2963-dal fior |
2963 / Dal Fior Luigi / 1934-3-30 /
1 a Don Luigi Dal Fior, |
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Tokyo, 30 marzo 1943
Carissimo Don Dal Fior,
Grazie della tua lettera. Bastava che mi avessi detto “non mi sento”. Dalla tua lettera appare che tu scrivi naturalmente sotto l’impressione del dolore della notizia, interpretando come fanno molti confratelli le disposizioni di cambiamenti, quasi fossero castighi. E questo certo non va, perché sai bene che Don Cimatti non ha mai avuto, né ha intenzione di castigare alcuno: dovrei castigare me stesso, questo sì…
Non far dunque lavorare la fantasia: né pensare a chissà che cosa. Secondo me avresti fatto assai bene al Kosei [Colonia agricola] e non ne avresti perduto in nulla, anzi avresti aumentato la corona di meriti che ti sei venuto facendo finora – tu specialmente che sei stato munifico benefattore dell’opera e che penso amerai di gran cuore. Quanto mi scrivi sulle disposizioni tue materiali e spirituali al riguardo ha il suo valore, e quindi sta pure dove sei.
Quanto alle tue occupazioni starai a quanto ti dirà il Direttore. Quanto da te si desidera e come catechista e come maestro di musica lo sai. Quid dicam? Ti senti di fare il tuo dovere?
Dunque caro Don Luigi, animo e al lavoro per fare un po’ di bene a te e agli altri. Ma togliti dalla testa quanto mi scrivi, perché tutte le ubbidienze dovrebbero essere castighi (se si ragionasse come ragioni tu). Allegro e procura di farci una bella cantatina sopra ed una preghiera per il
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
Dimenticavo una cosa che mi sta assai a cuore. Entro il mese di aprile ti presenterai al Sig. Don Romani per l’esame di confessione: e se non sei preparato già, preparati bene. Qui a Tokyo tutti si sono messi in regola. Don Romani è già avvisato.
Fallo di cuore, e meglio che sai. Per le tue condizioni di corpo non ti senti? Dillo a Don Braggion. Quante volte anche Don Cim. ha insistito e per la musica vocale e instrumentale. Dunque sforzati e fa’ bene.