1760 / Ricaldone Pietro PS / 1936-11-9 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Avvenimenti storici di prim’ordine1
Miyazaki, 9 novembre 1936
Rev. mo ed amat. mo Sig. Don Ricaldone,
È certo dovere tramandare ai posteri fatti storici di prim’ordine, e quanto è successo l’8 Novembre l936 a Miyazaki è certo di questo genere: la consacrazione cioè dei tre nuovi sacerdoti Don Bernardi Angelo, Don Braggion Enrico, Don Tassinari Clodoveo, salesiani di Don Bosco. Vescovo consacrante il grande amico dei salesiani Mons. Breton delle Missioni Estere di Parigi, presule di Fukuoka. Funzione mai compiuta da che mondo è mondo nell’ambito della Prefettura Apostolica – rito solenne mai veduto dai nostri cristiani – primo risultato, finora mai sperimentato di formazione in posto di personale missionario: per questo, ho detto, avvenimento storico di prim’ordine certamente per la storia della Missione di Miyazaki, e sotto un certo rispetto quella dell’Apostolato missionario in Giappone. Coll’inno del ringraziamento a Dio, il vivo riconoscente “grazie” ai Superiori nostri, primi fattori di questo stato di cose, ed a quanti hanno cooperato alla formazione dei giovani sacerdoti.
Giunti in Giappone nel 1929 nella casetta dell’Oyodo (Miyazaki) sotto la guida di Don Tanguy, Don Marega iniziarono lo studio della filosofia: una prima emigrazione a Takanabe li affinò sotto la solerte cura del compianto Don Piacenza. Compiuto il biennio filosofico si sparsero nelle case in aiuto dei missionari: a Tano, Beppu, Oita fecero le loro prime prove, finché una nuova emigrazione li trasportava ad Hong Kong per lo studio della teologia.
La povera missione di Miyazaki, bisognosa di tutto e di tutti, non aveva in quel tempo la possibilità di far compiere in sede gli studi teologici, e fraternamente fu aiutata. Il Signore permise queste prove per i suoi fini. Oh, non deve il missionario disporsi e rompersi a quanto è sacrificio, rinuncia? Non [deve] sapersi adattare alle più disparate condizioni di clima, di abitudini di vita? Non deve saper dir di no a tante cose?
E finalmente il Signore li volle ricondurre alla primitiva missione… Al Seminario indigeno di Miyazaki, compiuta la loro preparazione, il Signore li volle tutti suoi… e in aeternum! La funzione svoltasi colla massima solennità e seguita con tutto interesse dai numerosi cristiani ed anche pagani accorsi, lasciò in tutti la più profonda impressione. Fra l’intensa preghiera di tutti lacrime di commozione rigavano il volto di molti – i nostri cari seminaristi indigeni penso avranno pregustato il momento del loro turno – un neo convertito ci diceva: “Ah, ho capito qualche cosa della sublime dignità del sacerdote!”. Uno dei professori del Seminario andava lentamente scandendo le spiegazioni delle cerimonie e preghiere in giapponese – era un figger di occhi all’altare, colli protesi e cuori in alto!
Non descrivo lo svolgersi della festa – discorsi, auguri, felicitazioni, musiche… Quanto è in uso in queste occasioni della più genuina tradizione salesiana.
Non tento di descrivere la gioia dei neo sacerdoti – avremmo voluto avere con noi i nostri Superiori, avremmo voluto avere con noi i buoni genitori degli ordinati per dire loro tutta la nostra riconoscenza e farli partecipi della nostra gioia.
Col personale venuto dall’Italia e quello indigeno in formazione speriamo d’ora in poi di avere annualmente qualche ordinazione sacerdotale.
Il missionario allora spinge il suo sguardo nell’avvenire… e pregusta il momento che, aumentato il numero degli operai della vigna, il raccolto possa essere più abbondante. L’auspicarlo non è difficile: la formazione richiede tempo e mezzi, cui deve pensare la Provvidenza e i suoi caritatevoli ministri, a noi l’eccitarla nelle forme possibili.
Dalla prova fatta mi pare che possa concludersi che, anche pel Giappone, la formazione del personale in posto, se tutte le condizioni opportune sono realizzate, è fonte di ottimi risultati.
Col cuore pieno di gioia accetti, amato Padre, le affrettate righe che vogliono esprimere al Signore e a Lei la nostra piena riconoscenza.2
Si avvicina a grandi passi un’altra data storica di prim’ordine: “I nostri primi Salesiani formati in posto”.
Preghi per la felice realtà anche di questa data e ci benedica tutti.
Suo come figlio
Don Vincenzo Cimatti, sales.
1 R. M. manoscritto, pubblicato in Boll. Sales., Marzo 1937.
2 Notiamo che per Don Cimatti, all’estremo in fatto di personale e per la disastrosa situazione economica, l’ordinazione di questi tre sacerdoti su cui poteva contare fu la salvezza.