rimeriti.

  6. Idem della copia di Occhio di Falco.

  7. Scriverò agli offerenti. Non capisco il pacco di ortoclasio.[?] Se è roba spedita a tutt’oggi ho ricevuto nulla.

  8. Optime per le scarpe… Sì, pel Kirishima e Monte Fuji ci vogliono buone scarpe.

  9. Prego per l’amatissimo Don Maina con cui son sempre stato in ottimi rapporti. Grazie delle indicazioni dei fringuelli veneti delle case.

  10. Unisco la carta del Kyushu sottolineando le residenze nostre e semiresidenze.


E ora Grigolo mio, allegro e buono. Si avvicina la festa della Mamma. Oh, mi aiuti a santificarmi e a fare dei santi.

Sono a Miyazaki al Seminario. Scrivi pure Missione Cattolica di Miyazaki. Prego per te e Gesù ti rimeriti di tutto.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

1176 / Berruti Pietro / 1933-11-18 /


47.12 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani

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Miyazaki, 18 novembre 1933

Rev.mo Sig. Don Berruti,

Assestati alla meglio i nostri cari chierici giunti felicemente, mentre ringrazio dal più profondo del cuore il Signore per il felice viaggio, ringrazio pure i Superiori per l’aiuto concesso e nell’inviare il piccolo rinforzo, e per le provviste fatte per noi e per tutti i grattacapi che in questa circostanza devono avere subito per noi.

Alla prima impressione i chierici sono come me li ha presentati e spero dare di loro sempre buone notizie.

Permetta poi che a Lei, incaricato delle Missioni, esponga con sincerità le nostre impressioni e osservazioni per evitare altra volta sorpresa, dispiaceri, recriminazioni di fronte ai confratelli che vengono e a quelli che sono in sede. Esprimo senza fronzoli quanto mi pare utile:

  1. Non potei aderire all’invito di andare fino a Shanghai incontro ai chierici (come pure non fu fatto dalla Cina, penso per analogo motivo) perché l’invito arrivò tardi e anche perché nelle condizioni in cui siamo nessuno può prendersi queste vacanze che costano assai.

  2. I confratelli mi arrivano senza nessuna carta informativa. Salvo di quello che mi dicono non so chi siano. Scriverò ai loro Ispettori, ma tutti gli anni bisogna perdere un tempo prezioso che va tutto a detrimento degli interessati per un’operazione di Regolamento semplicissima che tutti dobbiamo fare.

  3. I chierici ebbero la dolorosa sorpresa di dover pagare alla Compagnia Lire 1800, più spese trasporto bagaglio, e non avevano nulla in tasca, salvo un’offerta per i Battesimi che fu sequestrata dai confratelli di Shanghai per poter far fronte alle spese. Che cosa vuol dire in queste circostanze di fronte alle belle figure che si devono fare davanti alla Società, ai confratelli?… È umiliante e per noi un nuovo aggravio che apre subito per me un debito colla casa di Shanghai di oltre 3000 Lire, che devo pagare e che non ho alla mano, perché anche la casa di Shanghai si è fatta imprestare e con interesse la somma. Veda un poco Lei…

  4. È il primo anno che si è dovuto pagare la dogana per il modo con cui furono messe le cose nelle casse. Roba nuova e tutta dello stesso genere in casse separate – il poco che portavano i nuovi in piccole cassette, per cui i doganieri si domandavano ragionevolmente se non si trattava di cose commerciali… inde pagare, mentre si poteva, come si è evitato sempre, non pagare la dogana.

Così i medicinali soggetti a rompersi (bottiglie), messi insieme alla biancheria di chiesa che viene così macchiandosi e guastandosi.


Sulla merce nuova era indicato il prezzo… Capirà che è un’arma buona in mano ai doganieri. Il vino in bottiglie bisognerà assicurarsi che non arriva a destinazione… Eccole indicate fugacemente le osservazioni che sono risultate in questa nostra spedizione – non sono cose dell’altro mondo, ma di questo, penso però che molte volte si potrebbero evitare; e soprattutto pensi che qui non abbiamo denari alla mano.

Ieri per andare in viaggio apostolico mi sono fatto imprestare i soldi dalla casa di Miyazaki… È così. Quindi salassi imprevisti sono per noi fatali.

Preghi e faccia pregare per noi e specialmente per me e voglia presentare gli omaggi a tutti i Superiori e specialmente al Rettor Maggiore.

Suo dev.mo

Don V. Cimatti, sales.

1177 / Berruti Pietro / 1933-11-18 /


47.13 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani

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18 novembre 1933

Rev.mo Sig. Don Berruti,

In lettera ufficiale le ho espresso quanto credevo opportuno per le future spedizioni, per evitare errori od altro.

In questa confidenziale voglio aprirle l’anima in relazione al personale e iniziare fin d’ora le domande per il prossimo anno. Non faccio recriminazioni a nessuno – dopo le ripetute promesse, speravo assai di più. Penso e non ne dubito; i Superiori avranno vagliato la posizione nostra ripetutamente da me esposta e se solo questo ho ottenuto è segno che non poterono fare di più, et semper Deo gratias!

Certo che così non si può continuare. I Superiori gridano che le residenze siano forti, rassodate. A far vedere la buona volontà in pratica ho chiuso TANO – ho trasportato lo studentato da Takanabe a Miyazaki-Seminario e per mancanza di mezzi e di personale si limita il lavoro dappertutto. Non le nascondo che come superiore della missione sono nel rimorso continuo per queste limitazioni, ma che farci? Non è bello parlare di sé. Ma sono obbligato alla scuola regolare… e Lei comprende che cosa vuol dire. Ma può pensare che questa scuola di tanto in tanto deve essere pur piantata lì!… E allora? Ho detto povera scuola, e lo ripeto.

Non conosco la forza degli altri studentati in missione, ma se sono come è allo stato attuale quel del Giappone, il Signore ci liberi la Congregazione futura.

È da anni che insisto mi si mandi uno per la filosofia e qualche insegnante, almeno fino a tanto che qualcuno di questi chierici (e purtroppo finora nessun ingegno… mediocrità e meno che mediocrità) sia in grado di aiutare anche in questa parte.

Siamo nella dolorosa condizione di mendicare anche per questa parte come per la parte materiale, e Lei sa che non abbiamo lo studentato teologico (devo quindi mandarli ad Hong Kong con tutte le conseguenze economiche e di formazione che Lei può capire specialmente per lo studio della lingua), come non abbiamo ancora in sede fissa lo studentato filosofico: con questo e già il terzo trapianto e non sarà certo l’ultimo. Lei comprende che per cinque chierici dover ipotecare più di cinque professori non me la sento, e poi o fanno scuola e allora non possono darsi al ministero – e Don Cimatti ha anche da obbedire a Roma che in pratica fa sentire che desidererebbe vedere più Battesimi, ecc. Ma mi dica Lei come devo fare se i Superiori non mi aiutano?

Ed anche per questo che con vari confratelli ammalati nervosi si accresce e si acuisce in loro tale nervosismo e che cosa si conclude?

Per me vedo già avvicinarsi il prossimo agosto quando dovrò provvedere alle case.

