1367 berruti


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1367 / Berruti Pietro / 1935-2-14 /


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1.1 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani

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14 febbraio 1935

M.R. Sig. Don Berruti,

Grazie a Dio, il bel regalo dei nostri amati Superiori è giunto incolume a destinazione. Sbarcati felicemente al porto di Kobe, per vera grazia di Don Bosco, anche le operazioni doganali procedettero spedite e senza spese. Giunsero accolti fra le feste dei nostri confratelli, cristiani e oratoriani ed ora sono già al lavoro regolare di studio e di preparazione, iniziato oggi l4 c. m. Non so come ringraziare adeguatamente i Superiori. La prima impressione è buona sotto tutti gli aspetti e spero che continuerà nella realtà di bene a cui pare si siano accinti con tutto l’ardore. Deo gratias! Rispondo alla sua carissima inviata a mano:


  1. Fra i documenti inviati trovo quelli di un certo ch. Pozdek che non è giunto e che rinvio.

  2. Prendo atto della comunicazione della sua del 26/11/34 in relazione alle Ss. Messe. Anche in grazia dell’aiuto generoso dei superiori ora ne sono relativamente fornito. In caso di penuria mi regolerò secondo la circolare. Come pure invierò nota delle Messe celebrate.

  3. Dopo le intese coi Superiori e la decisione presa e già effettuata sull’invio di quanto viene intuitu missionis non ho che ringraziare i Superiori della loro bontà e della decisione presa. A tutt’oggi non ho nessuna osservazione speciale da fare al riguardo. L’affermazione del luglio in parte è da interpretarsi in forma allegra (in missione guai se si perde l’allegria; …e specie in Giappone… C’è da dire!…) e in parte era riflesso di animo, volendo dire chiaro ai Superiori che attuassero quanto nella loro carità hanno poi effettuato. E Deo gratias anche in questa volontà efficace dei Superiori di venire in aiuto alle Missioni. Benvenuta pure la decisione della Procura, che penso auspicata da tutti i missionari. Lei ricorda che nell’ultimo Capitolo, desiderio dei Missionari era che questo ufficio alle dipendenze di un Superiore responsabile (e che possibilmente potesse pensare alle missioni come attribuzione prima e speciale) ci fosse e funzionasse. Verrà certo anche il tempo che le missioni, come le scuole professionali o classiche avranno il loro Superiore. (I confratelli pensano che il Vicario del Rettor Maggiore ha troppe attribuzioni importanti – al momento attuale i confratelli sono assai contenti dell’attuale Prefetto). Non si può non salutare con gioia ciò che avvicinerà questa soluzione desiderata da tutti, da tutti, da tutti i missionari.

Stavo proprio per scriverle sul mio debito e volevo proprio fare la proposta da Lei accennata, che cioè fino al limite del debito i Superiori ritengano sulle offerte quanto loro è dovuto per il pagamento annuale. Se la Provvidenza poi mi desse modo di anticipare di più: Deo gratias!

Non so se la ritenuta fu già fatta sulla rata dell’anno scorso. Lei verifichi per favore e disponga in modo che tutto vada bene.

  1. Grazie per le buone disposizioni di aiuto per la stamperia e agricoltori per il prossimo anno.

  2. Grazie sentitissime a nome anche del bravo ch. Dupont per la concessa autorizzazione di inizio della teologia. Quanto al ch. Dal Fior mi sembrava di aver lumeggiato sufficientemente la sua situazione unitamente alla richiesta del Dupont. Il ch. Dal Fior attualmente compie il tirocinio pratico nella casa di Tokyo (Mikawajima). È un bravo confratello su tutti i rispetti, promette assai bene. In settembre termina il suo tirocinio. Deve pure fare in quest’anno i voti perpetui, è affezionatissimo alla Congregazione. Non sono in grado al momento, se al prossimo anno possa avere dei chierici che cominciano la teologia, e specialmente non so dire dove, perché, come vedrà in seguito, insisto presso i Superiori per lo studentato a Tokyo – ad Hong Kong non siamo a posto.

