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1 / Bianchi Eugenio / 1896-1899 /
a Don Eugenio Bianchi, suo maestro di noviziato1
[Torino, 1896-1899]
W il Sacro Cuore di Gesù. Dio solo.
Sempre amatissimo Sig. Don Bianchi,
Sarebbe davvero tempo che le scrivessi qualche cosa. Lei mi conosce! Tramando di giorno in giorno e poi non faccio. La ringrazio dell’affettuoso saluto che ha voluto mandarmi. Ed ora si domanderà: “Come ti trovi?”. Con l’aiuto di Dio sempre bene: il diavolo di tanto in tanto, spesso anzi, s’infuria… ma corro subito o a Don Bosco, o a far capolino dal Sig. Direttore, od anche da Mamma o dall’amato S. Cuore e tutto si accomoda prontamente. Deo gratias!
Ed ora le domanderei un favore. Veda! Il povero Onesti da qualche tempo è fuori posto… dubbi di non aver pensato abbastanza ai Voti, tentazioni di andarsene, lettere da casa…
Mi diceva: “Se Don Bianchi mi dicesse qualche parola, credo mi rimetterei…”. E questo rimedio ci vorrebbe e presto.
Spero poi non lascerà il suo povero Cimatti con la bocca asciutta… due paroline anche solo.
Amato Don Bianchi, sì, voglio amare sempre di più il S. Cuore e la Mamma cara… sempre, sempre… Non quiescam… mai, mai. Glielo dica anche Lei a Gesù.
Mi viene talora questo pensiero: Gesù è sì poco amato, poco amato ed io l’amo sì poco… Oh! quella superbia! Eppure sa, sono diventato testardo, su questo punto e slanciandomi fra le braccia di Gesù e Maria voglio riuscirci.
Mio buon papà, non so davvero quel che mi dica, ma lei capisce tutto quello che vorrei dirle…
E la musica? Ora suono a gran foga… Anche questa benedetta musica! Persino quando faccio i lavori di algebra mi vengono i motivi… veramente dicono sia una scienza arida… la innaffio un poco.
In un dramma faccio la parte di missionario della Cina. Vi sono certi giorni che sento un bollore, Che direbbe di fare?
E Cesari? Lo saluti tanto quel buon figliolo. A Faenza hanno inaugurato l’organo, andò il nostro Dogliani … non ne so l’esito.
Amatissimo Sig. Don Bianchi, voglia proprio raccomandarmi al Sacro Cuore a quel fuoco di amore perché…
Mi preme poi molto per Onesti e per me se potesse scrivere qualche cosa.
La saluto caramente da parte di quei dell’Immacolata.
Ci vorrebbe uno svegliarino.
Mi benedica, amato padre, e mi creda tutto
suo aff.mo figlio nascosto nel S. C. di G.
Ch. Vincenzo Cimatti
2 / Bianchi Eugenio / 1898-12-19 /
a Don Eugenio Bianchi, suo maestro di noviziato
Valsalice, 19 dicembre 1898
Rev. Paternità e mio dolce Padre,
Il nostro caro Giacomino se ne è andato in Paradiso!2 Beato lui che amava la Madonna e certo la Mamma l’ha preso con sé. Ma è curioso il fatto che è morto al sei e noi a Valsalice abbiamo avuto l’annuncio al 18. Si disse il Rosario da requiem e fecero tutti gli altri la Comunione per Lui. Deo gratias, in Domino!
W M. Immacolata. Qui abbiamo fatto una festona, ma coi fiocchi. Quest’anno la Compagnia nostra cara va benino. Si vede che la Madonna ci vuol bene e fece mandare via nelle case quelli che ci potevano incagliare la nostra azione ed io ho seguito passo passo tutto ciò che è avvenuto nel collocamento del personale ed ho toccato con mano che la Madonna proprio fu che mandò via quelli che potevano disturbarci. Di terza è rimasto Minciotti (capo), Brigollis e Sassani; come vede tutte buone paste e si lavora e si dice e si fa tutto ciò che si può, per onorare la Madonna, nostra dolce Mamma.
Ci raduniamo quasi ogni settimana e il Direttore ci aiuta molto, venendo a parlarci, consigliandoci. Si fanno i circoli regolamentari: in uno parliamo di cose spirituali, conferenze… Nell’altro si commentano praticamente le regole e pare siano tutti ben animati. Durante la novena si fece da ognuno il tesoretto spirituale… siamo alla festa e soffia, soffia, soffia… Chissà che non si sia acceso il fuoco… La Mamma fu onorata, amata… Deo gratias! Anche la musica andò benino e furono contenti, in Domino! Venne a suonare un professore di Torino col viol. accompagnato da un suo scolaro ed accrebbero così la bellezza della musica.
W Maria. Ho scritto a Don Tozzi e mi sono sfogato! Mi piace tanto parlare di Maria e vorrei che tutti… bruciassero di fuoco per Lei, cara Mamma.
Siamo a Natale e anch’io le faccio i miei poveri, ma sinceri auguri, che il Signore le ottenga tutte le grazie convenienti per l’anima sua, lo faccia sempre più buono se non lo è ancora e l’aiuti a far tanto, tanto bene e insomma faccia Lui quel che vuole…
Ed anche Lei preghi qualche volta per me che ne ho tanto bisogno.
Che vuol mai! sono sempre lo stesso; e posso dire che è storia di tutti i giorni e di più volte al giorno che dico: “nunc coepi!” anche con forza e poi faccio ciflis e giù.
Mi aiuti adunque. Quest’anno poi, oltre la grazia di farmi più buono ho bisogno che Gesù mi aiuti per gli esami e poi per la leva militare. Viva i tempi del Papa! Non avrei quella seccatura, quell’umiliazione… Ma dico fra me: anche Gesù ne sofferse tante e sia fatta la sua santa volontà!
Ma intanto ho bisogno estremo di preghiere e desidererei proprio che s’impegnasse anche Lei.
Mio buon Papà, mi aiuti ché voglio ad ogni costo farmi santo; gran santo, presto santo e Don Bosco mi aiuterà.
Come sarei contento se potessi avere anche solo una sua riga di scritto in cui anche solo mi lasciasse un pensiero per la cara Mamma da dire a quelli della Compagnia.
C’è ancora a Ivrea? Se sì faccio scrivere in comune e così staremo più uniti.
W Maria! Mi benedica e mi creda di cuore il
suo Ch. Vincenzo Cimatti… boia d’un…
3 / Bianchi Eugenio / 1899-5-… /
a Don Eugenio Bianchi, suo maestro di noviziato
[senza data, ma del Maggio 1899]
Dio solo.
Amatissimo Sig. Don Bianchi,
Colgo quest’occasione per scriverle almeno due righe. Mio buon Papà, preghi un po’ anche per me che tanto ne abbisogno.
Veda, quel che mi dispiace (ma d’altra parte mi tiene umile) si è che sono quasi sempre allo stesso punto… superbia, fantasia, musica, parenti ed ho un bel dire: “Nunc coepi!”, mi metto sempre e per lo più, scendo giù, giù… Eppure il Sacro Cuore e la buona Mamma e Don Bosco mi vogliono tanto bene.
Non può credere quanto mi consoli quando alla sera corro a Maria e mi sento dire: “Bravo! oggi hai fatto qualche cosa per me!”. Ma il più delle volte, specie da Don Bosco, quando gli parlo, se mi ricordo, come mi insegnò Lei, sono dolci rimproveri, talvolta aspri… lamenti e giudichi Lei! Veda quanto ho bisogno di farmi buono!
Ogni giorno più vado scoprendo qua entro tante magagne. Oh, sapessi davvero umiliarmi! Come piacerei a Gesù! Talvolta faccio delle Comunioni tanto fredde che non so che dirà Gesù e credo perché mi preparo troppo poco ed è proprio così! Mi pare che queste freddezze provengano per mia negligenza. Ma voglio farla finita una volta in questa miseria!
Gesù mi ha fatto con tanto amore tutto suo… sarà perché sono ancora troppo attaccato al fango… Veda che bestiolina: mi diede qualche cosetta da dire a quelli dell’Immacolata e non lo dissi a tutti e tutto per quella lentezza nell’operare.
Stiamo ora facendo la novena di Maria A. Cerchiamo tra noi dell’Immacolata d’infuocarci a vicenda.
Ci fosse una sua parola (e la dica davvero) come andrebbe bene! Mi raccomando, amatissimo prit [prete – dialetto romagnolo], altrimenti…
Preghi anche affinché possa fare bene e per l’onore della Congregazione la scuola di musica a quei che si preparano per la licenza normale. 3
Mio buon padre, mi benedica. Presso il cuore di Gesù
ch. Vincenzo Maria Cimatti – matto…4
4 / Guadagnini Secondo / 1900-10-21 /
a Secondo Guadagnini, suo maestro a Faenza5
Torino-Valsalice, 21 ottobre 1900
Mio sempre amatissimo Sig. Guadagnini,
Le mando quel pezzo corretto, mi pare che vada bene.6 Quanto ai metodi di cui mi parlò Montaguti sono tutti buonissimi e dei migliori.
Il Pill è buonissimo sia quanto la parte armonica sia quanto all’accompagnamento del Canto fermo. Per me non adotto però quel sistema prima di tutto perché non l’ho mai studiato e poi perché finora tutti i metodi visti non mi soddisfano perché mi paiono troppo pesanti e non ho trovato ancor uno che mi soddisfi. Sarà perché il canto fermo bisognerà eseguirlo senza accompagnamento.
Il Jodasson mi fu lodato anzi consigliato dal Prof. Galliera da cui prendevo lezioni d’armonia per la preparazione dei miei esami. A dir il vero però non l’ho mai avuto in mano ma ho sentito vari maestri che me ne parlarono sempre bene quindi è senza dubbio un buon metodo.
Quanto ai bassi del Richter sono belli ma un po’ salati o meglio difficilini se si vogliono far bene. Perché si sa che un basso posso armonizzarlo in moltissime maniere: li trovavo difficili per mettervi come canto una parte melodica che soddisfacesse all’orecchio. Certo però che sono di un’utilità immensa. Anche il metodo di armonia di quell’autore è un qualche cosa di chiaro e di bello proprio.
La nostra festa dell’Immacolata andò bene. Ecco il programma: Mottetti: Ad te levavi, del Clementi. Tota pulchra del Gounod. Missa pontificalis a 3 v. del Perosi. Parti variate in canto gregoriano. Offertorio: Graziosima Berceuse per viol. e Armonio.
A pranzo: Lorini: mazurka di concerto viol. e piano. Rossini: sinfonia di Guglielmo Tell: violino e piano. Accademia: Marcia finale e di introduzione: Wagner, L’Aquila. Gounod: Come allor, Walzer a 3 v. del Faust. Valdettaro: melodia romantica. Bartellini: la preghiera dei marinai in burrasca: entrambi per orchestra. Mascagni: Regina coeli nella Cavalleria a 3 v. Perosi: Introduzione nella prima p. Risurrezione di Cristo. Beriot: gran concerto per 2 viol., piano. Batta: meditaz. per 2 viol. piano e armon. Lorini: mazurka di concerto (suonata dall’Autore stesso). Cimatti: Ripetiz. di Ave, Notturno a 3 voci. L’orchestrina era composta di piano, armonium, 6 violini, viola, clarino (in un pezzo anche il trombone) 2 violoncelli, contrabbasso.
Tutto andò bene e così come si potè si onorò la nostra buona Mamma.
Dunque caro Sig. Guadagnini coraggio ed avanti sempre a lavorare e far gran bene… anche con la musica.
Le auguro ottime feste natalizie: faccia i miei ossequi al Maestro di Musica e a tutti quelli che conosco e mi creda sempre e tutto suo
aff.mo in Corde Jesu
Ch. V. Cimatti
5 / Rivara Giuseppe / 1900-11-2 /
a Giuseppe Rivara, già chierico salesiano, ex-allievo
Valsalice, 2 novembre 1900
Mio amatissimo Rivara,7
Sarai un po’ impaziente perché non ti scrissi subito, ma proprio non potei e anche scrivendoti ora faccio un grande sacrificio perché ho tanto bisogno di prepararmi per i miei esami che avrò al giorno 9 e 12: mi raccomando alle tue preghiere e a quelle di Don Rosso e Don Purità. Quanto al metodo per piano mi pare che il migliore sia per i principianti: “Il maestro di pianoforte” dello Czerny (ed. Ricordi). È molto buono anche il Carpentier e forse più dilettevole, specie per i giovani: consta di tre parti, se non erro. Quanto poi agli esercizi, conosci anche tu i 100 che hai studiato (specie qualcuno) abbastanza bene. Sono molto buoni e adatti per il nostro spirito italiano, quelli del Bertini.
Mi rallegro del tuo organo, spero che il nostro di Valsalice, quando ci sarà, (chissà che questa benedetta Chiesa non finisca il mezzodì dopo il giudizio universale) sarà un po’ migliore.
Quando partisti ti diedi due copie di quel punto sulla forma musicale affinché passando a Colle8, ne lasciassi una copia a Gambola. Forse non vi sei passato… Per favore mandagliene una che non ne ho più. Vero, mi farai questo piacere!…
Ti saluto di cuore. Sii un bravo salesiano.
Tutto tuo aff.mo compagno
Ch. Cimatti
6 / Bianchi Eugenio / 1900-12-20 /
a Don Eugenio Bianchi, suo maestro di noviziato
Valsalice, 20 dicembre 1900
Mio amatis.mo Don Bianchi e prit romagnolo amatissimo,
Ho piacere di farmi vivo in occasione di queste care feste natalizie. Anch’io le faccio i miei più cari ed affettuosi auguri e specialmente nella s. notte di Natale pregherò tanto tanto Gesù per Lei affinché voglia concederle tutte le grazie che il suo cuore desidera a bene dell’anima sua e della nostra cara Congregazione.
Come sarà bello nella notte del 31 dicembre fare la consacrazione intera al S. Cuore di Gesù! Che questo cuore dolcissimo ci faccia proprio tutti suoi.
Ne sento proprio un bisogno grande perché… sono sempre lo stesso e forse faccio ora disperare di più i nostri amati superiori.
Sento un grande bisogno che questo povero cuore, questa testa, questa fantasia benedetta siano percorsi da quel fuoco divino che li purifichi e li renda tutti e solo per quel cuore amatissimo.
Lei mi conosce e sa quanto ne abbisogna. Preghi anche che questo povero figlio possa proprio fare un po’ di bene, salvare la mia anima e salvarne tante altre. Presto si avvicina il suo giorno Onomastico e quindi intendo di presentarle i miei poveri, ma cordiali auguri anche per questa occasione. Già che sarei felicissimo di potermi trovare in quel giorno vicino a Lei, ma se il Signore disporrà diversamente sarò con l’amico Pietro Corradini vicino al Tabernacolo, vicino a Gesù. Avrei tante cose da dirle, ma sa, sono le solite mie storie e chiacchiere. Verrei anche volentieri a Ivrea per vedere di addestrarmi un po’ più nell’agronomia. Basta: se è volontà del Signore che venga, verrò. Intanto voglia accettare questi poveri auguri ed una novena speciale di comunioni che le presento per questa occasione.
Si ricordi sempre di me: sulla tomba di Don Bosco9 non mi dimentico mai di Lei e della casa. Vi sono ancora due incaricati appositamente da Don Barberis di pregare per la casa di Ivrea.
Mi benedica, o buon Padre, e mi creda sempre e sempre suo
Aff.mo figlio in G.C.
ch. Vincenzo Cimatti
7 / Bianchi Eugenio / 1901-…-… /
a Don Eugenio Bianchi, suo maestro di noviziato
[senza data, ma circa la fine del 1901]
M.R. Sig. Lei e carissimo Papà,
Le mando la visuale (N.B. Una fotografia con l’iscrizione: “Ci conosce”?) di Don Pietro, di mio fratello e mia affinché si ricordi di questa bestiolina. Vorrei venire su per la sua festa, ma (fatalità!) ho scuola al mattino della festa e siccome non posso privare i miei scolari delle mie dotte lezioni di Agraria, così… Il male è (direbbe Don Piscetta) che perdo un buon pranzo e più non posso vedere il mio caro pretaccio. Ma pazienza! D’altra parte è vero che ci sarà un vuoto senza di me; lo riempirò un’altra volta. Ed ora: secondo il solito, gli auguri. Si figuri, gliene faccio quanti ne vuole! Un posticino nella notte di Natale ci fu anche per Lei e finché vivo ci sarà sempre ogni giorno.
Ho il cuore duro, e se continuo così non solo sarò ebreo, turco, musulmano, selvaggio, ma diventerò bestia. Ma sfido io… si bazzica sempre con certe cose e animali e piante…10 che il Signore mi tenga proprio non solo una, ma tutte due le sue mani sante sulla testa; se no!…
Quanto ad esteriorità sento di aver cambiato dal giorno alla notte da quando ero a Foglizzo; quanto all’interno sono – mi pare – sempre quello: ma se non sto attento e se proprio la Mamma non mi tiene su, mio caro babbo, cado giù giù. E messer Lucifero le assicuro che specialmente in certi periodi, non dorme: buon segno, dirà Lei e lo dico anch’io, ma intanto stimulus carnis (Lei capisce) agisce e creda pure fortiter. Don Bosco, spero – sono certo – mi aiuterà e Lei non mi voglia dimenticare nelle sue preghiere.
Preghi anche per mio fratello, missionario nel Messico: è giunto finalmente in America.
Sono andato a trovare Don Rinaldi, sta bene: a Faenza (dalle notizie di testimoni oculari) le cose vanno come possono e in alcuni punti maluccio. Preghiamo per quella povera casa!
Dunque caro babbo, stia sempre bene e si conservi sempre sano e benedica il suo bestiolinamento
ch. Vincenzo Cimatti
romagnolo
P.S. Montanari è qui: quando viene a Torino venga a trovarci: sapesse quanto bene ci farà!
8 / Bianchi Eugenio / 1903-3-22 /
a Don Eugenio Bianchi, suo maestro di noviziato
Valsalice, 22 marzo 190311
Mio sempre dolcissimo ed amabilissimo Don Bianchi,
A nome anche del caro Don Nassò, a nome della scuola normale maschile pareggiata Valsalice, a nome mio, le domandiamo un favore che Lei non ci deve negare e che sono certo, che se può non ci negherà certamente.
Ecco di che si tratta. Si desidererebbe mettere a Valsalice un po’ di api, ma ci mancano le api e l’alveare. Non potrebbe lei, nella sua generosa carità darci un po’ di api, magari imprestarmele, dentro un alveare che poi si rimanderebbe indietro, quando ne abbia fatto uno simile?
Non è vero che potrà e vorrà contentarmi? Anche Don Piscetta sarebbe proprio contento, perché ha bisogno di miele per la sua salute e poi anche per farsi un po’ più dolce… e ne ha davvero bisogno! Quando qualcuno di loro viene a Torino… Dunque spero e aspetto, anzi aspettiamo…
Ed ora che dovrò dire di bello? Che la saluto di amore e che sulla tomba di Don Bosco prego anche per Lei, mio dolcissimo padre. È mio dovere di riconoscenza per il tanto bene che mi ha fatto e non lo dimenticherò mai.
Le mie cose vanno avanti come possono: sono sempre lo stesso disperato di prima, ma ringraziando il Signore la voglia c’è e posso dire cresce ogni giorno più.
Più invecchio, più sento il bisogno di fare, di operare, di farmi buono di riparare al tanto male, agli scandali che ho dato colle mie miserie ai tanti compagni di collegio… Mi aiuti colle sue preghiere affinché possa lavorare con ardore, con zelo indefesso a propagare un po’ di fuoco in mezzo a questi chierici, ed ora specialmente in primavera; stagione più critica per me e per gli altri.
Caro Don Bianchi, sapesse quante lotte, quante tentazioni specialmente per la S. purità: è certo che Gesù me le manda per tenermi umile e Deo gratias: ma ho bisogno di forza e di slancio…
A Torino fervet opus per le feste della nostra Mamma12 e pel congresso. E come diceva Don Marchisio: è incredibile lo slancio con cui questi Signori del comitato lavorano affinché tutto riesca bene. Coraggio, avanti. La Madonna poi comincia a farne delle grosse.
Si desiderava mettere sulla corona d’oro di Maria delle pietre preziose: già inteso coll’orefice che non essendovene le avrebbe messe false. Proprio la mattina dopo una persona che tiene l’incognito, manda a dire che purché le mettano nel centro della corona, darebbe un diamante contornato di gemme dal valore di Lire diecimila. Evviva Maria SS.ma! Si trattava di illuminare la facciata della Chiesa tutta a luce elettrica. Una brava persona che da tre mesi era a letto dice a Don Marchisio: “Se mi promette la grazia da Maria A. faccio e preparo tutto io a mie spese”. Don Marchisio promette e la Domenica dopo l’ammalato va a ringraziare Maria A.
Don Marchisio gli aveva promesso che sarebbe guarito nel mese di Maggio. Basta! Maria vuole che le facciamo una bella festa. Avanti e fuoco a gran carica.
Saranno cose che Lei forse già sapeva, ma che vuole! quando le racconto e quando mi sfogo un po’ mi pare di star meglio e quindi…
Allora mi ricordi proprio a Gesù nella S. Messa, ma proprio di cuore. Ne ho bisogno. Dunque le raccomando le api, le mandi proprio, in compenso farò pregare e pregherò per Lei, per la sua casa, per la sua colonia, per le sue pietre, galline e tutto, insomma.
Le domando la benedizione di Maria e baciandole la mano mi dico sempre e tutto suo
aff.mo figlio
ch. Vincenzo Cimatti
9 / Piazza Romualdo / 1904-…-… /
a Don Romualdo Piazza, Canonico di Faenza
[Piova, 1904]13
M. R. Sig. Don Romualdo14,
Due righe sole perché non può credere quanto sia occupatissimo nel vero senso della parola.
La mia salute è ottima, spero altrettanto della sua. E la mamma come sta? Proprio bene?
Quando scrive, mi dica proprio schiettamente come vanno le cose, anche perché possa sempre dare le dovute informazioni ai Superiori.