Vari devono andare allo studentato e non so come provvedere. Beh, chiuderò tutto… Non pensi a scoraggiamenti per parte mia. Penso solo alla responsabilità. Per tener fronte e venire in aiuto alle anime, Don Cimatti al sabato parte e va in giro di apostolato, ma certo non ne guadagna la formazione dei chierici che alla domenica li affido al buon Dio… che fa certo meglio di me. Ho voluto esporre quello che ripetutamente ho esposto tutti gli anni ai Superiori.

È segno che non possono venire in aiuto se dopo tante reiterate domande si rimane così – ma che vuole? Siamo uomini e guardo con santa invidia altre missioni che sono fornite di tutto e viene davvero il dubbio se Don Cimatti abbia insistito a sufficienza e di fronte anche ai miei missionari faccio certo non la più bella figura.

Ma il Signore sa e a Torino, penso, parlino per me le molte lettere; forse non scrivo chiaro o scrivo troppo (anche questo mi fu detto): penso che sia mio dovere e non derogherò da questo.

Eccole esposto quanto il cuore mi suggeriva e francamente dico ai Superiori ancora una volta: “Mi vengano in aiuto per i nostri studi e per sostenere le opere iniziate e che promettono. Se ci sono rimproveri da fare mi si facciano e con franchezza. È da anni che insisto a che mi tolgano da situazioni per me in coscienza insostenibili”.

Preghi per me e per i miei, amatissimo Sig. Don Berruti, e per questa povera missione, i cui veri bisogni sono così poco conosciuti! Creda è per me il pensiero sempre più desolante.

Il Signore benedica quanto vorrà fare per noi. Badi che il personale è possibile mandarlo anche ora: basta volerlo.

Tutto suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

1178 / Giuseppe Grigoletto / 1933-11-21 /


47.14 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice

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Presentazione di Maria

Ah! Ci aiuti la Madonna e che siamo tutti suoi


21 novembre 1933

Carissimo Don Giuseppe,


  1. Trovo sul mucchio colle lettere dei tuoi un’altra tua. Del ramo geologico mi interesserebbe qualche impronta (foglie, pesci – oh delizia! – et similia). Per modelli trovo anche qui con facilità.

  2. Ah, Marconcini! Veneto autentico… Dovevi vederlo sul palcoscenico! Buono e santo Adriano!

  3. Inteso per le Ss. Messe di cui assicuro celebrazione e di cui mi accenni elemosina.

  4. Scrivo al buon Orsingher.

  5. Per le Missioni niente timori, est Deus in Israel. Che vuoi? Non sono comprese, né desiderate da molti, eppure sono esse che di fronte alla Chiesa e agli uomini colmano di gloria la Congregazione. Non comprendono forse perché non ricordano bene la vita di Don Bosco e quanto ha fatto per consolidarle, o meglio, non ricordano la Storia della Chiesa. Mah! Sono aberrazioni inesplicabili.

Per te? Prega, e se ti senti di afferrare e portare una croce materiata di insoddisfazioni, sacrifici et similia, generosamente offrili a Gesù. Per il missionario vero (non pensare a Don Cimatti, per carità) è essere consepultus cum Christo. Per me la penso così, ed insieme, siccome la croce, per chi sa portarla, è giocondità, massime gioie, intime sai, intime (non pensare alla popolarità) che non si possono descrivere, Giuseppe mio. Oh, Gesù si comunica al missionario in forme ineffabili… Basta, basta, se no scoppio. Prega per me.

Lavora per il povero Gesù sconosciuto non solo ai pagani che non ne hanno colpa, ma anche, lasciamelo dire, ai cristiani. Lavora nella scuola. È il luogo migliore.

Per me non posso far granché in missione, ma posso lavorare in scuola e nell’intimità. Il Signore vede e sa. Ah, Giuseppe, lavoriamo per il povero Gesù. Passerei delle ore su questo argomento, ma basta, figliuolo. Prega per me e lavoriamo per Lui, lasciando cantare le passere.

  1. Ho già tirato fuori tutto dalle cassettine entro cui frugarono gli occhi cupidi della dogana. Ma c’ero lì presente, e dopo uno o due ne ebbero basta.


Meravigliosi! Sto preparando il posto in bella vetrina, e, come scrissi, spero inviare qualche cosetta (oh, non così bella!). Impacchettamento ottimo, fratture minime. Ah, bravo Sandrino (dico un Rosario per lui… per te intero… ratione impacchettamenti).

E per stavolta basta. Accetta e distribuisci e prega per me.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

1179 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1933-11-24 /


47.15 a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone

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24 novembre 1933

Buone Figlie di Maria Ausiliatrice,

Si avvicina a grandi passi una delle feste che deve essere da voi celebrata con speciale entusiasmo e solennità, specie dalle care novizie: la festa dell’Immacolata.

Perché voi siete Figlie della Madonna, perché Don Bosco ha iniziato l’opera sua in questo giorno, perché l’Immacolata deve richiamare a voi la più cara delle virtù.

L’Immacolata è dogma di fede; dunque in tal festa possiamo ravvivare la nostra fede e renderla più operativa.

L’Immacolata è la gemma più bella che onori la Madonna, e noi vogliamo che la Madre nostra sia onorata nella forma più bella che sia possibile.

La Purità sarà la nostra più bella corona e perciò dobbiamo fare il possibile per rivestircene fin d’ora come meglio potremo per cantare anche noi quel canto che in cielo solo i PURI possono cantare, seguendo l’Agnello.

Mezzi per prepararci alla festa: far meglio le nostre azioni per, in, con MARIA – essere angeli di carità con tutti.

Durante la novena le novizie ogni giorno domandino alla Madonna: “Maria, che vuoi da me?”.

Pregate per il

Vostro nel Signore

Don V. Cimatti, sales.

1180 / Circolare salesiani / 1933-11-26 /


47.16 ai Salesiani della Missione Indipendente di Miyazaki

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Circolare confratelli

Miyazaki, 26 novembre 1933

Carissimi,


Siete fraternamente invitati per il mercoledì prossimo al Seminario per l’Esercizio della buona morte.

Le modalità e l’Orario presso a poco come l’altra volta.

Ore 9: Adunanza generale-Esame di coscienza

Ore 10: " sacerdoti, soluzione caso e questioni varie

Ore 12: Pranzo

Per questa volta subito dopo pranzo colla visita al SS.mo Sacramento faremo la chiusura, perché alle 15,30 vari di noi sono impegnati per un concerto ad Uwae.

È l’Esercizio di buona morte che coincide coll’inizio della novena di M. SS.ma Immacolata; è prossimo alla festa di S. Francesco Saverio, Patrono della casa di Oita e della nostra Visitatoria: motivi tutti che ci possono spingere a farlo con vero fervore anche come bella preparazione alle prossime feste di Natale.

I capi-residenza o chi per essi facciano alla sera del martedì la prescritta conferenza o si faccia una breve meditazione.

Al piacere di rivedervi prossimamente.

Aff.mo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.

1181 / Ricaldone Pietro BS / 1933-11-30 /


47.17 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani5

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Miyazaki, 30 novembre 1933

Rev.mo ed amat.mo Padre,

Penso che questa volta le darò la notizia più gradita al suo cuore, la costituzione definitiva cioè del nostro PICCOLO SEMINARIO INDIGENO in sede apposita e fornito dei mezzi di studio, necessari alla formazione del clero.

