1864 ricaldone |
1864 / Ricaldone Pietro BS / 1937-5-31 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
1 Attività di apostolato in diversi campi1 |
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31 Maggio 1937
Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,
Al chiudersi del bel mese consacrato alla Madre nostra dolcissima in cui, anche in omaggio alle sue ardenti raccomandazioni, si è cercato di propagare in varie forme la devozione alla Madonna fra queste popolazioni, voglio segnalarle nuove forme di attività apostolica a cui si dedicano da tempo con grande spirito di sacrificio i nostri missionari, impiegando così tutti i mezzi che possiamo avere a disposizione per far conoscere il Signore.
Fra le prime l’attività della propaganda stampa. In un paese, che come il Giappone, è alla testa anche in questa manifestazione di progresso – per noi salesiani, che abbiamo per regola l’esplicare questa forma di propaganda, non è possibile non dedicarvici tempo e forze e denaro.
I nostri cooperatori già conoscono quanto a tutt’oggi i salesiani hanno potuto compiere in questo campo. La scuola tipografica Don Bosco di Tokyo ne è la più forte estrinsecazione.
La pubblicazione periodica del Bollettino Salesiano in Giapponese e delle Letture Cattoliche (tipo Don Bosco), che col prossimo giugno compiono il loro sesto anno di esistenza, ha prodotto e produce certo del gran bene.
La tipografia poi stampa libri e riviste anche per conto di altri, allargando così la sfera d’azione di bene un po’ dappertutto. Al lavoro di formazione degli opuscoletti delle Letture Cattoliche non sono estranei anche i nostri missionari, e specialmente Don Margiaria, Don Marega, Don Cavoli hanno dato preziosi contributi con pubblicazioni, che non solo servirono per la Collana delle Letture Cattoliche, ma, incontrato il pubblico favore, si ristamparono a migliaia, moltiplicando così il buon seme.
E al lavoro di collaborazione vengono preparandosi i nostri cari chierici, e già vari di loro prestano utilissimi servizi di traduzione.
Trasportatasi la stamperia Don Bosco a Tokyo, non si è voluto che la nostra Prefettura Apostolica rimanesse priva di così potente mezzo di buona propaganda, ed ecco che all’Ospizio di Miyazaki si inizia la modesta tipografia “S. Maria”. Due stanzette racchiudono il materiale indispensabile – una macchina pedalina compie il lavoro – e già pregiate pubblicazioni vanno espandendosi. A molti dei lettori del Bollettino sarà certo giunto tra mano il periodico “VOCI LONTANE” che porta ai benefattori dell’Ospizio la parola riconoscente e la domanda ardente di soccorso per quest’opera di carità.
Esce poi mensilmente in diecimila copie “AI NI IKIRU” (vivere nella carità), che porta ai pagani la buona parola.
Si pubblica pure il settimanale “KATEI NO TENSHI” (angelo delle famiglie) specie ad utilità dei cristiani sparsi per la missione, che così possono alla domenica leggere la spiegazione del Vangelo e del Catechismo, le notizie più importanti della missione. Edite dalla S. Maria.
Sono pure in via di formazione una serie di pubblicazioni destinate a spargere la parola della carità fra i poveri pagani, ed anche il periodico “CHARITAS” organo di unione fra le opere di carità esistenti in Giappone: spero che potrà essere realmente un fatto, per l’occasione del Centenario della santificazione di S. Vincenzo de’ Paoli. E propulsore di questo movimento e della realizzazione del medesimo è il nostro Don Cavoli, coadiuvato dal personale della sua casa, che si sforza a tutt’uomo di svolgere il programma propostosi, di propagare cioè la religione attraverso le opere di carità.
Il nostro Don Marega nella zona di Oita viene affermandosi con studi preziosi sul Buddismo e su ricerche di resti dell’epoca di S. Francesco Saverio, che già hanno dato un buon materiale ai giornali che si interessano assai di questo movimento di studi religiosi. Si spera prossima la pubblicazione della sua traduzione in italiano del “KOJIKI”, il libro più antico di storia giapponese. Mettendo poi a servizio del divin culto le preziose risorse dei suoi studi artistici, ha adornato la chiesa di Oita di un magnifico altare ad ornamentazioni e sculture di schietta ispirazione giapponese, e assai apprezzati dagli intelligenti in materia. È così descritto dall’autore: “L’altare è fatto di cipresso giapponese, laccato in nero. Le lesene, le mensoline per i candelieri, la cornice che racchiude la gran croce sono decorate con rivestiture di legno scolpito alla giapponese ad encausto. Tra le quattro colonnine che sostengono la mensa, vi è un grande bassorilievo in legno, pure dorato di un metro di altezza per due di larghezza, rappresentante la partenza del Saverio da Oita. Nel primo piano spicca una galea portoghese, accanto ad una giunca. Sulla riva, tra i pini stilizzati alla maniera giapponese, vi è scolpito il Saverio accompagnato da Fernandez M. Pinto, il famoso viaggiatore, corsaro e ambasciatore, che lasciò scritto nelle sue memorie episodi fin troppo dettagliati della permanenza del Saverio in Oita. Accanto ai due vi è il daimyo Otomo Sorim, colui che mandò la prima ambasciata giapponese fino a Roma. In secondo piano si vede il castello turrito del daimyo, e più in là l’antica missione dei PP. Gesuiti, la chiesa, l’ospedale e la scuola superiore (una specie di Università).