Qui nulla di nuovo. In mezzo a questi monti la musica sacra può andarla a cercare che non la troverà mai mai.
Qui affinché siano contenti hanno bisogno di aver le orecchie rintronate. Sono proprio molto indietro.
La saluto proprio ex toto corde e raccomandandomi alle sue preghiere, specie nella S. Messa, mi dico tutto e sempre suo aff.mo in C. J. et M.
Vincenzo Cimatti
10 / Piscetta Luigi / 1904-6-29 /
a Don Luigi Piscetta, suo direttore di Valsalice
Torino-Valsalice, 29 giugno 1904
Molto Rev. Sig. Direttore,
Essendo soggetto al servizio militare non potei finora farle una domanda consolantissima al mio cuore; ma ora, per grazia specialissima della nostra buona Mamma, Maria Aus., ne fui esonerato,15 oso chiederle quest’altra grazia segnalatissima.
Le domando di essere promosso al Suddiaconato. Conosco le mie deboli forze, le mie miserie, ma sono mosso a ciò domandarLe, nella ferma fiducia che l’amabilissimo Cuore di Gesù, e la nostra cara Madre Maria e il buon Papà Don Bosco non mi vorranno far mancare il loro potentissimo aiuto, e faranno sì che possa riuscire di aiuto alla nostra cara Pia Società.
È questo un ardentissimo desiderio del mio cuore, ma mi rimetto in tutto e per tutto al volere dei miei Superiori: essi di me dispongano come meglio loro piace e come crederanno più opportuno pel bene dell’anima mia.
È vero che mancano ancora alcuni trattati di teologia a completare il numero di quelli richiesti,16 ma spero prima dell’epoca delle ordinazioni di essere a posto anche in questo.
Amatissimo Direttore, voglia pregare il buon Gesù che piuttosto mi faccia morire che diventare ed essere un suo indegno ministro.
Mi benedica e mi creda
suo aff.mo figlio:
Ch. Vincenzo Cimatti
11 / Piscetta Luigi / 1904-11-14 /
a Don Luigi Piscetta, suo Direttore di Valsalice
Valsalice, 14 novembre 1904
Rev.mo Sig. Direttore,
Benché conscio della mia indegnità, confidando di tutto cuore nell’aiuto del buon Gesù e di Maria SS.ma oso domandarLe l’ammissione al S. Diaconato pel tempo che Lei ed i Superiori crederanno più opportuno pel bene dell’anima mia.
Raccomandandomi alle sue preghiere, per ottenere più facilmente da Dio che mi possa preparare bene a sì grande consacrazione, mi dico:
suo aff.mo figlio
Sudd. Vincenzo Cimatti
12 / Piscetta Luigi / 1905-2-16 /
a Don Luigi Piscetta, suo Direttore di Valsalice
Valsalice, 16 febbraio 1905
Mio amatissimo Direttore e Padre,
Confidando in tutto e per tutto nell’immensa bontà del S. Cuore e della nostra buona Mamma Maria, oso domandarLe la grazia di essere ammesso al S. Presbiterato.17
La grazia del Signore mi aiuti e mi renda un suo degno ministro e Lei nella sua bontà unisca a tal fine le ardenti sue preghiere a quelle del suo
aff.mo figlio
Diacono Vincenzo Cimatti
13 / Bandiera Alfredo / 1912-...-.../
al chierico Alfredo Bandiera, ex-allievo di Valsalice in tirocinio
[1912ca]
Mantieni costante l’allegria frutto della buona coscienza e del lavoro assiduo.
Fa amare la nostra tenerissima Madre in tutti i modi.
Non dimenticare i tuoi compagni che con te lavorano al bene dell’anima loro e degli altri, né dimenticare il tuo
aff.mo
don Vincenzo Cimatti
14 / Cimatti Maria Raffaella / 1913-4-6 /
a Suor Maria Raffaella Cimatti, sorella18
6 aprile 191319
Vedi bene che sono vivo! Ma pare impossibile che non capisca che se muoio o io o altri te ne daranno notizie?
Grazie di tutto e specialmente delle preghiere. I foglietti per un disguido, dimenticanza di chi doveva darmeli non giunsero: riparerò!
È vera la notizia dell’andata da mamma (17 Aprile). Prega per me.
Un bacio
d. Vincenzo
Per Natale scrissi… tutto era ottimo… La vita di Don Bosco non è uscita.
Alla Rev. Suora Maria Raffaella Cimatti, Ospedale Umberto 1° - Frosinone.
15 / Bortolucci Annibale / 1914-6-2 /
a Don Annibale Bortolucci, ex-allievo, tirocinante a Radna, Carniola, Austria
Torino S. Giov. Evan., 2 giugno 1914
Carissimo,
Ho ancora da rispondere ai tuoi auguri onomastici: non mi fu possibile prima.
Quanto a te ho parlato col tuo Ispettore a Torino: bravo, lavora e consola così la nostra cara Congregazione.
Quanto al povero Milwcic l’aiuti il buon Dio a salvarsi l’anima e noi preghiamo per lui.20
Animo… ora studia e procura di renderti atto a fare quanto i Superiori vogliono da te: lavora, tenendo presente che sei figlio di Don Bosco; non spaventarti delle difficoltà e avanti… Già biondeggiano le messi… ficus protulit grossos suos… imber abiit… surge!
Prega per il tuo aff.mo
don Vincenzo Cimatti
16 / Cerruti Francesco / 1915-10-18 /
a Don Francesco Cerruti, Consigliere Gen. per le Scuole
Torino, 18 ottobre 1915
M. R. Sig. Don Cerruti,
Compio il dovere che finora non potei adempiere, di rispondere cioè al suo gentil biglietto in cui mi pregava di affrettare il lavoro sul nostro Don Bosco.21
Già da tempo avevo raccolto un po’ di materiale, ma le occupazioni non mi permisero né di ordinarlo, né di usufruire del certo copioso materiale degli archivi dell’Oratorio.
Dire per quando potrò averlo pronto è un po’ difficile il prevederlo, dipendendo questo dal tempo disponibile, e anche dalla forma che si intende dare al lavoro (se cioè un lavoro… alla buona o con rigoroso procedimento critico) – cosa questa rimasta insoluta nell’adunanza.
Ad ogni modo la buona volontà non manca e nei ritagli di tempo procurerò di affrettare il lavoro. Mi ricordi al Signore e mi creda:
Dev.mo
don Vincenzo Cimatti Consigliere Scolastico Generale
17 / Fiore Giuseppe / 1915-11-30 /
a Giuseppe Fiore, allievo dell’Oratorio S. Luigi
Torino, 30 novembre 1915
Fiore carissimo,22
Approfitto dell’ospitalità di Maggiorino.
Ti ricordiamo sempre di gran cuore e ti ricorderemo particolarmente nella festa dell’Immacolata e in quelle di Natale.
Prega per noi tutti. Gli altri compagni di guerra stanno tutti bene. Buone feste e allegro sempre.
Mario e Luigi stanno bene: le nuove occupazioni di Luigi lo distolgono un po’ dalla vita dell’Oratorio, ma… siamo in guerra. Un abbraccio dal tuo
aff.mo
don Vincenzo Cimatti
18 / Genitori dei soldati / 1916-3-1 /
Lettera circolare ai genitori dei soldati in guerra
Torino, 1 Marzo 1916
Ill.mo Signore,
La S.V. è caldamente invitata a partecipare ad una solenne funzione religiosa che per i nostri cari soldati si terrà nella Cappella dell’Oratorio S. Luigi (Via Ormea 4 bis) Domenica 5 Marzo, ore 9 precise, promossa dai soci del Circolo “Michele Rua”.
Le preghiere, che i giovani dell’Oratorio innalzeranno al buon Dio e a Maria SS.ma in questa occasione, verranno ad impetrare sul suo caro figlio e sulla sua famiglia le più elette benedizioni.
Con stima
Dev.mo
don Vincenzo Cimatti
Direttore
19 / Circolare Benefattori / 1916-6-16 /
Lettera circolare per beneficenza ai soldati in guerra23
Torino, 16 giugno 1916
Ill. ma Signora,
Ricorrendo la domenica 2 Luglio la festa di S. Luigi, Patrono di questo Oratorio, tanto caro al Ven. Don Bosco, si è voluto anche pensare ai numerosi soldati Soci del Circolo “Michele Rua”, dell’Ages, e allievi di questo Oratorio, organizzando un modesto Banco di Beneficenza a loro favore.
Mi rivolgo alla S. V. Ill.ma che so tanto buona e amante dell’Opera nostra, affinché mi voglia venire in aiuto in quest’opera di cristiana carità.
Qualsiasi oggetto od offerta sarà a noi gradita e noi pregheremo su di Lei e sull’ottima sua famiglia le celesti benedizioni.
Ringraziandola di quanto vorrà fare per questi bravi soldati godo di dirmi:
devot.mo
don Vincenzo Cimatti
direttore
Oratorio S. Luigi Via Ormea 4 bis, Torino.
20 / Amadei Angelo / 1917-3-13 /
a Don Angelo Amadei, salesiano, autore X vol. Memorie Biografiche
13 marzo 1917
M.R. Sig. Don Amadei,
Ecco il pochissimo che ho potuto ricordare di caratteristico e che lasciò in me una certa impronta in relazione all’argomento indicato.
Sarà forse utile che Lei invii uno dei moduli a Suor Anna Villeneuve, Religiosa del S. Cuore di Villa S. Tommaso, Avigliana, che è la figlia del Marchese Villeneuve, tanto in relazione col Ven. Don Bosco e Don Rua. Così pure D. Don Rinaldi dovrebbe ricordare molte cose.
Per ora non ricordo altro né altri. Se la memoria si ridesterà sarò ben lieto di contribuire in qualche modo. Ho passato il memoriale a Don Tonelli. Con ossequio.
Dev.mo
don Vincenzo Cimatti
P.S. Scusi per la carta che ho usato.
Nel Venerando Don Rua mi colpirono in modo caratteristico i seguenti fatti:
Carità verso i Salesiani e parenti. Quando il sottoscritto era ancora allievo a Faenza ogni volta che mi vedeva voleva sapere notizie particolareggiate del fratello salesiano e della mamma. Fatto salesiano, appena mi vedeva domandava premurose notizie della mamma e insisteva per sapere se avesse avuto qualche bisogno.
Verso i benefattori. Non tralasciava di inculcare sempre vivissima riconoscenza verso di loro. Essendo il sottoscritto beneficato dal Marchese de Villeneuve Trans, si può dire che un paio di volte all’anno mi scriveva ricordandomi di scrivere al marchese, e quando il Marchese veniva a Torino o veniva a Valsalice col Sig. Don Rua, o il Sig. Don Rua stesso mi invitava ad andarlo a trovare, sempre inculcandomi la riconoscenza affettuosa. E proprio alla vigilia della morte (5 Aprile 1910) mi raccomandò ancora lo stesso concetto, affidandomi un legato di Messe.
Mal d’occhi. Ho ammirato sempre la pazienza con cui lo sopportava; quando era in conversazione con noi cercavamo di mandargli via le mosche che accorrevano sulle sue palpebre, cosa che egli non avrebbe mai fatto. A chi lo sosteneva salendo le scale, diceva: “Sei il bastone della mia vecchiaia”.
Forza di carattere e spirito di fede. Lo riscontrai quando gli giunse il telegramma – recatogli a Foglizzo dal Sig. Don Lazzero. Pallido in volto, ce lo lesse con voce che tradiva il forte dolore interno e concluse: “Sia fatta la volontà di Dio”.24
[dal manoscritto manca una pagina. I punti 12 e 13 ripetono quanto detto sopra].
Ogni volta che mi vedeva, dopo un cordiale saluto mi domandava notizie del fratello (salesiano) e specialmente della mamma ed ogni volta che andava a Faenza voleva portarle i miei saluti.
Essendo il Marchese de Villeneuve mio benefattore, frequentemente, anche per iscritto, mi esortava a pregare per lui, a scrivergli frequentemente; quando mi vedeva mi domandava notizie di lui ed egli stesso me ne riferiva e proprio pochi giorni prima di morire, essendo andato a trovarlo, mi esortava a compiere tutti i doveri assunti verso di lui, a pregare assai per quel caro benefattore.
[…Manca…]
Insisteva molto per le esecuzioni gregoriane e si commoveva fino alle lacrime all’udire nella musica il nome di Dio e di Maria SS.ma.
Ammirai la forza d’animo e la viva fiducia in Dio all’annuncio della catastrofe di Mons. Lasagna: pallido in volto, ebbe la forza di esortarci a pregare e concluse, mentre si allontanava da Foglizzo a Torino: “Fiat voluntas Dei!”.
Non mi allontanai mai da lui senza ricevere dalla sua parola persuasiva e dal suo esempio un nuovo impulso al bene, alla confidenza in Dio, all’amore al lavoro per la salute delle anime.
M. R. Don Amadei,25
Il Sig. Ispettore mi prega di inviarle l’accluso: mi domanda inoltre se ho qualche cosa da dire al riguardo. Nulla di notevole, ad ogni modo accludo poche righe.
don Vincenzo Cimatti
21 / Albera Paolo / 1918-10-28 /
a Don Paolo Albera, secondo Rettor Maggiore dei salesiani
Torino, 28 ottobre 1918
Rev.mo Sig. Don Albera e Rev.mi Superiori,
In relazione alla dolorosa comunicazione fattami sulla destinazione che vorrebbero affidarmi i Superiori, dopo aver riflettuto e pregato, mi sento in stretto dovere di comunicare loro quanto segue.
Non voglio ora fare confessioni, che io sento vivissimamente vere sulla mia incapacità a tale peso, sulla mancanza di soda istruzione religiosa, sulla totale mancanza di forza disciplinare, per cui sono assolutamente inabile all’osservanza dell’ordine mio personale e degli altri: non sarei creduto, quindi è inutile insistere su questi punti, anche sui quali è basata d’altra parte – secondo me – la riuscita dell’opera che mi si vuole affidare.
Faccio rispettosamente osservare che i miei doveri attuali, come insegnante, sono: pedagogia ore 9; tirocinio ore 7; morale ore 3; agraria ore 4. L’anno scorso avevo pure 4 ore di scienze in ginnasio, quest’anno mi si disse che avrebbe fatto il titolare.
Sono circa sei anni che io non tocco più un libro, affannandomi, quasi solo, per questo povero oratorio di S. Luigi, in cui potrà sembrare che io abbia fatto qualche cosa, ma è fumo e non arrosto, data la mia impreparazione e il dovere di attendere alla scuola.
Fu d’altra parte solo per accidens che mi occupai anche di questa mansione che disgraziatamente dovette per necessità di guerra, prolungarsi. Non feci rimostranze di sorta perché comprendevo le difficoltà dell’ora presente, disposto a rassegnare tutto alla fine della guerra per ritornare al nido e aggiustare un po’ l’animo mio in perpetua tempesta e rafforzare la mia testa vuota presso il nostro Ven. Don Bosco e Don Rua.
La responsabilità mi ammazza, perché sento la mia debolezza fisica (non sono più giovane), la mia povertà mentale (non avendo finora potuto aver un po’ di calma alla mia testa e come insegnante e più come sacerdote) e ancora di più la mia povertà morale.
Ohi quali lotte interne terribili, che cerco di rintuzzare con lavoro che può parere in qualche caso bestiale! Oh, se i Superiori potessero vedere l’animo mio, come tante volte ho cercato di mostrarlo!
Ma disgraziatamente fra noi si fanno ancora troppi complimenti, troppe lodi; non mi si vuole credere e allora io rimango come ora nella contraddizione implacabile, in un urto terribile tra la realtà schietta della mia coscienza e tra la volontà dei Superiori.
Ho esposto (non so se mi sarò fatto capire, perché la pratica esperienza mi fa conoscere anche questo lato debole in me) quanto in coscienza dovevo dire. Ai Superiori il decidere.
Non posso trasandare i doveri di Valsalice (ed ebbi già rimostranze dai superiori in proposito): non mi sento di aggiungermi, date le considerazioni precedenti, ad un onere superiore alle mie forze, tanto più che qui si tratta ex-novo di edificare.
Quindi prego vivamente i Superiori a voler pigliare in benevola considerazione le mie povere parole, decidere e provvedere.
Voglia il buon Dio e Maria Ausiliatrice esaudire le mie preghiere ed Essi vogliano vedere nelle disposizioni dell’animo mio, non la mia volontà che si vuole imporre, ma uno stato di cose e di fatti evidenti, di fronte a cui sono stato obbligato a scrivere quanto sopra?
Raccomandandomi alle loro preghiere, mi dico:
Dev.mo figlio
don Vincenzo Cimatti, salesiano
22 / Cattaneo Francesco / 1919-7-22 /
a Francesco Cattaneo, ex-allievo di Valsalice
Torino, 22 luglio 1919
Carissimo,
Se è rincresciuto a te il non vedermi, figurati il dolore mio: eppure ero a Torino e proprio a San Giovanni o a S. Luigi! Pazienza! Quanto al tuo desiderio di trovare un posticino in qualche collegio, secondo me, è che scriva al M. R. Prof. F. Luchelli, Ispettore Case Salesiane, Via Cottolengo 32, per vedere se ti può accogliere come istitutore in qualche nostro collegio, oppure scrivere direttamente ai direttori delle case salesiane nostre (Novara, Alessandria, Fossano, Borgo S. Martino, Borgomanero, Biella – sono le più quotate) esibendo le tue condizioni e le tue domande.
Di’ pure che ti ho consigliato io a scrivere. In altri collegi estranei alle nostre case, non saprei consigliarti.
Disgraziatamente non occupandomi più da due anni degli affari scolastici delle nostre case non posso dirti una parola decisiva né farti offerte. Quindi a te il scegliere l’una o l’altra delle due vie. Nelle nostre case di Torino è un po’ difficile che abbiano bisogno: potresti domandare al Martinetto.
L’elenco delle materie che si svolgono all’istituto – sezione ragioneria, sono: Italiano, Francese e Inglese (scritto e orale), Diritto Commerciale – Scienze delle finanze – Statistica – Calligrafia – Ragioneria – Fisica – Chimica – Storia naturale, ecc.
Non mi consta che ci siano tesi, la più semplice è che ti compri programmi governativi (Paravia li ha). Per i libri occorre che ti fissi dove vorrai dare l’esame preparandoti sui libri o sulle dispense dei professori. Se vorrai darlo a Torino ti potrà dare degli schiarimenti il Prof. Don Francesco Zublena, Via Madama Cristina 3, Torino, che tu conosci e che è insegnante all’Istituto.
Colla licenza normale sei dispensato dal solo disegno ornamentale. Ecco quello che posso dirti in risposta alla tua carissima.
Forse per te sarebbe utile rivolgerti a Novara: ivi è l’Istituto, saresti più nel tuo campo e potresti facilmente prepararti. Coraggio sempre e procura di mantenerti buono come lo eri nei bei tempi passati – allegro e fiducioso sempre in Dio.
Sono sempre a disposizione per quello di cui sono capace e tu qualche volta ricordami al Signore.
Tuo sempre
Aff.mo
don Vincenzo Cimatti
23 / Braga Carlo / 1919-8-10 /
a Don Carlo Braga, suo aiutante Orat. S. Luigi26
10 agosto 191927
Carissimo Don Carlo,
A voce potrò dirti poche cose: forse per iscritto concluderò di più.
Parti per le missioni! Il Signore ti ha dato un segno di grande predilezione e tu allarga il cuore tuo generosamente e Iddio non sarà avaro con te. Sei missionario! Ricorda! non solo per gli altri, ma anche per te. “Agonizzare pro anima tua!”, o meglio, mediante gli altri anche per te. Ti raccomando la preghiera sotto tutte le forme, l’attività sotto tutte le forme, l’allegria: sono le medicine per il tuo cuore ardente e pieno di sentimenti.
Nelle difficoltà ricorda il nostro Don Bosco, la Madonna e più Gesù che ti fu consegnato come guida perpetua.
Grazie di quanto hai fatto per l’Oratorio di S. Luigi che ti accompagnerà sempre col memore pensiero di affetto. Grazie della benevolenza che hai sempre usato a questo povero diavolo, che sempre ti ricorderà presso le tombe amate. Prega per me ed il buon Dio mi faccia partecipe dei meriti vostri pel desiderio ardentissimo che avrei di imitarvi tutti. Perdona se in qualche momento ti diedi mal esempio: mi convinco ogni giorno più della mia inettitudine assoluta ed ho intimamente accolto con gioia il ripristino delle mie occupazioni antiche a Valsalice, benché mi costi sacrificio che Dio solo sa valutare, il ritornarvi.
Dio ti benedica pel bene voluto e fatto ai suoi piccoli amici, alle anime dei nostri giovani, dei nostri anziani, all’anima mia e ti centuplichi a merito ogni azione.
Coraggio! Don Carlo… imita il tuo santo patrono nel bene, nella fede ardente di sacrificio, nello spirito di preghiera, nell’operosità, nell’energia di esecuzione.
Un apostolato grande, laborioso, sacrificato ti attende: Maria Aus. e Don Bosco ti guidano.
Coraggio, coraggio! Allori e trionfi in Cielo in cui ci troveremo riuniti. Un abbraccio e un bacio di cuore.
Tuo aff.mo
don Vincenzo Cimatti
24 / Sabatino Vincenzo / 1919-12-30 /
a Vincenzo Sabatino, padre di un oratoriano di S. Luigi
Torino, 30 dicembre 1919
Ill.mo Signore,28
Contraccambio di cuore gli auguri ed assicuro speciali preghiere per Lei e per la famiglia.
Memore del bene che fece al nostro caro Oratorio, serbo imperitura riconoscenza.
L’amato Don Bosco la rimeriti di tutto.