Mi permetta un ricordo lontano e un po’ di storia delle vicende che ci hanno condotto alla realizzazione dell’ardente desiderio del nostro cuore.


Spes messis in semine


Lei ricorda, amato Padre, che il primo drappello dei salesiani giunse in Giappone l’8 Febbraio 1926. Per una settimana, ospiti del Vescovo di Nagasaki, avemmo agio di vedere il colossale lavoro di apostolato fatto dagli zelanti missionari delle Missioni Estere di Parigi in quella terra di martiri, fra cui il magnifico seminario, su cui vedemmo scritto il bel motto “la speranza del raccolto è nel seme”. Ricordo che mi rivolsi a chi mi stava vicino e dissi: “Quando sarà che anche noi potremo scrivere queste parole nella storia della nostra Missione?”. Per la grazia del Signore e con l’aiuto dei generosi benefattori dell’opera di S. Pietro per il clero indigeno, il piccolo seme buttato nel terreno all’inizio del nostro modesto lavoro di apostolato, a tutt’oggi prosperò, crebbe, materialmente in un bell’edificio, e spiritualmente a tutt’oggi in una trentina di buone vocazioni su cui fondiamo la speranza del futuro lavoro.


48 L’edificio

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L’edificio tutto in legno occupa un’estensione di circa 1500 mq e comprende il corpo centrale a due piani con le scuole, studio, biblioteca, museo al Primo piano e le camerate dei giovani e quelle particolari al secondo. Le aule scolastiche rivolte al sud, secondo le prescrizioni delle leggi edilizie scolastiche dell’Impero, sfociano verso Nord in un magnifico corridoio comodo che attraversa tutto l’edificio ed è prospiciente sullo spazioso cortile interno, mentre dalla parte di mezzodì il cortile d’entrata verrà trasformandosi, secondo il gusto giapponese in un bel giardino. Completano la costruzione due corpi laterali di fabbrica; quello a sinistra che comprende la chiesetta e la sala per riunioni, feste e teatro – quello a destra prospiciente la campagna, comprende i refettori, la cucina, dispensa e bagni (indispensabili alla vita giapponese). Un po’ più lontano una piccola costruzione rustica darà modo di coltivare un po’ di terreno ed allevare animali da cortile; il che permetterà notevoli risparmi per il mantenimento dei seminaristi.

Il Seminario è situato tra il verde dei boschi in una zona della città detta dal popolo “Haru no yama” (monte della primavera) o più propriamente “Yoshimura” (villaggio felice). Il simbolismo dei nomi, tanto caro allo spirito giapponese, non potrebbe essere più appropriato, ed è così, tanto dal punto di vista materiale che spirituale: lo constatano i nostri cari giovani ed i numerosi visitatori, ed è l’augurio che formulano i missionari.


49 Gli allievi

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Sono di varia provenienza. Alcuni sono il frutto del lavoro dei missionari nelle singole residenze, i primi frutti dei nostri oratori. Ma siccome da poco più di un migliaio di cristiani non è possibile trar fuori numerose vocazioni, era naturale che Maria A. e Don Bosco lavorassero, ed hanno lavorato davvero, non solo nello scegliersi vari dalla nostra missione, ma anche nel chiamare a sé un po’ da ogni parte del Giappone. Penso che alle nostre preghiere e a quelle di numerosi nostri amici, Don Bosco in Paradiso si sia presentato a Maria SS.ma ed abbia detto anche per noi il famoso: “Su! Incominciamo!”. Non è spiegabile in altra maniera. Ed ecco venire a noi numerosi giovani provenienti da Nagasaki, fonte prima delle vocazioni per tutto il Giappone – sono i discendenti degli antichi cristiani – e da altre province. Hanno letto la vita di Don Bosco, di Savio Domenico, hanno sentito parlare dei Salesiani, di questi religiosi che vogliono bene ai giovani, che cantano, che giocano… e sono venuti e vengono. Oh, Don Bosco ce li custodisca e ce li formi!


Inizi poco confortanti


Le prime reclute di cinque anni fa ci lasciarono davvero perplessi. Si incominciò con due. Uno è volato in Paradiso – l’altro fu dovuto rimandare per malattia. Ne venne un terzo, ed anche questo fu chiamato dal Signore in Cielo.

Finalmente si iniziò modestamente a Nakatsu con sei, a poco a poco in quattro anni i sei sono diventati trenta. Proprio vero il “qui seminat in lacrymis…” e ciò che dà bene a sperare è la relativa stabilità di queste vocazioni, buon numero delle quali sono date da vocazioni tardive. Così anche per il Giappone l’istituzione dei Figli di Maria si può dire non solo possibile ma efficace.


La vita dei nostri allievi


È quella delle case salesiane, con quel di più necessario a preparare il futuro missionario sacerdote, tanto per lo studio che per la pietà, e con quel contorno di amminicoli e complementi che valgono a renderla varia, gradita e lieta. Speriamo non lontano il giorno del riconoscimento legale della scuola, di cui sono in corso le pratiche. Lei lo sa, Propaganda Fide vuole che dai seminaristi escano non solo sacerdoti per la cura di anime, in ordinaria amministrazione, ma dei veri e ben formati missionari infra paganos, come si domandano e si attendono specialmente in Estremo Oriente. E mi risuonano all’orecchio le parole del Papa Innocenzo XI che scriveva ad un Vescovo missionario: “Saremo più felici di sapere che avete ordinato un prete indigeno, che se avete convertito 50.000 infedeli”. Ecco, perché i suoi figli hanno voluto consacrarsi fin dagli inizi: del loro lavoro missionario a quest’opera voluta dalla Chiesa, per fondare la Chiesa fra gli indigeni.

Si è voluto poi che il Seminario fosse intitolato ai “Martiri Giapponesi” affinché i nostri seminaristi si ispirassero agli esempi di fede e di coraggio dei loro antenati nella fede. Il bell’altare maggiore riproduce in basso la Chiesa dei Martiri di Nagasaki, da un lato; il monte Fuji, gloria dei monti del Giappone dall’altro; e nell’alto il Crocifisso circondato da ghirlanda di fiori di ciliegio, simbolo del cuore giapponese.

Oh, si elevino queste care anime per le vie del sacrificio fino al monte santo, ove è Gesù – e come canta la poesia giapponese: “Si aprano profumate come fiori, ai raggi del sole… Gesù”.

Siamo agli inizi e la via è ancora lunga. La casa ha bisogno ancora di tante cose.

Ma sono sicuro che le preghiere e gli aiuti dei buoni e quelle dei nostri amati superiori, confratelli, allievi e cooperatori concorreranno a completare tutto.

Ci benedica tutti e specialmente il

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.




1182 / Grigoletto Giuseppe / 1933-11-.../


A Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice



Novembre 1933

Carissimo Don Grigoletto,

Mi parli della Comunione dei Santi… È per me l’argomento più caro… e ci si pensa e si parla così poco del medesimo!

Don V. Cimatti

1183 / Ricaldone Pietro / 1933-12-4 /


49.1 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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4 dicembre 1933

Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Come al solito il mio rendiconto mensile e qualche notizia intima nostra.

