1089 ricaldone |
1089 / Ricaldone Pietro / 1933-4-15 /
1 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Nuove deificazioni di anime…1
Miyazaki, 15 aprile 1933
Amatissimo Padre,
Le nostre notizie mensili le portino il profumo e lo sfolgorio dei fiori primaverili di questa terra benedetta, dove vanno lentamente e faticosamente dissodando e seminando i suoi lontani figli. La primavera ha certo incanti in ogni angolo di questo povero mondo… Non oso fare paragoni, perché il Signore in forme svariatissime ha prodigato la sua sapienza dappertutto, ma certo ha sparso gemme di bellezza inarrivabile in questi paesi. E fra le più belle i fanciulli che indossati i variopinti “kimono” si spargono nei campi, nei boschi, nelle radure, e tra il multiforme sempre variante colore d’ambiente cogliendo fiori, cantano, cinguettano cogli uccelli e con grazia ammirabile danzano. “La primavera è giunta. Dove? Alla montagna, all’abitato, alla pianura. Fioriscono i fiori. Dove? Nella montagna, nell’abitato, nella pianura. Cantano gli uccelli. Dove? Nella montagna, nell’abitato, nella pianura”. E contrasto vivissimo, l’affollarsi specialmente ora alle stazioni ferroviarie delle moltitudini (dico delle moltitudini) al passaggio dei soldati, che partono per la Manciuria o da cui ritornano per il riposo dopo il faticoso periodo di difesa, o da cui ritornano le spoglie mortali dei caduti. In ogni caso sono ondate di gioventù maschile e femminile, di autorità, di genitori, di popolo, e il cuore della nazione, che pulsa fremente vicino al cuore dei partenti, e a cui con grida di giubilo, fra sventolio delle mille e mille bandiere, vuol assicurare la vicinanza di pensiero, di affetto, che serva a lenire la lontananza, a dar forza nella lotta e nella vittoria sempre in cima al pensiero del giapponese. Che cosa passi in quei momenti nell’animo dei soldati non posso dirlo. Mi sono trovato molte volte a queste manifestazioni, perché è sempre ammirata e gradita la presenza e la partecipazione dello straniero e più del missionario che alle volte va a dare l’addio a suoi figliuoli spirituali.
Mi sono trovato varie volte in treno coi soldati. È difficile cogliere attraverso il volto giapponese, e precisare l’intimo pensiero. Generalmente il sorriso inimitabile e l’imperturbabile fisionomia maschera abilmente troppi sentimenti; ma mi sembra di poter dire, che in questi momenti il giovane giapponese esplode nelle manifestazioni comuni a tutti gli uomini, ed il pensiero della separazione produce sui volti e degli spettatori e dei partenti tutta la gamma di espressioni possibili al cuore umano: esplosioni di gioia spontanea, sorrisi repressi, serietà, indifferenza, mestizia, lagrime.
La scena cambia all’arrivo delle ossa dei soldati caduti per la patria. Identica la partecipazione – serietà, raccoglimento, silenzio sepolcrale, impressionante.
Il 27 Aprile si è tenuta a Tokyo una funzione solennissima che assunse l’importanza di un avvenimento nazionale colla deificazione di 1171 anime di soldati, caduti nella lotta attuale colla Cina a Shanghai e in Manciuria. S. M. l’Imperatore in persona volle essere presente alla solenne cerimonia, tenuta nel tempio YASUKUNI e non è mancato nulla di quello che il fastoso cerimoniale di corte e del rito Shintoista può dare per rendere grandioso e indelebile l’avvenimento.
La costruzione del tempio attuale risale al 1869 per onorare i patrioti dell’epoca della Restaurazione, e fu ridotta nella forma attuale nel 1880 e fu chiamato SHOKONSHA (luogo di richiamo delle anime dei morti), Yasukuni jinja (tempio del riposo, della pace nazionale) sotto la diretta amministrazione del governo. L’enorme arco trionfale (torii) è costruito col bronzo di vecchi cannoni. Le anime vi sono rappresentate dai simboli: specchio e la spada. I nomi degli eroi sono scritti su un rotolo d’onore. Dal tempo della Restaurazione a tutt’oggi sono 124.562 gli inscritti, che la nazione continua a rispettare e venerare. Colla funzione di cui parlo si aggiungono 1171 nuovi nomi dei recenti caduti in guerra sui campi di battaglia di Shanghai e Manciuria, decorati per volontà dell’Imperatore di questo nuovo segno di gloria.