Con ossequio,
Dev.mo
don Vincenzo Cimatti
25 / Frigo Carlo / 1920-3-20 /
a Don Carlo Frigo, ex-allievo di Valsalice, missionario in Cina
Torino, 20 marzo 1920
Don Frigo carissimo,
Un bel giorno mi vedo arrivare un plico. L’apro e vi trovo un idolo e un calendario di cui non capisco che l’immagine di Maria A. “Non può essere che Don Frigo” ed eccoti la tua firma al fondo. Grazie! Quale richiamo per me. Caro il mio Carlone, ma quando è che mi ottieni dalla Madonna la grazia di essere missionario? Allora sta’ sicuro che vengo a trovarti, m’insegnerai un po’ di cinese e ti assicuro che starò buono buono e non disturberò come facevi tu in scuola. Dunque al rivedere quei segni ho compreso tutto: il tuo amore a Maria, il tuo zelo apostolico, il tuo desiderio di avere notizie, l’assicurazione di essere ricordato a Valsalice… Sì, sì, Carlo carissimo!
Figurati se non ti ricordo io che crepo dalla voglia da oltre vent’anni di essere nelle vostre condizioni! Pazienza! Certo non ne sono degno, ma, corpo d’un mondo, prima di morire la Madonna deve ottenermi la grazia, e se è volontà di Dio e bene dell’anima mia, certamente l’otterrà. Mi raccomando quindi: non troppo zelo, lasciami qualche cosa da fare, o meglio lavora a più non posso per condurre anime a Dio; in ogni caso un piccolo buco per l’operaio dell’ultima ora ci sarà. Sei allegro? Lavori? Veh, non diventare un grasso borghese!
Sii Salesiano, sempre, e specialmente ora procura di voler bene alla Madonna! D’altro, dopo il volume di Don Bronesi, non so che cosa scriverti. Sai anche tu che a me piace ascoltare molto e imparare da voi, dai vostri sacrifici; dal vostro lavoro c’è tutto da imparare da noi specialmente fossilizzati a Valsalice! Il Signore vuole così e così sia. Ci sarà il suo perché.
Animo adunque, la nostalgia non ti pigli e possa imitare le gesta del grande S. Francesco Saverio.
Prega per me che ti ricordo sempre di cuore, unitamente a tutti i Superiori che a mezzo mio ti salutano e ti augurano ogni bene.
Con vero affetto,
tuo aff.mo
don Vincenzo Cimatti
26 / Bertotti Rocco / 1920-3-27 /
a Rocco Bertotti, ex-allievo di Valsalice 29292922
Torino-Valsalice, 27 marzo 1920
II diario continua ad essere tenuto in modo assai lodevole: procura di accudire un po’ la parte estetica, che ha pure il suo valore.
L’attitudine didattica è buona e diventerà migliore con l’applicazione, con l’osservazione, con la buona volontà.
Hai però da lavorare ancora molto a diventare padrone di te, dei tuoi nervi e dei tuoi quarti di luna, perché, infelice te e più i tuoi allievi, se ti lascerai dominare da queste deficienze.
Calma, coraggio e… in alto il cuore e la mente.
Vincenzo Cimatti
26-2 / Bertotti Rocco / 1920-6-24 /
Torino-Valsalice, 24 giugno 1920
Diario e attitudine didattica lodevoli.
Come vedi devi essere soddisfatto dei buoni risultati ottenuti e per il miglioramento della tua espositiva e per la molteplice istruzione avuta e, voglio crederlo, per la buona formazione morale. Certo che molto di più potevi e dovevi fare: non ti riesce ancora a dominare il tuo io, specialmente in scuola; ti lasci ancora troppo avvincere dalla malinconia; non sei ancora padrone dei tuoi nervi. Animo dunque e lavora: non puoi dare agli altri quello che non hai. Procura in queste vacanze di fare del bene sotto tutte le forme possibili, colla parola e coll’esempio e forte di energie fisiche e padrone delle tue attività psicologiche ritornerai ad un proficuo lavoro.
Vincenzo Cimatti
26-3 / Bertotti Rocco / 1920-12-22 /
Torino-Valsalice, 22 dicembre 1920
II diario è tenuto in modo lodevole. Collo studio, col raccoglimento, coll’amore generoso e sacrificato, procura di compiere senza scoraggiamenti la tua preparazione al magistero.
Vincenzo Cimatti
26-4 / Bertotti Rocco / 1921-1-29 /
Torino-Valsalice, 29 gennaio 1921
Ma è certo che qualcuno ti aiuterà!
Lavora, studia, cerca di formarti un carattere equanime, di saper dominare i tuoi nervi che, purtroppo!, frequentemente ti disturbano; di saper dominare anche (e perché no?) il tuo cuore… credo ne abbia bisogno.
Il resto verrà come naturale conseguenza della tua preparazione e sarà proporzionale alla medesima.
Se credi, parliamone insieme!
Vincenzo Cimatti
26-5 / Bertotti Rocco / 1921-3-17 /
Torino-Valsalice, 17 marzo 1921
Diario tenuto in modo lodevole. Le tue esercitazioni, che denotano in te una buona attitudine, vanno migliorando, (anche se tu provi il contrario) e mi fanno fede le osservazioni dei maestri ed il correggerti di quanto volta per volta vai facendo.
Tu (per il resto) pretendi che la Provvidenza faccia come vuoi tu, mentre devi capire che essa fa quello che per te è bene tuo.
L’eccessiva preoccupazione in questa questione, il vedere scuro dove c’è luce chiarissima, non fa che renderti nervoso, eccitando il lavorio pazzo della fantasia e dell’immaginazione: da ciò il malessere; lo sconforto, la fiacchezza anche fisica, che si ripercuote naturalmente anche nel tuo spirito.
Ti occorre cuor largo, vuoto di te o di altre miserie e pieno di Dio: ti occorre non preoccuparti dell’avvenire (che non sai come sarà); ma badare al presente, trafficarlo con forza, diligenza, amore.
A questa unica condizione ristabilirai l’equilibrio un po’ rotto nel momento attuale.
Se credi, a voce si possono chiarire le idee.
Vincenzo Cimatti
26-6 / Bertotti Rocco / 1921-6-24 /
Torino-Valsalice, 24 giugno 1921
La fonte delle tue museruole è sempre il tuo carattere, che non sempre fu docile alle voci di chi voleva il tuo bene: è innegabile però che grande profitto su te hai fatto.
Voglio credere che lo continuerai e perfezionerai. Occorre che riesca a dominarti totalmente e potrai realizzare (ed io ne sono più che sicurissimo) quanto l’anima tua desidera.
Ama, sacrificati, prega, lavora.
Vincenzo Cimatti
27 / Gusmano Calogero / 1920-7-28 /
a Don Calogero Gusmano, segretario del Cap. Superiore
28 luglio 1920
M. R. Sig. Don Gusmano,
Non può credere quanto mi abbia fatto bene il suo biglietto: lo ritengo come una grazia segnalata di Maria Aus., che mi assicura che sarò esaudito presto.
Spero poter ringraziare a voce il Sig. Don Albera e Lei procuri di far bene la sua parte, non lasciando la domanda nel cassetto per troppo tempo.
Dal Sig. Don Rua sono autorizzato a vivere fino a 50, e poi?
Badi che ne ho già 41 suonati: quindi lei sia un docile strumento nelle mani della Madonna e preghi per me. Con vero ossequio.
Dev.mo
don Vincenzo Cimatti
28 / Lucchelli Alessandro / 1920-10-… /
a Don Alessandro Lucchelli, Ispettore salesiano 30
[Inizio Ottobre 1920]
M. R. Sig. Ispettore,
Le accludo la presente. Abbia la bontà di leggere e decidere. L’indisposizione della mamma non è recente, ma è un male che ha sempre avuto.
È forse più questione di consolazione morale nella povertà e solitudine in cui si trova.
Il mio Direttore non si oppone. Avrei liberi dal giorno 14 al 17: fare una corsa, se non capitano altri imbrogli per le scuole.
Decida Lei, come pure sulla convenienza di un piccolo soprassussidio per cui, se andassi, potrei provvederle qualche cosettina necessaria per la sua vecchiaia e povertà.
Preghi per me che ne ho bisogno. Si assicuri che non la dimentico a Don Bosco ogni giorno.
Con ossequio.
Dev.mo
don Vincenzo Cimatti
29 / Lucchelli Alessandro / 1920-10-6 /
a Don Alessandro Lucchelli, Ispettore salesiano
6 ottobre 1920
Molto Rev. Sig. Don Lucchelli,
In ossequio alla mia proposta, e anche perché debbo trovarmi presente agli esami di riparazione, andrò a Faenza quando a Dio piacerà. E così sia.
Non credo che la mamma abbia bisogno di niente: cioè, povera donna, ha bisogno di tutto, perché è nella più stretta povertà, ma agli altri difficilmente dice le cose, non le può scrivere perché non sa… ma finché non faccia di persona una gita è inutile spedire altro.
Spero che Don Besnate invigilerà e mi avvertirà in casi urgenti.
Trovi modo di mandarmi nelle missioni;31 il buon Dio l’ispiri, e le conceda ogni bene per l’inizio del nuovo anno: salute, valute e aiuti per guidare i subalpini salesiani al bene. Le assicuro che ogni giorno l’ho presente a Don Bosco.
Con riconoscente ossequio:
Dev.mo
don Vincenzo Cimatti
30 / Zortea Celso / 1920-11-22 /
a Don Celso Zortea, segretario ispettoriale
Faenza, 22 novembre 1920
Carissimo Don Zortea,
Mi trovo a Faenza presso la mamma piuttosto grave. Se come pare, la malattia tende a risolversi bene, debbo pensare alla convalescenza e siccome non posso fermarmi qua a lungo, non potresti mandarmi (anticipando) il sussidio mensile alquanto rinforzato (parlane al Sig. Ispettore) data la circostanza speciale?
Così sul posto potrei de visu et de manu disporre per la mia vecchietta di 86 anni, per cui ti prego calorosamente pregare presso Maria A. Scrivo a te perché non so se il Sig. Ispettore sia a Torino, data l’urgenza delle cose.
Ossequi speciali dal tuo
aff.mo
don Vincenzo Cimatti
31 / Lucchelli Alessandro / 1920-11-28 /
a Don Alessandro Lucchelli, Ispettore salesiano
28 novembre 1920
M. R. Sig. Ispettore,
Sono tornato venerdì a notte da Faenza dove mi ero recato d’urgenza lunedì a sera chiamatovi per l’infermità gravissima della mamma operata d’ernia strozzata nella sua fresca età di 86 anni.
Pare vada migliorando e sono tornato al lavoro. Quello che Lei nella sua bontà volle evitarmi (per timore di strapazzo) la Provvidenza ha disposto avvenisse proprio: meno male.
La prego però per altre occasioni o per occasioni di lavoro che nella sua bontà volesse favorirmi, di non tirarmi più fuori quella parola “strapazzi”. Prego caldamente i miei superiori di non usarmi riguardi, se no io sono perduto, come sono sulla strada della perdizione anche ora e Lei conosce il perché.
Lo scopo di questa mia è per farle presente le necessità della mia vecchietta.
La mamma non ha di suo se non un po’ di biancheria e quella miseria di mobilio che ha nella camera, che affitta in compagnia di un’altra; null’altro.
Il Collegio dà ogni giorno un po’ di minestra e un po’ di companatico, di tanto in tanto un po’ di vino: essa va o manda a prenderlo.
Rimangono a suo carico il fitto, il riscaldamento, l’illuminazione, pane e cibi sussidiari a Lei necessari (caffé, latte, zucchero, un po’ di verdura, frutta e sostituzione di quelli del collegio quando non fossero adatti al suo stomaco, che pure è assai forte).
I parenti, venendo in città le portano qualche dono (uova, formaggio) su cui può contare o no.
Ha una gallina con cui si occupa nella giornata e da cui riceve uova, quando le fa.
Riceve dai Superiori in ragione di ₤1 al giorno, sempre in ritardo (ad es. non ha ricevuto ancora il sussidio del mese di Novembre).
Eccole le condizioni: se qualche entrata può sperare è dovuta alla carità privata, a qualche lavoro che a 86 anni compie come può (filatura).
Insomma francamente… ogni giorno pensando alla miseria di mamma, quando mi seggo a tavola e mi trovo circondato davvero più del necessario per me, cresciuto nell’indigenza, creda che il pianto mi sale alla strozza, come in questo momento, e vorrei esserle vicino: ogni giorno più ammiro la santità di quella donna, che poi per carattere non osa dire nulla e forse soffre.
Io non so se faccia bene a scrivere queste cose, perché sinceramente non ho mai capito quali sono i doveri di un religioso al riguardo; secondo me è un gran pasticcio. Deferisco la cosa.
Il fratello è in America, la sorella è suora della carità a Frosinone ed è più povera di noi che siamo poveri; io non posso disporre di nulla.
La mamma in conclusione ha bisogno che il sussidio sia aumentato, se no, fa dei debiti (e qualcuno ho dovuto pagarglielo nella mia andata, interpretando il permesso dei superiori, ne parlerò al mio Direttore) e quello che è più deve soffrire disagi per il necessario: s’informi della miseria della mamma e vedrà che non esagero. Io che non vorrei trattare di queste cose (forse per la mia superbia) sono obbligato a farlo: avevo l’intima persuasione che il sussidio fosse un po’ più di una lira e me ne stavo tranquillo. Ora che ho verificato il bisogno domando a Lei aiuto: faccia in Domino quanto crede bene e le sarò riconoscente per quanto vorrà fare per gli ultimi anni di vita di mamma.
Se sorgessero difficoltà non ho alcun timore di rivolgermi ai Superiori maggiori; me lo dica con tutta libertà. Che vuole? In questo genere di cose ci capisco poco.
Voglia pregare per la mia povera mamma, che a mezzo mio ringrazia di cuore quanto i Superiori vorranno fare per aiutarla. Preghi poi per me, come io cerco di fare per Lei, affinché il buon Dio disponga anche in relazione a mamma; ogni evento pel bene dell’anima sua e dell’anima mia. Sono rassegnato a tutto.
Lei conosce poi i bisogni del mio spirito in relazione al Direttorato della scuola e si assicuri pure che ogni giorno più va accrescendosi in me il senso della mia assoluta inettitudine (anche se altri dica[no] il contrario… Caro Lei, l’interesse fa dire tante cose…) e più della continua contraddizione di spirito per la vita di bugie, di falsità, di sotterfugi cui sono posto.
A ciò si ribella l’animo mio internamente e, non glielo nascondo, ho l’intima fiducia in Dio che presto disporrà le cose per il mio esonero.
Non ne fo colpa a nessuno, ma anche Lei fu in questa faccenda un manutengolo e ricordi che è responsabile Lei pure di tutto questo.
Se l’aggiusti con Dio, perché ogni atto disforme dall’intima mia persuasione, io lo caccio sulla coscienza dei Superiori.
In questa questione mi pare che la vita religiosa non c’entri, non essendo questa mia carica salesiana, e quindi posso parlare così.32
Preghi per me dunque che, come vede sotto troppi rispetti ne ho bisogno.
Con affetto:
Don Vincenzo Cimatti
32 / Albera Paolo / 1920-12-3 /
a Don Paolo Albera, Rettor Maggiore dei salesiani
3 dicembre 1920
M. R. Sig. Don Albera,
È la festa del S. Patrono dei missionari e voglio cogliere l’occasione, unitamente a quella della nostra Pentecoste, della nascita cioè della nostra Congregazione nelle braccia della nostra buona Mamma, per protestare a Lei i sensi della mia vita salesiana, a Lei che è il nostro duce e il nostro padre.
Se ogni giorno prego per Lei, è in modo speciale in questi santi giorni che la ricordo; voglia gradire il povero omaggio, e la bianca Mamma lo avvalori colle sue benedizioni.
Ed un altro argomento di gioia, gioconda l’animo mio: sono entrato nel 25.mo della mia professione e intendo in tutto quest’anno, mentre nella quiete del mio cuore ringrazio il buon Dio, rinnovare a mille doppi il fervore, correggere le molte deficienze, rinascere ad una vita più salesiana. Oh, come confido nelle sue preghiere, nelle sue esortazioni: mi aiuti, mi aiuti.
È a Lei per il primo che do l’annuncio e desidero che Lei solo lo sappia. Chissà che il Signore non mi conceda proprio in quest’anno la grazia desiderata delle missioni.
Creda, amatissimo Sig. Don Albera, che ormai il mio pensiero è là, ormai non mi sa di attraente se non l’attività apostolica. Oh, quanti castelli, quante immaginazioni, quante preghiere. Vivo specialmente nell’esercizio del sacro ministero, in mezzo ai miei poveri selvaggi abbandonati… Quando il Signore ascolterà il mio povero: “Ecce ego, mitte me”?
E sono talmente sicuro di riuscire a carpire al Signore la grazia che per me è un pensiero evidente, naturale.
Certo ho ancora da lavorare assai a santificarmi, ma quella vita purificherà certo molte delle mie miserie.
Che vuole! Non le nascondo, mi nausea ognor più la vita convenzionale, non sempre sincera, in cui debbo vivere, specialmente in relazione alle autorità scolastiche governative.
Aria, aria pura di altre terre, lavoro faticoso assiduo, se no vegeto e imputridisco; in mezzo alle miserie materiali e morali… e mi pare che sarò felice quanto più saranno tediose, miserabili, infelici… Ecco quello che forma da venticinque anni il mio desiderio: ecco quello che imploro da Dio per mezzo dei miei Superiori. 33
Oh, preghi, preghi per l’anima mia e disponga il buon Dio per il bene mio quanto crede: sono pronto e rassegnato a tutto.
Accolga questi poveri sensi, anche come auguri per le prossime feste natalizie, che anche a nome dei colleghi del corso normale e di tutti gli allievi maestri, Le presento.
Affido la presente al Santo dei Missionari, alla nostra Mamma Immacolata e al S. Cuore di Gesù in questo giorno a Lui sacro. Mi benedica e preghi per me.
Dev.mo
Don Vincenzo Cimatti, salesiano
33 / Lucchelli Alessandro / 1920-12-3 /
a Don Alessandro Lucchelli, Ispettore salesiano
3 dicembre 1920
M. R. Sig. Ispettore,
Sono vivamente commosso della sua bontà, che certo permetterà un po’ di calma alla mamma.
La Provvidenza che mai mancò di aiutarla in momenti anche dolorosi, ecco per mezzo suo, si manifesta in nuova forma. Grazie dall’intimo del cuore, anche a nome della mamma, che se sapesse farlo e potesse non mancherebbe certo di fare il suo dovere. Grazie pure del sussidio straordinario di cui (non essendo più necessaria la mia presenza e quindi essendo partito) mi ero accordato col Signor Prefetto, che è il tramite di distribuzione dei sussidi alla mamma. Colgo l’occasione dell’avvicinarsi della cara festa dell’Immacolata per riconfermarle i sensi di vita salesiana completa che desidero nutrire in me e che Lei mi aiuterà a realizzare con le sue preghiere, come di gran cuore le assicuro che faccio per Lei.
Il Sig. Direttore mi ha parlato del suo desiderio che nel prossimo anno il sottoscritto faccia parte del Capitolo della casa.
Se mi può esonerare, mi fa una grande carità e Lei conosce i motivi. D’altra parte a Valsalice ho sempre sostenuta l’idea che tutti i Superiori dovrebbero parteciparvi: nel caso mio specifico insistetti sempre per l’esonero, alfine di potervi fare entrare qualcun altro. Ciò mi sembrerebbe più opportuno.
Tuttavia, se proprio dal mio non accettare ne venissero inconvenienti, come la caduta di Valsalice e della nostra Società, via! non voglio essere causa di tanti mali e quindi accetto!
Che commedie! Perciò faccia Lei in Domino, tanto, Lei sa come la penso. Preghi per me e mi faciliti l’andata nelle Missioni.
Sono pronto subito.
Dev.mo
don Vincenzo Cimatti
34 / Lucchelli Alessandro / 1921-4-… /
a Don Alessandro Lucchelli, Ispettore salesiano
[Aprile 1921]
M. R. Sig. Ispettore,
Le feci a voce la commissione che mi stava a cuore per la mamma.
Spero avrà provveduto. Per norma le invio (poi distrugga pure) quanto mi scrivono da Faenza quelli che sono vicini alla Mamma. Le assicuro che mamma non ha un centesimo di suo, salvo quello che le passano i Superiori nella loro bontà, e data l’età, non è in grado di guadagnarsi nulla.
Quindi se non deve vivere d’aria, bisogna che i Superiori mi aiutino con una certa regolarità, se no, povera donna…
Le ripeto: non ha nulla di suo, su cui fare assegnamento anche solo per un giorno.
Preghi per me, ed il Signore la rimeriti per quanto fa per la mia povera e santa madre.
Con ossequio,
Dev.mo
Don Vincenzo Cimatti
35 / Albera Paolo / 1921-9-25 /
a Don Paolo Albera, Rettor Maggiore dei salesiani
25 settembre 1921
Amatissimo Padre,
Inizio oggi una fervorosa novena a Don Bosco, nell’intimità dell’anima mia (e desidero vivamente che nessuno lo sappia) per prepararmi a ringraziare il prossimo 4 ottobre il buon Dio, la Mamma Ausiliatrice e Don Bosco per il primo venticinquesimo di professione. 34
Voglio che a questa festa gioiosa dell’anima mia partecipi spiritualmente Lei pure e mi aiuti presso il Signore nella miseria in cui mi trovo, colla preghiera, con il consiglio, con quelle forme che Lei riterrà opportune.
Ho cercato in questi mesi di permanenza a Piova, di ravvivare l’antico fervore e slancio, e coll’aiuto di Dio mi pare di essere riuscito a rimettermi nel primitivo, semplice, intenso fervore dell’anno di Foglizzo; con le buone e semplici disposizioni d’allora per un più energico adempimento dei miei doveri; per una sitibonda unione col mio Dio; per una propagazione più attiva della devozione alla Mamma celeste; per un più intenso lavoro, per una passione più forte per la salvezza delle anime e per consacrarmi a Dio nelle Missioni. Voglio sperare che a tempo opportuno la grazia verrà: nella mia presunzione speravo proprio in questa circostanza, ma ogni giorno più il Signore mi fa comprendere che occorre ancora molta preparazione di scienza sacra e specialmente un buon corredo di virtù. Preparerò il corredo, e quando a Dio piacerà, dirò con umiltà allegra e confidente l’“Ecce ego, mitte me!”.