Per non essere lungo le dirò che novità speciali e per il mio corpo e per la anima: non vi sono. Mi sono fatto tagliare nel tallone un’infezione interna ed ora posso sgambettare come prima.

In questo tempo di trambusto per traslochi, sono andato un po’ giù nella regolarità delle piccole preghiere; ma spero di mettermi in questo mese in carreggiata in tutto. Di tanto in tanto lo “stimulus carnis” mi schiaffeggia, ma sufficientia mea ex Deo.

Per me null’altro che la solita spina che Lei conosce – cioè la mia attuale posizione. Il Signore mi aiuti a non farle troppo grosse.

Aderendo alle ripetute insistenze e consigli dei Superiori, ho raggruppato come meglio potevo il personale nelle case e con vero sacrificio ho in pratica ridotto a poco Takanabe, Tano e Miyakonojo che considero come luoghi di missione; che si visitano più regolarmente che si può, ma senza troppo affannarsi, ma come le scrissi, bisogna che i Superiori ci aiutino e con buoni preti – e con preti istruiti. Era la domanda che faceva S. Francesco a S. Ignazio, ed è la preghiera che ripete fin d’ora Don Cimatti al suo Superiore.

Si assicurino che il Giappone non è come le altre missioni dal lato dell’istruzione. Mi aiutino quindi il più efficacemente che sia possibile. Non si metta a ridere se le propongo di inviare al più presto un visitatore straordinario. Vi sono tante cose da chiarire specie per il futuro dell’Opera nostra – vi è tanto bisogno di dare direttive chiare a questo individuo – i Superiori lo sopprimano; e ne verrà un bene immenso, ma dico al Signore: “Non mea voluntas, sed Tua fiat!”.

Inoltre a rassodare meglio l’esercizio di buona morte, lo facciamo all’ultimo martedì (Oita) e mercoledì (Miyazaki) del mese, insieme. Siamo pochi e abbiamo bisogno di sostenerci ed affiatarci. I confratelli sono contenti e spero lo saranno anche i Superiori e più il Signore.

Quanto al lavoro procede regolare dappertutto; ho dovuto come le dissi, far man bassa un po’ su tutto. Può essere che abbia trovata la mia ultima neretta neretta ed accorata più del solito. E non mi disdico.

Ho molti confratelli ammalati di nervi ed altro e mi preme che l’anima loro sia a posto, e l’umor nero non si riversi sui confratelli.

Le apro come sempre l’animo mio perché mi fa del bene. I Superiori penseranno ad esagerazioni. Oh, fosse così!

A Nakatsu sto tranquillo per Don Dumeez, ma è un posto difficile per il ch. De Kruiff. Il Signore me lo conservi.

A Beppu: idem, il ch. Lucchesi… Ha certo buona volontà, ma siamo in pieno paganesimo dappertutto… e fra continui incentivi.

A Oita Don Marega non aspetta che Don Margiaria. È stanco e ha lavorato e lavora assai, ma il nervoso di tanto in tanto si spande. Ora ha l’idea (la chiamo così) che per le vie lo chiamano bonzo e che questo getti il discredito su lui, sulla missione; ed entra in un periodo di vere ansie – più per calmarlo (se no mi entra in campanelle) gli ho permesso in poche circostanze di mettere il vestito clergyman (come quando era in Austria), può essere che passato il quarto d’ora… Pensi anche questa che non so come dire…

Ho finito per calmare Don Lucioni di farlo risiedere (quando è in giro d’apostolato) da Takanabe a Miyazaki, così starà in pace lui e più gli altri.

Mi sono preso alla domenica l’impegno della Messa in zona di Miyakonojo e al fondo dell’isola ad Aburatsu, così aiuto Don Tanguy, e durante il giorno aiuto il seminario e alla sera Don Liviabella che anche lui ne ha fin sopra l’osso del collo.

Il ch. Bechis pare vada sostenendosi e tirandosi su. Il coad. Fogliani da tempo insiste per ripigliare gli studi, in cui fu fermato, causa la salute, penso a Torino. Anche per occuparlo di più gli ho concesso la prova, dicendo che avrei riferito.

Quid faciam? È per me un caso nuovo – pare che non gli manchi la testa. Carattere? Ma! Ho avuto tali giudizi opposti da chi lo conosceva in Italia che non oso pronunciarmi. Sì, debole di salute; si lascia abbattere da un nonnulla.

Il coad. Maccario al solito. Don Tanguy deve usare tutta la tattica per non urtare e farlo scattare.

Di tutti costoro specialmente è in pena continua l’anima mia. Vi aggiunga il nostro Don Cecchetti, che non so quando potrà fare qualche cosa per la missione.

Ecco le mie miserie e le nostre. Carità, pazienza… Ci si mette tutta, ma è per queste povere anime che parlo.

A quanto pare le mie lettere non sono che recriminazioni. Ma che vuole?

Il figlio riversando il cuore suo nel padre prova conforto sommo. Preghi e faccia pregare per me. A nome di tutti buone e sante feste natalizie e di Capodanno con preghiera di estenderle a tutti i superiori.


Suo aff.mo figlio

Don V. Cimatti, sales.



P.S. - Nell’atto di spedire mi giunge la sua consolantissima del 13/11/33, come era giunto da Macao l’annuncio consolantissimo dell’esito favorevole della canonizzazione. Deo gratias! Ho già detto a Don Bosco che come grazia mi ottenga la santità per me e per i miei.

Grazie dell’autorizzazione per diplomi cooperatori. Chissà che per il 29 Gennaio non si possa tenere a Tokyo la prima conferenza! Speriamo nel prossimo anno di raddoppiarli e triplicarli.

Godo di Don Cecchetti. L’ho messo al Seminario: così assiste i chierici quando non ci sono e tiene compagnia a Don Carò.

A Tokyo ho subito comunicato a Don Piacenza che sta cercando. Era incaricato il buon P. Faber che il Signore chiamò in Paradiso: sarà così per il meglio. Unisco foto che se fosse possibile stampare sul Bollettino Sales. (inviai una relazione purtroppo breve). Abbiamo perduto un ottimo benefattore ed ex-allievo.

Grazie amat.mo Sig. Don Ricaldone; di tutto e di tutti. Auguri auguri auguri a tutti di buon Natale e buon Capodanno. Mi aiuti e preghi per me e per tutti noi.

1184 / Costantini Celso / 1933-12-10 /


49.2 a S.E. Mons. Celso Costantini, Segretario di Propaganda Fide

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Missione indipendente di Miyazaki( Giappone)

Miyakonojo, 10/12/1933

Eccellenza Reverendissima,

Lo scrivente è il povero Salesiano, Superiore della Missione di Miyazaki, che nel giorno dell’Immacolata vuol implorare dall’E.V. una grazia segnalata per il bene della Missione e per lo sviluppo futuro dell’Opera salesiana in Giappone. Ho scelto questa data, fatidica per noi Salesiani, affinché la mia domanda sia più facilmente esaudita.