Oita può vantare di aver avuto il primo Ospedale, e la prima Università del Giappone. Le due lesene ai lati dell’altare rappresentano S. Giorgio, vestito alla giapponese, che combatte il classico drago giapponese. La lesena di destra porta scolpito il monte Fuji, sormontato dalla Vergine col Bambino. Tanto la Madonna come S. Giorgio sono contornati da nubi che sembrano girigogoli: le nubi buddiste. Le decorazioni delle due mensole dei candelieri, sono prese da motivi classici di buon augurio: il pino, il bambù e il prugno”.
Nella vicina Beppu Don Cecchetti e Don Arri si vengono specializzando nella cura religiosa degli ammalati in quella città a cui a migliaia accorrono gli infermi. E specie il bravo Don Arri ha consacrato la sua vita e le forze che gli restano ai suoi cari tubercolotici. E molti di loro lo aiutano secondo le forze in lavori di traduzione, di composizione, ecc. per le nostre riviste e pubblicazioni varie. Nuovo apostolato per noi, che nelle sue manifestazioni iniziali è promessa di un bene immenso futuro. Come le avevo annunciato un gruppo di signore cattoliche che intendono consacrare tutta la vita al Signore nell’apostolato degli infermi di petto, con sacrifici inauditi era riuscito a costruire a Beppu un magnifico ospedaletto per una cinquantina di ammalati, da poco inaugurato. Già una decina di ricoverati lo abitavano quando un incendio in breve ora ha distrutto tutto: ringraziando il Signore, per l’eroica abnegazione delle infermiere tutti i cari infermi furono potuti essere messi in salvo. Ed ora con non minor eroica pazienza, si ricomincia, e già una casa provvisoria per ricoverare i dieci ammalati è in costruzione, in attesa che la Provvidenza invii i mezzi per il nuovo ospedale.
Oltre le varie manifestazioni musicali (tra cui recenti del nostro Don Margiaria con gli artisti di canto più reputati in Giappone) è uscito in questi giorni una modesta pubblicazione del sottoscritto, contributo alla flora della provincia di Miyazaki. Con le accennate e consimili pubblicazioni anche in campi che non direttamente siano quelli dell’apostolato missionario propriamente detto, si cerca di lavorare per la gloria di Dio e per la salute delle anime, seguendo le direttive del grande Pontefice delle Missioni, che desidera che i missionari si occupino in terra di missione anche di quanto può far valorizzare la religione di fronte agli occhi di chi non ne conosce a pieno le feconde risorse.
Ah, amato Padre, vorremmo avere a migliaia di queste iniziative, che tanto avvincono questo gran popolo: moltiplicando i legami saranno più facili le sante prede che a milioni vorremmo offrire al Signore.
Permetta che concluda questa mia coll’invitare Lei ed i nostri cari benefattori a ringraziare con noi il Signore del segnalato dono che ci ha fatto col regalarci due sacerdoti novelli: i nostri cari Don Arri e Don Felici, consacrati il 6 giugno dal nostro gran benefattore S. E. Mons. Breton, Vescovo di Fukuoka.
Il valore immenso di due sacerdoti… e di due sacerdoti missionari… sono considerazioni che non si possono fare che in ginocchio e spalancando il cuore, infuocato di amore, davanti a Gesù.
La solennità del rito, ma manifestazione cordiale dei confratelli e dei cristiani, la musica, i canti e una solenne processione eucaristica colleganti le due opere principali della Missione, il Seminario e l’Ospizio, concretizzarono la data indimenticabile.
Intanto a Nakatsu si sono benedette le fondamenta della nuova chiesa. Il buon Don Dumeez sta appagando l’ardente desiderio di anni ed anni di lavoro: nella città che si adorna di una quarantina di templi pagani, sorgerà finalmente la prima chiesa cattolica, abitazione meno indegna di Gesù, finora fu una povera stanza… Il piccolo vivaio di vocazioni (quest’anno sono 21), che sorge accanto, fiorirà certo ancor di più, e moltiplicati i semi sarà moltiplicato senza dubbio il raccolto. Voglia affrettarlo colla sua benedizione e colle preghiere.
Ci benedica tutti e specialmente chi si professa con affetto riconoscente per tutti:
Aff.mo come figlio
Don V. Cimatti, sales.
1 R. M. 819: manos. pubbl. in Bollettino Sales. NOVEMBRE 1937.