Le chiedo in questa occasione, che per eccitarmi ad una vita più schiettamente salesiana, ho voluto nell’intimità serena e silenziosa dell’anima commemorare[?]:
Un consiglio o ricordo che valga ad aiutarmi al bene e se è possibile scritto di suo pugno;
Una benedizione specialissima su me, sulla mia vecchietta di 87 anni, sul fratello Luigi, salesiano e sulla sorella suora negli ospedali, gli unici miei affetti terreni, che come vede sono tutte anime consacrate a Dio.
Una sua preghiera speciale coll’intenzione che io possa perseverare, corrispondere alle grandi grazie che Dio mi ha fatto, ringraziare vivamente e meno indegnamente il buon Dio, riuscire a salvare l’anima mia e numerose, numerosissime, il numero maggiore possibile di anime.
Vorrà scusare la noia, il disturbo che le reco, ma voglia anche in questa circostanza fare del bene all’anima mia.
Ogni giorno la ricordo a Gesù e a Don Bosco e Lei ricordi chi baciandole la mano si professa:
Aff.mo figlio
don Vincenzo Cimatti, salesiano
36 / Lucchelli Alessandro / 1922-1-22 /
a Don Alessandro Lucchelli, Ispettore salesiano
22 gennaio 1922
Molto Rev.do Sig. Ispettore,
Non potendo venire a parlare, scrivo. Le unisco a parte qualche pensiero sul Capitolo o generale o Ispettoriale. Lei, a quanto pare, desidera informazioni o non è informata della questione sulla esecuzione di quella povera rappresentazione che ho musicato. 35
Non ricevetti nessun ordine: un semplice invito da parte dei Superiori che avrebbero gradito… fidandosi di me, del mio buon senso, ecc.
Esposi le difficoltà, libretto, musica, esecutori, ambiente, ecc. e sempre insistetti su questo concetto: “Se si fa, bisogna che i Superiori che lo desiderano, ci facciano la più bella figura del mondo”. Ma intanto come eliminare le difficoltà? Con elemento estraneo? Difficile combinare per le prove, che – noti – esigevano che la massa di Valsalice (oltre una 70) discendesse a Valdocco. Quando?
Scrissi al Sig. Don Rinaldi (due lettere senza risposta) esprimendo le difficoltà incontrate e non potute risolvere, e riassumendo la questione così:
I Superiori vedano il libretto (fu trovato una meschinità).
Don Cimatti ha bisogno degli elementi oratoriani di Valsalice (convittori, chierici e anche superiori di cui alcuni preti). I Superiori dissero di fare il possibile di non usare i preti: e siccome io voglio contentare i Superiori che forse all’Oratorio si troverebbero imbrogliati col bell’ambiente che c’è, a… sono necessitato a cercarmi fuori altri e siamo daccapo colle difficoltà.
Otto giorni fa, mi si disse di fare il possibile (finalmente Don Rinaldi mi comunica oralmente le sue idee): dica Lei, come si può fare? Però mi disse: “Badi bene che se lo fai, fai un piacere – ad ogni modo, se non si può, pazienza!”. Io non ho impegni con nessuno.
All’Oratorio poi (conosce l’ambiente), creda, sarebbe stata una freddura perché non tutto l’ambiente avrebbe palpitato all’unisono. No, no! Dopo l’ultima gaffe fattami fare, non mi ci pigliano.
Conclusione: io esposi la cosa al mio Superiore, e sentito i pareri dei colleghi, si concluse dicendo: le condizioni igieniche attuali ci impediscono di fare quanto si desiderava.
Ha capito qualche cosa di questo guazzabuglio? Io vi vedo chiaro e ringrazio il Signore che così abbia disposto. Preghi per me che sempre la ricordo. Con affetto:
Dev.mo
don Vincenzo Cimatti
37 / Lucchelli Alessandro / 1922-2-10 /
a Don Alessandro Lucchelli, Ispettore salesiano
[Circa 10 febbraio 1922]
Mio buon Ispettore,
Dimenticanza? Perdita del vaglia? Insomma Lei vede che la mamma aspetta la Provvidenza, che si serve di Lei come intermediario.
Abbia la carità di aiutare la mia vecchietta che pregherà tanto per Lei e per i bisogni immensi della sua Ispettoria.
La ricordo sempre al Signore. Lei ricordi pure il suo:
Don Vincenzo Cimatti
38 / Lucchelli Alessandro / 1922-3-5 /
a Don Alessandro Lucchelli, Ispettore salesiano36
Faenza, 5 marzo 1922
Molto Rev.do Sig. Ispettore,
Ieri alle 14 volava in Paradiso la mia povera mamma colpita da influenza, che – data la grave età – non poté superare.
Voglia suffragarne l’anima e se crederà comunicare il fatto ai Ven.mi Superiori Maggiori, anche per vedere se si può comunicare al fratello che si trova a Piura in America, con una certa qual sollecitudine la notizia.
Ad ogni modo domani dopo i funerali io gli scriverò.
Mentre di gran cuore la ringrazio dell’interessamento, che sempre ebbe per la mia vecchietta, voglia pregare per Lei e per me. Ormai non ho legami materiali: con rinnovato ardore lavorerò finché Dio mi dà vita per la santificazione mia e per la nostra Pia Società.
Dev.mo
don Vincenzo Cimatti
39 / Cassigoli Antonio / 1922-3-19 /
ad Antonio Cassigoli, maestro, compagno di Faenza
19 marzo 1922
Mio buon Tonino,
Grazie degli ultimi tuoi sporadici saluti. Torno da Faenza dove ho chiuso gli occhi alla mia buona e santa vecchietta. Prega per Lei e più per me. Sta’ buono e allegro, lavora attivamente per fare un po’ di bene.
Ti ricordo sempre e con me tutti gli amici e Superiori e specialmente il Sig. Direttore
Tuo sempre
D. V. Cimatti
40 / Besnate Daniele / 1922-6-1 /
al chierico Daniele Besnate, ex-allievo di Valsalice
1 giugno 1922
Carissimo Don Besnate,37
Grazie della relazione delle belle feste faentine e dell’invito alle altre ancora più grandiose culminanti coll’incoronazione della nostra cara Madonna.
Tanto Don Tonelli che il sottoscritto siamo presenti in spirito: tu sai le nostre condizioni. Ma desideriamo vivamente di essere ricordati agli antichi compagni e superiori.
Fa’ tu le nostre parti o delega Mazzotti o Placci o chi credi opportuno a ricordarci. Presso Don Bosco pregheremo assai per tutti.
Al buon Dottino (se credi) da’ questa mia invocazione a Maria che a Torino si eseguisce con grande effetto: s’impara in cinque minuti.
Al buon Desirello il brindisi che da tempo mi richiese e che non potei finora scrivergli. Digli però che non è mio: l’ho scritto quando ero a S. Luigi, mentre i miei vecchioni me lo cantavano. Fa parte dell’Operetta “Dall’ago al milione” dell’Argenti (se non erro): sostituite note e parole, che va sempre bene. Anche questo è di molto effetto: attenti che è un Valzer.
Buone e sante feste ricche di frutti spirituali. Prega per me e saluta tutti da parte di tutti. Con affetto riconoscente,
Dev.mo
don Vincenzo Cimatti
41 / Perotti Antonio / 1922-6-... /
a Antonio Perotti, ex-allievo di Valsalice, ragionere
Giugno 1922
Don Bosco ti vuole bene e vuole che nello spirito di attività e di amore sacrificato ti formi buon cattolico, onesto cittadino, consolazione dei buoni tuoi genitori e operatore di bene.
Non ti mancheranno lotte e disillusioni, ma potrai tutto in Colui che sarà sempre tuo conforto.
Calmo, sereno, lavora per te e per gli altri: ma renditi umile, forte e robusto.
La Mamma Ausiliatrice sarà anche per te (come per Don Bosco) guida e Maestra.
Prega per il tuo
Aff.mo
don Vincenzo Cimatti
42 / Morandi Pietro / 1922-8-… /
a Pietro Morandi, ex-allievo di Valsalice
[Inizio Agosto 1922]
Mio sempre carissimo Pietro,
Grazie della tua cartolina. Dirò la S. Messa alla tomba proprio secondo la tua intenzione e siccome ti conosco un poco, a Gesù e a Don Bosco dirò tante cose per te.
Meno male che quelle parole cominciano a servirti: ne vedrai l’utilità e il bisogno specialmente in seguito.
Tutti ti hanno presente nel loro pensiero e nelle loro preghiere. Ti benedica il Signore, mio buon Pietro: è il miglior modo quello che hai usato.
Oh, l’efficacia della S. Messa! Coraggio sempre, allegro e sappiti abbandonare da buono e tenero figlio nelle mani della Provvidenza. Ti ricordo, sarà sempre un regalo che fai scrivendo al tuo
Aff.mo
don Cimatti
Si avvicina la festa della Madonna: amala e falla amare.
43 / Stefanutto Giuseppe / 1922-8-23 /
al chierico Giuseppe Stefanutto, ex-allievo, assistente ad Este38
Este, 23 agosto 1922
Ti stia presente alla mente e alla volontà che l’unione con Dio, favorita coi frequenti richiami a Lui (giaculatorie, aspirazioni, desideri, visite), è una delle basi di azione e di perfezionamento.
Prega per le persone (confratelli e giovani) verso cui ti senti inclinato o da affetto o da qualche odio o divergenza. All’atto affettivo o di odio sregolato succeda subito o al più presto la preghiera, come penitenza. Ricorda a Gesù nella S. Comunione o visita il nome dei più bisognosi.
La correzione affabile, costante, individuale, previa nozione chiara e ripetuta del regolamento, sarà il mezzo per avvincerti i cuori ed ottenere (col concorso dei mezzi precedenti) buoni risultati.
Nel tuo perfezionamento ti siano di guida i seguenti pensieri di S. Francesco di Sales:
Far molto; credere di non aver fatto nulla che abbia valore; non perdersi di coraggio e sempre ricominciare, ecco il segno dello spirito di Dio vero.
Tienti con allegria umile davanti a Dio, ma sii ugualmente allegro davanti agli uomini. Sta’ contento se gli uomini non si curano di te. Se ti stimano ridine di cuore del loro giudizio e della tua miseria che ne è l’oggetto; se non ti stimano, consolati allegramente, che almeno in questo gli uomini dicono la verità.
Non bisogna mai rompere le corde che scordano o abbandonare lo strumento guasto. Bisogna ascoltare bene dov’è guasto, e dolcemente tendere la corda o rilasciarla secondo i casi e l’arte; la pessima tentazione è quella dello scoraggiamento.
L’esame quotidiano ben fatto, portato specialmente e successivamente sulle azioni più importanti e meno riuscite, sarà il termometro segnalatore della tua vigilanza e della tua attività nel bene.
Memento ad invicem!
don Vincenzo Cimatti
44 / Savaré Bernardo / 1922-10-5 /
a Don Bernardo Savaré, Direttore Oratorio S. Fr. di Sales
[Valsalice] 5 ottobre 1922
Molto Rev.do Sig. Don Savaré,
Ho scritto al Maestro Dogliani, che, per ordine superiore, devo portare al pomeriggio le ore (N. 4) di canto prescritte pel corso normale di Valsalice: il che importa che il Sig. Maestro abbia due pomeriggi a sua disposizione.
La prego di tener conto di questa esigenza nella distribuzione dei suoi orari in modo che il Signor Maestro possa trovarsi colla consueta puntualità a fare queste ore di scuola. Certo tutto questo porterà a un aggravio nuovo pel Sig. Maestro (che però viene a guadagnare le ore del mattino), ma non saprei come decidere la questione diversamente e d’altra parte devo assolutamente cambiare l’orario.
Preghi per me e mi aiuti a facilitare anche questo increscioso dovere. Con ossequio.
Dev.mo
don Vincenzo Cimatti
45 / Ex-allievi Valsalice / 1922-11-… /
Lettera circolare agli ex-allievi di Valsalice39
Torino, [Novembre 1922]
Illustrissimo Signore,
Il giorno 8 dicembre si compiono 50 anni dacché i figli di Don Bosco presero la Direzione del Collegio Convitto di Valsalice. Ci pare doveroso ricordare ai numerosi e distinti ex-allievi di questo fiorente Istituto una data così importante, affinché si uniscano a noi per solennizzarla nel miglior modo possibile.
Fra tutti i salesiani che dedicarono le loro attività al convitto di Valsalice, l’unico che vi dimorò ininterrottamente per tutto questo lungo spazio di tempo, e che tuttora vi dimora è il Venerando Don Michele Vota, al quale desideriamo tributare un piccolo omaggio che gli attesti il nostro affetto e la nostra incondizionata riconoscenza. Sarà quindi molto gradita la sua adesione, che unita a quella di tutti gli altri ex-convittori di Valsalice offriremo al Sig. Don Vota in un degno Album con artistica pergamena.
Il giorno otto, ai piedi di Gesù Sacramentato, commemorerà la faustissima ricorrenza l’ex-allievo Rev.mo Padre Righini, S. J. ed il giorno nove si celebrerà una solenne funzione funebre in suffragio di tutti i confratelli Salesiani ed ex-allievi che in questo cinquantenario ci hanno preceduti nella beata eternità.
Assicurandola che sulle tombe dei nostri Fondatori e Padri Don Bosco, Don Rua, Don Albera, si innalzeranno da tutti i Salesiani e convittori fervorose preghiere secondo le sue particolari intenzioni, godo potermi dire:
Della S.V. Ill.ma
Dev.mo Sac.
dott. Vincenzo Cimatti
Direttore
Istituto Valsalice
Via Valsalice, 39
Torino
46 / Vergnano Vittorio / 1922-12-12 /
a Vittorio Vergnano, Dottore
12 dicembre 1922
Mio buon Vergnano,
La tua mi giunse graditissima. Che debbo dirti?
A nome di Dio mi pare di poterti assicurare che sei sulla buona strada. Don Bosco diceva: “Niente ti turbi! Il passato è passato, acqua passata non macina più. L’avvenire non sai come sarà: è nelle mani di Dio. Hai a tua disposizione il presente; trafficalo per il bene dell’anima tua e per quella degli altri”. Mi pare che il tuo sia ora questo programma e va bene. 40
Prega per me affinché possa fare un po’ di bene e salvarmi. Saluta tutti gli amici, specialmente D. V.
Tuo sempre
don Vincenzo Cimatti
47 / Dalmasso Umberto / 1923-2-15 /
a Don Umberto Dalmasso, ex-allievo di Valsalice, missionario in Cina41
Torino 15 febbraio 1923
Carissimo Umberto,
L’amatissimo Monsignor Versiglia e Don Garelli ci hanno tanto parlato di te. Te felice che puoi fare tanto del bene.
Il Signore nella sua bontà ti ha voluto provare assai dolorosamente. Saputa la notizia abbiamo inviato condoglianze a Mario e sapendo che ti sarà di non lieve conforto l’assicurazione che tutti di Valsalice abbiamo pregato per l’anima eletta di tua mamma, vogliamo dirtelo con questa nostra.
Sia fatta la volontà di Dio. Come ti sono stato vicino nei giorni giocondi della tua vita valsalicese, ti sono più che mai vicino col cuore e colla preghiera ora e con me tutti i chierici e confratelli di Valsalice. Coraggio, Umberto. La mamma dal cielo benedirà il tuo grande sacrificio e pel tuo grande dolore impetrerà grazie speciali sulla tua missione. Ti abbraccio di cuore.
Aff.mo
don Vincenzo Cimatti
48 / Cencetti Giuseppe / 1923-6-9 /
a Giuseppe Cencetti, ex-allievo di Valsalice
Torino, 9 giugno 1923
Mio buon Giuseppe42,
Si vede proprio che non ricordi il mio modo di fare.
L’affetto forse troppo forte che sento per l’anima tua desidererebbe frequenti tue notizie e digiuno come era delle tue da molto tempo ha scritto quello che tu non hai capito.
La prima domanda che faceva Don Bosco ai suoi allievi era sempre quella che si riferiva all’anima ed io poveramente ho tentato di imitarlo.
Ero più che persuasissimo che mi avresti risposto così e sono ben felice e ne ringrazio Dio.
Quanti tuoi compagni non si sentirebbero di rispondere così.
Qua, mio Giuseppe, che ti stampi un bel bacione in fronte, e voi, o mio Dio e tu, o mamma Ausiliatrice, beneditelo abbondantemente.
La determinazione scelta della vita familiare è la migliore: è quella fatta pel tuo carattere: non te l’ho sempre detto?
Coltivala, accrescila, fortificala, e specialmente (è il vero fondamento) continua colla S. Comunione a dominarti.
Ringrazia la Madonna per quanto ha voluto fare per te proprio nel giorno a Lei consacrato. Renditi degno dei nuovi obblighi, con una vita laboriosa e buona. Se hai scritto al Nassò naturalmente ti avranno risposto o ti risponderanno quando ti invieremo l’Eco descrivente la festa ben riuscita dello scoprimento della lapide: pochissimi i convenuti fra quelli dell’anno scorso (Ballauri) e il giorno dopo Gallo e Maggi soldati.
Notizia che ti tornerà dolorosa: la morte del buon Bertolini avvenuta il 18 u. s. per diabete. Pretiosa in conspectu Domini mors sanctorum eius!
Ringrazia babbo della bella postilla alla tua lettera. Ti assicuro che ricordo lui e la sua famiglia speciali modo.
Permettimi di abbracciarti e a nome di tutti dirmi
Tuo
don Vincenzo Cimatti
Credo farti un regalone per manifestarti la mia gioia nel vedere come Gesù ti benedice, di inviarti un autografo (autentico) di Don Bosco le cui parole faccio mie… Saluti cari a babbo e mamma.
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1.1 49 / Morandi Pietro / 1923-10-1 / |
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a Pietro Morandi ex-allievo di Valsalice
1 ottobre 1923
Dolcissimo Pietro,
Il “fatti uomo” non significa nulla di nuovo che sia venuto ad alterare la tua vita in male.
Vorrei vedere che avessi cambiato! Esprime niente altro che il vivo desiderio che, continuando e migliorando nella vita, possa raggiungere o avvicinarti al compimento della tua vocazione. A questo bisogna pur pensare e per questo prego.
Allegro dunque, buono e con Dio e… fatti uomo.
Insisterò presso Don Ruffini per quanto desideri. La scuola è pareggiata fino al 1925. Si è aperto il liceo per i convittori. Per l’Eco non vi sono quote.
Ti abbraccio.
Tuo
don Vincenzo Cimatti
Nel mese del Rosario, dillo e fallo dire.
50 / Rinaldi Filippo / 1923-11-9 /
a Don Filippo Rinaldi43, Rettor Maggiore dei salesiani
Torino, 9 novembre 1923
M.R. Sig. Don Rinaldi,
Le ricordo (quanto già oralmente promise) che l’otto dicembre è festa patronale di Valsalice e che Lei è infallantemente atteso per la Messa della Comunità (ore 7,30) e per dire due parole alla Messa solenne e pel pranzo.
È la tradizione che voglio sperare non vorrà rompere, tanto più in quest’anno in cui abbiamo il corso filosofico e i liceisti.
Preghi per me e mi trovi un posto nella Missione più povera, più faticosa e più abbandonata.
Che vuole! Nelle comodità (siano pur relative), ecc. non mi ci trovo. Mi esaudisca una buona volta.
Dev.mo
don Vincenzo Cimatti
51 / Marchisio Carlo / 1923-12-24 /
al chierico Carlo Marchisio, ex-allievo di Valsalice
24 dicembre 1923
Cerca di fare con frequenza azioni buone e fervorose: una di queste vale più di dieci delle altre.
don Vincenzo Cimatti
52 / Valentini Eugenio / 1923/12-25 /
al chierico Eugenio Valentini, allievo di Valsalice44
[Natale 1923]
Chi ha freddo va vicino al fuoco.
Quam dilecta tabernacula tua… Sicut cervus desiderat ad fontes aquarum.
Don V. Cimatti
53 / Boeri Giovanni Battista / 1924-5-... /
al chierico Giovanni Battista Boeri, allievo di Valsalice
[Maggio 1924]
Maria benedica quanto hai fatto per onorarLa. Metti sotto la sua protezione il tuo proprio apostolato: come per Don Bosco, sia per te ispiratrice, aiuto, difesa, madre. 45
don Vincenzo Cimatti
54 / Marchisio Domenica / 1924-7-13 /
a Domenica Marchisio,46 madre del chierico Marchisio Carlo
Torino, 13 luglio 1924
Ill.ma Signora,
A nome dei Superiori grazie, grazie della generosa offerta e Maria SS. voglia benedirla.
Ad esprimerle la mia personale riconoscenza gradisca una reliquia del nostro Ven. Padre [Capelli del Ven. Don Bosco e un suo autografo: “Ricevuto. Grazie, preghiere, benedizioni…”].
I Superiori concedono che il bravo Carlino vada per un po’ di bagni ad Alassio. Partirà martedì sera o mercoledì 16 – ad Alassio avrà per compagno Don Cojazzi e tornerà con lui a Piova verso i primi di Agosto. Così tra mare e montagna mi pare possa rafforzarsi bene ed essere in grado di star bene. A fine di settembre farà poi gli esercizi, così può godere pienamente tutte le ferie. Nuovamente ringraziandola e assicurandola delle preghiere nostre per tutta la famiglia, mi dico
Aff.mo
don Vincenzo Cimatti
55 / Gallenca Pietro / 1924-8-4 /
al chierico Pietro Gallenca, ex-allievo di Valsalice
4 agosto 1924
Carissimo Gallenca,
Mi giunge fulminea la notizia dolorosa.
Fiat voluntas Dei. Puoi credere se partecipi con vivo affetto al tuo cordoglio: ti sono più che vicino colla preghiera ed il Signore consoli te e la tua famiglia.
Ho detto al Sig. Prefetto quanto era di dovere per i funerali e suffragi e speriamo che l’ottima tua mamma dal Paradiso preghi ora e vegli in modo speciale per il suo Pietro, e tu prega pel tuo
Aff.mo
don Vincenzo Cimatti
56 / Trojero Osvaldo / 1924-8-7 /
a Osvaldo Trojero, maestro, ex-allievo di Valsalice
Collesalvetti, 7 agosto 1924
Carissimo Sualdin,
Finora nulla dei tuoi esami. Spero al 14 di ritorno a Torino di inviare tutto l’esito.