Mi trovo oggi a celebrare la festa di Maria nella nostra residenza di Miyakonojo. È una povera casa di fitto, in cui fra pochi palmi di terreno, viene dibattendosi la gioventù che accorre nel nome di Don Bosco – ma la ristrettezza del posto non permette il lavoro dell’apostolato. Gioventù cara, che ha già sbocciato in pochi mesi un bel fiore (quel giovinotto che vede in mezzo) che ho trapiantato nel Seminario nostro indigeno! Ho bisogno di aiutarla, ma non ho i mezzi. Mi vengo destreggiando nella penuria di personale e di mezzi, ed oggi, proprio oggi mi si offre una occasione magnifica, un terreno cioè con case di oltre 2000 mq. che potrei acquistare con £. 35.000 (pagabili in due rate), e non ho modo di farlo per la nostra povertà – facendo un prestito finisco coll’aggravare i pesi della Missione. Ed allora, di ritorno dal vedere il terreno, pensai essere buona e santa l’inspirazione venutami di scrivere all’E.V., non fosse altro per avere conforto, consiglio, aiuto.

Ah, se il Consiglio Centrale dell’Opera Propagazione della Fede potesse venirmi in aiuto, in un qualsiasi aiuto…! È un’occasione che perduta fa ritardare il lavoro di anni. Imploro nel nome di Maria Immacolata un qualsiasi aiuto.

Perdoni l’E.V. lo sfogo filiale… Che vuole? Così lontani, a chi vuole ci rivolgiamo? Per fortuna che c’è Gesù! Mi benedica e con me tutti i miei confratelli e le nostre opere. Insisto perché il momento è buono, dato che in fine d’anno in Giappone si riesce a trovare chi vende a buon prezzo.

Inoltre i terreni anche nelle città di secondo ordine salgono enormemente di prezzo. Data la felice occasione e la mia povertà, mi rivolgo al Protettore dei missionari, fiducioso che un qualche aiuto mi sarà per arrivare certamente, perché so e conosco il gran cuore a cui busso nel nome dell’Immacolata, nell’anno che speriamo sarà per essere anno della canonizzazione del nostro D. Bosco!

Ho inviato tempo fa analoga pratica per il nostro Piccolo Seminario: affido anche questa al cuore paterno dell’E.V.

Implorando per me e per i miei l’apostolica benedizione godo ripetermi dell’E.V. Rev.ma


obbligatissimo

D. Vincenzo Cimatti, sales. Sup. miss.



Inizio della Missione a Miyakonojo

Dopo pochi mesi sboccia una magnifica vocazione indigena il giov. Nishimura circondato dai compagni più assidui alla Missione (tutti pagani) che gli danno il saluto prima di partire per il Seminario.1

D. V. Cimatti, sales. Sup. miss.

1185 / Circolare salesiani / 1933-12-13 /



49.3 ai Salesiani della Missione Indipendente S. F. Saverio di Miyazaki

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Miyazaki, 13 dicembre 1933

Carissimi confratelli,


ell’approssimarsi delle feste natalizie coll’animo riconoscente per quanto fate per il bene delle anime e dell’opera nostra in Giappone, mi sento in dovere di farvi gli auguri più sinceri e pregarvi dal Signore le più elette benedizioni materiali e spirituali su di voi e sulle opere vostre e su tutta la famiglia cristiana a voi affidata.

Non passa giorno che non vi abbia presenti nel pensiero, nell’affetto, nella preghiera, e specialmente in queste sante feste intendo ricordarvi in modo specialissimo. Fate le mie parti pure presso i Cristiani e presso quelle persone che sono in relazione più o meno diretta colla missione.

Non mancate in questa circostanza dell’inizio dell’Anno di compiere le visite di prammatica o di persona o per mezzo di biglietto presso le Autorità, amici e benefattori della Missione.

Saprete della notizia consolante della prossima canonizzazione del nostro Beato Padre Don Bosco che pare stabilita per la prossima Pasqua. Preghiamo e prepariamoci al grande avvenimento colla carità e purità di vita, come ci ha consigliato il nostro Venerato Rettor Maggiore.

Vi annuncio pure il prossimo arrivo di S. E. Mons. Marella, nuovo Delegato Apostolico.2 Conosce assai bene l’opera nostra ed è assai ben disposto verso di noi.

Ho veduto con piacere che furono assai gradite le nostre riunioni mensili per l’esercizio di b. m. Mi auguro che ognuno dei confratelli vi porti sempre quella preparazione che rende fruttuosa la pratica di questo esercizio, come pure vi esorto a portare anche una sempre più accurata preparazione alle varie questioni che vi si devono trattare.

Nella prossima adunanza dovremo approvare sia pure solo ad experimentum il regolamento per i catechisti. Mi dispiace di non potervi inviare fin d’ora, come vi avevo promesso, il detto regolamento. Lo esamineremo insieme. Prego fin d’ora a pensare ad utili aggiunte proprie per la nostra missione sulla base del regolamento della diocesi di Fukuoka.

Ma di un altro punto importante desidero avere il vostro consiglio, cioè la maniera pratica di rinsanguare le nostre finanze per poter dare modo fra l’altro al Centro di avere in mano i mezzi non solo per aiutarvi quotidianamente, ma di formare utili riserve per non lasciar perdere buone occasioni di compere di terreni ecc., base delle future residenze. Ognuno ci pensi ed esponga liberamente proposte, consigli, ecc. di cui sarò riconoscentissimo.

Come già vi fu detto, nulla di innovato per il prossimo anno in relazione al calendario ecclesiastico e alle facoltà comunicatevi.

Vi prego di aiutarvi scambievolmente fra case vicine per le confessioni dei Confratelli e per procurare di tanto in tanto il confessore straordinario ai cristiani.

Raccomando particolarmente che vi serviate delle nostre pubblicazioni anche per fare opera di propaganda. Vi raccomando specialmente le “Letture Cattoliche”. Vi sono fra di esse volumi assai interessanti come ad esempio gli ultimi pubblicati dal nostro Don Marega. Nessuna casa sia estranea a quest’opera di propaganda fra le più importanti.

Permettetemi poi che specialmente in quest’anno Santo e per noi, anno della canonizzazione del nostro Beato Padre Don Bosco, insista con tutto l’animo mio a che tutti lavoriamo collo spirito Suo e nelle Opere da Lui predilette, voglio dire la gioventù. Favorite con tutte le forze le riunioni giovanili, là dove è possibile quotidiane, o almeno domenicali o settimanali o mensili. Ma sia il nostro lavoro caratterizzato da questo: “Là dove lavora il Salesiano vi si veda il lavoro per la gioventù”.

Si avvicina la fine dell’anno scolastico giapponese. Miei buoni confratelli, con tutti i mezzi possibili lavoriamo per avere delle buone vocazioni senza di cui l’opera nostra sarà inefficace e monca. Dandoci tutti attorno possiamo certo per il prossimo aprile avere una buona fioritura di vocazioni per il nostro Seminario o per le opere nostre. Si è combinato che la casa di Nakatsu serva anche come piccolo vivaio per aspiranti al seminario o per orfanelli adulti. Questo per norma a voi tutti.

Presentandosi l’occasione non mancare di provare quanti si presentano desiderosi di conoscere la nostra vita. L’“omnes probate; quod bonum est tenete!” era la massima di Don Bosco. Ricordiamoci però che quanti si presentano non sono come noi li desidereremmo, e perciò bisogna che ce li formiamo. Costa fatica, sacrificio, tempo e denaro, ma è necessità imprescindibile da cui nessuno può essere dispensato.

