1572 ricaldone


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1572 / Ricaldone Pietro / 1935-12-30 /


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1.1 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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30 dicembre 1935

Amatissimo Sig. Don Ricaldone,

Grazie della sua carissima e degli auguri che tutti gradiscono.

Quanto al suo ragionamento lapalissiano non volevo rispondere; poi, pensando che era mio dovere provvedere come posso ai miei e ricordando la parola del Sig. Don Rinaldi “guai se non chiedi!” e più quelle di Gesù: “Petite et accipietis, pulsate et aperietur vobis, ecc.”, faccio presente a Lei (come l’ho fatto al Sig. Don Giraudi e ai Superiori – se il Sig. Don Giraudi crederà opportuno avanzare la pratica) che oltre le richieste che ritengo opportune per lo sviluppo dell’Opera nostra in Giappone – venendo dei momenti di necessità – è mio dovere insistere.

L’esito, lo so, non dipende da me, ma il chiedere l’elemosina è mio stretto dovere. Questo povero buono a niente, che i Superiori si ostinano a lasciare dov’è, ha sulle spalle la costruzione della scuola (Lire cinquantamila), gli si affibiò il noviziato (30 mila lire) ed ora attende di essere aiutato dai Superiori per coprire le spese dello studentato (Lire cinquantamila).

Ecco quello che domanda con insistenza ai Superiori nelle forme che crederanno. Possibile che non vogliono proprio aiutarmi?

Ho impegni con procure e con banche, e non posso lasciare i confratelli senza mangiare.

Ecco la mia povera richiesta che affido a Don Bosco e a Maria Ausiliatrice.

Le ho già detto in altre come ci troviamo al momento, cogli ammalati, stanchi, ecc. Deus nos adjuvet et etiam Pater noster Superior cum consilio Superiori.

Mi benedica e con me tutti i confratelli.

Suo povero

Don V. Cimatti, sales.