Intanto sta’ allegro: non ho l’elenco, ma mi pare tu sia fra i dieci certamente promossi: te l’annuncio ufficiosamente e spero annunciartelo ufficialmente presto.
Allegro e buono sempre, mi raccomando. Prega per me e a nome di tutti,
Dev.mo
don Vincenzo Cimatti
P.S. Ricevetti da Milano e Conegliano: non risposi perché tu eri in giro.
57 / Grigoletto Giuseppe / 1924-8-20 /
al chierico Giuseppe Grigoletto47, ex-allievo di Valsalice, poi suo grande benefattore
[20 agosto 1924]
Mio buon Grigolo,
Grazie della tua. In primis:
Deponi ogni timore ed apriti pienamente all’ottimo Don Ziggiotti in cui troverai quanto è necessario pel tuo bene materiale e spirituale.
Generosità col Signore e confidenza col tuo direttore, anche in materialibus.
Mi faresti un vero dispiacere se (fosse anche solo per sfogare qualche magone) non scrivessi.
Le ultime destinazioni: Giordano e Pessione a Novara, Cavarero, Sangiorgio a Cavaglià, Mapelli ad Asti, Besnate a Trino.
Grazie dei saluti degli amici.
Tu va’ avanti allegramente e fa’ quel che sai e puoi come meglio sai e puoi; unito a Dio; agisci con semplicità e con umiltà senza scoraggiarti, e … prega per me.
Ti benedico con tutta l’anima e Gesù e Don Bosco ti rimeritino del bene fatto per la loro gloria. Un saluto speciale al Direttore.
Tuo
don Vincenzo Cimatti
58 / Tonelli Antonio / 1924-9-… /
a Don Antonio Tonelli, compagno di ordinazione, collega a Valsalice48
[Inizio di settembre 1924]
Carissimo,
Ti unisco lettera di Grigolo. Qui nulla di nuovo.
Marchetti ha scritto a Don Lucchelli che se ne va: dolendum, ma è meglio così!
Ultime destinazioni: Giordano, Pessione a Novara; Cavarero e Sangiorgi a Cavaglià; Mapelli ad Asti, Besnate a Trino. Preghiamo e speriamo. Sai che il giorno 20 c. m. prima Messa di Don Zandonella. Procura ci sia la tua adesione. Se (essendo tu a Roma) potessi inviare una benedizione del S. Padre o qualche cosa di simile, sarebbe una fortuna. Credo che Don Tomasetti o Don Trione sanno come si fa…
Se ti capitasse di trovare Mons. Domenico Spada (è alla segreteria Gasparri) salutalo tanto: è un romagnolo, allievo di Faenza. Saluti da tutti a tutti.
Ti ricordiamo di gran cuore. Saluta mamma e dille che la consideriamo anche come nostra e che preghiamo per lei.
Tuo
don Vincenzo Cimatti
59 / Trojero Osvaldo / 1924-9-… /
a Osvaldo Trojero, maestro, ex-allievo di Valsalice
[Inizio Settembre 1924]
Sualdin carissimo,
Grazie della tua cui solo ora posso rispondere, essendo assente da Torino.
Le prime notizie comunicatemi erano consolanti: al vedere poi i voti (mi furono inviati in Toscana) compresi che le rosee previsioni purtroppo erano sfumate.
Ad ogni modo conviene (avendone diritto) che tu ripari a Ottobre, e ad ogni costo deve andar bene. Dopo le feste della Madonna a Valsalice avrai la possibilità di ripetizioni, se vorrai approfittare: ma sarà bene cominci fin d’ora.
Intanto ripassa latino e storia. Per l’Italiano si vedrà quando i battenti della Berti saranno aperti; ora non c’è nessuno.
Fa’ questo sacrificio di lavorare con forza e subito, e dopo sarai contento. Grazie del bacio che mi invii e che di gran cuore ricambio. Allegro e buono.
Tuo sempre
don Vincenzo Cimatti
60 / Chierico sconosciuto / 1924-10-14 /
a un Chierico, per la professione religiosa49
14 ottobre 1924
Suscepit... puerum suum
Recordatus misericordiae suae
I segreti dello spirito di Dio in noi sono: lavorare, sicuri di non riuscire a nulla, tuttavia non scoraggiarsi, ma cominciare sempre da capo.
Ciò che non proviene dalla nostra volontà, è permesso da Dio per i suoi fini speciali, che sono sempre il “ il bene delle anime”.
Sii docile strumento nelle mani di Dio: non credere quindi di esser tu causa attiva del bene… qui incrementum dat Deus. Ecco il fondamento dell’umiltà.
Tienti unito a Gesù e sappi eseguire il tuo dovere con amore e con sacrificio.
don Vincenzo Cimatti
61 / Joyeusaz Abele / 1924-11-... /
Al chierrico Abele Joyeusaz50, allievo di Valsalice
[Novembre 1924]
Allegro e buono. Optime in tutto. Continua. Diligentibus Deum omnia cooperantur in bonum. Lavora con fede, con amore sacrificato e allegria… Ama la Madonna e falla amare.
Tuo
don Vincenzo Cimatti
P.S. Saluta in modo speciale Santià: digli che l’ho sempre presente nella preghiera e nell’affetto. Ti benedico.
62 / Morandi Pietro / 1924-12-22 /
a Pietro Morandi, ex-allievo di Valsalice
22 dicembre 1924
Carissimo,
Mi tornò graditissima la tua e tutti i superiori contraccambiano saluti e auguri.
Optime per il resto: è nella lotta continua che si fortifica il carattere.
I pensieri et similia certo che vengono: non sta in quelli il male. In alto il cuore a Dio: offri a Dio i tuoi lavori e… pensa anche al tuo avvenire.
Avanti dunque (non ridere!) allegramente e con Dio, e sarai buono sempre.
Prega per me. Sempre pronto nei dubbi tuoi, sempre vicino coll’affetto e colla preghiera. Ossequi ai tuoi cari e buon anno.
Tuo
don Vincenzo Cimatti
63 / Craviotto Vincenzo / 1924-12-24 /
al chierico Vincenzo Craviotto, allievo di Valsalice51
[24 dicembre 1924]
Ch. Craviotto,
Sei consacrato a Dio, a lui dunque rivolgi tutto te stesso, né lasciarti dominare da altri.
Allegro sempre. Non meravigliarti di vedere imperfezioni in te stesso, purché abbia volontà di combatterle.
Tuo
don Vincenzo Cimatti
64 / Valentini Eugenio / 1924-12-24 /
a Eugenio Valentini, allievo di Valsalice
[Natale 1924]
In materia di perfezione ci vuol poca scienza e molta pratica.
In spiritu humilitatis indesinenter labora et ora.
don Vincenzo Cimatti
65 / Rinaldi Filippo / 1925-1-8 /
a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani
Torino, 8 gennaio 1925
Molto reverendo Signor Don Rinaldi,
unisco in foglio a parte quanto ho potuto frugare nella mia povera testa sull’argomento dolcissimo di cui Lei desidera avere materia. Mi sforzerò che presto anche gli altri confratelli facciano quanto Lei desidera.
Grazie dell’aver accettato di venire tra noi per la festa di S. Francesco che sarà per noi pure la 1a festa commemorativa del sogno, la 2a sarà in occasione dell’adunata annuale degli ex-allievi.
Preghi per me e mi ottenga dal Signore di meritare la grazia…
Ossequi da tutti e specialmente in questi giorni di esercizi la ricorderemo e Lei non ci dimentichi e specialmente
Il suo dev.mo figlio
D. V. Cimatti
[Allegato in foglio a parte]
Ricordo il Venerabile Signor D. Albera specialmente in queste circostanze:
Delicatezza paterna nel domandare notizie della povera mia mamma, informandosi specialmente del bisogni materiali e in forma delicatissima sovvenendovi.
Mi dava notizie del marchese de Villeneuve esortandomi a scrivere, a essere riconoscente verso questo esimio mio benefattore.
Per tempo notevole fu durante l’anno di Noviziato (1896) con noi a Foglizzo per la malattia del Signor D. Bianchi. Ci teneva allegri con episodi umoristici della sua vita in Francia. Non sembrava più l’asceta, ma l’affabilissimo e il più allegro confratello.
Mi portò con premura notizie del fratello missionario in America.
Nell’occasione di avergli dovuto dare notizie che gli dispiacevano fortemente, mi fece una forte osservazione che mi addolorò tanto più intensamente provenendo dal Rettor Maggiore. Dovette accorgersi del dolore arrecatomi e in occasione per me dolcissima volle, benché malato, inviarmi un suo prezioso autografo riboccante di affetto paterno, quasi a volermi togliere la dolorosa impressione cagionatami allora.
In fede
D. Vincenzo Cimatti
66 / Rinaldi Filippo / 1925-2-20 /
a Don Filippo Rinaldi52, Rettor Maggiore dei salesiani
Valsalice, 20 febbraio 1925
Molto reverendo Signor Don Rinaldi,
Le accludo un biglietto chiuso in una lettera indirizzata al sottoscritto.
A Valsalice leggiamo in refettorio (in preparazione alla beatificazione del Venerabile Don Cafasso) la vita scritta dal Teologo Colombero e stampata da noi.
Sorse tra i confratelli una disputa su varie affermazioni forti dell’autore che presenta Don Cafasso come fondatore o iniziatore degli oratori festivi, ecc.
Qualcuno si domandava quale valore aveva allora la narrazione di Don Bosco su Bartolomeo Garelli. E si esprimeva il desiderio di vedere chiara la questione, documentandola dai manoscritti (se ci fosse bisogno) di Don Bosco, e pubblicando qualche cosa sul Bollettino o in qualsiasi altra forma che i Superiori credano conveniente. Mi pare un giusto desiderio tanto più che certo pubblicandosi vite di Don Cafasso da non salesiano, potrebbero venire fuori inesattezze ecc. ecc.
Scusi il disturbo: mi benedica e mi creda
dev.mo
Don Vincenzo Cimatti
67 / Sordo Giovanni / 1925-3-19 /
al chierico Giuseppe Sordo53, allievo di Valsalice
19 marzo 1925
S. Giuseppe ti conceda di vivere sempre alla presenza di Gesù, come poté farlo Lui; aumenti in te il senso di attiva responsabilità per il bene dell’anima tua.
Vir fidelis multum laudabitur.
don Vincenzo Cimatti
68 / Joyeusaz Abele / 1925-4-... /
al chierico Abele Joyeusaz, allievo di Valsalice
[Aprile 1925]
Carissimo Gioioso,
Grazie del tuo saluto. Pel tuo problema come vedi le vele sono spiegate, ma in qual direzione? Lo sa il Signore: lascia fare a Lui e tutto andrà bene.
Grazie degli auguri e accetta quelli di S. Abele che non so quando cada… Nel mese di Maria e del S. Cuore cerchiamo di ardere e far ardere le anime di amore per loro. Ti abbraccia e benedice il
Tuo
don Vincenzo Cimatti
69 / Trojero Osvaldo / 1925-4-24 /
a Osvaldo Trojero, poi maestro, ex-allievo di Valsalice
24 aprile 1925
Carissimo,
Solo ora ho potuto ufficialmente sapere i risultati definitivi dei tuoi esami; erano a Vercelli presso il Prof. Paleari. Purtroppo sei stato fermato in Italiano e filosofia. Non posso dirti nulla sulle modalità che mi domandi (documenti, ecc.) che saranno tutte incluse, credo nel regolamento, che ancora non c’è. Per ora studia: è il meglio che possa fare. Quanto all’ultima tua, che vuoi ti dica? Si può fare del bene alla Chiesa e all’Italia anche coll’arte. Quanto poi alle tue impressioni personali, via, qualche esagerazione, qualche granchio a secco, qualche errore grossolano, c’è, ma c’è anche del buono. Tu mi doni il cuore e la mente. Grazie. L’offrirò a Dio affinché benedica l’anima tua, i tuoi studi, la tua nuova relazione, che voglio credere, sana, non materiale ma degna di Osvaldo.
Quanto alle osservazioni che fai sui singoli, è così difficile, mio buon Osvaldo, valutare le anime: sono trent’anni che vivo coi giovani, ma non mi sento di dar giudizi così categorici come i tuoi. Ad ogni modo, segui nella vita questo concetto; che ti farà del bene. Ama e prega per tutti e per chi ti ha fatto del bene e per chi credi non ti abbia compreso: ama e nascondi nell’affetto cristiano le grettezze da cui tutti siamo alle volte presi. Prega, che significa, ama tutti nell’amore di Dio, non tanto i corpi, quanto le anime.
Mi accorgo di averti fatto la predica. Siamo nel mese della Madonna! e spero ricorderai l’Ausiliatrice, Don Bosco. Il 24 Maggio adunata degli ex-allievi. Ti prego di non dimenticarmi nelle tue preghiere; ti ho sempre presente.
Tutti salutano.
Tuo sempre:
don Vincenzo Cimatti
70 / Calcagno Ettore / 1925-4-28 /
a Ettore Calcagno, ex-allievo dell’Oratorio S. Luigi
28 aprile 192554
Calcagno carissimo,
Mi riuscì oltremodo graditissima la tua letterona, dalla quale mentre apprendo la tua bontà verso di me, che proprio non merito, scorgo un’attività di lavoro e di desiderio di agire che veramente consola.
Ti invidio (ma date le mie occupazioni non posso proprio partecipare) nelle tue escursioni: almeno di cuore, mi sento anch’io alpinista e sono convinto che la nostra gioventù sarebbe assai migliore se ne approfittasse su vasta scala.
Caro Ettore, non solo l’alpinismo ti farà bene al corpo, ma anche all’anima, se saprai aprire gli occhi, gli orecchi, il cuore alle potenti voci di Dio che ti parlano continuamente nelle tue gite. 55
Oh potessi comprenderle a fondo e unirti più intimamente a Lui.
Chissà che ad anno finito non possiamo combinarne una insieme!
Non ho nessuna difficoltà per quello che valga la mia parola e la mia firma, ad aiutarti in tutto: bisogna che tu mi indichi di preciso che cosa potrei fare al riguardo e se potessi fare con tua comodità una scappatina a Valsalice forse potremo intenderci meglio e più completamente.
Coraggio, dunque, Ettore e procura di mantenerti in quella bontà che è stato sempre tuo vanto e nelle difficoltà, prega.
Con vero affetto ti ringrazio di quanto dici a mio riguardo e ti prego di contraccambiare i tuoi ottimi genitori di quanti saluti e auguri inviano. Saluti immensi a Dario e alla sorellina e a te un abbraccio di cuore.
Tuo aff.mo
don Vincenzo Cimatti
71 / Valentini Eugenio / 1925-5-3 /
al chierico Eugenio Valentini, studente a Valsalice56
3 maggio 1925
Oh come S. Giuseppe può essere tuo modello nella custodia di Gesù in te e negli altri, nell’umiltà profonda, nel lavoro costante
Don Vincenzo Cimatti
72 / Santià Pietro / 1925-5-... /
al chierico Pietro Santià, allievo a Valsalice
[Maggio 1925]
Santià carissimo,
Due parole anche a te. Nel mese di Maria amala e falla amare.
Allegro e avanti sempre nel lavoro e nella bontà. Ti benedico. Prega pel tuo
Aff.mo
don Vincenzo Cimatti
73 / Trojero Osvaldo / 1925-5-12 /
a Osvaldo Trojero, maestro, ex-allievo di Valsalice
probabile 12 maggio 1925
Carissimo Osvaldo,
D. Cojazzi occupatissimo mi prega rispondere alle tue carissime.
Quanto al risultato esami che vuoi che dica? Non dipende da noi. Il fatto è che tu devi dare italiano e filos.-pedagogia in cui risultasti deficiente anche a ottobre.
I registri sono a Vercelli dal Prof. Polcari. In attesa del regolamento esami che determinerà le modalità dei documenti non ho che ad esortarti a star calmo, a studiare e a confidare in Dio.
Tuo sempre
D. V. Cimatti
74 / Minguzzi Giovanni / 1925-5-25 /
a Don Giovanni Minguzzi, Ispettore salesiano
Valsalice, 25 maggio 1925
Il.mo Sig. Ispettore,
Mentre la ringrazio vivamente e le assicuro abbondanti preghiere per le continue paterne attestazioni di affetto che da Lei ricevo, le faccio noto per tempo quanto è necessario che Lei prenda in benevola considerazione per il buon andamento delle scuole dipendenti da me (purtroppo). Premessa:
Promise d’interessarsi per il mio non direttorato, tenuto, Lei sa, in quali condizioni di animo “che poco più è morte”. Non vedo nessun risultato.
Promise di non porre ostacoli alla mia andata nelle missioni: Lei ne pone uno fortissimo, perché non prega per questo scopo (come mi dice nell’ultima sua lettera). Abbia la bontà di far con me questa preghiera; “Se è per la maggior gloria di Dio e dell’anima di Don Cimatti, che egli venga destinato alle Missioni, o Signore esauditelo!”.
URGE PROVVEDERE:
Un maestro per la prima elementare (perché non so se l’attuale Maestro, allievo nostro, si fermerà o se è conveniente che si fermi. Non è salesiano, non può quindi agire da salesiano).
Pensi che specialmente Don Casaro è talmente preoccupato (non so proprio perché!) del suo Oratorio da far passare la scuola più che in seconda linea. Ho cercato di farglielo capire reiteratamente in tutte le circostanze. Le lamentanze delle famiglie sono continue.
Don Succo per avere un po’ di pace ha bisogno che i Superiori una buona volta decidano pel suo povero Oratorio. Con tali preoccupazioni Lei comprende che la scuola si fa come si può: dovrebbero essere scuole modello; nel prossimo anno avremo l’ispezione generale, io non so che contare frottole alle autorità (bella morale! educativa assai per le anime e per primo per la mia!) e allora?
Assestino una buona volta questi oratori, affinché questi direttori non debbano essere, per riflesso, nelle difficoltà scolastiche.
Non è quindi una sottrazione di lavoro che domando: è dare loro la possibilità di non avere da conturbarsi per la vita oratoriana: la pace darà loro modo di attendere al dovere che almeno di fronte alla legge – dovrebbe essere il principale.
Pensi alla vita delle scuole di Valsalice. Se si deve dare impulso al Normale, occorrono locali e un aiuto di personale. Vi è qualche irregolarità legale, sul personale insegnante (disegno e calligrafia, ginnastica) su cui quasi certamente avrò rimostranze nell’ispezione. Se si deve sdoppiare occorre almeno un diplomato in lettere. Se fosse uno che contemporaneamente avesse la ginnastica, aggiusterebbe anche l’irregolarità di cui sopra.
Inoltre se chi di ragione non si muovesse per tempo, in prossimi bisogni non avremo la materia prima: pensa alla formazione di nuovi diplomati nei vari rami?
Quando verrà il bisogno e occorre aspettarcelo (perché si invecchia e la vecchiaia è il peggior nemico degli insegnanti) saremo a mani vuote. Vi è tendenza nel deviare i chierici dal Normale: optime, perché il Signore vorrà così (ci capisco così poco!): non mi pare esatta la ragione: “perché ormai di maestri ne abbiamo troppi o a sufficienza”, non sono filosofo, anzi… ma mi pare un ragionamento sbagliato.
Queste idee oralmente furono da me poco tempo fa accennate anche al Sig. Don Fascie, ed a Lei in altre occasioni. I Direttori delle rispettive case di San Giovanni e Valsalice salesianamente si rivolgeranno a Lei; ho creduto opportuno a sgravio di mia coscienza riferire a Lei in quanto con bugie devo dire ad altri, e far capire ai miei subalterni legali (miei superiori come salesiani per virtù, età ed esperienza) che quanto dipende da me fu fatto. Videant nunc consules… Non cesso di pregare per Lei e Lei abbia la bontà di pregare pel suo
Aff.mo
don Vincenzo Cimatti
P.S. Non le parlo del Maestro Dogliani che avrebbe bisogno di riposo, altro che la scuola… Che commedie! Che commedie!… E pensare che in faccia devo fare salamelecchi… Oh sì, sì! Se è per il bene dell’anima mia meglio fra i selvaggi dell’Africa equatoriale!
Ma possibile che la coscienza morale sia questa continua falsità? E che di tutto questo, io ne debba rendere conto a Dio? Povera morale! Teorie campate in aria! Oh, che bella commedia! O sono matto o sto diventando.
75 / Braga Carlo / 1925-6-… /
a Don Carlo Braga, aiutante Oratorio S. Luigi, missionario in Cina
[inizio Giugno 1925]
Braga carissimo,
Ti farò spedire il “Don Bosco educatore”. Gradirei anzi un tuo giudizio.57
Coraggio sempre, che Gesù ti vuol bene. Lavora ut bonus miles… ricordati però che chi fa è Gesù, e solo Gesù, è sempre Gesù per mezzo di Maria. Le mie lettere saranno smarrite, ad ogni modo, credilo, sei ricordato sempre, specie nelle preghiere e specie quando ci ritroviamo cogli antichi allievi di S. Luigi.
Non avrei supposto che ci volessero così bene, poveretti. Belle anime i tuoi amici, come si rileva dalle fotografie.
Niente paura e avanti, proiettando fasci di luce.
Chissà che non ci vediamo. Tutti fanno il mio nome per l’Oriente, ma io non ne so nulla e… attendo.58
A buon conto se è la mia ora, Gesù mi esaudirà, se no, continueremo a pedagogare per il bene dell’umanità.
Allegro e buono. La mia vita è la solita: non saprei fare diverso. Un dubbio mi assale di tanto in tanto. Che nelle missioni vi possano essere ozi forzati. Sarebbe la mia rovina!… Ma se posso al mio Don Carlo, altro che ozio!
Ma che cosa siamo noi in paragone vostro?
C’è da arrossire. Ad ogni modo prega per me e Gesù nel suo mese ci faccia suoi.