La festa del Santo Natale porti a noi la rinascita spirituale nei pensieri e nelle opere per Gesù, con Gesù, in Gesù.

Non vogliate dimenticare nelle vostre preghiere chi si professa,

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, salesiano

1186 / Marella Paolo / 1933-12-18 /


49.4 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico

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Miyazaki, 18 dicembre 1933

Eccellenza Reverendissima,

I figli di Don Bosco della Missione Indipendente di Miyazaki a mezzo mio umiliano all’E. V. gli omaggi più sentiti per la sua venuta in Giappone quale rappresentante del S. Padre, e si uniscono all’esultanza di tutti, e pregano, specie nelle prossime feste di Natale e Capodanno, sulla nuova sua carica le più elette benedizioni del Cielo.

Intendono rinnovare nelle sue mani la ferma promessa di voler essere figli devoti della Chiesa e amanti del Papa, come ha insegnato loro il Beato Don Bosco, e di lavorare come meglio sanno e possono per la gloria di Dio e la salute delle anime.

Speriamo nel prossimo anno di averLa fra noi per le feste della Canonizzazione di Don Bosco e già rivolgo all’E. V. il formale invito.

Spero nel prossimo Gennaio poterLa ossequiare di persona; nella fausta ricorrenza del suo arrivo ho delegato il nostro Direttore della casa di Tokyo, Rev. Don Piacenza a rappresentarci tutti.

Voglia l’E. V. prendere sotto la sua protezione questi poveri missionari, desiderosi di compiere il loro dovere – voglia aiutarci in tutte le forme, ed accetti il nostro umile omaggio e le nostre preghiere per Lei.

Mentre imploro per me e per i miei la sua benedizione, godo dirmi:

Dell’E. V. Rev.ma

Obbl.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.

Sup. Miss.

1187 / Ricaldone Pietro / 1933-12-31 /


49.5 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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I parafulmini della missione3



Miyazaki, 31 dicembre 1933

Rev.mo Sig. Don Ricaldone,

Sul chiudersi del vecchio anno e coll’aprirsi dell’Anno Santo, anno della Canonizzazione del nostro Don Bosco, cogli auguri, preghiere e filiali promesse dei suoi lontani figli del Giappone, accetti l’omaggio di tutta la nostra famiglia cristiana ed in particolare di quelli che godono più dell’amore di Gesù, di cui oggi voglio darle notizie, cioè dei nostri frugoli più piccoli. Li paragoni ad angioletti a fiori vaghissimi di giardino, li paragoni a parafulmini che tengono lontano dalla missione le avversità materiali e spirituali, ed oggi mi piace considerarli sotto questo aspetto. Per la maggior parte sono pagani è vero, ma sono redenti anch’essi dal nostro buon Gesù. Di questi è il regno di Dio, ed anche per essi deve lavorare il missionario. Se in questo mondo tutti amano naturalmente i piccoli, in Giappone poi formano le delizie e le cure di tutti, starei per dire, fino all’esagerazione.

È difficile esprimere in poche parole l’educazione dell’infanzia giapponese. Nutrizione e riposo abbondanti; quando ne sarà in grado vita libera, all’aria, al sole, fra i giuochi e tra il cinguettìo dei fratellini e sorelline che se lo portano in groppa. E il piccino è il re in famiglia – ornato di vestiti a colori variopinti e rubato dai vezzi e dalle carezze di tutti, e gli si perdonano volentieri gli involontari disturbi e gli strappi che per necessità di cose dà o fa dare all’etichetta giapponese. In aiuto alle famiglie e come prima preparazione alla scuola, anche in Giappone sono istituite le sale di custodia o giardini o asili di infanzia propriamente detti: pur non essendo obbligatori sono numerosi, generalmente assai frequentati.

Anche le varie missioni lavorano in questo campo di educazione, tra i più facili a realizzarsi, e che affidato alle famiglie religiose femminili, o a maestre giapponesi produce buoni effetti, non foss’altro un buon contatto colle famiglie ed una penetrazione sia pure indiretta, dei principi e dello spirito cristiano nelle medesime. In qualche posto l’asilo fu il mezzo migliore della propaganda religiosa: furono i piccoli che condussero alla missione i genitori… ed il missionario fece il resto.

Anche nella nostra missione si volle tentare questa forma di apostolato e l’attestano due fondazioni dell’Asilo di Miyazaki, affidato alle Figlie di Maria A. e quella di Oita, affidata ad insegnanti giapponesi.

Le due istituzioni vanno prendendo piede e già si verificano buoni risultati in ogni senso. Recentemente in occasione della festa di S. Francesco Saverio gli allievi di Oita si produssero in un magnifico saggio pubblico… facendo meravigliare l’affollatissimo pubblico con saggi perfetti di canto, danza, ginnastica, ecc.

All’OSPIZIO di Miyazaki poi la cura d’infanzia è piuttosto a tipo familiare sotto la guida delle brave ragazze giapponesi, che con vero spirito di sacrificio intendono di consacrare se stesse a questo mirabile apostolato di carità. Sono già una trentina che il Signore ci ha inviati e che attendono dal missionario colla vita dell’anima anche quella del corpo. Poveri orfanelli godano le predilezioni del Signore, ed anche, oso sperarlo, quella dei nostri generosi benefattori e delle nostre buone mamme benefattrici, mentre le quotidiane preghiere di questi angioletti per i loro benefattori, non possono non ottenere dal Signore grazie e benedizioni per tutti.

L’Opera benefica, suscitata dalle locali conferenze di S. Vincenzo, viene a essere conosciuta in Giappone e già da varie parti riceviamo domande di accettazione di poveri orfanelli tanto che penso saremo obbligati ad allargare il già stretto locale.

Oh, venga presto il giorno. Fosse qua in Giappone “Mamma Margherita” quante volte avrebbe già detto a Don Bosco l’impossibilità di spazio… “Tu vuoi accettare tutti…”. E già si è risolto il problema alla Don Bosco: graziose amache per i più piccoli dondolano in aria, e Don Bosco dal Paradiso indicherà a Mamma Margherita che non era poi sbagliata la sua idea del canestro.

Ma di un’altra infanzia voglio parlare, che forma essa pure le delizie del cuore di Dio e che costituisce parafulmini per la nostra missione. Voglio dire l’infanzia spirituale di vecchi generati col battesimo alla vita cristiana. Come regalo di Natale, Gesù buono, in mezzo alle difficoltà in cui ci dibattiamo, ci ha voluto consolare con 25 nuovi battesimi, vari dei quali hanno davvero dello straordinario, e di cui spero intrattenerla in altra mia. Cinque di questi furono dati a ricoverati dell’ospizio, e qualcuno batte sugli ottanta… Oh, santa infanzia come sei bella e semplice e ingenua, e come piace al cuore di Dio! Amato padre; bisogna vivere con questi poveri e con questi angioletti per convincersene.

Il Signore ce li conservi, ce li accresca, ce li fortifichi nella fede.