D’altra parte i Superiori hanno autorizzato a che fin da quest’anno si possa usufruire del Gran Seminario di Tokyo anche per i nostri confratelli. Non è male che il ch. Dupont abbia insieme un compagno nell’andare e venire (a piedi un venti minuti – in tram sei o sette minuti). Era per tutte queste considerazioni che avevo fatta la proposta di anticipare di pochi mesi al ch. Dal Fior il beneficio, che di diritto avrebbe dopo pochi mesi (in Giappone l’anno scolastico comincia al primo di Aprile – si tratterebbe di cinque mesi). Se adunque i Superiori credono opportuno, Deo gratias – se per qualsiasi ragione non lo credono opportuno: Deo gratias, lo stesso.

  1. Grazie a Dio Don Piacenza è già al lavoro. Guarito sufficientemente dall’appendicite ha la sua tribolazione della gamba (flebite), ma mi scrive che anche quella – grazie a Dio – migliora. Certo che fra tutti i confratelli della missione è il più sofferente, pur all’apparenza essendo il più robusto. La massima parte delle notti sono insonni, per riflessi al cuore: ma purtroppo è malattia cronica e non si può far niente.

  2. Insisto a che i Superiori studino con cuore paterno la questione del nostro Studentato filosofico e teologico. Li abbi[ni]no insieme perché naturalmente sono uniti. Già un passo è fatto con l’invio di un insegnante di filosofia, ma occorre che i Superiori aiutino l’opera salesiana colla formazione del locale per questa opera necessaria. Non conosco il pensiero dei Superiori sulla formazione o no di uno studentato orientale o in Italia o altrove (ma se i Superiori avessero questo pensiero farei voto che fosse in Italia), ma sta il fatto che attualmente lo studentato teologico ad Hong Kong per il Giappone non è a posto.


Non faccio apprezzamenti per lo studio – so che gli insegnanti si sobbarcano con zelo al loro dovere e fanno per i nostri più di quello che debbono fare; non faccio apprezzamenti sulla formazione – so che quest’anno hanno finalmente il direttore che può formarli buoni sacerdoti salesiani, ma è tutto il complesso dell’organizzazione che non va:

  1. per lo studio della lingua giapponese e formazione alle abitudini e allo spirito di quel popolo che sarà il lavoro continuo del futuro missionario: ZERO, ed una quiescenza di quattro anni al riguardo, è danno enorme (almeno Don Cimatti pensa così).

  2. Idem per le ordinarie abitudini di vita (cibo, clima, ecc.).

  3. Volere o no l’ambiente di Hong Kong è per la formazione salesiana, ma adattata alla Cina, che è in condizioni diametralmente opposte al Giappone.

  4. Certo ai giapponesi non fa buona impressione che chi deve lavorare per loro sia formato in Cina. Il Delegato Apost. stesso più volte manifestò il pensiero. Ah! Bisogna conoscere che vuol dire Giappone e Cina! Si dirà: “E tu proponi l’Italia?”. “Almeno là ci sarà la possibilità di avere a pieni polmoni la formazione salesiana – ci sono i Superiori” ed è questo il massimo vantaggio.


Domando ai Superiori un prestito decennale di Lire centomila per la costruzione e un insegnante di teologia. Mi pare l’unica soluzione, se davvero i Superiori desiderano che anche il Giappone abbia il suo studentato teologico. Al momento attuale lo studentato ad Hong Kong non dirà nulla dell’esito della formazione degli elementi formati sul posto. Supplico i Superiori a esaminare con cuore paterno le anzidette considerazioni che mi sembrano gravi – darmi tutti i consigli, perché certo non mancano spropositi.


INVIINO IL VISITATORE a verificare – e prendere tutte le disposizioni che credono per il meglio.

A nome di tutti ringrazio il Rettor Maggiore delle preghiere e benedizioni e della bella strenna che tutti ci sforziamo di eseguire.

Preghi pel

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.