Tuo sempre
don Vincenzo Cimatti
76 / Giordano Antonio / 1925-6-… /
al chierico Antonio Giordano, ex-allievo di Valsalice
[inizio Giugno 1925]
Carissimo Antonio,
Due tirate d’orecchi o meglio due avvisi. L’amico Stradella mi ha fatto vedere la lettera che senza tua colpa ebbe inscio Don Cimatti, se no l’avrei postillata prima di dargliela, come sono solito fare quando le dite grosse.
Prima tirata: evita con gli amici le frasi fatte più o meno sentimentali. Al più correggile cristianamente. “T’amo nel Signore – Il Signore ci faccia veri amici – Ti abbraccio nel Signore, ecc.”. Vedi ad esempio le belle finali delle lettere di S. Paolo, sono un modello del genere. Così, Tonio mio, si fa del bene e il nostro amore è puro o nel crogiuolo dell’amor di Dio si purifica.
Seconda tirata di cui già ti avevo in analoghe circostanze parlato. Le tue miseriuole tienle per te; confidale a chi di dovere e basta: non fanno bene né a te, né agli altri, anche lo facessi con alto senso di umiltà, tanto più dette da giovani. No, Tonino mio, non parlare mai degli abissi. Spero non ti offenderai per quanto ti ho detto.
Ed ora grazie della tua lettera cui rispondo come è mio solito punto per punto.
Certo che nelle relazioni tue con Gesù fa’ tutta la tua parte, poi corri da Lui.
Paura o non paura della realtà! Senza confessione frequente sarai sempre sui trampoli. Mah! fosse dipeso da me, a te l’avrei fatta fare tutti i giorni! e tu lo sai, e ne sono sicurissimo, ne avresti approfittato assai assai assai.
Prima delle occupazioni. Non te le sei andate a cercar tu. Farai del tuo meglio per far bene. Nei dubbi non ti mancano aiuti (superiori, regolamento, ecc.) e soprattutto preghiera per te e per i tuoi singoli. Bisogna che ti noti su una immagine e quelli che ti fanno più disperare nominarli nelle tue preghiere, con quelli che non ti sembrano a posto, qualche buona parola, raccomandarli al Catechista, al Consigliere, al Direttore, secondo i casi; sequestra in bel modo o d’accordo col Consigliere con frequenti visite (vedi regolamenti) libri e giornali che si mandano al fuoco (non leggerli tu); non meravigliarti delle idee loro: non sono lì per farsi salesiani (benché ci possano essere anche vocazioni), ma diventare buoni cristiani.
Tu fa’ la tua parte, non stare con le mani in mano, fa’ quello che puoi, non preoccuparti dell’esito. Prega e avanti. Il Signore farà il resto. Molte delle tue apprensioni derivano al solito dai reporters che credono di saper tutto; credi a me, l’esperienza non te la dà nessuna relazione orale o scritta; devi fartela tu: procura di fartela secondo il nostro spirito.
Per la camera e per il passeggio calma e non apprensione. Succede qualche cosa? Riferisci. Da’ buon esempio e prega per loro.
Se il Consigliere non potrà essere a tua disposizione, vi sono altri: tu pigliati le responsabilità che ti toccano e avanti. Fede, figliuolo. Tu sei e devi essere strumento nelle mani di Dio. Tutto il resto sono accidentalità.
Tu mi dirai: “Presto detto, ma intanto io sono nella bagna!”. Don Bosco ti direbbe: “Per nuotare bisogna buttarsi in acqua”. Chi non ha fede, il vigliacco, il poltrone, il superbo grida: “E se affogo?”. Il Salesiano confidente, attivo, zelante, umile, dice serenamente: “Domine, in verbo tuo laxabo rete!”, Oppure: “Domine, salva nos perimus!” e non ti pare sentire la voce di Gesù buono che dice anche a te: “Modicae fidei, quare dubitasti?”.
Dici che cammini sul filo del rasoio. Oca! Fagli una bella custodia e non ti taglierà. Bene, bene, bene! Fede in Maria!
Quanto al Giappone sono proprio infra coloro che sono sospesi: finora niente di ufficiale, ma ho fede che verrò ancora a bere la famosa bottiglia, perché vincerò io. Ad ogni modo: “Fiat voluntas Dei!”. Prega anche tu per me così: “che si adempia in tutto la volontà di Dio”.
Mio buon Antonio, con tutta l’effusione dell’anima ti benedico.
Saluti da tutti.
don Vincenzo Cimatti
77 / Trojero Osvaldo / 1925-6-7 /
a Osvaldo Trojero, maestro, ex-allievo di Valsalice
probabile 7 giugno 1925
Carissimo,
Ma, beatus vir, che devo inviarti? Sai che la scuola non c’entra nulla coll’esame di Stato e noi abbiamo nulla. Fa’ così: informati subito dal Preside ove darai esami che cosa occorre e poi bisogna che ti metta in relazione col Prof. Polcari di Vercelli che ha registri e documenti.
Prega per me. Saluti da tutti.
Tuo sempre
D. V. Cimatti
78 / Zappa Antonio / 1925-6-19 /
al chierico Ambrogio Zappa, allievo a Valsalice59
[19 giugno] 192560
Si oculus tuus est simplex, totum corpus tuum lucidum erit.
Che vuoi? Il guastafeste nostro è sempre l’amor proprio (amore di noi).
Jesu, mitis et humilis corde fac cor nostrum secundum cor tuum.
Tuo
don Vincenzo Cimatti
78-2 / Zappa Antonio / 1925-7-25 /
25 luglio 1925
Carissimo,
Grazie di tutto cuore. Sta allegro e buono ed il Signore ti benedica e ti conceda ogni bene. Saluta i tuoi. Sta sano e con calma e buona volontà mettiti al lavoro fiducioso in Maria.
don Vincenzo Cimatti
79 / Joyeusaz Abele / 1925-7-... /
al chierico Abele Joyeusaz, allievo di Valsalice
[Luglio 1925]
Carissimo,
Rispondo per Don Barale. Grazie. Quanto dici a lui è una parte minima di quella bontà di cui è fornito e che ora il Signore mette a ben dura prova.61
Impariamo e preghiamo. Continua! Sta allegro e buono sempre ed il Signore ti benedica in tutto.
In patientia vestra possidebitis animas vestras
Prega per me.
Tuo
don Vincenzo Cimatti
79-2 / Joyeusaz Abele / 1925-...-.../
[1925]
Al Ch. Joyeusaz, nel giorno della sua professione perpetua.62
Grazie di cuore, Gesù ti faccia vero santo salesiano. Te beato se sarai capace di compiere la missione che ti affida il Signore.
“Superabundo gaudio in omni tribulatione. Ubi amatur non laboratur! Patire, non morire. Domine, pati et contemni pro te! Vivere per patire.”
Come vedi è fioritura di dolori nell’amore.
Prega per me
Tuo
don Vincenzo Cimatti
80 / Sordo Antonio / 1925-8-9 /
al chierico Antonio Sordo, ex-allievo di Valsalice
9 agosto 1925
Carissimo,
Spero sia vivo e giunto felicemente. Se non hai autorizzazioni speciali dal Sig. Don Ricaldone, il giorno dell’Assunta torna a Torino o vieni a Piova. Allegro e buono e prega per me.
Dev.mo
don Vincenzo Cimatti
80-2 / Sordo Antonio / 1925-8-… /
[agosto 1925]
Carissimo Sordo,
Arrepta occasione di Bepi che ti scrive, invio con la lettera, auguri, saluti e preghiere a te, a tutti.
Prega per me e… giudizio! Arrivederci per gli esami.
Tuo D. V. Cimatti
80-3 / Sordo Antonio / 1925-8-...
prima del 15 agosto 1925
Carissimo,
Ti unisco la lettera d’ubbidienza. Stando così le cose è bene che dopo l’Assunta parta subito e giunto a Valsalice metta a posto le cose e parta subito pel tempo stabilito per penango. La roba che hai a Piova la troverai a Valsalice. Scrivo pure in tal senso a D. Manione e al tuo nuovo Direttore. Dei tuoi esami nulla. D. Cojazzi pronostica bene. Prega per me e disponiti bene all’obbedienza.
Tuo D. V. Cimatti
81 / Galbusera Giovanni / 1925-8-17 /
al chierico Giovanni Galbusera, ex-allievo di Valsalice
Colleretto Castelnuovo (Piova), 17 agosto 1925
Carissimo Giovanni,
Godo che il Sig. Ispettore ti abbia prolungato il riposo: sappitene servire in bene. Ricorda però sempre che sei chierico salesiano.
Come certo saprai, sei stato promosso e con te lo fu Rizzo, Tassinari, Goldangelo, Gregorini, Ponzoni. Speriamo ad ottobre Chiara, Franzoni, Fuligni, Ghetti. Purtroppo esclusi Gozzi, Truccano, Vettori, Buratti, Micheletta, Vener.
Ringrazia il Signore. A Piova il solito. Tutti ti ricordano e salutano. Prega per me e non aver paura di scrivere. Tuo sempre
Dev.mo
don Vincenzo Cimatti
81-2 / Galbusera Giovanni / 1925-8-25 /
Torino, 25 agosto 1925
Carissimo,
Grazie della tua. Le offerte ricevute ti potranno servire per fare un’offerta alla casa ove andrai, come primo frutto del tuo lavoro.
Coraggio! Quanto alla salute mettiti senza timore nelle mani di Dio e procura di comprendere che quanto avviene è permissione di Dio pel tuo bene. Prega per me e avanti senza paura. Saluta mamma.
Tuo
don Vincenzo Cimatti
82 / Grigoletto Giuseppe / 1925-8-27 /
al chierico Giuseppe Grigoletto, allievo di Valsalice
27 agosto 1925
Grazie. Allegro e buono.
Riposa e fa’ del bene, ricordando che sei chierico e salesiano.
Eseguito pel Bollettino.
Dev.mo
don Vincenzo Cimatti
al chierico Giuseppe Giudici, ex-allievo di Valsalice63
[1925]
Carissimo Giudici,
Grazie della tua. Calma e serenità di spirito, lavoro, osservanza esatta del regolamento.
Nei momenti bruschi qualche bell’atto di umiltà e… avanti allegramente. Ti ricordo sempre e tu fa altrettanto pel
Tuo aff.mo
don Vincenzo Cimatti
Giudici carissimo,
Il S. Cuore ti dia nel suo mese la dolcezza che aveva Lui.
Coraggio! Vedi come Gesù ti ha voluto bene. Ti ha rimesso in noviziato: sfrutta la situazione e avanti sempre senza paura.
Tuo sempre
don Vincenzo Cimatti
Carissimo Giudici,
La tua lettera mi ha consolato; mi dice i tuoi sforzi, la tua buona volontà: continua usque in finem. Sta più che puoi alla presenza di Dio e procura di vedere Gesù nei tuoi confratelli e nei tuoi giovani. Bravo! Prega per me e sarai un vero missionario.
Tuo aff.mo
don Vincenzo Cimatti
Giudici carissimo,
Grazie di cuore. Gesù ti ottenga calma, forza e ardore per l’anima tua. Lavora e formati come ti desidera il
Tuo aff.mo
don Vincenzo Cimatti
84 / Marchisio Carlo / 1925-9-1 /
al chierico Carlo Marchisio, ex-allievo di Valsalice
[1 Settembre 1925]
Carissimo,
Ecco il biglietto. Il tuo Andriano fu ammesso ad Ottobre con Italiano, latino e canto: ora è ammalato piuttosto seriamente.
Al tuo ritorno andrai subito a Lanzo per gli Esercizi perché così potrai parlare col Sig. Ispettore che vuol disporre di te verso il 20 c. m.
Prega per me e fatti bravo. Se per arrivare a tempo e più comodamente a Lanzo (gli esercizi cominciano al 3) hai da anticipare di qualche ora la partenza, fallo pure. Parlerai poi all’Ispettore per vedere se dopo è il caso di venire a Piova o in famiglia e da Lanzo mi dirai la decisione.
Allegro. Per gli esercizi fa’ un bell’esame sulle Ss. Regole.
Tuo sempre
don Vincenzo Cimatti
85 / Tonelli Antonio / 1925-9-7 /
a Don Antonio Tonelli, compagno di ordinazione, collega a Valsalice
Foglizzo, 7 settembre 1925
Carissimo Don Tonino,
Don Cojazzi mi scrive fra l’altro di ricordarti che ai primi di ottobre vi sono gli esami di idoneità in cui tu sei impegnato.
Nulla di nuovo. Sono a Foglizzo per gli esercizi. Abbondanti nevicate sulle montagne vicine hanno abbassato la temperatura.
Credo che al 23 c. m. si discenderà a Valsalice.
Tutti salutano e augurano ogni bene.
Tuo
don Vincenzo Cimatti
86 / Giordano Antonio / 1925-9-15 /
al chierico Antonio Giordano, ex-allievo di Valsalice
[15 settembre 1925]
Carissimo Giordano,
Grazie della tua.
Tirata d’orecchi. Leggi e medita l’artic. 30 dei nostri regolamenti.
Grazie delle tue parole. Se Don Cimatti era nel pensiero vostro, voi eravate assai di più nel suo, nel suo cuore e nella sua preghiera.
Allegro, laborioso, umile e unito a Dio.
Nuove destinazioni: Saino a Chieri, Chiesa a Rane, Pignocco all’Oratorio, Pagliero a Monte Oliveto, Massimino al Martinetto.
Saluti a tutti gli amici.
Gita ottima di tre giorni alla Rosa dei banchi.
Ti benedico.
Tuo
don Vincenzo Cimatti
87 / Galbusera Giovanni / 1925-9-27 /
al chierico Giovanni Galbusera, ex-allievo di Valsalice
27 settembre 1925
Carissimo,
Grazie delle belle notizie e delle occupazioni. Meglio così se non avrai tempo da perdere: è quel che ci vuole per te.
Calma, preghiera e lingua a posto se vuoi essere un buon salesiano.
Comincia fin d’ora ogni mattina a pregare per i giovani tuoi, per la tua scuola, lasciati guidare dai tuoi superiori e… sempre allegro.
Saluti cari al buon Ambrogio e a tutti gli amici. A te come desideri e di gran cuore la benedizione della Madonna.
Per ora sono al solito indirizzo e… e se sono nespole fioriranno.
Tuo sempre
don Vincenzo Cimatti
88 / Marchisio Carlo / 1925-9-… /
al chierico Carlo Marchisio, ex-allievo di Valsalice
[Settembre 1925]
Marchisio mio buono,
Grazie dei tuoi lavori e commissioni. Prego il Signore che ti rimeriti di tutto.
La Madonna ti benedica e ti conceda ogni bene. Amala e falla amare dai tuoi bimbi et vitam aeternam habebis.
Vedi come anche materialmente la buona Mamma vi ha accoppiati. Tu e il Santo Chiesa (e lo è davvero), Sangiorgio e Cavarero, Pessione e Giordano e voglio credere che quando sapremo la destinazione della Lombarda, la buona Mamma collocherà i soci bene in modo da potere lavorare a salvarsi l’anima.
Prega per me. Grazie a mamma per il vetro.
Ricordati domenica di Don Zandonella.
Tutto tuo
don Vincenzo Cimatti
89 / Lorenzoni Livio / 1925-...-... /
al chierico Livio Lorenzoni, allievo a Valsalice64
[1925]
Frangar non flectar, in periculis, in angustiis, in necessitatibus, o Maria, me ab hoste maligno protege.
Tuo D. V. Cimatti
90 / Zappa Ambrogio / 1925-…-…/
al chierico Ambrogio Zappa, ex-allievo di Valsalice65
[1925]
Mio carissimo Zappa,
Grazie della tua che mi dice una volta ancora il tuo buon cuore.
Per le Comunioni che dici povere… Se sei povero tu è ricco Nostro Signore e quindi niente paura.
Per la teologia fa’ come ti dicono ed avrai le benedizioni speciali del Signore. Lavora nel campo affidatoti dalla Provvidenza come meglio sai e puoi, con calma e invocando sempre l’aiuto di Maria.
Buon Natale e Capodanno a te e agli amici. Bacia per me la mano all’amatissimo Sig. Direttore ed un saluto speciale a Benvenuti che ha scritto i suoi saluti cari sulla busta.
Prega, prega per me e all’occasione saluta i tuoi cari, mamma specialmente.
Tuo
don Vincenzo Cimatti
90-2 / Zappa Ambrogio / 1925-…-… /
[1925]
Mio buon Zappa,
Grazie del tuo biglietto. Congratulazioni pel nuovo passaggio con Don Ghilardo.
Per gli studi fa’ quel che puoi. Per il tuo perfezionamento ricordati che è un lavoro che deve durare tutta la vita e che non si compie che in Paradiso. Niente paura, fa’ quel che puoi e avanti.
Scrivendo a casa ricordami ai tuoi, specie a mamma e alla sorella. Sta’ sano, allegro e abbi fiducia nel tuo Direttore.
Tuo
don Vincenzo Cimatti
91 / Marescalchi Amilcare / 1925-…-… /
a Don Amilcare Marescalchi66
[1925ca]
Carissimo Don Marescalchi,
Mi ero dimenticato! Scusi. È scritto un po’ alla diavola, come è il mio carattere…
Se le piace e se le serve bene; se no, senza complimenti, può stracciarlo senza paura. Stia certo che non mi offendo.
Dica in compenso un’Ave.
Suo aff.mo
don Cimatti
92 / Giordano Antonio / 1925-10-… /
al chierico Antonio Giordano, ex-allievo di Valsalice
[Inizio Ottobre 1925]67
Mio buon Antonio,
Attento al peso delle lettere. Ho pagato ₤ 1,20 di tassa.
Nelle cose tue, calma. Ripeto: “Fa’ quel che sai e puoi. A freno i nervi, la fantasia e la lingua (non ne hai certo guadagnato colla tua sfuriata); invoca la Mamma nostra e avanti sempre”.
Non devi far onore al nome di Don Cimatti, ma a Dio. Ci guadagneresti ben poco se facessi per gli uomini.
Mettiti subito a posto per la confessione e per le altre pratiche di pietà. Si può far meditazione e lettura anche assistendo. Fanno così la massima parte dei nostri confratelli assistenti.
Mettiti a posto col rendiconto (tu sai che non è una confessione): non puoi andarci? Scrivi. Scrivi tanto! Puoi scrivere anche al tuo Direttore.
Continua la tua presenza di Dio e freno a tutto il resto (occhi specialmente).
Buone maniere con tutti: familiarità con nessuno.
Male, male, male le bevute. Sei un uomo pecora e nient’altro. Male star su di notte a scrivere e peggio metter l’ora sulle lettere che scrivi a Valsalice.
Rinforza l’esame. Se non hai tempo durante il giorno, messi a nanna i tuoi spilungoni, inginocchiati al tuo letto e riposati spiritualmente così.
L’assistente deve ricordare che è salesiano e non solo assistente. C’è libertà? Noi abbiamo la massima libertà, quella della regola.
Che devi fare? Age quod agis. Contentati nel mondo morale di poco, di piccoli atti, ma ripetuti.
Lo studio certo può raccoglierti e darti qualche direttiva. Animo Tonino. Puoi pensare se ti dimentico.
Costi troppo a Gesù. Ti abbraccio in osculo sancto Dei.
Tuo
don Vincenzo Cimatti
93 / Grigoletto Giuseppe / 1925-10-15 /
al chierico Giuseppe Grigoletto, allievo di Valsalice68
15 ottobre 1925
Carissimo Bepi,
Stanotte media nocte tramonto di carica. Inizio di un nuovo corso di pensieri, aspirazioni… il sol Levante, il fior di ciliegio, il crisantemo, il nespolo, il kaki, il riso, le zanzare, i vulcani, i terremoti… Come vedi un arsenale completo di storia naturale in azione. Piango e gioisco!
Grazie delle tue notizie. L’abulia si vince colla volontà, esercizio di volontà, come si impara a leggere leggendo, a scrivere scrivendo, ad amare amando, et ita porro. Qualsiasi altra cosa è (fuori della grazia di Dio) vernice… anche la digestione.
Prega per me. Sai che ne ho bisogno ora specialmente: tutto un orientamento orientale e ci sarà da ridere assai, ma assai da soffrire in tutti i sensi. Deo gratias!
Se potessi in qualche modo (tu sai!) aiutare mediante qualche anima buona la mia poverissima missione, Dio benedirebbe te e gli ottimi benefattori.
Saluti cordiali a Tomba, Uguccioni, Lanaro, e ai carissimi Resen e al mio sempre buon Orrigo.
Mio Giuseppe, zucca baruca, allegro e calmo e… con frequenza piccoli atti di volontà.
Ti benedico.
Tuo
don Vincenzo Cimatti
P.S. Per Don Tonelli – ora è impossibile.
94 / Amerio Franco / 1925-10-… /
al chierico Franco Amerio, allievo di Valsalice, musico e letterato69
[Ottobre 1925]
Carissimo Franco,
Eccoti un mottettino semplicissimo che offro a te e alla tua scuola. Non ho potuto suonarlo, quindi correggi e interpreta: mi pare facile e leggibile a prima vista.
Se ti sembra fallo eseguire: non credere però che io lo desideri!
Vorrei che ogni segno fosse un inno di amore a Gesù e un senso di riconoscenza per te e per i confratelli cantori.
Accetti il Signore la buona volontà, perché il lavoro è certo povera cosa, come è povero in tutto il tuo
Aff.mo
confrat. don Vincenzo Cimatti
95 / Galbusera Giovanni / 1925-10-15 /
al chierico Giovanni Galbusera, ex-allievo di Valsalice
[15 ottobre 1925]
Carissimo Galbusera,
Congratulazioni pel lavoro profìcuo che certo farai coll’aiuto di Dio e della Mamma verso i tuoi bimbi.
Calma, preghiera e sacrificio pel bene delle anime siano le caratteristiche tue. Prega per me, prega per me, prega per me, Giovanni mio.
Non ti dimentico. Maria ti tenga sempre sotto il suo manto.
Tutti ti salutano. Il povero Chiara bocciato anche a Ottobre. Tutti gli altri promossi.
Ti benedico.
Tuo
don Vincenzo Cimatti
96 / Sordo Antonio / 1925-10-23 /
al chierico Antonio Sordo, ex-allievo di Valsalice
23 ottobre 1925
Carissimo Sordo,
Grazie dei saluti insieme a Mapelli. Si vede che il giro fu un po’ lungo: spero sia arrivato incolume materialmente e spiritualmente. Prega per me e lavora… sacrificati. Il Signore ha benedetto le tue fatiche: ringrazialo e coopera con Lui a far del bene.