Nelle belle feste natalizie il Signore ha voluto consolare anche tutta la nazione giapponese col concedere a sua M. l’Imperatore il desiderato figliuolo, erede del trono.

Può immaginare il giubilo della famiglia imperiale e dell’intera nazione – le solenni feste e cerimonie fatte in questa circostanza, fra cui caratteristica quella dell’imposizione del nome compiutosi il 29 c. m. nel palazzo imperiale.

La cerimonia consta di tre parti: imposizione del nome, lettura di un brano del Kojiki (la prima storia del Giappone) e presentazione dell’arco e frecce a fugare gli spiriti cattivi del fanciullo. Gli fu imposto il nome di AKI (chiaro, splendente). 4L’augurio che tutti i buoni possono formulare è che davvero questo fanciullo possa essere per il proprio paese splendore e chiarezza di opere materiali e spirituali.

Affido alla carità delle sue preghiere e di quanti hanno a cuore la gloria di Dio e la salvezza delle anime i nostri piccini.

Col più grande ossequio,

Aff.mo figlio

Don Vincenzo Cimatti, sales.





1188 / Grigoletto Giuseppe / 1933-…-… /


49.6 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice

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[1933]

Carissimo Don Grigoletto,

Ti invio una cassettina contenente qualche minerale per Don Matteo. È poca e povera cosa, ma messo il principio che la scienza non deve prendere il posto… non posso muovermi e quindi non raccolgo se non ciò che è a portata di mano.

Unisco due foto (una per Don Matteo): è la collezione che coll’invio di Don Matteo, con quel po’ che avevo, ho potuto metter insieme. Peccato che i nomi si vedono poco… Accetta il buon volere e prega per me che sempre ti ricordo.

Tuo

Don V. Cimatti, sales.


P.S. - Stavo per spedire ed ecco che mi giunge la tua del 12. Mentre di cuore ti ringrazio e rispondo e trasmetto le tue, ti assicuro preghiera.

La spedizione di fogli siccome è fatta da vari… è spiegato il motivo per cui… e sarà capitato a qualche bravo signore di vedersi assediato da varie parti…

Il Signore sa e vede. Scritto già condoglianze… Dico al ch. Roncato invii condoglianze.


1189 / Zanuso Guglielmo / 1333-...-.../

al chierico Guglielmo Zanuso, ex-allievo di Valsalice



+ [1933?]


Carissmi dell’Immacolata

Grazie della vostra bella lettera. Anche qui è costituita la compagnia e spero che dia abbondanti frutti. La base della nostra attività in Maria è

  1. Consacrazione a Lei di noi, delle cose nostre, dei nostri.

  2. Ottime comunioni perché è la S. Comunione che ci dà la chiave per le care relazioni nostre con Maria (indovinate il perché).

  3. Osservanza esatta della regola.

Si fa una crociata di preghiera per voi, per il buon esito dei vostri SS.voti.

Pregate per il

vostro aff.

D V Cimatti sales



1190 / Lorenzoni Livio / 1933-…-… /


49.7 al chierico Livio Lorenzoni, salesiano

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+ [1933ca]

Caris.mo Lorenzoni,

Mi hai voluto ricordare in modo speciale. Grazie. Ti assicuro ricordo continuo, unito a quello dei tanti amici di Mogliano. Ti penso vicino alla meta. Deo gratias! Per me vedervi a posto è la felicità più grande.

Prega e fa’ pregare per me.

Tuo sempre

D. V. Cimatti



1191 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1933-…-… /


a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone


[1933ca]

Rev.ma Madre,

Ricevo la magnifica relazione. Mi pare dovete far vostro per ora il motto del Sig. D. Rua:

In silentio et in spe erit fortitudo eius”.

Sto studiando col Signore il problema pel vostro servizio religioso. Preghi anche Lei.

Avanti nel Signore e senza paura. Ottime le delucidazioni regolamentari.

Con affetto ossequioso

Don Vincenzo Cimatti




1192 / Suore F.M.A. /1933-…-… /


alle Suore Figlie di Maria Ausiliatrice di Beppu


[1933ca]


Poco più di un mese ci separa dagli esercizi. La preparazione alla lunga non è mai troppa. Dunque all’opera coi seguenti mezzi:

a) preghiera,

b) buoni esami,

c) far meglio i doveri ordinari e preghiamo ad invicem.

Vostro Don Vincenzo Cimatti, sales.

1 In margine dalla ricevente è scritto Yen 800. Notare quante lettere scritte durante l’annata a Suor Begliatti: si vede lo sforzo di Don Cimatti per salvare la carità vicendevole.

2 Seguono 4 esclamativi, ed in margine a tutto il numero una fila di interrogativi, naturalmente segnati dalla ricevente.

L’asilo “Stella Maris” di Miyazaki era stato costruito dalla Missione e affidato alla Suore, che vi lavoravano a nome della medesima. Per Don Cimatti, a causa delle difficoltà economiche in cui si trovava, questo era stato un grande sacrificio. Finalmente le Superiore di Torino avevano deciso di acquistarlo e di farne un’opera propria. Con la somma ricevuta Don Cimatti poteva pagare un po’ di debiti, ma non era sufficiente a coprirli tutti.

3 Il tenore Shimada Ryunosuke dopo aver studiato musica in Italia dove prese il Battesimo, fu per molti anni un ottimo collaboratore di Don Cimatti nei concerti che si fecero in tutto il Giappone, e gli fu sempre riconoscente.

4 Manoscritto, riportato parzialmente in B. S. Aprile 1933.

5 Si tratta della chiesa di Mikawajima nella periferia della metropoli in zona poverissima. Ancora adesso (2007) la chiesa è affidata ai salesiani.

6 L’edificio dell’Ospizio per i Vecchi qui accennato era stato inaugurato il 18 dicembre 1932. Il 10 gennaio vi entrò la Signora Osafune Taki Maria come direttrice e il primo gruppo di volontarie “Aishikai = Figlie della Carità`”. La Signora Osafune veniva dalla parocchia di Nakatsu, e il figlio aspirante nel piccolo seminario era morto l’anno prima. Nella Cronaca il 14 gennaio Don Cimatti scrive: “All’Ospizio entrano i primi vecchi e la Signora Osabune con alcune ragazze cominciano l’opera di carità”. I bambini vi entrarono in luglio. Quest’Ospizio divenne la culla della nuova Congregazione indigena della Carità


7 Don Cimatti usava invitare i giornalisti anche pagani alla festa di S. Francesco di Sales: faceva un buon pranzo e dava loro un regalo. Questi contatti gli furono utili in tante occasioni difficili.

8 Manoscritto, riprodotto letteralmente sul B. S. Maggio 1933.

9 A quei tempi la festa era il 29 gennaio.

10 La lettera è secondo una copia conservata nell’ufficio Ispettoriale. La destinataria potrebbe anche essere Sr. Carmela Solari, F.M.A.

11 Manca il nome, ma si pensa che sia Pasquale Luigi.

12 Famosa frase del Duce, usata qui per scherzo!

13 In calce a una copia della circolare mandata per Natale dell’anno 1932

14 Avendo a volte leggeri attacchi di epilessia, Don Tirone insisteva sulla prescrizione del canone. Ma Don Cimatti gli fa capire che il canone lascia tutto al “giudizio dell’Ordinario”, che in questo caso era lui.

