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1.1 549 /Rinaldi Filippo BS / 1930-3-10 / |
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a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani
Miyazaki, 10 marzo 1930
Fiori, Fiori, Fiori1
Amatissimo Padre,
È la stagione dei fiori! Oh, come vorremmo vedere, in mezzo allo sfolgorio di fiori davvero fantasmagorico di cui si riveste il Giappone in questo tempo, un analogo sfolgorio di anime attratte a Dio, e di queste inghirlandare a profusione il suo trono.
Amore dei fiori meditazione sui fiori sono atti naturali per l’anima di questo popolo caratteristico. I fiori suggeriscono al Giapponese molte feste popolari; ad es. al 3° giorno del 3° mese quando già i prugni son fioriti e iniziano la loro fioritura i ciliegi è la festa delle bambole per le ragazze; al 5° giorno del 5° mese, quando sbocciano gladioli e artemisie è la festa dei fanciulli.
La beltà passeggera dei fiori, il loro sbocciare – il loro svanire suggerisce melanconie dolci che i Giapponesi esprimono nelle loro nenie, nelle tremule melodie del loro flauto, nei loro corti, deliziosi poemi… “I fiori sbocciano – allora si guardano – allora si sfogliano – allora…”. E simbolizzano nei fiori le qualità morali (purezza, gioia, amore, bellezza) e nel vedere i loro ciliegi in fiore (secondo un’antica espressione giapponese) come se le nuvole trasformandosi in bioccoli di lana delicatamente tinte dal sole che tramonta, discendessero dall’alto per sospendersi ai rami, – nel vedere le azalee a grossi ciuffi rivestire intere colline, o i glicini dai rami di 20-30 metri con enormi grappoli di fiori bianchi o viola a guisa di fluenti cascate, – o le foglie rosso-sanguigne dell’acero – o gli estesi campi di bianco loto, di variopinti giaggioli – i Giapponesi si esaltano, gioiscono, meditano… Fiori, Fiori, Fiori!
Permetta la lunga parentesi che mi ha portato più lontano di quel che pensavo.
Da un lato splendore di bellezze naturali riversate a piene mani dal buon Dio; dall’altro lato la realtà della condizione della maggior parte di queste povere anime!
Per noi i nuovi fiori che la carità dei Superiori ci ha permesso di trapiantare in questa terra benedetta.
Per il Giappone semi che cominciano a germogliare preludendo allo svolgersi delle vocazioni indigene! – Una vera ridda di idee consolanti e deprimenti; ideali e forse sogni lontani, che hanno la loro prima sia pure sporadica manifestazione, vengono ad affiancarsi al lavoro quotidiano sempre crescente, e, grazie a Dio, fruttuoso.
Le parlavo dei nostri nuovi fiori, nostre speranze. Giovinezze immolatesi per il bene, i nostri giovani studenti – le Figlie di Maria Ausiliatrice – un gruppetto di aspiranti di cui spero darle definitivo annunzio nella prossima volta.
In una modesta e piccola casa di fitto, priva del conveniente come casa di studio e di formazione, hanno iniziato la loro vita giapponese i nostri chierici.
Già vari dei nostri oratoriani ed oratoriane domandano di essere aspiranti o di lavorare per la nostra pia Società o tra le Figlie di Maria Ausiliatrice; perciò in attesa che la Provvidenza ci invii i mezzi necessari, abbiamo aperto a Nakatsu un piccolo aspirantato.
Si sente la necessità del nostro piccolo Seminario per la formazione del clero indigeno: ora siamo obbligati per mancanza di locali e di mezzi ad inviare quelli che la Provvidenza ci manda al Seminario di Nagasaki.
Poveri fanciulli abbandonati, giovani desiderosi di apprendere un mestiere e che per necessità di cose debbono collocarsi presso padroni pagani, vecchi ammalati e derelitti, reclamano l’aiuto del missionario.
Non le faccio, o amato Padre, il quadro delle condizioni dolorose in cui si trova la gioventù femminile! Eccole i nostri fiori.
Fiori di anime da salvare; grappoli di fiori umani con cui inghirlandare la Vergine; splendenti variopinti fiori di anime giovanili, che per mezzo dei poveri figli di Don Bosco vogliono diventare tutte di Dio; fiori di corpi sofferenti, e martoriati; fiori di anime schiave del demonio che vogliono essere curate, che vogliono svincolarsi da quei legami e guarire.
Ecco i nostri fiori, molto più belli dei fiori naturali e per i quali i missionari si esaltano, gioiscono, pregano, si sacrificano… e a lavorare per i quali implorano l’aiuto di tutti i buoni, la cooperazione degli amici lontani, il sacrificio di quanti amano il buon Dio e l’avvento del suo regno. Oh quando potremo tra la fantasmagoria di colori, tra questa gioia di bellezza naturale, incastonare come gemme preziose tutte le anime dei nostri cari Giapponesi redenti dal sangue di Gesù Cristo! Oh, sarà allora la vera, la bella, l’eterna primavera! Preghi, amato Padre, affinché i suoi figli anche nel lontano Giappone si conservino fiori olezzanti di virtù.
Tutto suo aff.mo
Sac. Vincenzo Cimatti
1 Come dal Bollettino salesiano del numero Agosto 1930. Manca l’originale manoscritto.