Insieme ai nomi di grandi che passarono alla storia del Giappone si notano quelli di umili soldati, di eroine, di vecchi, di fanciulli – nomi cari al popolo giapponese, che i genitori in famiglia, i maestri in scuola fanno conoscere ai fanciulli, le cui gesta vengono narrate sui libri, sui giornali, riprodotte sui films, sceneggiate nei teatri, declamate o cantate in versi e in musica, patrimonio delle tradizioni popolari, che mantengono elevato lo spirito nazionale e che incatenano sempre più il popolo alla casa Imperiale.
Nel concetto giapponese sono questi spiriti che formano una nuova barriera spirituale di difesa per la nazione, che viene così richiamata alle sue origini pure.
Deorum genus – ed è per questo che l’Imperatore è presente a queste manifestazioni e le consacra. Le grandi feste nel tempio sono una in primavera (30 aprile) per ricordare le armate di terra e l’anniversario del ritorno trionfale delle truppe dalla Manciuria. L’altra in autunno (23 ottobre) per commemorare le armate di mare e la guerra Russo-giapponese. In febbraio (17) si fanno nel tempio preghiere speciali per ottenere buoni raccolti, e il 23 nov. si ringraziano gli dei per gli ottenuti benefici annuali, come pure si celebrano in questo tempio le feste dinastiche e civili più importanti nazionali, le dichiarazioni di guerra e di pace sono fatte per messaggio imperiale al tempio. Nell’attuale festa della deificazione delle nuove anime uno speciale cerimoniale ha portato alla costruzione di un temporaneo tempietto alla sinistra del gran tempio, e che contiene il messaggio imperiale. Il giorno prima il capo dei sacerdoti shintoisti, secondo il rito e con speciali preghiere ha invitato gli spiriti a discendere ed entrare in palanchino, che fu poi introdotto nell’edificio.
Mi sono dilungato in questa narrazione, dall’attenta lettura della quale si possono scoprire facilmente elementi di riti, di simboli comuni a tante credenze, perché dà la chiave di gran parte dei contrasti in cui viene a trovarsi il Cattolicismo di fronte allo Shintoismo di Stato. Le scuole cattoliche non partecipando o partecipando a tali manifestazioni disformemente dallo spirito informativo delle medesime, passano una crisi dolorosa, che potrebbe condurle alla morte.
Lo Shintoismo a tutta possa e con tutti i mezzi aggancia tenacemente idee – e le traduce in pratica – per rinsaldare e tener viva la tradizione. Il Cattolicismo non può insegnare diverso dal suo Credo. Il bolscevismo tenta di sovvertire autorità divina ed umana. Pensi, amato Padre, quali possono essere le conseguenze. Noi siamo giocondamente nelle mani di Dio e proseguiamo imperturbabili nel nostro lavoro.
In missione si va felicemente delineando il lavoro di espansione del Regno di Dio. Prosegue l’organizzazione sempre più compatta delle nostre forze cattoliche, di cui presento in saggio il bel gruppo “Circolo giovanile Don Bosco” di Miyazaki. Proprio nel giorno della festa di Don Bosco è giunto per la fondazione di Tokyo il permesso ufficiale delle autorità civili di lavorare in mezzo alla gioventù e al popolo nelle molteplici forme dell’attività salesiana. Non mi resta che augurare “Florete flores et date odorem et frondete in gratiam”.
Oh, buon Padre, ce lo faciliti colle sue preghiere e consigli – e colle preghiere e cooperazione di tutti i buoni.
Suo obblig.mo figlio
Don V. Cimatti, sales.
1 Manoscritto, inedito. Da notare che questo tempio e questa usanza continua ancora adesso nello scintoismo, e ancora oggi diventa spesso notizia per il fatto che vi sono venerate anche le anime dei responsabili della seconda guerra mondiale, condannati dal tribunale internazionale. I paesi vicini protestano per questa venerazione pubblica.