15 Doveva essere allora il Direttore del Collegio salesiano di Faenza. Della lettera manca il manoscritto: si riporta come si trova sul giornalino del Collegio salesiano di Faenza.

16 Dal giornalino di Collegio di Faenza.

17 Copia dello scritto trovato in Ispettoria, e non nell’Archivio del Cap. Sup.. Dopo aver letto questa lettera in cui Don Cimatti manifesta le sue impressioni e il suo dolore per le incomprensioni vicendevoli, si prega di vedere nelle lettere che seguiranno fino alla sua morte come seppe comportarsi con le Figlie di M.A. Fu per loro un vero padre, dimenticando tutto il passato.

18 È certo che poteva affermare la cosa senza mettere alcun dubbio.

19 Tofuya = venditore di tofu, una specie di formaggio fatto con fagioli di soya, molto usato in Giappone.

20 Manoscritto, pubblicato in Boll. S. Giugno 1933.

1 La lettera porta il bollo: segno che si tratta di scritto ufficiale.

2 Il controllo del governo si andava facendo sempre piùstretto.

3 Manoscritto, inedito. Da notare che questo tempio e questa usanza continua ancora adesso nello scintoismo, e ancora oggi diventa spesso notizia per il fatto che vi sono venerate anche le anime dei responsabili della seconda guerra mondiale, condannati dal tribunale internazionale. I paesi vicini protestano per questa venerazione pubblica.

4 Questo è il nome originale dell’operetta “Marco il pescatore”.

5 In queste osservazioni senza data c’è un’allusione all’Oratorio di Tokyo (Mikawajima). Si devono mettere quindi almeno al 15 maggio 1933 dopo la lettera a don Ricaldone.

6 La lettera di cui si parla manca.

7 Lo scritto dattiloscritto non porta nessuna intestazione: la data è approssimativa.

8 In questo periodo era già in costruzione. Aveva benedetto la prima pietra il 24 maggio.

9 Manoscritto, pubblicato in B. S. Ottobre 1933.

10 Nel retro di un’immaginetta del S. Cuore.

11 La ricevente aggiunge in matita allo scritto: “Molte volte accennato e promesso, ma mai venuto”.

12 Manoscritto, pubblicato in B. S. Ottobre 1933 con statistiche

13 I piccoli entrarono nell’Ospizio il 15 luglio, aggiungendo così la sezione dell’Orfanotrofio all’opera iniziata 6 mesi prima. In preparazione a questo, dal 17 al 19 giugno Don Cimatti e Don Cavoli tennero un ritiro alle giovani volontarie “Figlie della Carità”. Don Cimatti il 19 scrisse nella sua Cronaca: “Sono le future suore”. È chiaro il fine a cui mirava.

1 Lo scritto nella sua stesura è indirizzato a tutti i Superiori. Il nome del Rettor Maggiore è aggiunto a penna al dattiloscritto, mandato certo anche agli altri Superiori.

2 Si vede che per ragioni di lavoro il destinatario era stato trasferito a Padova.

3 Si tratta dell’inno sulla S.Sindone di cui nella lettera seguente.

4 Non esiste copia di questo Inno alla S.Sindone. In quell’anno c’era stata l’esposizione per l’anno santo della Redenzione. Nel 1930 uscì dalla SEI uno studio del salesiano Don Noguier de Malijay, suo amico, e nel 1931 un altro di Don Tonelli suo compagno di Messa. Di entrambi c’è copia a Tokyo, e certamente fu ricevuta da lui. Nel 1934 uscì la pittura del Brunner basata sulla Sindone e Don Cimatti se ne fece fervente diffusore in Giappone.

5 Erano partiti da Nagasaki il 20 agosto.

6 Manoscritto, pubblicato con altro il cui manoscritto manca e di cui è fatta allusione nel Boll. Sal. Dicembre 1933.

1 Le prime due, sorelle Hirate, prima ancora che arrivassero le suore avevano già inciminciato a studiare italiano e musica sotto la guida di Don Cimatti.

1 Insieme con i seguenti, è uno dei 6 chierici della missione giapponese andati a Hongkong per gli studi di teologia. Vi resteranno per 4 anni, e di loro 3 non torneranno più in Giappone. Don Cimatti si tenne sempre in contatto epistolario con loro, e dal contenuto delle lettere si vede come li conoscesse profondamente. Queste lettere sono un prezioso documento di direzione spirituale e di fomazione. Il chierico Bernardi aveva fatto il tirocinio nella chiesa di Tano.

2 Il chierico Tassinari aveva fatto il tirocinio nella chiesa di Oita. Il suo compagno Baratto tornò in Italia.

3 Da notare che, come si usava spesso in quei tempi, anche Don Cimatti aveva fatto gli studi di Teologia a Valsalice, mentre aveva gli impegni di insegnante e contemporaneamente frequentava l’Università di Torino.

4 Sono le tre giovani novizie che avevano fatto la vestizione, avviate da Don Cimatti.

5 Don Cavoli partì per l’Italia il 10 ottobre di quell’anno, e tornò l’8 aprile 1935. Uno dei fini principali era di raccogliere aiuti per terminare l’Ospizio cominciato a Miyazaki. Essendo egli parroco di Miyazaki, centro della Missione, con la scarsità di personale con cui si dibatteva Don Cimatti, si capisce il sovrappiù di lavoro che si accumulò sulle sue spalle. Anche Don Margiaria non era ancora tornato.

6 Evidentemente a Don Ricaldone non piaceva lo stile familiare e spontaneo delle lettere di Don Cimatti, il quale in seguito si sforzerà di accontentarlo cercando di cambiare lo stile, come si vede bene dalla lettera seguente. Ma non sempre ci riuscirà.

7 Il primo gruppo di piccoli era già entrato il 15 luglio.

8 Manoscritto, pubblicato nel Boll. Sal. del Dic. 1933 con altri due articoli.

1 Manoscritto R.M.550, inedito.

2 Vasco, di cui nella lettera, è il fratello del destinatario. Ono è il correttore di bozze e maestro all’incipiente tipografia di Oita.

3 Sono i chierici Albino Margevicius, A.Martelli, A.Roncato, G.Broccardo ...

4 Il Piccolo Seminario (aspirantato) di Miyazaki era stato inaugurato il 4 novembre, e vi si erano trasferiti gli aspiranti da Nakatsu. Vi si trasportarono anche i pochi chierici studenti di filosofia rimasti a Takanabe e i nuovi arrivati. Il terreno era dove attualmente c’è la nostra scuola Hyuga Gakuin.

5 Manoscritto, pubblicato in Bollettino Salesiano, Febbraio 1934.

1 Nishimura Giovanni fu uno dei primi e dei migliori salesiani giapponesi. Purtroppo morì in guerra nelle Filippine.

2 Fu Delegato Apostolico fino al dopoguerra, fino al 1949. Esistono 109 lettere a lui indirizzate di cui non abbiamo gli originali e solo 7 copie delle medesime. Gli originali sono nell’Archivio Vaticano.

3 Manoscritto, inedito

4 È l’Imperatore attuale (2007) Akihito, succeduto a Hirohito.