Tuo
don Vincenzo Cimatti
97 / Marchisio Carlo / 1925-10-28 /
al chierico Carlo Marchisio, ex-allievo di Valsalice
Torino, 28 ottobre 1925
Carissimo,
Scusa il ritardo involontario.
Ti possono essere utili gli opuscoli del nostro Don Ghione.
Vi è un bel volumetto Hoepli “Assistenza sanitaria” di non so quale autore in cui c’è proprio quello che desideri. Allegro e buono e fin d’ora auguri onomastici.
Prega per me. Parla a mamma della mia missione e dille se può in qualche modo venirmi in aiuto con la preghiera e colle forme che crede.
Ama Gesù e fallo amare di cuore dai tuoi bimbi, unitamente al buon Chiesa.
Saluti a tutti i confratelli. Prega per me.
Tuo
don Vincenzo Cimatti
98 / Sordo Antonio / 1925-11-1 /
al chierico Antonio Sordo, ex-allievo di Valsalice
1 novembre 1925
Mio carissimo Toni,
Nel silenzio di Ivrea ho affidato a Pessione quanto desiderate, birbanti che non siete altro.
Anche se aveste combinato un assalto clandestino, a che cosa riuscivate? A niente:
perché non trovavate niente;
perché non capivate niente dei manoscritti.
Quello che a me in queste questioni è sempre dispiaciuto è che non si è parlato – che si è perduto tempo – sprecata roba – trascurato il proprio dovere – e dove c’è tutto questo po’ di roba non ci può essere la benedizione di Dio. E allora perché farlo sotto queste forme? Non ho perduto la speranza di fare una puntata fino a Penango. Pregare per te? È naturale, come il sorgere del sole. Voglio sperare sia altrettanto per me per parte tua.
Quanto ai tuoi viaggi ritiro tutti i dubbi: l’importante è che agisca sempre col beneplacito dei Superiori.
Ora sono all’Oratorio e ti raccomanderò a Maria Ausiliatrice.
Marchetti?! È proprio un povero giovane in tutti i sensi. Che vuoi che ti dica? Meglio per lui che se ne sia andato; ma si è dimostrato di una leggerezza che ha dell’incredibile nel fare il passo che ha fatto. Ma che concetto hanno costoro dei voti? Ma anche solo umanamente parlando che valore può avere l’onore di un uomo che non sa mantenere, nota bene, una promessa temporanea? Mah! Veggo per lui un oscuro avvenire. Dolorosamente non sarà l’ultimo né il solo! Poveri giovani! Ma, perché, mio buon Gesù, non hai accettato per essi o anche per uno di essi la mia povera vita? Per il bene dell’anima tua tronca, se l’avessi, ogni relazione con lui: fa’ questo sacrificio. Scusa lo sfogo! Tu fatti uomo. Ti ricordi che ti ho sempre detto che di fronte agli amici ti lasci trascinare, non dalla convinzione, ma dal loro modo di fare e di dire.
Esto vir! Si oculus tuus fuerit simplex (rettitudine d’intenzione) tot corpus (agire) lucidum erit.
Allegro e buono. Saluta omnes e prega che salvi l’anima: non puoi credere quanto ne abbisogni. Ti abbraccio in osculo sancto Dei.
Tuo sempre
don Vincenzo Cimatti
99 / Giordano Antonio / 1925-11-1 /
al chierico Don Antonio Giordano, ex-allievo di Valsalice
Valsalice, 1 novembre 1925
Carissimo,
Michelino (Pessione) mi ha fatto fare uno sproposito.
Ecco la musica. Sta’ attento ai segni. La musica in generale va bene: il segno... frequentemente va cambiato in... [NB segno musicale simile a z che indica un tempo di aspetto. Prego di inserirlo. Don Compri] – l’a capo in musica normalmente non si ammette.
Rispondo alla tua del 27 p. p. m.
Bravo Tonino, mi hai davvero consolato in mezzo ai dispiaceri che mi danno gli anni di Valsalice. La Coca70 non capisce niente, tanto meno il bene dell’anima sua. Prova tu scrivendo all’uno o all’altro: che si facciano seri, uomini di sacrificio che è ora!!! Perché non mi ascoltano! Non sono più a Valsalice.
So del molto tuo lavoro. Calma, calma calma. Fa’ quello che puoi e allegramente e fa’ in modo che il tuo lavoro sia fatto per il Signore (dimentica un po’ la gloria), per i giovani e per riparare. Tutti abbiamo da riparare: chi ti scrive più di te. Lavora anche per quello. Ho letto la lettera che hai scritto a Pessione. Calma, sacrificio per Lui, mio buon Antonio, che ha sofferto più di noi. Sento di volere un bene intensissimo all’anima tua. Grazie del bene che mi vuoi, ma più delle preghiere.
Non ti dimentico. Ti abbraccio e benedico.
Tuo
don Vincenzo Cimatti
100 / Galbusera Giovanni / 1925-11-3 /
al chierico Giovanni Galbusera, ex-allievo di Valsalice
Torino, 3 novembre 1925
Carissimo,
Non ti so esprimere a parole la gioia nel ricevere il tuo generoso contributo. Maria ti benedica e ti conceda ogni bene per l’anima tua unitamente alla tua famiglia.
Ti ricordo e ti ricorderò speciatim alla nostra buona Mamma oggi. Prega per me. Gesù accetti le mie povere intenzioni nell’andare nella solitudine, nel dolore, nella privazione e mi aiuti a salvarmi l’anima. Prega per me che insieme ai confratelli di Verona ricorderò sempre.
Tuo tutto
don Vincenzo Cimatti
101 / Marchisio Carlo / 1925-11-13 /
al chierico Carlo Marchisio, ex-allievo di Valsalice
13 novembre 1925
Carissimo,
La tua lettera mi ha vivamente commosso. Ti ringrazio del bene che mi hai fatto, perché viene iniziandosi per me un nuovo genere di vita, in cui anche la più piccola e insignificante prova di affetto a mille doppi viene risentita e valutata.
Grazie dell’invito: verrò e ringrazio fin d’ora il buon Don Masselli che mi procura questa consolazione.
Però tu sai come sono molto alla lesta, avendo i giorni contati. Ti scriverò in tempo il giorno dell’arrivo, non sapendo quando tornerò da Roma. Sarà quasi certamente nell’ultima settimana del mese.
Non so se fare la conferenza. Vedremo!
Incarico Don Ruffini per la tua questione militare. Unisco parole… Non ho altro. Pregate per me e arrivederci di cuore.
Tuo sempre
don Vincenzo Cimatti
102 / Fracchia Italo / 1925-11-25 /
a Italo Fracchia, ex-allievo di Valsalice, ufficiale dell’Esercito Italiano
Frosinone, 25 novembre 1925
Carissimo Italo,
Mi dicono che sei venuto a Torino e non mi hai veduto: mi dispiace, ma nel ritorno voglio fare di tutto per rivederti, fosse anche solo per poco.
Sono a Frosinone per salutare la sorella: ti abbiamo ricordato caramente unitamente alla tua gentile signora. 71
Dirti che ti ricordo e che spero pure nel tuo ricordo è inutile, perché ne sono certo.
Mio buon Italo, ti benedica il Signore e ti conceda ogni bene.
Prega per me. Se trovi qualcuno cui possa interessare la nuova missione giapponese, dimmelo o interessalo per la nostra difficilissima e poverissima missione.
Dunque… arrivederci spero fra pochi giorni. Un bacio ai tuoi angioletti.
Tuo
don Vincenzo Cimatti
103 / Amerio Franco / 1925-11-25 /
a Don Franco Amerio, ex-allievo di Valsalice, musico e letterato
[25 novembre 1925]
Carissimo Franco,
Grazie del saluto nella cartolina. Ho passato tutto il giorno di S. Cecilia a Valsalice con te e coi musici, e alla vigilia nella catacomba presso l’altare della santa e alla sua tomba ho pregato tanto (non puoi credere che cosa provi l’anima mia in quei momenti quando vi ripenso!) per voi musici e per te, mio ottimo Franco.72
Oh, che possa essere in mezzo ad essi apostolo come lo fu la nostra cara santa per i suoi cari, per quei primi cristiani!
Sono certo che la nostra patrona mi ha esaudito! Ho domandato pure per te e per me la S. purità! Oh, Franco, noi felici se saremo casti come S. Cecilia.
Perdona, mio buon Franco; mentre scrivo vorrei nella piena dell’affetto, vorrei dire un mondo di cose belle… Basta! se no, scoppio e sto poi male. Prega.
Tieni d’occhio quelli del secondo corso: avvicinali senza paura. Manzato, Stradella, Frigerio, Ghezzi, Minghelli G., Gobbato, Schinca, ecc. ecc.
Buoni elementi, ma giovani. Questi ed altri hanno paura dei superiori: fa da trait d’union.
Una parolina, un incitamento, ecc. Oh, Franco, quanto bene! E se riesci (pur chierichetto) che spontaneamente (non forzare mai) si sfoghino, riferisci a chi di dovere, esortando che li chiamino. Avvisa, avvisa, avvisa senza paura, con bontà!
Basta basta basta, o Signore! Quante sono le dolcezze di chi Vi vuol bene! Quanto bene da fare che metti, o Gesù, a disposizione dei tuoi piccoli servi! Scusa, Franco, non so quel che mi dico.
So che tu vuoi far del bene. Lavora, lavora, lavora!
Anime, anime, anime, oh quante te ne manda Gesù! Perdonami le debolezze di carità e prega per me.
Consegna gli acclusi possibilmente senza pubblicità.
Tuo
don Vincenzo Cimatti
104 / Amerio Franco / 1925-11-… /
a Don Franco Amerio, ex-allievo di Valsalice, musico e letterato
[Fine di Novembre 1925]
Carissimo Franco,
Nel mettere a posto le mie cose trovo ancora musica che o non mi serve o che è della casa. Vedi di disporre in Domino. Se per l’Immacolata fate una piccola accademia, vi ho unito un pezzo (Maria! Maria! Maria!), coll’accompagnamento che mi pare potrebbe andar bene.
Le parti dovrebbero essere in archivio. Siccome è breve ripetilo. Così pure frugando in archivio tra la povera roba scritta da me troverai sempre pezzi che ti possono togliere d’imbroglio: sono pezzi eseguiti una volta sola.
Interpretali con calma e con sentimento: mi pare effetto sul momento lo facciano (ed è quel che ci vuole in un’accademia). Prega per me e l’Immacolata ti renda come essa ti desidera, modello di purità, di lavoro e di buon esempio.
Tuo sempre
don Vincenzo Cimatti
105 / Giordano Antonio / 1925-12-4 /
al chierico Antonio Giordano, ex-allievo di Valsalice
[4 dicembre 1925]
Mio buon Tonino,
Mi pare mille anni… Ti so occupato: Deo gratias!
È per ricordarti la tua, la mia festa [Immacolata].
Per Lei a cui aneliamo… e non dico altro.
Rinnova in quel giorno i tuoi voti: donati più generosamente.
Spero tra il 10-11 essere a Novara e allora…
Ti prego di dirlo al Sig. Don Lucchelli che mi ha promesso qualche cosa per il Giappone.
Se non si trova Lui, lasci il morto. Non vedo l’ora di pigliarti a schiaffi, perché per 3- 4 anni…
Prega per me.
Tuo
don Vincenzo Cimatti
106 / Allievi di Valsalice / 1925-12-… /
agli Allievi di Valsalice73
Miei buoni allievi,
Grazie di quanto avete voluto fare per la Missione del Giappone. Il buon Dio vi ricompensi adeguatamente. Vi ricordo con riconoscente affetto. Nelle parole e nelle opere dimostratevi degni allievi di D. Bosco.
Tutto vostro
D. Vincenzo Cimatti
107 / Chierici ex-allievi / 1925-12-15 /
ai chierici ex-allievi di Valsalice
15 dicembre 1925
Carissimi,
Mi fu manifestato da quell’oca di Giordano il vostro desiderio, le vostre intese. Le approvo pienamente e di gran cuore porterò il mio povero contributo, anzi incomincio senz’altro. È l’ottava della festa dell’Immacolata! Mi sembra che questa data debba ricordare a noi:
La nascita della nostra Società,
La condizione prima per riuscire a mantenere, a vivificare, a rendere efficace e meritoria la vocazione cui Dio nella sua immensa bontà ci ha chiamato, voglio dire la virtù angelica, prediletta da Maria. Nelle ricorrenze natalizie si fanno auguri di ogni genere, si offrono doni, si formulano espressioni speciali d’affetto.
Oh, miei buoni chierici, ringraziamo il Signore di essere salesiani; domandiamo a Maria la fioritura completa e la fruttificazione abbondante della virtù fra tutte cara al Signore: amiamoci in Lui e per Lui e con Lui lavoriamo.
Avete già provato la realtà della vita salesiana; certo già avete irradiato dai piccoli centri d’azione affidativi luce e calore per il bene delle anime; forse vi sarete già qualche volta piegati o almeno scossi sotto il peso delle difficoltà incontrate, per mantenervi quali vi vuole il Signore e per compiere il vostro dovere.
Coraggio, miei buoni chierici! Don Bosco prima di noi ha provato; e prima di Lui, Gesù, cui abbiamo dato generosamente tutto quanto siamo, ha faticato, sofferto, meritato per noi. Animo dunque, al lavoro per la salvezza dell’anima vostra e di quelle affidate alle vostre cure. Buone e sante Feste natalizie, allietate dalle benedizioni di Dio, apportatrici di pace alle anime vostre. Pregate per me.
Vostro
don Vincenzo Cimatti
108 / Valentini Eugenio / 1925-12-20 /
al chierico Eugenio Valentini74, ex-allievo
[20 dicembre 1925]
Carissimo Eugenio,
Non pensare alla carta, ma alla mano e al cuore che scrive. Grazie della tua carissima fra quante ho ricevuto in questo tempo. Credo che poche anime si siano conosciute come le nostre e poche si siano sforzate come le nostre di aiutarsi ad amare Gesù.
Ricordi quanto abbiamo nascosto nel cuore di Dio? Furono le mie vere ed uniche consolazioni di Valsalice.
Grazie della preghiera intenzionale che farai per me e specialmente delle croci e sofferenze che mi auguri; vorrei vi aggiungessi le umiliazioni. Tutto questo forma il nostro vero avvicinamento a Lui che fu saturato di obbrobri.
Tu pensi poi troppo bene di me: purtroppo che non corrisponde a realtà. Sento anzi il dovere di inginocchiarmi e chiederti perdono di quanto male posso averti fatto colle parole e cogli esempi: Lui sa che l’intenzione però fu santa.
Prega, lavora, sacrificati per Lui. E prega per me, affinché il Signore mi ottenga nella sua bontà di raggiungere gli scopi che mi prefissi nel domandare la vita di missione.
Il 30 [di dicembre] in alto mare, ti penserò in occasione del tuo onomastico: ti conceda Gesù di essere un santo salesiano. Ti benedico, ti abbraccio nel Signore.
Buone feste e renditi interprete dei miei auguri presso gli altri.
Tuo nel Signore
don Vincenzo Cimatti
Ti unisco reliquia e autografo di Don Bosco.
109 / Marchisio Carlo / 1925-12-24 /
al chierico Carlo Marchisio, allievo di Valsalice
[24 dicembre 1925]
[Sul calendarietto dell’anno 1926]
Gesù rimeriti abbondantemente la tua carità e quella di tua famiglia.
Mio buon Carlo, prega per me: così sarai tu pure partecipe dei meriti pur l’obbedienza volendoti ora a Benevagienna.
Ama e fa amare la dolce nostra Mamma Celeste.
Tuo
don Vincenzo Cimatti
110 / Craviotto Vincenzo / 1925-12-24 /
al chierico Vincenzo Craviotto, allievo di Valsalice
24 dicembre 1925
Mio buon Vincenzo,
Il nome tuo che ti ricorda il mio non faccia dimenticare il povero Don Cimatti.
Procura di essere vincitore in tutto.
Ama Gesù, la Mamma nostra dolcissima cui affiderai la salute dell’anima tua, specie nelle lotte che ti attendono.
Sii generoso col Signore e avanti senza paura.
Frequenti atti di umiltà.
Prega per me che ti benedico di cuore.
Tuo fratello
don Vincenzo Cimatti
111 / Alberti Giovanni / 1925-12-24 /
al chierico Giovanni Alberti, allievo di Valsalice
24 dicembre 1925
Mio buon Giovanni,
L’ultimo ricordo:
Vita comune, disciplinata, anche che costi sacrificio, anzi più costa sacrificio.
Lavora al tuo perfezionamento con la ragione, coll’aiuto degli altri, colla grazia di Dio, non colla fantasia.
Confidenza piena nel tuo confessore.
Lavora, lavora, lavora sempre con rettitudine d’intenzione; similmente procura di conformare i tuoi giudizi.
Prega per me.
Tuo fratello
Don Vincenzo Cimatti
112 / Valentini Eugenio / 1925-12-25 /
al chierico Eugenio Valentini, ex-allievo di Valsalice
[Natale 1925]
[Sul calendario per l’anno 1926]
Quanto più il Signore ti priva di consolazioni tanto più devi affaticarti per dimostrargli la tua fedeltà.
Egli ha bisogno che ti renda più umile e abbietto ai tuoi occhi.
Non infastidirti e in tutte le aridità piegati davanti a Lui, sii costante a slanciarti generosamente nell’abbraccio della sua misericordia.
Tuo
don Vincenzo Cimatti
113 / Giordano Antonio / 1925-12-25 /
a Don Antonio Giordano ed ex-allievi di Valsalice
[Natale 1925]
Ch. Giordano, carissimi,
In procinto di partire, vi lascio il mio più cordiale saluto, ringraziandovi di quanto con generosa carità avete voluto fare per la missione del Giappone e per la mia povera persona. Gesù, vi rimeriti di tutto. Avete così cooperato a far del bene, e siete partecipi dei meriti. Vi sia questo pensiero di sprone a continuare nell’opera iniziata, colla preghiera, coll’aiuto morale e materiale. Nel mese sacro a San Francesco di Sales, nostro dolcissimo patrono, e in cui ricordiamo la morte del nostro Venerabile Padre, vi propongo le due seguenti considerazioni.
S. Francesco di Sales è il santo della carità, delle belle maniere; è un santo missionario. Don Bosco me lo ha dato come patrono. Debbo dunque imitarlo. Perciò voglio specialmente in questo mese esercitarmi nella carità con Dio, coi miei superiori e confratelli, e coi giovani a me affidati. Ecco la più bella forma di apostolato che potrò svolgere nella mia attuale missione.
Don Bosco! Questo nome deve ricordarmi i miei doveri giurati a Dio nella mia professione; deve ricordarmi la vita del mio Venerabile Padre; e attraverso a quali vie Egli è venuto a formare la nostra Società, deve ricordarmi il suo amore immenso a Gesù in Sacramento, a Maria Ausiliatrice, al Papa, alle anime.
O miei buoni chierici, proponiamoci, come regalo graditissimo a Don Bosco di osservare specialmente in questo mese nel miglior modo possibile le nostre Regole.
Nel ricevere queste povere parole, che vorrebbero essere un caldo omaggio a S. Francesco e a Don Bosco e un pensiero di riconoscenza per voi pensatemi in alto mare, in rotta per il Giappone.
Pregate per me. Supplico il nostro buon Gesù che come nella sua misericordia infinita ci volle fratelli qui in terra, ci unisca tutti tutti tutti anche in Paradiso vicino a Don Bosco e a Maria Ausiliatrice.
Vostro
don Vincenzo Cimatti
114 / Galbusera Giovanni / 1925-12-28 /
al chierico Giovanni Galbusera, ex-allievo di Valsalice
[28 dicembre 1925]
Carissimo Galbusera,
Grazie di cuore. Ti ho presente nell’affetto e nella preghiera e Gesù ti benedica.
Si parte… e se fra le tue conoscenze hai qualche benefattore interessato per la mia poverissima missione…
Allegro, buono, ama, sacrificati, lavora e prega.
Tuo sempre
don Vincenzo Cimatti
115 / Giordano Antonio / 1925-12-28 /
al chierico Antonio Giordano, ex-allievo di Valsalice
[28 dicembre 1925]
Mio buon Tonino,
L’ultimo saluto per te. Credo che siano poche le anime che si sono così comprese come le nostre!
Gesù ci santifichi, ci ami, ci aiuti, ci faccia far dei meriti. Mi dicono che sei ammalato. Offri a Gesù i tuoi patimenti.
Inteso, che il primo che va in Paradiso, va ad avvertire chi rimane. Hai capito?
Mio buon Antonio, grazie di tutto. Offro ancora a Gesù il nostro affetto che sento tanto più vivo quanto più mi allontano col corpo.
Per ora indirizza a Shanghai, lascerò detto che mi spediscano. Poi comunicherò il vero indirizzo. Recita e propaga l’acclusa preghiera (Sig. Ispettore, Don De Martin e chierici, ecc.).
Allegro, umile e Gesù ci ottenga di essere uniti nell’apostolato presto. Ti abbraccio e benedico.
Tuo
don Vincenzo Cimatti
116 / Marchisio Carlo / 1925-12-29 /
al chierico Carlo Marchisio, ex-allievo di Valsalice
Genova, 29 dicembre 1925
Carlo carissimo,
Grazie di tutto il bene che mi hai fatto e che mi hai voluto.
Lavora con calma, con rettitudine d’intenzione, per Lui, con Lui. Allegro. Ti benedico e abbraccio.
Tuo
don Vincenzo Cimatti
117 / Sordo Antonio / 1925-12-… /
al chierico Antonio Sordo, ex-allievo di Valsalice
[Dicembre 1925]
Mio buon Sordo,
Mi ha commosso la tua bontà nel distacco che hai voluto fare di quella moneta (lo so) a te cara.75 E più mi commuove perché il Signore vuole da me e da te il sacrificio di non potere salutarci di persona: e credimi che è per me un vero sacrificio, di cui Gesù ci dà merito.
Grazie, mio buon Antonio, del bene che mi hai voluto, delle preghiere che certo farai per me.
Che vuoi che ti lasci per ricordo? Ama la tua regola e generosamente eseguiscila anche nei particolari e poi procedi allegramente nel Signore.
Ti abbraccio nel bacio del Signore, voglia Lui ricontraccambiare la tua generosità. Dirti che ti ricorderò è troppo semplice: è più esatto dirti che nel mio povero cuore hai un posto privilegiato.
Addio Tonino. Perdona se non ho saputo negli anni di Valsalice aiutarti più efficacemente ed essere perfetto salesiano.
Coraggio sempre e la Mamma ti custodisca in tutto.
Tuo nel Signore
don Vincenzo Cimatti
117-2 / Sordo Antonio / 1925-12-29 /
Genova, 29 dicembre 1925
Antonio mio,
Grazie di tutto. Comprendo e apprezzo il vostro affetto. Non lo merito, ma voi fate bene a volerlo.
Purtroppo anche Onesti se ne va o se n’è andato: troppo sentimento e poco fondamento.
Per non perderci nelle tue nostalgie, piglia l’abitudine della preghiera. Allegro e buono. Un abbraccio di cuore a tutti i confratelli.
Tuo
don Vincenzo Cimatti
117-3 / Sordo Antonio / 1925-...-... /
senza data[1925]
Sordo. Allegro e buono sempre. Gesù ti conceda un fecondo apostolato. urla piano per le scale… e prega per me. Avremo ancora occasione di rivederci
Dev.
D. V. Cimatti
117-4 / Sordo Antonio / 1925-...-... /
senza data[1925]
Allegro e buono. Ama il tuo dovere, lavora e sacrificati.
Tuo D. V. Cimatti
118 / Cimatti Maria Raffaella / 1925-12-29 /
a Maria Raffaella Cimatti76, suora, sorella del Servo di Dio
[Genova, 29 dicembre 1925]
Carissima,
Mettendo a posto ho trovato fotografie che forse ti sono care. Da Genova un cordiale saluto. Al 3 Gennaio Port Said. Prega per me e Gesù mi aiuti a fare un po’ di bene e farmi dei meriti. Saluta tutti tutti tutti. Ti benedico.
Tuo
don Vincenzo
“Per te mia Santina il più dolce ricordo”.
Tuo
Sac. Vincenzo Cimatti
1 Don Cimatti fece il noviziato a Foglizzo dal 1895 al 1896. Maestro fu Don Eugenio Bianchi, coadiuvato da Don Luigi Versiglia, futuro martire in Cina, che insegnava pure filosofia. Nel “Cimatti museum” di Tokyo si conserva in forma di immaginetta la lista di 135 novizi di quell’anno. Il chierico Cimatti ricevette la veste per mano di Don Rua il 7/11/1895, e finito il noviziato emise la professione perpetua il 4/10/1896. Da Foglizzo passò al Liceo di Valsalice-Torino, dove lavorò fino alla sua partenza per il Giappone nel 1925. I giovani confratelli usavano fare il rendiconto al loro Maestro anche dopo il noviziato.
2 Si tratta del ch. Giacomo Brusa, morto a Imola il 6 dicembre 1898.
3 Il chierico Cimatti rimase a Valsalice per il tirocinio, assistente dei chierici e insegnante di musica e altre materie. In quell’anno si iscrisse alla Facoltà di Agraria della Regia Università di Torino per avere i titoli legali. Alla visita militare fatta in quell’anno ottenne il congedo per motivo di studi.
4 Anche in seguito amava ricordare che per soprannome era chiamato “Cima dei matti”.
5 Il Maestro Guadagnini spentosi a Faenza a 100 anni circa era di qualche anno più anziano del Servo di Dio. Si trovarono certamente insieme nel collegio salesiano di Faenza. Cfr. la testimonianza del Maestro. Lo scritto occupa una facciata e mezza di una lettera a quattro fogli che l’allora chierico Francesco Montaguti inviò da Faenza al M° Guadagnini: era certamente di Faenza e conosceva bene sia il Maestro che il ch. Cimatti. Mentre Don Cimatti dà del Lei al Maestro, Don Montaguti gli dà del tu, si vede che Montaguti era più anziano. Nella sua lettera egli allude a Don Cimatti: “…Quanto al metodo d’armonia, di contrappunto ed ai bassi che mi hai detto, Don Cimatti li conosce bene. Te ne parlerà forse anche lui. A me disse che il Jodasson è forse il migliore che si abbia… così pure il Pill; che i bassi poi del Richter erano indiavolati, e che ci aveva sudato, quando li doveva fare a Parma (ove studiò due mesi e più sotto il profess. d’armonia del Conservatorio). Al caso pratico quindi, credo che potrà e vorrà gentilmente aiutarti da bravo romagnolo ch’egli è…”.
6 Il 7 luglio 1900 il chierico Cimatti conseguì con ottimi voti il Diploma di Maestro di Coro al Regio Conservatorio di Parma dove diede l’esame come privatista. Per questo fu ospite per un certo periodo alla casa salesiana di Parma. Da questa lettera si vede che se ne intendeva di musica ed era stimato. Per i chierici era “il Maestro” e così lo chiamavano.
7 Allievo di musica a Valsalice nell’anno scolastico 1899-’900 e attualmente ad Alvito, in provincia di Caserta. Il giorno 24 Giugno di quell’anno aveva ricevuto da Don Cimatti, allora a Parma per gli esami presso quel Conservatorio, un pezzo tratto dall’Opera “Bohème” con l’aggiunta a mano: “Al mio carissimo Rivara… Guai se me lo passi male!!! È un pezzo che vale un perù!!!”.
8 Collesalvetti, prov. di Livorno.
9 Si deve ricordare che la Tomba di Don Bosco fino al 1929, anno in cui fu beatificato, si trovava a Valsalice, e il chierico Cimatti era incaricato della cura della medesima. Era per lui un grande onore e sprone all’imitazione.
10 Accenna agli studi universitari alla Facoltà di Agraria.
11 In quell’anno il chierico Cimatti aveva preso il dottorato in Scienze Naturali, e si era pure iscritto alla Facoltà di Filosofia. La scuola pareggiata di Valsalice esigeva questi titoli.
12 Si tratta delle feste per la solenne incoronazione del quadro di Maria Ausiliatrice in cui il coro dei chierici di Valsalice guidato dal Maestro Cimatti fu molto apprezzato.
13 Il ch. Cimatti si trovava coi chierici in vacanza a Piova. Il Santuario e gli edifici annessi furono per molti anni la casa di villeggiatura dei chierici di Valsalice, ed è famoso il canto “È l’ora di partir… O caro Piova” n. 396 del catalogo musicale, detto anche “La partenza”, composto nel 1923. L’allegria che vi regnava durante le vacanze ritorna spesso nelle sue lettere.
14 Sacerdote di Faenza: la mamma del Servo di Dio abitava in una casa presa in affitto dal medesimo. Lo scritto non porta data però è certamente del tempo in cui Egli non era ancora sacerdote, quindi anteriore al 1905.
15 Si conserva nel “Cimatti Museum” di Tokyo l’originale del congedo. Fu militare per 10 giorni.
16 A quei tempi la maggior parte dei chierici salesiani facevano gli studi di teologia nella casa dove si trovavano, diretti dai sacerdoti della casa. Il primo Studentato Teologico regolare fu quello della Crocetta aperto nel 1926. Anche Don Cimatti fece i suoi studi teologici mentre insegnava nella scuola e frequentava l’Università. Spesso accenna alla sua insufficienza in materia.
17 Don Cimatti fu ordinato sacerdote per mano di Mons. Cagliero il 18 marzo 1905 insieme con Don Antonio Tonelli. Il giorno seguente 19 marzo, festa di S. Giuseppe celebrò la Prima Messa. A quei tempi non si stampavano immagini-ricordo. Ciascuno le scriveva a mano. Nel Museo di Tokyo se ne conserva copia di una con scritto di sua mano “Ricordo di 1a Messa - Don Vincenzo Cimatti - Valsalice 19 Marzo 1905”, di proprietà di Don Piazza Arc. Giuseppe Marzeno di Faenza e fratello Giovanni.
Spesso ricordava ridendo che, tornato all’Università dopo l’ordinazione, il professore di Filosofia Ercole Pasquale, annunciò agli studenti: “Ecco, abbiamo il nostro Don Cimatti che è stato ordinato sacerdote, ha cominciato una nuova vita... e noi gli auguriamo che possa diventare un altro Vincenzo… Gioberti”.
Del periodo seguente per alcuni anni non ci sono lettere conservate. Ordinato sacerdote rimase a Valsalice come professore, e il 10 giugno 1907 conseguì il dottorato in Filosofia-Pedagogia. Nell’ottobre fu nominato Consigliere dei chierici fino al 1909. Dal 1911 fu membro del Consiglio Ispettoriale, e nel 1912 fu trasferito all’Istituto Salesiano annesso alla chiesa di S. Giovanni vicino alla Stazione di Torino, da dove continuò a frequentare Valsalice per le lezioni.
18 La sorella Santina era entrata dalle Suore Ospedaliere della Misericordia il 4/11/1889, e aveva fatto la prima Professione l’8/12/1891 col nome di Raffaella. Morta nel 1945, fu beatificata nel 1996.
Nel 1913 esercitava la professione di farmacista nell’Ospedale di Frosinone.
Il fratello Luigi, coadiutore salesiano, verso il 1900 fu missionario in Messico. Tornato in patria dopo alcuni anni, nel 1912 andò missionario in Perù. Ottimo direttore di banda, morì a Piura nel 1927 in fama di santità. Resta di lui una foto presa con Don Cimatti giovane.
19 Dal 1913 al 1919 Don Cimatti è anche incaricato dell’Oratorio S. Luigi, il secondo fondato da Don Bosco presso la chiesa di S. Giovanni Evangelista. Scoppiata la guerra nel 1914 vi fu unito l’Oratorio S. Giuseppe, che si tenne in relazione con lui fino alla morte. Famoso il “Circolo XV Maggio” che prese il nome dal giorno in cui uscì l’Enciclica “Rerum Novarum” di Leone XIII, spesso ricordato nelle lettere. Il giovane Callisto Caravario fu da lui guidato alla vita salesiana. All’inizio suo aiutante era Don Braga, suo ex-allievo e poi missionario in Cina.
20 Si tratta certamente di un compagno, ex-allievo di Valsalice che aveva lasciata la Congregazione.
21 Il libro “Don Bosco educatore”, primo studio sul Sistema Preventivo di Don Bosco, uscì nel 1925.
22 Il Fiore, allievo dell’Oratorio di S. Luigi si trovava allora sotto le armi durante la prima grande guerra mondiale. Maggiorino era un compagno dell’Oratorio.
23 Scritta a mano da Don Cimatti e poi poligrafata. Una delle attività dell’oratorio durante la guerra era quella di aiutare i numerosi sfollati della zona. Da notare che nel 1916 Don Cimatti fondò anche il terzo reparto Esploratori di Torino, di cui resta anche una foto di gruppo.
24 Il giorno 6 novembre 1895 morì tragicamente a Juiz de Fora, Brasile, Mons. L. Lasagna. L’annuncio arrivò a Don Rua mentre si trovava a Foglizzo, per la vestizione religiosa dei novizi, tra cui Vincenzo Cimatti.
25 Gli scritti – non completi – non sembrano della medesima data.
26 Don Carlo Braga, ex-allievo di Valsalice, da chierico e un po’ anche da prete aveva dato una mano a Don Cimatti nell’Oratorio S. Luigi. Partito per la Cina fu sempre in relazione con lui, di cui conservò molte lettere.
27 Alla fine del settembre 1919, Don Cimatti fu trasferito nuovamente a Valsalice dove era necessario per la direzione dei chierici, i quali lo accolsero con grande festa. Anch’egli vi tornò volentieri e vi rimase fino alla fine del 1925, anno in cui partì per il Giappone. D’ora in poi le lettere conservate si fanno sempre piú numerose.
28 Si tratta del papà di un allievo dell’Oratorio S. Luigi, papà del Comm. Carmina che conserva il biglietto. Impiegato alla Questura aveva potuto fare qualche cosa per l’Oratorio.
29 Nel Cimatti Museum di Tokyo si conserva il quaderno di questo allievo in cui Don Cimatti annota le osservazioni che qui riportiamo. Non sono solo note tecniche, ma vera direzione spirituale. Vi si vede Don Cimatti educatore.
30 Mamma Rosa viveva da sola con una parente, e riceveva un piccolo aiuto finanziario dalla casa salesiana di Faenza.
31 È la prima volta che viene manifestato questo desiderio per lettera.
32 La carica di cui qui si parla è quella di Preside delle scuole normali di Valsalice. Dopo la morte di Don Nassò avvenuta il 4/1/1920, don Cimatti dovette assumersi la carica di Preside della sezione Normale.
33 Era un suo desiderio fin dal noviziato.
34 Aveva fatto la professione perpetua fin dall’inizio il 4/10/1896.
35 Si tratta dell’Operetta “Ben Israel” n. 12 del catalogo musicale, eseguita per la prima volta il 19/3/1922 a Valdocco, dedicata a don Giuseppe Vespignani, direttore generale delle scuole professionali e agricole salesiane, su libretto di Angelo Burlando. Era prima chiamata “Giuseppe l’Ebreo”.
36 Da notare che mentre era a Faenza per assistere la mamma morente, i superiori della casa gli domandarono di musicare un canto per l’incoronazione della statua di Maria Ausiliatrice della cappella dell’Istituto. Compose “Corona aurea” n. 289 del catalogo musicale, pensando anche alla corona che avrebbe ricevuto la mamma in Paradiso.
37 L’allora chierico Besnate fu a Valsalice dal 1923 al 1925: lo scritto non potè essere indirizzato a lui. Potè essere un omonimo parente, che lo passò a lui.
38 Consigli ideali a un giovane educatore.
39 Questa è la prima lettera rimasta di Don Cimatti direttore di Valsalice. Venne eletto direttore della casa il 15 ottobre di quell’anno.
40 Questo consiglio è uno di quelli citati infinite volte da Don Cimatti a tutte le categorie di persone.
41 Don Umberto Dalmasso nato il 24 gennaio 1889, professo nel 1905 fu quindi a Valsalice. Ordinato sacerdote nel 1913, andò poi missionario in Cina. Nel 1923 era nella Missione di Shiu Chow. Oltre a Don Cimatti, Direttore, certo dietro sua iniziativa unirono le loro condoglianze i superiori della casa: Don Cojazzi, Don Lussiana, Don Vota, Don Piccablotto, Don Tonelli, Don Ruffini, Don Faccaro, Don Ferrero, Don Manione, Don Marocco, Don Varvello. Il breve testo epistolare sopra riportato è certo uno fra i tanti esempi redatti dal nostro di partecipazione individuale e collettiva alle sofferenze altrui.
42 Allievo delle Normali di Valsalice dall’Ottobre 1919 al Giugno 1922. Maestro.
43 Questa è la prima delle 112 lettere scritte da don Cimatti a don Rinaldi, eletto terzo successore di don Bosco il 24/4/1922, considerato da lui come un padre. Come direttore della casa di Valsalice, lo invita a partecipare alla festa patronale; in questa lettera domanda di essere missionario. Da notare che in quello stesso anno Propaganda Fide domandò ai Salesiani di accettare la Missione del Giappone. Forse questa lettera ispirò la scelta del capo spedizione.
44 Valentini Eugenio allora chierico a Valsalice, divenne poi direttore dello Studentato teologico della Crocetta a Torino. Questa è la prima di 29 lettere a lui indirizzate, conservate nell’archivio della Pontificia Università Salesiana a Roma. Sono un magnifico esempio di direzione spirituale.
45 Massime scritte su un’immaginetta alla conclusione del mese di Maggio. Si può pensare che ne abbia scritta una più o meno simile a tutti i chierici di Valsalice.
46 Domenica Marchisio, incaricata dell’esattoria di Busca (Cuneo), era la madre dell’allora chierico salesiano Carlo Marchisio.
47 Questa è la prima delle 323 lettere scritte al chierico e poi sacerdote Don Grigoletto, suo allievo di Valsalice. Fu uno dei suoi piu intimi amici e benefattori per il Giappone. Sono lettere piene di affetto e di buoni consigli per la vita religiosa e salesiana. Il chierico era rimasto orfano in tenera età e considerava Don Cimatti come suo padre. Qui riferisce di alcuni trasferimenti di chierici compagni. Era di origini venete, e nelle lettere viene spesso chiamato scherzando “Zucca Baruca”.
48 Don Tonelli, famoso professore di scienze a Valsalice, anche per questo era in piena sintonia con Don Cimatti, suo compagno di ordinazione, con cui si tenne sempre in contatto. Conosciuto anche per la sua devozione e i suoi studi sulla Sindone, comunicò a Don Cimatti questo suo amore. Questi non ebbe occasione di vederla nell’esposizione del 1931, ma in Giappone ne diffuse il Volto disegnato dal Brunner.
49 Queste parole furono scritte da Don Cimatti sul libriccino dei ricordi di un non identificato chierico nel giorno in cui rinnovò i voti religiosi, o che pronunciò i voti perpetui. Dal libriccino risulta che aveva fatto i suoi primi voti il 4 Ottobre 1921. Originale conservato presso ACG.
50 Di questo allievo chierico e poi sacerdote salesiano rimangono 25 scritti.
51 Le seguenti brevi massime sono su un calendarietto per l’anno 1925. Probabilmente faceva così per tutti.
52 Notare come già a quei tempi si discutesse sul valore della narrazione di Don Bosco su Bartolomeo Garelli e la fondazione degli oratori festivi.
53 Su un’immaginetta. La prima lettera a questo chierico, poi sacerdote salesiano, che aveva bisogno di incoraggiamento.
54 La lettera è certamente almeno dell’anno 1925, ma l’ultima cifra potrebbe anche essere interpretata diversamente.
55 Don Cimatti nel 1914 ai tempi in cui era direttore dell’Oratorio di S. Luigi, fondò il gruppo alpinistico intitolato A.G.E.S. (Associazione Giovani Escursionisti Salesiani) di cui Ettore Calcagno era stato il primo Presidente. Questi testifica che Don Cimatti partecipava spesso a queste escursioni ed era buon camminatore in montagna.
56 Su una immagine di S. Giuseppe.
57 Il volume “Don Bosco educatore” pubblicato dalla SEI in quei mesi, viene considerato il primo studio sul Sistema Preventivo di Don Bosco. Una copia della prima edizione con correzioni di sua mano, è conservata nel Museo di Tokyo. Se ne fece una seconda edizione nel 1929. Su questo argomento vedere “Il Sistema Preventivo di Don Bosco nell’interpretazione di Vincenzo Cimatti” di Giovanni Fedrigotti.
58 Don Cimatti ricevette l’annuncio della sua destinazione al Giappone il giorno 18 giugno 1925.
59 Un bigliettino per la festa del S. Cuore, come era solito scrivere ai chierici in occasione di grandi feste.
60 Da notare che il giorno prima, 18 giugno, aveva avuto la notificazione ufficiale della sua destinazione alla missione del Giappone.
61 Probabilmente qui si allude in modo velato alla malattia mentale di cui Don Barale, dipendente di Don Cimatti a Valsalice, era stato colpito.
62 Il testo fu scritto su di un’immagine di Don Bosco a cui fu allegato un fiore raccolto dalla sua tomba. È ciò che ci ha fatto pensare all’anno sopra indicato. Nell’originale manca ogni indicazione di tempo.
63 Tutti i quattro piccoli scritti non portano alcuna data, sono anteriori alla partenza dall’Italia di Mons. Cimatti.
64 Su un calendarietto tascabile del 1925.
65 Gli scritti all’allora chierico Ambrogio Zappa, ex-allievo di Valsalice e che non portano alcuna data sono messi tutti nell’anno 1925. Può darsi che qualcuno sia di qualche anno più tardi.
66 Don Amilcare Marescalchi, S.D.B. (1882 +1959) fu un benemerito pioniere nel campo del teatro drammatico. Si vede che chiese di ornare di musica qualche canto per un suo lavoro teatrale. La composizione porta il titolo: “La visione”. Scrisse anche il libretto dell’operetta “La vittoria di Don Bosco”, di cui purtroppo esiste solo una parte. Le parole scritte in matita accompagnano due pagine di musica.
67 Il Ch. Giordano deve essere andato da Valsalice all’istituto a cui era stato destinato dall’ispettore alla fine di Agosto del 1925. La lettera risale al periodo in cui Don Cimatti era ancora direttore di Valsalice (quindi prima del 15 ottobre 1925).
68 In questo giorno Don Cimatti scade da direttore della casa di Valsalice e comincia i preparativi della partenza per il Giappone, che avverrà il 29 dicembre dello stesso anno.
69 Il chierico Amerio Franco era l’assistente dei chierici di Valsalice. Successe a Don Cimatti nella direzione del coro. Questo primo scritto è stato redatto dopo il 15/10 mentre probabilmente era ancora a Valsalice. Don Amerio fu anche autore di un “Compendio di storia della Filosofia” molto apprezzato.
70 Deve essere il nome di un gruppetto di chierici.
71 La sorella Santina, col nome di Raffaella, era suora delle Ospedaliere della Misericordia.
72 Dalla lettera risulta chiaro che Don Cimatti si trovava a Roma il giorno 22 novembre 1925.
73 L’ultimo saluto spedito a tutti i suoi allievi su una cartolina stampata che porta le parole scritte di sua mano e la sua foto. Non ha data, ma deve essere del dicembre 1925. Conservata nel Museo di Tokyo.
74 In questa lettera di congedo piena di affetto annuncia la partenza per il 30 dicembre. Ma invece fu il 29.
75 La moneta a cui si accenna, deve essere una moneta romana ora conservata nel Museo di Tokyo.
76 Nel retro di una fotografia della mamma che si trova nel Museo di Tokyo. Oltre a questa, mandò anche la sua foto di quando era ragazzo di scuola media a Faenza, il cui originale è nell’Archivio Centrale di Roma.